Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: LXI Sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (CSW) - (13-24 marzo 2017) II parte - Documentazione per i colloqui bilaterali
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 289
Data: 08/03/2017
Descrittori:
COMMISSIONE NAZIONALE PER LA PARITA' E LE PARI OPPORTUNITA' TRA UOMO E DONNA   DONNE
ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE ( ONU )   PARITA' TRA SESSI
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari
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Casella di testo: LXI Sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (CSW)

(13-24 marzo 2017)

II parte

Documentazione per i colloqui bilaterali 

Casella di testo: Marzo 2017


 

 

 

 

 

 

Servizio Affari internazionali

Tel. 06 6706-3666 – segreteriaaaii@Senato.it

Dossier n. 28

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi

Dipartimento Affari esteri

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Documentazione e ricerche n. 289 (II parte)

 

 

 

 

 

 

 

 

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I N D I C E   DELLA   I I   P A R T E

Afghanistan

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 5

Profili della condizione femminile in Afghanistan (a cura del Servizio Studi della Camera) 21

Canada

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 33

Profili della condizione femminile in Canada (a cura del Servizio Studi della Camera) 37

Cina

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 45

Profili della condizione femminile in Cina (a cura del Servizio Studi della Camera) 57

Libia

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 63

Profili della condizione femminile in Libia (a cura del Servizio Studi della Camera) 67

Il memorandum d’intesa Italia-Libia (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 69

Tunisia

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 77

Profili della condizione femminile in Tunisia (a cura del Servizio Studi della Camera) 83

 


Afghanistan

 


(…)

 

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

 

Presidente della Wolesi Jirga (Assemblea Nazionale /Camera del Popolo)

ABDUL raouf IBRAHIMI (dal 28 febbraio 2011, di etnia uzbeka)

 

Presidente della Meshrano Jirga (Assemblea Nazionale / Camera degli Anziani)

FAZAL HADI MUSELIMYAR (dal 29 gennaio 2011)

 

 

Ambasciatore d’Italia a Kabul

 

Roberto CANTONE (dal 3 maggio 2016)

 

Ambasciatore afghano in Italia

 

Waheed OMER (dal 20 giugno 2016)

 

Nota sintetica dei rapporti parlamentari con l’Afghanistan

Nel corso delle ultime quattro legislature, la Camera dei Deputati italiani ha affiancato l’impegno profuso dal Governo italiano nel sostenere il processo di democratizzazione del Paese, fornendo assistenza all’Afghanistan e al Parlamento afgano.

 

Per quanto riguarda l’attività presidenziale, i Presidenti della Camera hanno ricevuto frequenti visite di alto livello da parte afgana, mentre le visite presidenziali si sono fino ad oggi limitate ad incontri con le truppe presenti nel Paese.

Nella XVII legislatura è proseguito lo scambio di visite al più alto livello. Infatti, la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ricevuto  lo Speaker della Camera del popolo afghana, Abdul Rauf Ibrahimi, lo scorso 26 ottobre 2016 , ed in precedenza aveva ricevuto l’attuale Presidente della Repubblica Islamica dell'Afghanistan , Ashraf Ghani, in visita ufficiale in Italia, il 1° dicembre 2015. Nel corso di tali incontri, la Presidente è stata invitata a compiere una visita in Afghanistan.

L’importanza che la Camera dei Deputati attribuisce all’Afghanistan è dimostrata dalla immediata ricostituzione da parte della Presidente Boldrini, all’inizio della legislatura, del Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane, coordinato dalla Vice Presidente Marina Sereni (PD) e composto dalle deputate Deborah Bergamini (FI-PdL), Donatella Duranti (SEL), Marta Grande (M5S), Pia Locatelli (Misto-PSI-PLI) e Gea Schirò (PD)[1]. Il 28 novembre 2013 si è tenuto alla Camera un Seminario dal titolo: “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane, promosso dal Gruppo di contatto in occasione della visita in Italia - su invito dell’organizzazione non governativa Actionaid per un progetto a favore delle donne denominato: Stop alla violenza contro le donne (approccio integrato per la riduzione della violenza contro le donne in Afghanistan) -di una delegazione di parlamentari afghane, guidate da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan, e composta dalle deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga, Nilufar Ibrahimi, membro della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, membro della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità.

Inoltre, nelle scorse legislature la Camera dei Deputati è stata costantemente attiva nel fornire una cooperazione amministrativa all’Afghanistan. Tra le varie iniziative realizzate si sottolinea, per la sua importanza, la partecipazione della Camera, nella XIV legislatura al programma biennale “Sostegno alla ricostruzione del Parlamento afgano” (SEAL-Support to establishment of Afghan legislature), dal febbraio 2005 al febbraio 2007.

 

 

Nelle precedenti legislature, l’ex Presidente Karzai  è stato più volte in visita alla Camera. Nel corso della XIV legislatura ed  è stato ricevuto dall’allora Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, in quattro occasioni: dapprima nella veste di Presidente del Governo Transitorio afgano, il 18 dicembre 2001, il 16 aprile 2002 ed il 19 dicembre 2002; quindi, come Presidente della Repubblica dopo le elezioni presidenziali dell’ottobre 2004, il 21 luglio 2005. L’ultima visita si è svolta nella XVI legislatura, il 26 gennaio 2012 (vedi infra). Sempre nella XVI legislatura il Presidente Fini si è recato due volte (nel 2010 e nel 2008) in visita a Herat presso il contingente italiano.

 

È opportuno segnalare, infine, che, nel corso dell’ultima visita del Presidente Karzai a Roma, avvenuta nel gennaio 2012 (vedi infra) è stato sottoscritto un Accordo di partenariato e cooperazione di lungo termine, che, all’articolo 1, comma 4, prevede un versante di sostegno al rafforzamento del ruolo e della capacità del Parlamento afgano, con particolare riguardo al procedimento legislativo.

 

XVII LEGISLATURA

 

Incontri della Presidente

 

Il 26 ottobre 2016 la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha incontrato lo Speaker della Camera del popolo afghana (Wolesi Girga), Abdul Rauf Ibrahimi.

Il Presidente Ibrahimi ha ringraziato l’Italia per il suo sostegno nella ricostruzione in Afghanistan. Molte persone però cercano ancora di andare via dal paese, principalmente a causa della situazione di insicurezza, per la povertà e per la disoccupazione. La Presidente Boldrini ha ribadito l’intenzione di firmare un protocollo di intesa tra le due assemblee parlamentari, che avrebbe dovuto essere sottoscritto durante una visita ufficiale in Afghanistan rimandata nel 2013 per ragioni di sicurezza. I rapporti tra le due Assemblee si sviluppano con continuità grazie all’attività del gruppo di contatto e dal sostegno all’Institution building.

 

La Vice Presidente della Camera e Coordinatrice del Gruppo di contatto con le donne afghane, Marina Sereni, ha partecipato insieme alla deputata Gea Schirò alla cena offerta dall’Ambasciata afghana in onore del Presidente Ibrahimi il 26 ottobre 2016.

 

Il 1° dicembre 2015 la Presidente della Camera, Laura Boldrini ha incontrato il Presidente della Repubblica islamica dell’Afghanistan, Ashraf Ghani.

L'incontro tra la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini,  e il Presidente della Repubblica islamica dell'Afghanistan, Ashraf Ghani  è giunto al termine di un anno difficile per l'Afghanistan, dove centinaia di civili sono morti a causa del perdurante conflitto e milioni di persone sono ancora sfollate. "La cronaca di questi giorni, con l'arrivo di numeri crescenti di uomini, donne e bambini afgani sulle coste greche, ci ricorda che l'Afghanistan non è ancora in pace e che deve far fronte a vecchie e nuove sfide, come quella dei talebani che controllano parti importanti di territorio e quella dei miliziani che si richiamano al sedicente Stato islamico", ha dichiarato la Presidente. "Conosco le straordinarie potenzialità ed il calore degli abitanti dell'Afghanistan grazie alle numerose missioni effettuate nel Paese per conto delle Agenzie delle Nazioni Unite a partire dagli Anni Novanta", ha continuato la Presidente Boldrini, convenendo con il Presidente Ghani sulla necessità di perseguire in maniera congiunta la lotta contro la povertà e quella per raggiungere finalmente la pace. "Negli ultimi quindici anni, l'Afghanistan ha compiuto progressi nel campo dell'istruzione, dell'accesso alle cure mediche e della democratizzazione. Molto rimane da fare, soprattutto per quanto riguarda i diritti e la condizione delle donne e delle bambine. E' proprio per questo - ha concluso Laura Boldrini - che la comunità internazionale deve continuare a sostenere la società afgana in questo frangente particolarmente delicato". "La Camera dei deputati contribuirà a questi sforzi rafforzando ulteriormente i programmi di sostegno alla Wolesi Jirga, la Camera bassa afgana, soprattutto in vista delle elezioni legislative del prossimo anno". Il Presidente Ghani ha invitato la Presidente Boldrini a tornare quanto prima in Afghanistan in visita ufficiale.

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha incontrato, il 28 novembre 2013, una delegazione di parlamentari afghane, guidate da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan, e composta dalle deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga, Nilufar Ibrahimi, membro della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, membro della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità, in occasione dello svolgimento alla Camera un Seminario dal titolo: “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane”, promosso dal Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane - coordinato dalla Vice Presidente Marina Sereni (PD) e composto dalle deputate Deborah Bergamini (FI-PdL), Donatella Duranti (SEL), Marta Grande (M5S), Pia Locatelli (Misto-PSI-PLI) e Gea Schirò  (PD)[2] – che ha partecipato all’incontro.

 

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha ricevuto la visita dell’Ambasciatore italiano in Afghanistan, Luciano Pezzotti, l’11 ottobre 2013.

 

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha partecipato, il 27 maggio 2013 alla Camera, alla presentazione dei risultati della ricerca-progetto europeo DelPHE: "La cultura come sfida per la ricostruzione, le opinioni e le proposte della società civile afghana sul potere delle donne e lo sviluppo educativo dei bambini e dei giovani nel loro Paese". Dopo il saluto introduttivo della Presidente della Camera, i lavori sono stati introdotti dalla Vicepresidente Marina Sereni.

 

Altri incontri

 

La Vice Presidente della Camera e coordinatrice del Gruppo di contatto, Marina Sereni, il 26 ottobre 2016 ha incontrato lo Speaker della Camera del popolo afghana (Wolesi Girga), Abdul Rauf Ibrahimi nel corso di una cena alla quale era presente anche l’on. Gea Schirò.

La Vice Presidente della Camera e coordinatrice del Gruppo di contatto, Marina Sereni, ha ricevuto, il 24 ottobre 2013, la visita dell’Ambasciatore afghano, Zia Uddin Nezam.

 

La Vice Presidente Marina Sereni, e le componenti il Gruppo di Contatto delle deputate italiane con le donne afghane (cfr. infra) hanno ricevuto, il 10 ottobre 2013, l’Ambasciatore italiano a Kabul, Luciano Pezzotti, che la Vice Presidente  aveva già incontrato, il 12 giugno 2013.

 

L’Ambasciatore ha ricordato come l’Afghanistan stia affrontando una fase di transizione. Ha segnalato che anche la cooperazione allo sviluppo potrebbe finanziare dei progetti. La Sereni ha ricordato la visita, programmata per novembre, delle donne parlamentari di Actionaid. L’impegno occidentale è destinato a durare anche dopo la fine della missione ISAF, ma il numero dei militari sarà drasticamente ridotto, ha affermato Pezzotti, il quale ha infine ricordato come l’Italia sia il primo contributore a livello internazionale per la tutela del patrimonio UNESCO del Paese,

 

Commissioni

 

Il 9 settembre 2015 il Presidente della Commissione esteri della Camera, on. Fabrizio Cicchitto, ha incontrato il Vice Ministro degli affari esteri della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, Khalil Karzai.

Il 26 novembre 2013, una delegazione di parlamentari afghane, guidate da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan, e composta dalle deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga, Nilufar Ibrahimi, membro della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, membro della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità, è stata audita informalmente dal Comitato permanente agenda post-2015, la cooperazione allo sviluppo e il partenariato pubblico-privato e dal Comitato permanente diritti umani costituiti in seno alla Commissione Affari esteri con una delegazione di donne parlamentari afghane.

 

Il 7 novembre 2013, il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Fabrizio Cicchitto, ha incontrato Issa Eshaqzey, Presidente del National Congress Party of Afghanistan.

    Nel corso dell’incontro il signor Eshaqzey ha illustrato l’attività Presidente del National Congress Party of Afghanistan, che ha lo scopo di coagulare le forze liberali presenti dentro e fuori l’Afghanistan al fine di lottare contro la corruzione presente nel suo Paese, soprattutto a livello governativo. Il signor Eshaqzey ha fortemente criticato tutti i candidati alle prossime elezioni presidenziali afghane, che si celebreranno il 5 aprile 2014 ed ha proposto invece la formazione di un Governo di transizione.

 

    Dall’11 al 14 settembre 2013 si è svolta la missione in Afghanistan di una Delegazione di parlamentari, composta dagli onn. Gennaro Migliore, Gianluca Pini e Maria Edera Spadoni e dal sen. Federico Petrangeli con il Vice Ministro degli Affari esteri, Lapo Pistelli.

 

Nel corso della missione, svoltasi tra Kabul ed Herat, oltre alla visita dei progetti di cooperazione, si sono avuti incontri con il NATO Senior Civilian Rapresentative, Amb. Maurits Jochems, il Chief of Staff, Gen. C.A. Giorgio Battisti, una delegazione di parlamentari afgani e rappresentanti della società civile afghana, il Procuratore Generale, Maria Bashir ed il Governatore di Herat, Sayed Fazlullah Wahedi.

 

Audizioni ed informative

 

L’8 giugno 2016, dinanzi alle Commissioni Riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato si è svolta l’audizione dei ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni, e della Difesa, Roberta Pinotti, per comunicazioni del Governo sullo stato delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

 

Il 10 novembre 2015 si è tenuta una audizione dei Ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni Silveri, e della Difesa, Roberta Pinotti, alla Camera, dinanzi alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. L’audizione ha avuto come tema l’evoluzione della partecipazione dell’Italia alla Missione NATO in Afghanistan. La Ministra Pinotti ha spiegato che l’incremento di 200 unità del contingente italiano è stato motivato dalla necessità di rimpiazzare il contingente spagnolo. La Ministra ha ricordato come la regione Ovest del Paese, sede del contingente italiano, è considerata una delle più sicure, anche se non mancano attacchi. La continua perdita di forze afghane rende necessaria una costante opera di addestramento delle nuove reclute, senza che questo comporti tuttavia la partecipazione di effettivi italiani alle operazioni in campo. Grandi progressi sono stati registrati, hanno infine ricordato i Ministri, nel campo della scolarizzazione.

 

Il 20 novembre 2014, il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni Silveri, ha tenuto un’audizione di fronte alle Commissioni esteri di Camera e Senato per esporre le linee guida della politica estera italiana.  Il Ministro degli esteri ha affermato che la presenza italiana in Afghanistan cambierà – a livello militare – per limitarsi ad aiutare e rafforzare le forze di sicurezza nazionali secondo modalità che saranno stabilite dal Parlamento. Nel complesso, la cooperazione italiana si sposterà dal piano della sicurezza a quello dell’economia.

 

Si è tenuta il 17 ottobre 2013, presso il Senato della Repubblica un’audizione congiunta dei Ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, da parte delle Commissioni congiunte Esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

 

   Il Ministro Mauro ha ricordato come l'operato della comunità internazionale in Afghanistan non debba essere analizzato esclusivamente dal punto di vista della sicurezza. Per valutare compiutamente la missione Isaf, non si può prescindere dal prendere in considerazione aspetti quali la capacità di governance, il processo di ricostruzione e lo sviluppo economico-sociale. A partire dal 2002 nel Paese sono state realizzate con queste condizioni di sicurezza migliaia di scuole e reclutate decine di migliaia di insegnanti. Oggi, ci sono tra i 7 ed i 9 milioni di ragazzi e ragazze afgane che vanno a scuola regolarmente. Erano all'inizio di Isaf poco meno di 900mila e tutti maschi. L'Afghanistan ha compiuto impressionanti progressi anche nel settore medico e sono inoltre in calo i dati sulla mortalità infantile. Nel Paese sono stati costruiti oltre cento ospedali e la possibilità di ricevere cure mediche raggiunge oltre il 70 per cento della popolazione. Circa il 60 della popolazione si trova a meno di un'ora di spostamento a piedi dal più vicino punto di assistenza sanitaria. Quanto alla mortalità infantile, è diminuita negli ultimi 10 anni di circa il 60 per cento, mentre l'aspettativa di vita è cresciuta rapidamente ed è ora di circa 64 anni per le donne come per gli uomini. L'economica cresce inoltre a ritmi velocissimi e sono state costruite decine di migliaia di chilometri di strade. L'effetto di sicurezza procurato dalla missione Isaf ha contribuito allo sviluppo in un'accezione più generale. Per questo il decennio 2014-2024 è stato ribattezzato il decennio della trasformazione, una fase che prenderà simbolicamente il via con le elezioni presidenziali della primavera del prossimo anno.   Relativamente al contingente italiano, il piano per il ripiegamento, battezzato Itaca 2, è stato avviato nel settembre 2012 e si sta svolgendo contestualmente all'assunzione della piena sovranità sulla regione ovest da parte del governo afgano. Il contingente nazionale si ridurrà da circa 2.900 unità in media nell'ultimo trimestre 2013, alla fine del 2014 in cui si attesterà su circa 1800 unità. Dopo il 2014 il governo intenderebbe proseguire il proprio impegno in Afghanistan nella missione Resolute Support, in coerenza con quelle che saranno le decisioni del Parlamento in termini di assistenza e addestramento alle forze afgane. Non saranno più previsti compiti di contrasto all'insorgenza né di lotta al terrorismo o al narcotraffico, interamente devoluti alle forze di sicurezza afgane, ma di sostegno e formazione alle forze afghane per consolidarne la piena ed efficacia autonomia di azione.

 

Il 12 giugno 2013 il Ministro della difesa, Mario Mauro, ha svolto dinanzi all’Assemblea della Camera dei deputati un’informativa urgente del Governo sul grave attentato in Afghanistan che ha causato la morte del capitano Giuseppe La Rosa nonché il ferimento di altri tre militari italiani. E' seguito un dibattito al quale ha partecipato un oratore per gruppo. Il capitano Giuseppe La Rosa è la 53ma vittima dall’inizio dell’impegno italiano in Afghanistan.

 

Per l’attività del Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane v. la scheda successiva su “Profili della condizione femminile in Afghanistan”

 

 

INSTITUTION BUILDING

 

Nelle precedenti legislature, la Camera dei deputati ha  partecipato attivamente ai seguenti progetti di institution building:

 

1.    nella XIV legislatura al programma biennale “Sostegno alla ricostruzione del Parlamento afgano” (SEAL-Support to establishment of afghan legislature), dal febbraio 2005 al febbraio 2007, promosso dal Governo di Kabul, dall’Unione interparlamentare, dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD) e dal Fondo delle Nazioni Unite per le donne (UNIFEM), con il supporto di alcuni Paesi donatori, tra i quali figurava anche il Governo italiano con un contributo di un milione di euro. L’Amministrazione della Camera ha fornito la propria assistenza in alcune delle componenti del progetto (documentazione ed informatizzazione; training del personale amministrativo, in partnership con l’Assemblea nazionale francese; definizione del nuovo quadro legislativo, attraverso la predisposizione di un nuovo regolamento parlamentare). In tale contesto si è svolto, dal 18 al 29 luglio 2005, un seminario di formazione, riservato ad una delegazione di dodici funzionari parlamentari afgani che hanno effettuato, oltre ad alcuni incontri a carattere generale sull’organizzazione e sul funzionamento del Parlamento italiano, dei percorsi individuali di affiancamento al personale della Camera operante nei servizi dell’area legislativa, amministrativa e della documentazione.

2.    nella XV legislatura, nel luglio 2006, ha avuto luogo una missione presso la Camera di una delegazione parlamentare della Commissione giustizia della Wolesi Jirga (la Camera bassa del Parlamento afgano). La visita rispondeva alle esigenze, prospettate dallo stesso Parlamento afgano, di valutare la riforma del sistema di giustizia in atto in Afghanistan, alla cui realizzazione l’Italia ha partecipato attivamente, in quanto ‘paese leader’ per la riforma della giustizia.

3.    nella XVI legislatura, il 17 maggio 2011 una delegazione di funzionari, magistrati e giuristi afghani si è recata in vista presso la Camera dei Deputati allo scopo di approfondire il sistema costituzionale italiano e l'organizzazione delle funzioni parlamentari".

 

 

Unione Interparlamentare

 

In ambito UIP opera la sezione di amicizia ASIA MERIDIONALE (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Nepal, Sri Lanka di cui è Presidente la senatrice Valeria Fedeli (PD).

 

Attività legislativa

 

Legge n. 13/15 del 10 febbraio 2015, GU n. 50 del 2 marzo 2015,Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica dell'Afghanistan in materia di prevenzione e contrasto al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e loro precursori, fatto a Roma il 2 giugno 2011”

 

Legge n. 131/16 del 14 luglio 2016 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2016, n. 67, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza. Proroga del termine per l'esercizio di delega legislativa (Decreto Missioni) Il decreto contiene disposizioni relative all’Afghanistan al Capo I, art. 2.

 

E' autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2016  e  fino  al  31 dicembre 2016, la spesa di euro 179.030.323 per la partecipazione  di personale  militare  alla  missione  della NATO in Afghanistan, denominata Resolute Support Mission (RSM), di cui alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2189 (2014), e per  la proroga della partecipazione alla missione EUPOL Afghanistan, di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 30 ottobre 2015, n.  174, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2015, n. 198. 

 

ed al Capo II, art. 1 (Iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione).

 

1. E' autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2016  e  fino  al  31 dicembre 2016, a spesa  di  euro 90.000.000  a  integrazione  degli stanziamenti di cui all'articolo 8, comma 2, lettera c) della  legge 11 agosto 2014, n.  125,  per  iniziative  di cooperazione  volte  a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati  e a sostenere la ricostruzione civile in favore di Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia, Repubblica Centrafricana, Iraq,  Libia,  Mali,  Niger, Myanmar, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Yemen e, in relazione all'assistenza  dei  rifugiati,  dei  Paesi  ad  essi limitrofi,  nonché  per   contribuire a   iniziative   europee   e multilaterali in materia di migrazioni e sviluppo.

 

Le relazioni bilaterali italo-afghane si sviluppano entro la cornice rappresentata  dall'Accordo bilaterale di partenariato di lungo periodo firmato a Roma il 26 gennaio 2012 dal Presidente del Consiglio italiano Monti e dal Presidente afghano Karzai e ratificato con la L. 239/2012, che riconduce ad un quadro unitario la cooperazione svolta dall’Italia nei vari settori.

 

XVI LEGISLATURA

Incontri del Presidente

Il 26 gennaio 2012 il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha ricevuto il Presidente dell’Afghanistan  Hamid Karzai, in visita ufficiale in Italia[3].

 

Nel corso dell’incontro è stato trattato l’andamento dei rapporti bilaterali e le loro prospettive alla luce dell’Accordo di Partenariato[4] che il Presidente afghano ha firmato nel corso della visita ufficiale. Karzai ha ricordato l’impegno ed il sacrificio dei militari italiani per stabilizzare il Paese ed ha espresso grande fiducia nelle possibilità di cooperazione future. Il Presidente Fini ha ricordato le sue visite al contingente italiano di stanza ad Herat ed ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti nel campo della sicurezza. Resta da risolvere il difficile nodo della pacificazione interna, obiettivo che può essere realizzato solo attraverso il dialogo con i talebani ed il coinvolgimento di tutti i principali attori della regione, compresa la Turchia e l’Arabia Saudita. Karzai ha invitato l’Italia a promuovere maggiori investimenti nel Paese, e Fini ha ricordato che un potenziamento delle relazioni economiche passa attraverso un miglioramento della fiducia reciproca, fiducia che può essere rafforzata attraverso i rapporti parlamentari, il rispetto dello stato di diritto e dei rapporti umani. Karzai ha infine ricordato come, anche grazie all’Italia, l’Afghanistan abbia compiuto notevoli progressi nell’organizzazione del suo quadro giuridico e giudiziario. Spetta agli imprenditori italiani intervenire con tempestività per cogliere le opportunità che il Paese con le sue risorse può offrire.

 

Il 1° ottobre 2010, il Presidente Fini ha indirizzato un messaggio di saluto al meeting di “Alliance of Democrats” che si è tenuta presso la Camera dei deputati. Al meeting, intitolato “Sicurezza, Sviluppo e Democrazia”, ha partecipato anche il Capo del Consiglio di Sicurezza dell’Afghanistan, Rangeen Dafdar Spanta, il quale ha tenuto un intervento dal titolo: “Afghanistan, abbiamo bisogno di un aumento della presenza civile e militare?”. Al convegno ha inoltre partecipato la parlamentare Shukria Barakzai.

 

Il 2 giugno 2010, il Presidente Fini si è recato ad Herat presso il contingente militare italiano in Afghanistan, in occasione della Festa della Repubblica italiana. Il Presidente Fini si era già recato ad Herat il 22 dicembre 2008, per rendere visita al contingente militare italiano. In tale occasione il Presidente della Camera era accompagnato dall’on. Gianfranco Paglia (PdL) e dall’on. Rosa Maria Villecco Calipari (PD).

 

Una delegazione di parlamentari italiani, guidata dal Vice Presidente, on. Maurizio Lupi, e composta da otto deputati, Aldo Di Biagio (PDL), Gregorio Fontana (PDL), Gianfranco Paglia (PDL), Luciana Pedoto (PD), Caterina Pes (PD), Manuela Repetti (PDL), Ettore Rosato (PD), Francesco Tempestini (PD) si è recata in visita in Afghanistan dal 2 al 5 maggio 2009. La delegazione ha visitato le province di Herat e Farah. In particolare, la delegazione ha visitato l’Ospedale pediatrico di Herat e la sede del Regional Command – West, accolta dai gen. Castellano e Bartolini. La delegazione ha partecipato anche alla cerimonia di posa della prima pietra della “guest house” che verrà costruita a beneficio dei genitori dei bambini in cura presso l’ospedale. Nel corso della visita, Lupi e gli altri deputati sono stati informati dell’incidente che ha causato la morte accidentale di una bambina afghana nei pressi di Camp Arena[5]. L’on. Lupi ha espresso alle autorità afghane presenti il profondo cordoglio della delegazione. Successivamente la delegazione si è recata a Farah, nell’ovest dell’Afghanistan, per visitare  una base militare che ospitava 150 paracadutisti.

 

Si ricorda che l’on. Margherita Boniver (PDL), Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Shengen, di vigilanza sull’attività dell’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, era stata  incaricata di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan ed il Pakistan per la XVI legislatura.

 

Incontri delle Commissioni

Una delegazione della Commissione Esteri della Camera guidata dall’on. Stefano Stefani, Presidente della Commissione, e composta dagli onn. Margherita Boniver (PdL), Leoluca Orlando (IdV) e Francesco Tempestini (PD) ha effettuato una missione in Afghanistan dal 22 al 24 giugno 2010.

 

La missione, che ha avuto un prosieguo in Pakistan, aveva lo scopo di riaffermare l’importanza della stabilità regionale quale chiave per arrivare ad una soluzione del conflitto afgano.

In Afghanistan la delegazione ha incontrato il Ministro degli Esteri, Zalmay Rassoul, con il quale sono state affrontate le prospettive della presenza internazionale nel Paese, nell’esigenza di un approfondimento della cooperazione civile indirizzata al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Il Ministro Rassoul ha insistito sulla necessità che alle operazioni militari, cui sta iniziando a contribuire anche l’esercito afgano, faccia seguito la costituzione di un’amministrazione funzionante al servizio dei cittadini che possa prevenire il ritorno dei talebani. Da parte sua, il Presidente Stefani ha affermato che è necessario dare concrete speranze di vita e di benessere alla popolazioni, senza le quali è difficile garantire una transizione graduale alle forze afgane delle responsabilità di governo e di sicurezza del territorio.

La delegazione ha inoltre visitato il quartier generale ISAF a Kabul. La delegazione è stata ricevuta dal gen. Claudio Mora, rappresentante italiano presso l’ISAF, il quale ha riferito alla delegazione l’evoluzione strategica in atto sul territorio afgano. Successivamente, la delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Wolesi Jirga, Mohammad Younus Qanooni, il quale si è soffermato sull’esigenza di un rafforzamento del potere legislativo nell’ordinamento istituzionale afgano. L’on. Boniver, rappresentante del Presidente Fini per le relazioni parlamentari con Afghanistan e Pakistan, ha offerto al Presidente della Wolesi Jirga la più ampia disponibilità della Camera nell’ambito della ricostruzione civile e democratica del Paese. La delegazione ha infine incontrato il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Rangeed Dafdar Spanta. Nel corso del colloquio è stato affrontato il contesto regionale della crisi afgana, con particolare riguardo al ruolo del Pakistan.

 

Una nutrita delegazione di giornalisti afghani, rappresentativi delle principali testate operanti nel Paese, si è recata in visita in Italia dal 14 al 20 marzo 2010 per partecipare ad un Forum organizzato dal Ministero degli Affari Esteri. Obiettivo del Forum dedicato ai giornalisti afghani è stato di far conoscere loro in modo più approfondito la presenza dell’Italia in Afghanistan soprattutto sul versante della ricostruzione civile. Nel corso della visita in Italia, la delegazione ha incontrato il 16 marzo alla Camera il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Stefano Stefani, e successivamente il Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Shengen, on. Margherita Boniver, incaricata di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan. Il 17 marzo la delegazione ha incontrato gli Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni Esteri e Difesa.

I colloqui sono stati incentrati sull’impegno italiano per la ricostruzione del Paese, sull’inscindibile rapporto tra democrazia e sicurezza, sul contributo di media liberi per la crescita della società. La delegazione, oltre agli incontri presso il Ministero degli Esteri, ha anche potuto visitare alcune delle testate giornalistiche operanti nel nostro Paese.

 

Il 25 maggio 2009, l’on. Margherita Boniver (PDL), Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Shengen, di vigilanza sull’attività dell’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, nonché incaricata di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan, ha ricevuto la visita del Governatore della provincia afghana di Herat, Yusuf Nouristani. Nouristani è stato ascoltato anche dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera riunite il 27 maggio 2009.

La visita in Italia del Governatore, accompagnato da esponenti della società civile ed imprenditori, ha avuto come scopo quello di presentare la situazione economica della provincia di Herat al fine di sollecitare investimenti italiani che possano contribuire al consolidamento economico dell’area. Fra i settori in cui è stata chiesta la cooperazione, si segnalano la lavorazione del marmo, lo sviluppo della coltivazione dell’olivo.

Dal 19 al 21  aprile 2009 si è avuta la visita a Roma di una delegazione di Governatori afgani, composta da Habiba Sarabi, Governatore del Bamiyan, e da Rohul Amin, Governatore del Farah (il nuovo Governatore della Provincia di Khost, Hamidullah Qalandarzai, che avrebbe dovuto far parte della delegazione, non ha potuto  partecipare all’incontro). Il 20 aprile la delegazione è stata ricevuta dall’on. Margherita Boniver (PDL), Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Shengen, di vigilanza sull’attività dell’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, nonché incaricato di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan, e dal sen. Mauro Del Vecchio (PD). Il 21 aprile 2009 la delegazione è stata ricevuta dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera.

Nel corso della visita, sono stati trattati i temi della sicurezza e della ricostruzione del Paese. In particolare è stato evidenziato il ruolo dell’Italia, che è stato uno dei primi Paesi occidentali a riaprire la propria ambasciata e sta svolgendo un lavoro proficuo nel campo della sicurezza e  della formazione delle istituzioni giudiziarie. Da entrambe le parti è stata evidenziata la necessità di non abbassare la guardia nei confronti dei produttori e dei trafficanti di oppio, anche in considerazione dei vantaggi che traggono i talebani dal commercio di stupefacenti. Dal punto di vista della sicurezza, è stato trattato in particolare l’suo degli elicotteri nella lotta al terrorismo e l’eventualità di un potenziamento dell’impegno militare italiano nell’Afghanistan, sollecitato, insieme ad un maggiore impegno finanziario, dai Governatori afghani. I due Governatori si sono inoltre dimostrati favorevoli nei confronti del tentativo promosso dal Presidente Karzai di avviare un dialogo con le frange moderate dei talebani, purché questi accettino la Costituzione in vigore nel Paese.

La delegazione ha accolto con favore la decisione del Governo italiano di inviare rinforzi per garantire il corretto svolgimento delle elezioni presidenziali previste per il 20 agosto 2009. ed ha infine ricordato come la popolazione afghana non ami i talebani e sia portata a schierarsi con loro solo in mancanza di alternative. Per scongiurare quindi tale eventualità, è necessario che la comunità internazionale continui nel suo sforzo di ricostruzione del Paese, nella consapevolezza che gli afghani non possono farcela da soli. 

 

Il Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, On. Margherita Boniver, ha incontrato il 24 novembre 2008 la Responsabile del programma dei diritti delle donne per Action Aid in Afghanistan, sig.ra Nasima Rahmani.

 

Nel corso dell’incontro sono stati trattati i temi della stabilizzazione nel Paese, della presenza di truppe straniere e della condizione femminile. L’on. Boniver ha giudicato ancora prematura l’ipotesi di ritiro delle truppe straniere ed ha ricordato la riapertura dell’Ambasciata italiana a Kabul quale segnale positivo verso una normalizzazione della situazione. La crisi economica che sta attanagliando tutto il mondo, ha ricordato Boniver, avrà sicuramente ripercussioni negative anche sull’Afghanistan.

 

Si segnala che il 15 maggio 2009 si era costituito, presso la Wolesi Jirga, un Comitato di Amicizia interparlamentare, composto dagli onn. Khudainazar Sarmchar, Obaidullah Halali, Sayed Dawood Hashemi, sig.ra Shukriya Barakzai, sig.ra Hawa Alam Nurestani, sig.ra Faoziya Roofi, sig.ra Homeyra Akakhil, Mohammad Esmail Safdari, Mohammad Aref Noorzai.

 

 


Profili della condizione femminile in Afghanistan
(a cura del Servizio Studi della Camera)

Gli sforzi congiunti del governo, della Comunità internazionale e delle organizzazioni locali della società civile, hanno portato a progressi sostanziali per le donne e le ragazze afgane, anche in termini di istruzione, partecipazione politica e ruolo nell’economia. L’empowerment delle donne è ritornato ad essere una questione cruciale per l'Afghanistan dopo anni di oblio legati ad emergenze politiche, economiche e di sicurezza. Il National Unity Government (NUG) si è impegnato per l’empowerment delle donne, per l’eradicazione della violenza contro le donne e per il cambiamento di una mentalità sociale sessista, riconoscendo, inoltre, che se non verrà istituzionalizzata la parità dei diritti delle donne, il paese non sarà mai in grado di stabilizzarsi e svilupparsi in modo sostenibile.

Nel paese asiatico ci sono più donne che ricoprono posizioni di potere che in qualsiasi altro momento della storia: 27,7% dei seggi della Camera bassa (Wolesi Jirga) del Parlamento afghano sono occupati da donne, quattro ministeri e la Commissione indipendente afghana per i diritti umani sono guidati da donne e tre donne sono state nominate ambasciatrici.

L'Afghanistan si è dotato di un piano d'azione nazionale per l'attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1325/2000 su donne, pace e sicurezza, prova di un impegno a promuovere le donne come partecipanti nella leadership e nella costruzione della pace.

Nonostante l’ambiziosa tabella di marcia del governo per raggiungimento della parità di genere e nonostante il sostegno di UN Women, la strada da percorrere è ancora lunga. Le donne e le ragazze in Afghanistan continuano a subire discriminazioni persistenti, violenza, molestie di strada, matrimoni forzati e infantili, severe restrizioni in materia di lavoro e studio fuori casa, nonché un accesso limitato alla giustizia. Studi riportano che l’87% delle donne in Afghanistan nel corso della vita subisce violenza fisica, sessuale o psicologica nel corso della vita, mentre ben il 62% sperimenta più forme di violenza. I sistemi di giustizia tradizionali continuano a lavorare contro i diritti delle donne, minando la riforma giuridica formale, e le donne che cercano aiuto per sfuggire alla violenza spesso affrontare l'indifferenza o sanzioni penali per aver commesso crimini morali.

La legge per l’eliminazione della violenza contro le donne, approvata con decreto del Presidente nel 2009, ha il potenziale per contribuire a migliorare l'accesso delle donne alla giustizia, a condizione che sia effettivamente applicata. Il governo ha approvato l’Anti-Harassment Regulation and Family Law ora in fase di attuazione, col supporto di UN Women.

La partecipazione delle donne al mondo del lavoro è in costante aumento dal 2001, raggiungendo il 19% nel 2016. Tuttavia, sebbene circa il 64% degli afghani concordi sul fatto che alle donne dovrebbe essere permesso lavorare fuori casa, esse devono ancora affrontare una moltitudine di barriere, comprese le restrizioni, le molestie, la discriminazione e la violenza, così come gli ostacoli pratici quali la mancanza di esperienza di lavoro, di competenze specifiche e di istruzione. Il tasso di alfabetizzazione delle donne in Afghanistan è del 17%, ma vi sono province che lo vedono attestarsi al di sotto del 2%.

Sul versante della salute, va rilevato che oltre il 57% della popolazione vive ad un'ora di cammino da una struttura sanitaria, il che consente a molti afgani di potersi  rivolgere a un medico. Dal 2003 ad oggi il numero delle ostetriche formate presenti alla nascita è più che triplicato, con conseguente riduzione dei tassi di mortalità materna da 1.600 ogni 100.000 nati vivi nel 2002 a 396 nel 2015. Anche il tasso di fertilità si è  drasticamente ridotto, scendendo a 5.1 figli per donna e crollando ulteriormente a 2,8  per le donne con livelli più elevati di istruzione. I costi di accesso alla sanità, tuttavia, sono troppo elevati per molte famiglie afgane e del tutto fuori portata per molte altre: da qui la rinuncia delle donne ad accedere alle prestazioni sanitarie.

Con una popolazione che, nella misura del 63% ha un’età inferiore ai 24 anni, e con una stima di 400.000 nuovi lavoratori sul mercato ogni anno per il prossimo decennio l’Afghanistan è uno dei paesi più giovani del mondo. Gli studenti iscritti a scuola sono più di 8 milioni, e tra questi oltre 2,5 milioni sono bambine alla crescita culturale delle quali il perseverare dello stigma contro l’istruzione femminile e il crescente impatto dell’estremismo violento pongono sfide crescenti.

Nell’attuale fase politica e di sicurezza sono sempre possibili eventi suscettibili di avere un impatto negativo se alle donne non sarà garantita una partecipazione attiva; si tratta di elezioni, negoziati di pace, nonché dell’impegno generale nella governance e nel governo a livello nazionale e subnazionale. In tali contesti è necessario preservare le conquiste sin qui realizzate creando resilienza nelle istituzioni responsabili per l'agenda di genere dell'Afghanistan.

 

 

 

Il Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afgane[6]

 

È stato ricostituito nella XVII legislatura il Gruppo di contatto con le donne afghane, già costituito ed operante nella XIV legislatura.

Il Gruppo è coordinato dalla Vice Presidente Marina Sereni (PD) e composto dalle deputate Deborah Bergamini (FI-PdL), Donatella Duranti (SEL), Marta Grande (M5S), Pia Elda Locatelli (Misto-PSI-PLI) e Gea Schirò Planeta (SCI).

 

Nella XVII legislatura ha svolto le seguenti attività:

 

Seminario “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane”

Il 28 novembre 2013, il Gruppo di contatto ha tenuto, presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati, di un Seminario dal titolo: “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane”, organizzato dalla Vice Presidente della Camera dei Deputati, on. Marina Sereni, nella qualità di coordinatrice del Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane, insieme alle altre componenti del Gruppo medesimo: le deputate Deborah Bergamini, Donatella Duranti, Marta Grande, Pia Elda Locatelli e Gea Schirò.

Hanno partecipato per il Parlamento afghano: le deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga,  Nilufar Ibrahimi, della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità. La delegazione afghana era guidata da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan.

Il Seminario si articolava nelle sessioni:

I sessione: Progressi e criticità dal punto di vista delle istituzioni

II sessione: Progressi e criticità dal punto di vista della società civile

 

Ha aperto la prima sessione dei lavori che ha valutato progressi e criticità dal punto di vista delle istituzioni, la Vice Presidente e coordinatrice del Gruppo, Marina Sereni, e sono intervenute la Ministra degli Affari esteri, Emma Bonino, e la Vice Ministra per gli Affari femminili dell’Afghanistan, Fawzia Habibi.

Nella seconda sessione, dedicata a progressi e criticità dal punto di vista della società civile, sono interventure Maliha Malikpour, del Women’s rights office di ActionAid Afghanistan, Emanuele Giordana, portavoce della Rete Afgana, e Luisa Del Turco, esperta in politiche di genere e cooperazione internazionale.

Ha coordinato i lavori l’inviata Rai Lucia Goracci.

Ha altresì partecipato l’onorevole Federica Mogherini.

 

La delegazione afghana si trovava in Italia dal 25 al 30 novembre 2013, su invito dell’organizzazione non governativa ActionAid, per un progetto a favore delle donne denominato: Stop alla violenza contro le donne (approccio integrato per la riduzione della violenza contro le donne in Afghanistan), che comprendeva, oltre al Seminario parlamentare, i seguenti eventi:

·      la partecipazione ai lavori del Seminario del Gruppo Speciale Mediterraneo dell’Assemblea parlamentare della Nato, ospitato a Montecitorio, il 25 novembre 2013,

·      una audizione informale da parte dei Comitati permanenti della Commissione Affari esteri, sull’Agenda post-2015, la cooperazione allo Sviluppo e il Partenariato pubblico-privato e diritti umani, il 26 novembre 2013 alle ore 10

·      un incontro con la Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Laura Boldrini, il 28 novembre alle ore 14.

 

Il programma di Institution Building

Dal 25 al 28 maggio 2015 si è svolto presso la Camera dei deputati, a Palazzo Montecitorio, il Corso di Formazione per funzionari parlamentari afghani organizzato dalla Camera dei Deputati in collaborazione con la LUISS - Libera Università Internazionale delle Scienze Sociali Guido Carli, con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Si tratta del primo appuntamento del Programma di Institution Building promosso dalla Camera dei deputati italiana nella legislatura.

Il progetto, fortemente voluto dalla Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e dalla vice Presidente e coordinatrice del Gruppo di contatto con le donne afghane, Marina Sereni, nonché dalle componenti del Gruppo, le deputate Deborah Bergamini, Donatella Duranti, Marta Grande, Pia Elda Locatelli e Gea Schirò, intende contribuire al rafforzamento delle capacità istituzionali del Parlamento afghano, in attuazione di quanto previsto dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione bilaterale di lungo periodo, firmato a Roma nel gennaio 2012, che prevede un versante di sostegno al rafforzamento del ruolo e della capacità del Parlamento afgano.  Il progetto ha consentito ai partecipanti di conoscere in modo approfondito il funzionamento della Camera dei deputati italiana in tutte le sue articolazioni: dal settore legislativo a quello della documentazione, inclusa una visita alla Biblioteca della Camera, dall’ambito amministrativo a quello informatico.  Hanno partecipato al progetto sei funzionari della Wolesi Jirga, la Camera Bassa afghana, metà dei quali donne, in linea con una delle priorità dell’azione italiana verso l’Afghanistan, costituita dalla promozione dei diritti di genere ed il miglioramento della condizione femminile, linea fortemente sostenuta dalla Presidente Boldrini e finalità primaria dell’attività del Gruppo di contatto.

 

Attività del Gruppo di contatto nelle precedenti legislature

Nella XIV legislatura il Gruppo era coordinato dall’onorevole Paola Manzini, Questore della Camera, e si era distinto per aver promosso due eventi di grande rilievo:

 

1) La Conferenza internazionale a favore delle donne afgane, Roma, 28 novembre 2002 

Il Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afgane, coordinato dall’onorevole Paola MANZINI, Questore della Camera dei Deputati nella XIV legislatura, ha promosso, sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Camera, una  Conferenza internazionale, che si è svolta a Roma, presso la Camera dei Deputati , il 28 novembre 2002.

L’iniziativa ha costituito un’occasione per incontrare le donne afgane, tra cui Habiba SARABI e Sima SAMAR.

La Conferenza si è aperta con un indirizzo di saluto del Presidente della Camera, on. Casini, cui hanno fatto seguito gli interventi della coordinatrice del Gruppo di contatto con le donne afgane, on. Paola Manzini, dell’allora Ministro degli Affari Esteri, on. Franco Frattini[7], del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, on. Margherita Boniver, del dottor Mario Serio, Capo Gabinetto del Ministro per le pari opportunità, che ha portato un saluto del ministro, on. Stefania Prestigiacomo, e dell’on. Luana Zanella, componente del Gruppo di contatto con le donne afgane.

I lavori della Conferenza si sono articolati in due sessioni.

Nella prima sessione, dedicata al tema:”La ricostruzione dell’Afghanistan”, sono intervenute le on. Monica Baldi e Laura Cima, le giornaliste Nicoletta Tamberlich, Tiziana Ferrario, Giuliana Sgrena e Mimosa Martini, nonché, per la parte afgana, Orzala Ashraf, Presidente della ONG HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and Children in Afghanistan), Hakemah Mashal, operatrice sociale. La sessione è stata conclusa dall’intervento dell’allora Ministro per gli affari femminili afghano, Habiba Sarabi.

Vi è stato quindi un incontro della delegazione delle donne afgane con il giudice della Corte Costituzionale italiana, Fernanda Contri, in cui sono intervenute l’on. Paola Manzini, il Ministro Habiba Sarabi, la direttrice del Dipartimento legale per gli affari femminili, Parwin Rahemi, la Presidente del Tribunale dei minori afgano, Anisa Rassoli, la Presidente della ONG HAWCA, Orzala Ashraf, e Hakemah Mashal.

Nella seconda sessione, dedicata al tema: “La democratizzazione dell’Afghanistan”, sono intervenute le on. Marina Sereni, Franca Bimbi ed Alberta De Simone, nonché la deputata al Parlamento europeo Fiorella Ghilardotti. Sono quindi intervenute le delegate afghane Tahmeena Faryal, rappresentante dell’ONG RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), Shafeeqa Habibi, giornalista e membro dell’Association New Afghan Women e della Commissione di stato per la Televisione e la Radio, Hangamah Angari, avvocato e funzionario di UN-Habitat, e il Ministro Habiba Sarabi .

L’allora Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, on. Mario Baccini, ha svolto un intervento conclusivo.

 

A seguito della Conferenza, la Camera dei deputati ha stanziato la somma di 20.000 euro per approvvigionamento idrico a favore di due scuole per bambine in Afghanistan.  I fondi sono stati destinati alle scuole di Ghazi Adeh e Deh Dana a Kabul /distretto n. 7.

 

2) La missione in Afghanistan di una delegazione del Gruppo di contatto, 1° al 5 maggio 2005

Una rappresentanza del Gruppo di Contatto, coordinata dall’On. Paola Manzini, si è recata in Afghanistan dal 1° al 5 maggio 2005 per rinsaldare i vincoli di amicizia tra deputate italiane e donne afgane e per sostenere le donne afgane in vista del successivo svolgimento delle elezioni parlamentari, le prime dalla fine della guerra.

Della delegazione facevano parte, oltre all’onorevole Paola Manzini (DS),  Questore della Camera e Coordinatore del Gruppo di contatto con le donne afgane, le onorevoli Monica Baldi (FI), Giovanna Bianchi Clerici (Lega nord), Dorina Bianchi (Margherita), Carla Castellani (AN), Elettra Deiana (Rifondazione comunista), Anna Maria Leone (UDC), Elena Montecchi (DS) e Luana Zanella (Misto-Verdi).

Durante la visita, la delegazione ha incontrato il Presidente della Repubblica, Hamid Karzai, il Ministro per gli Affari Femminili, Massouda Jalal, il Ministro dell’Istruzione, Noor Mohammad Qarqeen, e la Presidente della Commissione per i Diritti Umani, Sima Samar. Il gruppo è stato anche ricevuto in visita di cortesia dall’ex re Mohammad Zahir. La delegazione ha inoltre visitato la radio femminile “Voice of Afghan Women” e ha incontrato donne afgane candidate alle elezioni parlamentari svoltesi il 18 settembre 2005. Il Gruppo di contatto aveva inoltre espresso l’intenzione di incontrare una delegazione di donne parlamentari, dopo lo svolgimento delle elezioni parlamentari in Afghanistan.

 

Successivamente alla missione in Afghanistan del Gruppo di contatto, il Collegio dei deputati Questori della Camera dei Deputati ha deliberato, in data 15 dicembre 2005, di stanziare ulteriori 15.000 euro da destinare al sostegno del diritto all’istruzione delle alunne di due scuole femminili di Ghazi Adeh e Deh Dana a Kabul /distretto n. 7.

 

Nella XV legislatura, il Presidente della Camera Fausto Bertinotti conferì alla Vice Presidente Georgia Meloni l’incarico di coordinare l’attività del Gruppo di Contatto delle deputate italiane con le donne afghane.

In tale veste la Vice Presidente Giorgia Meloni effettuò i seguenti incontri:

·      il 14 febbraio 2007, con la Vice Presidente della Camera del Popolo, Fauzia Kofi, venuta in Italia, insieme ad una delegazione di donne afghane, esponenti del Parlamento e di altre istituzioni, nonché dell’imprenditoria, della magistratura e della società civile, per partecipare, il 16 febbraio, ad un Conferenza organizzata dal Ministero degli Affari Esteri sul Tema “Afghanistan. Democrazia, giustizia e sviluppo: il ruolo delle donne”. In tale occasione la Vice Presidente afgana ha elogiato il ruolo giocato dall’Italia nella ricostruzione dell’Afghanistan, considerandolo essenziale, soprattutto nel settore giuridico. La condizione nella donna ha subito miglioramenti negli ultimi anni, dal momento che è stata garantita la presenza femminile nel Governo e nel Parlamento. Tuttavia, molte donne afgane ancora sono vittime di abusi, si verificano molti suicidi e spesso sono costrette a lavori inadeguati. La Kofi ha infine chiesto il miglioramento delle relazioni parlamentari, incontrando il favore dell’on. Meloni.

 

·      Il 25 maggio 2006, ha ricevuto insieme al Vice Presidente Carlo Leoni  la deputata afgana Malalai Joya; all’incontro erano presenti anche le onorevoli Elettra  Deiana e Marisa Nicchi e le senatrici Silvana Pisa e Tiziana Valpiana. Nel corso dell’incontro, la deputata Malalai ha fatto appello all’impegno, condiviso anche dai parlamentari italiani, a lottare contro i fondamentalismi, e ha ricordato che l’obiettivo della sua visita era di informare il governo italiano sulle questioni più importanti relative alla situazione politica afgana. Ha nuovamente denunciato il ruolo che i narcotrafficanti rivestono nel Paese ed ha parlato dell’aggressione subita nel Parlamento afgano pochi giorni prima. La Malalai ha poi richiamato l’attenzione sulla drammatica situazione sociale del paese dove 700 bambini e 50-60 donne al giorno muoiono per mancanza di assistenza sanitaria. La sua voce, ha sostenuto la deputata afgana, è quella del suo popolo che l’ha ampiamente sostenuta eleggendola al Parlamento, e di quanti credono ancora nella democrazia e nella libertà ma hanno difficoltà ad emergere in un quadro dominato dai talebani, sostenuti da al-Qaeda e dai fondamentalisti criminali dell’Alleanza del Nord, appoggiati dagli americani. La Malalai si è poi appellata ai presenti sostenendo che, se l’Europa e l’Italia vogliono sostenere i democratici afgani e aiutare il suo popolo, devono agire in maniera indipendente, al di fuori del quadro di Enduring freedom, ascoltando i bisogni e le speranze degli afgani.

 

Nella XVI legislatura il  Gruppo di contatto non era stato ricostituito.


Canada

 


(…)

 

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

 

Presidente della Camera dei Comuni

Geoff REGAN, dal 3 dicembre 2015

Presidente del Senato

George FUREY, dal 3 dicembre 2015

 

RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE

Ambasciatore in Canada:

Gian Lorenzo CORNADO,
dal 2 aprile 2013

Ambasciatore in Italia:

Peter McGOVERN, dal luglio 2013

 

XVII LEGISLATURA

 

Parlamentari eletti all’estero

Nell’ambito della Ripartizione America settentrionale e centrale, è stata eletta l’on. Francesca La Marca (PD), residente a Toronto, Canada.

 

Corrispondenza

Invitata a svolgere una visita in Canada, la Presidente Boldrini ha accolto l’invito da fissare in data successiva allo svolgimento delle elezioni canadesi (19 ottobre 2015).

La Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, ha inviato, il 12 luglio 2013, allo Speaker della Camera dei Comuni, Andrew Scheer, una lettera di cordoglio per il grave incidente ferroviario di Lac-Mégantic.

 

 

Incontri bilaterali

Il 28 gennaio 2016, il Vice Presidente Di Maio ha incontrato l’Ambasciatore del Canada, Peter McGovern.

L'8 settembre 2014, la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha incontrato lo Speaker della Camera dei Comuni del Canada Andrew Scheer.

Il 2 settembre 2013, il Presidente del Senato canadese, Noël Kinsella, è stato ricevuto dal Vice Presidente della Camera, Luigi Di Maio.

Nella XVI legislatura, il 15 ottobre 2009, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva incontrato il Presidente Kinsella e il Presidente dell'Assemblea Nazionale del Québec, Yvon Vallieres.

 

Commissioni

Il 15 aprile 2014, il Vice Presidente della Commissione Affari esteri, Andrea Manciulli, ha ricevuto una Delegazione di parlamentari canadesi, membri del Gruppo interparlamentare di amicizia Europa-Canada, guidata dall’on. David Tilson.

Il 18 dicembre 2013, il Vice Presidente della Commissione Affari Esteri, Andrea Manciulli, ha incontrato il Ministro delle Relazioni internazionali del Québec, Jean-François Lisée.

 

Nella XVI legislatura, l’allora Ministro delle Relazioni internazionali e Ministro responsabile della Francofonia del Quebec, on. Monique Gagnon-Tremblay aveva effettuato due missioni in Italia incontrando il 23 giugno 2011, il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, e il 14 ottobre 2010, il Vice Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Franco Narducci.

 

 

Attività legislativa

 

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sicurezza sociale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Canada, fatto a Roma il 22 maggio 1995, con Protocollo aggiuntivo, fatto a Roma il 22 maggio 2003.

 

Legge n. 93/15 del 16 giugno 2015, GU n. 154 del 6 luglio 2015.

 


 

 

Cooperazione multilaterale

Il Canada invia proprie delegazioni parlamentari alle Assemblee parlamentari della NATO e dell’OSCE. Nel 2001 il Canada ha ospitato, ad Ottawa, la 47ma Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare della NATO e dal 13 al 17 novembre 2006 ha ospitato a Quebec la 52ma Sessione annuale dell'Assemblea NATO.

La senatrice Raynell Andreychuk ha partecipato ai lavori del Gruppo Speciale per il Mediterraneo della NATO che si è tenuta a Firenze dal 25 al 26 novembre 2015.

Nell’ambito dell’Assemblea NATO, dal 30 aprile al 3 maggio 2014 si è svolta una missione a Vancouver e Victoria cui hanno partecipato gli onorevoli Paolo Alli e Andrea Causin e la sen. Cristina De Pietro. I parlamentari hanno avuto incontri: all’Università del British Columbia per discutere di difesa e sicurezza nella regione Asia Pacifico e delle risorse energetiche non convenzionali del Canada; all’Assemblea legislativa del British Columbia, e infine hanno svolto una visita al Port Metro di Vancouver e alla Base navale Esquimalt.

 

Dal 17 al 21 ottobre 2008 il Canada ha ospitato a Toronto la Riunione autunnale dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

 

Dimensione parlamentare del G8

Il Canada partecipa alla dimensione parlamentare del G8. L’ultima riunione ha avuto luogo a Tokyo  dall’ 1 al 4 settembre 2016. La prossima riunione dovrebbe tenersi nel 2017 in Italia.

 

Cooperazione amministrativa

Il 25 settembre 2007 la Vice Direttrice del Servizio Rapporti interparlamentari e internazionali dell’Assemblea nazionale del Quebec, Dominique Drouin, ha incontrato, presso la Camera dei deputati, i responsabili del Servizio Rapporti internazionali e dell’Ufficio del Cerimoniale.

In occasione della visita in Italia di una delegazione del Senato canadese, il Segretario Generale del Senato canadese, Paul Bélise, ha incontrato il 10 ottobre 2006 il Segretario Generale della Camera dei deputati Ugo Zampetti.

Sul piano della cooperazione amministrativa in ambito G8, a seguito di un'indicazione ricevuta dai Presidenti, i responsabili dei servizi di sicurezza delle Camere Basse dei Paesi G8 si sono riuniti a Roma, il 21 e 22 novembre 2003, per confrontare le rispettive esperienze.

 

 

UIP

Nella XVII legislatura è sta designata a presiedere la sezione di amicizia Italia-Canada l’onorevole Francesca La Marca (PD), nata a Toronto.

Il 15 aprile 2014, la Presidente La Marca ha ricevuto una Delegazione di parlamentari canadesi, membri del Gruppo interparlamentare di amicizia Europa-Canada, guidata dall’on. David Tilson.

Il 18 dicembre 2013, l’on. La Marca ha incontrato il Ministro delle Relazioni internazionali del Québec, Jean-François Lisée, in visita in Italia.

Il Canada ha ospitato, dal 21 al 26 ottobre 2012, a Quebec City, la 127ma Assemblea dell’Unione interparlamentare.

 

 


Profili della condizione femminile in Canada
(a cura del Servizio Studi della Camera)

 

Il paese si colloca al 35°posto su 144 nel global gender gap 2016 index; il settore dove la parità è più in sofferenza è quello dell’empowerment politico (donne in Parlamento, donne Ministro, donne Capo di Stato) seguito da quello economico (tasso di occupazione, parità del compenso per pari lavoro, salari e stipendi annuali, figure apicali e manageriali); in controtendenza il dato relativo all’impiego in lavori professionali e tecnici dove le donne superano gli uomini spingendo il Canada al primo posto nel index 2016.

La parità di genere è un valore fondante dello Stato canadese, sancito dalla Carta dei diritti e delle libertà, che è parte della Costituzione. Parità di genere significa che le donne e gli uomini, in tutta la loro diversità, sono in grado di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita canadese, contribuendo ad una società inclusiva e democratica.

L'uguaglianza di genere, l'empowerment delle donne e delle ragazze e la promozione e protezione dei loro diritti sono pertanto  valori chiave in Canada, dove è radicata la consapevolezza che la promozione dell'uguaglianza di genere è un presupposto indispensabile per una crescita economica sostenibile, per il progresso sociale e per ogni forma di sviluppo culturale.

A tale scopo il paese ha promosso nel 1995, nell'ambito della ratifica della Piattaforma di Pechino delle Nazioni Unite, l'analisi di genere GBA (gender based analysis) e il governo ha adottato il piano federale per l'uguaglianza di genere, con l'impegno fondamentale di implementare l'analisi di genere in tutti dipartimenti e le agenzie federali. Tale impegno è stato recentemente rinnovato e il governo sta lavorando per rafforzarne l’attuazione.

La pagina web governativa dedicata al GBA presenta una sezione dedicata a sfatare alcuni “miti” in materia di inutilità di tale tipologia analitica che consente di cogliere una eco del dibattito nel Paese sull’utilizzo di indicatori di genere. Questi gli argomenti:

ü  la presunta parità di genere, esistente in Canada secondo alcune voci, è smentita dal fatto che le donne in media guadagnano 73,5 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini. Le donne sono più spesso vittime di violenza domestica e sessuale e continuano ad essere sottorappresentate nelle posizioni di leadership e decisionali, occupando solo il 10,3% delle posizioni nei boards. Ciò è particolarmente evidente per alcuni gruppi di donne quali quelle delle comunità del nord e rurali, più vulnerabili alla povertà, le donne aborigene più esposte alla violenza del partner e le donne immigrate, che sperimentano più alti tassi di disoccupazione;

ü  all’osservazione che, in una condizione di generale uguaglianza tra donne e uomini in Canada, l’analisi di genere GBA si applica solo a questioni femminili e rappresenterebbe una sorta di patrocinio per le donne, si replica che GBA è uno  strumento progettato per incrementare le capacità di analisi critica e per identificare potenziali impatti delle decisioni e delle situazioni; una volta che un problema è stato analizzato utilizzando il processo GBA, la diversità di genere può emergere come il fattore più rilevante ma tale fattore, in altri casi, potrebbe essere rappresentato da cultura, geografia, o da una combinazione di fattori capaci di mettere un particolare gruppo a maggior rischio;

ü  all’ osservazione che GBA abbia valore solo per i settori "sociali" il governo replica argomentando che tutte le politiche colpiscono persone e il fatto che le questioni di genere possano avere più risalto in alcune aree (ad esempio istruzione e sanità) e meno in altre (quali risorse naturali e difesa), non comporta che il genere non sia rilevante.

 

Il Canada è impegnato, altresì, nella promozione dell’eguaglianza di genere e dei diritti umani di donne e ragazza anche in ambito extradomestico, dove la promozione dell'uguaglianza di genere è al centro delle attività di assistenza internazionale e dove gli obiettivi per l'empowerment delle donne sono integrati nei programmi di cooperazione allo sviluppo e nei progetti finalizzati alla loro realizzazione. La protezione e la promozione dei diritti delle donne e delle bambine è una delle priorità della politica estera canadese e ne innerva il confronto con gli altri paesi e nei forum multilaterali.

Il Canada ha fortemente sostenuto la promozione della parità di genere e l'empowerment delle donne e delle ragazze come obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ed è stato tra i primi paesi a firmare e ratificare la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW).

All’interno dell’Onu, in ambito UNWomen, in Consiglio dei diritti umani e nelle altre sedi, il Canada supporta le risoluzioni che chiedono l'eliminazione della violenza contro le donne anche per quanto riguarda le ragazze, i delitti d'onore e l'eliminazione delle pratiche tradizionali o consuetudinarie dannose per la salute di donne e ragazze (tra cui la mutilazione genitale femminile). Il paese si è anche impegnato per garantire che reati sessuali e di genere fossero inclusi nel progetto di statuto della Corte penale internazionale.

Il Canada si è dotato di un piano d'azione nazionale piano d’azione nazionale per l'attuazione della risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza e successive risoluzioni.


Cina

 


(…)

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo

ZHANG DEJIANG (da marzo 2013)

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia a Pechino

Ettore Sequi (da agosto 2015)

 

Ambasciatore della RPC a Roma

 

LI RUIYU (dal 15 gennaio 2014)

 

I rapporti parlamentari tra le due Assemblee sono intensi ed in continuo sviluppo a partire dalla visita ufficiale in Cina dell’allora Presidente della Camera Violante (settembre 2000) nella XIII legislatura, che ha portato alla firma, nel 2001, di un Protocollo di cooperazione bilaterale tutt’ora in vigore (vedi infra).

 

XVII LEGISLATURA

 

Incontri bilaterali

 

Il 30 giugno 2015 la Presidente Boldrini ha incontrato l’Ambasciatore Ettore Sequi in vista dell’assunzione ufficiale del suo incarico di Ambasciatore d'Italia nella Repubblica Popolare Cinese

Il 15 ottobre 2014 la Presidente Boldrini ha incontrato il Primo Ministro, Li Keqiang. Tra i temi affrontati, la prossima ricostituzione della Commissione bilaterale di collaborazione; la comunità cinese in Italia e presenza degli studenti cinesi nelle università italiane. Nell'incontro si è discusso, inoltre, di sviluppo sostenibile e di sicurezza alimentare, temi di Expo2015 dove la Cina  allestirà uno dei padiglioni più estesi. All'incontro hanno preso parte anche il ministro degli affari esteri Wang Yi, l'ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu, e l'ambasciatore d'Italia a Pechino, Alberto Bradanini.

Il 4 marzo 2014, la Presidente Boldrini ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica popolare cinese, Li Ruiyu. Al centro del colloquio il rafforzamento della cooperazione bilaterale anche a livello parlamentare, la comunità cinese in Italia, il dialogo intercoreano e il ruolo della Cina.

Il 22 aprile 2016, a margine della riunione ASEP (vedi infra) ospitata dalla Mongolia, la Vicepresidente Marina Sereni ha incontrato Zhao Shaohua, Vice Presidente della Commissione Affari esteri della Assemblea Nazionale della Repubblica cinese. Al centro del colloquio i rapporti bilaterali e le relazioni Cina e UE (da entrambe le parti è stato espresso l’auspicio per una cooperazione sempre più forte tra Cina, UE e Italia; è stata altresì espressa soddisfazione per gli ottimi rapporti parlamentari il cui perno è rappresentato dal Protocollo di collaborazione parlamentare).

Il 6 novembre 2014 la Vicepresidente della Camera Marina Sereni ha incontrato il Vicepresidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese Zhang Ping, in visita in Italia dal 5 all’8 novembre a capo di una delegazione di 16 persone.

 

Commissioni

 

Il 22 giugno 2016 una delegazione della Commissione Affari legali dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Vice Presidente Zhang Haiyan, ha incontrato i deputati della Commissione Affari costituzionali, il Presidente della Commissione di collaborazione italo-cinese e Presidente della Commissione Attività produttive, Guglielmo Epifani e l’onorevole Edmondo Cirielli, componente della Commissione Affari esteri. I colloqui avevano come obiettivo l’approfondimento dei seguenti temi: il sistema politico e costituzionale in Italia, tutele giuridiche  e status dei militari italiani.

Dal 30 maggio al 4 giugno 2016 il Presidente della Commissione Affari sociali Mario Marazziti, insieme agli onorevoli Donata Lenzi e Giulia Grillo ha svolto una missione in Cina nel corso della quale hanno avuto incontri con i parlamentari cinesi sui temi sociali e sanitari. I parlamentari hanno anche incontrato alcuni funzionari della Food and Drugs Administration e alcuni componenti dell’Assemblea della Municipalità di Shanghai.

Il 24 maggio 2016 il Presidente Commissione Affari sociali, Mario Marazziti, ed alcuni membri della Commissione medesima hanno incontrato una delegazione della Conferenza Consultiva Politica Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Vice Presidente Chen Xiaoguang

L’11 novembre 2015 la Commissione d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione ha ricevuto una delegazione di funzionari dell’Ufficio legislativo del Congresso Nazionale del Popolo. La missione della delegazione cinese è avvenuta nell’ambito del progetto di cooperazione in materia di tutela della proprietà intellettuale attualmente in atto tra Unione Europea e Cina per contrastare il fenomeno della contraffazione e della pirateria. Nel corso della visita sono stati presentati alla delegazione il nostro sistema giuridico e le buone prassi adottati dall'Italia nella lotta alla pirateria e alla contraffazione.

Una delegazione della Commissione Affari interni e giudiziari dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Vice Presidente Qin Guangrong è stata in visita alla Camera dei deputati il 7 maggio 2015, con l’obiettivo di ricevere una informativa circa le politiche sociali e legislative per gli anziani vigenti in Italia (è in atto in Cina la revisione della legislazione a tale riguardo). La delegazione ha incontrato l’onorevole Guglielmo Epifani, Presidente della Commissione di collaborazione italo-cinese e Presidente della Commissione Attività produttive e gli onorevoli Pierpaolo Vargiu, Presidente della Commissione Affari sociali, e Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato.

Il 4 febbraio 2015 il Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio Cicchitto, ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Ruiyu.

Il 19 novembre 2014 il Comitato permanente sui diritti umani, costituito in seno alla Commissione affari esteri, e presieduto da Mario Marazziti ha svolto un incontro informale con rappresentanti del Comitato centrale del Partito Comunista cinese in merito alla situazione nella Regione Autonoma del Tibet. La delegazione era guidata dal vice presidente della Chine Overseas Friendship Association, nonché vice presidente della China Association for Preservation and development of Tibetan Culture, sig. Si Ta.

Al centro del colloquio la questione tibetana, la libertà religiosa in Cina e il ruolo del Dalai Lama. Da parte cinese è stata ribadita la necessità che il Dalai Lama debba rinunciare “realmente” all’indipendenza per avviare un dialogo sul Tibet.

L’11 giugno 2014 la Vicepresidente della Camera, Marina Sereni, ha ricevuto una delegazione dell'International Campaign for Tibet (ICT), guidata dal Presidente Matteo Mecacci accompagnato dal dottor Vincent Metten, direttore dell'ufficio ICT di Bruxelles. Al centro del colloquio la consegna di una nota informativa contenente raccomandazioni sul Tibet che l'ICT vuol far pervenire al Parlamento italiano in vista del semestre di presidenza dell'Unione europea.

Il giorno successivo, Mecacci è intervenuto in un'audizione informale del Comitato permanente sui diritti umani della Commissione Esteri. Nel corso dell’incontro ha chiesto una posizione dell’Europa comune e più salda sulla Cina e presentato le 5 raccomandazioni con le quali si chiedono maggiori incontri dei governi con il Dalai Lama, accesso di ONG e giornalisti indipendenti nel Tibet, l'istituzione di uno Special Coordinator per il Tibet in Ue e un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite.

Il 21 maggio 2014, il Comitato permanente sui diritti umani ha incontrato una delegazione della Conferenza Consultiva Politica della Regione autonoma del Tibet della Repubblica Popolare cinese. La delegazione cinese ha sottolineato i progressi della regione a partire dal sistema dei trasporti, dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, evidenziando l’impegno di Pechino in tal senso. Da parte italiana è stata tuttavia auspicata una soluzione condivisa alla questione tibetana e la necessità di rafforzare il dialogo e la fiducia tra le due parti.

Il 24 ottobre 2013 Mario Marazziti, Presidente del Comitato permanente e Lia Quartapelle, componente della Commissione affari esteri, hanno incontrato Palden Gyatso, monaco buddhista tibetano del Monastero di Drepung (Lhasa). Gyatso ha voluto testimoniare la difficoltà e la drammaticità delle condizioni dei monaci tibetani (sofferenze e torture subite), i duri contrasti e la conseguente repressione da parte cinese che hanno spinto alcuni monaci al sacrificio dell’immolazione. Ai parlamentari italiani è stato chiesto di attivarsi affinché sia mantenuta alta l’attenzione nei confronti dei monaci tuttora incarcerati dalle autorità cinesi (è stata presentata una lista di nomi) e di fare il possibile per la tutela del popolo e della cultura tibetana.

Il 22 ottobre 2013 il Comitato permanente sui diritti umani ha incontrato una delegazione della Commissione Affari etnici e religiosi della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CCPPC). Nel corso dell’incontro la parte cinese ha tenuto a sottolineare il costante miglioramento dei diritti umani in Cina e il rispetto delle minoranze etniche da parte del governo cinese. E’ stato altresì osservato che non esiste una questione tibetana ma che è il Dalai Lama a costituire un problema. Allo stesso tempo è stata stigmatizzata l’ingerenza da parte di altri paesi nelle questioni interne cinesi.

 

 

Protocollo di collaborazione

 

E’ in vigore un Accordo di collaborazione parlamentare tra Italia e Cina, sottoscritto nel 2001. Esso prevede la costituzione di una Commissione parlamentare di collaborazione Italia – Cina, composta da un Presidente e da otto deputati per parte, che si riunisce una volta l'anno, alternativamente in Italia ed in Cina, per avviare il dialogo su temi di comune interesse. Spetta al Presidente della Camera designare i deputati che faranno parte della Commissione.

La parte italiana della Commissione è presieduta dall’onorevole Guglielmo Epifani (PD), Presidente della Commissione Attività produttive; sono stati designati[8] a farne parte gli onorevoli Dorina Bianchi (Area Popolare (NCD-UDC), Edmondo Cirielli (FDI-AN), Matteo Colaninno (PD) e Pietro Laffranco (FI-PdL-Berlusconi Presidente).

La Camera dei Deputati ha ospitato a Roma, il 17 e il 18 ottobre 2011, la quarta riunione della Commissione[9]. La prossima riunione dovrebbe tenersi in Cina. Si segnala, in proposito, che con lettera di giugno 2015 il Parlamento cinese ha reiterato l’invito a recarsi in Cina per la quinta riunione della Commissione, sottolineando la grande importanza che la parte cinese attribuisce a tale forma di collaborazione.

 

UIP

La sezione di amicizia con la Cina è presieduta dall’onorevole Vinicio Giuseppe Guido Peluffo (PD) ed è composta dagli onn. Nicola Stumpo (PD), Roberta Agostini (PD), Pietro Laffranco (FI), Davide Caparini (Lega Nord e Autonomie).

 

 

Cooperazione multilaterale

 

Il Dialogo Eurasiatico

La Cina assieme ad altri Paesi asiatici partecipa al dialogo euro-asiatico dell’ASEM (Asia Europe Meeting)[10] e, quindi, agli incontri dell’Asia-Europe Parliamentary Partnership (ASEP) che definiscono la parte parlamentare della cooperazione.

L’ASEP (Asia-Europe Parliamentary Partnership) rappresenta il versante parlamentare dell’ASEM[11]. Le riunioni hanno cadenza biennale. Al termine della riunione si approva una dichiarazione finale, che è poi presentata al Vertice governativo ASEM.

La nona riunione si è tenuta il 21 e 22 aprile 2016 in Mongolia ed è stata dedicata a: “The Role of Asia-Europe Parliamentary Partnership in ASEM”. Alla riunione ha preso parte, in rappresentanza della Camera dei deputati, la Vicepresidente Marina Sereni. Per l’ANP hanno partecipato Ms Zhao Shaohua, Vice Presidente della commissione Affari Esteri, e Gao Xiang.

Si ricorda che il Parlamento italiano ha la ottava riunione ASEP, dal 6 all’8 ottobre 2014, sul tema: The role of Parliaments in fostering Europe-Asia dialogue, sustainable growth and stronger governance structures”.

Per l’ANP hanno partecipato Ms Zhao Shaohua, Vice Presidente della commissione Affari Esteri, che ha presieduto il Panel 1, vertente sul tema: Economic and financial governance structures; e Li Yang, membro della Commissione Affari economici e finanziari. 

La dichiarazione finale, approvata nel corso della riunione, è stata sottoposta al Vertice dei Capi di Stato e di Governo ASEM, svoltosi a Milano il 16 e il 17 ottobre 2014.

Il Parlamento cinese ha ospitato la quinta riunione (ASEP V) a Pechino dal 18 al 20 giugno 2008 (la Camera non ha partecipato)[12].

Dimensione parlamentare del G8

Si segnala anche che la Camera è stata il primo Parlamento ad ospitare nel settembre 2009, nel corso della Presidenza italiana del G8, una sessione allargata, riunione outreach, che ha visto la partecipazione della Cina (insieme ai Presidenti delle Camera basse di Brasile, Egitto, India, Messico e Sud Africa). Alla riunione è intervenuto il Vice Presidente dell’Assemblea nazionale del Popolo Hua Jianmin. Tuttavia, nelle ultime riunioni del G8 parlamentare (dal 2012 in poi) non è stato previsto il formato outreach.

 

Attività legislativa

·        Legge n. 110/16 del 22 giugno 2016, “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo istitutivo della Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture”, con Allegati, fatto a Pechino il 29 giugno 2015. La Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture (AIIB) è stata istituita il 29 giugno 2015 con la firma a Pechino dell’Accordo istitutivo. 57 sono i Paesi aderenti. Complessivamente, tra i membri fondatori, 20 sono non regionali; tra questi vi sono 14 Paesi dell’Unione europea (tra cui Italia, Regno Unito, Germania e Francia), 3 Paesi europei non-UE (Svizzera, Norvegia e Islanda) e 3 Paesi extra-europei (Brasile, Egitto e Sud Africa). Il mandato della Banca è promuovere lo sviluppo economico sostenibile dell’Asia attraverso l’investimento in infrastrutture. Le operazioni si concentreranno nei settori dell’energia, dei trasporti, delle telecomunicazioni, delle infrastrutture rurali, dello sviluppo e della logistica urbana. Esse assumeranno la forma di prestiti, partecipazioni al capitale e garanzie.

·        Legge n. 54/16 del 4 aprile 2016 Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005”.

·        Legge n. 161/15 del 24 settembre 2015. Il 15 settembre 2015 il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica del Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica popolare cinese.

·        Legge n. 96/15 del 18 giugno 2015. Il 3 giugno 2015 il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica  dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.

·        Legge n. 64/15 del 29 aprile 2015. Il 22 aprile 2015 il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica del Trattato tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare cinese in materia di reciproca assistenza giudiziaria e penale.

Atti di indirizzo e controllo

Numerosi sono gli atti di indirizzo e controllo presentati nella Legislatura in materia di rispetto dei diritti umani; rapporti commerciali e industriali; concorrenza sleale e difesa del made in Italy; difficoltà di integrazione della comunità cinese e fenomeno dell'immigrazione clandestina cinese.

 

Cooperazione amministrativa

Il 24 novembre 2008, una delegazione di funzionari cinesi della Commissione per gli Affari Legislativi (LAC) ha effettuato una visita di studio alla Camera. La LAC è un organo di funzionari dell’Assemblea Nazionale Cinese, che ha la funzione di redigere proposte di legge e di fornire, inoltre, supporto informativo e documentale al Comitato Permanente[13] e ai deputati dell’Assemblea del Popolo Cinese. Nella fattispecie, tale Commissione, è incaricata della revisione del sistema giuridico cinese. Gli aspetti costituzionali del federalismo e il federalismo fiscale sono stati i temi oggetto dell’incontro con i funzionari della Camera.

Il 17 giugno 2004 è stata in visita alla Camera una delegazione dell’Ufficio Legislativo del Consiglio di Stato (governo) guidata dal Vicepresidente dell’Ufficio legislativo Wang Yongqing. La delegazione ha incontrato il vice Segretario Generale, dott. Alessandro Palanza e alcuni funzionari del Servizio studi.

Il 16 e il 17 luglio 2002 si è svolto presso la Camera uno stage per funzionari dell’Assemblea  del Popolo.

 

PRECEDENTI LEGISLATURE

Nelle ultime legislature, gli incontri parlamentari sono stati rilevanti non solo per la loro frequenza (16 incontri a livello delle sole Commissioni parlamentari nella XVI legislatura), ma anche per il loro livello, giungendo ad investire le più alte cariche dello Stato.

Si ricordano, in proposito, gli incontri con il Presidente della Camera Fini delle prime quattro cariche del paese: Jia Qinglin[14], Presidente del Comitato Nazionale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese e quarta carica dello Stato (novembre 2012); il Primo Ministro Wen Jiabao[15] (ottobre 2010); il Presidente della Repubblica Hu Jintao[16] (luglio 2009); il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Wu Bangguo[17] (maggio 2009).

A questi si aggiungono la visita in Cina effettuata dalla Vicepresidente Bindi a maggio 2011, su invito del Partito comunista cinese e le due missioni della sezione bilaterale di amicizia Italia-Cina dell’UIP, guidata dall'On. Barbi a gennaio e a dicembre 2010.

Per quanto riguarda le visite in Cina a livello presidenziale, si ricorda che la prima missione è stata effettuata dal Presidente, Luciano Violante, (27-30 settembre 2000) insieme ad una delegazione di  deputati, mentre il Presidente Casini è stato l’ultimo Presidente della Camera a recarsi in Cina, quando, nnella qualità di neo Presidente dell’Unione interparlamentare, ha presieduto la quarta Conferenza parlamentare sul WTO[18] tenutasi ad Hong Kong dal 13 al 19 dicembre 2005 a latere della VI riunione ministeriale.

A queste si aggiungono alcune missioni delle Commissioni di merito in Cina come quelle, nella XIV legislatura, della Commissione Affari Esteri a novembre 2004, della Commissione Affari sociali si è recata in missione in India e Cina a marzo 2005; della Commissione Trasporti a Shangai,  a maggio 2005.

Giova segnalare, inoltre, l’attività svolta dal Comitato Diritti Umani della Commissione affari esteri della Camera che, in particolare, nella XVI legislatura, ha condotto varie audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla violazione dei diritti umani nel mondo, tra essi: l'audizione di rappresentanti del World Uyghur Congress (8 luglio 2009), Rebiya Kadeer, Presidente del World Uyghur Congress, rappresentante del popolo uiguro, della regione dello Xinjiang, nel Turkestan orientale (5 maggio 2009), il Presidente del National Democratic Party of Tibet, Chimi Yung Drung (11 novembre 2008); John Kamm, Presidente della Fondazione Dui Hua (una Fondazione istituita nel 1999 con il fine di promuovere il rispetto dei diritti umani in Cina) (6 ottobre 2008); Ning Lan, e Zhao Lili, Rappresentanti dell'Associazione italiana Falun Dafa (17 aprile 2012).

Una riflessione a parte meritano gli incontri con il Dalai Lama. La Camera, infatti, oltre ad avere presentato e approvato vari atti di indirizzo e controllo sulla tutela dei diritti del popolo tibetano in Cina, ha più volte ricevuto il leader spirituale Tibetano; dopo tali incontri sono sempre seguite le proteste ufficiali dell’Ambasciata del Popolo Cinese in Italia. In particolare si ricorda che il Presidente della Camera, Gianfranco Fini ha ricevuto il Dalai Lama. il 18 novembre 2009 (il Dalai Lama nella stessa giornata aveva  partecipato ai lavori del V° Congresso mondiale dei parlamentari sul Tibet organizzato dall’Intergruppo parlamentare per il Tibet presieduto dall’On. Matteo Mecacci, che ha avuto luogo il 18 e 19 novembre 2009 presso la Camera dei deputati). Il 12 dicembre 2007 il Dalai Lama ha svolto un discorso[19] nella Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio di fronte ad un centinaio di deputati ed alla presenza del Sottosegretario agli Affari esteri, Gianni Vernetti, del Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e del Presidente della Commissione Affari esteri, Umberto Ranieri. Il Dalai Lama era stato ricevuto dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera anche il 12 ottobre 2006.

 

***

Si ricorda inoltre, inoltre, che la Camera dei deputati ha ospitato il 31 marzo 2004, presso la sala del Mappamondo, la presentazione del libro “Deng Xiaoping e la rivoluzione culturale” da parte dell’autrice Deng Rong, figlia del leader cinese.


Profili della condizione femminile in Cina
(a cura del Servizio Studi della Camera)

Quanto alla Cina (99° nel global gender gap index 2016), UNWomen vi opera dal 1998 fornendo assistenza tecnica e finanziaria a programmi e strategie per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne, in collaborazione con governi, ONG, agenzie delle Nazioni Unite, donatori, comunità e reti per promuovere l'uguaglianza di genere.

Le aree dell’attività nel paese asiatico sono:

violenza contro le donne, una violazione fondamentale dei diritti delle donne che resta molto diffusa. Le donne hanno pertanto bisogno di forti strumenti normativi di tutela e della loro applicazione, nonché di servizi per la protezione e la prevenzione;

leadership e partecipazione politica, in quanto le donne hanno un peso limitato nelle decisioni che le riguardano. Si rendono necessarie misure appropriate per ampliare la partecipazione politica delle donne ed aiutarle a realizzare pienamente il loro potenziale di leadership.

economic empowerment femminile dal momento che le donne in misura molto minore rispetto agli uomini possono accedere alla terra, al credito nonché a posti di lavoro dignitosi sebbene evidenze scientifiche dimostrino che il rafforzamento economico delle donne fa crescere le economie nazionali;

considerazione della parità di genere nel delineare le politiche economiche. La parità di genere, che dovrebbe essere un obiettivo dichiarato di tutti i piani, va sostenuta con azioni specifiche per l'attuazione nonché da adeguati finanziamenti.

I progetti e programmi di UNWomen in Cina nelle aree sopra ricordate si svolgono nell’ambito, innanzitutto, della Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) 1979, che la Cina ha ratificato nel 1980 obbligandosi pertanto a prendere tutte le misure adeguate ad eliminare la discriminazione nei confronti delle donne e a promuovere la parità di genere.

Le Agenzie dell’Onu per la parità di genere presenti in Cina (UNWomen, United Nations Theme Group on Gender – UNTGG e China Gender Facility - CGF) intendono costituire un forum di scambio di esperienze ed un canale di diffusione delle strategie di genere più efficaci. In particolare il CGF, istituito nel 2004 con l'obiettivo di contribuire alla parità di genere e all’empowerment delle donne in Cina, fornisce finanziamenti (con risorse provenienti dalle Nazioni Unite, da donatori e dal settore privato) a governo, società civile e istituzioni accademiche a sostegno di proposte e ricerche innovative a supporto della parità di genere; ad oggi i progetti sostenuti ammontano a 44.


Libia

 


(…)

 

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Incontri bilaterali

L’8 aprile 2015 la Presidente Boldrini ha ricevuto lo Speaker della Camera dei Rappresentanti di Tobruk, Aghila Saleh.

In occasione dell’incontro sono stati ricordati gli storici rapporti di amicizia fra la Libia e l’Italia, il cui ulteriore sviluppo è bloccato dalla critica situazione in cui si trova il Paese. Il colloquio si è poi incentrato sugli ultimi sviluppi del quadro politico e sui negoziati in corso per la formazione di un governo di unità nazionale nonché sulla necessità di una Libia forte e unita per sconfiggere la comune minaccia del terrorismo. Condizione quest’ultima indispensabile anche per riprendere le iniziative di cooperazione con il parlamento e la società civile libica, avviate prima del conflitto, come quelle in materia di contrasto alla violenza contro le donne.

 

Il 2 luglio 2013 la Camera, in collaborazione con l’Iniziativa Ara Pacis, e con il patrocinio del Ministero degli Affari esteri, ha ospitato un Convegno dal titolo “La verità necessaria: i processi di riconciliazione nei Paesi delle Primavere arabe”.

I lavori sono stati aperti dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini; è intervenuto il Vice Presidente del Congresso generale nazionale della Libia, Giuma Ahmed Atigha. Durante i lavori due vittime delle violenze avvenute in occasione del conflitto in Libia nel 2011 hanno apportato la loro drammatica testimonianza.

 

Il 19 settembre 2014, il Ministro della giustizia della Libia, Salah Al-Marghani, è intervenuto alla Conferenza "Al sicuro della paura, al sicuro della violenza. L'entrata in vigore della Convenzione di Istanbul", svoltasi a Roma, presso la Camera dei deputati. A latere della Conferenza ha avuto luogo un incontro con la Presidente della Camera, Laura Boldrini.

 

Incontri delle Commissioni

Il 19 febbraio 2015 la Presidente del Comitato Schengen, Laura Ravetto, ha incontrato l’allora Ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi.

In apertura dell’incontro la Presidente Ravetto ha illustrato l’attività svolta dal Comitato da lei presieduto sul tema dei migranti e della situazione in Libia. Su richiesta della Presidente Ravetto, ha fatto seguito un’informativa dell’Ambasciatore in ordine alla condizione effettiva del Paese e alle prospettive dell’immediato futuro con particolare riferimento alle partenze dei migranti, alle possibili infiltrazioni jihaidiste tra di essi, alle soluzioni praticabili per risolvere il problema, al possibile superamento della guerra civile, al ruolo di IS nel Paese, all’opportunità – anche per tutelare la popolazione libica – di una presenza internazionale in Libia.

Il 4 luglio 2013 si è svolto un incontro dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi delle Commissioni esteri della Camera e del Senato con l’allora Primo Ministro libico, Ali Zeidan.

 

Sedi multilaterali

Il Dialogo 5 + 5

La Libia partecipa alle riunioni dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del Mediterraneo Occidentale (Dialogo 5+5), che unisce, in un foro informale di dialogo, 5 Paesi dell’Unione europea e 5 Paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo occidentale (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania)[20]. Dal 2010 le riunioni vengono promosse dal Segretariato dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM).

Dal 27 al 28 ottobre 2016 si è riunita a Marsiglia la dimensione parlamentare del Dialogo 5+5 sul Mediterraneo.

La I Riunione dei Presidenti dei Parlamenti del Paesi del Dialogo 5+5 si è tenuta a Tripoli dal 24 al 25 febbraio 2003. La Camera era stata rappresentata dal Vice Presidente, Clemente Mastella.

 

Partenariato euromediterraneo

Il Congresso Generale del Popolo libico, pur regolarmente invitato in qualità di osservatore nelle sedi della cooperazione parlamentare inerente il Processo di Barcellona, non vi ha mai partecipato. La Libia, infatti, non ha aderito al Processo di Barcellona e di conseguenza non fa parte dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo[21].

Si segnala che i sindaci di alcune città libiche sono stati invitati a partecipare alla riunione della Commissione Cultura dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM), presieduta dal deputato Khalid Chaouki, che è stata ospitata dalla Camera dei deputati il 19 febbraio 2016.

Unione interparlamentare

Nell’Unione interparlamentare opera la sezione di amicizia Italia-Libia, la cui parte italiana nella legislatura in corso non è stata ancora ricostituita.

 

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Cooperazione amministrativa

Nella scorsa legislatura, la Camera dei deputati ha partecipato, con una delegazione formata dai deputati Margherita Boniver e Lapo Pistelli, ad un progetto di sostegno, promosso dall’Unione europea, alle nascenti organizzazioni parlamentari libiche, al fine di fornire ai membri del Congresso Nazionale libico la formazione necessaria per il corretto svolgimento della funzione parlamentare.

In particolare, il contributo italiano si è focalizzato sui settori Bilancio, Legislazione e Costituzione. In tale ambito i deputati italiani sono intervenuti in due sessioni: dal 19 al 21 novembre 2012 sul tema del controllo parlamentare e dal 3 al 5 dicembre su quello della legislazione. Ai lavori hanno preso parte anche funzionari della Camera.

 

 

 


Profili della condizione femminile in Libia
(a cura del Servizio Studi della Camera)

Non sono disponibili dati sulla situazione dell’empowerment femminile il Libia e lo stesso Global gender gap report index non riferisce sul Paese nord africano nelle ultime edizioni.

Qualche sommaria indicazione può essere tratta dalla pagina web[22] di Libya Women Economic Empowerment (LWEE), progetto sviluppato nel triennio 2013-2016 da USAID, l’Agenzia governativa statunitense che opera “contro la povertà estrema e per consentire alle società democratiche di realizzare il proprio potenziale”. Il programma, finalizzato a liberare il potenziale economico riconosciuto dell'imprenditorialità femminile ed a valorizzare il contributo delle donne alla crescita economica ed alla stabilità politica del Paese, si articola in attività quali:

ü  rafforzamento delle associazioni delle imprese di donne per creare reti di business e formazione alla leadership femminile;

ü  potenziamento dei servizi per le donne imprenditrici, in coordinamento con le organizzazioni locali, al fine sia di sviluppare prodotti innovativi, sia di favorire un approccio più aperto alle possibilità offerte dall’information technology;

ü  miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese libiche attraverso lo sviluppo di un portale per i servizi finanziari. Inoltre, il progetto include un fondo di ($ 125.000) finalizzato ad aiutare le donne nella creazione di nuove imprese o nella crescita di quelle esistenti.

Il progetto ha inoltre lanciato un programma di tutoraggio per un’assistenza costante sul territorio alle donne imprenditrici.


Il memorandum d’intesa Italia-Libia
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Il Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, e il Primo ministro del governo di unità nazionale libico Fayez al Sarraj, il 2 febbraio 2017, hanno firmato a Roma un memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere.

Il memorandum prevede, in particolare, supporto tecnico e tecnologico da parte del Governo italiano alle Autorità libiche che si occupano di accoglienza e contrasto all’immigrazione clandestina, nel tentativo di ridurre il traffico illegale via mare. E’ previsto altresì un sostegno dell’Italia finalizzato al miglioramento dei centri di accoglienza in territorio libico, finanziando l’acquisto di medicine e attrezzature mediche e la formazione del personale lavora al suo interno.

Il 3 febbraio, il Consiglio europeo riunitosi a Malta ha espresso il sostegno all’accordo italo-libico sui migranti.

L’accordo bilaterale è stato invece al centro di critiche da parte di diverse organizzazioni non governative. In particolare la ONG Medici per i diritti umani ha giudicato l’Accordo “probabilmente inefficace e certamente inumano. Inefficace perché il governo di Serraj controlla ad oggi solo una parte molto ridotta del territorio nazionale libico e non ha il pieno controllo neanche della capitale Tripoli. Per il resto la Libia è oggi per i migranti un grande campo di concentramento, sfruttamento e tortura gestito da una miriade di milizie, gruppi armati e bande criminali di dimensioni e caratteristiche tra le più svariate. Inumano nel suo impianto perché ha palesemente come unico obiettivo quello di fare muro nel Canale di Sicilia per bloccare gli sbarchi in Italia senza preoccuparsi della sorte di centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini destinati a rimanere intrappolati nell’inferno libico.”

Anche Medici senza frontiere boccia l’intesa che “intende costruire in mare una barriera che impedisca a chi fugge di raggiungere le frontiere dell’Europa. Per migliaia di esseri umani, il muro virtuale in corso di costruzione nel Mediterraneo Centrale avrà come immediata conseguenza detenzioni arbitrarie, maltrattamenti, stupri, sfruttamento e respingimenti nei paesi di origine. Senza alcun riferimento ad alternative sicure per coloro che non possono più restare in Libia o che sarebbero in pericolo di vita qualora venissero rimandati nei rispettivi paesi di origine ”.

Anche l’UNHRC, tramite la portavoce per il sud Europa, Carlotta Sami, ha dato una valutazione negativa del Memorandum che “parla di migranti illegali mentre in realtà buona parte di coloro che fuggono avrebbe diritto alla protezione internazionale. Nel 2016 il 38% dei richiedenti asilo l'ha ottenuta”. Inoltre la Libia “non è un approdo in cui si possa rimpatriare chi cerca asilo. È instabile, sul suo suolo sono praticate violenze e torture, non ha firmato la convenzione di Ginevra”.

Amnesty  International ha dichiarato che la chiusura della rotta avrebbe messo «centinaia di migliaia di rifugiati a rischio di tortura e sfruttamento”. Giudizio analogo è stato dato anche da Human Rights Watch.

In un rapporto del dicembre 2016, l’ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani e la missione in Libia delle Nazioni Unite hanno documentato diffusa malnutrizione, lavori forzati, malattie, maltrattamenti, abusi sessuali, torture ed altri abusi nei centri di detenzione di migranti in Libia.

Il Rappresentante del Governo di Tobruck, Ali al-Qatrani, ha dichiarato che il Memorandum è nullo in quanto "il Presidente del Consiglio presidenziale e il suo governo designato non sono abilitati giuridicamente e costituzionalmente a firmare qualsiasi accordo o intesa regionale o internazionale” che necessità altesì della ratifica parlamentare.

Il Consiglio europeo informale di Malta, svoltosi il 3 febbraio scorso, ha approvato la Dichiarazione sugli aspetti esterni della migrazione: affrontare la rotta del Mediterraneo centrale, nella quale l’UE si impegna a dare priorità ai seguenti aspetti:

ü supporto alla guardia costiera libica;

ü impegno per smantellare l’attività dei trafficanti mediante un’azione di cooperazione rafforzata;

ü sostegno allo sviluppo delle comunità locali in Libia;

ü impegno volto a garantire capacità e condizioni di accoglienza adeguate per i migranti, unitamente all'UNHCR e all'OIM;

ü sostegno all'OIM per intensificare le attività di rimpatrio volontario assistito;

ü rafforzamento delle campagne di informazione e delle attività di sensibilizzazione destinate ai migranti in Libia e nei paesi di origine e di transito;

ü aiuti per la riduzione delle pressioni alle frontiere terrestri della Libia, anche sostenendo progetti che rafforzino la loro capacità di gestione delle frontiere;

ü monitoraggio di rotte alternative e di possibili deviazioni delle attività dei trafficanti, in cooperazione con i paesi vicini;

ü sostegno continuativo agli sforzi e alle iniziative dei singoli Stati membri impegnati direttamente con la Libia. A tale proposito, l'UE accoglie con favore il memorandum di intesa firmato il 2 febbraio 2017 dalle autorità italiane e dal presidente del Consiglio di presidenza al-Serraj ed è pronta a sostenere l'Italia nella sua attuazione;

ü approfondimento del dialogo e della cooperazione sulla migrazione con tutti i paesi confinanti con la Libia, inclusa una migliore cooperazione operativa con gli Stati membri e la guardia di frontiera e costiera europea per quanto riguarda la prevenzione delle partenze e la gestione dei rimpatri.

 


Tunisia

 


(…)

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Incontri bilaterali

L’8 febbraio 2017 si è svolta presso il Senato italiano una Conferenza sulla situazione in Tunisia tenuta dal Presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi, in occasione della sua visita di Stato in Italia.

Sono intervenuti, per gli indirizzi di saluto, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, la Presidente della Camera, Laura Boldrini e i Presidenti delle Commissioni Esteri dei due rami del Parlamento, Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto.

 

Il 20 ottobre 2016 la Presidente Boldrini ha avuto un incontro con il leader del partito tunisino Enhahda, Rachid Ghannouchi.

Al centro dei colloqui, gli ultimi sviluppi in Tunisia e il sostegno della Camera dei deputati al processo democratico in corso nel Paese, con particolare riferimento al protocollo bilaterale di collaborazione e al gemellaggio condotto in collaborazione con il Parlamento francese (su cui si veda infra). E’ stato altresì ricordato l’eccellente stato delle relazioni tra Italia e Tunisia, che devono essere ulteriormente sviluppate, ed è stata evidenziata la necessità di fare un fronte comune contro il terrorismo promuovendo l'institution building al fine di garantire lo sviluppo dei paesi islamici. Infine è stata affrontata la questione relativa alla diffusione in Europa dei movimenti di razzismo e xenofobia e alla promozione, da parte della Presidente Boldrini, della Dichiarazione su una maggiore integrazione europea al fine di contrastare questa tendenza. A tale riguardo Gannouchi ha osservato che una maggiore integrazione regionale sarebbe utile anche la sponda sud, per parlare con una sola voce con l’UE.

Il 28 gennaio 2016 la Presidente Boldrini ha incontrato il Presidente dell'Assemblea dei Rappresentanti del popolo, Mohamed Ennaceur, accompagnato da una delegazione di deputati tunisini.

I due Presidenti hanno svolto un intervento nel corso della prima sessione dell'incontro "Italia-Tunisia, insieme per la democrazia", dedicata al tema dei Parlamenti a sostegno della democrazia. Al termine di tale sessione i due Presidenti hanno sottoscritto il Memorandum d'intesa tra la Camera dei deputati e l'Assemblea dei Rappresentanti del popolo tunisina (si veda oltre).

L'8 novembre 2015 la Presidente Boldrini ha ricevuto i rappresentanti del "Quartetto del dialogo nazionale tunisino", vincitore del Premio Nobel per la Pace 2015.

Dal 28 al 29 marzo 2015 la Presidente Boldrini si è recata in visita ufficiale in Tunisia per partecipare alla Marcia della Pace, indetta a seguito dell’attentato al Museo del Bardo (per l’Italia era presente l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ed una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera, guidata dal Presidente Fabrizio Cicchitto).

Nel corso della visita, la Presidente ha avuto un colloquio con il Presidente dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo, Mohamed Ennaceur. La Presidente ha poi incontrato l’allora Ministra della Cultura e della Salvaguardia del Patrimonio, Latifa Lakddhar, insieme ad alcune deputate e a rappresentanti della società civile femminile tunisina e ha avuto un incontro con rappresentanti della comunità italiana.

Il 10 settembre 2014 la Presidente Boldrini ha incontrato, insieme al Presidente del Senato, Pietro Grasso, l’allora Presidente della Repubblica di Tunisia, Mohamed Moncef Marzouki, in visita ufficiale in Italia.

Temi del colloquio: le relazioni con l’Italia, crisi libica, rifugiati in Tunisia, crisi in Siria, lotta al Daesh e politica interna tunisina in vista delle elezioni parlamentari e presidenziali.

L’allora Presidente dell’Assemblea Costituente tunisina, Moustapha Ben Jaafar, nell’incontro avuto con la Presidente Boldrini il 7 aprile 2013, a latere della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione per il Mediterraneo (UpM), a Marsiglia, ha riaffermato l’importanza dei legami con l’Italia, in una fase particolarmente delicata del processo di riforma istituzionale in atto nel Paese e dell’importanza del sostegno italiano per il rafforzamento delle istituzioni democratiche.

Incontri delle Commissioni

Il 20 ottobre 2016 il Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio Cicchitto, ha avuto un incontro con il leader del partito tunisino Enhahda, Rachid Ghannouchi.

Il 22 settembre 2016 si è svolto un incontro tra una delegazione della Commissione Giustizia, presieduta dalla Presidente Donatella Ferranti, e una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del popolo e di altre istituzioni pubbliche della Tunisia sulla normativa italiana in materia di lotta alla corruzione.

Si segnalano tre missioni della Commissione affari esteri della Camera a Tunisi; tutte le missioni sono state guidate dal Presidente della Commissione Cicchitto:

· dal 12 al 13 luglio 2015, incontri svolti con il Presidente della Repubblica Essebsi, il ministro degli Esteri Baccouche, la Presidente della Commissione per i Diritti, le Libertà e le Relazioni estere dell'Assemblea dei Rappresentanti Bochra Belhaj Hmida, e Rached Ghannouchi, leader di Ennhadha;

· dal 29 al 30 marzo 2015 per partecipare alla Marcia della pace; incontri svolti con il Presidente dell’Assemblea dei Rappresentanti Ennaceur, con il leader di Ennhadha, Rached Ghannouchi, e con il Presidente della Repubblica Essebsi;

· dal 19 al 21 gennaio 2015, incontri svolti con il Primo Ministro, Mehdi Jomaa, il Presidente del Parlamento, Ennaceur, il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Faical Gouiaa, il leader di Afek Tounes, Yassin Brahim, il leader di Ennhadha, Rached Ghannouchi e Hamma Hammami, portavoce del Fronte Popolare. La delegazione è stata altresì ricevuta dal Presidente della Repubblica Essebsi.

L’8 maggio 2014, presso la Commissione Affari esteri, in ambito di Comitato permanente sui diritti umani e di Comitato sull'Africa e questioni globali, è stata audita l’allora Vicepresidente dell'Assemblea costituente di Tunisia, Maherzia Labidi.

Il 28 maggio 2013 il Presidente Cicchitto ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica tunisina in Italia, Naceur Mestiri.

 

Protocollo di collaborazione bilaterale

Il 28 gennaio 2016 la Presidente Boldrini e il suo omologo tunisino Ennaceur hanno sottoscritto, a Roma, un Memorandum d'intesa che stabilisce la creazione di Gruppo parlamentare di collaborazione tra le due Camere, composto da 6 deputati per ciascuna parte e coordinato in ciascuna Assemblea da un deputato con incarico istituzionale.

L'intesa prevede lo svolgimento di Vertici parlamentari con cadenza biennale, da organizzarsi alternativamente in Italia e in Tunisia. Il Gruppo parlamentare di collaborazione ha l'obiettivo di consolidare e approfondire i legami già esistenti tra le due Camere, promuovere incontri tra Commissioni parlamentari omologhe su temi di interesse comune, favorire la cooperazione parlamentare e la formazione di posizioni convergenti in ambito multilaterale, rafforzare la cooperazione fra le due Amministrazioni.

La parte italiana del Gruppo, coordinata dal deputato Lorenzo Dellai, è formata dai deputati Matteo Colaninno, Titti Di Salvo, Pia Locatelli, Edmondo Cirielli e Valentino Valentini.

In preparazione dei lavori, il 26 luglio 2016 una delegazione della parte italiana del Gruppo parlamentare di collaborazione composta dai deputati Dellai, Cirielli, Di Salvo e Colaninno, ha incontrato il Vice Ministro degli Affari esteri, Mario Giro.

In apertura dell’incontro è stata sottolineata la necessità di fornire sostegno alla Tunisia, unico esempio positivo di democrazia da tutelare e diffondere anche negli altri Paesi dell’area, ricordando a tale proposito la svolta positiva introdotta dal partito Enhahda, fautore di un contrappeso tra la componente democratica e quella laica. Si è poi parlato della necessità di un approccio organico di collaborazione con la Tunisia da parte dell’Italia – anche in collaborazione con l’Europa, le regioni e gli enti locali - che non si limiti ai soli aspetti istituzionali, ma che si estenda anche a quelli economici. Dopo aver ricordato che la Tunisia rappresenta una priorità per la cooperazione italiana allo sviluppo, il Vice Ministro ha elencato le risorse economiche stanziate dall’Italia a favore del paese e le iniziative intraprese al fine di creare occupazione e sviluppo nel territorio.

Da ultimo, il 18 gennaio 2017 ha avuto luogo un incontro tra la parte italiana del gruppo di collaborazione e l’Ambasciatore della Repubblica tunisina Mestiri.

 

Sedi multilaterali

La Tunisia partecipa alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Assemblea parlamentare dell'Unione del Mediterraneo (AP-UpM), prendendo parte a tutte le sedi ove si svolge tale cooperazione. Alla Tunisia è stata assegnata, per i quadrienni 2008-2012, 2012-2016 e 2016-2020, la Presidenza della Commissione diritti della donna (carica ora ricoperta dalla deputata Leila Chettaoui); ha inoltre esercitato la Vice Presidenza della Commissione per l'energia e l'ambiente dal 2008 al 2012, e quella della Commissione Cultura per il quadriennio 2012-2016.

La Tunisia ha co-presieduto, insieme all'Italia, il Gruppo di lavoro tecnico incaricato di approfondire la questione della trasformazione del FEMIP in Banca euro mediterranea di sviluppo. La Tunisia ha esercitato la Presidenza di turno della medesima Assemblea da marzo 2006 a marzo 2007. Partecipa altresì all'Assemblea Parlamentare Mediterranea (PAM) e al Dialogo 5+5 (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania), la cui ultima riunione si è tenuta a Lisbona, il 20 maggio 2014.

La Tunisia è Partner mediterraneo per la cooperazione dell'OSCE. Il Parlamento tunisino ha lo status di osservatore nel Gruppo Speciale del Mediterraneo e del Medio Oriente dell'Assemblea Parlamentare della NATO. Dal 28 settembre al 1° ottobre 2015, si è svolto a Tunisia la Riunione del Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente (GSM) dell'Assemblea NATO cui ha preso parte l'onorevole Alli.

Durante la missione i parlamentari hanno incontrato Mohamed Ennaceur, Presidente del Parlamento tunisino, e il Ministro degli interni Gharsalli. Si sono inoltre svolti incontri presso la base navale tunisina di Bizerta, la Banca Mondiale e la Delegazione UE di Tunisi. I parlamentari hanno poi partecipato ad una tavola rotonda con alcuni docenti universitari sui temi delle riforme, della scuola, della lotta al terrorismo e della disoccupazione giovanile e, successivamente, incontrato alcuni rappresentanti della società civile tunisina, di organismi internazionali e ONG.

Si ricorda inoltre che l'Assemblea parlamentare dell'OSCE ha effettuato una missione di osservazione elettorale in Tunisia in occasione delle elezioni per la costituzione dell'Assemblea Costituente del 23 ottobre 2011.

 

Unione interparlamentare (UIP)

Nell’ambito dell’Unione interparlamentare opera il gruppo di amicizia Italia-Tunisia, la cui parte italiana è presieduta dal senatore Claudio Martini. Ne fanno altresì parte i senatori Enrico Buemi, Gianmarco Centinaio , Giuseppe Esposito, Pietro Laffranco e Francesco Scoma, nonché i deputati Alessandro Pagano, Giorgio Sorial e Nicola Stumpo.

 

Collaborazione amministrativa

La Camera dei deputati, congiuntamente al Senato, si è aggiudicata, insieme al Parlamento francese, il progetto di gemellaggio europeo con l'Assemblea dei rappresentanti del popolo tunisina.

Il progetto, finanziato dall'Unione europea, ha l'obiettivo collaborare con l'amministrazione dell'Assemblea tunisina nell'attuazione della nuova Costituzione, entrata in vigore nel febbraio 2014.

In particolare il progetto intende sostenere il consolidamento della governance democratica tunisina, mediante il rafforzamento dell'azione parlamentare, potenziando le competenze legislative dei parlamentari e le competenze legislative e tecniche dell'amministrazione. Il progetto ha avuto inizio il 1° gennaio 2016 e durerà complessivamente 36 mesi.

Il 18 novembre 2015 un gruppo di funzionari tunisini, in Italia per partecipare ad al progetto "Sostegno al processo di transizione democratica in Tunisia" organizzato dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” sulla base di un finanziamento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, si è recato per una visita di studio alla Camera. Il Gruppo di funzionari, il successivo 24 novembre, è stato ricevuto dal Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio Cicchitto.

Una funzionaria della Camera dei deputati ha effettuato una missione a Tunisi, dal 10 al 13 giugno 2015, per partecipare al seminario sul ruolo delle Assemblee parlamentari nella progettazione e implementazione dello Stato decentralizzato, nell'ambito di un programma delle Nazioni Unite per il sostegno al processo costituzionale e parlamentare e al dialogo nazionale in Tunisia.

 

 

 


Profili della condizione femminile in Tunisia
(a cura del Servizio Studi della Camera)

TUNISIA

Il quadro dell’empowerment femminile in Tunisia è ricostruito nel Rapport National Genre Tunisie 2015, pubblicato nel 2016 come risultato della collaborazione tra UN Women e l’Institut National de la Statistique tunisino con l’obiettivo di incorporare l’approccio di genere nella produzione di dati statistici.

Indicatori statistici sensibili al genere, infatti, consentono un’analisi approfondita della parità uomo-donna con conseguente possibile rafforzamento della posizione delle donne nelle strategie nazionali tunisine.

Nel rapporto sono stati utilizzati gli indicatori di genere individuati in ambito Onu, integrati con indicazioni provenienti sia dall’Istituto tunisino di statistica, sia dalla società civile. La fase di analisi ha evidenziato le disuguaglianze di genere nel contesto tunisino.

Si riportano di seguito le principali evidenze emerse nel report.

 

Occupazione

Il peso percentuale delle donne in età lavorativa (15 anni e oltre) sul totale della popolazione compresa in tale fascia non si traduce in un’equivalente partecipazione delle donne all'attività economica: infatti le donne rappresentano il 50,2% della popolazione in età lavorativa ma solo il 24,6% della popolazione occupata (dati terzo trimestre 2015). Tale situazione non consente il miglioramento dell'empowerment economico delle donne tunisine e, in termini di creazione di valore, è una perdita per l’intera comunità nazionale tunisina. Inoltre le donne sono più colpite dalla disoccupazione rispetto agli uomini, con un tasso di disoccupazione femminile stimato al 22,5%, contro il 12,4% degli uomini, con punte che superano il 35% in diversi governatorati (terzo trimestre 2015). Il tasso di disoccupazione delle donne con diploma di istruzione superiore, 41,1%, è circa il doppio dell’equivalente tasso maschile, che è 21,4%.

 

Salari

Nel settore privato, sia informale sia strutturato, le donne guadagnano meno degli uomini. Un’inchiesta del 2012 sulle micro imprese ha evidenziato che le donne accusano un divario salariale rispetto agli uomini stimato al -35,5%, dato che le colloca ad un livello inferiore rispetto al salario minimo, laddove il salario maschile supera tale livello. Quanto al settore privato formale, l'indagine sulla struttura salariale in Tunisia per il 2011-2012 ha mostrato che le donne guadagnano in media il 25,4% in meno degli uomini.

Istruzione

Il tasso di iscrizione al primo anno di istruzione di base, nell’anno scolastico 2013/2014, è stato del 99,4% sia per i ragazzi come per le ragazze, la maggior parte dei/delle quali (77,8%) ha ricevuto istruzione pre-scolastica. Nel secondo ciclo dell’istruzione di base e nell’insegnamento secondario, il tasso di iscrizione delle bambine è significativamente superiore a quello dei maschi. L'indice di parità di genere, definito come il rapporto tra il numero delle femmine e il numero dei maschi iscritti in un determinato ciclo, mostra che a livello prescolare e del primo ciclo dell’istruzione di base il numero di bambine è inferiore a quella dei ragazzi; tuttavia, dal secondo ciclo di istruzione di base, le ragazze sono più numerose dei ragazzi, in conseguenza del fatto che i maschi abbandonano la scuola in anticipo e in numero maggiore rispetto alle ragazze. Nell’anno 2013/2014 degli oltre 112.000 alunni che hanno lasciato la scuola il 40% erano ragazze e il 60% ragazzi; l’analisi ha evidenziato che, a differenza di quanto avviene per i maschi, l’abbandono della carriera scolastica da parte delle ragazze tende a polarizzarsi a livello di scuola superiore, più avanti nel percorso formativo.

Quanto all’istruzione di livello universitario, nell’anno accademico 2013/2014, il 67% dei laureati erano ragazze rappresentando il 57% dei laureati negli ambiti scienza, ingegneria, produzione e costruzione.

In generale, in Tunisia ci sono più donne analfabete rispetto agli uomini e secondo il censimento generale popolazione 2014, il tasso di analfabetismo è del 25% per le donne e 12,4% per gli uomini.

 

Accesso al credito

Di tutti i progetti approvati dalla BFPME (Banque de financement des petites et moyennes entreprises) il 17% sono progetti promossi da sviluppatori donne e 83% da promotori uomini. Tuttavia, la mancanza di dati statistici sulla ripartizione per sesso delle richieste di finanziamento non consente di costruire un dato chiaro sul tasso di approvazione per sesso. Dal lato del costo dei progetti di investimento risulta che quelli avviati da donne costano in media il 41% in meno rispetto ai progetti avviati dagli uomini.

Salute

In tutto il Paese va scomparendo il parto non assistito da personale qualificato ed anche la diagnostica prenatale ha evidenziato significativi miglioramenti: nel 2011, il 98,2% delle donne in gravidanza si è sottoposta ad almeno una visita prenatale e tale percentuale sfiora il 100% nelle aree a sud e nord-ovest. Anche la differenza urbano-rurale appare trascurabile, attestandosi a circa 1,5 punti percentuali. Tuttavia, permane elevata la mortalità materna che, nel 2008, è stata di 44,8 decessi ogni 100.000 nascite.

L’infezione da HIV/AIDS è meno presente tra le donne rispetto agli uomini; nel 2014 le stime hanno indicato 9,3 casi ogni 100.000 donne e 21,8 casi ogni 100.000 uomini. La diffusione del virus avviene attraverso rapporti sessuali con uomini, nel caso delle donne, e attraverso l’iniezione di sostanze stupefacenti per gli uomini. Le donne sieropositive, poi, accedono maggiormente ai farmaci antiretrovirali rispetto agli uomini: nel 2013 beneficiavano del trattamento il 27,6% delle donne contro il 13% degli uomini.

Quanto all’obesità, il tasso relativo delle è più che doppio rispetto a quello degli uomini, con un picco per la fascia di età 50-59 anni.

 

Partecipazione alla vita politica e presenza nelle istituzioni

Le donne tunisine hanno attivamente contribuito al successo degli eventi elettorali del 2011 e del 2014, anno in cui le donne sono risultate costituire il 47% degli iscritti nelle liste elettorali contro il 53% per gli uomini; le donne sono state molto presenti sia come membri di un seggio elettorale (49%), sia come osservatori/rappresentanti di candidato (26%) o membri di ONG (42,5%).

Sebbene la legge elettorale promuova la parità di genere, in pratica le donne hanno meno probabilità di essere elette rispetto agli uomini in conseguenza della posizione sfavorevole in lista. Nelle elezioni parlamentari 2014, ad esempio, le donne rappresentavano il 47% dei candidati ma costituiscono solo il 31,3% dei 217 membri del Parlamento monocamerale tunisino.

Malgrado il loro potenziale di competenza, le donne sono scarsamente rappresentate nell’esecutivo tunisino; nel gennaio 2016, le tre donne ministro rappresentano il 6,7% di un governo composto da 30 membri. Nel 2015, le donne costituivano l'8% del corpo diplomatico con 6 ambasciatori donne e una console 1 su un totale di 88 posizioni.

La presenza femminile nella magistratura tunisina è in aumento e il numero delle donne magistrato è aumentato del 34,8% tra il 2002 e il 2007 a fronte di un incremento dell’ 8,7% del numero dei giudici maschi.

In generale, l'accesso delle donne tunisine alle posizioni di responsabilità (Segretaria generale di ministero, Direttrice generale o carica equivalente, Direttrice, Sottodirettrice e Capo servizio) nella pubblica amministrazione è in aumento, pur restando inferiore al peso complessivo della porzione femminile in tale ambito. Il numero di donne in posizioni di responsabilità  è aumentato dell’ 82,2% tra il 2004 e il 2007 a fronte di un aumento del 37,6% per gli uomini; sul totale delle posizioni di responsabilità la percentuale di donne, nello stesso periodo, è passata dal 15,3% al 19,3%.

 

Violenza contro le donne

La prima indagine nazionale sulla violenza contro le donne è stata condotta nel 2010 dall’Office National de la Famille et de la Population (ONFP) su un campione di 5600 donne tra i 18 e i 64 anni. L’indagine ha evidenziato una presenza molto significativa di almeno una delle forme di violenza subìte dalle donne (ossia violenza fisica, sessuale, psicologica, economica): il 47,6% delle donne dichiara di essere stata vittima di una delle forme di violenza nel corso della vita e il 32,9% si è dichiarato vittima di violenza negli ultimi 12 mesi. La medesima indagine ha rilevato che, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 9% delle donne riferisce di avere subito abusi sessuali e il 7,2% ha dichiarato di aver subito violenze fisiche da parte di una persona intima. Estendendo l’arco temporale considerato all’intera vita delle intervistate tali percentuali salgono sino al 14,2% per gli abusi sessuali ed al 20,3% per le violenze fisiche.

(Il global gender gap report 2016 del World Economic Forum colloca la Tunisia in 126a posizione su 144 Paesi)

 


 



[1]    Il Gruppo venne costituito per la prima volta nella XIV legislatura e  promosse due eventi:  lo svolgimento di una Conferenza internazionale a favore delle donne afgane, tenutasi presso la Camera dei Deputati il 28 novembre 2002, ed una missione in Afghanistan dal 1° al 5 maggio 2005 per rinsaldare i vincoli di amicizia tra deputate italiane e donne afgane e per sostenere le donne afgane in vista del successivo svolgimento delle elezioni parlamentari, le prime dalla fine della guerra.

[2]    Il Gruppo venne costituito per la prima volta nella XIV legislatura e  promosse due eventi:  lo svolgimento di una Conferenza internazionale a favore delle donne afgane, tenutasi presso la Camera dei Deputati il 28 novembre 2002, ed una missione in Afghanistan dal 1° al 5 maggio 2005 per rinsaldare i vincoli di amicizia tra deputate italiane e donne afgane e per sostenere le donne afgane in vista del successivo svolgimento delle elezioni parlamentari, le prime dalla fine della guerra.

[3]    Nel corso della sua visita il Presidente Karzai è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal Presidente del Senato, Renato Schifani,  e dal Presidente del Consiglio, Mario Monti.

[4]    Si ricorda che, nel corso della visita, è stato sottoscritto un Accordo di partenariato e cooperazione di lungo termine, che, all’articolo 1, comma 4, prevede un versante di sostegno al rafforzamento del ruolo e della capacità del Parlamento afgano, con particolare riguardo al procedimento legislativo.

[5]    Una pattuglia italiana dell’Operational Mentoring Leason Team (OMLT, addestratori) ha esploso dei colpi di arma da fuoco contro un’auto che non aveva rispettato le segnalazioni di avvertimento e sicurezza. L’episodio non ha causato reazioni ostili o manifestazioni popolari di protesta contro i militari italiani.

[6]    A cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera.

[7]    L’intervento del Ministro degli Affari Esteri è stato pronunciato da Guido Martini, Direttore generale per i Paesi dell’Asia del Ministero degli Affari Esteri.

[8] Lettera di designazione del 5 novembre 2015.

[9] Si ricorda che la Commissione di collaborazione italo-cinese si è riunita precedentemente, la prima volta nella XIV legislatura, nel luglio 2005, a Pechino, la seconda nella XV legislatura nell’ottobre 2007, a Roma e la terza a Pechino dal 12 al 13 novembre 2009.

[10] Il processo intergovernativo ASEM (Asia Europe Meeting), è stato avviato nel 1996 tra i 15 Paesi membri dell'Unione europea e 10 Paesi dell'area asiatica (Brunei, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia e Vietnam). In occasione del Vertice di Hanoi dell’ottobre 2004 sono entrati a far parte dell’organismo di cooperazione eurasiatico altri 13 paesi: Cambogia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Laos, Lettonia, Lituania, Malta, Myanmar/Birmania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Al vertice ASEM di Helsinki del 2006 era stato deciso di allargare la cooperazione a: Bulgaria, Romania, India, Pakistan, Mongolia e al Segretariato ASEAN (Association of South East Asian Nations). Tale allargamento è stato formalizzato in occasione del vertice ASEM di Pechino del 24 e 25 ottobre 2008 a cui tali paesi hanno partecipato per la prima volta. Nel corso del Vertice ASEM del 2010 Australia, Nuova Zelanda e Federazione Russa, hanno partecipato per la prima volta all’esercizio e ne sono divenuti pertanto membri. In occasione del Vertice di Vientiane (5-6 novembre 2012) anche Bangladesh, Svizzera e Norvegia hanno aderito all’ASEM, il primo nel gruppo asiatico, mentre per quanto attiene a Svizzera e Norvegia è stata concordata la costituzione di un “sottogruppo non-UE” all’interno del gruppo europeo, portando il numero totale a 53 con l’ingresso della Croazia e del Kazakhstan che è stato formalizzato in occasione del vertice ASEM del 2014.

[11] Si segnala che il Parlamento del Myanmar/Birmania nel 2012, ha preso parte per la prima volta alla riunione dell’ASEP; in occasione della riunione di Helsinki del maggio 2006 si erano infatti opposti alla sua partecipazione i rappresentanti dei Parlamenti UE. 

[12]Le precedenti riunioni ASEP si sono tenute: la settima, nel 2012 nel Laos (la Camera non ha partecipato); la sesta a Bruxelles nel 2010, (la Camera è stata rappresentata dagli onorevoli Lino Duilio e Alberto Torazzi); la quinta a Pechino nel 2008 (la Camera non ha partecipato); la quarta a Helsinki (Finlandia) nel 2006 in occasione della quale è stato approvato il regolamento dell’ASEP; la terza in Vietnam, nel 2004; la seconda a Manila, nelle Filippine, nel 2002; la prima a Strasburgo, presso il Parlamento europeo, nel 1996 (si trattava di un incontro propedeutico e nell’incontro, peraltro, erano stati coinvolti solo i Parlamenti dei 10 Paesi asiatici e il Parlamento europeo).

[13] Si segnala che il Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, che si compone di 198 membri, è il vero motore del Parlamento, esso garantisce infatti la continuità dei lavori tra una sessione e l’altra dell’ANP.

[14] Tra i temi al centro del colloquio: rafforzamento dei rapporti parlamentari e l’ulteriore sviluppo del partenariato strategico attraverso la promozione degli scambi tra vertici istituzionali, il rafforzamento degli scambi tra organi legislativi e partiti politici, lo sviluppo dei rapporti fra l’Unione Europea  e la Cina con l’aiuto dell’Italia, e il rafforzamento dei rapporti economici, commerciali e culturali.

[15]Temi del colloquio: rapporti bilaterali (presenza in Italia di 6000 imprese) governance mondiale dell’economia, opportunità di riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato.

[16]Era presente anche l’onorevole Lorenzo Cesa, presidente della parte italiana della Commissione di collaborazione parlamentare italo-cinese. Temi del colloquio: lotta alla povertà e difesa dei diritti umani; importanza del Partenariato Strategico Globale Italia-Cina, forte crescita dell’interscambio commerciale e necessità di promuovere la cooperazione nei settori della ricerca, dell’energia, ambiente e turismo, e tra le PMI; crisi finanziaria internazionale e necessità di sostenere i paesi in via di sviluppo.

[17]Erano presenti anche l’on. Lorenzo Cesa, e il presidente della sezione di amicizia UIP, on. Antonello Soro. Temi del colloquio: rafforzamento dei rapporti bilaterali, crisi economica internazionale e la riforma organismi finanziari internazionali.

[18] Si ricorda che la Conferenza parlamentare del World Trade Organization è un’iniziativa congiunta dell’Unione interparlamentare (UIP) e del Parlamento europeo mirante a rafforzare la democrazia a livello internazionale e a dare una dimensione parlamentare alla cooperazione multilaterale sulle questioni commerciali.

 

[19] Il leader religioso ha richiesto un sostegno morale, pratico e concreto, affinché siano riconosciuti i diritti che spettano ai tibetani e che sono sanciti pure nella Costituzione cinese. Sempre in tale occasione, il Presidente della Camera, Bertinotti, ha confermato l’amicizia italiana sia alla Cina che al popolo tibetano e l’importanza di includere nei negoziati anche i rappresentanti dei religiosi tibetani. Ha altresì ribadito l’importanza di sviluppare il dialogo interculturale. Il Dalai Lama ha sottolineato che non è obiettivo del Tibet quello di ottenere l’indipendenza dalla Cina.

[20]   La cooperazione tra i Paesi delle due sponde del Mediterraneo occidentale nasce a livello governativo a Roma nell’ottobre 1990 e si è inizialmente definita ad Algeri nella forma del Dialogo 5+5 (ottobre 1991), con la partecipazione da un lato di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Malta e dall’altro di Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania (i cinque Paesi appartenenti all’Unione del Maghreb Arabo – UMA). Dopo il congelamento quasi decennale dovuto alle sanzioni imposte dall’ONU alla Libia, l’esercizio si è riattivato nel gennaio 2001 con la Conferenza Ministeriale di Lisbona, cui ha fatto seguito quella di Tripoli del maggio 2002. La Tunisia ha quindi ospitato il primo Vertice dei Capi di Stato e di Governo il 5 dicembre 2003. La dimensione parlamentare si è attivata su iniziativa della Libia dal 24 al 25 febbraio 2003.

[21]   Pur avendo presentato la richiesta di adesione al Partenariato nel gennaio 2000, la Libia l’aveva ritirata dopo che l’Unione europea aveva chiesto a Tripoli una conferma dell’accettazione piena e incondizionata dell’acquis di Barcellona. Da parte sua, la Libia sosteneva ufficialmente che la presenza di Israele e dell’Autorità Nazionale Palestinese, prima che fosse risolto il problema palestinese, avrebbe influito negativamente nei meccanismi del Partenariato.

[22] https://www.usaid.gov/libya/fact-sheets/libya-women-economic-empowerment

 

NormalSegreteria

Casella di testo: LXI Sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile (CSW)

(13-24 marzo 2017)
II parte
Documentazione per i colloqui bilaterali 

Casella di testo: Marzo 2017


 

 

 

 

 

Servizio Affari internazionali

Tel. 06 6706-3666 – segreteriaaaii@Senato.it

Dossier n. 28

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Servizio Studi

Dipartimento Affari esteri

Tel. 06 6760-4172 - st_affari_esteri@camera.it - Twitter_logo_blue.png @CD_esteri

Documentazione e ricerche n. 289 (II parte)

 

 

 

 

 

 

 

 

La documentazione dei Servizi e degli Uffici del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati è destinata alle esigenze di documentazione interna per l'attività degli organi parlamentari e dei parlamentari. Si declina ogni responsabilità per la loro eventuale utilizzazione o riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a condizione che sia citata la fonte.

 

 


I N D I C E   DELLA   I I   P A R T E

Afghanistan

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 2

Profili della condizione femminile in Afghanistan (a cura del Servizio Studi della Camera) 4

Canada

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 7

Profili della condizione femminile in Canada (a cura del Servizio Studi della Camera) 8

Cina

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 9

Profili della condizione femminile in Cina (a cura del Servizio Studi della Camera) 11

Libia

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 12

Profili della condizione femminile in Libia (a cura del Servizio Studi della Camera) 12

Il memorandum d’intesa Italia-Libia (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 12

Tunisia

Rapporti parlamentari (a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera) 13

Profili della condizione femminile in Tunisia (a cura del Servizio Studi della Camera) 15

 


Afghanistan

 


(…)

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

 

Presidente della Wolesi Jirga (Assemblea Nazionale /Camera del Popolo)

ABDUL raouf IBRAHIMI (dal 28 febbraio 2011, di etnia uzbeka)

 

Presidente della Meshrano Jirga (Assemblea Nazionale / Camera degli Anziani)

FAZAL HADI MUSELIMYAR (dal 29 gennaio 2011)

 

 

Ambasciatore d’Italia a Kabul

 

Roberto CANTONE (dal 3 maggio 2016)

 

Ambasciatore afghano in Italia

 

Waheed OMER (dal 20 giugno 2016)

 

Nota sintetica dei rapporti parlamentari con l’Afghanistan

Nel corso delle ultime quattro legislature, la Camera dei Deputati italiani ha affiancato l’impegno profuso dal Governo italiano nel sostenere il processo di democratizzazione del Paese, fornendo assistenza all’Afghanistan e al Parlamento afgano.

 

Per quanto riguarda l’attività presidenziale, i Presidenti della Camera hanno ricevuto frequenti visite di alto livello da parte afgana, mentre le visite presidenziali si sono fino ad oggi limitate ad incontri con le truppe presenti nel Paese.

Nella XVII legislatura è proseguito lo scambio di visite al più alto livello. Infatti, la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha ricevuto  lo Speaker della Camera del popolo afghana, Abdul Rauf Ibrahimi, lo scorso 26 ottobre 2016 , ed in precedenza aveva ricevuto l’attuale Presidente della Repubblica Islamica dell'Afghanistan , Ashraf Ghani, in visita ufficiale in Italia, il 1° dicembre 2015. Nel corso di tali incontri, la Presidente è stata invitata a compiere una visita in Afghanistan.

L’importanza che la Camera dei Deputati attribuisce all’Afghanistan è dimostrata dalla immediata ricostituzione da parte della Presidente Boldrini, all’inizio della legislatura, del Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane, coordinato dalla Vice Presidente Marina Sereni (PD) e composto dalle deputate Deborah Bergamini (FI-PdL), Donatella Duranti (SEL), Marta Grande (M5S), Pia Locatelli (Misto-PSI-PLI) e Gea Schirò (PD)[1]. Il 28 novembre 2013 si è tenuto alla Camera un Seminario dal titolo: “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane, promosso dal Gruppo di contatto in occasione della visita in Italia - su invito dell’organizzazione non governativa Actionaid per un progetto a favore delle donne denominato: Stop alla violenza contro le donne (approccio integrato per la riduzione della violenza contro le donne in Afghanistan) -di una delegazione di parlamentari afghane, guidate da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan, e composta dalle deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga, Nilufar Ibrahimi, membro della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, membro della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità.

Inoltre, nelle scorse legislature la Camera dei Deputati è stata costantemente attiva nel fornire una cooperazione amministrativa all’Afghanistan. Tra le varie iniziative realizzate si sottolinea, per la sua importanza, la partecipazione della Camera, nella XIV legislatura al programma biennale “Sostegno alla ricostruzione del Parlamento afgano” (SEAL-Support to establishment of Afghan legislature), dal febbraio 2005 al febbraio 2007.

 

 

Nelle precedenti legislature, l’ex Presidente Karzai  è stato più volte in visita alla Camera. Nel corso della XIV legislatura ed  è stato ricevuto dall’allora Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, in quattro occasioni: dapprima nella veste di Presidente del Governo Transitorio afgano, il 18 dicembre 2001, il 16 aprile 2002 ed il 19 dicembre 2002; quindi, come Presidente della Repubblica dopo le elezioni presidenziali dell’ottobre 2004, il 21 luglio 2005. L’ultima visita si è svolta nella XVI legislatura, il 26 gennaio 2012 (vedi infra). Sempre nella XVI legislatura il Presidente Fini si è recato due volte (nel 2010 e nel 2008) in visita a Herat presso il contingente italiano.

 

È opportuno segnalare, infine, che, nel corso dell’ultima visita del Presidente Karzai a Roma, avvenuta nel gennaio 2012 (vedi infra) è stato sottoscritto un Accordo di partenariato e cooperazione di lungo termine, che, all’articolo 1, comma 4, prevede un versante di sostegno al rafforzamento del ruolo e della capacità del Parlamento afgano, con particolare riguardo al procedimento legislativo.

 

XVII LEGISLATURA

 

Incontri della Presidente

 

Il 26 ottobre 2016 la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha incontrato lo Speaker della Camera del popolo afghana (Wolesi Girga), Abdul Rauf Ibrahimi.

Il Presidente Ibrahimi ha ringraziato l’Italia per il suo sostegno nella ricostruzione in Afghanistan. Molte persone però cercano ancora di andare via dal paese, principalmente a causa della situazione di insicurezza, per la povertà e per la disoccupazione. La Presidente Boldrini ha ribadito l’intenzione di firmare un protocollo di intesa tra le due assemblee parlamentari, che avrebbe dovuto essere sottoscritto durante una visita ufficiale in Afghanistan rimandata nel 2013 per ragioni di sicurezza. I rapporti tra le due Assemblee si sviluppano con continuità grazie all’attività del gruppo di contatto e dal sostegno all’Institution building.

 

La Vice Presidente della Camera e Coordinatrice del Gruppo di contatto con le donne afghane, Marina Sereni, ha partecipato insieme alla deputata Gea Schirò alla cena offerta dall’Ambasciata afghana in onore del Presidente Ibrahimi il 26 ottobre 2016.

 

Il 1° dicembre 2015 la Presidente della Camera, Laura Boldrini ha incontrato il Presidente della Repubblica islamica dell’Afghanistan, Ashraf Ghani.

L'incontro tra la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini,  e il Presidente della Repubblica islamica dell'Afghanistan, Ashraf Ghani  è giunto al termine di un anno difficile per l'Afghanistan, dove centinaia di civili sono morti a causa del perdurante conflitto e milioni di persone sono ancora sfollate. "La cronaca di questi giorni, con l'arrivo di numeri crescenti di uomini, donne e bambini afgani sulle coste greche, ci ricorda che l'Afghanistan non è ancora in pace e che deve far fronte a vecchie e nuove sfide, come quella dei talebani che controllano parti importanti di territorio e quella dei miliziani che si richiamano al sedicente Stato islamico", ha dichiarato la Presidente. "Conosco le straordinarie potenzialità ed il calore degli abitanti dell'Afghanistan grazie alle numerose missioni effettuate nel Paese per conto delle Agenzie delle Nazioni Unite a partire dagli Anni Novanta", ha continuato la Presidente Boldrini, convenendo con il Presidente Ghani sulla necessità di perseguire in maniera congiunta la lotta contro la povertà e quella per raggiungere finalmente la pace. "Negli ultimi quindici anni, l'Afghanistan ha compiuto progressi nel campo dell'istruzione, dell'accesso alle cure mediche e della democratizzazione. Molto rimane da fare, soprattutto per quanto riguarda i diritti e la condizione delle donne e delle bambine. E' proprio per questo - ha concluso Laura Boldrini - che la comunità internazionale deve continuare a sostenere la società afgana in questo frangente particolarmente delicato". "La Camera dei deputati contribuirà a questi sforzi rafforzando ulteriormente i programmi di sostegno alla Wolesi Jirga, la Camera bassa afgana, soprattutto in vista delle elezioni legislative del prossimo anno". Il Presidente Ghani ha invitato la Presidente Boldrini a tornare quanto prima in Afghanistan in visita ufficiale.

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha incontrato, il 28 novembre 2013, una delegazione di parlamentari afghane, guidate da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan, e composta dalle deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga, Nilufar Ibrahimi, membro della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, membro della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità, in occasione dello svolgimento alla Camera un Seminario dal titolo: “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane”, promosso dal Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane - coordinato dalla Vice Presidente Marina Sereni (PD) e composto dalle deputate Deborah Bergamini (FI-PdL), Donatella Duranti (SEL), Marta Grande (M5S), Pia Locatelli (Misto-PSI-PLI) e Gea Schirò  (PD)[2] – che ha partecipato all’incontro.

 

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha ricevuto la visita dell’Ambasciatore italiano in Afghanistan, Luciano Pezzotti, l’11 ottobre 2013.

 

La Presidente della Camera, on. Laura Boldrini, ha partecipato, il 27 maggio 2013 alla Camera, alla presentazione dei risultati della ricerca-progetto europeo DelPHE: "La cultura come sfida per la ricostruzione, le opinioni e le proposte della società civile afghana sul potere delle donne e lo sviluppo educativo dei bambini e dei giovani nel loro Paese". Dopo il saluto introduttivo della Presidente della Camera, i lavori sono stati introdotti dalla Vicepresidente Marina Sereni.

 

Altri incontri

 

La Vice Presidente della Camera e coordinatrice del Gruppo di contatto, Marina Sereni, il 26 ottobre 2016 ha incontrato lo Speaker della Camera del popolo afghana (Wolesi Girga), Abdul Rauf Ibrahimi nel corso di una cena alla quale era presente anche l’on. Gea Schirò.

La Vice Presidente della Camera e coordinatrice del Gruppo di contatto, Marina Sereni, ha ricevuto, il 24 ottobre 2013, la visita dell’Ambasciatore afghano, Zia Uddin Nezam.

 

La Vice Presidente Marina Sereni, e le componenti il Gruppo di Contatto delle deputate italiane con le donne afghane (cfr. infra) hanno ricevuto, il 10 ottobre 2013, l’Ambasciatore italiano a Kabul, Luciano Pezzotti, che la Vice Presidente  aveva già incontrato, il 12 giugno 2013.

 

L’Ambasciatore ha ricordato come l’Afghanistan stia affrontando una fase di transizione. Ha segnalato che anche la cooperazione allo sviluppo potrebbe finanziare dei progetti. La Sereni ha ricordato la visita, programmata per novembre, delle donne parlamentari di Actionaid. L’impegno occidentale è destinato a durare anche dopo la fine della missione ISAF, ma il numero dei militari sarà drasticamente ridotto, ha affermato Pezzotti, il quale ha infine ricordato come l’Italia sia il primo contributore a livello internazionale per la tutela del patrimonio UNESCO del Paese,

 

Commissioni

 

Il 9 settembre 2015 il Presidente della Commissione esteri della Camera, on. Fabrizio Cicchitto, ha incontrato il Vice Ministro degli affari esteri della Repubblica Islamica dell’Afghanistan, Khalil Karzai.

Il 26 novembre 2013, una delegazione di parlamentari afghane, guidate da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan, e composta dalle deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga, Nilufar Ibrahimi, membro della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, membro della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità, è stata audita informalmente dal Comitato permanente agenda post-2015, la cooperazione allo sviluppo e il partenariato pubblico-privato e dal Comitato permanente diritti umani costituiti in seno alla Commissione Affari esteri con una delegazione di donne parlamentari afghane.

 

Il 7 novembre 2013, il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Fabrizio Cicchitto, ha incontrato Issa Eshaqzey, Presidente del National Congress Party of Afghanistan.

    Nel corso dell’incontro il signor Eshaqzey ha illustrato l’attività Presidente del National Congress Party of Afghanistan, che ha lo scopo di coagulare le forze liberali presenti dentro e fuori l’Afghanistan al fine di lottare contro la corruzione presente nel suo Paese, soprattutto a livello governativo. Il signor Eshaqzey ha fortemente criticato tutti i candidati alle prossime elezioni presidenziali afghane, che si celebreranno il 5 aprile 2014 ed ha proposto invece la formazione di un Governo di transizione.

 

    Dall’11 al 14 settembre 2013 si è svolta la missione in Afghanistan di una Delegazione di parlamentari, composta dagli onn. Gennaro Migliore, Gianluca Pini e Maria Edera Spadoni e dal sen. Federico Petrangeli con il Vice Ministro degli Affari esteri, Lapo Pistelli.

 

Nel corso della missione, svoltasi tra Kabul ed Herat, oltre alla visita dei progetti di cooperazione, si sono avuti incontri con il NATO Senior Civilian Rapresentative, Amb. Maurits Jochems, il Chief of Staff, Gen. C.A. Giorgio Battisti, una delegazione di parlamentari afgani e rappresentanti della società civile afghana, il Procuratore Generale, Maria Bashir ed il Governatore di Herat, Sayed Fazlullah Wahedi.

 

Audizioni ed informative

 

L’8 giugno 2016, dinanzi alle Commissioni Riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato si è svolta l’audizione dei ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni, e della Difesa, Roberta Pinotti, per comunicazioni del Governo sullo stato delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.

 

Il 10 novembre 2015 si è tenuta una audizione dei Ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni Silveri, e della Difesa, Roberta Pinotti, alla Camera, dinanzi alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. L’audizione ha avuto come tema l’evoluzione della partecipazione dell’Italia alla Missione NATO in Afghanistan. La Ministra Pinotti ha spiegato che l’incremento di 200 unità del contingente italiano è stato motivato dalla necessità di rimpiazzare il contingente spagnolo. La Ministra ha ricordato come la regione Ovest del Paese, sede del contingente italiano, è considerata una delle più sicure, anche se non mancano attacchi. La continua perdita di forze afghane rende necessaria una costante opera di addestramento delle nuove reclute, senza che questo comporti tuttavia la partecipazione di effettivi italiani alle operazioni in campo. Grandi progressi sono stati registrati, hanno infine ricordato i Ministri, nel campo della scolarizzazione.

 

Il 20 novembre 2014, il Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni Silveri, ha tenuto un’audizione di fronte alle Commissioni esteri di Camera e Senato per esporre le linee guida della politica estera italiana.  Il Ministro degli esteri ha affermato che la presenza italiana in Afghanistan cambierà – a livello militare – per limitarsi ad aiutare e rafforzare le forze di sicurezza nazionali secondo modalità che saranno stabilite dal Parlamento. Nel complesso, la cooperazione italiana si sposterà dal piano della sicurezza a quello dell’economia.

 

Si è tenuta il 17 ottobre 2013, presso il Senato della Repubblica un’audizione congiunta dei Ministri degli Esteri, Emma Bonino, e della Difesa, Mario Mauro, da parte delle Commissioni congiunte Esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.

 

   Il Ministro Mauro ha ricordato come l'operato della comunità internazionale in Afghanistan non debba essere analizzato esclusivamente dal punto di vista della sicurezza. Per valutare compiutamente la missione Isaf, non si può prescindere dal prendere in considerazione aspetti quali la capacità di governance, il processo di ricostruzione e lo sviluppo economico-sociale. A partire dal 2002 nel Paese sono state realizzate con queste condizioni di sicurezza migliaia di scuole e reclutate decine di migliaia di insegnanti. Oggi, ci sono tra i 7 ed i 9 milioni di ragazzi e ragazze afgane che vanno a scuola regolarmente. Erano all'inizio di Isaf poco meno di 900mila e tutti maschi. L'Afghanistan ha compiuto impressionanti progressi anche nel settore medico e sono inoltre in calo i dati sulla mortalità infantile. Nel Paese sono stati costruiti oltre cento ospedali e la possibilità di ricevere cure mediche raggiunge oltre il 70 per cento della popolazione. Circa il 60 della popolazione si trova a meno di un'ora di spostamento a piedi dal più vicino punto di assistenza sanitaria. Quanto alla mortalità infantile, è diminuita negli ultimi 10 anni di circa il 60 per cento, mentre l'aspettativa di vita è cresciuta rapidamente ed è ora di circa 64 anni per le donne come per gli uomini. L'economica cresce inoltre a ritmi velocissimi e sono state costruite decine di migliaia di chilometri di strade. L'effetto di sicurezza procurato dalla missione Isaf ha contribuito allo sviluppo in un'accezione più generale. Per questo il decennio 2014-2024 è stato ribattezzato il decennio della trasformazione, una fase che prenderà simbolicamente il via con le elezioni presidenziali della primavera del prossimo anno.   Relativamente al contingente italiano, il piano per il ripiegamento, battezzato Itaca 2, è stato avviato nel settembre 2012 e si sta svolgendo contestualmente all'assunzione della piena sovranità sulla regione ovest da parte del governo afgano. Il contingente nazionale si ridurrà da circa 2.900 unità in media nell'ultimo trimestre 2013, alla fine del 2014 in cui si attesterà su circa 1800 unità. Dopo il 2014 il governo intenderebbe proseguire il proprio impegno in Afghanistan nella missione Resolute Support, in coerenza con quelle che saranno le decisioni del Parlamento in termini di assistenza e addestramento alle forze afgane. Non saranno più previsti compiti di contrasto all'insorgenza né di lotta al terrorismo o al narcotraffico, interamente devoluti alle forze di sicurezza afgane, ma di sostegno e formazione alle forze afghane per consolidarne la piena ed efficacia autonomia di azione.

 

Il 12 giugno 2013 il Ministro della difesa, Mario Mauro, ha svolto dinanzi all’Assemblea della Camera dei deputati un’informativa urgente del Governo sul grave attentato in Afghanistan che ha causato la morte del capitano Giuseppe La Rosa nonché il ferimento di altri tre militari italiani. E' seguito un dibattito al quale ha partecipato un oratore per gruppo. Il capitano Giuseppe La Rosa è la 53ma vittima dall’inizio dell’impegno italiano in Afghanistan.

 

Per l’attività del Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane v. la scheda successiva su “Profili della condizione femminile in Afghanistan”

 

 

INSTITUTION BUILDING

 

Nelle precedenti legislature, la Camera dei deputati ha  partecipato attivamente ai seguenti progetti di institution building:

 

1.    nella XIV legislatura al programma biennale “Sostegno alla ricostruzione del Parlamento afgano” (SEAL-Support to establishment of afghan legislature), dal febbraio 2005 al febbraio 2007, promosso dal Governo di Kabul, dall’Unione interparlamentare, dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD) e dal Fondo delle Nazioni Unite per le donne (UNIFEM), con il supporto di alcuni Paesi donatori, tra i quali figurava anche il Governo italiano con un contributo di un milione di euro. L’Amministrazione della Camera ha fornito la propria assistenza in alcune delle componenti del progetto (documentazione ed informatizzazione; training del personale amministrativo, in partnership con l’Assemblea nazionale francese; definizione del nuovo quadro legislativo, attraverso la predisposizione di un nuovo regolamento parlamentare). In tale contesto si è svolto, dal 18 al 29 luglio 2005, un seminario di formazione, riservato ad una delegazione di dodici funzionari parlamentari afgani che hanno effettuato, oltre ad alcuni incontri a carattere generale sull’organizzazione e sul funzionamento del Parlamento italiano, dei percorsi individuali di affiancamento al personale della Camera operante nei servizi dell’area legislativa, amministrativa e della documentazione.

2.    nella XV legislatura, nel luglio 2006, ha avuto luogo una missione presso la Camera di una delegazione parlamentare della Commissione giustizia della Wolesi Jirga (la Camera bassa del Parlamento afgano). La visita rispondeva alle esigenze, prospettate dallo stesso Parlamento afgano, di valutare la riforma del sistema di giustizia in atto in Afghanistan, alla cui realizzazione l’Italia ha partecipato attivamente, in quanto ‘paese leader’ per la riforma della giustizia.

3.    nella XVI legislatura, il 17 maggio 2011 una delegazione di funzionari, magistrati e giuristi afghani si è recata in vista presso la Camera dei Deputati allo scopo di approfondire il sistema costituzionale italiano e l'organizzazione delle funzioni parlamentari".

 

 

Unione Interparlamentare

 

In ambito UIP opera la sezione di amicizia ASIA MERIDIONALE (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Maldive, Nepal, Sri Lanka di cui è Presidente la senatrice Valeria Fedeli (PD).

 

Attività legislativa

 

Legge n. 13/15 del 10 febbraio 2015, GU n. 50 del 2 marzo 2015,Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica islamica dell'Afghanistan in materia di prevenzione e contrasto al traffico illecito di stupefacenti, sostanze psicotrope e loro precursori, fatto a Roma il 2 giugno 2011”

 

Legge n. 131/16 del 14 luglio 2016 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2016, n. 67, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza. Proroga del termine per l'esercizio di delega legislativa (Decreto Missioni) Il decreto contiene disposizioni relative all’Afghanistan al Capo I, art. 2.

 

E' autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2016  e  fino  al  31 dicembre 2016, la spesa di euro 179.030.323 per la partecipazione  di personale  militare  alla  missione  della NATO in Afghanistan, denominata Resolute Support Mission (RSM), di cui alla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 2189 (2014), e per  la proroga della partecipazione alla missione EUPOL Afghanistan, di cui all'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 30 ottobre 2015, n.  174, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 dicembre 2015, n. 198. 

 

ed al Capo II, art. 1 (Iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione).

 

1. E' autorizzata, a decorrere dal 1° gennaio 2016  e  fino  al  31 dicembre 2016, a spesa  di  euro 90.000.000  a  integrazione  degli stanziamenti di cui all'articolo 8, comma 2, lettera c) della  legge 11 agosto 2014, n.  125,  per  iniziative  di cooperazione  volte  a migliorare le condizioni di vita della popolazione e dei rifugiati  e a sostenere la ricostruzione civile in favore di Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia, Repubblica Centrafricana, Iraq,  Libia,  Mali,  Niger, Myanmar, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Yemen e, in relazione all'assistenza  dei  rifugiati,  dei  Paesi  ad  essi limitrofi,  nonché  per   contribuire a   iniziative   europee   e multilaterali in materia di migrazioni e sviluppo.

 

Le relazioni bilaterali italo-afghane si sviluppano entro la cornice rappresentata  dall'Accordo bilaterale di partenariato di lungo periodo firmato a Roma il 26 gennaio 2012 dal Presidente del Consiglio italiano Monti e dal Presidente afghano Karzai e ratificato con la L. 239/2012, che riconduce ad un quadro unitario la cooperazione svolta dall’Italia nei vari settori.

 

XVI LEGISLATURA

Incontri del Presidente

Il 26 gennaio 2012 il Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, ha ricevuto il Presidente dell’Afghanistan  Hamid Karzai, in visita ufficiale in Italia[3].

 

Nel corso dell’incontro è stato trattato l’andamento dei rapporti bilaterali e le loro prospettive alla luce dell’Accordo di Partenariato[4] che il Presidente afghano ha firmato nel corso della visita ufficiale. Karzai ha ricordato l’impegno ed il sacrificio dei militari italiani per stabilizzare il Paese ed ha espresso grande fiducia nelle possibilità di cooperazione future. Il Presidente Fini ha ricordato le sue visite al contingente italiano di stanza ad Herat ed ha espresso soddisfazione per i risultati ottenuti nel campo della sicurezza. Resta da risolvere il difficile nodo della pacificazione interna, obiettivo che può essere realizzato solo attraverso il dialogo con i talebani ed il coinvolgimento di tutti i principali attori della regione, compresa la Turchia e l’Arabia Saudita. Karzai ha invitato l’Italia a promuovere maggiori investimenti nel Paese, e Fini ha ricordato che un potenziamento delle relazioni economiche passa attraverso un miglioramento della fiducia reciproca, fiducia che può essere rafforzata attraverso i rapporti parlamentari, il rispetto dello stato di diritto e dei rapporti umani. Karzai ha infine ricordato come, anche grazie all’Italia, l’Afghanistan abbia compiuto notevoli progressi nell’organizzazione del suo quadro giuridico e giudiziario. Spetta agli imprenditori italiani intervenire con tempestività per cogliere le opportunità che il Paese con le sue risorse può offrire.

 

Il 1° ottobre 2010, il Presidente Fini ha indirizzato un messaggio di saluto al meeting di “Alliance of Democrats” che si è tenuta presso la Camera dei deputati. Al meeting, intitolato “Sicurezza, Sviluppo e Democrazia”, ha partecipato anche il Capo del Consiglio di Sicurezza dell’Afghanistan, Rangeen Dafdar Spanta, il quale ha tenuto un intervento dal titolo: “Afghanistan, abbiamo bisogno di un aumento della presenza civile e militare?”. Al convegno ha inoltre partecipato la parlamentare Shukria Barakzai.

 

Il 2 giugno 2010, il Presidente Fini si è recato ad Herat presso il contingente militare italiano in Afghanistan, in occasione della Festa della Repubblica italiana. Il Presidente Fini si era già recato ad Herat il 22 dicembre 2008, per rendere visita al contingente militare italiano. In tale occasione il Presidente della Camera era accompagnato dall’on. Gianfranco Paglia (PdL) e dall’on. Rosa Maria Villecco Calipari (PD).

 

Una delegazione di parlamentari italiani, guidata dal Vice Presidente, on. Maurizio Lupi, e composta da otto deputati, Aldo Di Biagio (PDL), Gregorio Fontana (PDL), Gianfranco Paglia (PDL), Luciana Pedoto (PD), Caterina Pes (PD), Manuela Repetti (PDL), Ettore Rosato (PD), Francesco Tempestini (PD) si è recata in visita in Afghanistan dal 2 al 5 maggio 2009. La delegazione ha visitato le province di Herat e Farah. In particolare, la delegazione ha visitato l’Ospedale pediatrico di Herat e la sede del Regional Command – West, accolta dai gen. Castellano e Bartolini. La delegazione ha partecipato anche alla cerimonia di posa della prima pietra della “guest house” che verrà costruita a beneficio dei genitori dei bambini in cura presso l’ospedale. Nel corso della visita, Lupi e gli altri deputati sono stati informati dell’incidente che ha causato la morte accidentale di una bambina afghana nei pressi di Camp Arena[5]. L’on. Lupi ha espresso alle autorità afghane presenti il profondo cordoglio della delegazione. Successivamente la delegazione si è recata a Farah, nell’ovest dell’Afghanistan, per visitare  una base militare che ospitava 150 paracadutisti.

 

Si ricorda che l’on. Margherita Boniver (PDL), Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Shengen, di vigilanza sull’attività dell’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, era stata  incaricata di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan ed il Pakistan per la XVI legislatura.

 

Incontri delle Commissioni

Una delegazione della Commissione Esteri della Camera guidata dall’on. Stefano Stefani, Presidente della Commissione, e composta dagli onn. Margherita Boniver (PdL), Leoluca Orlando (IdV) e Francesco Tempestini (PD) ha effettuato una missione in Afghanistan dal 22 al 24 giugno 2010.

 

La missione, che ha avuto un prosieguo in Pakistan, aveva lo scopo di riaffermare l’importanza della stabilità regionale quale chiave per arrivare ad una soluzione del conflitto afgano.

In Afghanistan la delegazione ha incontrato il Ministro degli Esteri, Zalmay Rassoul, con il quale sono state affrontate le prospettive della presenza internazionale nel Paese, nell’esigenza di un approfondimento della cooperazione civile indirizzata al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Il Ministro Rassoul ha insistito sulla necessità che alle operazioni militari, cui sta iniziando a contribuire anche l’esercito afgano, faccia seguito la costituzione di un’amministrazione funzionante al servizio dei cittadini che possa prevenire il ritorno dei talebani. Da parte sua, il Presidente Stefani ha affermato che è necessario dare concrete speranze di vita e di benessere alla popolazioni, senza le quali è difficile garantire una transizione graduale alle forze afgane delle responsabilità di governo e di sicurezza del territorio.

La delegazione ha inoltre visitato il quartier generale ISAF a Kabul. La delegazione è stata ricevuta dal gen. Claudio Mora, rappresentante italiano presso l’ISAF, il quale ha riferito alla delegazione l’evoluzione strategica in atto sul territorio afgano. Successivamente, la delegazione è stata ricevuta dal Presidente della Wolesi Jirga, Mohammad Younus Qanooni, il quale si è soffermato sull’esigenza di un rafforzamento del potere legislativo nell’ordinamento istituzionale afgano. L’on. Boniver, rappresentante del Presidente Fini per le relazioni parlamentari con Afghanistan e Pakistan, ha offerto al Presidente della Wolesi Jirga la più ampia disponibilità della Camera nell’ambito della ricostruzione civile e democratica del Paese. La delegazione ha infine incontrato il Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Rangeed Dafdar Spanta. Nel corso del colloquio è stato affrontato il contesto regionale della crisi afgana, con particolare riguardo al ruolo del Pakistan.

 

Una nutrita delegazione di giornalisti afghani, rappresentativi delle principali testate operanti nel Paese, si è recata in visita in Italia dal 14 al 20 marzo 2010 per partecipare ad un Forum organizzato dal Ministero degli Affari Esteri. Obiettivo del Forum dedicato ai giornalisti afghani è stato di far conoscere loro in modo più approfondito la presenza dell’Italia in Afghanistan soprattutto sul versante della ricostruzione civile. Nel corso della visita in Italia, la delegazione ha incontrato il 16 marzo alla Camera il Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Stefano Stefani, e successivamente il Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’accordo di Shengen, on. Margherita Boniver, incaricata di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan. Il 17 marzo la delegazione ha incontrato gli Uffici di Presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, delle Commissioni Esteri e Difesa.

I colloqui sono stati incentrati sull’impegno italiano per la ricostruzione del Paese, sull’inscindibile rapporto tra democrazia e sicurezza, sul contributo di media liberi per la crescita della società. La delegazione, oltre agli incontri presso il Ministero degli Esteri, ha anche potuto visitare alcune delle testate giornalistiche operanti nel nostro Paese.

 

Il 25 maggio 2009, l’on. Margherita Boniver (PDL), Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Shengen, di vigilanza sull’attività dell’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, nonché incaricata di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan, ha ricevuto la visita del Governatore della provincia afghana di Herat, Yusuf Nouristani. Nouristani è stato ascoltato anche dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera riunite il 27 maggio 2009.

La visita in Italia del Governatore, accompagnato da esponenti della società civile ed imprenditori, ha avuto come scopo quello di presentare la situazione economica della provincia di Herat al fine di sollecitare investimenti italiani che possano contribuire al consolidamento economico dell’area. Fra i settori in cui è stata chiesta la cooperazione, si segnalano la lavorazione del marmo, lo sviluppo della coltivazione dell’olivo.

Dal 19 al 21  aprile 2009 si è avuta la visita a Roma di una delegazione di Governatori afgani, composta da Habiba Sarabi, Governatore del Bamiyan, e da Rohul Amin, Governatore del Farah (il nuovo Governatore della Provincia di Khost, Hamidullah Qalandarzai, che avrebbe dovuto far parte della delegazione, non ha potuto  partecipare all’incontro). Il 20 aprile la delegazione è stata ricevuta dall’on. Margherita Boniver (PDL), Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Shengen, di vigilanza sull’attività dell’Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione, nonché incaricato di coordinare i rapporti parlamentari con l’Afghanistan, e dal sen. Mauro Del Vecchio (PD). Il 21 aprile 2009 la delegazione è stata ricevuta dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera.

Nel corso della visita, sono stati trattati i temi della sicurezza e della ricostruzione del Paese. In particolare è stato evidenziato il ruolo dell’Italia, che è stato uno dei primi Paesi occidentali a riaprire la propria ambasciata e sta svolgendo un lavoro proficuo nel campo della sicurezza e  della formazione delle istituzioni giudiziarie. Da entrambe le parti è stata evidenziata la necessità di non abbassare la guardia nei confronti dei produttori e dei trafficanti di oppio, anche in considerazione dei vantaggi che traggono i talebani dal commercio di stupefacenti. Dal punto di vista della sicurezza, è stato trattato in particolare l’suo degli elicotteri nella lotta al terrorismo e l’eventualità di un potenziamento dell’impegno militare italiano nell’Afghanistan, sollecitato, insieme ad un maggiore impegno finanziario, dai Governatori afghani. I due Governatori si sono inoltre dimostrati favorevoli nei confronti del tentativo promosso dal Presidente Karzai di avviare un dialogo con le frange moderate dei talebani, purché questi accettino la Costituzione in vigore nel Paese.

La delegazione ha accolto con favore la decisione del Governo italiano di inviare rinforzi per garantire il corretto svolgimento delle elezioni presidenziali previste per il 20 agosto 2009. ed ha infine ricordato come la popolazione afghana non ami i talebani e sia portata a schierarsi con loro solo in mancanza di alternative. Per scongiurare quindi tale eventualità, è necessario che la comunità internazionale continui nel suo sforzo di ricostruzione del Paese, nella consapevolezza che gli afghani non possono farcela da soli. 

 

Il Presidente del Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, On. Margherita Boniver, ha incontrato il 24 novembre 2008 la Responsabile del programma dei diritti delle donne per Action Aid in Afghanistan, sig.ra Nasima Rahmani.

 

Nel corso dell’incontro sono stati trattati i temi della stabilizzazione nel Paese, della presenza di truppe straniere e della condizione femminile. L’on. Boniver ha giudicato ancora prematura l’ipotesi di ritiro delle truppe straniere ed ha ricordato la riapertura dell’Ambasciata italiana a Kabul quale segnale positivo verso una normalizzazione della situazione. La crisi economica che sta attanagliando tutto il mondo, ha ricordato Boniver, avrà sicuramente ripercussioni negative anche sull’Afghanistan.

 

Si segnala che il 15 maggio 2009 si era costituito, presso la Wolesi Jirga, un Comitato di Amicizia interparlamentare, composto dagli onn. Khudainazar Sarmchar, Obaidullah Halali, Sayed Dawood Hashemi, sig.ra Shukriya Barakzai, sig.ra Hawa Alam Nurestani, sig.ra Faoziya Roofi, sig.ra Homeyra Akakhil, Mohammad Esmail Safdari, Mohammad Aref Noorzai.

 

 


Profili della condizione femminile in Afghanistan
(a cura del Servizio Studi della Camera)

Gli sforzi congiunti del governo, della Comunità internazionale e delle organizzazioni locali della società civile, hanno portato a progressi sostanziali per le donne e le ragazze afgane, anche in termini di istruzione, partecipazione politica e ruolo nell’economia. L’empowerment delle donne è ritornato ad essere una questione cruciale per l'Afghanistan dopo anni di oblio legati ad emergenze politiche, economiche e di sicurezza. Il National Unity Government (NUG) si è impegnato per l’empowerment delle donne, per l’eradicazione della violenza contro le donne e per il cambiamento di una mentalità sociale sessista, riconoscendo, inoltre, che se non verrà istituzionalizzata la parità dei diritti delle donne, il paese non sarà mai in grado di stabilizzarsi e svilupparsi in modo sostenibile.

Nel paese asiatico ci sono più donne che ricoprono posizioni di potere che in qualsiasi altro momento della storia: 27,7% dei seggi della Camera bassa (Wolesi Jirga) del Parlamento afghano sono occupati da donne, quattro ministeri e la Commissione indipendente afghana per i diritti umani sono guidati da donne e tre donne sono state nominate ambasciatrici.

L'Afghanistan si è dotato di un piano d'azione nazionale per l'attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1325/2000 su donne, pace e sicurezza, prova di un impegno a promuovere le donne come partecipanti nella leadership e nella costruzione della pace.

Nonostante l’ambiziosa tabella di marcia del governo per raggiungimento della parità di genere e nonostante il sostegno di UN Women, la strada da percorrere è ancora lunga. Le donne e le ragazze in Afghanistan continuano a subire discriminazioni persistenti, violenza, molestie di strada, matrimoni forzati e infantili, severe restrizioni in materia di lavoro e studio fuori casa, nonché un accesso limitato alla giustizia. Studi riportano che l’87% delle donne in Afghanistan nel corso della vita subisce violenza fisica, sessuale o psicologica nel corso della vita, mentre ben il 62% sperimenta più forme di violenza. I sistemi di giustizia tradizionali continuano a lavorare contro i diritti delle donne, minando la riforma giuridica formale, e le donne che cercano aiuto per sfuggire alla violenza spesso affrontare l'indifferenza o sanzioni penali per aver commesso crimini morali.

La legge per l’eliminazione della violenza contro le donne, approvata con decreto del Presidente nel 2009, ha il potenziale per contribuire a migliorare l'accesso delle donne alla giustizia, a condizione che sia effettivamente applicata. Il governo ha approvato l’Anti-Harassment Regulation and Family Law ora in fase di attuazione, col supporto di UN Women.

La partecipazione delle donne al mondo del lavoro è in costante aumento dal 2001, raggiungendo il 19% nel 2016. Tuttavia, sebbene circa il 64% degli afghani concordi sul fatto che alle donne dovrebbe essere permesso lavorare fuori casa, esse devono ancora affrontare una moltitudine di barriere, comprese le restrizioni, le molestie, la discriminazione e la violenza, così come gli ostacoli pratici quali la mancanza di esperienza di lavoro, di competenze specifiche e di istruzione. Il tasso di alfabetizzazione delle donne in Afghanistan è del 17%, ma vi sono province che lo vedono attestarsi al di sotto del 2%.

Sul versante della salute, va rilevato che oltre il 57% della popolazione vive ad un'ora di cammino da una struttura sanitaria, il che consente a molti afgani di potersi  rivolgere a un medico. Dal 2003 ad oggi il numero delle ostetriche formate presenti alla nascita è più che triplicato, con conseguente riduzione dei tassi di mortalità materna da 1.600 ogni 100.000 nati vivi nel 2002 a 396 nel 2015. Anche il tasso di fertilità si è  drasticamente ridotto, scendendo a 5.1 figli per donna e crollando ulteriormente a 2,8  per le donne con livelli più elevati di istruzione. I costi di accesso alla sanità, tuttavia, sono troppo elevati per molte famiglie afgane e del tutto fuori portata per molte altre: da qui la rinuncia delle donne ad accedere alle prestazioni sanitarie.

Con una popolazione che, nella misura del 63% ha un’età inferiore ai 24 anni, e con una stima di 400.000 nuovi lavoratori sul mercato ogni anno per il prossimo decennio l’Afghanistan è uno dei paesi più giovani del mondo. Gli studenti iscritti a scuola sono più di 8 milioni, e tra questi oltre 2,5 milioni sono bambine alla crescita culturale delle quali il perseverare dello stigma contro l’istruzione femminile e il crescente impatto dell’estremismo violento pongono sfide crescenti.

Nell’attuale fase politica e di sicurezza sono sempre possibili eventi suscettibili di avere un impatto negativo se alle donne non sarà garantita una partecipazione attiva; si tratta di elezioni, negoziati di pace, nonché dell’impegno generale nella governance e nel governo a livello nazionale e subnazionale. In tali contesti è necessario preservare le conquiste sin qui realizzate creando resilienza nelle istituzioni responsabili per l'agenda di genere dell'Afghanistan.

 

 

 

Il Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afgane[6]

 

È stato ricostituito nella XVII legislatura il Gruppo di contatto con le donne afghane, già costituito ed operante nella XIV legislatura.

Il Gruppo è coordinato dalla Vice Presidente Marina Sereni (PD) e composto dalle deputate Deborah Bergamini (FI-PdL), Donatella Duranti (SEL), Marta Grande (M5S), Pia Elda Locatelli (Misto-PSI-PLI) e Gea Schirò Planeta (SCI).

 

Nella XVII legislatura ha svolto le seguenti attività:

 

Seminario “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane”

Il 28 novembre 2013, il Gruppo di contatto ha tenuto, presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati, di un Seminario dal titolo: “Afghanistan 2014, anno di svolta: bilancio e prospettive per le donne afghane”, organizzato dalla Vice Presidente della Camera dei Deputati, on. Marina Sereni, nella qualità di coordinatrice del Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afghane, insieme alle altre componenti del Gruppo medesimo: le deputate Deborah Bergamini, Donatella Duranti, Marta Grande, Pia Elda Locatelli e Gea Schirò.

Hanno partecipato per il Parlamento afghano: le deputate Shukria Barakzai, Presidente della Commissione Difesa della Wolesi Jirga,  Nilufar Ibrahimi, della Commissione Sanità, Attività Sportive, Giovani e Lavoro, Raihana Azad, della Commissione per la Società Civile, i Diritti Civili e le pari opportunità. La delegazione afghana era guidata da Fawzia Habibi, Vice Ministro per gli Affari femminili dell’Afghanistan.

Il Seminario si articolava nelle sessioni:

I sessione: Progressi e criticità dal punto di vista delle istituzioni

II sessione: Progressi e criticità dal punto di vista della società civile

 

Ha aperto la prima sessione dei lavori che ha valutato progressi e criticità dal punto di vista delle istituzioni, la Vice Presidente e coordinatrice del Gruppo, Marina Sereni, e sono intervenute la Ministra degli Affari esteri, Emma Bonino, e la Vice Ministra per gli Affari femminili dell’Afghanistan, Fawzia Habibi.

Nella seconda sessione, dedicata a progressi e criticità dal punto di vista della società civile, sono interventure Maliha Malikpour, del Women’s rights office di ActionAid Afghanistan, Emanuele Giordana, portavoce della Rete Afgana, e Luisa Del Turco, esperta in politiche di genere e cooperazione internazionale.

Ha coordinato i lavori l’inviata Rai Lucia Goracci.

Ha altresì partecipato l’onorevole Federica Mogherini.

 

La delegazione afghana si trovava in Italia dal 25 al 30 novembre 2013, su invito dell’organizzazione non governativa ActionAid, per un progetto a favore delle donne denominato: Stop alla violenza contro le donne (approccio integrato per la riduzione della violenza contro le donne in Afghanistan), che comprendeva, oltre al Seminario parlamentare, i seguenti eventi:

·      la partecipazione ai lavori del Seminario del Gruppo Speciale Mediterraneo dell’Assemblea parlamentare della Nato, ospitato a Montecitorio, il 25 novembre 2013,

·      una audizione informale da parte dei Comitati permanenti della Commissione Affari esteri, sull’Agenda post-2015, la cooperazione allo Sviluppo e il Partenariato pubblico-privato e diritti umani, il 26 novembre 2013 alle ore 10

·      un incontro con la Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Laura Boldrini, il 28 novembre alle ore 14.

 

Il programma di Institution Building

Dal 25 al 28 maggio 2015 si è svolto presso la Camera dei deputati, a Palazzo Montecitorio, il Corso di Formazione per funzionari parlamentari afghani organizzato dalla Camera dei Deputati in collaborazione con la LUISS - Libera Università Internazionale delle Scienze Sociali Guido Carli, con il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Si tratta del primo appuntamento del Programma di Institution Building promosso dalla Camera dei deputati italiana nella legislatura.

Il progetto, fortemente voluto dalla Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, e dalla vice Presidente e coordinatrice del Gruppo di contatto con le donne afghane, Marina Sereni, nonché dalle componenti del Gruppo, le deputate Deborah Bergamini, Donatella Duranti, Marta Grande, Pia Elda Locatelli e Gea Schirò, intende contribuire al rafforzamento delle capacità istituzionali del Parlamento afghano, in attuazione di quanto previsto dall’Accordo di Partenariato e Cooperazione bilaterale di lungo periodo, firmato a Roma nel gennaio 2012, che prevede un versante di sostegno al rafforzamento del ruolo e della capacità del Parlamento afgano.  Il progetto ha consentito ai partecipanti di conoscere in modo approfondito il funzionamento della Camera dei deputati italiana in tutte le sue articolazioni: dal settore legislativo a quello della documentazione, inclusa una visita alla Biblioteca della Camera, dall’ambito amministrativo a quello informatico.  Hanno partecipato al progetto sei funzionari della Wolesi Jirga, la Camera Bassa afghana, metà dei quali donne, in linea con una delle priorità dell’azione italiana verso l’Afghanistan, costituita dalla promozione dei diritti di genere ed il miglioramento della condizione femminile, linea fortemente sostenuta dalla Presidente Boldrini e finalità primaria dell’attività del Gruppo di contatto.

 

Attività del Gruppo di contatto nelle precedenti legislature

Nella XIV legislatura il Gruppo era coordinato dall’onorevole Paola Manzini, Questore della Camera, e si era distinto per aver promosso due eventi di grande rilievo:

 

1) La Conferenza internazionale a favore delle donne afgane, Roma, 28 novembre 2002 

Il Gruppo di contatto delle deputate italiane con le donne afgane, coordinato dall’onorevole Paola MANZINI, Questore della Camera dei Deputati nella XIV legislatura, ha promosso, sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Camera, una  Conferenza internazionale, che si è svolta a Roma, presso la Camera dei Deputati , il 28 novembre 2002.

L’iniziativa ha costituito un’occasione per incontrare le donne afgane, tra cui Habiba SARABI e Sima SAMAR.

La Conferenza si è aperta con un indirizzo di saluto del Presidente della Camera, on. Casini, cui hanno fatto seguito gli interventi della coordinatrice del Gruppo di contatto con le donne afgane, on. Paola Manzini, dell’allora Ministro degli Affari Esteri, on. Franco Frattini[7], del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, on. Margherita Boniver, del dottor Mario Serio, Capo Gabinetto del Ministro per le pari opportunità, che ha portato un saluto del ministro, on. Stefania Prestigiacomo, e dell’on. Luana Zanella, componente del Gruppo di contatto con le donne afgane.

I lavori della Conferenza si sono articolati in due sessioni.

Nella prima sessione, dedicata al tema:”La ricostruzione dell’Afghanistan”, sono intervenute le on. Monica Baldi e Laura Cima, le giornaliste Nicoletta Tamberlich, Tiziana Ferrario, Giuliana Sgrena e Mimosa Martini, nonché, per la parte afgana, Orzala Ashraf, Presidente della ONG HAWCA (Humanitarian Assistance for Women and Children in Afghanistan), Hakemah Mashal, operatrice sociale. La sessione è stata conclusa dall’intervento dell’allora Ministro per gli affari femminili afghano, Habiba Sarabi.

Vi è stato quindi un incontro della delegazione delle donne afgane con il giudice della Corte Costituzionale italiana, Fernanda Contri, in cui sono intervenute l’on. Paola Manzini, il Ministro Habiba Sarabi, la direttrice del Dipartimento legale per gli affari femminili, Parwin Rahemi, la Presidente del Tribunale dei minori afgano, Anisa Rassoli, la Presidente della ONG HAWCA, Orzala Ashraf, e Hakemah Mashal.

Nella seconda sessione, dedicata al tema: “La democratizzazione dell’Afghanistan”, sono intervenute le on. Marina Sereni, Franca Bimbi ed Alberta De Simone, nonché la deputata al Parlamento europeo Fiorella Ghilardotti. Sono quindi intervenute le delegate afghane Tahmeena Faryal, rappresentante dell’ONG RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), Shafeeqa Habibi, giornalista e membro dell’Association New Afghan Women e della Commissione di stato per la Televisione e la Radio, Hangamah Angari, avvocato e funzionario di UN-Habitat, e il Ministro Habiba Sarabi .

L’allora Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri, on. Mario Baccini, ha svolto un intervento conclusivo.

 

A seguito della Conferenza, la Camera dei deputati ha stanziato la somma di 20.000 euro per approvvigionamento idrico a favore di due scuole per bambine in Afghanistan.  I fondi sono stati destinati alle scuole di Ghazi Adeh e Deh Dana a Kabul /distretto n. 7.

 

2) La missione in Afghanistan di una delegazione del Gruppo di contatto, 1° al 5 maggio 2005

Una rappresentanza del Gruppo di Contatto, coordinata dall’On. Paola Manzini, si è recata in Afghanistan dal 1° al 5 maggio 2005 per rinsaldare i vincoli di amicizia tra deputate italiane e donne afgane e per sostenere le donne afgane in vista del successivo svolgimento delle elezioni parlamentari, le prime dalla fine della guerra.

Della delegazione facevano parte, oltre all’onorevole Paola Manzini (DS),  Questore della Camera e Coordinatore del Gruppo di contatto con le donne afgane, le onorevoli Monica Baldi (FI), Giovanna Bianchi Clerici (Lega nord), Dorina Bianchi (Margherita), Carla Castellani (AN), Elettra Deiana (Rifondazione comunista), Anna Maria Leone (UDC), Elena Montecchi (DS) e Luana Zanella (Misto-Verdi).

Durante la visita, la delegazione ha incontrato il Presidente della Repubblica, Hamid Karzai, il Ministro per gli Affari Femminili, Massouda Jalal, il Ministro dell’Istruzione, Noor Mohammad Qarqeen, e la Presidente della Commissione per i Diritti Umani, Sima Samar. Il gruppo è stato anche ricevuto in visita di cortesia dall’ex re Mohammad Zahir. La delegazione ha inoltre visitato la radio femminile “Voice of Afghan Women” e ha incontrato donne afgane candidate alle elezioni parlamentari svoltesi il 18 settembre 2005. Il Gruppo di contatto aveva inoltre espresso l’intenzione di incontrare una delegazione di donne parlamentari, dopo lo svolgimento delle elezioni parlamentari in Afghanistan.

 

Successivamente alla missione in Afghanistan del Gruppo di contatto, il Collegio dei deputati Questori della Camera dei Deputati ha deliberato, in data 15 dicembre 2005, di stanziare ulteriori 15.000 euro da destinare al sostegno del diritto all’istruzione delle alunne di due scuole femminili di Ghazi Adeh e Deh Dana a Kabul /distretto n. 7.

 

Nella XV legislatura, il Presidente della Camera Fausto Bertinotti conferì alla Vice Presidente Georgia Meloni l’incarico di coordinare l’attività del Gruppo di Contatto delle deputate italiane con le donne afghane.

In tale veste la Vice Presidente Giorgia Meloni effettuò i seguenti incontri:

·      il 14 febbraio 2007, con la Vice Presidente della Camera del Popolo, Fauzia Kofi, venuta in Italia, insieme ad una delegazione di donne afghane, esponenti del Parlamento e di altre istituzioni, nonché dell’imprenditoria, della magistratura e della società civile, per partecipare, il 16 febbraio, ad un Conferenza organizzata dal Ministero degli Affari Esteri sul Tema “Afghanistan. Democrazia, giustizia e sviluppo: il ruolo delle donne”. In tale occasione la Vice Presidente afgana ha elogiato il ruolo giocato dall’Italia nella ricostruzione dell’Afghanistan, considerandolo essenziale, soprattutto nel settore giuridico. La condizione nella donna ha subito miglioramenti negli ultimi anni, dal momento che è stata garantita la presenza femminile nel Governo e nel Parlamento. Tuttavia, molte donne afgane ancora sono vittime di abusi, si verificano molti suicidi e spesso sono costrette a lavori inadeguati. La Kofi ha infine chiesto il miglioramento delle relazioni parlamentari, incontrando il favore dell’on. Meloni.

 

·      Il 25 maggio 2006, ha ricevuto insieme al Vice Presidente Carlo Leoni  la deputata afgana Malalai Joya; all’incontro erano presenti anche le onorevoli Elettra  Deiana e Marisa Nicchi e le senatrici Silvana Pisa e Tiziana Valpiana. Nel corso dell’incontro, la deputata Malalai ha fatto appello all’impegno, condiviso anche dai parlamentari italiani, a lottare contro i fondamentalismi, e ha ricordato che l’obiettivo della sua visita era di informare il governo italiano sulle questioni più importanti relative alla situazione politica afgana. Ha nuovamente denunciato il ruolo che i narcotrafficanti rivestono nel Paese ed ha parlato dell’aggressione subita nel Parlamento afgano pochi giorni prima. La Malalai ha poi richiamato l’attenzione sulla drammatica situazione sociale del paese dove 700 bambini e 50-60 donne al giorno muoiono per mancanza di assistenza sanitaria. La sua voce, ha sostenuto la deputata afgana, è quella del suo popolo che l’ha ampiamente sostenuta eleggendola al Parlamento, e di quanti credono ancora nella democrazia e nella libertà ma hanno difficoltà ad emergere in un quadro dominato dai talebani, sostenuti da al-Qaeda e dai fondamentalisti criminali dell’Alleanza del Nord, appoggiati dagli americani. La Malalai si è poi appellata ai presenti sostenendo che, se l’Europa e l’Italia vogliono sostenere i democratici afgani e aiutare il suo popolo, devono agire in maniera indipendente, al di fuori del quadro di Enduring freedom, ascoltando i bisogni e le speranze degli afgani.

 

Nella XVI legislatura il  Gruppo di contatto non era stato ricostituito.


Canada

 


(…)

 

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

 

Presidente della Camera dei Comuni

Geoff REGAN, dal 3 dicembre 2015

Presidente del Senato

George FUREY, dal 3 dicembre 2015

 

RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE

Ambasciatore in Canada:

Gian Lorenzo CORNADO,
dal 2 aprile 2013

Ambasciatore in Italia:

Peter McGOVERN, dal luglio 2013

 

XVII LEGISLATURA

 

Parlamentari eletti all’estero

Nell’ambito della Ripartizione America settentrionale e centrale, è stata eletta l’on. Francesca La Marca (PD), residente a Toronto, Canada.

 

Corrispondenza

Invitata a svolgere una visita in Canada, la Presidente Boldrini ha accolto l’invito da fissare in data successiva allo svolgimento delle elezioni canadesi (19 ottobre 2015).

La Presidente della Camera dei Deputati, on. Laura Boldrini, ha inviato, il 12 luglio 2013, allo Speaker della Camera dei Comuni, Andrew Scheer, una lettera di cordoglio per il grave incidente ferroviario di Lac-Mégantic.

 

 

Incontri bilaterali

Il 28 gennaio 2016, il Vice Presidente Di Maio ha incontrato l’Ambasciatore del Canada, Peter McGovern.

L'8 settembre 2014, la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha incontrato lo Speaker della Camera dei Comuni del Canada Andrew Scheer.

Il 2 settembre 2013, il Presidente del Senato canadese, Noël Kinsella, è stato ricevuto dal Vice Presidente della Camera, Luigi Di Maio.

Nella XVI legislatura, il 15 ottobre 2009, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, aveva incontrato il Presidente Kinsella e il Presidente dell'Assemblea Nazionale del Québec, Yvon Vallieres.

 

Commissioni

Il 15 aprile 2014, il Vice Presidente della Commissione Affari esteri, Andrea Manciulli, ha ricevuto una Delegazione di parlamentari canadesi, membri del Gruppo interparlamentare di amicizia Europa-Canada, guidata dall’on. David Tilson.

Il 18 dicembre 2013, il Vice Presidente della Commissione Affari Esteri, Andrea Manciulli, ha incontrato il Ministro delle Relazioni internazionali del Québec, Jean-François Lisée.

 

Nella XVI legislatura, l’allora Ministro delle Relazioni internazionali e Ministro responsabile della Francofonia del Quebec, on. Monique Gagnon-Tremblay aveva effettuato due missioni in Italia incontrando il 23 giugno 2011, il Presidente della Commissione Affari esteri, on. Stefano Stefani, e il 14 ottobre 2010, il Vice Presidente della Commissione Affari Esteri, on. Franco Narducci.

 

 

Attività legislativa

 

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sicurezza sociale tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Canada, fatto a Roma il 22 maggio 1995, con Protocollo aggiuntivo, fatto a Roma il 22 maggio 2003.

 

Legge n. 93/15 del 16 giugno 2015, GU n. 154 del 6 luglio 2015.

 


 

 

Cooperazione multilaterale

Il Canada invia proprie delegazioni parlamentari alle Assemblee parlamentari della NATO e dell’OSCE. Nel 2001 il Canada ha ospitato, ad Ottawa, la 47ma Sessione annuale dell’Assemblea parlamentare della NATO e dal 13 al 17 novembre 2006 ha ospitato a Quebec la 52ma Sessione annuale dell'Assemblea NATO.

La senatrice Raynell Andreychuk ha partecipato ai lavori del Gruppo Speciale per il Mediterraneo della NATO che si è tenuta a Firenze dal 25 al 26 novembre 2015.

Nell’ambito dell’Assemblea NATO, dal 30 aprile al 3 maggio 2014 si è svolta una missione a Vancouver e Victoria cui hanno partecipato gli onorevoli Paolo Alli e Andrea Causin e la sen. Cristina De Pietro. I parlamentari hanno avuto incontri: all’Università del British Columbia per discutere di difesa e sicurezza nella regione Asia Pacifico e delle risorse energetiche non convenzionali del Canada; all’Assemblea legislativa del British Columbia, e infine hanno svolto una visita al Port Metro di Vancouver e alla Base navale Esquimalt.

 

Dal 17 al 21 ottobre 2008 il Canada ha ospitato a Toronto la Riunione autunnale dell'Assemblea parlamentare dell'OSCE.

 

Dimensione parlamentare del G8

Il Canada partecipa alla dimensione parlamentare del G8. L’ultima riunione ha avuto luogo a Tokyo  dall’ 1 al 4 settembre 2016. La prossima riunione dovrebbe tenersi nel 2017 in Italia.

 

Cooperazione amministrativa

Il 25 settembre 2007 la Vice Direttrice del Servizio Rapporti interparlamentari e internazionali dell’Assemblea nazionale del Quebec, Dominique Drouin, ha incontrato, presso la Camera dei deputati, i responsabili del Servizio Rapporti internazionali e dell’Ufficio del Cerimoniale.

In occasione della visita in Italia di una delegazione del Senato canadese, il Segretario Generale del Senato canadese, Paul Bélise, ha incontrato il 10 ottobre 2006 il Segretario Generale della Camera dei deputati Ugo Zampetti.

Sul piano della cooperazione amministrativa in ambito G8, a seguito di un'indicazione ricevuta dai Presidenti, i responsabili dei servizi di sicurezza delle Camere Basse dei Paesi G8 si sono riuniti a Roma, il 21 e 22 novembre 2003, per confrontare le rispettive esperienze.

 

 

UIP

Nella XVII legislatura è sta designata a presiedere la sezione di amicizia Italia-Canada l’onorevole Francesca La Marca (PD), nata a Toronto.

Il 15 aprile 2014, la Presidente La Marca ha ricevuto una Delegazione di parlamentari canadesi, membri del Gruppo interparlamentare di amicizia Europa-Canada, guidata dall’on. David Tilson.

Il 18 dicembre 2013, l’on. La Marca ha incontrato il Ministro delle Relazioni internazionali del Québec, Jean-François Lisée, in visita in Italia.

Il Canada ha ospitato, dal 21 al 26 ottobre 2012, a Quebec City, la 127ma Assemblea dell’Unione interparlamentare.

 

 


Profili della condizione femminile in Canada
(a cura del Servizio Studi della Camera)

 

Il paese si colloca al 35°posto su 144 nel global gender gap 2016 index; il settore dove la parità è più in sofferenza è quello dell’empowerment politico (donne in Parlamento, donne Ministro, donne Capo di Stato) seguito da quello economico (tasso di occupazione, parità del compenso per pari lavoro, salari e stipendi annuali, figure apicali e manageriali); in controtendenza il dato relativo all’impiego in lavori professionali e tecnici dove le donne superano gli uomini spingendo il Canada al primo posto nel index 2016.

La parità di genere è un valore fondante dello Stato canadese, sancito dalla Carta dei diritti e delle libertà, che è parte della Costituzione. Parità di genere significa che le donne e gli uomini, in tutta la loro diversità, sono in grado di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita canadese, contribuendo ad una società inclusiva e democratica.

L'uguaglianza di genere, l'empowerment delle donne e delle ragazze e la promozione e protezione dei loro diritti sono pertanto  valori chiave in Canada, dove è radicata la consapevolezza che la promozione dell'uguaglianza di genere è un presupposto indispensabile per una crescita economica sostenibile, per il progresso sociale e per ogni forma di sviluppo culturale.

A tale scopo il paese ha promosso nel 1995, nell'ambito della ratifica della Piattaforma di Pechino delle Nazioni Unite, l'analisi di genere GBA (gender based analysis) e il governo ha adottato il piano federale per l'uguaglianza di genere, con l'impegno fondamentale di implementare l'analisi di genere in tutti dipartimenti e le agenzie federali. Tale impegno è stato recentemente rinnovato e il governo sta lavorando per rafforzarne l’attuazione.

La pagina web governativa dedicata al GBA presenta una sezione dedicata a sfatare alcuni “miti” in materia di inutilità di tale tipologia analitica che consente di cogliere una eco del dibattito nel Paese sull’utilizzo di indicatori di genere. Questi gli argomenti:

ü  la presunta parità di genere, esistente in Canada secondo alcune voci, è smentita dal fatto che le donne in media guadagnano 73,5 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini. Le donne sono più spesso vittime di violenza domestica e sessuale e continuano ad essere sottorappresentate nelle posizioni di leadership e decisionali, occupando solo il 10,3% delle posizioni nei boards. Ciò è particolarmente evidente per alcuni gruppi di donne quali quelle delle comunità del nord e rurali, più vulnerabili alla povertà, le donne aborigene più esposte alla violenza del partner e le donne immigrate, che sperimentano più alti tassi di disoccupazione;

ü  all’osservazione che, in una condizione di generale uguaglianza tra donne e uomini in Canada, l’analisi di genere GBA si applica solo a questioni femminili e rappresenterebbe una sorta di patrocinio per le donne, si replica che GBA è uno  strumento progettato per incrementare le capacità di analisi critica e per identificare potenziali impatti delle decisioni e delle situazioni; una volta che un problema è stato analizzato utilizzando il processo GBA, la diversità di genere può emergere come il fattore più rilevante ma tale fattore, in altri casi, potrebbe essere rappresentato da cultura, geografia, o da una combinazione di fattori capaci di mettere un particolare gruppo a maggior rischio;

ü  all’ osservazione che GBA abbia valore solo per i settori "sociali" il governo replica argomentando che tutte le politiche colpiscono persone e il fatto che le questioni di genere possano avere più risalto in alcune aree (ad esempio istruzione e sanità) e meno in altre (quali risorse naturali e difesa), non comporta che il genere non sia rilevante.

 

Il Canada è impegnato, altresì, nella promozione dell’eguaglianza di genere e dei diritti umani di donne e ragazza anche in ambito extradomestico, dove la promozione dell'uguaglianza di genere è al centro delle attività di assistenza internazionale e dove gli obiettivi per l'empowerment delle donne sono integrati nei programmi di cooperazione allo sviluppo e nei progetti finalizzati alla loro realizzazione. La protezione e la promozione dei diritti delle donne e delle bambine è una delle priorità della politica estera canadese e ne innerva il confronto con gli altri paesi e nei forum multilaterali.

Il Canada ha fortemente sostenuto la promozione della parità di genere e l'empowerment delle donne e delle ragazze come obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile ed è stato tra i primi paesi a firmare e ratificare la Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW).

All’interno dell’Onu, in ambito UNWomen, in Consiglio dei diritti umani e nelle altre sedi, il Canada supporta le risoluzioni che chiedono l'eliminazione della violenza contro le donne anche per quanto riguarda le ragazze, i delitti d'onore e l'eliminazione delle pratiche tradizionali o consuetudinarie dannose per la salute di donne e ragazze (tra cui la mutilazione genitale femminile). Il paese si è anche impegnato per garantire che reati sessuali e di genere fossero inclusi nel progetto di statuto della Corte penale internazionale.

Il Canada si è dotato di un piano d'azione nazionale piano d’azione nazionale per l'attuazione della risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza e successive risoluzioni.


Cina

 


(…)

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo

ZHANG DEJIANG (da marzo 2013)

 

Rappresentanze diplomatiche

Ambasciatore d’Italia a Pechino

Ettore Sequi (da agosto 2015)

 

Ambasciatore della RPC a Roma

 

LI RUIYU (dal 15 gennaio 2014)

 

I rapporti parlamentari tra le due Assemblee sono intensi ed in continuo sviluppo a partire dalla visita ufficiale in Cina dell’allora Presidente della Camera Violante (settembre 2000) nella XIII legislatura, che ha portato alla firma, nel 2001, di un Protocollo di cooperazione bilaterale tutt’ora in vigore (vedi infra).

 

XVII LEGISLATURA

 

Incontri bilaterali

 

Il 30 giugno 2015 la Presidente Boldrini ha incontrato l’Ambasciatore Ettore Sequi in vista dell’assunzione ufficiale del suo incarico di Ambasciatore d'Italia nella Repubblica Popolare Cinese

Il 15 ottobre 2014 la Presidente Boldrini ha incontrato il Primo Ministro, Li Keqiang. Tra i temi affrontati, la prossima ricostituzione della Commissione bilaterale di collaborazione; la comunità cinese in Italia e presenza degli studenti cinesi nelle università italiane. Nell'incontro si è discusso, inoltre, di sviluppo sostenibile e di sicurezza alimentare, temi di Expo2015 dove la Cina  allestirà uno dei padiglioni più estesi. All'incontro hanno preso parte anche il ministro degli affari esteri Wang Yi, l'ambasciatore cinese in Italia Li Ruiyu, e l'ambasciatore d'Italia a Pechino, Alberto Bradanini.

Il 4 marzo 2014, la Presidente Boldrini ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica popolare cinese, Li Ruiyu. Al centro del colloquio il rafforzamento della cooperazione bilaterale anche a livello parlamentare, la comunità cinese in Italia, il dialogo intercoreano e il ruolo della Cina.

Il 22 aprile 2016, a margine della riunione ASEP (vedi infra) ospitata dalla Mongolia, la Vicepresidente Marina Sereni ha incontrato Zhao Shaohua, Vice Presidente della Commissione Affari esteri della Assemblea Nazionale della Repubblica cinese. Al centro del colloquio i rapporti bilaterali e le relazioni Cina e UE (da entrambe le parti è stato espresso l’auspicio per una cooperazione sempre più forte tra Cina, UE e Italia; è stata altresì espressa soddisfazione per gli ottimi rapporti parlamentari il cui perno è rappresentato dal Protocollo di collaborazione parlamentare).

Il 6 novembre 2014 la Vicepresidente della Camera Marina Sereni ha incontrato il Vicepresidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese Zhang Ping, in visita in Italia dal 5 all’8 novembre a capo di una delegazione di 16 persone.

 

Commissioni

 

Il 22 giugno 2016 una delegazione della Commissione Affari legali dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Vice Presidente Zhang Haiyan, ha incontrato i deputati della Commissione Affari costituzionali, il Presidente della Commissione di collaborazione italo-cinese e Presidente della Commissione Attività produttive, Guglielmo Epifani e l’onorevole Edmondo Cirielli, componente della Commissione Affari esteri. I colloqui avevano come obiettivo l’approfondimento dei seguenti temi: il sistema politico e costituzionale in Italia, tutele giuridiche  e status dei militari italiani.

Dal 30 maggio al 4 giugno 2016 il Presidente della Commissione Affari sociali Mario Marazziti, insieme agli onorevoli Donata Lenzi e Giulia Grillo ha svolto una missione in Cina nel corso della quale hanno avuto incontri con i parlamentari cinesi sui temi sociali e sanitari. I parlamentari hanno anche incontrato alcuni funzionari della Food and Drugs Administration e alcuni componenti dell’Assemblea della Municipalità di Shanghai.

Il 24 maggio 2016 il Presidente Commissione Affari sociali, Mario Marazziti, ed alcuni membri della Commissione medesima hanno incontrato una delegazione della Conferenza Consultiva Politica Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Vice Presidente Chen Xiaoguang

L’11 novembre 2015 la Commissione d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione ha ricevuto una delegazione di funzionari dell’Ufficio legislativo del Congresso Nazionale del Popolo. La missione della delegazione cinese è avvenuta nell’ambito del progetto di cooperazione in materia di tutela della proprietà intellettuale attualmente in atto tra Unione Europea e Cina per contrastare il fenomeno della contraffazione e della pirateria. Nel corso della visita sono stati presentati alla delegazione il nostro sistema giuridico e le buone prassi adottati dall'Italia nella lotta alla pirateria e alla contraffazione.

Una delegazione della Commissione Affari interni e giudiziari dell’Assemblea Nazionale del Popolo cinese, guidata dal Vice Presidente Qin Guangrong è stata in visita alla Camera dei deputati il 7 maggio 2015, con l’obiettivo di ricevere una informativa circa le politiche sociali e legislative per gli anziani vigenti in Italia (è in atto in Cina la revisione della legislazione a tale riguardo). La delegazione ha incontrato l’onorevole Guglielmo Epifani, Presidente della Commissione di collaborazione italo-cinese e Presidente della Commissione Attività produttive e gli onorevoli Pierpaolo Vargiu, Presidente della Commissione Affari sociali, e Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato.

Il 4 febbraio 2015 il Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio Cicchitto, ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Li Ruiyu.

Il 19 novembre 2014 il Comitato permanente sui diritti umani, costituito in seno alla Commissione affari esteri, e presieduto da Mario Marazziti ha svolto un incontro informale con rappresentanti del Comitato centrale del Partito Comunista cinese in merito alla situazione nella Regione Autonoma del Tibet. La delegazione era guidata dal vice presidente della Chine Overseas Friendship Association, nonché vice presidente della China Association for Preservation and development of Tibetan Culture, sig. Si Ta.

Al centro del colloquio la questione tibetana, la libertà religiosa in Cina e il ruolo del Dalai Lama. Da parte cinese è stata ribadita la necessità che il Dalai Lama debba rinunciare “realmente” all’indipendenza per avviare un dialogo sul Tibet.

L’11 giugno 2014 la Vicepresidente della Camera, Marina Sereni, ha ricevuto una delegazione dell'International Campaign for Tibet (ICT), guidata dal Presidente Matteo Mecacci accompagnato dal dottor Vincent Metten, direttore dell'ufficio ICT di Bruxelles. Al centro del colloquio la consegna di una nota informativa contenente raccomandazioni sul Tibet che l'ICT vuol far pervenire al Parlamento italiano in vista del semestre di presidenza dell'Unione europea.

Il giorno successivo, Mecacci è intervenuto in un'audizione informale del Comitato permanente sui diritti umani della Commissione Esteri. Nel corso dell’incontro ha chiesto una posizione dell’Europa comune e più salda sulla Cina e presentato le 5 raccomandazioni con le quali si chiedono maggiori incontri dei governi con il Dalai Lama, accesso di ONG e giornalisti indipendenti nel Tibet, l'istituzione di uno Special Coordinator per il Tibet in Ue e un maggiore coinvolgimento delle Nazioni Unite.

Il 21 maggio 2014, il Comitato permanente sui diritti umani ha incontrato una delegazione della Conferenza Consultiva Politica della Regione autonoma del Tibet della Repubblica Popolare cinese. La delegazione cinese ha sottolineato i progressi della regione a partire dal sistema dei trasporti, dell’assistenza sanitaria e dell’istruzione, evidenziando l’impegno di Pechino in tal senso. Da parte italiana è stata tuttavia auspicata una soluzione condivisa alla questione tibetana e la necessità di rafforzare il dialogo e la fiducia tra le due parti.

Il 24 ottobre 2013 Mario Marazziti, Presidente del Comitato permanente e Lia Quartapelle, componente della Commissione affari esteri, hanno incontrato Palden Gyatso, monaco buddhista tibetano del Monastero di Drepung (Lhasa). Gyatso ha voluto testimoniare la difficoltà e la drammaticità delle condizioni dei monaci tibetani (sofferenze e torture subite), i duri contrasti e la conseguente repressione da parte cinese che hanno spinto alcuni monaci al sacrificio dell’immolazione. Ai parlamentari italiani è stato chiesto di attivarsi affinché sia mantenuta alta l’attenzione nei confronti dei monaci tuttora incarcerati dalle autorità cinesi (è stata presentata una lista di nomi) e di fare il possibile per la tutela del popolo e della cultura tibetana.

Il 22 ottobre 2013 il Comitato permanente sui diritti umani ha incontrato una delegazione della Commissione Affari etnici e religiosi della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese (CCPPC). Nel corso dell’incontro la parte cinese ha tenuto a sottolineare il costante miglioramento dei diritti umani in Cina e il rispetto delle minoranze etniche da parte del governo cinese. E’ stato altresì osservato che non esiste una questione tibetana ma che è il Dalai Lama a costituire un problema. Allo stesso tempo è stata stigmatizzata l’ingerenza da parte di altri paesi nelle questioni interne cinesi.

 

 

Protocollo di collaborazione

 

E’ in vigore un Accordo di collaborazione parlamentare tra Italia e Cina, sottoscritto nel 2001. Esso prevede la costituzione di una Commissione parlamentare di collaborazione Italia – Cina, composta da un Presidente e da otto deputati per parte, che si riunisce una volta l'anno, alternativamente in Italia ed in Cina, per avviare il dialogo su temi di comune interesse. Spetta al Presidente della Camera designare i deputati che faranno parte della Commissione.

La parte italiana della Commissione è presieduta dall’onorevole Guglielmo Epifani (PD), Presidente della Commissione Attività produttive; sono stati designati[8] a farne parte gli onorevoli Dorina Bianchi (Area Popolare (NCD-UDC), Edmondo Cirielli (FDI-AN), Matteo Colaninno (PD) e Pietro Laffranco (FI-PdL-Berlusconi Presidente).

La Camera dei Deputati ha ospitato a Roma, il 17 e il 18 ottobre 2011, la quarta riunione della Commissione[9]. La prossima riunione dovrebbe tenersi in Cina. Si segnala, in proposito, che con lettera di giugno 2015 il Parlamento cinese ha reiterato l’invito a recarsi in Cina per la quinta riunione della Commissione, sottolineando la grande importanza che la parte cinese attribuisce a tale forma di collaborazione.

 

UIP

La sezione di amicizia con la Cina è presieduta dall’onorevole Vinicio Giuseppe Guido Peluffo (PD) ed è composta dagli onn. Nicola Stumpo (PD), Roberta Agostini (PD), Pietro Laffranco (FI), Davide Caparini (Lega Nord e Autonomie).

 

 

Cooperazione multilaterale

 

Il Dialogo Eurasiatico

La Cina assieme ad altri Paesi asiatici partecipa al dialogo euro-asiatico dell’ASEM (Asia Europe Meeting)[10] e, quindi, agli incontri dell’Asia-Europe Parliamentary Partnership (ASEP) che definiscono la parte parlamentare della cooperazione.

L’ASEP (Asia-Europe Parliamentary Partnership) rappresenta il versante parlamentare dell’ASEM[11]. Le riunioni hanno cadenza biennale. Al termine della riunione si approva una dichiarazione finale, che è poi presentata al Vertice governativo ASEM.

La nona riunione si è tenuta il 21 e 22 aprile 2016 in Mongolia ed è stata dedicata a: “The Role of Asia-Europe Parliamentary Partnership in ASEM”. Alla riunione ha preso parte, in rappresentanza della Camera dei deputati, la Vicepresidente Marina Sereni. Per l’ANP hanno partecipato Ms Zhao Shaohua, Vice Presidente della commissione Affari Esteri, e Gao Xiang.

Si ricorda che il Parlamento italiano ha la ottava riunione ASEP, dal 6 all’8 ottobre 2014, sul tema: The role of Parliaments in fostering Europe-Asia dialogue, sustainable growth and stronger governance structures”.

Per l’ANP hanno partecipato Ms Zhao Shaohua, Vice Presidente della commissione Affari Esteri, che ha presieduto il Panel 1, vertente sul tema: Economic and financial governance structures; e Li Yang, membro della Commissione Affari economici e finanziari. 

La dichiarazione finale, approvata nel corso della riunione, è stata sottoposta al Vertice dei Capi di Stato e di Governo ASEM, svoltosi a Milano il 16 e il 17 ottobre 2014.

Il Parlamento cinese ha ospitato la quinta riunione (ASEP V) a Pechino dal 18 al 20 giugno 2008 (la Camera non ha partecipato)[12].

Dimensione parlamentare del G8

Si segnala anche che la Camera è stata il primo Parlamento ad ospitare nel settembre 2009, nel corso della Presidenza italiana del G8, una sessione allargata, riunione outreach, che ha visto la partecipazione della Cina (insieme ai Presidenti delle Camera basse di Brasile, Egitto, India, Messico e Sud Africa). Alla riunione è intervenuto il Vice Presidente dell’Assemblea nazionale del Popolo Hua Jianmin. Tuttavia, nelle ultime riunioni del G8 parlamentare (dal 2012 in poi) non è stato previsto il formato outreach.

 

Attività legislativa

·        Legge n. 110/16 del 22 giugno 2016, “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo istitutivo della Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture”, con Allegati, fatto a Pechino il 29 giugno 2015. La Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture (AIIB) è stata istituita il 29 giugno 2015 con la firma a Pechino dell’Accordo istitutivo. 57 sono i Paesi aderenti. Complessivamente, tra i membri fondatori, 20 sono non regionali; tra questi vi sono 14 Paesi dell’Unione europea (tra cui Italia, Regno Unito, Germania e Francia), 3 Paesi europei non-UE (Svizzera, Norvegia e Islanda) e 3 Paesi extra-europei (Brasile, Egitto e Sud Africa). Il mandato della Banca è promuovere lo sviluppo economico sostenibile dell’Asia attraverso l’investimento in infrastrutture. Le operazioni si concentreranno nei settori dell’energia, dei trasporti, delle telecomunicazioni, delle infrastrutture rurali, dello sviluppo e della logistica urbana. Esse assumeranno la forma di prestiti, partecipazioni al capitale e garanzie.

·        Legge n. 54/16 del 4 aprile 2016 Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli attestanti studi universitari o di livello universitario rilasciati nella Repubblica italiana e nella Repubblica popolare cinese, con Allegati, firmato a Pechino il 4 luglio 2005”.

·        Legge n. 161/15 del 24 settembre 2015. Il 15 settembre 2015 il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica del Trattato di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica popolare cinese.

·        Legge n. 96/15 del 18 giugno 2015. Il 3 giugno 2015 il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica  dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Regione amministrativa speciale di Hong Kong della Repubblica popolare cinese per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.

·        Legge n. 64/15 del 29 aprile 2015. Il 22 aprile 2015 il Parlamento italiano ha approvato la legge di ratifica del Trattato tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica popolare cinese in materia di reciproca assistenza giudiziaria e penale.

Atti di indirizzo e controllo

Numerosi sono gli atti di indirizzo e controllo presentati nella Legislatura in materia di rispetto dei diritti umani; rapporti commerciali e industriali; concorrenza sleale e difesa del made in Italy; difficoltà di integrazione della comunità cinese e fenomeno dell'immigrazione clandestina cinese.

 

Cooperazione amministrativa

Il 24 novembre 2008, una delegazione di funzionari cinesi della Commissione per gli Affari Legislativi (LAC) ha effettuato una visita di studio alla Camera. La LAC è un organo di funzionari dell’Assemblea Nazionale Cinese, che ha la funzione di redigere proposte di legge e di fornire, inoltre, supporto informativo e documentale al Comitato Permanente[13] e ai deputati dell’Assemblea del Popolo Cinese. Nella fattispecie, tale Commissione, è incaricata della revisione del sistema giuridico cinese. Gli aspetti costituzionali del federalismo e il federalismo fiscale sono stati i temi oggetto dell’incontro con i funzionari della Camera.

Il 17 giugno 2004 è stata in visita alla Camera una delegazione dell’Ufficio Legislativo del Consiglio di Stato (governo) guidata dal Vicepresidente dell’Ufficio legislativo Wang Yongqing. La delegazione ha incontrato il vice Segretario Generale, dott. Alessandro Palanza e alcuni funzionari del Servizio studi.

Il 16 e il 17 luglio 2002 si è svolto presso la Camera uno stage per funzionari dell’Assemblea  del Popolo.

 

PRECEDENTI LEGISLATURE

Nelle ultime legislature, gli incontri parlamentari sono stati rilevanti non solo per la loro frequenza (16 incontri a livello delle sole Commissioni parlamentari nella XVI legislatura), ma anche per il loro livello, giungendo ad investire le più alte cariche dello Stato.

Si ricordano, in proposito, gli incontri con il Presidente della Camera Fini delle prime quattro cariche del paese: Jia Qinglin[14], Presidente del Comitato Nazionale della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese e quarta carica dello Stato (novembre 2012); il Primo Ministro Wen Jiabao[15] (ottobre 2010); il Presidente della Repubblica Hu Jintao[16] (luglio 2009); il Presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, Wu Bangguo[17] (maggio 2009).

A questi si aggiungono la visita in Cina effettuata dalla Vicepresidente Bindi a maggio 2011, su invito del Partito comunista cinese e le due missioni della sezione bilaterale di amicizia Italia-Cina dell’UIP, guidata dall'On. Barbi a gennaio e a dicembre 2010.

Per quanto riguarda le visite in Cina a livello presidenziale, si ricorda che la prima missione è stata effettuata dal Presidente, Luciano Violante, (27-30 settembre 2000) insieme ad una delegazione di  deputati, mentre il Presidente Casini è stato l’ultimo Presidente della Camera a recarsi in Cina, quando, nnella qualità di neo Presidente dell’Unione interparlamentare, ha presieduto la quarta Conferenza parlamentare sul WTO[18] tenutasi ad Hong Kong dal 13 al 19 dicembre 2005 a latere della VI riunione ministeriale.

A queste si aggiungono alcune missioni delle Commissioni di merito in Cina come quelle, nella XIV legislatura, della Commissione Affari Esteri a novembre 2004, della Commissione Affari sociali si è recata in missione in India e Cina a marzo 2005; della Commissione Trasporti a Shangai,  a maggio 2005.

Giova segnalare, inoltre, l’attività svolta dal Comitato Diritti Umani della Commissione affari esteri della Camera che, in particolare, nella XVI legislatura, ha condotto varie audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla violazione dei diritti umani nel mondo, tra essi: l'audizione di rappresentanti del World Uyghur Congress (8 luglio 2009), Rebiya Kadeer, Presidente del World Uyghur Congress, rappresentante del popolo uiguro, della regione dello Xinjiang, nel Turkestan orientale (5 maggio 2009), il Presidente del National Democratic Party of Tibet, Chimi Yung Drung (11 novembre 2008); John Kamm, Presidente della Fondazione Dui Hua (una Fondazione istituita nel 1999 con il fine di promuovere il rispetto dei diritti umani in Cina) (6 ottobre 2008); Ning Lan, e Zhao Lili, Rappresentanti dell'Associazione italiana Falun Dafa (17 aprile 2012).

Una riflessione a parte meritano gli incontri con il Dalai Lama. La Camera, infatti, oltre ad avere presentato e approvato vari atti di indirizzo e controllo sulla tutela dei diritti del popolo tibetano in Cina, ha più volte ricevuto il leader spirituale Tibetano; dopo tali incontri sono sempre seguite le proteste ufficiali dell’Ambasciata del Popolo Cinese in Italia. In particolare si ricorda che il Presidente della Camera, Gianfranco Fini ha ricevuto il Dalai Lama. il 18 novembre 2009 (il Dalai Lama nella stessa giornata aveva  partecipato ai lavori del V° Congresso mondiale dei parlamentari sul Tibet organizzato dall’Intergruppo parlamentare per il Tibet presieduto dall’On. Matteo Mecacci, che ha avuto luogo il 18 e 19 novembre 2009 presso la Camera dei deputati). Il 12 dicembre 2007 il Dalai Lama ha svolto un discorso[19] nella Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio di fronte ad un centinaio di deputati ed alla presenza del Sottosegretario agli Affari esteri, Gianni Vernetti, del Presidente della Camera, Fausto Bertinotti, e del Presidente della Commissione Affari esteri, Umberto Ranieri. Il Dalai Lama era stato ricevuto dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera anche il 12 ottobre 2006.

 

***

Si ricorda inoltre, inoltre, che la Camera dei deputati ha ospitato il 31 marzo 2004, presso la sala del Mappamondo, la presentazione del libro “Deng Xiaoping e la rivoluzione culturale” da parte dell’autrice Deng Rong, figlia del leader cinese.


Profili della condizione femminile in Cina
(a cura del Servizio Studi della Camera)

Quanto alla Cina (99° nel global gender gap index 2016), UNWomen vi opera dal 1998 fornendo assistenza tecnica e finanziaria a programmi e strategie per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne, in collaborazione con governi, ONG, agenzie delle Nazioni Unite, donatori, comunità e reti per promuovere l'uguaglianza di genere.

Le aree dell’attività nel paese asiatico sono:

violenza contro le donne, una violazione fondamentale dei diritti delle donne che resta molto diffusa. Le donne hanno pertanto bisogno di forti strumenti normativi di tutela e della loro applicazione, nonché di servizi per la protezione e la prevenzione;

leadership e partecipazione politica, in quanto le donne hanno un peso limitato nelle decisioni che le riguardano. Si rendono necessarie misure appropriate per ampliare la partecipazione politica delle donne ed aiutarle a realizzare pienamente il loro potenziale di leadership.

economic empowerment femminile dal momento che le donne in misura molto minore rispetto agli uomini possono accedere alla terra, al credito nonché a posti di lavoro dignitosi sebbene evidenze scientifiche dimostrino che il rafforzamento economico delle donne fa crescere le economie nazionali;

considerazione della parità di genere nel delineare le politiche economiche. La parità di genere, che dovrebbe essere un obiettivo dichiarato di tutti i piani, va sostenuta con azioni specifiche per l'attuazione nonché da adeguati finanziamenti.

I progetti e programmi di UNWomen in Cina nelle aree sopra ricordate si svolgono nell’ambito, innanzitutto, della Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW) 1979, che la Cina ha ratificato nel 1980 obbligandosi pertanto a prendere tutte le misure adeguate ad eliminare la discriminazione nei confronti delle donne e a promuovere la parità di genere.

Le Agenzie dell’Onu per la parità di genere presenti in Cina (UNWomen, United Nations Theme Group on Gender – UNTGG e China Gender Facility - CGF) intendono costituire un forum di scambio di esperienze ed un canale di diffusione delle strategie di genere più efficaci. In particolare il CGF, istituito nel 2004 con l'obiettivo di contribuire alla parità di genere e all’empowerment delle donne in Cina, fornisce finanziamenti (con risorse provenienti dalle Nazioni Unite, da donatori e dal settore privato) a governo, società civile e istituzioni accademiche a sostegno di proposte e ricerche innovative a supporto della parità di genere; ad oggi i progetti sostenuti ammontano a 44.


Libia

 


(…)

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Incontri bilaterali

L’8 aprile 2015 la Presidente Boldrini ha ricevuto lo Speaker della Camera dei Rappresentanti di Tobruk, Aghila Saleh.

In occasione dell’incontro sono stati ricordati gli storici rapporti di amicizia fra la Libia e l’Italia, il cui ulteriore sviluppo è bloccato dalla critica situazione in cui si trova il Paese. Il colloquio si è poi incentrato sugli ultimi sviluppi del quadro politico e sui negoziati in corso per la formazione di un governo di unità nazionale nonché sulla necessità di una Libia forte e unita per sconfiggere la comune minaccia del terrorismo. Condizione quest’ultima indispensabile anche per riprendere le iniziative di cooperazione con il parlamento e la società civile libica, avviate prima del conflitto, come quelle in materia di contrasto alla violenza contro le donne.

 

Il 2 luglio 2013 la Camera, in collaborazione con l’Iniziativa Ara Pacis, e con il patrocinio del Ministero degli Affari esteri, ha ospitato un Convegno dal titolo “La verità necessaria: i processi di riconciliazione nei Paesi delle Primavere arabe”.

I lavori sono stati aperti dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini; è intervenuto il Vice Presidente del Congresso generale nazionale della Libia, Giuma Ahmed Atigha. Durante i lavori due vittime delle violenze avvenute in occasione del conflitto in Libia nel 2011 hanno apportato la loro drammatica testimonianza.

 

Il 19 settembre 2014, il Ministro della giustizia della Libia, Salah Al-Marghani, è intervenuto alla Conferenza "Al sicuro della paura, al sicuro della violenza. L'entrata in vigore della Convenzione di Istanbul", svoltasi a Roma, presso la Camera dei deputati. A latere della Conferenza ha avuto luogo un incontro con la Presidente della Camera, Laura Boldrini.

 

Incontri delle Commissioni

Il 19 febbraio 2015 la Presidente del Comitato Schengen, Laura Ravetto, ha incontrato l’allora Ambasciatore d’Italia a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi.

In apertura dell’incontro la Presidente Ravetto ha illustrato l’attività svolta dal Comitato da lei presieduto sul tema dei migranti e della situazione in Libia. Su richiesta della Presidente Ravetto, ha fatto seguito un’informativa dell’Ambasciatore in ordine alla condizione effettiva del Paese e alle prospettive dell’immediato futuro con particolare riferimento alle partenze dei migranti, alle possibili infiltrazioni jihaidiste tra di essi, alle soluzioni praticabili per risolvere il problema, al possibile superamento della guerra civile, al ruolo di IS nel Paese, all’opportunità – anche per tutelare la popolazione libica – di una presenza internazionale in Libia.

Il 4 luglio 2013 si è svolto un incontro dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi delle Commissioni esteri della Camera e del Senato con l’allora Primo Ministro libico, Ali Zeidan.

 

Sedi multilaterali

Il Dialogo 5 + 5

La Libia partecipa alle riunioni dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del Mediterraneo Occidentale (Dialogo 5+5), che unisce, in un foro informale di dialogo, 5 Paesi dell’Unione europea e 5 Paesi arabi che si affacciano sul Mediterraneo occidentale (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania)[20]. Dal 2010 le riunioni vengono promosse dal Segretariato dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo (PAM).

Dal 27 al 28 ottobre 2016 si è riunita a Marsiglia la dimensione parlamentare del Dialogo 5+5 sul Mediterraneo.

La I Riunione dei Presidenti dei Parlamenti del Paesi del Dialogo 5+5 si è tenuta a Tripoli dal 24 al 25 febbraio 2003. La Camera era stata rappresentata dal Vice Presidente, Clemente Mastella.

 

Partenariato euromediterraneo

Il Congresso Generale del Popolo libico, pur regolarmente invitato in qualità di osservatore nelle sedi della cooperazione parlamentare inerente il Processo di Barcellona, non vi ha mai partecipato. La Libia, infatti, non ha aderito al Processo di Barcellona e di conseguenza non fa parte dell’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo[21].

Si segnala che i sindaci di alcune città libiche sono stati invitati a partecipare alla riunione della Commissione Cultura dell’Assemblea Parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo (AP-UpM), presieduta dal deputato Khalid Chaouki, che è stata ospitata dalla Camera dei deputati il 19 febbraio 2016.

Unione interparlamentare

Nell’Unione interparlamentare opera la sezione di amicizia Italia-Libia, la cui parte italiana nella legislatura in corso non è stata ancora ricostituita.

 

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Cooperazione amministrativa

Nella scorsa legislatura, la Camera dei deputati ha partecipato, con una delegazione formata dai deputati Margherita Boniver e Lapo Pistelli, ad un progetto di sostegno, promosso dall’Unione europea, alle nascenti organizzazioni parlamentari libiche, al fine di fornire ai membri del Congresso Nazionale libico la formazione necessaria per il corretto svolgimento della funzione parlamentare.

In particolare, il contributo italiano si è focalizzato sui settori Bilancio, Legislazione e Costituzione. In tale ambito i deputati italiani sono intervenuti in due sessioni: dal 19 al 21 novembre 2012 sul tema del controllo parlamentare e dal 3 al 5 dicembre su quello della legislazione. Ai lavori hanno preso parte anche funzionari della Camera.

 

 

 


Profili della condizione femminile in Libia
(a cura del Servizio Studi della Camera)

Non sono disponibili dati sulla situazione dell’empowerment femminile il Libia e lo stesso Global gender gap report index non riferisce sul Paese nord africano nelle ultime edizioni.

Qualche sommaria indicazione può essere tratta dalla pagina web[22] di Libya Women Economic Empowerment (LWEE), progetto sviluppato nel triennio 2013-2016 da USAID, l’Agenzia governativa statunitense che opera “contro la povertà estrema e per consentire alle società democratiche di realizzare il proprio potenziale”. Il programma, finalizzato a liberare il potenziale economico riconosciuto dell'imprenditorialità femminile ed a valorizzare il contributo delle donne alla crescita economica ed alla stabilità politica del Paese, si articola in attività quali:

ü  rafforzamento delle associazioni delle imprese di donne per creare reti di business e formazione alla leadership femminile;

ü  potenziamento dei servizi per le donne imprenditrici, in coordinamento con le organizzazioni locali, al fine sia di sviluppare prodotti innovativi, sia di favorire un approccio più aperto alle possibilità offerte dall’information technology;

ü  miglioramento dell’accesso ai finanziamenti per le piccole e medie imprese libiche attraverso lo sviluppo di un portale per i servizi finanziari. Inoltre, il progetto include un fondo di ($ 125.000) finalizzato ad aiutare le donne nella creazione di nuove imprese o nella crescita di quelle esistenti.

Il progetto ha inoltre lanciato un programma di tutoraggio per un’assistenza costante sul territorio alle donne imprenditrici.


Il memorandum d’intesa Italia-Libia
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Il Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, e il Primo ministro del governo di unità nazionale libico Fayez al Sarraj, il 2 febbraio 2017, hanno firmato a Roma un memorandum d'intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all'immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere.

Il memorandum prevede, in particolare, supporto tecnico e tecnologico da parte del Governo italiano alle Autorità libiche che si occupano di accoglienza e contrasto all’immigrazione clandestina, nel tentativo di ridurre il traffico illegale via mare. E’ previsto altresì un sostegno dell’Italia finalizzato al miglioramento dei centri di accoglienza in territorio libico, finanziando l’acquisto di medicine e attrezzature mediche e la formazione del personale lavora al suo interno.

Il 3 febbraio, il Consiglio europeo riunitosi a Malta ha espresso il sostegno all’accordo italo-libico sui migranti.

L’accordo bilaterale è stato invece al centro di critiche da parte di diverse organizzazioni non governative. In particolare la ONG Medici per i diritti umani ha giudicato l’Accordo “probabilmente inefficace e certamente inumano. Inefficace perché il governo di Serraj controlla ad oggi solo una parte molto ridotta del territorio nazionale libico e non ha il pieno controllo neanche della capitale Tripoli. Per il resto la Libia è oggi per i migranti un grande campo di concentramento, sfruttamento e tortura gestito da una miriade di milizie, gruppi armati e bande criminali di dimensioni e caratteristiche tra le più svariate. Inumano nel suo impianto perché ha palesemente come unico obiettivo quello di fare muro nel Canale di Sicilia per bloccare gli sbarchi in Italia senza preoccuparsi della sorte di centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini destinati a rimanere intrappolati nell’inferno libico.”

Anche Medici senza frontiere boccia l’intesa che “intende costruire in mare una barriera che impedisca a chi fugge di raggiungere le frontiere dell’Europa. Per migliaia di esseri umani, il muro virtuale in corso di costruzione nel Mediterraneo Centrale avrà come immediata conseguenza detenzioni arbitrarie, maltrattamenti, stupri, sfruttamento e respingimenti nei paesi di origine. Senza alcun riferimento ad alternative sicure per coloro che non possono più restare in Libia o che sarebbero in pericolo di vita qualora venissero rimandati nei rispettivi paesi di origine ”.

Anche l’UNHRC, tramite la portavoce per il sud Europa, Carlotta Sami, ha dato una valutazione negativa del Memorandum che “parla di migranti illegali mentre in realtà buona parte di coloro che fuggono avrebbe diritto alla protezione internazionale. Nel 2016 il 38% dei richiedenti asilo l'ha ottenuta”. Inoltre la Libia “non è un approdo in cui si possa rimpatriare chi cerca asilo. È instabile, sul suo suolo sono praticate violenze e torture, non ha firmato la convenzione di Ginevra”.

Amnesty  International ha dichiarato che la chiusura della rotta avrebbe messo «centinaia di migliaia di rifugiati a rischio di tortura e sfruttamento”. Giudizio analogo è stato dato anche da Human Rights Watch.

In un rapporto del dicembre 2016, l’ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani e la missione in Libia delle Nazioni Unite hanno documentato diffusa malnutrizione, lavori forzati, malattie, maltrattamenti, abusi sessuali, torture ed altri abusi nei centri di detenzione di migranti in Libia.

Il Rappresentante del Governo di Tobruck, Ali al-Qatrani, ha dichiarato che il Memorandum è nullo in quanto "il Presidente del Consiglio presidenziale e il suo governo designato non sono abilitati giuridicamente e costituzionalmente a firmare qualsiasi accordo o intesa regionale o internazionale” che necessità altesì della ratifica parlamentare.

Il Consiglio europeo informale di Malta, svoltosi il 3 febbraio scorso, ha approvato la Dichiarazione sugli aspetti esterni della migrazione: affrontare la rotta del Mediterraneo centrale, nella quale l’UE si impegna a dare priorità ai seguenti aspetti:

ü supporto alla guardia costiera libica;

ü impegno per smantellare l’attività dei trafficanti mediante un’azione di cooperazione rafforzata;

ü sostegno allo sviluppo delle comunità locali in Libia;

ü impegno volto a garantire capacità e condizioni di accoglienza adeguate per i migranti, unitamente all'UNHCR e all'OIM;

ü sostegno all'OIM per intensificare le attività di rimpatrio volontario assistito;

ü rafforzamento delle campagne di informazione e delle attività di sensibilizzazione destinate ai migranti in Libia e nei paesi di origine e di transito;

ü aiuti per la riduzione delle pressioni alle frontiere terrestri della Libia, anche sostenendo progetti che rafforzino la loro capacità di gestione delle frontiere;

ü monitoraggio di rotte alternative e di possibili deviazioni delle attività dei trafficanti, in cooperazione con i paesi vicini;

ü sostegno continuativo agli sforzi e alle iniziative dei singoli Stati membri impegnati direttamente con la Libia. A tale proposito, l'UE accoglie con favore il memorandum di intesa firmato il 2 febbraio 2017 dalle autorità italiane e dal presidente del Consiglio di presidenza al-Serraj ed è pronta a sostenere l'Italia nella sua attuazione;

ü approfondimento del dialogo e della cooperazione sulla migrazione con tutti i paesi confinanti con la Libia, inclusa una migliore cooperazione operativa con gli Stati membri e la guardia di frontiera e costiera europea per quanto riguarda la prevenzione delle partenze e la gestione dei rimpatri.

 


Tunisia

 


(…)

 

 


Rapporti parlamentari
(a cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera)

Incontri bilaterali

L’8 febbraio 2017 si è svolta presso il Senato italiano una Conferenza sulla situazione in Tunisia tenuta dal Presidente della Repubblica tunisina, Beji Caid Essebsi, in occasione della sua visita di Stato in Italia.

Sono intervenuti, per gli indirizzi di saluto, il Presidente del Senato, Pietro Grasso, la Presidente della Camera, Laura Boldrini e i Presidenti delle Commissioni Esteri dei due rami del Parlamento, Pier Ferdinando Casini e Fabrizio Cicchitto.

 

Il 20 ottobre 2016 la Presidente Boldrini ha avuto un incontro con il leader del partito tunisino Enhahda, Rachid Ghannouchi.

Al centro dei colloqui, gli ultimi sviluppi in Tunisia e il sostegno della Camera dei deputati al processo democratico in corso nel Paese, con particolare riferimento al protocollo bilaterale di collaborazione e al gemellaggio condotto in collaborazione con il Parlamento francese (su cui si veda infra). E’ stato altresì ricordato l’eccellente stato delle relazioni tra Italia e Tunisia, che devono essere ulteriormente sviluppate, ed è stata evidenziata la necessità di fare un fronte comune contro il terrorismo promuovendo l'institution building al fine di garantire lo sviluppo dei paesi islamici. Infine è stata affrontata la questione relativa alla diffusione in Europa dei movimenti di razzismo e xenofobia e alla promozione, da parte della Presidente Boldrini, della Dichiarazione su una maggiore integrazione europea al fine di contrastare questa tendenza. A tale riguardo Gannouchi ha osservato che una maggiore integrazione regionale sarebbe utile anche la sponda sud, per parlare con una sola voce con l’UE.

Il 28 gennaio 2016 la Presidente Boldrini ha incontrato il Presidente dell'Assemblea dei Rappresentanti del popolo, Mohamed Ennaceur, accompagnato da una delegazione di deputati tunisini.

I due Presidenti hanno svolto un intervento nel corso della prima sessione dell'incontro "Italia-Tunisia, insieme per la democrazia", dedicata al tema dei Parlamenti a sostegno della democrazia. Al termine di tale sessione i due Presidenti hanno sottoscritto il Memorandum d'intesa tra la Camera dei deputati e l'Assemblea dei Rappresentanti del popolo tunisina (si veda oltre).

L'8 novembre 2015 la Presidente Boldrini ha ricevuto i rappresentanti del "Quartetto del dialogo nazionale tunisino", vincitore del Premio Nobel per la Pace 2015.

Dal 28 al 29 marzo 2015 la Presidente Boldrini si è recata in visita ufficiale in Tunisia per partecipare alla Marcia della Pace, indetta a seguito dell’attentato al Museo del Bardo (per l’Italia era presente l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ed una delegazione della Commissione Affari esteri della Camera, guidata dal Presidente Fabrizio Cicchitto).

Nel corso della visita, la Presidente ha avuto un colloquio con il Presidente dell’Assemblea dei Rappresentanti del Popolo, Mohamed Ennaceur. La Presidente ha poi incontrato l’allora Ministra della Cultura e della Salvaguardia del Patrimonio, Latifa Lakddhar, insieme ad alcune deputate e a rappresentanti della società civile femminile tunisina e ha avuto un incontro con rappresentanti della comunità italiana.

Il 10 settembre 2014 la Presidente Boldrini ha incontrato, insieme al Presidente del Senato, Pietro Grasso, l’allora Presidente della Repubblica di Tunisia, Mohamed Moncef Marzouki, in visita ufficiale in Italia.

Temi del colloquio: le relazioni con l’Italia, crisi libica, rifugiati in Tunisia, crisi in Siria, lotta al Daesh e politica interna tunisina in vista delle elezioni parlamentari e presidenziali.

L’allora Presidente dell’Assemblea Costituente tunisina, Moustapha Ben Jaafar, nell’incontro avuto con la Presidente Boldrini il 7 aprile 2013, a latere della Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dell’Unione per il Mediterraneo (UpM), a Marsiglia, ha riaffermato l’importanza dei legami con l’Italia, in una fase particolarmente delicata del processo di riforma istituzionale in atto nel Paese e dell’importanza del sostegno italiano per il rafforzamento delle istituzioni democratiche.

Incontri delle Commissioni

Il 20 ottobre 2016 il Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio Cicchitto, ha avuto un incontro con il leader del partito tunisino Enhahda, Rachid Ghannouchi.

Il 22 settembre 2016 si è svolto un incontro tra una delegazione della Commissione Giustizia, presieduta dalla Presidente Donatella Ferranti, e una delegazione dell’Assemblea dei Rappresentanti del popolo e di altre istituzioni pubbliche della Tunisia sulla normativa italiana in materia di lotta alla corruzione.

Si segnalano tre missioni della Commissione affari esteri della Camera a Tunisi; tutte le missioni sono state guidate dal Presidente della Commissione Cicchitto:

· dal 12 al 13 luglio 2015, incontri svolti con il Presidente della Repubblica Essebsi, il ministro degli Esteri Baccouche, la Presidente della Commissione per i Diritti, le Libertà e le Relazioni estere dell'Assemblea dei Rappresentanti Bochra Belhaj Hmida, e Rached Ghannouchi, leader di Ennhadha;

· dal 29 al 30 marzo 2015 per partecipare alla Marcia della pace; incontri svolti con il Presidente dell’Assemblea dei Rappresentanti Ennaceur, con il leader di Ennhadha, Rached Ghannouchi, e con il Presidente della Repubblica Essebsi;

· dal 19 al 21 gennaio 2015, incontri svolti con il Primo Ministro, Mehdi Jomaa, il Presidente del Parlamento, Ennaceur, il Segretario di Stato agli Affari Esteri, Faical Gouiaa, il leader di Afek Tounes, Yassin Brahim, il leader di Ennhadha, Rached Ghannouchi e Hamma Hammami, portavoce del Fronte Popolare. La delegazione è stata altresì ricevuta dal Presidente della Repubblica Essebsi.

L’8 maggio 2014, presso la Commissione Affari esteri, in ambito di Comitato permanente sui diritti umani e di Comitato sull'Africa e questioni globali, è stata audita l’allora Vicepresidente dell'Assemblea costituente di Tunisia, Maherzia Labidi.

Il 28 maggio 2013 il Presidente Cicchitto ha incontrato l'Ambasciatore della Repubblica tunisina in Italia, Naceur Mestiri.

 

Protocollo di collaborazione bilaterale

Il 28 gennaio 2016 la Presidente Boldrini e il suo omologo tunisino Ennaceur hanno sottoscritto, a Roma, un Memorandum d'intesa che stabilisce la creazione di Gruppo parlamentare di collaborazione tra le due Camere, composto da 6 deputati per ciascuna parte e coordinato in ciascuna Assemblea da un deputato con incarico istituzionale.

L'intesa prevede lo svolgimento di Vertici parlamentari con cadenza biennale, da organizzarsi alternativamente in Italia e in Tunisia. Il Gruppo parlamentare di collaborazione ha l'obiettivo di consolidare e approfondire i legami già esistenti tra le due Camere, promuovere incontri tra Commissioni parlamentari omologhe su temi di interesse comune, favorire la cooperazione parlamentare e la formazione di posizioni convergenti in ambito multilaterale, rafforzare la cooperazione fra le due Amministrazioni.

La parte italiana del Gruppo, coordinata dal deputato Lorenzo Dellai, è formata dai deputati Matteo Colaninno, Titti Di Salvo, Pia Locatelli, Edmondo Cirielli e Valentino Valentini.

In preparazione dei lavori, il 26 luglio 2016 una delegazione della parte italiana del Gruppo parlamentare di collaborazione composta dai deputati Dellai, Cirielli, Di Salvo e Colaninno, ha incontrato il Vice Ministro degli Affari esteri, Mario Giro.

In apertura dell’incontro è stata sottolineata la necessità di fornire sostegno alla Tunisia, unico esempio positivo di democrazia da tutelare e diffondere anche negli altri Paesi dell’area, ricordando a tale proposito la svolta positiva introdotta dal partito Enhahda, fautore di un contrappeso tra la componente democratica e quella laica. Si è poi parlato della necessità di un approccio organico di collaborazione con la Tunisia da parte dell’Italia – anche in collaborazione con l’Europa, le regioni e gli enti locali - che non si limiti ai soli aspetti istituzionali, ma che si estenda anche a quelli economici. Dopo aver ricordato che la Tunisia rappresenta una priorità per la cooperazione italiana allo sviluppo, il Vice Ministro ha elencato le risorse economiche stanziate dall’Italia a favore del paese e le iniziative intraprese al fine di creare occupazione e sviluppo nel territorio.

Da ultimo, il 18 gennaio 2017 ha avuto luogo un incontro tra la parte italiana del gruppo di collaborazione e l’Ambasciatore della Repubblica tunisina Mestiri.

 

Sedi multilaterali

La Tunisia partecipa alla cooperazione parlamentare nell'ambito dell'Assemblea parlamentare dell'Unione del Mediterraneo (AP-UpM), prendendo parte a tutte le sedi ove si svolge tale cooperazione. Alla Tunisia è stata assegnata, per i quadrienni 2008-2012, 2012-2016 e 2016-2020, la Presidenza della Commissione diritti della donna (carica ora ricoperta dalla deputata Leila Chettaoui); ha inoltre esercitato la Vice Presidenza della Commissione per l'energia e l'ambiente dal 2008 al 2012, e quella della Commissione Cultura per il quadriennio 2012-2016.

La Tunisia ha co-presieduto, insieme all'Italia, il Gruppo di lavoro tecnico incaricato di approfondire la questione della trasformazione del FEMIP in Banca euro mediterranea di sviluppo. La Tunisia ha esercitato la Presidenza di turno della medesima Assemblea da marzo 2006 a marzo 2007. Partecipa altresì all'Assemblea Parlamentare Mediterranea (PAM) e al Dialogo 5+5 (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Malta e Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania), la cui ultima riunione si è tenuta a Lisbona, il 20 maggio 2014.

La Tunisia è Partner mediterraneo per la cooperazione dell'OSCE. Il Parlamento tunisino ha lo status di osservatore nel Gruppo Speciale del Mediterraneo e del Medio Oriente dell'Assemblea Parlamentare della NATO. Dal 28 settembre al 1° ottobre 2015, si è svolto a Tunisia la Riunione del Gruppo Speciale Mediterraneo e Medio Oriente (GSM) dell'Assemblea NATO cui ha preso parte l'onorevole Alli.

Durante la missione i parlamentari hanno incontrato Mohamed Ennaceur, Presidente del Parlamento tunisino, e il Ministro degli interni Gharsalli. Si sono inoltre svolti incontri presso la base navale tunisina di Bizerta, la Banca Mondiale e la Delegazione UE di Tunisi. I parlamentari hanno poi partecipato ad una tavola rotonda con alcuni docenti universitari sui temi delle riforme, della scuola, della lotta al terrorismo e della disoccupazione giovanile e, successivamente, incontrato alcuni rappresentanti della società civile tunisina, di organismi internazionali e ONG.

Si ricorda inoltre che l'Assemblea parlamentare dell'OSCE ha effettuato una missione di osservazione elettorale in Tunisia in occasione delle elezioni per la costituzione dell'Assemblea Costituente del 23 ottobre 2011.

 

Unione interparlamentare (UIP)

Nell’ambito dell’Unione interparlamentare opera il gruppo di amicizia Italia-Tunisia, la cui parte italiana è presieduta dal senatore Claudio Martini. Ne fanno altresì parte i senatori Enrico Buemi, Gianmarco Centinaio , Giuseppe Esposito, Pietro Laffranco e Francesco Scoma, nonché i deputati Alessandro Pagano, Giorgio Sorial e Nicola Stumpo.

 

Collaborazione amministrativa

La Camera dei deputati, congiuntamente al Senato, si è aggiudicata, insieme al Parlamento francese, il progetto di gemellaggio europeo con l'Assemblea dei rappresentanti del popolo tunisina.

Il progetto, finanziato dall'Unione europea, ha l'obiettivo collaborare con l'amministrazione dell'Assemblea tunisina nell'attuazione della nuova Costituzione, entrata in vigore nel febbraio 2014.

In particolare il progetto intende sostenere il consolidamento della governance democratica tunisina, mediante il rafforzamento dell'azione parlamentare, potenziando le competenze legislative dei parlamentari e le competenze legislative e tecniche dell'amministrazione. Il progetto ha avuto inizio il 1° gennaio 2016 e durerà complessivamente 36 mesi.

Il 18 novembre 2015 un gruppo di funzionari tunisini, in Italia per partecipare ad al progetto "Sostegno al processo di transizione democratica in Tunisia" organizzato dall’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” sulla base di un finanziamento del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, si è recato per una visita di studio alla Camera. Il Gruppo di funzionari, il successivo 24 novembre, è stato ricevuto dal Presidente della Commissione Affari esteri, Fabrizio Cicchitto.

Una funzionaria della Camera dei deputati ha effettuato una missione a Tunisi, dal 10 al 13 giugno 2015, per partecipare al seminario sul ruolo delle Assemblee parlamentari nella progettazione e implementazione dello Stato decentralizzato, nell'ambito di un programma delle Nazioni Unite per il sostegno al processo costituzionale e parlamentare e al dialogo nazionale in Tunisia.

 

 

 


Profili della condizione femminile in Tunisia
(a cura del Servizio Studi della Camera)

TUNISIA

Il quadro dell’empowerment femminile in Tunisia è ricostruito nel Rapport National Genre Tunisie 2015, pubblicato nel 2016 come risultato della collaborazione tra UN Women e l’Institut National de la Statistique tunisino con l’obiettivo di incorporare l’approccio di genere nella produzione di dati statistici.

Indicatori statistici sensibili al genere, infatti, consentono un’analisi approfondita della parità uomo-donna con conseguente possibile rafforzamento della posizione delle donne nelle strategie nazionali tunisine.

Nel rapporto sono stati utilizzati gli indicatori di genere individuati in ambito Onu, integrati con indicazioni provenienti sia dall’Istituto tunisino di statistica, sia dalla società civile. La fase di analisi ha evidenziato le disuguaglianze di genere nel contesto tunisino.

Si riportano di seguito le principali evidenze emerse nel report.

 

Occupazione

Il peso percentuale delle donne in età lavorativa (15 anni e oltre) sul totale della popolazione compresa in tale fascia non si traduce in un’equivalente partecipazione delle donne all'attività economica: infatti le donne rappresentano il 50,2% della popolazione in età lavorativa ma solo il 24,6% della popolazione occupata (dati terzo trimestre 2015). Tale situazione non consente il miglioramento dell'empowerment economico delle donne tunisine e, in termini di creazione di valore, è una perdita per l’intera comunità nazionale tunisina. Inoltre le donne sono più colpite dalla disoccupazione rispetto agli uomini, con un tasso di disoccupazione femminile stimato al 22,5%, contro il 12,4% degli uomini, con punte che superano il 35% in diversi governatorati (terzo trimestre 2015). Il tasso di disoccupazione delle donne con diploma di istruzione superiore, 41,1%, è circa il doppio dell’equivalente tasso maschile, che è 21,4%.

 

Salari

Nel settore privato, sia informale sia strutturato, le donne guadagnano meno degli uomini. Un’inchiesta del 2012 sulle micro imprese ha evidenziato che le donne accusano un divario salariale rispetto agli uomini stimato al -35,5%, dato che le colloca ad un livello inferiore rispetto al salario minimo, laddove il salario maschile supera tale livello. Quanto al settore privato formale, l'indagine sulla struttura salariale in Tunisia per il 2011-2012 ha mostrato che le donne guadagnano in media il 25,4% in meno degli uomini.

Istruzione

Il tasso di iscrizione al primo anno di istruzione di base, nell’anno scolastico 2013/2014, è stato del 99,4% sia per i ragazzi come per le ragazze, la maggior parte dei/delle quali (77,8%) ha ricevuto istruzione pre-scolastica. Nel secondo ciclo dell’istruzione di base e nell’insegnamento secondario, il tasso di iscrizione delle bambine è significativamente superiore a quello dei maschi. L'indice di parità di genere, definito come il rapporto tra il numero delle femmine e il numero dei maschi iscritti in un determinato ciclo, mostra che a livello prescolare e del primo ciclo dell’istruzione di base il numero di bambine è inferiore a quella dei ragazzi; tuttavia, dal secondo ciclo di istruzione di base, le ragazze sono più numerose dei ragazzi, in conseguenza del fatto che i maschi abbandonano la scuola in anticipo e in numero maggiore rispetto alle ragazze. Nell’anno 2013/2014 degli oltre 112.000 alunni che hanno lasciato la scuola il 40% erano ragazze e il 60% ragazzi; l’analisi ha evidenziato che, a differenza di quanto avviene per i maschi, l’abbandono della carriera scolastica da parte delle ragazze tende a polarizzarsi a livello di scuola superiore, più avanti nel percorso formativo.

Quanto all’istruzione di livello universitario, nell’anno accademico 2013/2014, il 67% dei laureati erano ragazze rappresentando il 57% dei laureati negli ambiti scienza, ingegneria, produzione e costruzione.

In generale, in Tunisia ci sono più donne analfabete rispetto agli uomini e secondo il censimento generale popolazione 2014, il tasso di analfabetismo è del 25% per le donne e 12,4% per gli uomini.

 

Accesso al credito

Di tutti i progetti approvati dalla BFPME (Banque de financement des petites et moyennes entreprises) il 17% sono progetti promossi da sviluppatori donne e 83% da promotori uomini. Tuttavia, la mancanza di dati statistici sulla ripartizione per sesso delle richieste di finanziamento non consente di costruire un dato chiaro sul tasso di approvazione per sesso. Dal lato del costo dei progetti di investimento risulta che quelli avviati da donne costano in media il 41% in meno rispetto ai progetti avviati dagli uomini.

Salute

In tutto il Paese va scomparendo il parto non assistito da personale qualificato ed anche la diagnostica prenatale ha evidenziato significativi miglioramenti: nel 2011, il 98,2% delle donne in gravidanza si è sottoposta ad almeno una visita prenatale e tale percentuale sfiora il 100% nelle aree a sud e nord-ovest. Anche la differenza urbano-rurale appare trascurabile, attestandosi a circa 1,5 punti percentuali. Tuttavia, permane elevata la mortalità materna che, nel 2008, è stata di 44,8 decessi ogni 100.000 nascite.

L’infezione da HIV/AIDS è meno presente tra le donne rispetto agli uomini; nel 2014 le stime hanno indicato 9,3 casi ogni 100.000 donne e 21,8 casi ogni 100.000 uomini. La diffusione del virus avviene attraverso rapporti sessuali con uomini, nel caso delle donne, e attraverso l’iniezione di sostanze stupefacenti per gli uomini. Le donne sieropositive, poi, accedono maggiormente ai farmaci antiretrovirali rispetto agli uomini: nel 2013 beneficiavano del trattamento il 27,6% delle donne contro il 13% degli uomini.

Quanto all’obesità, il tasso relativo delle è più che doppio rispetto a quello degli uomini, con un picco per la fascia di età 50-59 anni.

 

Partecipazione alla vita politica e presenza nelle istituzioni

Le donne tunisine hanno attivamente contribuito al successo degli eventi elettorali del 2011 e del 2014, anno in cui le donne sono risultate costituire il 47% degli iscritti nelle liste elettorali contro il 53% per gli uomini; le donne sono state molto presenti sia come membri di un seggio elettorale (49%), sia come osservatori/rappresentanti di candidato (26%) o membri di ONG (42,5%).

Sebbene la legge elettorale promuova la parità di genere, in pratica le donne hanno meno probabilità di essere elette rispetto agli uomini in conseguenza della posizione sfavorevole in lista. Nelle elezioni parlamentari 2014, ad esempio, le donne rappresentavano il 47% dei candidati ma costituiscono solo il 31,3% dei 217 membri del Parlamento monocamerale tunisino.

Malgrado il loro potenziale di competenza, le donne sono scarsamente rappresentate nell’esecutivo tunisino; nel gennaio 2016, le tre donne ministro rappresentano il 6,7% di un governo composto da 30 membri. Nel 2015, le donne costituivano l'8% del corpo diplomatico con 6 ambasciatori donne e una console 1 su un totale di 88 posizioni.

La presenza femminile nella magistratura tunisina è in aumento e il numero delle donne magistrato è aumentato del 34,8% tra il 2002 e il 2007 a fronte di un incremento dell’ 8,7% del numero dei giudici maschi.

In generale, l'accesso delle donne tunisine alle posizioni di responsabilità (Segretaria generale di ministero, Direttrice generale o carica equivalente, Direttrice, Sottodirettrice e Capo servizio) nella pubblica amministrazione è in aumento, pur restando inferiore al peso complessivo della porzione femminile in tale ambito. Il numero di donne in posizioni di responsabilità  è aumentato dell’ 82,2% tra il 2004 e il 2007 a fronte di un aumento del 37,6% per gli uomini; sul totale delle posizioni di responsabilità la percentuale di donne, nello stesso periodo, è passata dal 15,3% al 19,3%.

 

Violenza contro le donne

La prima indagine nazionale sulla violenza contro le donne è stata condotta nel 2010 dall’Office National de la Famille et de la Population (ONFP) su un campione di 5600 donne tra i 18 e i 64 anni. L’indagine ha evidenziato una presenza molto significativa di almeno una delle forme di violenza subìte dalle donne (ossia violenza fisica, sessuale, psicologica, economica): il 47,6% delle donne dichiara di essere stata vittima di una delle forme di violenza nel corso della vita e il 32,9% si è dichiarato vittima di violenza negli ultimi 12 mesi. La medesima indagine ha rilevato che, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 9% delle donne riferisce di avere subito abusi sessuali e il 7,2% ha dichiarato di aver subito violenze fisiche da parte di una persona intima. Estendendo l’arco temporale considerato all’intera vita delle intervistate tali percentuali salgono sino al 14,2% per gli abusi sessuali ed al 20,3% per le violenze fisiche.

(Il global gender gap report 2016 del World Economic Forum colloca la Tunisia in 126a posizione su 144 Paesi)

 


 



[1]    Il Gruppo venne costituito per la prima volta nella XIV legislatura e  promosse due eventi:  lo svolgimento di una Conferenza internazionale a favore delle donne afgane, tenutasi presso la Camera dei Deputati il 28 novembre 2002, ed una missione in Afghanistan dal 1° al 5 maggio 2005 per rinsaldare i vincoli di amicizia tra deputate italiane e donne afgane e per sostenere le donne afgane in vista del successivo svolgimento delle elezioni parlamentari, le prime dalla fine della guerra.

[2]    Il Gruppo venne costituito per la prima volta nella XIV legislatura e  promosse due eventi:  lo svolgimento di una Conferenza internazionale a favore delle donne afgane, tenutasi presso la Camera dei Deputati il 28 novembre 2002, ed una missione in Afghanistan dal 1° al 5 maggio 2005 per rinsaldare i vincoli di amicizia tra deputate italiane e donne afgane e per sostenere le donne afgane in vista del successivo svolgimento delle elezioni parlamentari, le prime dalla fine della guerra.

[3]    Nel corso della sua visita il Presidente Karzai è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dal Presidente del Senato, Renato Schifani,  e dal Presidente del Consiglio, Mario Monti.

[4]    Si ricorda che, nel corso della visita, è stato sottoscritto un Accordo di partenariato e cooperazione di lungo termine, che, all’articolo 1, comma 4, prevede un versante di sostegno al rafforzamento del ruolo e della capacità del Parlamento afgano, con particolare riguardo al procedimento legislativo.

[5]    Una pattuglia italiana dell’Operational Mentoring Leason Team (OMLT, addestratori) ha esploso dei colpi di arma da fuoco contro un’auto che non aveva rispettato le segnalazioni di avvertimento e sicurezza. L’episodio non ha causato reazioni ostili o manifestazioni popolari di protesta contro i militari italiani.

[6]    A cura del Servizio Rapporti internazionali della Camera.

[7]    L’intervento del Ministro degli Affari Esteri è stato pronunciato da Guido Martini, Direttore generale per i Paesi dell’Asia del Ministero degli Affari Esteri.

[8] Lettera di designazione del 5 novembre 2015.

[9] Si ricorda che la Commissione di collaborazione italo-cinese si è riunita precedentemente, la prima volta nella XIV legislatura, nel luglio 2005, a Pechino, la seconda nella XV legislatura nell’ottobre 2007, a Roma e la terza a Pechino dal 12 al 13 novembre 2009.

[10] Il processo intergovernativo ASEM (Asia Europe Meeting), è stato avviato nel 1996 tra i 15 Paesi membri dell'Unione europea e 10 Paesi dell'area asiatica (Brunei, Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Indonesia, Malesia, Singapore, Thailandia e Vietnam). In occasione del Vertice di Hanoi dell’ottobre 2004 sono entrati a far parte dell’organismo di cooperazione eurasiatico altri 13 paesi: Cambogia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Laos, Lettonia, Lituania, Malta, Myanmar/Birmania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Al vertice ASEM di Helsinki del 2006 era stato deciso di allargare la cooperazione a: Bulgaria, Romania, India, Pakistan, Mongolia e al Segretariato ASEAN (Association of South East Asian Nations). Tale allargamento è stato formalizzato in occasione del vertice ASEM di Pechino del 24 e 25 ottobre 2008 a cui tali paesi hanno partecipato per la prima volta. Nel corso del Vertice ASEM del 2010 Australia, Nuova Zelanda e Federazione Russa, hanno partecipato per la prima volta all’esercizio e ne sono divenuti pertanto membri. In occasione del Vertice di Vientiane (5-6 novembre 2012) anche Bangladesh, Svizzera e Norvegia hanno aderito all’ASEM, il primo nel gruppo asiatico, mentre per quanto attiene a Svizzera e Norvegia è stata concordata la costituzione di un “sottogruppo non-UE” all’interno del gruppo europeo, portando il numero totale a 53 con l’ingresso della Croazia e del Kazakhstan che è stato formalizzato in occasione del vertice ASEM del 2014.

[11] Si segnala che il Parlamento del Myanmar/Birmania nel 2012, ha preso parte per la prima volta alla riunione dell’ASEP; in occasione della riunione di Helsinki del maggio 2006 si erano infatti opposti alla sua partecipazione i rappresentanti dei Parlamenti UE. 

[12]Le precedenti riunioni ASEP si sono tenute: la settima, nel 2012 nel Laos (la Camera non ha partecipato); la sesta a Bruxelles nel 2010, (la Camera è stata rappresentata dagli onorevoli Lino Duilio e Alberto Torazzi); la quinta a Pechino nel 2008 (la Camera non ha partecipato); la quarta a Helsinki (Finlandia) nel 2006 in occasione della quale è stato approvato il regolamento dell’ASEP; la terza in Vietnam, nel 2004; la seconda a Manila, nelle Filippine, nel 2002; la prima a Strasburgo, presso il Parlamento europeo, nel 1996 (si trattava di un incontro propedeutico e nell’incontro, peraltro, erano stati coinvolti solo i Parlamenti dei 10 Paesi asiatici e il Parlamento europeo).

[13] Si segnala che il Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, che si compone di 198 membri, è il vero motore del Parlamento, esso garantisce infatti la continuità dei lavori tra una sessione e l’altra dell’ANP.

[14] Tra i temi al centro del colloquio: rafforzamento dei rapporti parlamentari e l’ulteriore sviluppo del partenariato strategico attraverso la promozione degli scambi tra vertici istituzionali, il rafforzamento degli scambi tra organi legislativi e partiti politici, lo sviluppo dei rapporti fra l’Unione Europea  e la Cina con l’aiuto dell’Italia, e il rafforzamento dei rapporti economici, commerciali e culturali.

[15]Temi del colloquio: rapporti bilaterali (presenza in Italia di 6000 imprese) governance mondiale dell’economia, opportunità di riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato.

[16]Era presente anche l’onorevole Lorenzo Cesa, presidente della parte italiana della Commissione di collaborazione parlamentare italo-cinese. Temi del colloquio: lotta alla povertà e difesa dei diritti umani; importanza del Partenariato Strategico Globale Italia-Cina, forte crescita dell’interscambio commerciale e necessità di promuovere la cooperazione nei settori della ricerca, dell’energia, ambiente e turismo, e tra le PMI; crisi finanziaria internazionale e necessità di sostenere i paesi in via di sviluppo.

[17]Erano presenti anche l’on. Lorenzo Cesa, e il presidente della sezione di amicizia UIP, on. Antonello Soro. Temi del colloquio: rafforzamento dei rapporti bilaterali, crisi economica internazionale e la riforma organismi finanziari internazionali.

[18] Si ricorda che la Conferenza parlamentare del World Trade Organization è un’iniziativa congiunta dell’Unione interparlamentare (UIP) e del Parlamento europeo mirante a rafforzare la democrazia a livello internazionale e a dare una dimensione parlamentare alla cooperazione multilaterale sulle questioni commerciali.

 

[19] Il leader religioso ha richiesto un sostegno morale, pratico e concreto, affinché siano riconosciuti i diritti che spettano ai tibetani e che sono sanciti pure nella Costituzione cinese. Sempre in tale occasione, il Presidente della Camera, Bertinotti, ha confermato l’amicizia italiana sia alla Cina che al popolo tibetano e l’importanza di includere nei negoziati anche i rappresentanti dei religiosi tibetani. Ha altresì ribadito l’importanza di sviluppare il dialogo interculturale. Il Dalai Lama ha sottolineato che non è obiettivo del Tibet quello di ottenere l’indipendenza dalla Cina.

[20]   La cooperazione tra i Paesi delle due sponde del Mediterraneo occidentale nasce a livello governativo a Roma nell’ottobre 1990 e si è inizialmente definita ad Algeri nella forma del Dialogo 5+5 (ottobre 1991), con la partecipazione da un lato di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Malta e dall’altro di Algeria, Tunisia, Marocco, Libia e Mauritania (i cinque Paesi appartenenti all’Unione del Maghreb Arabo – UMA). Dopo il congelamento quasi decennale dovuto alle sanzioni imposte dall’ONU alla Libia, l’esercizio si è riattivato nel gennaio 2001 con la Conferenza Ministeriale di Lisbona, cui ha fatto seguito quella di Tripoli del maggio 2002. La Tunisia ha quindi ospitato il primo Vertice dei Capi di Stato e di Governo il 5 dicembre 2003. La dimensione parlamentare si è attivata su iniziativa della Libia dal 24 al 25 febbraio 2003.

[21]   Pur avendo presentato la richiesta di adesione al Partenariato nel gennaio 2000, la Libia l’aveva ritirata dopo che l’Unione europea aveva chiesto a Tripoli una conferma dell’accettazione piena e incondizionata dell’acquis di Barcellona. Da parte sua, la Libia sosteneva ufficialmente che la presenza di Israele e dell’Autorità Nazionale Palestinese, prima che fosse risolto il problema palestinese, avrebbe influito negativamente nei meccanismi del Partenariato.

[22] https://www.usaid.gov/libya/fact-sheets/libya-women-economic-empowerment