Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: L'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS)
Serie: Note di politica internazionale    Numero: 82
Data: 12/07/2016
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari


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L'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS)

12 luglio 2016



Nella cornice dell'approvazione (25 settembre 2015) in sede ONU della nuova Agenda globale per lo sviluppo sostenibile e degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) da raggiungere entro il 2030, con l'obiettivo di mobilitare la società italiana, i soggetti economici e le istituzioni per la realizzazione degli SDGs, il 3 febbraio 2016 è stata istituita l'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), su iniziativa della Fondazione Unipolis e dell'Università di Roma Tor Vergata.

Attualmente l'ASviS riunisce oltre 100 tra le più importanti istituzioni e reti della società civile. Si tratta di

I soggetti rientranti in tali categorie possono aderire all'Alleanza con una procedura che prevede l'invio di una richiesta al Segretariato dell'ASviS dove vengono indicati la denominazione dell'associazione, il link al sito web, i riferimenti per i contatti, una breve presentazione di scopi, attività ed aderenti ad essa e le motivazione sottostanti la richiesta di adesione all'Alleanza. In esito ad una istruttoria, svolta contattando per approfondimenti il soggetto che si propone, il Segretariato predispone una nota che viene sottoposta alla decisione dell'Assemblea dell'Alleanza.

Le attività dell'Alleanza sono realizzate grazie al contributo finanziario, strumentale e di lavoro fornito dai suoi membri.

Il Presidente dell'Assemblea dell'Alleanza è Pierluigi Stefanini, Presidente della Fondazione Unipolis e del Gruppo Unipol.
Il Portavoce e coordinatore delle attività del Segretariato dell'Alleanza è Enrico Giovannini, professore ordinario di statistica economica presso l'Università di Roma Tor Vergata. Il professor Giovannini, come è noto, è stato Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 (Governo Letta) dopo essere stato Presidente dell'Istituto Nazionale di Statistica (4 agosto 2009 - 27 aprile 2013).

L'ASviS fa parte dell'ESDN (European Sustainable Development Network), la rete informale di soggetti istituzionali, associazioni ed esperti che dal 2003 si occupano di politiche e strategie di sviluppo sostenibile ed è iscritta al Registro per la Trasparenza dell'Unione Europea, gestito congiuntamente dal Parlamento e dalla Commissione UE e finalizzato ad informare i cittadini in merito alle organizzazioni, alle persone giuridiche e ai lavoratori autonomi le cui attività possono influenzare i processi decisionali dell'Unione europea. Tale attività è regolata mediante l'applicazione di un codice di condotta e un meccanismo di reclamo che permettono di avviare una procedura di indagine e il trattamento di eventuali violazioni del codice di condotta.

 

L'11 marzo 2016 l'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile è stata al centro dell'incontro dedicato all'Italia e gli obiettivi ONU al 2030, svoltosi presso la Sala della Regina della Camera dei deputati. Nell'intervento di apertura la Presidente della Camera ha evidenziato come il concetto stesso di alleanza, patto tra eguali per un futuro migliore, innervi l'Agenda 2030 che esplicitamente declina un modello di sviluppo sostenibile da perseguire con una strategia integrata e non settoriale, che valorizzi le interconnessioni tra gli ambiti d'intervento e superi l'attitudine a visioni di breve termine, privilegiando la "collaborazione strutturata e sistematica tra Istituzioni pubbliche, parti sociali, mondo della ricerca e società civile". L'Alleanza – ha affermato la Presidente – dà sostanza a tali previsioni dell'Agenda 2030 e, a livello parlamentare, può essere un interlocutore privilegiato, delle Commissioni permanenti, che si occupano di temi settoriali e che sono state sollecitate, attraverso l'istituzione al proprio interno di appositi comitati per gli obiettivi di sviluppo sostenibile, a tenere presente l'Agenda 2030 nella elaborazione delle proprie scelte politiche e normative come pure nell'attività di indirizzo e controllo sul Governo.

 

L'adozione dell'Agenda globale delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030 (qui il link alla pagina web) rappresenta un evento storico da più punti di vista, in quanto:

Il processo di cambiamento del modello di sviluppo verrà monitorato attraverso un complesso sistema basato su 17 obiettivi, 169 target e oltre 200 indicatori (qui il link a obiettivi e target a cura dell'ASviS). Sarà rispetto a tali parametri che ciascun paese verrà valutato periodicamente in sede ONU e dalle opinioni pubbliche internazionali e nazionali. Il luogo deputato al monitoraggio dell'Agenda è l'High Level Political Forum (HLPF), che si riunisce annualmente sotto l'egida del Comitato Economico e Sociale (ECOSOC) dell'ONU, mentre ogni quattro anni la riunione si svolge sotto l'egida dell'Assemblea Generale (GA).

Le riunioni annuali si tengono a livello di ministri, mentre quelle quadriennali a livello di Capi di Stato e di Governo. Il compito dell'HLPF è quello di valutare i progressi, i risultati e le sfide rilevanti per tutti i paesi, nonché di assicurare che l'Agenda resti "rilevante ed ambiziosa". Per fare ciò verranno utilizzati diversi strumenti, quali il "Rapporto Globale sullo Sviluppo Sostenibile", il Rapporto sui progressi verso gli SDGs (qui il link al primo report, rilasciato il 3 giugno 2016) e le valutazioni delle pratiche nazionali, da condurre su base volontaria.

 

La missione dell'ASviS è, come accennato, proprio quella di far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile, mettendo in rete coloro che si occupano già di aspetti specifici ricompresi nei Sustainable Development Goals allo scopo di:

Tali finalità generali verranno perseguite attraverso gli obiettivi specifici dell'Alleanza, che sono:

-       sensibilizzare gli operatori pubblici e privati, la pubblica opinione e i singoli cittadini sull'Agenda per lo sviluppo sostenibile, anche favorendo una conoscenza diffusa delle tendenze in atto rispetto agli SDGs e di quelle attese per il futuro attraverso l'impiego di tutti i mezzi di comunicazione;

-       analizzare implicazioni e opportunità per l'Italia che derivano dall'adozione dell'Agenda 2030 e minimizzare i costi della transizione alla sostenibilità, individuando, grazie allo sviluppo di strumenti analitici appropriati, i trade-off esistenti tra diverse politiche e proponendo interventi per renderli più favorevoli;

-       stimolare la ricerca e l'innovazione per lo sviluppo sostenibile, promuovendo la diffusione di buone pratiche sviluppate all'estero e in Italia, nonché lo sviluppo di strumenti analitici utili per valutare l'impatto delle politiche economiche, sociali e ambientali;

-       promuovere un programma di educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni;

-       proporre politiche volte al raggiungimento degli SDGs ed esprimere opinioni riguardo a possibili interventi legislativi, cercando di valutarne l'impatto ai fini del raggiungimento degli SDGs, con particolare riferimento al superamento dei divari esistenti tra le diverse regioni del nostro Paese e delle disuguaglianze tra i diversi gruppi socio-economici;

-       identificare le proposte innovative che vengono dal sistema della ricerca e promuoverne la sperimentazione su scala locale e nazionale, l'adozione da parte delle imprese e della pubblica amministrazione;

-       contribuire alla predisposizione di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli Obiettivi in Italia, con riferimento anche a gruppi di stakeholder specifici (imprese) e a contesti territoriali locali (comunità e città), valorizzando al massimo i sistemi esistenti, quali gli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES).

Si tratta di obiettivi caratterizzati da una forte componente di proattività non disgiunta dalla consapevolezza che il biennio 2016-2017, che rappresenta l'avvio dell'attività dell'Alleanza, rappresenta, come si legge sul sito web, "una "finestra di opportunità" unica, da non sprecare, per svolgere il proprio ruolo" alla luce della predisposizione delle piattaforme programmatiche dei diversi partiti in vista della consultazione elettorale del 2018.

Per il raggiungimento di tali obiettivi l'Alleanza, seguendo uno schema già adottato per la Conferenza COP21 ha deciso di operare sulla base di un programma di lavoro articolato in due tipologie di iniziative, ossia:

  1. attività programmate da ciascun membro sulla base dei propri obiettivi statutari e dei propri piani di lavoro. Allo scopo di potenziare le possibili sinergie, anche sul piano della comunicazione, gli impegni assunti saranno comunicati al Segretariato e condivisi con gli altri membri;
  2. attività deliberate dall'Assemblea, che sarà chiamata ad esprimersi sui contenuti e le caratteristiche dell'attività, e finanziate con i fondi forniti dai membri dell'Alleanza.

In tale contesto, il programma di lavoro 2016-2017 si articola su quattro direttrici principali:

  1. sensibilizzazione degli operatori pubblici e privati, della pubblica opinione e dei singoli cittadini sull'Agenda per lo sviluppo sostenibile;
  2. valutazione delle implicazioni e delle opportunità per l'Italia derivanti dall'adozione dell'Agenda 2030;
  3. educazione allo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alle giovani generazioni e ai decisori, pubblici e privati;
  4. sviluppo di adeguati strumenti di monitoraggio per il conseguimento degli SDGs in Italia.


In riferimento al secondo punto, in tema di ambiente, l'Alleanza prevede di svolgere un'azione di stimolo e sostegno all'elaborazione di una metodologia appropriata per realizzare le valutazioni d'impatto della futura legislazione "sul capitale naturale e i servizi ecosistemici" previste dal c.d. collegato ambientale (legge n.  221/2015). Si rammenta che l'articolo 67 del collegato ambientale assegna ad un "Comitato per il capitale naturale" il compito di presentare annualmente, entro il 28 febbraio, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze, un "rapporto sullo stato del capitale naturale del Paese, corredato di informazioni e dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie, seguendo le metodologie definite dall'Organizzazione delle Nazioni Unite e dall'Unione europea, nonché di valutazioni ex ante ed ex post degli effetti delle politiche pubbliche sul capitale naturale e sui servizi ecosistemici". La definizione di capitale naturale è rinvenibile nella relativa dichiarazione adottata nel 2012 nell'ambito dell'UNEP FI (United Nations Environment Programme Finance Initiative) dove per capitale naturale si intendono gli stock ecosistemici che generano un flusso rinnovabile di beni e servizi (quali, ad esempio, uno stock forestale od ittico, che fornisce un flusso futuro di legname o cibo che, se utilizzato in modo sostenibile, sarà fonte di benefici a lungo termine per gli esseri umani).

Nell'ambito delle attività riferibili ai punti 2 e 4 del programma (valutazione di implicazioni ed opportunità per il nostro Paese e sviluppo di strumenti di monitoraggio) rientra il sostegno dell'Alleanza alla proposta di legge AC 3828 e abbinate (Modifiche alla legge n. 196/2009, concernente il contenuto della legge di bilancio, in attuazione dell'art. 15 della legge n. 243/2012) approvato con ampia maggioranza dalla Camera dei deputati il 22 giugno 2016 e ora all'esame del Senato (AS 2451).

Si rammenta che il provvedimento, d'iniziativa parlamentare, si innesta nel processo di costruzione delle nuove regole di bilancio avviato con la legge costituzionale n. 1 del 2012, che ha introdotto nella Carta costituzionale il principio del pareggio di bilancio: la legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante le disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio, all'articolo 15 ha definito gli elementi essenziali che dovranno caratterizzare il contenuto della nuova legge di bilancio.

La proposta di legge AC 3828 e abbinate delinea la nuova legge di bilancio prevedendo, tra il resto, un ampliamento dei contenuti informativi del Documento di Economia e Finanza (DEF): in tale ambito, con riguardo al benessere equo e sostenibile (BES), si prevede che in allegato al DEF venga riportato l'andamento nell'ultimo triennio degli indicatori BES, selezionati da un Comitato appositamente istituito presso l'ISTAT; entro il 15 febbraio di ciascun anno dovrà inoltre essere presentata alle Camere una relazione in cui si evidenzi l'evoluzione degli indicatori suddetti sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio.

Da oltre cinquant'anni è in atto in ambito internazionale un dibattito sul c.d. "superamento del PIL" come unico indicatore di misurazione del benessere, alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Sono stati pertanto proposti indicatori di benessere, di sostenibilità ambientale, di qualità sociale e di parità tra i sessi, quali strumenti da tenere in considerazione nell'elaborazione, nell'adozione e nella valutazione delle politiche pubbliche, al fine di integrare l'uso degli indicatori macroeconomici, ritenuti non più sufficienti a misurare il grado di benessere di una comunità e a orientare, perciò, le politiche pubbliche. In ambito internazionale si possono segnalare quelli utilizzati da istituzioni quali l'ONU, l'UE e l'OCSE. In ambito nazionale, da alcuni anni è stato avviato il progetto BES, tramite un'iniziativa congiunta del CNEL e dell'ISTAT, al fine di fornire un significativo contributo in questa direzione. Tale progetto è finalizzato all'individuazione delle misure più idonee a rappresentare il progresso del Paese e dei territori verso l'incremento del benessere dei cittadini.
Esso considera 12 dimensioni (articolate in 130 indicatori) - Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi – selezionate attraverso un processo di condivisione democratica promosso in Italia dal CNEL e dall'ISTAT che si sono impegnati ad elaborare uno strumento capace di misurare gli elementi fondanti del benessere in Italia e nei suoi territori. Dal progetto scaturisce ogni anno un rapporto, giunto alla sua terza edizione con il Rapporto BES 2015 .

Il CNEL e l'ISTAT hanno dato vita anche al « BES delle province » per la costruzione di indicatori territoriali per la governance di area vasta e il progetto «UrBES», promosso dalla rete delle città metropolitane dell'Associazione nazionale dei comuni italiani insieme con l'ISTAT, propone un sistema di indicatori del benessere per le città metropolitane e per alcuni comuni capoluogo (Si veda il dossier n. 452/1 del 21 giugno 2016 predisposto dal Servizio studi).

Nel BES 2015, in particolare, l'analisi degli aspetti che concorrono alla qualità della vita dei cittadini si articola in dodici settori (i "domini") e 130 indicatori selezionati attraverso il coinvolgimento di esperti di settore e di una commissione scientifica. Peraltro, molti dei 17 Goal possono essere facilmente ricondotti alle diverse categorie del BES, il quale considera 9 domini relativi agli aspetti che influenzano direttamente il benessere (salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, sicurezza, benessere soggettivo, ambiente e paesaggio e patrimonio culturale) e tre domini strumentali o di contesto (politica e istituzioni, ricerca e innovazione e qualità dei servizi).

 

Mentre è ancora in corso di elaborazione, da parte della Commissione Statistica delle Nazioni Unite, la lista di indicatori statistici – attualmente ne sono previsti oltre 200 - attraverso i quali monitorare, per ciascun paese, i sentieri di avvicinamento agli SDGs (elaborazione cui l'Istituto nazionale di statistica sta collaborando mettendo a disposizione gli indicatori per il nostro Paese) e visto il ritardo con il quale molti indicatori sono resi disponibili dalle fonti ufficiali, l'Alleanza intende promuovere, avvalendosi di specialisti, la realizzazione di un progetto per il cosiddetto nowcasting degli indicatori, cioè la loro stima anticipata basata su tecniche statistiche ed econometriche. 

Inoltre, per superare la difficoltà nella comunicazione pubblica di un set di oltre 200 indicatori, l'Alleanza intende promuovere la costruzione di indicatori sintetici per ciascuno dei 17 SDGs e, infine, per favorire la diffusione della conoscenza delle tendenze in atto nel nostro Paese, nonché delle distanze dagli obiettivi SDGs, l'Alleanza intende stabilire una collaborazione strutturata con alcuni media partner di particolare rilievo nonché impegnarsi a favorire la diffusione di tali informazioni attraverso i social media.