Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri |
Altri Autori: | Servizio Rapporti Internazionali , Ufficio Rapporti con l'Unione Europea |
Titolo: | Incontro con il Ministro turco degli Affari europei, Volkan Bozkir - 25 marzo 2015 - Schede di lettura |
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 161 |
Data: | 23/03/2015 |
Organi della Camera: | XIV - Politiche dell'Unione europea |
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Incontro con il Ministro turco degli Affari europei, Volkan Bozkir |
25 marzo 2015 |
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n. 161 |
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23 marzo 2015 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it Servizio Studi – Dipartimento Affari comunitari ( 066760-9409 – * st_affari_comunitari@camera.it |
Hanno collaborato: |
Servizio Rapporti
internazionali ( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1@camera.it Segreteria Generale – Ufficio Rapporti con l’Unione europea ( 066760-2145 – * cdrue@camera.it |
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File:
ES0343.doc |
INDICE
Schede di
lettura
Scheda paese – Repubblica di Turchia (a cura del Ministero degli Affari
esteri e della Cooperazione internazionale) 3
Rapporti tra l’UE e la Turchia (a cura dell’Ufficio Rapporti con
l’Unione europea) 57
Rapporti parlamentari con la Turchia (a cura del Servizio Rapporti
internazionali) 65
Profilo biografico
Volkan BOZKIR Ministro degli Affari europei (a cura del Servizio Rapporti Internazionali) 85
La Turchia ha ottenuto lo status di paese candidato dal Consiglio europeo di Helsinki del dicembre 1999
ed ha avviato i negoziati di adesione
con l’Unione europea il 3 ottobre 2005.
I negoziati di
adesione si articolano in 35 capitoli divisi per politica. Sono stati avviati 14 capitoli, di cui uno è stato concluso (scienza e ricerca -
giugno 2006).
Sono aperti al momento i seguenti capitoli: impresa e
politica industriale (marzo 2007); controllo finanziario; statistica (giugno
2007); reti transeuropee; salute e protezione dei consumatori (dicembre 2007);
diritto delle imprese; proprietà intellettuale (giugno 2008); libera circolazione
dei capitali; società dell'informazione (dicembre 2008); fiscalità (30 giugno
2009); ambiente (21 dicembre 2009); sicurezza alimentare (30 giugno 2010);
politica regionale ( 25 giugno 2013).
Altri 8 capitoli, in conseguenza della mancata applicazione del Protocollo di Ankara nei confronti della Repubblica di Cipro da parte della Turchia (vd. par. seguente) - sono sospesi: libera circolazione delle merci, diritto di stabilimento e libera prestazione dei servizi, servizi finanziari, agricoltura e sviluppo rurale, pesca, politica dei trasporti, unione doganale e relazione esterne.
La
Commissione europea ha inaugurato il 17 maggio 2012 una iniziativa
denominata Agenda positiva, per dar vita, dopo un periodo di
stagnazione, ad un nuovo circolo virtuoso nel processo di adesione della
Turchia.
Il
programma dell’agenda positiva riguarda vari settori: il dialogo e la
cooperazione rafforzati su riforme politiche, visti, mobilità, migrazione,
energia, contrasto al terrorismo, gemellaggi tra città, una più stretta cooperazione
in materia di accordi commerciali
Il Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker nell’illustrare gli orientamenti politici della Commissione, in occasione della sessione plenaria del Parlamento europeo del 15 luglio 2014, ha sottolineato che, pur avendo costituito una svolta epocale - che ha portato pace e stabilità nel continente europeo -, il processo di allargamento deve fermarsi temporaneamente per permettere di consolidare i risultati ottenuti dall'UE-28. Juncker ha quindi dichiarato che durante la sua presidenza, i negoziati in corso proseguiranno e i Balcani occidentali, in particolare, dovranno mantenere una prospettiva europea, ma nei prossimi cinque anni non vi saranno altri allargamenti.
L’ultima relazione sui progressi compiuti dalla Turchia sulla
via dell’adesione all’Unione europea è stata pubblicata dalla
Commissione europea l’8 ottobre 2014, nell’ambito dell’annuale “pacchetto
allargamento”, e si riferisce al periodo compreso tra ottobre 2013 e settembre
2014.
Nella relazione la Commissione ricorda che la Turchia è un partner
strategico per l'Unione europea: la sua economia dinamica fornisce infatti
un contributo prezioso alla prosperità del continente europeo. D’altra canto i
drammatici sviluppi nella regione, in particolare in Siria e in Iraq, rendono
fondamentale la cooperazione sulle questioni di politica estera. La stessa
posizione geografica strategica della Turchia determina l'importanza di una
collaborazione più intensa in materia di migrazione e di sicurezza energetica. Sulla
base di tali considerazioni, secondo la Commissione negoziati di adesione
intensi e credibili sono la sede più adatta per sfruttare appieno il potenziale
delle relazioni UE-Turchia. L'Unione deve rimanere un importante fattore di
stimolo per le riforme politiche e
economiche in Turchia: in tale ottica, è
nell'interesse della Turchia e dell'UE
che i parametri di apertura per i
capitoli 23 (Sistema giudiziario e diritti fondamentali) e 24 (Giustizia,
libertà e sicurezza) siano definiti al più presto, in modo da poter avviare i
relativi negoziati. La Turchia può accelerare i negoziati compiendo progressi
verso il rispetto dei parametri fissati, conformandosi ai requisiti del quadro
negoziale e rispettando i suoi obblighi contrattuali nei confronti dell'UE.
La relazione rileva che è proseguita l'attuazione delle riforme
adottate negli anni precedenti, in particolare le misure annunciate nel pacchetto
sulla democratizzazione del settembre 2013. La Corte costituzionale ha adottato
una serie di decisioni importanti che evidenziano la resilienza del sistema
costituzionale del paese.. Il paese ha compiuto ulteriori sforzi per trovare
una soluzione pacifica alla questione curda, adottando in particolare
una legge volta a consolidare la base giuridica di questo processo. La risposta
del governo alle accuse di corruzione formulate nel dicembre 2013 ha
destato serie preoccupazioni in merito all'indipendenza della magistratura e
alla separazione dei poteri. Pur non essendo legato, secondo quanto
dichiarato dal governo, al caso anticorruzione, il gran numero di trasferimenti
e revoche di poliziotti, giudici e pubblici ministeri ha compromesso il buon
funzionamento delle rispettive istituzioni e sollevato interrogativi circa il modo
in cui sono state applicate le relative procedure. È di fondamentale importanza
che le indagini sulle accuse di corruzione siano condotte in modo regolare e
totalmente trasparente e che siano garantite le capacità operative della
magistratura e della polizia. I tentativi di vietare i social media,
successivamente neutralizzati dalla Corte costituzionale, e le pressioni
esercitate sulla stampa, che hanno determinato una diffusa autocensura,
rispecchiano l'approccio restrittivo applicato alla libertà di espressione, che
è stato mantenuto anche per la libertà di riunione. La Turchia dovrà allineare
con gli standard europei la legislazione sul diritto di riunione e
sull'intervento delle forze di polizia e la relativa attuazione.
Il Parlamento europeo – nella scorsa legislatura - ha adottato il 13 marzo 2014 una risoluzione nella quale, in particolare:
· sottolinea l'importanza di promuovere: ulteriori riforme dell'amministrazione turca; il dialogo in tutti gli ambiti politici e nella società; il pieno rispetto dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto e del principio della separazione dei poteri; un sistema giudiziario imparziale e indipendente;
· evidenzia pertanto l'importanza di negoziati credibili, condotti in buona fede e basati sull'impegno reciproco, della Turchia e dell'Unione, a mettere in atto riforme efficaci in grado di rafforzare le basi democratiche della società turca, promuovere i valori fondamentali e indurre cambiamenti positivi nelle istituzioni della Turchia;
· invita l'UE a fornire il pieno sostegno tecnico e finanziario per la messa in atto dell'accordo di riammissione tra l'UE e la Turchia e la Turchia a predisporre politiche adeguate volte a fornire una protezione internazionale efficace ai richiedenti asilo e a garantire il rispetto dei diritti umani dei migranti; invita altresì la Turchia e la Commissione a proseguire nel dialogo al fine di compiere progressi sostanziali in materia di liberalizzazione del regime dei visti;
· esprime preoccupazione dinanzi agli sviluppi in Turchia per quanto concerne la presunta corruzione ad alto livello e sollecita il governo turco a dimostrare un impegno incondizionato nei confronti dei principi democratici e ad astenersi da qualsiasi ulteriore interferenza nelle indagini e nei procedimenti in materia di corruzione;
· esprime preoccupazione per la polarizzazione politica e l'assenza di disponibilità da parte del governo e dell'opposizione a collaborare per raggiungere l'unanimità sulle riforme chiave e sull'elaborazione di una nuova costituzione per la Turchia; esorta tutti i soggetti politici, il governo e l'opposizione a cooperare per consolidare una visione pluralistica in seno alle istituzioni statali e per promuovere la modernizzazione e la democratizzazione dello Stato e della società;
· sottolinea la necessità di una legislazione contro la discriminazione e l'istituzione di un comitato per la parità e la lotta alla discriminazione ed invita il governo a garantire che la legislazione in materia di reati generati dall'odio offra protezione a tutti i cittadini e le comunità, comprese le persone LGBT;
· deplora l'uso eccessivo della forza da parte della polizia e gli atti di violenza compiuti da alcuni gruppi marginali in occasione delle proteste di Gezi Park e chiede alla Turchia di adottare adeguate procedure di revisione interna e di istituire un organo di controllo indipendente incaricato di esaminare le infrazioni commesse dalla polizia e attuare riforme per garantire il rispetto della libertà di riunione;
· ribadisce l'importanza di avviare i capitoli 23 (sistema giudiziario e diritti fondamentali) e 24 (giustizia e affari interni) fin dalle prime fasi del processo negoziale e di chiuderli per ultimi e rammenta che fornendo alla Turchia i parametri di riferimento ufficiali per l'avvio dei suddetti capitoli, si otterrebbero una chiara tabella di marcia, un incentivo al processo di riforma e si garantirebbe alla Turchia un punto d'appoggio per un processo di riforme basato sugli standard europei;
· appoggia l'iniziativa del governo turco di adoperarsi per risolvere la questione curda con l'obiettivo di porre fine alle attività terroristiche dello stesso PKK e incoraggia il governo turco a introdurre le necessarie riforme volte a promuovere i diritti sociali, culturali ed economici della comunità curda, anche offrendo l'insegnamento in curdo nelle scuole pubbliche;
· ribadisce il suo sostegno alla riunificazione di Cipro, sulla base di una soluzione equa e praticabile per entrambe le comunità e chiede alla Turchia di sostenere attivamente i negoziati finalizzati a raggiungere una soluzione equa, completa e praticabile sotto gli auspici del Segretario generale delle Nazioni Unite e conformemente alle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU;
· ritiene opportuno considerare la possibilità di instaurare una stretta cooperazione tra l'UE e la Turchia nel settore energetico e richiama l'attenzione sull'importanza di coinvolgere la Turchia nel processo di elaborazione della politica energetica europea.
Sono nuovamente sospesi i negoziati per la riunificazione dell'isola di Cipro che erano ripresi a febbraio 2014. Tra le cause i rilevamenti marittimi avviati dalla Turchia ad ottobre 2014, mirati a compromettere le trivellazioni e la ricerca di idrocarburi nella zona economica di competenza cipriota.
Il Parlamento europeo
ha condannato i "rilevamenti marittimi" della Turchia
come un'invasione della zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro e
una violazione del suo diritto sovrano di esplorare le risorse naturali
all'interno di essa (risoluzione del 13 novembre 2014).
A febbraio 2014 il dirigente greco-cipriota Nicos Anastasiades e quello turco-cipriota Dervis Eroglu si erano incontrati negli uffici dell'Onu presso il vecchio aeroporto di Nicosia alla presenza della responsabile delle Nazioni Unite a Cipro, Lisa Buttenheim. Nel corso dell'incontro era stata approvata una tabella di marcia per i negoziati. La "nuova" Cipro che dovrebbe emergere ad accordo raggiunto dovrebbe configurarsi come "una federazione bi-comunale e bi-zonale", nel cui ambito il paese sarà "un'entità legale unificata sul piano internazionale e con un'unica sovranità". L'accordo sarà poi sottoposto a due referendum simultanei nelle due comunità.
A seguito del risultato
negativo del referendum del 24 aprile 2004 sul piano di unificazione
dell’isola proposto dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, il 1° maggio
2004 Cipro ha aderito all’UE come un’isola divisa[1], vale a dire
con la sostanziale eccezione della parte settentrionale a prevalenza turca. La legislazione dell’UE è infatti sospesa -
per effetto del regime di deroga del protocollo n. 10 al Trattato di adesione
del 16 aprile 2003 - nella parte
settentrionale dell’isola, su cui la Repubblica di Cipro non esercita un
controllo effettivo. Tale sospensione non riguarda i diritti personali dei
turco-ciprioti in quanto cittadini di uno Stato membro dell’UE. In base allo
stesso protocollo la sospensione dell’acquis
verrebbe meno in caso di soluzione della questione turco-cipriota.
In considerazione del risultato del referendum, il 29
aprile 2004 l’Unione europea ha adottato il regolamento n. 866/2004, inteso a gestire il movimento di beni e
persone attraverso la cosiddetta linea
verde che separa le aree controllate dal governo cipriota dal resto
dell’isola.
In aggiunta al
regolamento sulla “linea verde”, l’Unione europea ha intrapreso altre
iniziative con l’obiettivo di porre fine all’isolamento della parte
settentrionale dell’isola e di facilitare la riunificazione di Cipro,
promuovendone lo sviluppo economico e sociale. Tra di esse si ricorda il regolamento CE 389/2006, adottato il 27
febbraio 2006, che ha istituito uno strumento di sostegno finanziario per promuovere lo sviluppo economico della comunità turco-cipriota.
A partire dal 2011, l’assistenza
prosegue in forma di allocazioni annuali
di 28 milioni di euro.
Non è stata invece mai approvata la proposta di regolamento del Consiglio presentata dalla Commissione il 7 luglio 2004[2] per agevolare gli scambi tra la parte settentrionale dell’isola e l’UE, prevedendo l’applicazione di un regime preferenziale ad una serie di beni, prodotti o trasformati a Cipro, ammessi sul territorio doganale dell’UE. La proposta della Commissione non ha finora incontrato il favore del governo cipriota che riteneva che tali misure comportassero di fatto un riconoscimento politico della comunità turca da parte dell’UE.
Per quanto riguarda il tema dell’adesione della Turchia all’UE, Cipro si è espressa in linea di
principio a favore. In occasione del Consiglio europeo di dicembre 2004, che ha
deciso l’apertura dei negoziati di adesione, ha tuttavia condizionato il
proprio assenso all’accettazione di Ankara di firmare il protocollo che estende ai
dieci nuovi Stati membri, compresa
la Repubblica di Cipro, l’Accordo di
associazione stipulato nel 1963 con la Comunità europea (cosiddetto
Protocollo di Ankara). In occasione della firma del protocollo, avvenuta il 29
luglio 2005, la Turchia ha allegato
una dichiarazione in cui riafferma di non
riconoscere la Repubblica di Cipro. Il 21 settembre 2005, in una contro
dichiarazione, l’Unione europea ha precisato fra l’altro che la dichiarazione
della Turchia è unilaterale, non fa parte integrante del protocollo e non ha
effetti giuridici sugli obblighi che derivano al paese dall’applicazione
dell’accordo.
La Commissione europea ha più volte invitato la
Turchia ad applicare il Protocollo integralmente
e in maniera non discriminatoria e ad eliminare tutti gli ostacoli alla
libera circolazione delle merci, comprese le restrizioni sui mezzi di trasporto
nei confronti di Cipro. In più occasioni le istituzioni dell’Unione europea
hanno ribadito che tale applicazione integrale è considerata determinante per il buon proseguimento
dei negoziati.
L’Unione europea è il maggiore partner commerciale della Turchia: il 40% del commercio estero della Turchia è indirizzato verso l’Unione europea. Nel 2013 l’ UE ha importato beni dalla Turchia per un controvalore di 50,4 miliardi di euro ed ha esportato in Turchia beni per 77,7 miliardi di euro. Per quanto riguardo i servizi, l’UE ha importato nel 2011 servizi per 14,6 miliardi di euro e ne ha esportati per un controvalore di 9.5 miliardi di euro.
Le relazioni commerciali tra UE e Turchia sono governate da un’Unione doganale entrata in vigore il 31 dicembre 1995 (la Turchia è l’unico paese terzo ad avere una Unione doganale con l’UE) e che si applica a tutti i prodotti industriali, ma da cui sono esclusi i prodotti agricoli (ad eccezione dei prodotti agricoli lavorati), i servizi e gli appalti pubblici. Negoziati per una estensione e approfondimento dell’Unione doganale tra UE e Turchia anche ai servizi ed agli appalti pubblici avviati nel 1996 sono stati poi sospesi nel 2002
Per quanto riguarda l’assistenza finanziaria, l’Unione europea ha previsto in favore della Turchia, nell’ambito dello strumento di preadesione IPA, un finanziamento a livello nazionale pari a 4,8 miliardi di euro per il periodo 2007-2013. Tale somma fa della Turchia uno dei principali destinatari dell’assistenza esterna dell’UE nel mondo.
Per il periodo di programmazione finanziaria 2014 - 2020 nell’ambito delle risorse complessive di 11,7 miliardi di euro destinate allo strumento di preadesione IPA II, per la Turchia per il periodo 2014-2020 sono previsti complessivamente 4.453,9 milioni di euro.
Sulla base di un accordo firmato il 4 giugno 2014, la Turchia potrà partecipare al programma UE per la ricerca e lo sviluppo tecnologico Horizon 2020 per il periodo 2014-2020. La Turchia è associata ai programma di ricerca e sviluppo tecnologico dell’UE sin dal 2003; nell’ambito del ciclo di programmazione finanziaria 2007-2013, enti di ricerca pubblici e privati della Turchia hanno partecipato a circa 950 progetti ricevendo circa 200 milioni di euro.
Il 16 dicembre 2013 il Commissario agli
affari interni dell’UE, Cecilia Malmstrom, e il Ministro degli interni turco Guler
Muammer hanno firmato un accordo di
riammissione fra UE e Turchia. L’accordo è stato poi ratificato dal
Parlamento turco il 26 giugno 2014 ed è entrato in vigore il 1° ottobre 2014
L’accordo di riammissione UE-Turchia stabilisce, su base di reciprocità, procedure per la riammissione di persone entrate (o soggiornanti) in modo irregolare nel territorio di una delle parti firmatarie e provenienti dall’altra.
In tal modo gli immigrati entrati (o soggiornanti) illegalmente nell'Unione attraverso la frontiera turca saranno riaccettati dalla Turchia qualora espulsi dall'Ue: tale regime si applicherà anche a parti invertite.
L'accordo riguarda la riammissione sia dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea e della Turchia, sia di tutti gli altri soggetti (cittadini di paesi terzi ed apolidi) che entrino o soggiornino irregolarmente sul territorio di una parte firmataria e provenienti direttamente dal territorio dell'altra.
L’accordo non riguarda i rifugiati che scappano dalle zone di conflitto e
sono in cerca di un rifugio, in quanto protetti dalle norme internazionali e
dal diritto dell’Unione europea.
In occasione della
firma sono stati altresì avviati i
negoziati tra UE e Turchia per la
liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi in viaggio verso l’area
Schengen per brevi periodi. L’effettiva
e piena attuazione dell’accordo di riammissione è considerata dall’Unione
europea come una delle precondizioni essenziali per compiere progressi nel
negoziato sulla liberalizzazione dei visti.
Forte della sua collocazione geografica, alla confluenza tra le maggiori aree di produzione e di consumo nello spazio eurasiatico, la Turchia aspira a divenire uno snodo della distribuzione degli idrocarburi. Con riferimento agli approvvigionamenti energetici diretti all’UE, si ricorda che la Turchia, attraverso il gasdotto TANAP (Trans Anatolian Pipeline), veicolerà il gas azerbaigiano estratto dai fondali del Mar Caspio (trasportato attraverso la Georgia dal South Caucasus Pipeline) verso l’Europa: proprio al confine tra Grecia e Turchia, infatti, avrà inizio il tracciato del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (TAP), che veicolerà il gas azero verso l’Europa, lungo il seguente tracciato:
Il tracciato del progetto Trans Adriatic Pipeline (TAP)
Fonte: Parlamento
italiano, Osservatorio di politica internazionale, Focus Sicurezza energetica
(n. 16/2013)
Presidente
della Grande Assemblea Nazionale Turca (GNAT) |
Cemil ÇIÇEK,
eletto il 4 luglio 2011, all’indomani delle elezioni legislative del 12
giugno 2011. |
Ambasciatore
della Turchia a Roma |
Aydin Adnan SEZGIN (da novembre 2014) |
Ambasciatore
d’Italia ad Ankara |
Luigi MATTIOLO (dal
20 febbraio 2015) |
XVII LEGISLATURA
Attività legislativa |
E’ stato approvata
il 18 dicembre 2014 la Legge n. 5/152014 “Ratifica dell'Accordo di cooperazione tra Italia e Turchia sulla lotta ai reati
gravi, in particolare contro il terrorismo
e la criminalità organizzata”, fatto
a Roma l'8 maggio 2012;
Il 4 marzo 2015 è
stato approvato definitivamente dalla Camera il disegno di legge
concernente la “Ratifica dell'Accordo
tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Turchia sulla previdenza sociale[3], fatto a Roma l'8 maggio 2012” (in attesa di
pubblicazione).
Incontri bilaterali |
Il 18 marzo 2015 la Presidente della
Camera Boldrini ha incontrato l’Ambasciatore turco, Adnan Aydın Sezgin. Al centro del
colloquio gli ottimi rapporti parlamentari, la riforma costituzionale in corso
in entrambi i paesi, la gestione dei flussi migratori a seguito delle crisi
regionali in atto.
A margine della
Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi aderenti al Consiglio
d’Europa, che ha avuto luogo ad Oslo
l’11 e 12 settembre 2014, si è svolto un incontro bilaterale tra la Presidente della Camera, Laura Boldrini,
e il Presidente della Grande Assemblea
Nazionale turca (GNAT), Cemil Çiçek, nel corso del quale è stato
preannunciato lo svolgimento del VI Seminario parlamentare italo-turco ad
Istanbul a ottobre 2014 (cfr. infra).
Il 17 dicembre 2014 il Segretario di
Presidenza e Coordinatore dei rapporti tra la Camera dei deputati e la Grande
Assemblea Nazionale Turca, Caterina Pes,
ha incontrato l'Ambasciatore di
Turchia in Italia, Aydin Adnan Sezgin.
Il 18 dicembre 2014 l'Ambasciatore Sezgin ha avuto un colloquio anche con il Presidente della delegazione italiana
presso l'Assemblea parlamentare della NATO,
Andrea Manciulli.
Protocollo di
Cooperazione |
Il 26
gennaio 2005, l’allora Presidente della Camera dei Deputati, Pier
Ferdinando Casini, e l’allora Presidente della Grande Assemblea Nazionale di
Turchia dell’epoca, Bulent Arinc, hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione bilaterale.
Per
la XVII legislatura, il coordinatore[4] delle attività del Protocollo per la parte italiana è Caterina Pes, Segretaria d’Aula. Gli altri
componenti della parte italiana incaricata di seguire l’attuazione del
Protocollo sono: Franco Bruno
((Misto – Maie - ApI), Gianfranco
Librandi (SCpI); Settimo Nizzi
(FI PdL - Berlusconi Presidente), Marisa
Nicchi (Sel).
Il Protocollo prevede lo svolgimento di
varie attività di cooperazione e di dialogo, tra cui l’organizzazione di
Seminari parlamentari su temi concordati dalle due parti.
L’ultimo
Seminario parlamentare si è svolto a Istanbul dal 13 al 15 ottobre 2014. La riunione è stata dedicata a:
·
Cooperazione
economica tra Italia e Turchia;
·
Twinnings e
programmi di scambio tra Università e il funzionamento del sistema
universitario nei due paesi;
·
il ruolo
dell’Italia e della Turchia nell’area Mediterranea, alla luce delle
trasformazioni in atto nei Paesi del Nord Africa e del Medioriente”.
All’incontro hanno preso parte i deputati Pes, Bruno, Librandi, Nicchi.
Dalla firma del protocollo di collaborazione,
si sono tenuti sei Seminari, due
nella XIV, uno nella XV Legislatura, due nella XVI Legislatura e uno nella XVII
Legislatura.
Ulteriore Attività
Il 24 febbraio 2015 una delegazione di
parlamentari turchi composta dagli onorevoli Ahmet Berat Çonkar, Presidente
della Commissione esteri, Yusuf Halaçoğlu, Osman Taney Korutürk, hanno
incontrato i deputati Caterina Pes e
Gianfranco Librandi.
Temi dell’incontro: la questione del genocidio armeno (i deputati turchi hanno ribadito la necessità di un approccio storico e non politico alla questione oltreché libero da interferenze di altri paesi che danneggiano un avvicinamento tra Turchia e Armenia; espresso preoccupazione per la recente approvazione da parte del Senato italiano del progetto di legge sul reato di negazionismo, ora alla Camera).
Successivamente i
deputati turchi hanno incontrato Flavia
Piccoli Nardelli, vicepresidente della Commissione cultura. Il giorno
precedente avevano incontrato la Commissione
esteri (vedi infra).
Il 14 maggio 2014 Caterina Pes, Coordinatore, e i deputati
Franco Bruno, Ilaria Capua, Marisa Nicchi, componenti del gruppo di lavoro interparlamentare, hanno incontrato una delegazione di parlamentari della Grande Assemblea
Nazionale di Turchia in visita in Italia per acquisire elementi sul
sistema carcerario italiano. Sovraffollamento carcerario, pene alternative
per reati minori, diffusione delle malattie infettive nella popolazione
carceraria, sono stati i temi affrontati nel colloquio. I deputati italiani
hanno espresso ai colleghi turchi le loro condoglianze per i lavoratori rimasti
uccisi a seguito dell’esplosione nella miniera di Soma.
Il 14 novembre 2013 Caterina Pes ha incontrato Zeynep Karahan Uslu, Coordinatrice per
la parte turca dei rapporti con la Camera dei deputati nell'ambito del
Protocollo di Collaborazione parlamentare.
Nel corso del colloquio è stata avviata una prima
riflessione sulla futura attività della cooperazione parlamentare italo-turca
prevista dal Protocollo. In particolare, da parte turca è stata avanzata la
possibilità di ospitare il prossimo Seminario in Turchia (è stata proposta una
tappa a Sanliurfa - città gemellata con Alberobello - che ospita campi
profughi); è stata altresì prospettata l’opportunità di promuovere ulteriori
incontri oltre i Seminari. L’on. Pes ha sottolineato le ampie possibilità di
cooperazione offerte dal dialogo parlamentare italo turco e rilanciato il
progetto dell’Università italo-turca di Istanbul (la parte turca aveva trovato
il terreno su cui edificare il plesso, un terreno di proprietà della Difesa, ma
l’iter si è poi bloccato per problemi legati alla reperebilità e utilizzo di
risorse finanziarie private da parte italiana rispetto a quanto prevede la
normativa turca).
Una delegazione della Camera dei deputati,
composta dalle deputate Caterina Pes
e Marisa Nicchi, ha effettuato una missione in Turchia dal 25 al 28 novembre
2013, nell’ambito di un programma finanziato dalla UE[5] ed in restituzione della visita effettuata alla
Camera da una delegazione parlamentare turca a ottobre (vedi infra).
Ad Ankara,
presso la Grande Assemblea Nazionale turca (GNAT), hanno incontrato la Vicepresidente, Ayşe Nur Bahçekapili.
Tra temi del colloquio: la questione delle pari opportunità nei rispettivi paesi e la lotta alla violenza contro le donne e la Convenzione di Istanbul[6] di cui è stata auspicata l’entrata in vigore. L’on. Bahçekapili ha ricordato come il suo partito, l’AKP, sia particolarmente sensibile alla questione femminile e vanti tra le sue fila 46 deputate su un totale di 79 parlamentari donne e ricordato che nell’attuale legislatura ci sono tre Vice Presidenti donne, mentre in precedenza non ce n’era nessuna.
Sono stati poi svolti incontri con il Vicepresidente della Commissione per
l’Armonizzazione con l’UE, Haluk Özdalga, e con gli esponenti dei Gruppi parlamentari.
In particolare, per il CHP, il partito Khemalista, laico e di sinistra, la delegazione ha incontrato Osman Koruturk, Ayse Danisoglu Ali Ozturk. Dopo aver illustrato le priorità del loro partito (tutela dei diritti fondamentali, supremazia del diritto, democratizzazione e difesa della laicità) e dopo aver osservato che la Costituzione turca stabilisce che la Turchia è una repubblica laica, hanno criticato le azioni del Primo Ministro a loro avviso dirette ad abbattere la laicità (vedi l’uso velo negli uffici pubblici) mentre in un paese mussulmano al 99%, come la Turchia, essa deve essere salvaguardata. Rispetto all’ingresso nell’UE, nell’ultimo periodo il Primo ministro è diventato meno filo europeo, anche a causa dell’ostruzionismo di Francia, Germania e Austria, (ha chiesto a Putin di aderire al patto di Shanghai). Inoltre, la Commissione istituita per portare avanti le riforme costituzionali, cui partecipavano tutti i partiti è stata sciolta, dopo aver lavorato due anni. Hanno poi sottolineato che sul versante della politica interna, il regime è sempre più autoritario, come visto in occasione di Gezy Park e della repressione delle manifestazioni dei professori nei giorni scorsi. Il CHP ritiene comunque difficile allearsi con gli altri partiti di opposizione, in quanto l’MHP è di ultra destra e conservatore e gli altri partiti di sinistra non sono rilevanti. Evidenziano altresì come la magistratura non sia – a loro avviso –indipendente, come dimostrano gli arresti di molti giornalisti, per reati di opinione, nonché di deputati di opposizione e di generali, accusati di aver partecipato a costruire un’azione terroristica contro il governo (i processi sono stati sommari in cui la difesa non ha potuto svolgere a pieno il suo ruolo.
Nel corso dell’incontro con l’esponente del
partito nazionalista MHP, Yusuf Halacoglu, sono state evidenziate
le comuni radici storiche e culturali
che legano Italia e Turchia.
Rispetto al Mediterraneo, Halacoglu ritiene che la Turchia possa rappresentare un elemento di stabilizzazione per paesi che non hanno conosciuto ancora a pieno la democrazia e il rispetto dei diritti umani. Non ritiene, inoltre, possibile che l’Islam condizioni in modo determinante la Turchia: la Turchia ha un approccio “più scientifico”, che riconosce e rispetta le altre religioni. Dall’esterno, alcuni recenti cambiamenti possono essere interpretati come processo di islamizzazione, ma non è così. Nel 1923, quando si è passati alla repubblica, al fine di creare una nuova identità sono stati imposti dall’alto dei cambiamenti radicali e adesso la Turchia si confronta con il suo passato. Ad esempio, un presupposto democratico è che tutti possano vestirsi come vogliono, quindi anche l’uso del velo deve essere consentito. Rispetto alle elezioni presidenziali del 2014 quando per la prima volta il popolo eleggerà direttamente il Presidente della Repubblica, osserva che il presidenzialismo proposto dal Governo non è adatto al paese, rammentando la concentrazione di poteri che aveva il Sultano al tempo degli ottomani.
Nel corso dell’incontro con l’esponente del Partito curdo, il BDP, Erol Dora, è stata
in particolare evidenziata la questione curda.
L’on. Dora ha premesso che tale partito intende rappresentare tutte le minoranze turche, non solo quella curda, è stato ricordato che in Turchia ci sono circa 20 milioni di curdi su 76 milioni di abitanti, mentre le altre minoranze, armeni, siriani, greci, ebrei, sono ormai estremamente ridotte. Ha quindi ricordato che la Costituzione deve garantire anche il diritto all’istruzione nella madre lingua nelle scuole pubbliche, mentre ora è previsto solo il turco (la riforma annunciata da Erdogan prevede l’insegnamento in curdo ma solo nelle scuole private, ritenuto inaccettabile). Inoltre, dichiara la propria contrarietà alla previsione contenuta all’articolo 24 cost., che prevede lezioni obbligatorie di religione, previsione incompatibile con uno stato laico. Gli scontri con il PKK, grazie all’appello di Ocalan del marzo 2013, si sono ridotti e sono state deposte le armi (il BDP sostiene questo processo). Ha sottolineato la necessità che tutte le parti in gioco facciano degli sforzi, compresi gli altri partiti, le organizzazioni non governative nonchè gli attori internazionali, come USA e Unione europea. In ogni caso, Erdogan ha affermato di voler andare fino in fondo nel processo di pace e il BDP crede in queste affermazioni e lo sostiene.
Infine, la delegazione ha incontrato Zeynep Karahan
Uslu, Coordinatrice per la parte turca dei rapporti con la Camera dei Deputati,
e Ali Sahin, componente della parte
turca del gruppo di lavoro per il Seminario italo-turco.
L’on. Uslu ha chiesto di svolgere al più presto la prossima edizione del seminario, e ha espresso la volontà di attivare anche la parte del Protocollo, che prevede lo svolgimento di un evento culturale, a latere del Seminario e lo scambio di studenti e funzionari, previsto sempre dal Protocollo, ma sinora mai realizzato.
A Istanbul
la delegazione ha incontrato Ahmet
Misbah Demircan, Sindaco di Beyouglu.
Nel corso del colloquio è stato espresso l’apprezzamento da parte turca per il sostegno dell’Italia nel processo di adesione all’UE e per gli ottimi rapporti bilaterali, cui contribuiscono anche le nostre rappresentanze diplomatiche. Si è inoltre parlato del progetto che riguarda “Casa Garibaldi”, ossia un edificio in cui aveva sede la Società operaia italiana di mutuo soccorso, che sarà oggetto di interventi di consolidamento statico e di recupero delle decorazioni, al fine di trasformare la sede in un centro culturale italo-turco.
Si è svolto infine un incontro con Giuseppe Farina, componente
dell’International Executive Board di TÜSİAD
(la Confindustria turca).
Cooperazione culturale e economica tra Italia e Turchia sono stati
al centro del colloquio. E’ stata quindi affrontata la questione del progetto
dell’Università italo-turca di
Istanbul che si è bloccato mentre altri paesi europei sono andati avanti.
Farina ha tenuto a sottolineare l’importanza
strategica della Turchia e delle imprese italiane che operano all’estero:
l’economia turca è la sesta in Europa e la 16 del mondo; 33mila sono gli
investitori esteri. E’ stata altresì sollevata la questione dei visti[7] che ostacola il turismo e gli scambi
economici: l’Italia è il primo paese di destinazione turistica per i Turchi ma
oggi i cittadini turchi hanno bisogno del visto Schengen mentre fino al 1994
entravano in Italia senza.
Dal 23 al 24 ottobre 2013 una delegazione
parlamentare turca, composta dai deputati Mehmet
Tekelioğlu, Presidente
della Commissione di armonizzazione con l’UE (AKP e vicino all’allora
Presidente Gul) e Ayşe Eser
Danışoğlu, membro della Commissione di armonizzazione con
l’UE (partito CHP, opposizione), sono stati in visita alla Camera nell’ambito
di un progetto sovvenzionato dall’UE che aveva l’obiettivo di spiegare la
visione della Turchia ai paesi membri dell'Ue. In particolare, il 23 ottobre la delegazione ha incontrato Caterina Pes. Nel corso del collloquio si è parlato di
collaborazione parlamentare bilaterale, processo di adesione all’UE, questione
delle minoranze. Con riferimento
al processo di adesione all’UE la delegazione turca ha auspicato un
maggiore sostegno dall’Unione Europea anche in vista dell’apertura dei prossimi
capitoli negoziali che riguardano libertà di parola e diritti umani (essenziali
per proseguimento negoziato) rispetto ai quali il problema del terrorismo pone
delle evidenti difficoltà. L’on. Devosoglu, però, ha tenuto a sottolineare che
allo stato attuale nelle carceri turche si trovano 7 deputati, 60 giornalisti
per reati di opinione oltre a 2500 studenti, evidenziando la necessità che il
governo faccia passi avanti in materia di libertà di stampa e di parola,
modificando la normativa antiterrorismo varata dopo il colpo di stato dell’80.
L’on. Pes, dopo aver evidenziato la vicinanza tra Italia e Turchia e i
progressi fatti dalla Turchia negli ultimi anni nel suo percorso di
avvicinamento all’UE, ha sottolineato l’importanza di garantire i diritti di
cittadinanza di tutti, delle donne così come delle minoranze “nella
convinzione che il processo integrazione sia il volano per aiutare le riforme”.
Pur confermando la netta condanna del terrorismo, l’on. Pes ha ribadito che il
tema delle minoranze è un tema europeo, da affrontare in una dimensione post
globalizzazione e sovranazionale. Ha quindi sottolineato l’importanza
dell’istruzione e dell’innovazione ai fini della crescita di un paese e
espresso apprezzamento per il progetto dell’Università Italo-Turca di Istanbul.
La delegazione ha
incontrato altresì le Commissioni Affari esteri e Politiche dell’UE, su cui
cfr. infra.
Incontri delle
Commissioni |
Il 25 febbraio 2015 una delegazione di
parlamentari turchi composta dagli onorevoli Ahmet Berat Çonkar, Presidente
della Commissione esteri, Yusuf Halaçoğlu, Osman Taney Korutürk, hanno
incontrato Flavia Piccoli Nardelli,
Vicepresidente della Commissione cultura.
L’incontro si è incentrato sulla questione del genocidio armeno (nel 2015 si celebra il centenario del genocidio armeno, celebrazione contestata dai turchi che respingono la definizione di genocidio). La delegazione turca ha ribadito la necessità di affidare la questione agli storici per stabilire la verità e di non politicizzare la questione, cosa che finisce per determinare un ulteriore allontanamento tra i due popoli.
Il 24 febbraio 2015 la delegazione turca
aveva incontrato la Commissione affari
esteri della Camera.
Al centro del colloquio la politica interna turca (in vista delle prossime elezioni politiche di giugno 2015), la questione del genocidio armeno, il terrorismo internazionale e l’ISIS /Daesh e il ruolo della Turchia (la parte turca ha ribadito il sostegno alla coalizione internazionale contro l’ISIS e alle forze moderate in Siria). Rispetto alla Libia, la delegazione turca ha osservato che Ankara appoggia il processo di pace sotto l’egida ONU e non vuole fare una scelta di parte a favore degli uni o degli altri. Hanno inoltre rilevato di non ritenere idoneo l’intervento dell’Egitto e degli Emirati forzando la situazione.
Il 21 luglio 2014, l’allora Ministro degli
affari europei (e ora Ministro degli esteri) Mevlüt Çavuşoğlu ha incontrato a Roma il Presidente della Commissione esteri,
Fabrizio Cicchitto. Al centro del
colloquio il processo di adesione della Turchia alla UE, le primavere arabe e
la situazione a Gaza. Il ministro Cavosoglu, in particolare, ha evidenziato che
la Turchia ha fatto molto per adeguarsi agli standard europei e che tuttora è
impegnata nelle riforme. Ha poi segnalato che vi è un ostacolo politico
all’apertura di nuovi capitoli negoziali (sono aperti 14 capitoli, altri 17
sono fermi), rimarcando il ruolo che può avere l’Italia nel corso della
Presidenza di turno dell’UE. L’on. Cicchitto, da parte sua, ha sottolineato
l’attenzione che vi è sullo sviluppo democratico della Turchia, oltre a
evidenziare il ruolo di Turchia ed Egitto nella crisi mediorientale. Ha comunque
evidenziato una divergenza di posizioni rispetto alla questione
israelo-palestinese. Inoltre, pur concordando sul fatto che l’occidente ha
abbandonato le primavere arabe, ha più volte ricordato che Hamas vanifica ogni
sforzo e ogni possibilità di intesa.
Il 15 maggio 2014 una delegazione turca di parlamentari
della Grande Assemblea Nazionale di Turchia, guidata dall’on. Ayhan Sefer Üstün, Presidente del
Comitato Diritti Umani[8], in visita in Italia per acquisire elementi sul
sistema carcerario italiano, ha svolto un incontro con il Comitato permanente sui diritti umani della Commissione Affari esteri.
Il 30 gennaio 2014 l’Ufficio di presidenza
della Commissione Affari esteri,
integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha svolto un incontro informale con una
delegazione della Grande Assemblea
Nazionale turca[9].
Dal 23 al 24 ottobre 2013 una delegazione
parlamentare turca, composta dagli On. Mehmet
Tekelioğlu, Presidente
della Commissione di armonizzazione con l’UE (AKP e vicino al Presidente Gul) e
l’On. Ayşe Eser
Danışoğlu, membro della Commissione di armonizzazione con
l’UE (partito CHP, opposizione), sono stati in visita alla Camera (cfr. supra).
Il 23 ottobre la
delegazione turca ha incontrato la Commissione
affari esteri: collaborazione bilaterale, le proteste di Gezi Park,
l’adesione della Turchia all’UE, crisi siriana e primavere arabe sono stati i
temi al centro dell’incontro.
Da parte turca è stato sottolineato il pieno sostegno
delle isituzioni e del popolo turco all’adesione all’UE e l’impegno che
la Turchia ha dimostrato nell’adeguarsi agli standards comunitari con le
riforme adottate dal Parlamento in questi ultimi anni (ha anche segnalato che
il Parlamento turco si appresta ad esaminare il “pacchetto democratizzazione”);
è stato tuttavia evidenziato che il problema del terrorismo ha
rallentato le riforme in settori come la sicurezza e la libertà di parola.
L’on. Tekelioğlu ha anche auspicato ul ruolo maggire dell’Italia nell’UE
anche per controbilanciare il peso della Germania (che ostacola l’adesione
all’UE di Ankara, così come, in parte, lo fanno anche la Francia e l’Austria).
Rispetto alla vicenda delle proteste scoppiate nell’estate del 2013, l’on.
Tekelioğlu ha tenuto a sottolineare la durezza della reazione della
polizia che anche il governo ha stigmatizzato. L’On. Danışoğlu
(deputata dell’oppposizione) ha voluto sottolineare invece le grosse lacune
della normativa turca in materia di diritti umani e democratizzazione e
richiamato il ruolo, in tal senso, propulsivo dell’UE che per la Turchia rappresenta
un “progetto di pace”. Rispetto all’emergenza immigrazione sollevato dall’on.
Bergamini (che ha proposto anche una maggiore collaborazione a livello
parlamentare tra i paesi della sponda sud del mediterraneo, accolta da parte
turca) è stato evidenziata la criticità in cui si trova la Turchia a fronte
della crisi siriana.
Il 24 ottobre la delegazione ha incontrato la Commissione Politiche dell’Unione europea. Si è parlato di: agenda europea della Turchia, crisi siriana, Cipro e proteste di Gezi Park. L’on. Tekeliouglu ha in particolare evidenziato la difficoltà di trovare un equilibrio tra garanzia di libertà e sicurezza; rispetto all’apertura dei capitoli negoziali 23 e 24, sui diritti umani e libertà di stampa, ha chiesto il sostegno dell’Italia per loro avvio (l’on. Denisoglu ha sottolineato come i capitoli 23 e 24 siano molto importanti per la Turchia e che tutto quello che é successo a Gezy Park dimostri quanto sia importante affrontare questi problemi). L’on. Tekeliouglu ha altresì sottolineato come la Turchia sia un paese di transito dell'immigrazione e ha prospettato la possibilità di collaborare per creare un'area più sicura nel mediterraneo; ha quindi rilevato come con la Siria, la Turchia ha un confine di mille km e un milione di profughi siriani si trovano sul territorio turco. Da parte italiana è stata, tuttavia, criticata l’occupazione di Cipro Nord, la gestione della minoranza curda e la violenta repressione della polizia a Gezi Park. L’on. Tekeliouglu ha però in merito osservato che la Turchia è disponibile al ritiro da Cipro in base al piano Annan, che però la Grecia non accetta. Sul problema curdo ha osservato che la questione non può essere risolta con le armi ma con la politica, e che anche i curdi lo hanno capito; ha quindi sottolineato che alcuni sindaci curdi collaboravano con i terroristi, e sono state trovate armi nei palazzi del comune.
Sedi multilaterali |
Delegazioni
Parlamentari
La Turchia invia
delegazioni alle Assemblee parlamentari della NATO, del Consiglio d'Europa
e dell'OSCE e dell’Unione per il Mediterraneo.
I prossimi appuntamenti in plenaria sono:
·
Assemblea
CdE
dal 20 al 24 aprile 2015, II parte della Sessione Ordinaria 2015, a
Strasburgo.
·
Assemblea
NATO dal
15 al 18 maggio 2015 Sessione primaverile Budapest (Ungheria).
·
Assemblea
UpM dall’11 al 12 maggio 2015 Lisbona (Portogallo)
·
Assemblea
OSCE
dal 6 al 10 luglio 2015, Sessione annuale, Helsinki (Finlandia).
Dal 9 al 12 marzo 2015 ha avuto luogo la visita in Turchia (Ankara, Adana, Gaziantep) della Sottocommissione Relazioni transatlantiche (PCTR) della NATO; ha partecipato alla missione l’onorevole Alli. La visita rientra nelle missioni che la Sottocommissione fa regolarmente nei vari paesi dell’Alleanza. Oltre agli incontri istituzionali svolti ad Ankara (la delegazione ha incontrato il vice primo ministro turco Kurtulmus, il ministro degli esteri Cavusoglu e della difesa Yilmaz), i parlamentari hanno visitato, ad Adana, la base aerea di Incirlik, che ospita le Forze aeree americane (USAF), turche (TAF) e inglesi (RAF), Nel gennaio 2013, a seguito di una richiesta della Turchia alla NATO, e dove dal 2013 sono dispiegati missili Patriot lungo il confine turco-siriano. A Gaziantep, al confine con la Siria, la Sottocommissione ha visitato il campo profughi.
Si segnala, inoltre, che dal 6 all’8 novembre 2013, ha avuto luogo la visita del Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente della Assemblea NATO ad Ankara e Istanbul[10]. Vi hanno preso parte gli onorevoli Federica Mogherini (PD) e Paolo Alli (PdL), e la senatrice Cristina De Pietro (M5S).
Ad Ankara, i parlamentari hanno svolto incontri politici con i Ministri degli Affari esteri e dell’Interno, con il Sottosegretario alla difesa e con il Comandante delle Forze Armate Turche. Al centro dei colloqui la situazione politica interna, la lotta al terrorismo, la situazione in Siria, la sicurezza regionale e le priorità della politica estera turca. Una sessione di lavoro è stata dedicata alle relazioni Turchia-Unione europea di cui la delegazione NATO ha discusso con il Sottosegretario agli Affari europei. Sono stati svolti anche incontri all’Università di Ankara con il Rettore dell’Università Bilkent ed esponenti del mondo accademico, esperti di relazioni internazionali. Ad Istanbul gli incontri son proseguiti con il Rettore dell’Università Galatasaray e i professori del Dipartimento per le relazioni internazionali. Il Gruppo Speciale del Mediterraneo ha quindi proceduto al rinnovo del suo Ufficio di Presidenza: sono stati eletti Presidente, Ali Riza Alaboyun (Turchia); Vice Presidenti, Paolo Alli (Italia) e Diego Lopez Garrido (Spagna); Raynell Andreychuk (Canada) è stata riconfermata alla carica di Relatrice.
Si ricorda anche che in occasione della Sessione ordinaria (quarta parte), dell’Assemblea CdE tenutasi dal 30 settembre al 4 ottobre 2013 a Strasburgo, l’Assemblea è stata approvata la risoluzione 1953 “The progress of the Assembly’s monitoring procedure June 2012- September 2013” che ha riguardato alcuni paesi del CdE tra cui la Turchia, approvata il 1° ottobre 2013; la risoluzione ribadisce l’apprezzamento per alcuni importanti passi avanti fatti dalla Turchia nell’avvicinare la normativa del paese alla Convenzione Europea sui Diritti umani, ma nuovamente si esprime preoccupazione per la mancata modifica di alcune parti del Codice Penale, per le limitazioni alla libertà di espressione e per l’uso della pratica della carcerazione preventiva.
In precedenza l’Assemblea del CdE il 23 aprile 2013 aveva approvato la risoluzione 1925 “Post-monitoring dialogue with Turkey”. Nella risoluzione si esprime apprezzamento per alcuni importanti passi avanti fatti nella riforma del Codice Penale, così come richiesto dal CdE, per alcune riforme costituzionali già approvate come l’elezione diretta del Capo dello Stato a partire dal 2014, l’apertura democratica nei confronti dei Curdi pur notando tuttavia che la carcerazione di numerosi esponenti curdi per presunte accuse di terrorismo pesa negativamente sull’eventuale soluzione della questione curda. Si nota poi che altre riforme devono essere adottate tra esse la riduzione della soglia di sbarramento oggi al 10%; si apprezza invece l’istituzione del “Comitato di conciliazione” presieduto dallo stesso Presidente del Parlamento pur notando le difficoltà che incontra nel conciliare le diverse posizioni politiche su temi quali la cittadinanza e la decentralizzazione; apprezza inoltre le misure adottate per permettere ai turchi residenti all’estero di votare alle elezioni presidenziali del 2014, alle politiche del 2015 e alle elezioni successive. L’assemblea deplora però il fatto che ancora non sia stato, tra l’altro, risolto il problema della carcerazione preventiva che riguarda numerosi parlamentari, sindaci e rappresentanti locali; chiede inoltre che sia assicurato il diritto all’autodifesa nei principali processi in corso (Ergenekon, Balyos, KCK); nota anche che la Turchia non ha ancora né firmato né ratificato la Convenzione per la protezione delle minoranze nazionali né la Carta europea per le lingue minoritarie; esprime apprezzamento per la pronta ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne (la Turchia è stato il primo paese a ratificare la convenzione). In conclusione si riserva di valutare nei tempi opportuni le riforme in corso, sottolineando la volontà del CdE, ed in particolare della Commissione di Venezia, di sostenere gli sforzi delle autorità turche.
Monitoraggio Elettorale
In occasione delle elezioni presidenziali
del 10 agosto 2014, hanno partecipato quali osservatori parlamentari, per
l’Assemblea parlamentare dell’OSCE: on. Marietta Tidei (PD) e sen. Luigi
Compagna (NCD); per l’Assemblea parlamentare del CdE: on. Andrea Rigoni (PD).
AP-UpM
La Turchia
partecipa a tutte le sedi della cooperazione euromediterranea e quindi alle
riunioni dell’Assemblea Parlamentare
dell’Unione per il Mediterraneo, di cui l’Italia ha esercitato la presidenza
dal marzo 2010 al marzo 2011.
All’ultima Sessione Plenaria dell’AP-UpM, che si è
tenuta in Giordania, sul Mar Morto, dall’8 al 9 febbraio 2014 ha preso
parte l’onorevole Zeynep Armagan Uslu
(capo delegazione), e i deputati Ali
Ercoskun, Presidente della Commissione Economica dell’Assemblea, Pakdil
Nevzat, Pavey Safak, Sahin Idris e Yalcin Edip Semih.
Si segnala,
inoltre, che alla riunione della Commissione
Cultura dell'AP-UpM, presieduta
dall’on. Khalid Chaouki, svoltasi a Barcellona il 23 gennaio 2015, per la delegazione
turca ha partecipato Ali Ercoskun.
PAM
Il Parlamento
turco invia, inoltre, una propria delegazione alla PAM Parliamentary Assembly of the Mediterranean, costituita in ambito
UIP. La VII sessione plenaria si è
svolta a Malta dall’11 al 13 ottobre 2012.
Si segnala che, in tale occasione, il sen. Francesco Amoruso, membro della
commissione Esteri del Senato, è stato eletto presidente della PAM. L’ultima sessione plenaria, la 9°, si è svolta a
Monaco dal 2 al 4 febbraio 2015.
UIP-Unione
Interparlamentare |
All’interno della
UIP è stata costituita la sezione di amicizia Italia-Turchia la cui presidenza
è stata affidata all’on. Daniele Del
Grosso (M5Stelle). Ne fanno parte gli onorevoli Laffranco (FI-
PdL-Berlusconi Presidente) e Rigoni (PD), e il senatore Borioli (PD).
Si segnala che il Gruppo italiano dell’Unione interparlamentare è in attesa delle altre designazioni da parte dei gruppi.
****
Si è costituito presso il Parlamento turco il Gruppo di Amicizia spontaneo
Turchia-Italia composto da 20 parlamentari di cui è Presidente l’on. Hakan Sukur.
Corrispondenza
Il Presidente
Çiçek (lettera del 15 settembre 2014, alla quale
la Presidente ha risposto) ha invitato la Presidente Boldrini a compiere
una visita ufficiale in Turchia a cui la Presidente ha risposto.
Il Presidente
Çiçek aveva scritto nel mese di agosto 2014 una lettera alla Presidente
Boldrini in merito alla situazione a Gaza, affinché il Parlamento
italiano e la comunità internazionale promuovessero iniziative per contribuire
a porre termine al conflitto in Israele e nei Territori palestinesi (analoga
lettera era pervenuta da parte di Marzouq Al Ghanim, Presidente dell'Assemblea
nazionale del Kuwait e dell’Unione parlamentare araba). La Presidente della
Camera ha risposto ai suoi omologhi (16/8/2014) ricordando i contatti
intercorsi nelle ultime settimane con interlocutori di entrambe le parti, con i
rappresentanti dei Paesi arabi e con le organizzazioni non governative che
operano nei Territori palestinesi anche grazie al sostegno dell'Italia; nonchè
la rmissione nella regione della commissione Esteri della Camera ad inizio
agosto 2014. Ha altresì ricordato di aver promosso – per il tramite della
Presidente del Parlamento portoghese nonché Presidente di turno dell’Assemblea
parlamentare dell’Unione del Mediterraneo, Maria Da Assunsao Esteves –
l’adozione di una dichiarazione in tal senso da parte del Bureau
dell’Assemblea.
Si segnala,
altresì, che, oltre alle lettere di congratulazioni pervenute alla Presidente
della Camera dopo la sua elezione dal Presidente del Parlamento turco Çiçek (22
marzo 2013), dall’Ambasciatore di
Turchia (18 marzo 2013) dall’on. Zeynep Karahan Uslu, Coordinatore per la parte
turca dei rapporti parlamentari con l’Italia sulla base del Protocollo
parlamentare Italia-Turchia (8 luglio 2013, in quest’ultima lettera si
auspicava la riattivazione degli incontri parlamentari con particolare riguardo
al Protocollo di collaborazione), il Presidente del Parlamento Çiçek ha
indirizzato una lettera (26 agosto 2013) alla Presidente Boldrini per
sensibilizzarla sulla evoluzione negativa delle vicende in Siria ed in Egitto;
in essa l’on. Çiçek lamenta la mancanza di una posizione comune e ferma della
comunità internazionale a fronte degli attacchi subiti dalla democrazia e dai
diritti umani in quei paesi. Si dice altresì convinto che nel loro ruolo di
Presidenti di Parlamenti di paesi democratici, possano dare un contributo alla
democratizzazione dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, anche
attraverso dichiarazioni congiunte ferme rivolte ai governi e alla società
civile a sostegno dei processi democratici e della pace nella regione.
A maggio 2014 la
Presidente Boldrini ha inviato una lettera di condoglianze al Presidente del
Parlamento turco a seguito dell’incidente nella miniera di Soma che ha
provocato 301 vittime.
Eventi
Il 23 febbraio
2015 si è tenuto alla Camera dei deputati la conferenza organizzata
dall'Isiamed, l'Istituto Italiano per l'Africa, l'Asia e il Mediterraneo
dedicata a: ''La partnership strategica tra Italia e Turchia è la chiave
politica ed energetica per l'interconnessione tra l'Europa e la Regione del
Caspio''.
Il 26 febbraio
2015 la delegazione dell'Unione Interparlamentare e la New East Foundation
hanno organizzato alla Camera dei deputati un convegno “La nuova Turchia”.
Atti di indirizzo e
controllo |
Si segnalano, tra
gli altri:
l’interpellanza
urgente 2-00709 presentata dall’on. Palazzotto il 7 ottobre 2014, a seguito
dell’occupazione di Kobane nel Kurdistan occidentale (terza città della
Siria al confine della Turchia) da parte de i miliziani dell'ISIS, si chiede
rispetto al ruolo di Ankara
relativamente all'invio di forze terrestri in Siria e alla riapertura delle
frontiere, quali siano gli intendimenti del nostro governo e se, e che in modo,
non intenda richiamare «l'attenzione di Ankara sulla questione»; il governo ha
risposto il 10 ottobre 2014 fornendo dati ed elementi sulla situazione di
Kobane a quella data; ha informato del contenuto della mozione approvata il 10
ottobre 2014 dal Parlamento turco, con cui si autorizza l'esercito ad
intervenire oltre confine, in territorio siriano e iracheno, per fare fronte
alle crescenti minacce poste dall'avanzata delle forze dell'ISIS (il mandato
della mozione è di un anno; essa consente anche il transito in territorio turco
di truppe straniere e l'utilizzo delle basi militari turche da parte della
coalizione internazionale). Il governo ha ribadito che su questi argomenti,
d'importanza cruciale per la stabilità della regione medio orientale, i governi
di Roma e Ankara hanno frequenti contatti.
Sullo
stesso tema l’Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03672
dell’on. Scagliusi a cui il governo ha risposto il 1 ottobre 2014.
Mozione 1-00078 presentata dalla sen.
Puppato il 20 giugno 2013 (iter in corso)
sulle manifestazioni antigovernative
di maggio-giugno in Turchia. Sullo stesso
tema l’interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-00250
presentata dall’on. Pini il 4 giugno 2013. Il governo ha risposto il 5
giugno 2013 evidenziando che:
la Turchia è un Paese di compiuta democrazia. Esiste inoltre – e non da oggi – un malessere diffuso, da ricondurre in parte al rallentamento economico; all'incertezza sulla questione curda; ad alcune scelte perseguite dal Governo del Primo Ministro Erdogan in campo sociale e istituzionale; e da ultimo alle pesanti ripercussioni della crisi in Siria che hanno determinato un rilevante afflusso di profughi in territorio turco.
I partecipanti alle manifestazioni risultano essere in larga parte giovani e cittadini comuni appartenenti al ceto medio, che esprimevano motivi di insofferenza verso la politica del Governo contro progetti urbanistici non rispettosi dell'ambiente. L'inizio delle manifestazioni ha avuto un carattere sicuramente pacifico. La protesta si è poi subito allargata a quanti si riconoscono nei principi di ispirazione kemalista e di una concezione maggiormente laica dello Stato. L'infiltrazione di alcuni gruppi eversivi ha poi favorito uno sfogo violento. L'intervento della polizia e un uso eccessivo della forza ha determinato il precipitare della situazione. La Farnesina si è naturalmente anche riconosciuta nelle dichiarazioni dell'Alto Rappresentante Ashton, la quale ha espresso preoccupazione per l'uso sproporzionato della forza, invocando una cessazione delle violenze ed il ricorso risolutivo al dialogo.
Come sottolineato dal nostro Ministro degli Esteri, il Governo continua a credere fermamente nella prospettiva europea della Turchia, così come nel ruolo di Ankara quale fattore di stabilità e di sicurezza a livello regionale. Lungi dal rallentare il cammino europeo della Turchia, si tratta viceversa di incoraggiare Ankara a cogliere questa occasione preziosa di esercizio della democrazia ad un più elevato livello, in linea con le indicazioni e i valori di cui l'Unione Europea è portatrice. Confidiamo dunque che la Turchia saprà superare questo momento difficile, mostrando la capacità di diventare una democrazia consolidata. Come ha detto il Presidente della Repubblica Abdullah Gul, l'elemento democratico «non può esaurirsi in libere elezioni solamente». Il Presidente turco ha in effetti espresso comprensione per il messaggio di disagio sociale.
L’interrogazione a risposta orale 3-00031
presentato dall’on. Pagano il 6 maggio 2013 sull’aggressione avvenuta ad aprile
2013 alla chiesa Atasehir Yeni Umut Kilisesi di Istanbul, chiede quali
iniziative intenda adottare per
tutelare la libertà di culto e la sicurezza dei cristiani in Turchia,
anche con riferimento al processo di soppressione o trasformazione dei siti di
culto cristiani in islamici.
Il governo ha risposto il 5 novembre 2013, evidenziando che (pur condannando l’attacco ai danni della chiesa) negli ultimi dieci anni, la Turchia ha compiuto grandi passi in avanti sul tema della tolleranza delle minoranze religiose e della libertà di culto, così come riconosciuto anche dalla Commissione europea;
il Governo turco ha approvato una legge che consente ai minori appartenenti alle minoranze armena, greca ed ebraica in Turchia di frequentare le proprie scuole, un'altra recente normativa consente il recupero della proprietà privata da parte di istituzioni religiose che in passato invece avevano ricevuto provvedimenti di nazionalizzazione e di confisca. Per la prima volta, nel 2012 i rappresentanti delle minoranze religiose sono stati invitati in Parlamento a esprimere le proprie opinioni sul processo aperto di riforma costituzionale. E’ stato evidenziato che il percorso non è lineare e che ci sono ancora criticità come la tendenza a convertire al culto islamico alcuni luoghi di culto in precedenza dedicati ad altre religioni (per quanto riguarda la storica basilica di Hagia Sofia di Istanbul, il Primo Ministro Erdogan ha invece chiarito che il complesso non sarà trasformato in luogo di culto islamico).
Si ribadisce che il processo di avvicinamento della Turchia all'UE è lo strumento più importante per condizionare positivamente e dialogare con le autorità turche e per incoraggiarle ad adeguare la loro normativa agli standard europei. …“Da questo punto di vista abbiamo auspicato, nei recenti incontri del Consiglio affari esteri europeo, che al più presto si possa aprire il negoziato con la Turchia sui capitoli 23 e 24 che sono quelli relativi ai diritti fondamentali e alla giustizia perché è questo il modo che noi abbiamo, non soltanto da italiani, ma da europei, per operare un confronto quotidiano e concreto con le autorità turche su questi temi.”
Risoluzione in Commissione 7-00352
presentato dall’on. Maria Edera Spadoni il 28 aprile 2014 sulla discriminazione basata sull’orientamento
sessuale e identità di genere in Turchia (iter in corso).
Interrogazione a risposta scritta 4-01089
presentato dall’on. Zampa[11] il 1
luglio 2013 sulla posizione italiana rispetto al “genocidio del popolo armeno” (iter in corso). Sullo stesso tema la
risoluzione in Commissione n. 7-00407 (iter
in corso) presentata dall’on. Palmieri il 9 luglio 2014, l’interrogazione a
risposta scritta 4-06840 (iter in corso)
dell’on. Mura presentata il 17 novembre 2014.
Interrogazione a risposta immediata in
Assemblea 3-00264 presentato dall’on. Pini il 7 agosto 2013 su presunte intimidazioni alla nave oceanografica italiana, Odin Finder,
il 25 luglio 2013 da parte di unità della
Marina militare turca, mentre procedeva a rilevazioni propedeutiche alla
posa di cavi sottomarini in fibra ottica nella zona economica esclusiva
pertinente alla Repubblica di Cipro.
Il governo ha risposto il 7 agosto 2013 evidenziando, tra l’altro, che non risulta vi sia stata un'azione di forza o un'intimidazione da parte della Marina militare turca; che queste ricerche si svolgevano in un braccio di mare che la Repubblica di Cipro ritiene rientrare nella sua zona economica esclusiva, e che la Turchia rivendica. L'invito che è stato rivolto dalla Marina turca, a cui la società americana delle ricerche non aveva notificato l'attività di rilevazione, è legato, quindi, probabilmente, alle pretese di Ankara, della Turchia, sull'area marittima in questione. Dopo l'episodio, il 31 luglio, la società armatrice italiana ha chiesto alla Farnesina indicazioni circa l'opportunità di riprendere l'attività di rilevazione e si è raccomandato, da parte italiana, di evitare iniziative che possano alimentare la controversia tra i due Stati. Si è raccomandato quindi all'armatore di evitare la prosecuzione di attività nelle aree contese. Non sono stati, quindi, rilevati atteggiamenti intimidatori o di forza da parte della Marina turca e, quindi, il Ministero degli esteri ritiene che non sussistano i presupposti per un'azione di protesta dell'Italia verso la Turchia a livello bilaterale.
Sulla questione di garantire la sicurezza delle navi italiane coinvolte
nelle operazioni di sfruttamento dei giacimenti di gas presenti nella
zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro anche l’interrogazione a
risposta in commissione 5-00824 presentata dall’on. Scotto il 1 agosto 2013 a
cui il governo ha risposto l’11 settembre 2013 negli stessi termini.
Interrogazione a risposta in Commissione
5-00422 presentata dall’on. Pastorino il 24 giugno 2013, sullo stallo circa il processo di adesione della
Turchia all’UE a cui il governo ha risposto il 1° ottobre 2013:
nell’intervento del governo si ribadisce che l’importanza di mantenere viva la prospettiva europea per Ankara, come potente leva di impulso per favorire le riforme democratiche all’interno di quel Paese; che l’Italia, da sempre, sostiene il processo d’integrazione europea della Turchia e continuerà a farlo; che l’Italia, insieme ad altri Stati membri like minded (quali Regno Unito, Svezia, Spagna, Ungheria, Finlandia, Polonia, Portogallo ovvero i Paesi del cosiddetto Turkey Focus Group) si è mossa per ribadire in tutti gli ambiti possibili che l’UE non può cedere alla reazione istintiva di irrigidirsi di fronte alle scelte, pur condannabili, del Governo di Ankara nel corso delle manifestazioni di giugno 2013.
Inoltre, l’8 luglio 2013 il Senato ha
approvato la risoluzione in Assemblea 6-00020, a seguito dell’esame della
Relazione consuntiva 2012 e la Relazione programmatica 2013 sulla
partecipazione dell'Italia all'Unione europea (Doc. LXXXVII, n. 1 e Doc.
LXXXVII-bis, n. 1); in essa si esorta il governo ad assumere un ruolo attivo in
sede europea per mantenere alta l'attenzione dell'Unione nei confronti dei
paesi della sponda sud del Mediterraneo, interessati dalle ondate di rivolta
popolare e, in particolare, nei confronti della Turchia la cui rilevanza
strategica dovrebbe indurre l'Europa ad intensificare i rapporti di dialogo e
di integrazione, mantenendo aperti i capitoli del negoziato in corso tra questo
Paese e l'Unione europea.
Risoluzione in Commissione 7-00066
presentata dall’on. Scotto il 15 luglio 2013 con cui si impegna il Governo ad
attivare ogni canale diplomatico a propria disposizione e a svolgere un ruolo
politico più attivo nell'ambito degli sforzi volti a conseguire una pace giusta
e duratura fra curdi e turchi (iter in corso).
Interrogazione a risposta scritta 4-02960
presentata dall’on. Spadoni il 17 dicembre 2013, sulla mancata firma da parte della Turchia della nuova versione della Carta sociale europea. Il governo ha
risposto il 25 febbraio 2014 evidenziando, tra l’altro, che per quanto
riguarda la Turchia, Ankara ha firmato e ratificato la nuova versione della
Carta sociale Europea.
Interrogazione a risposta scritta 4-02681
presentato dall’on. Scotto il 26 novembre 2013 sulla carcerazione in Italia dello storico, giornalista e militante per
la pace Bahar Kimyongür, di origine
turca ma nato in Belgio, dove vive; arrestato a Milano sulla base di un mandato
dell'Interpol richiesto dal Governo di Ankara; si chiede se il governo sia a
conoscenza dei fatti; quali iniziative siano già state prese, e quali
iniziative si intendano assumere per garantire il rispetto dei diritti di Bahar
Kimyongür (iter in corso). Sullo
stesso tema l’interrogazione a risposta orale 3-00585 presentato dall’on.
Zaccagnini il 23 gennaio 2014 (iter in
corso).
Interrogazione a risposta scritta 4-02642
presentata dall’on. Pini il 21 novembre 2013 in cui si chiede quali iniziative
il Governo intenda assumere per tutelare l'attuale status del monumento di Santa Sofia ad Istanbul contro la
possibilità di una sua nuova trasformazione in moschea.
Il governo ha risposto il 17 febbraio 2014 evidenziando, tra l’altro, che il rischio di riconversione evocato è stato alimentato con tutta probabilità dalle dichiarazioni rilasciate, in novembre, dal Vice Primo Ministro Bulent Arinç. Tale dichiarazione non è stata ripresa da nessun altro membro del Governo turco ed è molto probabile che sia da ricondurre ad una logica politica interna, tesa a mettere in difficoltà il Primo Ministro turco. In aggiunta a ciò, si rappresenta che lo stesso Primo Ministro Erdogan ha chiarito che la storica basilica di Hagia Sofia di Istanbul non sarà più trasformata in luogo di culto islamico.
La mozione 1-00377 del senatore Centinaio del
26 gennaio 2015, sull'emergenza sbarchi con
la quale si impegna il governo a negoziare, ovunque se ne presenti la
possibilità, accordi bilaterali con i Paesi dai quali stanno giungendo i
migranti potenzialmente più pericolosi, in particolare Grecia e Turchia,
essendo al momento la Libia nel caos (iter
in corso).
Cooperazione
Amministrativa |
Si segnala che nella scorsa legislatura una delegazione composta da funzionari e 4
deputati turchi componenti del Comitato di Conciliazione sul Regolamento
è stata in visita alla Camera dal 3 al 5
dicembre 2008 al fine di acquisire elementi sulla Giunta del regolamento,
sulla organizzazione delle sedute di Aula e sul lavoro delle Commissioni di
merito.
Dal 23
al 25 luglio 2008, la Camera ha ospitato una delegazione di funzionari della Grande Assemblea Nazionale Turca,
in attuazione del programma Twinning
per la Turchia, finanziato dalla Commissione europea, di cui la Camera dei
deputati è stata titolare con l’Assemblea nazionale ungherese.
Infatti, la Camera dei deputati italiana – unitamente all’Assemblea Nazionale
ungherese – si è aggiudicata, nel 2007, il progetto comunitario TWINNING (gemellaggio) in favore della Grande Assemblea
Nazionale. Si trattava di un programma di circa 12 mesi di affiancamento,
corsi, seminari e visite rivolto a parlamentari e funzionari della Grande
Assemblea Nazionale turca (GNAT). Lo scopo del progetto TWINNING per la Turchia
è stato quello di rafforzare la struttura della GNAT responsabile per i
rapporti con l’UE e di prestare ausilio agli sforzi del legislatore turco per
addivenire a un ordinamento compatibile con i principi comunitari. Nell’ambito
del gemellaggio, un documentarista della Camera ha prestato servizio presso gli
uffici europei della GNAT per 12 mesi. Il progetto di gemellaggio ha preso
avvio nel mese di novembre 2007 e si è
concluso il 31 ottobre 2008 con una cerimonia di chiusura presso il
Parlamento turco nel corso della quale è intervenuto il Presidente della Camera
dei Deputati Gianfranco Fini.
E’
stato nominato Ministro degli Affari
europei e capo negoziatore il 28 agosto 2014.
Dopo
una carriera di 38 anni al Ministero affari esteri, dove ha ricoperto anche
l’incarico di Ambasciatore, a giugno 2011 è stato eletto in Parlamento tra le
fila dell’AKP di Erdogan.
In
Parlamento è stato Presidente della Commissione esteri e in tale veste
ha guidato una delegazione parlamentare turca che ha effettuato una visita
alla Camera nel novembre 2011, dove ha incontrato l’allora Presidente Fini,
l’allora Presidente della Commissione Cultura, Valentina Aprea, nonché
Rappresentante per la parte italiana dei relazioni con il Parlamento turco, la
Commissione Affari Esteri della Camera (poi ricevuta ad Ankara a giugno 2012).
Nato
il 22 novembre 1950.
Carriera diplomatica:
·
1975-1978
Vice Console nel Consolato Generale a Stoccarda (Germania)
·
1978-1980
Secondo Segretario e Primo Segretario presso l’Ambasciata di Turchia a Baghdad.
·
1980-1982
Capo presso la Sezione del Dipartimento Economico bilaterale
·
1982-1986
Primo Segretario e Consigliere presso la Delegazione Permanente OCSE, Parigi
·
1986-1987
Vice Capo del Dipartimento agli Affari Economici Multilaterali
·
1987-1989
Consigliere Politico presso l’Ufficio del Primo Ministro, Turgut Ozal
·
1989-1992
Console Generale a New York
·
1992-1996
Capo di Gabinetto e Capo Consigliere Politico presso l’Ufficio del Presidente
Turgut Ozal e del Presidente Suleyman Demirel
·
1996-2000
Ambasciatore di Turchia in Romania
·
2000-2003
Vice Segretario Generale per gli Affari EU, Ministero Affari Esteri
·
2003-2005
Vice Sottosegretario, Ministero Affari Esteri
·
2005-2009
Ambasciatore presso la Rappresentanza Permanente della Turchia presso l’UE
·
2009-2011
Segretario Generale per gli Affari Europei, Ministero Affari Esteri
Il 2 giugno 2012 gli
è stata conferita l’ onorificenza Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica
Italiana su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
[1] In quell’occasione, le istituzioni dell’UE hanno espresso il proprio rammarico per l’occasione perduta e hanno manifestato il proprio apprezzamento per il voto favorevole espresso dalla maggioranza della comunità turco-cipriota. In particolare, si era espresso favorevolmente circa il 65% dei votanti nella zona turca a fronte del 25% di voti favorevoli registrati nella zona greca.
[2] COM(2004)466.
[3] Un analogo ddl era stato presentato al Senato
dal governo a gennaio 2013; l’iter non è mai stato attivato a seguito della
conclusione della legislatura.
[4] Nella XV legislatura era stata nominata Alto
rappresentante l’On. Valentina Aprea, il cui incarico era stato confermato
nella XVI legislatura dal Presidente Fini. A seguito delle dimissioni dell’on.
Aprea, alla carica era stato designato l’on. Sergio D’Antoni.
[5] Il programma
prevede lo scambio di visite di delegazioni parlamentari dell’UE in Turchia: La
GNAT ha ricevuto 14 delegazioni dei Parlamenti nazionali e altrettanti ne hanno
visitati, al fine di incrementare gli scambi culturali e la conoscenza
reciproca.
[6] La Convenzione è
stata ratificata sia dall’Italia che dalla Turchia.
[7] Si segnala che il 16 dicembre 2013 è stato firmato ad Ankara l’Accordo di Riammissione
con l'UE e contestualmente è stato avviato il dialogo per la
liberalizzazione dei visti “Schengen”. L'accordo definisce le procedure di
riammissione degli immigrati irregolari e fornisce ad Ankara un sostegno
finanziario e tecnico per rafforzare la polizia di frontiera. La firma
dell’accordo dovrebbe permettere, entro il 2017, la cancellazione dell'obbligo
di visto imposto da Bruxelles sui cittadini turchi. Il governo turco aveva già
parafato quest'accordo nel 2012, ma aveva sospeso la firma finale perché
chiedeva una maggiore apertura alla possibilità per i cittadini turchi di
libera circolazione nel territorio dei paesi Ue. Il 22 gennaio 2014 la
Commissione per le Libertà civili del Parlamento europeo ha approvato il testo
che a sua volta dovrà essere approvato anche dalla plenaria di Strasburgo a
febbraio, per poi essere ratificato dall'Ue e dalla Turchia.
[8]La delegazione aveva già incontrato l’on. Pes
e gli altri membri del gruppo di lavoro con la Turchia. Della delegazione
facevano parte Ayşe Türkmenoğlu, Mahmut Tanal, Reşat Doğru.
[9]Della delegazione facevano
parte gli onorevoli Hasan Ali Çelik (AKP), Muhammet Bilal Macit(AKP), Nursuna
Memecan (AKP), Faik Tunay, (CHP), Levent Gök (CHP), Faruk Bal (MHP), Sümer Oral
(MHP), Erol Dora (BDP).
[10] Ha avuto luogo dal
23 al 27 settembre 2013 la visita in Turchia della Sottocommissione
cooperazione transatlantica in materia di difesa e sicurezza dell’Assemblea
Parlamentare della NATO; alla missione hanno preso parte l’on. Mogherini,
Presidente della delegazione parlamentare italiana NATO, e l’on. Alli.
[11] Il 20 febbraio 2014 l’on. ZAMPA ha presentato una proposta di legge relativa a “Istituzione della Giornata in ricordo del genocidio del popolo armeno” (A.C. 2114), assegnato alla I Commissione (Affari costituzionali) in sede referente. L’esame dell’atto non ha ancora avuto inizio.
[12] In collaborazione
con il Ministero Affari esteri e della Cooperazione internazionale.