Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento affari esteri | ||
Titolo: | Incontro con una delegazione del Parlamento croato | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 120 | ||
Data: | 13/05/2014 | ||
Descrittori: |
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Organi della Camera: | III-Affari esteri e comunitari | ||
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Incontro con una delegazione
del Parlamento croato |
14-15 maggio
2014 |
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n. 120 |
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13 maggio 2014 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Affari esteri ( 066760-4172 – * st_affari_esteri@camera.it |
Hanno collaborato: |
Servizio Rapporti
internazionali ( 066760-3948 / 066760-9515 – * cdrin1@camera.it |
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La documentazione
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File:
ES0212.doc |
INDICE
Programma
Composizione della Delegazione
Schede di lettura
Rapporti parlamentari
con la Croazia (a cura del Servizio
Rapporti Internazionali)
Biografie
VISITA IN ITALIA DEI
PARLAMENTARI MEMBRI DEL
GRUPPO INTERPARLAMENTARE DI
AMICIZIA CROAZIA-ITALIA
Roma, 11-15 maggio 2014
PROGRAMMA
Domenica
11 maggio 2014 |
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Arrivo a Roma e partenza per la
Toscana |
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Programma
privato |
Lunedě
12 maggio 2014 |
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Programma
privato in Toscana |
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Ore 19,30 circa |
Arrivo a Roma e sistemazione in Hotel (Hotel
Nazionale, piazza Montecitorio, 131, tel. 0606786677). |
Martedě
13 maggio 2014 |
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Ore 10,00-
12,00 |
Incontro con ambasciatore della
Repubblica di Croazia presso la Santa Sede, S.E. Vučak FILIP. |
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Ore 12,30 |
Senato della Repubblica. Pranzo
presso Ristorante Senato. |
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Ore 14,00 |
Palazzo Cenci – Senato della
Repubblica (Aula
XIV Commissione) Incontro con i membri della
Commissione Politiche Ue. |
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Ore 15,30 |
Palazzo Madama – Senato della
Repubblica. Visita guidata del Senato |
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Ore 18,00-20,00 |
Incontro con la comunitŕ
croata in Italia presso l’Ambasciata della Repubblica di Croazia in Italia. |
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Mercoledě
14 maggio 2014 |
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Ore 9,00 |
Palazzo Montecitorio – Ingresso
principale Incontro con i membri della
Commissione attivitŕ produttive, commercio e turismo. |
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A seguire |
Visita guidata della Camera dei
deputati |
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Ore 12.30 |
Palazzo Montecitorio – Ristorante
dei Parlamentari (Sala Ovale) Pranzo offerto dal
Presidente della Sezione bilaterale di amicizia UIP Italia-Croazia, Sen. Aldo DI BIAGIO
in onore dei membri del Gruppo di amicizia Interparlamentare Croazia-Italia,
presieduto dall’On. Jasen MESIC. |
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Ore 14,00 |
Palazzo Madama -Ufficio Vice
Presidenza III Piano Incontro con la Vice Presidente
Senato, Sen. Linda LANZILLOTTA. |
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Ore 18,30 |
Ministero Affari Esteri – Farnesina Incontro con il Sottosegretario di
Stato Ministero Affari Esteri |
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Ore 20,00 |
Cena di commiato (luogo da definire) |
Giovedě
15 maggio 2014 |
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Ore 9,00 |
Palazzo Montecitorio – Ingresso
Principale (Aula III Commissione) Incontro con il Vice
Presidente della Commissione Affari Esteri e comunitari, On. Andrea
MANCIULLI. |
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Ore 12,00 |
Incontro Sen. Pier
Ferdinando CASINI, Presidente Commissione Esteri del Senato presso (ufficio
Presidente Casini o Commissione III). A seguire colazione |
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Ore 16,30 |
Partenza da hotel per Aeroporto
Fiumicino |
* * * * * *
N.B.: Sono
stati richiesti anche i seguenti incontri non ancora confermati:
VISITA
IN ITALIA DEI PARLAMENTARI MEMBRI DEL GRUPPO INTERPARLAMENTARE DI AMICIZIA
CROAZIA-ITALIA
Palazzo Montecitorio
Roma, 11-15 maggio 2014
DELEGAZIONE
Mr. Jasen Mesić -
HDZ (Unione Democratico Croata) Capo
Delegazione
Mr. Goran Beus
Richembergh - HNS (Partito Popolare Croato) Parlamentare
Mr.
Saša Đujić - SDP (Partito
Social Democratico croato) Parlamentare
Mrs. Sunčana Glavak - HDZ
(Unione Democratico Croata) Parlamentare
Mrs. Barbara Medved Segretaria del
Gruppo di Amicizia
Parteciperanno agli
incontri:
S.E. Damir Grubisa Ambasciatore di
Croazia a Roma
S.E. Filip Vucak Ambasciatore di
Croazia presso la Santa
Sede
Cons. Domagoj Vucack Ambasciata di Croazia a
Roma
Dott. ssa Dubravka Brozovic Interprete Ambasciata di
Croazia a Roma
Struttura istituzionale e dati di base
Superficie: |
56.538 Km2 |
Popolazione: |
4,5 milioni (stime luglio 2012) |
Capo dello Stato: |
Ivo Josipović (SPD Partito
Socialdemocratico, dal 18 febbraio 2010) |
Capo del Governo: |
Zoran
Milanović (SDP, dal 23 dicembre 2011)
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Vice Primo Ministro e Ministro degli
Affari Esteri e dell’Integrazione Europea: |
Vesna Pusić (HNS, dal 23 dicembre 2011; Vice
Primo Ministro dal 16 novembre 2012) |
Struttura del Parlamento |
Monocamerale; 151 seggi; durata mandato 4 anni |
PIL |
US$ 57,5 mld
(2013- stime EIU); -1% (2013- stime EIU) |
Interscambio con l’Italia (ISTAT) |
€3.256 milioni (2013)
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Quadro
politico
La Croazia presenta dal 2003 un quadro di sostanziale stabilitŕ politica. Dopo due legislature (dal 2003 al
2011) governate dal partito nazionalista di centrodestra HDZ, Unione
Democratica croata, le ultime elezioni
politiche del 4 dicembre 2011 hanno decretato il successo della coalizione di centrosinistra “Kukuriku”, che si č affermata
con il 40,4% dei voti ed 81 seggi in Parlamento. La coalizione,
guidata dal leader socialdemocratico Zoran Milanovic, nominato Primo Ministro,
č cosě composta: Partito Socialdemocratico (SDP, 61 seggi), Partito Popolare
(HNS-LD, 14 seggi), Partito dei Pensionati (HSU, 3 seggi), Dieta Istriana (IDS,
3 seggi). L’HDZ dell’ex Premier Jadranka Kosor, ora
principale forza d’opposizione, ha invece ottenuto solo 47 seggi (19 in meno
rispetto al 2007). Malgrado i successi europei del
precedente governo croato (firma del Trattato d’adesione all’UE il 9 dicembre
2011), hanno pesato sulla sconfitta elettorale di HDZ alcuni scandali legati a
casi di corruzione e gestione di fondi neri all’interno del partito nonché la
vicenda giudiziaria dell’ex leader Ivo Sanader, sul quale pendeva un mandato di
cattura internazionale, catturato in Austria ed estradato in Croazia il 18
luglio 2011.
Tra gli altri partiti rileva, a sinistra, il buon
risultato del Partito Laburista (6 seggi) e, sul versante opposto, quello del
Partito dei Diritti (un seggio) e del partito ultranazionalista Alleanza
Democratica di Slavonia e Barania (6 seggi). Per quanto riguarda le Minoranze
(fra cui il deputato della minoranza italiana, On. Furio Radin, che sostiene il
Governo Milanovic), tre seggi sono stati destinati al Partito Democratico
Indipendente Serbo (SDSS), mentre il Partito Democratico Bosniaco di Croazia
(BDSH) ne ha ottenuto uno. L’azione dell’Esecutivo Milanovic č stata orientata,
fin dall’inizio, al rilancio della crescita economica attraverso l’attrazione
di nuovi investimenti nonché al completamento del
percorso di riforme in materia di amministrazione della giustizia, lanciato su
richiesta dell’UE prima dell’adesione.
La Croazia č
attesa, per il 2014, a due importanti appuntamenti elettorali: le elezioni
europee in maggio e l'elezione diretta del Capo dello Stato a
fine anno. Entrambe le
occasioni fungeranno da banco di prova per le formazioni partitiche
croate in vista delle elezioni politiche previste per la fine del 2015.
La coalizione di governo si presenta unita alle elezioni
europee del maggio 2014.
L’Esecutivo si trova, infatti, a dover cementare i
rapporti al proprio interno in un momento di particolare difficoltŕ del
Governo, aggravato dalla destituzione del Ministro delle Finanze Linic, il
quinto Ministro perso dall’Esecutivo dal suo insediamento. La decisione non
appare slegata dal perdurare nel Paese di una difficile situazione economica,
aggravata dall’implementazione di una rigorosa politica fiscale, di cui si č
reso protagonista Linic. Il malcontento
popolare č ampio ed esacerbato dalla predetta grave crisi economica che
colpisce il Paese, il cui rating č
stato oggetto di ulteriore declassamento – da BB+ a BB
– da parte di Standard & Poor’s.
Al riguardo, malgrado la recente adesione, la Croazia
deve tra l’altro affrontare una
procedura comunitaria per deficit eccessivo. Dal lato dell’opposizione, il
partito di centrodestra HDZ non sembra in grado di coagulare il malcontento
popolare verso il Governo. Il suo leader Karamarko, infatti, risulta
impopolare e la base elettorale del partito, potenzialmente ampia, guarda con
crescente interesse ai nuovi soggetti politici che si affacciano a destra. Tra
questi, si distingue la nuova coalizione
ultraconservatrice “Alleanza per la Croazia”, nata dall’unione del Partito
Democratico della Slavonia e della Baranja (HDSSB) insieme ad altri sette
partiti attualmente non rappresentati in Parlamento. “Alleanza per la Croazia”
si propone come baluardo di valori nazionali croati e come difensore della
“dignitŕ della Guerra Patriottica”. Al fine di contrastare l’emergere di forze
potenzialmente ostili, č probabile che per le europee l’HDΖ sceglierŕ di allearsi con il partito nazionalista
HSP-Ante Startevic, di Ruza Tomasic. Tra i nuovi attori politici sulla scena
croata, si registrano, infine, due recenti formazioni: il “Forum Nazionale” di
Nikica Gabric, che mira al superamento della tradizionale contrapposizione
ideologica che lacera il Paese a favore di un approccio pragmatico rivolto a
tutte le forze politiche per promuovere la crescita economica; e il partito
“Orah”, nato dalla scissione a sinistra dal Partito Socialdemocratico dell’ex
Ministro dell’Ambiente Holy e impegnato a promuovere il paradigma ecologista
nel Paese.
Le prossime
elezioni europee saranno caratterizzate, probabilmente, dalla scarsa affluenza
alle urne, nel solco di quanto giŕ accaduto in occasione delle prime elezioni
europee del 14 aprile 2013 (deputati
croati al Parlamento Europeo, in carica dal 1
luglio 2013, data di adesione croata all’UE, fino alle elezioni europee del
maggio prossimo) con una scarsissima
affluenza al voto (20%) e l’inattesa affermazione della coalizione guidata
dal partito di opposizione HDZ, che ha ottenuto sei dei dodici seggi, seguito
dalla coalizione governativa (cinque seggi) e dal Partito Laburista (un
seggio).
Bassa affluenza
alle urne (poco piů del 40 %) č stata registrata anche alle elezioni amministrative del 19 maggio e 2 giugno 2013, che non
hanno visto affermazioni nette di
nessun partito o coalizione. E’ stata infatti
confermata la guida socialdemocratica nel Nord del Paese e nella regione di
Sisak, quella dell’opposizione (HDZ) in Dalmazia e in Slavonia, quella della
Dieta Democratica Istriana in Istria, mentre con una lista civica
l’indipendente Bandic (ex socialdemocratico, sconfitto nel 2010 dal Presidente
Josipovic alle elezioni presidenziali) ha ottenuto il quinto mandato alla guida
di Zagabria.
In precedenza, le elezioni per il Presidente della Repubblica (27 dicembre 2009, secondo
turno 11 gennaio 2010) avevano registrato la vittoria del
socialdemocratico Ivo Josipovic (60,29%), mentre il candidato HDZ non aveva
superato neanche il primo turno. Nel maggio 2012 si sono infine svolti i
congressi per l’elezione dei Presidenti dei due maggiori partiti: alla guida
del partito socialdemocratico-SPD č stato eletto Zoran
Milanovic, Premier in carica, mentre nel principale partito di opposizione,
HDZ, Tomislav Karamarko ha sconfitto l’ex Primo Ministro Jadranka Kosor.
Il Governo Milanovic opera senza una reale
opposizione da parte dell’HDZ, che l’attuale leader
Karamarko ha spostato a destra senza costituire una solida alternativa di governo,
nonostante una base elettorale conservatrice potenzialmente ampia (sono state
raccolte firme pari a un quinto dell’elettorato per l’indizione di un
referendum che introduca nella Costituzione la definizione di matrimonio quale
unione fra uomo e donna). Il Governo non
riesce a contrastare efficacemente la crisi economica, che vede una
disoccupazione del 20,5% (mentre quella giovanile supera il 40%), un deficit
pubblico stimato al 4,4% del PIL e una recessione che dura da cinque anni.
L’8 novembre 2013, con una larga maggioranza (104
parlamentari su 151), il Parlamento croato ha approvato un referendum volto a
emendare la Costituzione definendo il matrimonio “l’unione fra un uomo e una
donna.” A favore di tale emendamento si sono espressi, nel referendum svoltosi il 1 dicembre 2013, il 66% dei votanti (affluenza alle urne
pari al 37,9%), grazie anche all’eliminazione del quorum nell’ordinamento
croato (decisione assunta in vista del referendum del gennaio 2012
sull’adesione all’UE) per la validitŕ dei referendum. Il Presidente della
Repubblica Josipovic ha votato contro la proposta referendaria. Il Premier
Milanovic ha annunciato, dopo il referendum, l’avvio dell’iter per una legge
sulle coppie di fatto, che assicuri gli stessi diritti a tutte le coppie a
prescindere dal loro orientamento sessuale, senza usare il termine “matrimonio”
e con l’esclusione della possibilitŕ di adozione per le coppie omosessuali.
La crisi internazionale ha comportato una brusca
interruzione della fase espansiva dell’economia croata che si era protratta per
un decennio. Dopo la recessione registrata nel 2011 (calo del PIL dello 0,2%) e
nel 2012 (-1,9% secondo i dati EIU), anche per il 2013 si conferma la fase di
crisi economica in Croazia. Secondo le fonti locali, nel primo trimestre 2013
il PIL č diminuito dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2012; nel secondo
trimestre č diminuito dello 0,7%, nel terzo dello 0,6% e nel quarto dell’1,2%;
il calo relativo a tutto il 2013 č stato dell’1%. Le
previsioni relative al 2014 indicano una lieve ripresa
pari ad un aumento del PIL dello 0,5% (-0,4% secondo le previsioni EIU). Tale
situazione sarebbe dovuta essenzialmente al calo della
domanda interna, causata principalmente da una riduzione del credito privato,
al rallentamento della crescita dei salari e all’alto tasso di disoccupazione.
Il 60% del PIL croato č generato dai servizi (e di
questo il 16% circa deriva dal turismo).
La
produzione industriale nel 2013 ha registrato, secondo le stime EIU, una
diminuzione dell’1,8% (-5,5% nel 2012); secondo l’Istituto Nazionale di
Statistica, nel 2013 si č verificato un calo complessivo della produzione
industriale del 2%.
La diminuzione dell’attivitŕ produttiva ha
determinato un ulteriore incremento del tasso di disoccupazione. La
disoccupazione, a fine 2013 si sarebbe attestata, secondo le stime EIU, intorno
al 20,3% (17,2% secondo Eurostat), contro il 19,1% registrato nel 2012, ed al 50,8% per quella giovanile (terzultimo dato negativo
nella UE). Secondo le fonti locali, a fine dicembre 2013, la disoccupazione si
č attestata al 21,6% con 363.411 disoccupati.
Nel 2012 il salario medio č stato di circa 740 euro
mensili.
L’inflazione media si č attestata nel 2013 intorno al 2,2%,
contro il 3,4% registrato nel 2012; secondo le previsioni del Governo
l’inflazione dovrebbe diminuire al 2% nel biennio 2015-2016.
Il deficit del bilancio
statale nel 2013, secondo le stime EIU, č risultato
pari al 6,1% del PIL (-5,4% del PIL secondo le fonti locali; -4,9% secondo
Eurostat), mentre il debito pubblico a
fine dicembre 2012 č risultato pari al 53,7% del PIL e a fine dicembre 2013 ha
superato il 60% del PIL (Ministero delle Finanze e BNC).
A fine gennaio 2014 la Commissione Europea ha
avviato una “procedura per deficit eccessivo” nei confronti del Paese
includendo la Croazia tra i 16 Paesi Membri per i quali č
previsto un esame approfondito. Onde far rientrare il rapporto
deficit/PIL entro la soglia del 3% per la fine del 2016 ed
il rapporto debito pubblico sotto il 60% del PIL, si chiede al Paese di
consolidare lo stato del bilancio, procedere alle riforme della pubblica
amministrazione e del mercato del lavoro, alla revisione della spesa e al
miglioramento del sistema fiscale.
In base ai dati della Banca Centrale croata il debito estero a fine dicembre 2012 č
stato pari a € 44,86 miliardi e a fine novembre 2013 ha raggiunto il valore di
€45,72 miliardi.
Il Governo croato, che ha presentato al Parlamento
la proposta di legge di revisione del bilancio 2013,
approvata ai primi di dicembre 2012 (spesa pubblica intorno a € 16,5 miliardi,
entrate fiscali per € 15 miliardi) e di bilancio 2014-2016 (di cui si attende
l’approvazione), intende affrontare tale situazione attraverso due principali
linee di azione: il consolidamento fiscale e la promozione degli investimenti.
Per quanto riguarda le misure di austeritŕ, il
Governo prevede di intervenire prioritariamente sul capitolo previdenziale sia
con una riduzione degli attuali trattamenti sia con l’innalzamento dell’etŕ
pensionabile. Sono stati inoltre ipotizzati una riduzione del numero dei
dipendenti pubblici nonché l’aumento dell’IVA su
alcuni prodotti attualmente agevolati dal 10% al 13% (l’aliquota standard č al
25%). Sul fronte delle imposte č in discussione l’opportunitŕ di introdurre nel
2014 una tassazione degli immobili, fortemente
sostenuta dal Ministro delle Finanze croato, non solo per i risvolti positivi
sul bilancio pubblico, ma anche per lo stimolo che porterebbe allo stesso
settore immobiliare (una quota significativa degli immobili in Croazia č
abbandonata o non messa a reddito in quanto non soggetta costi fissi).
Sarŕ importante verificare gli effetti che produrrŕ sul lato della crescita del Paese la nuova cornice
giuridica in materia di investimenti A tale riguardo, il Parlamento ha recentemente
approvato una ulteriore legge sugli investimenti, giŕ entrata in vigore, che
prevede un percorso agevolato e prioritario per i progetti definiti di
importanza strategica da un’apposita commissione governativa. Per quanto
riguarda gli incentivi e le agevolazioni agli investimenti, la
legge quadro applicabile rimane quella approvata nel settembre 2012.
Il Governo ha inoltre approvato la Strategia per lo
Sviluppo dell’Imprenditoria croata 2013-2020, che mira a rafforzare il sistema
delle PMI (che, rappresenta il 99,7% del totale delle societŕ operanti in
Croazia), attraverso l’aumento del 40% dei fondi previsti per il settore e
l’utilizzo di circa € 2 miliardi di fondi europei.
Il miglioramento dei trasporti e il rafforzamento
del settore energetico costituiscono una prioritŕ per la Croazia, sia per
rispettare gli obblighi internazionali derivanti dal processo di integrazione europea sia per un necessario rilancio
dell’economia. Nello specifico, la “Strategia per il rilancio di un nuovo ciclo
di investimenti 2012-2015” prevede investimenti da
parte delle ferrovie croate per circa 368 milioni di euro nel biennio
2013-2015, finalizzati all’ammodernamento della linea ferroviaria nel corridoio
paneuropeo X e Vb e nelle linee Ostarije-Knin-Split. La “Strategia” include
anche il settore energetico quale settore prioritario
per l’economia croata, destinandovi importanti risorse finanziarie. Le prioritŕ croate nel settore energetico riguardano
essenzialmente: 1) la costruzione del Terminal LNG sull’isola di Veglia 2) il
progetto di gasdotto bidirezionale IAP da realizzarsi, tramite il prolungamento
degli impianti giŕ esistenti nelle regioni croate della Lika e della Dalmazia,
per un tratto di circa 250 km in Croazia e quindi attraverso il Montenegro sino
all’Albania per connettersi alle infrastrutture del TAP; 3) il programma di
esplorazione e sfruttamento degli idrocarburi in Adriatico e in alcune zone
della terraferma, che č stato avviato con l’approvazione da parte del Sabor
(luglio 2014) della nuova legge sull’esplorazione e lo sfruttamento degli
idrocarburi, che intende liberalizzare il settore, mettendo fine al monopolio
detenuto sinora dalla compagnia petrolifera nazionale INA aprendo nuove
prospettive di sviluppo economico e di cooperazione per le aziende interessate
del settore. A tale riguardo, nel febbraio 2014 si sono
concluse con esiti positivi le indagini sismiche preliminari e,
nell’aprile 2014, nel corso di una conferenza che ha visto la partecipazione
delle principali compagnie petrolifere internazionali interessate (tra cui ENI,
EDISON, REPSOL, TOTAL, EXXON, GAZPROM, OMV), sono stati ufficialmente aperti da
parte croata i termini della procedura per l’assegnazione delle licenze
trentennali per la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi in Adriatico.
Il rating del Paese č negativo. La
contrazione dell’economia e il deterioramento della situazione finanziaria del
paese si riflette ance nella costante revisione al
ribasso del rating internazionale della Croazia negli ultimi due anni (a
settembre 2013 Fitch si č adeguata al giudizio emesso dalle agenzie Moody’s e
Standard& Poors, declassando il rating della Croazia da BBB- a BB+), che la
Croazia paga a caro prezzo spendendo in interessi ben piů di altri Paesi
dell’area. Tale valutazione č stata riconfermata anche nel febbraio 2014, ma l’Outlook č stato modificato da Stabile a Negativo.
SACE: Il
Paese č posto nella 5^ categoria di
rischio (su sette); č prevista l’apertura senza condizioni per tutti rischi
(sovrano, bancario e privato).
Il settore finanziario croato č ben
sviluppato e il processo di privatizzazione č sostanzialmente giunto al
termine, con la prossima dismissione della banca postale “HPB – Hrvatska
Postanska Banka” e l’avvenuta cessione della quota di maggioranza della compagnia assicurativa Croatia Osiguranje. Il settore
finanziario non bancario č meno sviluppato e rappresenta il 10% circa delle
attivitŕ totali. I due principali gruppi bancari, entrambi italiani, (UniCredit
e Banca Intesa) rappresentano quasi la metŕ delle attivitŕ totali. Sono altresě
presenti Banco Popolare e Veneto Banca. Dal 2004 sono inoltre operative in
Croazia le Assicurazioni Generali, con la controllata Generali Osiguranje, che detiene una quota di mercato del 5,2% nel settore delle
assicurazioni vita e del 3% nelle altre tipologie di assicurazione.
Secondo i dati preliminari dell’Istituto di Statistica croato, nel 2013
l’interscambio commerciale croato č stato pari a €
24,8 miliardi circa (-4,1% rispetto all’anno precedente). Le esportazioni
croate hanno registrato il valore di € 8.980 milioni (-6,7% rispetto la 2012)
mentre le importazioni croate sono state pari a € 15.803 milioni (-2,5%
rispetto al 2012).
A partire dal 1 luglio 2013, si applicherebbe in Croazia il metodo di calcolo
Intrastat che, diversamente da quello precedentemente applicato, non prende in
considerazione le imprese con un valore di interscambio inferiore a €227 mila,
tra cui molte delle PMI italiane che commerciano con la Croazia. Altra
sostanziale novitŕ č che dal 1 luglio 2013 la
rilevazione dei flussi commerciali in entrata viene effettuata per Pese
fornitore (che puň differire da quello produttore) mentre prima era per paese
produttore.
Nel 2013 la Croazia ha realizzato scambi commerciali soprattutto con i
Paese membri UE, con un valore dell’interscambio
commerciale totale pari a € 16,8 miliardi (68% circa del valore
dell’interscambio totale croato; - 3,2%).
Nel 2013 l’Italia č stata il principale partner commerciale della
Croazia, seguita da Germania e
Slovenia; il primo Paese acquirente (quota del
14% dell’export croato), seguita da Bosnia-Erzegovina (13,1%) e Germania
(10,9%) e secondo Paese fornitore (12,6% dell’import croato), dopo
Germania (13,8%) e prima di Slovenia (11,3%).
Tra i prodotti importati: macchine e mezzi di
trasporto, combustibili minerali e lubrificanti, manufatti classificati secondo
la materia di origine, prodotti chimici; tra
le esportazioni: macchine e mezzi di trasporti, manufatti classificati
secondo la materia di origine, combustibili minerali e lubrificanti, prodotti
finiti vari, prodotti chimici.
Nel 2012 il valore dell’interscambio
commerciale della Croazia con il resto del mondo, pari a € 25,8 miliardi, č
diminuito dello 0,08% rispetto al 2011. Le esportazioni croate hanno registrato
il valore di €9,6 miliardi (+0,5% rispetto al 2011) e le importazioni croate
sono risultate pari a €16,2 miliardi circa (-0,4%
rispetto al 2011). Nel 2012 l’Italia ha mantenuto la posizione di primo
partner commerciale della Croazia (con una quota di mercato del 14,5% dell’interscambio totale), seguita da Germania (quota del 12,1%)
e Slovenia (quota del 6,6%). Nel 2012 l’Italia si č confermata il
principale Paese fornitore della Croazia
(14% del totale dell’import croato), seguita da
Germania (13,3%), Austria (9,8%). I principali Paesi acquirenti sono stati
l’Italia (15,3% dell’export totale croato), la Bosnia (12,8%), la Germania
(10,2%).
In base alle rilevazioni della Banca Nazionale
Croata, nel periodo compreso tra il 1993 e il terzo trimestre 2013,
l’ammontare degli IDE effettuati in
Croazia (stock) č stato pari a € 27,145 miliardi, di
cui € 530,5 milioni nel corso dei primi nove mesi del 2013.
Nel periodo 1993-III trimestre 2013, il
principale investitore č risultato l’Austria (26,8%),
Germania (12,2%), Paesi Bassi (11,8%), Ungheria (8,9%), Lussemburgo (6,4%),
Francia (5,1%) Italia (4,9%) e Slovenia (4,4%).
Nel periodo gennaio-settembre 2013, il
principale investitore č stata l’Austria (€181,6
milioni), seguita da Germania (€ 66,4 milioni), Lussemburgo (€ 45,1 milioni) e
al quarto posto Italia (€ 40,9 milioni).
Nell’intero arco temporale la concentrazione degli investimenti diretti
esteri si č indirizzata verso il settore bancario e finanziario (32,5%), il
settore commerciale (14,7%), le attivitŕ immobiliari (7,6%), nonché
i settori altamente tecnologici, in particolare le telecomunicazioni (6,3%).
Nel corso dei primi nove mesi del 2013, la maggior parte degli IDE si č diretta verso il
settore delle attivitŕ immobiliari, investimenti azionari in beni immobili,
produzione di alimenti e bevande, attivitŕ di servizi alle imprese ed il commercio al dettaglio. Disinvestimenti si sono
verificati nel settore del commercio e manutenzione di veicoli a motore,
telecomunicazioni ed estrazione di petrolio greggio e di gas naturale.
Nel 2012 il totale degli IDE in Croazia č
ammontato a € 1.067 milioni; in questo periodo l’Italia č risultata
il quinto Paese investitore (con € 40,8 milioni), preceduta da Austria (€ 674,7
milioni), Lussemburgo (€177,8 milioni), Turchia (€120,9 milioni) e Paesi Bassi (€87,7
milioni).
La maggior parte degli IDE realizzati nel 2012 si
riferisce ad attivitŕ di servizi alle imprese, attivitŕ immobiliari ed investimenti nel commercio all’ingrosso, mentre si
registrano disinvestimenti nel settore petrolifero, ovvero nella produzione di
derivati di petrolio, nell’estrazione di petrolio e gas naturale, come pure nel
settore delle telecomunicazioni e dell’industria chimica.
La prioritŕ della
politica estera croata č stato per lungo tempo
l’ingresso nell’UE, traguardo finalmente conseguito il 1° luglio 2013. La
Croazia č entrata nella NATO il 1° aprile 2009 e contribuisce alle missioni
ISAF ed EUPOL in Afghanistan, sostenendo la missione di addestramento NATO a
favore delle Forze di sicurezza irachene e partecipando
all'operazione 'Active Endeavour' nel Mediterraneo.
Per quanto concerne i rapporti con i Paesi vicini
permangono punti contesi nella definizione dei confini (con l’eccezione
dell’Ungheria). Il contenzioso piů delicato riguarda quello per il confine marittimo
con la Slovenia. Nel corso del 2009
la disputa confinaria tra i due paesi ha registrato una rivitalizzazione che si
č riflessa sui tempi del negoziato di adesione della
Croazia all’UE. Lubiana, a causa degli scarsi progressi nella soluzione del
contenzioso bilaterale, aveva posto il veto su 14
capitoli negoziali riguardanti il percorso europeo di Zagabria. Tale stallo si
č sbloccato solo a seguito di un’intesa tra i due ex Primi Ministri Kosor e
Pahor (4 novembre 2009). Zagabria si era formalmente impegnata a non
considerare la documentazione presentata in ambito di negoziati UE come
discriminante per la soluzione finale dei confini. L’intesa, approvata da
entrambi i Parlamenti e avallata anche dal popolo sloveno mediante referendum
il 6 giugno 2010, prevede che la soluzione del contenzioso confinario sia
rimessa ad un arbitrato internazionale. Il trattato di
arbitrato č entrato in vigore con la firma dell’Accordo di adesione della Croazia all’UE il 9 dicembre 2011.
La questione della Ljubljanska Banka, che sembrava aver
trovato una positiva conclusione con la firma del Memorandum of Understanding nel marzo 2013, č nuovamente oggetto di
controversia a seguito della pronuncia della Corte Municipale di Zagabria, la
quale, violando il principio secondo cui tutti i procedimenti giudiziari legati
al caso sarebbero stati sospesi, si č espressa contro due banche slovene,
obbligandole a risarcire altrettante banche croate. La reazione slovena, per
mezzo di un comunicato del MAE Karl Erjavec, fa stato di una “violazione di un
Trattato internazionale” che comporta un raffreddamento nei rapporti con il MAE
croato Pusic.
Nel contesto regionale
restano cruciali i rapporti con la Bosnia Erzegovina e la Serbia. Riguardo
quest’ultima, costanti progressi si erano registrati soprattutto in occasione
di numerosi incontri avvenuti negli ultimi due anni tra il Presidente Josipovic
e l’ex Presidente serbo Tadic: quest’ultimo ha svolto una visita dall’alto
valore simbolico il 4 novembre 2010 a Vukovar (cittŕ croata a lungo contesa dall’esercito
serbo durante le guerre degli anni ’90), durante la quale ha chiesto
ufficialmente scusa per i caduti civili. Le incaute dichiarazioni d’inizio
mandato del Presidente serbo Nikolić, secondo cui Vukovar sarebbe una
cittŕ serba, hanno invece portato ad un immediato
raffreddamento dei rapporti tra i due Capi di Stato: Josipović ha
disertato la cerimonia di insediamento del nuovo Presidente di Serbia. Saranno
inoltre da monitorare con particolare attenzione le possibili conseguenze nei rapporti tra Serbia e Croazia
dell’assoluzione definitiva dei generali croati Ante Gotovina e Mladen Markac,
il 16 novembre 2012, da parte della Camera d'Appello del Tribunale Penale
Internazionale per la ex Jugoslavia. I due alti
ufficiali erano stati condannati in primo grado nell'aprile 2011,
rispettivamente a 24 e 18 anni di reclusione, con
l'accusa di aver commesso crimini di guerra nei confronti delle popolazioni
civili serbe durante l'operazione "Tempesta", che nel 1995 aveva
riportato sotto sovranitŕ croata le aree di Slavonia e Dalmazia occupate delle
truppe di Belgrado. Passi in avanti
si sono registrati almeno sul piano simbolico, grazie all’incontro tra i Primi
Ministri Milanović e Dačić del 16 gennaio del 2013 a
Belgrado. Tra i due Paesi permangono
comunque irrisolte questioni bilaterali molto sensibili quali la definizione
del confine sul Danubio, la condizione della minoranza serba in Croazia, il
rientro dei rifugiati, il problema delle “persone scomparse” durante la guerra ed i procedimenti avviati presso la Corte Internazionale di
Giustizia in seguito alle reciproche accuse di genocidio. Nella sua visita a
Belgrado, il 25.02.2014, il Vice Premier e Ministro degli Esteri croato, Vesna
Pusic, ha confermato che la Croazia non ritirerŕ le
accuse di genocidio presentate alla Corte Internazionale di Giustizia contro la
Serbia; parimenti farŕ Belgrado. I due Paesi, tuttavia, hanno chiarito che
l’esito del procedimento non influenzerŕ in alcun modo i rapporti reciproci, attualmente improntati a un forte pragmatismo.
Con riferimento alla Bosnia,
la Croazia auspica una maggiore protezione giuridica per la componente
croata in Bosnia-Erzegovina, in corso di progressiva contrazione, da etnia
costitutiva a mera minoranza ed č, come noi, preoccupata per lo stallo delle riforme
interne necessarie a sbloccare il percorso euro-atlantico di Sarajevo. La tematica della riconciliazione ha segnato una positiva
evoluzione grazie alla prima visita ufficiale del Presidente Josipovic a
Sarajevo nell’aprile 2010, nel corso della quale il Presidente croato, parlando
davanti all’Assemblea Parlamentare bosniaca, ha espresso rammarico circa le
responsabilitŕ croate per l’uccisione di migliaia di persone durante la guerra
civile degli anni ‘90. Un ulteriore sviluppo storico
si č registrato in conseguenza della prima visita di Josipovic in Republika Srpska (30-31 maggio 2010) per incontri con gli allora Premier e il
Presidente della RS, Dodik e Kuzmanovic, e con il Presidente del Montenegro,
Vujanovic. Al centro dei colloqui anche la questione del rientro dei rifugiati
croati nell’Entitŕ serba. A tali visite ha fatto seguito la visita
ufficiale dei membri della Presidenza tripartita bosniaca in Croazia (la prima
visita ufficiale all’estero della nuova Presidenza) l’1 e 2 febbraio 2011.
Infine, nel quadro della
riconciliazione regionale, si segnalano i due incontri informali tra il Presidente Josipovic, l’allora Presidente
serbo Tadic e la Presidenza tripartita di Bosnia-Erzegovina, svolti il 18 luglio 2011 nell’isola croata di Brioni e il 3-4 febbraio 2012 a Jahorina, vicino Sarajevo.
La vicenda giudiziaria di Josip Perkovic – considerato il mandante
dell'omicidio del dissidente croato Djurekovic, avvenuto in Baviera nel luglio
1983 – caratterizza i rapporti tra Croazia e Germania. Con il recepimento della
Direttiva Quadro 2002/584/GAI del 13 giugno 2002 sul mandato d'arresto europeo
senza restrizioni temporali, il Tribunale di Zagabria ha autorizzato l’arresto
e l’estradizione di Perkovic, nonostante il reato sia, secondo la legge croata, caduto
in prescrizione. Malgrado i ricorsi dei suoi legali,
Perkovic č stato consegnato alle autoritŕ tedesche e trasferito in Baviera
(24.01.2014), dove subitrŕ il processo per il presunto omicidio di Djurekovic.
E’ interessante osservare come, al contrario, il coimputato per il medesimo
omicidio – Zdravko Mustac – non sia stato oggetto del medesimo provvedimento di
estradizione, sebbene all’epoca dei fatti fosse Capo dei Servizi Segreti della
Rep. Socialista di Croazia e superiore gerarchico di
Perkovic.
Relazioni con l’Unione Europea
Il 1 luglio 2013 č
giunto a compimento il percorso di integrazione europea della Croazia, a quasi otto anni dall’avvio dei negoziati per
l’adesione all’UE, avvenuto il 3 ottobre 2005. Il Consiglio ha incoraggiato la
Croazia a portare a termine il processo di riforme strutturali individuate allo
scopo di garantire la competitivitŕ e la crescita dell’economia ed a sviluppare un’efficace prassi applicativa nel settore
della rule of law, soprattutto contro
la corruzione e nel risolvere le cause pendenti a livello nazionale nel settore
dei crimini di guerra.
Il 7 giugno 2013 - con la ratifica da parte della Camera alta
tedesca (Bundesrat) del Trattato di
adesione all’UE della Croazia - tutti i 27 Stati Membri avevano infatti completato le rispettive
procedure di ratifica del Trattato. L’Italia
č stato, il 28 febbraio 2012, il quarto Paese dell’UE,
il primo tra i fondatori dell’Unione, a ratificare il Trattato di Adesione con
la Croazia. Il Rapporto finale della Commissione relativo
al monitoraggio dell’attuazione degli adempimenti relativi alla
conclusione del processo di adesione - pubblicato lo scorso 26 marzo - č stato
positivo; pertanto il 22 aprile 2013 il Consiglio ha riconosciuto i positivi
risultati raggiunti da Zagabria, confermando quindi la data di accessione del 1
luglio 2013.
L’ingresso nell’UE comporta alcuni adeguamenti
quali: il trattamento di favore per l’accesso nel Paese dei beni e delle
persone provenienti dalla Bosnia, risolto con l’entrata in vigore degli accordi
firmati a Bruxelles il 19 giugno scorso per il regime degli oltre 1.000
chilometri della nuova frontiera esterna dell’UE; l’uscita automatica della
Croazia dall’Accordo CEFTA, che avrŕ rilevanti ripercussioni di ordine
economico e dovrŕ essere riequilibrata attraverso appositi
negoziati.
A seguito dell’ingresso della Croazia nell’UE, dal 1
luglio non dovranno piů essere rilasciati visti d'ingresso di nessun tipo a
cittadini croati. Per quanto riguarda l'accesso al mercato del lavoro
subordinato dei cittadini croati, l'Italia, analogamente ad altri Paesi
dell'Unione, si č avvalsa di un periodo di regime transitorio iniziale di due
anni per alcune categorie di lavoratori. Durante tale periodo non vige quindi
la libera circolazione dei cittadini croati per motivi di lavoro subordinato,
con l’eccezione del personale altamente qualificato,
dei ricercatori, dei lavoratori stagionali e domestici.
Dopo la firma dell’Accordo di Stabilizzazione ed Associazione (ASA) con l’Unione Europea il 29 ottobre
2001, la concessione dello status di candidato da parte del Consiglio Europeo
il 18 giugno 2004 e l’entrata in vigore dell’ASA il 1° febbraio 2005, l’avvio
dei negoziati di adesione della Croazia all’UE era stato formalizzato dal
Consiglio Europeo il 3 dicembre 2005. Il negoziato
di adesione si č concluso il 30 giugno 2011. Alla
luce dell’endorsement
politico ricevuto dal Consiglio
Europeo del 23-24 giugno in linea con
quanto auspicato dall’Italia,
la Conferenza di Adesione del 30 giugno 2011 ha infatti formalizzato le posizioni
comuni per la chiusura di tutti i capitoli negoziali, sancendo cosě
ufficialmente la conclusione dei
negoziati tecnici. La conclusione dei negoziati ha aperto la strada alla firma
dell’Atto di Adesione, avvenuta il 9 dicembre 2011 a Bruxelles sotto il semestre
di Presidenza polacca, in vista di una piena membership croata a partire dal 1° luglio
2013. Il referendum croato per la ratifica del Trattato si č tenuto il 22
gennaio 2012 e si č concluso con il 66,27% di voti a
favore e il 33,13% contrari.
La chiusura dei negoziati d’adesione nel 2011 č
stata resa possibile anche grazie al compromesso raggiunto sul meccanismo di monitoraggio pre-adesione degli
impegni assunti da Zagabria nell’ambito del processo negoziale, con particolare
riferimento al soddisfacimento dei parametri previsti dal capitolo 23-sistema giudiziario e diritti umani e ad alcune aree relative ai capitoli 8-concorrenza (ristrutturazione dei
cantieri navali e del settore dell’acciaio) e 24-giustizia e affari interni
(gestione delle frontiere esterne, cooperazione di polizia, lotta al crimine
organizzato e cooperazione giudiziaria). L’adozione di un sistema di verifica
rafforzato - rispetto alle misure di controllo di norma previste per il periodo
successivo alla chiusura del negoziato - si č rivelata necessaria per ottenere
l’assenso di alcuni Stati membri (Francia, Germania, Regno Unito e Paesi Bassi)
alla conclusione dei negoziati.
Per il triennio 2011-2013, la Croazia ha disposto di oltre €430 milioni stanziati dall’UE nell’ambito
dello Strumento di Pre-Adesione (IPA) a sostegno di specifici progetti nei
settori: giustizia, affari interni e diritti fondamentali; riforma della
pubblica amministrazione; ambiente e cambiamenti climatici; trasporti; sviluppo
del settore privato; sviluppo sociale; agricoltura e sviluppo rurale.
Rapporti
bilaterali
L’Italia č stato un punto
di riferimento strategico per Zagabria nel suo cammino verso l’integrazione
europea, parimenti a quanto accaduto per l’ingresso croato nella NATO da noi
vivamente sostenuto.
Le relazioni bilaterali sono particolarmente
intense in ogni settore, in particolare in campo economico
dove l’Italia č il primo partner commerciale della Croazia. Il 12
settembre 2013 si č tenuto a Venezia un incontro trilaterale tra il Presidente
del Consiglio Enrico Letta e i Primi Ministri di Croazia e Slovenia, in cui si
sono affrontate le questioni di interesse strategico
nelle relazioni tra Roma e Zagabria.
Il 13 luglio del 2010 il Signor Presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano, ha incontrato il suo omologo croato, Josipovic,
insieme al Presidente sloveno Turk, in occasione del “Concerto dell’Amicizia”
tenutosi a Trieste, considerato un evento storico per la riconciliazione e il
rilancio dei rapporti fra i tre Paesi confinanti. Le due successive visite del Presidente Napolitano, a Zagabria (14
luglio 2011) e Pola (3 settembre 2011), hanno poi
conferito continuitŕ al c.d. “Spirito di Trieste” ribadendo l’eccellenza dei
rapporti bilaterali ed il ruolo svolto dall’Italia a favore dell’adesione della
Croazia all’UE.
Dal 2009 la collaborazione tra Italia e Croazia
beneficia inoltre di un quadro istituzionale di riferimento con la firma del Memorandum di cooperazione bilaterale (Zagabria, 12 gennaio
2009) che prevede, accanto ad un regolare dialogo sui temi dell’attualitŕ
internazionale, una collaborazione strutturata in specifici settori (economia,
industria, energia, ambiente, infrastrutture, istruzione e ricerca,
agricoltura). La prima riunione del Comitato di Coordinamento dei Ministri Italia-Croazia si č tenuta a Roma il 1° luglio
2009 ed č stata presieduta dai due Ministri degli Esteri. La Dichiarazione
congiunta, emessa al termine dell’incontro, ha istituito Gruppi di Lavoro nei
settori Energia, Investimenti, Ambiente, Agricoltura, Trasporti, Ricerca ed Universitŕ. Quale seguito concreto della Dichiarazione
congiunta č stato istituito un Foro Economico italo - croato con lo scambio di
punti di contatto fra i rispettivi Ministeri dello Sviluppo Economico. Il 15
settembre 2010 si č invece tenuta a Zagabria la seconda sessione del Comitato
dei Ministri Italia-Croazia.
Nel marzo 2013, l’Italia ha proposto un reciproco
sostegno tra la candidatura italiana al Consiglio di Sicurezza e quella croata
al medesimo organismo per il biennio 2030-2031. Le elezioni per il Consiglio di
Sicurezza si svolgeranno nell’autunno 2016.
Secondo i dati
dell’Istituto di Statistica croato, nel 2013 l’Italia si č confermata il
principale partner commerciale della Croazia (con una quota del 13,1% del
totale dell’interscambio commerciale croato; -13,5%
rispetto al 2012), seguita da Germania e Slovenia, il primo Paese acquirente
(quota del 14% dell’export croato), seguita da Bosnia-Erzegovina (13,1%) e
Germania (10,9%) e secondo Paese fornitore (12,6% dell’import croato),
dopo Germania (13,8%) e prima di Slovenia (11,3%).
Secondo la stessa fonte, nel 2013 l’interscambio
commerciale bilaterale ha registrato il valore di €3.240 milioni, di cui
esportazioni italiane per un valore di € 1.986 milioni (-12,6% rispetto al
2012) e importazioni italiane pari a € 1.254 milioni (-14,8% rispetto all’anno
precedente). Il saldo commerciale a favore per l’Italia č stato pari a € 732
milioni.
Le principali voci dell’export croato verso l’Italia sono costituite da: materie prime quali legno grezzo o
semilavorati in legno, prodotti chimici (in particolare materie plastiche) e
prodotti di largo consumo (abbigliamento e pellami a seguito di lavorazioni per
conto terzi). Le forniture italiane verso la Croazia riguardano
soprattutto filati, tessuti ed altri prodotti tessili,
abbigliamento, calzature, combustibili, mobili e loro parti.
Secondo la stessa fonte croata, l’Italia ha
mantenuto nel 2012 la posizione di primo partner commerciale della Croazia,
con una quota di mercato del 14,5% dell’interscambio
croato totale. Il nostro Paese si č inoltre confermato primo Paese fornitore
della Croazia (14% del totale dell’import croato) e primo
Paese acquirente (15,3% dell’export totale croato).
Nel 2012, il valore dell’interscambio
bilaterale ha superato €3,7 miliardi; le forniture italiane verso la Croazia
hanno registrato il valore di € 2,3 miliardi circa , le importazioni italiane
dalla Croazia hanno registrato il valore di €1,5 miliardi circa.
Secondo i dati ISTAT, nel 2013 l’interscambio commerciale bilaterale, pari a €3.256 milioni,
ha determinato un saldo a favore dell’Italia di €762 milioni. Le esportazioni
italiane, pari ad un valore di €2.009 milioni, sono
aumentate dell’1,6% rispetto al 2012; le importazioni hanno raggiunto il valore
di €1.247 milioni, pari ad un aumento dello 0,4% rispetto al 2012.
Secondo la stessa fonte, nel 2012 l’interscambio commerciale bilaterale, pari a €3.218 milioni,
ha determinato un saldo a favore dell’Italia di €734 milioni. Le esportazioni
italiane, pari ad un valore di €1.976 milioni, sono
diminuite del 12,9% rispetto al 2011; le importazioni hanno raggiunto il valore
di €1.242 milioni, pari ad una diminuzione del 18% rispetto al 2011.
Secondo i dati ufficiali della Banca Nazionale
Croata, che considerano i flussi finanziari provenienti direttamente
dall’Italia, tra il 1993 e il terzo trimestre 2013, si registra uno
stock di investimenti
diretti pari a €1.326 milioni, posizionando l’Italia al settimo posto tra i
principali Paesi investitori con il 4,9% del totale degli IDE in Croazia, dopo
Austria (25,8%), Paesi Bassi (14,9%), Germania (11,7%), Ungheria (8,9%),
Lussemburgo (6,3%), Francia (5,1%) e prima di Slovenia (4,2%).
Nel periodo gennaio-settembre 2013, l’Italia
č risultata il quarto Paese investitore (€ 40,9
milioni), dopo Austria (€181,6 milioni), Germania (€ 66,4 milioni) e
Lussemburgo (€ 45,1 milioni). In questo periodo gli IDE italiani sono
indirizzati in particolare verso il commercio al dettaglio, le attivitŕ di
ricerca e lo sviluppo, il settore alberghiero e di ristorazione, il settore
edile, la produzione tessile, gli investimenti azionari in beni immobili e la
produzione di alcuni tipi di macchine ed attrezzature.
Maggiori disinvestimenti nel commercio all’ingrosso e nelle
attivitŕ di servizi alle imprese.
Nel 2010 il nostro Paese si era collocato al
secondo posto, al nono posto nel 2011 e al quinto nel 2012.
Occorre, tuttavia, considerare che numerose grandi
imprese italiane hanno effettuato investimenti in
Croazia attraverso triangolazioni finanziarie. Gli investimenti sono pertanto
transitati da Paesi terzi (essenzialmente Lussemburgo, Austria e Paesi Bassi),
ove vigono normative particolarmente favorevoli in materia fiscale per le
holding finanziarie. Altri investimenti italiani nei settori della grande distribuzione
e del tessile sono transitati attraverso holding comunitarie.
Il dato complessivo di € 1,3 miliardi in
oltre vent’anni, appare parziale.
Una stima realistica della consistenza complessiva degli investimenti italiani
in Croazia indica un valore complessivo pari ad oltre
due miliardi di Euro, ovvero oltre il 10% dello stock totale degli IDE in
Croazia.
Nel 2012, gli IDE italiani hanno riguardato
quelli azionari in beni immobili (€13,9 milioni), nel settore delle costruzioni
(€11 milioni), dell’intermediazione finanziaria (€8,8
milioni), alberghiero e della ristorazione (€6,4 milioni). Nel periodo in esame
l’Italia č risultata il quinto Paese investitore,
preceduta da Austria (€ 674,7 milioni), Lussemburgo (€177,8 milioni), Turchia
(€120,9 milioni) e Paesi Bassi (€87,7 milioni).
Nel settore bancario, le due principali banche
italiane (Unicredit e Intesa San Paolo detentrici rispettivamente di Zagrebacka
e PBZ) detengono quasi il 50% del mercato.
L’eccellenza delle
relazioni bilaterali con la Croazia č, infine, confermata dal fatto che
l’Italia č tra i primi Paesi per arrivi e destinazione di turisti e presenta un
crescente appeal culturale e linguistico.
Il 26 febbraio 2014 si č svolta a Zagabria la cerimonia di inaugurazione del progetto di gemellaggio amministrativo
“Preparazione dell’Agenzia di Pagamento croata per l’implementazione della
Politica di Pesca Comune nel periodo post-2013”, assegnato all’Italia, come
Paese Leader, attraverso il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e
Forestali, con la partecipazione della Polonia. La realizzazione č in carico
all’Agenzia Italiana per l’Erogazione dei Fondi per l’Agricoltura e la Pesca,
in collaborazione con l’Agenzia Polacca per la Ristrutturazione e la
Modernizzazione dell’Agricoltura. Il Twinning, finanziato con fondi IPA 2011,
per un importo di €1,7 milioni, č volto a supportare l’Agenzia Croata di
Pagamento per l’Agricoltura, la Pesca e lo Sviluppo Rurale nell’implementazione
della nuova Politica Agricola Comunitaria e della nuova
Politica Comunitaria per la Pesca per il periodo 2014-2020. Si tratta di un
twinning di grande rilevanza per la Croazia, si per il considerevole importo
del progetto che per i settori coinvolti, che rivestono un peso strategico
nella politica economica del Paese.
Nella stessa data si č svolta la cerimonia di chiusura di
una altro twinning assegnato all’Italia come Paese
Leader, sempre con la Polonia come Junior Partner, finalizzato all’”Assistenza
alla gestione dell’Obiettivo 3 delle Politiche di Coesione “, di cui č stato
Project Leader la d.ssa Rossella Rusca, dell’Agenzia per la Coesione
Territoriale. L’iniziativa, del valore di € 787,5
milioni, ha riscosso un enorme successo.
La comunitŕ croata
legalmente residente in Italia al 30 settembre 2012, ammonta a 19.286 unitŕ.
In Croazia si
registra un grande interesse per lo studio della lingua italiana, alimentato
non solo da ragioni storiche e dalla vicinanza geografica ma anche dagli
intensi rapporti economici fra i due Paesi. L’insegnamento della lingua
italiana in Croazia č previsto, secondo i dati forniti dall’Istituto Nazionale
di Statistica croato, in undici scuole statali dell’obbligo dove l’italiano
costituisce la seconda lingua straniera
per diffusione in Croazia, preceduta dall’inglese. L’italiano ha la sua massima
diffusione in Istria e nel Quarnero, in Dalmazia, ma anche nella capitale
Zagabria. Nel Paese sono circa 1.200 gli studenti che ogni anno si
specializzano in lingua italiana, ai quali si aggiungono gli studenti che,
secondo il sistema croato, studiano per una doppia laurea, associando
l’italiano ad un’altra facoltŕ.
Minoranza
Italiana Autoctona
La Minoranza Italiana autoctona in Croazia, cosě
come la piccola comunitŕ autoctona croata in Italia (Molise), costituiscono un ponte culturale di cruciale rilevanza nel
dialogo politico tra i due Paesi. Attualmente sono
circa 30.000 i componenti della Minoranza Italiana autoctona che vivono nei territori di
tradizionale insediamento, in particolare in Istria e nel Quarnero oltre che in
Dalmazia. Essa si riconosce nell’Unione Italiana, dispone di
un seggio specifico al Parlamento croato, di una casa editrice (EDIT), di una
compagnia teatrale, di un Centro di Ricerche Storiche, di 46 istituti
scolastici e di 3 dipartimenti di pedagogia.
Nella Regione Istriana vige il bilinguismo
amministrativo italiano – croato. Numerose municipalitŕ istriane hanno tuttavia
adottato nei propri statuti comunali il bilinguismo integrale (18
complessivamente, tra cui Pola, Rovigno, Buie, Umago, Cittanova, Dignano,
Parenzo). I territori di tradizionale insediamento italiano sono inoltre oggetto di una precisa strategia di impegno della Farnesina:
in un’ottica di graduale rafforzamento della presenza istituzionale italiana,
sono stati aperti due Vice Consolati Onorari (a Pola, principale cittŕ istriana
e a Buie, centro dell’ex Zona B) e un Consolato Onorario a Dubrovnik/Ragusa. Vengono inoltre effettuate sul territorio missioni
periodiche specifiche di coordinamento, sensibilizzazione e monitoraggio (a
livello di alti funzionari), i cui primi risultati sono incoraggianti (aumento
dei finanziamenti croati alla Minoranza italiana). La Minoranza Italiana
autoctona dispone di un rappresentante in Parlamento,
l’On. Furio Radin, che riveste anche il ruolo di Presidente della Commissione
Parlamentare per i diritti umani e delle minoranze.
DATI STATISTICI BILATERALI
PRINCIPALI INDICATORI MACROECONOMICI
|
2011 |
2012 |
2013 (stime) |
2014 (prev) |
2015 (prev) |
PIL nominale (mld US$) |
61,5 |
56,1 |
57,5 |
58,1 |
56,2 |
PIL prezzi correnti (mld €) (1) |
44,9 |
43,9 |
43,3 |
n.d. |
n.d. |
Variazione reale PIL |
-0,2% 0,0% (1) |
-1,9% -2% (1) |
-1% -1% (1) -0,7% (2) |
-0,4% 0,5% (1) 0,5% (2) |
1,1% |
Composizione del PIL (% variazione reale) |
Agric.: -2,8% Industria: -3,1% Servizi:0,9% |
Agric: -6,6% Industria: -7% Servizi: -0,9% |
Agric: -1% Ind.: -0,5% Servizi: -1% |
Agric: 0,5% Industria: 0,4% Servizi: -0,1% |
Agric: -0,8% Industria: 2,6% Servizi: 0,7% |
PIL pro-capite a PPP (US$) |
18.009(stime) |
18.016(stime) |
18.194 |
18.659 |
19.365 |
PIL pro-capite ( € ) |
10.377 |
10.295 |
10.156 |
n.d. |
n.d. |
Disoccupazione (media) |
17,8% 18,7 (1) |
19,1% 21,1% (1) |
20,3% 21,6% (fine dic) (1) |
21% |
19,3% |
Inflazione (media) |
2,3% |
3,4% |
2,2% |
0,8% 2,3% (1) |
1,5% |
Produzione industriale (crescita) |
0,3% -1,2% (1) |
-5,5% -5,5% (1) |
-1,8% -2%(1) |
1,2% |
3,7% |
Deficit/PIL |
-4,7% |
-3,3% -3,8% (1) |
-6,1% -5,4% (1) |
-5,4% -6,5% (1) |
-4,9% |
Debito Pubblico/PIL (1) |
47,2% |
53,7% |
60% |
64,7% |
n.d. |
Tot. Riserve Int.li (mln di US$) |
14.484 |
14.807 |
17.767 |
18.173 |
18.322 |
Valuta: Kuna (HRK) |
|
|
|
|
|
Tasso di cambio Kuna/$ (media) |
5,34 |
5,85 |
5,70 |
5,67 |
6,02 |
Tasso di cambio Kuna/є
(media) |
7,43 |
7,52 |
7,57 |
7,63 |
7,66 |
Bil. Partite correnti
saldo(mln US$) |
-556 |
-120 |
681 |
269 |
-320 |
Bil. Comm. saldo(mln US$) |
-8.554 |
-7.776 |
-8.304 |
-8.971 |
-9.678 |
Esportazioni (mln US$) |
13.596 |
12.599 |
12.199 |
13.111 |
14.029 |
Importazioni (mln US$) |
22.150 |
20.375 |
20.503 |
22.082 |
23.707 |
|
|
|
|
|
|
Bil. comm. saldo (mln €) (1) |
-6.699 |
-6.588 |
-6.823 |
n.d. |
n.d. |
Esportazioni (mln €) (1) |
9.582 |
9.628 |
8.980 |
n.d. |
n.d. |
Importazioni ((mln €) (1) |
16.281 |
16.216 |
15.803 |
n.d. |
n.d. |
Principali esportazioni |
1. macchine e mezzi di trasporto |
1. macchine e mezzi di trasporto |
1. macchine e mezzi di trasporto |
n.d. |
n.d. |
|
2. combustibili e lubrificanti |
2. combustibili e lubrificanti |
2.manufatti classificati |
|
|
|
3.prodotti chimici |
3. prod. chimici |
3.comb. e lubrificanti |
|
|
Principali importazioni |
1. macchine e mezzi di trasporto |
1. macchine e mezzi di
trasporto |
1. macchinari e mezzi di trasporto |
n.d. |
n.d. |
|
2.combustibili, lubrificanti |
2. combustibili e lubrificanti |
2. combustibili e lubrificanti |
|
|
|
3. prodotti chimici |
3. prod. chimici |
3. manufatti |
|
|
Principali Paesi
fornitori (1) |
1. Italia |
1. Italia |
1.Germania |
n.d. |
n.d. |
|
2. Germania |
2. Germania |
2.Italia |
|
|
|
3. Russia |
3. Austria |
3. Slovenia |
|
|
Principali Paesi clienti
(1) |
1. Italia |
1. Italia |
1. Italia |
n.d. |
n.d. |
|
2. Bosnia |
2. Bosnia |
2. Bosnia |
|
|
|
3. Germania |
3.Germania |
3.Germania |
|
|
Debito estero(stock mldUS$) |
59,6 (stime) |
59 (stime) |
61,6 |
61,2 |
60,7 |
Debito estero (fine dic mld€) |
45,9 |
44,8 |
45,7 (fine nov) |
n.d. |
n.d. |
Fonte: EIU (Country Report aprile 2014 ) / (1) Istituto Statistica croato/Banca
Nazionale Croata (2) Comm.ne Europea |
Rapporti parlamentari con la Croazia
(a cura del Servizio Rapporti
Internazionali)
Ambasciatore d’Italia a Zagabria Ambasciatore di Croazia
in Italia |
Emanuela D'ALESSANDRO (dal 25
ottobre 2011) Damir GRUBIŠA (dal 13 novembre 2012) |
Presidente del
Parlamento croato (Sabor) |
Josip LEKO (Partito Social Democratico), giŕ vicepresidente del Sabor,
eletto il 10 ottobre 2012 a seguito della scomparsa di Boris Sprem il 30
settembre 2012 (Sprem era stato eletto il 22 dicembre 2011)
|
Corrispondenza |
Con
lettera del 18 marzo 2013 l’Ambasciatore della Croazia ha espresso alla
Presidente Boldrini le sue congratulazioni per l’incarico assunto.
Il 2
luglio 2013 la Presidente Boldrini ha inviato al Presidente del Sabor croato,
Josip Leko, una lettera in cui esprime il suo personale compiacimento e quello
della Camera dei deputati, per l’ingresso della Croazia nell’UE. Il Presidente
Leko ha risposto il 18 luglio esprimendo, tra l’altro, gratitudine per il
costante supporto dell’Italia.
Parlamentari eletti all’estero |
Circoscrizione
Europa: eletti alla Camera
dei Deputati: Mario Caruso, Gianni Farina; Laura Garavini, Guglielmo Picchi,
Alessio Tacconi. Eletti al Senato Di Biagio Aldo[1],
Micheloni Claudio.
Incontri della Presidente |
Il 14 marzo 2014, la Presidente ha incontrato il Presidente del Parlamento della Croazia, Josip Leko. I rapporti bilaterali, la collaborazione tra Italia e Croazia
in campo multilaterale (Iniziativa Adriatico Ionica e Cooperazione euro
mediterranea, in particolare) e il ruolo dei parlamenti, in
quanto ponti tra le istituzioni europee e la societŕ civile, nel
promuovere l’idea di una nuova Europa, sono stati i temi dell’incontro. Il
Presidente Leko ha quindi invitato la Presidente Boldrini a compiere una visita
ufficiale a Zagabria.
L’incontro č avvenuto a margine della Conferenza internazionale “'Il valore dell'Europa. Crescita, occupazione e diritti: l'Unione europea alla prova”, promossa dalla Camera di concerto con il Parlamento
ellenico, nell’ambito del semestre di Presidenza greca dell’Unione europea;
l’evento č stato ospitato il 13 e 14
marzo 2014 presso la Camera dei deputati.
Il 3 dicembre 2013 la Presidente della Camera, Laura Boldrini, ha partecipato al pranzo
offerto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in onore del Presidente della Repubblica di Croazia, Ivo
Josipović, in visita a Roma.
Incontri delle Commissioni |
Il 4 dicembre 2013 gli Uffici
di Presidenza delle Commissioni III e
XIV della Camera e 3a e 4a del Senato, integrati dai
Rappresentanti dei Gruppi, hanno incontrato il Presidente della Repubblica di
Croazia, Ivo Josipović.
Nel corso dell’incontro Josipović
ha voluto sottolineare gli eccellenti rapporti
bilaterali, e la necessitŕ, sostenuta da entrambi i Paesi, di appoggiare la
politica di allargamento della Ue al sud-est Europa.
Sedi multilaterali |
Delegazioni Parlamentari
La Croazia invia delegazioni alle Assemblee
parlamentari del Consiglio d'Europa,
dell'OSCE e dell'InCE (Iniziativa Centro Europea) e della NATO (il 1° aprile 2009
la Croazia č entrata ufficialmente a far parte dell'Alleanza atlantica).
I prossimi
appuntamenti in plenaria sono:
·
Assemblea
NATO dal 30 maggio al 2 giugno 2014 Sessione Primaverile Vilnius (Lituania).
·
Assemblea
INCE, dal 10 al 12 giugno 2014, Riunione della Commissione Parlamentare,
a Vienna.
·
Assemblea
CdE dal 23 al 27 giugno 2014, III parte della Sessione Ordinaria 2014,
a Strasburgo.
·
Assemblea
OSCE dal 28 giugno al 2 luglio 2014, Sessione Autunnale, Baku (Azerbaijan).
IAI – Iniziativa
Adriatico Ionica
La
Croazia partecipa alla dimensione parlamentare dell’Iniziativa Adriatico Ionica, la cui presidenza dal 1° giugno 2013 e fino al 31 maggio 2014
č esercitata dall’Albania
(subentrata alla Slovenia).
L’ultima riunione, ovvero
la XI Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei paesi membri della IAI, č
stata ospitata dal Parlamento albanese a Tirana il 27 e 28 aprile
2014. La Camera non ha preso parte alla riunione; era presente, in
rappresentanza del Senato, il sen. Aldo Di Biagio, Presidente
della Sezione di amicizia Italia-Europa Sud Orientale costituita in ambito UIP.
Alla riunione era presente anche il Presidente del Parlamento croato Josip Leko.
L’incontro si č concluso con una Dichiarazione Congiunta che stabilisce,
tra l’altro, la costituzione presso ciascun Parlamento membro, di
Rappresentanze parlamentari ad hoc per seguire i lavori della IAI e i progressi
della istituenda Macroregione
Adriatico-Ionica, in stretto raccordo con il Segretariato permanente IAI di
Ancona; si invita, inoltre, la prossima presidenza di turno della Bosnia
Erzegovina a convocare una riunione di tali Rappresentanti parlamentari per
discutere sugli ulteriori passi da fare[2].
La IAI č nata con la I° Riunione dei Presidenti delle Assemblee parlamentari dei Paesi membri,
riunitasi a Zara nell’aprile 2001,
su invito del Presidente del Parlamento croato[3], allo scopo di promuovere l’armonizzazione delle
legislazioni nazionali nelle materie di cooperazione, nonchč l'adeguamento delle medesime legislazioni all'acquis comunitario, favorendo il Processo di Stabilizzazione e Associazione.
L’Iniziativa prevede una riunione[4] annuale dei Presidenti dei Parlamenti coinvolti,
presso il paese che detiene la presidenza di turno. Ad
oggi si sono svolte 11 riunioni.
Durante la Presidenza italiana (dal 1° giugno 2009 al 31 maggio 2010) il
Parlamento italiano ha organizzato il 28 e 29 aprile 2010 la VIII
Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti della Iniziativa adriatico-ionica.
AP-UpM – Assemblea Parlamentare dell’Unione per il
Mediterraneo
La Croazia partecipa all’Unione per il
Mediterraneo e dal marzo 2010 all’Assemblea Parlamentare dell’Unione per
il Mediterraneo (AP-UpM). All’ultima Sessione
Plenaria, dell’Assemblea, che si č svolta a in Giordania dall’8 al 9 febbraio 2014,
erano presenti i deputati Babic Ante e Mulic Melita.
PAM -
Assemblea Parlamentare del Mediterraneo
Il Parlamento croato fa inoltre parte della PAM. L’ultima sessione plenaria, l’VIII, si č svolta a Marsiglia dal 20 al 22 gennaio 2014 e vi hanno preso parte il sen.
Amoruso Presidente dell’Assemblea, i senatori Luigi Compagna
e Emma Fattorini, i deputati Antonio Martino e Giorgio Sorial.
La precedente sessione plenaria, la VII, si
č svolta a Malta dall’11 al 13 ottobre 2012. Si
segnala che, in tale occasione, il sen. Francesco Amoruso, membro della
commissione Esteri del Senato, č stato eletto presidente della PAM.
Unione Interparlamentare - UIP |
La Croazia č inserita nella Sezione
di amicizia Italia-Europa Sud Orientale (Albania,
Bosnia-Erzegovina, Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, Kosovo, Serbia,
Montenegro, Croazia, Slovenia,
Bielorussia, Cipro) di cui č Presidente il Sen. Aldo Di Biagio.
Si segnala che il Gruppo italiano
dell’Unione interparlamentare (UIP) č in attesa delle altre designazioni da
parte dei gruppi (nella scorsa Legislatura ne facevano parte altri otto
parlamentari).
Attivitŕ legislativa |
Per
quanto riguarda le ratifiche di accordi, si segnala che allo stato attuale non
vi sono all’esame delle Camere disegni di legge di
ratifica.
ATTI
DI INDIRIZZO E CONTROLLO
Mozione 1-00109 presentato dall’on. Giorgetti il 19
giugno 2013 che impegna,
tra l’altro, il Governo ad adottare una moratoria di almeno due anni, compatibile
con il diritto comunitario, sulla libera circolazione dei lavoratori croati a
partire dall'adesione della Croazia all'Unione europea, al fine di monitorare
l'impatto di tali lavoratori sul mercato del lavoro nazionale ed evitare ogni
possibile ricaduta negativa o ai danni dei nostri lavoratori; l’iter č in corso. Sullo stesso tema la
mozione n. 1-00074 presentata dall’on. Bitonci. l’iter č in corso.
Interrogazione a risposta scritta 4-02264
presentato dall’on. Grimoldi Il 24 ottobre 2013 in cui
si chiede al governo quali
sia lo stato di pagamento degli indennizzi
degli esuli fiumano-dalmati cosiddetti optanti, l’iter č in corso.
Interrogazione a risposta scritta 4-01203
presentato dall’on. Brunetta il 10 luglio 2013 sulla questione della denominazione del vino prosecco, che č
stata riservata all'Italia dall’UE e l’uso del nome «Prosek» da parte della Croazia, l’iter č in corso. Sullo steso tema l’interrogazione a risposta
scritta 4-00460 presentata dal sen. Bitonci il 2 luglio 2013, l’iter č in corso
Interrogazione a risposta scritta 4-01177
presentato dall’on. Prodani l’8 luglio 2013 in cui si chiede se il Governo
intenda verificare lo studio francese sul rischio sismico e sulla fattibilitŕ dell'impianto di Krško 2,
al fine di attivarsi per ottenere risposte certe ed
immediate da parte dei Governi sloveno e croato (comproprietari) in merito allo
status della centrale esistente e all'eventuale realizzazione del nuovo
impianto l’iter č in corso.
Interrogazione a risposta scritta 4-00902
presentata dal sen. Amoruso il 25 settembre 2013 si chiede di sapere quali
ragioni abbiano portato alla decisione di chiudere
il consolato d'Italia a Spalato. Nella risposta del governo (4 novembre
2013) si ribadisce che la decisione di chiudere
il consolato di Spalato, nell'ambito del piů ampio processo di
riorientamento della rete estera della Farnesina, č dettata esclusivamente da
motivazioni amministrativo-funzionali, ragioni che non mettono in dubbio la
qualitŕ e l'intensitŕ delle relazioni bilaterali tra Italia e Croazia, nonché
la tradizionale politica di attenzione verso le collettivitŕ storiche lě
residenti, con cui si hanno profondi legami. Il Ministero ha individuato le
sedi consolari da sopprimere, sulla base di parametri
obiettivi, non ultimo quello concernente il volume complessivo dei servizi
consolari erogati e il numero dei connazionali residenti. Il consolato di
Spalato rilascia ad esempio circa 40 passaporti
all'anno ed ha in anagrafe poco piů di 1.000 connazionali residenti nella
sua circoscrizione. Le associazioni dě italiani sono due. I dati confermano
l'opportunitŕ di concentrare il polo consolare italiano in Croazia (oltre che
nella cancelleria consolare dell'ambasciata a Zagabria) nel consolato generale
a Fiume che ha "numeri" ben piů consistenti, ad esempio piů di 11.000
connazionali residenti e ben 40 associazioni di
italiani. Per la sede di Spalato, si ipotizza
l'istituzione di un ufficio consolare onorario. Si provvederŕ altresě al
potenziamento della sede di Fiume.
Sullo stesso
tema l’interrogazione a risposta scritta 4-01751 presentata dall’on.
Giorgia Meloni il
9 settembre 2013, a cui il governo ha risposto il 2 dicembre 2013 con le
stesse motivazioni e l’interrogazione a risposta scritta 4-00902 presentata dal
senatore Amoruso il 25 settembre 2013, a cui il governo ha risposto, negli
stessi termini, il 22 novembre 2013.
E’ stato accolto come raccomandazione
l’Ordine del Giorno 9/01865-A/150 presentato dall’on. La Russa il 20
dicembre 2013, con il quale si impegna il Governo a
riconsiderare la decisione relativa alla chiusura del Consolato di Spalato,
preservando il ruolo delle nostre comunitŕ in loco, e valutando interventi di
diversa natura finalizzati a conseguire i risparmi di spesa che ne
deriverebbero.
Interrogazione a risposta scritta 4-00079
presentata dall’on. Di Biagio il 16 aprile 2013 sulla minoranza croata del Molise, dislocata nella provincia di
Campobasso, e sulla difficoltŕ di
garantire in loco l’istruzione
scolastica; si chiede al governo quali provvedimenti intenda adottare, l’iter č in corso.
Interrogazione a risposta in commissione
5-01271 presentato dall’on. Bratti il 23 ottobre 2013 sullo spiaggiamento di cetacei e l’attivitŕ
di prospezione geosismica lungo le
coste adriatiche; in essa si chiede se,
in occasione della ridefinizione del programma
di cooperazione transfrontaliere 2014/2020 fra l'Italia e la Croazia, non
ritengano opportuno affrontare anche questo tema all'interno
dei programma sul rispetto dei beni ambientali; l’iter č in corso.
Interrogazione
a risposta scritta 4-03423
presentato dall’on. Lara Ricciatti sulla probabile presenza di
ingenti risorse di petrolio e gas
nel sottofondo marino del versante croato dell'Adriatico; il governo ha
risposto il 5 maggio 2014 evidenziando, tra l’altro, che:
la Croazia ha dato avvio, a settembre 2013, ad un programma di prospezione
sismica per la ricerca di idrocarburi in mare Adriatico, relativamente ad
un'area interna alla propria piattaforma continentale fino al limite della
linea di delimitazione dell'accordo «Italia-Croazia». L'attivitŕ si svolge
nel rispetto delle norme europee, oltre che internazionali. Il Ministero dello sviluppo economico, in collaborazione con le
altre amministrazioni interessate, si č giŕ attivato per monitorare che le
attivitŕ di prospezione a mare in acque croate si svolgano nel rispetto dei
limiti e dei confini dello Stato nonché delle
norme ambientali e di sicurezza dell'Unione europea.
Sul programma di sfruttamento dei bacini petroliferi
individuati nel Mare Adriatico da parte della Croazia anche l’interrogazione a risposta in Commissione 5-02720 presentato
dall’on Michele Bordo il 30 aprile 2014; nel testo si chiede se il Governo
abbia ricevuto comunicazioni ufficiali dal Governo della Croazia in merito al
programma di sfruttamento dei giacimenti petroliferi nel mare Adriatico; se e
come il Governo intenda operare per evitare l'attivitŕ estrattiva
nell'Adriatico e impedire che lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nelle
acque territoriali della Croazia abbiano effetti negativi sull'ecosistema
marino e sulle attivitŕ economiche dei centri costieri italiani e soprattutto
del Gargano. L’iter č in corso.
Sullo stesso tema e sui danni ambientali
possibili l’interrogazione a risposta in Commissione 5-01271 presentato dall’on.
Bratti il 23 ottobre 2013. L’iter č in corso.
Interrogazione a risposta scritta 4-02859
presentato dall’on. Scalfarotto sul rispetto dei diritti umani in Croazia (con particolare riferimento al referendum
sull'emendamento costituzionale che intende limitare l'istituto giuridico del
matrimonio alle coppie eterosessuali tenutosi
in Croazia a dicembre 2013) a cui il governo ha risposto il 2
febbraio 2014.
Interrogazione a risposta scritta
4-02040presentato da Laura Garavini sulla strage
del 18 agosto 1946 della spiaggia di Vergarolla (Pola, Croazia); si chiede se
il Governo non ritenga opportuno istituire una commissione di esperti
indipendenti, incaricata di approfondire e studiare ulteriormente le cause
della strage; se il Governo non ritenga opportuno inviare a Pola una
delegazione ufficiale per commemorare le vittime della strage
il prossimo 18 agosto 2014; se il Governo non ritenga opportuno assumere
adeguate iniziative perché l'opinione pubblica italiana prenda coscienza
dell'importanza di questa tragedia nella storia nazionale. Ad
essa il governo ha risposto il 21 dicembre 2013.
Il 19 settembre 2013 č stato accolto al
Senato l’Ordine del Giorno 9/1014/17 presentato dal senatore Di Biagio coni quale si impegna il Governo a valutare la
possibilitŕ di ripristinate, a decorrere dall'anno 2014 i finanziamenti originariamente previsti a favore dell'Archivio museo
storico di Fiume, ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 92 del 2004.
XVI
Legislatura
Incontri
bilaterali |
Il 29 novembre 2012 il Presidente della Camera,
Gianfranco Fini, ha incontrato una delegazione della Commissione esteri del Parlamento croato, guidata dal Presidente Milorad Pupovac ed
altresě composta da Tonino Picula (ex ministri degli
Esteri; partito socialdemocratico).
Il 29 febbraio 2012 il Presidente della Camera,
Gianfranco Fini, ha ricevuto l’allora Presidente del Parlamento croato Boris Šprem[5]. Della delegazione
croata facevano inoltre parte l’On. Milorad
Pupovać, Presidente della Commissione per gli Affari Esteri, l’On. Furio
Radin, Presidente della Commissione per i diritti umani e per i diritti
delle minoranze nazionali, l’On. Gordan Jandroković, Vice
Presidente della Commissione per l'Integrazione Europea, l’On. Tanja Vrbat.
All’incontro era presente anche l’on. Aldo Di Biagio.
Il tema centrale del colloquio il processo di
adesione all’Unione europea. In particolare č emerso che rispetto alla
concessione dello status di candidato
alla Serbia, la Croazia č favorevole a tale candidatura. E’ stata sottolineata da parte croata inoltre la necessitŕ di
dedicare una maggiore attenzione ai problemi della Bosnia-Erzegovina ed
č stato ricordato l’impegno del governo croato a favore della minoranza
italiana.
Il 21 settembre 2010 il Presidente della Camera,
Gianfranco Fini, ha compiuto una visita ufficiale in Croazia[6]. Della delegazione italiana faceva parte l’On. Aldo
Di Biagio (FLI). Nel corso della visita il Presidente Fini ha avuto colloqui
con l’allora Presidente del Parlamento della Croazia, Luka Bebić, con l’allora Capo del Governo, Jadranka Kosor, con l’allora Vice
Presidente del Sabor e Presidente della Commissione Affari Europei, Neven Mimica e con l’allora Presidente
della Commissione Affari Esteri, Frano
Matušić. Il Presidente Fini si č recato altresě nella cittŕ di Pola, dove ha incontrato i vertici dell’Unione Italiana e la Comunitŕ italiana.
Temi dei colloqui: l’adesione all’UE della Croazia, il doppio voto alle minoranze in Croazia, supporto alla strategia della macro regione adriatico-ionica avanzata
dall’Italia, la
tutela dell’Adriatico, i rapporti bilaterali, la minoranza italiana in Croazia (con la minoranza italiana di Pola č
stata evidenziata la necessitŕ di una norma per il finanziamento permanente
della minoranza italiana) e l’indennizzo
dei beni espropriati..
Il 29 aprile 2010 a Bari, il Presidente della
Camera, Gianfranco Fini, ha incontrato
l’allora Presidente del Parlamento della
Croazia, Luka Bebić, a latere
della VIII riunione dei Presidenti dei Parlamenti
dell’Iniziativa Adriatico-Ionica.
Il 15 aprile 2010 il Presidente della Camera Fini ha ricevuto l’Ambasciatore della
Croazia in Italia Tomislav
Vidošević.
Il 19 ottobre 2009 il Presidente della Camera Fini ha incontrato l’allora Presidente del Parlamento croato Luka Bebić
in visita ufficiale in Italia[7]. Della delegazione facevano
parte anche Željka Antunović, Vice Presidente del Parlamento croato, Furio
Radin, deputato al Parlamento Croato per la minoranza italiana e Vesna Buterin,
Deputato al Parlamento Croato.
Incontri delle Commissioni |
Il 28
novembre 2012 una delegazione della Commissione esteri
del Sabor (Parlamento) croato, guidata dal Presidente Milorad Pupovac e composta da Tonino
Picula (ex ministri degli Esteri; partito socialdemocratico), ha incontrato
la Commissione Affari Esteri della
Camera.
Il 20
novembre 2012 il Presidente della Commissione
Affari esteri, Stefano Stefani, ha ricevuto l'Ambasciatore della Repubblica
di Croazia, Damir Grubisa. Turismo
bilaterale ed i rapporti commerciali sono stati tra gli
argomenti affrontati.
Dal 20
al 22 marzo 2012 una delegazione della Commissione esteri ha effettuato una missione in Croazia.
La delegazione, composta dal presidente On.
Stefano Stefani e dall'On.
Alessandro Maran, č stata ricevuta sia dall’allora presidente del Sabor, Boris Sprem (SDP-Partito
socialdemocratico), che dalla vicepresidente ed ex
premier Jadranka Kosor (HDZ-Comunitŕ
democratica croata) e si č riunita con le commissioni per gli affari esteri e
per l'integrazione europea, presiedute rispettivamente dagli Onn. Milorad Pupovac (SDSS-Partito
indipendente democratico serbo) e Daniel
Mondekar (SDP), nonché con la Commissione per i diritti umani, presieduta
dall'On. Furio Radin, rappresentante
parlamentare della minoranza italiana. Ulteriori
incontri hanno avuto luogo con il primo ministro Zoran Milanovic (SDP) ed il viceministro degli esteri Josko Klisovic. L'adesione all'Unione
europea e il quadro regionale, la situazione economica ed
i rapporti bilateri sono stati i temi al centro dei colloqui.
L'ex primo ministro Kosor, in particolare, ha
rivendicato alla sua parte politica lo sblocco dello stallo negoziale ed ha
presentato l'adesione all'UE per la Croazia come un «ritorno a casa», sottolineando l'importanza delle radici cristiane. I temi degli incontri sono stati: la situazione del Mediterraneo, e il progetto della macro-regione adriatica,
l’adesione alla UE dei Balcani (preoccupazione
croata per la Bosnia Erzegovina, di cui si lamenta il mancato funzionamento
istituzionale e in cui si teme una
marginalizzazione della componente croata); ruolo Croazia nella NATO in Afghanistan; la situazione
economica della
Croazia e la crisi economica dell'Italia (nella consapevolezza che č
il primo partner commerciale della Croazia ed un potenziale grande investitore); i rapporti bilaterali (sono stati
segnalati come settori interessanti l'energia,
la rete ferroviaria, la cantieristica, oltre al giŕ fiorente turismo - particolare enfasi č stata
data al progetto di sviluppo del porto di Fiume); richiesta da parte croata
della rapida ratifica anche dell'accordo
culturale bilaterale; questione dei
beni lasciati dai cittadini italiani dopo il secondo conflitto mondiale su
cui la magistratura croata si č recentemente pronunciata in senso favorevole (un
gesto al riguardo da parte croata, eventualmente iniziando ad esaminare sul
piano amministrativo le domande giŕ presentate in vista di una riapertura dei
termini da adottare sul piano legislativo, sarebbe visto molto positivamente
dalla parte italiana). A margine dei colloqui politico-istituzionali, gli Onn. Stefani e Maran hanno incontrato i rappresentanti dell'Unione
italiana, che hanno sollecitato il rifinanziamento, in scadenza a fine
2012, degli interventi a favore della minoranza italiana in Slovenia e in
Croazia.
Il 9
novembre 2010 l’Ambasciatore Vladimir
Drobnjak, Capo negoziatore della
Repubblica di Croazia per l’Unione europea, ha incontrato il Presidente
della Commissione affari esteri, On.
Stefano Stefani e il Presidente della Commissione Politiche dell'Unione
europea, On. Mario Pescante. La fase
negoziale della Croazia e il percorso di avvicinamento all’UE sono stati i temi
dei colloqui.
Si segnala che nella XV legislatura una delegazione della Commissione Affari esteri, guidata dal Presidente
Umberto Ranieri aveva effettuato una missione in Croazia (25 - 27 marzo 2007); della delegazione
facevano parte i deputati Raffaello De Brasi (Ulivo) e Marco Zacchera
(AN). La visita si era incentrata sul processo di integrazione
euro-atlantica della Croazia, sin dall'incontro con la Commissione Esteri,
ove era stata innanzitutto evidenziata l'unanimitŕ delle forze politiche croate
per il conseguimento nei tempi piů brevi di tale obiettivo. Dopo essere stata
ricevuta dall’allora Vice Presidente del
Parlamento Bebic, la delegazione aveva incontrato anche la Commissione per i diritti umani e le
minoranze, presieduta dal deputato che rappresenta la minoranza italiana, Furio
Radin. La delegazione italiana ha concluso gli
incontri parlamentari con gli esponenti del principale partito di opposizione,
quello socialdemocratico onorevoli Zelika Antunovic e Tonino Picula. La
delegazione italiana era stata poi ricevuta, dal Presidente della Repubblica, Stipe Mesic, dal Ministro degli Esteri,
Grabar Kitarovic e dal Primo Ministro Sanader. In particolare il Ministro Grabar-Kitarovic aveva
confermato l'impegno per la denazionalizzazione dei beni, nonché
per il versamento dell'indennizzo stabilito nel Trattato di Roma del 1983.
Nel corso della visita, la delegazione italiana ha altresě incontrato i vertici
dell'Unione Italiana.
*****
Si segnala che nella XV legislatura il 3 ottobre 2007 la Commissione Affari
esteri aveva ricevuto una delegazione della Commissione
esteri del Sabor croato, guidata dal Presidente Gordan Jandrokovic e
composta dai deputati Kresimir Cosic, Tonino
Picula, Zvonimir Sabati e Mario Zubovic. In precedenza, dal 25 al 27 marzo 2007 una delegazione della
Commissione Affari esteri, guidata dal Presidente Umberto Ranieri
si era recata a Zagabria; nel corso della visita la delegazione era stata
ricevuta dall’on. Gordan Jandrokovic, il Vice Presidente Bebic, l’on. Furio
Radin, la deputata fiumana Dorothea Pesic-Bukovac l’on. Milorad Pupovac. La delegazione italiana aveva quindi incontrato i
deputati Zelika Antunovic e Tonino
Picula.
Sedi multilaterali |
Per quanto attiene alle delegazioni parlamentari presso le
Assemblee internazionali si segnala, in particolare,
che la Delegazione parlamentare italiana
presso l’Assemblea OSCE ha promosso vari incontri con l’omologa Delegazione croata, in virtů
di un rapporto di amicizia e cooperazione che si era instaurato tra le due
delegazioni:
· Il
24 e 25 ottobre 2012, a Sanremo, presso la sede dell’Istituto
internazionale di diritto umanitario. L’incontro tra le due Delegazioni č stato finalizzato
a discutere e concordare posizioni comuni, in particolare in materia di OSCE e nuovo quadro di cooperazione
regionale mediterraneo. La Delegazione italiana era guidata dall’on.
Riccardo Migliori (PdL), Presidente dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE,
accompagnato dall’on. Guglielmo Picchi, e dal sen. Luigi Compagna. La
Delegazione croata era composta dall’on. Tonino Picula, Vicepresidente
dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE e dall’on. Furio Radin, componente della Delegazione croata all’Assemblea
parlamentare dell’OSCE, Rappresentante della Minoranza nazionale italiana in
Croazia.
· Il 5 e 6 maggio 2011, in Croazia (nelle
province Primorsko-Goranska e Istria); la delegazione italiana era composta
dagli onn. Migliori, Mecacci, Guglielmo Picchi e dal
Sen. Mauro Del Vecchio. La croata era composta dagli onn.
Picula, Mario Zubović, Romana Jerković e Furio Radin. Hanno altresě partecipato alla visita il Rappresentante
speciale dell’Assemblea OSCE per l’Europa sud-orientale, Roberto Battelli,
l’Ambasciatore italiano in Croazia, Alessandro Pignatti Morano Di Custoza,
nonché l’allora Ambasciatore croato in Italia, Tomislav Vidošević. La
visita aveva l’obiettivo di rafforzare la cooperazione nelle questioni inerenti le minoranze nazionali.
· Dal 9 all’11 aprile
2010 presso alcuni comuni del Molise con minoranze linguistiche croate[8]. La delegazione italiana era rappresentata dall’On.
Riccardo Migliori, Presidente della delegazione italiana e dal senatore Nino Randazzo.
Della delegazione croata facevano parte l’On. Tonino
Picula (SDP, Partito social democratico di Croazia), Presidente della
delegazione croata e dall’On. Frano Matusic (HDZ, Unione democratica croata),
Presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento croato. La
delegazione croata era accompagnata anche dall’allora Ambasciatore della
Croazia in Italia Tomislav Vidošević.
Cooperazione amministrativa |
Il
14 aprile 2010 si č svolta la visita di studio di una delegazione del Ministero delle Finanze della Repubblica di Croazia. La
delegazione ha incontrato alcuni funzionari del Servizio Bilancio dello Stato
per approfondire le tematiche connesse alla sessione
parlamentare di bilancio.
Il
7-8 maggio 2001 cinque funzionari del Sabor presero
parte ad uno stage presso la Camera
dei deputati con l’obiettivo di approfondire temi connessi al settore
dell’istruttoria legislativa, della documentazione parlamentare e
dell’informatizzazione.
Attivitŕ legislativa |
Legge n. 164/12 Ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Croazia e il Governo
della Repubblica italiana in materia di cooperazione
culturale e d'istruzione, fatto a Zagabria il 16 ottobre 2008. approvato definitivamente dal Senato il 7 agosto 2012.
Si segnala che l’on.
Rosato ha presentato il 18 settembre 2012 l’interrogazione a risposta scritta
4-17683 con la quale si chiede al governo quali tempistiche
preveda per l'emanazione dei decreti attuativi della legge di ratifica
dell'accordo (iter non si č concluso).
Legge n. 17/12 Ratifica del Trattato relativo all'adesione della Repubblica
di Croazia all'Unione europea, approvato
dalla Camera il 15 febbraio 2012. Approvato da Senato il 28 febbraio 2012.
Legge n. 91/10 Ratifica dell'Accordo
multilaterale tra la Comunitŕ europea
e i suoi Stati membri, la Repubblica di Albania, la Bosnia-Erzegovina, la
Repubblica di Bulgaria, la Repubblica di
Croazia, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, la Repubblica d'Islanda,
la Missione delle Nazioni Unite per l'amministrazione ad interim nel Kosovo, la
Repubblica di Montenegro, il Regno di Norvegia, la Romania e la Repubblica di
Serbia, relativo all'istituzione di uno Spazio
aereo comune europeo.
Legge n. 75/09, "Ratifica dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Croazia
per evitare le doppie imposizioni in
materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali.
Legge n. 220/08, "Ratifica del Protocollo di
adesione al Trattato del Nord Atlantico
della Croazia e dell’Albania.
Legge n. 98/09 Ratifica dell'Accordo sulla Forza multinazionale di pace per l'Europa
Sud-orientale. Tale Accordo si colloca nell'ambito della politica
governativa in materia di cooperazione con le strutture della difesa di altri Paesi. Esso si applica, con i relativi successivi
quattro Protocolli aggiuntivi, ai Paesi firmatari (Albania, Bulgaria, ex
Repubblica jugoslava di Macedonia, Grecia, Italia, Romania e Turchia; Croazia, Slovenia, Stati Uniti
d'America, Ucraina e dall’ottobre 2009 la Bosnia-Erzegovina ne fanno parte con
lo status di osservatore); e impegna
le citate Nazioni a contribuire, con la Forza multinazionale, alla sicurezza e
alla stabilitŕ della regione dell'Europa Sud-orientale nel
contesto del Southern Europe Defence Ministerial (SEDM), del Consiglio
del partenariato euro-atlantico e nello spirito del Partenariato per la pace
(PfP).
AC 685
“Disposizione per la concessione all'Associazione "Libero Comune di Zara in esilio" della medaglia d'oro al
valor militare alla memoria dei suoi cittadini che in guerra e in pace hanno
servito la Patria”, primo firmatario On. Roberto Menia (FLI); presentato il
30 aprile 2008; Assegnato alla 4Ş
Commissione permanente (Difesa) in sede referente il 14 luglio 2008. La
Commissione ha adottato nella seduta del 10 febbraio 2010 il testo unificato (la proposta di legge č stata abbinata con AC. 684 e AC. 1903): Concessione
della medaglia d'oro al valore alle Associazioni «Libero Comune di Fiume in
esilio», «Libero Comune di Zara in esilio» e «Libero Comune di Pola in esilio».
Testo unificato C. 684 Menia, C. 685 Menia e C. 1903 Raisi.
All’esame
della Commissione: in stato di
relazione.
La Commissione ha
esaminato il testo da ultimo il 30 novembre 2011. Il Presidente Cirielli, relatore, ha
informato che č pervenuto il parere della Commissione Bilancio, che reca una
condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81,
quarto comma, della Costituzione. Viene quindi
approvata la proposta emendativa che aggiorna la precedente norma di copertura
degli oneri - pari a 3.000 euro - mediante la riduzione del fondo istituito
nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze,
destinato al reintegro delle dotazioni finanziarie dei programmi di spesa. La Commissione
delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole
all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresě di chiedere
l'autorizzazione a riferire oralmente.
BIOGRAFIE
Appartiene allo HDZ
(Unione Democratico Croata), partito nazionalista di centrodestra,
all’opposizione.
Nato l’11 giugno 1972 a Zagabria. Laureato
in Filosofia; ha conseguito un master in Archeologia subacquea. Ha completato
gli studi post-lauream in Italia presso l’Universitŕ di Siena, conseguendo un
master in Culture management, ed č
autore di numerose pubblicazioni scientifiche nel settore.
E’ Vicepresidente della Commissione Cultura,
Scienza ed Istruzione ed č, inoltre, componente della
delegazione presso l’Assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo.
E’ stato Ministro della cultura del governo
Kosor tra il 2010 e il 2011.
Appartiene al partito HNS (Partito Popolare
Croato), al governo.
Nato il 31 luglio 1965 a Spalato. Si č
diplomato presso l’Istituto Superiore di Industria Navale di Spalato.
E’ alla sua seconda legislatura.
E’ Presidente della Commissione Turismo e componente della Commissione sull’Informazione e Media.
Appartiene allo SDP (Partito Social Democratico
croato), al governo.
Nato il 5 dicembre 1981 a Rijeka (Fiume). Laureato in economia al Politecnico di Rijeka.
E’ componente della
Commissione Economia, nonché della Commissione Famiglia, gioventů e sport e
della Commissione per la paritŕ di genere.
Appartiene allo HDZ
(Unione Democratico Croata), partito nazionalista di centrodestra,
all’opposizione.
Nata il 9 dicembre del 1968 a Čakovec. Laureata presso la Facoltŕ di Scienze Politiche di Zagabria.
Ha conseguito un master in giornalismo.
E’ una giornalista radiofonica e televisiva
(ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti). Nel 2004 ha lavorato al
Ministero della Cultura come portavoce. Dal 2007 al 2012 č stata portavoce del
partito HDZ.
Giŕ eletta nel 2008, č attualmente
componente della Commissione Famiglia, gioventů e sport e della Commissione
sull’Informazione e Media.
[1] Si segnala che il
31 gennaio 2013 il senatore Di Biagio ha ricevuto dal Presidente Josipovic
l’onorificenza dell’Ordine di Branimir, concessa in virtů dei particolari
meriti conseguiti nella promozione dei rapporti
italo-croati.
[2] Si segnala che la Risoluzione in commissione 7-00272 (iter in corso) presentata
dall’on. Bordo e relativa alla IAI e alla Macroregione Adiritco-Ionca, impegna,
tra l’altro, il govenro a promuovere la partecipazione dei Parlamenti nazionali
al processo di definizione ed attuazione della
strategia adriatico-ionica.
[3] La Camera č stata rappresentata dal
Vicepresidente Pierluigi Petrini.
[4] Nel corso della seconda riunione (Atene,
2002) era stata avanzata la proposta, da parte croata, relativa alle Rules of Procedures della Dimensione
parlamentare dell’Iniziativa con la creazione, tra l’altro, di organi
aggiuntivi; tale proposta, non č stata tuttavia accolta.
[5] Il Presidente Sprem era a Roma su invito del Presidente del Senato, Renato Schifani, in
occasione del voto finale sul disegno di legge di
Ratifica ed esecuzione del Trattato di adesione della Repubblica di Croazia
all'Unione europea da parte del Senato (28 febbraio 2012). La Camera dei
deputati ha approvato il disegno di legge di Ratifica del
Trattato il 15 febbraio 2012. L’Italia č stato il
quarto paese a ratificare il
Trattato di adesione dopo la Slovacchia (1 febbraio 2012), l’Ungheria (13
febbraio 2012), la Bulgaria (17 febbraio 2012).
[6] Si segnala che l’allora Presidente della Camera Luciano Violante aveva effettuato
una visita ufficiale in Croazia il 10 e
11 luglio 2000.
[7] Il Presidente Bebić il 18 ottobre 2009
ha visitato la comunita' di minoranza linguistica croata nella regione Molise,
che vive nelle cittadine di Montemitro, Acquaviva Collecroce e San Felice.
[8] Nel 2010, in occasione dell’anniversario dell’arrivo
in Molise dei croati nel ‘500 in fuga dalle invasioni turche tale
evento č stato ricordato con una “Maratona delle lađe”, tradizionali barche croate, da Ploče a Termoli.