Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento affari esteri
Titolo: Relazione annuale sulla politica di cooperazione allo sviluppo per l'anno 2012 (Doc. LV, n. 1)
Serie: Note di politica internazionale    Numero: 42
Data: 12/02/2014
Descrittori:
ASSISTENZA ALLO SVILUPPO     
Organi della Camera: III-Affari esteri e comunitari


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Relazione annuale sulla politica di cooperazione allo sviluppo per l'anno 2012 (Doc. LV, n. 1)

12 febbraio 2014



La relazione sull’attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo relativa all’anno 2012 (Doc. LV, n. 1) è stata trasmessa dal Ministero degli Affari esteri con lettera del 15 novembre 2013.

Il documento ribadisce che gli obiettivi generali e i principi ispiratori della cooperazione allo sviluppo, parte integrante della politica estera italiana, si inquadrano nell’ampio quadro delle decisioni assunte a livello internazionale, tra le quali, al primo posto, si colloca la realizzazione degli otto Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Proprio sulla base degli impegni assunti in questo contesto, l’Italia riafferma la posizione decisamente prioritaria dell’obiettivo della riduzione della povertà.

Il termine fissato per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sarà raggiunto fra meno di due anni, alla fine del 2015, ragione per la quale la comunità internazionale sta da tempo lavorando alla definizione di una nuova Agenda di sviluppo. La Relazione in esame dà risalto al dibattito svoltosi nell’anno 2012 su tale tema, ricordando il forte impulso impresso dalla Conferenza di Rio + 20 sullo sviluppo sostenibile (giugno 2012), nel corso della quale è stato raggiunto un accordo sul lancio di un processo per definire un gruppo di Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Tali obiettivi dovranno essere di numero ridotto, orientati all’azione, comunicabili, di natura globale e applicabili a tutti i paesi del mondo.

Di pari importanza, secondo la Relazione, il dibattito sull’efficacia degli aiuti e il percorso intrapreso a partire dalla conferenza di Roma del 2003. A tal fine, si ricorda che alla fine del 2012 è stato predisposto il terzo Piano programmatico per l’efficacia degli aiuti che prende le mosse dai risultati ottenuti attraverso i due precedenti. Il “Piano Efficacia 3”, composto di un numero limitato di azioni (quattro), si propone di promuovere maggiore coerenza, snellimento amministrativo, accountability, visibilità e trasparenza. Il nuovo Piano prevede, tra l’altro, anche un nuovo modello di Marker Efficacia in sostituzione del poco funzionale “Marker Integrato” adottato in precedenza. Il Marker Efficacia dovrà valutare le iniziative di cooperazione in base ai seguenti criteri: a) efficacia dell’aiuto secondo i principi definiti nelle varie conferenze sull’efficacia; b) indicazioni di policy fornite dall’OCSE-DAC e c) visione strategica della DGCS (Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo).

Quanto alla partecipazione italiana alle politiche europee di cooperazione, la Relazione rende noto che il nostro paese, nel 2012, ha contribuito ad iniziative di cooperazione allo sviluppo, per un importo pari a circa 990 milioni di euro, confermandosi così il terzo contribuente a quella voce del bilancio UE. A questo contributo, va aggiunto uno specifico stanziamento di 470 milioni di euro che la legge di bilancio 2012 assegnava al Fondo Europeo di Sviluppo, del quale l’Italia è il quarto contributore.

L’Aiuto Pubblico allo Sviluppo dell’Italia per il 2012 è stato di 2.212,90 milioni di euro, pari allo 0,14% del PIL nazionale (mentre nel 2011 il rapporto APS/PIL è stato dello 0,20%).

Le risorse destinate alla cooperazione hanno subito un’ulteriore diminuzione a causa delle restrizioni di bilancio conseguenti alla perdurante crisi finanziaria, in linea con quanto sta avvenendo anche in altri paesi donatori. La decrescita dell’APS italiano è inoltre dovuta alla riduzione della cancellazione del debito (in base alla legge n. 209 del 2000, sono considerati fondi di cooperazione anche le risorse liberate dalla cancellazione del debito dei paesi poveri e altamente indebitati) e delle erogazioni destinate ai migranti provenienti dal Nord Africa come conseguenza delle Primavere arabe del 2011.

La cooperazione italiana ha scelto di operare in un numero limitato di settori strategici di intervento, come chiaramente indicato nelle Linee guida e indirizzi di programmazione 2012-2014.

Tra i settori prioritari – tanto nel caso della cooperazione bilaterale che nel caso di quella bilaterale - il primo posto è occupato dagli interventi nel campo agricolo e in quello della sicurezza alimentare, all’interno dei quali per tutto il 2012 si sono svolti eventi ed attività tesi a conferire maggiore visibilità all’impegno italiano nella lotta alla fame nel mondo. A seguire, il settore dello sviluppo umano (con la lotta all’Aids e alle altre pandemie, tema storicamente al centro delle attività italiane), governance e società civile, interventi umanitari, ed altri ancora.

La gran parte dell’attività di cooperazione avviene attraverso il canale multilaterale e la Relazione mostra come il 70,20% dell’APS italiano sia destinato ai contributi obbligatori agli organismi internazionali e alla partecipazione a Banche e Fondi di sviluppo. I contributi a favore di organismi internazionali e Istituzioni Finanziarie Internazionali da parte della sola DGCS, nel 2012, è stato pari a 55,62 milioni di euro.

La Relazione sottolinea che, a seguito delle raccomandazioni contenute nella Peer Review dell’Ocse del 2009, è stata rilanciata la funzione di valutazione, trasparenza e comunicazione, in primo luogo attraverso l’elaborazione delle “Linee Guida sulla Valutazione” e con l’adozione del Programma delle Valutazioni.

Nella seconda parte, la Relazione all’esame del Comitato permanente sull’Agenda globale post 2015, sulla cooperazione allo sviluppo e il partenariato pubblico-privato, si sofferma sul dettaglio delle numerose attività di cooperazione in corso in tutti i paesi nei quali l’Italia è presente.

Come è noto, la gran parte delle risorse finanziarie degli aiuti italiani è diretta verso i paesi prioritari dell’Africa sub sahariana. La Relazione informa che nel 2012 sono stati erogati a favore di quella regione circa 53 milioni di euro a dono, mantenendo sostanzialmente inalterato il flusso di erogazioni in rapporto all’anno precedente. Tra i maggiori riceventi vi sono, come in precedenza, il Mozambico (13,5 milioni di euro) e l’Etiopia (10,8) e, a seguire, il Sud Sudan (5,5), la Somalia e il Sudan. Nel 2012, inoltre, l’Italia ha stipulato accordi di cancellazione definitiva del debito con la Costa d’Avorio, per un totale di 49,8 milioni di euro.

La cooperazione italiana è tra i principali donatori anche nell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente, all’interno della quale Egitto e Tunisia, paesi definiti prioritari dalle Linee guida, ricevono i maggiori contributi. Anche il Marocco, con cui sono in corso iniziative importanti anche legate alla conversione del debito, sta assumendo un ruolo di partner di sviluppo di primo piano.

Nella penisola balcanica è invece ormai da tempo in corso un processo di exit strategy in considerazione dello sviluppo sociale e di crescita economica dell’area. Fa eccezione l’Albania dove, nel 2012, erano in corso 42 iniziative per un importo complessivo stanziato pari ad otre 304 milioni di euro.

I Paesi prioritari del continente asiatico restano Afghanistan (circa 30 milioni di euro nel 2012), Pakistan, Vietnam e Myanmar. All’Asia è destinato il 18% circa del totale dei fondi a dono disponibili sul canale bilaterale.

Infine, all’America Latina (paesi prioritari Bolivia, Ecuador, Cuba e El Salvador) è destinato l’8% circa del totale dei fondi a dono disponibili sul canale bilaterale.