Camera dei deputati - Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento Difesa
Titolo: Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2017-2019
Riferimenti: DOC N.70
Serie: Documentazione e ricerche   Numero: 313
Data: 12/09/2017
Organi della Camera: IV Difesa


+ maggiori informazioni sul dossier

Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2017-2019

12 settembre 2017
Schede di lettura


Indice

Premessa|Parte I: L'impegno nazionale nel contesto di riferimento|Parte II - Lo sviluppo dello strumento militare|Parte III: Il bilancio della difesa|Gli stanziamenti del MISE a favore del comparto difesa|Il Finanziamento delle missioni internazionali|Il bilancio della difesa in chiave NATO|


Premessa

 Il Ministro della difesa, con lettera pervenuta in data 28 luglio 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 536, comma 1, del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, il documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2017-2019.

Il documento,  trasmesso alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio), è stato  annunciato all'Assemblea della Camera nella seduta del 2 agosto 2017.

Al riguardo, si ricorda che l'articolo 536 del Codice, come modificato dalla legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare ha previsto la presentazione annuale, entro la data del 30 aprile, di un "piano di impiego pluriennale" finalizzato a riassumere:
- il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive;
- l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Nell'elenco sono altresì indicate le condizioni contrattuali, con particolare riguardo alle eventuali clausole penali;
- le spese relative alla funzione difesa, comprensive delle risorse assegnate da altri Ministeri.

Da un punto di vista cronologico si segnala che dalla data di entrata in vigore della disposizione normativa che ha previsto l'adozione dello strumento programmatico in esame sono stati presentati al Parlamento i seguenti documenti:

Nei primi due casi i citati Documenti sono stati esaminati dalla Commissione difesa della Camera ai sensi dell'articolo 124 del Regolamento che ne ha terminato l'esame con la pubblicazione in allegato al resoconto della seduta della Commissione difesa dell' "intervento conclusivo" dei rispettivi relatori (Cfr. sedute del 31 luglio 2013 e del 6 agosto 2014).Nei restanti casi si è svolta la sola relazione illustrativa.

Il D.P.P. si inserisce nel quadro complessivo delle relazioni che in base alla normativa vigente il Ministero della Difesa è tenuto a trasmettere al Parlamento e vertenti anch'esse sulle materie indicate dal richiamato articolo 536 del Codice. Al riguardo, si ricorda, infatti, che ai sensi dell'articolo 12 del Codice il Ministro della difesa, in sede di presentazione annuale dello stato di previsione del Ministero, illustra al Parlamento:

a) l'evoluzione del quadro strategico e le implicazioni militari della situazione delle alleanze;
  b) l'evoluzione degli impegni operativi interforze, con riguardo alla capacità operativa e alla preparazione delle Forze armate e al loro necessario adeguamento;
   c) la nota aggiuntiva allo stato di previsione della spesa;
   d) gli altri elementi di cui all' articolo 548 (vedi infra).

Inoltre, sempre ai sensi dell'articolo 12 del Codice, il Ministro della difesa presenta annualmente, entro il 31 gennaio di ciascun anno, una relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del processo di ristrutturazione, nonché sulla necessità di apportarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti di bilancio e delle dotazioni organiche di personale previste dalle vigenti disposizioni. Il Ministro della difesa evidenzia altresì, nella medesima relazione, le modalità attraverso le quali il processo di ristrutturazione attua il principio del coordinamento tra le Forze armate. A sua volta, ai sensi dell'articolo 548 del Codice, in materia di relazioni illustrative sullo stato di attuazione dei programmi, in allegato allo stato di previsione del Ministero della difesa, il Governo trasmette al Parlamento relazioni illustrative:

a) sulla spesa complessiva prevista per il personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo, altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell'ambito delle aree tecnico-operativa  e tecnico-amministrativa della Difesa;
  b) sullo stato di attuazione dei programmi di costruzione, acquisizione e ammodernamento di mezzi, impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa. Per ciascun programma sono indicati l'esigenza operativa, l'oggetto, la quantità, l'onere globale, lo sviluppo pluriennale e la percentuale di realizzazione; sono, altresì, fornite indicazioni sui rapporti tra acquisti compiuti all'estero e in Italia e sulla quota di questi effettuata nel Mezzogiorno;
   c) sull'attività contrattuale concernente la manutenzione straordinaria e il reintegro dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che si espleta secondo programmi aventi di norma durata annuale, in relazione alle quote da impegnare sugli appositi capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa;
  d) sullo stato di attuazione del programma di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attività del tempo libero, e idoneo a garantire attività di promozione sociale e sportiva, al quale si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, specificando, nell'ambito dei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa, le quote da destinare alla realizzazione del programma medesimo;
   e) sui programmi, di competenza del Ministero della difesa, attuati ai sensi della legge 11 novembre 1986, n. 770.

Più in generale, si segnala, infine, che ai sensi dell'articolo 3, comma 68 della legge n. 244 del 2007, entro il 15 giugno di ciascun anno ogni Ministro trasmette alle Camere, per l'esame da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili di coerenza ordinamentale e finanziaria, una relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si articola il bilancio dello Stato. Ai sensi del citato comma 68 le relazioni, predisposte sulla base di un'istruttoria svolta dai servizi per il controllo interno, danno conto, con riferimento all'anno solare precedente, degli elementi informativi e di valutazione individuati con apposita direttiva emanata dal Ministro per l'attuazione del programma di Governo, su proposta del Comitato tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2006, n. 315, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:1) lo stato di attuazione delle direttive di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, con riguardo sia ai risultati conseguiti dall'amministrazione nel perseguimento delle priorità politiche individuate dal Ministro, sia al grado di realizzazione degli obiettivi di miglioramento, in relazione alle risorse assegnate e secondo gli indicatori stabiliti, in conformità con la documentazione di bilancio, anche alla luce delle attività di controllo interno, nonché le linee di intervento individuate e perseguite al fine di migliorare l'efficienza, la produttività e l'economicità delle strutture amministrative e i casi di maggior successo registrati;2) gli adeguamenti normativi e amministrativi ritenuti opportuni, con particolare riguardo alla soppressione o all'accorpamento delle strutture svolgenti funzioni coincidenti, analoghe, complementari o divenute obsolete;3) le misure ritenute necessarie ai fini dell'adeguamento e della progressiva razionalizzazione delle strutture e delle funzioni amministrative nonché della base normativa in relazione alla nuova struttura del bilancio per missioni e per programmi.


Parte I: L'impegno nazionale nel contesto di riferimento

Il DPP in esame è composto di tre parti, la prima è riferita all'impegno nazionale nel contesto di riferimento, la seconda allo sviluppo dello strumento militare ed, infine la terza parte è riferita al bilancio della difesa. Il DPP reca, inoltre, 7 allegati, In particolare, l'allegato C reca le schede descrittive delle misssioni  internazionali oggetto della deliberazione del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2017.  A sua volta l'allegato G indica le condizioni contrattuali e le eventuali clausole penali  relative ai singoli programmi d'armamento  e di ricerca in corso di svolgimento.

In relazione alla prima parte, in linea di continuità con il precedente documento programmatico pluriennale riferito al triennio 2016 – 2018 e nel solco dell'analisi geopolitica internazionale delineata nel Libro bianco per la sicurezza internazionale 2015, il documento programmatico pluriennale riferito al triennio 2017 – 2019 conferma un contesto internazionale complesso, conflittuale e fortemente dinamico.

Si registra, infatti, "un crescente indebolimento e una crescente frammentazione delle tradizionali strutture statuali, sotto la spinta di fenomeni a forte caratterizzazione identitaria che rendono ancor più arduo gestire a livello centrale i caratteri complessi dell'attuale fase storica". Rispetto al passato, sottolinea il Documento, il contesti internazionale appare caratterizzato da numerosi focolai di tensione determinati da una pluralità di fattori "politici, sociali, economici, ambientali e confessionali, che sembrano radicarsi più agevolmente in aree dalle precarie condizioni economiche e sociali".

Si esprime, inoltre, particolare preoccupazione, per l'indeterminatezza dei possibili attori e dei possibili luoghi dei futuri conflitti, con particolare riferimento allo sviluppo crescente di attacchi nel dominio cibernetico.

Come già evidenziato nel Libro bianco 2015 questa tipologia di attacchi viene reputata estremamente pericolosa ed in grado di determinare effetti distruttivi analoghi a quelli prodotti con armi convenzionali ed idonei ad incidere sull'esercizio di libertà essenziali per il sistema democratico. Gli attacchi possono, infatti, originare da qualsiasi punto della rete globale e per le loro peculiarità - sono asimmetrici, trasversali e mutevoli-, possono determinare rilevanti conseguenze sul funzionamento e l'integrità della rete informatica di un Paese ed in particolare sulle infrastrutture informatizzate critiche di interesse nazionale.

 Per quanto riguarda le aree geografiche che destano maggiore preoccupazione in termini di sicurezza e stabilità, particolare attenzione viene data all'area euro-mediterranea e mediorientale, ai Balcani e all'Afghanistan.

Per quanto concerne, in particolare, l'area euro-mediterranea, si tratta di un'ampia zona geopolitica, uno spazio complesso reso unitario dalla comune condivisione e gravitazione sul bacino del mare Mediterraneo.

Tale gravitazione congiunge cinque aree con caratteristiche differenti: i Paesi dell'Unione Europea, l'area balcanica, l'area del Mar Nero, il Medioriente ed il Maghreb. Come sottolineato nel Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa 2015, proprio nella regione euro-mediterranea si assistite all'affermarsi di gruppi terroristici in grado di prendere il controllo d'intere aree sulle quali esercitare un potere civile, militare, economico e giudiziario, sostituendosi alle Istituzioni ed esportando con successo il proprio modello, grazie alla globalizzazione dell'informazione.

L'Italia, sottolinea il Documento "deve essere preparata a fronteggiare i diversi possibili scenari e pronta ad offrire il suo contributo alla stabilità dell'intera area mediterranea", con particolare riferimento alla "delicata situazione in Libia, un Paese che da sempre ha rappresentato una priorità strategica per l'Italia, sia per ragioni storiche, sia a seguito dei recenti sviluppi in materia di sicurezza ed energia".

 In definitiva, il Documento ribadisce l'impossibilità di  disgiungere la sicurezza della regione euro-mediterranea da quella euro-atlantica, essendo ambedue elementi essenziali e complementari della cornice di sicurezza e difesa nazionale. La regione euro-mediterranea, tuttavia è influenzata dalle dinamiche che avvengono in altre zone, in particolare in quelle direttamente adiacenti al  Mediterraneo: il Mashreq come sinonimo di "non-Maghreb", il Sahel, il Corno d'Africa, la regione del Golfo Persico.

Le precarie condizioni sociali di alcuni Paesi e l'assenza di controllo centralizzato costituiscono fattori che alimentano imponenti flussi migratori diretti verso l'Europa e il proliferare di traffici illeciti anche di essere umani, ponendo a rischio, tra l'altro, la libertà dei traffici e la sicurezza energetica. Il Paese opererà, quindi, non solo per la salvaguardia degli interessi nazionali, ma anche per la protezione e la tutela delle popolazioni nelle aree di crisi e per lo sviluppo e la promozione di livelli crescenti di sicurezza e stabilità globale.

Per quanto concerne, poi, i conflitti che riguardano l'area mediorientale, con particolare riferimento a quelli che investono la Siria e l'Iraq, il Documento sottolinea la complessità della situazione in tale regione, in cui sono coinvolte formazioni dell'estremismo jihadista e potenze di livello regionale e globale, mosse da obiettivi politici divergenti.

Al riguardo sono ritenuti necessari ulteriori sforzi da parte della comunità internazionale, sia in ambito politico-diplomatico, al fine di eliminare definitivamente la minaccia dell'ISIS nel teatro siro-iracheno, dando al contempo un assetto politico stabile e pacificato a queste aree. Si sottolinea, inoltre, come l'instabilità che caratterizza quest'area rischia anche di estendersi nel confinante Libano, ove - in seno alla missione ONU UNIFIL – continua ad operare un consistente contingente militare nazionale. "Il supporto a due Paesi chiave di quest'area, Iraq e Libano, costituisce ulteriore priorità nazionale, sia in ambito multilaterale, sia a livello bilaterale, in particolare nel rafforzamento delle capacità autonome di difesa e sicurezza.

Per quanto riguarda, poi, l'Afghanistan il Documento manifesta preoccupazione a causa della presenza, oltre dei Talebani, di elementi di al-Qaeda e dell'Isis. Al riguardo si segnala come sia in atto, a livello NATO, la revisione della Resolute Support Mission (RSM), "che continuerà a fornire il necessario supporto alle autorità afghane nella lotta al terrorismo, al fine di pacificare e stabilizzare quest'area cruciale per gli equilibri globali".

Infine, con riferimento all'area dei Balcani, il D.P.P. sottolinea l'importanza strategica della partecipazione italiana alla missione NATO Kosovo Force (KFOR), in considerazione della necessità di prevenire lo sviluppo di minacce terroristiche nell'area e contribuire al completamento del percorso dei Paesi della regione verso una piena integrazione nelle strutture europee ed euro-atlantiche.

In relazione agli impegni nazionali della Difesa il Documento programmatico pluriennale riferito al triennio 2017 – 2019 passa in rassegna una serie di attività che vedono coinvolte le Forze armate  nell'espletamento dei diversi compiti istituzionali previsti dall'articolo 89 del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010.

In particolare, il DPP ricorda l'operazione "Mare sicuro" autorizzata   per la prima volta dal D.L. n. 7/2015 e da ultimo prorogata fino al 31 dicembre 2017 con la deliberazione del Consiglio dei ministri del 14 gennaio 2016, adottata dal Governo ai sensi della legge n. 145 del 2016.

L'operazione, in considerazione delle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto del terrorismo è volta ad assicurare:

  1. la sorveglianza e la protezione delle installazioni nazionali off-shore, ubicate nelle acque internazionali prospicienti la costa libica;
  2. la protezione dei mezzi della Guardia Costiera e di altri mezzi nazionali impegnati in attività di ricerca e soccorso (SAR);
  3. la deterrenza/contrasto dei traffici illeciti;
  4. la raccolta informativa di elementi inerenti ad attività di movimenti di matrice terroristica, nonché sull'organizzazione dei traffici illeciti e dei punti di partenza.

In relazione all'operazione in esame si ricorda che lo scorso 28 luglio  il Governo ha trasmesso alle Camere la deliberazione del Consiglio dei ministri concernente la partecipazione dell'Italia alla missione di supporto alla Guardia costiera libica richiesta dal Consiglio presidenziale  - Governo  di accordo nazionale libico, adottata nel Consiglio dei ministri n. 40 del 28 luglio 2017 è stata assunta ai sensi dell'articolo 2, comma 2 della legge n. 145 del 2017. In relazione alla composizione degli assetti di questa nuova missione è stata impiegata una unità funzionale al supporto tecnico logistico e un pattugliatore tratto dalle unità autorizzate nella Operazione nazionale Mare Sicuro, con possibilità di integrazione di ulteriori assetti. Anche le unità impiegate sono state reperite dal contingente già autorizzato nell'attuale dispositivo dell'Operazione nazionale Mare Sicuro. La spesa dell'operazione è stata stimata in euro 34.950.000, rientrante nelle spese già preventivate per il richiamato dispositivo aeronavale nazionale "Mare sicuro".Nel corso della seduta del 1° agosto 2017 le Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) della Camera hanno approvato una relazione per l'Aula ( Doc. XVI, n. 4) "sulla deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alla missione internazionale in supporto alla Guardia Costiera libica, adottata il 28 luglio 2017" ( Doc. CCL, n. 2) ( Doc. XVI, n. 4). La relazione è stata esaminata dalla Camera nel corso della seduta del 2 agosto. Al termine del dibattito la Camera ha approvato la risoluzione n. 6-00338, nel testo modificato nel corso della seduta.

 

Ulteriori operazioni della Difesa in ambito nazionale, oggetto di analisi da parte dal DPP 2017-2019 sono l'operazione "Strade sicure" e l'operazione "Sabina".

 

La prima di queste due operazioni è iniziata il 4 agosto 2008 allo scopo di assicurare il concorso della Difesa nelle attività delle Forze di Polizia di contrasto del crimine, del terrorismo e dell'immigrazione clandestina mediante la vigilanza e la sorveglianza degli obiettivi sensibili di carattere diplomatico, religioso e di pubblica utilità nonchè dei Centri di permanenza per il rimpatrio e dei valichi di frontiera.

Il contingente attualmente impiegato consta di 7.050 unità.

 

Per quanto concerne, invece l'operazione "Sabina " la medesima è da ricollegare ai fenomeni sismici avvenuti nell'Italia centrale il 24 agosto e il 30 ottobre 2016 e alla conseguente richiesta della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile (PROCIV) di un contributo delle Forze Armate, in coordinamento con le altre Amministrazioni dello Stato per fronteggiare l'emergenza.

Il Documento in esame elenca, nel dettaglio, il contributo della Difesa nell'ambito di questa operazione che è stata successivamente estesa al superamento dell'ulteriore emergenza legata alle eccezionali nevicate che hanno stravolto il centro Italia nel periodo di gennaio 2017.

Il Documento fa presente come "per fronteggiare l'emergenza del sisma del 2016 nel centro Italia è stato costituito Il Raggruppamento (RGP T ) "Sisma" che, inizialmente strutturato su una Task Force di circa 700 unità, con l'aggravarsi della situazione ed al fine di incrementare le capacità di intervento nell'area, è stato successivamente rinforzato con l'impiego di una seconda Task Force, raggiungendo una consistenza capacitiva di circa 2000 unità nel mese di gennaio 2017 in seguito alle scosse del 18 gennaio ed al concomitante deterioramento delle condizioni meteo nelle zone terremotate. Tale contributo, congiuntamente a quello della Task Force "Sicurezza" (520 unità) e dell'Arma dei Carabinieri ha portato lo sforzo massimo totale espresso dalle Forze Armate ad oltre 3000 unità.

Parte II - Lo sviluppo dello strumento militare

La seconda parte del Documento è dedicata allo "Sviluppo dello Strumento militare". In tale sezione sono individuati gli indirizzi strategici della Difesa nel prossimo triennio, le esigenze operative e le linee di sviluppo capacitivo di medio e lungo termine delle Forze armate, con particolare riferimento all'analisi dei principali programmi d'investimento della Difesa in corso di esecuzione e di quelli che si ritiene necessario avviare in una fase successiva nella misura in cui saranno reperite le necessarie risorse finanziarie.
Per quanto concerne gli obiettivi strategici del prossimo triennio, la Difesa perseguirà nella realizzazione di uno Strumento militare integrato e moderno, in grado di acquisire, sviluppare e sostenere nel tempo le capacità più idonee per:
• capire le cause della moderna conflittualità e le esigenze derivanti dall'evoluzione, degli scenari internazionali;
• prevenire l'insorgere ed il consolidamento di situazioni di rischio o di minaccia per il Paese;
• intervenire tempestivamente, precisamente ed efficacemente per la gestione delle situazioni di crisi e per l'eliminazione di eventuali minacce alla sicurezza e agli interessi del Paese.
 
In, particolare, sulla scia di quanto previsto nella legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare e in conformità con gli obiettivi strategici definiti nel Libro bianco 2015, proseguirà l'attività della Difesa volta a realizzare uno strumento militare di dimensioni più contenute, ma più sinergico ed efficiente nell'operatività e pienamente integrato e integrabile nel contesto dell'Unione europea e della NATO. In sostanza, uno strumento più piccolo, più giovane, ma capace di esprimere un'operatività più qualificata rispetto al passato, sostenuto da risorse per l'operatività, per il mantenimento, l'addestramento e la preparazione del personale, che li deve gestire.
Con riferimento, poi, alle esigenze operative, il bilanciamento della dimensione quantitativa dello Strumento militare con quella qualitativa e capacitiva rappresenta "la sfida principale della difesa da attuare con continuità" nel prossimo triennio.
Per quanto riguarda la componente terrestre, il Documento fa presente che l'Italia dovrà disporre di forze diversificate, bilanciate, rapidamente schierabili nelle aree d'interesse nazionale, secondo le priorità e gli obiettivi stabiliti nel Libro bianco, in grado di operare in tutto lo spettro della conflittualità e con adeguate capacità di Comando, Controllo e di gestione delle informazioni.. Le forze terrestri manterranno un bilanciamento di forze leggere, medie e pesanti, proiettabili, modernamente equipaggiate e opportunamente strutturate in unità idonee ad esprimere le differenti capacità con criteri di formazione modulare, garantendo un'adeguata capacità di supporto logistico.
Per la componente navale, si manifesta la necessità sia di unità in grado di operare in ambienti caratterizzati anche da rischi elevati, sia di una componente per la prolungata sorveglianza e il pattugliamento in aree a minore rischio. A sua volta, per quanto attiene alla componente aerospaziale, dovrà essere garantire alta rischierabilità, adeguate capacità di difesa e superiorità aerea, di sorveglianza e di ricognizione, di supporto al suolo e d'ingaggio di precisione anche in profondità. Nelle aree d'interesse nazionale, in particolare, le forze aeree potranno essere chiamate a condurre operazioni nell'intero spettro della conflittualità tra cui l'implementazione di zone di "divieto di sorvolo".
Per tali ragioni, si legge nel DPP ,"saranno essenziali mezzi e sistemi con caratteristiche di alta sopravvivenza ed efficace capacità di protezione del personale, così come la capacità di neutralizzare le capacità ostili anti-accesso e i connessi centri di comando e controllo".
Particolare attenzione, è, dedicata alle iniziative intraprese dalla Difesa nell'ambito delle attività di presidio del dominio cibernetico.
A questo riguardo il Documento riferisce in merito alla costituzione di un apposito Comando interforze per le operazioni cibernetiche (CIOC)) capace di dirigere, coordinare e condurre operazioni militari nello spazio cibernetico ad ampio spettro, in stretto coordinamento con le Autorità nazionali competenti e con le altre organizzazioni sovranazionali (NATO e UE).
La realizzazione del CIOC era stata anticipata per la prima volta nel Libro bianco 2015 e, successivamente ripresa nei documenti della Presidenza del Consiglio riguardanti l'architettura strategica nazionale in materia di difesa cibernetica, con particolare riferimento al Piano nazionale per la protezione cibernetica, sia nella prima edizione del 2013, sia in quella successiva del 2017 [ .
 

Per un approfondimento di questo argomento Cfr. resoconto stenografico della seduta della Commissione difesa della Camera dei deputati del 25 gennaio 2017 nel corso della quale ha avuto luogo l'audizione del Capo di stato maggiore della Difesa, generale Graziano https://www.camera.it/leg17/1079?idLegislatura=17&tipologia=indag&sottotipologia=c04_cibernetico&anno=2017&mese=01&giorno=25&idCommissione=04&numero=0009&file=indice_stenografico

Il Piano nazionale per la protezione cibernetica, marzo 2017, elaborato dalla Presidenza del Consiglio dei mnistri è consultabile al seguente link https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.../2017/05/piano-nazionale-cyber-2017.pdf

 

Anche in un'ottica di potenziamento degli strumenti di difesa cibernetica il DPP sottolinea la necessità di sviluppare specifiche capacità nell'ambito dell 'intelligence, della Sorveglianza, dell'Acquisizione degli Obiettivi e della Ricognizione (ISTAR). Al riguardo, si osserva, infatti, come la superiorità decisionale rappresenti la risorsa più preziosa per supportare i decisori con elementi conoscitivi, fedeli e dettagliati, che possano costituire solide fondamenta per elaborare le decisioni, ma anche per supportare, ad ogni livello decisionale ed esecutivo un'elevata condivisione delle informazioni in tutte le fasi del ciclo operativo.
Per disporre di ciò, si legge nel DPP, sarà necessario "il potenziamento dell'attuale sistema di intelligence, sorveglianza e ricognizione, dotandosi di idonei dispositivi per l'acquisizione, raccolta, ma soprattutto l'analisi, la valorizzazione, la distribuzione e lo stoccaggio delle informazioni. L'acquisizione di una superiorità nel dominio informativo fondata sulla superiore capacità di acquisire e collazionare le informazioni, ma anche di comunicare messaggi strategici in modo efficace".
 
In relazione alle richiamate linee di sviluppo capacitivo, il DPP passa in rassegna  i principali programmi d'investimento della Difesa attraverso i quali "si esprime la piena operatività dello Strumento militare".
Per ciascun programma,  n un'apposita scheda tecnica, il DPP illustra le caratteristiche del programma, il relativo stato e  il volume finanziario.
Il DPP evidenzia, inoltre, quei programmi che per indisponibilità di risorse, risultano essere ancora in attesa di finanziamento.

Parte III: Il bilancio della difesa

La terza parte del documento è dedicata principalmente all'analisi delle principali voci di spesa del comparto difesa.
Preliminarmente e attraverso una serie di grafici il DPP analizza l'andamento delle risorse stanziate per la Difesa, comprensive di quelle iscritte nel bilancio ordinario, degli stanziamenti per le missioni internazionali e dei finanziamenti allocato presso il Mi.S.E., registrando come nell'ultimo decennio vi sia stato "un andamento altalenante a causa delle note circostanze legate alla crisi economica iniziata nel 2007 e dei discendenti interventi di revisione della spesa pubblica passando dal valore di 23.655,6 M€ del 2008 all'importo di 23.478,3 M€ del 2017". Si sottolinea inoltre il costante trend negativo delle citate risorse rapportate con i rispettivi valori di PIL dell'ultimo decennio che passano dal valore di 1,51% del 2008 all'attuale rapporto di 1,37 %.
Ciò premesso in via generale il DPP fa presente che la legge di bilancio per il 2017 (L.232/2016) ha autorizzato per lo stato di previsione del Ministero della difesa spese finali, in termini di competenza, per 20.269,1 milioni di euro nel 2017 (pari al 1,19% del PIL previsionale), 20.061,8 per il 2018 e 20.027,2 per il 2019.

A sua volta l'art.1 co. 140 della legge di bilancio 2017 ha previsto l'istituzione di uno specifico fondo, iscritto nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze, finalizzato al "finanziamento degli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese" in settori di spesa specificamente individuati tra i quali rientra anche il settore della difesa.

In particolare il Ministero della difesa risulta destinatario di finanziamenti, insieme con altri dicasteri, in sei dei dieci settori di intervento, e precisamente: infrastrutture; ricerca; difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; edilizia pubblica; attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni; e prevenzione del rischio sismico. Per quanto riguarda il Ministero della difesa, la tabella allegata al decreto legislativo assegna a questo dicastero: per il settore infrastrutture 15,8 milioni di euro per il 2017, che diventano 35,5 milioni nel 2018 e 43 milioni nel 2019; per il settore difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche 3,3 milioni nel 2017, 13,8 milioni nel 2018 e 25 milioni nel 2019; per il settore edilizia pubblica 1 milione nel 2017, 19 milioni nel 2018 e 30 milioni nel 2019; per il settore attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni 12,8 milioni nel 2017, 89 milioni nel 2018 e 109 milioni nel 2019; per il settore prevenzione del rischio sismico 16,6 milioni nel 2017, 42,4 milioni nel 2018 e 44,4 milioni per il 2019.
   La difesa risulta dunque destinataria di 49,5 milioni nel 2017, 199,7 milioni nel 2018 e 251,4 milioni nel 2019.

Attraverso il  primo dei grafici  di seguito riportati il DPP indica nel dettaglio il trend del bilancio ordinario della difesa e delle risorse onnicomprensive destinate a tale comparto nel periodo 2008 al 2017". Come precedentemente rilevato i valori  prendono in considerazione sia gli stanziamenti a bilancio ordinario che i finanziamenti delle missioni internazionali (997,2 mln di euro) ed i contributi a valere sul bilancio del Mi.S.E per programmi ad alta valenza tecnologica della difesa (2.550 mln di euro di cui 25 nel triennio a legislazione vigente). I dati includono anche i costi relativi alla funzione di polizia dell'Arma dei Carabinieri ai quali è stata espunta la quota relativa a/l'accorpamento del Corpo Forestale dello Stato pari a 492 M€.

 

[Fonte: DPP 2017-2019]
Nel  secondo grafico di seguito riportato il DPP dà conto del:
1. rapporto tra le risorse a disposizione della difesa (stanziamenti a bilancio ordinario, finanziamenti delle missioni internazionali e contributi a valere di risorse del Mi.S.E) e PIL;
2. rapporto tra risorse a bilancio ordinario e PIL;
3. rapporto tra risorse a bilancio ordinario (al netto della componente dell'Arma dei Carabinieri) e PIL.
[Fonte: DPP 2017-2019]
Il terzo grafico riporta il trend delle autorizzazioni di spesa per missioni internazionali per il dicastero della Difesa. Al riguardo il DPP sottolinea come il valore riferito al 2017 (997,2 M€) non ritrae il solo stanziamento destinato alla Difesa bensì rappresenta l'intera dotazione del fondo per la partecipazione italiana alle missioni internazionali istituito con la legge di bilancio 2017. Tali risorse sono oggetto di riparto attraverso un apposito DPCM prossimamente all'esame delle competenti commissioni parlamentari permanenti. Dal richiamato grafico si evince che nell'ultimo decennio gli stanziamenti per le missioni internazionali hanno avuto un andamento crescente dal 2008 al 2011 passando da un importo di 1.008 M€ ad un ammontare di 1.497 M€ per poi diminuire gradualmente fino ad arrivare alla somma di 997,2 M€ del corrente anno ( dato da ripartire tra tutte le Amministrazioni coinvolte nelle missioni internazionali).
[Fonte: DPP 2017-2019]
Il quarto grafico riporta il trend dei contributi del Mi.S.E per la realizzazione di programmi ad alto contenuto tecnologico della difesa. Al riguardo, il grafico registra un incremento pari a circa il 78%, passando da un importo di 1.515,2 M€ del 2008 ad un valore di 2.704 M€ del 2017.
[Fonte: DPP 2017-2019]
Il bilancio per funzioni

Un apposito paragrafo del DPP 2017-2019 analizza il bilancio del dicastero della Difesa nella sua tradizionale articolazione per funzioni.

Al riguardo viene ricordato che la Funzione difesa, comprende tutte le spese necessarie all'assolvimento dei compiti istituzionali dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, nonché dell'Area interforze e della struttura amministrativa e tecnico- industriale del Ministero; a sua volta la Funzione sicurezza del territorio, comprende tutti gli stanziamenti destinati all'Arma dei Carabinieri, ivi compresi quelli al Corpo Forestale dello Stato, per l'assolvimento dei propri compiti istituzionali di natura specificamente militare. Le Funzioni esterne, attengono alle esigenze correlate ad attività affidate al Dicastero, ma non specificamente rientranti nei propri compiti istituzionali. Infine, la quarta funzione attiene alle Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria, che sono relative ai trattamenti economici corrisposti al personale militare in ausiliaria e a talune altre esigenze non correlate al trattamento economico in attività.

Ciò premesso, anche in questo caso attraverso l'ausilio di grafici e tabelle il DPP dà conto dell'evoluzione nel tempo degli stanziamenti relativi alle richiamate funzioni.

In particolare, nel grafico che segue è indicata l''evoluzione, a partire dal 2008, degli stanziamenti in termini correnti riferiti agli aggregati/ funzioni tradizionalmente utilizzati dal Dicastero:

[Fonte: DPP 2017-2019]
Con riferimento al 2017 il grafico sottostante evidenzia la ripartizione delle disponibilità finanziarie in conto competenza degli stanziamenti previsti per le quattro funzioni: difesa, sicurezza del territorio, funzioni esterne e pensioni provvisorie del personale in ausiliaria:
 

Funzione difesa

Con riguardo alla funzione difesa le previsioni di spese sono suddivise nei settori del personale, dell'esercizio e dell'investimento.

Il settore del personale raggruppa tutte le spese destinate alla retribuzione del personale (militare e civile) in servizio con e senza rapporto continuativo d'impiego, il settore esercizio include, invece, tutte le voci di spesa correlate alle attività di addestramento e formazione, piccola manutenzione dei mezzi, mantenimento delle scorte e altre voci destinate a garantire la funzionalità e l'efficienza dello Strumento militare-; il settore investimento, infine, raggruppa le spese destinate all'ammodernamento e rinnovamento (A/R) dello Strumento militare, al suo sostegno (ricostruzione scorte e grandi manutenzioni) nonché alla ricerca.

In relazione alle richiamate componenti (personale, esercizio e investimento) il DPP "mostra un'allocazione delle risorse sbilanciata a favore delle spese per il personale". (cfr.paf. 90 del DPP). Tale situazione, si sottolinea nel Documento "rappresenta una criticità per la Difesa che nel tempo potrà essere mitigata attraverso la riallocazione sui settori dell'esercizio e dell'investimento di quelle risorse che si renderanno disponibili a seguito delle predette riduzioni del personale".

Per la previsione di spesa relativa al 2017 si rinvia al grafico sottostante:

[Fonte:DPP 2017-2019]

Le variazioni intervenute tra i volumi del 2017 e quelli del 2016, per ciascuna categoria, sono evidenziate nel successivo grafico. Al riguardo, il DPP fa presente che "pur nel generale contesto riduttivo, sono comunque rilevabili incrementi nella categoria dei "Sergenti", dei "Volontari in Ferma Prefissata" e, in via marginale, degli "Allievi" da ascrivere alle dinamiche relative al transito tra i vari ruoli nell'ottica del futuro conseguimento degli obiettivi organici". I suddetti incrementi, precisa il DPP, in un quadro di riduzione delle unità verso l'obiettivo il numerico di 150.000 da conseguire entro il 2024 ai sensi della legge n. 244 del 2012, "risulta, peraltro, coerente con gli obbiettivi fissati nel Libro bianco che, nel confermare il suddetto volume organico complessivo, ne prevede una rimodulazione attraverso una diminuzione del personale in servizio permanente ed un contestuale incremento della percentuale del personale a tempo determinato".

[Fonte:DPP 2017-2019]
Il grafico seguente mette in relazione il numero del personale militare negli anni 2015-2016, le previsioni per il 2017 e quello da raggiungere nel 2024.
Si ricorda che il grado di primo maresciallo è stato inserito dal decreto legislativo "Riordino forze armate" n. 56/2017.
[Fonte elaborazione dati da articolo 798- bis Codice dell'ordinamento militare, Tab 4, articolo 11, comma 5, decreto legislativo "Riordino forze armate"56/2017 ]
In relazione al volume del personale femminile il DPP segnala la presenza di circa 8.000 unità di personale militare femminile, che sale a circa 11.500 se si considera l'Arma dei carabinieri. Infine anche le previsioni di spesa relative al personale civile riflettono le variazioni in senso riduttivo previste per il personale militare.
Esercizio
Da un punto di vista prettamente economico, in tale macro aggregato sono comprese tutte le spese afferenti all'acquisto di beni e servizi e, più in generale, quelle correlate al mantenimento in efficienza e all'operatività dello Strumento militare. Le macro aree in cui il settore esercizio può essere suddiviso in ragione della finalità dell'impiego delle risorse sono:

- Formazione e Addestramento, su cui sono attestate le risorse necessarie a sviluppare e mantenere le specifiche capacità d'intervento del personale della Difesa;
- Manutenzione e Supporto, sui cui sono stanziati i fondi che garantiscono il sostegno logistico allo Strumentomilitare;
- Infrastrutture, su cui sono attestati i fondi correlati alle esigenze delle installazioni militari;
- Funzionamento Enti e Comandi e Unità, nel quale sono conferite le risorse per permettere le generali attività delle articolazioni della Difesa (missioni e trasferimenti del personale cooperazione internazionale, liti arbitraggi e risarcimento danni, carbolubrificanti, trasporti, spese generali e spese per il funzionamento degli uffici, spese per la rappresentanza, spese per studi, incarichi e consulenze etc.);
- Prowidenze, su cui sono assegnati i volumi finanziari funzionali ad assicurare agli interventi assistenziali, il benessere del personale, i sussidi a personale e famiglie;
- Esigenze Interforze, a cui sono ascritti i fondi da ripartire per esigenze delle Difesa (Fondo consumi intermedi, Fondo Scorta, Fondo a disposizione, Fondo per le esigenze di mantenimento delle Forze armate).
Il DPP segnala che la contrazione di risorse per il settore esercizio è stata particolarmente rilevante: si è arrivati in poco meno di 10 anni, dal 2008 al 2017, ad un taglio degli stanziamenti di circa il 52%, passando da 2,7Mld€ ai circa 1,3Mld€ attuali. Per contenere gli effetti della contrazione subita dalla disponibilità di risorse sul settore esercizio, si è intervenuti sulla razionalizzazione e/o valorizzazione immobiliare.

Investimento
Il settore investimento è associato alla necessità di adeguare i mezzi e i materiali delle Forze Armate alle mutate esigenze ed ai processi di rapida obsolescenza cui sono legati i sistemi ad alta tecnologia, caratteristici degli strumenti militari moderni con cui è necessario mantenere un sempre più elevato grado d'interoperabilità. Inoltre il settore  è indirettamente fattore di sviluppo industriale in settori ad elevato contenuto tecnologico, quali il settore aerospaziale, l'elettronico, il meccanico avanzato e quello della cantieristica navale.
le risorse previsionalmente disponibili al settore dell'investimento ammontano per l'anno 2017 a 2.141,1 M€, 2.122,8 M€ per il 2018, 2.164,1 M€ per il 2019.
Il DPP segnala che sarebbe necessaria una programmazione più stabile degli investimenti e in tal senso conferma la necessità di una apposita "legge pluriennale sessennale" - già anticipata nel Libro Bianco ed oggetto di una apposita disposizione del disegno di legge delega A.S.2728 (Riorganizzazione vertici Ministero difesa e deleghe al Governo per la riforma dello strumento militare) -, al fine di garantire quella certezza dei finanziamenti che, come rilevato anche nel Libro bianco,  costituisce"fattore essenziale per assicurare la corretta pianificazione d'utilizzo delle stesse". 
 
In relazione alla legge sessennale il DPP considera tale veicolo normativo un importante pilastro della programmazione dell'investimento che si affianca ai "tradizionali" pilastri del bilancio ordinario e dei finanziamenti Mi.S.E. Ad avviso del DPP tutti e tre detti pilastri sono indispensabili in quanto:

- il bilancio ordinario, garantisce la massima flessibilità e celerità d'intervento e tra i tre, è l'unico strumento che assicura alla Difesa di poter rispondere adeguatamente

alle sollecitazioni tipiche degli scenari d'impiego odierni, sempre più connotati dalla necessità di reagire velocemente al cambiamento;

-      i finanziamenti del M. I.S.E, perché garantiscono il

mantenimento in ambito strettamente nazionale di capacità e conoscenze tecniche rilevanti dal punto di vista della sicurezza nazionale che altrimenti potrebbero disperdersi o non essere sufficientemente aggiornate, con effetti negativi sia sul piano strategico militare, sia su quello industriale e occupazionale;

- la legge sessennale, infine, con l'introduzione della certezza del finanziamento per un periodo temporale adeguato, perché assicura gli importanti vantaggi sia per la Difesa, sia per l'industria, assicurando anche la massima trasparenza delle acquisizioni ed un migliore livello di controllo da parte degli organismi parlamentari.


Funzione sicurezza del territorio

Con riferimento alla Funzione "Sicurezza del Territorio" - pertinente alle esigenze finanziarie dell'Arma dei Carabinieri - il DPP ricorda che i compiti istituzionali dell'Arma dei Carabinieri sono attinenti:
alla sfera militare (difesa della Patria, salvaguardia delle istituzioni e tutela del bene della collettività nazionale; concorso alla difesa integrata del territorio e partecipazione alle operazioni militari, anche all'estero; polizia militare, sicurezza militare e polizia giudiziaria militare; concorso alla mobilitazione; sicurezza delle rappresentanze diplomatiche, consolari e degli uffici degli addetti militari all'estero);
alla sfera di ordine e sicurezza pubblica (controllo del territorio; contrasto alla criminalità organizzata e comune; tutela dell'ordine pubblico);
Inoltre, ai richiamati compiti vanno aggiunti quelli conseguenti all'assorbimento, da parte dell'Arma dei Carabinieri, delle funzioni originariamente appartenenti al Corpo Forestale dello Stato (decreto legislativo n. 177 del 2016, recante "Razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato".) quantificabili in circa 492 M€ che fino al 2016 risultavano destinati al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Lo stanziamento previsionale per l'esercizio finanziario 2017 ammonta a circa 6.519,8 M€, al netto dei risparmi di spesa previsti dal D.lgs n. 177 del 2016. Dalle disponibilità di bilancio, precisa il DPP dovranno essere sottratte, nel corso del corrente esercizio finanziario, le risorse da attribuire alle altre Amministrazioni interessate dall'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato (art. 13 del citato decreto).

 

Il confronto analitico delle previsioni incluse nella legge di bilancio 2017-2019 con quanto assegnato alla Funzione Sicurezza del Territorio nel 2016 evidenzia un incremento nel corrente esercizio finanziario riconducibile al richiamato accorpamento del Corpo Forestale dello Stato ed un lieve calo negli stanziamenti per il prossimo biennio.

 

In relazione ai richiamati stanziamenti il Documento sottolinea come " le risorse disponibili a inizio esercizio finanziario, per il "funzionamento" (compresi 83 M€ destinati al "fondo scorta" ) non garantiscono le esigenze incomprimibili dell'Arma, consentendo di pianificare solo in maniera parziale taluni programmi approvvigionativi, sia di mantenimento della struttura, sia di ammodernamento e rinnovamento, finalizzati ad assicurare i necessari livelli di efficienza e funzionalità operativa dei reparti.

 

Il Fondo Scorta è un fondo di anticipazione iscritto negli stati di previsione della spesa del Ministero della Difesa e del Ministero dell'Interno per provvedere alle momentanee deficienze di cassa rispetto alle anticipazioni di fondi ed alle speciali esigenze previste dai rispettivi regolamenti. A fine anno tali fondi vengono versati all'entrata del bilancio dello Stato
[Fonte DPP 2017-2019]

Le funzioni esterne

Le spese non direttamente collegate ai compiti istituzionali della Difesa si integrano con la struttura del bilancio dello Stato, articolato per Missioni e Programmi, per mezzo dell'aggregato finanziario delle Funzioni Esterne, relativo al soddisfacimento di specifiche esigenze regolate da leggi e decreti.

Lo stanziamento previsionale per il 2017  ammonta a 141 M€ con un incremento di 23,2 M€ , sulle assegnazioni 2016. Per gli ani 2018 e 2019 gli stanziamenti previsionali si assestano, rispettivamente, a 135, 6 e 135,3 M€.
Si ricorda che le spese sono finalizzate a:
- rifornimento idrico delle isole minori;
- trasporto aereo civile di Stato e per il soccorso di malati e traumatizzati gravi;
-contributi alla Croce Rossa Italiana per il funzionamento del Corpo Militare ausiliario delle Forze Armate e del Corpo delle Infermiere Volontarie;
- contributi all'Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO);
- contributi a Enti e Associazioni;
- liquidazione di indennizzi, contributi e spese accessorie connesse con l'imposizione di servitù militari;
- adeguamento dei servizi per il traffico aereo civile in aeroporti militari aperti al traffico civile e radioassistenza sugli aeroporti minori;
- esercizio del satellite meteorologico METEOSAT e partecipazione alla Organizzazione europea per lo sviluppo e l'esercizio di satelliti meteorologici (EUMETSAT);
- contributi per ammortamento mutui contratti dall'INCIS per la costruzione di alloggi.

Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria

La categoria dell'ausiliaria comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o a domanda ha manifestato la propria disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione.Il particolare istituto, tipico del personale militare, compresa la Guardia di Finanza, è volto a remunerare vincoli ed obblighi (disponibilità al richiamo in servizio, divieto di svolgimento di altra attività lavorativa, ecc.) posti dal legislatore in capo a soggetti che abbiano già raggiunto i limiti d'età vigenti, ma ancora idonei sotto il profilo fisico-sanitario ed il cui trattamento ordinario, diversamente, sarebbe erogato dall'INPS.
Per l'anno 2017 lo stanziamento previsionale ammonta a 396,5 M€, con un decremento di 16,7 M€ rispetto alla dotazione 2016, dovuto, in parte, alla riduzione, dal 70% al 50%,dell'indennità di ausiliaria prevista, già a decorrere dal 2015, dalla legge di stabilità 2015. Per gli anni 2018 e 2019 gli stanziamenti previsionali si attestano, rispettivamente, a 399,5 M€ e 400,5 M€.

Gli stanziamenti del MISE a favore del comparto difesa

Per quanto concerne le risorse disponibili del bilancio del Ministero dello Sviluppo Economico vincolate alle realizzazioni di progetti d'interesse della Difesa, il DPP fa preliminarmente presente che attraverso questo contributo viene assicurato il finanziamento di alcuni specifici programmi che sostengono importanti attività in settori considerati ad alta valenza tecnologica ed industriale nei quali lo sviluppo o il mantenimento di presenza e capacità risulta di elevato interesse nazionale per i correlati ritorni in termini di competitività e crescita industriale, nonché per l'operatività dello Strumento militare ad alto contenuto tecnologico.

Al riguardo, nel corso degli anni sono state adottate una serie di iniziative legislative oggetto di progressivo rifinanziamento e/o rimodulazione tenuto conto dello stato di maturazione dei singoli programmi e delle risorse finanziarie disponibili

La collaborazione Mi.S.E.-Difesa, pone in evidenza il DPP, ha consentito di avviare e sostenere nel tempo i seguenti programmi; velivoli Eurofighter Typhoon (in collaborazione con Germania, Gran Bretagna e Spagna), le Fregate Europee Multimissione FREMM (in collaborazione con la Francia), i Veicoli Blindati Medi VBM 8x8, l'elicottero medio NH-90 nelle sue varianti terrestre e marittima, e una nuova serie di acquisizioni per la flotta militare nazionale, comunemente nota come Programma Navale. A tali programmi, si associano altre famiglie minori di acquisizioni,come quelli dell'elicottero AW-101 Combat SAR, di digitalizzazione della componente terrestre (noto come FORZANEC), dei velivoli M-346 e T-345 (che riscuotono interesse anche a livello internazionale) e del Sistema di Controllo del Territorio per l'Arma dei Carabinieri (noto come Si.Co.Te.).


Il DPP segnala che con la legge  n.208 del 2015 (Stabilità 2016), è stato possibile assicurare l'ordinata prosecuzione dei programmi già operanti, e consentire l'avvio, ritenuto prioritario, delle prime fasi di acquisizione per selezionati programmi della Difesa, essenziali per il coerente e bilanciato sviluppo dello Strumento militare:
• FSAF-81NT (Block 1 Nouvelle Tecnologie), programma di ammodernamento dei sistemi missilistici antiaereo a medio raggio FSAF e PAAMS, già in servizio nelle componenti terrestre e marittima, volto ad implementare una capacità antibalistica, con il coinvolgimento d'industrie italiane e francesi ricomprese nel consorzio EUROSAM;
• avvio della fase di studio e definizione del Futuro Elicottero Esplorazione e Scorta (FEES), mirato al rinnovamento della linea elicotteri dell'Esercito attualmente basata su
piattaforma AW-129;
• programma Blindo Pesante Centauro 11, di rinnovamento della linea Blindo Centauro in dotazione alle unità di cavalleria dell'Esercito per adeguarne le capacità in termini di mobilità, protezione, capacità di fuoco, versatilità, interoperabilità.

Per quanto concerne l'anno 2017 la Legge n.232 del 2016 ha provveduto a rifinanziare e rimodulare alcune delle leggi pluriennali per complessivi 2.550 M€.

Nel dettaglio:
• complessivi 300 M€ per la legge. n.421 del 1996 (ex DL 321/96), di cui 25 M€ nel biennio 2018-2019;
• complessivi 900 M€ dal 2022 e successivi per la L. n. 244 del 2007 (rifinanziamento L. 266 del 1997);
• complessivi 1.350 M€ per la L. n.266 del 2005, dal 2020 e successivi; viene altresì rimodulato a saldi invariati il profilo di un contributo quindicennale autorizzato nel
2007 ed attivo fino al 2022, rendendo disponibili circa 58,3 M€ nel periodo 2017- 2019.

Il DPP segnala che in assenza d'interventi correttivi nei prossimi provvedimenti di finanza pubblica si attendono ripercussioni a partire dal 2018, principalmente sui seguenti programmi:
• NH-90;
• Tornado Mid Life Update (MLU);
• FREMM, in luce della decorrenza posticipata dei rifinanziamenti recati dalla L. n.232 del 2016;
• Eurofighter Typhoon (F-2000);
• VBM 8x8 (completamento seconda Brigata).

Il Finanziamento delle missioni internazionali

Un apposito paragrafo del DPP è dedicato al finanziamento delle missioni internazionali, con particolare riferimento all'impianto normativo previsto dalla legge n. 145 del 2016.

Si ricorda che la citata legge prevede una particolare procedura da seguire per l'avvio (e l'eventuale proroga) del personale al fine di assicurare il coinvolgimento dei poteri costituzionali, nell'ambito delle relative attribuzioni. Il primo passaggio procedurale è rappresentato dalla delibera del Consiglio dei ministri in ordine alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali. Tale deliberazione dovrà essere adottata previa comunicazione al Presidente della Repubblica ed eventualmente convocando il Consiglio supremo di difesa, ove se ne ravvisi la necessità. Successivamente, le deliberazioni del Consiglio dei ministri dovranno essere comunicate alle Camere le quali tempestivamente le discutono e con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, le autorizzano, per ciascun anno, eventualmente definendo impegni per il Governo, ovvero ne negano l'autorizzazione. Al fine di garantire la massima informazione in merito alle missioni in corso si prevede lo svolgimento di una apposita sessione parlamentare sull'andamento delle missioni autorizzate, da svolgere entro il 31 dicembre di ciascun anno. In particolare, entro tale data (31 dicembre) il Governo, su proposta del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro dell'interno per la parte di competenza, presenta alle Camere, per la discussione e le conseguenti deliberazioni parlamentari, una relazione analitica sulle missioni in corso, anche ai fini della loro prosecuzione per l'anno successivo, ivi inclusa la proroga della loro durata. Per quanto concerne, poi, il profilo finanziario connesso alla partecipazione del personale civile e militare alle missioni internazionali, è prevista l'istituzione, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un apposito Fondo, destinato al finanziamento della partecipazione italiana alle missioni internazionali, la cui dotazione è stabilita annualmente dalla legge di bilancio, ovvero da appositi provvedimenti legislativi. Attualmente nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, programma 5.8, cap. 3006/1 - Fondo per le missioni internazionali, ex articolo 4, comma 1 della legge n. 145 del 2016 -, sono appostati per il 2017 fondi pari a 997 milioni di euro".

Per l'ammontare delle esigenze finanziarie relative al 2017 si rinvia al grafico seguente:
[Fonte DPP 2017-2019]

Si segnala che in data 4 agosto 2017 è stato è stato trasmesso alle Camere al fine dell'espressione del parere da parte delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante "Ripartizione delle risorse del fondo di cui all'articolo 4, comma l, della legge 21 luglio 2016, n. 145, per il finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, per il periodo dal l° gennaio 20 17 al 3o settembre 2017".


Il bilancio della difesa in chiave NATO

Nella Dichiarazione conclusiva  del Summit NATO tra Capi di Stato e di Governo, svoltosi in Galles, il 4 e 5 settembre del 2014, gli Stati membri dell'Alleanza hanno sottoscritto un impegno formale, relativo al raggiungimento di un obiettivo di spese militari in rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL). In base alla dichiarazione, le Nazioni NATO si sono impegnate affinché le rispettive spese nazionali per la Difesa convergano - in tempi definiti - verso riferimenti comuni, tra cui una spesa per la Difesa pari al 2% del PIL entro il 2024.

 

Ulteriori impegni riguardano una quota per le spese dedicate agli investimenti in equipaggiamenti pari al 20% del complessivo delle spese per la difesa (corrispondente allo 0,4% del PIL); la necessità - per i paesi non ancora in linea con i parametri di spesa anzidetti - di operare a livello nazionale al fine di allineare, entro il periodo di dieci anni (within a decade), i propri parametri a quelli di riferimento;

  • la necessità di invertire eventuali trend negativi di spesa per la Difesa in presenza di

parametri difformi - in difetto - rispetto ai riferimenti.

 

Il successivo vertice di Varsavia del luglio 2016 ha confermato un più forte vincolo per le nazioni per incrementare la spesa militare e raggiungere il 2% del PIL entro il 2024.

In relazione a tale previsione di spesa il DPP osserva che per quanto attiene al complesso volume finanziario preso a riferimento, il bilancio in chiave NATO si discosta dal bilancio della Difesa in quanto, rispetto a quest'ultimo:
- si detrae l'intero importo della Funzione Sicurezza, presente nel bilancio della Difesa, ad esclusione della quota parte afferente al personale dell'Arma dei Carabinieri, impiegabile presso i Teatri Operativi del Fuori Area, fissata in complessive 8.600 unità (corrispondenti a circa 550 M€ con riferimento al 2016);

-si aggiunge l'importo della spesa pensionistica del personale militare e civile sostenuta dall'INPS (circa 2,2 Mld€ nel 2016);
- si aggiunge l'importo relativo al finanziamento di selezionati programmi della Difesa da parte del Mi.S.E. finalizzato al consolidamento ed allo sviluppo di specifici settori industriali considerati ad alta valenza tecnologica e di rilevante interesse strategico nazionale;
- si aggiunge il finanziamento relativo alla partecipazione del contingente militare italiano alle missioni internazionali;
- si aggiungono eventuali integrazioni ad hoc del bilancio ordinario della Difesa.

 

Secondo i dati forniti alla NATO nel 2016, solo 5 Paesi (cfr. successivo grafico) rispettano il parametro del 2%, l'Italia contribuisce alle spese militari nella misura dell'1,1%.