Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa |
Titolo: | Partecipazione dell'Italia alle missioni militari internazionali - Quaderni n. 1 |
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 301 |
Data: | 22/05/2017 |
Organi della Camera: | IV-Difesa |
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Camera dei deputati |
XVI LEGISLATURA |
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Quaderni |
Partecipazione
dell’Italia alle missioni militari internazionali |
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n. 1 |
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10 giugno 2008 |
Dipartimento
difesa
SIWEB
I dossier
dei servizi e degli uffici della Camera sono destinati alle esigenze di
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File: DI0004.doc
INDICE
Nota
introduttiva
1. La partecipazione dell’Italia
alle missioni internazionali: quadro normativo nazionale. 3
2. Lo strumento militare nel contesto
internazionale 9
§ 2.1. Il sistema delle Nazioni Unite 9
§ 2.2. Le operazioni per il mantenimento della pace 11
§ 2.3. Il sistema dell’Alleanza Atlantica 12
§ 2.4. Il contributo dell'Unione europea nella gestione delle
crisi internazionali 14
§ 2.5. Il quadro delle missioni militari dell’Italia dal
secondo dopoguerra ad oggi 17
3. La partecipazione del Parlamento
al processo decisionale sull’uso dello strumento militare 23
Tabelle
§ Cronologia delle missioni 33
§ Il quadro internazionale delle missioni 38
§ Le missioni per tipologia 41
§ Oneri annuali delle missioni indicati da interventi
legislativi 45
Grafici
§ Figura 1: Missioni in corso dal Dopoguerra ad oggi 49
§ Figura 2: Oneri annuali delle missioni indicati da
interventi legislativi 50
§ Figura 3: Mappa dell’attuale presenza militare italiana
all’estero 51
Schede delle missioni
Missioni in corso
§ Active
Endeavour 57
§ Albania
2 60
§ Althea 64
§ Missione
Bilaterale Interni 67
§ DIE 71
§ EU
BAM Moldova e Ucraina 75
§ EU BAM Rafah 77
§ EUFOR Tchad 80
§ EUPM 82
§ EUPOL
Afghanistan 85
§ EUPOL
COPPS 87
§ EUPOL
RD Congo 90
§ EUPT
Kosovo 91
§ EUSEC
Congo 94
§ ISAF 95
§ KFOR 102
§ MFO 107
§ MIATM 110
§ MINURSO 111
§ MINUSTAH 113
§ MSU 114
§ NATO
HQ Sarajevo 118
§ NATO
HQ Skopje 121
§ NATO
HQ Tirana 124
§ NTM-I 127
§ TIPH
II 130
§ UNFICYP 134
§ UNIFIL 136
§ UNMIK 141
§ UNMOGIP 145
§ UNTSO 147
Missioni deliberate dal Parlamento ma non ancora iniziate
§ Missione
in Libia contro la tratta degli esseri umani 143
§ UNAMID 145
Missioni concluse
§ AFOR 149
§ ALBA 150
§ Albit 152
§ Allied
For 154
§ Allied
Harmony 156
§ Allied
Harvest 157
§ Amber
Fox 158
§ Antica
Babilonia 160
§ Artemis 167
§ Cessate
il fuoco sui Monti Nuba 167
§ Coherent
Behaviour 170
§ COMMZW 171
§ Deliberate
Force 173
§ Deny
fligh 174
§ Determined
Falcon 175
§ DIATM 176
§ Distinguished
Games 177
§ Eagle
Eye 178
§ Enduring
Freedom 179
§ Entebbe 184
§ Essential
Harvest 185
§ EUFOR
RD Congo 187
§ EUMM I
§ EUPAT IV
§ EUPOL
Kinshasa VI
§ Golfo
2 VIII
§ IFOR XI
§ Indus XIII
§ INTERFET XV
§ Ippocampo
Rwanda XVII
§ IPTF XVIII
§ Joint
Guarantor XXI
§ KVM XXIII
§ Laos
1959 XXIV
§ Libano
I XXV
§ Libano
II XXVII
§ Mandato
fiduciario ONU in Somalia XXIX
§ MAPE XXXI
§ Mare
sicuro 2005 XXXIII
§ Maritime
Guard (poi Sharp Guard) XXXIV
§ MIF XXXVI
§ Mine
nel Mar Rosso XXXVII
§ MINUGUA XXXVIII
§ Missione
europea di sostegno ad AMIS II XXXIX
§ Missione
europea di sostegno ad AMISOM XLII
§ MONUC XLIII
§ ONUSAL XLIV
§ Operazione
Concordia XLV
§ Operazione
Danubio XLVII
§ Operazione
Locusta L
§ Pellicano LIII
§ Processo
di pace in Somalia LV
§ Processo
di pace in Sudan LVII
§ Protezione
delle navi mercantili nel Golfo Persico LIX
§ Provide
Comfort I LXI
§ Provide
Comfort II LXIII
§ Proxima LXV
§ Restore
Hope LXVII
§ SFOR LXIX
§ Sharp
Fence (poi Sharp Guard) LXXIII
§ TIPH I LXXV
§ UNAVEM
III LXXVI
§ UNEF LXXVII
§ UNIIMOG LXXVIII
§ UNIKOM LXXIX
§ United
Shield LXXX
§ UNMEE LXXXI
§ UNMIL LXXXIV
§ UNMIS LXXXV
§ UNOC LXXXVII
§ UNOCA LXXXVIII
§ UNOGIL LXXXIX
§ UNOMOZ XC
§ UNOSGI XCIII
§ UNOSOM
II XCIV
§ UNOWA XCVII
§ UNSCOM XCVIII
§ UNSMA XCIX
§ UNTAC C
§ UNTAG CI
§ UNYOM CII
§ UPFM CIII
§ WEUDAM CV
Nel corso degli ultimi anni la partecipazione
delle forze armate italiane a missioni militari all’estero ha assunto una
considerevole importanza, sia in considerazione del notevole incremento delle operazioni che hanno visto impegnati
contingenti militari italiani, sia sotto il profilo del maggior impiego di uomini e di mezzi, connesso alla più complessa
articolazione degli interventi ai quali l’Italia ha partecipato.
Al riguardo, va, infatti,
rilevato che nel corso degli ultimi decenni si è passati da semplici operazioni
di ingerenza umanitaria, attraverso l'invio di osservatori internazionali, a
missioni di mantenimento della pace (peace keeping), di formazione della
pace e prevenzione dei conflitti (peace making), di costruzione della
pace (peace building), fino ad arrivare a missioni di imposizione
della pace (peace enforcement).
Sotto il profilo della loro
durata, si tratta di operazioni di portata assai variabile in quanto si passa
da missioni esauritesi nel breve lasso di tempo di qualche mese, ad altre,
invece, che arrivano a coprire un notevole arco temporale, quasi ad assumere il
carattere della permanenza.
Da un punto di vista normativo, nel nostro ordinamento
giuridico non esiste una legge ad hoc
che disciplini organicamente la materia delle missioni all’estero, con la
conseguenza che le citate operazioni sono di volta in volta regolate da
specifici provvedimenti.
Per quanto riguarda, invece,
l'inquadramento di queste operazioni nell'ordinamento
costituzionale, la legittimità delle operazioni militari per mantenere o
imporre la pace è stata finora individuata sulla base del parametro contenuto
nella seconda parte dell’articolo 11
della Costituzione secondo il quale “l’Italia consente, in condizioni di
parità con gli altri stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un
ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni”.
In questo contesto si
colloca la legge 14 novembre 2000, n.331
la quale, dopo aver ricordato che il compito delle Forze armate italiane è la
difesa dello Stato, aggiunge che queste possono essere impiegate all’estero al
fine della realizzazione della pace e della sicurezza, ma sempre in conformità
delle regole del diritto internazionale e alle determinazioni delle
organizzazioni internazionali di cui l’Italia sia membro[1].
Per quanto riguarda, poi, le
procedure interne al nostro
ordinamento in forza delle quali è possibile pervenire all’adozione della
decisione riguardante il coinvolgimento delle truppe italiane nell’ambito delle
missioni militari oltreconfine, va rilevato che l’assenza di una disciplina
costituzionale degli stati di crisi
diversi dalla guerra intesa in senso classico e di una disciplina
costituzionale dell’uso della forza militare in forma circoscritta e con
obiettivi limitati, come avviene nelle missioni di pace all’estero, ha posto il
problema relativo all’applicabilità
alle missioni internazionali del procedimento previsto dagli articoli 78 e 87 della Costituzione[2].
Le due disposizioni, alle
quali non si è mai fatto ricorso dopo l’entrata in vigore della Costituzione,
implicano una deliberazione delle Camere e il conferimento al Governo dei poteri
necessari (art. 78). Spetta invece al Presidente della Repubblica, che ha il
comando delle Forze armate, dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle
Camere (art. 87, 9° comma).
La questione è emersa, in
particolare, nel corso dei primi anni novanta, quando successivamente allo
scoppio della c.d. “guerra del Golfo”, si è verificata la crisi internazionale
che ha costretto il nostro paese a misurarsi con le tematiche della legittimità
costituzionale dei procedimenti di deliberazione delle decisioni connesse
all’invio all’estero di contingenti militari italiani[3].
Peraltro, nella prassi, la
conclusione del dibattito parlamentare relativo ai vari interventi militari è
avvenuta generalmente mediante l’approvazione
di mozioni (partecipazione italiana alla missione internazionale nel 1987
per la protezione di navi mercantili nel Golfo persico, durante il conflitto
Iran-Iraq), o risoluzioni in Assemblea
(invio nel 1991 di una forza multinazionale per il ristabilimento dello status
quo in Kuwait dopo l’invasione irachena), o risoluzioni in Commissione (partecipazione italiana alla missione
navale nel Golfo persico del 1990-91 per il controllo dell’embargo ONU e per lo
sminamento del Golfo).
In altri casi il Governo è
ricorso allo strumento del decreto legge,
soprattutto ai fini del finanziamento delle missioni militari, ma anche in modo
da sollecitare la decisione parlamentare e, nello stesso tempo, la formulazione
di un indirizzo politico sull’operazione.
Va, comunque, rilevato che a
partire dalla XI legislatura la gestione degli stati di crisi è stata oggetto
di varie proposte di legge le quali, pur nella loro diversità, sostanzialmente
miravano ad un rafforzamento del ruolo
del Governo e, al suo interno, del Presidente del Consiglio e, nello stesso
tempo, ad un incremento dei poteri di controllo
e di garanzia del Parlamento, cui veniva riservata la definizione della
politica generale della difesa, indipendentemente dal verificarsi delle varie
emergenze interne ed internazionali.
In questo contesto la legge 18 febbraio 1997, n. 25[4] si è proposta di dare una
risposta, sul piano organizzativo-procedimentale, alle diverse esigenze di
difesa alle quali lo Stato è tenuto a fare fronte[5] .
A tal fine, nella citata
legge al Governo sono riservate le deliberazioni in materia di sicurezza e
difesa, le quali sono prima sottoposte al Consiglio supremo di difesa, poi
approvate dal Parlamento ed infine attuate dal Ministro della difesa; al Ministro
della difesa sono, invece, riservate le direttive nell’ambito della politica militare[6].
In relazione alla citata
normativa occorre evidenziare che la Commissione
difesa della Camera dei Deputati, con la risoluzione n. 7-1007 del 16 gennaio 2001, ha apportato ulteriori
elementi di precisazione al vigente quadro normativo specificando, con riferimento
all’indicato procedimento decisionale, la necessità dei seguenti quattro passaggi procedurali:
deliberazione
governativa in ordine alla partecipazione alla missione di pace all’estero
e conseguente informativa alle Camere;
approvazione
parlamentare (anche da parte di una sola Camera o delle Commissioni
permanenti competenti) della deliberazione
governativa;
presentazione
di un disegno di legge o emanazione di un decreto-legge contenente la copertura finanziaria della missione;
adozione
delle disposizioni attuative da parte della amministrazione militare.
1.1. Le regole di ingaggio (ROE)
Secondo la definizione
fornita dal testo militare United Kingdom
Glossary of Joint Multinational Terms and Definitions, le Rules
of Engagement (ROE) sono “quelle direttive diramate dalle competenti
autorità militari che specificano le circostanze ed i limiti entro cui le forze
possono iniziare e/o continuare il combattimento con le forze contrapposte”.
Più specificatamente, le
regole d’ingaggio consistono in talune istruzioni predefinite e dettagliate che
stabiliscono il comportamento tattico di una unità per l’assolvimento della
missione assegnata, consentendo, limitando o negando, a seconda delle
situazioni, determinate azioni in modo da permettere il pieno raggiungimento
degli obiettivi militari necessari per il conseguimento degli obiettivi
politici.
Naturalmente, sotto il
profilo giuridico le regole d’ingaggio
devono essere conformi sia all’ordinamento interno dello Stato che dispone
l’invio del contingente all’estero, sia al diritto internazionale. Sotto il
primo profilo vengono in considerazione specialmente le regole costituzionali,
nel nostro caso l’art. 11 della Costituzione; per quanto riguarda, invece, il
secondo profilo, occorre tenere conto del diritto internazionale umanitario in
vigore, tanto di quello convenzionale (in particolare le Convenzioni di Ginevra
del 1949 e i due Protocolli aggiuntivi del 1977), nonché dello Statuto della
Corte penale internazionale[7].
La formulazione delle regole d’ingaggio spetta allo Stato nazionale del
contingente, ma per le operazioni multinazionali le regole sono emanante
dall’organizzazione sotto il cui comando la Forza è posta. Questo vale per le
Nazioni Unite, la Nato e l’Unione Europea. In questi casi i singoli Stati che
partecipano alle operazioni multinazionali, hanno il diritto di prevedere singole regole che tengano conto dei loro
ordinamenti giuridici e dei trattati internazionali di cui siano parti.
In particolare, i singoli
paesi partecipanti possono inserire restrizioni nazionali, i cosiddetti caveat,
che sono delle vere e proprie riserve.
I caveat sono importanti
poiché consentono di partecipare ad un’operazione multinazionale, senza
derogare alle regole di condotta dettate dalla legislazione nazionale o
stabilite dal potere politico. Sono ad esempio note le diverse posizioni esistenti tra alleati in relazione alle modalità di partecipazione alla missione ISAF, a guida Nato, in Afghanistan, tra chi chiede una partecipazione più
incisiva alle ostilità e chi invece è ancorato ad una visione strettamente
difensiva dell’operazione.
Il valore giuridico delle regole d’ingaggio dipende dal singolo ordinamento interno. In quello italiano, tali regole non possono essere considerate come cause
di giustificazione aggiuntive a quelle previste dai codici penali militari,
ma semplicemente come una modalità applicativa di un impiego della forza armata
consentito dal diritto internazionale e non proibito dalle norme interne al
nostro ordinamento giuridico.
Nel sistema delineato dalla Carta delle Nazioni Unite, al Consiglio di
Sicurezza è attribuita (articolo 24) la responsabilità
principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, da
esercitarsi mediante l’esercizio dei poteri attribuiti dai capitoli VI, VII,
VIII e XII della Carta medesima.
Il capitolo VI della Carta,
dedicato alla soluzione pacifica delle controversie internazionali, disciplina
quella che può essere definita, in senso lato, la funzione conciliativa del
Consiglio di Sicurezza.
Il capitolo VII attribuisce
al Consiglio di Sicurezza la competenza a reagire alle situazioni di minaccia
alla pace, violazione della pace ed aggressione (articolo 39), in primo
luogo attraverso misure non implicanti l'uso della forza, quali le sanzioni
economiche e l'interruzione delle relazioni diplomatiche (articolo 41) e,
successivamente, in caso di inadeguatezza di queste, mediante "azioni di
polizia internazionale" implicanti l'uso della forza per il ristabilimento
della pace (articolo 42). Per le azioni previste dall'articolo 42 il
Consiglio può intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione
necessaria per ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. A tal fine
gli articoli 43 e 47 prevedono l'impegno degli Stati membri di mettere a
disposizione del Consiglio – in conformità ad un accordo o ad accordi speciali
- le forze armate, l’assistenza e le facilitazioni necessarie.
L’articolo 48, comma 2,
prevede poi che le decisioni del Consiglio di Sicurezza per il mantenimento
della pace e della sicurezza internazionale sono eseguite dagli Stati membri
dell’ONU direttamente o mediante la loro azione nelle organizzazioni
internazionali competenti di cui siano membri.
L’articolo 51 della Carta
riconosce altresì, nel caso di attacco armato contro uno Stato membro dell’ONU,
il diritto di autotutela individuale o collettiva, fino a quando il Consiglio
di Sicurezza non abbia adottato le misure necessarie per il mantenimento della
pace. Le misure prese nell’esercizio di tale diritto devono essere
immediatamente comunicate al Consiglio di Sicurezza e non pregiudicano i suoi
poteri in ordine alle azioni per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza
internazionale.
Il contrasto tra i due blocchi in cui si divise il mondo dopo la fine
della seconda guerra mondiale, con la conseguente mancanza di unanimità
all'interno del Consiglio di Sicurezza, rese di fatto inutilizzabile il
capitolo VII della Carta, con la sua previsione di dotare l’ONU di una
specifica Forza armata. A questa situazione l’ONU ha reagito attraverso una
prassi di intervento che ha visto il Consiglio di Sicurezza decidere l’utilizzo
di forze militari appartenenti agli Stati membri al fine di contribuire al
mantenimento della pace, o, più raramente, per agire coercitivamente nei
confronti di uno Stato membro reo di aver violato norme di diritto
internazionale consuetudinario e/o obblighi derivanti dal Trattato.
In sostanza, e in prima approssimazione, si possono enucleare due
tipologie d'intervento adottate dal Consiglio di sicurezza:
a) creazione di Forze delle Nazioni Unite incaricate, con compiti per
lo più limitati, di operare per il mantenimento della pace, con delega di
poteri al Segretario Generale che, a sua volta, conclude gli accordi con gli
Stati membri per il reperimento dei contingenti armati (caschi blu) e assume il
comando delle operazioni che si svolgono direttamente sotto l'egida dell'ONU;
b) autorizzazione ad uno o
più Stati membri o ad Organizzazioni regionali ad usare la forza per il
ripristino della pace. Tale seconda tipologia, che consiste in una delega a
questi Paesi ed Organizzazioni dell'esercizio del diritto di usare la forza
proprio del Consiglio di Sicurezza, viene adottata in quei casi in cui la
complessità e l'ampiezza dei compiti operativi sconsiglia l'impegno diretto
delle strutture dell'ONU.
Le operazioni per il mantenimento della pace sono state caratterizzate nel corso degli anni da una rilevante
evoluzione qualitativa e quantitativa. Si possono individuare sinteticamente
differenti tipologie di operazioni di pace, pur nella consapevolezza sia della
relatività delle classificazioni, sia della compresenza di differenti tipologie
all'interno delle operazioni realizzate:
a) operazioni di formazione della pace e prevenzione del conflitto (peace-making): sono utilizzate in
presenza di una controversia che determina un conflitto. Si tratta, perciò, di
attività volte prevalentemente alla soluzione pacifica delle controversie
attraverso il ricorso ai mezzi diplomatici tipici del diritto internazionale
per la soluzione dei conflitti;
b) operazioni di peace-keeping:
si tratta di operazioni militari volte a prevenire, limitare od eliminare
situazioni di conflitto tra Stati o all'interno di Stati, al fine di mantenere
o ristabilire la pace. In particolare, le funzioni cui assolvono tali
operazioni hanno un contenuto variabile che va dai compiti di osservazione e
verifica (che comprendono il controllo del cessate il fuoco, della liberazione
del territorio e del conseguente ritiro delle forze di occupazione) a quelli di
interposizione (che comporta l'assunzione di un ruolo di mera presenza tra le
due parti in conflitto, allo scopo di ridurre la tensione tra le stesse e di
prevenire gli scontri) e a quelli di mantenimento dell'ordine e del rispetto
del diritto;
c) operazioni di imposizione della pace (peace-enforcing): si tratta di operazioni militari volte ad
imporre con la forza alle parti in conflitto o al soggetto individuato come
aggressore, l'attuazione delle misure di controllo e riduzione della situazione
di conflittualità decise dall'organizzazione internazionale che invia o
autorizza l'operazione. Ciò implica la possibilità di vere e proprie azioni di
combattimento;
d) operazioni di assistenza internazionale: si tratta di
attività volte a realizzare le condizioni per una pace duratura poste in essere
al termine di un conflitto o di una guerra civile, al fine di evitare che
sorgano nuove controversie e si determinino altre situazioni di conflittualità.
Rientrano in tale categoria tutte le attività che consentono la ripresa delle
condizioni di vita ordinaria e comprendono programmi di aiuto e ricostruzione
economica, sociale, sanitaria, soprattutto nella fase successiva alla
cessazione delle operazioni militari.
Nel sistema dell’Alleanza
Atlantica sono centrali gli articoli 4, 5 e 6 del Trattato Nord-atlantico,
fatto a Washington il 4 aprile 1949 e ratificato dall’Italia con la legge 1°
agosto 1949, n. 465.
L’articolo 4 prevede che le parti si consultino ogni volta che,
nell’opinione di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica
o la sicurezza di una di esse siano minacciate. Si tratta, quindi, di una
disposizione procedurale relativa ai casi in cui nessuna delle parti abbia
ritenuto di aver subito un attacco armato.
L’articolo 5 costituisce invece la chiave di volta dell’Alleanza militare
prevedendo infatti l’impegno reciproco delle parti a considerare un attacco
armato contro una o più di esse come un attacco diretto contro tutte. Ciascuna
delle parti, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o
collettiva riconosciuto del citato articolo 51 dello Statuto dell’ONU assisterà
la parte o le parti attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e
di concerto con le altre parti, l’azione che riterrà necessaria, compreso
l’impiego della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella
regione dell’Atlantico settentrionale. La norma in esame prosegue disponendo
che ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza
di esso saranno immediatamente segnalati al Consiglio di sicurezza (delle
Nazioni Unite) e che tali misure saranno sospese quando il Consiglio di
sicurezza avrà adottato le disposizioni necessarie per ristabilire e mantenere
la pace e la sicurezza internazionali.
Le disposizioni
dell’articolo 5 hanno peraltro subìto un’evoluzione interpretativa a seguito
delle determinazioni assunte dai Capi di Stato e di Governo all’incontro del Consiglio del Nord Atlantico
di Washington del 23 e 24 aprile 1999 che hanno definito le linee di
sviluppo dell’Alleanza atlantica per il XXI secolo, mediante l’approvazione di
un nuovo concetto strategico[8].
In estrema sintesi il nuovo
concetto strategico individua nuovi rischi per la sicurezza, tra i quali: la
diffusione globale di una tecnologia che può essere impiegata nella
introduzione di armi; la circostanza che avversari, siano o meno Stati, possano
sfruttare l’utilizzazione di strumenti informatici; il terrorismo
internazionale; il sabotaggio e la criminalità organizzata.
Il nuovo concetto strategico
ha ampliato il novero degli aggressori ex articolo 5: il punto 24 del concetto strategico dell’Alleanza Atlantica come sopra
approvato dichiara, infatti, che “Ogni attacco armato sul territorio di
Alleati, proveniente da qualsiasi direzione, darà luogo all’applicazione degli
articoli 5 e 6 del Trattato di Washington”. Inoltre, il punto 42 del comunicato del Summit del citato Consiglio del
Nord-Atlantico espressamente prevede che il terrorismo costituisce una seria
minaccia alla pace, alla sicurezza e alla stabilità, che può minacciare
l’integrità territoriale degli Stati.
L’articolo 5 ha trovato
applicazione per la prima volta nella riunione del Consiglio atlantico di
mercoledì 12 settembre 2001, il giorno successivo agli attentati terroristici
di New York e Washington.
L’articolo 6 del Trattato individua, invece, la direzione dell’attacco armato
suscettibile di rendere applicabile l’articolo 5 appena commentato. La norma,
infatti, precisa che per attacco armato contro una o più parti si intende un
attacco armato contro il territorio di una di esse in Europa o nell’America
settentrionale, contro il territorio della Turchia o contro le isole situate
sotto la giurisdizione di una delle parti nella regione dell’Atlantico
settentrionale a nord del Tropico del Cancro. E’ altresì attacco armato quello
rivolto contro le navi o gli aereomobili di una delle parti che si trovino su
detti territori o in qualsiasi altra regione d’Europa nella quale, alla data di
entrata in vigore del trattato siano stazionate forze di occupazione di una
delle parti, o che si trovino nel mare Mediterraneo o nella zona dell’Atlantico
a nord del Tropico del Cancro, o al di sopra di essi.
Il progetto di dar vita ad
una Difesa Comune Europea risale agli anni ’50, ma solo di recente ha ricevuto
un rinnovato impulso anche alla luce della necessità di assicurare all’Unione
europea di più articolati ed efficienti strumenti per la gestione delle
operazioni di crisi.
Questo processo ha portato a
tracciare, in modo sempre più chiaro, l’identità Europea di Sicurezza e Difesa
con l’effetto di ridefinire i rapporti con la NATO, attraverso l’individuazione
e specificazione delle rispettive competenze, (Berlin Plus) e la struttura politico militare dell’UE (Helsinki 1999 e Nizza 2001).
A sancire l’adozione di
questo nuovo approccio, è stato redatto nel 2003 dall’Alto Rappresentante della
PESC, Javier Solana, il documento intitolato “A secure Europe in a better World”.
In esso si evidenzia che, “alla luce delle nuove minacce e dell’evoluzione dei
concetti classici di difesa in nuove forme di lotta preventiva e di contrasto
su vasta scala alla criminalità organizzata, la Politica Estera Europea non può
prescindere dall’allestimento di forze militari moderne, in grado di garantire
determinati standard di sicurezza. Ciò, a sua volta, dovrà realizzarsi
parallelamente allo sviluppo di una cultura strategica che consenta di
promuovere “interventi tempestivi, rapidi e, se necessario, vigorosi”.
La conferma più evidente dei
progressi compiuti nella PESC, è data dall’implementazione dell’Headline
Goal e dalla crescente partecipazione all’intera gamma delle missioni
di Petersberg.
Le operazioni condotte, infatti, rappresentano l’esempio più concreto e
quantificabile dei cambiamenti apportati nella strategia di sicurezza e difesa.
Nello specifico, a partire
dai primi mesi del 2003, l'Unione ha infatti dato avvio a proprie Operazioni di
CMO (Crisis Management Operations) assumendo, a partire dal 1° gennaio 2003, la
responsabilità della missione di polizia internazionale in Bosnia Erzegovina (EUPM) rilevando la precedente missione IPTF
dell'ONU.
L'Unione ha inoltre rilevato
la NATO, dal 31 marzo 2003, nella gestione della operazione di mantenimento
della pace in FYROM (Operazione
Concordia). Alla missione Concordia ha fatto seguito, sempre in FYROM, a
partire dal 15 dicembre 2003, la missione Proxima. Al termine della missione
Proxima, nel dicembre 2005, l’UE ha costituito una nuova missione in Macedonia,
denominata EUPAT (European Union Police
Advisory Team).
Nel giugno del 2003, in
seguito alla richiesta del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (risoluzione 1484/2003),
l'Unione ha inoltre condotto l'operazione Artemis, con un proprio contingente
militare, a guida francese, nella Repubblica
Democratica del Congo.
A partire dal dicembre 2004,
l’UE è subentrata alla NATO in Bosnia,
con la missione Althea che svolge i compiti della missione SFOR.
Dall’inizio del 2005, una
nuova missione è stata infine realizzata nella Repubblica democratica del Congo (EUPOL Kinshasa), mentre, dal
luglio dello stesso anno, è in corso una missione UE che supporta la missione
dell’Unione africana AMIS II in Darfur
(Sudan).
L’UE ha inoltre intrapreso
una missione per l'assistenza nell'istituzione di un controllo doganale
internazionale sul settore transdnestriano del confine tra Moldova e Ucraina.
La missione EU BAM (European Union Border Assistance Mission)
Moldova e Ucraina è stata istituita con l’Azione comune 2005/776/PESC del 7
novembre 2005 del Consiglio dell’Unione europea.
Nel novembre 2005, il
Consiglio europeo ha autorizzato l’istituzione di due missioni nei territori
palestinesi.
Con l’azione comune
2005/797/PESC del Consiglio del 14 novembre 2005, l’Unione ha istituito la
missione EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian
Territories) nei territori palestinesi,
con lo scopo di contribuire all’istituzione di una struttura di polizia sotto
la direzione palestinese.
Con la successiva Azione
comune del Consiglio del 25 novembre 2005, l’Unione ha autorizzato la
costituzione di una missione il valico di Rafah, al confine fra la striscia di Gaza e l'Egitto, denominata EU BAM Rafah
(European Union Border Assistance Mission on the Gaza-Egypt Border-Crossing).
Tale nuovo impegno è volto ad assistere le Autorità Palestinesi nella gestione
del valico di Rafah (Rafah Crossing Point – RCP) con l’Egitto, chiuso all’atto
del disimpegno israeliano dall’area.
Successivamente è stata
costituita una nuova missione europea nella Repubblica democratica del Congo.
Dopo che il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha autorizzato, con la risoluzione
1671 del 25 aprile 2006, l’Unione europea a schierare forze nella Repubblica democratica del Congo a
sostegno della mission MONUC, il Consiglio europeo ha disposto, con l’azione
comune 2006/319/PESC del 27 aprile 2006 la costituzione della missione EUFOR RD
Congo.
Una ennesima missione, denominata
EUPT (European Union Planing Team), è infine in via di costituzione da parte
dell’Unione europea in Kosovo,
disposta dal Consiglio con l’azione comune 2006/304/PESC del 10 aprile 2006.
Essa ha lo scopo di avviare la pianificazione di un operazione che garantisca
la transizione fra determinati compiti di UNMIK e una possibile operazione
dell’Unione europea di gestione delle crisi.
Successivamente, è stata
disposta la missione europea di sostegno ad
AMISOM (in Somalia) mentre a giugno 2007 è stata avviata una missione di
polizia in Afghanistan (EUPOL
Afghanistan) e sono state previste missioni in Chad e nella Repubblica
Centrafricana insieme all'ONU per il 2008.
Dal secondo dopoguerra ad
oggi l’Italia ha partecipato a 114 missioni militari fuori dai confini nazionali[9] e, di queste, 31 sono
tuttora in corso. 2 missioni sono state autorizzate dal Parlamento
ma non hanno avuto ancora inizio[10].
La prima missione ha riguardato la presenza di contingenti italiani in
Somalia nell’ambito dell’esercizio del mandato fiduciario conferito all’Italia
dall’ONU nel 1950, e si è conclusa nel 1960 con l’indipendenza di quel Paese.
Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito ad un netto incremento
del numero delle missioni militari internazionali cui l’Italia ha preso parte.
Fino alla fine degli anni Ottanta tali operazioni hanno comportato l’impiego di
una ridotta quantità di uomini (se si eccettuano le operazioni di pace in
Libano tra il 1982 e il 1984), anche in considerazione del fatto che la media
delle missioni in corso nei singoli anni è stata costantemente inferiore a 4;
nella seconda metà degli anni Ottanta la media delle missioni in corso ha
raggiunto progressivamente quota 9-10.
Negli anni Novanta, la presenza internazionale italiana è cresciuta in
particolare attraverso la partecipazione alle operazioni conseguenti alla crisi
del Golfo Persico (1990-1991) e alle vicende dei Balcani (in particolare nel
1995 e nel 1999) ed il numero di missioni svolte in ciascun anno ha superato
mediamente le 20, raggiungendo quota 30 nel 1999. Dal 2000 il numero delle
missioni si è mantenuto prossimo alle 30.
Per una ricostruzione grafica dell’andamento sopra descritto si veda la
figura 1 a pagina 41.
Delle 114
missioni a cui hanno preso parte contingenti italiani, quelle
condotte dalle Organizzazioni internazionali alle quali l’Italia appartiene
sono 83,
così ripartite:
ONU |
33 |
NATO |
24 |
UE |
19 |
UEO |
3 |
NATO e UEO |
2 |
OSCE |
1 |
UE e UEO |
1 |
La figura seguente
rappresenta graficamente i valori percentuali di tale ripartizione:
Le missioni cui l’Italia ha partecipato e che non sono condotte dalle
Organizzazioni internazionali cui appartiene sono, invece, 31: di queste, 9 sono
state svolte in attuazione di risoluzioni ONU o sono comunque ad esse
collegate.
Per quanto riguarda le aree
geografiche interessate dalle missioni, emerge che il nostro Paese si è
maggiormente impegnato nei territori tradizionalmente strategici e delicati per
la sua sicurezza: Europa e area mediterranea. Si evidenziano, infatti, i dati
seguenti:
Sotto il profilo della tipologia, le missioni si possono suddividere
secondo il seguente prospetto:
operazioni di mantenimento della pace (peace-keeping) |
46 |
operazioni di assistenza internazionale |
37 |
operazioni di imposizione della pace (peace-enforcing) |
22 |
operazioni di formazione della pace
e prevenzione del conflitto
(peace-making) |
9 |
ll grafico seguente rappresenta la
ripartizione in percentuale:
Delle 22 missioni di peace enforcing 4 sono consistite in attività sostanzialmente riconducibile a
quella bellica.
Le 37
missioni di assistenza internazionale possono essere così ulteriormente
suddivise:
operazioni con mandato fiduciario
ONU |
1 |
operazioni di polizia locale |
10 |
operazioni di assistenza tecnica e di addestramento |
15 |
operazioni di assistenza umanitaria |
11 |
Per quanto
riguarda le 31 missioni in corso, la
metà si sta svolgendo in Europa (13
in quella extracomunitaria – Balcani - e 2
in quella UE –Malta e Cipro), mentre le altre sono presenti in Medio Oriente (8), in Africa (2 nel Nord Africa e 2
nell’Africa subsahariana), in Asia (3)
e in America latina (1).
Le
missioni vedono attualmente impegnato il nostro Paese con 8.620 uomini così ripartiti tra Forze armate e Corpi di polizia:
Il personale militare che
partecipa alle operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni
internazionali è pari a 280 unità, mentre quello che partecipa alle missioni condotte
dalle Organizzazioni internazionali (8.340)
è ripartito tra i seguenti organismi: NATO (5.043), ONU (2.815) UE (482).
Se si analizza, infine, la
distribuzione dei contingenti italiani tra le diverse aree geografiche, risulta
prevalente l’impiego delle nostre Forze armate nei Balcani:
Paesi del Medio
oriente |
3.027 |
Paesi europei
non comunitari di cui 7.426 nei Balcani |
2.858 |
Paesi dell'Asia centrale e meridionale |
2.574 |
Paesi del Nord Africa |
110 |
Paesi dell’Unione europea |
41 |
Paesi dell'Africa Subsahariana |
5 |
Paesi dell’America latina |
5 |
Dall’analisi degli oneri derivanti dalle missioni, osservati a partire
dagli anni Ottanta - decennio in cui si registra un consistente aumento del
loro numero - emerge un costante incremento delle spese, soprattutto a partire
dagli anni Novanta.
In particolare, rilevanti aumenti della spesa si sono registrati in
occasione della crisi libanese del 1983 e dell’intervento per lo sminamento del
Mar Rosso nel 1988, in seguito alla guerra Iran-Iraq. Successivamente, il
costante intensificarsi dell’impegno italiano nelle missioni internazionali in
relazione alla guerra del Golfo, alla crisi in Somalia e alla grave
destabilizzazione dell’area balcanica ha determinato un significativo aumento
delle spese. Un ulteriore aumento si è recentemente registrato con l’impegno
italiano nella guerra al terrorismo internazionale e nelle operazioni in
Afghanistan e in Iraq e successivamente con l’intervento in Libano.
La tabella II a pagina 38 ed
il grafico 2 a pagina 42 contengono i dati analitici relativi all’evoluzione
degli oneri.
Nell’ambito dei principi costituzionali concernenti la partecipazione
alle missioni militari internazionali, il Parlamento svolge un ruolo rilevante
nella procedura di decisione dell’intervento, in linea con il rapporto
fiduciario con il Governo. Questo ruolo si estrinseca attraverso strumenti e
procedure diverse, che vanno dall’esame di disegni
di legge di conversione di decreti-legge o di disegni di legge ordinaria allo
svolgimento di attività di indirizzo, controllo e informazione, in una o in
entrambe le Camere
In base ai dati rilevati, il coinvolgimento del Parlamento nel processo decisionale sulla partecipazione a missioni militari
internazionali si è verificato in 85
casi.
L’intervento parlamentare è stato in 44 casi precedente all’inizio della
missione, in 10 casi contemporaneo e
negli altri 31 successivo. A tal fine si è preso in
considerazione solo il primo intervento parlamentare in ordine cronologico,
fermo restando che, il più delle volte, le Camere sono ripetutamente
intervenute, a diverso titolo, in merito alla stessa missione. Per 29 missioni non vi è stato alcun
intervento diretto delle Camere.
Per quanto riguarda la forma, il primo intervento
da parte del Parlamento si è realizzato attraverso gli strumenti o nelle sedi
indicate nella tabella seguente:
Legge
in 5
casi la presentazione del disegno di legge è stata precedente all’inizio
della missione in 1
caso contemporanea |
6 |
Decreto-legge in
21 casi precedente all’inizio della missione in 2
casi contemporaneo in
18 casi successivo |
41 |
Approvazione
di mozioni in
entrambi i casi le sedute sono state precedenti all’inizio della missione |
2 |
Approvazione
di risoluzioni in 6
casi l’approvazione è stata precedente all’inizio della missione in 2
casi contemporanea in 3
casi successiva |
11 |
Approvazione
di un ordine del giorno approvato
successivamente all’inizio della missione |
1 |
Sindacato
ispettivo in 1
caso la seduta è stata precedente in 1
caso contemporanea in 2
casi successiva all’inizio della missione |
4 |
Procedure
informative in 9
casi precedenti all’inizio della missione in 4
casi contemporanee in 7
casi successive |
20 |
Per quanto riguarda le leggi originate da disegni
di legge governativi, ai fini della determinazione del momento dell’intervento
parlamentare, si è scelto di far coincidere quest’ultimo con la data della loro
presentazione alle Camere.
Nell’ambito
di 76 missioni sono stati comunque
adottati uno o più provvedimenti legislativi:
×
in 27 casi è stato
utilizzato esclusivamente il decreto-legge, successivamente convertito;
×
in 3 casi è stata approvata
una legge ordinaria di iniziativa del Governo (prevalentemente ratifiche di
accordi internazionali relativi alla missione);
×
in 46 casi nel corso della
missione si è registrata sia l’adozione di decreti-legge, poi convertiti, sia
l’approvazione di leggi ordinarie (in taluni casi contenenti la sanatoria dei
decreti-legge decaduti, in altri casi contenenti disposizioni integrative).
In caso di operazioni condotte dalle Organizzazioni internazionali cui
l’Italia appartiene, la prassi che si è registrata dal dopoguerra ad oggi,
mostra 28 casi di intervento
parlamentare precedente all’inizio delle missioni, 6 di intervento contemporaneo e 27 di intervento successivo, mentre in 22 casi non si è avuto alcun intervento del Parlamento.
In questi casi si riscontra generalmente un’iniziativa volta ad aprire
un dibattito in Parlamento, che si conclude, secondo la prassi che si è
instaurata, con un atto di indirizzo politico.
La prassi in ordine a questo passaggio parlamentare non è tuttavia
costante: non si è verificata, infatti, nei casi in cui si è ritenuto che la
partecipazione alla missione godesse di ampio e unanime supporto delle Camere;
oppure, in caso di modesta entità della missione stessa, il Governo si è
limitato ad informare le Commissioni parlamentari competenti (Esteri e Difesa).
In alcuni casi, infine, il Governo ha portato a conoscenza del
Parlamento la propria decisione direttamente con la presentazione del disegno
di legge relativo alla copertura finanziaria dell'operazione, ovvero con la
presentazione del decreto-legge, qualora la necessità e l'urgenza di
partecipare alla missione impongano l'adozione di tale strumento normativo
(talvolta emanato dopo che la missione è già iniziata).
Nello schema che segue si segnalano alcuni dei casi più rilevanti,
rinviando per i dati di dettaglio alle rispettive schede.
Schema n. 1
– Alcuni esempi di intervento delle Camere nel caso di partecipazione
dell’Italia ad operazioni condotte dalle Organizzazioni internazionali cui
appartiene
Intervento precedente
l’inizio della missione |
Per la partecipazione alla missione IFOR nella ex Jugoslavia, nel
dicembre 1995, realizzata in ambito NATO, alle missioni ONU INTERFET, del
settembre 1999 a Timor Est, e UNMIS, del giugno 2005 in Sudan, il Governo ha
preventivamente verificato il sostegno delle Camere, aprendo un dibattito
concluso con un atto di indirizzo politico. |
Intervento contemporaneo
all’inizio della missione |
Nel caso della missione di pace UNMEE, in Etiopia ed Eritrea,
l’intervento parlamentare sulla missione ONU (iniziata nel novembre 2000) si
sono svolte, congiuntamente all’inizio della missione stessa (il 15
novembre), comunicazioni del Governo presso la Camera e successivamente (il
28 novembre) presso il Senato. Nel caso dell’intervento della Nato in Kosovo,
l’attacco militare iniziò il 24 marzo 1999. Lo stesso giorno il
Vicepresidente del Consiglio rese un’informativa urgente alla Camera e
Comunicazioni del Governo al Senato sugli sviluppi della crisi. Il 26 marzo
si svolse un dibattito in entrambi i rami del Parlamento con l’approvazione
di due mozioni da parte del Senato e di tre risoluzioni da parte della
Camera. |
Intervento successivo
all’inizio della missione |
Nel caso della missione umanitaria NATO AFOR (o Allied Harbour) svoltasi
in Albania dall’8 aprile 1999, contestualmente alle operazioni di guerra nel
Kosovo l’intervento parlamentare si è svolto successivamente all’inizio della
missione attraverso l’approvazione di risoluzioni. In altri casi il Governo
si è limitato ad informare le Commissioni parlamentari competenti (come
nell’operazione militare Deliberate
Force realizzata dalla NATO in territorio bosniaco nel 1995). Per le
recenti missioni dell’UE, in Congo e in Darfur, (2005) e per la missione NATO
in Iraq (2004), il Parlamento si è pronunciato durante la discussione del
D.L. relativo al finanziamento, comunque emanato dopo l’inizio delle
missioni. |
Nessun intervento |
A questa tipologia appartengono missioni quali UNMOGIP (gennaio 1959)
in India e Pakistan, UNIIMOG (agosto 1988) in Iran e Iraq, UNIFIL (luglio
1979) in Libano, UNTAC (luglio 1992) in Cambogia, MINUGUA (luglio 1995) in
Guatemala, fino alle più recenti missioni MONUC (dicembre 1999) in Congo,
UNMIL (ottobre 2003) in Liberia e Distinguished Games (luglio 2004) in
Grecia. Si tratta prevalentemente di missioni svolte per adempiere agli
obblighi derivanti dall’adesione alle organizzazioni internazionali. |
Per quanto
attiene, invece, alla partecipazione dell’Italia alle operazioni che non sono condotte
dalle Organizzazioni internazionali cui appartiene, si sono registrati 16 casi di intervento parlamentare
precedente all’inizio delle missioni, 4
di intervento contemporaneo e 4 di
intervento successivo, mentre in 7 casi
non si è avuto alcun intervento del Parlamento.
Sotto il
profilo dell’ordinamento interno la prassi registra sia il caso in cui il
Governo decide di inserire nel disegno di legge di autorizzazione alla ratifica
le norme relative al reperimento della copertura finanziaria, sia il caso, più
frequente, in cui i due momenti sono separati e la copertura finanziaria viene
assicurata tramite un disegno di legge ordinaria o, in caso di necessità ed
urgenza, con un decreto-legge. Vi sono tuttavia anche casi in cui il Governo
non ha presentato alle Camere il disegno di legge di autorizzazione alla
ratifica, emanando invece unicamente il decreto-legge contenente la disciplina
economico-giuridica della missione e la sua “autorizzazione”.
Anche in
relazione a queste ipotesi segnaliamo nello schema che segue i casi più
rilevanti, rinviando per i dati di dettaglio alle rispettive schede.
Schema n. 2
- Alcuni esempi di intervento delle Camere nel caso di partecipazione
dell’Italia ad operazioni che non sono condotte dalle Organizzazioni
internazionali cui appartiene
Intervento precedente l’inizio della
missione |
E’ il caso più frequente tra le missioni svolte fuori dall’ambito
delle organizzazioni internazionali. In questi casi l’esecutivo ha proceduto
sia sulla base di intese internazionali, che sulla scorta di atti di
indirizzo parlamentare. E’ il caso, ad esempio, della prima missione in
Libano (agosto 1982), delle missioni umanitarie Pellicano (settembre 1991) e Alba
(aprile 1997) in Albania e della missione Antica
Babilonia (2003) |
Intervento contemporaneo all’inizio
della missione |
Tra
i casi di intervento parlamentare contestuale all’inizio della missione si
possono ricordare: la seconda missione di pace in Libano (settembre 1982) e
l’operazione Restore hope (dicembre
1992) in Somalia. |
Intervento successivo all’inizio
della missione |
Il
coinvolgimento parlamentare in queste fase risulta meno frequente. A titolo
di esempio si possono: citare l’operazione MFO (marzo 1982) per il
pattugliamento dello stretto di Tiran nel Sinai tra Egitto e Israele e la
missione umanitaria Provide comfort I (aprile
1991) per il soccorso alle popolazioni curde in Iraq. |
Nessun intervento |
In
altre occasioni, il Parlamento non è stato coinvolto, come, ad esempio, nella
missione MIF (settembre 1995) per il rispetto dell’embargo verso l’Iraq o la
missione Ippocampo Rwanda (aprile
1994) per il recupero e l'evacuazione dei cittadini stranieri durante in
conflitto tra etnie in Rwanda. |
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare
|
||
|
|
|
Data di inizio
|
|
P
|
C
|
S
|
1 |
Mandato fiduciario ONU in Somalia |
ONU |
2 febbraio 1950 |
conclusa |
|
ü |
|
2 |
UNEF |
ONU |
21 novembre 1956 |
conclusa |
|
ü |
|
3 |
UNTSO |
ONU |
5 giugno 1958 |
in corso |
|
|
|
4 |
UNOGIL |
ONU |
19 giugno 1958 |
conclusa |
|
|
|
5 |
UNMOGIP |
ONU |
3 gennaio 1959 |
in corso |
|
|
|
6 |
Laos 1959 |
ONU |
7 ottobre 1959 |
conclusa |
|
|
|
7 |
UNOC |
ONU |
11 luglio 1960 |
conclusa |
|
|
|
8 |
UNYOM |
ONU |
20 dicembre 1963 |
conclusa |
|
|
|
9 |
DIATM |
------- |
3 settembre 1969 |
conclusa |
|
|
|
10 |
UNIFIL |
ONU |
3 luglio 1979 |
in corso |
|
|
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare
|
|
||||||||||
|
|
|
Data di inizio
|
|
P
|
C
|
S
|
|
||||||||
|
11 |
MFO |
------- |
10 marzo 1982 |
in corso |
|
|
ü |
||||||||
|
12 |
Libano I |
------- |
21 agosto 1982 |
conclusa |
ü |
|
|
||||||||
|
13 |
Libano II |
------- |
23 settembre 1982 |
conclusa |
|
ü |
|
||||||||
|
14 |
Mine nel Mar Rosso |
------- |
22 agosto 1984 |
conclusa |
|
ü |
|
||||||||
|
15 |
------- |
15 settembre 1987 |
conclusa |
ü |
|
|
|||||||||
|
16 |
MIATM |
------- |
14 luglio 1988 |
in corso |
|
||||||||||
|
17 |
UNIIMOG |
ONU |
15 agosto 1988 |
conclusa |
|
||||||||||
|
18 |
UNTAG |
ONU |
13 marzo 1989 |
conclusa |
|
|
ü |
||||||||
|
19 |
UNOCA |
ONU |
30 marzo 1989 |
conclusa |
|
|
|
||||||||
|
20 |
Golfo 2 |
------- |
16 agosto 1990 |
conclusa |
ü |
|
|
||||||||
|
21 |
Operazione Locusta |
------- |
25 settembre 1990 |
conclusa |
ü |
|
|
||||||||
P= precedente all’inizio della missione
C= contemporaneo all’inizio
della missione
S= successivo all’inizio della missione
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare
|
|||||||||||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio
|
|
P
|
C
|
S
|
|||||||||||||||||
|
22 |
UNOSGI |
ONU |
1° marzo 1991 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||||||||||
|
23 |
UNIKOM |
ONU |
18 aprile 1991 |
conclusa |
|
|
|
|
||||||||||||||||
|
24 |
Provide comfort I |
------- |
20 aprile 1991 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
25 |
UNSCOM |
ONU |
23 giugno 1991 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
26 |
Provide comfort II |
------- |
15 luglio 1991 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
27 |
EUMM |
UE |
20 luglio 1991 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
28 |
ONUSAL |
ONU |
26 luglio 1991 |
conclusa |
|
|
||||||||||||||||||
|
29 |
Pellicano |
------- |
16 settembre 1991 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
30 |
MINURSO |
ONU |
27 settembre 1991 |
in corso |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
31 |
Sharp Fence (poi Sharp Guard) |
NATO e UEO |
10 luglio 1992 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
32 |
Maritime Guard (poi Sharp Guard) |
NATO e UEO |
10 luglio 1992 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
33 |
UNTAC |
ONU |
23 luglio 1992 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
34 |
Restore hope |
------- |
11 dicembre 1992 |
conclusa |
|
ü |
|
|
|||||||||||||||||
35 |
UNOMOZ |
ONU |
22 febbraio 1993 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
36 |
Deny flight |
NATO |
12 aprile 1993 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
37 |
UNOSOM II |
ONU |
4 maggio 1993 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
38 |
Operazione Danubio |
UEO |
26 maggio 1993 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
39 |
Ippocampo Rwanda |
------- |
10 aprile 1994 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
40 |
TIPH I |
------- |
8 maggio 1994 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
41 |
Entebbe |
------- |
3 giugno 1994 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
42 |
United Shield |
------- |
10 gennaio 1995 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
43 |
UPFM |
UEO |
8 marzo 1995 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
44 |
MINUGUA |
ONU |
17 luglio 1995 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
45 |
UNAVEM III |
ONU |
24 agosto 1995 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
46 |
Deliberate Force |
NATO |
4 settembre 1995 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
47 |
MIF |
------- |
14 settembre 1995 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||||
|
48 |
IFOR |
NATO |
28 dicembre 1995 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
49 |
SFOR |
NATO |
20 dicembre 1996 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
50 |
TIPH II |
------- |
29 gennaio 1997 |
in corso |
|
ü |
|
|
||||||||||||||||
|
51 |
ALBA |
------- |
13 aprile 1997 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
P= precedente all’inizio della missione
C= contemporaneo all’inizio della missione
S= successivo all’inizio della missione
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare
|
|||||||||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio
|
|
P
|
C
|
S
|
|||||||||||||||
52 |
Albania 2 |
------- |
15 aprile 1997 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
53 |
MAPE |
UEO |
12 maggio 1997 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
54 |
IPTF |
ONU |
27 maggio 1997 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
55 |
DIE |
------- |
11 ottobre 1997 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
56 |
Bilaterale Interni |
------- |
16 ottobre 1997 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
57 |
Determined Falcon |
NATO |
15 giugno 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
58 |
UNSMA |
ONU |
18 luglio 1998 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||
59 |
MSU |
NATO |
1 agosto 1998 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
60 |
KVM |
OSCE |
20 ottobre 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
61 |
Eagle Eye |
NATO |
27 novembre 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
62 |
Joint Guarantor |
NATO |
9 dicembre 1998 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
63 |
Allied Force |
NATO |
24 marzo 1999 |
conclusa |
|
ü |
|
|
|||||||||||||||
64 |
AFOR |
NATO |
8 aprile 1999 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
65 |
WEUDAM |
UE e UEO |
10 maggio 1999 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||
66 |
Allied Harvest |
NATO |
17 maggio 1999 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||
67 |
KFOR |
NATO |
13 giugno 1999 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
68 |
UNMIK |
ONU |
30 giugno 1999 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
69 |
COMMZW |
NATO |
1 settembre 1999 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
70 |
INTERFET |
ONU |
20 settembre 1999 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
71 |
MONUC |
ONU |
15 dicembre 1999 |
conclusa |
|
|
|||||||||||||||||
72 |
Albit |
------- |
6 aprile 2000 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||
73 |
UNMEE |
ONU |
15 novembre 2000 |
conclusa |
|
ü |
|
|
|||||||||||||||
P= precedente all’inizio della missione
C= contemporaneo all’inizio della missione
S= successivo all’inizio della missione
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare
|
|||||||||||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio
|
|
P
|
C
|
S
|
|||||||||||||||||
|
74 |
Essential Harvest |
NATO |
27 agosto 2001 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||||||||||
|
75 |
Amber Fox |
NATO |
23 settembre 2001 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||||||||||
|
76 |
Active Endeavour |
NATO |
9 ottobre 2001 |
in corso |
|
ü |
|
|
||||||||||||||||
77 |
Enduring Freedom |
------- |
18 novembre 2001 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
78 |
ISAF (a) |
NATO |
10 gennaio 2002 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
79 |
NATO HQ Skopje |
NATO |
17 giugno 2002 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
80 |
NATO HQ Tirana |
NATO |
17 giugno 2002 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
81 |
Coherent Behaviour |
------- |
4 ottobre 2002 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
82 |
Allied Harmony |
NATO |
16 dicembre 2002 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
83 |
EUPM |
UE |
1 gennaio 2003 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
84 |
Operazione Concordia |
UE |
31 marzo 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
85 |
Processo di pace in Sudan |
------- |
3 aprile 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
86 |
Cessate il fuoco sui Monti Nuba |
------- |
3 aprile 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
87 |
Antica Babilonia |
------- |
9 maggio 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
88 |
Processo di pace in Somalia |
------- |
20 maggio 2003 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
89 |
Artemis |
UE |
12 giugno 2003 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
90 |
UNMIL |
ONU |
30 ottobre 2003 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
91 |
Proxima |
UE |
1° maggio 2004 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
92 |
Distinguished Games |
NATO |
29 luglio 2004 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
93 |
NTM-I |
NATO |
14 agosto 2004 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
94 |
UNOWA |
ONU |
1 novembre 2004 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
95 |
Althea |
UE |
2 dicembre 2004 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
96 |
NATO HQ Sarajevo |
NATO |
2 dicembre 2004 |
in corso |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
97 |
EUPOL Kinshasa |
UE |
30 aprile 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
98 |
UNMIS |
ONU |
17 giugno 2005 |
conclusa |
ü |
|
|
|
|||||||||||||||||
99 |
Missione sostegno AMIS II |
UE |
18 luglio 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
100 |
UNFICYP |
ONU |
20 luglio 2005 |
in corso |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
101 |
Mare sicuro 2005 |
------ |
15 agosto 2005 |
conclusa |
|
|
|
|
|||||||||||||||||
102 |
Indus |
NATO |
18 ottobre 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
103 |
EU BAM Rafah |
UE |
25 novembre 2005 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
104 |
EU BAM Moldova e
Ucraina |
UE |
1° dicembre 2005 |
in corso |
|
|
ü |
|
|||||||||||||||||
(a) La NATO ha
assunto la guida della missione l'11 agosto 2003
|
|
Missione |
|
|
|
Primo intervento parlamentare
|
||||||||||
|
|
|
|
Data di inizio
|
|
P
|
C
|
S
|
||||||||
105 |
EUPAT |
UE |
15 dicembre 2005 |
conclusa |
|
|
ü |
|
||||||||
106 |
EUPOL COPPS |
UE |
1 luglio 2006 |
in corso |
|
ü |
|
|
||||||||
107 |
EUFOR RD Congo |
UE |
17 luglio 2006 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
108 |
EUPT Kosovo |
UE |
14 settembre 2006 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||
109 |
EUSEC Congo |
UE |
17 maggio 2007 |
in corso |
|
|
ü |
|
||||||||
110 |
EUPOL Afghanistan |
UE |
15 giugno 2007 |
in corso |
|
|
ü |
|
||||||||
111 |
Missione europea di sostegno ad AMISOM |
UE |
1° luglio 2007 |
conclusa |
ü |
|
|
|
||||||||
112 |
EUPOL RD Congo |
UE |
1° luglio 2007 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||
113 |
EUFOR Tchad |
UE |
1° marzo 2008 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||
114 |
MINUSTAH |
ONU |
15 marzo 2008 |
in corso |
ü |
|
|
|
||||||||
Partecipazione
alle missioni che sono condotte dalle Organizzazioni internazionali (77)
Missioni in corso (23) |
Missioni concluse (54) |
|
|||
|
|
Data di inizio
|
|
|
|
UNTSO
|
ONU |
5 giugno 1958 |
Mandato fiduciario ONU in Somalia |
ONU |
|
UNMOGIP |
|
3 gennaio 1959 |
UNEF |
|
|
UNIFIL |
|
3 luglio 1979 |
UNOGIL |
|
|
MINURSO |
|
27 settembre 1991 |
Laos 1959 |
|
|
UNMIK |
|
30 giugno 1999 |
UNOC |
|
|
UNFICYP |
|
20 luglio 2005 |
UNYOM |
|
|
MINUSTAH |
|
15 marzo 2008 |
UNIIMOG |
|
|
MSU |
NATO |
1 agosto 1998 |
UNTAG |
|
|
KFOR |
|
13 giugno 1999 |
UNOCA |
|
|
Active Endeavour |
|
9 ottobre 2001 |
UNOSGI |
|
|
ISAF (a) |
|
10 gennaio 2002 |
UNIKOM |
|
|
NATO HQ Skopje |
|
17 giugno 2002 |
UNSCOM |
|
|
NATO HQ Tirana |
|
17 giugno 2002 |
ONUSAL |
|
|
NTM-I |
|
14 agosto 2004 |
UNTAC |
|
|
NATO HQ Sarajevo |
|
2 dicembre 2004 |
UNOMOZ |
|
|
EUPM |
UE |
1 gennaio 2003 |
UNOSOM II |
|
|
Althea |
|
2 dicembre 2004 |
MINUGUA |
|
|
EU BAM Rafah |
|
28 novembre 2005 |
UNAVEM III |
|
|
EU BAM Moldova e Ucraina |
|
1° dicembre 2005 |
IPTF |
|
|
EUPOL COPPS |
|
1° luglio 2006 |
UNSMA |
|
|
EUPT Kosovo |
|
14 settembre 2006 |
INTERFET |
|
|
EUSEC Congo |
|
17 maggio 2007 |
MONUC |
|
|
EUPOL Afghanistan |
|
15 giugno 2007 |
UNMEE |
|
|
EUPOL RD Congo |
|
1° luglio 2007 |
UNMIL |
|
|
EUFOR Tchad |
|
1° marzo 2008 |
UNOWA |
|
|
|
|
|
UNMIS |
|
|
|
|
|
Deny flight |
NATO |
|
|
|
|
Deliberate Force |
|
|
|
|
|
IFOR |
|
|
|
|
|
SFOR |
|
|
|
|
|
Determined Falcon |
|
|
|
|
|
Eagle Eye |
|
|
|
|
|
Joint Guarantor
|
|
|
|
|
|
Allied Force
|
|
|
|
|
segue |
|||
Partecipazione
alle missioni che sono condotte dalle Organizzazioni internazionali
Partecipazione alle missioni che non sono condotte
dalle Organizzazioni internazionali (31)
Missioni in corso (8) |
Missioni concluse (23) |
|
|
Data di
inizio
|
|
MFO |
10 marzo 1982 |
DIATM |
MIATM |
14 luglio 1988 |
Libano I |
TIPH II |
29 gennaio 1997 |
Libano II |
Albania 2 |
15 aprile 1997 |
Mine nel Mar Rosso |
DIE |
11 ottobre 1997 |
Protezione delle navi mercantili nel Golfo |
Bilaterale Interni |
16 ottobre 1997 |
Golfo 2 |
|
|
Operazione Locusta |
|
|
Provide comfort I |
|
|
Provide comfort II |
Pellicano |
||
|
|
Restore hope |
|
|
Ippocampo Rwanda |
|
|
TIPH I |
|
|
Entebbe |
|
|
United Shield |
|
|
MIF |
|
|
ALBA |
|
|
Albit |
|
|
Enduring Freedom |
|
|
Coherent Behaviour |
|
|
Processo di pace in Sudan |
|
|
Cessate il fuoco sui Monti Nuba |
|
|
Antica Babilonia |
|
|
Processo di pace in Somalia |
|
|
Mare sicuro 2005 |
Operazioni di peace-keeping (46)
Missioni in corso (11) |
Missioni concluse (35) |
|||
Data di inizio |
|
|||
UNTSO |
ONU |
5 giugno 1958 |
UNEF |
ONU |
UNMOGIP |
|
3 gennaio 1959 |
UNOGIL |
|
UNIFIL |
|
3 luglio 1979 |
UNOC |
|
MINURSO |
|
27 settembre 1991 |
UNYOM |
|
UNMIK |
|
30 giugno 1999 |
UNIIMOG |
|
UNFICYP |
|
20luglio 2005 |
UNTAG |
|
MINUSTAH |
|
|
UNOSGI |
|
NATO HQ Skopje |
NATO |
17 giugno 2002 |
UNIKOM |
|
EUPT Kosovo |
|
da iniziare |
UNSCOM |
|
MFO |
------- |
10 marzo 1982 |
ONUSAL |
|
TIPH II |
|
29 gennaio 1997 |
UNTAC |
|
|
|
|
UNOMOZ |
|
|
|
|
MINUGUA |
|
|
|
|
UNAVEM III |
|
|
|
|
INTERFET |
|
|
|
|
MONUC |
|
|
|
|
UNMEE |
|
|
|
|
UNMIL |
|
|
|
|
UNMIS |
|
|
|
|
Eagle Eye |
NATO |
|
|
|
Allied Harvest |
|
|
|
|
Essential Harvest |
|
|
|
|
Amber Fox |
|
|
|
|
Allied Harmony |
|
|
|
|
KVM |
OSCE |
|
|
|
Libano I |
------- |
|
|
|
Libano II |
|
|
|
|
Mine nel Mar Rosso |
|
|
|
|
Restore hope |
|
|
|
|
TIPH I |
|
|
|
|
United Shield |
|
|
|
|
Operazione Concordia |
UE |
|
|
|
EUMM |
|
|
|
|
Artemis |
|
|
|
|
EUPOL Kinshasa |
|
Operazioni di peace-making (8)
Missioni in corso (1) |
Missioni concluse (7) |
|||
|
|
Data di inizio
|
|
|
NATO HQ Sarajevo |
NATO |
2 dicembre 2004 |
Laos 1959 |
ONU |
|
|
|
UNSMA |
|
|
|
|
UNOWA |
|
|
|
|
Determined Falcon |
NATO |
|
|
|
Processo di pace in Sudan |
------ |
|
|
|
Cessate il fuoco sui Monti Nuba |
|
|
|
|
Processo di pace in Somalia |
|
Operazioni di peace-enforcing (21)
Missioni in corso (5) |
Missioni concluse (16) |
|||
|
|
Data di inizio
|
|
|
KFOR |
NATO |
13 giugno 1999 |
Deny flight |
NATO |
Active Endeavour |
|
9 ottobre 2001 |
Deliberate Force |
|
ISAF (a) |
|
10 gennaio 2002 |
IFOR |
|
NATO HQ Tirana |
|
17 giugno 2002 |
SFOR |
|
Althea |
UE |
2 dicembre 2004 |
Joint Guarantor |
|
|
|
|
Allied Force |
|
|
|
|
COMMZW |
|
|
|
|
EUFOR RD Congo |
UE |
|
|
|
Operazione Danubio |
UEO |
(a) La NATO ha assunto la guida della missione l'11 agosto
2003 |
Golfo 2 |
|
Maritime Guard (poi Sharp Guard) |
NATO e UEO |
|
|
|
Sharp Fence (poi Sharp Guard) |
|
|
|
|
Protezione delle navi mercantili nel Golfo |
------- |
|
|
|
Operazione Locusta |
|
|
|
|
MIF |
|
|
|
|
Enduring Freedom |
|
|
|
|
Coherent Behaviour |
|
Operazioni di assistenza
internazionale (38)
Missioni in corso (15) |
Missioni concluse (23) |
|||
|
|
Data di inizio
|
|
|
MSU |
NATO |
1 agosto 1998 |
Mandato fiduciario ONU in Somalia |
ONU |
NTM-I |
|
14 agosto 2004 |
UNOCA |
|
EUPM |
UE |
1 gennaio 2003 |
UNOSOM II |
|
EUBAM Rafah |
|
25 novembre 2005 |
IPTF |
|
EUPOL COPPS |
|
1 luglio 2006 |
AFOR |
NATO |
EUBAM Moldova e Ucraina |
|
1 dicembre 2005 |
Distinguished Games |
|
EUPOL COPPS |
|
1 luglio 2006 |
Indus |
|
EUSEC Congo |
|
17 maggio 2007 |
Proxima |
|
EUPOL Afghanistan |
|
15 giugno 2007 |
Missione europea di sostegno ad AMIS
II |
UE |
EUPOL RD Congo |
|
1° luglio 2007 |
EUPAT |
|
EUFOR Tchad |
|
1° marzo 2008 |
UPFM |
UEO |
MIATM |
------- |
14 luglio 1988 |
MAPE |
|
Albania 2 |
|
15 aprile 1997 |
DIATM |
------- |
DIE |
|
11 ottobre 1997 |
Provide comfort I |
|
Bilaterale Interni |
|
16 ottobre 1997 |
Provide comfort II |
|
|
|
|
Pellicano |
|
|
|
|
Ippocampo Randa |
|
|
|
|
Entebbe |
|
|
|
|
ALBA |
|
|
|
|
Albit |
|
|
Antica Babilonia |
|
||
|
Mare sicuro 2005 |
|
||
|
|
|
WEUDAM |
UE e UEO |
Anno |
Miliardi di lire* |
Milioni di euro* |
1982 |
18,654 |
9,634 |
1983 |
413,666 |
213,641 |
1984 |
0,000 |
0,000 |
1985 |
2,702 |
1,395 |
1986 |
0,000 |
0,000 |
1987 |
103,443 |
53,424 |
1988 |
349,801 |
180,657 |
1989 |
0,000 |
0,000 |
1990 |
85,425 |
44,118 |
1991 |
970,621 |
501,284 |
1992 |
47,067 |
24,308 |
1993 |
304,993 |
157,516 |
1994 |
447,331 |
231,027 |
1995 |
130,680 |
67,491 |
1996 |
351,378 |
181,471 |
1997 |
373,683 |
192,991 |
1998 |
238,767 |
123,313 |
1999 |
988,182 |
510,354 |
2000 |
1.298,100 |
670,413 |
2001 |
1.465,052 |
756,636 |
2002 |
2.002,796 |
1.034,358 |
2003 |
2.146,307 |
1.108,475 |
2004 |
2.437,214 |
1.258,716 |
2005 |
2.465,168 |
1.273,153 |
2006 |
2.304,108 |
1.189,972 |
2007 |
1.864,049 |
962,701 |
2008 |
1.724,018 |
890,381 |
*In valori reali (coefficienti ISTAT aprile 2008)
Missione
Active
Endeavour (In corso)
Rischieramento della flotta NATO nel Mediterraneo orientale nell'ambito
dell'operazione Enduring Freedom
Partecipazione italiana dal 9 ottobre 2001
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
Il dispiegamento nel Mediterraneo orientale,
a partire dal 9 ottobre 2001, della Forza Navale Permanente della NATO nel
Mediterraneo (STANAVFORMED) è stato effettuato a seguito della decisione del
Consiglio del Nord Atlantico del 3 ottobre 2001, relativa all’applicazione
dell’articolo 5 del Trattato di Washington, in conseguenza degli avvenimenti
dell’11 settembre. Compito della missione è quello di monitorare il flusso del
traffico delle merci via mare nella regione, stabilendo contatti con le navi
mercantili che vi transitano (oltre 81.000 a luglio 2006). La STANAVFORMED è
una delle forze NATO di reazione immediata, che si caratterizza per la capacità
di schierarsi rapidamente in aree di tensione o di crisi. Essa costituisce,
inoltre, un nucleo (che comprende otto unità, tra le quali una fregata della
Marina Militare italiana) attorno al quale è possibile, se necessario,
costruire una forza navale ancor più versatile e potente. Successivamente, si
sono alternate nella zona delle operazioni, unità della flotta NATO
appartenenti alla STANAVFORLANT, la forza navale permanente della Nato
nell'Atlantico. L’operazione è effettuata nel contesto della lotta al
terrorismo internazionale svolta dalla missione “Enduring Freedom”. Dal 16
marzo 2004 la NATO ha esteso a tutto i Mediterraneo l'area di pattugliamento.
Nel gennaio 2005, in seguito della integrazione nella NRF (NATO Response Force)
la STANAVFORLANT e la STANAVFORMED sono state rispettivamente rinominate SNMG-1
(Standing NRF Maritime Group 1) e SNMG-2 (Standing NRF Maritime Group 2).
Attualmente l'Italia è presente con il pattugliatore di squadra “Granatiere”.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
105 unità di cui:
Marina 105
Riferimenti normativi
Decreto-legge
1° dicembre 2001, n.421, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 gennaio
2002, n. 6, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale
militare all'operazione multinazionale denominata "Enduring Freedom"
Il D.L. 421/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione
italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana
alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha
prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla legge 38/2007, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre 2007, n.
248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31,
recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni
urgenti in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007
convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per
la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n.
8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
9 ottobre 2001 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sui più recenti
sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni
Schifani ed altri 6-00008 e Angius ed altri 6-00009
9 ottobre 2001 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro degli esteri) sui più recenti sviluppi della situazione
internazionale ed approvazione delle risoluzioni Vito ed altri 6-00004 e
Rutelli ed altri 6-00006
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione Albania 2 (In corso)
Sorveglianza nelle acque territoriali ed interne albanesi per prevenire
l'immigrazione illegale
Partecipazione italiana dal 15 aprile 1997
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (polizia
locale)
L’operazione consiste nello svolgimento di
un'attività di sorveglianza nelle acque territoriali e interne albanesi, in
collegamento con i competenti organismi locali, al fine di prevenire e
contenere il fenomeno dell’emigrazione illegale dall’Albania verso l’Italia.
Tale attività è prevista, nell’ambito
dell’accordo italo-albanese del 13 ottobre 1995 sulla cooperazione nel campo
della difesa, cui sono seguiti specifici protocolli d'intesa, rinnovati da
ultimo il 22 maggio 1998 a Roma, cui è seguita l'Intesa Tecnica firmata a
Lubiana il 23 giugno 1998.
Inizialmente l’attività era svolta dal 28°
Gruppo navale, la cui dislocazione era articolata in un Campo Base nel porto di
Durazzo e in un Distaccamento presso il porto S. Nicolò nella Base Navale
dell’isola di Saseno.
Il Gruppo conduceva, unitamente alla Marina
albanese, attività di pattugliamento nelle aree maggiormente interessate dalle
partenze di imbarcazioni verso le coste italiane, come la baia di Valona, Capo
Pali e Capo Laghi. La sorveglianza veniva inoltre assicurata mediante
l'utilizzo di una postazione radar nell'isola di Saseno. Il Gruppo comprendeva:
motovedette della Guardia Costiera, unità navali del tipo Moto Trasporto
Costiero, un rimorchiatore costiero, due nuclei di sicurezza, costituiti dal
personale del Reggimento San Marco, un nucleo Operazioni , un settore
logistico-amministrativo-sanitario per le esigenze di funzionamento del
Comando. Nel basso Adriatico era inoltre previsto l'impiego, non attivo dal
novembre 2002, di un dispositivo, cosiddetto "d’altura", composto da
unità maggiori, del tipo fregata o pattugliatore di squadra. A tali dispositivi
è inoltre collegato il dispositivo costiero nazionale anti-immigrazione che
opera nelle acque territoriali con mezzi aeronavali delle Forze di Polizia.
Dal febbraio 2004 la sede del comando è
stata trasferita da Durazzo a Valona. Nel secondo semestre del 2005, è stato
avviato uno studio rivolto ad una riconsiderazione delle attività del Gruppo,
con una migrazione dei compiti verso le attività di
“cooperazione/addestramento”, piuttosto che attività di natura “operativa” e
con un conseguente ridimensionamento numerico del personale.
La nuova configurazione, operativa dal 5
dicembre 2006, ha ricondotto le potenzialità del Gruppo Navale nell’ambito dei
compiti della DIE (quale unico interlocutore con l’Albania per gli aspetti
connessi alla cooperazione/addestramento), mantenendo la presenza di un Comando
Navale per assicurare la continuità della gestione del sito Radar sull’Isola di
Saseno. Nell’isola sono stati concentrati mezzi (comprensivi di un
Rimorchiatore d’altura), materiali e personale, mentre a Valona (presso la
Scuola delle Forze Navali) sono collocati gli strumenti per garantire le
esigenze minime di carattere logistico amministrativo.
Consistenza del contingente
italiano 29/2/2008
40 unità di cui:
Marina 40
Riferimenti normativi
Legge 21
maggio 1998, n. 170, recante ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e
collaborazione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, con
scambio di lettere esplicativo dell'articolo 19, fatto a Roma il 13 ottobre
1995 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 3
dicembre 1996)
La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia
Decreto-legge
13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo
1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia
e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di
contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della
partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron
Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana
al 31 gennaio 1998
Decreto-legge
28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo
1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di
pace
Il D.L. 12/1999 ha integrato il trattamento economico
dei militari impiegati
Decreto-legge
19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto
2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
1 aprile 1997 Senato Commissioni
riunite Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) sui recenti sviluppi della
situazione
20 gennaio 2005 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione
Althea (In corso)
Missione di pace dell'UE che ha rilevato la missione NATO SFOR per il
rispetto degli Accordi di Dayton e per il consolidamento della pace in Bosnia
Partecipazione italiana dal 2 dicembre 2004
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
L’operazione Althea, che ha avuto inizio il
2 dicembre 2004, ha rilevato le attività condotte dalla missione SFOR della
NATO in Bosnia-Erzegovina, con l’obiettivo di rafforzare l’approccio globale
dell’Unione europea nei confronti del Paee e di sostenerne i progressi verso la
sua integrazione nell’Unione europea.
Dopo che, il vertice NATO di Istanbul del
giugno 2004 aveva preso atto della disponibilità dell’UE a rilevare i compiti
della SFOR ed aveva contestualmente deciso la conclusione della medesima
missione entro la fine del 2004, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha
approvato tale passaggio di consegne, con la risoluzione 1551 del 9 luglio
2004. Successivamente, con la risoluzione 1575 del 22 novembre 2004, il
Consiglio di sicurezza dell’ONU ha autorizzato la nuova missione.
Nella fase iniziale la componente militare
(EUFOR) è rimasta invariata rispetto a quella di SFOR. Il Quartier Generale è
stato fissato a Camp Butmir, a Sarajevo, già sede del comando operativo di
SFOR.
Il Consiglio Affari generali e relazioni
esterne dell’UE ha adottato, il 12 luglio 2004, l’azione comune 2004/570/PESC,
con cui, nel definire la nuova missione a guida europea “una missione generale
PESD”, ne ha precisato le caratteristiche seguenti:
• l'operazione
si svolge avvalendosi di mezzi e capacità comuni della NATO;
• il compito della missione è quello di
assicurare il rispetto degli aspetti militari dell’accordo GFAP (General
Framework Agreement for Peace) di Dayton; di esercitare un ruolo deterrente nei
confronti delle Forze Armate delle parti e degli altri gruppi armati; di
contribuire a un ambiente sicuro e di impedire l’eventuale insorgere di episodi
di violenza e/o di tentativi di ostacolare il processo di pace;
• l’operazione, il cui comando operativo UE ha
sede presso il Quartier Generale di SHAPE (Belgio), è guidata dal vice
comandante delle Forze NATO in Europa (D-SACEUR);
• il controllo politico dell'operazione è
assegnato al Comitato politico e di sicurezza (COPS) dell'UE, che ne assicura
la direzione strategica, sotto la responsabilità del Consiglio. Le competenze
decisionali riguardanti gli obiettivi e la conclusione dell'operazione militare
restano attribuite al Consiglio, assistito dal Segretario Generale/Alto
Rappresentante;
• il
comandante generale della forza UE tiene inoltre conto del parere politico a
livello locale dello speciale rappresentante dell’UE in Bosnia Erzegovina
(EUSR) e prende in considerazione, nei limiti del suo mandato, le richieste
proveniente dallo stesso.
Su queste basi il COPS ha costituito, con
decisione del 29 settembre 2004, il comitato dei contributori, definendone la
composizione, la presidenza e le modalità di funzionamento. Fanno parte del
Comitato, oltre ai Paesi dell’Unione europea (esclusa la Danimarca): Albania,
Argentina, Bulgaria, Canada, Cile, Marocco, Norvegia, Nuova Zelanda, Romania,
Svizzera e Turchia.
Nell'ambito della missione Althea opera forze
di polizia ad ordinamento militare EUROGENDFOR (European Gendarmerie Force),
destinate al contrasto alle organizzazioni criminali ed alla sicurezza della
Comunità internazionale. L’Arma dei carabinieri costituisce una componente di
tali forze, denominata IPU (Integrated Police Unit), con sede a Sarajevo.
Dal 6 dicembre 2005 al 5 dicembre 2006 la
missione è stata posta sotto il comando italiano.
La missione Althea è stata da ultimo
prorogata per ulteriori dodici mesi con la risoluzione 1785 del 21 novembre
2007 del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Il 28 febbraio 2007 il Consiglio europeo ha
deciso, in seguito al miglioramento della situazione relativa alla sicurezza in
Bosnia Erzegovina, una progressiva riduzione degli assetti operanti nel teatro
bosniaco. Il 26 aprile 2007 è avvenuta infatti la chiusura della MNTFs
(Multinational Task Force South East), a guida italiana,che gestiva una delle
tre aree di competenza territoriale in cui era suddivisa Althea.
Il 17 novembre 2005, in un incidente
stradale, ha perso la vita il Maresciallo Capo dei Carabinieri Antonino Aiello,
in servizio presso l’IPU, ed è rimasto ferito un altro militare dell’Arma.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
300 unità di cui:
Carabinieri 102
Esercito 198
Riferimenti normativi
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge autorizza la partecipazione italiana fino al
31 dicembre 2004.
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 30 giugno 2007.
Decreto-legge
2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007,
n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione italiana
fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
Missione Bilaterale Interni (In corso)
Missione finalizzata all'opera
di addestramento delle Forze di polizia albanesi
Partecipazione italiana dal 16 ottobre 1997
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
Il protocollo d'intesa firmato a Roma il 17
settembre 1997 dai Ministri degli interni italiano e albanese, prevede
l'impegno italiano ad affiancare i vertici delle amministrazioni albanesi con
esperti delle Forze di polizia
nazionali, per cooperare nella riorganizzazione delle strutture di polizia
albanesi. Il compito è affidato ad una missione, composta da nuclei distinti:
uno centrale, uno di frontiera marittima, e da nuclei territoriali. Le aree di
intervento sono state individuate nelle province di Tirana, Durazzo, e Valona,
con possibilità di successiva estensione ad altre zone. La durata della
missione era fissata in 180 giorni, salva la possibilità di un prolungamento,
deciso in relazione allo stato di attuazione del Protocollo. La collaborazione
è proseguita in base ai protocolli bilaterali siglati nel 1998 e il 5 luglio
2000 e prorogata al 31 dicembre 2001 dal protocollo d'intesa sottoscritto il 13
febbraio 2001. Il 12 novembre 2002 è stato sottoscritto il settimo Protocollo
d'Intesa con il quale, oltre a
confermare i principi espressi nei Protocolli precedenti, si è
provveduto ad aggiornare il dispositivo funzionante lungo le coste
dell'Albania. In particolare, si è previsto: un più diretto coinvolgimento
della Polizia di confine albanese nel controllo delle proprie coste e l'assistenza,
fino al 31 dicembre 2003, di unità navali delle Forze di polizia italiane; il
perfezionamento delle modalità tecnico-operative per il contrasto dei traffici
illeciti tra l'Italia e l'Albania; il coordinamento, da parte albanese, di tali
attività con quelle previste dagli accordi bilaterali e multilaterali
riguardanti il controllo dei propri confini terrestri e marittimi.
Il D.L. 451/2001 ha istituito un ufficio di
collegamento interforze in Albani ed ha previsto la presentazione di una
relazione annuale al Parlamento,da parte del Ministro dell'interno, che dia
conto della realizzazione degli obiettivi fissati, dei risultati raggiunti e
dell'efficacia degli interventi effettuati.
Consistenza del contingente
italiano 1/2/2008
87 unità di cui:
Carabinieri 9
Guardia
di Finanza 38
Polizia
di Stato 40
Riferimenti normativi
Decreto-legge
27 ottobre 1997, n. 362, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 dicembre
1997, n. 437, recante finanziamento della missione italiana in Albania per
riorganizzare le Forze di polizia albanesi e dell'assistenza ai profughi della
ex Jugoslavia
Il D.L. 362/1997 ha autorizzato la missione in base all'apposito protocollo d'intesa Italia-Albania senza fissare un termine di durata
Legge 3
agosto 1998, n. 300, recante finanziamento dei progetti di intervento
coordinati dal commissario straordinario del Governo per la prosecuzione del
processo di ricostruzione dell'Albania (originato da un disegno di legge
governativo presentato in data 28 aprile 1998)
La legge 300/1998 ha integrato il trattamento
economico del personale impiegato
Decreto-legge
7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000,
n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2000
Decreto-legge
28 agosto 2000, n. 239, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre
2000, n. 305, recante disposizioni urgenti in materia di finanziamenti per lo
sviluppo ed il completamento dei programmi italiani a sostegno delle Forze di
polizia albanesi
Il D.L. 239/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2000
Decreto-legge
29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia
italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 giugno 2001
Decreto-legge
19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto
2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione
italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2005
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione DIE (In corso)
Delegazione italiana di
esperti che collaborano con i militari
albanesi per la riorganizzazione delle loro Forze armate
Partecipazione italiana dall’ 11 ottobre 1997
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
La DIE (Delegazione italiana di esperti) ha
il compito di sostenere le Forze Armate albanesi nel processo di trasformazione
per adeguare le proprie strutture a modelli NATO-compatibili. La cooperazione è
regolata dal Protocollo firmato a Roma, dai Ministri della Difesa italiano e
albanese, il 28 agosto 1997, a distanza
di pochi giorni dal ritiro delle forze di Alba e dall’insediamento del nuovo
Governo albanese. L’accordo, che prevedeva la costituzione di un Gruppo
Italiano di Esperti (Gie), dette l’avvio subito dopo alla Delegazione Italiana
di Esperti (Die), costituita da un Comando e da un Gie.
La DIE, che dipende direttamente dallo Stato
Maggiore della Difesa, ha sede nella città di Tirana. Gli interventi si
svolgono nei settori più importanti, tra cui la riorganizzazione delle Forze
armate, la difesa aerea, la comunicazione e i trasporti; la bonifica di mine e
ordigni esplosivi.
Attualmente sono in corso 5 progetti di
carattere generale, 2 per le forze terrestri, 3 per le forze navali; 5 per le
forze aeree. La cooperazione si è basata sulla cessione di beni (nella
maggioranza dei casi di materiali fuori ciclo logistico o esuberanti alle
esigenze delle Forze Armate italiane), nella prestazione di servizi e nella
conduzione di corsi di addestramento e di specializzazione e lavori di gruppo a
vario genere.
Nell’ambito delle attività promosse dalla
DIE, si segnala, infine, la ristrutturazione della Scuola di Volo a Valona, che
costituisce l’oggetto della missione Albit svolta dall’Aeronautica Militare tra
l’aprile 2000 e il febbraio 2004.
Il 9 febbraio 1998, il sottotenente Lorenzo
Lazzareschi ha perso la vita durante un'immersione nelle acque del porto di San
Nicolò, a causa di un malore. L'ufficiale lavorava al ripristino delle
strutture portuali dell'isola di Saseno, affidato alla Marina militare
italiana. Il 20 giugno 2004 perdeva la vita il sergente Daniele D’Amicis.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
23 unità di cui:
Carabinieri 2
Esercito 21
Riferimenti normativi
Legge 21
maggio 1998, n. 170, recante ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e
collaborazione tra la Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, con
scambio di lettere esplicativo dell'articolo 19, fatto a Roma il 13 ottobre
1995 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 3
dicembre 1996)
La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia
Decreto-legge
13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo
1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia
e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di
contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della
partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron
Il D.L. 1/1998 ha costituito la Die definendone i
compiti senza fissarne un termine di durata
Decreto-legge
17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto
1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex
Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un
ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di
pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha disposto la cooperazione con il
Dipartimento della protezione civile
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missioneLa legge ha finanziato ulteriormente il programma della missione
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il programma della missione fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione al 31 dicembre 2004.
Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione fino al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31
dicembre 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta
durante l’esame parlamentare.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005
Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione EU BAM Moldova e
Ucraina (In corso)
Missione dell'Unione europea
per l'assistenza nell'istituzione di un controllo doganale internazionale sul
settore transdnestriano del confine tra Moldova e Ucraina
Partecipazione italiana dal 1° dicembre 2005
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
La missione EU BAM (European Union Border
Assistance Mission) Moldova e Ucraina è stata istituita con l’Azione comune
2005/776/PESC del 7 novembre 2005 del Consiglio dell’Unione europea, che
modifica la precedente Azione comune 205/265/PESC, relativa alla nomina di un
rappresentante speciale dell’UE per la Moldova.
Essa ha il compito di svolgere assistenza
presso il confine tra Moldova e Ucraina per la prevenzione dei traffici
illeciti, del contrabbando e delle frodi doganali, attraverso l’addestramento e
del personale dei due Paesi addetto ai servizi doganali. La missione lavora in
stretto contatto con il team del rappresentante speciale dell’UE per la
Moldova, cui verrà assegnato ulteriore personale dislocato a Kiev, Chisinau e
Odessa per le questioni relative alle frontiere.
La missione, inizialmente autorizzata con un
mandato biennale, a decorrere dal 1° dicembre 2005, è stata successivamente
prorogata al 30 novembre 2009. Dal quartiere generale stabilito a Odessa
dipendono cinque sedi distaccate. L’Italia partecipa alla missione con unità
della Polizia di Stato.
Consistenza del contingente
italiano 1/2/2008
4 unità di cui:
Polizia
di Stato 4
Riferimenti normativi
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha autorizzato
la partecipazione italiana fino al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L.
decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005,
convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha autorizzato la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La
disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame
parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha autorizzato
la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2008.
Missione EU BAM Rafah (In corso)
Missione dell'Unione europea
presso il valico di Rafah, al confine fra la striscia di Gaza e l'Egitto
Partecipazione italiana dal 25 novembre 2005
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione EU BAM Rafah (European Union
Border Assistance Mission on the Gaza-Egypt Border-Crossing) è stata istituita
con l’Azione comune del Consiglio del 25 novembre 2005.
Tale nuovo impegno europeo scaturisce da
un'intesa siglata il 15 novembre 2005 tra l'Autorità Palestinese ed Israele,
che comprende due accordi denominati "Agreement on Movement and
Access" e "Agreed Principles for Rafaj Crossing", al momento
applicabile solo al confine Gaza-Egitto, ma suscettibile in futuro di
applicazione a tutti gli accessi alla Striscia e da e per la West Bank.
La missione è volta ad assistere le Autorità
Palestinesi nella gestione del valico di Rafah (Rafah Crossing Point – RCP) con
l’Egitto, riaperto il 25 novembre 2005, dopo essere stato chiuso all’atto del
disimpegno israeliano dall’area. Il contingente ha compiti di monitoraggio e
assistenza presso il valico, nonché di istruzione della polizia locale
destinata al controllo, al fine di garantire il rispetto degli accordi e lo
sviluppo progressivo della Road Map.
La missione, di cui è stata inizialmente
prevista una durata di un anno, è stata successivamente prorogata al 24 maggio
2008. E' previsto che il contingente, non armato, sia composto complessivamente
da circa 70 unità provenienti da Paesi dell'UE e che risieda nella vicina città
di Askelon, in Israele.
Dal 14 marzo 2006, il Comandante della
missione europea in Gaza attuava, per motivi di sicurezza e su disposizione
delle autorità israeliane, la temporanea sospensione dell’attività di controllo
del valico di Rafah, limitazioni (imposte da Israele) al movimento dei monitors
ed il trasferimento del personale presso Ashkelon (Israele). Il valico veniva
riaperto il 25 agosto 2006, mentre il 9 maggio 2007 veniva decisa la
sospensione delle attività di monitoraggio del valico. Dal 13 giugno 2007 il
valico è stato nuovamente chiuso.
Da quella data circa 40 osservatori si
trovano ad Ashqelon e mantengono una piena capacità operativa che consentirebbe
la riattivazione della propria attività qualora si decidesse la riapertura del
valico.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
7 unità di cui:
Carabinieri 5
Guardia
di finanza 2
Riferimenti normativi
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha autorizzato
la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto
sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito
dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha autorizzato la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La
disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame
parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato
il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge
2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007,
n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione di
ulteriori unità fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione EUFOR Tchad (In corso)
Missione dell’Unione europea per la protezione dei profughi del Darfur
in Ciad e in Centroafrica.
Partecipazione
italiana dal 1° marzo 2008
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
La missione EUFOR TCHAD/RCA (European Union
Force in Tchad and in Central African Republic) è stata costituita a seguito
della risoluzione 1778 del 25 settembre 2007 del Consiglio di sicurezza dell
ONU, che ha approvato il dispiegamento della missione ONU MINURCAT ed
autorizzato la UE ad avviare una propria operazione.
Il Consiglio dell’Unione europea, con
l’approvazione dell’azione comune 2007/677/PESC, ha definito l’organizzazione
ed i compiti della misisonea in Ciad e nella Repubblica Centroafricana, che é
finalizzata alla protezione dei profughi del Darfur.
La missione ha tre principali obiettivi:
contribuire alla protezione dei civili in pericolo, soprattutto i rifugiati e
gli sfollati; favorire gli aiuti umanitari e il libero movimento degli
operatori umanitari, garantendo maggiori livelli di sicurezza nelle aree delle
operazioni; contribuire alla protezione del personale e delle strutture delle
Nazioni Unite in ogni loro movimento. Si tratta di una operazione militare di
transizione che opera in stretto coordinamento con la presenza
multidimensionale delle Nazioni Unite nella zona est del Tchad e nel nord-est
della Repubblica Centrafricana al fine di migliorare la sicurezza in tali
regioni.
L’Italia partecipa alla missione con una
struttura ospedaliera da campo dell’Esercito, di tipo Role 2, installata nell'area
dell'aeroporto di Abeche, ai confini con il Sudan; l'ospedale militare è anche
dotato di un pronto soccorso e di un laboratorio di analisi. In un primo
momento gli interventi saranno riservati al personale militare di Eufor, ma l'obiettivo
è di estendere l'assistenza anche ai civili.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
105 unità di cui:
Carabinieri 4
Esercito 101
Riferimenti normativi
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
autorizzato la partecipazione italiana fino al 30 settembre 2008.
Missione EUPM (In corso)
Missione dell'Unione europea
di assistenza e riorganizzazione delle Forze di Polizia della Bosnia-Erzegovina
operante a Brcko
Partecipazione italiana dal 1 gennaio 2003
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione EUPM (European Union Police
Mission), iniziata il 1° gennaio 2003, prosegue le attività condotte dalla
missione IPTF, operante nell'ambito della missione ONU UNMIBH, in
Bosnia-Erzegovina, con il compito di fornire sostegno alla Polizia locale
tramite attività addestrativa e cooperazione investigativa ed informativa.
L'EUPM è stata istituita con una decisione
del Consiglio dell'11 marzo 2002. La missione è stata approvata sia dal
Comitato direttivo del Consiglio per l'attuazione della pace (PIC) che dal
Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Risoluzione 1396/2002). Alla missione
partecipano circa 500 funzionari di polizia provenienti dai 15 Paesi dell'UE e
da altri 18 Paesi.
La missione è stata successivamente
prorogata fino al 31 dicembre 2009 dall’Azione comune 2007/749/PESC del
Consiglio del 19 novembre 2007.
L’Italia ha assunto il comando di EUPM a
partire dal 1° gennaio 2006.
Il 20 novembre 2003 ha perso la vita in un
incidente stradale nei pressi di Foca, nell'Est della Bosnia, il sovrintendente
capo Francesco Nijutta, della Polizia di Stato, mentre altri due poliziotti
sono rimasti feriti.
Consistenza
del contingente italiano 18/5/2008
19 unità di cui:
Polizia di Stato 7
Carabinieri 12
Riferimenti normativi
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione
italiana fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato
la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004.
Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha autorizzato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 4,
convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
19 maggio 2002 Senato Commissione
Difesa
Seguito del
dibattito sulle comunicazioni del Ministro della difesa, rese nella seduta del
17 aprile 2002, sui programmi di sviluppo e di organizzazione del dicastero
alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa
2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica
internazionale
20 gennaio 2005 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione EUPOL Afghanistan (In corso)
Missione dell'Unione europea
per contribuire alla messa in opera di accordi di polizia civile da parte e
sotto il controllo degli afghani
Partecipazione
italiana dal 15 giugno 2007
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
Nel quadro del processo di riforma della
polizia afgana, il Consiglio dell’Unione europea ha predisposto, con l’azione
comune 2007/369/PESC del 30 maggio 2007, un’attività di pianificazione connessa
alla iniziativa PESD denominata European Police Afghanistan (EUPOL
AFGHANISTAN).
La missione ha il compito di favorire lo
sviluppo di una struttura di sicurezza afgana sostenibile ed efficace, in
conformità agli standard internazionali. Tale iniziativa è finalizzata allo
svolgimento delle attività di monitoring, training, advising e mentoring a
favore del personale afgano destinato alle unità dell’Afghan National Police
(ANP), e dell’Afghan Border Police (ABP). Essa prevede, per l’Italia, lo
schieramento di uomini dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Attualmente sono presenti 12 carabinieri e 4 unità della Guardia di finanza.
La missione ha sede a Kabul (organismo di
direzione) ed è previsto che operi a livello sia regionale (presso i 5 Comandi
regionali della Polizia nazionale afgana) sia provinciale (presso i PRT).
Nel corso della riunione del Consiglio UE
affari generali e relazioni esterne, tenutasi a Bruxelles il 26 maggio 2008, i
ministri degli Esteri dei ventisette Paesi hanno deciso di raddoppiare da 200 a
400 il numero degli effettivi della missione.
Consistenza del contingente
italiano al 01/02/2008
17 unità di cui:
Carabinieri 13
Guardia di Finanza 4
Riferimenti normativi
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge
2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007,
n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione di
ulteriori unità fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Missione EUPOL COPPS (In corso)
Missione di Polizia dell'Unione
europea nei Territori Palestinesi
Partecipazione italiana dal 1° luglio 2006
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione EUPOL COPPS (European Union
Police Mission for the Palestinian Territories), è stata istituita dal Consiglio
europeo con l’azione comune 2005/797/PESC del 14 novembre 2005. La missione ha
una durata prevista di tre anni.
Lo scopo della missione è quello di
contribuire all’istituzione di una struttura di polizia sotto la direzione
palestinese. A tal fine EUPOL COPPS assiste la polizia civile palestinese
nell’attuazione del programma di sviluppo e fornisce ad essa assistenza e
sostegno; coordina e agevola l’assistenza dell’UE e degli Stati membri;
fornisce consulenza su elementi di giustizia penale collegati alla polizia..
Consistenza del contingente
italiano 1/2/2008
1 unità di cui:
Polizia di Stato 1
Riferimenti normativi
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha autorizzato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni
internazionali (originata da un disegno di legge governativo presentato il 5
luglio 2006)
La legge 247/2006 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Missione EUPOL RD Congo (In corso)
Missione dell'Unione europea per l'assistenza alla Repubblica
democratica del Congo nella riforma del settore della sicurezza Partecipazione italiana dal
1° luglio 2007
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
La missione EUPOL RD Congo è stata istituita
dal Consiglio dell'Unione europea con l'Azione comune 2007/405/PESC del 12
giugno 2007. La missione, condotta nell’ambito della PESD, ha rilevato la
precedente missione EUPOL Kinshasa. L'EUPOL RD CONGO sostiene la riforma del
settore della sicurezza, nel campo della polizia e delle sue relazioni con la
giustizia, con un’azione di controllo, di guida e di consulenza, senza poteri
esecutivi; la missione contribuisce alla riforma ed alla ristrutturazione della
polizia nazionale congolese , contribuisce a migliorare l’interazione tra la
polizia ed il sistema giudiziario penale, ad assicurare la coerenza
nell’insieme degli sforzi intrapresi in materia di sicurezza ed agisce in
stretta collaborazione con EUSEC RD CONGO ed altri progetti nel settore della
riforma della polizia e della giustizia penale.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
4 unità di cui:
Carabinieri 4
Riferimenti normativi
Decreto-legge
31 gennaio 2007, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo
2007, n. 38, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione italiana
fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge
31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2008, n. 31, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative
e disposizioni urgenti in materia finanziaria
Decreto-legge
31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo
2008, n. 45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di
cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di
stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione delle Forze armate e di
polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla
legge 45/2008, ha prorogato il termine della partecipazione italiana al 31
dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione EUPT Kosovo (In corso)
Missione dell'Unione europea
per la pianificazione di una possibile operazione UE di gestione delle crisi in
Kosovo
Partecipazione italiana dal 14 settembre 2006
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
La
missione EUPT (European Union Planing Team) è stata istituita con l’Azione
comune 2006/304/PESC del 10 aprile 2006 del Consiglio europeo. Il mandato della
missione è stato da ultimo prorogato al 14 giugno 2008 dall’azione comune
6819/08/PESC.
Essa ha lo scopo di avviare la
pianificazione di un operazione che garantisca la transizione fra determinati
compiti di UNMIK e una possibile operazione dell’Unione europea di gestione
delle crisi nel settore dello stato di diritto e in altri settori individuati
dal Consiglio europeo nel quadro del processo di status. Un ulteriore obiettivo
è quello di fornire, ove richiesto, una consulenza tecnica per consentire
all’UE di contribuire, sostenere e mantenere il dialogo con UNMIK.
Consistenza del contingente
italiano 9/5/2008
2 unità di cui:
Carabinieri 2
Riferimenti normativi
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha autorizzato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge
2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007,
n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione di
ulteriori unità fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Missione EUSEC Congo (In corso)
Missione dell’Unione europea
per l’assistenza nel campo delle riforme nel settore della sicurezza
Partecipazione
italiana dal 17 maggio 2007
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali Unione
europea
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
Il Consiglio dell'Unione europea (UE) ha
istituito, con l’azione comune 2005/355/PESC adottata il 2 maggio 2005, una
missione di consulenza e di assistenza per la riforma del settore della
sicurezza (SSR) nella Repubblica democratica del Congo (RDC), denominata EUSEC
RD Congo, al fine di contribuire alla riuscita dell'integrazione delle varie
fazioni armate nella RDC e di aiutare il paese nei suoi sforzi di
ristrutturazione e di ricostruzione dell'esercito congolese.
La missione, iniziata l’8 giugno 2005, ha il
compito di assistere il Governo del Paese nella promozione, nel settore della
sicurezza, di politiche compatibili con i diritti umani e la legislazione
umanitaria internazionale, con gli standard democratici, con i principi della
buona gestione della cosa pubblica, con la trasparenza e con l’osservanza dello
stato di diritto.
Il sostegno riguardante l’integrazione
dell’Esercito congolese ed il buon governo in materia di sicurezza, comprende i
vari aspetti relativi al controllo sulla gestione finanziaria e di bilancio, di
status della funzione militare, di formazione, di aggiudicazione degli appalti
pubblici e di contabilità, nonché di sorveglianza finanziaria tramite
l’istituzione di un progetto di assistenza tecnica relativo al miglioramento
della catena dei pagamenti del Ministero della Difesa nella RDC.
La missione EUSEC ha sede a Kinshasa, dove
opera il Capo della Missione ed il personale di staff, e svolge le sue funzioni
attraverso un gruppo di esperti dell’UE assegnati, con differenti funzioni, nei
posti chiave dell’Amministrazione congolese.
Consistenza del contingente
italiano 29/2/2008
1 unità di
cui:
Aeronautica 1
Riferimenti
normativi
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione ISAF (In corso)
Missione multinazionale di
assistenza all'Autorità afghana ad interim
Partecipazione italiana dal 10 gennaio 2002
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
L'ISAF (International Security Assistance
Force) è stata costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU n. 1386 del 20 dicembre 2001 che, come previsto dall'Accordo
di Bonn, ha autorizzato la predisposizione di una forza di intervento
internazionale con il compito di garantire, nell'area di Kabul, un ambiente
sicuro a tutela dell'Autorità provvisoria afghana, guidata da Hamid Karzai, che
si è insediata il 22 dicembre 2001 e del personale delle Nazioni Unite presente
nel Paese.
La missione è iniziata nel gennaio 2002 ed è
stata inizialmente svolta dai contingenti di 19 Paesi sotto la guida inglese.
Il 13 giugno 2002 la Loya Jirga (l'Assemblea
tradizionale) ha eletto il premier Hamid Karzai alla guida del governo per un
periodo di due anni, fino allo svolgimento delle elezioni generali, che si sono
tenute il 9 ottobre 2004 e che hanno confermato presidente Karzai.
Successivamente il vertice NATO di Praga del
novembre 2002, ha approvato un nuovo concetto militare che stabilisce un
approccio globale per la difesa contro il terrorismo e consente alle forze
dell’Alleanza di intervenire ovunque i suoi interessi lo richiedano (quindi anche
fuori dall’area dei Paesi membri). Anche a seguito di tali determinazioni, il
16 aprile 2003 il Consiglio Nord Atlantico (NAC) ha deciso l'assunzione, da
parte della NATO, del comando, del coordinamento e della pianificazione
dell’operazione ISAF, senza modificarne nome, bandiera e compiti. La decisione
è stata resa operativa l'11 agosto 2003, con l'assunzione della guida della
prima missione militare extraeuropea dell'Alleanza Atlantica.
La risoluzione ONU n. 1510 del 13 ottobre
2003, oltre a prevedere l’ulteriore proroga del mandato di ISAF, ha, altresì,
autorizzato l'espansione delle attività della missione anche al di fuori
dell'area di Kabul.
La guida politica dell’operazione è
esercitata dal NAC, in stretto coordinamento con i Paesi non NATO che contribuiscono
all’operazione. Secondo il memorandum sottoscritto fra i Paesi partecipanti e
l'Autorità provvisoria afghana il 4 gennaio 2002, mentre le “Coalition Forces,
sono quegli elementi militari nazionali della Coalizione guidati dagli Stati
Uniti che conducono la guerra al terrorismo in Afghanistan […] ISAF non è parte
delle Forze della Coalizione" e rimane pertanto distinta da Enduring
Freedom, mantenendo le due missioni differenti mandati e rispondendo a catene
di Comando differenti, l'una facente capo al Comando Supremo Alleato della NATO
ed al Consiglio Atlantico, l'altra al Central Command statunitense di Tampa
(Florida). Le due missioni rimangono però in costante coordinamento operativo,
attraverso il Deputy Chief of Staff Operations di ISAF, statunitense,
responsabile del raccordo con le Forze di Enduring Freedom.
Lo svolgimento della missione ISAF è
articolato in cinque fasi:
§ la
prima fase ha riguardato l’attività di analisi e preparazione;
§ la
seconda fase ha avuto l’obiettivo di realizzare l’espansione sull’intero
territorio afgano, in 4 distinti stages che hanno riguardato in senso
antiorario le aree Nord, Ovest, Sud e d Est;
§ la
terza fase è volta a realizzare la stabilizzazione del Paese;
§ la
quarta fase riguarda il periodo di transizione;
§ la
quinta fase prevede il rischieramento dei contingenti.
I quattro stages della seconda fase sono
stati realizzati progressivamente con la sostituzione degli Stati Uniti, da
parte della NATO, nella guida delle operazioni di stabilizzazione nelle diverse
aree del Paese. La fase di espansione è stata completata nell’ottobre 2006 con
l’assunzione del controllo ISAF anche sulla regione orientale del paese.
La fase dell’espansione è stata realizzata
attraverso la costituzione in ogni area di una FSB (Forward Support Base),
ovvero una installazione militare aeroportuale avanzata necessaria innanzitutto
per fornire supporto operativo e logistico ai PRT (Provincial Reconstruction
Team) presenti nella stessa regione. In alcune regioni (tra le quali Herat) i
PRT erano già stati istituiti nell’ambito dell’operazione Enduring Freedom.
Il PRT è una struttura mista composta da
unità militari e civili con il compito di assicurare il supporto alle attività
di ricostruzione condotte dalle organizzazioni nazionali ed internazionali
operanti nella regione. Ogni PRT é strutturato in base al rischio, alla
posizione geografica ed alle condizioni socio economiche della regione in cui
opera.
L’attività di stabilizzazione sta
incontrando crescenti difficoltà, in particolare nell’area meridionale del
Paese, per la resistenza talebana che sembra essersi rafforzata, anche in
ragione di una preoccupante alleanza tra i Talebani e alcuni dei cosiddetti
“signori della guerra” che detengono il controllo politico ed economico – in
particolare sulla coltivazione di oppio – di numerose aree del paese. Accanto
alle attività militari, ISAF continua a svolgere il compito di assicurare la
fornitura di beni di necessità alla popolazione e promuovere la ricostruzione
delle principali infrastrutture economiche; a tal fine, la missione intrattiene
relazioni con numerose organizzazioni internazionali e non-governative e
collabora in modo stretto con l’Assistance Mission delle Nazioni Unite in
Afghanistan (UNAMA).
ISAF comprende attualmente circa 47.000 militari
appartenenti a contingenti di 40 Paesi. Il contributo maggiore è fornito dagli
Stati Uniti (19.000 unità), seguiti dal Regno Unito (7.750), dalla Germania
(3.490), dal Canada (2.500) dall’Italia (2.360), dall’Olanda (1.730) e dalla
Francia (con 1.430 unità).
La partecipazione italiana, iniziata il 10
gennaio 2002, è inizialmente consistita in un contingente di 450 unità, di cui
400 militari dell’Esercito a Kabul e 50 unità dell’Aeronautica, con compiti di
supporto, di stanza ad Abu Dhabi (negli Emirati Arabi).
L’Italia ha assunto, dal giugno 2005, il
compito di coordinare la FSB di Herat ed i PRT della regione ovest del Paese
(che comprende le province di Farah, Badghis e Ghor, oltre a quella omonima di
Herat). L’impegno italiano, accresciuto in questa fase da 600 a 2.000 unità, è
stato ulteriormente rafforzato anche in vista dell'assunzione del comando ISAF,
che è stato ricoperto dall’Italia dal 4 agosto 2005 al 4 maggio 2006.
Attualmente la presenza italiana è articolata in:
§ un
contingente, la cui componente principale è costituita dalla Brigata alpina
"Taurinense", presente a Kabul, in quanto il Comando regionale
della capitale afgana è posto sotto il comando italiano dal dicembre 2007;
§ un
contingente di stanza nella regione di Herat (anche questa posta sotto il
comando italiano dal giugno 2005) che coordina le attività del FSB e dei
PRT della regione.
Il 2 aprile 2007 il Consiglio supremo di
difesa ha fornito concrete indicazioni per un rafforzamento in uomini e mezzi
del contingente militare italiano in Afghanistan, quale attuazione dell’impegno
assunto dall’Esecutivo in Parlamento, senza mutamenti nel carattere della
missione, ma in previsione di una sua durata non breve e di maggiori pericoli
potenziali. L’operazione è stata completata nel giugno successivo, con l’arrivo
di due velivoli UAV Predator, di cinque elicotteri da combattimento A-129
Mangusta e due plotoni di bersaglieri con otto cingolati Dardo.
Il Ministro della difesa ha precisato,
riferendo al Parlamento il 13 novembre 2007, che “tali nuovi mezzi non sono […]
la risposta ad un cambiamento nel profilo della nostra missione, né ad un
aumento del nostro profilo di impegno politico di fronte alla comunità
internazionale. Sono invece la doverosa risposta tecnico-militare all’evolversi
delle condizioni sul terreno”.
Durante la missione ISAF hanno perso la vita
undici militari italiani, di cui 6 in seguito ad attentati.
Il 3 ottobre 2004 ha perso la vita in un
incidente stradale il Caporal Maggiore Giovanni Bruno, mentre altri quattro
militari sono rimasti feriti.
Il 3 febbraio 2005 è deceduto in un
incidente aereo il Capitano di vascello Bruno Pianini.
L’11 ottobre 2005, a causa di un incidente
mortale, ha perso la vita il Caporal Maggiore Capo Michele Sanfilippo.
II 5 maggio 2006 hanno perso la vita in un
attentato ad una pattuglia del contingente, il Tenente Manuel Fiorito e il
Maresciallo Luca Polsinelli.
Il 2 luglio 2006, è deceduto a causa di un
malore il Tenente Colonnello Carlo Liguori (Capo del settore Cimic del Cdo
RC-W).
Il 20 settembre 2006 ha perso la vita in un
incidente stradale a Kabul il Caporal maggiore Giuseppe Orlando.
Il 26 settembre 2006, a seguito
dell'esplosione di un ordigno al passaggio di una pattuglia, nel distretto di
Chahar Asyab, a circa 10 km a sud di Kabul, ha perso la vita il Caporal
Maggiore Capo Giorgio Langella e successivamente, il 30 settembre 2006, a
seguito delle ferite riportate nell’attentato, è deceduto anche il Caporal
Maggiore Vincenzo Cardella.
Il 24 novembre 2007 ha perso la vita, a
causa di un attentato, il Maresciallo capo Daniele Paladini.
Il 13 febbraio 2008 è deceduto in uno
scontro a fuoco con elementi ostili, il Maresciallo Giovanni Pezzullo.
Consistenza del contingente
italiano 18/05/2008
2.350 unità di cui:
Carabinieri 47
Aeronautica 150
Esercito 2.153
Riferimenti normativi
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della partecipazione
italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge
2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007,
n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione di
ulteriori unità fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 dicembre 2001 Commissioni riunite Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni
del Governo sugli sviluppi della crisi internazionale (Ministro della difesa)
19 marzo 2002 Camera Commissione difesa
Audizione del
ministro della difesa sulla situazione della politica di difesa
17 aprile 2002 Senato Commissione difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sui programmi di sviluppo e di
organizzazione del Dicastero alla luce della recente presentazione del
"Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della
situazione politica internazionale
9 luglio 2002 Camera Commissione Difesa
Audizione del
Ministro della difesa sulle principali problematiche di settore
25 marzo 2003 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei
contingenti militari in Afghanistan
26 marzo 2003 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro della difesa)
sugli sviluppi delle operazioni dei contingenti militari italiani in
Afghanistan
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
17 novembre 2005 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interpellanza urgente Deiana e altri 2-01657 sull'ipotesi di un comando
unificato delle missioni ISAF ed Enduring Freedom
21 dicembre 2005 Camera Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (sottosegretario per la difesa) sul recente attentato al
contingente militare italiano in Afghanistan
14 giugno 2006 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Esteri
Audizione del
ministro degli affari esteri sulle linee programmatiche del suo dicastero
4 luglio 2006 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Audizione del
ministro degli affari esteri sulle linee programmatiche del suo dicastero
(proseguita nelle sedute del 5 e dell’11 luglio)
29 novembre 2006 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione a risposta immediata Borghesi e altri 3-00426: intendimenti
del Governo circa l’impegno delle truppe italiane nelle missioni internazionali
di pace, con particolare riferimento alla presenza italiana in Afghanistan
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
15 febbraio 2007 Camera Esteri e Difesa
Audizione dell'ambasciatore
italiano a Kabul sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
internazionali, in relazione all'esame in sede referente del disegno di legge
C. 2193 (Conversione D.L. proroga
missioni)
15 maggio 2007 Commissioni riunite Camera
e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa sulle dotazioni del contingente militare italiano
impegnato nella missione ISAF
25 luglio 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro degli affari esteri sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e Internazionali
20 novembre 2007 Senato Commissione difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario per la difesa) sul grave attentato subito da un
convoglio del contingente militare italiano nei pressi di Delaram e sulle
condizioni di sicurezza in Afghanistan
14 febbraio 2008 Camera Esteri e Difesa
Audizione del
Direttore generale del Ministero degli affari esteri per la cooperazione allo
sviluppo sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali,
in relazione all'esame in sede referente del disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
18 febbraio 2008 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario per la difesa) sul recente attentato al
contingente italiano in Afghanistan
Missione KFOR (In corso)
Missione NATO per il rispetto degli accordi di cessate il fuoco tra
Macedonia, Serbia e Albania
Partecipazione italiana dal 13 giugno 1999
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione
di imposizione della pace (peace-enforcing)
Al termine dell’operazione “Allied Force"
(guerra del Kosovo), il Consiglio atlantico della NATO ha deliberato, il 9
giugno 1999, la costituzione della KFOR (Kosovo Force) per ristabilire e
mantenere la sicurezza nel Kosovo.
La missione è stata predisposta sulla base di un
Accordo tecnico-militare tra i comandanti della NATO e quelli jugoslavi, ed ha
avuto avvio il 12 giugno 1999, dopo che l’autorizzazione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU, avvenuto con la risoluzione n. 1244. Contestualmente sono
stati sospesi i raid aerei da parte della NATO mentre l’esercito serbo
procedeva al ritiro dal Kosovo (20 giugno).
L’operazione ha comportato un dispiegamento,
nella fase iniziale, di circa 43.000 militari sia della NATO, che di Paesi non appartenenti all’Alleanza,
compresa la Russia.
L'obiettivo della missione è stato inizialmente
quello di attuare e, se necessario, far rispettare gli accordi del cessate il
fuoco o dell’"Interim Agreement”, allo scopo di fornire assistenza
umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili,
agevolando il processo di pace e stabilità.
Collegata all’operazione “Joint Guardian” è stata
la missione NATO COMMZ-W (Communication Zone West) che, dal giugno 2002, è
stata rilevata dalla missione NHQ Tirana, con il compito di contribuire al
coordinamento tra le Autorità albanesi, la NATO e le Organizzazioni della
Comunità Internazionale.
Il compito attuale della missione, che è
costituita da circa 16.000 militari, è quello di svolgere un’azione di presenza
e deterrenza che mantenga un ambiente sicuro e che impedisca il ricorso alla
violenza.
I militari della KFOR effettuano il controllo dei
confini internazionali tra il Kosovo e la FRY; svolgono compiti di ordine
pubblico e controllo del territorio; collaborano con l’UNMIK e realizzano
attività di assistenza umanitaria
Le attività di gestione dell'ordine pubblico sono
affidate alla missione MSU (Multinational Specialized Unit), con sede a
Pristina, posta alle dirette dipendenze del comandante di KFOR e composta da
personale dell'Arma dei Carabinieri, affiancati dalla Gendarmeria francese.
Nell’ambito del processo di ricostituzione delle
forze a guida NATO nei Balcani, il 12 novembre 2002, sono state accorpate le
brigate multinazionali Nord e Ovest ed è stata costituita la Multinational
Brigade South-West (MNB-SW) alla cui guida si sono alternate l’Italia e la
Germania.
Alla fine del 2004, in occasione del passaggio di
responsabilità delle operazioni militari NATO in Bosnia all’Unione europea, le
autorità NATO hanno deciso di raggruppare tutte le operazioni condotte nei
Balcani in un unico contesto operativo, dando origine all’operazione “Joint
Enterprise” che comprende le attività di KFOR, MSU, l’interazione NATO-UE, e i
NATO HQ di Skopje, Tirana e Sarajevo.
L’Italia ha retto il Comando di KFOR dal 1°
settembre 2005 al 1° settembre 2006.
Nel maggio 2006, al fine di accrescere la
flessibilità di impiego e la capacità di risposta a fronte di crisi improvvise,
è stata decisa una ulteriore trasformazione della struttura di KFOR, completata
nell’estate 2007, che, senza prevedere riduzioni numeriche dei contingenti, ha
visto il passaggio dalla precedente articolazione su quattro Brigate
multinazionali aventi ognuna la propria area di competenza, a cinque Task
Forces, dotate di particolare flessibilità operativa, più una Forza di Reazione
Rapida (Quick Reaction Force).
La MNB-SW è stata riarticolata in due distinte
Multinational Task Force: una sotto Comando italiano (MNTF-W) che comprende
contingenti di Spagna, Ungheria, Slovenia e Romania e una a guida tedesca
(MNTF-S).
Le 5 Task Force sono basate a Mitrovica (Nord),
Pristina (Centro), Gnjlane (Est), Prizren (Sud) e Belo Polje - PEC (Ovest).
Sono cinque i militari che hanno perso la vita
nel corso della missione KFOR: il caporal maggiore Pasquale Dragano,
appartenente al Corpo dei Bersaglieri, morto il 24 giugno 1999 a Djakovica, il
caporalmaggiore Samuele Utzeri, che ha perso la vita il 2 aprile 2000 a Pec e,
il 2 agosto 2000 il caporal maggiore Luigi Nardone. Il 9 agosto 2001 il Caporal
Maggiore Scelto Giuseppe Fioretti ed il Caporal Maggiore Dino Paolo Nigro, del
3° Reggimento Alpini hanno perso la vita cadendo da un elicottero in fase di
atterraggio.
Consistenza del contingente
italiano 18/05/2008
2.044 unità di cui:
Carabinieri 39
Aeronautica 150
Esercito 1.855
Riferimenti normativi
Decreto-legge
17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto
1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex
Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un
ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di
pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha fissato il termine della
partecipazione italiana al 30 settembre 1999
Decreto-legge
25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre
1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 1999
Decreto-legge
7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000,
n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di
pace.
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2000
Decreto-legge
19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto
2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2000
Decreto-legge
29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia
italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 giugno 2001
Decreto-legge
19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto
2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato
la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003.
Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
26 marzo 1999 Senato Assemblea
Discussione
di mozioni sulla crisi del Kosovo e approvazione delle mozioni Salvi ed altri
n. 1-00378 e Meluzzi ed altri n. 1-00379
26 marzo 1999 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio), e discussione di mozioni sulla crisi in
Kosovo e approvazione delle risoluzioni Mussi
ed altri 6-00078, Sbarbati ed altri 6-00079 e Volonté ed altri 6-00081
13 aprile 1999 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri) ed approvazione delle
risoluzioni Mussi ed altri 6-00083 e Pisanu ed altri 6-00082 sugli sviluppi
della crisi nei Balcani
13 aprile 1999 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri) sulla crisi balcanica e
approvazione della risoluzione Salvi ed altri
6-00037
24 marzo 2004 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro degli esteri) sulla situazione in Kosovo
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie
e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del disegno di legge
C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
11 dicembre 2007 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretari agli Esteri e alla difesa) sugli ultimi sviluppi
della situazione nei Balcani con particolare riferimento al Kossovo
Missione MFO (In corso)
Forza multinazionale di interposizione che pattuglia lo stretto di Tiran
nel Sinai tra Egitto e Israele
Partecipazione italiana dal 10 marzo 1982
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'MFO (Multinational Force and Observer) è
un'organizzazione internazionale indipendente per il mantenimento della pace
tra la Repubblica Araba d'Egitto e lo Stato d' Israele, sancita dal Trattato di
Pace di Camp David del 1979, con l'obiettivo di assicurare la libertà di
navigazione nello stretto di Tiran (Mar Rosso), nel rispetto dell'art. 5 del
Trattato. La MFO è stata istituita con contingenti di 11 Paesi (Fiji, Norvegia,
Colombia, USA, Gran Bretagna, Uruguay, Francia, Australia, Olanda, Nuova
Zelanda e Italia) a seguito degli accordi trilaterali di Camp David del 26
maggio 1979 (USA, Egitto, Israele); con tale intesa Israele restituiva
all’Egitto il territorio della penisola del Sinai, occupato nella guerra del
1967, a condizione che l’intera area fosse demilitarizzata e sorvegliata da una
forza multinazionale, che doveva garantire il rispetto delle clausole del
Trattato da parte degli Stati contraenti. Successivamente, sono entrate a far
parte della MFO l’Ungheria e il Canada mentre hanno cessato la propria
partecipazione l’Olanda e la Gran Bretagna. La partecipazione dell'Italia è
stata stabilita con l'accordo del 16 marzo 1982 tra il Governo della Repubblica
italiana e il direttore generale della Forza multinazionale e di osservatori. Secondo
tale accordo il Governo italiano fornisce alla MFO un contingente navale che ha
una responsabilità primaria nell'effettuare pattugliamenti navali nello Stretto
di Tiran e nelle sue vicinanze.
Il contingente navale che effettua la missione è
composto da tre dragamine e può impiegare fino a 90 unità di personale. Lo
Scambio di Note, effettuato a Roma il 6 e il 25 marzo 2002, proroga la
partecipazione italiana ad MFO fino al 25 marzo 2007.
Consistenza del contingente italiano al 18/5/2008
80 unità di cui:
Marina 80
Riferimenti normativi
Legge 29 dicembre 1982, n. 968,
recante ratifica ed esecuzione dell'accordo di sede tra il Governo della
Repubblica italiana e la Forza multinazionale e osservatori (MFO) per lo
stabilimento in Italia del quartiere generale dell'Organizzazione, firmato a
Roma il 12 giugno 1982 (originato da un disegno di legge governativo presentato
in data 7 agosto 1982)
La legge 968/1982 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore
della MFO per lo stabilimento in Italia del Quartier generale
Legge 29 dicembre 1982, n. 967
recante ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Governo della Repubblica
italiana e il direttore generale della Forza multinazionale e di osservatori,
effettuato con scambio di lettere, con due allegati, a Roma, il 16 marzo 1982,
per la partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale e di osservatori
nel Sinai (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 23
settembre 1982)
La legge 967/1982 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore
della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1984
Legge 28 novembre 1985, n. 721
recante ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra l'Italia e la MFO
concernente l'estensione della partecipazione dell'Italia nella MFO, effettuato
a Roma il 16 marzo 1984 (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 17 settembre 1984)
La legge 721/1985 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore
della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1986
Legge 25 marzo 1988, n. 102
recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note tra l'Italia e la MFO
concernente la proroga della partecipazione italiana nella MFO, effettuato a
Roma il 24 marzo 1986 (originato da un disegno di legge governativo presentato
in data 12 novembre 1987)
La legge 102/1988 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore
della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1988
Legge 1 dicembre 1989, n. 397
recante ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra il Governo della
Repubblica italiana e la MFO (Forza multinazionale ed osservatori), concernente
la proroga della partecipazione italiana alla MFO, effettuato a Roma il 25
marzo 1988 (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 9
novembre 1988)
La legge 397/1989 ha ratificato il rinnovo dell'Accordo tra l'Italia e il
direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25
marzo 1990
Legge 5 ottobre 1991, n. 328
recante ratifica ed esecuzione dell'accordo, effettuato mediante scambio di
lettere, tra il Governo della Repubblica italiana e la MFO (Forza
multinazionale ed osservatori), concernente la proroga della partecipazione
italiana alla MFO, firmato a Roma il 12 marzo 1990 (originato da un disegno di
legge governativo presentato in data 17 ottobre 1990)
La legge 328/1991 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore
della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1992
Legge 2 gennaio 1995, n.12
recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note relativo all'estensione
della partecipazione italiana alla Forza multinazionale e osservatori (MFO),
con allegato addendum, effettuato a Roma il 17 e 24 marzo 1992 (originato da un
disegno di legge governativo presentato in data 6 luglio 1994)
La legge 12/1995 ha ratificato l'Accordo tra l'Italia e il direttore
della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25 marzo 1997
Legge 23 aprile 1998, n. 132
recante ratifica ed esecuzione dello scambio di note relativo al rinnovo
dell'accordo per la partecipazione italiana alla Forza multinazionale ed
osservatori (FMO), effettuato a Roma il 16 dicembre 1996 e il 21 marzo 1997
(originato da un disegno di legge governativo presentato in data 31 ottobre 1997)
La legge 132/1998 ha ratificato il rinnovo dell'Accordo tra l'Italia e il
direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25
marzo 2002
Legge 19 agosto 2003, n. 249
recante ratifica ed esecuzione dello Scambio di Note relativo al rinnovo
dell'accordo per la partecipazione italiana alla Forza multinazionale ed
osservatori (MFO), effettuato a Roma il 6 ed il 25 marzo 2002 (originato da un
disegno di legge governativo presentato in data 15 gennaio 2003)
La legge 249/2003 ha ratificato il rinnovo dell'Accordo tra l'Italia e il
direttore della MFO che fissa il termine della partecipazione italiana al 25
marzo 2007
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e
informazione
19 marzo 1982 Camera Commissioni riunite esteri e
difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla partecipazione dell'Italia alla
Forza multinazionale del Sinai: viene sostenuta da una dichiarazione di un
rappresentante della maggioranza, di contenuto analogo alla risoluzione votata
dal Senato
19 marzo 1982 Senato Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla partecipazione dell'Italia alla
Forza multinazionale del Sinai ed approvazione della risoluzione Orlando
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze
armate nel 2005
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione MIATM (In corso)
Missione italiana di assistenza tecnico militare a Malta
Partecipazione italiana dal 14 luglio 1988
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
Il 14 luglio del 1988 è stato firmato un
Memorandum di intesa tra il Ministero della difesa italiano ed il Ministero
degli esteri maltese in seguito al quale è stata istituita la MIATM (Missione
di assistenza tecnico militare), che opera oggi con lo scopo di fornire
assistenza all'addestramento militare di personale maltese in vari settori
d'impiego e di assicurare un servizio di ricerca e soccorso (SAR). La missione
è composta da Ufficiali e Sottufficiali dell'Esercito, della Marina Militare e
dell'Aeronautica Militare e impiega 2 elicotteri AB-212 e 50 automezzi vari.
Consistenza del contingente italiano al 18/5/2008
37 unità di
cui:
Esercito 21
Aeronautica 12
Marina 4
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione MINURSO (In corso)
Missione delle Nazioni Unite per il referendum sull’autodeterminazione
del popolo Sahrawi (Sahara occidentale)
Partecipazione italiana dal 27 settembre 1991
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali ONU
Operazione di mantenimento
della pace (peace-keeping)
MINURSO (Mission des Nations Unies pour le
Referendoum dans le Sahara Occidentale) è stata costituita con risoluzione
dell'ONU n. 690 del 29 aprile 1991, in conformità con le “proposte di accordo”
accettate il 30 agosto 1988 dal Marocco e dal Frente Popular para la Liberaciòn
de Saguia el-Hamra y de Rio de Oro (Frente POLISARlO).
Scopo principale della missione era quello di controllare lo svolgimento del referendum, programmato entro il termine di 29 settimane dall’entrata in vigore dell’accordo sul cessate il fuoco, sottoscritto il 6 settembre 1991. Il referendum doveva decidere sull’indipendenza della ex colonia spagnola annessa di fatto dal Marocco nel 1975. Tuttavia, a causa della divergenza tra le parti su alcuni degli elementi chiave del progetto di accordo, in particolare per quanto concerneva i criteri necessari ad ottenere il diritto di voto, non è stato possibile attuare il piano, anche se le scadenze previste sono state ripetutamente modificate. La principale funzione di MINURSO nel suo attuale limitato spiegamento è pertanto ristretta a completare il processo di identificazione, a verificare il cessate il fuoco e l'interruzione delle ostilità, a vigilare sulla polizia locale e a garantire sicurezza e ordine negli uffici per l'identificazione e la registrazione nelle liste elettorali.
Il mandato di MINURSO è stato da ultimo prorogato
fino al 30 aprile 2009 dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1813/2008.
Consistenza del contingente italiano al 18/5/2008
5 unità di
cui:
Esercito 5
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
21 novembre 1991 Camera Commissione Esteri
Discussione e approvazione
all'unanimità della risoluzione Crippa 7-00482, concernente il piano di pace
ONU per il Sahara occidentale
20 gennaio 2005 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze
armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione MINUSTAH (In corso)
Missione
ONU per la stabilizzazione di Haiti
Partecipazione
italiana da 15 marzo 2008
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
MINUSTAH (United Nations Stabilization Mission in
Haiti) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell'ONU 1529 del 29 febbraio 2004 che gli ha affidato il compito di sostenere
il Governo di transizione per assicurare condizioni di stabilità che
favoriscano un processo di democratizzazione. In quest’ottica la missione ha
altresì il compito di assistere il Governo nella ricostruzione di una forza di
polizia nazionale, attraverso il monitoraggio, la ristrutturazione e la riforma
della Polizia locale secondo standard democratici.
L’Italia ha avviato la sua partecipazione, nella
seconda metà di marzo 2008, con 5 unità della Guardia di Finanza, che
collaborano alla riforma del Dipartimento marittimo, aereo, frontaliero e
migratorio della Polizia locale.
La missione è stata da ultimo prorogata al 15
ottobre 2008 dal Consiglio di sicurezza dell’ONU con la risoluzione 1780 del 15
ottobre 2007.
Consistenza del contingente italiano al 15/3/2008
5 unità di cui:
Guardia di finanza 5
Riferimenti normativi
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante disposizioni
urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei
processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla partecipazione
delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2008.
Missione
MSU (In corso)
Missione militare di mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica
a supporto delle operazioni di pace nei Balcani
Partecipazione italiana dal 1 agosto 1998
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
L'istituzione della Multinational
Specialized Unit (MSU), è stata decisa dai Ministri degli affari esteri del
Gruppo di contatto allargato all'Italia che fanno parte del Consiglio Direttivo
per l'Attuazione della Pace (Steering
Board of the Peace Implementation), nella riunione tenutasi a Lussemburgo il 9
giugno 1998.
Tale dichiarazione è stata fatta propria
dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1174 del 15 giugno
1998, che ha dato il consenso alla creazione dell'Unità specializzata. La MSU
svolge compiti di mantenimento
dell'ordine pubblico e di sicurezza pubblica, con possibilità di effettuare
anche limitate azioni investigative, a supporto delle autorità locali, per il
mantenimento dell'ordine e per il reinsediamento dei rifugiati e dei dispersi.
Un primo contingente della MSU è stato
rischierato a Sarajevo, alle dipendenze del comandante della missione SFOR in
Bosnia. Successivamente, un contingente della MSU è stato dislocato in Kosovo,
a Pristina, nell’ambito dell’operazione “Joint Guardian” e posto sotto il
comando della Forza multinazionale KFOR, istituita nel giugno 1999 dal
Consiglio Atlantico della NATO.
Dopo la conclusione della missione SFOR, con
il trasferimento di autorità dalla NATO alla UE, opera unicamente il
contingente della MSU nell’ambito di KFOR, con sede a Pristina.
Alla fine del 2004 le autorità NATO hanno
deciso di raggruppare tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico
contesto, dando origine all’operazione “Joint Enterprise” che comprende le
attività di KFOR, MSU, l’interazione NATO-UE, e i NATO HQ di Skopje, Tirana e
Sarajevo.
Il 3 giugno 1999 hanno perso la vita in un
incidente stradale il Maresciallo Marcello Joseph Galloni ed il Carabiniere
Angelo Foccià.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
261 unità di cui:
Carabinieri 261
Riferimenti normativi
Decreto-legge
30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di
partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)
Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 26 dicembre
Legge 3
agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione
militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge
governativo presentato in data 30 giugno 1998)
La legge 270/1998 ha fissato il termine della
partecipazione italiana al 26 dicembre 1998
Decreto-legge
28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo
1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di
pace
Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 24 giugno 1999
Decreto-legge
17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto
1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex
Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un
ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di
pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 settembre 1999
Decreto-legge
25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre
1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 1999
Decreto-legge
7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000,
n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di
pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2000
Decreto-legge
19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto
2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2000
Decreto-legge
29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia
italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 giugno 2001
Decreto-legge
19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto
2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
11 dicembre 2007 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretari agli Esteri e alla difesa) sugli ultimi sviluppi
della situazione nei Balcani con particolare riferimento al Kossovo
Missione NATO HQ Sarajevo (In
corso)
Missione NATO per l'assistenza alla Bosnia per conseguire i requisiti per
la PfP, per la lotta al terrorismo e per il supporto al Tribunale Penale
Internazionale per la ex-Jugoslavia
Partecipazione italiana dal 2 dicembre 2004
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
Dopo la conclusione della missione SFOR ed
il passaggio delle sue competenze alla missione Althea dell’UE, la NATO ha
comunque mantenuto una propria presenza in Bosnia-Herzegovina, attraverso la
missione Headquarters Sarajevo che ha il compito di fornire assistenza alla
riforma della difesa della Bosnia, e di favorirne l’adesione al programma PfP.
La missione svolge inoltre limitate mansioni operative per il supporto alla
lotta al terrorismo ed attività di supporto al Tribunale penale per l’ex
Iugoslavia (ICTY), in particolare per la ricerca e la cattura dei criminali di
guerra.
Alla fine del 2004, in occasione del termine
dell’operazione SFOR, le autorità NATO hanno deciso di raggruppare tutte le
operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo (definito dalla
Joint Operation Area), dando origine all’operazione “Joint Enterprise” che
comprende le attività di KFOR, MSU, l’interazione NATO-UE, e i NATO HQ di
Skopje, Tirana e Sarajevo.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
7 unità di cui:
Esercito 7
Riferimenti normativi
Legge 30
luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha autorizzato la partecipazione italiana
fino al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana
alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Commissione
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
11 dicembre 2007 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretari agli Esteri e alla difesa) sugli ultimi sviluppi
della situazione nei Balcani con particolare riferimento al Kossovo
Missione NATO HQ Skopje (In corso)
NATO Headquarters Skopje per il
coordinamento delle attività in Macedonia
Partecipazione italiana dal 17 giugno 2002
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
NATO Headquarters Skopje è stato costituito
il 17 giugno 2002 nell'ambito della riconfigurazione della presenza
dell'Alleanza Atlantica nei Balcani. NHQS ha la responsabilità delle attività
NATO in Fyrom ed ha assunto i compiti in precedenza assegnati a KFOR REAR, NCCC
(NATO Co-operation and Coordination Centre), Senior Military Representative
(SMR) e del Comando di Amber Fox (conclusa nel dicembre 2002 e sostituita da
Allied Harmony, a sua volta conclusa nel marzo 2003). L'impegno principale
assunto dalla NATO in Macedonia è quello di rendere le strutture di quel paese
pienamente integrate in quelle euroatlantiche.
La missione ha il compito di condurre
attività di sostegno e di consulenza per contribuire al conseguimento degli
obiettivi della comunità internazionale finalizzati alla stabilità del Paese e,
più in generale, dell'area balcanica. Il Comandante del NHQS svolge le funzioni
di NATO SMR (Senior Military
Representative), coordinando tutte le attività della NATO in FYROM.
Alla fine del 2004, in occasione del termine
dell’operazione SFOR, le autorità NATO hanno deciso di raggruppare tutte le
operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo (definito dalla
Joint Operation Area), dando origine all’operazione “Joint Enterprise” che
comprende le attività di KFOR, MSU, l’interazione NATO-UE, e i NATO HQ di
Skopje, Tirana e Sarajevo.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
1 unità di cui:
Esercito 1
Riferimenti normativi
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha disposto la partecipazione italiana
al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione
italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame
parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga
della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante disposizioni
urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei
processi di pace e di stabilizzazione, nonché relative alla partecipazione
delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
11 dicembre 2007 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretari agli Esteri e alla difesa) sugli ultimi sviluppi
della situazione nei Balcani con particolare riferimento al Kossovo
Missione
NATO
HQ Tirana (In corso)
NATO Headquarters Tirana per il coordinamento tra Autorità albanesi, NATO
e Organizzazioni Internazionali ed il supporto di KFOR e delle missioni in
Fyrom
Partecipazione italiana dal 17 giugno 2002
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
NATO Headquarters Tirana è stato costituito
il 17 giugno 2002 nell'ambito della riconfigurazione della presenza
dell'Alleanza Atlantica nei Balcani. NHQT, a guida italiana, ha rilevato i
compiti di COMMZ-W ed è comandato da un Senior Military Representative (SMR) in
Tirana, che dipende dal CINCSOUTH (Commander-in-Chief Allied Forces Southern
Europe). Compito del SMR è quello di facilitare il coordinamento tra il governo
albanese, la comunità internazionale e la NATO, assistere le autorità albanesi
nelle attività di controllo dei confini e contrasto ai traffici illeciti,
garantire il monitoraggio delle linee di comunicazione ed il supporto a
COMKFOR; allo stesso fine, coordina con le Autorità albanesi la disponibilità
dell’aeroporto di Tirana-Rinas e del porto di Durazzo; il comando ha sede a
Tirana.
Il NHQT si compone di un Comando MN, un
gruppo tattico su un reggimento di manovra, supporti tattici, fra cui assetti
elicotteri, ed unità logistiche.
Alla fine del 2004, in occasione del termine
dell’operazione SFOR, le autorità NATO hanno deciso di raggruppare tutte le
operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo (definito dalla
Joint Operation Area), dando origine all’operazione “Joint Enterprise” che
comprende le attività di KFOR, MSU, l’interazione NATO-UE, e i NATO HQ di
Skopje, Tirana e Sarajevo.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
3 unità di cui:
Esercito 3
Riferimenti normativi
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha disposto la partecipazione italiana
al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per l'autorizzazione
di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga
di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in
materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
11 dicembre 2007 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretari agli Esteri e alla difesa) sugli ultimi sviluppi
della situazione nei Balcani con particolare riferimento al Kossovo
Missione
NTM-I (In corso)
Missione NATO di assitenza e sostegno alle Forze di sicurezza irachene
Partecipazione italiana dal 14 agosto 2004
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
In risposta alla richiesta avanzata dal
Primo Ministro del Governo Interinale iracheno la NATO ha deciso, nel Vertice
di Istambul del 28 giugno 2004, di offrire l'assistenza dell'Alleanza per
l'addestramento e l’equipaggiamento delle forze di sicurezza irachene.
Il 30 luglio 2004 il Consiglio Atlantico
(NAC), facendo seguito alle decisioni assunte nel Vertice di Istanbul, ha
definito le modalità per l'istituzione della missione NTIM-I (NATO Training
Implementation Mission in Iraq).
Tra l’agosto e il settembre 2004 sono state
predisposte le linee guida della missione, il Concetto operativo e le Regole di
Ingaggio (ROE).
Gli obiettivi iniziali della missione erano
quelli di stabilire collegamenti con il Governo Interinale e con la Forza
Multinazionale per la definizione delle proposte operative; di fornire supporto
alle Autorità irachene per la creazione di apposite strutture in ambito
militare; di contribuire alla selezione di personale da addestrare al di fuori
dell'Iraq.
Un team di ufficiali NATO, presente in Iraq
dall’agosto 2004, ha svolto i compiti relativi alla realizzazione di questa
fase, consentendo, a partire dal novembre successivo, l’inizio dell’attività di
addestramento del personale iracheno al di fuori del Paese, presso il NATO
Joint Warfare Centre di Stavanger (Norvegia).
Il 9 dicembre 2004, la NATO ha autorizzato
l'ampliamento della missione in Iraq, che ha assunto la denominazione di NTM-I
(NATO Training Mission – Iraq). Nell’ambito di questa missione, è stato
costituito ed inaugurato ad Ar-Rustamiyah, nei pressi di Baghdad, il 27
settembre 2005, il Centro iracheno per l'addestramento, l'istruzione e la
dottrina (NATO Training and Education Centre), supportato dalla NATO, per la
preparazione dei vertici delle Forze di Sicurezza irachene
Lo scopo della missione riguarda
esclusivamente gli aspetti addestrativi, di equipaggiamento e di assistenza
tecnica.
La fase attualmente in corso prevede la
transizione delle responsabilità formative e addestrative alle Autorità
irachene competenti, riducendo gradualmente la presenza NATO; successivamente,
quando tali capacità saranno completamente assunte dalle forze irachene o da
altre organizzazioni, verrà progressivamente disposto il ritiro delle forze
NATO dalla NTM-I.
NTM-I è posta sotto il controllo politico
del NAC ed opera separatamente rispetto alla Forza Multinazionale, ma in
stretto coordinamento con la stessa. La Forza Multinazionale provvede inoltre a
garantire la sicurezza ambientale e la protezione ravvicinata del contingente;
il ruolo di Comandante dell'attività NATO è ricoperto dal Comandante
dell'attività addestrativa della Forza Multinazionale.
A seguito dell'approvazione del Consiglio
atlantico del 12 giugno 2007 del progetto di addestramento della Iraqi National
Police (INP), l'Arma dei Carabinieri ha iniziato a Bagdad l’attivtà formativa
dell'unità di addestramento della forza di polizia irachena denominato
Carabinieri Training Unit (CCTU) che opera sotto la direzione della Gendarmerie
Training Department.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
84 unità di cui:
Esercito 42
Carabinieri 42
Riferimenti normativi
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005.
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 112, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 158, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione
internazionale in Iraq
Il D.L. 112/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n. 9, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alla missione internazionale in Iraq (decaduto)
Il D.L. 9/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies bis del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all’esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
19 gennaio 2006 Commissioni riunite Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sul piano di permanenza del contingente
militare in Iraq
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione TIPH II (In corso)
Missione di monitoraggio svolta in base all'Accordo israelo-palestinese
del 15 gennaio 1997 (Hebron)
Partecipazione italiana dal 29 gennaio 1997
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
Il protocollo del 15 gennaio 1997
sottoscritto da Israele e Autorità palestinese, concernente il ritiro di
Israele dalla zona di Hebron, prevede, all'art. 17, la costituzione della
Temporary International Presence in Hebron (TIPH 2), forza multilaterale
costituita da contingenti di Italia, Danimarca, Norvegia, Svezia, Svizzera e
Turchia, con il compito di contribuire alla sicurezza del territorio, mediante
un'opera di monitoraggio e osservazione.
All’accordo, sottoscritto tra le due parti
il 21 gennaio 1997, ha fatto seguito un Memorandum siglato dai sei Paesi che
partecipano alla missione, che hanno successivamente inviato una lettera
congiunta ai governi israeliano e palestinese, perfezionando in tal modo la
costituzione della forza multilaterale, chiamata ad operare a partire dal 1°
febbraio 1997.
Nel periodo febbraio-giugno 2006, a seguito
del riacutizzarsi della situazione di tensione e dopo gli scontri avvenuti l'8
febbraio a Hebron, per motivi di sicurezza, parte del contingente è stata
rimpatriata e parte è stata rischierata in Gerusalemme. Successivamente, il 26
giugno 2006, il personale italiano rientrava ad Hebron e il mese successivo
riprendeva l'attività di pattugliamento diurno.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
12 unità di cui:
Carabinieri 12
Riferimenti normativi
Decreto-legge
31 gennaio 1997, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla leggge 25 marzo
1997, n. 72, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città
di Hebron. Proroga della partecipazione italiana alla missione in
Bosnia-Erzegovina
Il D.L. 12/1997 ha fissato il termine della
partecipazione italiana al 1° agosto 1997
Legge 18
dicembre 1997, n. 439, recante proroga di termini relativi ad impegni
internazionali del Ministero degli affari esteri e norme in materia di
personale militare impegnato in missioni all'estero (originato da un disegno di
legge governativo presentato in data 31 luglio 1997)
La legge 439/1997 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 gennaio 1998
Decreto-legge
29 settembre 1997, n.327, recante proroga di termini relativi ad impegni
internazionali del Ministero degli affari esteri (decaduto - sanati effetti L.
439/1997)
Il D.L. 327/1997 (decaduto) ha prorogato la
partecipazione italiana al 31 gennaio 1998
Decreto-legge
13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo
1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia
e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di
contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della
partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron
Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 luglio 1998
Legge 3
agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione
militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge
governativo presentato in data 30 giugno 1998)
La legge 270/1998 ha prorogato la partecipazione
italiana al 26 dicembre 1998
Decreto-legge
30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di
partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)
Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha prorogato la
partecipazione italiana al 26 dicembre 1998
Decreto-legge
28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo
1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di
pace
Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 24 giugno 1999
Decreto-legge
17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto
1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione italiana a missioni internazionali nei territori della ex
Jugoslavia, in Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un
ulteriore contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di
pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 settembre 1999
Decreto-legge
25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre
1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 1999
Decreto-legge
7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000,
n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di
pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2000
Decreto-legge
19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto
2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2000
Decreto-legge
29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia
italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 giugno 2001
Decreto-legge
19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto
2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante disposizioni
urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005,
convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione UNFICYP (In corso)
Missione ONU per il mantenimento della pace e per il controllo del
cessate il fuoco a Cipro
Partecipazione italiana dal 20 luglio 2005
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L’indipendenza di Cipro fu concessa
dall’Inghilterra nel 1960 sulla base di una Costituzione che garantiva gli
interessi sia della comunità greca che di quella turco-cipriota. Questo
equilibrio si ruppe nel dicembre 1963 e, a seguito dei disordini e delle
tensioni fra le due comunità, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU decise, con la
risoluzione 186/1964, di costituire l’UNFICYP (United Nations Peacekeeping
Force in Cyprus), una forza di mantenimento della pace con il compito di
prevenire gli scontri e di contribuire al ristabilimento dell’ordine e della
legalità nell’isola.
A seguito del colpo di stato del luglio 1974
e del successivo intervento militare della Turchia, le cui truppe hanno
ottenuto il controllo della parte settentrionale dell’isola, il mandato di
UNFICYP è stato ulteriormente rafforzato per consentire alla Forza di espletare
nuovi compiti, tra i quali il controllo del cessate il fuoco in vigore “de
facto” dall’agosto 1974. La mancanza di un accordo di pace ha reso ancora più difficile
lo svolgimento di questo compito, dato che la missione è stata costretta a
fronteggiare ogni anno centinaia di incidenti.
Attualmente UNFICYP: investiga e interviene
sulle violazioni del cessate il fuoco e dello status quo, vigila sulla
inviolabilità della zona cuscinetto; coopera con le polizie cipriota e
turco-cipriota; si adopera per il
ristabilimento della normalità nella
zona cuscinetto; svolge attività umanitarie; assiste le due comunità su
questioni quali la fornitura di elettricità e di acqua; fornisce assistenza
medica di emergenza; consegna la posta e i messaggi della Croce Rossa
attraverso le due linee.
UNFICYP ha sede a Nicosia. Il mandato,
esteso di sei mesi in sei mesi, è stato da ultimo prorogato fino al 15 giugno
2008 dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1789 del 14 dicembre 2007.
L’Italia partecipa alla missione dal luglio
2005 con 4 carabinieri nelle mansioni di ufficiali di polizia.
Consistenza del contingente
italiano 18/5/2008
4 unità di cui:
Carabinieri 4
Riferimenti normativi
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha autorizzato
la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto
sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito
dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha autorizzato la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La
disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame
parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante proroga
di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in
materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione UNIFIL (In corso)
Forza Temporanea delle Nazioni Unite in Libano
Partecipazione italiana dal 3 luglio 1979
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
In
risposta all’aggressione di Il 14 marzo 1978, dopo un nuovo attacco in
territorio israeliano ad opera di un commando palestinese, le forze armate di
Israele invasero il Libano, occupandone la parte meridionale dove si trovavano
le postazioni da cui partivano gli attacchi. Il successivo 19 marzo, il Consiglio
di sicurezza dell’ONU, in seguito alle proteste del Governo libanese, approvava
le risoluzioni 425 e 426, con le quali invitava Israele alla cessazione delle
azioni militari ed al ritiro delle truppe e deliberava contemporaneamente
l’immediata costituzione di una forza di interposizione nel Libano meridionale,
al confine con Israele.
Fu pertanto costituita la missione UNIFIL
(United Nations Interim Force In Lebanon) con il compito di verificare il
ritiro delle truppe israeliane, di ristabilire la pace e la sicurezza
internazionale, nonché di assistere il Governo del Libano a ripristinare la sua
effettiva autorità nella zona.
La partecipazione italiana alla missione
iniziò nel luglio 1979, con uno squadrone di elicotteri dell’Esercito, dotato
di 4 velivoli e costituito da circa 50 militari, con compiti di ricognizione,
ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento. Tale squadrone,
dislocato presso Naquora, continua tuttora la sua attività di volo.
Dopo la nuova invasione israeliana del Libano,
nel giugno 1982, che giunse quasi fino a Beirut, le attività di UNIFIL rimasero
relegate dietro le linee israeliane, limitandosi a fornire protezione e
assistenza umanitaria alla popolazione locale. Nel 1985, Israele ha proceduto
ad un parziale ritiro, mantenendo, con la collaborazione dei miliziani
dell’Esercito del Libano del Sud, il controllo del Libano meridionale.
Nei quindici anni successivi proseguirono le
ostilità tra Israele e le forze ausiliarie da un lato e le milizie sciite
filosiriane di Hezbollah, mentre UNIFIL continuò a svolgere, anche se
parzialmente, il proprio compito, adoperandosi per limitare il conflitto e per
proteggere la popolazione dell’area. Il mandato della missione rimase infatti
invariato, attraverso i rinnovi semestrali decisi dal Consiglio di sicurezza
ONU.
A seguito del ritiro totale delle truppe
israeliane, avvenuto tra maggio e giugno del 2000, UNIFIL ha svolto un
importante ruolo nella fase di transizione, per il pattugliamento (insieme alle
forze armate libanesi) e lo sminamento dell’area liberata, per la definizione
della linea di confine (linea blu) e per l’assistenza ai libanesi che avevano
fatto parte delle milizie filoisraeliane.
Tra il 2000 e il 2002 il Libano meridionale
è stato teatro di una sostanziale occupazione di Hezbollah insidiata da ripetute
violazioni della linea di confine da parte israeliana. In questa condizione è
proseguito lo sforzo di UNIFIL per il rischieramento dei militari libanesi
nell’area di confine. La missione ha operato avvalendosi anche dell’assistenza
degli osservatori militari della missione UNTSO (United Nations Truce
Supervision Organization), incaricati di monitorare il rispetto della tregua
stabilita nel 1949 tra Israele e i Paesi arabi confinanti.
Al termine di questa fase la consistenza del
contingente impegnato era ridotta a circa 2.000 unità (giugno 2006).
A seguito di una offensiva missilistica di
Hezbollah in territorio israeliano e dell’uccisione di alcuni soldati
israeliani e la cattura di altri, nel luglio 2006, si è aperta una nuova fase
del conflitto, durata 34 giorni, durante la quale Israele ha lanciato
un’offensiva in territorio libanese ed ha imposto il blocco aeronavale sul
Paese, mentre Hezbollah ha risposto con una intensa attività di guerriglia e
con il lancio di razzi che hanno raggiunto anche città ritenute sicure come
Nazareth, Haifa e Tiberiade. Le forze militari libanesi non sono intervenute
nel conflitto.
L’11 agosto 2006 il Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite, ha approvato, all’unanimità, la risoluzione n. 1701, che,
tra l’altro, ha invitato alla completa cessazione delle ostilità (sia di ogni
attacco da parte di Hezbollah che di tutte le operazioni militari offensive da
parte di Israele) ed ha previsto, a tregua avvenuta, il dispiegamento congiunto
delle forze libanesi e di UNIFIL (il cui contingente è stato incrementato fino
a un massimo di 15.000 unità) nel Libano meridionale, nonché il contestuale
ritiro di Israele dalla regione. Il nuovo dispiegamento di UNIFIL, cui hanno
contribuito in modo consistente e determinante l’Italia e la Francia, è stato
avviato dopo il cessate il fuoco iniziato il 14 agosto. Nella guerra sono morti
più di 1.100 libanesi, mentre oltre un milione sono stati costretti a lasciare
le loro case. Sono stati danneggiati 150 ponti, 60.000 unità abitative, di cui
almeno 15.000 completamente rase al suolo.
La risoluzione ha ridefinito i compiti di
UNIFIL ed ha previsto la costruzione di una fascia di sicurezza a sud del fiume
Litani, nella quale la missione, insieme all’esercito libanese, esercita una
azione "cuscinetto" per prevenire la ripresa delle ostilità. La
risoluzione impegna il Governo libanese “a sorvegliare i propri confini in modo
da impedire l’ingresso illegale in Libano di armamenti e materiali connessi”, e
tutti gli Stati ad adoperarsi affinché armamenti, materiali bellici e
assistenza tecnico-militare siano forniti “solo su autorizzazione del Governo
libanese o dell’UNIFIL”.
Tra i nuovi compiti di UNIFIL vi sono anche
quelli di monitorare l’effettiva cessazione delle ostilità, di “mettere in atto
i provvedimenti che impongono il disarmo dei gruppi armati in Libano”, nonché
di prestare la propria assistenza per contribuire ad assicurare l’accesso
umanitario alle popolazioni civili e il volontario e sicuro ritorno delle
persone sfollate. UNIFIL è inoltre autorizzata a resistere a tentativi volti ad
impedire ad essa con la forza l’esecuzione dei suoi compiti, e a proteggere il
personale, i locali, le installazioni e il materiale delle Nazioni Unite,
nonché gli operatori umanitari e i civili “esposti a una minaccia imminente di
violenza fisica”.
Dal 2 febbraio 2007, il Generale di
divisione Claudio Graziano ha assunto il comando della missione, sostituendo
anticipatamente il responsabile francese.
Per quanto riguarda le regole di ingaggio,
il Ministro della difesa, il 4 ottobre 2006 – pur mantenendo il riserbo sui
dettagli, in quanto la loro “conoscenza da parte di elementi ostili può
costituire un grave elemento di svantaggio a livello tattico, quindi di
pericolo per le nostre truppe” - ha chiarito che i militari in Libano dovranno
esercitare l’autodifesa - secondo le modalità di volta in volta decise dal
comandante sul terreno – “proteggendosi adeguatamente ed utilizzando la forza
in modo proporzionato alle circostanze, in caso di attacco o anche nel caso di
imminente attacco”.
Le regole adottate prevedono che sia
“consentito l’uso della forza contro chiunque tenti di impedire a UNIFIL di
espletare i propri compiti o tenti di limitarne la libertà di spostamento”,
come anche “nel caso in cui sia messa in pericolo l’incolumità della
popolazione civile”.
Il Ministro ha precisato che qualsiasi
incontro tra pattuglie di UNIFIL e personale armato non facente parte delle
forze regolari libanesi, prevede “le fasi di identificazione, di intimazione a
deporre le armi e a sottoporsi agli accertamenti necessari, di sequestro di
tutti gli armamenti indebitamente detenuti e l’eventuale detenzione del
personale coinvolto”. In tutte queste fasi è però “determinante il ruolo svolto
dagli Ufficiali di collegamento libanesi”, in quanto tale attività di disarmo
“è svolta non autonomamente [da UNIFIL],
ma in supporto alle forze libanesi”. Pertanto, anche se “la difficoltà nel
controllare il proprio territorio è emersa come uno degli elementi di maggiore
criticità per la sicurezza interna e regionale”, è necessario “sempre ricordare
che il Libano è uno stato sovrano”, e che “ciò non […] consente di sostituire
il governo libanese e le sue forze regolari nell’esercizio della sovranità”. I
militari italiani assegnati ad UNIFIL operano pertanto “a favore delle forze
regolari libanesi, sostenendole affinché possano riacquisire il controllo del
territorio e riaffermare la piena autorità dello Stato”.
Attualmente le attività operative di UNIFIL
consistono: nell’osservazione dei posti fissi; nella condotta di pattuglie
diurne e notturne e nella realizzazione di check-points; nel collegamento con
le forze armate libanesi; nel pattugliamento marittimo (la componente navale è
guidata, dal 29 febbraio 2008, dall’Italia, che contribuisce con una fregata e
un pattugliatore nell’ambito della forza europea EUROMARFOR).
Il contingente della missione è attualmente
composto da 12.300 unità; il maggiore contributo è fornito dall’Italia (2.800),
dalla Francia (1.600), dalla Spagna (1.170), dal Ghana, dall’India,
dall’Indonesia, e dal Nepal (con 860 unità per ciascun Paese). Il mandato
dell’UNIFIL è stato prorogato, da ultimo, al 31 agosto 2008 dalla risoluzione
1773 del Consiglio di sicurezza.
Nel corso dei 30 anni di attività hanno
perso la vita 261 militari della missione, di cui 4 italiani. Il 6 agosto 1997
un elicottero AB205 dell’UNIFIL è infatti precipitato vicino Naqoura, a causa
dell'improvviso peggioramento delle condizioni meteorologiche causando la morte
dell'equipaggio composto dai Capitani Antonino Sgrò e Giuseppe Parisi, dal
Maresciallo Capo Massimo Gatti e dall'Appuntato dei Carabinieri Daniel Forner.
Consistenza del contingente italiano al 1/2/2008
2.743 unità di
cui:
Esercito 2.438
Marina 285
Carabinieri 13
Aeronautica 7
Riferimenti normativi
Decreto-legge
28 agosto 2006, n. 253, recante disposizioni concernenti l'intervento di
cooperazione allo sviluppo in Libano e il rafforzamento del contingente
militare italiano nella missione UNIFIL, ridefinita dalla citata risoluzione
1701 (2006) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
Il D.L. 253/2006 ha autorizzato la partecipazione italiana
fino al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante disposizioni
urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei
processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla partecipazione
delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
18 agosto 2006 Commissioni riunite Camera
e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli affari esteri e della difesa) sugli sviluppi della situazione
in Medio Oriente e sul seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite n. 1701 dell'11 agosto 2006
18 agosto 2006 Camera Esteri e Difesa
Discussione
della risoluzione Ranieri e Pinotti 7-00048 sulla risoluzione del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite n. 1701 dell'11 agosto 2006 e approvazione del
testo riformulato 8-00009
18 agosto 2006 Senato Esteri e Difesa
Esame dell'affare relativo
alla partecipazione di un contingente nazionale alla missione Onu in Sudan e
approvazione di una risoluzione (Doc. XXIV, n. 2)
13 settembre 2006 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (vice ministro degli affari esteri Intini e sottosegretario di
Stato per la difesa Forcieri) sugli sviluppi della situazione in Medio Oriente.
22 novembre 2006 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (vice ministro degli affari esteri Intini e sottosegretario di
Stato per la difesa Forcieri), nelle sedute del 22 e del 29 novembre, sugli
ultimi sviluppi della situazione in Libano e Medio Oriente.
29 gennaio 2007 Camera Assemblea
Informativa
urgente del Governo sugli sviluppi della situazione in Libano (Viceministro
degli affari esteri)
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
27 giugno 2007 Camera Esteri - Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sulla situazione in Libano a dieci mesi
dall'avvio della missione UNIFIL 2, anche in relazione all'attentato al
contingente spagnolo del 24 giugno 2007
25 luglio 2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro degli affari esteri sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione UNMIK (In corso)
Forza di polizia civile internazionale dell'Onu delegata
all'amministrazione civile del Kosovo
Partecipazione italiana dal 30 giugno 1999
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
UNMIK (United Nations Mission In Kosovo) è stata
costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10
giugno 1999 che ha autorizzato la costituzione di una amministrazione civile
provvisoria guidata dalle Nazioni unite per favorire un progressivo recupero di
autonomia nella provincia del Kosovo, devastata dalla guerra. La missione, che
lavora a stretto contatto con i leader politici locali e con la popolazione,
svolge un ruolo molto ampio, coprendo settori che vanno dalla sanità
all’istruzione, dalle banche e finanza alle poste e telecomunicazioni.
L'Italia partecipa alla missione con un
contingente composto da unità dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della
Guardia di Finanza di stanza a Pristina. In seno alla missione è costituita
un'unità di "intelligence" contro la criminalità (Criminal
Intelligence Unit-C.I.U.), a guida inglese, di supporto alla Amministrazione
Provvisoria, anche per quanto riguarda i conflitti interetnici. La CIU ha, tra
l'altro, il compito di mantenere un collegamento diretto con l’Ufficio italiano
Interpol, in modo da snellire le procedure di trasmissione delle informazioni
relative ai traffici criminali tra l’Italia e il Kosovo.
Consistenza del contingente italiano al 29/2/2008
44 unità di
cui:
Polizia
di Stato 21
Guardia
di Finanza 20
Carabinieri 3
Riferimenti normativi
Decreto-legge 17 giugno 1999, n.
180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a
missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad
Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari
dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
30 settembre 1999
Decreto-legge 25 ottobre 1999,
n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487, recante
proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di
pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in
Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
1999
Decreto-legge 7 gennaio 2000, n.
1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante
disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000
Decreto-legge 19 giugno 2000, n.
163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2000
Decreto-legge 29 dicembre 2000,
n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in
Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
2001
Decreto-legge 19 luglio 2001,
n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001,
n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15,
recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2002
Decreto-legge 20 gennaio 2003,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n.
165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante
interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è
stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge
231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231,
recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali
(originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo
2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti
disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe
legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello
Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge
2 luglio 2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007,
n. 127, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con
modificazioni, dalla legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione di
ulteriore personale fino al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e
informazione
26 marzo 2004 Camera Commissioni
riunite esteri e difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro degli esteri)
sulla situazione in Kosovo
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze
armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del 13
novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione UNMOGIP (In corso)
Missione costituita per supervisionare il cessate il fuoco tra India e
Pakistan nello Stato di Jammu e Kashmir a seguito dell'accordo India-Pakistan
del 1972
Partecipazione italiana dal 3 gennaio 1959
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNMOGIP (United Nations Military Observer Group
in India and Pakistan) è stato costituito nel luglio 1949 a seguito della risoluzione
39/1948 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'attività del Gruppo degli
Osservatori Militari trae origine dall'accordo tra i rappresentanti militari
dell'India e del Pakistan, noto come trattato di Karachi, che determinò la
tregua d'armi nel conflitto indo-pakistano nato per la questione Jammu-Kashmir
risalente alla spartizione dell'ex India britannica nel 1947 e successivamente
perfezionato nel 1972 con il Trattato di Simla.
I compiti affidati all'UNMOGIP consistono nel
vigilare e riferire alle Nazioni Unite sull'osservanza del mantenimento dello
"status quo" lungo la linea del cessate il fuoco, chiamata dal 1971
linea di controllo, del rispetto delle clausole del trattato di Karachi.
A seguito dell'accordo India-Pakistan del 1972,
che stabiliva una frontiera nel Kashmir, l'India ha assunto una posizione in
base alla quale il mandato dell'UNMOGlP sarebbe caduto in prescrizione. Il
Pakistan, tuttavia, non accettò questa posizione e, data l'esistenza di tale
disaccordo, la posizione del Segretario Generale è stata quella di decidere che
la missione dell'UNMOGlP possa terminare solo a seguito di una decisione del
Consiglio di Sicurezza. Non essendo stata presa tale deliberazione, l'UNMOGIP è
stata mantenuta in vita, con il medesimo mandato e le stesse funzioni del
passato. La missione ha il suo Quartier Generale per sei mesi l'anno nella
città di Rawalpindi in Pakistan e per gli altri sei nella città di Srinagar in
India. La missione è stata guidata da un generale italiano dal 30 agosto 2004
al 13 settembre 2005.
Consistenza del contingente italiano al 18/5/2008
7 unità di
cui:
Esercito 7
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro
della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione UNTSO (In corso)
Assistenza del Mediatore e della Commissione per il Controllo della
Tregua per il rispetto dell'armistizio in Palestina
Partecipazione italiana dal 5 giugno 1958
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Alla costituzione dello Stato di Israele,
proclamata il 14 maggio 1948, fece seguito immediatamente lo scoppio di feroci
scontri tra la comunità israeliana e quella araba cui si erano unite truppe
regolari provenienti dai vicini Stati arabi. I combattimenti, che durarono
molte settimane, furono interrotti da una tregua decisa dal Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite il 29 maggio, ma diventata effettiva solo l’11
giugno. L'UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization) è stata
costituita con la risoluzione 50/1948 del Consiglio di sicurezza dell'ONU allo
scopo di assistere il Mediatore e la Commissione per il Controllo della Tregua
nella verifica del rispetto dell'armistizio in Palestina. Da allora, l'UNTSO ha
eseguito diversi compiti affidatigli dal Consiglio di Sicurezza, tra cui la
supervisione degli Accordi Generali sull'Armistizio del 1949 e il controllo del
cessate il fuoco stabilito nella zona del Canale di Suez e sulle Alture del
Golan a seguito della guerra arabo-israeliana del giugno 1967. Sulle Alture del
Golan, l'UNTSO coopera ed assiste l'UNDOF nel settore Israele-Siria, e l'UNIFIL
nel settore Israele-Libano. L'UNTSO è anche presente nel Sinai, all'interno del
settore Egitto-lsraele. Inoltre, essa mantiene uffici a Beirut e Gaza.
L'Italia, il cui contingente è costituito da
sette unità, partecipa alla missione dal 1958. Gli osservatori italiani sono
normalmente distribuiti negli Out Stations del Libano, Israele e Siria. A
seguito della crisi del 2006 tra Libano ed Israele, tutto il personale di UNTSO
è stato ritirato dalle 4 Patrol Bases e, in particolare il personale italiano è
tutto concentrato presso Naqoura.
Nel 1973 uno degli osservatori italiani nella
zona di Suez ha perso la vita a causa di una mina. Il 23 luglio 2006 è stato
ferito da un colpo di granata il capitano Roberto Punzo.
Consistenza del contingente italiano al 18/5/2008
7 unità di
cui:
Esercito 7
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e
informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze
armate nel 2005
13 febbraio 2007 Camera Esteri - Difesa
Audizione del
capo di Stato maggiore della difesa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione D.L. proroga missioni)
14 febbraio 2007 Camera Esteri e Difesa
Audizione del Direttore generale del Ministero degli affari
esteri per i paesi dell'Europa sulla partecipazione italiana a missioni
umanitarie e internazionali, in relazione all'esame in sede referente del
disegno di legge C. 2193 (Conversione
D.L. proroga missioni)
26 luglio 2007 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del ministro della difesa, nelle sedute del 26 luglio, del 26 settembre e del
13 novembre 2007, sugli sviluppi relativi alla partecipazione italiana a
missioni umanitarie e internazionali
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni del Ministro della difesa sulla
partecipazione italiana a missioni umanitarie e Internazionali
Missione in Libia contro la
Non iniziata
tratta degli esseri umani
Missione di cooperazione italo-libica per
fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina
Partecipazione italiana non ancora inizata
La
missione ha il compito di rendere esecutivo l'Accordo sottoscritto a Tripoli il
29 dicembre 2007, dal ministro dell'Interno italiano e dal ministro degli
Esteri libico. Il Protocollo è finalizzato a realizzare una cooperazione tra
l'Italia e la Libia per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina.
Le due
parti intensificheranno la collaborazione nella lotta contro le organizzazioni
criminali dedite al traffico degli esseri umani e allo sfruttamento
dell'immigrazione clandestina.
L'accordo
prevede, in particolare, l'organizzazione di pattugliamenti marittimi congiunti
davanti alle coste libiche.Il Governo italiano si impegna, inoltre, a sostenere
con l'Unione europea i programmi di cooperazione con la Libia, con particolare
riferimento ai controlli sull'immigrazione clandestina.
L'accordo
firmato a Tripoli prevede che l'Italia e la Libia organizzeranno pattugliamenti
marittimi con 6 unità navali - tre guardacoste e tre vedette della Guardia di
Finanza - cedute temporaneamente dall'Italia.I mezzi imbarcheranno equipaggi
misti con personale libico e con personale di polizia italiano per l'attività
di addestramento, di formazione, di assistenza e manutenzione dei mezzi. Le
operazioni di controllo, di ricerca e salvataggio verranno svolte nei luoghi di
partenza e di transito delleimbarcazioni dedite al trasporto di immigrati
clandestini, sia in acque territoriali libiche che internazionali.
L'Italia
- secondo l'accordo - si impegna a cooperare con l'Ue per la fornitura (con
finanziamento a carico del bilancio comunitario) di un sistema di controllo per
le frontiere terrestri e marittime libiche, al fine di fronteggiare il fenomeno
dell'immigrazione clandestina, da realizzare secondo le esigenze rappresentate
dalla parte libica alla delegazione della missione Frontex.
Per
garantire, poi, una efficace direzione e il coordinamento delle attività
addestrative ed operative di pattugliamento marittimo, Italia e Libia
convengono di istituire, presso una idonea struttura che sara individuata a
cura della Libia, per l'intera durata del Protocollo di Cooperazione, un
Comando operativo interforze, con il compito di: ''disporre l'attuazione
quotidiana delle crociere addestrative e di pattugliamento; individuare,
nell'area di pattugliamento, zone di specifico approfondimento, sulla base
degli elementi informativi nel frattempo acquisiti; raccogliere le informazioni
operative acquisite dalle unità operative; impartire le direttive di servizio
necessarie in caso di avvistamento e/o fermo di natanti con clandestini a
bordo; svolgere compiti di punto di contatto con le omologhe strutture
italiane''. In questo senso, il Comando interforze ha la facoltà di richiedere
l'intervento e/o l'ausilio delle unità navali italiane ordinariamente
rischierate presso l'isola di Lampedusa per le attività anti-immigrazione''.
Responsabile
del Comando operativo interforze é un ''qualificato rappresentante'' designato
dalle autorità libiche, che si avvale di un vice comandante, designato dal
Governo italiano (e cui sarà assegnato personale italiano di staff), anche con
compiti di consulenza in favore del comandate del Comando operativo interforze,
oltre che di raccordo con le competenti strutture italiane.
Riferimenti normativi
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni,
dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di
cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di
stabilizzazione, nonche' relative alla partecipazione delle Forze armate e di
polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha autorizzato
la partecipazione italiana fino al 31 dicembre 2008.
Missione UNAMID (Non iniziata)
Missione dell’ONU e dell’Unione africana in
Darfur
Partecipazione italiana non ancora iniziata
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione
di mantenimento della pace (peace-keeping)
La
missione UNAMID (United Nations-African Union Mission in Darfur) è stata
istituita dal Consiglio di sicurezza dell’ONU con la risoluzione n. 1769 del 31
luglio 2007, con il compito di
intraprendere le azioni necessarie per sostenere una tempestiva applicazione dell’Accordo
di pace nel Darfur sottoscritto nel 2004, impedire attacchi armati e proteggere
i civili.
I compiti
iniziali di UNAMID consistono innanzitutto nel reinstaurare la sicurezza al
fine di permettere la continuazione dell'assistenza umanitaria, nel proteggere
i civili, nel monitorare l'andamento dell'accordo e nell’aiutare la sua della
implementazione.
La
risoluzione 1769 fissa inoltre degli obiettivi di lungo periodo, tra i quali:
quello di fornire ONU un ambiente sicuro per la ricostruzione, lo sviluppo e il
ritorno di profughi e dei rifugiati, quello di promuovere i diritti umani e le
libertà basilari, nonché lo stato di diritto, quello di monitorare la sicurezza
al confine con il Ciad e la Repubblica Centrafricana.
Nel
febbraio scorso il governo del Sudan e il responsabile politico della
missioneUNAMID hanno firmato un accordo, noto come Sofa (Status of Forces
Agreement), che riguarda gli aspetti concreti della presenza delle forze
internazionali.
La
missione assorbe sostanzialmente il contingente ed i poteri della missione AMIS
II dell’Unione africana, ma il suo dispiegamento della forza in Darfur sta incontrando
notevoli difficoltà e procede a rilento: é previsto che la missione, che
attualmente ha una forza militare di circa 9.200 unità, raggiunga una
consistenza pari almeno a 26.000 unità.
La
partecipazione italiana dovrebbe comprendere 80 militari.
Riferimenti normativi
Decreto-legge 31 gennaio 2008, n. 8, convertito, con modificazioni,
dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione
allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche'
relative alla partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni
internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Missione AFOR (Conclusa)
Missione NATO di solidarietà e assistenza
umanitaria in Albania
Partecipazione italiana dal 8 aprile 1999
La missione è durata cinque mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di assistenza internazionale
(umanitaria)
La forza multinazionale denominata
Albanian Force (AFOR), che operava nell'ambito dell'operazione “Allied
Harbour”, è stata costituita dal Consiglio Atlantico con prevalenti compiti di
soccorso umanitario, durante lo svolgimento dell’operazione “Determined Force”
(guerra del Kosovo). Essa ha visto l'impiego in Albania di circa 8.000 uomini
di 25 diverse nazionalità. L'Italia, che stava già assistendo il Governo
albanese con personale e mezzi della Missione Arcobaleno, ha fornito un
contributo, basato essenzialmente sulle unità della Brigata Alpina Taurinense,
alle quali si sono aggiunti i fanti del Reggimento San Marco e un contingente
di Carabinieri. Tale contributo è stato il più consistente tra quelli forniti
dagli alleati ed ha permesso all'Italia di avere un ruolo di rilievo nella
struttura di Comando di AFOR con l'assegnazione, in particolare, dell'incarico
di Deputy COMAFOR. Il dispiegamento delle Forze NATO in Kosovo, con il
successivo e conseguente rientro dei profughi Kosovari-Albanesi, ha determinato
la fine della missione "Allied Harbour" il 31 agosto 1999 e la
contemporanea costituzione del Comando della Zona delle Comunicazioni WEST
(COMMZ W) nell'ambito dell'Operazione “Joint Guardian”.
Consistenza del contingente italiano al 21/04/99
2.500 unità di
cui:
Carabinieri 150
Esercito 2.350
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 21 aprile 1999, n.
110, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 giugno 1999, n. 186, recante
autorizzazione all’invio in Albania ed in Macedonia di contingenti italiani
nell’ambito della missione NATO per compiti umanitari e di protezione militare,
nonché rifinanziamento del programma italiano di aiuti all’Albania e di
assistenza ai profughi
Il D.L. 110/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1999
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
13 aprile 1999 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio dei ministri) ed approvazione delle risoluzioni Mussi
ed altri 6-00083 e Pisanu ed altri 6-00082 sugli sviluppi della crisi nei
Balcani
13 aprile 1999 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio dei ministri) sulla crisi balcanica e approvazione
della risoluzione Salvi ed altri 6-00037
Missione
ALBA (Conclusa)
Missione per la distribuzione di aiuti umanitari in Albania
Partecipazione italiana dal 13 aprile 1997
La missione è durata quattro mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
La missione è stata avviata a seguito della
risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1101/1997, adottata su
sollecitazione dell’OSCE, che autorizzava la partecipazione di un contingente
militare italiano alla Forza multinazionale di protezione (FMP) in Albania. In
seguito, la risoluzione 1114 del 19 giugno 1997 ne ha autorizzato l'ulteriore
prosecuzione. “Alba” è stata la prima forma di intervento multinazionale
promossa e guidata dall'Italia, ed ha avuto, al di là del compito ufficiale di
consentire la distribuzione di aiuti umanitari, l’obiettivo di impedire la
guerra civile e consentire di avviare a soluzione la crisi politica albanese.
La FMP, schierata in prevalenza nella fascia
costiera del paese, si è spinta all’interno ai primi di giugno per incrementare
il controllo nelle aree popolate, in modo da favorire le elezioni in programma
alla fine dello stesso mese, nell’ambito delle quali la FMP era chiamata a
fornire protezione ai team di osservatori dell’OSCE.
Durante la missione, che ha visto la partecipazione
di 7.000 uomini di 11 Paesi, sono state effettuate circa 1.700 azioni
operative, in massima parte per la scorta a convogli, che hanno consentito alle
Organizzazioni umanitarie di distribuire oltre 5.700 tonnellate di viveri,
medicinali, sementi e vestiario.
L'Esercito italiano ha contribuito con circa
2.800 uomini, dei quali circa 1.800 di truppa (in massima parte volontari in
ferma breve, affiancati da 400 giovani in servizio di leva che hanno espresso
la propria disponibilità a partecipare alla missione ed ai quali sono stati
affidati in prevalenza compiti tecnico-logistici), schierati a Tirana, Durazzo,
Valona e Fier.
Il 9 luglio 1997 il militare Diego Vaira ha perso
la vita a Valona a seguito di un’esplosione accidentale di un ordigno.
Consistenza del contingente italiano al 24/04/97
2.710 unità di
cui:
Carabinieri 112
Aeronautica 120
Marina 375
Esercito 2.103
Riferimenti normativi
Decreto-legge 24 aprile 1997, n.
108, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 giugno 1997, n. 174, recante
partecipazione italiana alle iniziative internazionali in favore dell'Albania
Il D.L. 108/1997 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
10 luglio 1997
Decreto-legge 14 luglio 1997, n.
214, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 1997, n. 260, recante
prosecuzione della partecipazione italiana alle iniziative internazionali in
favore dell'Albania.
Il D.L. 214/1997 ha prorogato la partecipazione italiana al 12 agosto
1997
Legge 24 febbraio 1999, n. 49,
recante ratifica ed esecuzione dell'accordo tra il Governo della Repubblica di
Albania ed i Governi delle Nazioni facenti parte della Forza multinazionale di
protezione relativo allo status di detta Forza, fatto a Roma il 21 aprile 1997
(originato da un disegno di legge governativo presentato in data 21 novembre
1997)
La legge 24/1999 ha ratificato l'Accordo italo-albanese per la
costituzione della FMP
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
8 aprile 1997 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio) sulla questione albanese e approvazione della
risoluzione Salvi ed altri 6-00014
9 aprile 1997 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio), discussione delle mozioni sulla missione
multinazionale di pace in Albania e approvazione della risoluzione Mussi ed
altri 6-00017
Missione Albit (Conclusa)
Cooperazione con l'Aeronautica albanese per la ristrutturazione della
scuola di volo di Valona
Partecipazione italiana dal 6 aprile 2000
La missione è durata tre anni e undici mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
La missione Albit ha avuto il compito di ristrutturare la Scuola di Volo di Valona e la pista di volo di Pishporo, oltre che di garantire la sicurezza del personale italiano dell'A.M. e dei relativi mezzi impegnati nel progetto. Alla missione hanno preso parte uomini dell’Aeronautica militare di stanza a Valona.
La missione è stata promossa dagli accordi
bilaterali sottoscritti il 28 agosto 1997 dai Ministri della Difesa italiano e
albanese (nel cui ambito è stata, tra l’altro, costituita la DIE), relativi
alla riorganizzazione ed al consolidamento delle Forze armate albanesi, ed è
terminata nel febbraio 2004, dopo la consegna, all'Aeronautica albanese, delle
strutture realizzate.
Consistenza del contingente italiano al 25/02/04
50 unità
di cui:
Aeronautica 50
Riferimenti normativi
Legge 21 maggio 1998, n. 170,
recante ratifica ed esecuzione del trattato di amicizia e collaborazione tra la
Repubblica italiana e la Repubblica di Albania, con scambio di lettere
esplicativo dell'articolo 19, fatto a Roma il 13 ottobre 1995 (originato da un
disegno di legge governativo presentato in data 3 dicembre 1996)
La legge 170/1998 ha ratificato il trattato da cui derivano i vari
accordi di collaborazione in materia di difesa e forze di polizia
Decreto-legge 19 giugno 2000, n.
163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 2000
Decreto-legge 29 dicembre 2000,
n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in
Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
2001
Decreto-legge 19 luglio 2001,
n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001,
n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante
disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni
militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2002
Decreto-legge 20 gennaio 2003,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n.
165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante
interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è
stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge
231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231,
recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali
(originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato
la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo
2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Missione Allied Force (Conclusa)
Operazioni militari per il ristabilimento della pace in Kosovo
Partecipazione italiana dal 24 marzo 1999
La missione è durata tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di
ristabilimento della pace (peace-enforcing)
In seguito all’acuirsi, all’interno della
Federazione della Repubblica Yugoslava (FRY), del conflitto tra gli insorti
dell’UCK che rivendicavano l’indipendenza del Kosovo e la polizia serba
supportata dall'Esercito, il Consiglio di sicurezza dell’ONU, con le
risoluzioni 1160 del 31 marzo 1998 e 1199 del 23 settembre 1998, si era
espresso per una risoluzione pacifica del problema Kosovo che tenesse conto sia
dell'integrità della FRY, sia delle aspettative di larga autonomia ed autodeterminazione
della regione, imponendo la cessazione delle ostilità ed il rientro dei
profughi kosovari nel loro territorio.
A seguito del perdurare di continui e violenti
combattimenti e visti gli inutili tentativi di risolvere politicamente la
crisi, la NATO aveva avviato, il 24 settembre 1998, l'operazione
"Determined Force" che prevedeva un graduale intervento militare
aereo. La minaccia dell'intervento aereo aveva portato all’accettazione della
presenza di verificatori OSCE nel Kosovo, sancita dalla risoluzione del
Consiglio di sicurezza dell’ONU 1203 del 24 ottobre 1998. Dopo il fallimento
dei negoziati di Rambouillet, nel febbraio-marzo 1999, è iniziata, il 24 marzo
1999 l’operazione “Allied Force”, con attacchi aerei e missilistici contro gli
obiettivi militari serbi in Kosovo, estesisi rapidamente ad una serie di
obiettivi strategici in tutta la Federazione iugoslava. Nei giorni successivi,
la guerra ha provocato la fuga di centinaia di migliaia di profughi kosovari
verso le frontiere di Albania e Macedonia.
Nonostante il 3 giugno 1999 Belgrado avesse
accettato ufficialmente il piano di pace dei G8, la NATO ha deciso la
prosecuzione dei bombardamenti finché l'esercito iugoslavo non si fosse
ritirato. Il 9 giugno veniva raggiunto l'accordo tecnico-militare per il ritiro
delle truppe serbe e l'ingresso delle truppe NATO e russe della KFOR (Kosovo
Force). Il giorno successivo, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha
approvato la risoluzione 1244, concordata dal G8. Le truppe serbe hanno
cominciato il ritiro, e la NATO ha sospeso i bombardamenti, entrando nel Kosovo
il 13 giugno 1999.
L'Italia ha partecipato sin dall'inizio
all'operazione con 42 velivoli, passati successivamente a 54 (Tornado, F-104,
AMX, B-707/T dell'Aeronautica Militare, oltre a 4 Harrier II AV-8B della Marina
Militare, imbarcati sull'incrociatore "Giuseppe Garibaldi").
Nell'ambito delle operazioni militari l’Italia ha
avviato altresì l'operazione Dinak, per la difesa nazionale inerente la guerra
del Kosovo.
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
24 marzo 1999 Camera Assemblea
Informativa urgente del Governo
(Vice Presidente del Consiglio) sull'intervento della NATO in Kosovo
24 marzo 1999 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo (Vice
Presidente del Consiglio), nelle sedute dell'Assemblea del 24 e 25 marzo 1999,
sugli ultimi sviluppi della crisi nel Kosovo
26 marzo 1999 Senato Assemblea
Discussione di mozioni sulla
crisi del Kosovo e approvazione delle mozioni Salvi ed altri n. 1-00378 e
Meluzzi ed altri n. 1-00379
26 marzo 1999 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio), e discussione di mozioni sulla crisi in Kosovo e
approvazione delle risoluzioni Mussi ed altri 6-00078, Sbarbati ed altri
6-00079 e Volonté ed altri 6-00081
Missione
Allied
Harmony (Conclusa)
Supporto agli osservatori internazionali e assistenza al Governo macedone
per garantire le sicurezza nel Paese
Partecipazione italiana dal 16 dicembre 2002
La missione è durata tre mesi e mezzo
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'operazione Allied Harmony è stata decisa dal
Consiglio Nord Atlantico sulla base della risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU 1371 del 26 settembre 2001, per garantire la continuità
della presenza internazionale in Macedonia - che faceva seguito ad una
richiesta del Presidente Trajkovski - al fine di minimizzare i rischi di
destabilizzazione. Allied Harmony ha avuto compiti operativi di sostegno agli
osservatori dell'OSCE e dell'UE, nonché compiti di assistenza al governo in
materia di sicurezza; ha condotto altresì operazioni di collegamento e
monitoraggio nelle FCA (Former Crisis Areas), mantenendo collegamenti con le
Forze locali, la popolazione e le organizzazioni delle comunità internazionale.
L'operazione Allied Harmony è stata sostituita, il
31 marzo 2003, da "Concordia", la prima operazione militare dell'Unione
europea.
Consistenza del contingente italiano al 23/03/03
30 unità di
cui:
Esercito 30
Riferimenti normativi
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Decreto-legge 20 gennaio 2003,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003
Missione Allied Harvest (Conclusa)
Bonifica delle "jettisons areas" in Adriatico (ordigni
inesplosi)
Partecipazione italiana dal 17 maggio 1999
La missione è durata tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L’operazione “Allied Harvest” per la bonifica
dell’Adriatico, è stata avviata il 12 giugno 1999 in seguito agli incidenti
occorsi ad alcuni pescherecci a causa della permanenza nei fondali di ordigni
rilasciati da parte di velivoli NATO impiegati durante il conflitto nei
Balcani.
Nei 73 giorni di durata della missione, sono
state ritrovate 93, coprendo 1.041 miglia nautiche quadrate. Alle ricerche
hanno preso parte due formazioni NATO: la “Forza contromisure mine per l'Europa
occidentale” (Mcmfornorth) e la “Forza contromisure mine per il mediterraneo”
(Mcmformed). Sono stati impiegati 11 cacciamine e una nave di supporto, messi a
disposizione da diversi Paesi NATO. L’Italia ha assicurato l'attività
continuativa di cinque unità al giorno.
Consistenza del contingente italiano al 30/06/99
550 unità di
cui:
Marina 550
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
20 maggio 1999 Camera Assemblea
Svolgimento dell'interpellanza
urgente Vito 2-01804 sulle misure relative agli ordigni sganciati in Adriatico
da aerei della NATO
Missione Amber Fox (Conclusa)
Missione per contribuire alla protezione degli osservatori internazionali
incaricati di vigilare sulla realizzazione del piano di pace in Macedonia
Partecipazione italiana dal 23 settembre 2001
La missione è durata quattordici mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Dopo la conclusione, il 22 settembre 2001, della
missione “Essential Harvest” incaricata della raccolta delle armi dei ribelli
albanesi in Macedonia, ed in seguito alla risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU 1371 del 26 settembre 2001 che ha appoggiato l'invio di una
forza multinazionale per la tutela degli osservatori presenti sul territorio,
una parte dei contingenti già impegnati nell'operazione "Essential
Harvest" è rimasta in Macedonia nell’ambito dell’operazione “Amber
Fox". La missione era finalizzata a garantire la sicurezza dei 120
osservatori dell’OSCE e dell’UE presenti nell’area con il compito di vigilare
sulla realizzazione del piano di pace. La missione, la cui durata era
inizialmente prevista per tre mesi, è stata più volte prorogata; il termine da
ultimo fissato, su richiesta del Presidente macedone, era il 15 dicembre 2002.
Il 17 giugno 2002 è stato costituito, nell'ambito della riconfigurazione della
presenza dell'Alleanza Atlantica nei Balcani, il NATO Headquarters Skopje che,
tra l'altro, assumerà le responsabilità ed i compiti di Amber Fox. Nel corso
della missione Amber Fox, l'8 maggio 2002, ha perso la vita, a causa
dell'esplosione di una mina, il capitano Stefano Rugge.
Consistenza del contingente italiano al 15/12/02
140 unità di
cui:
Esercito 140
Riferimenti normativi
Decreto-legge 18 settembre 2001,
n. 348, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 406,
recante disposizioni urgenti per la partecipazione militare italiana alla
missione internazionale di pace in Macedonia
La legge 406/2001, modificando in sede di conversione il D.L. 348/2001,
ha autorizzato la partecipazione italiana alla missione fino al 31 dicembre
2001. Il D.L. autorizzava inizialmente la partecipazione a Essential Harvest
fino al 30 settembre 2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001,
n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15,
recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2002
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
4 ottobre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri, della Difesa e per i rapporti con il Parlamento) sui
più recenti sviluppi della situazione internazionale
20 dicembre 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo sugli
sviluppi della crisi internazionale (Ministro della difesa)
19 marzo 2002 Camera Commissione difesa
Audizione del ministro della
difesa sulla situazione della politica di difesa
17 aprile 2002 Senato Commissione difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) sui programmi di sviluppo e di organizzazione del Dicastero
alla luce della recente presentazione del "Libro bianco della Difesa
2002", nonché sui recenti sviluppi della situazione politica
internazionale
Missione Antica Babilonia (Conclusa)
Missione per garantire la sicurezza
degli interventi umanitari in Iraq
Partecipazione italiana dal 9 maggio 2003
La missione è durata trenni e sei mesi
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di assistenza internazionale
(umanitaria)
L'operazione "Antica Babilonia" si
inquadrava nella Forza di stabilizzazione internazionale costituita da più di
venti Paesi dopo la conclusione del conflitto in Iraq.
I compiti e l'organizzazione della Forza di
stabilizzazione internazionale sono stati definiti in un incontro tra i
Ministri della difesa dei Paesi partecipanti, svoltosi a Londra il 15 aprile e
in una successiva riunione tecnica dell'8 maggio.
Il 22 maggio 2003, il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU ha approvato la risoluzione 1483, che, tra l’altro, faceva “appello
agli Stati membri (...) affinché assistano il popolo iracheno nello sforzo per
riformare le proprie istituzioni e ricostruire il proprio Paese e perché
contribuiscano alle condizioni di stabilità e di sicurezza in Iraq”.
Successivamente il Consiglio di Sicurezza ha
approvato, il 16 ottobre 2003, la risoluzione 1511, che autorizzava “una forza
multinazionale sotto comando unificato a prendere tutte le necessarie misure
per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq"
e faceva “urgenza agli Stati membri perché forniscano assistenza, ivi comprese
forze militari, nell'ambito del mandato delle Nazioni Unite," a tale forza
multinazionale, richiedendo agli Stati Uniti di riferire al Consiglio di
Sicurezza, quando opportuno ed almeno ogni sei mesi, circa gli sforzi ed i
progressi da essa compiuti.
Con la successiva risoluzione 1546 dell’8
giugno 2004, il Consiglio di sicurezza, nel definire le procedure e i tempi per
il passaggio dei poteri ad un Governo sovrano ad interim dell’Iraq, ha ribadito
l'autorizzazione alla presenza di una forza multinazionale ed ha stabilito che
tale forza “avrà l'autorità di prendere tutte le misure necessarie per
contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq,
conformemente alle lettere” del nuovo premier iracheno e del segretario di
Stato statunitense, allegate alla risoluzione, in cui veniva espressa, fra
l’altro, “la richiesta irachena che continui la presenza della forza
multinazionale e ne vengono esposti i compiti, compresi la prevenzione e la
dissuasione dal terrorismo”.
Il Consiglio di sicurezza richiedeva altresì
“agli Stati membri e alle organizzazioni regionali e internazionali di
contribuire all'assistenza della forza multinazionale, comprese le forze
militari, come stabilito in accordo con il governo dell'Iraq, per andare
incontro ai bisogni della popolazione irachena di sicurezza e di stabilità, di
assistenza umanitaria e per la ricostruzione, e di appoggiare gli sforzi
dell'UNAMI, la missione ONU di assistenza all'Iraq”.
La presenza italiana ha avuto il compito di
garantire la cornice di sicurezza essenziale per consentire l’arrivo degli
aiuti ed a contribuire con capacità specifiche alle attività di intervento più
urgente nel ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali. Tra i
compiti del contingente militare vi sono stati: la creazione e il mantenimento
di un ambiente sicuro; il concorso al mantenimento dell’ordine pubblico;
funzioni di polizia militare; il supporto alle attività di sminamento; le rilevazioni
biologiche e chimiche; l'assistenza sanitaria; la gestione aeroportuale; il
supporto alle attività dell’ORHA (Office of Riabilitation and Humanitarian
Assistance).
Dal 15 luglio 2003, il contingente militare
italiano, assegnato alla regione meridionale dell'Iraq, posta sotto il comando
britannico, ha operato sul territorio iracheno nella provincia di Dhi Qar (area
di Nassirya). Esso era formato da unità e reparti appartenenti alle forze
armate ed all’Arma dei carabinieri.
Nell'ambito della missione ha operato, dal 9
maggio all'8 ottobre 2003, un contingente di circa 30 carabinieri, con il
compito di fornire il supporto di sicurezza all'ospedale da campo inviato a
Baghdad dalla CRI. Un nucleo di unità del Corpo Militare e delle Infermiere
Volontarie della Croce Rossa Italiana, hanno contribuito all’operazione con
assetti sanitari di varia natura inseriti, tra l'altro, all’interno di un
ospedale da campo dell’Esercito installato a Nasiriyah.
Ha inoltre operato un Nucleo di Carabinieri
appartenenti al Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale.
L'impiego delle forze militari italiane è
stato strettamente connesso alla realizzazione del piano operativo di emergenza
messo a punto dalla Task Force coordinata dal Ministero degli esteri, con
l'apporto del Ministero della difesa e di altri dicasteri. Gli interventi hanno
riguardato la fornitura di aiuti di prima necessità alla popolazione irachena,
l'assistenza tecnica per la realizzazione delle opere urgenti di ripristino
delle infrastrutture e dei servizi.
Il 12 novembre 2003, un attentato
terroristico alla base dei Carabinieri di Nasiriyah ha provocato 19 morti e 21
feriti. Hanno perso la vita: 12 carabinieri: Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro,
Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo
Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana,
Andrea Filippa; 5 soldati dell'Esercito: Massimo Ficuciello, Silvio Olla,
Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi, Pietro Petrucci, e 2 civili: Stefano
Rolla e Marco Beci.
Nel periodo tra marzo e maggio 2004 sono
rimasti feriti, durante aggressioni o incidenti accaduti a Nasiriyah, 20
militari del contingente italiano.
Il 17 maggio 2004, in seguito alle ferite
riportate durante un attacco di guerriglieri iracheni alla base italiana
"Libeccio", ha perso la vita il lagunare Matteo Vanzan.
Il 5 luglio 2004 ha perso la vita in un
incidente stradale il Caporal Maggiore Antonio Tarantino.
Il 21 gennaio 2005 ha perso la vita il
Maresciallo Simone Cola, mitragliere in servizio su un elicottero AB412,
colpito da una raffica di arma da fuoco durante un intervento di supporto a una
pattuglia di militari portoghesi della coalizione attaccata nella città di
Nasiriyah.
Il 15 marzo 2005 ha perso la vita il
sergente Salvatore Marraccino per le ferite riportate nel corso di attività
addestrativa.
Il 31 maggio 2005, in seguito alla caduta di
un elicottero AB-412 dell'Esercito, hanno perso la vita gli ufficiali Giusseppe
Lima e Marco Briganti e i sottufficiali Massimiliano Biondini e Marco Cirillo.
Il 14 luglio 2005, in un incidente stradale,
ha perso la vita il sergente Davide Casagrande e sono rimasti feriti due
sottufficiali.
Il 27 aprile 2006 hanno perso la vita in un
attentato ad una pattuglia del contingente italiano a Nasiriyah, quattro
militari italiani: il capitano Nicola Ciardelli e i marescialli Enrico
Frassanito, Franco Lattanzio e Carlo De Trizio. Nell'attentato è rimasto ucciso
anche il graduato della Polizia Militare rumena Bogdan Hancu, facente parte del
contingente rumeno che opera nell'ambito della missione italiana.
Il 5 giugno 2006, ha perso la vita, a
seguito di un attentato ad un convoglio impegnato in attività di scorta lungo
una rotabile a 100 chilometri a nord di An Nasiriyah, il Caporal Maggiore
Scelto Alessandro Pibiri.
Il 21 settembre 2006, a seguito di un
incidente stradale, è deceduto il Caporal Maggiore Scelto Massimo Vitaliano.
La partecipazione italiana è cessata il 30
novembre 2006.
Consistenza del contingente
italiano 23/10/2006
1.677 unità di cui:
Aeronautica 220
Carabinieri 384
Marina 5
Esercito 1.068
Riferimenti normativi
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003 ha autorizzato la partecipazione
italiana fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004.
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 112, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 158, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione internazionale
in Iraq
Il D.L. 112/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n. 9, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alla missione internazionale in Iraq (decaduto)
Il D.L. 9/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies bis del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all’esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha autorizzato la spesa per il rientro del contingente italiano entro l'autunno 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha autorizzato la spesa per il
rientro del contingente italiano entro l'autunno 2006.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
15 aprile 2003 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro degli esteri) in merito ad un intervento di emergenza
umanitaria in Iraq e approvazione delle risoluzioni Arrighi ed altri 6-00060,
Grignaffini ed altri 6-00061, Violante ed altri 6-00063, Colasio ed altri
6-00064 e Vito ed altri 6-00065
15 aprile 2003 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro degli esteri) sulla crisi internazionale e connesse
mozioni nelle sedute del 9 e del 15 aprile e approvazione delle risoluzioni
Andreotti ed altri 6-00045 e Schifani ed altri 6-00046
8 maggio 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione Deiana ed altri 3-02283 (Question time ministri) sull'invio
in Iraq di una delegazione della Croce rossa scortata dai carabinieri
8 maggio 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interpellanza urgente Deiana ed altri 2-00735 sui compiti operativi e
regole di ingaggio del contingente militare italiano che sarà inviato in Iraq
14 maggio 2003 Commissioni riunite Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'impiego di un contingente militare
italiano nell'ambito dell'intervento umanitario in Iraq
19 giugno 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interpellanza urgente Deiana ed altri 2-00804 sull'evoluzione della
situazione in Iraq
5 novembre 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione Bulgarelli 3-02830 (Question time ministri) sul ruolo del
contingente italiano in Iraq
12 novembre 2003 Camera Assemblea
Informativa
urgente del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro della
difesa) sull'attentato al contingente militare italiano di stanza a Nassiriya
in Iraq
12 novembre 2003 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro della difesa)
sull'attentato al contingente militare italiano in Iraq
17 dicembre 2003 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'aggiornamento delle missioni
internazionali
17 dicembre 2003 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'aggiornamento delle missioni
internazionali in corso
22 gennaio 2004 Senato Assemblea
Svolgimento
dell’interpellanza Malabarba ed altri 2-00477, con procedimento abbreviato ai
sensi dell’articolo 156-bis del Regolamento, sulla presenza del contingente
militare italiano in Iraq
7 aprile 2004 Camera Assemblea
Informativa
urgente del Governo (Ministro degli Esteri) sull'attuale situazione in Iraq
7 aprile 2004 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della Difesa) sui più recenti eventi della missione
militare nazionale in Iraq
14 aprile 2004 Commissioni
riunite Camera e Senato Esteri e Difesa
Audizione del
Ministro degli esteri sulla situazione in Iraq
21 aprile 2004 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione Deiana 3-03274 (Question time ministri) sulla natura della
missione italiana in Iraq
18 maggio 2004 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della Difesa) sui più recenti eventi militari a Nassiriya
20 maggio 2004 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Presidente del Consiglio dei ministri sui più recenti sviluppi della
situazione in Iraq e conseguente discussione con le connesse mozioni ed
approvazione, con modificazioni, della mozione Andreotti ed altri 1-00276, e
della risoluzione Schifani ed altri 6-00062
20 maggio 2004 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio dei Ministri) sulla situazione in Iraq ed
approvazione della risoluzione Vito ed altri 6-00095
17 giugno 2004 Camera Assemblea
Svolgimento dell'interpellanza
urgente Stradiotto ed altri 2-01203 sull'organizzazione sanitaria dei militari
italiani in Iraq
27 agosto 2004 Commissioni
riunite Camera e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (ministro degli affari esteri e sottosegretario alla difesa) sugli
sviluppi della situazione in Iraq
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
25 gennaio 2005 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario per la difesa), nelle sedute del 25 e 27 gennaio
2005, sul decesso di un sottufficiale avvenuto in Iraq
25 gennaio 2005 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario per la difesa), nelle sedute del 25 e 27 gennaio
2005, sul decesso di un sottufficiale avvenuto in Iraq
5 luglio 2005 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Presidente sulla missione di una delegazione delle commissioni affari
esteri e difesa in Iraq
13 luglio 2005 Senato Commissione Difesa
Sulla
missione di una delegazione delle commissioni affari esteri e difesa in Iraq
19 gennaio 2006 Commissioni riunite Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sul piano di permanenza del contingente
militare in Iraq
7 giugno 2006 Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo sul grave attentato subito da una pattuglia del contingente
militare italiano a Nassiriya
14 giugno 2006 Commissioni
riunite Camera e Senato Commissione Esteri
Audizione del ministro degli affari esteri sulle linee
programmatiche del suo dicastero
Missione Artemis (Conclusa)
Missione di stabilizzazione in Bumia (Repubblica democratica del Congo)
Partecipazione italiana dal 12 giugno 2003
La missione è durata tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali Unione
europea
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Con la risoluzione 1484/2003 del Consiglio di
Sicurezza dell'ONU, è stato autorizzato lo schieramento di una forza di
emergenza interinale in Bunia (regione di Ituri nella parte settentrionale
della Repubblica democratica del Congo) fino al 1° settembre 2003. I compiti
della missione, che si è svolta in stretto coordinamento con la missione MONUC,
erano: a) migliorare la situazione umanitaria in Bunia; b) contribuire alla
stabilizzazione delle condizioni di sicurezza; c) assicurare la protezione nei
campi-profughi; d) garantire la sicurezza dell'aeroporto. La risoluzione del
Consiglio di sicurezza dell’ONU n.1501 del 26 agosto 2003 ha inoltre
autorizzato gli Stati membri della Forza di emergenza interinale a fornire
assistenza al contingente MONUC dispiegato a Bunia e nell’area circostante, su
richiesta di quest’ultimo.
L'Unione europea, rispondendo alle sollecitazioni
dell'ONU, ha avviato, con la decisione comune adottata dal Consiglio della UE
il 5 giugno 2003, la missione Artemis.
Il comando della missione, iniziata il 12 giugno,
è stato affidato alla Francia, che ha agito in qualità di "Nazione
quadro" (Framework Nation) per l'operazione, cui hanno partecipato, oltre
a unità della Legione Straniera, anche reparti britannici, svedesi, belgi,
tedeschi, irlandesi, italiani (ufficiali di staff), canadesi, sudaficani,
senegalesi, nigeriani e pakistani.
Consistenza del contingente italiano al 31/08/03
1 unità di
cui:
Esercito 1
Missione Cessate
il fuoco sui Monti Nuba (Conclusa)
Monitoraggio sul cessate il fuoco sui Monti Nuba
Partecipazione italiana dal 3 aprile 2003
La
missione è durata due anni e quattro mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di formazione della pace e
prevenzione del conflitto (peace-making)
Dal 1985 è iniziata, sulle montagne Nuba, in
Sudan, una sanguinosa guerra che contrappone le milizie nazionali sudanesi
all'esercito del Sudan People’s Liberation Movement/Nuba (SPLM/Nuba).
I Nuba, popolo africano in prevalenza di
religione islamica moderata, abitano una delle aree agricole più fertili del
Sudan, nella zona settentrionale. La politica di discriminazione del Governo di
Karthoum verso queste popolazioni, per costringerle ad abbandonare le loro
terre, si è intensificata, a partire dal 1983, con l'imposizione della legge
islamica all'intero Paese.
Il 19 gennaio 2002 è stato firmato sul
Bürgenstock (Svizzera) l’accordo di cessate il fuoco nella regione dei Monti
Nuba, negoziato fra il Governo centrale e il SPLM/Nuba con la mediazione
congiunta degli Stati Uniti e della Svizzera.
L’accordo prevede anche un importante
disimpiego militare per facilitare il ritorno e il ristabilimento della
popolazione e la ripresa dell’attività agricola nelle regioni fertili dei Monti
Nuba. Il mantenimento del cessate il fuoco consente inoltre la realizzazione di
iniziative umanitarie, tra le quali l’invio dell’aiuto d’urgenza, lo sminamento
della regione ed il ripristino delle infrastrutture.
L'accordo istituisce altresì una Commissione
per la supervisione del cessate il fuoco “Joint Military Commission” (JMC) che
riunisce rappresentanti delle due Parti nel conflitto e osservatori
internazionali.
Questi ultimi, a loro volta, sono riuniti in
seno a una Missione congiunta di supervisione “Joint Monitoring Mission” (JMM).
Gli osservatori internazionali sono stati messi a disposizione da alcuni Paesi
appartenenti a un gruppo informale di “Paesi amici dei Monti Nuba” (Norvegia,
Stati Uniti, Svizzera, Svezia, Francia, Italia, Regno Unito e Paesi Bassi).
La Commissione militare congiunta, di cui fa
parte anche un ufficiale italiano, ha il compito di monitorare eventuali
violazioni dell'accordo di cessate il fuoco, di controllare la smobilitazione
delle truppe nella misura concordata, di assistere le Parti nella risoluzione
pacifica di eventuali controversie inerenti l'accordo e di garantire l'accesso
degli aiuti umanitari in tutta l'area dei Monti Nuba, attraverso la creazione
di appositi corridoi.
Il cessate il fuoco nei Monti Nuba ha
rivestito una grande importanza per il processo di pace nazionale nel Sudan.
Il 26 maggio 2004, nell’ambito dei
protocolli di pace firmati tra le parti, a Naivasha (Kenia), è stato raggiunto
un accordo sullo statuto speciale per la provincia dei Monti Nuba. Il 9 gennaio
2005 è stato firmato a Nairobi l’accordo di pace tra il Governo di Khartoum e
il Sudan People's Liberation Army (SPLA). L’Accordo ha recepito i sei
protocolli siglati nei due anni e mezzo di trattative, compreso l’Accordo del
maggio 2004 sull’amministrazione della regione dei Monti Nuba.
La partecipazione italiana alle attività
relative al processo di pace in Sudan si è conclusa il 19 luglio 2005.
L’Osservatore militare della JMC (Joint Monitoring Commission) è stato
integrato nella missione UNMIS dell’ONU.
Consistenza del contingente italiano
06/09/2005
1 unità di cui:
Esercito 1
Riferimenti normativi
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42,
Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione
italiana fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a operazioni
internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
8 maggio 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione Volontè ed altri 3-02284 (Question time ministri) sulle iniziative
volte a favorire il processo di pace in Sudan
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione Coherent Behaviour (Conclusa)
Missione di EUROMARFOR per la sorveglianza e monitorizzazione del traffico
mercantile al fine di prevenire attività illegali in alto mare
Partecipazione italiana dal 4 ottobre 2002
La missione è durata due mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
Il 1° ottobre 2002, nella base navale di Taranto,
è stato attivato il Gruppo Navale EUROMARFOR, composto dal cacciatorpediniere
italiano Francesco Mimbelli, da un cacciatorpediniere francese ed una corvetta
spagnola, per l'impiego della Forza nell'operazione "Coherent
Behaviour" nel Mar Mediterraneo Orientale. L'operazione "Coherent Behaviour",
a guida italiana, ha rappresentato il primo impiego di EUROMARFOR in attività
operative da quando è stata creata, inquadrandosi nell'insieme delle iniziative
intraprese dopo l'11 settembre 2001 per contribuire alla lotta contro il
terrorismo internazionale. E' stata la prima missione promossa da una
coalizione formata unicamente da Paesi europei.
Il Gruppo Navale è stato impiegato in operazioni
di sorveglianza e monitorizzazione del traffico mercantile tese a prevenire
attività illegali in alto mare, ed ha cooperato con le Forze Navali
Statunitensi e della NATO impegnate in simili attività nel Mediterraneo
Orientale.
L'EUROMARFOR (EMF) è una Forza Navale creata nel
1995 dai quattro Paesi membri - Francia, Italia, Portogallo e Spagna - per
l'assolvimento di tutte quelle missioni, dette di Supporto alla Pace, che vanno
al di fuori del concetto dell'autodifesa collettiva. Questa Forza Navale, che
riunisce sotto la stessa bandiera circa 700 uomini e donne, è posta a rotazione
sotto i Comandanti Navali dei quattro Paesi della EMF ed opera attualmente
sotto il controllo operativo italiano.
L'operazione si è conclusa il 30 novembre 2002.
Consistenza del contingente italiano al 02/12/02
400 unità di
cui:
Marina 400
Missione COMMZW (Conclusa)
Missione NATO per garantire le vie di accesso per i rifornimenti
logistici alle truppe della KFOR presenti in Kosovo
Partecipazione italiana dal 1 settembre 1999
La missione è durata due anni e nove mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
La missione NATO COMMZ W (Communication Zone
West) ha avuto inizio il 1° settembre 1999, con il compito di assicurare le vie
di comunicazione per i rifornimenti logistici a KFOR e mantenere i necessari
contatti con le organizzazioni internazionali presenti.
L’Italia ha partecipato all’operazione, di cui ha
assunto il comando, con un contingente che comprendeva, oltre a circa 1000
uomini dell’Esercito, un ospedale da campo, una componente elicotteristica
dell’Esercito su AB-205, 40 Carabinieri come Polizia Militare e 30 uomini del
72° stormo AMI su elicotteri NH-500 idonei anche per soddisfare esigenze
sanitarie. La missione ha avuto sede a Durazzo, Tirana, Ure e Puke. Nell’ambito
della riconfigurazione della presenza NATO nei Balcani, il 17 giugno 2002 sono
stati costituiti il NATO Headquarters in Tirana (NHQT) ed il NATO Headquarters
in Skopje (NHQS). NHQT ha assunto le funzioni svolte da COMMZ-W. Di
conseguenza, il Comandante di COMMZ-W è diventato NATO Senior Military
Representative (SMR) in Tirana.
Consistenza del contingente italiano al 09/06/02
1.080 unità di
cui:
Carabinieri 40
Esercito 1.040
Riferimenti normativi
Decreto-legge 25 ottobre 1999,
n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1999
Decreto-legge 7 gennaio 2000, n.
1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante
disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000
Decreto-legge 19 giugno 2000, n.
163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2000
Decreto-legge 29 dicembre 2000,
n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in
Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
2001
Decreto-legge 19 luglio 2001,
n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001,
n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15,
recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2002
Missione Deliberate Force (Conclusa)
Attacchi NATO ai serbo-bosniaci
Partecipazione italiana dal 4 settembre 1995
La missione è durata dieci giorni
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di
ristabilimento della pace (peace-enforcing)
In seguito al bombardamento di Sarajevo avvenuto
il 29 agosto 1995 ad opera dei serbo-bosniaci, che provocò più di trenta morti,
la NATO decideva di procedere ad una serie di attacchi aerei in territorio
bosniaco per dissuadere la Serbia dalla prosecuzione delle ostilità.
L’intervento era basato principalmente sulle
risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’ONU 816 e la 836 del 1993. La prima
vieta i voli militari nel cielo della Bosnia-Erzegovina, mentre la seconda
autorizza l’uso della forza a difesa delle sei “zone protette” musulmane in
Bosnia: Sarajevo, Srbrenica, Goradze, Tuzla, Bihac e Zepa. La risoluzione 836
prevede tra l'altro: l’estensione del mandato della Forza di protezione delle
Nazioni Unite (Unprofor) per consentirle, nelle zone di sicurezza, di
dissuadere gli attacchi, controllare il cessate il fuoco e favorire il ritiro
delle unità non bosniache. Le operazioni, iniziate il 30 agosto 1995, si sono
svolte con l’assenso del rappresentante del Segretario generale dell’ONU. Nella
fase iniziale l’Italia ha messo a disposizione le 12 basi militari dalle quali
sono decollati gli aerei che hanno condotto i raid in territorio bosniaco.
Successivamente si è registrata la partecipazione di velivoli italiani alle
operazioni militari.
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
30 agosto 1995 Senato Commissioni
riunite Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sull'evoluzione della crisi nella ex
Iugoslavia
13 settembre 1995 Camera Commissione Esteri
Comunicazioni del Governo
(Ministro degli Esteri) sullo sviluppo della situazione nella ex Iugoslavia
14 settembre 1995 Camera Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministro
della Difesa) sulla partecipazione italiana alle operazioni NATO in Bosnia
Erzegovina
21 settembre 1995 Senato Commissione Esteri
Comunicazioni del Governo
(Ministro degli Esteri) sugli sviluppi della situazione nella ex Iugoslavia
Missione Deny flight (Conclusa)
Pattugliamento NATO della zona no fly in Bosnia decretata dall'ONU
Partecipazione italiana dal 12 aprile 1993
La missione è durata due anni e otto mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
L’operazione Deny Flight è stata avviata dalla
NATO per far rispettare la zona di interdizione al volo sopra la Bosnia
decretata dalle Nazioni Unite con la risoluzione del Consiglio di sicurezza n.
816 del 31 marzo 1993. E’ stata la prima operazione NATO al di fuori della
propria tradizionale sfera di azione.
L’Italia, che non ha partecipato con propri
velivoli in quanto paese limitrofo alla ex Yugoslavia, ha però messo a
disposizione le basi aeree sul proprio territorio il 2 aprile 1993, fornendo il
supporto necessario all’effettuazione delle operazioni.
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e
informazione
Ø
9 marzo 1993
Camera Commissione
Difesa
Svolgimento
delle interrogazioni Ingrao 5-00757 e Calzolaio 5-00797, concernenti il
rafforzamento della presenza militare nell’Adriatico e le richieste dell’uso di
basi aere italiane in relazione alla crisi in Bosnia
Ø 13 ottobre 1993 Camera Commissione Difesa
Svolgimento
dell’interrogazione Fragassi 5-01141, concernente i rischi del preponderante
ruolo delle truppe USA nell’operazione “Deny Flight” nella ex Jugoslavia.
Missione Determined Falcon (Conclusa)
Manovre aeree NATO al confine tra Albania e Macedonia per dissuadere le
iniziative serbe nel Kosovo
Partecipazione italiana dal 15 giugno 1998
La missione è durata un giorno
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto
(peace-making)
Le manovre aeree, decise dai vertici NATO, svolte
nella giornata del 15 giugno 1998, avevano lo scopo di dissuadere le iniziative
serbe nel Kosovo, dimostrando le capacità dell’Alleanza di organizzare rapidi
attacchi aerei nei Balcani.
Nella missione sono stati impegnati 85 aerei di
tredici nazioni, di cui 68 caccia e cacciabombardieri e 17 i velivoli di
supporto (aerei radar e per rifornimento in volo) che hanno sorvolato i cieli
albanesi e macedoni parallelamente al confine aereo del Kosovo.
L’Italia ha partecipato con 6 aerei: 2 Tornado, 2
AMX e 2 F3.
La maggior parte dei velivoli impiegati nelle
manovre sono decollati dalle basi italiane di Aviano, Istrana, Ghedi,
Villafranca, Piacenza, Gioia del Colle e Trapani. 4 Harrier Usa si sono levati
dalla portaelicotteri “Wasp” trasferita in Adriatico dalla Turchia, mentre
altri caccia sono giunti dalla Francia, dalla Grecia, dall’Olanda, dalla Gran
Bretagna e dalla Germania.
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
17 giugno 1998 Camera Assemblea
Svolgimento dell'interrogazione
Ranieri 3-02511 (Premier question time) sulla situazione in Kosovo
Missione DIATM (Conclusa)
Delegazione italiana di assistenza tecnico militare in Marocco
Partecipazione italiana dal 3 settembre 1969
La missione è durata trenta anni e quattro mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
La cooperazione tecnico-militare tra l'Italia ed
il Regno del Marocco ha avuto inizio il 3 settembre 1969.
Il compito era quello di assistere il personale
militare marocchino sia in campo tecnico che addestrativo, per mantenere
efficienti ed operativi gli elicotteri venduti dall'Italia alle Forze armate di
quel paese.
Successivamente, un Accordo firmato il 10 gennaio
1977 ha previsto la continuazione della cooperazione e il suo rinnovo tacito
biennale . La delegazione italiana, dislocata a Rabat, ha svolto assistenza
all'Aeronautica Militare marocchina nella fase avanzata dell'addestramento
sugli elicotteri e sulla manutenzione degli stessi.
Consistenza del contingente italiano al 31/12/00
5 unità di cui:
Esercito 5
Missione Distinguished Games (Conclusa)
Assistenza al Governo greco
per concorrere alla sicurezza di Giochi Olimpici 2004
Partecipazione
italiana dal 29 luglio 2004
La
missione è durata due mesi
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione Distinguished Games è stata
avviata dalla NATO in occasione dei Giochi Olimpici 2004 che si sono svolti in
Grecia.
Il principale compito della missione è
consistito nell’assistere il Governo greco per concorrere alla sicurezza dei
Giochi, attraverso: a) la sorveglianza aerea con l'impiego di velivoli AWACS;
b) la sorveglianza marittima tramite le unità impegnate nell'operazione “Active
Endeavour"; c) il rischieramento di una task force tratta dal Battaglione
NATO Multinazionale per la difesa CBRN (Chemical Biological Radiological
Nuclear) - NATO MN CBRN Defense Battalion; d) la condivisione di informazioni.
L'Italia ha partecipato con 21 uomini del 7°
Reggimento NBC "Cremona" e con personale dell'Aeronautica facente
parte della componente AWACS NATO. L’operazione si è conclusa il 30 settembre
2004.
Consistenza
del contingente italiano 27/09/2004
21 unità di cui:
Esercito 21
Missione Eagle Eye (Conclusa)
Missione della NATO per il controllo aereo del Kosovo
Partecipazione italiana dal 27 novembre 1998
La missione è durata quattro mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L’operazione “Eagle Eye” è consistita nel
controllo aereo della NATO nel Kosovo, accettato dalla Repubblica federale
jugoslava con un accordo siglato a Belgrado il 15 ottobre 1998.
Sull'operazione, che ha supportato la missione KVM di verifica del cessate il
fuoco nel Kosovo ed è stata diretta dal comandante in capo delle forze alleate
del Sud Europa, è intervenuta anche la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU
1203 del 24 ottobre 1998 .
A "Eagle Eye" hanno preso parte aerei
NATO da ricognizione non armati e velivoli da ricognizione teleguidati, con il
compito di verificare il rispetto della risoluzione 1199/1998 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU, che chiedeva la cessazione delle ostilità tra le parti.
L’Italia ha partecipato con 2 Breguet Atlantique
ed un G222 per attività di sorveglianza elettronica.
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 28 gennaio 1999,
n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante
disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace
Il D.L. 12/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31
dicembre 1999
Missione Enduring Freedom (Conclusa)
Missione di sostegno alle
operazioni militari degli Stati Uniti in Afghanistan
Partecipazione italiana dal 18 novembre 2001
La missione è durata cinque anni
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
Dopo gli
attentati terroristici dell’11 settembre 2001 che hanno colpito gli Stati
Uniti, è stata avviata l’operazione Enduring Freedom (Libertà duratura), in
Afghanistan, con l'obiettivo di combattere il terrorismo internazionale ed i regimi
nazionali che lo sostengono.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite, il giorno successivo agli eventi, ha adottato la risoluzione n. 1368,
nel cui preambolo si riconosceva il diritto di legittima difesa individuale e
collettiva degli Stati Uniti. Va aggiunto che il paragrafo 1 definiva gli
attacchi terroristici “una minaccia alla pace” e nel paragrafo 5 si affermava
che il Consiglio era “pronto ad adottare tutte le misure necessarie per
rispondere agli attacchi terroristici”.
Lo stesso 12 settembre 2001, il Consiglio
atlantico ha adottato una determinazione in cui si affermava che, qualora fosse
stato accertata l’origine esterna degli attacchi terroristici, avrebbe trovato
applicazione l’articolo 5 del Trattato NATO, ai sensi del quale un attacco
armato contro un membro dell’Alleanza deve essere considerato come un attacco
contro tutti i membri dell’Alleanza stessa. Il Consiglio ha riconosciuto, il
successivo 3 ottobre, per la prima volta nella storia dell'Alleanza,
l’esistenza delle condizioni per l'applicazione dell’articolo 5 del Trattato.
Una coalizione di Stati a guida
statunitense, di cui favevano parte sia
Paesi dell'Alleanza Atlantica che Paesi non facenti parte della NATO, ha quindi
autonomamente avviato l’operazione Enduring Freedom contro obiettivi militari e
basi terroristiche in territorio afgano, con l’obiettivo, in particolare, di
colpire le cellule dell’organizzazione terroristica Al Qaeda presenti nel
Paese.
Le operazioni militari, iniziate il 7
ottobre con una serie di attacchi aerei contro obiettivi militari e basi
terroristiche in territorio afgano, sono proseguite nei due mesi successivi
provocando la caduta del regime talebano e la costituzione, a seguito della
Conferenza di Bonn del 5 dicembre, svoltasi sotto il patrocinio dell'ONU, di un
governo ad interim, con il compito di governare il paese per i primi sei mesi
del 2002.
L’operazione ha progressivamente sviluppato
una diversa configurazione e si è proposta di realizzare la definitiva
pacificazione e stabilizzazione del Paese, oltre che con lo svolgimento di
attività militari di contrasto degli insorti e delle formazioni terroriste,
anche attraverso un supporto alle operazioni umanitarie.
L’Italia ha partecipato all’operazione dal
18 novembre 2001 con compiti di sorveglianza, interdizione marittima, nonché di
monitoraggio di eventuali traffici illeciti. Tali attività sono state svolte
inizialmente da un Gruppo navale d'altura guidato dalla portaeromobili
Garibaldi. Successivamente la partecipazione è stata limitata all’impiego di
una fregata. Dal 15 marzo al 15 settembre 2003 è stata operativa in Afghanistan
la Task Force "Nibbio", costituita dal circa 1.000 unità
dell'Esercito, con il compito di effettuare attività di interdizione d'area
nella zona di Khowst, al confine tra Afghanistan e Pakistan, impedendo
infiltrazioni di talebani e di terroristi. Si sono alternati nell'area gli
alpini della Brigata "Taurinense" ed i paracadutisti della Brigata
"Folgore".
Dal gennaio 2003 al dicembre 2004 la
componente navale italiana ha operato nell’ambito della forza marittima europea
EUROMARFOR, con l’operazione “Resolute Behaviour”, che si è svolta nella zona
del Corno d’Africa e del Golfo Arabico, con compiti di interdizione e contrasto
navale, controllo del traffico marittimo, scorta di unità della coalizione.
Durante lo svolgimento della missione 8
militari italiani hanno operato presso il Comando USA di Tampa (Florida), dove
ha sede il Quartier Generale del Comando Centrale statunitense, che esercita la
responsabilità operativa delle forze in campo.
La partecipazione italiana alla missione è
terminata il 3 dicembre 2006.
Consistenza del contingente
italiano 23/10/2006
380 unità di cui:
Esercito 8
Marina 372
Riferimenti normativi
Decreto-legge
1° dicembre 2001, n.421, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 gennaio
2002, n. 6, recante disposizioni urgenti per la partecipazione di personale
militare all'operazione multinazionale denominata "Enduring Freedom"
Il D.L. 421/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2 febbraio
2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005,
convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
9 ottobre 2001 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro degli esteri) sui più recenti sviluppi della situazione
internazionale ed approvazione delle risoluzioni Vito ed altri 6-00004 e
Rutelli ed altri 6-00006
9 ottobre 2001 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sui più recenti
sviluppi della situazione internazionale ed approvazione delle risoluzioni
Schifani ed altri 6-00008 e Angius ed altri 6-00009
23 ottobre 2001 Commissioni riunite Camera e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi della crisi internazionale
7 novembre 2001 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'impiego di contingenti militari
italiani all'estero in relazione alla crisi internazionale in atto e
approvazione delle risoluzioni Vito ed altri
6-00009 e Rutelli ed altri 6-00010
7 novembre 2001 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Presidente del Consiglio e Ministro della difesa) sull'impiego di
contingenti militari italiani all'estero in relazione alla crisi internazionale
in atto e approvazione delle risoluzioni Schifani ed altri 6-00011 e Angius ed
altri 6-00012
29 novembre 2001
Commissioni riunite Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro degli affari esteri) sugli sviluppi della crisi
internazionale
20 dicembre 2001
Commissioni riunite Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni
del Governo sugli sviluppi della crisi internazionale (Ministro della difesa)
19 marzo 2002
Camera Commissione difesa
Audizione del
ministro della difesa sulla situazione della politica di difesa
17 aprile 2002 Senato Commissione difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sui programmi di sviluppo e di
organizzazione del Dicastero alla luce della recente presentazione del
"Libro bianco della Difesa 2002", nonché sui recenti sviluppi della
situazione politica internazionale
9 luglio 2002 Camera Commissione Difesa
Audizione del
Ministro della difesa sulle principali problematiche di settore
3 ottobre 2002 Senato Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'impegno italiano in Afghanistan nelle
sedute del 2 e del 3 ottobre 2002 e approvazione delle risoluzioni Contestabile
ed altri 6-00021, Fabris ed altri 6-00024 e Bordon ed altri 6-00026
3 ottobre 2002 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'impegno italiano in Afghanistan nelle
sedute del 2 e del 3 ottobre 2002 e approvazione delle risoluzioni Ramponi ed
altri 6-00033, Pisicchio ed altri 6-00035 e Castagnetti ed altri 6-00037
17 dicembre 2002 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sull'aggiornamento degli impegni
internazionali della difesa
15 gennaio 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione a risposta immediata Deiana 3-01793 sull'invio di un contingente di alpini in Afghanistan
25 marzo 2003 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei
contingenti militari in Afghanistan
26 marzo 2003 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) sugli sviluppi delle operazioni dei
contingenti militari italiani in Afghanistan
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
17 novembre 2005 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interpellanza urgente Deiana e altri 2-01657 sull'ipotesi di un comando
unificato delle missioni ISAF ed Enduring Freedom
Missione Entebbe (Conclusa)
Missione di soccorso alle popolazioni del Rwanda
Partecipazione italiana dal 3 giugno 1994
La missione è durata sette giorni
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
E' stata la seconda missione di soccorso alle
popolazioni del Rwanda avviata dal Governo italiano, dopo la missione
"Ippocampo Rwanda". La missione è consistita nell'effettuare il
trasporto sanitario d'emergenza in Italia di cento profughi ruandesi, per la
maggior parte bambini, raccolti nei campi profughi dall’organizzazione 'Insieme
per la pace' e trasportati all’aeroporto di Entebbe (Uganda).
Per il trasporto in Italia sono stati impiegati
tre velivoli C.130 ed un G.222 della 46/ma Brigata aerea. E' stato inoltre
assicurato il trasporto dall'Italia di generi di prima necessità e la
realizzazione a Entebbe di un posto di primo soccorso per assistere i bambini
in precarie condizioni di salute.
Il comando dell'operazione è stato affidato a un
ufficiale dell'Aeronautica Militare, mentre il contingente interforze era
costituito da 18 elementi della brigata "Folgore", incaricati della
protezione della componente sanitaria composta da 6 medici (4 dell'Esercito e
due della Marina Militare), 3 sottufficiali e 6 infermiere volontarie della
Croce Rossa Italiana. Un centinaio di profughi ruandesi, in prevalenza bambini,
giunti via terra a Entebbe su convogli dell'UNAMIR, della Croce Rossa
Internazionale e dell'UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i
Rifugiati), sono stati successivamente imbarcati sugli aerei per l'Italia.
Consistenza del contingente italiano al 03/06/94
24 unità di
cui:
Marina 2
Esercito 22
Missione Essential Harvest (Conclusa)
Missione per la raccolta delle armi dei guerriglieri dell'UCK in
Macedonia
Partecipazione italiana dal 27 agosto 2001
La missione è durata un mese
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
In seguito alla richiesta del Presidente della
Repubblica macedone, formulata il 14 giugno 2001, e all’accordo che metteva
fine ai combattimenti interetnici durati circa sei mesi, firmato a Skopje il
successivo 13 agosto dai principali leader macedoni e albanesi ed accettato
anche dai guerriglieri esclusi dai negoziati, il Consiglio atlantico, il 22
agosto 2001, ha autorizzato l'avvio della missione Nato Essential Harvest
(Raccolta essenziale) per la raccolta delle armi dei ribelli albanesi in
Macedonia. La missione aveva una durata prevista di 30 giorni e ha coinvolto
4.500 militari di quattordici paesi. Il ruolo guida è stato svolto dalla Gran
Bretagna, mentre gli altri tre battaglioni in cui si articolava la forza Nato
sono stati affidati a Italia, Francia e Grecia. La missione ha assunto un
connotato prevalentemente europeo, essendo stata caratterizzata dalla virtuale
assenza degli Usa: per la prima volta nelle missioni balcaniche della Nato,
Washington ha inviato solo mezzi di supporto logistico, guidati da una
settantina di suoi militari già presenti nella regione. L’unico contributo
extra-europeo alla missione è stato rappresentato da 200 militari canadesi. La
missione è terminata il 22 settembre 2001 e ad essa ha fatto seguito una nuova
missione denominata Amber Fox.
Consistenza del contingente italiano al 27/08/01
740 unità di
cui:
Esercito 708
Carabinieri 32
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 18 settembre 2001,
n. 348, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 406,
recante disposizioni urgenti per la partecipazione militare italiana alla
missione internazionale di pace in Macedonia
Il D.L. 348/2001 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 2001
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
1 agosto 2001 Camera Commissione Difesa
Audizione del sottosegretario di Stato per la difesa sull'eventuale
impiego di militari italiani nell'ambito di possibili iniziative connesse alla
situazione in Macedonia
21 agosto 2001 Commissioni congiunte Camera e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo (Ministri degli Esteri e della Difesa) in
ordine alla partecipazione di un contingente militare italiano alla missione
NATO Essential Harvest in Macedonia
EUFOR RD Congo (Conclusa)
Missione dell'Unione europea
a sostegno della missione MONUC dell’ONU
Partecipazione italiana dal 17 luglio 2006
La missione è durata cinque mesi
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
Il
Consiglio di sicurezza dell’ONU, con la risoluzione 1671 del 25 aprile 2006, ha
autorizzato l’Unione europea a schierare, nella Repubblica democratica del
Congo, una forza militare a sostegno della missione di osservazione delle
Nazioni Unite MONUC durante il processo elettorale.
Il Consiglio dell’Unione europea ha
successivamente costituito, con l’azione comune 2006/319/PESC del Consiglio del
27 aprile 2006, la missione EUFOR RD Congo, della quale era prevista una durata
non superiore ai quattro mesi dopo lo svolgimento della prima tornata
elettorale.
Tale operazione intendeva garantire il
regolare svolgimento delle operazioni elettorali e delle fasi immediatamente
successive alla proclamazione dei risultati. I principali compiti assegnati a
EUFOR erano:
§ il supporto a MONUC nello stabilizzare la
situazione in caso di difficoltà ad operare con i mezzi a sua disposizione;
§ la protezione dei civili sotto la minaccia
di violenze in tutta l’area di impiego;
§ il contributo alla protezione dell’aeroporto
di Kinshasa;
§ l’assicurare la sicurezza e la libertà dei
movimenti del personale e l’esecuzione di operazioni di portata limitata per
l’estrazione del personale in pericolo.
Il contributo italiano era costituito da un
velivolo da trasporto C-130J dell’Aeronautica Militare garantiva alla missione
un supporto strategico in termini di movimentazione e sostentamento di uomini,
materiali e mezzi. Il velivolo poteva essere anche utilizzato per evacuazioni
mediche urgenti. 65 militari dell’Aeronautica Militare, dell’Esercito e
dell’Arma dei Carabinieri erano presenti nell’Operational Headquarters di
Potsdam e nel Force Headquarters di Kinshasa.
Le prime elezioni si sono svolte il 30
luglio 2006 e, a seguito del mancato conseguimento del quorum del 50% da parte
dei candidati presidenziali, ad esse è seguito un turno di ballottaggio che si
è tenuto il 29 ottobre successivo.
La missione si è conclusa il 15 dicembre
2006.
Consistenza del contingente
italiano 23/10/2006
65 unità di cui:
Aeronautica 50
Esercito 10
Carabinieri 5
Riferimenti normativi
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha autorizzato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2006.
Missione EUMM (Conclusa)
Missione dell'Unione europea
di monitoraggio nella ex Jugoslavia
Partecipazione italiana dal 20 luglio 1991
La
missione è durata quindici anni e tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
La missione, originariamente denominata ECMM
(European Community Monitor Mission), ha ricevuto l'autorizzazione ad operare
nel territorio della ex Yugoslavia a seguito degli accordi di Brioni del 7
luglio 1991. Successivi accordi con le Parti interessate hanno esteso
l'attività di osservazione della missione. Attualmente la EUMM è schierata nei seguenti Stati: Bosnia,
Croazia, Macedonia, Albania e, prima dell'inizio dei bombardamenti, anche nella
Repubblica Federale iugoslava (FRY). Il personale dislocato nella Repubblica di
Yugoslavia, all'inizio dei bombardamenti è defluito in Croazia e Macedonia.
La missione ha quali compiti principali la
monitorizzazione degli sviluppi relativi alla sicurezza, all'economia, agli
aspetti umanitari e a quelli politici, per consentire all'Unione europea
di formulare una politica comune verso i
Balcani. Attualmente il funzionamento della missione EUMM è disciplinato
dall’Accordo tra l’UE e la Repubblica federale di Iugoslavia, approvato con la
Decisione del 9 aprile 2001 e dall’Accordo tra l’UE e l’ex Repubblica iugoslava
di Macedonia, approvato con la Decisione del 30 agosto 2001, nonché da
memorandum d’intesa e scambi di lettere con le altre parti ospitanti dei
Balcani occidentali.
Il 7 gennaio 1992 quattro militari italiani
- il tenente colonnello Enzo Venturini e i sottufficiali Marco Matta, Fiorenzo
Ramacci e Silvano Natale - e un ufficiale francese, hanno perso la vita per
l'abbattimento in volo dell'elicottero a bordo del quale viaggiavano.
Dal 1° gennaio 2001, la missione è stata
denominata EUMM (European Union Monitoring Mission) ed ha rappresentato lo strumento di Politica Estera
e di Sicurezza dell’Unione europea nei Balcani. La missione aveva sede a
Sarajevo ed è stata, da ultimo, prorogata fino al 31 dicembre 2006 dall'Azione
comune del Consiglio del 21 novembre 2005 che, al contempo, ne ha modificato il
mandato: EUMM, pertanto, ha continuato a vigilare sugli sviluppi politici e di
sicurezza nella zona di sua competenza, concentrandosi in particolare su
Kosovo, Serbia e Montenegro.
Il 18 ottobre 2006, con la chiusura degli
Uffici a Sarajevo e il previsto rientro del personale, si è conclusa la
partecipazione italiana.
Consistenza
del contingente italiano 22/9/2006
7 unità di cui:
Esercito 7
Riferimenti normativi
Decreto-legge
2 gennaio 1996, n. 2, recante differimento dei termini previsti da disposizioni
legislative concernenti il Ministero degli affari esteri (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996,
n. 426)
Il D.L. 2/1996 (decaduto) ha prorogato la
partecipazione italiana al 31 dicembre 1996
Decreto-legge
2 gennaio 1996, n. 1, concernente partecipazione italiana alla missione di pace
in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 1/1996 (decaduto) ha disciplinato il
trattamento economico del personale impiegato
Decreto-legge
1° marzo 1996, n. 99, concernente partecipazione italiana alla missione di pace
in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 99/1996 (decaduto) ha disciplinato il
trattamento economico del personale impiegato
Decreto-legge
1° marzo 1996, n. 100, recante differimento dei termini previsti da
disposizioni legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme
relative ad impegni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996,
n. 426)
Il D.L. 100/1996 (decaduto) ha prorogato la
partecipazione italiana al 31 dicembre 1996
Decreto-legge
29 aprile 1996, n. 236, concernente partecipazione italiana alla missione di
pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 236/1996 (decaduto) ha disciplinato il
trattamento economico del personale impiegato
Decreto-legge
29 aprile 1996, n. 237, recante differimento dei termini previsti da disposizioni
legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad
impegni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)
Il D.L. 237/1996 (decaduto) ha prorogato la
partecipazione italiana al 31 dicembre 1996
Decreto-legge
1° luglio 1996, n. 346, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto
1996, n. 428, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in
Bosnia
Il D.L. 346/1996 ha disciplinato il trattamento
economico del personale impiegato
Decreto-legge
1° luglio 1996, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto
1996, n. 426, recante differimento di termini previsti da disposizioni
legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad
impegni internazionali ed alla cooperazione allo sviluppo
Il D.L. 347/1996 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 1996
Legge 31
dicembre 1996, n. 667, recante differimento di termini previsti da disposizioni
legislative concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad
impegni internazionali (originato da un disegno di legge governativo presentato
in data 28 ottobre 1996)
La legge 667/1996 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 1998
Legge 26
maggio 2000, n. 147, recante proroga dell'efficacia di talune disposizioni
connesse ad impegni internazionali e misure riguardanti l'organizzazione del
Ministero degli affari esteri (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 19 novembre 1998)
La legge 147/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato
la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003.
Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione EUPAT (Conclusa)
Missione di polizia dell'Unione
europea nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia
Partecipazione italiana dal 1 gennaio 2003
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione EUPAT (European Union Police
Advisory Team) La missione EUPAT (European Union Police Advisory Team) è stata
istituita con l'Azione Comune del Consiglio dell'Unione europea del Consiglio
del 24 novembre 2005, al termine dell'Operazione Proxima, che a sua volta era
succeduta all'operazione militare Concordia.
Essa si svolge in ottemperanza dell'Accordo
di Ohrid, firmato il 13 agosto 2001, dai rappresentanti dei partiti macedoni e
quelli della minoranza albanese, con la mediazione degli Stati Uniti e dell’Unione
europea.
Nell'ambito degli impegni assunti dalla UE
in FYROM, la missione assicura il coordinamento e la complementarità con i
programmi di istitution-building dell'OSCE e persegue l’obiettivo di rafforzare
ulteriormente le strutture della polizia locale, con compiti di monitoraggio,
di supervisione e di consulenza.
I principali compiti della missione sono: il
consolidamento dell'ordine pubblico, inclusa la lotta alla criminalità
organizzata; l'attuazione concreta della riforma globale del ministero degli
interni, compresa la polizia; l'operativa transizione verso una polizia di
frontiera e la creazione della stessa come parte dell'impegno più generale
dell'UE destinato a promuovere la gestione integrata delle frontiere; la
polizia locale nell'opera di rafforzamento della fiducia tra la popolazione; il
rafforzamento della cooperazione con gli Stati limitrofi nel settore della
polizia.
La
missione si è conclusa il 14 giugno 2006.
Consistenza
del contingente italiano 20/6/2006
9 unità di cui:
Polizia di Stato 7
Carabinieri 2
Riferimenti normativi
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Missione EUPOL Kinshasa (Conclusa)
Missione dell'Unione europea
per l'assistenza alla Repubblica democratica del Congo nel rafforzamento
dell'apparato di sicurezza interna
Partecipazione italiana dal 30 aprile 2005
La
missione è durata sei mesi
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, con la
risoluzione 1592/2005, ha sollecitato il governo di unità nazionale e di
transizione della Repubblica democratica del Congo, a portare a buon fine la
riforma nel settore della sicurezza. Successivamente il Governo della RDC ha
richiesto all’Unione europea un intervento in tal senso, in considerazione del
fatto che il deteriorarsi della condizione di sicurezza di quel Paese, potrebbe
avere ripercussioni potenzialmente gravi sul processo di consolidamento della
democrazia, dello Stato di diritto e della sicurezza internazionale e
regionale.
Il 9 dicembre 2004 il Consiglio dell’Unione
europea ha adottato l’azione comune 2004/847/PESC, che ha istituito una
missione di polizia denominata EUPOL Kinshasa, nella Repubblica democratica del
Congo, a partire dall’inizio del 2005. La missione, svolta nell’ambito PESD,
aveva funzioni di controllo, guida e consulenza nella creazione e
nell’avviamento di una unità integrata di polizia (IPU) congolese, per
contribuire ad assicurare la protezione delle istituzioni statali e a rafforzare
l’apparato di sicurezza interna.
Il perseguimento di tali obiettivi serviva
ad accrescere le capacità di gestione dei compiti di mantenimento dell’ordine,
in supporto al Governo di transizione della Repubblica Democratica del Congo
durante il processo di transizione fino alla data delle elezioni (luglio 2006)
e per i successivi cinque mesi. Nella settimana dal 10 al 15 maggio 2007 si
sono svolte regolarmente le consultazioni per eleggere il presidente ed il
relativo ufficio della direzione della Camera Alta del Parlamento (Senato). Il
neo Presidente eletto del Senato rimarrà in carica per i prossimi quattro anni
della legislatura in corso.
Il termine della missione, inizialmente
previsto dopo un anno, è stato prorogato al 30 giugno 2007. A quella data, la missione
ha terminato le attività ed è stata sostituita dalla missione EUPOL RD CONGO.
Consistenza del contingente
italiano 23/10/2006
4 unità di cui:
Carabinieri 4
Riferimenti normativi
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha autorizzato
la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto
sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito
dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante proroga
della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Missione Golfo 2 (Conclusa)
Missione militare navale nel Golfo Persico
Partecipazione italiana dal 16 agosto 1990
La missione è durata un anno
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di
ristabilimento della pace (peace-enforcing)
In seguito all'invasione irachena del Kuwait
avvenuta il 2 agosto 1990, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha adottato le
risoluzioni 660 con la quale esigeva il ritiro immediato di tutte le forze
irachene, e 661 con cui varava sanzioni economiche e imponeva l’embargo verso
l’Iraq. A queste seguiva un’ennesima risoluzione che autorizzava l’uso della
forza per garantire il rispetto dell’embargo. Il 16 agosto 1990 tre unità
navali della Marina Militare sono state inviate nel Golfo Persico, nell’ambito
dell’operazione Golfo 2, istituita per garantire l’applicazione dell’embargo.
Si tattava di 2 corvette, cui si sono successivamente aggiunte 2 fregate e una
nave appoggio.
L’operazione è avvenuta nell’ambito del
collegamento operativo deciso dai Paesi UEO, impegnati, in collaborazione con
gli Stati Uniti e altri Paesi dell’area mediorientale, nella predisposizione di
una Forza multinazionale per imporre all’Iraq il rispetto delle risoluzioni
ONU.
Inoltre, dal 25 settembre, dopo la decisione del
Consiglio di sicurezza di varare l’embargo aereo verso l’Iraq, sono stati
schierati presso la base militare di Al Dahfra, negli Emirati Arabi Uniti, 8
Tornado dell’Aeronautica Militare italiana, all’interno dell’operazione
Locusta.
In applicazione della risoluzione del Consiglio
di sicurezza dell'ONU 678/1990, che ha autorizzato la Forza multinazionale ad
usare i mezzi necessari nel caso in cui l'Iraq non avesse accettato le
risoluzioni precedenti che prevedevano, tra l'altro, il ritiro dal Kuwait entro
il 15 gennaio 1991, è stata avviata, il 17 gennaio, l’operazione militare
“Desert Storm”. Ad essa, che era inizialmente costituita da un’offensiva aerea
e missilistica contro l’Iraq, hanno preso parte anche velivoli dell’Aeronautica
Militare.
Successivamente, il 16 febbraio, ha avuto inizio
l’offensiva terrestre che si è conclusa il 28 febbraio con la liberazione del
Kuwait e l’accettazione da parte dell’Iraq di tutte le risoluzioni ONU.
Le unità navali della forza multinazionale
continuano il pattugliamento nel Golfo e il controllo dell’applicazione
dell’embargo.
Nei mesi di marzo e aprile 1991 il gruppo navale
italiano ha assunto la nuova configurazione operativa idonea per le operazioni
di bonifica dalle numerose mine presenti nel Golfo. I cacciamine sono stati
supportati da una nave appoggio e protetti da una fregata. Nell'agosto 1991 il
20° Gruppo Navale, dopo aver ultimato il compito affidatogli, è rientrato in
Italia.
Consistenza del contingente italiano al 15/09/90
760 unità di
cui:
Marina 760
Consistenza del contingente italiano al 15/04/91
418 unità di
cui:
Marina 418
Riferimenti normativi
Decreto-legge 23 agosto 1990, n.
247, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 ottobre 1990, n. 298,
recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nel Golfo
Persico
Il D.L. 247/1990 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1990
Decreto-legge 19 gennaio 1991,
n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1991, n. 88, recante
ulteriori provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi
nell'area del Golfo Persico
Il D.L. 17/1991 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 1991
Decreto-legge 31 gennaio 1992,
n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della
missione
Decreto-legge 26 marzo 1992, n.
243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della
missione
Decreto-legge 26 maggio 1992, n.
297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della
missione
Decreto-legge 24 luglio 1992, n.
347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle
Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto -
sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 347/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 29 settembre 1992,
n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali
delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 392/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 4 dicembre 1992,
n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia
di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese
connesse alla crisi del Golfo Persico
Il D.L. 469/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
11 agosto 1990 Commissioni congiunte Camera e Senato Esteri
e Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione nel Golfo Persico
22 agosto 1990 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e
approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00033
23 agosto 1990 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e
approvazione della risoluzione Scotti ed altri 6-00143
16 gennaio 1991 Camera Assemblea
Discussione di mozioni e
approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00151
17 gennaio 1991 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 16 e
17 gennaio 1991, e approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00043
22 febbraio 1991 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 21 e
22 febbraio 1991, e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00165
Missione IFOR (Conclusa)
Missione militare internazionale di pace per il rispetto degli Accordi di
Dayton (Bosnia)
Partecipazione italiana dal 28 dicembre 1995
La missione è durata un anno
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
Dopo la firma degli Accordi di Dayton, avvenuta a
Parigi il 14 dicembre 1995, il Consiglio di sicurezza dell'ONU, con la
risoluzione 1031 del 15 dicembre, ha autorizzato la costituzione dell’IFOR
(Implementation Force), con il compito di garantire il rispetto degli Accordi
di pace, la libera circolazione di tutte le etnie nella zona assegnata e la
cooperazione con la popolazione per aiuti sociali.
L’attività dell’IFOR è stata avviata il 20
dicembre 1995, con l’operazione “Joint Endeavour”, condotta dalla NATO nei
territori della Bosnia-Erzegovina.
Il 24 gennaio 1996 il caporalmaggiore Gerardo
Antonucci e due soldati portoghesi hanno perso la vita in un'esplosione
accidentale avvenuta all'interno di una camerata nell'ex ospedale pediatrico di
Sarajevo che ospitava il contingente italiano e quello portoghese.
Nell'esplosione sono rimasti feriti altri sei militari italiani.
Consistenza del contingente italiano al 01/07/96
2.566 unità di
cui:
Esercito 2.566
Riferimenti normativi
Decreto-legge 2 gennaio 1996, n.
1, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
(decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 1/1996
(decaduto) ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre
1996
Decreto-legge 1° marzo 1996, n. 99, concernente partecipazione italiana
alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n.
428)
Il D.L. 99/1996 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 1996
Decreto-legge 29 aprile 1996, n.
236, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
(decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 236/1996 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 1996
Decreto-legge 1° luglio 1996, n.
346, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 428,
concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
Il D.L. 346/1996 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1996
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
16 novembre 1995 Camera Commissione Difesa
Discussione e approvazione della
risoluzione conclusiva Bampo 8-00011 sulla disponibilità alla partecipazione
italiana ad un iniziativa internazionale di mantenimento della pace nell'ex
Jugoslavia
16 novembre 1995 Camera Commissione Esteri
Discussione e approvazione della
risoluzione Tremaglia 7-00501 sulla disponibilità alla partecipazione italiana
ad un iniziativa internazionale di mantenimento della pace nell'ex Jugoslavia
15 dicembre 1995 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
all'Assemblea nelle sedute del 14 e 15 dicembre 1995, con approvazione della
risoluzione Tremaglia ed altri 6-00038 (nuovo testo)
Missione Indus (Conclusa)
Missione umanitaria della NATO per l'assistenza e soccorso alle
popolazioni pakistane colpite dal sisma dell'8 ottobre 2005
Partecipazione italiana dal 20 settembre 1999
La missione è durata tre mesi e mezzo
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
La
missione denominata “Operazione Indus” (dal nome del maggiore fiume pakistano:
l’Indo) si inserisce nel quadro degli aiuti forniti dall’Alleanza Atlantica
alle popolazioni del Pakistan, colpite dal violento sisma che ha interessato il
sud-est asiatico l’8 ottobre 2005.
La NATO,
che era immediatamente intervenuta in favore del Paese asiatico con propri
velivoli nei primi giorni dopo il terremoto per l’invio di aiuti nazionali
nella regione, ha deciso, il 21 ottobre 2005 la NATO, di incrementare il
proprio aiuto umanitario per avviare la seconda fase di aiuti che prevede il
supporto alla ricostruzione delle infrastrutture di base
In tale contesto è stato anche istituito, in
Pakistan, un Comando facente parte della Forza di Risposta NATO (NRF - NATO
Response Force), coordinato dal Joint Command NATO di Lisbona.
I
militari italiani, il cui rischiaramento è stato completato il 2 dicembre 2005,
operano nell’ambito dell’operazione con il compito di contribuire all’attività
di soccorso umanitario, al ripristino delle funzioni della rete viaria, allo
sgombero delle macerie, all’approntamento di campi per i senza tetto, al
ripristino della rete idrica. Il contingente italiano opera nell’area di Bagh,
città di 100.000 abitanti completamente rasa al suolo dal sisma e situata a
circa 100 km a nord-est di Islamabad, nel Kashmir pakistano.
Dal 18
ottobre al 22 novemrbe 2005, due velivoli C-130J rischierati sull’aeroporto di
Incirlik (Turchia), hanno partecipato al ponte aereo umanitario NATO. La
missione si è conclusa il 1° febbraio 2006.
Consistenza del contingente italiano al 2/1/2006
248 unità di
cui:
Esercito 248
Riferimenti normativi
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha autorizzato
la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del D.L. decaduto
sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L. 273/2005, convertito
dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha autorizzato la partecipazione italiana al 30 giugno 2006. La
disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante l’esame
parlamentare.
Missione INTERFET (Conclusa)
Missione per il ristabilimento della pace e della sicurezza a Timor Est
Partecipazione italiana dal 20 settembre 1999
La missione è durata cinque mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
A
seguito dell'accordo fra Portogallo e Indonesia, sanzionato dal Segretario
Generale ONU (5 maggio 1999), in Timor Est è stato indetto un referendum al
fine di stabilire la volontà popolare circa l'indipendenza della regione dalla
Repubblica di Indonesia. Per verificare il regolare svolgimento del referendum
e la validità dei risultati, è stata costituita (in ottemperanza a quanto
previsto dalle risoluzioni 1246 e 1257) una missione ONU denominata UNAMET
(United Nation Mission in East-Timor). Il referendum, tenutosi il 30 agosto
1999, ha fatto riscontrare una percentuale altissima di voti favorevoli
all'indipendenza di Timor-Est. Il risultato elettorale ha determinato violente
tensioni nell’isola, costringendo il Presidente indonesiano ad accettare
l’intervento di una Forza multinazionale. Tale Forza multinazionale, denominata
INTERFET (International Force in East Timor), è stata costituita con la
risoluzione 1264/1999 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con il
compito di ristabilire la pace e la sicurezza in Timor Est, garantire
protezione e sostegno al personale della Missione ONU (UNAMET) e,
compatibilmente con le capacità della forza, facilitare le operazioni di
assistenza umanitaria.. L'operazione prevedeva, ove necessario, l'uso della
forza.
Alla
missione ha partecipato un contingente italiano, nell’ambito dell’operazione Stabilise,
costituito da unità della Marina militare, dell’Esercito e dell'Aeronautica,
nonché dell'Arma dei carabinieri.
Consistenza del contingente italiano al 01/01/01
600 unità di
cui:
Carabinieri 33
Aeronautica 42
Esercito 267
Marina 258
Riferimenti normativi
Decreto-legge 25 ottobre 1999,
n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1999
Decreto-legge 7 gennaio 2000, n.
1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante
disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2000
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
15 settembre 1999 Senato Assemblea
Discussione di mozioni sugli
sviluppi della situazione a Timor Est nelle sedute dell'Assemblea del 14 e 15
settembre 1999 e approvazione delle mozioni 1-00432, 1-00433, 1-00434, 1-00436,
1-00438.
23 settembre 1999 Camera Assemblea
Informativa urgente del Governo
(Vicepresidente del Consiglio dei ministri) sugli sviluppi della situazione a
Timor Est
29 settembre 1999 Camera Assemblea
Discussione di mozioni sugli
sviluppi della situazione a Timor Est e approvazione delle mozioni Mussi
1-00391; Bertinotti 1-00392; Soro 1-00398; Manzione 1-00399; Pagliarini 1-00400
e Danieli 1-00401.
Missione Ippocampo Rwanda (Conclusa)
Missione svolta nell'ambito dell'operazione "Silver back" per
il recupero e l'evacuazione dei cittadini
stranieri residenti nel Rwanda
Partecipazione italiana dal 10 aprile 1994
La missione è durata sette giorni
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
Quando nella primavera del 1994 il dilagare del
conflitto tra le due maggiori etnie del Rwanda (Tutsi e Hutu) rischiava di
coinvolgere anche i cittadini stranieri residenti nel Paese, dopo una serie di
consultazioni a livello internazionale, è stata varata l'operazione
"Silver Back", volta al loro recupero e rimpatrio. All'operazione ha
partecipato anche l'Italia con un contingente formato da 112 uomini della Brigata
"Folgore", 65 uomini del Comando Subacquei Incursori "Teseo
Tesei" della Marina e 3 velivoli da trasporto della 46^ Brigata Aerea. Le
forze italiane hanno operato congiuntamente con i reparti francesi, americani e
belgi e con le forze dell'UNAMIR già presenti in Rwanda. Durante l'operazione,
denominata "Ippocampo Rwanda", il contingente italiano ha provveduto
al recupero e al rimpatrio di 279 cittadini.
Consistenza del contingente italiano al 10/03/94
255 unità di
cui:
Aeronautica 78
Marina 65
Esercito 112
Missione IPTF (Conclusa)
Missione ONU di assistenza e riorganizzazione delle Forze di Polizia
della Bosnia-Erzegovina (UNMIBH) operante a Brcko
Partecipazione italiana dal 27 maggio 1997
La missione è durata cinque anni e sette mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di assistenza internazionale (polizia locale)
La missione IPTF (Task Force Internazionale di
Polizia delle Nazioni Unite) è stata costituita il 21 dicembre 1995, con la
risoluzione 1035 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in conformità
con quanto stabilito nell'Accordo di pace sottoscritto a Dayton il 14 dicembre
1995 dai leader di Bosnia-Erzegovina, Croazia, e della Repubblica Federale di
Yugoslavia (Serbia e Montenegro). I compiti dell'lPTF consistono nel
ristrutturare e riformare la polizia locale per creare una Forza che sia
multi-etnica, efficace, trasparente e imparziale, all'altezza degli standard
internazionali, nonché nel facilitare il ritorno dei rifugiati. Con il mandato
conferito dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1088/1996, la Task Force
investiga su casi di abuso di diritti umani, perpetrati da personale avente il
compito di far rispettare le leggi. Il Coordinatore delle Nazioni Unite,
operante sotto l'autorità del Segretario Generale, esercita la propria autorità
sul Commissario dell'IPTF e coordina le altre attività delle Nazioni Unite in
Bosnia-Erzegovina relativamente agli aiuti umanitari ed ai rifugiati, allo
sminamento, ai diritti umani, alle elezioni, al ripristino delle infrastrutture
ed alla ricostruzione economica.
Tale operazione costituisce, insieme al JSAP
(Judical System Assessment Program) e ad una serie di Uffici civili ed
amministrativi, uno dei principali componenti dell’UNMIBH (United Nations
Mission in Bosnia and Herzegovina) che ha il compito di contribuire alla
creazione di norme di legge in Bosnia Erzegovina assistendo alla
riorganizzazione e ristrutturazione della polizia locale. UNMIBH coopera con la
Forza di Attuazione multinazionale guidata dalla NATO (IFOR). In seguito
all'incremento del contingente IPTF, deciso dal Consiglio di sicurezza dell'ONU
con la risoluzione 1103 del 31 marzo 1997, l'Italia ha inviato un nucleo di 22
carabinieri. L'11 marzo 2002, il Consiglio dell'Unione europea ha adottato
l'azione comune 2002/210/PESC con la quale ha istituito la missione EUPM per
garantire il proseguimento delle attività della forza di polizia internazionale
IPTF, a partire dal 1° gennaio 2003. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite aveva adottato, il 5 marzo 2002, la risoluzione 1396 in cui dichiarava
che avrebbe accolto favorevolmente tale iniziativa dell'Unione europea.
Consistenza del contingente italiano al 15/12/02
13 unità di
cui:
Carabinieri 13
Riferimenti normativi
Decreto-legge 5 giugno 1997, n.
144, convertito, con modificazioni, dalla L. 25 luglio 1997, n. 239, recante
autorizzazione alla partecipazione di un contingente dell'Arma dei carabinieri
alla Forza di polizia internazionale (IPTF) in Bosnia
Il D.L. 144/1997 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
23 novembre 1997
Decreto-legge 13 gennaio 1998,
n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 1998, n. 42, recante
disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia e Albania nel
settore della difesa, nonché proroga della permanenza di contingenti militari
italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della partecipazione italiana al gruppo
di osservatori temporanei ad Hebron
Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 19 maggio 1998
Decreto-legge 30 giugno 1998, n.
200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare
italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)
Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana
al 26 dicembre 1998
Legge 3 agosto 1998, n. 270,
recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a
missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 30 giugno 1998)
La legge 270/1998 ha prorogato la partecipazione italiana al 26 dicembre
1998
Decreto-legge 28 gennaio 1999,
n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante
disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace
Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999
Decreto-legge 17 giugno 1999, n.
180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a
missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad
Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari
dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre
1999
Decreto-legge 25 ottobre 1999,
n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali
di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di militari in
Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
1999
Decreto-legge 7 gennaio 2000, n.
1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante
disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000
Decreto-legge 19 giugno 2000, n.
163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2000
Decreto-legge 29 dicembre 2000,
n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali
di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
2001
Decreto-legge 19 luglio 2001,
n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339, recante
proroga della partecipazione militare italiana a missioni internazionali di
pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di polizia italiane in
Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001,
n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15,
recante disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2002
Missione Joint Guarantor (Conclusa)
Missione NATO a sostegno degli osservatori OSCE in Kosovo
Partecipazione italiana dal 9 dicembre 1998
La missione è durata tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
Il Consiglio del Nord Atlantico aveva autorizzato
il 4 dicembre l’esecuzione dell’operazione “Joint Guarantor", che
prevedeva la costituzione della “Extraction Force”, con lo scopo di provvedere
all'eventuale evacuazione dal Kosovo degli ispettori dell’OSCE, impegnati nella
regione con l'incarico, tra l'altro, di verificare l'attuazione della risoluzione
1199/1998.
La forza di intervento della NATO a sostegno
della missione di verifica per il Kosovo, è stata attivata il 10 dicembre 1998
a Kumanovo, in Macedonia. I contingenti che costituivano la forza di intervento
provenivano da diversi Paesi NATO. L’Italia ha partecipato con circa 250
uomini.
II 20 marzo 1999, a seguito del deteriorarsi
della situazione in Kosovo e in previsione della campagna aerea NATO (iniziata
il 24 marzo), il personale OSCE della KVM (Kosovo Verification Mission) è stato
evacuato in Macedonia e successivamente fatto rientrare in Patria. Tale
operazione veniva realizzata attraverso la Self Defence Force Protection.
Consistenza del contingente italiano al 28/01/99
250 unità di
cui:
Esercito 250
Consistenza del contingente italiano al 21/04/99
1.050 unità di
cui:
Carabinieri 7
Esercito 1.043
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 28 gennaio 1999,
n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante
disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace
Il D.L. 12/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31
dicembre 1999
Decreto-legge 21 aprile 1999, n.
110, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 giugno 1999, n. 186, recante
autorizzazione all’invio in Albania ed in Macedonia di contingenti italiani
nell’ambito della missione NATO per compiti umanitari e di protezione militare,
nonché rifinanziamento del programma italiano di aiuti all’Albania e di
assistenza ai profughi
Il D.L. 110/1999 ha integrato il contingente italiano confermando il
termine al 31 dicembre 1999
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
14 gennaio 1999 Senato Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni dei Ministri degli affari esteri e della
difesa sulla situazione nel Kossovo e sulla partecipazione italiana alla
"extraction force" in territorio macedone
Missione KVM (Conclusa)
Missione OSCE per la verifica del cessate il fuoco e la promozione dei
diritti umani
Partecipazione italiana dal 20 ottobre 1998
La missione è durata nove mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali OSCE
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
In seguito all'Accordo, stipulato il 16 ottobre
1998, tra la Repubblica federale jugoslava e l'Organizzazione per la sicurezza
e la cooperazione in Europa (OSCE), è stata costituita la missione di
osservatori OSCE in Kosovo denominata KVM (Kosovo Verification Mission), a
sostegno della quale è intervenuta anche la risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU 1203 del 24 ottobre 1998.
Ai 2000 “verificatori” è stato affidato il
compito di controllare l'attuazione della risoluzione 1199/1998 - che chiedeva
la cessazione delle ostilità tra le parti e il rispetto del cessate il fuoco- di
osservare il ritiro delle forze speciali serbe dal Kosovo, il rientro dei
profughi e il corretto svolgimento entro l'autunno del 1999 di elezioni locali.
La missione è stata coadiuvata da voli di
ricognizione da parte della NATO (Operazione "Eagle Eye). Alle fasi del
ritiro degli uomini impegnati nella missione ha provveduto la "Extraction
Force" della NATO costituita, nell'ambito dell'operazione "Joint
Guarantor", a sostegno della missione OSCE.
Consistenza del contingente italiano al 28/01/99
150 unità di
cui:
Carabinieri 17
Esercito 133
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 28 gennaio 1999,
n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante
disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace
Il D.L. 12/1999 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31
dicembre 1999
Missione Laos 1959 (Conclusa)
Missione di osservatori in merito
all'infiltrazione di guerriglieri nel Laos
Partecipazione italiana dal 7 ottobre 1959
La missione è durata quaranta giorni
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di formazione della pace e prevenzione
del conflitto (peace-making)
Missione svolta nell'ambito della costituzione di
una sottocommissione d'indagine prevista dalla risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU n. 132 del 7 settembre 1959, di cui hanno fatto parte, oltre
all'Italia, l'Argentina, il Giappone e la Tunisia.
Missione Libano I (Conclusa)
Forza multinazionale di pace per garantire il
ritiro da Beirut delle forze palestinesi
Partecipazione italiana dal 21 agosto 1982
La missione è durata un mese
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
La forza multinazionale di pace con il
dispiegamento di contingenti militari a Beirut è stata costituita in seguito
alla richiesta del Governo libanese a Italia, Francia e Stati Uniti.
Gli accordi bilaterali tra il Libano ed i tre
Paesi hanno reso possibile il dispiegamento dei contingenti multinazionali
sulla linea del cessate il fuoco tra israeliani e palestinesi a Beirut ovest e
l’attuazione del piano di Philip Habib, il mediatore americano, che prevedeva
l'evacuazione dalla capitale libanese di oltre 7000 tra “fedayin” e dirigenti
dell’OLP, nonché la tutela dell’incolumità degli abitanti della regione ed il
ristabilimento della sovranità e delle autorità del Governo libanese.
La missione è stata affidata al 2° battaglione
bersaglieri “Governolo”, composto da 1 Compagnia Comando, 2 Compagnie
meccanizzate, 1 plotone genio e 1 plotone carabinieri, per un totale di 519
uomini (40 Ufficiali, 81 Sottufficiali e 389 militari di truppa) con al seguito
circa 200 mezzi tra ruotati e cingolati. La missione è stata effettuata senza
alcun incidente ed è terminata l’11 settembre 1982.
Consistenza del contingente italiano al 31/08/82
1.217 unità di
cui:
Marina 708
Esercito 479
Carabinieri 40
Riferimenti normativi
Legge 29 dicembre 1982, n. 969
recante ratifica ed esecuzione dell'accordo effettuato mediante scambio di
lettere tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica
libanese per la partecipazione dell'Italia alla Forza multinazionale di pace a
Beirut (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 4
settembre 1982)
La legge
969/1982 ha ratificato lo scambio di lettere italo-libanese che fissa il
termine della partecipazione italiana entro il 26 settembre 1982
Decreto-legge 27 settembre 1982,
n. 686, convertito dalla legge 8 novembre 1982, n. 820, recante norme in
materia di trattamento economico del personale facente parte della forza
militare italiana impiegata in Libano.
La legge 686/1982 ha finanziato la missione per il 1982
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
7 luglio 1982 Camera Assemblea
Discussione e approvazione della
mozione Bonalumi 1-00208 che impegna il Governo ad operare per il disimpegno
militare delle forze in campo e la neutralizzazione di Beirut ovest garantita
dall'esercito libanese e da contingenti di caschi blu dell'ONU
4 agosto 1982 Senato Commissione Esteri
Svolgimento delle interrogazioni
Bufalini 3-02108 e Pozzo 3-02113: durante la seduta il Governo ha manifestato
disponibilità a partecipare ad una forza multinazionale
5 agosto 1982 Camera Commissione Esteri
Discussione e approvazione della
risoluzione Bianco 7-00222
Missione Libano II (Conclusa)
Forza multinazionale di interposizione per la tutela della popolazione della
zona di Beirut
Partecipazione italiana dal 23 settembre 1982
La missione è durata un anno e sei mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
A seguito dei tragici avvenimenti accaduti il 18
settembre 1982 nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, alla periferia ovest
di Beirut, ed alle consultazioni tra il Governo libanese ed il Segretario
Generale delle Nazioni Unite, in applicazione della risoluzione 521/1982 del
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, il Governo libanese ha chiesto a Italia,
Francia e Stati Uniti di ripristinare una Forza multinazionale di pace (come
già avvenuto il mese precedente con l'operazione Libano I) da interporre in
località concordate della città di Beirut. Alla Forza multinazionale sono stati
assegnati i compiti di presidiare il territorio, di proteggere le popolazioni e
innanzitutto i campi palestinesi, di garantire alcuni punti strategici (in
particolare il porto e l’aeroporto), di facilitare il processo di affermazione
e rafforzamento dell’autorità del governo libanese. La forza media del
contingente italiano è stata di circa 2.300 uomini di cui 1.550 destinati alle
attività operative e 750 a quelle logistiche. Essi disponevano di 319 mezzi
ruotati, 52 mezzi speciali, 20 cucine rotabili, 97 veicoli di trasporto
cingolati e 6 autoblindo. A seguito di un attentato ai danni di una pattuglia
di militari italiani in servizio di perlustrazione nei pressi dell’aeroporto di
Beirut, avvenuto il 15 marzo 1983, ha perso la vita il marò Filippo Montesi e
altri 75 militari sono rimasti feriti.
Consistenza del contingente italiano al 31/12/83
5.662 unità di
cui:
Marina 3.344
Esercito 2.044
Carabinieri 274
Decreto-legge 27 settembre 1982,
n. 686, convertito dalla legge 8 novembre 1982, n. 820, recante norme in
materia di trattamento economico del personale facente parte della forza
militare italiana impiegata in Libano.
La legge 686/1982 ha finanziato la missione per il 1982
Legge 29 dicembre 1982, n. 970
recante ratifica ed esecuzione dell'accordo effettuato mediante scambio di
lettere tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica
libanese per la partecipazione dell'Italia alla nuova Forza multinazionale di
pace per Beirut, firmato a Beirut il 29 settembre 1982 (originato da un disegno
di legge governativo presentato in data 16 ottobre 1982)
La legge 970/1982 ha ratificato lo scambio di lettere italo-libanese che
non fissa il termine della partecipazione italiana
Legge 20 febbraio 1984, n. 11
recante copertura finanziaria delle spese relative alla forza militare italiana
impiegata in Libano (originato da un disegno di legge governativo presentato in
data 14 ottobre 1983)
La legge 11/1984 ha finanziato la missione per il 1983 e 1984
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
22 settembre 1982 Senato Commissione Esteri
Svolgimento di interrogazioni
sulla situazione in Libano e sul ritiro anticipato dalla zona di Beirut della
forza di pace e del contingente italiano
23 settembre 1982 Camera Commissioni
riunite Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione in Libano
Missione Mandato fiduciario ONU in Somalia (Conclusa)
Corpo di sicurezza in Somalia con l'incarico di
svolgere il mandato fiduciario affidato all'Italia dall'ONU
Partecipazione italiana dal 2 febbraio 1950
La missione è durata dieci anni e quattro
mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di assistenza internazionale (mandato fiduciario ONU)
Nel 1950 l'Assemblea delle Nazioni Unite affidò
all'Italia, con l’Accordo di Tutela concluso a Ginevra il 27 gennaio 1950,
l'amministrazione fiduciaria della Somalia. Nel febbraio dello stesso anno
venne inviato in Somalia il "Corpo di Sicurezza" italiano, cui si
aggiunsero contingenti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza con
il compito di assicurare nell'ex colonia la sicurezza, l'ordine e la riorganizzazione
della "Somalia Police Force”.
I contingenti italiani lasciarono la Somalia il
30 giugno 1960, il giorno precedente alla proclamazione dell’indipendenza del
Paese.
Nel corso della missione, il 1° agosto 1952, a
Chisimaio, sono stati aggrediti ed uccisi il maresciallo maggiore Flavio
Salacone e il carabiniere Luciano Fosci, mentre espletavano servizio d’ordine
pubblico.
Consistenza del contingente italiano al 02/04/50
5.819 unità di
cui:
Guardia
di Finanza 35
Aeronautica 581
Marina 155
Esercito 4.534
Carabinieri 514
Riferimenti normativi
Legge 8 febbraio 1950, n. 12,
recante provvedimenti per l'assunzione dell'Amministrazione fiduciaria in
Somalia (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 2
febbraio 1950)
Legge 17 novembre 1950, n. 921 recante autorizzazione della spesa di
lire 4.380.000.000 per il funzionamento dell'Amministrazione fiduciaria della
Somalia (originato da un disegno di legge governativo presentato in data 8
luglio 1950)
Legge 4 novembre 1951, n. 1301
recante ratifica ed esecuzione dell'Accordo di tutela per il territorio della
Somalia sotto amministrazione italiana, concluso a Ginevra con il Consiglio per
l'Amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite il 27 gennaio 1950 ed
approvato dall'Assemblea generale delle Nazioni unite il 2 dicembre 1950
(originato da un disegno di legge governativo presentato in data 15 giugno
1951)
Legge 9 dicembre 1952, n. 2461,
recante autorizzazione della spesa di lire 7.800.000.000 per il funzionamento
dell'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia per l'esercizio
finanziario 1950-51 (originato da un disegno di legge governativo presentato in
data 9 ottobre 1951)
Legge 29 aprile 1953, n. 430,
recante soppressione del Ministero dell'Africa Italiana (originato da un
disegno di legge governativo presentato in data 15 febbraio 1952)
Legge 30 giugno 1954, n. 677,
recante approvazione ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo italiano ed il
Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e d’Irlanda del Nord sulle
disposizioni di carattere finanziario ed economico riferentesi alla consegna
della Somalia all'Italia e conseguente alla risoluzione dell'Assemblea generale
delle Nazioni Unite con la quale l'Italia è stata invitata ad accettare
l’Amministrazione fiduciaria della Somalia, concluso a Londra, mediante scambio
di Note, il 20 marzo 1950 (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 14 ottobre 1953)
Legge 28 giugno 1960, n. 643,
recante cessazione dell'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia
(originato da un disegno di legge governativo presentato in data 4 giugno 1960)
Missione MAPE (Conclusa)
Missione UEO per la riorganizzazione delle forze di polizia albanesi
Partecipazione italiana dal 12 maggio 1997
La missione è durata quattro anni e un mese
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali UEO
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
All’inizio del 1997, a causa dei fallimenti a
catena delle “piramidi finanziarie”, l’Albania piombava in una gravissima crisi
interna per risolvere la quale il governo di Tirana chiedeva aiuto alla
comunità internazionale.
La MAPE (Multinational Advisory Police Element) è
stata costituita con la deliberazione del Consiglio permanente dell'Unione
dell'Europa Occidentale (UEO) in data 2 maggio 1997, nel quadro delle attività
di cooperazione ed assistenza in Albania. Inizialmente formata da 24 ufficiali
e funzionari di polizia provenienti da quattordici nazioni, tra cui l’Italia,
aveva il mandato di fornire alla polizia albanese informazioni e consulenza nei
settori dell’organizzazione, del mantenimento dell’ordine pubblico e del
controllo delle frontiere. In seguito, le unità assegnate a MAPE salirono a
sessanta e poi a cento e la sua azione veniva indirizzata principalmente
all’addestramento delle Forze di polizia locali. Il suo mandato é stato
prorogato fino al 12 aprile 1999 con successive deliberazioni dello stesso
Consiglio permanente. Nel luglio 1999 la UEO ha deciso la separazione della
MAPE dalla “Planning Cell” dalla quale dipendeva direttamente, operando così
una separazione della componente militare da quella di polizia. La UEO decideva
di espandere l’area di cooperazione trasformando di conseguenza, con il quinto
mandato, il nome da MAPE in MAPEXT (MAPE Extended). La missione si è
definitivamente conclusa il 30 giugno 2001.
Consistenza del contingente italiano al 31/12/00
17 unità di
cui:
Carabinieri 17
Riferimenti normativi
Decreto-legge 30 giugno 1998, n.
200, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare
italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)
Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha fissato il termine della
partecipazione italiana al 26 dicembre 1998
Legge 3 agosto 1998, n. 270,
recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione militare italiana a
missioni internazionali (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 30 giugno 1998)
La legge 270/1998 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
26 dicembre 1998
Decreto-legge 28 gennaio 1999,
n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 1999, n. 77, recante
disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di pace
Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 24 giugno 1999
Decreto-legge 17 giugno 1999, n.
180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 1999, n. 269, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione italiana a
missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in Albania e ad
Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore contingente di militari
dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 settembre
1999
Decreto-legge 25 ottobre 1999,
n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 1999, n. 487,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
1999
Decreto-legge 7 gennaio 2000, n.
1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000, n. 44, recante
disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2000
Decreto-legge 19 giugno 2000, n.
163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2000, n. 228, recante
disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2000
Decreto-legge 29 dicembre 2000,
n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in
Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
2001
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
10 luglio 1997 Senato Commissione Esteri
Comunicazioni del Ministro degli
affari esteri sulla situazione in Albania, con particolare riferimento alle
recenti elezioni
10 luglio 1997 Senato Commissione Esteri
Svolgimento dell'interrogazione
Squarcialupi 3-01164 relativa all'attività dell'UEO per la riorganizzazione
della Polizia albanese
Missione Mare sicuro 2005 (Conclusa)
Attività navale a protezione nel Corno d'Africa del traffico mercantile
marittimo nazionale da atti di pirateria
Partecipazione italiana dal 15 agosto 2005
La missione è durata tre mesi
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione è stata disposta a seguito di
tentativi di attacco armato ai danni di navi mercantili italiane al largo della
Somalia, verificatisi nel luglio 2005, nel quadro di una generale recrudescenza
della pirateria navale nell’Oceano Indiano.
L’unità navale, che opera nell’area del
Corno d’Africa, ha compiti di sorveglianza, dissuasione e, eventualmente,
scorta dei mercantili nazionali in transito nelle acque internazionali a
maggiore rischio di attacchi pirateschi. Attualmente è impegnato nell’area il
pattugliatore di squadra “Granatiere”, integrato nel sistema informativo della
coalizione multinazionale già operante nell’ambito dell’operazione Enduring
Freedom, contro il terrorismo internazionale via mare.
Consistenza del contingente
italiano 15/11/2005
185 unità di cui:
Marina 185
Missione Maritime Guard (poi Sharp Guard) (Conclusa)
Missione congiunta UEO-NATO per il controllo dell’embargo sull’Adriatico
Partecipazione italiana dal 10 luglio 1992
La missione è durata tre anni e undici mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO e UEO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
L'operazione Marittime Guard è stata avviata per
attuare l’embargo imposto dall’ONU alla federazione Serbo-Montenegrina con le
risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 713 del 25 settembre 1991 e n. 757
del 30 maggio 1992.
L'embargo riguardava tutti gli armamenti ed
equipaggiamenti destinati in Yugoslavia (quindi in tutti gli Stati che facevano
parte dell'ex Repubblica Yugoslava) e l’importazione e l’esportazione di
qualsiasi genere, ad eccezione dei beni necessari a scopi umanitari, nella
Serbia e nel Montenegro.
L’operazione Maritime Guard ha impegnato le navi
della Stanavformed (Forza Navale Permanente del Mediterran
eo) della NATO nel pattugliamento dell'area del
basso Adriatico. L’Italia ha partecipato con una unità (una fregata o un
cacciatorpediniere) e ha inoltre provveduto al supporto logistico rendendo
disponibili le proprie basi navali, porti, aeroporti, arsenali marittimi più
vicine alle zone di operazione.
Il gruppo navale ha inizialmente operato in
stretto coordinamento con quello impiegato nell’operazione Sharp Fence,
impegnato nel basso Adriatico. Successivamente, dal 15 giugno 1993, le
operazioni Maritime Guard e Sharp Fence sono state unificate con la
costituzione dell'operazione Sharp Guard, coordinata dall’Italia, cui ha preso
parte anche l’incrociatore portaelicotteri “Garibaldi”.
L’operazione è stata sospesa il 19 giugno 1996,
all’indomani della revoca dell'embargo Onu con la risoluzione 1074/1996 del
Consiglio di sicurezza.
Il 16 dicembre 1992 il capo incursore Nicola
Fele, imbarcato sulla nave ''Audace'', ha perso la vita in mare, nel corso di
una immersione, effettuata insieme ad un altro incursore, per un controllo
della carena dell'unità.
Consistenza del contingente italiano al 01/09/92
230 unità di
cui:
Marina 230
Riferimenti normativi
Decreto-legge 15 maggio 1993,
n.144 , convertito, con modificazioni, dalla legge 16 luglio 1993, n. 230,
recante embargo nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia
Il D.L. 144/1993 ha definito le modalità di applicazione dell'embargo
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
9 giugno 1993 Camera Assemblea
Discussione ed approvazione
della mozione Fracanzani 1-00182
Missione MIF (Conclusa)
Forza di intercettazione multinazionale per l'applicazione dell'embargo
all'Iraq
Partecipazione italiana dal 14 settembre 1995
La missione è durata tre mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
La MIF (Multinational Interception Force) è stata
costituita con il compito di far rispettare l'embargo marittimo verso l'Iraq
deciso con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 661/1990 ed opera
ai sensi della risoluzione 665/1990.
L’operazione è posta sotto il comando degli Stati
Uniti e vi partecipano, a turno, unità navali di diversi Paesi.
L'Italia ha partecipato alla missione con la
fregata "Grecale", che ha cooperato con le unità statunitensi,
inglesi, francesi e canadesi.
Consistenza del contingente italiano al 30/09/95
224 unità di
cui:
Marina 224
Missione Mine nel Mar Rosso (Conclusa)
Missione navale multinazionale di sminamento nel Mar Rosso e nel Canale
di Suez
Partecipazione italiana dal 22 agosto 1984
La missione è durata due mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Nell’agosto 1984, in seguito alla scoperta del
fatto che numerose mine erano state collocate nel Canale di Suez e nel tratto
del Mar Rosso che arriva fino agli stretti dello Yemen del Nord, l’Egitto ha
chiesto a Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia e Olanda l’invio di
dragamine e cacciamine per la bonifica dell’area. L’Italia ha inviato tre
cacciamime, una nave di appoggio e 4 dragamine di riserva che, conclusa la
missione, sono rientrati in Italia il successivo 19 ottobre.
Consistenza del contingente italiano al 01/09/84
305 unità di
cui:
Marina 305
Riferimenti
normativi
Legge 10 giugno 1985, n. 303,
recante ratifica ed esecuzione dello scambio di lettere tra la Repubblica
italiana e la Repubblica araba d'Egitto per l'assistenza dell'Italia l'Egitto
ai fini dello sminamento del Canale e del Golfo di Suez, effettuato a Roma il
25 agosto 1984 e al Cairo il 28 agosto 1984 (originato da un disegno di legge
governativo presentato in data 8 settembre 1984)
La legge 303/1985 ha ratificato lo scambio di lettere italo-egiziano che
non fissa il termine della partecipazione italiana
Legge 5 dicembre 1985, n. 726,
recante norme in materia di trattamento economico del personale impiegato per
le operazioni di sminamento delle acque del Mar Rosso e del Canale di Suez
(originato da un disegno di legge governativo presentato in data 12 gennaio
1985)
La legge 726/1985 ha finanziato la prosecuzione della missione per il
1985
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
21 agosto 1984 Senato Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa)
21 agosto 1984 Camera Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa)
Missione MINUGUA (Conclusa)
Missione di osservazione sui diritti umani e di
verifica degli accordi del marzo 1994 tra Governo del Guatemala e movimento
UNRG
Partecipazione italiana dal 17 luglio 1995
La missione è durata sei anni e un mese
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
MINUGUA (Missione di verifica internazionale
delle Nazioni Unite per il Guatemala) è stata costituita il 19 settembre 1994
con la risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU 48/267, allo scopo di
verificare il rispetto dell’Accordo globale sui diritti umani firmato tra
governo e Unità Rivoluzionaria Nazionale Guatemala (URNG) il 29 marzo 1994 a
Città del Messico.
Dal novembre 1994 sono operativi 250 osservatori
ed esperti facenti parte di MINUGUA, cui sono attribuite, tra l'altro, le
seguenti funzioni: ricevere, vagliare e dare seguito alle denunce di violazioni
dei diritti umani; sorvegliare che gli organismi nazionali competenti
effettuino le investigazioni necessarie; pronunciarsi sullo stato dei diritti
umani nel paese; promuovere iniziative per assicurare la piena osservanza dei
diritti umani e l'applicazione integrale del Accordo Globale.
Con la risoluzione del Consiglio di sicurezza
1094 del 20 gennaio 1997, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha costituito,
all’interno dell’operazione MINUGUA, una missione per la verifica dell’Accordo
di cessate il fuoco, firmato Oslo il 4 dicembre 1996, tra il Governo del
Guatemala e l’URNG (Unidad Revolucionaria Nacional Guatemalteca). Tale
missione, denominata anch’essa MINUGUA, si è conclusa il 27 maggio 1997.
La presenza militare italiana si è conclusa il 30
agosto 2001.
Consistenza del contingente italiano al 30/08/01
1 unità di
cui:
Carabinieri 1
Missione
europea
di sostegno (Conclusa)
ad
AMIS II
Missione dell'Unione europea di sostegno alla missione AMIS II
dell'Unione Africana in Sudan
Partecipazione italiana dal 18 luglio 2005
La missione è duratadue anni e sei mesi
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
L’Unione Africana (UA) ha avviato,
nell’estate 2004, una missione di osservatori nel Darfur (area occidentale del
Sudan), dopo l’aggravarsi del conflitto interetnico, che ha determinato una
grave crisi umanitaria e la conseguente fuga di centinaia di migliaia di
profughi nelle regioni circostanti, l’Unione africana ha disposto, con il
sostengo dell’ONU (risoluzione 1564/2004 del Consiglio di sicurezza) la
costituzione nell’area di una forza di protezione denominata AMIS II (African
Union Mission in Sudan costituita da circa 7.000 militari.
Il Consiglio europeo ha definito, con
l’azione comune 2005/557/PESC del 18 luglio 2005, l’impegno dell'Unione europea
per il sostegno civile-militare alla missione AMIS II dell’Unione africana nel
Darfur.
Tale azione di sostegno, condotta del quadro
della politica europea in materia di sicurezza e di difesa, mirava ad
assicurare un'assistenza efficace e tempestiva dell'UE per il rafforzamento di
AMIS II. La missione europea includeva una componente civile ed una militare.
I compiti della componente militare hanno riguardato:
la prestazione di assistenza tecnica e in materia di pianificazione a tutti i
livelli di comando di AMIS II; la messa a disposizione di osservatori militari;
l'addestramento di truppe ed osservatori africani; il trasporto strategico e
tattico; la ricognizione aerea, se richiesta dall'UA.
La componente di polizia civile forniva
sostegno: alla catena di comando di polizia di AMIS II, con l’utilizzo di
consulenti; alla formazione del personale della CIVPOL; allo sviluppo di
un'unità di polizia all'interno del Segretariato dell'UA.
Nel quadro dell'azione comune, l'UE ha
mantenuto il coordinamento stretto ed efficace con tutti i donatori
istituzionali e bilaterali impegnati nel sostegno ad AMIS II. L'UE ha continuato
ad operare in stretto coordinamento con l'ONU e, per quanto riguarda la
componente militare, con la NATO. Il Consiglio ha inoltre nominato, con
l’azione comune 2005/556/PESC del 18 luglio 2005, il sig. Pekka Haavisto
Rappresentante speciale dell'UE per il Sudan.
L’Unione Africana (UA) ha avviato,
nell’estate 2004, una missione di osservatori nel Darfur (area occidentale del
Sudan), dove, dal 2003, è in corso il massacro delle popolazioni locali nere,
cristiane e animiste, da parte di gruppi miliziani arabi filogovernativi (i
“janjaweed”).
Dopo l’aggravarsi della situazione, che ha
determinato una grave crisi umanitaria e la conseguente fuga di centinaia di
migliaia di profughi nelle regioni circostanti, l’Unione africana ha disposto,
con il sostengo dell’ONU (risoluzione 1564/2004 del Consiglio di sicurezza) la
costituzione nell’area di una forza di protezione denominata AMIS II (African Union
Mission in Sudan) che è attualmente costituita da circa 7.000 militari.
Il Consiglio europeo ha definito, con
l’azione comune 2005/557/PESC del 18 luglio 2005, l’impegno dell'Unione europea
per il sostegno civile-militare alla missione AMIS II dell’Unione africana nel
Darfur.
Tale azione di sostegno, condotta del quadro
della politica europea in materia di sicurezza e di difesa, mira ad assicurare
un'assistenza efficace e tempestiva dell'UE per il rafforzamento di AMIS II. La
missione europea include una componente civile ed una militare.
I compiti della componente militare
riguardano: la prestazione di assistenza tecnica e in materia di pianificazione
a tutti i livelli di comando di AMIS II; la messa a disposizione di osservatori
militari; l'addestramento di truppe ed osservatori africani; il trasporto
strategico e tattico; la ricognizione aerea, se richiesta dall'UA.
La componente di polizia civile fornisce
sostegno: alla catena di comando di polizia di AMIS II, con l’utilizzo di
consulenti; alla formazione del personale della CIVPOL; allo sviluppo di
un'unità di polizia all'interno del Segretariato dell'UA.
Nel quadro dell'azione comune, l'UE mantiene
il coordinamento stretto ed efficace con tutti i donatori istituzionali e
bilaterali impegnati nel sostegno ad AMIS II. L'UE ha continuato ad operare in
stretto coordinamento con l'ONU e, per quanto riguarda la componente militare,
con la NATO.
Alla missione europea di sostegno ad AMIS II,
l’Italia ha partecipato con 4 unità.
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha
deciso, con la risoluzione n. 1769 del 31 luglio 2007, di costituire una nuova
missione denominata UNAMID che incorpora la missione AMIS II e ne assume i
poteri. Il passaggio di consegne tra le due missioni è avvenuto il 31 dicembre
2007, quando la missione dell’Unione africana ha avuto termine.
Consistenza del contingente italiano al 23/10/2006
4 unità di cui:
Esercito 4
Riferimenti normativi
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante disposizioni
urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha autorizzato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché
conseguenti disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di
deleghe legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Decreto-legge
5 luglio 2006, n. 224, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana alle missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 224/2006, non convertito, ha differito il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2006. La legge 247/2006 riproduce le disposizioni dello stesso D.L.
Legge 4
agosto 2006, n. 247, recante disposizioni per la partecipazione italiana alle
missioni internazionali (originata da un disegno di legge governativo
presentato il 5 luglio 2006)
La legge 247/2006 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2006.
Legge 27 dicembre 2006, n.
296 recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato (legge finanziaria 2007).
Il comma 1241 dell'articolo
1 della legge 296/2006 ha prorogato al 31 gennaio 2007 il termine per
l'autorizzazione di spesa per la continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio 2007, n.
4, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo 2007, n. 38, recante
proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali
Il D.L. 4/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 38/2007, ha prorogato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 2007.
Decreto-legge 31 dicembre
2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, recante
proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti
in materia finanziaria
Il D.L. 248/2007 convertito, con modificazioni, dalla legge 31/2008, ha
prorogato al 31 gennaio 2008 il termine per l'autorizzazione di spesa per la
continuazione della missione.
Decreto-legge 31 gennaio
2008, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo 2008, n.45, recante
disposizioni urgenti in materia di interventi di cooperazione allo sviluppo e a
sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonche' relative alla
partecipazione delle Forze armate e di polizia a missioni internazionali
Il D.L. 8/2008, convertito, con modificazioni, dalla legge 45/2008, ha
prorogato il termine della partecipazione italiana al 31 dicembre 2008.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
12 aprile 2005 Senato Commissione
Difesa
Esame dell'affare
relativo alla partecipazione di un contingente nazionale alla missione Onu in
Sudan e approvazione di una risoluzione (Doc. XXIV, n. 17)
12 aprile 2005 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario per la difesa), sulla partecipazione di un
contingente militare nazionale alla missione ONU in Sudan
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione europea di sostegno
ad AMISOM (Conclusa)
Missione
dell’Unione europea alla missione AMISOM dell'Unione Africana in Somalia per
sostenere il dialogo ed il processo di riconciliazione
Partecipazione
italiana dal 1°
luglio 2007
La missione è durata sei mesi
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(tecnica e di addestramento)
La missione AMISOM (African Union Mission in
Somalia) è stata autorizzata con la risoluzione 1744 del 21 febbraio 2007 del
Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Essa ha il compito di sostenere il dialogo ed il
processo di riconciliazione in Somalia, di fornire protezione alle Istituzioni
federali di transizione, di contribuire alle necessarie condizioni di sicurezza
per gli aiuti umanitari.
Il consiglio dell’Unione europea, con l’azione
comune 2007/245/PESC del 23 aprile 2007, ha esteso alla missione AMISOM
l’azione di sostegno civile-militare dell’UE, già autorizzata con l’azione
comune 2005/557/PESC alla missione AMIS dell’Unione africana nella regione
sudanese del Darfur.
La partecipazione italiana, che si è conclusa nel
dicembre 2007, è consistita nell’impegno di 2 uomini impiegati ad Addis Abeba
(Etiopia) nell’ambito di SHIRBRIG.
Consistenza del contingente italiano al 15/10/2007
2 unità di cui:
Guardia di finanza 2
Riferimenti normativi
Decreto-legge 2 luglio
2007, n. 81, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2007, n. 127,
recante disposizioni urgenti in materia finanziaria
L'articolo 9 del D.L. 81/2007, convertito, con modificazioni, dalla
legge 127/2007, ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 31 dicembre
2007.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
12 settembre
2007 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Ministro della difesa sulla partecipazione italiana a missioni umanitarie e
Internazionali
Missione MONUC (Conclusa)
Missione di osservatori ONU in Congo
Partecipazione italiana dal 15 dicembre 1999
La missione è durata tre anni e nove mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
A partire dall'agosto 1998, nella Repubblica
Democratica del Congo si è sviluppata una insurrezione armata appoggiata da
Rwanda, Uganda e Burundi, mentre il governo di Kinshasa, aiutato da Angola,
Namibia, Zimbabwe e Ciad tentava di riprendere il controllo della situazione.
Il 10 luglio 1999 veniva siglato l'accordo di Lusaka sul cessate il fuoco
firmato da Congo, Namibia, Rwanda, Uganda, Zambia, Zimbabwe e uno dei due
movimenti ribelli congolesi. Le parti si erano così accordate per l’avvio di un
processo di pace che prevedeva: lo schieramento di una forza internazionale; il
ritiro delle forze straniere; il disarmo delle formazioni dell’opposizione; la
promulgazione di una nuova costituzione.
A seguito della risoluzione 1258/1999 del
Consiglio di sicurezza, l'ONU ha inviato 90 osservatori militari, in
preparazione di un più largo impegno e per partecipare alla Joint Military
Commission, l’organismo per la supervisione della tregua con sede a Lusaka
(Zambia). Con la risoluzione 1279 del 30 novembre 1999 del Consiglio di
sicurezza dell’ONU, è stata costituita la missione MONUC (Mission de
l´Organisation des Nations Unies en Republique Democratique du Congo), la cui
consistenza è stata ampliata, nel febbraio 2000, dal Consiglio di sicurezza con
la risoluzione 1291/2000. La risoluzione 1493/2003 ha prorogato il mandato fino
al 30 luglio 2004.
MONUC, che conta 500 osservatori militari
protetti da una forza di oltre 5.500 uomini, ha, tra l'altro, i compiti di
vigilare sull'osservazione dell'accordo, di mantenere contatti con gli Stati
maggiori dei Paesi coinvolti e di effettuare operazioni di assistenza
umanitaria.
Dal giugno al settembre 2003, ha operato in
stretto coordinamento con MONUC la missione dell'Unione europea Artemis, che si
è svolta in Bunia (regione settentrionale del Congo) con lo scopo principale di
migliorare la situazione umanitaria e di contribuire alla stabilizzazione delle
condizioni di sicurezza.
La partecipazione italiana alla missione è
cessata nel settembre 2003.
Consistenza del contingente italiano al 14/09/03
2 unità di
cui:
Esercito 2
Missione ONUSAL (Conclusa)
Forza di pace ONU per porre fine alla guerra civile in El Salvador
Partecipazione italiana dal 26 luglio 1991
La missione è durata quattro anni e tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'ONUSAL (United Nations Observer Mission in El
Salvador) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell'ONU 693/1991 per verificare l'attuazione di tutti gli accordi tra il
Governo di El Salvador ed il Frente Farabundo Marti para la Liberacion Nacional
intesi a porre fine ad una guerra civile durata dieci anni. Questi accordi
prevedevano: un cessate il fuoco con relative misure accessorie; la riforma e
la riduzione delle forze armate; la creazione di una nuova forza di polizia; la
riforma del sistema giudiziario ed elettorale e trattavano di diritti umani,
proprietà terriera e di altri temi economici e sociali. Dopo che il conflitto
armato aveva formalmente avuto termine nel dicembre 1992, l'ONUSAL ha
controllato le elezioni che si sono svolte con successo tra il marzo e l'aprile
1994. Dopo il 30 aprile 1995, quando l'ONUSAL aveva già concluso il suo
mandato, un piccolo gruppo di personale civile delle Nazioni Unite - noto come
la Missione delle Nazioni Unite in El Salvador (MINUSAL) - si è comunque trattenuto in El Salvador per fornire i suoi
buoni uffici alle parti, verificare l'attuazione dei punti principali
dell'accordo e fornire un flusso continuativo di informazioni accurate ed
affidabili.
Consistenza del contingente italiano al 26/07/91
3 unità di
cui:
Carabinieri 3
Missione Operazione Concordia (Conclusa)
Supporto agli osservatori internazionali e assistenza al Governo per
garantire le sicurezza nel Paese
Partecipazione italiana dal 31 marzo 2003
La missione è durata otto mesi e mezzo
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali Unione europea
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Il 31 marzo 2003 ha preso avvio l'operazione
militare dell'Unione europea nell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, in
sostituzione della missione “Allied Harmony” condotta dalla NATO. Il passaggio
di consegne è stato possibile grazie all'accordo tra la NATO e l'UE circa la
possibilità di fare ricorso, da parte di quest'ultima, alle capacità della NATO
nelle operazioni condotte dall'UE.
Anche l’operazione Concordia, come le precedenti
missioni in Macedonia, ha fatto seguito a una richiesta del Presidente
Trajkovski Ed è stata conseguente alla risoluzione 1371/2001 del Consiglio di
sicurezza delle Nazioni Unite. Il 21 luglio il Consiglio dell’Unione ha
convenuto di prorogare la durata dell’operazione, inizialmente prevista per sei
mesi, fino al 15 dicembre 2003, secondo la richiesta del governo della FYROM.
Alla missione, in cui sono stati impegnati
complessivamente circa 350 militari, hanno partecipato 14 paesi non UE a fianco
di 13 Stati membri dell'Unione. A copertura dei costi comuni dell'operazione è
stato fatto ricorso con uno stanziamento di 6,2 milioni di euro, gestito
mediante un meccanismo di finanziamento specifico, mentre gli altri costi sono
stati sostenuti direttamente dai paesi partecipanti. Su esplicita richiesta del
governo dell'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la finalità fondamentale
dell'operazione è stata quella di apportare un ulteriore contributo alla
creazione di un contesto di stabilità e sicurezza che consentisse al governo
della FYROM di attuare l'accordo quadro di Ohrid dell'agosto 2001.
Il personale e i mezzi italiani sono stati in
gran parte gli stessi già impegnati nell’operazione “Allied Harmony”. L’Italia
ha ricoperto, nell’ambito dell’European Force Headquarters, di stanza a
Skopjie, l’incarico di Chief of Staff (COS).
Consistenza del contingente italiano al 8/12/03
50 unità di
cui:
Esercito 50
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 20 gennaio 2003,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione italiana fino al 30
giugno 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n.
165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante
interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è
stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge
231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231, recante
differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali
(originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana fino al 31
dicembre 2003
Missione Operazione Danubio (Conclusa)
Missione internazionale, in collaborazione con la
NATO, per l'attuazione dell'embargo contro la Serbia
Partecipazione italiana dal 26 maggio 1993
La missione è durata tre anni e un mese
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali UEO
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
Il 5 aprile 1993 l’UEO ha approvato l’operazione
Danubio, con compiti di “polizia doganale", per l'attuazione dell’embargo
contro la federazione Serbo-Montenegrina deciso dall’ONU con la risoluzione del
Consiglio di Sicurezza n. 787 del 16 novembre 1992, al fine di impedire
l’arrivo nella Serbia di parte del petrolio e delle armi che alimentavano il
conflitto che durava già da un anno nel territorio bosniaco. Le operazioni di
embargo furono sospese il 19 giugno 1996, all’indomani della revoca da parte
dell'ONU, deliberata con la risoluzione 1074/1996 del Consiglio di sicurezza.
L’operazione prevedeva il pattugliamento del
fiume Danubio, effettuato da un contingente di 250 uomini imbarcato su sette
motovedette. Il comando dell’operazione è stato affidato all’Italia.
Consistenza del contingente italiano al 30/06/93
416 unità di
cui:
Guardia
di Finanza 416
Riferimenti normativi
Decreto-legge 1° giugno 1993, n. 167, convertito dalla legge 30 luglio
1993, n. 261, recante partecipazione dell'Italia all'embargo sul Danubio nei
confronti dei Paesi della ex Jugoslavia
Il D.L. 167/1993 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1993
Decreto-legge 28 dicembre 1993,
n.542, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 542/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1994
Decreto-legge 26 febbraio 1994,
n.134, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 134/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1994
Decreto-legge 29 aprile 1994, n.
257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 257/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1994
Decreto-legge 27 giugno 1994,
n.414, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 414/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1994
Decreto-legge 27 agosto 1994,
n.514, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 514/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1994
Decreto-legge 28 ottobre 1994,
n.601, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 601/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1994
Legge 13 luglio 1995, n. 295,
recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia
di affari esteri e di difesa (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 19 dicembre 1994)
La legge 295/1995 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
1995
Decreto-legge 28 dicembre 1994,
n.723, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 723/1994 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1995
Decreto-legge 25 febbraio 1995,
n.55, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 55/1995 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1995
Decreto-legge 29 aprile 1995,
n.142, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in
materia di rapporti internazionali (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 142/1995 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1995
Decreto-legge 28 giugno 1995,
n.258, recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in
materia di rapporti internazionali (decaduto - sanati effetti L. 437/1995)
Il D.L. 258/1995 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1995
Decreto-legge 28 agosto 1995, n.
361, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 1995, n. 437,
recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia
di interventi concernenti la pubblica amministrazione
Il D.L. 361/1995 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
1995
Decreto-legge 2 gennaio 1996, n.
2, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative
concernenti il Ministero degli affari esteri (decaduto - sanati effetti L. 8
agosto 1996, n. 426)
Il D.L. 2/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1996
Decreto-legge 1° marzo 1996, n.
100, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative
concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni
internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)
Il D.L. 100/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1996
Decreto-legge 29 aprile 1996, n.
237, recante differimento dei termini previsti da disposizioni legislative
concernenti il Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni
internazionali (decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 426)
Il D.L. 237/1996 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1996
Decreto-legge 1° luglio 1996, n.
347, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 426, recante
differimento di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il
Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali ed
alla cooperazione allo sviluppo
Il D.L. 347/1996 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
1996
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
9 giugno 1993 Camera Assemblea
Discussione ed approvazione
della mozione Fracanzani 1-00182
Missione Operazione Locusta (Conclusa)
Forza multinazionale per il ristabilimento dello status quo ante dopo
l’invasione irachena del Kuwait (poi Desert Storm)
Partecipazione italiana dal 25 settembre 1990
La missione è durata sei mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di polizia internazionale a sostegno delle operazioni di
ristabilimento della pace (peace-enforcing)
In seguito all'invasione irachena del Kuwait del
2 agosto 1990, il Consiglio di sicurezza dell’ONU adottava le risoluzioni 660
con la quale esigeva il ritiro immediato di tutte le forze irachene, e 661 con
cui varava sanzioni economiche e quindi imponeva l’embargo verso l’Iraq. A
queste seguiva un’ennesima risoluzione che autorizzava l’uso della forza per
garantire il rispetto dell’embargo. Il 16 agosto 1990 tre unità navali della
Marina Militare sono state inviate nel Golfo Persico, nell’ambito dell’operazione
Golfo 2, per garantire l’applicazione dell’embargo. L’operazione è avvenuta
nell’ambito del collegamento operativo deciso dai Paesi UEO, impegnati, in
collaborazione con gli Stati Uniti e altri Paesi dell’area mediorientale, nella
predisposizione di una Forza multinazionale per imporre all’Iraq il rispetto
delle risoluzioni ONU.
Inoltre, dal 25 settembre, dopo la decisione del
Consiglio di sicurezza di varare l’embargo aereo verso l’Iraq, sono stati
schierati presso la base militare di Al Dahfra, negli Emirati Arabi Uniti, 8
Tornado dell’Aeronautica Militare italiana, all'interno dell’operazione
Locusta.
In applicazione della risoluzione del Consiglio
di sicurezza dell'ONU 678/1990, che ha autorizzato la Forza multinazionale ad
usare i mezzi necessari nel caso in cui l'Iraq non avesse accettato le
risoluzioni precedenti, ritirandosi dal Kuwait entro il 15 gennaio 1991, è
stata avviata, il 17 gennaio, l’operazione militare “Desert Storm”,
inizialmente costituita da un’offensiva aerea e missilistica contro l’Iraq.
Alle operazioni militari hanno preso parte anche i velivoli dell’Aeronautica
Militare.
Successivamente, il 16 febbraio, ha avuto inizio
l’offensiva terrestre che si è conclusa il 28 febbraio con la liberazione del
Kuwait e l’accettazione da parte dell’Iraq di tutte le risoluzioni ONU.
Il 13 febbraio 1991, a Dubai, ha perso la vita il
marinaio Cosimo Carlino. L’accoltellamento, di cui il militare è rimasto
vittima mentre era in libera uscita, è stato molto probabilmente opera di un
terrorista.
Consistenza del contingente italiano al 18/01/91
314 unità di
cui:
Carabinieri 12
Aeronautica 302
Riferimenti normativi
Decreto-legge 23 agosto 1990, n.
247, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 ottobre 1990, n. 298,
recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nel Golfo
Persico
Il D.L. 247/1990 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
31 dicembre 1990
Decreto-legge 19 gennaio 1991,
n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 marzo 1991, n. 88, recante
ulteriori provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi
nell'area del Golfo Persico
Il D.L. 17/1991 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 1991
Decreto-legge 31 gennaio 1992,
n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della
missione
Decreto-legge 26 marzo 1992, n.
243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della
missione
Decreto-legge 26 maggio 1992, n.
297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha ulteriormente finanziato gli oneri della
missione
Decreto-legge 24 luglio 1992, n.
347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle
Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto -
sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 347/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 29 settembre 1992,
n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali
delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 392/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 4 dicembre 1992,
n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia
di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese
connesse alla crisi del Golfo Persico
Il D.L. 469/1992 ha ulteriormente finanziato gli oneri della missione
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
11 agosto 1990 Commissioni congiunte Camera e Senato Esteri e Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione nel Golfo Persico
22 agosto 1990 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e
approvazione della risoluzione Mancino ed altri 6-00033
23 agosto 1990 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla crisi del Golfo Persico e
approvazione della risoluzione Scotti ed altri 6-00143
16 gennaio 1991 Camera Assemblea
Discussione di mozioni e
approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00151
17 gennaio 1991 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 16 e
17 gennaio 1991, e approvazione della risoluzione Mancino ed altri
6-00043
22 febbraio 1991 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Presidente del Consiglio) sulla crisi del Golfo Persico, nelle sedute del 21 e
22 febbraio 1991, e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00165
Missione Pellicano (Conclusa)
Distribuzione viveri, assistenza sanitaria e controllo delle coste in
Albania
Partecipazione italiana dal 16 settembre 1991
La missione è durata due anni e due mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
Le grandi difficoltà economiche e sociali che
attraversavano l'Albania, diedero il via ad un esodo che, nel 1991 rischiava di
assumere gravissime proporzioni. La minaccia di un ulteriore esodo di grandi
masse verso le coste italiane, spinse il Governo italiano ad attuare una serie
di provvedimenti. Tra di essi, il Memorandum d’intesa con il governo albanese
firmato a Tirana il 26 agosto 1991 per la sorveglianza delle acque albanesi e
per la distribuzione di aiuti umanitari. Sulla base di tale Memorandum è stata
avviata l’operazione “Pellicano” con i compiti di: scoraggiare l'immigrazione e
rimpatriare quanti illegalmente avevano raggiunto le coste italiane;
distribuire ai magazzini di Stato albanesi gli aiuti di emergenza inviati
dall'Italia ai porti di Durazzo e di Valona; assicurare l'assistenza sanitaria
generica nonché la distribuzione di farmaci alla popolazione albanese delle due
città.
Nella prima fase di svolgimento (settembre 1991-
marzo 1992), i mezzi dell'operazione “Pellicano” hanno assicurato il trasporto
di 90.659 tonnellate di generi vari inviati dall'Italia.
La seconda fase della missione è consistita nella
distribuzione di aiuti inviati dalla Comunità Economica Europea
(marzo-settembre 1993), seguiti da una ulteriore tranche di aiuti italiani
(Pellicano 3 settembre - 3 dicembre 1993).
In conformità ad una specifica clausola del MoU,
il personale militare italiano ha operato disarmato. La sicurezza veniva
garantita dalla polizia locale e da un reparto di polizia militare costituito
da Carabinieri. A fianco dell'operazione Pellicano ha operato il 22° Gruppo
navale con la nave Pantelleria e 4 motovedette.
Consistenza del contingente italiano al 31/12/91
940 unità di
cui:
Marina 125
Esercito 770
Carabinieri 45
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
11 settembre 1991 Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del
Governo (Ministro della difesa) sull’impiego di militari italiani in Albania in
attuazione dei recenti accordi intercorsi tra i due paesi
30 gennaio 1992 Camera Commissione Difesa
Discussione e
approvazione della risoluzione La Valle 7-00526, concernente la prosecuzione
della missione Pellicano in Albania
Missione
Processo
di pace in Somalia (Conclusa)
Partecipazione di ufficiali delle Forze armate ai negoziati per la pace
in Somalia
Partecipazione italiana dal 20 maggio 2003
La missione è durata diciannove mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto
(peace-making)
Dopo undici anni di guerra tra le diverse fazioni
somale, sono iniziati il 15 ottobre 2002 ad Eldoret (Kenya), i lavori della
Conferenza di riconciliazione nazionale, con la mediazione
dell’Intergovernmental Authority on Development (IGAD) e sotto l'impulso di
Italia e Stati Uniti.
Alla Conferenza di Eldoret hanno preso parte
circa 300 delegati, in rappresentanza delle Parti in conflitto e dei Paesi
coinvolti. Oltre ai presidenti del Kenya, del Sudan e dell'Uganda, erano
presenti il segretario generale della Lega Araba, il presidente ad interim
della Commissione dell'Unione Africana e i rappresentanti delle etnie. L'Italia
era l'unico Paese occidentale presente con un suo rappresentante politico. Era
assente il Governo nazionale di transizione somalo di Mogadiscio.
I negoziati hanno portato, il 27 ottobre 2002,
alla firma dell’intesa per la cessazione delle ostilità e dell’accordo sui
principi del processo nazionale di riconciliazione.
Dopo un’interruzione delle trattative e la
ripresa delle ostilità, i colloqui di pace sono stati riaperti a Nairobi, il 25
febbraio 2003, con la partecipazione, questa volta, anche dei rappresentanti
del Governo nazionale di transizione somalo di Mogadiscio e dei capi delle
principali fazioni di opposizione.
Ai lavori della Conferenza hanno preso parte, per
l’Italia, oltre al Delegato speciale per la Somalia, un ufficiale delle Forze
armate, per seguire gli aspetti militari del processo di pace, quali il disarmo
e la smobilitazione delle milizie somale e l'attuazione dell'embargo sul
traffico di armi.
Nel 2004 il processo di pacificazione in Somalia
sembrava avviarsi ad una conclusione; in questo senso vennero eletti dalla IGAD
(Intergovernmental Authority on Development, l'organizzazione
politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa) un parlamento
federale e furono nominati un Presidente “ad interim” ed un Governo, il Governo
Federale di Transizione. Queste deboli istituzioni tuttavia non riuscirono a
rendere effettivo il loro potere e a governare davvero il Paese, anche a causa
della presenza dei "warlords" di Mogadiscio, contrari alla formazione
di un governo di transizione.
La missione ha avuto termine il 31 dicembre 2004.
Consistenza del contingente
italiano 21/12/2004
2 unità di cui:
Esercito 2
Riferimenti normativi
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione
italiana fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003,
n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione Processo di pace in Sudan (Conclusa)
Partecipazione di ufficiali delle Forze armate ai negoziati per la pace
in Sudan e monitoraggio sul cessate il fuoco sui Monti Nuba
Partecipazione italiana dal 3 aprile 2003
La missione è durata due anni e quattro mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto
(peace-making)
La sanguinosa guerra civile che si è riacutizzata
in Sudan, dal 1983, ha contrapposto il Governo settentrionale di Karthoum e il
Sudan People’s Liberation Movement/Army (SPLM/A), che rivendica l’indipendenza
delle regioni meridionali del Paese. Le profonde differenze etniche, sociali e
religiose esistenti tra il Nord nazionalista, arabo e islamico e il Sud,
africano e cristiano o animista, rappresentano una delle principali motivazioni
alla base del conflitto, soprattutto dopo l'imposizione della legge coranica a
tutto il Paese avvenuta nel 1983. A ciò è da aggiungere la questione della
spartizione dei proventi del petrolio, estratto nel Sud del Paese ma sfruttato
dal Governo nazionale.
Una prima fase dei negoziati di pace tra il
Governo di Karthoum e il Movimento di liberazione si è svolta a Machakos (in
Kenya) sotto gli auspici dell’Intergovernmental Authority on Development
(IGAD), nel luglio 2002 e si è conclusa con la firma di un primo accordo
(Protocollo di Machakos) sul diritto all’autodeterminazione per le popolazioni
del Sud e sui rapporti tra Stato e religione.
L’Italia è stata ammessa, come osservatore, alle
trattative di pace, insieme agli Stati Uniti, al Regno Unito e alla Norvegia.
Successivamente nell’ottobre 2002, sono stati
firmati due Memorandum d’intesa sulla cessazione delle ostilità e sulle strutture
di governo nel periodo interinale. Il 4 febbraio 2003 le Parti hanno convenuto
di costituire un Comitato per il monitoraggio della tregua militare decisa
nell’ottobre del 2002, denominato VMT (Verification and Monitoring Team), di
cui hanno fatto parte i rappresentanti del gruppo dei quattro Paesi osservatori (Stati Uniti, Regno Unito,
Norvegia e Italia).
Il 9 gennaio 2005 è stato firmato, a Nairobi,
l’accordo di pace, che ha recepito i sei protocolli siglati nei due anni e
mezzo di trattative ed ha posto le basi per la fine del conflitto interno in
Sudan.
La partecipazione italiana alle attività relative
al processo di pace in Sudan si è conclusa nell’agosto 2005.
Consistenza del contingente
italiano 06/09/2005
2 unità di cui:
Esercito 2
Riferimenti normativi
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha autorizzato la partecipazione
italiana fino al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha finanziato ulteriormente il programma della missione al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e al finanziamento si è successivamente provveduto con la legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha finanziato ulteriormente il
programma della missione
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
8 maggio 2003 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interrogazione Volontè ed altri 3-02284 (Question time ministri) sulle
iniziative volte a favorire il processo di pace in Sudan
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione Protezione delle navi mercantili nel Golfo
Persico (Conclusa)
Missione internazionale coordinata in parte dall'UEO per la protezione di
navi mercantili e lo sminamento del Golfo Persico in seguito alla guerra
Iran-Iraq
Partecipazione italiana dal 15 settembre 1987
La missione è durata un anno e tre mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
Durante la guerra Iran-Iraq si verificarono
continui e crescenti attacchi, nella regione del Golfo Persico, contro navi
mercantili di paesi non coinvolti nel conflitto, da parte di entrambi i Paesi
in conflitto. Dopo il cannoneggiamento della nave mercantile italiana
"Jolly rubino", il Governo italiano decise di fare scortare i
convogli di navi mercantili italiane da unità della Marina militare, che
provvedevano altresì allo sminamento dell'area. Furono impiegate 3 fregate, 3
cacciamine, una unità logistica e una nave appoggio.
L’iniziativa veniva assunta in sintonia con le
decisioni degli altri Paesi dell’UEO che, escluso il Lussemburgo (che non ha
sbocchi sul mare) e la Germania (per divieto costituzionale), provvedevano
infatti all’invio di unità militari nel Golfo Persico allo scopo di garantire
la libertà di navigazione.
Consistenza del contingente italiano al 30/09/87
1.010 unità di
cui:
Marina 1.010
Riferimenti
normativi
Decreto-legge 21 settembre 1987,
n. 388, recante norme in materia di copertura finanziaria delle spese relative
alle operazioni di tutela del naviglio di bandiera e di sminamento nelle acque
del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 74/1988)
Il D.L. 388/1987 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 31 dicembre 1987
Decreto-legge 20 novembre 1987,
n. 473, recante copertura degli oneri finanziari conseguenti alla missione
navale nel Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 74/1988)
Il D.L 473/1987 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 31
dicembre 1987
Decreto-legge 22 gennaio 1988,
n. 13, convertito dalla legge 11 marzo 1988, n. 74, recante copertura degli
oneri finanziari conseguenti alla missione navale nel Golfo Persico
Il D.L 13/1988 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 1988
Decreto-legge 28 giugno 1988, n.
238, convertito dalla legge 5 agosto 1988, n. 332, recante copertura degli
oneri finanziari conseguenti alla missione navale nel Golfo Persico
Il D.L. 238/1988 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
1988
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
9 settembre 1987 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa), nelle sedute dell'8 e 9 settembre 1987,
sulla situazione nel Golfo persico e approvazione della risoluzione Mancino ed
altri 6-00006, previa posizione della fiducia, a favore dell’invio della flotta
nel Golfo Persico
12 settembre 1987 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo (Ministri
degli Esteri e della Difesa), nelle sedute dell'11 e 12 settembre 1987, sulla
situazione nel Golfo Persico e approvazione della mozione Martinazzoli 1-00021,
previa posizione di fiducia, a favore dell’invio della flotta nel Golfo Persico
8 ottobre 1987 Camera Assemblea
Discussione di mozioni e
approvazione della risoluzione Martinazzoli ed altri 6-00004 che esprime
solidarietà ai partecipanti alla missione nel Golfo Persico
Missione Provide Comfort I (Conclusa)
Soccorso alle popolazioni curde rifugiatesi in
Turchia per sottrarsi alla repressione irachena
Partecipazione italiana dal 20 aprile 1991
La missione è durata tre mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale
(umanitaria)
L'operazione Provide comfort I è stata avviata in
seguito alla risoluzione n. 688 del 5 aprile 1991 con la quale il Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite aveva intimato all’Iraq di cessare la repressione
in atto verso i curdi e di agevolare gli interventi di organizzazioni
umanitarie internazionali ovunque necessario.
La missione, di carattere umanitario, è
consistita inizialmente nel paracadutare viveri, farmaci e coperte alle masse
di curdi in fuga e vi hanno partecipato 4 velivoli G222. Ha fatto poi seguito
l’ingresso di truppe nel territorio nord-occidentale dell’Iraq al fine di
creare una cornice di sicurezza che consentisse il rientro dei profughi.
Il contingente italiano, denominato Airone, è stato
strutturato nelle tre componenti: sicurezza, realizzazione delle tendopoli,
assistenza sanitaria. Sono state montate 646 tende, mentre il Reparto di Sanità
ha effettuato complessivamente 22.700 visite e cure, 235 ricoveri e oltre 150
interventi chirurgici. I Nuclei mobili di paracadutisti con medico e ambulanza
hanno effettuato interventi sanitari nei villaggi della zona di responsabilità
che è stata assegnata ad Airone, in un territorio ampio fino a 1.400 kmq. A
partire dal 9 luglio, con la costituzione in Turchia di una forza di rapido
intervento alleata e con il completamento della zona di sicurezza per i curdi
nel Nord dell'Iraq, è iniziato il disimpegno delle unità. Gli italiani hanno
ceduto materiali ed attrezzature dell’ospedale da campo all'ospedale civile di
Zakho e, il 17 luglio l’ultima aliquota del contingente Airone ha lasciato
l’Iraq.
Consistenza del contingente italiano al 30/06/91
1.121 unità di
cui:
Carabinieri 14
Aeronautica 43
Esercito 1.064
Decreto-legge 31 gennaio 1992,
n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 26 marzo 1992, n. 243, recante norme in materia di
trattamento economico e di potenziamento dei mezzi delle Forze armate, nonché
di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto - sanati effetti L. 2
febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 26 maggio 1992, n.
297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 24 luglio 1992, n.
347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle
Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto -
sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 347/1992 ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 29 settembre 1992,
n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali
delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 392/1992 ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 4 dicembre 1992,
n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia
di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese
connesse alla crisi del Golfo Persico
Il D.L. 469/1992 ha finanziato gli oneri della missione
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
24 aprile 1991 Camera Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione della popolazione curda
e sugli assetti dell'area medio-orientale dopo la crisi
2 maggio 1991 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) sulla questione dei curdi e sull’aiuto umanitario che
le forze armate italiane si apprestano a fornire al popolo curdo e approvazione
all’unanimità della risoluzione Achilli ed altri 6-00045
Missione Provide Comfort II (Conclusa)
Soccorso alle popolazioni curde rifugiatesi in Turchia per sottrarsi alla
repressione irachena
Partecipazione italiana dal 15 luglio 1991
La missione è durata tre mesi
Operazione non condotta da Organizzazioni
internazionali
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
Dopo la conclusione della missione Provide
Comfort I, nel luglio 1991, in seguito all’aggravarsi della situazione
politica, è stata avviata l’operazione Provide Comfort II, con il compito di
consentire alle popolazioni curde di rientrare con sicurezza nei propri
villaggi. La missione ha avuto luogo in territorio turco (Silopi) ed ha
impegnato complessivamente circa 2.500 uomini. Per l'Italia sono rimasti fino
al 9 ottobre 1991 oltre 200 uomini del contingente denominato Airone 2.
Consistenza del contingente italiano al 31/07/91
213 unità di
cui:
Carabinieri 13
Esercito 200
Riferimenti normativi
Decreto-legge 31 gennaio 1992,
n. 45, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 45/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 26 marzo 1992, n.
243, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 243/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 26 maggio 1992, n.
297, recante norme in materia di trattamento economico e di potenziamento dei
mezzi delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 297/1992 (decaduto) ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 24 luglio 1992, n.
347, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali delle
Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico (decaduto -
sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 347/1992 ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 29 settembre 1992,
n. 392, recante norme in materia di trattamento economico dei sottufficiali
delle Forze armate, nonché di spese connesse alla crisi del Golfo Persico
(decaduto - sanati effetti L. 2 febbraio 1993, n.23)
Il D.L. 392/1992 ha finanziato gli oneri della missione
Decreto-legge 4 dicembre 1992,
n. 469, convertito dalla legge 2 febbraio 1993, n.23, recante norme in materia
di trattamento economico dei sottufficiali delle Forze armate, nonché di spese
connesse alla crisi del Golfo Persico
Il D.L. 469/1992 ha finanziato gli oneri della missione
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
24 aprile 1991 Camera Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sulla situazione della popolazione curda
e sugli assetti dell'area medio-orientale dopo la crisi
2 maggio 1991 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) sulla questione dei curdi e sull’aiuto umanitario che
le forze armate italiane si apprestano a fornire al popolo curdo e approvazione
all’unanimità della risoluzione Achilli ed altri 6-00045
Missione
Proxima (Conclusa)
Missione di polizia dell'Unione europea nell'ex Repubblica jugoslava di
Macedonia
Partecipazione italiana dal
1 maggio 2004
La missione è durata un anno e sette mesi
Operazione condotta da Organizzazioni internazionali Unione europea
Operazione di assistenza internazionale
(polizia locale)
La missione Proxima è stata istituita con
l'Azione Comune del Consiglio dell'Unione europea del 29 settembre 2003, dopo
la richiesta del Primo Ministro della FYROM, all'Unione europea, di assumersi
la responsabilità di rafforzare il suo ruolo nelle attività di polizia, anche
attraverso il dispiegamento di una missione di polizia.
L'operazione si svolge in ottemperanza
dell'Accordo di Ohrid, firmato il 13 agosto 2001, dai rappresentanti dei
partiti macedoni e quelli della minoranza albanese, con la mediazione degli
Stati Uniti e dell’Unione europea, che prevedeva una serie di riforme miranti
ad affrontare il problema della discriminazione contro la minoranza albanese,
in cambio della consegna delle armi da parte dei guerriglieri dell'UCK (con
l’assistenza di una forza della Nato denominata Essential Harvest).
Gli obiettivi della missione sono: il consolidamento
dell'ordine pubblico, inclusa la lotta alla criminalità organizzata;
l'attuazione concreta della riforma globale del ministero degli interni,
compresa la polizia; l'operativa transizione verso una polizia di frontiera e
la creazione della stessa come parte dell'impegno più generale dell'UE
destinato a promuovere la gestione integrata delle frontiere; la polizia locale
nell'opera di rafforzamento della fiducia tra la popolazione; il rafforzamento
della cooperazione con gli Stati limitrofi nel settore della polizia.
La missione, che è stata avviata il 15
dicembre 2003, al termine dell'Operazione Concordia, è stata prorogata al 14
dicembre 2005 dall'Azione comune n. 789 del Consiglio del 22 novembre 2004 .
Essa è stata guidata da un Commissario Capo belga, e si è svolta in stretto
coordinamento con le autorità locali e con l'OSCE. Vi hanno partecipato circa
200 unità tra personale di polizia e personale civile, provenienti dagli Stati
membri dell'UE e da altri Paesi, dispiegati a Skopje, Tetovo, Kumanovo,
Gostivar e Ohrid.
Consistenza del contingente
italiano 11/10/2005
10 unità di cui:
Polizia di Stato 7
Carabinieri 3
Riferimenti normativi
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione
Difesa
Comunicazioni
del Governo (Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle
Forze armate nel 2005
Missione Restore Hope (Conclusa)
Missione multinazionale in Somalia (poi UNOSOM
II)
Partecipazione
italiana dal 11 dicembre 1992
La missione è durata cinque mesi
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Dopo aver disposto nel marzo 1992, l'avvio di
UNOSOM I (United Nations Operation in Somalia) per tentare di fronteggiare la
situazione nel Paese del Corno d'Africa stremato da anni di guerra civile, di
carestia e di pestilenze, il Consiglio di sicurezza dell'ONU, con la
risoluzione 794/1992, ha autorizzato l'si di "tutti i mezzi
necessari" al fine di ricreare un ambiente sicuro per le operazioni di
assistenza umanitaria in Somalia. E' stata costituita pertanto l'UNITAF
(Unified Task Force), una forza multinazionale composta da personale militare
di venti Paesi.
Il contingente interforze italiano, denominato
"ITALFOR-IBIS", era costituito dalla Brigata Paracadutisti
"Folgore" e comprendeva anche personale della Marina e
dell'Aeronautica. A partire dal 4 maggio 1993, la missione multinazionale "Restore
Hope" ha assunto la fisionomia di missione ONU e le forze schierate sono
state poste sotto il controllo operativo del Comando UNOSOM II. Il 6 settembre
1993, la Brigata Paracadutisti "Folgore" è stata sostituita dalla
Brigata meccanizzata "Legnano". Il 16 gennaio 1994 è iniziato il
ripiegamento del contingente italiano, con la graduale cessione dei settori di
responsabilità. L'operazione si è conclusa il 21 marzo 1994. Le unità
dell'Esercito hanno operato in un settore di responsabilità profondo circa 360
chilometri e largo 150 chilometri, da Mogadiscio fino al confine con l'Etiopia.
Il 13 maggio 1993 il paracadutista Giovanni Strambelli è morto in seguito alle
ferite provocate da un colpo partito accidentalmente dall'arma in dotazione ad
un commilitone.
Consistenza del contingente italiano al 31/12/92
3.890 unità di
cui:
Carabinieri 66
Aeronautica 92
Marina 1.490
Esercito 2.242
Riferimenti normativi
Decreto-legge 1 febbraio 1993,
n.21, recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi in
Somalia e Mozambico (respinto - cessa gli effetti il 24 febbraio 1993)
Il D.L. 21/1993 (respinto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
marzo 1993
Decreto-legge 10 marzo 1993, n.
56, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 56/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1993
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
10 dicembre 1992 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sull'invio di Forze armate italiane in
Somalia e approvazione della risoluzione Gava ed altri 6-00007
10 dicembre 1992 Camera Assemblea
Comunicazioni del Governo
(Ministri degli Esteri e della Difesa) sull'invio di Forze armate italiane in
Somalia e approvazione delle risoluzioni Rutelli ed altri 6-00010, D'Alema ed
altri 6-00011, Bonino ed altri 6-00012 e Bianco ed altri 6-00013
Missione SFOR (Conclusa)
Prosecuzione
della missione militare internazionale di pace IFOR per il rispetto degli
Accordi di Dayton e per il consolidamento della pace in Bosnia
Partecipazione italiana dal
20 dicembre 1996
La missione è durata otto anni
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali NATO
Operazione di imposizione della pace
(peace-enforcing)
La missione affidata alla SFOR
(Stabilization Force), nell'ambito dell'operazione "Joint Guard"
condotta dalla NATO nei territori della Bosnia-Erzegovina, è stata avviata in
attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1088, del
12 dicembre 1996.
Essa ha costituito la prosecuzione della
precedente missione IFOR, realizzata in ambito NATO per garantire l'attuazione
degli accordi di Dayton del novembre 1995 fra Serbia, Bosnia-Erzegovina e
Croazia. Tale missione persegue obiettivi di consolidamento della pace, di
sostegno delle attività civili e di rafforzamento delle istituzioni
democratiche, oltre che quella di garantire la libera circolazione di
tutte le etnie nella zona assegnata e di
cooperare con la popolazione per aiuti sociali.
Alla scadenza del mandato di diciotto mesi
stabilito per l’operazione "Joint Guard", è stata avviata, dal 20
giugno 1998, la nuova operazione denominata "Joint Forge", che non
prevede mutamenti di sostanza rispetto ai compiti della precedente, salvo il
fatto che il mandato della nuova Forza di pace non ha scadenza temporale.
Nel quadro della revisione delle forze NATO
dislocate nei Balcani, il contingente italiano (Italian Battle Group) fu
unificato, nel novembre 2002, con le unità tedesche presenti in Sarajevo;
formando un raggruppamento denominato German-Italian Battle Group. Il reggimento,
composto da due battaglioni, uno tedesco ed uno italiano, ha proseguito, tra
l’altro, l’impegno nel "Programma Harvest" (svolto dal 1998 al 2003)
per la consegna spontanea alla SFOR di armi e munizioni da parte della
popolazione della Bosnia-Erzegovina.
Dal 21 maggio 2004, il contingente italiano
ha operato nell’ambito della Task Force South East (TF-SE), costituita il
nell'ambito del processo di riconfigurazione di SFOR e composta da Albania,
Francia, Germania, Italia, Marocco, Spagna.
Il 4 marzo 1997, il caporalmaggiore Carmine
Cerza, ha perso la vita mentre si trovava alla guida di un camion militare che
trasportava viveri di una associazione umanitaria, precipitato in una scarpata.
Alla missione SFOR hanno contribuito più di
40 Paesi, di cui quasi la metà non appartenenti alla NATO. La sua consistenza
iniziale di 32.000 unità si è progressivamente ridotta, nel corso degli anni, a
19.000 nel 2000, a 12.000 nel 2003, fino a contare 7.000 unità alla data della
sua conclusione.
Il 28 giugno 2004, il Vertice NATO di
Istanbul ha deciso la conclusione della missione SFOR alla fine dell’anno in
corso, prendendo contemporaneamente atto della disponibilità dell’Unione
europea a intraprendere, dal dicembre 2004, una nuova missione militare in
Bosnia basata sugli Accordi "Berlin Plus" in vigore tra l'Alleanza e
la UE, che rilevi i compiti della SFOR.
La NATO ha reso inoltre noto che manterrà in
Bosnia-Herzegovina una propria presenza (NATO HQ Sarajevo), al fine di fornire
assistenza in alcune aree quali la riforma della difesa, la preparazione della
potenziale adesione del Paese al programma PfP e per perseguire le persone
accusate di crimini di guerra.
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, su
sollecitazione dell’Unione europea, ha consentito sul passaggio di consegne tra
la missione SFOR della NATO e la nuova missione dell’UE, con la risoluzione
1551 del Consiglio di sicurezza dell'ONU del 9 luglio 2004. Il Consiglio affari
generali dell’UE ha quindi adottato, il 12 luglio 2004, un’azione comune con
cui ha definito la struttura e i compiti della nuova missione a guida europea,
denominata “Althea”.
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha, da
ultimo, autorizzato, con la risoluzione 1575/2004, la missione di
stabilizzazione multinazionale dell'Unione europea a succedere legalmente alla
missione SFOR per un periodo iniziale di dodici mesi.
Il 2 dicembre 2004 si è conclusa la missione
SFOR, con il trasferimento di autorità dalla NATO all’UE.
Consistenza del contingente italiano 09/11/2004
810 unità di cui:
Esercito 810
Riferimenti normativi
Decreto-legge
31 gennaio 1997, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla leggge 25 marzo
1997, n. 72, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città
di Hebron. Proroga della partecipazione italiana alla missione in
Bosnia-Erzegovina
Il D.L. 12/1997 ha fissato il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 1997
Decreto-legge
28 febbraio 1997, n. 33, recante prosecuzione della partecipazione italiana
alla missione di pace in Bosnia (decaduto - sanati effetti D.L. 12/1997)
Il D.L. 33/1997 (decaduto) ha fissato il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 1997
Decreto-legge
13 gennaio 1998, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 marzo
1998, n. 42, recante disposizioni urgenti in materia di cooperazione tra Italia
e Albania nel settore della difesa, nonché proroga della permanenza di
contingenti militari italiani in Bosnia-Erzegovina. Proroga della
partecipazione italiana al gruppo di osservatori temporanei ad Hebron
Il D.L. 1/1998 ha prorogato la partecipazione italiana
al 29 giugno 1998
Legge 3
agosto 1998, n. 270, recante disposizioni urgenti in materia di partecipazione
militare italiana a missioni internazionali (originato da un disegno di legge
governativo presentato in data 30 giugno 1998)
La legge 270/1998 ha prorogato la partecipazione
italiana al 26 dicembre 1998
Decreto-legge
30 giugno 1998, n. 200, recante disposizioni urgenti in materia di
partecipazione militare italiana a missioni internazionali (decaduto - sanati effetti L. 270/1998)
Il D.L. 200/1998 (poi decaduto) ha prorogato la
partecipazione italiana al 26 dicembre 1998
Decreto-legge
28 gennaio 1999, n. 12, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 marzo
1999, n. 77, recante disposizioni urgenti relative a missioni internazionali di
pace
Il D.L. 12/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 24 giugno 1999
Decreto-legge
17 giugno 1999, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto
1999, n. 269, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della partecipazione
italiana a missioni internazionali nei territori della ex Jugoslavia, in
Albania e ad Hebron, nonché autorizzazione all'invio di un ulteriore
contingente di militari dislocati in Macedonia per le operazioni di pace nel
Kosovo
Il D.L. 180/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 settembre 1999
Decreto-legge
25 ottobre 1999, n. 371, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre
1999, n. 487, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché autorizzazione all'invio di un contingente di
militari in Indonesia ed in Australia per la missione internazionale di pace a
Timor Est
Il D.L. 371/1999 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 1999
Decreto-legge
7 gennaio 2000, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 marzo 2000,
n. 44, recante disposizioni urgenti per prorogare la partecipazione militare
italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 1/2000 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2000
Decreto-legge
19 giugno 2000, n. 163, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto
2000, n. 228, recante disposizioni urgenti in materia di proroga della
partecipazione militare italiana a missioni internazionali di pace
Il D.L. 163/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2000
Decreto-legge
29 dicembre 2000, n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2001, n. 27, recante proroga della partecipazione militare italiana a
missioni internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia
italiane in Albania
Il D.L. 393/2000 ha prorogato la partecipazione
italiana al 30 giugno 2001
Decreto-legge
19 luglio 2001, n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto
2001, n. 339, recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2001
Decreto-legge
28 dicembre 2001, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27
febbraio 2002, n.15, recante disposizioni urgenti per la proroga della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge
16 aprile 2002, n. 64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno
2002, n.116, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2002
Decreto-legge
20 gennaio 2003, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2003, n.42, recante disposizioni urgenti per la prosecuzione della
partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana
al 30 giugno 2003
Decreto-legge
10 luglio 2003, n. 165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto
2003, n. 219, recante interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 231/2003.
Legge 11
agosto 2003, n. 231, recante differimento della partecipazione italiana a
operazioni internazionali (originata da una proposta di legge il 23 luglio
2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n.9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo 2004,
n. 68, recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n.160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004 proroga la partecipazione italiana al
31 dicembre 2004.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
18 settembre
1996 Camera Assemblea
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario agli Esteri) sulla situazione in Bosnia
15 ottobre 1996 Camera Assemblea
Svolgimento
dell'interpellanza Pezzoni 2-00153 sulla situazione in Bosnia
9 luglio 2002 Camera Commissione Difesa
Audizione del
Ministro della difesa sulle principali problematiche di settore
Missione Sharp Fence (poi Sharp Guard) (Conclusa)
Missione congiunta UEO-NATO per il controllo dell’embargo sull’Adriatico
Partecipazione
italiana dal 10 luglio 1992
La missione è durata tre anni e undici mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali NATO e UEO
Operazione di imposizione della pace (peace-enforcing)
L'operazione Sharp Fence è stata avviata per
attuare l’embargo imposto dall’ONU alla federazione Serbo-Montenegrina con le
risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 713 del 25 settembre 1991 e n. 757
del 30 maggio 1992.
L'embargo riguardava tutti gli armamenti ed equipaggiamenti
destinati in Yugoslavia (quindi in tutti gli Stati che facevano parte dell'ex
Repubblica Yugoslava) e l’importazione e l’esportazione qualsiasi genere, ad
eccezione dei beni necessari a scopi umanitari, nella Serbia e nel Montenegro.
La missione, guidata dall’Italia, ha visto
impegnate in stretto coordinamento unità navali UEO e NATO, ed è consistita nel
pattugliamento del canale di Otranto. Sono state ispezionate tutte le navi in
entrata e in uscita dalle acque territoriali della ex Yugoslavia per verificare
il carico e la destinazione. Il contingente italiano era costituito da una
fregata ed
una corvetta. L'Italia ha inoltre provveduto al supporto logistico, a tal fine
rendendo disponibili le proprie basi navali, porti, aeroporti, arsenali marittimi
più vicine alle zone di operazione.
Il gruppo navale ha inizialmente operato in
stretto coordinamento con quello impiegato nell’operazione Maritime Guard,
impegnato nel basso Adriatico. Successivamente, dal 15 giugno 1993, le
operazioni Maritime Guard e Sharp Fence sono state unificate con la
costituzione dell'operazione Sharp Guard, coordinata dall’Italia, cui ha preso
parte anche l’incrociatore portaelicotteri “Garibaldi”.
L’operazione è stata sospesa il 19 giugno 1996,
all’indomani della revoca dell'embargo Onu con la risoluzione 1074/1996 del
Consiglio di sicurezza.
Consistenza del contingente italiano al 01/09/92
355 unità di
cui:
Marina 355
Decreto-legge 15 maggio 1993,
n.144 , convertito, con modificazioni, dalla legge 16 luglio 1993, n. 230,
recante embargo nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia
Il D.L. 144/1993 ha definito le modalità di applicazione dell'embargo
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
9 giugno 1993 Camera Assemblea
Discussione ed approvazione
della mozione Fracanzani 1-00182
Missione TIPH I (Conclusa)
Presenza internazionale temporanea a Hebron per
il passaggio della città ad amministrazione palestinese
Partecipazione
italiana dal 8 maggio 1994
La missione è durata tre mesi
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
In seguito all’accordo firmato il 31 marzo 1994
al Cairo dalle delegazioni israeliana e palestinese, è stato costituito un
contingente di osservatori, denominato TIPH (Temporary International Presence
in Hebron), composto da effettivi forniti da Norvegia, Italia e Danimarca.
Tale “Presenza temporanea internazionale” è stata
dispiegata nella citta' di Hebron, nella Cisgiordania occupata, con il compito
di fornire assistenza nel processo di ristabilizzazione e di ripristino della
normalità.
La TIPH, che non ha svolto compiti militari o di
polizia ed stata composta da 160 persone (90 norvegesi, 35 italiani ed
altrettanti danesi), ha avuto incarico di sorvegliare la sicurezza, il rispetto
dei diritti civili e umani, e i rapporti tra la popolazione araba e i coloni
insediati ad Hebron .
Consistenza del contingente italiano al 10/05/94
33 unità di cui:
Carabinieri 33
Decreto legge 14 aprile 1994, n.
238, recante partecipazione italiana alla missione di pace nella città di
Hebron (decaduto - sanati effetti L. 3 agosto 1994, n. 482)
Il D.L. 238/1994 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 7 agosto 1994
Decreto-legge 20 giugno 1994, n.
397, convertito dalla legge 3 agosto 1994, n. 482, recante partecipazione
italiana alla missione di pace nella città di Hebron
Il D.L. 238/1994 ha fissato il termine della partecipazione italiana al 7
agosto 1994
Missione UNAVEM III (Conclusa)
Terza Missione di Verifica delle Nazioni Unite in Angola
Partecipazione
italiana dal 24 agosto 1995
La missione è durata un anno e quattro mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
UNAVEM III (United Nations Angola Verification
Mission) è stata costituita per assistere il Governo angolano e l'UNITA (Uniao
Nacional para a Independencia Total de Angola) a ristabilire la pace ed a
raggiungere la riconciliazione nazionale sulla base degli “Accordos de Paz”
sottoscritti il 31 Maqgio 1991, del Protocollo di Lusaka ratificato il 20
Novembre 1994 e della risoluzione 976/1995 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
I principali compiti affidati all’UNAVEM III sono stati quelli di:
supervisionare, controllare e verificare il disimpegno delle forze; monitorare
il cessate il fuoco; verificare il ritiro, l'acquartieramento, la smobilitazione
e il disarmo delle forze dell'UNITA; coordinare, facilitare e sostenere le
attività umanitarie direttamente collegate al Processo di pace, come pure la
partecipazione alle attività di sminamento.
Missione UNEF (Conclusa)
Forza di emergenza ONU per assicurare e sovrintendere alla cessazione
delle ostilità e per fungere da cuscinetto tra le forze egiziane ed israeliane
Partecipazione
italiana dal 21 novembre 1956
La missione è durata un anno e cinque mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNEF I (First United Nations Emergency Force) è
stata costituita con la risoluzione 1000/1956 dell'Assemblea generale dell'ONU,
a seguito del conflitto tra Israele ed Egitto originato, in una situazione già
incandescente, dalla nazionalizzazione del canale di Suez, avvenuta nel luglio
1956. E’ stata la prima missione di peace-keeping delle Nazioni Unite ed ha
avuto il compito di assicurare e soprintendere alla cessazione delle ostilità,
incluso il ritiro delle forze armate francesi, israeliane e britanniche dal
territorio egiziano e, dopo il loro ritiro, di fungere da cuscinetto tra le
forze egiziane ed israeliane. Nel maggio 1967, l'Egitto ha obbligato UNEF I a
ritirarsi.
Nell’ambito dell’UNEF l’Italia ha realizzato, dal
21 novembre 1956 al 3 maggio 1958, il ponte aereo Capodichino-Abu Sueir
(Egitto) per il trasferimento del personale ONU impiegato nella missione.
Successivamente, dall’11 al 31 ottobre 1964, l’Italia ha partecipato
all’organizzazione di un ponte aereo da Stoccolma per il trasferimento di
personale della UNEF a Cipro.
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
29 novembre 1956 Senato Assemblea
Comunicazioni del Governo sugli
avvenimenti in Ungheria ed Egitto, nelle sedute del 27, 28 e 29 novembre, ed
approvazione dell'ordine del giorno Ceschi di sostegno alle dichiarazioni del
Governo
Missione UNIIMOG (Conclusa)
Missione ONU di verifica e supervisione del cessate il fuoco Iran-Iraq
Partecipazione
italiana dal 15 agosto 1988
La missione è durata due anni e sette mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNIIMOG (United Nations Iran-Iraq Military
Observer Group) è stata istituita a seguito della risoluzione del Consiglio di
sicurezza dell'ONU 619 del 9 agosto 1988 al termine della guerra fra Iran ed
Iraq, durata circa otto anni. Lo scopo della missione era quello di verificare,
confermare e supervisionare il cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze
entro i confini internazionalmente riconosciuti da un accordo generale.
L'UNIIMOG ha avuto termine, nel febbraio 1991,
dopo che Iran ed Iraq hanno completamente ritirato le proprie forze all'interno
dei confini stabiliti. Successivamente sono stati aperti a Teheran e Baghdad
dei piccoli uffici per portare a termine i compiti rimasti, di natura
essenzialmente politica; alla fine del 1992 anche quegli uffici sono stati
chiusi.
La missione era composta da osservatori militari
provenienti da oltre venti Paesi.
Consistenza del contingente italiano al 30/08/88
12 unità di
cui:
Esercito 12
Missione UNIKOM (Conclusa)
Controllo della zona smilitarizzata al confine tra Kuwait e Iraq dopo la
fine della Guerra del Golfo
Partecipazione
italiana dal 18 aprile 1991
La missione è durata dodici anni e sei mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNIKOM (United Nations Iraq-Kuwait Observation
Mission) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU n.689 del 9 aprile 1991, a seguito del ritiro delle forze irachene dal
territorio del Kuwait. Concepita originariamente come una missione non armata
di osservatori, UNIKOM aveva il compito di controllare una zona smilitarizzata
(DMZ) lungo il confine tra Iraq e Kuwait e tra il Kuwait ed il fiume Khawr 'Abd
Allah, per scoraggiare violazioni dei confini ed osservare eventuali azioni
ostili reciprocamente messe in atto tra i due Paesi.
Nel febbraio 1993, a seguito di una serie di
incidenti lungo il confine, il Consiglio di Sicurezza, con la risoluzione 806,
ha deciso di aumentare le forze dell'UNlKOM e di estendere le facoltà ad essa
concesse sino ad includervi la possibilità di compiere azioni di forza per
prevenire violazioni della DMZ e della frontiera tra Iraq e Kuwait.
I circa 300 osservatori appartenenti a 33 nazioni
svolgono attività quali il controllo e il ritiro di tutte le unità presenti
nella zona smilitarizzata che si estende lungo la frontiera dei due Stati per
una profondità di 10 km in territorio irakeno e 5 km in territorio kuwaitiano,
attraverso la presenza in punti di osservazione, sorveglianza a terra,
pattugliamenti aerei e fluviali, check-points, blocchi stradali lungo le
principali rotabili che collegano la zona smilitarizzata.
Il Quartier Generale di UNIKOM è situato in
UmmQasr, in territorio irakeno.
La missione UNIKOM è stata sospesa il 17 marzo
2003, per l'approssimarsi dell'attacco della coalizione anglo-americana nei
confronti dell'Iraq e gli osservatori che ne facevano parte hanno abbandonato i
territori.
Dopo la cessazione del conflitto, il Segretario
Generale dell'ONU ha raccomandato al Consiglio di Sicurezza di autorizzare la
ripresa della missione. Con la risoluzione 1490/2003 del Consiglio di
Sicurezza, il mandato della missione UNIKOM è stato prorogato al 6 ottobre
2003, data in cui la missione si è definitivamente conclusa.
Consistenza del contingente italiano al 29/09/03
1 unità di
cui:
Esercito 1
Missione United Shield (Conclusa)
Forza multinazionale costituita per garantire il rientro dei caschi blu
dell'ONU impegnati in Somalia nell'operazione UNOSOM II
Partecipazione
italiana dal 10 gennaio 1995
La missione è durata due mesi
Operazione
non condotta da Organizzazioni internazionali
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L’operazione United Shield (Somalia 3) è stata
avviata, nel gennaio 1995, per consentire il disimpegno dei caschi blu dell’ONU
dalla Somalia. All’operazione, guidata dagli Stati Uniti, hanno preso parte sei
Paesi, tra i quali l’Italia, il cui contingente era costituito da circa 2000
uomini.
Consistenza del contingente italiano al 28/02/95
2.106 unità di
cui:
Marina 1.909
Esercito 197
Riferimenti normativi
Decreto-legge 17 gennaio 1995,
n. 11, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione in
Somalia (decaduto - sanati effetti L. 285/1995)
Il D.L. 11/1995 (decaduto) ha autorizzato e finanziato la missione senza
fissarne un termine di durata
Decreto-legge 17 marzo 1995, n.
81 , recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione in Somalia
(decaduto - sanati effetti L. 285/1995)
Il D.L. 81/1995 (decaduto) ha autorizzato e finanziato la missione senza
fissarne un termine di durata
Decreto-legge 19 maggio 1995, n.
180, convertito dalla legge 13 luglio 1995, n. 285, recante disposizioni
urgenti relative allo svolgimento della missione in Somalia
Il D.L. 180/1995 ha autorizzato e finanziato la missione senza fissarne
un termine di durata
Attività
parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
17 gennaio 1995 Senato Commissioni riunite Esteri e
Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) sul concorso delle forze armate italiane alle
operazioni di ritiro della missione UNOSOM II dalla Somalia
Missione UNMEE (Conclusa)
Missione militare internazionale di pace in Etiopia ed Eritrea
Partecipazione
italiana dal 15 novembre 2000
La missione è durata cinque anni e un mese
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
La crisi tra fra Etiopia ed Eritrea, scoppiata
nel maggio 1998 a causa della controversia sulla fissazione delle frontiere, ha
trovato una soluzione con l’accordo di cessazione delle ostilità firmato ad
Algeri il 18 giugno 2000 con il quale le parti si impegnavano ad un’immediata
cessazione delle ostilità. Sulla base di questo accordo, le parti hanno chiesto
alle Nazioni Unite, in cooperazione con l’OUA (Organizzazione dell'unità
africana), di istituire un’operazione di peacekeeping per dare supporto
all’implementazione dell’accordo stesso. È stato così messo a punto un piano di
pace che prevedeva il ripristino della situazione antecedente l'inizio delle
ostilità, lo schieramento di osservatori internazionali e poi, con il ricorso
all'arbitrato, la soluzione della disputa relativa al tracciato dei confini,
avvenuta sulla base dei trattati coloniali e delle norme di diritto
internazionale. L’accordo prevedeva, tra l’altro, il dispiegamento in una zona
di sicurezza frontaliera, di una forza di monitoraggio e peace-keeping dell'ONU,
«sotto gli auspici dell'OUA». Con la risoluzione 1312 del 31 luglio 2000 del
Consiglio di sicurezza dell'ONU, conseguente all’accordo, è stata istituita la
missione UNMEE (United Nations Mission in Ethiopia and Eritrea), il cui mandato
era inizialmente autorizzato per sei mesi. Il 15 settembre 2000, il Consiglio
di Sicurezza, con la risoluzione 1320, ha approvato il rapporto del Segretario
Generale e autorizzato l’impiego di 4200 militari fino al 15 marzo 2001. Con
successive risoluzioni il Consiglio di sicurezza ha ulteriormente prorogato la
missione di semestre in semestre; la risoluzione 1622/2005 ha, da ultimo,
fissato il termine della missione UNMEE al 15 marzo 2006. I compiti di UNMEE
consistono nel verificare l'effettiva cessazione delle ostilità, nell'assistere
le due parti nel rispetto delle intese stabilite e nel verificare il
rischieramento delle forze militari dei due contendenti al di fuori della zona
di sicurezza temporanea (TSZ) nell'area di frontiera. Il mandato dell'ONU
prevede anche il coordinamento delle attività per lo sminamento, la verifica e
il controllo del ritiro delle forze etiopi dalle posizioni conquistate, il
controllo del riposizionamento delle forze eritree, il controllo del
mantenimento della zona di separazione. L'Italia è stata attivamente impegnata,
negli ultimi anni, per favorire la soluzione del conflitto tra i due Paesi,
partecipando alle iniziative coordinate, condotte dall'OUA, dalle Nazioni
Unite, dagli Stati Uniti e dall'Unione europea. Il contingente italiano è stato
originariamente costituito da due aerei da trasporto G-222, due velivoli da
ricognizione aerofotogrammetrici P-166 e due elicotteri NH-500 con circa
settantacinque persone tra equipaggio e sostegno tecnico; una componente
ufficiali di staff da inserire nel comando della forza multinazionale ONU;
personale medico e paramedico del Corpo militare della Croce rossa; un'aliquota
di dieci osservatori militari; un'aliquota di personale specialistico per il
rilievo cartografico della linea di frontiera contesa; un'aliquota di cinquanta
autocarri leggeri ACL 75, con un piccolo nucleo di supporto tecnico-logistico
per l'addestramento alla manutenzione dei mezzi. Dopo la riconfigurazione
attuata nel dicembre 2002 il contingente italiano, inizialmente composto da 160
unità, è stato sensibilmente ridimensionato, fino alle attuali 3 unità
costituite da un osservatore e due carabinieri con compiti di Polizia Militare.
La partecipazione è terminata nel dicembre 2005, quando il governo eritreo ha
disposto l'espulsione del personale militare di UNMEE di nazionalità europea,
russa, canadese e statunitense.
Consistenza del contingente italiano all’11/10/05
3 unità di
cui:
Carabinieri 2
Esercito 1
Riferimenti normativi
Decreto-legge 29 dicembre 2000,
n. 393, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2001, n. 27,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché dei programmi delle Forze di polizia italiane in
Albania
Il D.L. 393/2000 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
30 giugno 2001
Decreto-legge 19 luglio 2001,
n.294, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 agosto 2001, n. 339,
recante proroga della partecipazione militare italiana a missioni
internazionali di pace, nonché prosecuzione dei programmi delle Forze di
polizia italiane in Albania
Il D.L. 294/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2001
Decreto-legge 28 dicembre 2001,
n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n.15, recante
disposizioni urgenti per la proroga della partecipazione italiana ad operazioni
militari internazionali
Il D.L. 451/2001 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 marzo 2002
Decreto-legge 16 aprile 2002, n.
64, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 giugno 2002, n.116, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 64/2002 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2002
Decreto-legge 20 gennaio 2003,
n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo 2003, n.42, recante
disposizioni urgenti per la prosecuzione della partecipazione italiana ad
operazioni militari internazionali
Il D.L. 4/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno 2003
Decreto-legge 10 luglio 2003, n.
165, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2003, n.219, recante
interventi urgenti a favore della popolazione irachena
Il D.L. 165/2003, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2003. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è
stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge
231/2003.
Legge 11 agosto 2003, n. 231,
recante differimento della partecipazione italiana a operazioni internazionali
(originata da una proposta di legge presentata il 23 luglio 2003)
La legge 231/2003 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
2003
Decreto-legge
20 gennaio 2004, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 marzo
2004, n. 68,recante proroga della partecipazione italiana a operazioni
internazionali
Il D.L. 9/2004 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 30 giugno 2004.
Decreto-legge
24 giugno 2004, n. 160, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio
2004, n. 207, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 160/2004, nel testo originario, ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre 2004. Durante l'esame parlamentare tale disposizione è stata soppressa e la proroga è stata successivamente operata dalla legge 208/2004.
Legge 30
Luglio 2004, n. 208, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali (originata da una proposta di legge presentata l'8 luglio 2004)
La legge 208/2004 ha prorogato la partecipazione
italiana al 31 dicembre 2004
Decreto-legge
19 gennaio 2005, n. 3, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 marzo
2005, n. 37, recante proroga della partecipazione italiana a missioni
internazionali
Il D.L. 3/2005, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2005.
Legge 21
marzo 2005, n. 39, recante disposizioni per la partecipazione italiana a
missioni internazionali (originata da una proposta di legge presentata il 2
febbraio 2005)
La legge 39/2005 ha differito la partecipazione
italiana al 30 giugno 2005
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Attività parlamentare di
indirizzo, controllo e informazione
15 novembre 2000 Camera Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo in
ordine alla partecipazione militare italiana alla missione delle Nazioni Unite
in Corno d'Africa, denominata UNMEE
28 novembre 2000 Senato Assemblea
Comunicazioni del Ministro della
difesa sul contributo italiano alle iniziative dell'ONU per la risoluzione del
conflitto Etiopia-Eritrea
29 novembre 2000 Camera Commissione Difesa
Approvazione della risoluzione
Spini 7-01000 sulla partecipazione di un contingente militare italiano nel
quadro della missione di pace ONU denominato UNMEE
20 gennaio 2005 Commissioni riunite Camera e Senato Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) in ordine agli impegni internazionali delle Forze
armate nel 2005
Missione UNMIL (Conclusa)
Missione per garantire il cessate il fuoco in Liberia e per favorire il
processo di pace
Partecipazione
italiana dal 30 ottobre 2003
La missione è durata cinquanta giorni
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Dopo le dimissioni e la partenza per l'esilio,
l'11 agosto 2003, del Presidente della Liberia Charles Taylor, accusato di
crimini di guerra e contro l'umanità, è stato firmato, il successivo 18 agosto,
ad Accra (Ghana), un trattato di pace che dovrebbe porre termine a una guerra
civile che affliggeva quel Paese da 14 anni. L'intesa prevede la formazione di
un governo di transizione, entrato in carica il 14 ottobre sotto la guida di
Gyude Bryant, con il principale compito di assicurare il difficile processo di
pacificazione liberiano fino al gennaio 2006, quando erano fissate libere
elezioni sotto la supervisione di osservatori internazionali.
L'accordo di pace contiene anche la richiesta
formale alle Nazioni Unite dell'impiego di una forza multinazionale di
stabilizzazione che, insieme ai circa 800 uomini dell'Ecomil, la forza di pace
inviata dai paesi dell'Africa occidentale, dovrà mantenere la pace in Liberia.
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha approvato,
su richiesta del Segretario generale, la risoluzione 1509 del 19 settembre
2003, che, tra l'altro, istituisce la missione UNMIL (United Nations Mission in
Liberia), con il compito di fornire supporto per l'attuazione dell'accordo per
il cessate il fuoco e per il processo di pace; proteggere il personale e le
strutture dell'ONU; fornire supporto all'assistenza umanitaria e all'assistenza
per i diritti umani; fornire supporto per le riforme relative alla sicurezza.
La missione, autorizzata per 12 mesi, è iniziata
il 1° ottobre. L'Italia ha partecipato con una unità tra l'ottobre e il
dicembre 2003.
Consistenza del contingente italiano al 15/12/03
1 unità di
cui:
Esercito 1
Missione
UNMIS (Conclusa)
Missione ONU per il sostegno dell'attuazione degli accordi di pace nel
Sudan e per il monitoraggio della situazione nel Darfur
Partecipazione
italiana dal 17 giugno 2005
La missione è durata un anno
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
La missione UNMIS (United Nations Mission in
the Sudan) è stata costituita con la Risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell'ONU n. 1590 del 24 marzo 2005 con il compito di sostenere l'attuazione
degli accordi di pace siglati a Nairobi il 9 gennaio 2005, che hanno posto le
basi per la fine del conflitto interno in Sudan, in corso da più di venti anni.
L'accordo di pace comprende sei protocolli,
elaborati durante i due anni e mezzo di negoziati tra il Governo di Khartoum ed
il Sudan People's Liberation Army (SPLA). Il processo di pace ha portato, il 9
luglio 2005 alla costituzione di un Governo di unità nazionale di cui il capo
del Movimento di liberazione ha assunto la vicepresidenza.
Dopo la firma dell’Accordo di pace, si è
aggravata la situazione nel Darfur (area occidentale del Paese) dove, dal 2003,
è in corso il massacro delle popolazioni locali nere, cristiane ed animiste, da
parte di gruppi miliziani arabi filogovernativi (i “janjaweed”). Questo ha
determinato una grave crisi umanitaria e la conseguente fuga di centinaia di migliaia
di profughi nelle regioni circostanti.
La missione UNMIS, composta da circa 10.000
unità, compresi 715 civili, affianca il contingente di circa 3.000 militari
dell'Unione Africana che operano, nell'ambito della missione AMIS (African
Union Mission in Sudan), in supporto ai 352 osservatori militari
internazionali, inviati per verificare il rispetto degli accordi di pace.
Tra i principali compiti di UNMIS vi sono
quelli di: a) monitorare e verificare l'implementazione degli accordi e
indagare sulle violazioni; b) operare da collegamento con i donatori nella
formazione delle nuove unità dell'esercito sudanese; c) osservare e monitorare
il movimento dei gruppi armati ed il rischieramento delle forze; d) facilitare
e coordinare il volontario ritorno dei rifugiati, aiutando anche a ristabilire
le necessarie condizioni di sicurezza.
La partecipazione italiana, denominata in
ambito nazionale “Operazione Nilo”, è consistita in un contingente di circa 220
unità impegnato a Khartoum, con i seguenti compiti: assicurare la difesa delle
infrastrutture del quartier generale del comando della forza ONU e di altre
aree sensibili; costituire una forza di reazione rapida per fronteggiare
eventuali specifiche situazioni o minacce nell'area della capitale; assicurare
la protezione ravvicinata a personale “chiave” delle Nazioni Unite.
Ha fatto inoltre parte di UNMIS
l’Osservatore militare già impegnato nell’Operazione JMC (Joint Monitoring
Commission), facente precedentemente parte della missione Processo di pace in
Sudan, che si era conclusa il 19 luglio 2005. La partecipazione italiana si è
conclusa il 5 luglio 2006.
Consistenza
del contingente italiano 11/10/2005
213 unità di cui:
Carabinieri 4
Esercito 209
Riferimenti normativi
Decreto-legge
28 giugno 2005, n. 111, convertito dalla legge 31 Luglio 2005, n. 157, recante
disposizioni urgenti per la partecipazione italiana a missioni internazionali
Il D.L. 111/2005 ha differito il termine della
partecipazione italiana al 31 dicembre 2005.
Decreto-legge
17 gennaio 2006, n.10, recante disposizioni urgenti per la partecipazione
italiana a missioni internazionali (decaduto)
Il D.L. 10/2006, nel testo originario, ha differito il
termine della partecipazione italiana al 30 giugno 2006. Le disposizioni del
D.L. decaduto sono state inserite nell'articolo 39-vicies semel del D.L.
273/2005, convertito dalla legge 51/2006.
Decreto-legge
30 dicembre 2005, n. 273, convertito, con modificazioni, dalla legge 23
febbraio 2006, n. 51, recante definizione e proroga di termini, nonché conseguenti
disposizioni urgenti. Proroga di termini relativi all' esercizio di deleghe
legislative.
Il D.L. 273/2005, convertito, con modificazioni, dalla
legge 51/2006, ha differito il termine della partecipazione italiana al 30
giugno 2006. La disposizione relativa alle missioni è stata introdotta durante
l’esame parlamentare.
Attività parlamentare di indirizzo,
controllo e informazione
12 aprile 2005 Senato Commissione
Difesa
Esame
dell'affare relativo alla partecipazione di un contingente nazionale alla missione
Onu in Sudan e approvazione di una risoluzione (Doc. XXIV, n. 17)
12 aprile 2005 Camera Esteri e Difesa
Comunicazioni
del Governo (Sottosegretario per la difesa), sulla partecipazione di un
contingente militare nazionale alla missione ONU in Sudan
13 aprile 2005 Camera Esteri e Difesa
Discussione e
approvazione della risoluzione Ramponi 7-00599 sull'invio di un contingente
italiano in Sudan
Missione UNOC (Conclusa)
Missione Onu per mantenere l'integrità territoriale e l'indipendenza
politica del Congo e per prevenire lo scoppio di una guerra civile
Partecipazione
italiana dal 11 luglio 1960
La missione è durata tre anni e sei mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
UNOC (United Nations Operation in the Congo) è
stata inizialmente costituita con la risoluzione 143/1960 del Consiglio di
sicurezza dell'ONU, per assicurare il ritiro delle forze belghe, assistere il
Governo nel mantenimento della legge e dell'ordine e per fornire assistenza
tecnica. Successivamente, con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza 161 e
169 del 1960, la sua funzione è stata modificata includendo nel suo mandato i
seguenti compiti: mantenere l'integrità territoriale e l'indipendenza politica
del Congo; prevenire lo scoppio di una guerra civile; assicurare
l'allontanamento dal paese di tutto il personale militare, paramilitare e
consultivo che non fosse sotto il comando delle Nazioni Unite, oltre che di tutti
i mercenari.
L’Italia ha partecipato con un ospedale da campo
della Croce rossa e un contingente di militari dell'Aeronautica. Tredici di
essi sono stati barbaramente uccisi a Kindu l'11 novembre 1961 mentre portavano
aiuti alimentari alla popolazione, e altri sette hanno perso la vita in due
incidenti aerei.
Missione UNOCA (Conclusa)
Missione di addestramento di istruttori e
personale per lo sminamento in Afghanistan
Partecipazione
italiana dal 30 marzo 1989
La missione è durata un anno e sei mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
Il programma di aiuti all'Afghanistan coordinato
dallUNOCA (United Nations Office for Coordinating Relief in Afghanistan,
"Operation Salaam") prevedeva, tra l'altro, la bonifica di quel
territorio dalla presenza di circa cinquanta milioni di mine lasciate sul
terreno in circa 10 anni di attività bellica.
Il 30 marzo 1989 l'Italia inviò otto ufficiali
del genio con il compito di addestrare istruttori che avrebbero a loro volta
formato personale capace di disattivare e far brillare le mine in condizioni di
sicurezza. Tali ordigni, disseminati in tutto il territorio, rendevano
pericoloso il rientro dei profughi, che avevano abbandonato il paese per
rifugiarsi in Pakistan nelle zone di Quetta e Peshawar.
L'Italia ha partecipato a questa attività dal 30
marzo al 14 ottobre 1989. Una seconda missione è iniziata il 1° maggio 1990 e
si è conclusa il 14 ottobre 1990 nel campo di addestramento di Quetta con le
stesse finalità della prima ed era composta da quattro ufficiali e due
sottufficiali del genio che hanno costituito due squadre di addestramento con
lo status di "esperti dell'ONU quali consulenti civili in servizio
temporaneo".
Le missioni italiane si sono inserite in un
programma analogo a quello svolto da nuclei del genio degli eserciti di
Australia, Canada, Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti
e Turchia.
Missione UNOGIL (Conclusa)
Missione di osservatori ONU in Libano per impedire l'infiltrazione
illegale di
persone, armamenti o di altri materiali attraverso i confini libanesi
Partecipazione
italiana dal 19 giugno 1958
La missione è durata sei mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNOGIL (United Nations Observation Group In
Lebanon) è stata costituita con la risoluzione 128/1958 del Consiglio di
sicurezza dell'ONU, per assicurare che non si verificasse alcuna infiltrazione
illegale di persone, forniture di armamenti, o di altri materiali, attraverso i
confini libanesi. Dopo che il conflitto si è concluso, le tensioni si sono placate
e l'UNOGIL è stata ritirata.
Missione UNOMOZ (Conclusa)
Missione per il ritorno alla normalità del
Mozambico
Partecipazione
italiana dal 22 febbraio 1993
La missione è durata un anno e dieci mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
UNOMOZ (United Nations Operation In Mozambico) è
stata costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell'ONU 797/1992 per facilitare l'attuazione dell'Accordo Generale di Pace
firmato il 4 ottobre 1992 a Roma dal Presidente della Repubblica del Mozambico
e dal Presidente della Resistencia Nacional Mocambicana (RENAMO).
Il suo mandato consisteva, tra l'altro: nel
facilitare l'attuazione dell'Accordo; nel controllare e verificare il rispetto
del cessate il fuoco, lo stato di separazione e concentrazione delle forze la
loro smobilitazione, oltre che la raccolta, lo stoccaggio e la distruzione
degli armamenti; nel vigilare e constatare il completo ritiro delle forze
straniere e garantire la sicurezza dei corridoi di trasporto; nel sorvegliare e
accertare lo scioglimento dei gruppi armati privati ed irregolari; nel
coordinare e verificare le operazioni di assistenza umanitaria.
l mandato dell'ONUMOZ è venuto formalmente a
cessare alla mezzanotte del 9 dicembre 1994, dopo il successo delle elezioni
presidenziali e legislative tenute nell'ottobre 1994, seguite dall'insediamento
del nuovo Parlamento del Mozambico agli inizi di dicembre. La missione è
ufficialmente terminata alla fine di gennaio 1995.
L'Italia ha contribuito alla missione sino
all'aprile 1994 con un contingente (denominato Albatros) di 1.030 uomini,
fornito prima dalla Brigata "Taurinense" prima e successivamente
dalla "Julia". Il contingente italiano ha inizialmente assunto la
responsabilità operativa del Corridoio di Beira, svolgendo il ruolo di
"forza di riferimento" e di supporto logistico e sanitario a favore
di tutte le Forze ONU presenti nella regione. Altri 21 ufficiali sono stati
dislocati presso i comandi multinazionali ONU di Maputo e Beira.
Dal 2 maggio 1994, concluso il ripiegamento della
maggior parte dei reparti, il contingente, forte di 230 uomini uomini e formato
dal Reparto di Sanità e da un'Unità di sostegno, ha assunto il nome di
"Albatros 2" ed è stato ridislocato a Beira con il compito di
continuare ad assicurare il sostegno sanitario a favore del personale ONU
operante nella Regione Centro nonchè delle popolazioni locali.
Il 25 novembre 1993 hanno perso la vita due
piloti di un aereo militare italiano durante un volo di ricognizione.
Consistenza del contingente italiano al 28/02/93
1.053 unità di
cui:
Carabinieri 5
Esercito 1.048
Consistenza del contingente italiano al 31/05/94
220 unità di
cui:
Esercito 220
Decreto-legge 1 febbraio 1993,
n.21, recante provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi in
Somalia e Mozambico (respinto - cessa gli effetti il 24 febbraio 1993)
Il D.L. 21/1993 (respinto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 31 marzo 1993
Decreto-legge 10 marzo 1993, n. 56, recante disposizioni urgenti
relative allo svolgimento della missione umanitaria in Somalia e Mozambico
(decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio 1994, n. 151)
Il D.L. 56/1993 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 30 giugno 1993
Decreto-legge 14 maggio 1993,
n.141, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 141/1993 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 30 giugno 1993
Decreto-legge 13 luglio 1993,
n.223, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 223/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
ottobre 1993
Decreto-legge 10 settembre 1993,
n.354, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 354/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
ottobre 1993
Decreto-legge 12 novembre 1993,
n.450, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 450/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1993
Decreto-legge 30 dicembre 1993,
n. 551, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 125,
recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e Mozambico
Il D.L. 551/1993 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 aprile
1994
Decreto-legge 11 gennaio 1994,
n.16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 151,
recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico
Il D.L. 16/1994 ha finanziato la missione umanitaria in Somalia e
Mozambico fino al 31 dicembre 1993
Decreto-legge 29 aprile 1994, n.
257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 257/1994 (decaduto) ha finanziato la missione umanitaria in
Mozambico fino al 31 maggio 1994
Decreto-legge 30 maggio 1994,
n.324, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 luglio 1994, n. 472,
recante attuazione dell'embargo deliberato dal Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite nei confronti della Libia, nonche' disposizioni procedurali in
materia di embargo nei confronti degli Stati della ex Jugoslavia e per la
missione umanitaria in Mozambico
Il D.L. 324/1994 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 giugno
1994
Decreto-legge 27 giugno 1994,
n.414, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 414/1994 (decaduto) ha finanziato la missione umanitaria in
Somalia e Mozambico fino al 31 maggio 1994
Decreto-legge 30 giugno 1994,
n.422 , recante disposizioni urgenti per l'impiego delle Forze armate in
attività di controllo del territorio nazionale, nonché in missioni umanitarie
all'estero (decaduto - sanati effetti L. 599/1994)
Il D.L. 422/1994 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 ottobre
1994
Decreto-legge 29 agosto 1994,
n.521, convertito dalla legge 27 ottobre 1994, n. 599, recante disposizioni
urgenti per l'impiego delle Forze armate in attività di controllo del
territorio nazionale, nonché in missioni umanitarie all'estero
Il D.L. 521/1994 ha prorogato la partecipazione italiana al 31 dicembre
1994
Legge 13 luglio 1995, n. 295,
recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia
di affari esteri e di difesa (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 19 dicembre 1994)
La legge 295/1995 ha sanato gli effetti dei D.L. decaduti che recavano
norme relative alla missione
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
24 febbraio 1993 Camera Commissione Difesa
Audizione del Ministro della
difesa sull'invio di reparti militari italiani in Mozambico in attuazione della
risoluzione 797 delle Nazioni Unite
25 febbraio 1993 Camera Commissione Difesa
Seguito dell'audizione del
Ministro della difesa sull'invio di reparti militari italiani in Mozambico in
attuazione della risoluzione 797 delle Nazioni Unite (iniziata il 24 febbraio
1993)
24 marzo 1993 Camera Commissione Esteri
Discussione e approvazione della
risoluzione Ciabarri 7-00171, concernente la situazione in Mozambico
Missione UNOSGI (Conclusa)
Ufficio della Segreteria generale dell’ONU in Iran
Partecipazione
italiana dal 1 marzo 1991
La missione è durata dieci mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
Nel febbraio 1991 è stato istituito l’UNOSGI,
l’Ufficio della Segreteria generale dell’ONU costituito nel febbraio 1991 in
Iran, che svolgeva – oltre ai compiti generali di rappresentanza della
segreteria generale ONU – funzioni legate alle conseguenze del conflitto
Iran-Iraq e, in particolare, relative allo scambio dei prigionieri di guerra,
alla ricostruzione in Iran, alla sicurezza della regione, e all’accertamento
delle responsabilità dell’avvio del conflitto. Il 14 novembre 1992 è stata
decisa la chiusura dell’UNOSGI.
Consistenza del contingente italiano al 30/06/91
1 unità di
cui:
Esercito 1
Missione UNOSOM II (Conclusa)
Forza multinazionale per garantire le operazioni di assistenza umanitaria
in Somalia
Partecipazione
italiana dal 4 maggio 1993
La missione è durata un anno e dieci mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di assistenza internazionale (umanitaria)
UNOSOM II (United Nations Operation In Somalia
II) è stata costituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell'ONU 814/1993 per subentrare alla Task Force Unificata (UNITAF), una forza
multinazionale organizzata e guidata dagli Stati Uniti che, nel dicembre 1992,
era stata autorizzata dal Consiglio di Sicurezza ad usare "tutti i mezzi
necessari" al fine di ricreare un ambiente sicuro per le operazioni di
assistenza umanitaria in Somalia. Tale forza multinazionale aveva agito
nell'ambito dell'operazione "Restore hope".
Il mandato di UNOSOM II consentiva di assumere le
iniziative appropriate, comprese misure costrittive, per stabilire in tutta la
Somalia un ambiente sicuro per l'assistenza umanitaria. A tale scopo, UNOSOM II
ha cercato di completare, mediante il disarmo e la riconciliazione, il compito
iniziato dall'UNlTAF. I principali compiti della missione comprendevano: la
verifica della cessazione delle ostilità; la prevenzione della ripresa delle
violenze; la confisca delle armi non autorizzate; il mantenimento della
sicurezza di porti, aeroporti, e delle vie di comunicazione necessarie per la
consegna degli aiuti umanitari; la continuazione delle operazioni di sminamento
e l'assistenza al rimpatrio in Somalia dei rifugiati.
Ad UNOSOM II era anche affidato il compito di
assistere la popolazione somala, di ristabilire la struttura istituzionale del
paese, di raggiungere una riconciliazione politica nazionale, di ricreare uno
Stato somalo basato su un governo democratico e ripristinare l'economia e le
infrastrutture.
Nel febbraio 1994, dopo numerosi attacchi ai
soldati delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza ha rivisto il mandato di
UNOSOM II escludendo l'utilizzo di metodi coercitivi. UNOSOM II si è conclusa
agli inizi di marzo 1995 ed il rientro dei contingenti è stato garantito con
l'operazione "United Shield".
Numerosi sono stati i militari caduti nel corso
della missione in Somalia. Il 2 luglio 1993 tre militari hanno perso la vita e
altri 22 sono rimasti feriti a Mogadiscio a causa di uno scontro a fuoco,
causato da cecchini somali, durante un’operazione di rastrellamento di un'area
dove si presumeva fosse installato un deposito di armi. Il 3 agosto una raffica
partita dal suo fucile mitragliatore ha causato la morte di un paracadutista di
leva. Il 15 settembre anche due paracadutisti della Folgore hanno perso la vita
a Mogadiscio, uccisi da cecchini somali nella zona del Porto Nuovo, durante la
libera uscita, in una zona non interessata da combattimenti. Il 31 ottobre è
morto a Roma un militare italiano che aveva contratto la malaria in Somalia.
Vicino Balad, il 12 novembre, a seguito di un tentativo di rapinare di un autocarro
da parte di banditi somali, è rimasto ucciso il maresciallo Li Causi che stava
transitando su un veicolo militare italiano. Anche una crocerossina è rimasta
uccisa da un somalo armato, entrato sparando all’impazzata in un ambulatorio
vicino all'ambasciata italiana di Mogadiscio. Il 30 dicembre un altro militare
italiano è morto a Mogadiscio in seguito al capovolgimento del mezzo blindato a
bordo del quale si trovava con altri soldati italiani. Il 6 febbraio 1994 una
colonna del contingente italiano diretta a Balad per caricarvi dei viveri, è
stata fatta segno a colpi d'arma da fuoco in seguito ai quali è morto il
tenente Giulio Ruzzi e un altro militare è rimasto ferito. Anche tre civili,
due giornalisti e un operatore della Rai, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin e
Marcello Palmisano, sono caduti nella zona delle operazioni.
Consistenza del contingente italiano al 01/07/93
2.472 unità di
cui:
Esercito 2.402
Carabinieri 40
Aeronautica 30
Decreto-legge 10 marzo 1993, n.
56, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 56/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1993
Decreto-legge 14 maggio 1993,
n.141, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 141/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 30
giugno 1993
Decreto-legge 13 luglio 1993,
n.223, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 141/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1993
Decreto-legge 10 settembre 1993,
n.354, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 354/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1993
Decreto-legge 12 novembre 1993,
n.450, recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico (decaduto - sanati effetti L. 22 febbraio
1994, n. 151)
Il D.L. 450/1993 (decaduto) ha prorogato la partecipazione italiana al 31
dicembre 1993
Decreto-legge 30 dicembre 1993,
n. 551, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 125,
recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e Mozambico
Il D.L. 551/1993 ha prorogato la partecipazione italiana al 30 aprile
1994
Decreto-legge 11 gennaio 1994,
n.16, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 febbraio 1994, n. 151,
recante disposizioni urgenti relative allo svolgimento della missione
umanitaria in Somalia e in Mozambico
Il D.L. 16/1994 ha finanziato la missione umanitaria in Somalia e
Mozambico fino al 31 dicembre 1993
Decreto-legge 29 aprile 1994, n.
257, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 257/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato nell'addestramento della polizia somala
Decreto-legge 27 giugno 1994,
n.414, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 414/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato nell'addestramento della polizia somala
Decreto-legge 27 agosto 1994,
n.514, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 514/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato nell'addestramento della polizia somala
Decreto-legge 28 ottobre 1994,
n.601, recante disposizioni urgenti in materia di differimento di termini
previsti da disposizioni legislative (decaduto - sanati effetti L. 13 luglio
1995, n. 295)
Il D.L. 601/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato nell'addestramento della polizia somala
Legge 13 luglio 1995, n. 295,
recante differimento di termini previsti da disposizioni legislative in materia
di affari esteri e di difesa (originato da un disegno di legge governativo
presentato in data 19 dicembre 1994)
La legge 295/1995 ha disciplinato il trattamento economico del personale
impiegato nell'addestramento della polizia somala
Decreto-legge 28 dicembre 1994, n.723, recante disposizioni urgenti in
materia di differimento di termini previsti da disposizioni legislative
(decaduto - sanati effetti L. 13 luglio 1995, n. 295)
Il D.L. 723/1994 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato nell'addestramento della polizia somala
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
5 luglio 1993 Senato Assemblea
Svolgimento di interrogazioni
sulla uccisione di militari italiani e sugli sviluppi della situazione in
Somalia
5 luglio 1993 Camera Assemblea
Svolgimento di interrogazioni
urgenti sugli sviluppi della situazione in Somalia e sull'uccisione di militari
italiani
13 gennaio 1994 Camera Commissione Difesa
Comunicazioni del Governo
(Ministro della difesa) sui problemi connessi al rimpatrio del nostro
contingente dalla Somalia
Missione UNOWA (Conclusa)
Missione ONU per la promozione nell’Africa occidentale di un approccio
integrato sub-regionale per la prevenzione dei conflitti e per la promozione
della pace, della sicurezza e dello sviluppo
Partecipazione
italiana dal 1 novembre 2004
Operazione
condotta da Organizzazioni internazionali ONU
Operazione di formazione della pace e
prevenzione del conflitto (peace-making)
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite -
d’accordo con il Consiglio di Sicurezza - ha istituito UNOWA (United Nations
Office for West Africa), con l’intento di dare una risposta alle pressanti
richieste dei leader degli ECOWAS (Economic Community of West African States)
di fronte alle notevoli minacce alla pace ed alla sicurezza nell’area.
La missione UNOWA, che si è insediata a
Dakar (Senegal) nel febbraio 2003, rappresenta un primo tentativo delle Nazioni
Unite di decentralizzare le sue attività politiche regionali, e di avviare
un’azione nel campo della prevenzione dei conflitti e della costruzione della
pace, in modo più ravvicinato alle realtà ed alle esigenze locali. Essa ha lo
scopo di sviluppare un approccio regionale integrato delle Nazioni Unite
relativamente alla prevenzione e gestione dei conflitti, nonché per promuovere
la pace, la sicurezza e lo sviluppo nell’Africa occidentale.
L’Italia partecipa alla missione dal
novembre 2004 con un Ufficiale dell’Esercito che ricopre l’incarico di Deputy
Military Advisor del Consigliere Militare del Rappresentante Speciale del
Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Consistenza del contingente
italiano 11/10/2005
1 unità di cui:
Esercito 1
Missione UNSCOM (Conclusa)
Controllo sulla distruzione di armamenti iracheni dopo la Guerra del
Golfo
Partecipazione
italiana dal 23 giugno 1991
La missione è durata sette anni e cinque mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNSCOM (Commissione speciale delle Nazioni
Unite per il disarmo degli arsenali iracheni) è stata costituita in attuazione
della risoluzione 687/1991 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per verificare
le condizioni del cessate il fuoco nella guerra del Golfo. Il mandato
dell'UNSCOM, ai sensi di tale risoluzione, prevedeva che l'Iraq fosse obbligato
ad accettare la distruzione o la rimozione delle armi nucleari, chimiche e
biologiche e dei missili balistici con gittata superiore ai 150 chilometri,
nonché degli impianti per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di tali armi.
L'Iraq dovette inoltre impegnarsi a non realizzare tali impianti e a non
produrre le armi in questione per il futuro. La supervisione delle operazioni
di eliminazione delle installazioni nucleari era affidata all'Agenzia
internazionale per l'energia atomica (AIEA). Era richiesto altresì all'Iraq di
fornire piena collaborazione e, in particolare, di consentire accesso immediato
e senza limitazione a qualsiasi sito l'UNSCOM ritenesse di dover ispezionare.
Gli ispettori in Iraq, grazie al potere loro conferito, avevano la possibilità
di ispezionare qualsiasi sito sospetto, sequestrare documenti, fare fotografie
e interrogare persone. Le ispezioni dell’Onu furono a più riprese ostacolate
dal governo iracheno. Dopo l’ennesima violazione degli accordi e l’approvazione
della risoluzione 1205 con cui il Consiglio di Sicurezza condannava
l’atteggiamento dell’Iraq, i membri dell’Unscom furono costretti ad abbandonare
il Paese nel novembre 1998.
Consistenza del contingente italiano al 31/12/91
1 unità di
cui:
Esercito 1
Missione UNSMA (Conclusa)
Missione speciale ONU per favorire negoziati tra i Taleban e
l’opposizione armata in Afghanistan
Partecipazione
italiana dal 18 luglio 1998
La missione è durata un mese
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di formazione della pace e prevenzione del conflitto
(peace-making)
L’UNSMA (United Nations Special Mission to
Afghanistan) è stata costituita con la risoluzione dell’Assemblea generale
dell’ONU 48/208 del 21 dicembre 1993, per facilitare il processo di
riconciliazione nazionale in Afghanistan, promuovendo i negoziati tre le parti
in conflitto.
L'ufficiale italiano incaricato della missione,
ten. col. Carmine Calò, ha perso la vita il 22 agosto1998, in seguito alle
ferite riportate in un agguato avvenuto il giorno precedente.
Consistenza del contingente italiano al 18/07/98
1 unità di
cui:
Esercito 1
Missione UNTAC (Conclusa)
Autorità ONU per la favorire una soluzione politica del conflitto in
Cambogia
Partecipazione
italiana dal 23 luglio 1992
La missione è durata un anno
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNTAC (United Nations Transitional Authority In
Cambogia) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza
dell'ONU 745/1992 per garantire la realizzazione degli Accordi sulla soluzione
politica complessiva del conflitto cambogiano, sottoscritti a Parigi il 23
ottobre 1993. In base all'Accordo, il Supremo Consiglio Nazionale della Cambogia
(SNC) era "l'unico organo legittimo e fonte di autorità all'interno del
quale sono racchiuse, durante il periodo di transizione, la sovranità,
l'indipendenza e l'unità della Cambogia". L'SNC, che era composto dalle
quattro fazioni cambogiane, delegò alle Nazioni Unite "tutti i poteri
necessari" alla realizzazione degli Accordi.
Il mandato rilasciato all'UNTAC comprendeva:
aspetti relativi ai diritti umani; l'organizzazione e la gestione di elezioni
generali libere ed eque; intese militari; amministrazione civile; difesa della
legge e dell'ordine; rimpatrio e risistemazione dei rifugiati cambogiani e dei
profughi; ripristino delle infrastrutture essenziali del paese da effettuarsi
durante il periodo di transizione.
Il 15 marzo 1992, dopo essere divenuta operativa,
l'UNTAC assorbiva l'UNAMIC, che era stata costituita immediatamente dopo la
firma degli Accordi nell'ottobre 1991. Il mandato dell'UNTAC ha avuto termine
nel settembre 1993 con la promulgazione della Costituzione per il Regno di
Cambogia e la formazione del nuovo Governo.
Consistenza del contingente italiano al 23/07/92
76 unità di
cui:
Carabinieri 76
Missione UNTAG (Conclusa)
Missione ONU di assistenza per la transizione all’autonomia della Namibia
Partecipazione italiana dal
13 marzo 1989
La missione è durata un anno
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace (peace-keeping)
L'UNTAG (United Nations Transition Assistance
Group) è stato costituito, in attuazione della risoluzione 435/1978 del
Consiglio di sicurezza dell'ONU, per assistere il Rappresentante Speciale del
Segretario Generale al fine di assicurare la prima fase dell'indipendenza della
Namibia attraverso libere elezioni svolte sotto la supervisione e il controllo
delle Nazioni Unite; obiettivo dell'UNTAG era anche quello di coadiuvare il
Rappresentante Speciale nei compiti di por fine a tutti gli atti ostili, nel
controllo del confino delle truppe nelle proprie basi e del ritiro definitivo
dei sudafricani dalla Namibia. La Namibia è stata teatro di una lunga
guerriglia condotta dallo SWAPO (organizzazione del popolo dell'Africa del
Sud-Ovest) sostenuta dal regime dell'Angola, a sua volta aiutata da cubani,
sovietici e tedeschi dell'Est. Il 13 dicembre 1988 dopo lunghe trattative, i
governi di Pretoria, Luanda e l'Avana sottoscrivevano un accordo per il ritiro
dei cubani dall'Angola, la successiva smilitarizzazione della Namibia da parte
dei sudafricani e la proclamazione dell'indipendenza dello Stato.
L'UNTAG, con un effettivo di 8.000 persone, aveva
il Quartier Generale a Windhoek ed era suddivisa in tre componenti: militare,
di polizia e civile. La missione ha avuto 19 caduti.
A seguito dell'attività dell'UNTAG, tutte le
leggi discriminatorie vennero abrogate, i prigionieri politici rilasciati, ai
namibiani rifugiati fu concesso di rientrare in patria, furono prevenute le
intimidazioni di qualunque genere e la legge e l'ordine vennero difesi in modo
imparziale. La Namibia indipendente è entrata a far parte delle Nazioni Unite
nell'Aprile 1990.
Consistenza del contingente italiano al 30/04/89
120 unità di
cui:
Carabinieri 8
Esercito 112
Attività parlamentare di indirizzo, controllo e informazione
11 luglio 1990 Camera Commissione Difesa
Svolgimento dell’interrogazione
Trabacchini 5-01513, concernente il contingente italiano inviato in Namibia
Missione UNYOM (Conclusa)
Missione di Osservazione delle Nazioni Unite
nello Yemen
Partecipazione
italiana dal 20 dicembre 1963
La missione è durata tre mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali ONU
Operazione di mantenimento della pace
(peace-keeping)
La missione UNYOM (United Nations Yemen
Observation Mission) è stata costituita a seguito della risoluzione 179/1963
del Consiglio di sicurezza dell'ONU per osservare e certificare il rispetto
dell'accordo di richiamo delle truppe stipulato fra l'Arabia Saudita e la
Repubblica Araba Unita. Ha impegnato complessivamente 25 osservatori militari, 164
militari appartenenti ad unità di ricognizione ed aeree, oltre a personale
civile di supporto assunto internazionalmente e localmente.
Missione UPFM (Conclusa)
Addestramento della costituenda forza di polizia
unificata croato-musulmana a Mostar
Partecipazione
italiana dal 8 marzo 1995
La missione è durata un anno e otto mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali UEO
Operazione di assistenza internazionale (tecnica
e di addestramento)
La missione UPFM (United Police Force of Mostar)
è stata istituita a seguito di un “Memorandum d'intesa” firmato a Ginevra il 5
luglio 1994, che ha posto sotto l'amministrazione dell'Unione europea, per due
anni, la città bosniaca di Mostar, teatro di un violento conflitto tra croati e
musulmani durato circa un anno.
La missione, nota anche con il nome di Weupol,
era coordinata dalla UEO che ha realizzato un programma per la creazione e
l’addestramento di una forza di polizia unificata composta da croati e
musulmani. Essa era composta da circa 150 ufficiali e sottufficiali
appartenenti a forze di polizia di vari Paesi appartenenti alla UE
prevalentemente a ''status'' militare. Il contingente italiano comprendeva tre
ufficiali e 14 sottufficiali dell’Arma dei carabinieri.
Il 27 dicembre 1995 il maggiore Ermanno
Fenoglietti, comandante del contingente, ha perso la vita in un incidente
stradale avvenuto a causa del maltempo mentre percorreva, a bordo della Land
Rover in dotazione al contingente europeo, la strada che collega Mostar a
Sarajevo.
Consistenza del contingente italiano al 08/03/95
20 unità di
cui:
Carabinieri 20
Riferimenti normativi
Decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 34, recante attuazione delle
risoluzioni ONU numeri 942 e 944 del 1994, relative all'embargo nei confronti
della Bosnia Erzegovina ed alla revoca dell'embargo nei confronti di Haiti,
nonché autorizzazione alla partecipazione italiana alla missione di polizia
civile della U.E.O a Mostar (decaduto - sanati effetti L. 222/1995)
Il D.L. 34/1995 (decaduto) ha fissato il termine della partecipazione
italiana al 22 luglio 1996
Decreto-legge 7 aprile 1995, n.
107, convertito dalla legge 7 giugno 1995, n. 222, recante attuazione delle
risoluzioni ONU numeri 942 e 944 del 1994, relative all'embargo nei confronti
della Bosnia-Erzegovina ed alla revoca dell'embargo nei confronti di Haiti,
nonché autorizzazione alla partecipazione italiana alla missione di polizia
civile della U.E.O. a Mostar
Il D.L. 107/1995 ha fissato il termine della partecipazione italiana al
22 luglio 1996
Decreto-legge 2 gennaio 1996, n.
1, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
(decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 1/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato
Decreto-legge 1° marzo 1996, n.
99, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
(decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 99/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato
Decreto-legge 29 aprile 1996, n.
236, concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
(decaduto - sanati effetti L. 8 agosto 1996, n. 428)
Il D.L. 236/1996 (decaduto) ha disciplinato il trattamento economico del
personale impiegato
Decreto-legge 1° luglio 1996, n.
347, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 426, recante
differimento di termini previsti da disposizioni legislative concernenti il
Ministero degli affari esteri e norme relative ad impegni internazionali ed
alla cooperazione allo sviluppo
Il D.L. 347/1996 ha prorogato la partecipazione italiana al 22 gennaio
1997
Decreto-legge 1° luglio 1996, n.
346, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 1996, n. 428,
concernente partecipazione italiana alla missione di pace in Bosnia
Il D.L. 346/1996 ha disciplinato il trattamento economico del personale
impiegato
Missione WEUDAM (Conclusa)
Missione UEO di assistenza allo sminamento in Croazia
Partecipazione italiana dal 10 maggio 1999
La missione è durata diciotto mesi
Operazione condotta da Organizzazioni
internazionali Unione europea e UEO
Operazione di assistenza internazionale (tecnica e di addestramento)
Con la decisione del Consiglio 1998/628 del 9 novembre
1998, l’Unione europea ha demandato all’Unione dell’Europa Occidentale
l’attuazione dell’azione specifica decisa dall’Unione stessa nel settore
dell’assistenza allo sminamento in Croazia, fornendo i finanziamenti necessari.
L’azione consisteva nel coordinamento, nella supervisione e nella formazione di
esperti e di istruttori locali nel campo dello sminamento. La UEO ha fornito un
gruppo di esperti che hanno collaborato con il CROMAC (Centro Croato d’Azione
Contro le Mine), al fine di fornire assistenza nei seguenti compiti:
pianificazione delle operazioni; controllo delle operazioni a livello nazionale
e locale; formazione, in particolare per quanto concerne l’impiego di
equipaggiamenti pesanti di sminamento e dei materiali di posizionamento geografico.
[1] La legge reca Norme per l'istituzione del servizio militare professionale.
[2] A questo proposito si ricorda che il progetto elaborato dalla Commissione bicamerale per le riforme costituzionali aveva adottato una disposizione secondo cui l’impiego delle Forze armate fuori dai confini nazionali doveva essere deliberato dalla Camera dei deputati su proposta del Governo.
[3] Su questa problematica la dottrina si è espressa in maniera differente. In particolare, Capotosti ha considerato necessaria l’adozione della procedura più “pesante”, mentre Motzo la qualifica come opportuna ma non necessaria. A sua volta De Vergottini non ritiene sussistere una correlazione necessaria tra la difesa di un alleato ai sensi del Trattato NATO e la delibera dello ‘stato di guerra in senso tecnico-formale, potendo l’esigenza dell’immediatezza dell’aiuto richiesto dall’Alleanza non consentire i tempi di attesa connessi alla procedura prevista dagli art. 78 e 87 della Costituzione.
[4] La legge reca Attribuzioni del Ministro della difesa, ristrutturazione dei vertici delle Forze armate e dell'Amministrazione della difesa.
[5] Cfr. De Vergottini, Guerra e costituzione. Nuovi conflitti e sfide alla democrazia, Bologna, 2004, p. 301-326.
[6] In particolare, ai sensi del comma 1 dell’articolo 1 della legge n. 25 del 1997, “il Ministro della difesa, preposto all'amministrazione militare e civile della difesa e massimo organo gerarchico e disciplinare, attua le deliberazioni in materia di difesa e sicurezza adottate dal Governo, sottoposte all'esame del Consiglio supremo di difesa e approvate dal Parlamento”.
[7] Cfr. G. Carlizzi, Profili di operatività delle regole di ingaggio nell’ordinamento italiano, in Difesa comune europea e spazio giudiziario penale, Roma, 2005, p. 163 ss.
[8] Da segnalare che il paragrafo
65 del Nuovo concetto strategico precisa (quarto periodo) che “il Concetto
strategico regolerà la politica della sicurezza e della difesa dell’Alleanza, i
suoi concetti operativi, il posizionamento delle forze convenzionali e nucleari
e i suoi accordi collettivi di difesa, e sarà tenuto sotto osservazione
nell’eventualità di mutamenti che avvengano nel contesto della sicurezza”.
[9]
Oltre alle missioni elencate nei singoli allegati,
si segnalano gli interventi operati dal Corpo militare della Croce rossa in
Corea e in Congo. Il 16 ottobre 1951 fu inviato con le Forze delle Nazioni
Unite in Corea l’Ospedale da campo n. 68, che vi è rimasto fino al 10 gennaio
1955, inquadrato nell'8a Armata U.S.A. Nel settembre 1960 l’Ospedale di emergenza n.
10, da 100 letti, venne inviato nel Katanga per l'assistenza sanitaria alle
Forze dell’O.N.U. operanti nel Congo. Tale operazione fu affiancata da
personale dell’Aeronautica utilizzato fino al giugno 1962 per operazioni di
trasporto. Nel corso di questa missione tredici militari dell’Aeronautica della
46/a aerobrigata furono massacrati a Kindu.
[10]
Si tratta della missione UNAMID dell’ONU in Darfur e della missione
in collaborazione con la Libia per contrastare la tratta di esseri umani.