Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Studi - Dipartimento difesa | ||
Titolo: | L'incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi - Missione di una delegazione della Commissione difesa a Taranto (3 aprile 2017) | ||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 295 | ||
Data: | 03/04/2017 | ||
Descrittori: |
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L'incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi
31 marzo 2017
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Indice |
La nave|Le caratteristiche|La missione navale militare dell’UE nel Mediterraneo centromeridionale (EUNAVFOR MED)|I flussi migratori| |
La naveL'incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi, prima Unità di questo genere della Marina Militare Italiana, è stata costruita nei Cantieri Navali di Monfalcone e ivi varata il 04 giugno 1983. Entrata in servizio nel 1985, ha come abituale porto di assegnazione Taranto e, a partire dal 2014, è stata posta alle dipendenze organiche ed operative del neo costituito Comando del Terzo Gruppo Navale, di stanza nella base di Brindisi. Grazie alla propria versatilità d'impiego, ha svolto negli anni un ruolo fondamentale in tutte le principali missioni internazionali che hanno visto impegnata la Marina Militare. Dal giugno 2016 è la nave ammiraglia dell'Operazione Sophia (missione EUNAVFOR Med), sostituendo la Cavour (C 550) . Il 22 agosto 2016, a largo dell'isola di Ventotene, ha ospitato il vertice fra i tre leader dell'unione europea: l'italiano Matteo Renzi, il francese François Hollande e la tedesca Angela Merkel. [Fonte: Ministero della difesa]
Le precedenti attivitàLa prima attività a cui la Nave ha preso parte è stata l'operazione RESTORE HOPE in Somalia, dal 18 febbraio al 5 aprile del 1994, in supporto alle operazioni anfibie per il rientro del contingente italiano. SomaliaSempre in Somalia, dal gennaio al marzo del 1995, l'Unità ha fatto parte dalla Task Force UNOSOM in supporto al contingente ONU.
Nell'ambito dell'operazione DINAK, quando l'Italia ha fornito un fondamentale supporto operativo eCrisi jugoslava logistico alle operazioni alleate per la risoluzione della crisi jugoslava, Nave Garibaldi è stata impiegata in Adriatico dal 26 aprile al 17 giugno 1999. Dal novembre 2001 al marzo 2002 l'Unità ha partecipato come portaerei e sede di Comando, all'operazione ENDURING FREEDOM, restando continuativamente in mare per 87 giorni senza scali tecnici e percorrendo circa 20000 miglia. Per tutto il periodo, l'Unità è stata impiegata come mezzo navale per le attività di controllo, intercettazione ed interdizione in mare, nonché come piattaforma di lancio per i velivoli AV8B+ che, unitamente ad altri assetti aerei della coalizionTerritorio afghanoe, hanno effettuato missioni di supporto ed interdizione aerea sul territorio afghano.
Nell'estate del 2006 la Marina Militare è prontamente intervenuta nella crisi in Libano, in un primo momento con l'operazione MIMOSA e successivamente con l'operazione Crisi in LibanoLEONTE di cui, dal 29 agosto al 19 ottobre, Nave Garibaldi è stata sede di Comando. In questo periodo l'attività del gruppo aereo imbarcato ha contribuito al controllo del traffico mercantile in transito verso le coste libanesi, mentre l'attività della forza navale è stata incentrata sullo sbarco anfibio nel Libano meridionale per l'introduzione di un contingente interforze di circa 1000 militari dell'allora Reggimento San Marco, dei Lagunari e delle Forze Speciali.
Nel marzo 2011, nell'ambito della crisi libica, Nave Garibaldi ha fornito supporto alle attività internazionali nell'operazione ODISSEY DAWN. Successivamente, dal 26 marzo al 26 luglio, l'Unità ha preso parte all'operazione UNIFIED PROTECTOR, di cui per circa due mesi è stata anche la sede di Comando. L'attività condotta dagli assetti navali ed aerei della coalizione, in ottemperanza alle risoluzioni 1970 e 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è stata finalizzata a garantire il rispetto dell'embargo Libiadel traffico di armi via mare e l'implementazione della No-Fly Zone nei confronti della Libia. Anche in quest'occasione Nave Garibaldi ha dato prova di eccellenti capacità operative e logistiche restando in mare continuativamente per 78 giorni e percorrendo oltre 20000 miglia.
Nel biennio precedente la sosta lavori APP presso l'Arsenale Militare Marittimo di Taranto, iniziata nell'ottobre 2013 e terminata nell'ottobre 2014 con ben 4 mesi d'anticipo, l'Unità ha partecipato a tutte le attività addstrative Operazione Sophiaavanzate MARE APERTO - AMPHEX in qualità di Flagship del Comando delle Forze d'Altura.
Dal giugno 2016 è la nave ammiraglia dell'Operazione Sophia (missione EUNAVFOR Med), sostituendo la Cavour (C 550) .
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Le caratteristicheLa Nave Giuseppe Garibaldi ha le linee esterne tipiche di una portaerei tradizionale e la sua costruzione è scaturita dalla necessità della Marina Militare di poter disporre di una unità di altura antiaerea, antinave ed antisommergibile, con la possibilità e la capacità di far operare un considerevole numero di velivoli, idonei a raggiungere obiettivi anche molto distanti dalla normale base operativa. L'unità è quindi stata studiata per essere in grado, oltre che di potenziare e completare una formazione navale, anche di poter esercitare le funzioni di centro di comando, coordinamento e controllo di una formazione navale. Perseguendo queste finalità per la costruzione di Nave Garibaldi, ci si è avvalsi di quei progetti che permettevano le più innovative soluzioni anche se più impegnative. Le scelte che sono state messe in atto rispondono quindi ad un disegno più ampio per ottimizzare le capacità di stivaggio degli armamenti e di ogni altro genere di materiale pur mantenendo l'esigenza di contenere il dislocamento. Il ponte di volo e l'hangar sono stati realizzati tenendo conto delle necessità di imbarcare e di poter operare con tutti i velivoli delle Forze Aeree della Marina Militare. Tutte le nuove sistemazioni sono state attentamente e dettagliatamente vagliate per garantire alla nave sempre piena operatività e per favorirne la massima stabilità in ogni condizione di mare. La Portaerei Giuseppe Garibaldi è inoltre dotata di sistemi elettronici all'avanguardia per coprire ogni campo d'azione, sia esso diretto ai sistemi di sorveglianza aerea e navale, all'ambiente subacqueo, alle operazioni di guerra elettronica o alle comunicazioni. In relazione al suo impiego nelle diverse situazioni operative può imbarcare i seguenti velivoli:
Il tradizionale Crest è idealmente diviso in due semitondi. In quello superiore troviamo la figura del Generale Giuseppe Garibaldi (1807-1882) - Eroe dei due Mondi, artefice determinato e coraggioso dell'Unità d'Italia - che sovrasta fieramente la bandiera di bompresso. Nel semitondo inferiore, c'è il mare con la vista dall'alto di tutte le Unità che negli anni si sono succedute ed alle quali è stato assegnato il nome "Giuseppe Garibaldi". Il logo adottato, invece, è bordato da una cima color oro, mentre all'interno è rappresentata la forma prodiera stilizzata a "V" dell'Unità, di colore celeste. Dallo scafo fuoriesce verso la destra un'ala in color oro, simbolo dei piloti e degli equipaggi di volo della Marina Militare e in color celeste, come simbolo del mare. La doppia G sulla sinistra, di colore rosso, richiama il nome dell'Eroe Giuseppe Garibaldi, mentre sulla destra si trova il distintivo ottico C-551, sempre in colore rosso. Infine, un aereo ed un elicottero rappresentano la capacità dell'Unità di operare con velivoli sia ad ala fissa che rotante. Il nome dell'Unità "Incrociatore Portaeromobili G. Garibaldi" è posto esternamente, anch'esso in colore oro. http://www.marina.difesa.it/uominimezzi/navi/Pagine/Garibaldi.aspx |
La scheda tecnica[Fonte: Ministero della difesa]
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La missione navale militare dell’UE nel Mediterraneo centromeridionale (EUNAVFOR MED)Avvio dell'operazioneIl Consiglio affari esteri dell'UE, nella riunione del 22 giugno 2015, ha deciso l'avvio dell'operazione navale militare, denominata EUNAVFOR MED, volta a contribuire a smantellare le reti del traffico e della tratta di esseri umani nel Mediterraneo centromeridionale. La missione è stata ribattezzata EUNAFOR MED "Sophia" dal nome di una bambina nata sulla nave militare tedesca Schleswig-Holstein, nel corso di una operazione di soccorso effettuata il 22 agosto 2015.
[Fonte: Ministero della difesa]
Lo scopoLa missione - condotta nell'ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) - è stata approvata dal Consiglio affari del 18 maggio 2015 con la decisione 2015/778, sulla base del mandato conferito dal Consiglio europeo straordinario del 23 aprile 2015.
a) procede a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti in alto mare di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico e la tratta di esseri umani, alle condizioni previste dal diritto internazionale applicabile, in particolare UNCLOS e protocollo per combattere il traffico di migranti e alle condizioni previste dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU;
Per la piena operatività della missione nella seconda fase e nella terza fase sarà necessario un mandato internazionale attraverso una risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU. a) sviluppo di capacità, formazione e condivisione di informazioni con la guardia costiera e la marina libiche, in base a una richiesta da parte delle autorità libiche legittime e tenendo conto della necessità di titolarità della Libia; L'ammiraglio Enrico Credendino, responsabile della missione EUNAVFOR MED e il contrammiraglio Abdallah Toumia, comandante della guardia costiera libica, hanno firmato a Roma, lo scorso 23 agosto, un protocollo di accordo sulle attività di formazione della guarda costiera e la marina libica da parte della missione EUNAVFOR MED.
b) contributo alla condivisione delle informazioni e attuazione dell'embargo delle Nazioni Unite sulle armi in alto mare al largo delle coste libiche, sulla base della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU, poi adottata il 14 giugno 2016 (v. supra). Al dicembre 2016, la missione ha contribuito a soccorrere circa 32.000 persone (di cui 1.900 bambini), sequestrare circa 300 imbarcazioni e a consegnare alle autorità italiane circa 100 persone accusate di traffico di migranti.
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I nuovi compitiL'area di intervento della missione è localizzata nel Mediterraneo centrale. Più in particolare la zona tocca le coste della Libia e si estende per circa 600 km. [Fonte: Audizione Ammiraglio Credendino-Commissioni Esteri e Difesa -Camera dei Deputati - 27 ottobre 2016]
[Fonte: Audizione Ammiraglio Credendino-Commissioni Esteri e Difesa -Camera dei Deputati - 27 ottobre 2016]
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I flussi migratori[Fonte: Audizione Ammiraglio Credendino-Commissioni Esteri e Difesa -Camera dei Deputati - 27 ottobre 2016]
[Fonte: Audizione Ammiraglio Credendino-Commissioni Esteri e Difesa -Camera dei Deputati - 27 ottobre 2016] |