Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: Indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 212
Data: 08/02/2016
Descrittori:
DIFESA NAZIONALE   INDAGINI CONOSCITIVE
INFORMATICA   SERVIZI DI SICUREZZA
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Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Indagine conoscitiva sulla sicurezza
e la difesa nello spazio cibernetico

 

 

 

 

 

 

 

n. 212

 

 

 

8 febbraio 2016

 


Servizio responsabile:

SERVIZIO STUDI

Dipartimento Difesa

( 066760-4172 – * st_difesa@camera.it  

 

 

 

 

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INDICE

 

 

Schede di lettura

§  Gli obiettivi dell’indagine conoscitiva                                                                3

§  Quadro normativo                                                                                            3

Normativa

§  D.P.C.M. 6 novembre 2015, n. 5 ‘Disposizioni per la tutela amministrativa del segreto di Stato e delle informazioni classificate e a diffusione esclusiva’, (art. 68)                                                                                                                  17

§  D.P.C.M. 27 gennaio 2014 ‘Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionali’                                                                     19

§  D.P.C.M. 24 gennaio 2013 ‘Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale’                                           21

Documentazione della Presidenza del Consiglio dei ministri

§  Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico, dicembre 2013                                                                                               39

§  Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica, dicembre 2013                                                                                               61

§  Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza, Estratto, Parte III, La minaccia nel cyberspazio, 2014                                                                     93

Documentazione del Consiglio  dell’Unione europea

§  Quadro strategico dell’UE in materia di ciberdifesa, adottato dal Consiglio il 18 novembre 2014                                                                                            107

Pubblicistica

§  Roberto Baldoni e Rocco De Nicola, Il Futuro della Cyber Security in Italia, Cyber Security National Lab, ottobre 2015 (estratto,  capitolo II  e appendice) 123

§  Umberto Gori ‘Le nuove minacce cyber’, Informazioni della difesa, supplemento al n. 6/2014 Lo spazio cibernetico tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle libertà individuali’                                                    156

§  Serena Lisi ‘I centri di eccellenza e la conoscenza condivisa’, Informazioni della difesa, supplemento nal n. 6/2014 Lo spazio cibernetico tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle libertà individuali’                                    182

§  Luigi Martino, i social Media, Cloud ed evoluzione da web 2.0 a web 4.0. ‘Opportunità e sfide per la sicurezza nazionale’, supplemento al n. 6/2014, Informazioni della difesa, supplemento al n. 6/2014 ‘Lo spazio cibernetico tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle libertà individuali                191

§  Stefania Fini ‘L’identità nel cyber spazio e la normativa nazionale’, Informazioni della difesa, supplemento al n. 6/2014 Lo spazio cibernetico tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle libertà individuali                                    199

§  Roberta Pinotti Gli interessi nazionali e il dominio cibernetico’, Airpress, rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 58, luglio –agosto 2015                                                                                      217

§  Roberto Baldoni ‘Un piano contro i data–breach’, Airpress, rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 58, luglio –agosto 2015                                                                                                 219

§  Luigi Ramponi ‘Per rispondere alla minacce è necessario fare di più’, Airpress, rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 58, luglio –agosto 2015                                                                   221

§  Stefano Mele ‘Hacking team, un attacco alla sicurezza dell’Italia’, Airpress, Rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 58, luglio –agosto 2015                                                                   223

§  Anne Mullins, ‘Una lezione dall’industria americana’, Airpress, rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 58, luglio –agosto 2015                                                                                      225

§  Denise Zheng ‘Come Washington difende il cyber spazio’, Airpress, rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 58, luglio –agosto 2015                                                                                      227

§  Claudia Cencetti ‘Cybersecurity: Unione europea e Italia. Prospettive a confronto’, Quaderni IAI, agosto 2014 (estratto, capitolo II)                        229

§  Università degli studi di Roma ‘La Sapienza’ 2013, ‘Italian Report on Cyber Security: Critical Infrastructure and Other Sensitive Sectors Readiness’, (estratto capitolo III)                                                                                     279

§  Stefano Mele ‘Cyber Weapons’, Cyber Security News, numero 6, 2015     287

§  Alessandro Zanasi ‘L’intelligence e la battaglia delle idee’, Airpress, rivista bimestrale sulle politiche per l’aerospazio e la difesa, estratto del numero 48, settembre 2014                                                                                            292

§  Cristiano Bettini ‘Il contributo della Difesa alla tutela degli interessi nazionali nell’ambito del dominio cibernetico’, Informazioni della Difesa, numero 5, 2012 295

§  Di Michele Pirri ‘Cyber warfare, una nuova policy per la Nato’, Airpress – Mensile sulle politiche per l’aerospazio e la difesa,                                     305

§  Giuseppe Fiore ‘La guerra cyber non avrà luogo’, Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica’, 7 agosto 2014                                             306

 

 


Schede di lettura

 


Gli obiettivi dell’indagine conoscitiva

La IV Commissione (Difesa) della Camera dei deputati, nella seduta del 26 gennaio 2016, ha deliberato lo svolgimento di un’indagine conoscitiva sulla sicurezza e la difesa nello spazio cibernetico.[1]

Come precisato nel relativo programma “l’indagine si incentrerà sugli specifici profili di interesse della Commissione Difesa, fermo restando che, per far emergere più chiaramente il ruolo che le Forze armate svolgono oggi e quello che dovranno svolgere in futuro in questo campo, essa dovrà tenere conto del ruolo svolto dagli altri soggetti che operano nel complessivo sistema di protezione dello spazio cibernetico nazionale, acquisendo, dove possibile, anche il contributo di conoscenza che può venire dall’apporto di inquadramento concettuale, di informazione e di esperienza di soggetti istituzionali che, pur esterni al sistema della difesa in senso stretto, operino comunque in campi di attività riconducibili al tema di cui si parla. L’attività di indagine si articolerà principalmente in audizioni di soggetti competenti e qualificati rispetto al tema e, ove necessario, in sopralluoghi o visite di studio al di fuori della sede parlamentare (per i quali sarà di volta in volta chiesta l’autorizzazione della Presidente della Camera) e si concluderà entro l’anno 2016”.

 

Quadro normativo

Definizioni

Secondo la definizione contenuta nel D.P.C.M 24 gennaio 2013, recante gli Indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale, lo spazio cibernetico è rappresentato dall’insieme delle infrastrutture informatiche interconnesse, comprensivo di hardware, software, dati ed utenti, nonché delle relazioni logiche, comunque stabilite, tra di essi. Esso dunque comprende internet, le reti di comunicazione, i sistemi su cui poggiano i processi informatici di elaborazione dati e le apparecchiature mobili dotate di connessione di rete[2].

A sua volta la minaccia cibernetica viene definita nel Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico (vedi infra), come l’insieme di quelle condotte c.d. ”controindicate” che possono essere realizzate nel e tramite lo spazio cibernetico ovvero in danno di quest’ultimo e dei suoi elementi costitutivi. La minaccia si sostanzia nei c.d. attacchi cibernetici[3] ovvero in azioni più o meno automatizzate sulle reti da parte di singoli individui o organizzazioni, statuali e non, finalizzate a distruggere, danneggiare o ostacolare il regolare funzionamento dei sistemi, delle reti o dei sistemi attuatori di processo da essi controllati ovvero a compromettere l’autenticità, l’integrità, la disponibilità e la riservatezza dei dati ivi custoditi o che vi transitano.

 

Come noto lo spazio cibernetico se da un lato ha consentito e consente tuttora notevoli opportunità di sviluppo culturale, sociale ed economico, dall’altro lato le caratteristiche stesse del cyber spazio hanno implicato ed implicano anche grandi vulnerabilità per la sicurezza nazionale e per la stabilità economica dei Paesi.

Gli attacchi cibernetici possono, infatti, originare da qualsiasi punto della rete globale e per le loro peculiarità - sono asimmetrici, trasversali e mutevoli -, possono determinare rilevanti conseguenze sul funzionamento e l’integrità della rete informatica di un Paese ed in particolare sulle infrastrutture informatizzate critiche di interesse nazionale.

 

Al riguardo, in base alla definizione contenuta nel del decreto del Ministero dell’Interno del 9 gennaio 2008, sono da considerarsi infrastrutture informatizzate critiche di interesse nazionale quei sistemi e quei servizi informatici di supporto dei Ministeri, di agenzie e di enti operanti in settori strategici anche nei rapporti internazionali quali, ad esempio, giustizia, difesa, finanza, ambiente, Banca d’Italia, oppure società partecipate dallo Stato che forniscono servizi essenziali in comuni con oltre 500.000 abitanti.

 

Dal punto di vista della pericolosità gli attacchi vengono generalmente classificati secondo diversi livelli di gravità[4]. Si passa, infatti, dal vandalismo cibernetico alla vera e propria guerra cibernetica, di sovente descritta come il quinto settore dell'attività militare accanto ai tradizionali domini di terra, mare, cielo e spazio[5]. “Gli attori che possono infatti avvalersi dello strumento informatico per azioni ostili vanno dall’ hacker individuale che agisce a scopo di lucro, fino all’apparato governativo che persegue obiettivi geopolitici o propagandistici, come nel caso degli attacchi informatici verso l’Estonia nel 2007[6], passando per la criminalità organizzata e i gruppi terroristici. Questi ultimi, ad esempio, usano il Cyber-spazio per tutto lo spettro delle loro attività, dal reclutamento al finanziamento, alla propaganda e, in misura sempre maggiore, anche l’attacco informatico vero e proprio teso a procurare un danno all’avversario”[7].

 

Al riguardo, si segnala che da un punto di vista dottrinario il tema della cyber warfare ha assunto un rilievo crescente -soprattutto dopo gli attacchi rivolti contro l’Estonia nel 2007- e con particolare riferimento alle logiche di difesa nazionale e all’evoluzione stessa del concetto tradizionale di conflitto tra Stati. In particolare, è stato rilevato come attualmente il conflitto “ha maggiore probabilità di manifestarsi tramite il furto di informazioni riservate (cyber spionaggio) o la paralisi di infrastrutture critiche nazionali piuttosto che tramite mezzi militari convenzionali. La guerra tradizionale ha sempre meno occasione di verificarsi, in contesti di tensione tra stati avanzati, e le nuove frontiere delle minacce alla sicurezza nazionale attengono sempre più alla dimensione cibernetica”[8], Sempre a livello dottrinario si discute se far rientrare questo tipo di attacchi nella fattispecie dell’articolo 5 del Trattato istitutivo dell’Alleanza Atlantica, consentendo così alla NATO di intervenire in legittima difesa collettiva contro lo stato “aggressore” o contro lo Stato che non vigila sull’operato lesivo di un proprio cittadino o comunque su un operato lesivo svolto dal proprio territorio[9].

 

Normativa nazionale: il D.P.C.M. 24 gennaio 2013

 

L’Italia nell’arco degli ultimi anni ha adottato diverse iniziative, anche di carattere normativo, per fronteggiare le minacce provenienti dal cyber spazio. Da ultimo la legge di stabilità per l’anno 2016 ha previsto l’Istituzione di uno specifico Fondo per il potenziamento degli interventi e delle dotazioni strumentali in materia di protezione cibernetica e sicurezza informatica nazionali, con uno stanziamento iniziale per l’anno 2016 di 150 milioni di euro (art. 1, comma 968,  legge n. 208 del 2015).

L’Italia è, inoltre, impegnata a livello europeo, internazionale e bilaterale per favorire la definizione di regole condivise in ambito digitale che consentano una più facile e rapida capacità di risposta alle sfide di sicurezza dello spazio cibernetico.

 

A livello nazionale, il DPCM 24 gennaio 2013, recante “Indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale”, ha delineato “in un contesto unitario e integrato l’architettura istituzionale deputata alla tutela della sicurezza nazionale relativamente alle infrastrutture critiche materiali e immateriali, con particolare riguardo alla protezione cibernetica e alla sicurezza informatica nazionali, indicando a tal fine i compiti affidati a ciascuna componente ed i meccanismi e le procedure da seguire ai fini della riduzione della vulnerabilità, della prevenzione dei rischi, della risposta tempestiva alle aggressioni e del ripristino immediato della funzionalità dei sistemi in caso di crisi” (articolo 1).

 

In linea con quanto previsto dal predetto DPCM, sono stati successivamente redatti il Quadro Strategico Nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico ed il Piano Nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica che contengono gli obiettivi strategici e operativi della cyber security italiana. Sono stati così individuati, insieme con i profili e le tendenze evolutive delle minacce alle reti ed ai sistemi di interesse nazionale, anche gli strumenti e le procedure per contrastarle e sono stati allo stesso tempo definiti tanto i compiti dei vari attori pubblici e privati, quanto gli obiettivi specifici e le linee di azione prioritarie[10].

 

Il sistema delineato dal DPCM 24 gennaio 2013 pone al vertice del potere decisionale il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri che compongono il Comitato per la sicurezza della Repubblica (CISR), a cui sono demandati i compiti di indirizzo politico-strategico. Ad essi, infatti, spetta la definizione della strategia nazionale di cyber-security nonché l’emanazione delle conseguenti direttive d’indirizzo. A supporto del Comitato interministeriale opera un apposito organismo collegiale di coordinamento (articolo 5), presieduto dal Direttore generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS).

Il comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR) è un organismo di consulenza, proposta e deliberazione sugli indirizzi e le finalità generali della politica dell’informazione per la sicurezza. In particolare il Comitato:

·     delibera sulla ripartizione delle risorse finanziarie e sui bilanci preventivi e consuntivi di DIS, AISE e AISI

·     indica il fabbisogno informativo necessario ai ministri per svolgere l’attività di governo.

 

Sono membri del CISR:

·     il Presidente del Consiglio dei ministri;

·     l’Autorità delegata;

·     il Ministro degli affari esteri;

·     il Ministro dell’interno;

·     il Ministro della difesa;

·     il Ministro della giustizia;

·     il Ministro dell’economia e delle finanze;

·     il Ministro dello sviluppo economico.

 

Al Direttore generale del DIS sono assegnate le funzioni di segretario del Comitato.

A sua volta l’ organismo collegiale di coordinamento svolge attività preparatoria delle riunioni del CISR dedicate alla materia della sicurezza cibernetica; assicura l'istruttoria per l'adozione degli atti e per l'espletamento delle attività, da parte del CISR; espleta le attività necessarie a verificare l'attuazione degli interventi previsti dal Piano nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico e l'efficacia delle procedure di coordinamento tra i diversi soggetti, pubblici e privati, chiamati ad attuarli; coordina, in attuazione degli indirizzi approvati dal CISR e sulla base degli elementi forniti dalle Amministrazioni ed enti competenti, dagli organismi di informazione per la sicurezza, dal Nucleo per la sicurezza cibernetica e dagli operatori privati, nonché avvalendosi del comitato scientifico di cui all' articolo 6, la formulazione delle indicazioni necessarie allo svolgimento delle attività di individuazione delle minacce alla sicurezza dello spazio cibernetico, al riconoscimento delle vulnerabilità, nonché per l'adozione di best practices e misure di sicurezza. Inoltre, l'organismo collegiale di coordinamento compie approfondimenti ed acquisisce ogni utile contributo e valutazione ritenuti necessari.

 

A supporto del Presidente del Consiglio per gli aspetti relativi alla prevenzione e all’approntamento rispetto a situazioni di crisi, il Decreto istituisce anche il Nucleo per la sicurezza cibernetica (articolo 8), costituito in via permanente presso l’Ufficio del Consigliere militare e da questi presieduto. Il Nucleo è altresì composto da un rappresentante rispettivamente del DIS, dell'AISE, dell'AISI, del Ministero degli affari esteri, del Ministero dell'interno, del Ministero della difesa, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero dell'economia e delle finanze, del Dipartimento della protezione civile e dell'Agenzia per l'Italia digitale. Per gli aspetti relativi alla trattazione di informazioni classificate il Nucleo è integrato da un rappresentante dell'Ufficio centrale per la segretezza di cui all'articolo 9 della legge n. 124/2007.

 

Ai sensi dell’articolo 11 del D.P.C.M. 01/10/2012, recante l’ordinamento delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Ufficio del Consigliere Militare assiste il Presidente del Consiglio nel coordinamento interministeriale e nelle relazioni con Enti ed Organismi, nazionali ed internazionali, in materia di difesa e sicurezza nazionale, gestione delle crisi, protezione cibernetica e sicurezza informatica, politica spaziale, esercizio dei poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, attività di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni ed infrastrutture critiche; cura gli affari di interesse della Presidenza relativi agli aspetti militari, compresi quelli industriali, connessi all’appartenenza dell'Italia alle organizzazioni internazionali; fornisce supporto all’Autorità politica nello sviluppo di tematiche afferenti l’esportazione, importazione e transito di prodotti per la difesa e nello studio ed individuazione di ipotesi di conversione di imprese operanti nel settore della difesa.

 

il Decreto prevede, inoltre, l’istituzione presso la Scuola di formazione del Sistema di Intelligence un comitato scientifico composto da esperti della materia provenienti dalle università, dagli enti di ricerca, dalle pubbliche amministrazioni e dal settore privato. Al Comitato scientifico è affidato il compito di predisporre ipotesi di intervento rivolte a migliorare gli standard ed i livelli di sicurezza dei sistemi e delle reti, nel quadro delle azioni finalizzate ad incrementare le condizioni di sicurezza dello spazio cibernetico d'interesse del Paese. Il Comitato, inoltre, assicurare ogni necessario contributo per lo svolgimento delle attività spettanti rispettivamente all'organismo collegiale di coordinamento ed al Nucleo per la sicurezza cibernetica, nel campo della prevenzione e della preparazione ad eventuali situazioni di crisi.

 

Si segnala, infine, che nel sistema delineato dal richiamato D.P.C.M. 24 gennaio 2013, un ruolo di rilevo viene assegnato agli operatori privati che gestiscono infrastrutture critiche di rilievo nazionale ed europeo, il cui funzionamento è condizionato dall’operatività di sistemi informatici e telematici.

Ai sensi dell’articolo 11 del D.P.C.M. 24 gennaio 2013 tali soggetti sono tenuti a comunicare ogni significativa violazione della propria sicurezza o dell’integrità dei propri sistemi informatici al Nucleo per la sicurezza cibernetica e, se richiesto, agli organismi di informazione per la sicurezza e devono, altresì, adottare le misure di sicurezza e le best practice eventualmente predisposte dall’organismo collegiale di coordinamento posto a supporto del CISR. Sono inoltre, tenuti a riferire informazioni agli organismi di informazione per la sicurezza e consentire ad essi l'accesso alle banche dati d'interesse ai fini della sicurezza cibernetica di rispettiva pertinenza, nei casi previsti dalla legge n. 124/2007. Da ultimo, collaborano alla gestione delle crisi cibernetiche contribuendo al ripristino della funzionalità dei sistemi e delle reti da essi gestiti.

 

Fonte: https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/approfondimenti/principi-strategici-delle-politiche-di-cyber-security.html

Il quadro Strategico Nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico

 

Il Quadro Strategico Nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico, elaborato dal Tavolo Tecnico Cyber (TTC) – che opera presso il DIS e al quale partecipano i rappresentanti cyber del CISR (Affari esteri, Interno, Difesa, Giustizia, Economia e Finanze, Sviluppo economico), dell’Agenzia per l’Italia Digitale e del Nucleo per la Sicurezza Cibernetica – delinea le linee strategiche nazionali nel medio-lungo periodo. In particolare, fornisce una panoramica delle principali minacce – dalla criminalità informatica allo sfruttamento delle tecnologie ICT per fini terroristici, dall’“hacktivismo” allo spionaggio cibernetico, dal sabotaggio per via informatica ai conflitti nella 5a dimensione – e delle vulnerabilità sfruttate per la conduzione di attacchi nello spazio cibernetico (capitolo primo).

Il documento oltre a definire i ruoli e i compiti dei soggetti pubblici individua inoltre:

·      strumenti e procedure per potenziare le capacità cibernetiche del Paese;

·      gli indirizzi strategici che includono il miglioramento, secondo un approccio integrato, delle capacità tecnologiche, operative e di analisi degli attori istituzionali;

·      il potenziamento delle capacità di difesa delle Infrastrutture Critiche nazionali e degli attori di rilevanza strategica per il sistema-Paese;

·      l’incentivazione della cooperazione tra istituzioni e imprese nazionali;

·      la promozione e diffusione della cultura della sicurezza cibernetica;

·      il rafforzamento delle capacità di contrasto alla diffusione di attività e contenuti illegali on-line;

·      il rafforzamento della cooperazione nazionale in materia di sicurezza cibernetica.

 

L'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) è una agenzia pubblica italiana istituita ai sensi del Decreto legge n. 83 del 2012 (cosiddetto "Decreto sviluppo"), convertito dalla legge n. 134 del 2012. L'Agenzia è sottoposta ai poteri di indirizzo e vigilanza del presidente del Consiglio dei ministri o del ministro da lui delegato. Ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana (in coerenza con l’Agenda digitale europea) e contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e la crescita economica. A sua volta l'Agenda Digitale Locale è un documento riguardante la strategia con cui un ente locale intende affrontare l'innovazione tecnologica delle proprie infrastrutture e dei propri servizi. I temi dell'Agenda Digitale si sviluppano a livello europeo con l'Agenda Digitale Europea, e a livello italiano con l'Agenda Digitale Italiana a fare da guida alle Agende Digitali Locali costituite nei Comuni e Province d'Italia.

Il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) è l’organo di cui si avvalgono il Presidente del Consiglio dei ministri e l’Autorità delegata per l’esercizio delle loro funzioni e per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, nell’analisi e nelle attività operative di AISE e AISI. Al DIS spetta, inoltre, il coordinamento delle attività informative indirizzate alla protezione delle infrastrutture critiche e dello spazio cibernetico del Paese, In sintesi, il DIS[11]: coordina l’intera attività di informazione per la sicurezza, compresa quella relativa alla sicurezza cibernetica e ne verifica i risultati; è informato costantemente delle operazioni di AISE e AISI e trasmette al Presidente del Consiglio dei ministri le informative e le analisi prodotte dal Sistema; raccoglie informazioni, analisi e rapporti prodotti da AISE e AISI, da altre amministrazioni dello Stato e da enti di ricerca; elabora analisi strategiche o relative a particolari situazioni da sottoporre al CISR o ai singoli ministri che lo compongono; promuove e garantisce lo scambio informativo tra i servizi di informazione e le Forze di polizia; esercita il controllo sulle attività di AISE e AISI attraverso l’Ufficio centrale ispettivo; vigila sulla corretta applicazione delle disposizioni emanate dal Presidente del Consiglio dei ministri in materia di tutela amministrativa del segreto di Stato e della documentazione classificata; impartisce gli indirizzi per la gestione unitaria del personale di DIS, AISE e AISI; gestisce unitariamente gli approvvigionamenti e i servizi logistici comuni a DIS, AISE e AISI; elabora con AISE e AISI il piano di acquisizione delle risorse umane, materiali e strumentali; cura le attività di promozione della cultura della sicurezza e la comunicazione istituzionale.

 

Il Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica

 

A sua volta il Piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica, in linea con quanto previsto dal richiamato Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 gennaio 2013, rappresenta il documento operativo di breve periodo (2014-2015) nel quale vengono individuate le priorità, gli obiettivi specifici e le linee d’azione per dare concreta attuazione a quanto descritto nel Quadro Strategico[12].

 

A tal fine il Piano individua i seguenti undici indirizzi operativi:

·      Potenziamento delle capacità di intelligence, di polizia e di difesa civile e militare;

·      potenziamento dell’organizzazione e delle modalità di coordinamento e di interazione a livello nazionale tra soggetti pubblici e privati;

·      promozione e diffusione della cultura della sicurezza informatica. Formazione e addestramento;

·      cooperazione internazionale ed esercitazioni;

·      operatività del CERT nazionale, del CERT-PA e dei CERT dicasteriali;

·      interventi legislativi e compliance con obblighi internazionali;

·      compliance a standard e protocolli di sicurezza;

·      supporto allo sviluppo industriale e tecnologico;

·      comunicazione strategica;

·      risorse;

·      implementazione di un sistema di Information Risk Management nazionale.

 

 

Il CERT nazionale è una struttura individuata dall’articolo 16 - bis del d.lgs. n. 259 del 2003, recante il Codice delle Comunicazioni elettroniche. Si tratta di una struttura destinata a potenziare i meccanismi di risposta agli incidenti informatici e gli strumenti di rilevazione e contrasto alle minacce. Il CERT nazionale ha avviato le sue attività a partire dal 5 giugno 2014. Il CERT nazionale opera a supporto di Cittadini ed Imprese con l’obiettivo di incrementare la consapevolezza e la cultura della sicurezza nell’utilizzo di servizi on line, fornendo informazioni tempestive su potenziali minacce informatiche, raccomandazioni e consigli utili per la prevenzione, contromisure per la risoluzione di incidenti informatici con impatto significativo (www.certnazionale.it). Per assicurare un’azione efficace, il CERT opera sulla base di un modello cooperativo pubblico-privato. Il CERT nazionale ha avviato, infatti, la collaborazione con importanti imprese che gestiscono infrastrutture informatizzate. Sulla base di tale collaborazione è stato istituito un Tavolo tecnico permanente per garantire un confronto costante tra i principali attori coinvolti e quindi migliorare e velocizzare le azioni di risposta ad eventuali incidenti informatici. il CERT nazionale ha avviato una stretta collaborazione con il CERT-PA (CERT delle Pubbliche Amministrazioni che opera all’interno dell’Agenzia per l’Italia Digitale), CERT Difesa e CNAIPIC (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche che opera nell’ambito del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni). In ambito internazionale, il CERT nazionale ha già avviato forme di dialogo con CERT europei, extra-europei e con il CERT EU (CERT dell’Unione Europea sostenuto dall’Agenzia europea per la sicurezza ENISA).

 

Le relazioni presentate al Parlamento sul tema della sicurezza cibernetica

 

Da diversi anni il tema della sicurezza cibernetica costituisce oggetto di analisi nell’ambito delle Relazioni sulla politica dell’informazione per la sicurezza, predisposte dal Governo (Presidenza del Consiglio dei ministri) e trasmesse al Parlamento ai sensi dell’articolo 38 della legge n. 124 del 2007[13].

Tale norma prevede, infatti, che entro il mese di febbraio di ogni anno il Governo trasmetta al Parlamento una relazione scritta, riferita all'anno precedente, sulla politica dell'informazione per la sicurezza e sui risultati ottenuti (comma 1). Alla relazione è allegato il documento di sicurezza nazionale, concernente le attività relative alla protezione delle infrastrutture critiche materiali e immateriali nonché alla protezione cibernetica e alla sicurezza informatica (comma 1-bis)[14].

 

In relazione a questo tema è possibile osservare come già nella Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza relativa all’anno 2009 la cybersecurity veniva definita come “un fondamentale campo di sfida per l’intelligence (…) un fattore di rischio di prima grandezza, direttamente proporzionale al grado di sviluppo raggiunto dalle tecnologie dell’informazione”.

A questa prima analisi hanno fatto seguito – nelle Relazioni presentate al Parlamento negli anni successivi – ulteriori riflessioni, che secondo un livello crescente di intensità hanno considerato la minaccia cibernetica come una “sfida crescente per le politiche di sicurezza degli Stati”[15], un obiettivo informativo prioritario dell’attività intelligence nazionale”[16], “la sfida più impegnativa per il sistema Paese”. In particolare, proprio nella Relazione riferita all’anno 2012 che qualifica la minaccia cibernetica come “la sfida più impegnativa per il sistema Paese” tale valutazione viene motivata in considerazione “dei suoi peculiari tratti caratterizzanti che attengono tanto al dominio digitale nel quale viene condotta, quanto alla sua natura diffusa e transnazionale, quanto ancora agli effetti potenziali in grado di produrre ricadute peggiori di quelle ipotizzabili a seguito di attacchi convenzionali e di incidere sull’esercizio di libertà essenziali per il sistema democratico”[17].

A sua volta nella Relazione relativa all’anno 2013, si dà conto del fatto che il monitoraggio informativo svolto in tale anno “ha consentito di rilevare come la concentrazione degli eventi cibernetici di maggior rilievo si sia tradotta in un significativo incremento di attività intrusive finalizzate all’acquisizione di informazioni sensibili e alla sottrazione di know-how pregiato. Ciò in danno del patrimonio informativo di enti governativi, militari, ambasciate, centri di ricerca, nonché di società operanti nei settori aerospaziale, della difesa e dell’energia, anche di fonte alternativa”[18].

Da ultimo, la Relazione riferita all’anno 2014 nella parte terza dell’elaborato, intitolata la minaccia nel cyber-spazio, “muove dai più significativi aspetti fenomenici de la cyberthreat per tratteggiare le sfide future che l’intelligence dovrà fronteggiare con riguardo all’evoluzione delle modalità operative e all’ampio range di finalità e attori, cui corrisponde un ventaglio altrettanto diversificato nelle tipologie di rischio per la sicurezza del Sistema Paese: dagli attacchi alla sicurezza delle infrastrutture critiche nazionali allo spionaggio digitale, dall’hacktivismo contro obiettivi istituzionali al cyberjihad”.

 

Nell’ambito delle relazioni presentate al Parlamento, si segnala, altresì, la Relazione presentata dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica e relativa all’indagine svolta dal medesimo Comitato sulle possibili implicazioni e minacce per la sicurezza nazionale derivanti dallo spazio cibernetico[19]. Come si legge nella premessa della relazione, approvata nel corso della seduta del 7 luglio 2010, il lavoro “si articola in una premessa di sintesi delle nuove problematiche strategiche riferite ai compiti del Comitato; nella descrizione dell’attività svolta; nell’illustrazione delle caratteristiche del fenomeno a livello globale; nell’analisi delle ricadute per il nostro Paese; nella presentazione delle principali risultanze delle attività di intelligence; nella proposta di interventi per rafforzare la capacità di analisi dei nostri apparati di sicurezza e per potenziare le attività di prevenzione e contrasto alle minacce.

 

 

Iniziative a livello europeo

 

Nel 2013 l’Unione europea ha adottato la propria strategia in materia di cybersecurity, invitando tutti gli stati membri a fare altrettanto. Il 18 novembre 2014 il Consiglio dell’Unione europea ha a sua volta adottato il Quadro strategico dell'UE in materia di ciberdifesa.

Il documento, conformemente a quanto richiesto nelle conclusioni del Consiglio europeo di dicembre 2013 e nelle conclusioni del Consiglio di novembre 2013 sulla PSDC anche in ordine agli aspetti di ciberdifesa di cui alla strategia dell'UE per la cibersicurezza[20], identifica le aree prioritarie per la ciberdifesa PSDC e chiarisce i ruoli dei diversi attori europei, rispettando al contempo totalmente le responsabilità e le competenze rispettive dei soggetti dell'Unione e degli Stati membri, come anche il quadro istituzionale dell'UE e la sua autonomia decisionale[21].

Il processo di attuazione della strategia dell'UE per la cibersicurezza è stato approvato dal Gruppo amici della presidenza.

Si segnala, infine, che in data 18 dicembre 2015 il comitato dei rappresentanti permanenti (COREPER) organo preparatorio del Consiglio ha raggiunto un accordo sulla proposta di direttiva sulla sicurezza delle reti del 2013 e sono stati conseguentemente avviati i lavori di finalizzazione degli aspetti tecnici del testo[22]. L’accordo politico sulla bozza di direttiva concerne regole che:

·      miglioreranno le capacità in termini di cybersecurity negli Stati membri cui è richiesta l’adozione di una strategia con obiettivi e policy e misure regolatorie sulla cybersecurity. Agli stati membri sarà anche richiesto, spiega la nota, di identificare una autorità competente nazionale per la implementazione della direttiva così come un Computer Security Incident Response Teams (CSIRT).

·      miglioreranno la cooperazione gli Stati membri sulla sicurezza informatica con un Cooperation Group tra gli Stati membri, al fine di sostenere e facilitare la cooperazione strategica e lo scambio di informazioni tra gli Stati membri. La direttiva creerà anche una rete di Computer Security Incident Response Team, noto come Rete CSIRT, per promuovere una rapida ed efficace cooperazione operativa in un particolare caso di sicurezza informatica e la condivisione delle informazioni sui rischi. L’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione (ENISA) fornirà il segretariato per la rete CSIRTs.

·      imporanno agli operatori di servizi essenziali nei settori dell’energia, dei trasporti, banche e sanità, e ai fornitori di servizi digitali chiave come i motori di ricerca e il cloud computing, di adottare le opportune misure di sicurezza e di segnalare gli incidenti alle autorità nazionali.

A seguito di questo accordo politico, il testo della direttiva dovrà essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Successivamente  sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e entrerà ufficialmente in vigore. Gli Stati membri avranno 21 mesi per attuare la presente direttiva nella legislazione nazionale e 6 mesi più per identificare gli operatori dei servizi essenziali.

 

 


 



[1]     Il programma integrale dell’indagine conoscitiva è pubblicato nell’allegato al resoconto della seduta della Commissione difesa del 26 gennaio 2016 http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2016/01/26/leg.17.bol0580.data20160126.pdf

[2]     La definizione è, altresì, contenuta nel documento Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico, dicembre 2013, pag. 10, riportato in allegato al presente dossier.

[3]     La definizione è anch’essa contenuta nel citato documento Quadro strategico nazionale per la sicurezza dello spazio cibernetico, pag. 11.

[4]     Un elenco esemplificativo è contenuto nel documento Relazione sulle possibili implicazioni e minacce per la sicurezza nazionale derivanti dall’utilizzo dello spazio cibernetico, Doc.XXXIV, n.4, approvato dal Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica in data 7 luglio 2010 e successivamente trasmesso al Parlamento.

[5]    Umberto Gori, Lo spazio cibernetico tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle libertà individuali, Informazioni della difesa, supplemento al n. 6/2014”. Un estratto di questo lavoro è riportato in allegato al presente dossier.

[6]     Nel maggio 2007 l’Estonia è stata bersaglio di una serie di attacchi cibernetici su larga scala, per un periodo di alcune settimane, durante le quali sono state interrotte le normali funzioni dei siti internet ufficiali di alcune organizzazioni, tra cui il Parlamento, taluni  ministeri, alcune testate giornalistiche e determinate banche ed emittenti televisive e radiofoniche. L’Estonia è stata il primo paese europeo a dotarsi di una strategia per la cyber security nel 2008. Claudia Cencetti, Cybersecurity: Unione europea e Italia. Prospettive a confronto (quaderni IAI, agosto 2014) .  Si ricorda, inoltre, che anche la Georgia fu oggetto, nell’agosto 2008, di un attacco informatico su larga scala nel corso della guerra dell’Ossezia meridionale.

[7]     Relazione sulle possibili implicazioni e minacce per la sicurezza nazionale derivanti dall’utilizzo dello spazio cibernetico, cit., pag. 13

[8]     Claudia Cencetti, Cybersecurity: Unione europea e Italia. Prospettive a confronto, quaderni IAI, agosto 2014, pag.13

[9]     Claudia Cencetti, cit., pag. 49, si veda anche Umberto Gori, Lo spazio cibernetico tra esigenze di sicurezza nazionale e tutela delle libertà individuali, Informazioni della difesa, supplemento al n. 6/2014“

[10]   Cfr. Presidenza del Consiglio dei ministri, Relazione sulla politica dell’informazione per la sicurezza 2013, pag.14. https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/.../relazione-annuale.html

[11]   Fonte:https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/chisiamo/organizzazione/dis.html.

[12]   Da un punto di vista dottrinario si segnala che a due anni dalla pubblicazione del Quadro Strategico Nazionale per la Sicurezza dello Spazio Cibernetico il Laboratorio Nazionale di Cyber Securi-ty del CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica) ha coinvolto numerosi esperti accademici per la redazione di un documento nel quale si evidenziano le sfide che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi anni per aumentare, a tutti i livelli, la consapevolezza della minaccia cyber e le capacità difensive del nostro Paese. Le sfide proposte sono poi accompagnate da una serie di raccomandazioni agli organi preposti per rispondere ad esse in modo adeguato, migliorando nel contempo la politica digitale del paese.

[13]   La legge n. 124 del 2007 reca disposizioni concernenti il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto. L’elenco delle relazioni trasmessa al parlamento ai sensi della richiamata legge è consultabile al sito https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/.../relazione-annuale.html.

[14]   Comma aggiunto dall'articolo 9, comma 1, della legge n. 133 del 2012 recante modifiche alla legge 3 agosto 2007, n. 124, concernente il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e la disciplina del segreto.

[15]   Relazione relativa all’anno 2010, paragrafo Cyber threat, pag. 30.

[16]   Relazione relativa all’anno 2011, paragrafo minaccia cibernetica, pag.67.

[17]   Relazione relativa all’anno 2012, paragrafo minaccia cibernetica, pag.37.

[18]   Relazione relativa all’anno 2013, capitolo Cyber threat, pag. 32.

[19]   http://www.parlamento.it/documenti/repository/commissioni/bicamerali/COMITATO%20
SICUREZZA/Doc_XXXIV_n_4.pdf

[20]   Comunicazione congiunta al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni "Strategia dell'Unione europea per la cibersicurezza: un ciberspazio aperto e sicuro", del 7 febbraio 2013 e connesse conclusioni del Consiglio "Affari generali" del 25 giugno 2013.

[21]   Il processo di attuazione della strategia dell'UE per la cibersicurezza è stato approvato dal Gruppo amici della presidenza (Questioni riguardanti il ciberspazio).

[22] http://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2015/12/18-cybersecurity-agreement/