DIFESA NAZIONALE | PROGRAMMI E PIANI |
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Camera dei deputati |
XVII LEGISLATURA |
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Documentazione e ricerche |
Documento
programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2014-2016 |
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n. 130 |
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14 luglio 2014 |
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Difesa ( 066760-4172 – * st_difesa@camera.it |
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la fonte. |
File: DI0174.doc |
INDICE
Il contenuto del documento programmatico pluriennale per la Difesa per
il triennio 2014-2016
Esigenze operative e linee di sviluppo capacitivo dello strumento
militare
Definizione delle priorità politiche e degli obiettivi strategici della
Difesa
Funzione sicurezza del territorio
Pensioni provvisorie del personale in ausiliaria
Pubblicistica
SIPRI Yearbook 2013 Armaments,
Disarmament and International Security (sintesi in Italiano)
Allegati
Evoluzione degli stanziamenti previsionali per la Difesa
2009-2016
In data 20 giugno 2014 il Ministro della Difesa
Roberta Pinotti ha trasmesso alla Camera, ai sensi dell'articolo 536, comma 1,
del Codice dell'ordinamento militare di cui al decreto n. 66 del 2010, il
Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2014-2016 (
D.P.P.).
Il contenuto di tale documento, annunciato
all'Assemblea della Camera nella seduta del 23 giugno, è stato successivamente
illustrato dal Ministro della Difesa alle Commissioni congiunte IV Camera e IV
Senato nel corso della seduta dello scorso 24 giugno.
Il documento in esame trova il proprio fondamento
normativo nell'articolo 536 del Codice, come modificato dalla legge n.
244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare.
La legge n. 244 del 2012
nell’individuare una serie di misure volta a rivedere, in senso riduttivo lo
strumento militare, ha altresì, innovando sia le procedure che regolano l’esame parlamentare dei programmi di
acquisizione dei sistemi d’arma, sia gli strumenti conoscitivi concernenti,
in particolare, la programmazione degli investimenti in questo settore al fine
di assicurare una più ampia informazione sulla materia in esame e una più
incisiva partecipazione del Parlamento nella fase decisionale concernente
l’acquisizione di sistemi d’arma. La legge n.244 del 2012 ha delineato precise
cadenze temporali sia nella presentazione dei programmi di ammodernamento da
sottoporre al Parlamento, sia nelle modalità di espressione del parere anche
quando questi risulti ostativo. Nello specifico,
tale disposizione (art. 536 del Codice) prevede la presentazione annuale, entro
la data del 30 aprile, di un "piano di impiego pluriennale"
finalizzato a riassumere:
-
il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate,
comprensive degli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive;
-
l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il
relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a
ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i
programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del
Ministero dello sviluppo economico. Nell'elenco sono altresì indicate le
condizioni contrattuali, con particolare riguardo alle eventuali clausole
penali;
-
le spese relative alla funzione difesa, comprensive delle
risorse assegnate da altri Ministeri.
Si
ricorda che, relativamente al precedente anno, il Documento programmatico
previsionale per il triennio 2013-2015 era stato presentato in data 10 aprile
2013 dall'allora Ministro della difesa, Giampaolo Di Paola (XVI legislatura,
Governo Monti). Successivamente (XVI legislatura, Governo Letta), tale
documento è stato esaminato dalla Commissione difesa della Camera ai sensi
dell'articolo 124 del Regolamento. La Commissione ne ha terminato l'esame con la pubblicazione,
in allegato al resoconto della seduta della Commissione difesa del 31 luglio
2013, dell' "intervento conclusivo" della relatrice, On. Villecco
Calipari.
Da un punto di
vista sistematico il D.P.P. per il triennio 2014-2016 si inserisce nel quadro
complessivo delle relazioni che in base alla normativa vigente il Ministero
della Difesa è tenuto annualmente a trasmettere al Parlamento e vertenti
anch'esse sulle materie indicate dal richiamato articolo 536 del Codice.
Al riguardo, si
ricorda, infatti, che ai sensi dell'articolo 12 del Codice il Ministro
della difesa, in sede di presentazione annuale dello stato di previsione del
Ministero, illustra al Parlamento:
a)
l'evoluzione del
quadro strategico e le
implicazioni militari della situazione delle alleanze;
b)
l'evoluzione degli impegni operativi interforze, con riguardo alla capacità operativa
e alla preparazione delle Forze armate e al loro necessario adeguamento;
c)
la nota
aggiuntiva allo stato di previsione della spesa;
d)
gli altri elementi di cui all' articolo 548 (vedi
infra).
Inoltre, sempre ai
sensi dell'articolo 12 del Codice, il Ministro della difesa presenta
annualmente, entro il 31 gennaio di ciascun anno, una relazione al
Parlamento sullo stato di avanzamento del processo di ristrutturazione,
nonché sulla necessità di apportarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti
di bilancio e delle dotazioni organiche di personale previste dalle vigenti
disposizioni. Il Ministro della difesa evidenzia altresì, nella medesima
relazione, le modalità attraverso le quali il processo di ristrutturazione
attua il principio del coordinamento tra le Forze armate.
A sua volta, ai
sensi dell'articolo 548 del Codice, in materia di relazioni
illustrative sullo stato di attuazione dei programmi, in allegato allo
stato di previsione del Ministero della difesa, il Governo trasmette al
Parlamento relazioni illustrative:
a)
sulla spesa
complessiva prevista per il
personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in
servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo,
altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell'ambito delle aree
tecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Difesa;
b)
sullo stato di attuazione
dei programmi di costruzione, acquisizione e ammodernamento di mezzi,
impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del
Ministero della difesa. Per ciascun programma sono indicati l'esigenza
operativa, l'oggetto, la quantità, l'onere globale, lo sviluppo pluriennale e
la percentuale di realizzazione; sono, altresì, fornite indicazioni sui
rapporti tra acquisti compiuti all'estero e in Italia e sulla quota di questi
effettuata nel Mezzogiorno;
c)
sull'attività
contrattuale concernente la manutenzione
straordinaria e il reintegro dei sistemi
d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla
difesa nazionale, che si espleta secondo programmi aventi di norma durata
annuale, in relazione alle quote da impegnare sugli appositi capitoli dello
stato di previsione del Ministero della difesa;
d)
sullo stato
di attuazione del programma di potenziamento
e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi
dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attività del
tempo libero, e idoneo a garantire attività di promozione sociale e sportiva,
al quale si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio,
specificando, nell'ambito dei pertinenti capitoli dello stato di previsione del
Ministero della difesa, le quote da destinare alla realizzazione del programma
medesimo;
e)
sui programmi, di competenza del Ministero della
difesa, attuati ai sensi della legge 11 novembre 1986, n. 770.
Più in generale,
si segnala, infine, che ai sensi dell'articolo 3, comma 68 della legge n. 244
del 2007, entro il 15 giugno di ciascun anno ogni Ministro trasmette
alle Camere, per l'esame da parte delle Commissioni parlamentari competenti per
materia e per i profili di coerenza ordinamentale e finanziaria, una relazione
sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse
nelle amministrazioni di rispettiva competenza e sul grado di efficienza dell'azione
amministrativa svolta con riferimento alle missioni e ai programmi in cui si
articola il bilancio dello Stato.
Ai sensi del
citato comma 68 le relazioni, predisposte sulla base di un'istruttoria
svolta dai servizi per il controllo interno, danno conto, con
riferimento all'anno solare precedente, degli elementi informativi e di
valutazione individuati con apposita direttiva emanata dal Ministro per
l'attuazione del programma di Governo, su proposta del Comitato
tecnico-scientifico per il controllo strategico nelle amministrazioni dello
Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2006, n.
315, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:1) lo stato di
attuazione delle direttive di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 30
luglio 1999, n. 286, con riguardo sia ai risultati conseguiti
dall'amministrazione nel perseguimento delle priorità politiche individuate dal
Ministro, sia al grado di realizzazione degli obiettivi di miglioramento, in
relazione alle risorse assegnate e secondo gli indicatori stabiliti, in
conformità con la documentazione di bilancio, anche alla luce delle attività di
controllo interno, nonché le linee di intervento individuate e perseguite al
fine di migliorare l'efficienza, la produttività e l'economicità delle
strutture amministrative e i casi di maggior successo registrati;2) gli
adeguamenti normativi e amministrativi ritenuti opportuni, con particolare
riguardo alla soppressione o all'accorpamento delle strutture svolgenti
funzioni coincidenti, analoghe, complementari o divenute obsolete;3) le misure
ritenute necessarie ai fini dell'adeguamento e della progressiva
razionalizzazione delle strutture e delle funzioni amministrative nonché della
base normativa in relazione alla nuova struttura del bilancio per missioni e
per programmi.
Con
riferimento al 2013 la Relazione
sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul
grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero della
difesa, denominata «Rapporto di performance 2013», è stata trasmessa alla
Camera in data 13 giugno 2014 ( (Doc. CLXIV, n. 13, annuncio all'Assemblea 18
giugno 2014).
Relativamente
al precedente anno il «Rapporto di
performance 2012», Doc. CLXIV, n. 1,
è stato trasmesso alla Camera il 14 giugno 2014 e successivamente esaminato
dalla Commissione difesa che ne ha concluso l'esame con l'approvazione di una
relazione presentata dalla relatrice On. Villecco Calipari (cfr. seduta del 17
luglio 2013 ), successivamente trasmessa alla Commissione bilancio.
Il D.P.P per il triennio 2014-2016,
trasmesso dal Governo al Parlamento ai sensi dell’articolo 536, comma 1 del
Codice dell’ordinamento militare, muove da alcune considerazioni preliminari.
In primo luogo, rispetto alla tempi di
presentazione previsti dal richiamato articolo 536 (entro la data del 30 aprile), il Documento in esame risulta presentato in
un periodo successivo e ciò in considerazione della necessità, manifestata
anche dal ministro della Difesa Pinotti nel corso della sua audizione dello
scorso 24 giugno, di fornire al Parlamento un quadro generale dei programmi
pluriennali della difesa conforme alle misure
di riduzione di spesa disposte dal comma 11 dell’articolo 8 del decreto
legge n. 66 del 2014.
Tale norma ha, infatti, previsto la
rideterminazione, limitatamente all’anno
2014, dei programmi di investimento pluriennale per la difesa nazionale in maniera tale da conseguire
riduzioni di spesa - in termini di
indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni - pari a 400 milioni di euro per l'anno 2014.
L’addendum
allegato al D.P.P 2014-2015 dà, dunque, conto di tali rideterminazioni.
Al
riguardo, si ricorda che, in precedenza, l'articolo 1, comma 396 della legge di stabilità per il 2014 aveva già disposto la rideterminazione dei
programmi di investimenti pluriennali per la difesa nazionale in maniera tale
da conseguire risparmi di spesa per gli anni 2015 e 2016 -anche in termini di
indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni- pari a 100 milioni di euro
per ciascun anno.
Per quanto attiene, invece, alla natura del
Documento in esame esso si presenta come un “documento di transizione” in vista della prossima pubblicazione, prevista entro il corrente anno, di un
nuovo “Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa” che dovrà
definire il nuovo quadro strategico di riferimento per lo strumento militare, gli
obiettivi che il Paese intende perseguire e le modalità e gli strumenti da utilizzare per la protezione e la tutela
dei cittadini, del territorio, degli interessi vitali e strategici e dei valori nazionali.
“Le risultanze di tale lavoro”, si legge
nelle premesse del D.P.P “dovrebbero trovare naturale finalizzazione nelle
indicazioni e nelle scelte che saranno presenti
nel D.P.P. del prossimo anno”.
Nelle more della definitiva
elaborazione del Libro bianco, sono state definite da un apposito gruppo di
lavoro istituito presso il Ministero
della difesa apposite linee guida
che rappresentano “il risultato di un’analisi preliminare finalizzata alla
raccolta di un complesso di elementi di informazione e di valutazione ai fini
della successiva fase di elaborazione
del nuovo Libro Bianco”.
Al riguardo, si segnala che in
allegato al presente dossier è allegata una scheda in merito ai “Recenti
orientamenti della politica di difesa e sicurezza in Francia, Germania e Regno
Unito”[1] .
La seconda considerazione di carattere
preliminare attiene al quadro
finanziario di riferimento.
Nel corso degli ultimi anni, in
considerazione del persistere e dell’intensificarsi di forti tensioni sui
mercati finanziari, sono state adottate numerose misure di contenimento della
spesa pubblica finalizzate alla riduzione ed al miglioramento dell'efficacia
della spesa pubblica.
Al riguardo, il D.P.P rileva come nel
settore della difesa le citate misure di revisione hanno inciso in maniera significativa, tenuto, altresì, conto
che le risorse sul bilancio ordinario
del Dicastero hanno subito un trend
fortemente decrescente già dal 2008, in concomitanza con il “ vero inizio della
crisi economica.” In tale contesto finanziario, il documento sottolinea come il contributo della difesa alle manovre
di contenimento della spesa pubblica sia stato di gran lunga superiore a
qualsiasi altro dicastero.
Il D.P.P. pone, pertanto, in evidenza il
fatto che eventuali “ulteriori sforzi”
richiesti all’Amministrazione della Difesa potrebbero compromettere
l’operatività e l’efficacia dello
strumento militare con ricadute sul personale militare, già interessato sia dal blocco delle retribuzioni in corso da diversi anni, sia dalle misure di revisione in senso riduttivo
dello strumento militare i cui effetti sono destinati a prodursi nel corso
degli ultimi anni.
Ci si riferisce, in particolare alle misure di revisione dello strumento
militare previste dalla legge delega n. 244 del 2012 e ai successivi decreti
legislativi nn.7 e 8.
I richiamati provvedimenti hanno previsto i seguenti settori di
intervento, oggetto di revisione in termini riduttivi:l'assetto strutturale e
organizzativo del Ministero della difesa (articolo 1);
In termini concreti tali
interventi dovranno produrre i seguenti effetti:
Come
rilevato, infatti, anche dal Ministro della Difesa Pinotti nel corso della
richiamata audizione dello scorso dello scorso 24 giugno,
la Difesa, per effetto della propria
revisione interna “passerà a regime dai 190.000 militari effettivi a 150.000, con un decremento secco di circa 40.000 militari, riducendo parallelamente
i ruoli del personale civile di 10.000 posizioni organiche. La dirigenza (…) è
stata interamente rivista. La riduzione finale sarà pari al 30%, per attestarsi
alle 310 unità previste dalla legge n. 244 del 2012 e dal discendente decreto
legislativo n. 8 del 2014”.
A fronte di tale contesto finanziario,
appare indispensabile, rileva il D.P.P., poter disporre, per il futuro di un flusso di risorse congruo, certo e costante nel tempo, al fine di
garantire una pianificazione sostenibile in un altrettanto adeguato orizzonte
temporale, con particolare riguardo a quelle poste finanziarie che, essendo
direttamente correlate all'operatività dello Strumento militare, conferiscono
peculiare specificità al bilancio del Dicastero.
I contenuti del Documento sono inquadrati in
una visione di politica estera che registra la perdurante instabilità dello scenario internazionale e
geostrategico e, in particolare, il quadrante mediterraneo e mediorientale.
Il D.P.P. pone bene in evidenza come
numerosi focolai di tensione e crisi
interne a singoli Stati sono potenzialmente in grado di destabilizzare
intere regioni e contribuiscono a delineare un quadro della sicurezza quanto
mai complicato e imprevedibile ed evidenzia, altresì, come l’emergere di nuovi
attori sulla scena globale incida sul quadro strategico e quello degli
equilibri geopolitici. In tale contesto, a fronte di significativi incrementi
di spese militari in alcuni Paesi, si assiste ad una generalizzata riduzione degli
investimenti nella difesa nel mondo occidentale.
L’irrompere della crisi Ucraina ha poi posto in evidenza come risultino indeboliti,
rispetto al passato, quei meccanismi di
gestione preventiva dei conflitti costruiti “con fatica” nel corso degli ultimi
decenni.
Inoltre, per quanto attiene allo scacchiere del Mediterraneo, osserva il
D.P.P. in tale area sono presenti una molteplicità di rischi e fattori di
instabilità che possono significativamente minacciare la sicurezza italiana, europea ed internazionale.
L’Africa, per gli interessi
energetici, economici e di sicurezza in gioco, rappresenta, infatti, un
continente di estrema rilevanza per
tutti gli attori mondiali. Tale interesse è focalizzato verso un contesto
di instabilità che riguarda il Nord Africa, il Corno d’Africa, l’Africa
Sub-sahariana ed il Centro Africa, terreni fertili per dispute e scontri. In tale contesto l’Oceano indiano acquista
una valenza sempre crescente.
A fronte di tale contesto geopolitico, il Documento
pone in rilevo i vantaggi che un rafforzamento della politica di sicurezza e
difesa comune, nell’ambito della più
generale politica estera e di sicurezza comune, può comportare al sistema
della difesa in termini operativi, capacitivi ed economici. A livello
nazionale, invece, sarà necessario garantire uno strumento militare:
• bilanciato e flessibile per
rispondere con tempestività a crisi di carattere e dimensione non prevedibili;
• in grado di perseguire il raggiungimento
dei compiti e delle missioni assegnati, sostenibile nel tempo e
compatibile con le risorse disponibili;
• interoperabile, integrabile e
coerente con i trend evolutivi dei principali alleati, operativamente efficace,
con capacità operative proiettabili e sostenibili anche a grande distanza,
caratterizzate da elevata agilità e da spiccato contenuto tecnologico.
Il documento esamina, inoltre, gli impegni assunti
dal nostro Paese in sede ONU, NATO e di Unione europea, dedicando, poi, a
ciascuna missione multinazionale in corso una scheda riepilogativa che riporta
oltre a dati di carattere generale sulla missione anche specifici dettagli
riguardanti sia il personale militare italiano impegnato nella missione, sia le
motivazioni che hanno determinato l'avvio della missione e i suoi eventuali
sviluppi.
Nella prima parte del Documento che delinea
il quadro generale nell’ambito del quale si sviluppa la pianificazione
complessiva dello strumento militare, nel paragrafo relativo alle linee di sviluppo
capacitivo dello strumento militare sono individuati i
seguenti “Livelli di impegno” che lo strumento militare dovrà assicurare nel
prossimo futuro:
1) Contrasto a situazioni di
emergenza in ambito nazionale;
Al riguardo, il Documento
fa presente che in funzione delle possibili situazioni di rischio a livello nazionale è necessario poter disporre con continuità di adeguate capacità
gestionali e di pronto intervento anche
a carattere interforze tese a contrastare possibili aggressioni esterne che
dovessero manifestarsi. Tali capacità devono, altresì, supportare gli altri
dicasteri e dipartimenti per le attività di sicurezza e ordine pubblico e di
sostegno alle popolazioni civili in caso di pubbliche calamità ed
emergenze.
2) Impegno di maggior sforzo
per un tempo limitato (6/8 mesi);
Ci si riferisce a quelle tipologie di operazioni riconducibili al
Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite e all’articolo 5 del Trattato
Nord-atlantico, fatto a Washington il 4 aprile 1949 e ratificato dall’Italia
con la legge 1° agosto 1949, n. 465. Il
capitolo VII attribuisce al Consiglio di Sicurezza la competenza a reagire alle
situazioni di minaccia alla pace, violazione della pace ed aggressione
(articolo 39), in primo luogo attraverso misure non implicanti l'uso della
forza, quali le sanzioni economiche e l'interruzione delle relazioni
diplomatiche (articolo 41) e, successivamente, in caso di inadeguatezza di
queste, mediante "azioni di polizia internazionale" implicanti l'uso
della forza per il ristabilimento della pace (articolo 42). Per le azioni
previste dall'articolo 42 il Consiglio può intraprendere, con forze aeree,
navali o terrestri, ogni azione necessaria per ristabilire la pace e la
sicurezza internazionale. A tal fine gli articoli 43 e 47 prevedono l'impegno
degli Stati membri di mettere a disposizione del Consiglio – in conformità ad
un accordo o ad accordi speciali - le forze armate, l’assistenza e le
facilitazioni necessarie. L’articolo 5 costituisce invece la chiave di volta
dell’Alleanza militare prevedendo infatti l’impegno reciproco delle parti a
considerare un attacco armato contro una o più di esse come un attacco diretto
contro tutte. Ciascuna delle parti, nell’esercizio del diritto di legittima
difesa individuale o collettiva riconosciuto del citato articolo 51 dello
Statuto dell’ONU assisterà la parte o le parti attaccate, intraprendendo
immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che
riterrà necessaria, compreso l’impiego della forza armata, per ristabilire e
mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. La norma in
esame prosegue disponendo che ogni attacco armato di questo genere e tutte le
misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente segnalati al
Consiglio di sicurezza (delle Nazioni Unite) e che tali misure saranno sospese
quando il Consiglio di sicurezza avrà adottato le disposizioni necessarie per
ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
3) Impegno prolungato nel
tempo;
Sono riconducibili a questo
Scenario Strategico quelle tipologie di operazioni (prioritariamente di peace support) condotte in una cornice
ONU, UE e NATO mirate a creare, costruire e consolidare condizioni di
sicurezza, stabilità e pace in situazioni a rischio correlabili
prioritariamente agli interessi vitali e/o strategici nazionali. Si tratta di
operazioni disposte nell’ambito di dispositivi multinazionali in teatri
operativi anche molto lontani dall’Italia.
In relazione ai richiamati “Livelli di
impegno” che lo strumento militare dovrà assicurare nel prossimo futuro il
Documento evidenzia come nell’attuale quadro di austerità finanziaria globale risulta
ancora più cogente sviluppare forme di
integrazione in ambito nazionale e di cooperazione in ambito internazionale
che consentano di costruire uno strumento militare che, in linea con i principi
ispiratori nella legge 244/2012, sia più ridotto ma con piattaforme e mezzi più
avanzati tecnologicamente e meglio mantenuti che conservi le sue doti di
efficacia, duttilità di impiego e sia in grado di intervenire prontamente anche
a grande distanza e di interfacciarsi con maggiore incisività con tutte le
organizzazioni pubbliche e private che concorrono alla gestione delle crisi.
In tal senso risultano di rilievo le
iniziative in ambito NATO tese a garantire forze
e capacità flessibili, proiettabili,
interconnesse e moderne, per le quali ai Paesi Membri è richiesto il
mantenimento in efficienza degli apparati di difesa e il loro progressivo adeguamento
tecnologico allo scopo di assicurare credibilità ed efficacia operativa allo strumento
complessivo e anche il necessario livello di protezione delle forze.
Alla luce di tali valutazioni, le aree capacitive che ad avviso del D.P.P dovranno essere sviluppate con priorità nel breve periodo sono le seguenti:
· Comando e Controllo,
Comunicazioni, Computer, Intelligence, Surveillance, Target Acquisition e
Reconnaissance (C4-ISTAR)
Al riguardo, il D.P.P spiega che il settore in
esame rappresenta il principale elemento del processo di evoluzione in senso
netcentrico dello strumento militare
e comprende molteplici attività concorrenti tese ad assicurare la disponibilità
di capacità strategiche allo svolgimento
delle operazioni interforze ed internazionali e di sostegno alle Forze armate nei specifici
ambiti operativi. Al riguardo, il Documento evidenzia come la “C4-ISTAR
garantisce la necessaria capacità di pianificazione, direzione e controllo
delle operazioni, una più elevata condivisione della conoscenza della
situazione ("situational awareness") a tutti i livelli, una migliore
cornice di sicurezza alle Forze impiegate e una più estesa precisione di
ingaggio. Attraverso l’integrazione dei sistemi di raccolta, diffusione e
protezione della informazione nella sua accezione più ampia, la capacità
consente di disporre di abilitanti che permettono di analizzare e valutare la
situazione per un impiego ad ampio spettro anche in campo civile. Per quanto
attiene gli Aeromobili a Pilotaggio Remoto (“Remotely Piloted Aircraft
System”-RPA, il D.P.P. rende noto che “ si sta operando in particolare
nell’acquisizione di migliori capacità di gestione e sfruttamento delle
informazioni derivanti dagli APR attualmente in servizio (Predator) e lo
sviluppo, in chiave di collaborazione
internazionale, di una nuova generazione di
APR nel futuro, anche per l'attuazione di missioni operative ad alto rischio.
·
Precisione ed efficacia di ingaggio, sopravvivenza e protezione delle
forze
Al riguardo, il D.P.P. segnala che sulla base delle esperienze sinora maturate,
emerge la necessità di rendere maggiormente efficace la capacità collegata
all’utilizzo dei dati informativi raccolti
dutrante le varie operazioni. In
tale quadro si pone lo sviluppo della capacità di analisi e di valutazione
tecnica (Exploitation) attraverso la costituzione di uno specifico laboratorio
proiettabile e la contestuale implementazione della capacità valorizzazione
dei dati acquisiti. Il Documento sottoline, inoltre, la necessità che di
garantire mezzi e sistemi d’arma moderni adeguati alla minaccia, destinati a soddisfare
le esigenze di supporto tattico, protezione, sicurezza e la fondamentale
libertà di movimento delle unità impegnate nei vari teatri di operazione e, più
in particolare, lo sviluppo delle capacità di contrasto alla minaccia
rappresentata dagli ordigni improvvisati (C-IED, counter improvised explosives
devices).
·
Schieramento e mobilità
Il settore in esame comprende le capacità che
consentono di proiettare le forze ed alimentarle/rifornirle sia nel territorio
nazionale sia in teatri operativi situati anche a notevole distanza
dall’Italia, nonché la capacità di manovra nei tre ambienti operativi,
terrestre, navale e aereo, negli scenari di previsto impiego. Le suddette
capacità, come quelle relative alla sostenibilità logistica, hanno una
valenza trasversale nei confronti di tutte le altre ponendosi come elemento
imprescindibile per una loro piena espressione. Tale capacità assume una
particolare rilevanza negli scenari attuali e futuri che richiedono uno
strumento a forte connotazione
expeditionary, in grado di intervenire rapidamente, come ad esempio in occasione delle operazioni
di disaster relief. Lo sviluppo
capacitivo in quest’ambito sarà orientato a potenziare la capacità di supporto
allo strumento nelle tre dimensioni operative, per garantirne l’impiego anche
in Teatri lontani dalla Madrepatria e per prolungati periodi di tempo.
·
Sostenibilità logistica
Rappresenta l’insieme delle capacità che consentono
il funzionamento e il mantenimento in efficienza dello strumento militare, assicurando
la disponibilità e la prontezza delle linee operative assicurando il
sostentamento ed il supporto delle forze anche ad elevata distanza dal
territorio nazionale, in scenari operativi non permissivi e per impegni
continuativi prolungati nel tempo. Tale capacità operativa fondamentale si
configura quale precondizione essenziale per l’impiego dello strumento militare
ed esercita effetti trasversali su tutte le altre capacità. Nel suo ambito sono
incluse capacità peculiari quali lo sviluppo tecnologico in chiave di
sostenibilità energetica dello strumento, l’adeguamento delle strutture
logistiche di alimentazione ed alienazione degli stock obsoleti, il
miglioramento delle condizioni di vita del personale,
l’ammodernamento/risanamento delle infrastrutture previsti a termini di legge e
le bonifiche dei poligoni militari.
·
Ricerca scientifica e tecnologica
Rappresenta uno dei fattori abilitanti
collegati all’ammodernamento dello strumento e al mantenimento, potenziamento
delle eccellenze in ambito nazionale, ma
anche orientamento delle scelte future
nello sviluppo di sistemi che portino a concrete capacità operative e tecnologiche (quali il programma Forza Nec). Rientrano in questo settore i programmi di
ricerca militare e quelli sviluppati in ambito NATO e UE volti non solo a
rafforzare la cooperazione ma anche ad assicurare la disponibilità di sistemi
ed equipaggiamenti allo stato dell’arte per lo sviluppo di ricerca creando i
presupposti a più ampie collaborazioni.
Per quanto concerne,
poi, la definizione delle priorità politiche e degli obiettivi
strategici della Difesa nel prossimo triennio, l'operatività e l'ammodernamento
dello strumento militare, la razionalizzazione del modello organizzativo ed il
miglioramento della governance
costituiscono le "priorità politiche e gli obiettivi strategici"
indicati nel Documento in esame che dovranno essere perseguiti alla luce della corrente
situazione finanziaria.
Tali obiettivi erano, altresì, menzionati nel precedente D.P.P relativo
al triennio 2013 -2015i.
Con particolare riferimento all'operatività e
all'ammodernamento dello strumento militare viene, infatti, evidenziata la
necessità di assicurare la disponibilità di uno strumento militare dimensionato
rispetto alle risorse effettivamente disponibili, integrato nel contesto
dell'Unione Europea e dell'Alleanza Atlantica, pienamente interoperabile con
quello degli alleati, quindi tecnologicamente avanzato, proiettabile dove
necessario e sostenibile nel tempo con un elevato grado di protezione del
personale.
Sul versante, invece, dell'ammodernamento dello
strumento militare si evidenzia la necessità di analizzare i singoli
programmi di ammodernamento e rinnovamento alla luce della corrente realtà
finanziaria, prefiggendosi una pianificazione degli investimenti mirata non
alla singola piattaforma ma alla capacità operativa da perseguire in un'ottica Joint
Force.
Per quanto riguarda, infine, le misure di
razionalizzazione del modello organizzativo, il Documento ribadisce alcuni
degli obiettivi già perseguiti con la richiamata legge n. 244 del 2012 e con i
decreti legislativi conseguentemente adottati (nn. 7 e 8 del 2014) e
riguardanti, in particolare, la necessità di assicurare una maggiore integrazione
interforze di qualunque tipo di attività che non sia riconducibile alla
specificità di ciascuna Forza armata. Inoltre, viene prospettata la duplice esigenza di riorganizzare la struttura logistica di
sostegno e individuare settori dedicati ad esigenze comuni delle Forze
armate, anche mediante la realizzazione di strutture organizzative e di
coordinamento interforze.
La seconda parte del documento è dedicata
all’analisi delle principali voci di
spesa che compongono la funzione difesa con particolare riferimento alle
spese per l’esercizio, l’investimento ed
il personale.
Al riguardo, il D.P.P. sottolinea come negli
ultimi sei anni la Difesa ha visto diminuire le consistenze iniziali del
Bilancio dei settori dell’investimento e dell’esercizio di complessivi 1.732,7 milioni di euro, pari ad un –
27,51% delle disponibilità del 2008.
In particolare, i consumi intermedi hanno registrato una riduzione in termini
finanziari di 1.440,3 milioni di euro, pari a un decremento del 63,59%, passando infatti, dai 2.265
milioni di euro del 2008 agli attuali 824,7 milioni di euro.
Le previsioni di spesa per il personale
Le
previsioni di spesa per il personale
militare e civile della difesa (destinate essenzialmente alla retribuzione
del personale) ammontano complessivamente a:
Ø
9.511,5
M€ per il 2014;
Ø
9.787,9
M€ nel 2015;
Ø
9.
777,8 M€ M€ nel 2016;
Nel precedente D.P.P relativo al triennio 2013-2015 le previsioni di spesa per il personale militare e civile
ammontavano a:
Ø 9.683,2 M€ per il 2013;
Ø 9.521,9 M€ nel 2014;
Ø 10.122,3 M€ M€ nel 2015;
Nello
specifico, relativamente al personale
militare, le spese ammontano a:
Ø
8.428,6
M€ per il 2014;
Ø
8.735,4
M€ nel 2015;
Ø
8.726,9
M€ nel 2016.
Nel precedente D.P.P relativo al triennio 2013-2015 le previsioni di spesa per il personale militare ammontavano
a:
Ø
8.576,3
M€ per il 2013;
Ø
8.397,7
M€ nel 2014;
Ø
8.996.2
M€ nel 2015.
Relativamente
al personale civile le spese
ammontano a:
Ø
1.082,9
M€ per il 2014;
Ø
1.052,5
M€ per 2015;
Ø
1.1.050,9
M€ per 2016-
Nel precedente D.P.P relativo al triennio 2013-2015 le previsioni di spesa per il personale civile ammontavano a:
Ø 1.106,9 M€ per il 2013;
Ø 1.124,2 M€ per 2014
Ø 1.126,1 M€ per 2015
In
appositi allegati al documento (allegato B/1, B/2, B/3 e B/4) sono riportati,
per ciascun comparto, appositi prospetti
finalizzati ad indicare l’evoluzione numerica del personale militare nel
triennio 2014-2016 (e il relativo raffronto con l’anno 2013), nonché
l’evoluzione numerica del personale civile nel triennio 2014-2016 e il
raffronto con l’anno 2013 (allegato B5).
Con
particolare riferimento al personale militare sono, altresì, evidenziate le variazioni per categoria intervenute
nel periodo 2013 – 2014.
In
particolare, per quanto concerne la categoria degli ufficiali la variazione è di
-289 unità; per i marescialli -1.850 unità, per i sergenti +502 unità; per i VSP + 2.064 unità; per i VFP -1.841 unità; per gli allievi + 14 unità.
Sempre
con riferimento alle spese per il personale militare e civile della Difesa il
documento evidenzia alcuni obiettivi
prioritari che, compatibilmente con le risorse a disposizione, si intendono
perseguire nel prossimo triennio.
Con
riferimento al personale militare ci
si riferisce, in particolare, all’elevazione - anche in chiave interforze e
multinazionale del livello culturale ed addestrativo del personale, “al
miglioramento del benessere del personale, con particolare riferimento ai
settori previdenziale e abitativo” alla possibilità di incentivare
l'inserimento, ovvero il collocamento preferenziale nel mondo del lavoro civile
dei volontari delle F.A. congedati senza demerito che hanno completato la
ferma.
Con
riferimento al personale civile, il
Documento fa esplicito riferimento alla necessità di valorizzare le
professionalità del personale civile della difesa, anche attraverso la
previsione di appositi corsi di formazione; dare piena attuazione alle attività
di misurazione e valutazione della performance;
prevedere l’ottimale impiego del personale; promuovere lo sviluppo delle pari
opportunità nel ciclo di gestione della performance
Il
Documento, evidenzia, inoltre, la necessità di limitare per il futuro i
richiami in servizio di Ufficiali, Sottufficiali, Graduati di truppa e
Volontari di truppa a tempo determinato.
Al riguardo, si ricorda che il decreto legge
n. 90 del 2014, in corso di conversione alla Camera, al fine di favorire il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni, ha disposto, all’articolo 1, l’abrogazione dell’istituto del trattenimento in
servizio nei confronti dei dipendenti che abbiano maturato i requisiti
pensionistici (requisito contributivo). Il comma
4, al
fine di garantire la funzionalità dell’Amministrazione della Difesa, ha
previsto che, fino alla data del 31
dicembre 2015, può essere trattenuto in servizio il personale militare
collocato in ausiliaria che sia stato richiamato in servizio ai sensi degli
articoli 992 e 993 del Codice dell’ordinamento militare (ausiliaria). In
relazione a tale disposizione normativa, intervenuta successivamente alla
predisposizione del D.P.P. in esame, appare opportuno acquisire dal Governo
elementi informativi in merito agli effetti finanziari ed operativi della
disposizione in esame relativamente al comparto della Difesa.
Le previsioni di spesa per l’esercizio
Con
riferimento al bilancio della Difesa, le spese
per l’esercizio attengono direttamente alla qualità dello Strumento militare, al suo approntamento e al suo
impiego e ciò in quanto le richiamate spese attengono essenzialmente alla
formazione e all’addestramento del personale militare, alla manutenzione e
all’efficienza dei mezzi che sono strettamente legati alla sicurezza del
personale.
Al
riguardo, le previsioni di spesa ammontano relativamente all’anno 2014
a 1.344,7M€, a 1.256,7 M€ per
il 2015 e 1.256,2 M€ per il 2016.
Nel
precedente D.P.P 2013 - 2015 le
previsioni di spesa in tale settore
ammontavano, relativamente all’anno 2013
a 1.334,6 M€, a 1.315,6 M€ per il
2014 e 1.303,2 M€ per il 2015.
In
relazione a tali previsioni il D.P.P fa presente che il volume attualmente
stanziato continua da essere gravemente
insufficiente rispetto alle reali esigenze e “determinerà un incremento
delle criticità del Settore”.
Al riguardo il Ministro
della Difesa, nella richiamata audizione, ha
sottolineato come la drastica riduzione delle risorse per
l’addestramento e la manutenzione dei mezzi ha determinato una simmetrica
riduzione del grado di approntamento dello strumento militare. “Senza una
inversione di tendenza”, ha osservato il Ministro, “esiste il rischio di non
poter far fronte a impegni militari che non siano stati debitamente
programmati”.
Viene,
pertanto, evidenziata la necessità di disporre di un flusso di risorse congruo, certo e costante nel tempo, al fine di garantire una pianificazione
sostenibile in un altrettanto adeguato orizzonte temporale, “con particolare
riguardo a quelle poste finanziarie che, essendo direttamente correlate
all’operatività dello Strumento militare, conferiscono peculiare specificità al
bilancio del Dicastero”.
Le previsioni di spesa per l’investimento
Le
previsioni di spesa in questo settore attengono essenzialmente:
Ø
all’ammodernamento di sistemi e materiali
in uso alle Forze armate, allo scopo di prolungarne la vita operativa ed
evitando così la loro sostituzione con assetti di nuova generazione;
Ø
all’introduzione
di nuovi strumenti ed
equipaggiamenti.
Al
riguardo, il documento riporta l’elenco dei principali programmi di
acquisizione dei sistemi d’arma in corso di svolgimento, ivi inclusi quelli
sostenuti con il contributo del Ministero delle Sviluppo economico rispetto ai
quali sono, altresì, indicate la relative autorizzazioni di spesa come da
ultimo rifinanziate dalla legge di Stabilità 2014.
Inoltre,
in una apposita parte del Documento (Appendice1 dell’Allegato C), in conformità
a quanto previsto dalla nuova formulazione dell’articolo 536 del decreto
legislativo 15 marzo 2010, n.66, sono evidenziate le condizioni contrattuali di diverse tipologie di programmi di
ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d’arma, con particolare riferimento
alle eventuali clausole penali in caso di recesso.
Dai
dati riportati e da quelli riferiti dal Ministro della Difesa nel corso della
richiamata audizione, il Ministero della Difesa ha visto progressivamente
diminuire le proprie disponibilità nel settore degli investimenti in maniera
significativa passando da uno stanziamento nel 2008 pari a 3.635 M€ agli
attuali 3.220,7 M€.
Relativamente
agli anni 2015 e 2016 le disponibilità previste sono pari, rispettivamente, a
2.871 M€ e a 2.863,4 M€.
Relativamente
all’esercizio finanziario 2014, le previsioni di spesa sono destinate a
sostenere la prosecuzione di programmi di investimento già definiti e per i
quali “sono stati assunti formali impegni anche a livello internazionale”.
Al
riguardo, nel corso della richiamata audizione il Ministro della Difesa ha
illustrato lo stato di attuazione di due programmi pluriennali di
ammodernamento e dello strumento militare e, specificatamente, il programma di
parziale rinnovamento della Marina e il programma F 35.
Il
programma di parziale rinnovamento della Marina
Il programma in
questione prevede il finanziamento di:
•
6 pattugliatori
polivalenti d'altura per la sorveglianza marittima tridimensionale, più quattro Unità aggiuntive
in opzione;
•
1 unità d'altura
di supporto logistico, con capacità ad
ampio spettro (trasporto e rifornimento in mare di combustibili, lubrificanti,
munizionamento, pezzi di rispetto, viveri, acqua, medicinali, materiali vari) e
di concorso ad attività di soccorso umanitario in caso di eventi straordinari o calamità naturali;
•
1 unità anflbia multiruolo per la proiezione di assetti operativi
ad elevata prontezza, militari e umanitari, per il concorso della difesa ad
attività di soccorso umanitario in occasione di eventi straordinari o calamità
naturali, con spiccati requisiti di standardizzazione e interoperabilità con
gli alleati e i partner europei, in particolare per le capacità imbarco,
trasporto, rilascio, impiego e supporto di mezzi anflbi e aerei;
•
2
unità navali polifunzionali ad
altissima velocità e spinto contenuto tecnologico per il supporto alle Forze
Speciali del Gruppo Operativo Incursori, per il contrasto della minaccia
asimmetrica e per l'impiego in tutti
i contesti operativi che richiedano flessibilità, incisività, massima
prontezza, deterrenza e discrezione.
Il piano, in esame sarà completato
poi da un programma di "Supporto Logistico Integrato", conforme alle
specifiche normative in vigore e comunque non inferiore a 10 anni.
La
durata complessiva del programma
è di 19 anni, nel periodo 2014-2032, includendo anche la fase del sostegno
logistico. Il costo complessivo stimato del programma ammonta a 5.800 Milioni
di €, inclusi gli eventuali oneri di ammortamento per capitale e interessi,
finanziato con stanziamenti tratti dal bilancio del Ministero dello Sviluppo
Economico,
Tali
stanziamenti sono afferenti alla Missione 11 (Competitività e sviluppo delle
imprese), Programma 5 (Regolamentazione, incentivazione dei settori
imprenditoriali, riassetti industriali, sperimentazione tecnologica, lotta alla
contraffazione, tutela della proprietà industriale), macro-aggregato-UPB "Investimenti"
e Centro di Responsabilità Dipartimento per l'impresa e l'internalizzazione.
Il Programma di acquisizione dei
velivoli F35
Le informazioni fornite alle
Commissioni congiunte difesa della Camera e del Senato nel corso della
richiamata audizione del Ministro della difesa hanno riguardato diversi profili
del programma di acquisizione dei velivoli
F35.
Al riguardo è stato rilevato che:
Ø ad
oggi, sono oltre cento i velivoli
realizzati, “i quali operano regolarmente e con una crescente intensità,
permettendo sia di procedere con la fase sviluppo, sia di addestrare i futuri
piloti destinati ai reparti operativi”;
Ø le
Forze armate statunitensi hanno già assegnato il velivolo ai primi reparti e
prevedono di raggiungere la capacità di svolgere missioni operative dal 2016;
Ø l'Italia
utilizzerà i primi lotti di velivoli solo per le attività di familiarizzazione
con le nuove tecnologie e l'addestramento”.
Ø i
lavori di allestimento del sito di Cameri sono
quasi completati e sono già state avviate le operazioni di assemblaggio
dei primi velivoli italiani;
Ø lo
scorso aprile è giunto a Cameri, per il montaggio, il primo motore. Si tratta
di velivoli appartenenti al Lotto numero
6, che include tre esemplari con consegne previste fra il 2015 e il 2016.
Seguirà come previsto, il Lotto numero 7,
composto di tre velivoli, con consegne nel12016.
Il Ministro della Difesa ha quindi
ribadito che, in considerazione delle indicazioni emerse in Parlamento,
relative alla opportunità di analizzare nuovamente il programma F-35 nella sua
interezza, inclusi gli aspetti relativi ai suoi costi complessivi, il Governo ha deciso di sospendere
temporaneamente ogni ulteriore attività contrattuale, successiva a quelle
già sottoscritte e operanti.
Il programma complessivo, quindi,
sarà definito nuovamente a valle della
stesura del Libro Bianco per la difesa, ovvero dopo che saranno stati
definiti gli obiettivi di capacità che le Forze armate dovranno raggiungere,
per soddisfare le nostre necessità di difesa.
Nel mentre, fatta salva l'attività
relativa agli oneri non ricorrenti di produzione, supporto e ·aggiornamento, i
quali sono condivisi con tutti gli altri partner internazionali, nonché le
attività relative alla produzione ed equipaggiamento dei due lotti n. 6 e n. 7,
i cui contratti erano già sottoscritti e operanti, nessuna altra attività
contrattuale di acquisizione è stata affidata all'Ufficio di programma.
Nel sito
produttivo di Cameri, ha rilevato il Ministro, “si stanno attraversando, in questi mesi,
fasi assolutamente cruciali per il buon esito dell'intero progetto, giacché
l'avvio della fase produttiva significa anche l'avvio di quella curva di apprendimento che, nel tempo e in
proporzione coi carichi di lavoro, permette al sistema produttivo di
"imparare a fare", nei tempi e nei costi richiesti dalla competizione internazionale.
Qualora le attività produttive relative ai lotti successivi rispetto al n. 6 e 7 non
dovessero essere avviate, si determinerebbe una interruzione della citata
"curva di apprendimento e, quindi, un peggioramento sostanziale della
competitività dell'intero! sito produttivo.
Ciò determinerebbe, come diretta e immediata conseguenza, che le
commesse internazionali provenienti
dagli altri Paesi che hanno deciso di acquisire l'F-35 sarebbero inesorabilmente
dirottate verso lo stabilimento statunitense”.
Una
apposita sezione del D.P.P è dedicata alla Funzione Sicurezza del territorio
che attiene alle esigenze finanziarie dell’Arma
dei carabinieri.
Al
riguardo, lo stanziamento previsionale
per il 2014 ammonta a circa 5.687,4 M€, con un decremento di circa
72,2 M€ (-1,3%) rispetto al precedente bilancio approvato dal Parlamento.
Gli
stanziamenti previsionali per il 2015 e 2016 si attestano, rispettivamente, a
5.598,5 M€ e 5.567,2 M€ che, rispetto all’esercizio finanziario in corso,
presentano un decremento, rispettivamente, di
88,9 M€ (-1,6%) e di 120,2 M€ (-2,1%).
Le previsioni di spesa per il personale
dell’Arma dei Carabinieri
Per
l’anno 2014, le previsioni di spesa per il personale
ammontano a 5.402,3 M€, con un decremento
di 107,3 M€ rispetto al 2013. Per gli anni 2015 e 2016, esse si attestano,
rispettivamente, ad un volume di 5.332,5 M€ e di 5.300.7 M€.
Le previsioni di spesa per l’esercizio
dell’Arma dei carabinieri
Le
spese per l’esercizio ammontano, nel
2014, a circa 237,4 M€, con un incremento di 13,5 M€ (+6,0%) sulla dotazione
2013, mentre lo stanziamento del settore subirà, nel biennio successivo, un
lieve decremento, fino ad attestarsi a ca. 232,2 M€ nel 2016.
Le previsioni di spesa per l’investimento
dell’Arma dei carabinieri
Le
spese per l’investimento sono pari
nel 2014 a circa 47,7 M€, con un incremento di 21,7 M€ pari, al +83,6% rispetto
alla dotazione 2013. Gli stanziamenti del settore subiranno, nei due anni
successivi, una leggera diminuzione, fino ad attestarsi, nel 2016, a 34,3 M€.
Le
poste in bilancio della Funzione in esame non comprendono la parte dei
contributi a valere su risorse del Ministero dello Sviluppo economico,
destinati ad assicurare la prosecuzione del programma per la realizzazione di
un Sistema Informativo per il Controllo del Territorio (S.I.Co.Te).
Le
spese non direttamente collegate ai compiti istituzionali della Difesa, si
integrano con la struttura del bilancio dello Stato, articolato per Missioni e
Programmi, per mezzo dell’aggregato finanziario delle Funzioni Esterne,
relativo al soddisfacimento di specifiche esigenze regolate da leggi e decreti.
Il
documento fa espresso riferimento alle seguenti finalità:
Ø
rifornimento
idrico delle isole minori;
Ø
trasporto
aereo civile di Stato e per il soccorso di malati e traumatizzati gravi;
Ø
contributi
alla Croce Rossa Italiana per il funzionamento del Corpo Militare ausiliario
delle Forze Armate e del Corpo delle Infermiere Volontarie;
Ø
contributi
all’Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO);
Ø
contributi
a Enti e Associazioni;
Ø
liquidazione
di indennizzi, contributi e spese accessorie connesse con l’imposizione di
servitù militari;
Ø
adeguamento
dei servizi per il traffico aereo civile in aeroporti militari aperti al traffico
civile e radioassistenza sugli aeroporti minori;
Ø
esercizio
del satellite meteorologico METEOSAT e partecipazione alla Organizzazione
europea per lo sviluppo e l’esercizio di satelliti meteorologici (EUMETSAT);
Ø
contributi
per ammortamento mutui contratti dall’INCIS per la costruzione di alloggi.
Lo stanziamento previsionale ammonta a 99,0 M€ per il 2014 con un decremento
di -0,2 m€ rispetto al 2013; a 96,2 M€
per il 2015 ea 95,1 M€ per il 2016.
L’ultima parte del documento contiene
previsioni di spesa relative al personale in ausiliaria.
Al riguardo, la categoria
dell'ausiliaria comprende il personale militare che a seguito di cessazione dal
servizio per raggiungimento del limite di età previsto per il grado rivestito o
a domanda ha manifestato la propria
disponibilità a prestare servizio nell'ambito del comune o della provincia di
residenza presso l'amministrazione di appartenenza o altra amministrazione.
(articolo 886 e seguenti del Codice dell’ordinamento militare, D.lgs. n. 66 del
2010). Il personale militare permane in ausiliaria:
a) fino a 65 anni, se con limite
di età per la cessazione dal servizio pari o superiore a 60 anni, ma inferiore
a 62 anni;
b) fino a 67 anni, se con limite
di età per la cessazione dal servizio pari o superiore a 62 anni e, comunque,
per un periodo non inferiore ai 5 anni.
Ai sensi dell’articolo 1864 del
richiamato Codice, per il personale la cui pensione è liquidata in tutto o in
parte con il sistema contributivo, il trattamento pensionistico da attribuire
all'atto del collocamento in ausiliaria viene determinato applicando il
coefficiente di trasformazione indicato nella tabella A allegata alla legge 8
agosto 1995, n. 335, come periodicamente rideterminato ai sensi dell’ articolo
1, comma 11 della stessa legge. Al termine del periodo di permanenza in tale posizione,
il trattamento pensionistico viene rideterminato applicando il coefficiente di
trasformazione corrispondente all'età di cessazione dall'ausiliaria.
Per l’anno
2014 lo stanziamento previsionale ammonta a 449,1 M€, con un incremento di +18,5 M€ (+4,3%) sulla dotazione
2013. L’incremento è da attestarsi principalmente alle previsioni di spesa
legate alla speciale elargizione e all’assegno vitalizio in favore dei militari
vittime del dovere.
Gli stanziamenti previsti attengono al
soddisfacimento delle esigenze annuali per:
Ø
la
corresponsione dell’indennità una tantum
e speciali elargizioni;
Ø
trattamento
provvisorio di pensione.
(Appunto n. 28/2014, 3 luglio 2014)
Francia
Il libro bianco del 2013 sulla difesa e la
sicurezza nazionale[2]
Il 29
aprile 2013 è stato pubblicato il nuovo Libro
bianco sulla difesa e la sicurezza nazionale della
Francia, che definisce la politica di difesa del paese in una prospettiva di
medio (5 anni) e lungo periodo (15 anni). Il documento fa seguito ad altri tre
libri bianchi, pubblicati in materia rispettivamente nel 1972, nel 1994 e nel
2008. Il libro bianco 2013 è stato promosso dal Presidente della Repubblica
Hollande per delineare la strategia difensiva nel nuovo contesto geo-politico
segnato in particolare da alcuni eventi: la crisi economico-finanziaria
apertasi nel 2008, i mutati impegni militari degli Stati Uniti nel mondo, le
nuove scelte politico-economiche dei paesi emergenti – in particolare la Cina
-, lo scenario delineatosi in Medio oriente all’indomani della “primavera
araba”.
La Commissione
per la stesura del libro bianco, i cui membri sono stati designati su
indicazione del Presidente Hollande (Décret
n. 2012-913), si è insediata il 27 luglio 2012 ed è
stata presieduta da Jean-Marie Guéhenno, Conseilleur maître della Corte
dei conti. Ne hanno fatto parte tre deputati, tre senatori, i membri di determinati
Ministeri competenti, alcune personalità qualificate, tra cui, per la prima
volta, due membri stranieri: il tedesco Wolfgang Ischinger, Presidente della
“Conferenza di Monaco sulla sicurezza”, e l’inglese Peter Ricketts,
Ambasciatore del Regno Unito in Francia. Tra le 21 personalità audite
dall’organo figura anche l’ex-ministro degli esteri italiano Franco Frattini.
Il libro bianco 2013 ha ribadito la valenza
dell’obiettivo della “sicurezza nazionale”, esposto nel libro bianco
2008, che implica la necessità di gestire l’insieme dei rischi e delle minacce,
diretti o indiretti, che possano nuocere alla vita della nazione. Per il suo
raggiungimento è richiesto il concorso di forze armate, servizi di
informazione, forze di polizia, funzionari pubblici, semplici cittadini.
La
politica di difesa e sicurezza nazionale definita nel libro bianco 2013 si
articola su 5 funzioni strategiche, già definite nel 2008 e di cui è
previsto un aggiornamento:
1)
la funzione della “conoscenza” e dell’“anticipazione”
dei rischi e delle minacce per la nazione, che costituisce la prima linea della
difesa. In tale ambito è previsto un rafforzamento della governance dei
servizi di sicurezza e informazione e del controllo da parte del Parlamento
sulle attività del Governo in materia (cfr. il ruolo della délégation parlementaire au renseignement). E’ inoltre posta particolare attenzione alla
minaccia informatica e al potenziamento degli strumenti per la cyberdefence;
2)
la protezione della popolazione e del territorio
francesi, indicata come la missione di maggior rilievo per il
2013. Scopo della missione è sia proteggere il paese da crisi di ampia portata,
sia aumentare le sue capacità di “resilienza” (definita già nel libro bianco
2008 come la capacità della nazione di reagire ad una crisi grave e di
ristabilire rapidamente la normale vita politico-sociale);
3)
la “dissuasione nucleare”, che costituisce un
elemento essenziale per la difesa della Francia e ne garantisce l’indipendenza.
E’ indicata come la seconda missione di rilievo per il 2013. La dissuasione
trova il suo fondamento nella possibilità per il paese di disporre, in maniera
autonoma, di armi nucleari;
4)
la prevenzione delle crisi, è attuata in via
prioritaria nei paesi in cui il contesto istituzionale e sociale è maggiormente
sottoposto a rischi di instabilità (i cd. “Stati fragili”), con impatto nocivo
sull’Europa. La politica di difesa in tale ambito consiste nel favorire iniziative
di aiuto allo sviluppo. Per il 2013 è prevista una maggiore cooperazione
interministeriale e a livello di UE in tale campo;
5)
la funzione dell’ intervento militare, riconosciuta
come la terza missione di rilievo per il 2013. Nel suo ambito è previsto il
programma di ingaggio e dislocazione delle forze armate nei diversi contesti
geo-strategici.
Con
riferimento alle risorse finanziarie, il libro bianco propone lo
stanziamento di 364 miliardi di euro per le politiche di difesa per il
periodo 2014-2025, di cui 179 miliardi di euro per il 2014-2019.
Per quanto riguarda le risorse umane, il documento predispone una
riduzione di 34.000 unità del personale del Ministero della Difesa nel periodo
2014-2019 (di cui 10.000 unità erano già calcolate nel libro bianco del 2008).
Il
nuovo modello delle Forze armate da realizzare entro il 2025
prevede:
1)
per le forze terrestri: 66.000 uomini
dispiegabili, 7 brigate interforze, 200 carri armati pesanti e 250 carri armati
medi, 2.700 veicoli blindati, 140 elicotteri di ricognizione e di attacco, 115
elicotteri di manovra, 30 droni tattici;
2)
per le forze navali: 4 sottomarini nucleari
lanciamissili balistici (SNLE), 6 sottomarini nucleari d’attacco (SNA), 1
portaerei, 15 fregate di primo rango, circa 15 pattugliatori, 6 fregate di
sorveglianza, 3 navi di proiezione e comando;
3)
per le forze aeree: 225 aerei caccia, circa 50
aerei per trasporto tattico, 7 aerei di rilevamento e sorveglianza aerea, 12
aerei rifornitori multiruolo, 12 droni di sorveglianza di teatro, 8 sistemi di
armi terra-aria di media portata. Con riguardo all’“industria della difesa”,
che conta in Francia circa 4.000 imprese, il libro bianco riafferma il pieno
sostegno dello Stato al suo sviluppo.
Il
documento definisce inoltre la politica del paese in materia di alleanze
militari per l’arco temporale 2014-2025. In tale ambito stabilisce
innanzitutto la piena partecipazione della Francia nella struttura militare
integrata della NATO, riprendendo e approfondendo al riguardo le
conclusioni del “Rapporto
Védrine” (2012) presentato al Presidente Hollande
sul rientro del paese nella “struttura militare integrata” NATO. Si rileva che
la Francia è membro dell’Alleanza Atlantica fin dalla sua fondazione (1949) ed
era uscita dalla “struttura militare integrata” nel 1966 per decisione del
Presidente De Gaulle, facendovi rientro nel 2009 durante il Vertice NATO di
Strasburgo-Kehl (cfr. scheda
di approfondimento). Il libro bianco stabilisce inoltre
l’impegno della Francia per il rilancio del processo di costruzione europea
in materia di difesa e sicurezza comune.
La più
recente legge di programmazione militare (LPM) (Loi
n. 2013-1168 du 18 décembre 2013 relative à la programmation militaire pour les
années 2014 à 2019 et portant diverses dispositions concernant la défense et la
sécurité nationale) ha tradotto in norme alcune indicazioni
contenute nel libro bianco. In particolare, nel “Rapporto allegato” alla legge
è previsto che lo sforzo finanziario da realizzare nel settore difesa nell’arco
temporale 2014-2019 sarà di circa 190 miliardi di euro correnti (179,25
miliardi di euro calcolati nel 2013). Vi è inoltre delineata la nuova struttura
delle forze armate.
La legge di bilancio per il 2014, (Loi
n. 2013-1278 du 29 décembre 2013 de finances pour 2014 –
LF 2014) ha recepito alcune
istruzioni del libro bianco, disponendo in particolare che per la “missione:
Difesa” 2014 siano stanziati circa 38 miliardi di euro. Gli stanziamenti per la
politica di difesa sono iscritti anche in altre “missioni” della LF 2014 (cfr. scheda
di approfondimento) .
Germania
Le linee
guida di politica della difesa (Verteidigungspolitische Richtlinien - VPR)
rappresentano un documento di principio che il Ministro federale della
Difesa emana quale fondamento vincolante per la politica tedesca della
difesa e per i compiti inerenti al suo dicastero. Tali direttive, elaborate
nell’unità di programmazione del Ministero federale della Difesa e
periodicamente revisionate e sviluppate, fungono da indicazioni quadro per
altri documenti programmatici come, ad esempio, il concetto delle Forze armate
federali (Konzeption der Bundeswehr - KdB). Nelle linee guida di
politica della difesa sono infatti formulati gli obiettivi della politica di
sicurezza sulla base di una valutazione della situazione attuale, in
prospettiva dei probabili sviluppi futuri. Le linee guida sono state emanate
per la prima volta nel 1972 e, successivamente, nel 1979, 1992 e 2003 fino alla
versione attualmente in vigore, pubblicata il 27 maggio 2011.
Le linee
guida del 2011 (Verteidigungspolitische Rechtlinien), intitolate “Nationale Interessen wahren
-Internationale Verantwortung übernehmen - Sicherheit gemeinsam gestalten”
(Salvaguardare gli interessi nazionali - Assumersi la responsabilità
internazionale - Realizzare insieme la sicurezza), sono un documento di circa
20 pagine articolato in 10 capitoli. Dopo l’introduzione del primo
capitolo, viene affrontato il contesto strategico di sicurezza, che si è
ulteriormente modificato negli ultimi anni soprattutto a causa di rischi e
minacce provenienti da paesi in crisi e instabili, da azioni di terrorismo
internazionale e da regimi dittatoriali.
La
Germania persegue una politica estera e di sicurezza orientata ai valori e ai
principi dell’ordinamento liberaldemocratico delineato nella Legge fondamentale
e nel diritto internazionale. Come obiettivi di politica di sicurezza sono
citati la sicurezza e la protezione dei cittadini tedeschi, l’integrità e la
sovranità territoriale della Germania e dei suoi alleati e il rispetto delle
responsabilità internazionali. Tra gli interessi di sicurezza figurano in primo
luogo la prevenzione delle crisi e dei conflitti che danneggiano la
sicurezza della Germania e dei suoi alleati e il rafforzamento delle
relazioni transatlantiche ed europee.
La
sicurezza della Germania non può prescindere dagli sviluppi politici
dell’Europa e del resto del mondo. Di conseguenza, così come si evince dal IV
capitolo del documento, le linee guida propendono per il multilateralismo,
menzionando esplicitamente la cooperazione con le Nazioni Unite, la Nato
e l’Unione europea nell’istituzione e organizzazione di missioni militari
internazionali.
Nel V
capitolo delle linee guida sono illustrati i compiti e gli impegni delle Forze
armate nazionali, ritenute uno strumento indispensabile della politica estera e
di sicurezza del Paese. Tema del successivo capitolo sono infatti le missioni
militari all’estero organizzate e realizzate con paesi alleati o partner
nell’ambito dell’ONU, della Nato e dell’Unione europea
Capacità,
personale e dotazione materiale delle Forze armate sono, rispettivamente,
oggetto dei capitoli VII, VIII e IX. Nell’ultimo e decimo capitolo sono invece
messi in evidenza il ruolo e l’immagine del nuovo esercito federale che,
a seguito della decisione di abolire la leva obbligatoria, si trasformerà
completamente in un esercito di volontari. Il nuovo cittadino in uniforme,
rispettoso del primato della politica ma anche della cura della tradizioni,
dovrà possedere conoscenze in materia di etica, storia e politica, nonché
competenze in ambito sociale e interculturale.
Sulla
pagina web del Ministero federale della Difesa dedicato alle linee guida sono
disponibili, oltre al testo originale in lingua tedesca, anche le versioni
tradotte in inglese (Defence Policy Guidelines: Safeguarding National Interests - Assuming International
Responsibility - Shaping Security Together) e in francese (Les principes directeurs de la politique de défense:
Défendre nos intérêts nationaux - assumer nos responsabilités au niveau
international -façonner ensemble la sécurité).
Regno Unito
Nel
Regno Unito, le politiche della difesa sono state oggetto di esame da parte del
Governo in relazione principalmente a due aspetti, considerati unitariamente:
il contenimento della spesa pubblica e l’aggiornamento dei criteri ispiratori
del dispositivo militare nazionale.
Le misure
di Spending Review hanno infatti previsto, per il quadriennio 2011-2015,
specifici interventi di contenimento della spesa per la difesa, le cui linee di
fondo si rinvengono nel documento in tema di sicurezza e difesa strategica
pubblicato il 19 ottobre 2010 (Securing
Britain in an Age of Uncertainty: The Strategic Defence and Security Review).
Nelle valutazioni del Governo, a motivare la necessità della revisione della
spesa in un settore certamente “sensibile” per la politica nazionale (in
ragione delle responsabilità ed ambizioni globali che tradizionalmente
orientano l’azione del Regno Unito sulla scena delle relazioni internazionali),
è il rapporto di reciproca dipendenza sussistente tra sicurezza nazionale e
sicurezza economica: in questa prospettiva, il contenimento della spesa per
la difesa è necessario al generale riequilibrio del deficit della finanza
pubblica e a preservare la stessa sicurezza nazionale.
Il
perseguimento di tali finalità, inoltre, nei propositi del Governo deve
realizzarsi in conformità a generali obiettivi di politica estera (foreign
policy priorities): essi sono individuati nella salvaguardia
della sicurezza nazionale attraverso la lotta al terrorismo, il controllo degli
armamenti e la riduzione dei conflitti; nella costruzione della prosperità del
Paese, attraverso l’apertura dei mercati, l’aumento delle esportazioni e degli
investimenti, la promozione dello sviluppo globale sostenibile; l’assistenza ai
cittadini del Regno Unito in ogni parte del mondo.
Queste
premesse, integrate dalla “foreign policy baseline” adottata dal Governo
di coalizione conservatore-liberaldemocratico, influenzano, nel citato
documento strategico del 2010, l’individuazione di criteri generali (principles)
per l’impiego delle forze armate. Essi sono improntati a maggiore selettività, seppure
mantenuti nella loro complessiva capacità di tutelare gli interessi nazionali
nella più ampia dimensione geografica, e sono orientati - oltre che alla
necessaria sussistenza dell’interesse nazionale - alla chiarezza degli
obiettivi strategici, alla proporzionalità dei benefici rispetto ai rischi
politici, economici, all’esistenza di politiche praticabili successivamente
all’intervento militare (exit strategy) e alla giustificabilità
dell’intervento militare sul piano del diritto internazionale.
L’attivazione
dei dispositivi di sicurezza nazionale, inoltre, è contemplata in presenza di
rischi i quali, articolati in tre livelli in base alla gravità, sono oggetto di
costante valutazione (National Security Risk Assessment) da parte del National
Security Council in seno al Cabinet Office.
Ai
suddetti criteri generali si correlano ambiti fondamentali di operatività,
articolati in sette Military Tasks (a loro volta specificati in Defence
Planning Assumptions). Tali compiti sono individuati nella difesa del Regno
Unito e dei suoi Territori d’oltremare, nella intelligence strategica,
nel mantenimento dei dispositivi di deterrenza nucleare nazionale,
nell’esercizio di compiti di protezione civile a sostegno delle competenti
organizzazioni, e, più in generale, nella difesa degli interessi nazionali
attraverso il mantenimento di uno status di potenza militare ed
attraverso la partecipazione a operazioni militari multinazionali.
Le
forze armate così prefigurate (The Future Force) sono costituite da tre
elementi, differenziati, a seconda delle diverse modalità operative, in Deployed
Force, High Readiness Force e Lower Readiness Force. La prima
comprende contingenti militari impegnati in ambiti operativi ritenuti vitali
per la sicurezza nazionale, come la difesa aerea territoriale, la presenza
della Marina militare nel Sud Atlantico e il deterrente nucleare; peraltro,
anche l’attuale impegno in Afghanistan è fatto rientrare in questa categoria di
operazioni. La seconda è preordinata principalmente alla reazione rapida in
caso di crisi, ma può includere la partecipazione di contingenti militari in
operazioni multinazionali. La terza è costituita essenzialmente da personale
militare già addestrato per l’ingaggio in operazioni protratte nel tempo, che
con criteri di flessibilità può tuttavia essere addestrato in prospettiva di
operazioni di intervento rapido.
Sotto
il profilo della spesa pubblica, la nuova definizione di strutture e di
modalità operative delle forze armate, assieme ad interventi di contenimento
destinati ad incidere soprattutto sui settori non operativi (personale civile,
beni immobili) comporterà, nelle stime del Governo, un risparmio di 4,3
miliardi di sterline nel quadriennio della Spending Review.
Il
carattere prioritario riconosciuto alla sicurezza nazionale richiede, tuttavia,
che in quest’ambito i tagli della spesa seguano criteri differenziati rispetto
a quelli programmati per altri Dipartimenti governativi; a tale riguardo il
Governo ha previsto che gli obiettivi di spesa si attestino sui livelli stabiliti
dalla NATO nel suddetto quadriennio, e che in tale arco di tempo il Regno Unito
mantenga il quarto posto, su scala mondiale, in ordine agli
stanziamenti per la difesa. La definizione di nuovi criteri di spesa
comporta inoltre una riformulazione degli equipaggiamenti e dei sistemi d’arma
in dotazione alle forze armate, che superando le inefficienze sperimentate
nelle modalità di approvvigionamento
ponga le condizioni per un ammodernamento delle risorse tecniche e per
il loro impiego più idoneo. Questo particolare obiettivo è stato perseguito, da
ultimo, con l’approvazione del Defence
Reform Act 2014, con cui è stata modificata, tra l’altro,
la disciplina degli appalti e dei contratti per forniture militari.
Tra le
misure contemplate dal già richiamato documento programmatico del 2010, viene
in rilievo, in materia di dotazione delle forze armate, il mantenimento di un
ruolo operativo di primo piano dell’Esercito, per il quale si prevede la
dotazione di equipaggiamenti più leggeri tali da consentirne l’impiego con
carattere di flessibilità. L’operatività delle truppe di terra è assicurata,
nelle previsioni del Governo, attraverso il potenziamento della flotta di
elicotteri da combattimento e per il trasporto, sia con l’acquisto di nuovi
mezzi, sia con il più lungo impiego nel tempo di mezzi già disponibili.
Quanto
alla Marina militare, il Governo ha manifestato l’intento di completare
la costruzione di due grandi portaerei, nel presupposto che la capacità di
dislocare aerei nei teatri di combattimento in assenza di basi di terra
costituisca un obiettivo prioritario. La necessità di garantire
l’interoperabilità del trasporto di mezzi aerei nel quadro delle alleanze
militari è posta a fondamento, tuttavia, della scelta del Governo di procedere
alla dismissione degli aerei Harrier e alla modifica dei mezzi navali di
trasporto per consentire il decollo di aerei del tipo Joint Strike Fighter.
È altresì previsto il potenziamento della flotta sottomarina, componente
essenziale del deterrente nucleare britannico, con l’acquisizione di sei
sottomarini di classe Type 45. La capacità di lancio di missili nucleari
dei sottomarini in dotazione alla Royal Navy verrà comunque ridotta: la
misura, da adottare in ottemperanza agli impegni internazionali in materia di
disarmo multilaterale, consentirà, nelle stime del Governo, un risparmio di 750
milioni di sterline nel quadriennio della Spending Review e di 3,2
miliardi di sterline nell’arco del prossimo decennio.
Relativamente
all’aviazione, il Governo prevede che la Royal Air Force sia
dotata, entro il 2020, di versatili e moderni aerei da combattimento aria-aria
ed aria-terra di tipo Typhoon, nonché dei già menzionati aerei del tipo Joint
Strike Fighter. Verrà inoltre incrementata la dotazione di aerei senza
pilota (Unmanned Air Vehicles) per compiti di ricognizione e di
combattimento.
La
revisione della spesa della difesa intende, tuttavia, mantenere inalterata, con
riguardo ai compiti in tali ambiti esercitati da personale militare,
l’efficacia dell’azione anti-terrorismo svolta sul territorio nazionale,
il contrasto del residuo terrorismo nell’Irlanda del Nord e l’utilizzazione
delle forze armate nel far fronte ad emergenze civili o a catastrofi naturali.
E’
d’interesse segnalare, anche per le questioni che potranno venire all’esame in
occasione della prossima adozione, nel 2015, della National Security
Strategy, le critiche espresse in ambito parlamentare circa le opzioni
(oltre che sulle stesse modalità di approvazione) del documento programmatico
del 2010. Nella sua relazione del 2012 (First
Report of session 2012-13), la commissione bicamerale competente (Joint
Committee on the National Security Strategy) ne ha infatti ravvisato
l’inadeguatezza sotto il profilo della realistica valutazione possibilità di
mantenere una effettiva capacità di influenza internazionale del Paese e della
opacità dei criteri di valutazione dei rischi per la sicurezza nazionale National
Security Risk Assessment (NSRA). Nella sua relazione del 7 aprile 2014 (First
Report of session 2013-14), la commissione ha evidenziato le carenze,
alla luce di recenti vicende internazionali (come la crisi russo-ucraina),
delle direttive strategiche del 2010 in ordine ad alcune delle stesse priorità
perseguite, e ha di esse constatato, inoltre, le criticità con riguardo
all’efficacia degli interventi di protezione civile e di resilience
posti in essere per fronteggiare l’emergenza nazionale costituita dalle recenti
alluvioni verificatesi in alcune aree del Paese.
Ancora
in ambito parlamentare, l’idoneità delle politiche nazionali di difesa ad
assicurare il potenziale di deterrenza militare del Regno Unito è il tema
dell’inchiesta recentemente conclusa dal Defence Committee della Camera
dei Comuni (Deterrence
in the twenty-first century, pubblicata l’11 marzo
2014). Tra gli aspetti presi in esame, rileva quello del mutato contesto
internazionale e della conseguente necessità di una aggiornata valutazione dei
rischi per la sicurezza nazionale, affinché gli strumenti di deterrenza
mantengano la loro credibilità e siano adeguati a nuove tipologie di rischio,
incluso quello concernenti le reti di comunicazione e il cyberspazio.
Una ulteriore relazione del Defence Committee (Intervention:
When, Why and How?, pubblicato l’8 aprile 2014) è stata
dedicata ai criteri che presiedono all’impiego all’estero delle forze armate,
alla luce dei criteri di flessibilità (“adaptable posture”) enunciati
nella National Security Strategy del 2010 e in considerazione dei
rapporti tra Governo e Parlamento in ordine alle relative decisioni, il cui
assetto è divenuto materia di riflessione a seguito del recente voto
parlamentare contrario all’invio di contingenti militari britannici in Siria.
[1] La scheda è stata elaborata dal servizio Biblioteca della Camera dei Deputati.
[2] Ulteriori informazioni sul Libro bianco sono contenute nel dossier “Libro bianco sulla difesa e sicurezza della Francia (2013)”, curato dal Servizio Studi del Senato della Repubblica (dossier n. 124, aprile 2014).