Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento difesa
Titolo: La missione ISAF in Afghanistan
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 20
Data: 28/05/2013
Descrittori:
AFGHANISTAN   INTERNATIONAL SECURITY ASSISTANCE FORCE (ISAF)
MISSIONI INTERNAZIONALI DI PACE     
Organi della Camera: IV-Difesa


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La missione ISAF in Afghanistan

28 maggio 2013




 

La missione ISAF (International Security Assistance Force) è stata istituita a seguito della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU n. 1386 del 20 dicembre 2001. Come previsto dagli esiti della Conferenza di Bonn (5 dicembre 2001), svoltasi sotto il patrocinio delle Nazioni Unite e dedicata all'individuazione, da parte della Comunità internazionale, di un percorso di stabilizzazione dell'Afghanistan, la risoluzione ha autorizzato la predisposizione di una forza di intervento internazionale incaricata di garantire un ambiente sicuro nell'area di Kabul. Nella capitale afghana, infatti, dopo la caduta del regime talebano a seguito delle operazioni militari condotte nell'ambito della missione Enduring Freedom, il 22 dicembre 2001 si insediava l'Autorità provvisoria afghana guidata da Hamid Karzai.

 

L'Italia ha partecipato all'operazione Enduring Freedom dal 18 novembre 2001 con compiti di sorveglianza, interdizione marittima, nonché di monitoraggio di eventuali traffici illeciti. La partecipazione italiana alla missione si è conclusa il 3 dicembre 2006.

La missione ISAF, iniziata nel gennaio 2002, è stata inizialmente svolta dai contingenti di 19 Paesi sotto la guida inglese.

 

Successivamente il vertice NATO di Praga (novembre 2002), ha approvato un nuovo concetto militare che, optando per un approccio globale contro il terrorismo, ha consentito alle forze dell'Alleanza di intervenire ovunque i suoi interessi lo richiedano (quindi anche fuori dall'area dei Paesi membri). Anche a seguito di tali determinazioni, il 16 aprile 2003 il Consiglio Nord Atlantico (NAC) ha deciso l'assunzione, da parte della NATO, del comando, del coordinamento e della pianificazione dell'operazione ISAF, senza modificarne nome, bandiera e compiti. La decisione è stata resa operativa l'11 agosto 2003, con l'assunzione della guida della prima missione militare extraeuropea dell'Alleanza Atlantica.

 

La risoluzione ONU n. 1510 del 13 ottobre 2003, oltre a prevedere l'ulteriore proroga del mandato di ISAF, ha autorizzato l'espansione delle attività della missione anche al di fuori dell'area di Kabul.

Nell'ambito della rotazione dei comandi NATO nella condotta di ISAF, l'Italia ne ha assunto la leadership dal 4 agosto 2005 al 4 maggio 2006.

Dal 4 febbraio 2007 la leadership di ISAF è stata conferita a comandi "compositi" formati da personale di staff proveniente dagli Standing HQ della NATO e  da personale delle Nazioni che contribuiscono all'operazione; da tale data il comando è stato assunto da un generale statunitense (da ultimo, il generale Joseph F. Dunford Jr., in carica dal 10 febbraio 2013).

 

La struttura di comando si diparte dall'ISAF Joint Command (IJC) responsabile delle operazioni, dal quale dipendono 6 comandi regionali (RCs), il Comando dell'aeroporto internazionale di Kabul (KAIA) e il Comando responsabile del''addestramento delle unità afghane (NTM A - NATO Training Mission Afghanistan).
Inoltre, nell'ambito di ciascun Comando Regionale operano più Provincial Reconstruction Team (PRT), organizzazioni miste militari e civili idonee a creare un ambiente stabile attraverso un processo di ricostruzione socio-economica, mediante il supporto alle attività di ricostruzione condotte dalle organizzazioni nazionali ed internazionali operanti nella regione.

 

Lo svolgimento della missione ISAF, da ultimo prorogata al 13 ottobre 2013 dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 2069/2012, è articolato in cinque fasi:

 

1)   la prima fase ha riguardato l'attività di analisi e preparazione;

2)   la seconda fase ha avuto l'obiettivo di realizzare l'espansione sull'intero territorio afghano, in 4 distinti stages che hanno riguardato in senso antiorario le aree Nord, Ovest, Sud ed Est. Tali stages sono stati realizzati progressivamente con il subentro della NATO agli Stati Uniti nella guida delle operazioni di stabilizzazione nelle diverse aree del Paese. La fase di espansione è stata completata nell'ottobre 2006 con l'assunzione, da parte di ISAF, del controllo sulla regione orientale del paese. La fase dell'espansione è stata realizzata attraverso la costituzione in ogni area di una FSB (Forward Support Base), ovvero una installazione militare aeroportuale avanzata necessaria innanzitutto per fornire supporto operativo e logistico ai PRT (Provincial Reconstruction Team) presenti nella stessa regione. In alcune regioni (tra le quali Herat) i PRT erano già stati istituiti nell'ambito dell'operazione Enduring Freedom;

3)  durante la terza fase, finalizzata alla stabilizzazione dell'Afghanistan, il rafforzarsi, in particolare nel corso del 2008, dell'insorgenza talebana contro la presenza internazionale e il conseguente deterioramento del quadro di sicurezza generale responsabile anche dell'innalzamento del numero delle vittime civili, ha indotto ad una revisione della strategia della missione ISAF. In particolare la NATO, a partire dal 2008, ha promosso un comprehensive approach alla questione afghana (poi ribadito nel vertice di Strasburgo-Kehl del 3-4 aprile 2009) insistendo sul sostegno al rafforzamento delle istituzioni afghane ed inviando nuovo personale, non solo militare, ma anche civile. Da parte statunitense fin dal marzo 2010, l'amministrazione Obama ha delineato un comprehensive approach alla questione afghano-pakistana postulando la distruzione di Al Qaeda in Afghanistan e Pakistan e la stabilizzazione dell'area mediante un incremento della presenza militare in Afghanistan accompagnata ad un maggior sostegno finanziario e organizzativo alla crescita civile dei due paesi. Dopo un lungo dibattito all'interno dell'Amministrazione, inoltre, nel dicembre 2010, gli USA hanno annunciato l'invio di 30.000 ulteriori soldati USA e, allo stesso tempo, ha indicato il luglio 2011 come data dell'inizio di un graduale ritiro delle truppe USA. Contestualmente la NATO ha annunciato un incremento della propria presenza complessiva di circa 7.000 unità. Successivamente la Conferenza internazionale di Londra ha insistito, nelle sue conclusioni del 28 gennaio 2010, sulla necessità di recuperare alla vita civile i combattenti dell'insorgenza non riconducibili al nucleo più ideologicamente talebano e ad Al Qaeda che accettino la rinuncia alla violenza, sull'opportunità di incrementare gli aiuti umanitari e sulla ricerca di un maggiore coinvolgimento di tutte le componenti afghane e dei paesi confinanti nella ricerca della pace;

4)      la quarta fase di ISAF, attualmente in corso, riguarda il periodo di transizione;

5)     la quinta fase prevede il rischieramento dei contingenti.

 

Il vertice NATO di Lisbona (novembre 2010) ha visto i capi di Stato e di Governo concordare sui principi sottesi al processo di transizione ("Inteqal" nelle lingue Dari e Pashtu), ossia il passaggio della responsabilità della sicurezza in Afghanistan da Isaf alle Forze di sicurezza nazionali, in virtù del quale il ruolo della missione passerà dall'assetto combat a una configurazione di supporto.

 

I principi individuati a Lisbona e da allora integrati nel processo di attuazione della transizione si concretizzano nelle seguenti attività:

 

- allineare l'assistenza di NATO/ISAF con i programmi prioritari nazionali afghani;

- operare attraverso istituzioni afghane sempre più capaci;

- riconfigurare, grazie del miglioramento delle condizioni di sicurezza, il profilo di una parte delle truppe di ISAF concentrandone l'impiego per la soluzione di criticità negli ambiti della sicurezza,  formazione e mentoring;

- rafforzare ulteriormente la capacità di garantire la sicurezza nazionale da parte delle forze afghane e sostenere l'evoluzione dello sforzo civile internazionale per agevolare la crescita delle capacità afghane di leadership. Tale processo prevede che i PRT passino progressivamente da centri operativi e di erogazione di servizi a nuclei di assistenza tecnica alla capacità delle autorità locali, per poi dissolversi, a transizione completata, con la cessione totale delle attività di sviluppo agli attori pubblici - governativi e non - e privati.

 

Con riferimento alle tranches della transizione si segnala che il 31 dicembre 2012 il Presidente afghano Hamid Karzai ha annunciato che l'87% della popolazione nazionale vive in aree la cui sicurezza è sotto la responsabilità delle forze dell'ANSF e che 23 province, su un totale di 34, sono totalmente sotto controllo afghano.

 

Le decisioni assunte dal Vertice Nato di Lisbona in ordine al completamento entro il 2014, del ritiro delle truppe di combattimento operanti nel quadro della missione ISAF sono state confermate dal successivo vertice NATO di Chicago (20-21 maggio 2012) che ha fissato al dicembre 2014, quando sarà concluso il graduale trasferimento delle responsabilità per la sicurezza dell'Afghanistan dalle truppe ISAF alle Forze di sicurezza nazionali, il termine per il ritiro delle truppe della missione ISAF.

A Chicago la Comunità internazionale si è impegnata a proseguire oltre il 2014 nel sostegno all'Afghanistan verso l'autonomia nella gestione della sicurezza, nella costruzione di una migliore governance e delle condizioni per lo sviluppo economico e sociale, anche tramite una permanenza nel paese asiatico con una nuova missione incaricata di compiti di formazione, consulenza e supporto.

Il Governo afghano, per parte sua, si è impegnato a perseguire i princìpi del buon governo, della lotta alla corruzione e del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresa la parità tra uomini e donne, nonché la trasparenza e la regolarità dei procedimenti elettorali.

 

Al riguardo, si osserva che nel corso del 2014 il corpo elettorale afghano sarà chiamato ad eleggere il Presidente della repubblica (e l'elezione di Amid Karzai nel 2009 per il secondo mandato era stata accompagnata da polemiche, interne ed internazionali, sulla regolarità del voto); nel 2015 sarà invece la volta del rinnovo della Wolesi Jirga, la Camera bassa del Parlamento afghano.

 

Sia le modalità e le forme della permanenza USA in Afghanistan dopo il ritiro delle truppe operanti in ambito Isaf a fine 2014, sia la strutturazione della presenza Nato nel paese asiatico dopo quella data sono ancora in corso di definizione.

 

Per quanto riguarda l'Alleanza Atlantica il tema è stato discusso in un summit presso il quartier generale di Bruxelles (21-22 febbraio 2013) dal quale non sono emerse indicazioni precise. Quanto agli USA, alla richiesta (5 marzo 2013) del generale James Mattis, a capo dell'United States Central Command (comando centrale dell'esercito degli Stati Uniti) di un piano per il mantenimento di 13.600 soldati americani in Afghanistan dopo la fine della missione Nato, formulata presso il Senato, la portavoce della Casa Bianca ha replicato che il Presidente Barak Obama sta valutando una serie di opzioni per un possibile prolungamento della presenza del contingente Usa in Afghanistan dopo il 2014.

 

ISAF comprende attualmente, come riportato dal Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa 2013-2015, circa 112.579 militari appartenenti a contingenti di 50 Paesi.

Quanto al contributo italiano , come si evince dalla  relazione tecnica all'ultimo provvedimento di proroga del finanziamento delle missioni internazionali (decreto-legge n. 227 del 2012 convertito con modificazioni dalla L. 1 febbraio 2013, n. 12), esso si avvale della partecipazione di 3.100 unità di personale militare in teatro e di 95 unità di supporto dislocate a Tampa, negli Emirati Arabi Uniti e in Barhein.

 

Attualmente, i militari delle quattro Forze Armate sono distribuiti nelle aree di Kabul, - dove il personale ricopre prevalentemente incarichi di staff presso il quartier generale di Isaf-, e di Herat.

 

Il Regional Command West (RC-W), la zona sotto la responsabilità italiana, è un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah.

 

La componente principale delle forze nazionali è costituita dal personale proveniente dalla Brigata alpina "Julia" dell'Esercito Italiano; è presente inoltre un significativo contributo di uomini e mezzi della Marina Militare, dell'Aeronautica Militare, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.

 

In particolare, secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa (http://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/ISAF/Pagine/Contributonazionale.aspx) , nel RC-West sono presenti i seguenti assetti nazionali:

 

"      Forze di Manovra del 7° reggimento alpini della brigata "Julia" (Transition - Support - Unit - Center, basata a Shindand e operante nella parte centrale dell'area di competenza italiana), e dell 8° reggimento alpini della Brigata alpina "Julia" (Trasition - Support - Unit -  South, basata a Farah e operante nella parte meridionale dell'area di competenza italiana). Le forze di manovra sono dotate di VTLM "Lince". Tra gli assetti della Transition Support Unit è presente, dall'agosto 2010, una compagnia di VBM "Freccia" del 82° reggimento fanteria "Torino". Nella Transition Support Unit è presente una compagnia veicoli cingolati "Dardo" del 6° reggimento bersaglieri;
"      PRT che ha il compito di supportare la governance e di sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo congiuntamente a una componente civile rappresentata da un Consigliere del Ministero Affari Esteri. Il PRT è composto da personale del 3° reggimento artiglieria da montagna di Tolmezzo - brigata alpina "Julia" - e del Multinational CIMIC group di Motta di Livenza, nonchè da personale statunitense e sloveno. Le componenti lavorano insieme a favore della ricostruzione, incentivando l'occupazione locale (i progetti vengono materialmente realizzati da ditte afghane), lo sviluppo economico dell'area e la fiducia verso le istituzioni politiche locali e gli "elders" (anziani dei villaggi);
"      ITALFOR, la componente nazionale interforze che si occupa degli aspetti gestionali e logistici di carattere strettamente nazionale;
"      Joint Air Task Force (JATF), è l'unità che gestisce tutti gli assetti dell'Aeronautica Militare nel Teatro operativo, tra cui i velivoli C130J, che si alternano ai C27 della 46ª Brigata Aerea di Pisa, impiegati per il trasporto del personale e dei rifornimenti all'interno del Teatro afghano, gli AM-X del 51° Stormo di Istrana, con compiti di ricognizione e supporto tattico ravvicinato alle forze di terra, con compiti di sorveglianza, pattugliamento, supporto alla movimentazione di convogli e personale sensibile, deterrenza ed evacuazione medica e i velivoli senza pilota (UAV) Predator del 32° Stormo di Amendola, con compiti ISTAR (Intelligence, Surveillance, Targeting and Recognition), tutti schierati ad Herat;
"      Task Force Fenice è l'unità dell'Aviazione dell'Esercito che gestisce i velivoli ad ala rotante. Gli elicotteri schierati in Teatro sono del tipo CH 47 "Chinook" e NH90, adibiti al trasporto del personale e dei rifornimenti, e gli A129 C "Mangusta" con compiti di esplorazione e scorta in supporto di fuoco alle forze terrestri;
"      Military Advisory Team (MAT) è un assetto composto attualmente da militari appartenenti all'area del 1° FOD (Forze Operative di Difesa) impegnati quali "mentor" nella formazione e assistenza, anche in operazioni, dei quadri delle unità dell'Esercito afghano;
"      Forward Support Base (FSB) è un'unità che si occupa della gestione della base e del settore aeroportuale di Herat, compresa la sicurezza che viene garantita da una compagnia multinazionale di Force Protection (in cui sono inquadrati i Fucilieri dell'Aria dell'Aeronautica Militare);
"      CAI-I, Centro Amministrativo d'Intendenza - Interforze è il polo amministrativo di riferimento di tutto il Contingente Italiano schierato nella Regione Ovest; al vertice della struttura è posto il Direttore del Centro;
"      Police Advisory Team (PAT), basato su due team composti dai Carabinieri provenienti dall'organizzazione Territoriale dell'Arma e dai Carabinieri paracadutisti del 1° reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania", è incaricato di attività di mentoring a favore del Comando Regionale e Provinciale dell'Afghan Uniform Police. I POMLT operano in Afghanistan con le insegne dell'European Gendarmerie Force (EUROGENDFOR);
"      il contributo italiano alla NATO Training Mission - Afghanistan (NTM-A), nell'area di competenza del Comando RC-W, è rappresentato essenzialmente dalla messa a disposizione di personale dell'Aeronautica Militare nella provincia di Herat. Nello specifico, alle dipendenze del NATO Air Training Command - Afghanistan (NATC-A) vi è "l'Airbase Support Air Advisor Team" di stanza a Shindand dal 2 novembre 2010. Il team è costituito da militari dell'Aeronautica Militare provenienti da vari reparti che svolgono attività di advising al personale dell'Aeronautica afgana;
"      Task Force Genio, su base 2° reggimento genio guastatori della brigata "Julia", è costituita da compagnie guastatori e da un Comando di Task Force; le compagnie sono distaccate sotto controllo tattico delle TF di manovra nelle sedi di Herat, Shindand, Farah e Bakwa e sono costituite da assetti del genio altamente specializzati nella gestione della minaccia di ordigni esplosivi, di residuati bellici e mine avvalendosi anche di unità cinofile. Alcune componenti sono inoltre dedicate al mantenimento della viabilità delle forze ISAF sul territorio di competenza;
"      Joint Task Force C4 (JTFC4), l'unità interforze incaricata di assicurare le comunicazioni vitali per il comando e controllo di tutte le unità italiane che operano nella regione ovest dell'Afghanistan. Attualmente è su base 11° reggimento trasmissioni, battaglione "Tonale", con sede a Civitavecchia e coadiuvata da assetti specialistici della Marina Militare e dell'Aeronautica Militare;
"      Task Force "Grifo", assetto della Guardia di Finanza incaricato di contribuire alla formazione ed addestramento dei corpi di Polizia di Frontiera e Doganale afghani;
"      presso il RC-West sono presenti due assetti sanitari: il ROLE 1, a livello pronto soccorso e infermeria, a guida italiana, e il ROLE 2, a livello di ospedale polispecialistico, a guida spagnola.

 

Per un approfondimento in merito allo scenario afghano, cfr. "Lo scenario afghano" , Nota di politica internazionale n. 13 del 28 maggio 2013.

 

Missione ISAF
Vertice NATO di Praga 2002
Risoluzione ONU n. 1510 del 2003
Le 5 fasi della missione UNIFIL
Vertice NATO di Lisbona 2010
Vertice NATO di Chicago 2012
Summit Burxelles 2013
Contingente missione ISAF
Assetti nazionali