Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Controllo Parlamentare
Titolo: L'attività di controllo parlamentare n. 8/XVII GENNAIO 2014
Serie: L'attività di controllo parlamentare    Numero: 8    Progressivo: 2014
Data: 20/01/2014
Descrittori:
ATTIVITA' PARLAMENTARE NON LEGISLATIVA   CONTROLLO SUL GOVERNO
NOMINE IN ENTI   ORDINI DEL GIORNO












Notiziario mensile

Numero 8/XVII

GENNAIO 2014

L’attività di controllo parlamentare


MONITORAGGIO DI:

NOMINE GOVERNATIVE

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO

RELAZIONI AL PARLAMENTO ED ALTRI ADEMPIMENTI


a cura del Servizio per il Controllo parlamentare



INDICE

AVVERTENZA 1

Sezione I 3

NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI 3

In evidenza a dicembre 2013 4

a) Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento) dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 nel mese di dicembre 2013 9

b) Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 scadute e non ancora rinnovate nel mese di dicembre 2013 o previste in scadenza entro il 28 febbraio 2014 19

c) Principali cariche in enti e autorità non ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978, rinnovate o in scadenza entro il 28 febbraio 2014 23

Sezione II 33

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO 33

In evidenza a dicembre 2013 34

Note annunciate al 31 dicembre 2013 in attuazione di atti di indirizzo 40

Ministero degli affari esteri 40

Ministro per gli affari europei 50

Ministero dell'interno 54

Ministero della salute 61

Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite le note di attuazione annunciate al 31 dicembre 2013 63

Sezione III 65

RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE 65

L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento 66

In evidenza a dicembre 2013 67

Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo 1° – 31 dicembre 2013 76

Relazioni governative 76

Relazioni non governative 81

Nuove relazioni previste da fonti normative 82

Relazioni governative 82


AVVERTENZA



Questa pubblicazione trae origine dal lavoro svolto dal Servizio per il controllo parlamentare sul monitoraggio di vari tipi di adempimenti governativi nei confronti del Parlamento, per offrire notizie, dati statistici ed altre informazioni utili per l’attività parlamentare.

A tal fine il notiziario è suddiviso in tre sezioni in modo da considerare analiticamente gli adempimenti governativi a fronte di obblighi derivanti da leggi ovvero da deliberazioni non legislative della Camera dei deputati, nonché relativi alla trasmissione degli atti per i quali è prevista l’espressione di un parere parlamentare.


La pubblicazione si apre con la Sezione I relativa alle nomine governative negli enti pubblici, monitorate principalmente ai sensi dalla legge n. 14 del 24 gennaio 1978, che disciplina le richieste di parere parlamentare e le comunicazioni al Parlamento di nomine effettuate dal Governo in enti pubblici.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, la sezione I dà conto, nella sottosezione a), delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della suddetta legge n. 14 del 1978 nel periodo considerato dalla pubblicazione. Si tratta pertanto delle nomine conseguenti a proposte di nomina trasmesse per l’espressione del parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 14 del 1978), informando quindi sull’esito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di entrambe le Camere in sede di nomina da parte governativa, o comunicate dal Governo (ai sensi dell’articolo 9 della richiamata legge n. 14). Vengono anche specificate le procedure di nomina previste dalle norme relative ai singoli enti e fornite notizie essenziali sull’attività degli stessi.

Nella sottosezione b) vengono elencate ed analizzate le principali cariche di nomina governativa, sempre ricomprese nell’ambito della legge n. 14 del 1978, scadute e non ancora rinnovate nel periodo considerato o che scadranno nei mesi successivi.

La sottosezione c) dà conto di nomine o di cariche in scadenza, sempre nel periodo preso in esame, in enti pubblici e autorità indipendenti che esulano dal campo di applicazione della legge n. 14 del 1978.

La Sezione I cerca quindi di fornire un quadro della situazione delle nomine governative in molti enti pubblici tramite l’utilizzo di una banca dati istituita negli ultimi mesi del 2002 dal Servizio per il controllo parlamentare per colmare una lacuna avvertita non solo a livello parlamentare, e che da allora è cresciuta anche estendendo il campo del proprio monitoraggio. Tale banca dati viene implementata dal Servizio stesso tramite la ricerca e l’esame di documenti di varia provenienza (prevalentemente parlamentare e governativa) nonché il contatto diretto con i Ministeri competenti per le nomine e con gli enti stessi. Lo scopo è appunto quello di fornire dati di non facile reperibilità, ordinati in modo cronologico e logicamente coerente, per far sì che l’utente possa meglio orientarsi in un campo vario e complesso. In tal modo è possibile disporre, tra l’altro, di uno scadenzario delle principali nomine che dovranno poi essere rinnovate ed avere notizia dell’esito dei pareri espressi dalle competenti Commissioni.


Nella Sezione II viene presa in esame l’attuazione data dai diversi Ministeri agli impegni contenuti in atti di indirizzo (ordini del giorno, mozioni o risoluzioni) approvati in Assemblea o in Commissione. Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare detti atti ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti). Gli atti così inviati alle Amministrazioni sono elencati nel paragrafo “Le nostre segnalazioni”.


Nella Sezione III si illustrano gli esiti del monitoraggio svolto dal Servizio sulle relazioni al Parlamento la cui trasmissione sia prevista da norme di legge, distinte tra “governative” e “non governative”. Si dà inoltre conto delle relazioni di nuova istituzione, stabilite cioè da nuove norme entrate in vigore nel periodo considerato.


Come per quelle contenute nella Sezione I, anche le informazioni riportate nelle sezioni II e III sono tratte dalle altre due banche dati sviluppate e gestite dal Servizio per il controllo parlamentare, e costantemente alimentate sulla base dei dati contenuti nelle Gazzette Ufficiali, degli atti parlamentari, nonché delle informazioni acquisite direttamente dai Ministeri.















Sezione I


NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI


























La sezione è ripartita in tre sottosezioni che danno conto: 1) delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della legge n. 14/1978 nel mese di dicembre 2013 (e nella prima parte del mese di gennaio 2014), indicando i nominativi dei titolari, le cariche assunte, le modalità, le date di nomina e il tipo di controllo parlamentare previsto (espressione del parere da parte delle Commissioni competenti o comunicazione al Parlamento da parte dei Ministeri, evidenziando altresì i casi in cui non sia stata seguita nessuna delle due procedure); 2) delle nomine scadute e non ancora rinnovate negli enti medesimi nello stesso periodo e di quelle in scadenza fino al 28 febbraio 2014 con l’indicazione dei titolari e delle cariche in scadenza (o scadute), delle procedure di nomina e del tipo di controllo parlamentare previsto per il rinnovo delle suddette cariche; 3) delle principali nomine effettuate, e di quelle in scadenza entro il 28 febbraio 2014, in enti pubblici o autorità amministrative indipendenti non ricompresi nel campo di applicazione della citata legge n. 14/1978, con l’indicazione dei titolari, delle cariche, delle procedure di nomina, delle date di scadenza e dell’eventuale rinnovo se già avvenuto.

In evidenza a dicembre 2013


La prima sezione della pubblicazione “L’attività di controllo parlamentare” dà conto delle nomine governative negli enti pubblici e dello stato del quadro normativo di riferimento, monitorando il mese di dicembre 2013 nonché l'inizio di quello di gennaio 2014, con una proiezione previsionale delle cariche in scadenza fino alla fine di febbraio 2014. La sezione è composta da tre sottosezioni, che danno rispettivamente conto delle cariche rinnovate nel mese di dicembre 2013, nonché di quelle da rinnovare entro la fine di febbraio 2014 nei campi degli enti pubblici e delle autorità amministrative indipendenti.



IN QUESTO NUMERO:



- Il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto del 27 dicembre 2013, ha prorogato per la durata massima di sei mesi il mandato del commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA, Giovanni Lelli, nonché dei subcommissari Pietro Maria Putti e Piergiuseppe Maranesi.


- Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 dicembre 2013, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Giovanni Nistri è stato nominato direttore generale di progetto del Grande Progetto Pompei (e del programma straordinario di cui all'art. 2 del D.L. n. 34/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 75/2011) e Fabrizio Magani è stato nominato vice direttore vicario del medesimo.


- Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 16 dicembre 2013 annunciata al Senato e alla Camera il 19 e il 20 dicembre 2013, ha comunicato di aver nominato, con proprio decreto del 3 dicembre 2013, Gian Luigi Pillola commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, per un periodo massimo di sei mesi.


- L'VIII Commissione (Ambiente) della Camera e la 13ª Commissione (Territorio) del Senato hanno espresso, nelle rispettive sedute del 17 e del 19 dicembre 2013, parere favorevole sulla proposta di nomina di Bernardo De Bernardinis a presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA.


- Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto del 13 dicembre 2013, ha nominato Gaetano Benedetto presidente dell'Ente parco nazionale del Circeo per la durata di cinque anni.


- Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con propri decreti dell'11 e del 3 dicembre 2013, ha nominato Felicio Angrisano commissario straordinario dell'Autorità portuale di Napoli per la durata massima di tre mesi ed Enrico Maria Pujia commissario straordinario dell'Autorità portuale di Augusta per la durata massima di sei mesi.


- Con decreto del Presidente della Repubblica del 6 dicembre 2013, Vincenzo Porrazzo è stato nominato presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate per la durata di tre anni.


- La IX Commissione (Trasporti) della Camera e l'8ª Commissione (Lavori pubblici) del Senato, nelle rispettive sedute del 4 dicembre 2013, hanno espresso parere favorevole sulla proposta di nomina di Rodolfo Giampieri a presidente dell'Autorità portuale di Ancona.


- Si anticipa che il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettere del 17 dicembre 2013, annunciate alla Camera e al Senato l'8 gennaio 2014, ha richiesto il parere parlamentare sulle proposte di nomina di Rino Tarelli a presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione COVIP nonché di Antonella Valeriani e Francesco Massicci a componenti della medesima Commissione.


- Si anticipa altresì che lo stesso Ministro, con lettera del 30 dicembre 2013, annunciata alla Camera e al Senato l'8 gennaio 2014, ha richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Pier Carlo Padoan a presidente dell'Istituto nazionale di statistica ISTAT.


- Si anticipa infine che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera del 19 dicembre 2013, annunciata alla Camera l'8 gennaio 2014, ha comunicato la nomina di Sergio Molinari a componente del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di astrofisica INAF.


- Nel mese di dicembre 2013 sono scaduti i mandati di Michele Pezzinga a componente della Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB e di Ugo Leone a presidente dell'Ente parco nazionale del Vesuvio.


- Nel mese di gennaio 2014 scade il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Piombino, Luciano Guerrieri.

- Nel mese di febbraio 2014 scadranno infine i mandati dei presidenti dell'Ente parco nazionale della Sila, Sonia Ferrari, dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, Arturo Semerari e dell'Ente parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Amilcare Troiano.


- Il 31 dicembre 2013 è scaduto il mandato del commissario straordinario della Fondazione Istituto Nazionale per il Dramma Antico INDA, Alessandro Giacchetti, che era stato nominato dal Ministro per i beni e le attività culturali con proprio decreto dell'11 aprile 2013. Il 25 febbraio 2013 era infatti venuto a scadere il mandato quadriennale dei componenti del consiglio di amministrazione dell'INDA, definitivamente cessati l'11 aprile 2013 al termine del periodo di prorogatio della durata di 45 giorni1. L'INDA è una fondazione con personalità giuridica di diritto privato, ma l'art. 5, comma 3, del D.Lgs. n. 20/1998 prevede il previo parere delle competenti Commissioni parlamentari sulla nomina di quattro degli otto membri del consiglio di amministrazione2. Secondo quanto specificato nelle premesse del ricordato decreto di commissariamento, si potrà procedere alla ricostituzione del predetto organo collegiale solo dopo l'approvazione della modifica statutaria deliberata dalla Fondazione per ridurne il numero dei componenti da otto a cinque, in applicazione dell'articolo 6, comma 5, del D.L. n. 78/2010, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 122/20103. Poiché le modifiche dello statuto della Fondazione devono essere approvate con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la funzione pubblica, il commissariamento dell'INDA si è reso necessario per non interromperne l'attività durante l'organizzazione e lo svolgimento del XLIX ciclo di spettacoli classici in programma presso il Teatro greco di Siracusa.


- Il 31 dicembre 2013 è scaduto il mandato dell'amministratore unico della Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo ARCUS S.p.a., Ludovico Ortona, che era stato nominato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'economia e delle finanze in data 17 settembre 2012. La nomina di Ortona, già presidente uscente di ARCUS S.p.a., ad amministratore unico della medesima, era stata disposta ai sensi dell'art. 4 del D.L. n. 95/2012, convertito con modificazioni dalla L. n. 135/2012. In precedenza la carica apicale di ARCUS S.p.a. era rappresentata appunto da un presidente, sulla cui proposta di nomina è previsto il previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, ai sensi dell’art. 10, comma 6, della L. n. 352/1997 (sostituito dall’art. 2 della L. n. 291/2003)4. Tuttavia tale forma di controllo parlamentare su ARCUS S.p.a. è limitata alla nomina del presidente, in quanto la legge speciale non fa menzione delle nomine degli “altri amministratori”. Pertanto la nomina dell'amministratore unico della società, non rientrando nella suddetta fattispecie del "presidente", non è soggetta ad alcuna forma di controllo parlamentare. Tale valutazione appare confermata dalla mancata trasmissione al Parlamento da parte del Governo della proposta di nomina di Ortona ad amministratore unico. Può pertanto ritenersi che almeno attualmente, con l'introduzione della figura dell'amministratore unico in luogo di quella del presidente, il controllo parlamentare su ARCUS S.p.a sia di fatto venuto meno. Si osserva tra l'altro che, ai sensi dell'art. 39, comma 1-bis del D.L. n. 69/2013, convertito con modificazioni dalla L. n. 98/2013, sono stati abrogati i commi dal 24 al 30 dell'art. 12 del predetto D.L. n. 95/2012, alla stregua dei quali ARCUS S.p.a. avrebbe dovuto essere posta in liquidazione dal 1° gennaio 2014.


- È stata pubblicata nel S.O. n. 87 alla G.U. n. 302 del 27 dicembre 2013 la legge 27 dicembre 2013, n. 147, disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2014). Per quanto direttamente attiene agli enti pubblici oggetto della presente pubblicazione, nonché per quanto concerne il complesso della normativa c.d. "taglia-enti", si segnala anzitutto che, ai sensi dell'art. 1, comma 442, della suddetta legge, viene modificato l'allegato 2 di cui all'art. 7, comma 20, del D.L. n. 78/2010, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 122/2010, con ciò disponendo il subentro nelle funzioni della soppressa Stazione Sperimentale delle Pelli e Materie concianti delle Camere di commercio di Pisa e Vicenza, che si aggiungono così alla CCIAA di Napoli, già ivi prevista. Inoltre, l'art. 1, comma 420, della predetta L. n. 147/2013 stabilisce che, al fine di favorire l’intervento congiunto di soggetti pubblici e privati, il limite massimo di cinque componenti degli organi di amministrazione, previsto dall’art. 6, comma 5, del citato D.L. n. 78/2010, non si applica alle istituzioni culturali, purché comprovino la gratuità dei relativi incarichi e la maggioranza dei componenti dell'organo sia costituita da membri designati dai fondatori pubblici. Infine l'art. 1, comma 295, della L. n. 147/2013 interviene sulle competenze dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura AGEA e del Ministero delle politiche agricole,alimentari e forestali per quanto concerne in particolare il coordinamento di cui all'art. 6, comma 3, del regolamento (CE) n. 1290/2005 del Consiglio, del 21 giugno 20055, con ciò modificando ed in parte abrogando i commi 7 e ss. dell'art. 12 del D.L. n. 95/2012, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 135/2012.


- È stato infine pubblicato nella G.U. n. 5 dell'8 gennaio 2014 il decreto del Presidente della Repubblica in data 26 novembre 2013, con il quale Antonio Nicita è stato nominato componente del Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni AGCOM. Come ricordato nel precedente Bollettino, Nicita era stato eletto dalla Camera dei deputati nella seduta del 14 novembre 2013, in sostituzione di Maurizio Décina che, eletto a sua volta dalla Camera nella seduta del 6 giugno 2012, aveva rassegnato le proprie dimissioni dall'incarico il 4 settembre 2013. Ai sensi dell'art. 1, comma 3, della L. n. 249/1997, come modificato dall'art. 1, comma 2-bis, del D.L. n. 29/2012, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 62/2012, in caso di dimissioni di un commissario la Camera competente procede all'elezione di un nuovo commissario che resta in carica fino alla scadenza ordinaria del mandato dei componenti dell'Autorità6. Si ricorda in proposito che gli altri componenti dell'AGCOM, ossia il presidente Angelo Marcello Cardani, nonché i commissari Antonio Martuscello, Antonio Preto e Francesco Posteraro, sono stati nominati7 con decreto del Presidente della Repubblica in data 11 luglio 2012 per sette anni non rinnovabili8, decorrenti dalla data di insediamento del collegio9, ossia dal 25 luglio 2012. Pertanto, per effetto delle disposizioni sopra citate, anche il mandato di Antonio Nicita verrà a scadere il 25 luglio 2019.


Per l'approfondimento sulle nomine e sulle scadenze nei singoli enti, si rinvia alle relative note.


a) Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento)
dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione
della L. n. 14/1978 nel mese di dicembre 2013


In questa sottosezione si dà conto delle principali nomine soggette a controllo parlamentare effettuate dal Governo nel periodo considerato, delle procedure e del tipo di controllo parlamentare seguiti.

In particolare si specifica se per il rinnovo delle suddette cariche sia stata trasmessa dal Governo la richiesta di parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24/1/1978, recante norme per il controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, definiti successivamente come: istituti e (...) enti pubblici anche economici, che riguarda generalmente i presidenti o comunque gli organi di vertice degli enti e in qualche caso anche i vicepresidenti o i componenti di consigli o commissioni), o la mera comunicazione al Parlamento (ai sensi dell’articolo 9 della suddetta L. n. 14/1978, che riguarda generalmente i componenti dei consigli degli enti o i commissari straordinari), o se in occasione dei precedenti rinnovi non siano state attivate queste procedure.


La citata L. 14/1978 stabilisce, tra l’altro, dall’art. 1 all’art. 8, che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio dei ministri ed i singoli ministri, prima di procedere, secondo le rispettive competenze, a nomine, proposte o designazioni di presidenti e vicepresidenti di istituti e di enti pubblici, anche economici, devono richiedere il parere parlamentare (…). Il parere parlamentare è espresso dalle Commissioni permanenti competenti per materia delle due Camere ed è motivato anche in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione da perseguire. (…) L'organo cui compete la nomina, la proposta o la designazione può provvedere, trascorsi i termini stabiliti dai regolamenti delle due Camere, anche se non sia stato reso il parere delle Commissioni. (…) La richiesta di parere da parte del Governo deve contenere la esposizione della procedura seguita per addivenire alla indicazione della candidatura, dei motivi che la giustificano secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti o in corso di svolgimento, in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione che si intendono perseguire nell'istituto o ente pubblico. (…) Qualora, a seguito del parere espresso da una o entrambe le Commissioni, il Governo ritenga di procedere a nomine, proposte o designazioni diverse da quelle indicate nella richiesta di parere, si applica la procedura prevista negli articoli precedenti. La stessa procedura si applica altresì per la conferma di persona in carica, anche nel caso in cui nei confronti della stessa sia già stato espresso il parere del Parlamento. La conferma non può essere effettuata per più di due volte.


Le richieste di parere parlamentare su proposte di nomina trasmesse dal Governo, sono poi assegnate alle Commissioni competenti per l’esame ai sensi del comma 4 dell’articolo 143 del Regolamento della Camera, che stabilisce che: nei casi in cui il Governo sia tenuto per legge a richiedere un parere parlamentare su atti che rientrano nella sua competenza, il Presidente della Camera assegna alla Commissione competente per materia la relativa richiesta, e ne dà notizia all'Assemblea nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. In periodo di aggiornamento dei lavori della Camera, il Presidente della Camera può differire l'assegnazione della richiesta di parere, tenuto conto del termine previsto dalla legge per l'adozione dell'atto da parte del Governo. (…) In ordine ad atti di nomina, proposta o designazione, la Commissione delibera il parere nel termine di venti giorni dall’assegnazione, prorogabile una sola volta, per non più di dieci giorni, dal Presidente della Camera. (…) Il parere è comunicato al Presidente della Camera, che lo trasmette al Governo.


Per quanto riguarda le nomine che il governo è tenuto a comunicare al Parlamento, sempre la legge 24 gennaio 1978, n. 14, all’articolo 9, stabilisce che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l’esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l’indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano.


Qualora la legge istitutiva del singolo ente (o categoria di enti) o il relativo statuto, ove approvato con atto avente forza di legge, contengano specifiche norme relative al controllo parlamentare alternative o integrative rispetto a quelle generali contenute nella L. n. 14/1978, allora se ne dà conto, nell'ambito della successiva sottosezione "c", nella colonna relativa alla procedura di nomina.


Si ricorda per inciso, riguardo alla scadenza degli organi degli enti in questione, che il D.L. 16/5/1994, n. 293, convertito dalla L. 15/7/1994, n. 444, sulla disciplina della proroga degli organi amministrativi, stabilisce tra l’altro che: (…) gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti. Gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all'articolo precedente sono prorogati per non più di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili (…). Entro il periodo di proroga gli organi amministrativi scaduti debbono essere ricostituiti. (…) I provvedimenti di nomina dei componenti di organi scaduti adottati nel periodo di proroga sono immediatamente esecutivi. (…) Decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli.





























Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia

e lo sviluppo economico sostenibile

ENEA



Commissario:


Giovanni Lelli



Subcommissari:


Pietro Maria Putti e Piergiuseppe Maranesi


Nomina non ancora comunicata

alle Camere

ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978

27/12/2013


D.M. del Ministro

dello sviluppo economico


Il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto del 27 dicembre 2013 non ancora comunicato alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978, ha prorogato il mandato del commissario dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile ENEA, Giovanni Lelli, nonché quello dei subcommissari Pietro Maria Putti e Piergiuseppe Maranesi. La proroga ha la durata di sei mesi a decorrere dalla data del decreto e comunque non oltre la data di approvazione del decreto interministeriale di cui all'art. 37, comma 4, della L. n. 99/2009.

Il 27 dicembre 2013 era infatti prevista la scadenza dei predetti incarichi che, già prorogati per dodici mesi a decorrere dal 28 settembre 2012 con decreto ministeriale del 5 ottobre 2012, erano stati ulteriormente prorogati per tre mesi con analogo decreto ministeriale in data 27 settembre 2013.

Si ricorda che in precedenza il suddetto Ministro, con proprio decreto dell'11 settembre 2009, aveva nominato per un periodo di dodici mesi Lelli commissario dell'Agenzia, che veniva a sostituire il soppresso Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente ENEA. Il Ministro aveva inoltre nominato Pietro Maria Putti ed Enrico Elli in qualità di subcommissari, con il compito di coadiuvare il commissario svolgendo le attività dallo stesso delegate. Detti incarichi venivano successivamente prorogati, con analoghi decreti ministeriali, per ulteriori dodici mesi a decorrere dapprima dal 9 settembre 2010 e successivamente dal 23 settembre 2011. Tuttavia, a seguito delle dimissioni rassegnate da Enrico Elli dalla carica di subcommissario, il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto del 27 settembre 2011, nominava in sua vece Piergiuseppe Maranesi.

L'Agenzia ENEA è ente di diritto pubblico vigilato dal Ministro dello sviluppo economico, finalizzato alla ricerca e all’innovazione tecnologica nonché alla prestazione di servizi avanzati nei settori dell’energia e dello sviluppo economico sostenibile. L’Agenzia opera in autonomia sulla base degli indirizzi definiti dal Ministro dello sviluppo economico, d’intesa con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Come peraltro previsto dall'art. 37, comma 4, della L. n. 99/2009, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, con il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le Commissioni parlamentari competenti, sono determinati tra l'altro gli organi di controllo e di amministrazione dell'Agenzia, la sede, le modalità di costituzione e di funzionamento, e le procedure per l’erogazione delle risorse dell’Agenzia.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Parco geominerario storico

e ambientale

della Sardegna

Commissario straordinario:


Gian Luigi Pillola

Nomina comunicata e annunciata al Senato il 19/12/2013 e alla Camera il 20/12/2013

ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978


3/12/2013


(decorrenza: 4/12/2013)

D.M. del Ministro dell'ambiente

e della tutela

del territorio

e del mare


Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 16 dicembre 2013 annunciata al Senato e alla Camera rispettivamente il 19 e il 20 dicembre 2013, ha comunicato ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978 di aver nominato, con proprio decreto del 3 dicembre 2013, Gian Luigi Pillola commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, per un periodo di sei mesi a decorrere dal 4 dicembre 2013 e comunque non oltre la ricostituzione degli organi del consorzio del Parco.

Il 4 dicembre 2013 scadeva infatti il mandato del precedente commissario straordinario, Antonio Granara, da ultimo prorogato per tre mesi con decreto ministeriale del 6 settembre 201310.

Il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, commissariato dal 2 febbraio 2007, è il primo del genere riconosciuto dall’UNESCO nel 1998 e ne sono promotori la Regione autonoma della Sardegna e l’Ente minerario sardo EMSA. Il Parco è stato istituito dall'art. 1 del decreto 16 ottobre 2001 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle attività produttive ed il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, d'intesa con la Regione autonoma della Sardegna.

Ai sensi dell'art. 4 del predetto decreto, la gestione del Parco è affidata ad un consorzio con personalità giuridica di diritto pubblico, assimilato agli enti di ricerca, vigilato dai tre suddetti Ministeri insieme a quello per i beni e le attività culturali e dalla Regione. Organi del consorzio sono il presidente, il consiglio direttivo, la comunità del Parco ed il collegio dei revisori dei conti.

L'art. 3 del D.P.R. n. 73/2013, recante il riordino degli enti vigilati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, aveva disposto che la composizione del consiglio direttivo del consorzio fosse ridotta da 16 a 8 membri oltre il presidente (dei quali: quattro in rappresentanza rispettivamente del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, del Ministero dello sviluppo economico, del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e del Ministero per i beni e le attività culturali; due in rappresentanza della Regione autonoma della Sardegna; due in rappresentanza degli enti locali interessati, designati dalla comunità del parco). Come tuttavia precisato nelle premesse del citato decreto ministeriale 3 dicembre 2013, l'art. 3 del suddetto D.P.R. n. 73/2013 è stato annullato dal TAR Lazio, sede di Roma, Sez. I, con sentenza breve del 13 novembre 2013, che ha accolto il ricorso presentato dalla Regione autonoma della Sardegna. Quest'ultima aveva infatti espresso la prescritta intesa su un testo del tutto diverso rispetto a quello contenuto nel decreto in seguito emanato, in violazione - tra l'altro - dell'art. 114, decimo comma, della L. n. 388/2000 che aveva previsto l'istituzione del Parco.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Ente parco nazionale

del Circeo

Presidente:


Gaetano Benedetto



Pareri favorevoli espressi dalla

VIII Commissione della Camera

il 6/11/2013

e dalla

13ª Commissione

del Senato

il 4/12/2013


13/12/2013

D.M. del Ministro dell'ambiente

e della tutela

del territorio

e del mare, d'intesa

con la regione competente


Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto del 13 dicembre 2013, ha nominato Gaetano Benedetto presidente dell'Ente parco nazionale del Circeo per la durata di cinque anni. Sulla relativa proposta di nomina, annunciata alla Camera e al Senato il 22 ottobre 2013, avevano espresso parere favorevole l'VIII Commissione (Ambiente) della Camera nella seduta del 6 novembre 2013, dopo aver proceduto all'audizione informale11 di Benedetto, nonché la 13ª Commissione (Territorio) del Senato nella seduta del 4 dicembre 2013.

Benedetto, già nominato per cinque anni presidente dell'Ente parco pontino con decreto ministeriale del 2 luglio 2007, alla scadenza di tale mandato ne è stato nominato commissario straordinario con decreto ministeriale del 7 agosto 2012, annunciato al Senato e alla Camera il 6 ed il 10 settembre 2012, per un periodo massimo di tre mesi. Tale incarico commissariale è stato in seguito confermato con successivi decreti ministeriali, tutti annunciati alle Camere, del 29 ottobre 2012, del 23 gennaio 2013, del 10 maggio 2013 e, da ultimo, del 24 luglio 2013 per la durata massima di tre mesi a decorrere dal 7 agosto 2013.

Gli Enti parco nazionali, disciplinati dall'art. 9 della L. n. 394/1991, hanno personalità giuridica di diritto pubblico, sede legale e amministrativa nel territorio del parco e sono sottoposti alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne nomina il presidente con proprio decreto, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate, e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. Altri organi dell'Ente parco sono il consiglio direttivo, la giunta esecutiva, il collegio dei revisori dei conti e la comunità del parco12. I mandati sono quinquennali.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Autorità portuale

di Napoli

Commissario straordinario:


Felicio Angrisano



Nomine non ancora comunicate

alle Camere

ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978


11/12/2013

D.M. del Ministro delle infrastrutture

e dei trasporti

Autorità portuale di Augusta



Commissario straordinario:


Enrico Maria Pujia



3/12/2013


(decorrenza: 4/12/2013)

Autorità portuale

di Ancona

Presidente:


Rodolfo Giampieri

Pareri favorevoli espressi dalla

IX Commissione della Camera e dalla

8ª Commissione

del Senato

il 4/12/2013


Procedura

di nomina

in corso

D.M. del Ministro delle infrastrutture

e dei trasporti d'intesa

con la regione nell'ambito

di una terna proposta

da province, comuni

e camere

di commercio

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con proprio decreto dell'11 dicembre 2013 non ancora comunicato alle Camere ai sensi dell'art. 9 della L. n. 14/1978, ha nominato Felicio Angrisano commissario straordinario dell'Autorità portuale di Napoli per la durata massima di tre mesi e comunque non oltre la nomina del presidente.

La nomina di Angrisano segue le dimissioni rassegnate l'11 dicembre 2013 dal precedente commissario straordinario, Luciano Dassatti, che era stato nominato con decreto ministeriale del 20 settembre 2013 fino alla nomina del presidente e comunque per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 23 settembre 2013. In precedenza lo stesso Dassatti, già nominato presidente dell'Autorità portuale partenopea con decreto ministeriale del 29 gennaio 2009 per quattro anni a decorrere dal 4 febbraio 2009, era stato nominato commissario straordinario dell'Ente con decreto ministeriale del 15 marzo 2013 per sei mesi a decorrere dal 22 marzo 2013.

Si ricorda in proposito che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera del 1° ottobre 2013, annunciata alla Camera ed al Senato l'8 ottobre 2013, aveva trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Riccardo Villari a presidente dell'Autorità portuale di Napoli. Su tale richiesta aveva espresso parere favorevole l'8ª Commissione (Lavori pubblici) del Senato nella seduta del 22 ottobre 2013, mentre la IX Commissione (Trasporti) della Camera aveva espresso parere contrario nella seduta del 23 ottobre 2013.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con proprio decreto del 3 dicembre 2013 non ancora comunicato alle Camere, ha inoltre nominato Enrico Maria Pujia commissario straordinario dell'Autorità portuale di Augusta per la durata massima di sei mesi a decorrere dal 4 dicembre 2013 e comunque non oltre la nomina del presidente.

Come riferito nel precedente Bollettino, il 6 ottobre 2013 era infatti scaduto13 il mandato del presidente uscente dell'Autorità portuale megarese, Aldo Garozzo, che era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 24 settembre 2009, notificato all'interessato il 6 ottobre 2009.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera del 15 novembre 2013, annunciata alla Camera e al Senato il 20 e il 22 novembre 2013, ha infine trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Rodolfo Giampieri a presidente dell'Autorità portuale di Ancona. Tale richiesta è stata assegnata alla IX Commissione della Camera e all'8ª Commissione del Senato che hanno espresso parere favorevole nelle rispettive sedute del 4 dicembre 2013.

In precedenza il Ministro, con proprio decreto del 7 novembre 2013 non ancora comunicato alle Camere, aveva nominato lo stesso Giampieri commissario straordinario della predetta Autorità portuale per sei mesi a decorrere dal 9 novembre 2013 e comunque non oltre la nomina del presidente.

Come ricordato nel precedente numero della presente pubblicazione, l'8 novembre 2013 era scaduto il mandato del commissario straordinario uscente dell'Autorità portuale anconetana, Luciano Canepa, che era stato nominato con decreto ministeriale del 7 maggio 2013 per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dall'8 maggio 2013. Il 23 marzo 2013 era altresì scaduto14 il mandato quadriennale a presidente della citata Autorità portuale dello stesso Canepa, che era stato nominato con decreto ministeriale del 20 marzo 2009, notificato il 23 marzo 2009.

L'Autorità portuale, disciplinata dalla legge n. 84/1994, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia amministrativa, di bilancio e finanziaria. L'Autorità portuale ha tra l'altro compiti di indirizzo, controllo e programmazione delle operazioni portuali, di manutenzione delle parti comuni e di mantenimento dei fondali del porto, nonché di affidamento e controllo delle attività dirette alla fornitura di servizi di interesse generale agli utenti portuali.

L’art. 8, commi 1 e 1-bis, della L. n. 84/1994 stabilisce che il presidente dell’Autorità portuale è nominato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti previa intesa con la regione interessata, nell'ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell'economia dei trasporti e portuale, designati rispettivamente da provincia, comuni e camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura territorialmente competenti. La terna è comunicata al Ministro tre mesi prima della scadenza del mandato ed egli può richiedere, entro trenta giorni, una seconda terna di candidati nell'ambito della quale effettuare la nomina. Qualora non pervenga nei termini alcuna designazione, il Ministro può procedere alla nomina previa intesa con la regione.

Esperite tali procedure, qualora entro trenta giorni non si raggiunga l'intesa con la regione interessata, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti indica il prescelto nell'ambito di una terna formulata a tale fine dal presidente della giunta regionale, tenendo conto anche delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura interessati. Ove il presidente della giunta regionale non provveda alla indicazione della terna entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo indirizzatagli dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, questi chiede al Presidente del Consiglio dei ministri di sottoporre la questione al Consiglio dei ministri.

Infine, ai sensi, dell’art. 8, comma 2, della legge n. 84/1994, il presidente ha la rappresentanza dell'Autorità portuale, resta in carica quattro anni e può essere riconfermato una sola volta.



Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Cassa

di previdenza delle Forze armate

Presidente:


Vincenzo Porrazzo

Pareri favorevoli espressi dalla

4ª Commissione

del Senato

il 20/11/2013

e dalla

IV Commissione

della Camera

il 27/11/2013.


6/12/2013

D.P.R.

su proposta

del Presidente del Consiglio

dei ministri, previa

deliberazione

del Consiglio

dei ministri adottata

su proposta

del Ministro della difesa


Con decreto del Presidente della Repubblica del 6 dicembre 2013, Vincenzo Porrazzo è stato nominato presidente della Cassa di previdenza delle Forze armate per la durata di un triennio.

Tale nomina era stata definitivamente approvata, su proposta del Ministro della difesa, dal Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2013. Sulla relativa proposta di nomina, presentata dal Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera del 12 novembre 2013, annunciata alla Camera ed al Senato rispettivamente il 13 ed il 18 novembre 2013, avevano espresso parere favorevole la 4ª Commissione (Difesa) del Senato e la IV Commissione (Difesa) della Camera nelle rispettive sedute del 20 e del 27 novembre 2013.

Come ricordato nel precedente Bollettino, il Ministro della difesa, con proprio decreto del 24 ottobre 2013, aveva nominato i componenti effettivi e supplenti del consiglio di amministrazione della Cassa di previdenza delle Forze armate, per la durata di un triennio. Per effetto di tale provvedimento, Vincenzo Porrazzo era stato nominato componente effettivo del predetto organo.

Il presidente della Cassa è scelto infatti tra i membri effettivi del consiglio di amministrazione ed è nominato su proposta del Ministro della difesa secondo le modalità previste dall'art. 3 della L. n. 400/1988. Per la nomina a tale carica è designato un ufficiale di grado non inferiore a generale di divisione o corrispondente, in base a un criterio di rotazione tra le Forze armate15, sentito il Capo di stato maggiore della difesa e previa intesa con gli organi di vertice delle Forze armate.

Si ricorda che il 1° luglio 2013 erano scaduti il mandato di Alberto Gauzolino16 a presidente della Cassa, nonché i mandati dei componenti effettivi e supplenti del consiglio di amministrazione della stessa, che erano stati nominati rispettivamente con decreto del Presidente della Repubblica dell'11 luglio 2011 e con decreto del Ministro della difesa del 21 aprile 2010.

La Cassa di previdenza delle Forze armate è stata istituita dall'art. 2 del D.P.R. 4 dicembre 2009, n. 211, che ha disposto il riordino per accorpamento delle sei preesistenti casse militari di Esercito, Marina militare, Aeronautica militare e Arma dei carabinieri17.

Sono organi della Cassa il consiglio di amministrazione, il presidente e il collegio dei revisori, che restano in carica per 3 anni e possono essere confermati per un ulteriore mandato non rinnovabile.

La Cassa, dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, è sottoposta alla vigilanza del Ministero della difesa. Essa gestisce i fondi previdenziali secondo principi di uniformità gestionale, fatti salvi il regime previdenziale e creditizio vigente per i singoli istituti, la salvaguardia dei diritti maturati dagli iscritti, nonché la separazione e l'autonomia patrimoniale e contabile di ciascun fondo.












b) Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi
nel campo di applicazione della L. n. 14/1978
scadute e non ancora rinnovate nel mese di dicembre 2013
o previste in scadenza entro il 28 febbraio 2014










Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Ente parco nazionale

del Vesuvio

Presidente:


Ugo Leone

Richiesta di parere parlamentare

ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978

31/12/2013

D.M. del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare d'intesa con la regione competente


Ente parco nazionale

della Sila

Presidente:


Sonia Ferrari

13/02/2014

Ente parco nazionale

del Cilento,

Vallo di Diano

e Alburni

Presidente:


Amilcare Troiano

25/02/2014

Il 31 dicembre 2013 è scaduto il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale del Vesuvio, Ugo Leone, che era stato nominato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 15 gennaio 2008, ed il cui mandato è stato prorogato fino al 31 dicembre 2013 per effetto dell'art. 1, comma 424, della L. n. 228/2012 (legge di stabilità per il 2013).

Leone era succeduto ad Amilcare Troiano che, nominato presidente dell'Ente parco vesuviano per cinque anni con decreto ministeriale del 24 ottobre 2001, ne era stato successivamente nominato commissario straordinario fino alla ricordata nomina di Leone.

Il 13 febbraio 2014 scadrà invece il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale della Sila, Sonia Ferrari, che era stata nominata con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 13 febbraio 2009. La nomina di Ferrari aveva automaticamente fatto venir meno il mandato del commissario straordinario Silvio Vetrano, che era stato nominato con decreto ministeriale del 29 settembre 2008 e prorogato con decreto ministeriale del 25 novembre 2008.

Il 25 febbraio 2014 scadrà infine il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni18, Amilcare Troiano, che era stato nominato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 25 febbraio 2009. Troiano era succeduto a Domenico De Masi che, nominato con decreto ministeriale del 15 gennaio 2008, aveva rassegnato le sue dimissioni il 15 luglio 2008.

Sugli Enti parco nazionale in generale, vedasi supra alla sottosezione "a".


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Autorità portuale di Piombino

Commissario straordinario:


Luciano Guerrieri


Comunicazione

alle Camere

ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978

25/01/2014


D.M. del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti


Il 25 gennaio 2014, se non sarà previamente intervenuta la nomina del presidente, scadrà il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Piombino, Luciano Guerrieri, che era stato nominato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 23 luglio 2013 per un periodo massimo di sei mesi a decorrere dal 25 luglio 2013.

Il 9 giugno 2013 era infatti scaduto il secondo ed ultimo mandato dello stesso Guerrieri alla presidenza della citata Autorità portuale, incarico definitivamente cessato il 24 luglio 2013 al termine del periodo di prorogatio della durata di 45 giorni previsto dall’art. 3 del D.L. n. 293/1994, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 444/1994.

Guerrieri era stato nominato per la prima volta presidente dell'Autorità portuale di Piombino con decreto ministeriale del 7 giugno 2005, notificato all'interessato il 10 giugno 2005; Guerrieri era stato poi confermato per ulteriori quattro anni con decreto ministeriale del 27 maggio 2009, notificato all'interessato il 9 giugno 2009.

Sull'Autorità portuale in generale, vedasi supra alla sottosezione "a".



Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA


Presidente:


Arturo Semerari


Richiesta di parere parlamentare

ai sensi dell'art. 1 della L. n. 14/1978

22/02/2014


D.P.R.

su proposta

del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri,

su proposta

del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali


Il 22 febbraio 2014 verrà a scadenza il mandato del presidente dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, Arturo Semerari, che era stato nominato con D.P.R. del 22 febbraio 2010. Per Semerari si è trattato del terzo mandato alla guida dell'ISMEA, essendo già stato nominato presidente dell'Istituto dapprima con D.P.R. del 26 febbraio 2002 e successivamente con D.P.R. del 22 dicembre 2005.

Il presidente dell'ISMEA è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.

Ai sensi dell'art. 4 del D.P.R. n. 200/2001, sono organi dell'ISMEA il Presidente, il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale. Il consiglio di amministrazione è composto, oltre che dal Presidente, da quattro membri scelti fra esperti di amministrazione o dei settori di attività dell'Istituto, nominati dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, di cui uno su designazione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome19. I componenti degli organi dell'Istituto durano in carica quattro anni e sono rinnovabili una sola volta20.

L’ISMEA, ente pubblico economico vigilato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, svolge funzioni riguardanti la rilevazione, l'elaborazione e la diffusione di dati concernenti i mercati agricoli, forestali, ittici e alimentari, anche ai fini dell'attuazione degli adempimenti e degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e dal Sistema statistico nazionale SISTAN, di cui fa parte. L'Istituto, che fa parte anche del Sistema informativo agricolo nazionale SIAN, svolge altresì attività di ricerca, analisi e informazione per la commercializzazione, la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli, ittici e alimentari. Costituisce inoltre forme di garanzia creditizia per strumenti e servizi informativi, assicurativi e finanziari alle imprese agricole.



c) Principali cariche in enti e autorità non ricompresi
nel campo di applicazione della L. n. 14/1978,
rinnovate o in scadenza
entro il 28 febbraio 2014








Ente

Carica di riferimento e

titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Grande Progetto Pompei


Direttore generale di progetto:


Giovanni Nistri



Richiesta di parere

parlamentare ai sensi

dell'art. 1, comma 1,

del D.L. n. 91/2013, convertito,

con modificazioni, dalla L. n. 112/2013,

annunciata al Senato

e alla Camera

l'11/12/2013.

Pareri favorevoli espressi dalla

VII Commissione

della Camera e dalla

7ª Commissione del Senato il 17/12/2013


27/12/2013


D.P.C.M. su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, previo

parere delle Commissioni parlamentari competenti

Vice direttore vicario:



Fabrizio Magani



Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 27 dicembre 2013, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Giovanni Nistri è stato nominato direttore generale di progetto del Grande Progetto Pompei (e del programma straordinario di cui all'art. 2 del D.L. n. 34/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 75/2011) e Fabrizio Magani è stato nominato vice direttore vicario del medesimo.

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera dell'11 dicembre 2013, annunciata in pari data alla Camera e al Senato, aveva trasmesso, ai sensi dell'art. 1, comma 1, del D.L. n. 91/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 112/2013, la richiesta di parere parlamentare sulle proposte di nomina di Nistri e di Magani. Tali richieste erano state assegnate alla VII Commissione (Cultura) della Camera ed alla 7ª Commissione (Cultura) del Senato, che hanno espresso parere favorevole nelle rispettive sedute del 17 dicembre 2013.

Più specificamente, l'art. 1, comma 1, del citato D.L. n. 91/2013 (recante disposizioni urgenti per la tutela, la valorizzazione e il rilancio dei beni e delle attività culturali e del turismo) prevede che "al fine di potenziare ulteriormente le funzioni di tutela dell'area archeologica di Pompei, di rafforzare l'efficacia delle azioni e di accelerare gli interventi di tutela e di valorizzazione del sito affidati all'attuazione del Grande Progetto Pompei, ... il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, nomina con proprio decreto ... previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, un rappresentante della realizzazione del Grande Progetto e del programma straordinario, denominato "direttore generale di progetto", nonché un vice direttore generale vicario. Dette cariche devono possedere i seguenti requisiti: appartenenza al personale di ruolo delle amministrazioni dello Stato; comprovata competenza ed esperienza pluriennale; assenza di condanne passate in giudicato per reati contro la pubblica amministrazione.

L'art. 1, comma 1 citato specifica altresì i compiti del direttore generale di progetto, tra i quali rilevano: la definizione e l'approvazione dei progetti degli interventi di messa in sicurezza, restauro e valorizzazione previsti nell'ambito della realizzazione del Grande Progetto Pompei; la funzione di stazione appaltante, dando esecuzione a tutte le misure atte ad accelerare gli affidamenti e seguendo la fase di attuazione ed esecuzione dei relativi contratti, anche avvalendosi del supporto fornito dall'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti per lo sviluppo di impresa Spa; l'assunzione delle direttive atte a migliorare l'efficace conduzione del sito archeologico. Il direttore generale di progetto - che collabora altresì per assicurare la trasparenza, la regolarità e l'economicità della gestione dei contratti pubblici, anche al fine di prevenire il rischio di infiltrazioni mafiose - riferisce con cadenza semestrale al Parlamento sullo stato di avanzamento dei lavori.

Ai sensi del comma 2 del predetto art. 1, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è costituita una apposita struttura di supporto al direttore generale di progetto, con sede nell'area archeologica di Pompei. La struttura è composta da un contingente di personale, anche dirigenziale, in posizione di comando, non superiore a venti unità, proveniente dai ruoli del personale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo o delle altre amministrazioni statali, appartenente ai profili professionali tecnico e amministrativo, nonché da cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale.

L'incarico di direttore generale di progetto, non determina un incremento della dotazione organica del personale dirigenziale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il direttore generale di progetto e la struttura di supporto operano nel rispetto delle competenze della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, per quanto concerne le funzioni e le competenze residuali.

Il Grande Progetto Pompei, approvato dalla Commissione europea con la Decisione n. C(2012) 2154 del 29 marzo 2012, nel quadro del programma straordinario e urgente di interventi conservativi di prevenzione, manutenzione e restauro di cui all'art. 2 del D.L. n. 34/2011, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 75/2011, non costituisce un ente pubblico, né parimenti sembra assumere tale connotazione la struttura di supporto al direttore generale di progetto. Ciononostante, la previsione del parere parlamentare sulle proposte di nomina del direttore generale di progetto e del vice direttore vicario, che costituiscono a tutti gli effetti nomine governative, è stata inserita nel testo dell'art. 1, comma 1 del D.L. n. 91/2013 dalla legge di conversione n. 112/2013.


Ente

Carica di riferimento e

titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale

ISPRA


Presidente:


Bernardo

De Bernardinis


Richiesta di parere

parlamentare ai sensi

dell'art. 5, comma 1,

del D.M. n. 123/2010, annunciata al Senato

e alla Camera

il 10/12/2013.

Pareri favorevoli espressi dalla

13ª Commissione

del Senato

il 17/12/2013 e dalla

VIII Commissione della Camera

il 19/12/2013.


Procedura

di nomina

in corso


D.P.C.M, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, previo parere delle competenti commissioni parlamentari



Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera del 2 dicembre 2013, annunciata alla Camera ed al Senato il 10 dicembre 2013, ha richiesto, ai sensi dell'art. 5, comma 1, del D.M. 21 maggio 2010, n. 123, il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Bernardo Be Bernardinis a presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA. La richiesta è stata assegnata alla 13ª Commissione (Territorio) del Senato, che ha espresso parere favorevole nella seduta del 17 dicembre 2013, e alla VIII Commissione (Ambiente) della Camera che, dopo aver avviato l'esame e proceduto all'audizione informale21 di De Bernardinis nella seduta del 18 dicembre 2013, ha espresso parere favorevole nella successiva seduta del 19 dicembre 2013.

Come ricordato nei precedenti numeri della presente pubblicazione, il 5 ottobre 2013 era scaduto il mandato triennale a presidente dell'ISPRA dello stesso De Bernardinis, che era stato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 ottobre 2010.

Ai sensi dell'art. 5, comma 1, del D.M. n. 123/2010, il presidente dell'ISPRA è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tra persone di alta qualificazione scientifica o istituzionale nelle materie di competenza dell'Istituto, previo parere motivato delle competenti Commissioni parlamentari permanenti. Decorsi venti giorni dalla trasmissione alle Commissioni, ove il parere non sia stato reso, si procede comunque alla nomina.

Sono organi dell'ISPRA il presidente, il consiglio di amministrazione, il consiglio scientifico ed il collegio dei revisori dei conti. Tutti gli incarichi hanno durata triennale e possono essere confermati una sola volta.

In proposito si ricorda che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto del 7 settembre 2013, ha nominato Vittorio Amadio, Alfredo De Girolamo Vitolo, Michele Fina e Maria Carmela Giarratano quali componenti del consiglio di amministrazione22 dell'ISPRA. Il 5 agosto 2013 erano scaduti i mandati dei componenti del precedente consiglio di amministrazione, e precisamente di Vincenzo Grimaldi, Maria Fernanda Stagno D'Alcontres, Fabrizio Penna e Aldo Cosentino, che erano stati nominati con analogo decreto ministeriale del 5 agosto 2010.

L'ISPRA è stato istituito dall’art. 28 del D.L. n. 112/2008, convertito con modificazioni dalla L. n. 133/2008, che ha attribuito all'Istituto le funzioni già proprie dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici APAT, dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica INFS e dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare ICRAM, conseguentemente soppressi.

Sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'ISPRA è ente pubblico di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia tecnico-scientifica, organizzativa, finanziaria, gestionale, patrimoniale e contabile. L'Istituto svolge attività di ricerca, consulenza strategica, assistenza tecnico-scientifica, di monitoraggio e valutazione, nonché di informazione e formazione in materia ambientale (con riferimento alla tutela delle acque, alla difesa dell'ambiente atmosferico, del suolo, del sottosuolo, della biodiversità marina e terrestre e delle rispettive colture, nonché alla tutela della natura e della fauna omeoterma).

L'art. 1 del D.P.R. n. 73/2013, recante il riordino degli enti vigilati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha attribuito all'ISPRA la designazione di uno dei componenti del consiglio direttivo degli Enti parco nazionali, modificando l'art. 9, comma 4, della L. n. 394/1991.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto



Data scadenza

Procedura

di nomina

Commissione nazionale

per le società

e la borsa CONSOB


Componente:


Michele Pezzinga


Richiesta di parere parlamentare ai sensi

dell'art. 1, comma 3

del D.L. n. 95/1974, convertito dalla

L. n. 216/1974,

e dell'art. 1 della

L. n. 14/1978

15/12/2013

D.P.R. adottato su proposta

del Presidente del Consiglio dei ministri previa deliberazione del Consiglio stesso, sentite le Commissioni parlamentari competenti



Il 15 dicembre 2013 è scaduto il mandato di Michele Pezzinga a componente della Commissione nazionale per le società e la borsa CONSOB. Pezzinga era stato infatti nominato con D.P.R. del 15 dicembre 2006 e sulla relativa proposta di nomina avevano espresso parere favorevole la Commissione 6ª (Finanze e tesoro) del Senato il 29 novembre 2006 e la Commissione VI (Finanze) della Camera il 5 dicembre 2006. Si ricorda altresì che la durata del mandato di Pezzinga, originariamente prevista in cinque anni rinnovabili, è stata prolungata a sette anni non rinnovabili, per effetto dell'art. 47-quater del D.L. n. 248/2007, convertito con modificazioni dalla L. n. 31/2008.

I componenti della CONSOB sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica adottato su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentite le Commissioni parlamentari competenti, nel rispetto delle norme della L. n. 14/1978.

Occorre d'altra parte sottolineare che la composizione della CONSOB è stata modificata dall'art. 23, comma 1, lett. e) del D.L. n. 201/2011, convertito con modificazioni dalla L. n. 214/2011 (cosiddetto "Salva Italia"), che ne ha ridotto la consistenza dai cinque componenti compreso il presidente inizialmente previsti, a tre componenti compreso sempre il presidente.

Sulla base di siffatto quadro normativo, a seguito delle dimissioni rassegnate da Luca Enriques a decorrere dal 16 giugno 2012, nonché della scadenza del mandato di Vittorio Conti avvenuta il 21 luglio 2013, non aveva fatto seguito la nomina di un nuovo componente della CONSOB, che si era così allineata alla ridotta consistenza numerica prevista. A seguito poi della scadenza del mandato di Pezzinga, che rende invece necessaria la nomina di un nuovo componente della Commissione, la CONSOB risulta attualmente costituita dal presidente Giuseppe Vegas e da Paolo Troiano.

La CONSOB, istituita dall'art. 1 del D.L. n. 95/1974, convertito con modificazioni dalla L. n.216/1974, successivamente modificato dall'art. 1 della L. n. 281/1985, è un'autorità amministrativa indipendente, dotata di personalità giuridica e piena autonomia, la cui attività è rivolta alla tutela degli investitori, all'efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano. Le funzioni della CONSOB, estese a tutti gli aspetti rilevanti per l'efficiente tutela del risparmio, riguardano i prodotti oggetto degli investimenti e i relativi emittenti, gli intermediari dei quali i risparmiatori si avvalgono per effettuare tali investimenti e i mercati nei quali essi vengono realizzati. Nello svolgimento dell'attività di vigilanza di sua competenza, la CONSOB è tra l'altro dotata di poteri regolamentari, autorizzatori e sanzionatori.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Commissione

di vigilanza

sui fondi pensione COVIP



Presidente:


Rino Tarelli




Richieste di parere parlamentare trasmesse ai sensi

dell'art. 18, comma 3,

del D.Lgs. n. 252/2005

e dell'art. 1

della L. n. 14/1978, annunciate

alla Camera

e al Senato

l'8/1/2014

Procedura

di nomina

in corso


D.P.R. previa deliberazione del Consiglio dei ministri su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze


Componenti:


Antonella Valeriani

Francesco Massicci



Si anticipa che il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettere in data 17 dicembre 2013 annunciate alla Camera e al Senato l'8 gennaio 2014, ha trasmesso le richieste di parere parlamentare sulle proposte di nomina di Rino Tarelli a presidente della Commissione di vigilanza sui fondi pensione COVIP nonché di Antonella Valeriani e Francesco Massicci a componenti della medesima Commissione. Tali richieste sono state assegnate alla XI Commissione (Lavoro pubblico e privato) della Camera ed alla 11ª Commissione (Lavoro, previdenza sociale) del Senato.

Come ricordato nei precedenti numeri della presente pubblicazione, poiché nei mesi di dicembre 2012 e febbraio 2013 sono venuti a scadere i mandati rispettivamente del presidente della COVIP Antonio Finocchiaro e del componente Giuseppe Stanghini, la Commissione risulta attualmente composta e presieduta da Rino Tarelli23. Si ricorda altresì che, sempre nel corso del 2013, il precedente Governo aveva trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Fiorella Kostoris a presidente della COVIP, la quale tuttavia non aveva avuto alcun seguito24.

I componenti della COVIP sono nominati, nel rispetto della disciplina di cui alla L. n. 14/1978, con decreto del Presidente della Repubblica emanato su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri adottata su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze.

La composizione della COVIP è stata modificata dall'art. 23, comma 1, lett. g) del D.L. n. 201/2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214/2011 (cosiddetto "Salva Italia"), che ne ha ridotto la consistenza dai cinque componenti compreso il presidente inizialmente previsti, a tre componenti compreso sempre il presidente. Il relativo mandato dura quattro anni ma, per effetto del divieto generale di conferma alla cessazione della carica previsto dall'art. 23, comma 3, dello stesso D.L. n. 201/2011, i componenti della COVIP non possono più essere confermati nell'incarico come inizialmente previsto dalla legge istitutiva. Per effetto di tale modificazione, scaduti nei mesi di febbraio ed agosto 2012 i mandati dei commissari Eligio Boni e Giancarlo Morcaldo, non sono stati nominati nuovi commissari in loro vece, consentendo con ciò alla COVIP di raggiungere la ridotta consistenza numerica prevista nel ricordato D.L. n. 201/2011.

La COVIP, istituita con il D.Lgs. n. 124/1993, è regolata dall'art. 18 del D.Lgs. n. 252/2005 con lo scopo di perseguire la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione delle forme pensionistiche complementari, avendo riguardo alla tutela degli iscritti e dei beneficiari e al buon funzionamento del sistema di previdenza complementare. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali vigila sulla COVIP, che ha personalità giuridica di diritto pubblico, ed esercita l'attività di alta vigilanza sul settore della previdenza complementare, adottando direttive generali rivolte alla Commissione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze25.








Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Istituto nazionale di statistica ISTAT


Presidente:


Pier Carlo Padoan

Richiesta di parere parlamentare trasmessa

ai sensi

dell'art. 16,

comma 1, del

D.Lgs. n. 322/1989,

annunciata

alla Camera

e al Senato

l'8/1/2014


Procedura

di nomina

in corso

D.P.R.

su proposta

del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione

del Consiglio

dei ministri, previo parere favorevole espresso dalle Commissioni parlamentari competenti

a maggioranza

dei 2/3

dei componenti


Si anticipa che il Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo, con lettera in data 30 dicembre 2013 annunciata alla Camera e al Senato l'8 gennaio 2014, ha richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Pier Carlo Padoan a presidente dell'Istituto nazionale di statistica ISTAT. Tale richiesta è stata assegnata alla I Commissione (Affari costituzionali) della Camera ed alla 1ª Commissione (Affari costituzionali) del Senato.

Presidente uscente dell'ISTAT è Enrico Giovannini, che era stato nominato per quattro anni con D.P.R. del 3 agosto 2009, e che ha rassegnato le proprie dimissioni in seguito alla sua nomina a Ministro del lavoro e delle politiche sociali il 28 aprile 2013. In seguito a ciò, il Presidente del Consiglio dei ministri, con proprio decreto del 13 giugno 2013, ha incaricato Antonio Golini di svolgere le funzioni e i compiti attribuiti al presidente dell'ISTAT, in attesa dell'avvio e del perfezionamento della procedura di nomina dello stesso26.

Ai sensi dell'art. 16, comma 1, del D.Lgs. n. 322/1989, modificato dall'art. 5, comma 1, della L. n. 196/2009, e recentemente modificato dall'art. 8-bis, comma 1, lett. d) del D.L. n. 101/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 125/2013, il presidente dell'ISTAT è scelto tra i professori ordinari in materie statistiche, economiche e affini, con esperienza internazionale, ed è nominato con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri. La designazione effettuata dal Governo è sottoposta al previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, che possono procedere all'audizione della persona designata. La nomina è subordinata al parere favorevole espresso dalle Commissioni a maggioranza dei due terzi dei componenti. Il presidente dura in carica quattro anni e può essere confermato una sola volta.

L'ISTAT, ente pubblico dotato di autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, svolge la propria attività secondo i principi di indipendenza scientifica, imparzialità, obiettività, affidabilità, qualità e riservatezza dell'informazione statistica, dettati a livello europeo e internazionale. L'Istituto è stato riordinato dal D.P.R. n. 166/2010, emanato nell'ambito delle procedure previste dalla normativa taglia-enti introdotta dall'art. 26 del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008. Organi dell'Istituto sono, oltre al presidente, il consiglio (la cui composizione è stata ridotta a 5 membri compreso il presidente, dai 10 membri compreso il presidente precedentemente previsti), il comitato di indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica (la cui composizione è stata parimenti ridotta a 15 membri compreso il presidente, dai 22 compreso il presidente precedentemente previsti) ed il collegio dei revisori dei conti. I mandati hanno tutti durata quadriennale.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Istituto nazionale di astrofisica INAF



Componente del consiglio di amministrazione:


Sergio Molinari



Nomina comunicata

e annunciata alla Camera l'8/1/2014

ai sensi dell'art. 11, comma 5, del

D.lgs. n. 213/2009

2/10/2013

D.M.

del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca


Si anticipa che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con lettera del 19 dicembre 2013, annunciata alla Camera l'8 gennaio 2014 ai sensi dell'art. 11, comma 5, del D.Lgs. n. 213/2009, ha comunicato di aver nominato, con proprio decreto in data 2 ottobre 2013, Sergio Molinari componente del consiglio di amministrazione dell'Istituto nazionale di astrofisica INAF.

Come specificato nel citato decreto, Molinari è stato nominato in sostituzione di Maria Rosaria Schirru, dimissionaria27, che era stata nominata con decreto ministeriale del 10 agosto 2011 per la durata di quattro anni. Per tale ragione il mandato di Molinari decorre dalla data del provvedimento di nomina, ossia dal 2 ottobre 2013, e dura per il restante periodo del quadriennio di nomina in corso, ossia fino al 10 agosto 2015.

Il consiglio di amministrazione dell'INAF è composto dal presidente e quattro componenti. Essi sono nominati per un quadriennio rinnovabile una sola volta dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca secondo le modalità previste dagli artt. 8 e 11 del D.Lgs. n. 213/2009. In particolare, ai sensi dell'art. 11, comma 4, del citato D.Lgs. n. 213/2009 e dell'art, 6 dello statuto dell'INAF, due componenti del consiglio di amministrazione dell'Istituto sono eletti mediante apposito procedimento dalla comunità scientifica o disciplinare di riferimento. Nella fattispecie uno dei componenti elettivi risultava essere proprio Maria Rosaria Schirru; di conseguenza il nominativo di Sergio Molinari è stato indicato dall'INAF al Ministero vigilante in quanto utilmente collocatosi nella graduatoria delle procedure elettive svoltesi nel 2011.

Ai fini del controllo parlamentare, si osserva che la comunicazione della nomina in oggetto è avvenuta in base alla norma speciale di cui all'art. 11, comma 5, del richiamato D. Lgs. n. 213/2009, recante il riordino degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Detta norma non ha tuttavia innovato la tipologia del controllo parlamentare sulla nomina dei componenti dei consigli di amministrazione di tali enti, mantenendo in sostanza la previsione della loro comunicazione alle Camere già prevista dall'art. 9 della L. n. 14/197828.

L'INAF è ente pubblico nazionale di ricerca e ha il compito di svolgere, promuovere e valorizzare la ricerca scientifica e tecnologica nei campi dell'astronomia e dell’astrofisica, di diffonderne e divulgarne i relativi risultati, di promuovere e favorire il trasferimento tecnologico verso l’industria, perseguendo obiettivi di eccellenza a livello internazionale. L'Istituto, che ispira la sua azione a quanto previsto dalla Carta Europea dei Ricercatori, promuove sinergie tra le proprie attività di ricerca e quelle delle Università e degli altri enti di ricerca nazionali, internazionali ed esteri e con il mondo dell’impresa. Sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, l'INAF ha personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale e contabile, statutaria e regolamentare.

















Sezione II

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO




























Nella presente Sezione si dà conto degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno) segnalati dal Servizio per il controllo parlamentare ai Ministeri ai fini della loro attuazione, nonché delle note trasmesse dagli stessi Dicasteri a seguito delle segnalazioni ricevute.

In evidenza a dicembre 2013


Nella Sezione II vengono indicati gli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni, ordini del giorno) accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea o dalle Commissioni parlamentari nel periodo di riferimento (normalmente con cadenza mensile) che il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare alla Presidenza del Consiglio ed ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti).

Nella medesima Sezione vengono inoltre riportate le note ricevute dal Servizio con le quali i diversi Dicasteri forniscono informazioni al Parlamento in ordine a quanto effettivamente realizzato per dare concreta attuazione agli impegni accolti dai rappresentanti dell'esecutivo con gli atti di indirizzo oggetto di segnalazione nei termini sopradetti. Con riferimento, in particolare agli ordini del giorno riferiti ai diversi atti parlamentari esaminati, ciò consente, tra l'altro, di valutare, anche sotto il profilo quantitativo, la percentuale di attuazioni governative rispetto al complesso degli atti medesimi e dunque, in qualche misura, anche il maggiore o minore grado di efficienza a questo riguardo dei singoli Ministeri. In altri termini, l'attività di segnalazione dell'impegno contenuto nell'atto di indirizzo ed il recepimento dell'eventuale nota governativa consente di avere percezione del grado di “risposta” da parte del Governo in ordine agli impegni assunti in una determinata materia, pur se il dato deve essere valutato alla luce del fatto che non necessariamente tutte le azioni governative vengono illustrate in note informative trasmesse al Parlamento, non sussistendo al riguardo alcun obbligo formale. E' tuttavia indubbio che l'attività di sollecitazione avviata ormai da anni nei confronti dei Ministeri e che ha consentito, nel tempo, di strutturare con essi una fattiva collaborazione, ha portato ad un incremento delle note di attuazione ricevute e, in generale, ad una maggiore sensibilità nei confronti dell'esigenza per l'istituzione parlamentare di disporre di quante più informazioni possibile sull'operato del Governo in ordine alle deliberazioni ed alle iniziative parlamentari non legislative. L'ottenimento di informazioni sul seguito dato dal Governo agli indirizzi definiti in ambito parlamentare, e quindi in merito al grado di adempimento o meno da parte dell'esecutivo, può così rappresentare una premessa per valutare l'opportunità per ciascun deputato di attivare o meno gli strumenti regolamentari di controllo attualmente disponibili (ad esempio interrogazioni o interpellanze), che consentano, se del caso, di esprimere una censura politica nei confronti di quella che possa ritenersi una risposta inadeguata o insufficiente rispetto ad impegni accolti in merito ad un determinato indirizzo politico di cui, in ipotesi, una parte politica che si sia fatta portavoce e che, per diverse ragioni, non sia stato esplicitato attraverso un'iniziativa legislativa.

La pubblicazione del testo integrale della nota governativa, posta a confronto con l'impegno contenuto nell'atto di indirizzo cui la stessa si riferisce, offre agli interessati, in primo luogo ai sottoscrittori dell'atto di indirizzo in questione, anche la possibilità di maturare una valutazione di quanto rappresentato dal Governo autonoma e non “filtrata” in alcuno modo.

Il Servizio per il controllo parlamentare si propone quindi di fornire un'attività documentale che offra un concreto supporto alle esigenze scaturenti dal progressivo spostamento, negli ultimi anni, del baricentro dell'attività parlamentare dalla funzione legislativa a quella “politica” di indirizzo e di controllo e il conseguente accrescimento dell'impegno degli organi parlamentari nelle attività ispettive, di indirizzo, informazione e monitoraggio, come è ampiamente dimostrato dalle statistiche parlamentari e non solo in Italia.



Le attuazioni governative:

Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione sono state trasmesse al Servizio per il controllo parlamentare da parte dei Ministeri competenti le note relative all’attuazione di 11 ordini del giorno e di 4 risoluzioni.

Di tali attuazioni 8 sono state trasmesse dal Ministero degli affari esteri, 4 dal Ministero dell'interno, 2 dal Ministero della salute ed 1 dal Ministro per gli affari europei.

Premesso che nella Sezione II della presente pubblicazione si dà conto testualmente di quanto riferito dai Dicasteri in merito ai singoli atti di indirizzo, si evidenzia che delle 11 attuazioni riferite ad ordini del giorno trasmesse nel periodo considerato:

6 danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame degli Atti Camera 1248-AR e 1248-B, divenuti legge n. 98 del 2013, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero degli affari esteri e dal Ministero dell'interno.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti agli Atti Camera 1248-AR e 1248-B, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 199, di cui finora attuati 9;


2 attuazioni danno seguito ad ordini del giorno presentati nel corso dell'esame dell'Atto Camera 1197, divenuto legge n. 71 del 2013, concernente di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’area industriale di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione degli interventi per Expo 2015. Trasferimento di funzioni in materia di turismo e disposizioni sulla composizione del CIPE”. Tali atti di indirizzo sono stati attuati dal Ministero dell'interno.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 1197, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 77, di cui finora attuati 3;


1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 1327, divenuto legge n. 97 del 2013, concernente “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea - Legge europea 2013”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero della salute.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 1327, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 38, di cui finora attuato 1;

1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 1328, divenuto legge n. 113 del 2013, concernente “Ratifica ed esecuzione della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 186 sul lavoro marittimo, con Allegati, adottata a Ginevra il 23 febbraio 2006 nel corso della 94ma sessione della Conferenza generale dell’OIL, nonché norme di adeguamento interno”. Tale atto di indirizzo è stato trasmesso dal Ministero della salute.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 1328, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 5, di cui finora attuato 1;


1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'Atto Camera 1540, divenuto legge n. 119 del 2013, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province”. Tale atto di indirizzo è stato attuato dal Ministero dell'interno.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 1540, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 37, di cui finora attuati 2.

Le nostre segnalazioni:

Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare gli ordini del giorno, accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea o dalle Commissioni, ai Ministeri individuati come competenti per la loro attuazione solo dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge cui essi si riferiscono.


In particolare, nel periodo 1° - 31 dicembre 2013 sono stati segnalati 72 ordini del giorno*, dei quali:


59 riferiti alla legge n. 135 del 2013, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione” (A.C. 1670-AR).

47 sono stati inviati al Ministero degli affari esteri, 26 al Ministero della difesa, 2 al Ministero dell'economia e delle finanze, 1 al Ministero della giustizia ed 1 al Ministero dell'interno;


13 riferiti alla legge n. 137 del 2013, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica nonché in materia di immigrazione” (A.C. 1690-A).

7 sono stati inviati al Ministero dell'economia e delle finanze, 4 al Ministero dell'interno, 1 alla Presidenza del Consiglio dei ministri ed 1 al Ministero della salute.


Nel periodo considerato sono state inoltre segnalate dal Servizio per il controllo parlamentare 9 risoluzioni**:

- DI LELLO ed altri n. 6/00040, concernente iniziative in ordine alla disciplina dell’ingresso, del soggiorno e dell’allontanamento dei cittadini stranieri, con particolare riferimento alla problematica dei Centri di identificazione ed espulsione, al Ministero dell'interno;

Sono state infine segnalate dal Servizio per il controllo parlamentare 3 mozioni:



Note annunciate al 31 dicembre 2013
in attuazione di atti di indirizzo


Ministero degli affari esteri


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

7/00092

Risoluzione

Quartapelle Procopio

Commissione

18/12/13

III

Obiettivi di sviluppo del Millennio, con particolare riferimento all’Expo 2015


La risoluzione Quartapelle Procopio ed altri n. 7/00092, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 18 settembre 2013, impegnava l'esecutivo: a verificare la possibilità che si organizzi in seno ad Expo 2015 uno spazio di riflessione e confronto tra gli esponenti delle organizzazioni internazionali e dei Governi; a ribadire la necessità che nelle sedi internazionali si rafforzi l'applicazione dei principi di coerenza ed efficacia degli aiuti, nel solco degli obiettivi del millennio; a mantenere la concentrazione già in atto su alcuni specifici settori e obiettivi, nonché su alcuni Paesi, mantenendo la leadership e l'attenzione nel campo della sicurezza alimentare sia con il rilancio del polo alimentare a Roma, che con lo sviluppo delle tematiche di Expo 2015; a mantenere nella definizione della legge di stabilità l'impegno al graduale riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo italiano ed agli standard internazionali, escludendo in ogni caso una riduzione delle risorse destinate a questo fine sui due principali canali di finanziamento esistenti (legge di bilancio e decreto missioni internazionali) rispetto a quelle stanziate nel 2013 e anzi provvedendo all'atteso e necessario graduale incremento; a favorire, per quanto di competenza, la definizione di una riforma organica della legge sulla cooperazione allo sviluppo; ad assicurare comunicazioni periodiche al Parlamento in materia di aiuto pubblico allo sviluppo.

In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:

1. L'Italia partecipa assiduamente al gruppo di lavoro sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs - le periodiche riunioni del gruppo di lavoro hanno identificato alcune macro aree all'interno delle quali dovranno essere stabiliti un numero limitato di obiettivi universali, sintetici e misurabili) sin dalla sua costituzione ed è sempre stata a favore, coerentemente con la posizione UE, di uno stretto collegamento tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile e l'Agenda di sviluppo post 2015.

In vista di Expo 2015, il Ministero degli affari esteri si sta adoperando affinché la manifestazione rappresenti un vero e proprio foro di dibattito internazionale sui temi dell'alimentazione e della sicurezza alimentare, tanto più in virtù della concomitante finalizzazione del processo di armonizzazione della futura Agenda globale dello sviluppo. A tal riguardo, a seguito dell'approvazione definitiva della legge n. 98/2013, che ha convertito il decreto-legge n. 69/2013, contenente misure urgenti per il rilancio dell'economia, si potrà disporre di un finanziamento di 3 milioni di euro complessivi per il biennio 2014/2015, ex art. 46 comma 1-bis, al fine di promuovere e presentare le iniziative ed esperienze della cooperazione italiana nel contesto dell'evento EXPO.

2. Il Governo sostiene con convinzione nelle sedi internazionali l'applicazione dei principi di coerenza ed efficacia degli aiuti, nel solco degli obiettivi del millennio, proponendo forme di razionalizzazione e coordinamento tra le azioni dei diversi donatori e aumentando il monitoraggio degli interventi, l'analisi dei risultati e dell'impatto effettivo sullo sviluppo. Tali elementi ispireranno, come di consueto, anche la prossima periodica revisione delle Linee Guida della Cooperazione italiana per il triennio 2014-2016.

3. Analogamente, le Linee Guida per il prossimo triennio continueranno a ispirarsi altresì al principio della concentrazione su specifici settori, obiettivi e Paesi. La sicurezza alimentare resterà settore prioritario.

4. È chiaramente condivisibile l'auspicio che l'inversione di tendenza finalmente registrata a partire dalla legge di stabilità 2013 (sulla base degli impegni sanciti nel DEF 2012) si concretizzi negli immediati stanziamenti di bilancio per il prossimo triennio che sono attualmente all'esame del Parlamento. Il DDL di stabilità contiene stanziamenti coerenti con tali impegni. Ci si attende, pertanto, che l'iter parlamentare confermi tali misure, nella consapevolezza che ciò è di vitale importanza per rendere credibile il processo di riallineamento agli standard e agli impegni assunti a livello internazionale. A tale riguardo, si segnala, peraltro, che il bilancio della Cooperazione non è immune dai tagli che sono disposti periodicamente sui capitoli di bilancio dei Ministeri: negli ultimi mesi sono stati disposti accantonamenti per importi anche significativi sugli stanziamenti della DGCS sia per il 2013 che, in misura almeno per il momento minore, per il 2014.

5. È indubbio che occorra una riforma della normativa vigente che consenta alla cooperazione italiana di adeguare i proprio strumenti alle sfide del nuovo mondo globalizzato e a quelle che verranno poste dalla nuova Agenda dello sviluppo post 2015. Il Ministero degli affari esteri sta contribuendo attivamente all'elaborazione di un testo che consenta all'Italia di operare adeguatamente nel mutato contesto globale.

6. Come previsto dalla legge 49/1987 si è provveduto all'ultimazione della Relazione al Parlamento sulle Attività di Cooperazione per l'anno 2012, alla trasmissione di essa al CIPE e al successivo inoltro al Parlamento. Allo stesso tempo, è stata predisposta e trasmessa al Parlamento anche la Relazione Previsionale e Programmatica sulle attività della cooperazione allo sviluppo per il 2014. Restando in tema di trasparenza, si segnala inoltre l'avvio del progetto "Open Data Dgcs", che porterà alla creazione di una piattaforma informatica che consenta la consultazione in assoluta trasparenza delle informazioni relative all'attribuzione e alla destinazione delle risorse finanziarie della cooperazione italiana”.

Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

7/00061

Risoluzione

Bergamini

Commissione

20/12/13

III

Contrasto della violenza sessuale nelle situazioni di conflitto e di post-conflitto


La risoluzione Bergamini ed altri n. 7/00061, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 30 luglio 2013, impegnava l'esecutivo: a promuovere in sede internazionale la più ampia sensibilizzazione al contrasto della violenza sessuale nelle situazioni di conflitto e di post-conflitto; a sostenere l'iniziativa delle Nazioni Unite Action Against Sexual Violence in Conflict ed a tenerne presenti le indicazioni nei propri orientamenti di politica estera; a contribuire al piano concordato in seno al G8 per la prevenzione della violenza sessuale nei conflitti; ad assistere i Paesi interessati, anche attraverso opportuni programmi di cooperazione, affinché sia resa giustizia alle donne vittime di violenze sessuali nei conflitti, e ad appoggiare, laddove possa risultare utile, il ricorso al metodo della giustizia transizionale.

In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:

Anche a seguito della risoluzione in oggetto, il contrasto al flagello delle violenze sessuali perpetrate in zone di guerra è assurto al livello di priorità dell'azione del Governo nel campo dei diritti umani. Infatti, già nel corso del segmento ministeriale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (settembre 2013), la Delegazione italiana ha contribuito con interventi mirati sia in Plenaria, come nei gruppi di lavoro, nonché in specifici eventi collaterali, a riportare all'attenzione della comunità internazionale sul fenomeno della violenza sessuale perpetrata nelle zone di conflitto e sulla necessità di assistere le vittime delle violenze e i difensori dei diritti umani, razionalizzare e rendere più efficienti le indagini e la raccolta delle prove sui crimini commessi e perseguire gli autori.

Attualmente l'Italia sta in particolare insistendo sul rafforzamento dell'apparato investigativo e sanzionatorio in grado di svolgere una funzione preventiva mettendo fine all'impunità.

In questo contesto abbiamo da subito aderito con convinzione all'iniziativa britannica “Preventing Sexual Violente in Conflict” (PSVI), lanciata in occasione della ministeriale del G8 lo scorso aprile con l'adozione di una dichiarazione ad hoc. Anche in occasione della menzionata settimana inaugurale dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l'Italia ha sottoscritto una dichiarazione politica sullo stesso argomento, per ribadire come la violenza sessuale nelle guerre sia una delle più diffuse, persistenti e sottovalutate ingiustizie. La PSVI dovrebbe culminare con l'adozione di un “Protocollo internazionale sulle indagini e la documentazione di episodi di violenza sessuale commessi durante conflitti armati” (Protocollo di Londra).

L'azione politica del Governo volta a contrastare il fenomeno della violenza sessuale nei conflitti è concretamente sostenuta da un altrettanto rilevante impegno finanziario, nell'ambito delle nostre attività di aiuto allo sviluppo orientate all'emergenza con numerose iniziative di assistenza alle vittime di violenza di genere.

I programmi, affidati soprattutto ad Organismi internazionali (OIM e UNFPA), hanno luogo in area MENA (Libano - destinato a profughi siriani, Libia e Territori dell'Autonomia Palestinese) ed Africa sub sahariana (Rep. Dem. del Congo - Nord Kivu e Sudan-Darfur) e prevedono impegni per oltre 3,5 milioni di Euro.

Si sono inoltre mobilitate nuove risorse finanziarie per l'assistenza alle vittime di stupri: è stato erogato un contributo a valere sui fondi della L. 180/92 di 40.000 Euro a favore del Fondo per le vittime della Corte Penale Internazionale. In aggiunta, in occasione della ministeriale G-8, 1'impegno finanziario italiano è ulteriormente aumentato grazie ad un contributo straordinario della cooperazione di 0,5 milioni di Euro al Trust Fund di UN Women per l'assistenza alle vittime di violenze sessuali in zone di conflitto in area MENA (150.000 Euro ) ed Africa subsahariana (350.000 Euro)”.


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

8/00017

Risoluzione conclusiva

Amendola

Commissione

20/12/13

III

Processo democratico in Myanmar


La risoluzione conclusiva Amendola ed altri n. 8/00017, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta del 16 ottobre 2013, impegnava l'esecutivo ad assumere una pluralità di iniziative a sostegno del processo democratico in Myanmar nella prospettiva delle elezioni politiche del 2015; a sostenere la legittima aspirazione del Premio Nobel Aung San Suu Kyi, al pari di ogni altro cittadino birmano, a partecipare pienamente alla vita politico-elettorale nazionale.

In merito a tale impegno il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:

La Risoluzione n. 8-00017, presentata dall'On. Amendola e approvata il 16 ottobre 2013, riconosce il tradizionale approccio costruttivo assicurato dal Governo italiano verso il Myanmar e lo impegna a garantire continuità nel sostegno al processo di riforme in atto nel paese asiatico. La Risoluzione impegna altresì a intervenire in sede europea e internazionale al fine di sensibilizzare le Istituzioni birmane sul valore della democrazia partecipata e inclusiva, in vista delle elezioni generali del 2015.

Si è dato seguito a tali linee di indirizzo già in occasione della visita a Roma del Ministro degli Affari Esteri, Wunna Maung Lwin, il 21 e 22 ottobre 2013. Nel corso dei colloqui con il Presidente Letta e con la Sig.ra Ministro, infatti, sono stati ricordati gli atti di indirizzo approvati dal Parlamento con un consenso trasversale, confermando la disponibilità a lavorare con il Governo birmano attraverso iniziative di capacity building nei settori agroalimentare, imprenditoriale, energetico e turistico. Tale collaborazione è, d'altra parte, stata inquadrata in un'ottica regionale, in vista delle rispettive presidenze dell'UE e dell'ASEAN del 2014. Sul piano politico, il Governo italiano ha auspicato che la transizione democratica sia la più inclusiva e partecipata possibile, con l'obiettivo di garantire che le elezioni generali del 2015 siano libere ed eque. A ciò ha fatto seguito la disponibilità, seppur di massima, del Min. Lwin a considerare possibili modifiche della Costituzione che avvengano con la gradualità necessaria a non compromettere la stabilità e la pacificazione del paese.

In ossequio alla Risoluzione, inoltre, il Governo birmano è stato direttamente coinvolto nelle iniziative italiane volte a sostenere la transizione democratica. Questo è stato, infatti, il tratto caratterizzante del seminario “Myanmar — La nuova frontiera asiatica”, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, l'OCSE e il think tank Osservatorio Asia. L'evento, tenutosi alla Farnesina il 23 ottobre 2013, ha raccolto circa 300 adesioni, tra cui 180 imprese ed esponenti della società civile, come la neo-costituita Associazione “Italia-Birmania Insieme”. La manifestazione si è posta, tra gli altri, l'obiettivo di incoraggiare le nostre imprese a cogliere le opportunità derivanti dall'apertura del mercato birmano, nel rispetto degli standard internazionali in materia di investimento responsabile. Il Min. Lwin ha presieduto i lavori assieme alla Sig.ra Ministro e due relatori birmani hanno presentato le riforme economiche sinora adottate dal Governo, con particolare riferimento alla nuova legge sugli investimenti esteri. In questa occasione è emerso l'impegno italiano a promuovere lo sviluppo del Myanmar, secondo criteri di sostenibilità.

L'impegno italiano per il Myanmar è stato, inoltre, confermato in occasione della visita in Italia, dal 27 al 31 ottobre 2013, del Premio Nobel per la Pace e leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi. Nel corso degli incontri con le più alte cariche dello Stato sono stati passati in rassegna i temi della transizione democratica in Myanmar, della modifica della Costituzione, del processo di pace con le minoranze etniche, dello Stato di diritto. In linea con gli atti di indirizzo approvati dal Parlamento, il Governo ha ribadito il proprio sostegno alla più ampia democratizzazione delle Istituzioni birmane e ha espresso la sua attesa per le proposte di modifica costituzionale che il competente Comitato Parlamentare presenterà al Parlamento birmano entro la fine dell'anno.

L'Italia è, inoltre, attenta alla questione delle violenze e discriminazioni ai danni della minoranza musulmana dei Rohingya, la cui piena soluzione è stata auspicata nel corso dei colloqui con il Min. Lwin e con Aung San Suu Kyi. La Sig.ra Ministro ha, in particolare, raccolto l'auspicio del suo omologo affinché la consueta Risoluzione dell'UE sulla situazione dei diritti umani in Myanmar tenesse conto dei progressi intanto occorsi nel paese, sensibilizzandolo, al contempo, sull'importanza di una sua adozione consensuale. La Risoluzione in parola è stata, successivamente, adottata per consenso il 20 novembre 2013 dalla III Commissione dell'Assemblea Generale dell'ONU. Per raggiungere questo importante risultato, l'Italia si è spesa per negoziare un testo equilibrato che, nel riconoscere le delicate dinamiche interne al Paese, servisse da stimolo per colmare le profonde lacune nella tutela dei diritti umani (pena di morte, completamento del processo di liberazione dei prigionieri politici, libertà di religione).

Il Governo ha, inoltre, contribuito attivamente alla definizione della nuova politica dell'UE verso il Myanmar a seguito della cancellazione delle sanzioni in vigore nei confronti del paese dal 1996. L'Italia ha infatti appoggiato fin dall'inizio il Comprehensive Framework for the European Union's policy and support to Myanmar/Burma, adottato dal Consiglio Affari Esteri in luglio con lo scopo di sostenere la transizione democratica in Myanmar e lo sviluppo economico, rafforzando la collaborazione nei settori delle materie prime, delle PMI e del turismo sostenibile. Una delegazione di imprenditori italiani si è, inoltre, associata alla visita in Myanmar, dal 13 al 15 novembre 2013, dell' AR Ashton e del Vice Presidente della Commissione Tajani volta al lancio della Task Force UE-Myanmar, braccio operativo del Comprehensive Framework.

In un'ottica di continuità con il lavoro finora svolto dal Governo, la Vice Ministro degli Affari Esteri Dassù ha visitato il Myanmar nei giorni 6-8 dicembre scorsi, alla guida di una delegazione di parlamentari ed esponenti della società civile, per partecipare al “Women's Forum” a Yangon e per incontri istituzionali nella città di Nay Pyi Taw”.


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1248-AR/227

Ordine del giorno

Di Battista

Assemblea

20/12/13

III

Disciplina delle imprese miste nell’ambito della cooperazione internazionale

9/1248-AR/229

Ordine del giorno

Grande

Concessione di crediti agevolati alle imprese miste operanti nel settore della cooperazione internazionale

9/1248-AR/226

Ordine del giorno

Del Grosso

22/12/13

Diffusione del microcredito nei Paesi in via di sviluppo

9/1248-AR/228

Ordine del giorno

Scagliusi

Promozione, nell’ambito della cooperazione internazionale, di interventi sostenibili

9/1248-AR/231

Ordine del giorno

D'Ambrosio

Finanziamento delle piccole e medie imprese coinvolte nella cooperazione internazionale


L'ordine del giorno Di Battista ed altri n. 9/1248-AR/227, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 25 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di predisporre interventi volti a prevedere che le imprese miste, nell'ambito della cooperazione internazionale, adottino progetti di sviluppo altamente sostenibili sia economicamente che socialmente.

L'ordine del giorno Grande n. 9/1248-AR/229, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 25 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di predisporre interventi normativi affinché i crediti agevolati, nell'ambito della cooperazione internazionale, possano essere concessi anche direttamente all'impresa mista, al fine di mobilitare risorse finanziarie e capacità attraverso partenariati pubblico-privati, valorizzando il contributo che operatori economici italiani possono offrire allo sviluppo.

L'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1248-AR/226, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 25 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a valutare la possibilità di predisporre interventi per la diffusione del microcredito nei Paesi in via di sviluppo.

L'ordine del giorno Scagliusi n. 9/1248-AR/228, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 25 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di predisporre interventi affinché venga garantita un'attenzione e una sensibilità particolari a favore della cultura della sostenibilità degli interventi che le imprese italiane, di concerto con quelle dei Paesi in via di sviluppo, affronteranno d'ora in avanti.

L'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/1248-AR/231, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 25 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di predisporre interventi normativi affinché vengano maggiormente finanziate le imprese coinvolte nella cooperazione internazionale che svolgono attività di sostegno a progetti promossi da piccole e medie imprese locali e che siano particolarmente sensibili al tema dello sfruttamento delle risorse naturali del Paese in cui operano.

In merito a tali impegni il Ministero degli affari esteri ha trasmesso la seguente nota:

La Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo si è fatta parte attiva, in stretta collaborazione con il Ministero dell'economia e delle finanze, ai fini dell'adozione di una serie di modifiche legislative e regolamentari, volte a rilanciare lo strumento della partnership pubblico privata per lo sviluppo, con particolare riguardo alla valorizzazione dello strumento finanziario previsto dall'art. 7 della legge 49/87 (imprese miste in PVS), da tempo sottoutilizzato.

Le modifiche legislative contenute nel cosiddetto "Decreto del Fare", D.L. 69/13, del 21.6.13, convertito in L. 98/13, che hanno modificato il comma 1 dell'art 7 della legge 49/87 e introdotto l'art. 14-bis, sono frutto di una previa consultazione tra Ministeri, Istituzioni Pubbliche e Private e società civile, realizzatasi attraverso incontri e seminari a cui hanno partecipato vari attori. In particolare vale la pena citare il Forum della Cooperazione, tenutosi a Milano nell'ottobre del 2012 e il convegno avente per oggetto specificamente il rilancio dell'art. 7 della L. 49/87, tenutosi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri nel gennaio 2013.

Per quanto riguarda gli aspetti di natura regolamentare, nella seduta del Comitato Direzionale del 27 giugno 2013, è stato dato parere favorevole (parere n. 6/2013) ad una nuova delibera CIPE che attualizzasse le agevolazioni a favore di imprese italiane che costituiscono società miste in PVS, emendando il Regolamento CIPE n. 92 del 6 novembre 2009.

Due erano le problematiche maggiori sulle quali si era richiesto di intervenire: che potessero essere concessi ad imprese italiane crediti agevolati per assicurare anche in forma anticipata il finanziamento della quota di capitale di rischio e che potessero essere concessi crediti non solo ad investitori pubblici o privati ma anche ad organizzazioni internazionali. Tali elementi sono stati recepiti dal dettato normativo dell'art. 7 del D.L. 69/13.

Un altro fattore di novità, che risponde ad una esigenza emersa nei fora sopracitati era quella di destinare una quota del Fondo Rotativo ex art. 6 legge n. 49/87 alla costituzione di un Fondo di garanzia per agevolare gli apporti di capitale delle imprese italiane nelle imprese miste, riducendo gli oneri delle garanzie richieste a tutela del finanziamento concesso.

Il 2 agosto u.s. il CIPE ha adottato la delibera sopracitata, che si trova al vaglio della Corte dei Conti per la registrazione e che prevede fra gli altri l'ampliamento dei settori eleggibili al settore industriale; l'aumento dell'importo finanziabile e la possibilità di finanziamento anche anticipato prima dell'apporto di capitale. Una bozza di nuovo regolamento CIPE per la costituzione del sopracitato “Fondo di garanzia” è in fase di negoziato con il Ministero dell'economia e delle finanze.

L'art. 8 del "decreto del Fare" ha anche introdotto l'art. 14-bis alla legge n. 49/87: la disposizione in questione prevede una norma di semplificazione delle procedure per stabilire partnership per il finanziamento di iniziative di cooperazione allo sviluppo a fronte di una precedente possibilità per i privati di attribuire unicamente liberalità al bilancio generale della Cooperazione Italiana (articolo 14, lettera d) L. 49/1987).

Ai fini della attuazione di tale dettato normativo, è stata predisposta nei mesi scorsi una bozza di decreto di natura non regolamentare (Ministero degli esteri - Ministero dell'economia e delle finanze), sulla quale si è completato informalmente un negoziato fra i due ministeri.

Con tale decreto si disciplinano le modalità di rendicontazione delle entrate e delle spese relative a programmi, progetti o interventi rientranti nella finalità della Legge n. 49/87-, realizzati- in partenariato con enti ed organismi pubblici sovranazionali o privati, attraverso la stipula di appositi accordi di programma ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241.

Con particolare riferimento all'ordine del giorno Di Battista ed altri n. 9/1248-AR/227, “sull'adozione di progetti di sviluppo sostenibili - sia economicamente che socialmente - realizzati da imprese miste”, l'art. 7 della legge n. 49/87 prevede che i criteri di sostenibilità ed eleggibilità siano determinati dal CIPE. La nuova delibera, testé richiamata, prevede espressamente (all' art. 1) che i crediti agevolati debbano mobilitare risorse che promuovano lo sviluppo sostenibile, privilegiando creazione di occupazione e valore aggiunto locale. La stessa delibera CIPE prevede settori di operatività sostenibili socialmente (quali la micro finanza, i servizi locali di pubblico interesse, il commercio equo solidale e l'artigianato) oltre che economicamente, quali l'industria e la trasformazione dei prodotti dell'agroalimentare.

Con particolare riferimento all'ordine del giorno Grande n. 9/1248-AR/229, “sugli interventi normativi per concessione di crediti agevolati alle imprese miste nei Paesi in via di sviluppo”, il Legislatore ha inteso escludere la possibilità di finanziare direttamente le imprese miste localizzate nei PVS (rispetto al finanziamento delle sole imprese italiane) in quanto ha valutato tale opzione problematica ai fini della preventiva analisi di solvibilità e solidità finanziaria delle imprese miste, soggetti di diritto privato locale. In considerazione del fatto che i PVS eleggibili per la localizzazione delle imprese miste sono attualmente 92, gran parte dei quali ha goduto di cancellazione del debito e tenuto conto del fatto che non esiste in loco un mercato del credito a medio termine (essi possono ricevere dai donatori internazionali soltanto doni o crediti che rientrano nella fattispecie della concessione ad un tasso di interesse 0% durata circa 30 anni di cui ca. 20 di grazia), risulterebbe difficile per un soggetto pubblico italiano compiere la predetta analisi di rischio ed ancora più difficile il recupero delle somme in caso di fallimento. La previsione di un finanziamento in favore dell'impresa mista avrebbe quindi determinato l'assunzione di un maggiore rischio insolvenza che si sarebbe tradotto in un pericolo di diminuzione della consistenza del Fondo rotativo.

Con riferimento all'ordine del giorno Del Grosso n. 9/1248-AR/226, “sugli interventi per la diffusione del microcredito nei Paesi in via di sviluppo”, si fa presente che la nuova delibera CIPE, approvata il 2 agosto u.s., attualizza la normativa relativa alle imprese italiane che costituiscono società miste nei Paesi in Via di Sviluppo. Essa, all'art.2.2, prevede che l'impresa mista debba soddisfare una serie di criteri espressamente elencati: nello specifico, all'art.2.2.1.4, si sancisce che l'impresa mista debba operare in prevalenza, tra gli altri, nell'ambito della micro finanza e dei servizi per la microimprenditoria. L'attuale disposizione normativa, che attribuisce ulteriore rilevanza alle attività di diffusione del microcredito, opera in un settore, quello dello sviluppo del settore privato nei PVS che è già uno dei settori prioritari della Cooperazione Italiana, come indicato da ultimo nelle Linee Guida triennali 2013-2015.

Per questo motivo, eventuali futuri interventi diretti a favorire la diffusione del microcredito, che si collochino in armonia con le strategie di cooperazione, saranno valutate con attenzione.

Con riferimento all'ordine del giorno Scagliusi n. 9/1248-AR/228, “sulla collaborazione in loco, ovvero sulla “cultura della sostenibilità degli interventi”, si sottolinea che l'art. 1 della sopracitata Delibera CIPE, nell'identificare la promozione dello sviluppo sostenibile come principio per la programmazione finanziaria e geografica delle iniziative finanziabili, assicura - attraverso la previsione di una durata del periodo di finanziamento - che l'investimento abbia carattere di stabilità idoneo ad assicurare il raggiungimento dell'obiettivo di sviluppo (art. 4.2). Peraltro, si potrà valorizzare che la medesima Delibera prevede anche che il finanziamento possa essere concesso alle imprese italiane per “riabilitazione o ampliamento di imprese preesistenti” (art. 2.1.2), con ciò puntando ulteriormente a favorire la permanenza dell'impresa sul territorio. In sede di recezione della Delibera CIPE con regolamento della Cooperazione italiana, si provvederà a definire il ruolo dell'Unità Tecnica Centrale ai fini della valutazione della sostenibilità tecnico-economica dell'iniziativa, tenendo conto delle finalità della Cooperazione italiana, così come definite nelle Linee Guida.

Con riferimento, infine, all'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/1248-AR/231, “sugli interventi normativi per finanziare le piccole imprese coinvolte nella cooperazione internazionale”, si fa presente che la sopracitata nuova delibera CIPE prevede espressamente, tra i criteri di eleggibilità delle imprese miste, l'operatività in settori in cui sono presenti piccole imprese locali quali l'artigianato, la microimprenditoria e la micro finanza. Anche il tema dello sfruttamento delle risorse naturali può essere considerato già incluso tra i settori eleggibili, essendo quest'ultimo compreso nei settori dell'energia e dell'acqua citati nella predetta Delibera”.




Ministro per gli affari europei


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

8/00020

Risoluzione conclusiva

Bordo Michele

Commissione

11/12/13

XIV

Esercizio delle deleghe recate dalla legge di delegazione europea per l'anno 2013


La risoluzione conclusiva Michele Bordo ed altri n. 8/00020, accolta dal Governo ed approvata dalla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) nella seduta del 20 novembre 2013, impegnava l'esecutivo a presentare tempestivamente alle Camere, per il prescritto parere parlamentare, gli schemi di decreto legislativo aventi ad oggetto il recepimento delle direttive contenute nell'allegato B della legge di delegazione europea 2013.

In merito a tale impegno il Ministro per gli affari europei ha trasmesso la seguente nota:

La legge di delegazione europea 2013 (legge 6 agosto 2013, n. 96) contiene le deleghe per la predisposizione di 43 decreti legislativi, 40 dei quali relativi al recepimento di direttive dell'Unione europea.

Le deleghe per la predisposizione di 26 schemi di decreto legislativo di recepimento di 27 direttive hanno carattere di particolare urgenza: 24 scadranno il 4 dicembre 2013 e 2 il 14 dicembre 2013.

Ad oggi, sono stati approvati, in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri 25 schemi di decreto legislativo:

1) Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2011/51/UE che modifica la direttiva 2003/109/CE del Consiglio per estenderne l'ambito di applicazione ai beneficiari di protezione internazionale, approvato nella riunione del 9 ottobre 2013, attualmente all'esame delle Camere (AG 35);

2) Schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2013/l/UE del Consiglio, del 20 dicembre 2012, recante modifica della direttiva 93/109/CE relativamente a talune modalità di esercizio del diritto di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini, approvato nella riunione dell'8 novembre 2013 e trasmesso alle Camere il 29 novembre 2013;

3) Schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva 2010/32/UE del Consiglio, del 10 maggio 2010, che attua l'accordo quadro, concluso da HOSPEEM e FSESP, in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario, approvato nella riunione dell'8 novembre 2013;

4) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2012/18/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, recante modifica e successiva abrogazione della direttiva 96/82/CE del Consiglio, approvato nella riunione del 15 novembre 2013;

5) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2010/63/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

6) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/16/UE del Consiglio, del 15 febbraio 2011, relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale e che abroga la direttiva 77/799/CEE, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

7) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/82/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

8) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/77/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2011, che modifica la direttiva 2006/116/CE concernente la durata di protezione del diritto d'autore e di alcuni diritti connessi, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

9) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/76/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2011, che modifica la direttiva 1999/62/CE relativa alla tassazione di autoveicoli pesanti adibiti al trasporto di merci su strada per l'uso di talune infrastrutture, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

10) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/95/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, recante norme sull'attribuzione, a cittadini di paesi terzi o apolidi, della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria, nonché sul contenuto della protezione riconosciuta, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

11) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, e che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio, approvato nella riunione del 21 novembre 2013;

12) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento), approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

13) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio, del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013 ;

14) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2011, sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

15) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/62/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2011, che modifica la direttiva 2001/83/CE, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano, al fine di impedire l'ingresso di medicinali falsificati nella catena di fornitura legale, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

16) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2012/12/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 aprile 2012, che modifica la direttiva 2001/112/CE del Consiglio concernente i succhi di frutta e altri prodotti analoghi destinati all'alimentazione umana, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

17) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2012/26/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che modifica la direttiva 2001/83/CE per quanto riguarda la farmacovigilanza, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

18) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2011, concernente l'applicazione dei diritti dei pazienti relativi all'assistenza sanitaria transfrontaliera e della direttiva 2012/52/UE della Commissione, del 20 dicembre 2012, comportante misure destinate ad agevolare il riconoscimento delle ricette mediche emesse in un altro Stato membro (con un solo atto vengono recepite 2 direttive), approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

19) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva 93/13/CEE del Consiglio e della direttiva 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

20) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/89/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica le direttive 98/78/CE, 2002/87/CE, 2006/48/CE e 2009/138/CE per quanto concerne la vigilanza supplementare sulle imprese finanziarie appartenenti a un conglomerato finanziario, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

21) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2011, sui gestori di fondi di investimento alternativi, che modifica le direttive 2003/41/CE e 2009/65/CE e i regolamenti (CE) n. 1060/2009 e (UE) n. 1095/2010, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

22) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/85/UE del Consiglio, dell'8 novembre 2011, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

23) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/98/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano regolarmente in uno Stato membro, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

24) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2010/64/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 ottobre 2010, sul diritto all'interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali (questo schema sarà iscritto direttamente e certamente all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di giovedì), approvato nella riunione del 3 dicembre 2013;

25) Schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2011, concernente la prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime, e che sostituisce la decisione quadro del Consiglio 2002/629/GAI, approvato nella riunione del 3 dicembre 2013”.



Ministero dell'interno


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1197/29

Ordine del giorno

Russo Paolo

Assemblea

02/12/13

I

Opportunità di attivare una procedura straordinaria di pattugliamento e monitoraggio per il contrasto del fenomeno dei roghi di materiale tossico in Campania


L'ordine del giorno Paolo Russo n. 9/1197/29, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 giugno 2013, impegnava l'esecutivo ad attivare una procedura straordinaria di pattugliamento e monitoraggio, anche coinvolgendo le forze armate, per il contrasto del fenomeno dei roghi di materiale tossico in Campania.

In merito a tale impegno il Ministero dell'interno, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:

“Gli episodi di smaltimento illegale di rifiuti e di accensione di roghi di materiale spesso tossico hanno interessato sempre più frequentemente, negli ultimi anni, le aree di confine tra le province di Napoli e di Caserta, soprattutto nel periodo della nota “emergenza rifiuti”.

Da allora, l'andamento del fenomeno si è mantenuto pressoché costante, determinando l'affermazione dell'uso della locuzione “Terra dei fuochi”, con riferimento a quei territori.

L'allarme riguardante la persistente diffusione degli incendi dolosi di depositi illegali di rifiuti nelle menzionate aree costituisce un problema sanitario ampiamente conosciuto, in relazione all'esposizione della popolazione alla dispersione di diossina nell'atmosfera e alle conseguenti patologie tumorali.

L'Unione Europea e le Commissioni parlamentari d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, succedutesi nel corso delle ultime legislature, già in passato hanno sottolineato la necessità di un intervento legislativo, finalizzato a contrastare un “sistema” criminale che, soprattutto in Campania, ignora beni fondamentali dell'individuo, quali la salute e l'armonia dell'ecosistema, nella ricerca di massimizzazione dei profitti.

Del resto, è dimostrato che l'illegalità ambientale, soprattutto nel “ciclo dei rifiuti” e in quello, strettamente collegato, del “cemento”, rappresenta uno dei comparti privilegiati delle associazioni di tipo mafioso, interessate, oltre che a reinvestire capitali di provenienza illecita e ad inserirsi nel flusso delle risorse economiche generato dal fenomeno, anche ad assumere lo svolgimento delle opere direttamente correlate, come le attività di bonifica e risanamento delle aree da loro stesse inquinate.

Le attività illecite in argomento, tuttavia, non sono riconducibili unicamente alle consorterie criminali, ma anche alla contiguità di taluni imprenditori, coinvolti attraverso prospettive di maggiori guadagni.

All'interesse della camorra nel comparto ambientale, infatti, si connettono gli interessi sia degli operatori economici finalizzati ad ottenere risparmi sui costi di smaltimento, sia dei titolari dei siti di destinazione finale che accolgono rifiuti in discariche non idonee.

Tali condotte, penalmente rilevanti, appaiono evidenti anche nelle gravi irregolarità riscontrate negli appalti della gestione del “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” (SISTRI), istituito al fine di informatizzare l'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani nella regione Campania.

Numerose le iniziative intraprese per contrastare il fenomeno sopra descritto.

Tra quelle di maggior rilievo, si segnala il “Patto per la Terra dei Fuochi”', sottoscritto a Napoli l'11 luglio 2013, che prevede una serie di misure che coinvolgono la Regione, le Prefetture e le Amministrazioni provinciali di Napoli e Caserta, l’ANCI Campania e le Associazioni ambientaliste, in cui si integrano misure di carattere strutturale e misure straordinarie, azioni di contrasto e attività volte ad affrontare i nodi amministrativi delle competenze, dell'applicazione delle norme, delle disponibilità di risorse umane e strumentali. Il documento menziona altresì il portale informatico “Prometeo”, accessibile dai siti web delle Prefetture di Napoli e Caserta, all'interno del quale sono pubblicati gli interventi effettuati e le misure adottate.

Inoltre, il protocollo d'intesa “Ecopneus” sottoscritto a Caserta, il 20 giugno 2013, con la omonima società consortile prevede interventi di prelievo e gestione dei pneumatici fuori uso abbandonati nel territorio delle province di Napoli e Caserta.

Per quel che concerne l'ambito più propriamente locale, è stato a suo tempo istituito presso la Prefettura di Napoli un tavolo permanente, le cui riunioni, intervallate da sedute del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, si sono susseguite in maniera cadenzata, alla presenza di rappresentanti delle Forze di polizia, di enti locali, associazioni e comitati. Secondo quanto deliberato in tali occasioni, si sono poi tenute presso la Questura e i Commissariati e le Compagnie dell'Arma dei Carabinieri molteplici riunioni tecnico-operative al fine di elaborare efficaci strategie di contrasto, successivamente attuate dal personale di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato e delle polizie provinciale e locali.

Sono stati, dunque, intensificati i servizi di controllo del territorio mediante la predisposizione di specifiche, mirate attività lungo le strade periferiche e nelle località in cui è stato rilevato il maggior numero di sversamenti e, in considerazione della tipologia e natura dei materiali rilasciati o incendiati con maggior frequenza (pneumatici, scarti di lavorazione tessile e di attività agricola, materiali edili), è stato stabilito di rafforzare le attività di controllo delle aziende dei settori interessati.

Infine, l'Incaricato per il fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania, sulla scia di un disegno di legge regionale recante “Misure straordinarie per la prevenzione e la lotta al fenomeno dell'abbandono e dei roghi di rifiuti”, ha prospettato l'ipotesi di introdurre nell'ordinamento uno specifico titolo di reato relativo all'incendio doloso di rifiuti, attesa la peculiarità della fattispecie criminale e il blando effetto di contrasto e di deterrenza esercitato attualmente dalla generica previsione dei reati di incendio doloso e di smaltimento illecito di rifiuti.

La relativa sanzione dovrebbe essere proporzionata al grave danno apportato all'ambiente e alla salute collettiva ed essere eventualmente supportata dalla previsione di più incisivi strumenti di acquisizione della prova, di misure cautelari di carattere personale e patrimoniale, oltre che di misure cautelari ad hoc per chi delinque abitualmente in tale specifico settore.

Si soggiunge, altresì, che nel corso della riunione interministeriale, convocata presso questo Ministero il 23 ottobre scorso, è stato evidenziato che le azioni intraprese e l'attività delle Forze dell'Ordine, dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale dello Stato hanno determinato una sensibile diminuzione degli episodi incendiari.

Dall'inizio del corrente anno, infatti, sono stati effettuati oltre 4.500 pattugliamenti, 400 controlli su attività economiche (di cui 200 su rivenditori di pneumatici, 180 su attività produttive e 20 su attività agricole), 8 arresti, 96 denunce all'Autorità Giudiziaria, 502 contravvenzioni, 70 sequestri di aree adibite a smaltimento illegale e 47 sequestri di veicoli adibiti a traffico illecito di rifiuti.

Sono state inoltre individuate 38 attività economiche svolte in assenza di autorizzazione e in 36 casi sono emerse situazioni di lavoro nero e irregolare. Sono state comminate sanzioni amministrative per oltre 66.000 Euro.

Nello stesso periodo i Vigili del Fuoco hanno effettuato 1.149 interventi (sono stati 2.012 negli stessi mesi dell'anno precedente) in tutta la provincia di Napoli, con una diminuzione complessiva del 43% e 745 interventi (1.089 nello stesso periodo del 2012) nell'intera provincia di Caserta, con una contrazione del 33%.

Limitando l'analisi ai Comuni della “Terra dei Fuochi” l'attività più intensa si registra, in provincia di Napoli, a Giugliano con 84 interventi (149 lo scorso anno), ad Afragola con 39 (98 nel 2012) e nell'area metropolitana del capoluogo con 581 (877 nel 2012); in provincia di Caserta, a Mondragone e Castelvolturno, con 80 interventi, Casal di Principe, Aversa e Caserta con 40, Orta d'Atella, Casapesenna e Trentola Ducenta con 30.

In tutti questi Comuni, si registra un sensibile calo di episodi incendiari (tra il 30 e il 50%) rispetto allo scorso anno.

In quell'occasione, inoltre, su proposta del Ministro dell'Interno, è stato deciso di costituire una “Task Force” intergovernativa permanente, al fine di coordinare un piano di interventi di prevenzione e controllo, anche in ambito sanitario, ambientale ed agricolo, che attui in maniera sinergica iniziative in favore dei territori e delle popolazioni interessate.

Particolare attenzione è stata altresì dedicata al tema delle bonifiche e del recupero dei terreni inquinati, anche al fine di arginare i rilevanti riflessi economici che si sono registrati nel settore agro-alimentare”.


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1248-AR/212

Ordine del giorno

Caso

Assemblea

18/12/13

I

Potenziamento della Direzione Investigativa Antimafia nella regione Lombardia, anche in previsione di EXPO 2015


L'ordine del giorno Caso n. 9/1248-AR/212, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 25 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a potenziare la presenza della Direzione Investigativa Antimafia nella regione Lombardia, anche in previsione di EXPO 2015.

In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:

In occasione della realizzazione dei lavori connessi all'evento dell'esposizione universale, che avrà luogo a Milano nel 2015, è stato potenziato il sistema dei controlli sulle attività contrattuali delle pubbliche amministrazioni attraverso l'istituzione di appositi Organismi, dei quali fanno parte anche appartenenti della Direzione Investigativa Antimafia (D.I.A.) di questo Ministero, struttura interforze che assicura sia lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti la criminalità organizzata, sia l'effettuazione di indagini di polizia giudiziaria relative a delitti di associazione mafiosa.

In ragione del rilevante ruolo svolto nella prevenzione e repressione di tentativi di infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, infatti, personale della D.I.A. partecipa sia alla Sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'Alta sorveglianza delle Grandi Opere (C.C.A.S.G.O.) istituita presso la Prefettura di Milano, sia al Gruppo Interforze Centrale per l'Expo Milano 2015 (G.I.C.EX.) istituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale di questo Ministero.

Inoltre, presso la predetta Prefettura di Milano opera un funzionario della D.I.A. con il compito di assicurare il raccordo delle attività di monitoraggio condotte dai Gruppi Interforze istituiti presso gli Uffici territoriali del Governo.

Sotto quest'ultimo profilo, si soggiunge che lo scorso 28 ottobre il Ministro dell'Interno, nell'ambito della direttiva finalizzata a rendere più spedite le necessarie verifiche antimafia in vista dell'approssimarsi dell'evento di che trattasi, ha attribuito alla Direzione Investigativa Antimafia un ruolo centrale nelle procedure di accertamento sia per il rilascio dell'informazione antimafia che per quelle relative all’iscrizione alle “white list”.

Ciò premesso, per quel che concerne specificamente la chiusura del Nucleo Informativo D.I.A. di Malpensa, si rappresenta che, come precisato dal Vice Ministro Bubbico in risposta ad un'interrogazione parlamentare dell'On. Agostinelli (n. 4-00844), quell'Ufficio, con competenza limitata all'area interna dello Scalo, era stato costituito nel febbraio del 2000, in relazione al previsto avvio del progetto “Malpensa 2000”, che nel corso del tempo, invece, ha subito un ridimensionamento delle prospettive di crescita.

In questi anni, pertanto, il Nucleo ha svolto prevalentemente una funzione di supporto alle attività di polizia giudiziaria degli Uffici della Direzione Investigativa Antimafia dislocati sul territorio nazionale, attraverso l'acquisizione delle liste di imbarco per il monitoraggio di persone di interesse investigativo nell'ambito di indagini di polizia giudiziaria.

Peraltro, grazie all'evoluzione tecnologica, le notizie necessarie alle attività di analisi, fornite dal Nucleo, sono da tempo rilevabili per via telematica, attraverso la consultazione di apposite banche dati informatiche.

Inoltre, nel corso dell'ultimo triennio, solo in rare occasioni il personale di quell'Ufficio è stato impegnato in arresti o perquisizioni e mai in 'ruoli operativi'.”


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1197/58

Ordine del giorno

Caso

Assemblea

18/12/13

I

Previsione di ulteriori strumenti di controllo sulla filiera delle lavorazioni in subappalto legate alla realizzazione dell’Expo 2015, al fine di scongiurare infiltrazioni della criminalità organizzata


L'ordine del giorno Caso n. 9/1197/58, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 giugno 2013, impegnava l'esecutivo a valutare la possibilità di prevedere ulteriori strumenti di controllo sulla filiera delle lavorazioni in subappalto legate alla realizzazione dell’Expo 2015, al fine di scongiurare infiltrazioni della criminalità organizzata.

In merito a tale impegno il Ministero dell'interno, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:

“Il contrasto ai tentativi di infiltrazione delle organizzazioni criminali negli appalti pubblici rappresenta uno dei capisaldi dell'intero pacchetto di misure adottate con la legge n. 136 del 13 agosto 2010, recante disposizioni in materia di “Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia”.

Alla luce della delega espressamente prevista dall'articolo 1 della citata legge, con il decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011 è stato approvato un "corpus unico" di norme concernenti il “Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché di nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia”.

Nel citato quadro normativo, la Direzione Investigativa Antimafia di questo Ministero (D.I.A.) - quale struttura investigativa interforze che assicura, da un lato, lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti la criminalità organizzata e, dall'altro, l'effettuazione di indagini di polizia giudiziaria relative a delitti di associazione mafiosa - svolge un costante monitoraggio mediante il proprio Osservatorio centrale sugli appalti e le dipendenti articolazioni territoriali per prevenire e contrastare i tentativi delle organizzazioni mafiose di inserirsi nella gestione degli appalti pubblici.

Tale attività si sviluppa attraverso approfondite verifiche sugli aspetti gestionali delle ditte interessate agli appalti, nonché, nell'ambito dei Gruppi interforze che operano a livello provinciale presso gli Uffici territoriali del Governo, attraverso lo strumento ispettivo dell'accesso ai cantieri che consente di acquisire informazioni e documentazioni in loco delle ditte sospette.

In considerazione dei lavori connessi all'evento dell'esposizione universale che avrà luogo a Milano nel 2015, il sistema dei controlli sulle attività contrattuali delle pubbliche amministrazioni interessate è stato potenziato attraverso l'istituzione di appositi Organismi, di cui fanno parte appartenenti alla Direzione Investigativa Antimafia proprio in considerazione dell'indiscussa funzione dell'Organismo nello specifico settore.

Infatti, personale della D.I.A. partecipa sia alla Sezione specializzata del Comitato di coordinamento per l'Alta sorveglianza delle Grandi Opere (C.C.A.S.G.O.) istituita presso la Prefettura di Milano, sia al Gruppo Interforze Centrale per l’Expo Milano 2015 (G.I.C.EX.) istituito presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale di questo Ministero.

Inoltre, presso la predetta Prefettura di Milano opera un funzionario della D.I.A. con il compito di assicurare il raccordo delle attività di monitoraggio condotte dai Gruppi Interforze istituiti presso gli Uffici territoriali del Governo.

Sotto quest'ultimo profilo, si soggiunge che lo scorso 28 ottobre il Ministro dell'Interno, nell'ambito della direttiva finalizzata a rendere più spedite le necessarie verifiche antimafia in vista dell'approssimarsi dell'evento “Expo Milano 2015”, ha attribuito alla Direzione Investigativa Antimafia un ruolo centrale nelle procedure di accertamento sia per il rilascio dell'informazione antimafia che per quelle relative all'iscrizione alle 'white list'.”


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1540-A/35

Ordine del giorno

Santerini

Assemblea

18/12/13

I

Estensione del permesso di soggiorno alle vittime di atti di violenza domestica, indipendentemente dal fatto che l’autore degli stessi condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima


L'ordine del giorno Santerini n. 9/1540-A/35, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 9 ottobre 2013, impegnava l'esecutivo a valutare l'opportunità di estendere la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno alle vittime di atti di violenza domestica, indipendentemente dal fatto che l’autore degli stessi condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.

In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:

“L'impegno oggetto dell'atto parlamentare risulta essere stato recepito in sede di conversione del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, recante, tra l'altro, disposizioni in materia di contrasto della violenza di genere (legge 15 ottobre 2013, n. 119).

Infatti l'articolo 4 del predetto atto legislativo, che ha novellato il Testo unico delle norme sull'immigrazione introducendo l'art. 18-bis, prevede che il questore rilasci un permesso di soggiorno per consentire alla vittima di sottrarsi alla violenza domestica.

La norma precisa altresì che, a tal fine, per violenza domestica, si intendono uno o più atti, gravi ovvero non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra persone legate, attualmente o in passato, da un vincolo di matrimonio o da una relazione affettiva, indipendentemente dal fatto che l'autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima”.



Ministero della salute


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1327/26

Ordine del giorno

Placido

Assemblea

04/12/13

XII

Attuazione della direttiva 88/2003/CE, con particolare riferimento ai periodi minimi di riposo giornaliero ed al tempo di lavoro massimo settimanale per il personale delle aree dirigenziali degli enti e delle aziende del Servizio Sanitario Nazionale


L'ordine del giorno Placido ed altri n. 9/1327/26, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 31 luglio 2013, impegnava l'esecutivo a dare piena attuazione alla direttiva 88/2003/CE, con particolare riferimento ai periodi minimi di riposo giornaliero ed al tempo di lavoro massimo settimanale per il personale delle aree dirigenziali degli enti e delle aziende del Servizio Sanitario Nazionale.

In merito a tale impegno il Ministero della salute ha trasmesso la seguente nota:

“Per superare la procedura di infrazione 2011/418, avente ad oggetto la mancata attuazione per il personale medico del Servizio Sanitario Nazionale di alcuni diritti previsti dalla direttiva 2003/88/CE sull'orario di lavoro, si anticipa che questo Ministero sta predisponendo una bozza di norma finalizzata a consentire l'adeguamento della legislazione italiana alla normativa europea”.


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/1328/5

Ordine del giorno

Di Salvo

Assemblea

04/12/13

XII

Eventuale adozione di un regolamento che determini le qualifiche richieste per svolgere l’attività di “medico di bordo”


L'ordine del giorno Di Salvo ed altri n. 9/1328/5, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 12 settembre 2013, impegnava l'esecutivo ad adottare, ove la legislazione italiana vigente in materia di medico di bordo non rispetti pienamente la normativa dell'Unione europea e le Convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia, un regolamento che determini le qualifiche richieste da queste ultime.

In merito a tale impegno il Ministero della salute, per quanto attiene ai profili di propria competenza, ha trasmesso la seguente nota:

“Questo Ministero rappresenta, per quanto di competenza, che l'ordinamento nazionale in materia di assistenza a bordo delle navi soddisfa ed è conforme alle norme in materia di tutela sanitaria dei marittimi di cui al Regola 4.1 ed allo Standard A4.1, relativi all'assistenza sanitaria a bordo delle navi ed, a terra, della MLC 2006.

Infatti, a bordo delle navi mercantili battenti bandiera nazionale, nei casi previsti (R. D. n. 178 del 20 maggio 1897 e successive modifiche ed integrazioni: d.m. 13 giugno 1986, relativo all'istituzione del servizio medico di bordo su navi della marina mercantile italiana addette alla navigazione nel Mare mediterraneo) possono svolgere attività di medico a bordo i professionisti iscritti negli appositi elenchi dei medici di bordo abilitati a seguito di sessioni di idoneità e dei medici di bordo supplenti, autorizzati ad imbarcare dal Ministero della salute sulla base del possesso di specifici requisiti professionali, morali e psicofisici.

La verifica del mantenimento di requisiti psicofisici e morali viene effettuata per mezzo di periodiche revisioni dei titoli, indette dal Ministero della salute mediante avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale con cadenza, come da normativa, non superiore a 5 anni”.


Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite le note di attuazione annunciate
al 31 dicembre
2013



Primo firmatario

Tipo di Atto

Numero

Pag.

On.

Amendola

Risoluzione conclusiva

8/00017

43

On.

Bergamini

Risoluzione

7/00061

42

On.

Bordo Michele

Risoluzione conclusiva

8/00020

50

On.

Caso

Ordine del giorno

9/1248-AR/212

57

On.

Caso

Ordine del giorno

9/1197/58

58

On.

D'Ambrosio

Ordine del giorno

9/1248-AR/231

45

On.

Del Grosso

Ordine del giorno

9/1248-AR/226

45

On.

Di Battista

Ordine del giorno

9/1248-AR/227

45

On.

Di Salvo

Ordine del giorno

9/1328/5

61

On.

Grande

Ordine del giorno

9/1248-AR/229

45

On.

Placido

Ordine del giorno

9/1327/26

61

On.

Quartapelle

Procopio

Risoluzione

7/00092

40

On.

Russo Paolo

Ordine del giorno

9/1197/29

54

On.

Santerini

Ordine del giorno

9/1540-A/35

60

On.

Scagliusi

Ordine del giorno

9/1248-AR/228

45




















Sezione III

RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE

























La sezione tratta della trasmissione al Parlamento da parte del Governo e di altri soggetti (regioni, autorità amministrative indipendenti, ecc.) delle relazioni previste dalle norme vigenti che sono pervenute nel periodo in esame. Conclude la sezione l’indicazione delle nuove relazioni ove introdotte da disposizioni pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel periodo considerato.

L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento


Nell'ambito della propria competenza per la verifica dell'adempimento da parte del Governo degli obblighi di legge nei confronti del Parlamento, il Servizio per il controllo parlamentare effettua il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri devono trasmettere periodicamente al Parlamento in conformità di quanto stabilito dalle vigenti disposizioni legislative; nella prassi, tale verifica è stata estesa anche ad altri soggetti non governativi.

A tale fine, il Servizio cura una banca dati che viene aggiornata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, riscontrabili nell’Allegato A al resoconto della relativa seduta, sia mediante l’individuazione degli obblighi previsti da norme di nuova introduzione, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento si completa con l’accertamento delle relazioni per le quali l’obbligo di trasmissione sia venuto meno a seguito dell’abrogazione della norma istitutiva, ovvero sia da ritenersi - per le più diverse ragioni - superato o, comunque, non più attuale o rilevante alla luce della situazione di fatto (ad esempio, una relazione che abbia ad oggetto programmi o interventi ormai completati o esauriti senza che la norma che prevede la relazione stessa sia stata esplicitamente abrogata). Ciò nell’ottica di contribuire, da una parte ad una focalizzazione degli obblighi residui e, dall'altra ad un superamento di tutto il superfluo, per favorire il processo di semplificazione normativa.

Nella presente Sezione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio circoscritta alla sola indicazione delle relazioni trasmesse nel periodo considerato dalla pubblicazione, nonché degli eventuali obblighi di nuova introduzione.

Al fine di definire un quadro complessivo degli adempimenti vigenti quanto più corretto ed esaustivo, il Servizio per il controllo parlamentare intrattiene costanti contatti con i competenti uffici interni alle amministrazioni (governative e non) anche attraverso la predisposizione e l’invio di schede informative contenenti l’elenco delle relazioni a carico di ciascun presentatore. Per ogni relazione, vengono indicati la norma istitutiva dell’obbligo, l’argomento, la frequenza della trasmissione (con la data entro la quale si aspetta il prossimo invio), nonché le informazioni sull’ultima relazione inviata. In una distinta sezione di ogni scheda vengono, inoltre, elencate le relazioni la cui trasmissione risulti in ritardo rispetto alla scadenza prevista e di cui pertanto si sollecita la trasmissione al Parlamento.

Tali schede vengono contestualmente inviate anche alle Commissioni parlamentari competenti per materia, con l’intento di fornire uno strumento di agevole consultazione che consenta da un lato ad ogni Ministero di essere al corrente dell’esito delle verifiche effettuate dal Servizio per il controllo parlamentare e, dall’altro, di informare i parlamentari dello stato di adempimento degli obblighi.

In evidenza a dicembre 2013


Nell'ambito delle relazioni trasmesse alle Camere nel periodo considerato dalla presente pubblicazione, si segnala, in quanto sana un significativo ritardo nella trasmissione, l'invio, da parte del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare della relazione sull'attività svolta dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ISPRA nell'anno 2012, corredata dal bilancio di previsione e dalla pianta organica riferiti al medesimo anno e dal rendiconto generale per l'anno 2011, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n. 70. Tale norma dispone che, entro il 31 luglio di ogni anno, ciascun Ministero trasmetta al Parlamento una relazione sull'attività svolta, sui bilanci di previsione e sulla consistenza degli organici degli enti pubblici non economici sottoposti alla propria vigilanza, con allegati i bilanci di previsione stessi e le relative piante organiche, nonché i conti consuntivi dell'esercizio precedente.

Si ricorda che L'ISPRA è stato istituito ai sensi dell’articolo 28 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Il medesimo articolo 28 ha contestualmente soppresso l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT), l'Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) e l'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (ICRAM), trasferendone le funzioni al nuovo Istituto, a decorrere dalla data di insediamento dei commissari straordinari di cui al comma 5 sempre dell'articolo 28 (effettivamente nominati con decreto del ministro dell'ambiente del 23 luglio 2008). La precedente, nonché prima trasmissione, avente ad oggetto l'attività dell'ISPRA, con allegate le relative piante organiche e il bilancio di previsione per l'anno 2009, nonché i conti consuntivi dell'anno 2008 dei tre enti soppressi (APAT, ICRAM e INFS) di cui l'ISPRA ha assunto le funzioni, risaliva al mese di luglio 2010.

Ancora tra i documenti pervenuti nel mese di dicembre 2013, si evidenzia la relazione, trasmessa dai Ministri della giustizia e della salute, sullo stato di attuazione dei programmi regionali relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Doc. XXVII, n. 7), in ottemperanza di quanto previsto dall'articolo 3-ter, comma 8-bis, del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 211, recante “Interventi urgenti per il contrasto della tensione detentiva determinata dal sovraffollamento delle carceri”, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 febbraio 2012, n. 9.

Il comma 8-bis, introdotto dall'articolo 1, comma 1, lettera d)-bis, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2013, n. 57, prevede che il Ministro della salute e il Ministro della giustizia comunichino alle competenti Commissioni parlamentari, entro il 30 novembre 2013, lo stato di attuazione dei programmi regionali, di cui al comma 629 dell'articolo 3-ter, relativi al superamento degli ospedali psichiatrici e in particolare il grado di effettiva presa in carico dei malati da parte dei dipartimenti di salute mentale e del conseguente avvio dei programmi di cura e di reinserimento sociale. Poiché l'obbligo di cui trattasi ha natura una tantum, l'avvenuta trasmissione della relazione ne determina la conclusione.

Sul versante dei nuovi obblighi si segnala l'adempimento introdotto dall'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, recante “Misure urgenti di riequilibrio della finanza pubblica, nonché in materia di immigrazione”, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 dicembre 2013, n. 13730. La disposizione citata prevede che al fine di assicurare la trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche, il Ministro dell’interno presenti alle Camere, entro il 31 marzo 2014, una relazione, avente quindi natura una tantum, per illustrare lo stato di utilizzo e gli effettivi impieghi delle risorse finalizzate a fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale, assegnate ai sensi del comma 2 dell'articolo 131, nonché ai sensi dell’articolo 6, comma 532, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119.

Sempre per quanto attiene alle nuove previsioni, si evidenzia quanto disposto dal decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 dicembre 2013, n. 13533, che proroga dal 1° ottobre al 31 dicembre 2013 le missioni internazionali delle Forze armate e di polizia. Nello specifico, l'articolo 1-bis amplia il contenuto della relazione già introdotta dall'articolo 9, comma 2, del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 10734, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2011, n. 130. In proposito si ricorda che il citato comma 2 stabilisce che, entro sessanta giorni dalla scadenza del termine di applicazione del decreto, semestrale o annuale, con cui vengono prorogate le missioni internazionali di pace e di sicurezza, il Governo presenti al Parlamento una relazione analitica sulle missioni di cui al decreto-legge stesso, con riferimento all'evoluzione di ciascuna di esse, agli obiettivi prefissati e alla verifica dei risultati conseguiti. La norma citata prevede altresì che, in base alla relazione, ai fini di un contenimento degli oneri relativi alle missioni di pace e di sicurezza, nel rispetto degli impegni internazionali assunti, venga indicato un piano per la rimodulazione dell'impegno militare. L'articolo 1-bis del decreto-legge n. 114 del 2013 stabilisce che, al fine di informare il Parlamento sullo stato di raggiungimento degli obiettivi nel tempo di ciascuna missione, la relazione analitica sulle missioni ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto-legge n. 107 del 2011 debba essere accompagnata da un documento di sintesi operativa che indichi espressamente per ciascuna missione i seguenti dati: mandato internazionale, durata, sede, personale nazionale e internazionale impiegato, scadenza nonché i dettagli attualizzati della missione35. La disposizione in oggetto prevede che il documento di sintesi sia aggiornato alla data di scadenza del termine di applicazione del decreto-legge n. 114 del 2013, ossia al 31 dicembre 2013: la dizione letterale della norma indurrebbe pertanto a ritenere che la previsione abbia valore una tantum, mentre sembra ragionevole presumere che il documento di sintesi operativa debba sempre accompagnare la relazione di cui all'articolo 9, comma 2, del decreto-legge n. 107 del 2011.

Ulteriori nuovi obblighi sono stati introdotti dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Legge di stabilità 2014)36. Nello specifico, il comma 11 dell'articolo 1 stabilisce che nella relazione di cui all'articolo 1037 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, siano indicate le revoche delle assegnazioni tra le amministrazioni interessate dell'80 per cento della dotazione aggiuntiva del Fondo per lo sviluppo e la coesione, definita ai sensi del precedente comma 6 (pari a 43,8 miliardi di euro sui 54,8 miliardi di finanziamento), da effettuarsi con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), su proposta del Ministro per la coesione territoriale, entro il 1° marzo 2014, ai sensi dei commi 8 e 10, unitamente alla valutazione dei relativi impatti.

Il comma 39 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013 ha previsto che in sede di presentazione del documento di cui all'articolo 536, comma 1, del Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, il Ministro della difesa riferisca riguardo allo sviluppo bilanciato di tutte le componenti dello strumento militare.

Si ricorda che l'articolo 536, comma 1, del decreto legislativo n. 66 del 2010, come sostituito dall’articolo 4, comma 2, lett. a), della legge 31 dicembre 2012, n. 244, recante “Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia”, prevede che con riferimento alla pianificazione dei programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, annualmente, entro la data del 30 aprile, il Ministro della difesa provveda a trasmettere al Parlamento l'aggiornamento della documentazione di cui agli articoli 12 e 54838 del decreto legislativo n. 66 del 2010, comprensivo del piano di impiego pluriennale che riassume: a) il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, con gli indirizzi strategici e delle linee di sviluppo capacitive; b) l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca in corso ed il relativo piano di programmazione finanziaria, indicante le risorse assegnate a ciascuno dei programmi per un periodo non inferiore a tre anni, compresi i programmi di ricerca o di sviluppo finanziati nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Nell'elenco devono essere altresì indicate le condizioni contrattuali, con particolare riguardo alle eventuali clausole penali39.

Il comma 58 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013 dispone che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore (1° gennaio 2014) della legge medesima, il Ministro dello sviluppo economico invii alle Camere una relazione, avente quindi natura una tantum, che descrive gli effetti dell'applicazione dei commi 56 e 57. Tali disposizioni istituiscono nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un Fondo, con una dotazione pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, destinato al sostegno delle imprese che si uniscono in Associazione temporanea di imprese (ATI), o Raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) al fine di operare su manifattura sostenibile e artigianato digitale, alla promozione, ricerca e sviluppo di software e hardware e all’ideazione di modelli di attività di vendita non convenzionali e forme di collaborazione tra tali realtà produttive. Il comma 57 specifica che le risorse del Fondo sono erogate a soggetti operanti in collaborazione con Istituti di ricerca pubblici, università e istituzioni scolastiche autonome pubbliche sulla base di progetti triennali da questi presentati attraverso procedure selettive indette dal Ministero dello sviluppo economico40.

Il comma 313 dell'articolo 1 della legge n. 147 stabilisce che, entro il 30 aprile di ogni anno, il Governo riferisca alla Commissione parlamentare per la semplificazione, di cui all'articolo 14, comma 19, della legge 28 novembre 2005, n. 246, e successive modificazioni, sui risultati raggiunti nell'attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e sulle loro prospettive di sviluppo. Si evidenzia che il comma 310 destina al finanziamento delle iniziative finalizzate alla gestione e all'implementazione del portale “Normattiva”, volto a facilitare la ricerca e la consultazione gratuita da parte dei cittadini della normativa vigente, nonché a fornire strumenti per l'attività di riordino normativo, il fondo di cui all'articolo 107 della legge 23 dicembre 2000, n. 38841. Il medesimo comma prevede che il programma, le forme organizzative e le modalità di funzionamento delle attività relative al portale, anche al fine di favorire la convergenza delle banche dati regionali, siano disciplinati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previa intesa con il Presidente del Senato della Repubblica e con il Presidente della Camera dei deputati e previo parere della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle regioni e delle province autonome e che il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri assicuri la gestione e il coordinamento operativo delle attività.

Si ricorda che il progetto x-leges è finalizzato alle trasmissioni telematiche tra organi costituzionali, per assicurare la completa informatizzazione della formazione degli atti normativi e delle deliberazioni adottate dal Consiglio dei ministri, nonché per alimentare la Gazzetta Ufficiale in conformità alle disposizioni del codice di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 8242.

Il comma 427 dell'articolo 1 della legge n. 147 del 2013 dispone che, sulla base degli indirizzi indicati dal Comitato interministeriale di cui all'articolo 49-bis, comma 1, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, in considerazione delle attività svolte dal Commissario straordinario sulla spending review43 di cui al comma 2 del medesimo articolo e delle proposte da questi formulate, entro il 31 luglio 2014 siano adottate misure di razionalizzazione e di revisione della spesa, di ridimensionamento delle strutture, di riduzione delle spese per beni e servizi, nonché di ottimizzazione dell'uso degli immobili tali da assicurare, anche nel bilancio di previsione, una riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, in misura non inferiore a 600 milioni di euro nell'anno 2015 e a 1.310 milioni di euro negli anni 2016 e 2017. Il medesimo comma dispone altresì che il Commissario riferisca ogni tre mesi al Comitato interministeriale e, con una apposita relazione annuale, alle Camere, in ordine allo stato di adozione delle misure di cui trattasi.

Si dà infine conto degli esiti del riscontro, trasmesso nel periodo considerato dalla presente pubblicazione, effettuato dal Dipartimento della funzione pubblica in merito alle ragioni del ritardo nella trasmissione di talune relazioni da obbligo di legge, di competenza del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, ritardo segnalato dal Servizio per il controllo parlamentare nell'ambito della propria attività istituzionale di monitoraggio. In proposito, si ricorda che tale monitoraggio è finalizzato ad informare i parlamentari, tramite apposite schede, sullo stato di adempimento degli obblighi a riferire al Parlamento di competenza di ciascun Ministero (o Ministro senza portafoglio) e sulla tempestività con cui ciascuna amministrazione assolve gli impegni a suo carico, nonché ad accertare, sulla base delle informazioni acquisite attraverso costanti contatti dagli stessi Dicasteri, se un obbligo mantenga un carattere di attualità o sia da ritenersi superato in via di fatto, ossia per ragioni diverse dalla formale abrogazione della disposizione che l'ha introdotto.

In questa logica, in merito alla relazione sullo stato della pubblica amministrazione, prevista dall'articolo 30 della legge 28 ottobre 1970, n. 77544, attesa entro il 30 luglio 2012, il Dipartimento della funzione pubblica ha comunicato che il documento di cui trattasi è in corso di predisposizione e che lo slittamento dei termini di presentazione al Parlamento deriva dal fatto che la nuova edizione della relazione avrà carattere biennale e riguarderà non soltanto il 2012, ma anche il 2013, in quanto metterà in luce le iniziative strategiche del nuovo Governo. Contestualmente il Dipartimento ha riferito di ritenere che con la presentazione della relazione sullo stato della pubblica amministrazione venga adempiuto anche l'obbligo a riferire alle Camere sugli esiti delle attività relative all'attuazione della delega per il riordino ed il potenziamento dei meccanismi e degli strumenti di monitoraggio e di valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell'attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, ai sensi dell'articolo 17, comma 245, della legge 15 marzo 1997, n. 59, fino ad oggi mai oggetto di una autonoma relazione e pertanto segnalato dal Servizio per il controllo parlamentare come inattuato.

Quanto alla relazione, attesa dal dicembre 2011 e finora mai trasmessa, sulle tipologie di lavoro flessibile, prevista dall'articolo 36, comma 346, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, il Dipartimento della funzione pubblica ha riferito che la predisposizione e la presentazione della relazione al Parlamento costituisce l'atto conclusivo di una complessa attività di monitoraggio basata sulla predisposizione di un analitico rapporto informativo da parte delle amministrazioni sulla base di apposite istruzioni fornite con direttiva del Ministro. Allo stato, a seguito dell'emanazione di dette istruzioni, è in corso di completamento il primo monitoraggio che ha avuto inizio nel febbraio 2013, relativo ai rapporti di lavoro flessibile instaurati dalle amministrazioni nel 2012. I tempi del monitoraggio sono slittati a causa delle diverse proroghe concesse alle amministrazioni, che hanno richiesto tempi superiori al previsto per la complessità della rilevazione. Ciò ha impedito di predisporre e di redigere la relazione nel corso del 2013. Il Dipartimento comunica altresì di ritenere che, ai sensi del comma 5-bis47 dell'articolo 1 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, in relazione alle tipologie di incarichi monitorati, ai contenuti informativi ed alle tempistiche, l'adempimento del nuovo obbligo a riferire in merito alla spesa sostenuta dalle pubbliche amministrazioni per studi e incarichi di consulenza, di cui all'articolo 1, comma 5-quater48, del medesimo decreto-legge n. 101, possa essere fatto confluire all'interno di quello previsto ai sensi del sopracitato articolo 36, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001.

Per quanto attiene infine alla relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni in materia di riduzione e trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di cittadini e imprese, di cui all'articolo 7, comma 349, della legge 11 novembre 2011, n. 180 (Norme per la tutela della libertà d'impresa. Statuto delle imprese), di cui si attende la prima trasmissione alle Camere, il Dipartimento della funzione pubblica ha riferito che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dal comma 2 dell'articolo 7 della legge n. 180 del 2011 è stato emanato il 14 novembre 2012 e che la prima relazione verrà presentata entro il mese di marzo 2014.

Infine, il Dipartimento della funzione pubblica ha segnalato al Servizio per il controllo parlamentare che l'obbligo introdotto dal comma 2 dell'articolo 6 del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 195, recante il regolamento che determina i limiti massimi del trattamento economico onnicomprensivo a carico della finanza pubblica per i rapporti di lavoro dipendente o autonomo, deve intendersi superato (così come l'intera normativa di cui al decreto n. 195 del 2010) per effetto dell'entrata in vigore dell'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (“Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici”), inserito dalla legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 21450, che ha provveduto a ridisciplinare la materia.

Si ricorda che il comma 2 dell'articolo 6 dispone che il Dipartimento della funzione pubblica, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, in attuazione dell'articolo 3, comma 52-bis, lettera e), della legge n. 244 del 2007, provveda a monitorare gli incarichi di chiunque percepisca retribuzioni o emolumenti nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo, direttamente o indirettamente a carico delle pubbliche finanze, con le amministrazioni dello Stato, le agenzie, gli enti pubblici economici e non economici, gli enti di ricerca, le università, le società non quotate a totale o prevalente partecipazione pubblica e le loro controllate, anche in caso di mancato superamento del limite di cui all'articolo 4, comma 151, e che il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione presenti al Parlamento, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione sugli esiti del monitoraggio.


Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo
1° – 31 dicembre 2013


Relazioni governative


Presidenza del Consiglio dei ministri

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.Lgs. 66/1999,

art. 12, co. 1*

Relazione d'inchiesta concernente l'incidente occorso a un aeromobile all'aeroporto di Catania-Fontanarossa il 31 luglio 2012

(Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo)

IX Trasporti

9/12/2013

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che per ciascuna inchiesta relativa ad un incidente l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo e modifiche al codice della navigazione - ANSV -, rediga una relazione. Tale relazione è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l'invio alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica entro dodici mesi dalla data dell'incidente, salva l'ipotesi in cui l'inchiesta, per la sua complessità, si protragga oltre tale termine.



Ministero degli affari esteri

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 374/1997,

art. 9, co. 2

Stato di attuazione della legge recante “Norme per la messa al bando delle mine antipersona”

(Trasmessa dal Ministro degli affari esteri per la parte di propria competenza)*

(Dati relativi al primo semestre 2013,

Doc. CLXXXII, n. 3)

III Affari esteri

IV Difesa

X Attività produttive

2/12/2013

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che la relazione sia presentata congiuntamente dai Ministri degli affari esteri, della difesa e dell'industria (ora sviluppo economico). In data 30 novembre 2010 il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato, essendo cessate le attività di studio, sviluppo, nonché di produzione delle mine antipersona, di non avere più competenza sulla materia e pertanto di non avere alcun contributo da formulare per la predisposizione della relazione di cui all'articolo 9, comma 2, della legge n. 374 del 1997. A seguito di un'analoga comunicazione del Ministero della difesa del 28 marzo 2012, l'obbligo risulta superato per entrambe le richiamate amministrazioni, mentre continua ad essere adempiuto dal solo Ministero degli affari esteri per quanto attiene ai profili di competenza di quest'ultimo.

L'ultima relazione predisposta da tutti e tre i Dicasteri interessati, relativa al 2008 (Doc. CLXXXII, n. 2), è stata annunciata nella seduta dell'Assemblea del 18 febbraio 2010.

L. 80/1999,

art. 1, co. 2

Attività svolta dal Comitato interministeriale dei diritti dell’uomo, tutela e rispetto dei diritti umani in Italia

(Dati relativi al 2012,

Doc. CXXI, n. 1)

III Affari esteri

12/12/2013





Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 70/1975,

art. 30, co. quinto

Attività svolta, bilancio di previsione e consistenza dell'organico dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ISPRA

(Dati relativi all'attività svolta nel 2012, corredata dal bilancio di previsione e dalla pianta organica riferiti al medesimo anno e dal rendiconto generale per l'anno 2011)

VIII Ambiente

22/12/2013



Ministero dell'economia e delle finanze

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 11/2005,

art. 15-bis, co. 2*

Impatto finanziario derivante dagli atti e dalle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l'Unione europea

(Dati aggiornati al IV trimestre 2012,

Doc. LXXIII, n. 2)

Tutte le Commissioni permanenti

6/12/2013

*La legge 4 febbraio 2005, n. 11, è stata abrogata dalla lettera b) del comma 1 dell’articolo 61 della legge n. 234 del 2012. Una relazione di analogo contenuto, da trasmettersi però ogni sei mesi, è stata prevista dall'articolo 14, comma 2, della citata legge n. 234.

D.L. 155/2008,

art. 5, co. 1-ter

Attuazione degli interventi volti a garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali

(Dati aggiornati al 30 giugno 2013,

Doc. CXL, n. 4)

V Bilancio

VI Finanze

13/12/2013

L. 234/2012,

art. 15, co. 2*

Relazione concernente la procedura d'infrazione n. 2007/4147, del 17 ottobre 2013, avviata ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, concernente il contenzioso relativo al rimborso dei diritti di visita sanitaria - tassa d'effetto equivalente ad un dazio doganale - durata ragionevole del procedimento;


Relazione concernente la procedura d'infrazione n. 2013/2251, del 20 novembre 2013, avviata ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per violazione del diritto dell'Unione europea in relazione alla perdita di risorse proprie per mancato recupero da parte del fisco in un caso legato a una questione di contrabbando

VI Finanze

XIV Politiche dell'Unione europea

19/12/2013

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l'avvio di una procedura d'infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l'inadempimento o la violazione contestati con la procedura d'infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa.







Ministero della giustizia

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.Lgs. 159/2011,

art. 49, co. 1

Consistenza, destinazione e utilizzo dei beni sequestrati o confiscati e stato dei procedimenti di sequestro e confisca

(Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo)

(Dati aggiornati al mese di settembre 2013, Doc. CLIV, n. 2)

II Giustizia

13/12/2013



D.L. 211/2011

art. 3-ter,

co. 8-bis*

Stato di attuazione dei programmi regionali relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari

(Trasmessa dai Ministri della giustizia e della salute)

(Doc. XXVII, n. 7)

II Giustizia

XII Affari sociali

17/12/2013

*La disposizione istitutiva dell'obbligo, introdotta dall'articolo 1, comma 1, lettera d)-bis, del decreto-legge 25 marzo 2013, n. 24, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2013, n. 57, prevede che il Ministro della salute e il Ministro della giustizia comunichino alle competenti Commissioni parlamentari, entro il 30 novembre 2013, lo stato di attuazione dei programmi regionali relativi al superamento degli ospedali psichiatrici e in particolare il grado di effettiva presa in carico dei malati da parte dei dipartimenti di salute mentale e del conseguente avvio dei programmi di cura e di reinserimento sociale. Poiché la relazione ha natura una tantum, l'avvenuta trasmissione conclude l'obbligo.



Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 798/1984,

art. 4, co. quarto

Stato di attuazione degli interventi per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna

(Predisposta dal Comitato di indirizzo, coordinamento e controllo istituito ai sensi dell'art. 4, primo comma, della L. n. 798 del 1984)

(Dati aggiornati al 31 dicembre 2012,

Doc. CXLVII, n. 1)

VIII Ambiente

6/12/2013

L. 449/1997,

art. 59, co. 6*

Esito delle verifiche degli effetti sul piano occupazionale degli interventi attuati a carico del Fondo a gestione bilaterale per la riorganizzazione ed il risanamento della Società Ferrovie dello Stato Spa

(Trasmessa dal Ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento dell'attività di Governo)

(Dati relativi al 2012,

Doc. XXVII, n. 6)

IX Trasporti

XI Lavoro

9/12/2013

*La disposizione istitutiva dell'obbligo è stata soppressa dall'articolo 3, comma 47, lettera d), della legge 28 giugno 2012, a decorrere dal 1° gennaio 2014.

D.Lgs. 162/2007,

art. 7, co. 4


Attività svolta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie

(Dati relativi al 2012,

Doc. CLXXX, n. 1)

IX Trasporti

21/12/2013






Ministero dell'interno

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.Lgs 159/2011,

art. 109, co. 1,

primo periodo*

Attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA)

(Dati relativi al I semestre 2013,

Doc. LXXIV, n. 2)

I Affari costituzionali

II Giustizia

10/12/2013

*Un obbligo di analogo contenuto era già previsto dal decreto-legge 29 ottobre 1991, n. 345, articolo 5, comma 1, primo periodo, abrogato dall'articolo 120, comma 1, lett. i) del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159.




Ministero della salute

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 234/2012,

art. 15, co. 2*

Relazione concernente la procedura d'infrazione n. 2013/0401, del 28 novembre 2013, avviata ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea per mancato recepimento della direttiva 2012/26/UE che modifica la direttiva 2001/83/CE per quanto riguarda la farmacovigilanza

XII Affari sociali

XIV Politiche dell'Unione europea

19/12/2013

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che entro venti giorni dalla comunicazione alle Camere, da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro per gli affari europei, delle decisioni assunte dalla Commissione europea concernenti l'avvio di una procedura d'infrazione di cui agli articoli 258 e 260 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, il Ministro con competenza prevalente sia tenuto a trasmettere alle Camere una relazione che illustri le ragioni che hanno determinato l'inadempimento o la violazione contestati con la procedura d'infrazione di cui trattasi, indicando altresì le attività svolte e le azioni che si intende assumere ai fini della positiva soluzione della procedura stessa.









Relazioni non governative



Fonte istitutiva

Soggetto

competente

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 289/2002,

art. 52, co. 4,

lett. c)

Regione Piemonte

Attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa

(Dati relativi al 2012,

Doc. CLXVII, n. 1)

XII Affari sociali

5/12/2013

D.L. 35/2005,

art. 7, co. 2

Fondazione Ugo Bordoni

Attività svolta

(Dati relativi al 2012,

Doc. CCVIII, n. 1)

IX Trasporti

18/12/2013

L. 212/2000,

art. 13,

co. 13-bis

Garante del contribuente della regione Toscana

Stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale

(Dati relativi al primo semestre 2013)

VI Finanze

23/12/2013




Nuove relazioni previste da fonti normative (*)


Relazioni governative



Fonte

Presentatore

Oggetto

D.L. 120/2013,

art. 1, co. 2-bis*

Ministro dell'interno

Stato di utilizzo ed effettivi impieghi delle risorse finalizzate a fronteggiare le esigenze connesse all'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale

*Il testo del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, coordinato con la legge di conversione 13 dicembre 2013, n. 137, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 293 del 14 dicembre 2013.

La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che al fine di assicurare la trasparenza nell’uso delle risorse pubbliche, il Ministro dell’interno presenti alle Camere, entro il 31 marzo 2014, una relazione per illustrare lo stato di utilizzo e gli effettivi impieghi delle risorse finalizzate a fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all'eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale, assegnate ai sensi del comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 120 del 2013, nonché ai sensi dell’articolo 6, comma 5, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119.

L. 147/2013,

art. 1, co. 58*

Ministro dello sviluppo economico

Effetti dell'applicazione delle misure a sostegno delle imprese che si riuniscono in associazione temporanea di imprese (ATI) o in raggruppamento temporaneo di imprese (RTI)

*La legge 27 dicembre 2013, n. 147, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2014)”, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 2013, n. 302, S.O.

Il comma 58 dispone che entro sei mesi dalla data di entrata in vigore (1° gennaio 2014) della legge medesima, il Ministro dello sviluppo economico invii alle Camere una relazione che descrive gli effetti dell'applicazione dei commi 56 e 57. Tali disposizioni istituiscono nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico un Fondo, con una dotazione pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015, destinato al sostegno delle imprese che si uniscono in Associazione temporanea di imprese (ATI), o Raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) al fine di operare su manifattura sostenibile e artigianato digitale, alla promozione, ricerca e sviluppo di software e hardware e all’ideazione di modelli di attività di vendita non convenzionali e forme di collaborazione tra tali realtà produttive.







(*) Si tratta di relazioni previste da nuove disposizioni pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel periodo preso in considerazione dal presente bollettino.





L. 147/2013,

art. 1, co. 313*

La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che la relazione venga trasmessa dal Governo senza specificare il Ministero competente

Risultati raggiunti nell'attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e loro prospettive di sviluppo

*Il comma 313 stabilisce che, entro il 30 aprile di ogni anno, il Governo riferisca alla Commissione parlamentare per la semplificazione, di cui all'articolo 14, comma 19, della legge 28 novembre 2005, n. 246, e successive modificazioni, sui risultati raggiunti nell'attuazione dei progetti Normattiva e x-leges e sulle loro prospettive di sviluppo.

L. 147/2013,

art. 1, co. 427*

Commissario straordinario sulla spending review

Stato di adozione delle misure di razionalizzazione e di revisione della spesa delle pubbliche amministrazioni

*Il comma 427 dispone che il Commissario straordinario sulla spending review di cui all'articolo 49-bis, comma 2, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, riferisca alle Camere, con una apposita relazione annuale, in ordine allo stato di adozione delle misure di razionalizzazione e di revisione della spesa delle pubbliche amministrazioni finalizzate alla riduzione delle spesa medesima in misura non inferiore a 600 milioni di euro nell'anno 2015 e a 1.310 milioni di euro negli anni 2016 e 2017. Il comma 427, primo periodo, prevede che le misure in oggetto siano adottate sulla base degli indirizzi indicati dal Comitato interministeriale di cui al comma 1 del citato articolo 49-bis, nonché in considerazione delle attività svolte dal Commissario e delle proposte da questi formulate, entro il 31 luglio 2014.






1Ai sensi dell’art. 3 del D.L. n. 293/1994, convertito con modificazioni dalla L. n. 444/1994.

2Tale disposizione costituisce dunque la fonte normativa speciale del controllo parlamentare sulla Fondazione INDA che, in quanto ente di diritto privato, non sarebbe ricompresa nel campo di applicazione della legge generale n. 14/1978, che riguarda unicamente “istituti ed enti pubblici, anche economici”.

3Tale norma prevede infatti che "... tutti gli enti pubblici, anche economici, e gli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato [quale risulta dunque essere la Fondazione INDA], provvedono all'adeguamento dei rispettivi statuti al fine di assicurare che, a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto, gli organi di amministrazione e quelli di controllo, ove non già costituiti in forma monocratica, nonché il collegio dei revisori, siano costituiti da un numero non superiore, rispettivamente, a cinque e a tre componenti".

4Tale disposizione costituisce dunque la fonte normativa speciale del controllo parlamentare su ARCUS S.p.a.: quest'ultima infatti, in quanto società di capitali, non sarebbe ricompresa nel campo di applicazione della legge generale n. 14/1978, che riguarda unicamente “istituti ed enti pubblici, anche economici” ed è stata sempre ritenuta inapplicabile alle società di diritto comune. La fattispecie presenta dunque delle analogie con quanto osservato supra (cfr. nota n. 2) a proposito della Fondazione INDA.

5Viene disposto tra l'altro che l'AGEA agisce come unico rappresentante dello Stato italiano nei confronti della Commissione europea per tutte le questioni relative ai fondi europei FEAGA e FEASR.

6Ai sensi dell'art. 1, comma 3, della citata L. n. 249/1997, sono organi dell'Autorità il presidente, la commissione per le infrastrutture e le reti, la commissione per i servizi ed i prodotti, ed il consiglio. Ciascuna commissione è organo collegiale costituito dal presidente dell'Autorità e da due commissari. Il consiglio è costituito dal presidente e da tutti i commissari. I commissari sono eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato. Per effetto dell'art. 23, comma 1, lettera a), del D.L. n. 201/2011, convertito con modificazioni dalla L. n. 214/2011, i componenti del consiglio dell'Autorità sono stati ridotti da otto a quattro, escluso il presidente, comportando altresì la riduzione da quattro a due, sempre escluso il presidente, dei componenti della commissione per le infrastrutture e le reti e della commissione per i servizi e i prodotti.

7I commissari sono stati eletti il 6 giugno 2012 rispettivamente Antonio Martuscello dalla Camera, Antonio Preto e Francesco Posteraro dal Senato. Il presidente Angelo Marcello Cardani è stato nominato con D.P.R. su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, d'intesa con il Ministro dello sviluppo economico previo parere favorevole espresso a maggioranza dei due terzi dei componenti dalla IX Commissione (Trasporti) della Camera il 27 giugno 2012 e dall'8ª Commissione (Lavori pubblici) del Senato il 4 luglio 2012, ai sensi dell'art. 1, comma 3, della L. n. 249/1997 e dell'art. 2, comma 7, della L. n. 481/1995.

8Il presidente ed i commissari durano in carica sette anni e, anche alla luce del divieto generale di conferma alla cessazione della carica previsto dall'art. 23, comma 3, del citato D.L. n. 201/2011, non possono essere riconfermati. Possono tuttavia essere confermati i commissari che siano stati eletti per un periodo inferiore a tre anni, in sostituzione di altri commissari che non abbiano portato a termine il mandato.

9Vedasi in tal senso Consiglio di Stato, Sez. I, Adunanza del 19 aprile 2012.

10Come specificato nelle premesse del citato decreto ministeriale 3 dicembre 2013, il Ministero dell'economia e delle finanze aveva segnalato, con propria nota del 29 ottobre 2013, che l'ente in questione registrasse per il secondo esercizio consecutivo un disavanzo finanziario di competenza e che pertanto si rendeva necessaria la nomina di un nuovo commissario straordinario ai sensi dell'art. 1, comma 1-bis, del D.L. n. 98/2011, convertito con modificazioni dalla L. n. 111/2011.

11Si ricorda che il 26 giugno 2013 la Giunta per il Regolamento della Camera dei deputati ha deliberato, in via sperimentale ed in attesa di eventuali modifiche regolamentari in materia, di consentire alle Commissioni, nell'ambito della procedura prevista per l'espressione del parere parlamentare su nomine governative, di dar corso all'audizione informale dei soggetti designati, finalizzata esclusivamente all'accertamento dei requisiti posseduti e senza possibilità di incidere sugli indirizzi gestionali degli enti e degli organismi interessati.

12Ai sensi dell'art. 1 del D.P.R. n. 73/2013, recante il riordino degli enti vigilati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la consistenza del consiglio direttivo degli Enti parco è stata ridotta da 12 a 8 componenti oltre il presidente, e quella della giunta esecutiva da 5 a 3 membri compreso il presidente.

13Il mandato presidenziale di Garozzo è cessato definitivamente il 20 novembre 2013 allo scadere della prorogatio di 45 giorni ex art. 3 del D.L. n. 293/1994 convertito, con modificazioni, dalla L. n. 444/1994.

14Il mandato presidenziale di Canepa è cessato definitivamente il 7 maggio 2013 allo scadere della prorogatio di 45 giorni prevista dall’art. 3 del D.L. n. 293/1994 convertito, con modificazioni, dalla L. n. 444/1994.

15Si osserva che mentre l'attuale presidente Porrazzo appartiene all'Arma dei trasporti e dei materiali dell'Esercito, il presidente uscente Gauzolino apparteneva alla Marina militare al pari del suo predecessore Cristiano Bettini. Si precisa in proposito che, come specificato dal rappresentante del Governo nella seduta della Commissione IV (Difesa) della Camera del 7 giugno 2011, essendosi concluso anzitempo il mandato di Bettini, era stato convenuto di non applicare il criterio della rotazione in occasione della nomina di Gauzolino, consentendo così alla Marina militare di continuare a esprimere la presidenza della Cassa fino alla conclusione del previsto triennio.

16Con D.P.R. del 2 luglio 2010 era stato inizialmente nominato presidente della Cassa Cristiano Bettini; tuttavia, a seguito della nomina dello stesso a Sottocapo di stato maggiore della difesa, con D.P.R. 11 luglio 2011 era stato nominato presidente Alberto Gauzolino. Il mandato di Gauzolino, con decorrenza 1° luglio 2011, era comunque scaduto in contemporanea con quello dei componenti del consiglio di amministrazione.

17La disciplina della Cassa di previdenza delle Forze armate è stata successivamente trasfusa negli artt.73 e ss. del D.P.R. n. 90/2010, Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246.

18L'attuale denominazione dell'Ente parco è stata modificata con D.M. del 21 dicembre 2011 (nella G.U. del 3 gennaio 2012). La denominazione precedente era "Ente parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano".

19La composizione corrente del consiglio di amministrazione consegue alle modifiche dell'art. 4 dello Statuto dell'ISMEA, approvate con D.M. del 3 dicembre 2009, in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 4-sexiesdecies del D.L. n. 171/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 205/2008, che ha provveduto al riordino degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole,alimentari e forestali. In proposito si precisa che, a seguito delle dimissioni rassegnate nel 2011 da Paolo Giopp e, nel corso del 2013, da Ernesto Carbone e Gian Luca Galletti, il consiglio di amministrazione dell'ISMEA risulta attualmente composto, oltre che dal presidente Semerari, da Carmine Canonico, Adolfo Orsini, Domenico Di Giorgio e Salvatore Grillo.

20La procedura per il secondo rinnovo dell’incarico di Semerari era stata avviata dal Consiglio dei ministri del 28 ottobre 2009 nelle more del riordino degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ed era stata consentita dal comma 1-bis dell’art. 3 del D.L. n. 207/2008, convertito dalla L. n. 14/2009, che ha esteso anche agli enti predetti il dettato dell’art. 6, secondo comma della L. n. 14/1978, secondo il quale sono rinnovabili fino a due volte gli incarichi degli organi di governo degli enti pubblici.

21Vedasi in proposito supra alla nota n. 11.

22Per quanto specificamente concerne i componenti del consiglio di amministrazione, l'articolo 6 del D.M. n. 123/2010 prevede che essi siano scelti tra persone con competenze tecniche e/o scientifiche e/o gestionali nei settori di competenza dell'Istituto. Detta norma prevede tra l'altro che il consiglio di amministrazione sia composto dal presidente e da sei altri membri. Tuttavia, poiché ai sensi dell'art. 6, comma 5, del D.L. n. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. n. 122/2010, gli organi di amministrazione degli enti pubblici devono essere costituiti da un numero di componenti non superiore a cinque, con i decreti ministeriali sopra ricordati (sia quello del 5 agosto 2010, che quello del 7 settembre 2013) sono stati nominati non più di quattro componenti (ai quali deve poi aggiungersi il presidente dell'Istituto).

23In particolare l'art. 10, comma 1, del D.L. n. 76/2013, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 99/2013, dispone che sino alla nomina degli altri componenti della COVIP, il componente in carica continua ad assicurare lo svolgimento delle funzioni demandate alla Commissione da norme di legge e di regolamento.

24In un primo momento il Ministro per i rapporti con il Parlamento aveva trasmesso la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina di Fiorella Kostoris a presidente della COVIP, con lettera del 24 dicembre 2012, annunciata al Senato il 16 gennaio 2013 ed alla Camera il 22 gennaio 2013. Tale proposta, presentata alle Camere successivamente al loro scioglimento disposto con il D.P.R. 22 dicembre 2012, n. 225, era stata assegnata alla 11ª Commissione del Senato, che non l'aveva esaminata entro il termine previsto per l'espressione del parere. La proposta era stata altresì assegnata alla XI Commissione della Camera, che l'aveva esaminata nella seduta del 22 gennaio 2013 senza esprimere alcun parere e lasciando parimenti scadere infruttuosamente il termine regolamentare previsto.

Successivamente il Ministro per i rapporti con il Parlamento ha rinnovato la predetta richiesta di parere parlamentare con lettera del 29 marzo 2013, annunciata alla Camera l'8 maggio 2013 e al Senato il 14 maggio 2013. Anche in questo caso le competenti Commissioni parlamentari non hanno espresso alcun parere.

25Per mera completezza si ricorda che il testo originario dell'art. 13 del D.L. n. 95/2012, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, istitutiva l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale IVARP, cui sarebbero state attribuite le funzioni già affidate all'ISVAP ed alla COVIP, ad eccezione di quelle da ultimo attribuite alla Commissione dall'art. 14 del D.L. n. 98/2011, che sarebbero state invece assegnate al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. La COVIP avrebbe dovuto soggiacere alla decadenza dei propri organi in carica e ad un commissariamento propedeutico alla sua successiva soppressione. Tali previsioni concernenti la COVIP sono state però soppresse dalla legge n. 135/2012 di conversione del predetto D.L. n. 95/2012.

26Come specificato dapprima nel comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dei ministri del 21 giugno 2013, e come precisato poi dai rappresentanti del Governo nelle sedute dell'Assemblea della Camera del 3 e del 5 luglio 2013, la nomina di Golini ha carattere temporaneo e risponde all'esigenza di garantire, per un periodo contingente e transitorio, la continuità e la funzionalità dell'Istituto. L'individuazione di un soggetto facente funzioni è stata determinata anche dalla necessità di colmare il vuoto regolamentare determinato dalla mancata previsione della figura di un vicepresidente dell'Ente o di colui che svolga le funzioni del presidente in caso di sua assenza definitiva. Infatti la normativa di settore prevede solo l'ipotesi di sostituzione temporanea del presidente dell'ISTAT in caso di sua assenza o impedimento contingente, previa delega del medesimo ad un membro del consiglio ovvero ad un dirigente per specifiche funzioni. Viceversa l'assunzione da parte del presidente dell'Istituto dell'incarico di Ministro non può essere configurata alla stregua di un'assenza o di un impedimento contingente.

27Dimissioni rassegnate il 20 giugno 2013 ed accettate il 3 luglio 2013.

28L'art. 11, comma 5, del D. Lgs. n. 213/2009 ha stabilito invece che sulle candidature dei presidenti degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca non si esprimano più in via preventiva le Commissioni parlamentari competenti, come previamente disposto dall'art. 1 della L. n. 14/1978, prevedendo anche per essi la mera comunicazione alle Camere delle relative nomine.

*Si fa presente che il medesimo atto può investire la competenza di più amministrazioni e quindi essere segnalato, ai fini dell'attuazione, a più di un Ministero.

**Le risoluzioni e le mozioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell'Assemblea o delle Commissioni.

29Ai sensi del comma 6 il programma proposto dalla regione prevede, oltre agli interventi strutturali, “attività volte progressivamente a incrementare la realizzazione dei percorsi terapeutico-riabilitativi di cui al comma 5, definendo prioritariamente tempi certi e impegni precisi per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, prevedendo la dimissione di tutte le persone internate per le quali l'autorità giudiziaria abbia già escluso o escluda la sussistenza della pericolosità sociale, con l'obbligo per le aziende sanitarie locali di presa in carico all'interno di progetti terapeutico-riabilitativi individuali che assicurino il diritto alle cure e al reinserimento sociale, nonché a favorire l'esecuzione di misure di sicurezza alternative al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o all'assegnazione a casa di cura e custodia”.

30Il testo del decreto-legge 15 ottobre 2013, n. 120, coordinato con la legge di conversione 13 dicembre 2013, n. 137, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 293 del 14 dicembre 2013.

31Il comma 2 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 120 del 2013 recita: “2. Al fine di fronteggiare le esigenze straordinarie connesse all’eccezionale afflusso di stranieri sul territorio nazionale è istituito per le esigenze del Ministero dell’interno nel relativo stato di previsione un Fondo, con la dotazione finanziaria di euro 190 milioni per l’anno 2013, la cui ripartizione è effettuata con decreto del Ministro dell’interno, previa intesa con il Ministro dell’economia e delle finanze, anche tenendo conto delle esigenze connesse all’accoglienza sul territorio nazionale di donne straniere in stato di gravidanza, nonché di quelle concernenti i comuni maggiormente esposti all’afflusso di stranieri, con particolare riguardo al comune di Lampedusa e Linosa”.

32Il comma 5 dell'articolo 6 del decreto-legge n. 93 del 2013 dispone: “5. A valere sulle disponibilità del fondo di cui all'articolo 23, comma 11, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, sono assegnate per l'anno 2013 ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'interno la somma di 231.822.000 euro e la somma di 16.964.138 euro al Fondo nazionale di protezione civile, per le spese sostenute in conseguenza dello stato di emergenza umanitaria verificatosi nel territorio nazionale in relazione all'eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del nord Africa. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio anche in conto residui”.

33Il testo del decreto-legge 10 ottobre 2013, n. 114, coordinato con la legge di conversione 9 dicembre 2013, n. 135, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 288 del 9 dicembre 2013.

34Il decreto-legge n. 107 del 2011 reca “Proroga delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia e disposizioni per l'attuazione delle Risoluzioni 1970 (2011) e 1973 (2011) adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nonché degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. Misure urgenti antipirateria”.

35L'articolo 1-bis del decreto-legge n. 114 del 2013 prevede altresì che la relazione sia integrata dai pertinenti elementi di valutazione fatti pervenire dai comandi internazionali competenti, con particolare riferimento ai risultati raggiunti, nell'ambito di ciascuna missione, dai contingenti italiani.

36La legge 27 dicembre 2013, n. 147 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 27 dicembre 2013, n. 302, S.O.

37L'articolo 10, comma 7, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, dispone che il Ministro dello sviluppo economico presenti alle Camere, entro il 10 aprile dell'anno successivo a quello di riferimento, in allegato al DEF, un'unica relazione di sintesi sugli interventi realizzati nelle aree sottoutilizzate, evidenziando il contributo dei fondi nazionali addizionali, e sui risultati conseguiti, con particolare riguardo alla coesione sociale e alla sostenibilità ambientale, nonché alla ripartizione territoriale degli interventi.

38L'articolo 12, al comma 1, stabilisce che il Ministro della difesa, in sede di presentazione annuale dello stato di previsione del Dicastero, illustri al Parlamento: l'evoluzione del quadro strategico e le implicazioni militari della situazione delle alleanze; l'evoluzione degli impegni operativi interforze, con riguardo alla capacità operativa e alla preparazione delle Forze armate e al loro necessario adeguamento; la nota aggiuntiva allo stato di previsione della spesa; gli altri elementi di cui all’articolo 548. Il comma 2 prevede che il Ministro presenti annualmente, entro il 31 gennaio, una relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del processo di ristrutturazione, nonché sulla necessità di apportarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti di bilancio e delle dotazioni organiche di personale previste dalle vigenti disposizioni. Nella medesima relazione il Ministro della difesa deve altresì evidenziare le modalità attraverso le quali il processo di ristrutturazione attua il principio del coordinamento tra le Forze armate.

L'articolo 548 del decreto legislativo n. 66 del 2010 dispone che, in allegato allo stato di previsione del Ministero della difesa, il Governo trasmetta al Parlamento relazioni illustrative: a) sulla spesa complessiva prevista per il personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo, altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell’ambito delle aree tecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Difesa; b) sullo stato di attuazione dei programmi di costruzione, acquisizione e ammodernamento di mezzi, impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa, con l'indicati, per ciascun programma l’esigenza operativa, l’oggetto, la quantità, l’onere globale, lo sviluppo pluriennale e la percentuale di realizzazione; devono essere altresì fornite indicazioni sui rapporti tra acquisti compiuti all’estero e in Italia e sulla quota di questi effettuata nel Mezzogiorno; c) sull’attività contrattuale concernente la manutenzione straordinaria e il reintegro dei sistemi d’arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che si espleta secondo programmi aventi di norma durata annuale, in relazione alle quote da impegnare sugli appositi capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa; d) sullo stato di attuazione del programma di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attività del tempo libero, e idoneo a garantire attività di promozione sociale e sportiva, al quale si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, specificando, nell’ambito dei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa, le quote da destinare alla realizzazione del programma medesimo; e) sui programmi, di competenza del Ministero della difesa, attuati ai sensi della legge 11 novembre 1986, n. 770.

39Il Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2013-2015 ai sensi dell'articolo 536, comma 1, del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, è stato trasmesso alle Camere dal Ministro della difesa con lettera in data 10 aprile 2013 ed annunciato nella seduta dell'Assemblea del 29 aprile 2013.

40Il comma 57 prevede che si tratti di progetti volti a sviluppare i seguenti princìpi e contenuti:

a) ricerca e sviluppo di software e hardware;

b) condivisione e utilizzo di documentazione in maniera comunitaria;

c) creazione di comunità on line e fisiche per la collaborazione e la condivisione di conoscenze;

d) accesso alle tecnologie di fabbricazione digitale;

e) creazione di nuove realtà industriali;

f) promozione di modelli di attività di vendita non convenzionali e innovativi;

g) condivisione di esperienze con il territorio;

h) sostegno per l'applicazione delle idee;

i) sostegno delle scuole del territorio attraverso la diffusione del materiale educativo sulla cultura dei «makers».

41Per le finalità di cui al comma 310 il fondo è incrementato di euro 1.500.000 per l'anno 2014, di euro 1.000.000 per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e di euro 800.000 a decorrere dall'anno 2017.

42Per il completamento e l'implementazione del progetto x-leges è istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri un fondo con una dotazione complessiva pari ad euro 1.500.000, di cui euro 200.000 per l'anno 2014, euro 400.000 per l'anno 2015, euro 300.000 per l'anno 2016, euro 200.000 per l'anno 2017, euro 200.000 per l'anno 2018 ed euro 200.000 per l'anno 2019.

43Ai sensi del comma 2 dell'articolo 49-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, può nominare con proprio decreto, ai fini della razionalizzazione della spesa e del coordinamento della finanza pubblica, un Commissario straordinario, con il compito di formulare indirizzi e proposte, anche di carattere normativo, in materia di razionalizzazione e revisione della spesa delle amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, degli enti pubblici, nonché delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati, con particolare riferimento alla revisione dei programmi di spesa e della disciplina dei trasferimenti alle imprese, alla razionalizzazione delle attività e dei servizi offerti, al ridimensionamento delle strutture, alla riduzione delle spese per acquisto di beni e servizi, all'ottimizzazione dell'uso degli immobili e alle altre materie individuate dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 maggio 2012, o da ulteriori direttive del Presidente del Consiglio dei ministri.

44L'articolo 30 recita: “Il Presidente del Consiglio, entro il 30 luglio di ogni anno, presenterà al Parlamento una relazione sullo stato della pubblica amministrazione, nonché l'organigramma complessivo ed analitico di ogni singola amministrazione. Congiuntamente il Presidente del Consiglio presenterà l'eventuale disegno di legge per le modifiche da apportare agli organici della pubblica amministrazione e per l'approvazione delle relative tabelle indicando gli impegni di spesa e le relative coperture a norma dell'articolo 81 della Costituzione”.

L'ultima relazione ai sensi dell'articolo 30 della legge n. 775 del 1970, con dati relativi al 2010 e 2011, (Doc. XIII n. 4-ter), è stata trasmessa nel mese di ottobre 2011.

45 Il comma 2 dell'articolo 17 della legge n. 59 del 1997 prevede che il Presidente del Consiglio dei ministri presenti annualmente una relazione al Parlamento circa gli esiti delle attività di cui al comma 1, riguardanti l'attuazione della delega di cui alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 11 della medesima legge n. 59. La delega è stata attuata con decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 296.

Si ricorda che il coordinamento delle attività inerenti all'attuazione della legge 15 marzo 1997, n. 59, è stato delegato al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 27 maggio 2013.

46Il comma 3 dispone: “Al fine di combattere gli abusi nell'utilizzo del lavoro flessibile, entro il 31 dicembre di ogni anno, sulla base di apposite istruzioni fornite con Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, le amministrazioni redigono, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un analitico rapporto informativo sulle tipologie di lavoro flessibile utilizzate da trasmettere, entro il 31 gennaio di ciascun anno, ai nuclei di valutazione o ai servizi di controllo interno di cui al decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, nonché alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della funzione pubblica che redige una relazione annuale al Parlamento”.

47Il comma 5-bis dell'articolo 1 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 recita: “Le pubbliche amministrazioni di cui al comma 5 trasmettono, entro il 31 dicembre 2013, i dati inerenti alla spesa disaggregata sostenuta per studi e incarichi di consulenza, inclusa quella relativa a studi e incarichi di consulenza conferiti a pubblici dipendenti, nonché per gli incarichi e i contratti a tempo determinato”.

48Il comma 5-quater dell'articolo 1 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 stabilisce: “5-quater. Entro il 31 marzo di ogni anno, il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione presenta alle Camere una relazione contenente i dati di cui al comma 5-bis”.

49Il comma 3 recita: “Il Dipartimento della funzione pubblica predispone, entro il 31 marzo di ciascun anno, una relazione annuale sullo stato di attuazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2, valuta il loro impatto in termini di semplificazione e riduzione degli adempimenti amministrativi per i cittadini e le imprese, anche utilizzando strumenti di consultazione delle categorie e dei soggetti interessati, e la trasmette al Parlamento”.

50Il testo dell'articolo 23-ter è il seguente: “1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è definito il trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali, di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, ivi incluso il personale in regime di diritto pubblico di cui all’articolo 3 del medesimo decreto legislativo, e successive modificazioni, stabilendo come parametro massimo di riferimento il trattamento economico del primo presidente della Corte di cassazione. Ai fini dell’applicazione della disciplina di cui al presente comma devono essere computate in modo cumulativo le somme comunque erogate all’interessato a carico del medesimo o di più organismi, anche nel caso di pluralità di incarichi conferiti da uno stesso organismo nel corso dell’anno.

2. Il personale di cui al comma 1 che è chiamato, conservando il trattamento economico riconosciuto dall’amministrazione di appartenenza, all’esercizio di funzioni direttive, dirigenziali o equiparate, anche in posizione di fuori ruolo o di aspettativa, presso Ministeri o enti pubblici nazionali, comprese le autorità amministrative indipendenti, non può ricevere, a titolo di retribuzione o di indennità per l’incarico ricoperto, o anche soltanto per il rimborso delle spese, più del 25 per cento dell’ammontare complessivo del trattamento economico percepito.

3. Con il decreto di cui al comma 1 possono essere previste deroghe motivate per le posizioni apicali delle rispettive amministrazioni ed è stabilito un limite massimo per i rimborsi di spese.

4. Le risorse rivenienti dall’applicazione delle misure di cui al presente articolo sono annualmente versate al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato”.

Il Dipartimento ha precisato che in riferimento alla disciplina relativa al tetto delle retribuzioni di cui all'articolo 23-ter del decreto-legge n. 201 del 2011, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha provveduto all'approvazione del regolamento 23 marzo 2012, recante “Limite massimo retributivo per emolumenti o retribuzioni nell'ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le pubbliche amministrazioni statali”. Il Dipartimento della funzione pubblica, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, ha diramato la circolare n. 8/2012 e ha svolto anche un'attività di monitoraggio sull'applicazione della normativa mediante richiesta di dati ed informazioni alle pubbliche amministrazioni.

51Il decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 195, all'articolo 4, comma 1, recita: “1. Il limite massimo annuale delle retribuzioni e degli emolumenti non può superare il trattamento economico annuale complessivo spettante per la carica al Primo Presidente della Corte di cassazione. A tal fine il Ministro della giustizia entro il 31 gennaio di ogni anno comunica al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione ed al Ministro dell'economia e delle finanze l'ammontare del trattamento. Per la Banca d'Italia e le altre autorità indipendenti si fa riferimento al limite massimo previsto dall'articolo 3, comma 46, della legge 24 dicembre 2007, n. 244”.