Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Controllo Parlamentare
Titolo: L'attività di controllo parlamentare n. 42/XVII FEBBRAIO 2017
Serie: L'attività di controllo parlamentare    Numero: 42    Progressivo: 2017
Data: 02/03/2017












Notiziario mensile

Numero 42/XVII

FEBBRAIO 2017

L’attività di controllo parlamentare


MONITORAGGIO DI:

NOMINE GOVERNATIVE

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO

RELAZIONI AL PARLAMENTO ED ALTRI ADEMPIMENTI


a cura del Servizio per il Controllo parlamentare

INDICE

AVVERTENZA 1

Sezione I 3

NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI 3

In evidenza a gennaio 2017 4

a) Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento) dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 nel mese di gennaio 2017 6

b) Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978 scadute e non ancora rinnovate nel mese di gennaio 2017 o previste in scadenza entro il 31 marzo 2017 12

c) Principali cariche in enti e autorità non ricompresi nel campo di applicazione della L. n. 14/1978, rinnovate o in scadenza entro il 31 marzo 2017 18

Sezione II 23

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO 23

In evidenza a gennaio 2017 24

Note annunciate al 31 gennaio 2017 in attuazione di atti di indirizzo 29

Presidenza del Consiglio dei ministri 29

Ministero della difesa 46

Ministero dell'interno 48

Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite le note di attuazione annunciate al 31 gennaio 2017 50

Sezione III 51

RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE 51

L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento 52

In evidenza a gennaio 2017 53

Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo 1° - 31 gennaio 2017 61

Relazioni governative 61

Relazioni non governative 68

Nuove relazioni previste da fonti normative 69

Relazioni governative 69


AVVERTENZA



Questa pubblicazione trae origine dal lavoro svolto dal Servizio per il controllo parlamentare sul monitoraggio di vari tipi di adempimenti governativi nei confronti del Parlamento, per offrire notizie, dati statistici ed altre informazioni utili per l’attività parlamentare.

A tal fine il notiziario è suddiviso in tre sezioni in modo da considerare analiticamente gli adempimenti governativi a fronte di obblighi derivanti da leggi ovvero da deliberazioni non legislative della Camera dei deputati, nonché relativi alla trasmissione degli atti per i quali è prevista l’espressione di un parere parlamentare.


La pubblicazione si apre con la Sezione I relativa alle nomine governative negli enti pubblici, monitorate principalmente ai sensi dalla legge n. 14 del 24 gennaio 1978, che disciplina le richieste di parere parlamentare e le comunicazioni al Parlamento di nomine effettuate dal Governo in enti pubblici.

Scendendo maggiormente nel dettaglio, la sezione I dà conto, nella sottosezione a), delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della suddetta legge n. 14 del 1978 nel periodo considerato dalla pubblicazione. Si tratta pertanto delle nomine conseguenti a proposte di nomina trasmesse per l’espressione del parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della legge n. 14 del 1978), informando quindi sull’esito dei pareri espressi dalle Commissioni parlamentari di entrambe le Camere in sede di nomina da parte governativa, o comunicate dal Governo (ai sensi dell’articolo 9 della richiamata legge n. 14). Vengono anche specificate le procedure di nomina previste dalle norme relative ai singoli enti e fornite notizie essenziali sull’attività degli stessi.

Nella sottosezione b) vengono elencate ed analizzate le principali cariche di nomina governativa, sempre ricomprese nell’ambito della legge n. 14 del 1978, scadute e non ancora rinnovate nel periodo considerato o che scadranno nei mesi successivi.

La sottosezione c) dà conto di nomine o di cariche in scadenza, sempre nel periodo preso in esame, in enti pubblici e autorità indipendenti che esulano dal campo di applicazione della legge n. 14 del 1978.

La Sezione I cerca quindi di fornire un quadro della situazione delle nomine governative in molti enti pubblici tramite l’utilizzo di una banca dati istituita negli ultimi mesi del 2002 dal Servizio per il controllo parlamentare per colmare una lacuna avvertita non solo a livello parlamentare, e che da allora è cresciuta anche estendendo il campo del proprio monitoraggio. Tale banca dati viene implementata dal Servizio stesso tramite la ricerca e l’esame di documenti di varia provenienza (prevalentemente parlamentare e governativa) nonché il contatto diretto con i Ministeri competenti per le nomine e con gli enti stessi. Lo scopo è appunto quello di fornire dati di non facile reperibilità, ordinati in modo cronologico e logicamente coerente, per far sì che l’utente possa meglio orientarsi in un campo vario e complesso. In tal modo è possibile disporre, tra l’altro, di uno scadenzario delle principali nomine che dovranno poi essere rinnovate ed avere notizia dell’esito dei pareri espressi dalle competenti Commissioni.


Nella Sezione II viene presa in esame l’attuazione data dai diversi Ministeri agli impegni contenuti in atti di indirizzo (ordini del giorno, mozioni o risoluzioni) approvati in Assemblea o in Commissione. Il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare detti atti ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti). Gli atti così inviati alle Amministrazioni sono elencati nel paragrafo “Le nostre segnalazioni”.


Nella Sezione III si illustrano gli esiti del monitoraggio svolto dal Servizio sulle relazioni al Parlamento la cui trasmissione sia prevista da norme di legge, distinte tra “governative” e “non governative”. Si dà inoltre conto delle relazioni di nuova istituzione, stabilite cioè da nuove norme entrate in vigore nel periodo considerato.


Come per quelle contenute nella Sezione I, anche le informazioni riportate nelle sezioni II e III sono tratte dalle altre due banche dati sviluppate e gestite dal Servizio per il controllo parlamentare, e costantemente alimentate sulla base dei dati contenuti nelle Gazzette Ufficiali, degli atti parlamentari, nonché delle informazioni acquisite direttamente dai Ministeri.















Sezione I


NOMINE GOVERNATIVE PRESSO ENTI


























La sezione è ripartita in tre sottosezioni che danno conto: 1) delle nomine effettuate dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione della legge n. 14/1978 nel mese di gennaio 2017 (e nella prima parte del mese di febbraio 2017), indicando i nominativi dei titolari, le cariche assunte, le modalità, le date di nomina e il tipo di controllo parlamentare previsto (espressione del parere da parte delle Commissioni competenti o comunicazione al Parlamento da parte dei Ministeri, evidenziando altresì i casi in cui non sia stata seguita nessuna delle due procedure); 2) delle nomine scadute e non ancora rinnovate negli enti medesimi nello stesso periodo e di quelle in scadenza fino al 31 marzo 2017 con l’indicazione dei titolari e delle cariche in scadenza (o scadute), delle procedure di nomina e del tipo di controllo parlamentare previsto per il rinnovo delle suddette cariche; 3) delle principali nomine effettuate, e di quelle in scadenza entro il 31 marzo 2017, in enti pubblici o autorità amministrative indipendenti non ricompresi nel campo di applicazione della citata legge n. 14/1978, con l’indicazione dei titolari, delle cariche, delle procedure di nomina, delle date di scadenza e dell’eventuale rinnovo se già avvenuto.

In evidenza a gennaio 2017


La prima sezione della pubblicazione “L’attività di controllo parlamentare” dà conto delle nomine governative negli enti pubblici e dello stato del quadro normativo di riferimento, monitorando il mese di gennaio 2017 nonché l'inizio di quello di febbraio 2017, con una proiezione previsionale delle cariche in scadenza fino alla fine di marzo 2017. La sezione è composta da tre sottosezioni, che danno rispettivamente conto delle cariche rinnovate nel mese di gennaio 2017 e di quelle da rinnovare entro la fine di marzo 2017 nei campi degli enti pubblici e delle autorità amministrative indipendenti.


IN QUESTO NUMERO:


- Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con decreto in data 26 gennaio 2017, ha confermato Olga Cuccurullo, Nicola Giuliano, Aldo Grasso e Carlo Verdone quali componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia CSC per la durata di quattro anni. Tale organo di amministrazione è presieduto da Felice Laudadio, nominato per quattro anni presidente della Fondazione con analogo decreto ministeriale del 6 dicembre 2016.


- L’8a Commissione (Lavori pubblici) del Senato e la IX Commissione (Trasporti) della Camera, nelle rispettive sedute del 25 gennaio 2017 e – si anticipa – del 1° febbraio 2017, hanno espresso pareri favorevoli sulle proposte di nomina di Pino Musolino a presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale e di Stefano Corsini a presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Tirreno settentrionale.


- Il Consiglio dei ministri del 27 gennaio 2017 ha deliberato la nomina di Enrico Corali a presidente dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, a seguito dei pareri favorevoli espressi dalla XIII Commissione (Agricoltura) della Camera e dalla 9a Commissione (Agricoltura) del Senato nelle rispettive sedute del 24 gennaio 2017. Tale nomina dovrà essere conclusivamente formalizzata con decreto del Presidente della Repubblica.


- Con decreto del Presidente della Repubblica del 5 gennaio 2017 Bruno Franchi è stato confermato presidente dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV per la durata di un quinquennio.


- Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con decreto in data 7 dicembre 2016, comunicato e annunciato alla Camera e al Senato il 4 e il 10 gennaio 2017, ha nominato Leonardo Deri commissario straordinario dell’Ente parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per la durata di sei mesi e comunque non oltre la nomina degli organi di gestione dell’Ente parco.

- Si anticipa che l’Assemblea del Senato, nella seduta del 1° febbraio 2017, ha eletto Mario Morcellini componente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni AGCOM. La nomina di Morcellini - che subentra ad Antonio Preto, deceduto il 3 novembre 2016 - dovrà essere formalizzata con decreto del Presidente della Repubblica.


- Nel mese di gennaio 2017 sono scaduti i mandati del commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria CREA, Salvatore Parlato, e dei sub-commissari Alessandra Gentile e Michele Pisante, nonché quelli del commissario straordinario dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, Enrico Corali, e dei subcommissari Gabriele Beni e Francesco Laratta. Sono altresì scaduti i mandati di Francesco Palmiro Mariani e di Mario Valente a commissari straordinari delle Autorità portuali di Bari e di Brindisi, nonché il mandato di Bernardo De Bernardinis a presidente dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA.


- Nel mese di febbraio 2017 scadono i mandati dei commissari straordinari dell’Autorità portuale di Messina, Antonino De Simone, e del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, Giovanni Pilia.


- Nel mese di marzo 2017 scadranno infine i mandati dei presidenti dell'Ente parco nazionale dell'Alta Murgia, Cesare Veronico, dell'Ente parco nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, e dell'Ente parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli.


Per l'approfondimento sulle nomine e sulle scadenze nei singoli enti, si rinvia alle relative note.


a) Principali nomine effettuate (o in corso di perfezionamento)
dal Governo in enti ricompresi nel campo di applicazione
della L. n. 14/1978 nel mese di gennaio 2017


In questa sottosezione si dà conto delle principali nomine soggette a controllo parlamentare effettuate dal Governo nel periodo considerato, delle procedure e del tipo di controllo parlamentare seguiti.

In particolare si specifica se per il rinnovo delle suddette cariche sia stata trasmessa dal Governo la richiesta di parere parlamentare (ai sensi dell’articolo 1 della L. n. 14 del 24/1/1978, recante norme per il controllo parlamentare sulle nomine negli enti pubblici, definiti successivamente come: istituti e (...) enti pubblici anche economici, che riguarda generalmente i presidenti o comunque gli organi di vertice degli enti e in qualche caso anche i vicepresidenti o i componenti di consigli o commissioni), o la mera comunicazione al Parlamento (ai sensi dell’articolo 9 della suddetta L. n. 14/1978, che riguarda generalmente i componenti dei consigli degli enti o i commissari straordinari), o se in occasione dei precedenti rinnovi non siano state attivate queste procedure.


La citata L. 14/1978 stabilisce, tra l’altro, dall’art. 1 all’art. 8, che il Presidente del Consiglio dei ministri, il Consiglio dei ministri ed i singoli ministri, prima di procedere, secondo le rispettive competenze, a nomine, proposte o designazioni di presidenti e vicepresidenti di istituti e di enti pubblici, anche economici, devono richiedere il parere parlamentare (…). Il parere parlamentare è espresso dalle Commissioni permanenti competenti per materia delle due Camere ed è motivato anche in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione da perseguire. (…) L'organo cui compete la nomina, la proposta o la designazione può provvedere, trascorsi i termini stabiliti dai regolamenti delle due Camere, anche se non sia stato reso il parere delle Commissioni. (…) La richiesta di parere da parte del Governo deve contenere la esposizione della procedura seguita per addivenire alla indicazione della candidatura, dei motivi che la giustificano secondo criteri di capacità professionale dei candidati e degli eventuali incarichi precedentemente svolti o in corso di svolgimento, in relazione ai fini ed agli indirizzi di gestione che si intendono perseguire nell'istituto o ente pubblico. (…) Qualora, a seguito del parere espresso da una o entrambe le Commissioni, il Governo ritenga di procedere a nomine, proposte o designazioni diverse da quelle indicate nella richiesta di parere, si applica la procedura prevista negli articoli precedenti. La stessa procedura si applica altresì per la conferma di persona in carica, anche nel caso in cui nei confronti della stessa sia già stato espresso il parere del Parlamento. La conferma non può essere effettuata per più di due volte.


Le richieste di parere parlamentare su proposte di nomina trasmesse dal Governo, sono poi assegnate alle Commissioni competenti per l’esame ai sensi del comma 4 dell’articolo 143 del Regolamento della Camera, che stabilisce che: nei casi in cui il Governo sia tenuto per legge a richiedere un parere parlamentare su atti che rientrano nella sua competenza, il Presidente della Camera assegna alla Commissione competente per materia la relativa richiesta, e ne dà notizia all'Assemblea nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. In periodo di aggiornamento dei lavori della Camera, il Presidente della Camera può differire l'assegnazione della richiesta di parere, tenuto conto del termine previsto dalla legge per l'adozione dell'atto da parte del Governo. (…) In ordine ad atti di nomina, proposta o designazione, la Commissione delibera il parere nel termine di venti giorni dall’assegnazione, prorogabile una sola volta, per non più di dieci giorni, dal Presidente della Camera. (…) Il parere è comunicato al Presidente della Camera, che lo trasmette al Governo.


Per quanto riguarda le nomine che il governo è tenuto a comunicare al Parlamento, sempre la legge 24 gennaio 1978, n. 14, all’articolo 9, stabilisce che le nomine, le proposte o designazioni degli altri amministratori degli istituti ed enti di cui al precedente articolo 1 effettuate dal Consiglio dei ministri o dai ministri, devono essere comunicate entro quindici giorni alle Camere. Tali comunicazioni devono contenere l’esposizione dei motivi che giustificano le nomine, le proposte o designazioni, le procedure seguite ed una biografia delle persone nominate o designate con l’indicazione degli altri incarichi che eventualmente abbiano ricoperto o ricoprano.


Qualora la legge istitutiva del singolo ente (o categoria di enti) o il relativo statuto, ove approvato con atto avente forza di legge, contengano specifiche norme relative al controllo parlamentare alternative o integrative rispetto a quelle generali contenute nella L. n. 14/1978, allora se ne dà conto, nell'ambito della successiva sottosezione "c", nella colonna relativa alla procedura di nomina.


Si ricorda per inciso, riguardo alla scadenza degli organi degli enti in questione, che il D.L. 16/5/1994, n. 293, convertito dalla L. 15/7/1994, n. 444, sulla disciplina della proroga degli organi amministrativi, stabilisce tra l’altro che: (…) gli organi amministrativi svolgono le funzioni loro attribuite sino alla scadenza del termine di durata per ciascuno di essi previsto ed entro tale termine debbono essere ricostituiti. Gli organi amministrativi non ricostituiti nel termine di cui all'articolo precedente sono prorogati per non più di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili (…). Entro il periodo di proroga gli organi amministrativi scaduti debbono essere ricostituiti. (…) I provvedimenti di nomina dei componenti di organi scaduti adottati nel periodo di proroga sono immediatamente esecutivi. (…) Decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli.

































Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Autorità

di sistema portuale

del Mare

Adriatico

settentrionale


Presidente:


Pino Musolino

Pareri favorevoli espressi dalla

8a Commissione

del Senato

il 25/1/2017

e dalla

IX Commissione

della Camera

il 1°/2/2017

Procedura

di nomina

in corso

Decreto

del Ministro

delle infrastrutture

e dei trasporti, d'intesa con

il presidente

della regione interessata

Autorità

di sistema portuale

del Mar

Tirreno

settentrionale


Presidente:


Stefano Corsini




Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 10 gennaio 2017, annunciata alla Camera e al Senato il 17 gennaio 2017, ha richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Pino Musolino a presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale. Tale richiesta è stata assegnata all’8ª Commissione (Lavori pubblici) del Senato, che l’ha esaminata nella seduta del 25 gennaio 2017 esprimendo parere favorevole. La richiesta è stata altresì assegnata alla IX Commissione (Trasporti) della Camera che, dopo averne avviato l’esame nella seduta del 25 gennaio 2017, ha espresso parere favorevole – si anticipa – nella seduta del 1° febbraio 2017.

L'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale subentra alla soppressa Autorità portuale di Venezia, i cui organi restano in carica sino all'insediamento degli organi del nuovo Ente. Presidente in carica dell’Autorità portuale lagunare è Paolo Costa, che era stato nominato per quattro anni con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 1° ottobre 2012. Già nominato presidente dell'Autorità portuale di Venezia con decreto ministeriale del 1° luglio 2008, Costa ne era stato nominato anche commissario straordinario: dapprima con decreto ministeriale del 23 maggio 2008 durante l'espletamento della procedura per la sua prima nomina a presidente, e poi con analogo decreto del 10 agosto 2012 nelle more della sua seconda nomina presidenziale.

Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 10 gennaio 2017, annunciata alla Camera e al Senato il 17 gennaio 2017, ha altresì richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Stefano Corsini a presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale. Anche tale richiesta è stata assegnata all’8ª Commissione del Senato, che l’ha esaminata nella seduta del 25 gennaio 2017 esprimendo parere favorevole. La richiesta è stata altresì assegnata alla IX Commissione della Camera che, dopo averne avviato l’esame nella seduta del 25 gennaio 2017, ha espresso parere favorevole – si anticipa – nella seduta del 1° febbraio 2017.

L’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale subentra alle soppresse Autorità portuali di Livorno e di Piombino, i cui organi restano in carica sino all'insediamento degli organi del nuovo Ente. Commissario straordinario in carica dell’Autorità portuale livornese è Giuliano Gallanti, che era stato da ultimo prorogato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 13 maggio 2016 e che, già prorogato con decreto ministeriale del 13 novembre 2015, era stato nominato commissario straordinario con analogo provvedimento del 14 maggio 2015. In precedenza Gallanti era stato nominato presidente dell'Autorità portuale di Livorno per quattro anni con decreto ministeriale in data 11 aprile 2011. Commissario straordinario in carica dell’Autorità portuale di Piombino è invece Luciano Guerrieri, che, prorogato con decreti ministeriali in data 6 maggio 2016, 6 novembre 2015, 5 maggio 2015, 30 ottobre 2014, 29 luglio 2014 e 27 gennaio 2014, era stato nominato in data 23 luglio 2013 dopo la scadenza del suo secondo e ultimo mandato quadriennale alla presidenza dell'Autorità portuale toscana.

Le Autorità di sistema portuale, disciplinate dal D.Lgs. n. 169/2016, sono enti pubblici non economici di rilevanza nazionale a ordinamento speciale e sono dotate di autonomia amministrativa, organizzativa, regolamentare, di bilancio e finanziaria. Istituite in numero di 15, subentrano alle Autorità portuali già previste dalla L. n. 84/1994 e sono parimenti sottoposte ai poteri di indirizzo e di vigilanza del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Sono organi delle Autorità di sistema portuale il presidente, il comitato di gestione e il collegio dei revisori dei conti. Il presidente, scelto tra cittadini di Paesi membri dell'Unione europea aventi comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell'economia dei trasporti e portuale, è nominato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti d’intesa con i presidenti delle regioni interessate, sentite le Commissioni parlamentari, e dura in carica quattro anni rinnovabili una sola volta.



Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare

ISMEA


Presidente:


Enrico Corali




Pareri favorevoli

espressi dalla

XIII Commissione

della Camera

e dalla

9a Commissione

del Senato

il 24/1/2017


Nomina deliberata

dal Consiglio dei ministri

del 27/1/2017



D.P.R. previa deliberazione

del Consiglio

dei ministri

su proposta

del Ministro delle politiche agricole alimentari

e forestali



Il Consiglio dei ministri del 27 gennaio 2017 ha deliberato la nomina di Enrico Corali a presidente dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA. Tale nomina dovrà essere conclusivamente formalizzata con decreto del Presidente della Repubblica.

La Ministra per i rapporti con il Parlamento aveva richiesto il parere parlamentare sulla proposta di nomina di Corali con lettera del 28 dicembre 2016, annunciata alla Camera e al Senato il 10 gennaio 2017. La richiesta era stata assegnata alla XIII Commissione (Agricoltura) della Camera e alla 9a Commissione (Agricoltura) del Senato, le quali, dopo averne avviato l’esame nelle sedute del 17 gennaio 2017, hanno espresso pareri favorevoli nelle rispettive sedute del 24 gennaio 2017.

Come riferito anche infra nella sottosezione b), il 7 gennaio 2017 sono scaduti il mandato dello stesso Corali a commissario straordinario dell'ISMEA, nonché quelli dei subcommissari Gabriele Beni e Francesco Laratta, che erano stati nominati per un anno dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con decreti rispettivamente in data 7 e 13 gennaio 2016.

Il commissariamento dell'ISMEA era stato previsto dall'art. 1, commi 659 – 664, della L. n. 208/2015 (legge di stabilità 2016) in conseguenza dell'incorporazione di diritto nel predetto Istituto della Società istituto sviluppo agroalimentare ISA S.p.a. e della Società gestione fondi per l'agroalimentare SGFA s.r.l.

L’ISMEA, ente pubblico economico vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, svolge funzioni riguardanti la rilevazione, l'elaborazione e la diffusione di dati concernenti i mercati agricoli, forestali, ittici e alimentari, anche ai fini dell'attuazione degli adempimenti e degli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria e dal Sistema statistico nazionale SISTAN, di cui fa parte. L'Istituto, che partecipa anche del Sistema informativo agricolo nazionale SIAN, svolge altresì attività di ricerca, analisi e informazione per la commercializzazione, la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli, ittici e alimentari.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Ente parco nazionale dell’Arcipelago

di La Maddalena


Commissario straordinario:


Leonardo Deri

Nomina comunicata e annunciata

alla Camera

il 4/1/2017

e al Senato

il 10/1/2017

ai sensi dell’art. 9

della L. n. 14/1978


7/12/2016

Decreto

del Ministro dell’ambiente

e della tutela

del territorio

e del mare


Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto in data 7 dicembre 2016, comunicato e annunciato alla Camera e al Senato rispettivamente il 4 e il 10 gennaio 2017 ai sensi dell’art. 9 della L. n. 14/1978, ha nominato Leonardo Deri commissario straordinario dell’Ente parco nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena per la durata di sei mesi e comunque non oltre la nomina degli organi di gestione dell’Ente parco.

Il commissariamento dell’Ente parco si è reso necessario a seguito della revoca del presidente e dello scioglimento del consiglio direttivo disposti con il medesimo decreto ministeriale sopra citato, a causa di rilevate criticità programmatorie e gestionali dovute al venir meno delle condizioni di funzionalità degli organi ordinari dell’Ente nel perseguimento delle finalità di tutela, conservazione e valorizzazione del Parco stesso.

Presidente uscente dell’Ente parco sardo è Giuseppe Bonanno, che era stato nominato per cinque anni con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 22 ottobre 2012. Per Bonanno si trattava del secondo mandato alla presidenza dell’Ente parco isolano essendovi già stato nominato con analogo decreto ministeriale del 31 maggio 2007.

L'Ente parco nazionale, disciplinato dall'art. 9 della L. n. 394/1991, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne nomina il presidente con proprio decreto, d’intesa con le regioni e le province autonome interessate, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. Altri organi dell'Ente parco sono il consiglio direttivo, la giunta esecutiva, il collegio dei revisori dei conti e la comunità del parco. I mandati sono tutti quinquennali.


b) Principali cariche di nomina governativa in enti ricompresi
nel campo di applicazione della L. n. 14/1978
scadute e non ancora rinnovat
e nel mese di gennaio 2017
o previste in scadenza entro il
31 marzo 2017










Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Consiglio

per la ricerca

in agricoltura

e l'analisi

dell'economia agraria

CREA


Commissario straordinario:


Salvatore Parlato



Sub-commissari:


Alessandra Gentile

Michele Pisante


Comunicazione

alle Camere

ai sensi dell'art. 9

della L. n. 14/1978


2/1/2017




Decreto

del Ministro delle politiche agricole alimentari

e forestali


Il 2 gennaio 2017 sono scaduti i mandati del commissario straordinario del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria CREA, Salvatore Parlato, e dei sub-commissari Alessandra Gentile e Michele Pisante, che erano stati prorogati dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con proprio decreto del 31 dicembre 2015, per la durata di un anno e comunque non oltre la nomina degli organi ordinari di amministrazione dell’Ente.

Parlato, Gentile e Pisante erano stati inizialmente nominati dal predetto Ministro con propri decreti del 2 gennaio 2015 e del 31 marzo 2015 ai sensi dell'art. 1, commi 381 – 383, della L. n. 190/2014 (legge di stabilità 2015), essendo stata disposta l'incorporazione dell'Istituto nazionale di economia agraria INEA nel Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura CRA, il quale ha nel contempo assunto la nuova denominazione sopra indicata. Tra i compiti del commissario straordinario1 rientrano, tra l'altro, la predisposizione dello statuto dell'Ente e di un piano triennale di rilancio delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura, nonché la messa in opera di ulteriori interventi di riduzione e razionalizzazione delle strutture e delle attività.

Il CREA è l'ente nazionale di ricerca e sperimentazione con competenza scientifica generale nel settore agricolo, ittico, forestale, nutrizionale e socioeconomico, ed è vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Esso ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotato di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. All'interno del Consiglio operano numerose strutture scientifiche che, nell'ambito della riorganizzazione dell'Ente operata nel 2015, hanno dato vita a 12 centri di ricerca distribuiti sul territorio nazionale.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare

ISMEA


Commissario straordinario:


Enrico Corali


Comunicazione

alle Camere

ai sensi dell'art. 9

della L. n. 14/1978


7/1/2017




Decreto

del Ministro delle politiche agricole alimentari

e forestali


Sub-commissari:


Gabriele Beni

Francesco Laratta



Il 7 gennaio 2017 sono scaduti i mandati del commissario straordinario dell'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare ISMEA, Enrico Corali, e dei subcommissari Gabriele Beni e Francesco Laratta, i quali erano stati nominati per la durata di un anno dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con decreti rispettivamente in data 7 e 13 gennaio 2016.

Come riferito supra nella sottosezione a), il Consiglio dei ministri del 27 gennaio 2017 ha nel frattempo deliberato la nomina di Enrico Corali a presidente dell'Istituto a seguito dei pareri favorevoli espressi dalla XIII Commissione della Camera e dalla 9a Commissione del Senato. Tale nomina dovrà essere conclusivamente formalizzata con decreto del Presidente della Repubblica.

Si ricorda che il commissariamento dell'ISMEA era stato previsto dall'art. 1, commi 659 – 664, della L. n. 208/2015 (legge di stabilità 2016). Tra i compiti del commissario straordinario rientravano la predisposizione di un piano triennale di rilancio, razionalizzazione e sviluppo del settore di riferimento dell'ISMEA, e la predisposizione del nuovo statuto dell'Ente, che conserva la sua natura di ente pubblico economico. I due sub-commissari coadiuvavano il commissario straordinario rispettivamente per gli aspetti relativi alla definizione del suddetto piano di rilancio delle attività dell'Istituto in materia di credito (Beni) e per gli aspetti relativi al trasferimento e all'inquadramento del personale già precedentemente in servizio presso le società incorporate (Laratta).

Presidente uscente dell'Istituto era Ezio Castiglione, che era stato nominato per quattro anni con decreto del Presidente della Repubblica in data 17 ottobre 2014. Il consiglio di amministrazione uscente era altresì composto da Adolfo Orsini e dai predetti Francesco Laratta e Gabriele Beni, nominati con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in data 19 settembre 2014, oltre che da Gianni Fava, nominato con analogo decreto del 13 novembre 2014, su designazione della Conferenza delle regioni e delle province autonome.

Sull’ISMEA in generale, vedasi sempre supra nella sottosezione a).


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto

Data scadenza

Procedura

di nomina

Autorità portuale di Bari

Commissario straordinario:


Francesco Palmiro Mariani


Comunicazione

alle Camere

ai sensi dell'art. 9

della L. n. 14/1978

15/1/2017

Decreto

del Ministro

delle infrastrutture

e dei trasporti

Autorità portuale di Brindisi

Commissario straordinario:


Mario Valente

15/1/2017

Autorità portuale di Messina

Commissario straordinario:


Antonino

De Simone


5/2/2017

Il 15 gennaio 2017 è scaduto il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Bari, Francesco Palmiro Mariani, che era stato prorogato per un periodo massimo di sei mesi con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 14 luglio 2016.

Nominato con decreto ministeriale del 10 luglio 2015, Mariani era stato già prorogato con analogo provvedimento in data 11 gennaio 2016. Mariani inoltre era già stato nominato due volte presidente dell'Autorità portuale barese per quattro anni con decreti ministeriali del 7 giugno 2011 e del 1° dicembre 2006, ed era stato nominato commissario straordinario con decreto ministeriale del 19 gennaio 2011 prima della sua conferma a presidente.

Il 15 gennaio 2017 è scaduto inoltre il mandato del commissario straordinario dell'Autorità portuale di Brindisi, Mario Valente, che era stato prorogato per un periodo massimo di sei mesi con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 14 luglio 2016.

Nominato con decreto ministeriale del 10 luglio 2015, Valente era già stato prorogato con analogo provvedimento in data 11 gennaio 2016. Valente era succeduto al presidente uscente dell'Autorità portuale brindisina, Hercules Haralambides, che a sua volta era stato nominato per quattro anni con decreto ministeriale del 7 giugno 2011 succedendo a Giuseppe Giurgiola, nominato presidente con decreto ministeriale del 5 aprile 2007.

Il 5 febbraio 2017 scade infine il mandato del commissario straordinario dell’Autorità portuale di Messina, Antonino De Simone, che era stato nominato per un periodo massimo di sei mesi con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 5 agosto 2016.

Il 21 giugno 2016 era scaduto infatti il mandato alla presidenza dell'Autorità portuale siciliana dello stesso De Simone, che era stato nominato con decreto ministeriale in data 18 giugno 2012 per quattro anni a decorrere dal 21 giugno 2012. De Simone era succeduto a Dario Lo Bosco, che era stato nominato commissario straordinario con decreto ministeriale del 13 febbraio 2012. Il 20 dicembre 2011 era scaduto il mandato presidenziale dello stesso Lo Bosco, che era stato nominato con decreto ministeriale del 17 dicembre 2007 per quattro anni a decorrere dal 20 dicembre 2007.

Sulle Autorità portuali e sull'istituzione delle Autorità di sistema portuale, vedasi supra nella sottosezione a). Si precisa che, ai sensi dell’art. 22, comma 1, del D.Lgs. n. 169/2016, nelle Autorità portuali per le quali non siano state ancora costituite le Autorità di sistema portuale subentranti, restano comunque in carica, ancorché scaduti, gli organi da ultimo nominati (tra i quali il presidente o eventualmente il commissario straordinario) sino all’insediamento dei nuovi organi delle Autorità di sistema portuale subentranti.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Parco geominerario storico

e ambientale

della Sardegna


Commissario straordinario:


Giovanni Pilia

Comunicazione

alle Camere

ai sensi dell'art. 9

della L. n. 14/1978

28/2/2017

Decreto

del Ministro dell'ambiente

e della tutela

del territorio

e del mare


Il 28 febbraio 2017 scade il mandato del commissario straordinario del Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, Giovanni Pilia, che era stato nominato dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto in data 28 ottobre 2016, per la durata di quattro mesi e comunque non oltre la costituzione degli organi del consorzio del Parco.

Pilia era subentrato al commissario straordinario uscente, Francesco Mascia, che era stato nominato per un periodo massimo di sei mesi con decreto ministeriale in data 11 marzo 2016. Mascia era a sua volta succeduto a Gian Luigi Pillola che, inizialmente nominato con analogo provvedimento del 3 dicembre 2013, era stato poi prorogato con ulteriori decreti ministeriali del 10 giugno 2014, del 2 dicembre 2014, dell'11 giugno 2015 e del 3 dicembre 2015.

Il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, commissariato dal 2 febbraio 2007, è il primo del genere riconosciuto dall’UNESCO nel 1998 e ne sono promotori la Regione autonoma della Sardegna e l’Ente minerario sardo EMSA. Il Parco è stato istituito dall'art. 1 del decreto in data 16 ottobre 2001 del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle attività produttive ed il Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca, d'intesa con la Regione autonoma della Sardegna. Il Parco è gestito da un consorzio con personalità giuridica di diritto pubblico, assimilato agli enti di ricerca, vigilato dai tre suddetti Ministeri insieme a quello dei beni e delle attività culturali e del turismo e dalla Regione autonoma della Sardegna.


Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Ente parco nazionale

dell'Alta Murgia

Presidente:


Cesare Veronico

Richiesta di parere parlamentare,

ai sensi dell’art. 1 della L. n. 14/1978




15/03/2017

Decreto

del Ministro dell'ambiente

e della tutela del territorio

e del mare d'intesa

con la regione competente


Ente parco nazionale

del Gargano

Presidente:


Stefano Pecorella

Ente Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano

Presidente:


Fausto Giovanelli


Il 15 marzo 2017 scadrà il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale dell'Alta Murgia, Cesare Veronico, che era stato nominato per la durata di cinque anni con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 15 marzo 2012.

Già nominato commissario straordinario del predetto Ente parco con decreto ministeriale del 30 gennaio 2012, Veronico era subentrato al precedente commissario straordinario Massimo Avancini, che, inizialmente nominato con decreto ministeriale dell’11 febbraio 2011, era stato prorogato con analoghi provvedimenti in data 9 maggio 2011, 10 agosto 2011 e 22 settembre 2011. Avancini era subentrato a Girolamo Pugliese, nominato commissario straordinario con decreto ministeriale dell’11 novembre 2010 e già nominato presidente dell’Ente parco pugliese per cinque anni con decreto ministeriale del l’8 giugno 2005.

Il 15 marzo 2017 scadrà inoltre il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, che era stato nominato per la durata di cinque anni con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 15 marzo 2012.

In precedenza Pecorella era stato nominato commissario straordinario del predetto Ente parco con decreto ministeriale del 12 maggio 2010, subentrando al precedente commissario straordinario e già presidente dell’Ente parco Giacomo Diego Gatta. Pecorella era stato quindi prorogato con analoghi provvedimenti in data 6 agosto 2010, 27 ottobre 2010, 1° febbraio 2011, 3 marzo 2011, 31 maggio 2011, 30 agosto 2011 e 18 gennaio 2012.

Il 15 marzo 2017 scadrà infine il mandato del presidente dell'Ente parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, Fausto Giovanelli, che era stato nominato per la durata di cinque anni con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 15 marzo 2012. Per Giovanelli si tratta del secondo mandato presidenziale alla guida dell'Ente parco, essendovi già stato nominato per cinque anni con decreto ministeriale del 20 novembre 2006.

Sull’'Ente parco nazionale in generale, vedasi supra nella sottosezione a).





c) Principali cariche in enti e autorità non ricompresi
nel campo di applicazione della L. n. 14/1978,
rinnovate o in scadenza
entro il 31 marzo 2017









Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Fondazione

Centro sperimentale

di cinematografia

CSC

Componenti

del consiglio

di amministrazione:


Olga Cuccurullo,

Nicola Giuliano,

Aldo Grasso,

Carlo Verdone




Pareri favorevoli espressi, ai sensi dell'art. 6 del

D. Lgs. n. 426/1997,

dalla

7a Commissione

del Senato

il 20/12/2016

e dalla

VII Commissione

della Camera

l’11/1/2017

26/1/2017

Decreto

del Ministro

per i beni

e le attività culturali,

di cui tre su designazione dello stesso Ministro e uno

su designazione del Ministro dell'economia

e delle finanze


Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, con decreto in data 26 gennaio 2017, ha confermato Olga Cuccurullo, Nicola Giuliano, Aldo Grasso e Carlo Verdone quali componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Centro sperimentale di cinematografia CSC per la durata di quattro anni.

Le richieste di parere parlamentare sulle relative proposte di nomina erano state trasmesse dal predetto Ministro con lettera del 7 dicembre 2016, annunciata alla Camera e al Senato il 14 dicembre 2016. Tali richieste erano state assegnate alla 7a Commissione (Istruzione) del Senato, che le ha esaminate nella seduta del 20 dicembre 2016 esprimendo pareri favorevoli, e alla VII Commissione (Cultura) della Camera che dopo averne avviato l’esame nella seduta del 10 gennaio 2017, ha espresso pareri favorevoli nella seduta dell’11 gennaio 2017.

Il consiglio di amministrazione è presieduto dal presidente della Fondazione CSC Felice Laudadio, nominato anch’esso per quattro anni con decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo in data 6 dicembre 2016. Sulla relativa proposta di nomina, trasmessa dal suddetto Ministro con lettera del 10 novembre 2016, annunciata alla Camera e al Senato il 15 novembre 2016, avevano espresso pareri favorevoli la 7a Commissione del Senato e la VII Commissione della Camera nelle rispettive sedute del 23 e del 28 novembre 2016.

Il 14 novembre 2016 erano scaduti i mandati del presidente uscente della Fondazione, Stefano Rulli, e dei suddetti componenti del consiglio di amministrazione ora confermati. Essi erano stati nominati per un quadriennio con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali in data 14 novembre 2012. Ai sensi dell'art. 6 del D.Lgs. n. 426/1997, come modificato e integrato dal D.Lgs. n. 32/2004, il consiglio di amministrazione della Fondazione è nominato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali previo parere delle competenti Commissioni parlamentari ed è composto, oltre che dal presidente, indicato dal medesimo Ministro, da quattro componenti designati rispettivamente tre dallo stesso Ministro e uno (nella fattispecie Olga Cuccurullo) dal Ministro dell'economia e delle finanze.

Il Centro sperimentale di cinematografia, nato nel 1935 e qualificato ente pubblico dalla legge n. 419/1942, è stato trasformato dall'art. 1 del D.Lgs. n. 426/1997 nella Fondazione Scuola nazionale di cinema con personalità giuridica di diritto privato, successivamente ridenominata Fondazione Centro sperimentale di cinematografia ai sensi dell'art. 1 del D. Lgs. n. 32/2004. La Fondazione è disciplinata dal codice civile e dalle sue disposizioni di attuazione per quanto non espressamente previsto dal D.Lgs. n. 426/1997. L'articolo 6 di tale decreto legislativo è tuttavia la fonte normativa speciale del controllo parlamentare sulle nomine in oggetto: in quanto ente di diritto privato, la Fondazione non sarebbe infatti ricompresa nel campo di applicazione della legge n. 14/1978, che riguarda unicamente “istituti ed enti pubblici, anche economici”.

Finalità della Fondazione, istituzione di alta formazione nel campo della cinematografia che riunisce la Scuola nazionale di cinema e la Cineteca nazionale, sono lo sviluppo dell'arte e della tecnica cinematografica ed audiovisiva a livello d'eccellenza; la conservazione e la promozione del patrimonio cinematografico; la ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie e linguaggi innovativi nei campi connessi. Organi della Fondazione sono il presidente, il consiglio di amministrazione, il comitato scientifico, il direttore generale e il collegio dei revisori dei conti. I mandati sono tutti quadriennali e possono essere confermati per non più di due volte.






Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare



Data nomina

Procedura

di nomina

Agenzia nazionale per la sicurezza del volo

ANSV

Presidente:


Bruno Franchi


Pareri favorevoli

espressi dalla

8a Commissione

del Senato

il 20/9/2016 e dalla

IX Commissione

della Camera

il 5/10/2016

ai sensi dell'art. 2

del D.P.R. n. 189/2010


5/1/2017


(Nomina deliberata

dal Consiglio dei ministri

del 16/12/2016)

D.P.R. previa deliberazione

del Consiglio

dei ministri,

su proposta

del Presidente del Consiglio

dei ministri


Con decreto del Presidente della Repubblica in data 5 gennaio 2017 Bruno Franchi è stato confermato presidente dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ANSV per la durata di un quinquennio. Tale nomina era stata deliberata dal Consiglio dei ministri del 16 dicembre 2016, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri. Sulla relativa proposta di nomina avevano espresso, ai sensi dell'art. 2 del D.P.R. n. 189/2010, pareri favorevoli l’8a Commissione (Lavori pubblici) del Senato e la IX Commissione (Trasporti) della Camera nelle rispettive sedute del 20 settembre 2016 e del 5 ottobre 2016.

Il 3 febbraio 2016 era scaduto il mandato a presidente dell'Agenzia dello stesso Franchi, che era stato nominato per cinque anni con decreto del Presidente della Repubblica in data 3 febbraio 2011. In precedenza Franchi era già stato nominato alla presidenza dell'Agenzia dapprima con D.P.R. del 14 ottobre 1999 e poi con D.P.R. del 7 febbraio 2005. Franchi era stato altresì nominato commissario straordinario dell'ANSV con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 marzo 2010. Il 7 aprile 2016 sono scaduti inoltre i mandati dei componenti del collegio dell'ANSV, Cesare Arnaudo, Michele Gasparetto ed Elda Turco Bulgherini, che erano stati nominati per cinque anni con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 7 aprile 2011.

Ai sensi del D.P.R. n. 189/2010, che ha riordinato l'ANSV nell’ambito delle procedure della normativa c.d. “taglia-enti” (art. 26 del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008), sono organi dell'Agenzia il presidente, il collegio (la cui composizione è stata ridotta da quattro componenti a tre) e il collegio dei revisori dei conti.

Istituita dal D.Lgs. n. 66/1999 e posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, l’ANSV svolge inchieste tecniche sugli incidenti e sugli inconvenienti occorsi ad aeromobili dell’aviazione civile, eventualmente emanando le opportune raccomandazioni di sicurezza. Svolge altresì attività di studio e di indagine per favorire il miglioramento della sicurezza del volo.



Ente

Carica

di riferimento

e titolari

Controllo parlamentare

previsto


Data scadenza

Procedura

di nomina

Istituto superiore per la protezione

e la ricerca ambientale

ISPRA


Presidente:


Bernardo

De Bernardinis


Richiesta di parere

parlamentare ai sensi

dell'art. 5, comma 1,

del D.M. n. 123/2010.


16/1/2017


D.P.C.M.,

su proposta

del Ministro dell'ambiente

e della tutela del territorio

e del mare, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari



Il 16 gennaio 2017 è scaduto il mandato del presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ISPRA, Bernardo De Bernardinis, che era stato nominato per un periodo di tre anni con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 gennaio 2014.

Per De Bernardinis si è trattato del secondo mandato alla presidenza dell’Istituto, essendovi già stato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 ottobre 2010.

Ai sensi dell'art. 5, comma 1, del D.M. n. 123/2010, il presidente dell'ISPRA è nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tra persone di alta qualificazione scientifica o istituzionale nelle materie di competenza dell'Istituto, previo parere motivato delle competenti Commissioni parlamentari permanenti. Decorsi venti giorni dalla trasmissione alle Commissioni, ove il parere non sia stato reso, si procede comunque alla nomina.

Sono organi dell'ISPRA il presidente, il consiglio di amministrazione, il consiglio scientifico e il collegio dei revisori dei conti. Tutti gli incarichi hanno durata triennale e possono essere confermati una sola volta.

Si ricorda che il 7 settembre 2016 sono scaduti i mandati di Vittorio Amadio, Alfredo De Girolamo Vitolo, Michele Fina e Mauro Libè a membri del consiglio di amministrazione dell'Istituto. L'organo era stato rinnovato per tre anni con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 7 settembre 2013.

L'ISPRA è stato istituito dall’art. 28 del D.L. n. 112/2008, convertito, con modificazioni, dalla L. n. 133/2008, che ha attribuito all'Istituto le funzioni già proprie dell'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici APAT, dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica INFS e dell'Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare ICRAM, conseguentemente soppressi.

Sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'ISPRA è ente pubblico di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e di autonomia tecnico-scientifica, organizzativa, finanziaria, gestionale, patrimoniale e contabile. L'Istituto svolge attività di ricerca, consulenza strategica, assistenza tecnico-scientifica, sperimentazione e controllo, informazione e formazione in materia ambientale, con riferimento alla tutela delle acque, alla difesa dell'ambiente atmosferico, del suolo, del sottosuolo e della biodiversità marina e terrestre.


















Sezione II

ATTI DI INDIRIZZO E DI CONTROLLO




























Nella presente Sezione si dà conto degli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni ed ordini del giorno) segnalati dal Servizio per il controllo parlamentare ai Ministeri ai fini della loro attuazione, nonché delle note trasmesse dagli stessi Dicasteri a seguito delle segnalazioni ricevute.

In evidenza a gennaio 2017


Nella Sezione II vengono indicati gli atti di indirizzo (mozioni, risoluzioni, ordini del giorno) accolti dal Governo e/o approvati dall'Assemblea o dalle Commissioni parlamentari nel periodo di riferimento (normalmente con cadenza mensile) che il Servizio per il controllo parlamentare provvede a segnalare alla Presidenza del Consiglio ed ai Ministeri di volta in volta individuati come competenti a dare loro seguito (nel caso degli ordini del giorno una volta divenuta legge l’A.C. cui sono riferiti).

Nella medesima Sezione vengono inoltre riportate le note ricevute dal Servizio con le quali i diversi Dicasteri forniscono informazioni al Parlamento in ordine a quanto effettivamente realizzato per dare concreta attuazione agli impegni accolti dai rappresentanti dell'esecutivo con gli atti di indirizzo oggetto di segnalazione nei termini sopradetti. Con riferimento, in particolare agli ordini del giorno riferiti ai diversi atti parlamentari esaminati, ciò consente, tra l'altro, di valutare, anche sotto il profilo quantitativo, la percentuale di attuazioni governative rispetto al complesso degli atti medesimi e dunque, in qualche misura, anche il maggiore o minore grado di efficienza a questo riguardo dei singoli Ministeri. In altri termini, l'attività di segnalazione dell'impegno contenuto nell'atto di indirizzo ed il recepimento dell'eventuale nota governativa consente di avere percezione del grado di “risposta” da parte del Governo in ordine agli impegni assunti in una determinata materia, pur se il dato deve essere valutato alla luce del fatto che non necessariamente tutte le azioni governative vengono illustrate in note informative trasmesse al Parlamento, non sussistendo al riguardo alcun obbligo formale. E' tuttavia indubbio che l'attività di sollecitazione avviata ormai da anni nei confronti dei Ministeri e che ha consentito, nel tempo, di strutturare con essi una fattiva collaborazione, ha portato ad un incremento delle note di attuazione ricevute e, in generale, ad una maggiore sensibilità nei confronti dell'esigenza per l'istituzione parlamentare di disporre di quante più informazioni possibile sull'operato del Governo in ordine alle deliberazioni ed alle iniziative parlamentari non legislative. L'ottenimento di informazioni sul seguito dato dal Governo agli indirizzi definiti in ambito parlamentare, e quindi in merito al grado di adempimento o meno da parte dell'esecutivo, può così rappresentare una premessa per valutare l'opportunità per ciascun deputato di attivare o meno gli strumenti regolamentari di controllo attualmente disponibili (ad esempio interrogazioni o interpellanze), che consentano, se del caso, di esprimere una censura politica nei confronti di quella che possa ritenersi una risposta inadeguata o insufficiente rispetto ad impegni accolti in merito ad un determinato indirizzo politico di cui, in ipotesi, una parte politica che si sia fatta portavoce e che, per diverse ragioni, non sia stato esplicitato attraverso un'iniziativa legislativa.

La pubblicazione del testo integrale della nota governativa, posta a confronto con l'impegno contenuto nell'atto di indirizzo cui la stessa si riferisce, offre agli interessati, in primo luogo ai sottoscrittori dell'atto di indirizzo in questione, anche la possibilità di maturare una valutazione di quanto rappresentato dal Governo autonoma e non “filtrata” in alcun modo.

Il Servizio per il controllo parlamentare si propone quindi di fornire un'attività documentale che offra un concreto supporto alle esigenze scaturenti dal progressivo spostamento, negli ultimi anni, del baricentro dell'attività parlamentare dalla funzione legislativa a quella “politica” di indirizzo e di controllo e il conseguente accrescimento dell'impegno degli organi parlamentari nelle attività ispettive, di indirizzo, informazione e monitoraggio, come è ampiamente dimostrato dalle statistiche parlamentari e non solo in Italia.

Le attuazioni governative:

Nel periodo considerato dalla presente pubblicazione sono state trasmesse al Servizio per il controllo parlamentare da parte dei Ministeri competenti le note relative all’attuazione di 8 mozioni, di 4 risoluzioni e di 2 ordini del giorno.

Di tali note 12 sono state trasmesse dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, 1 dal Ministero della difesa ed 1 dal Ministero dell'interno.

Premesso che nel prosieguo della presente Sezione si dà conto testualmente di quanto riferito dai Dicasteri in merito ai singoli atti di indirizzo, si evidenzia che delle 2 note di attuazione relative ad ordini del giorno trasmesse nel periodo considerato:


1 dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'A.C. 3262, divenuto legge n. 125 del 2015 di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali”. Tale nota di attuazione è stata trasmessa dal Ministero dell'interno.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 3262, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 119, in ordine ai quali è stata finora trasmessa 1 nota di attuazione;


1 attuazione dà seguito ad un ordine del giorno presentato nel corso dell'esame dell'A.C. 3953,

divenuto legge n. 131 del 2016, di “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 maggio 2016, n. 67, recante proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché misure urgenti per la sicurezza. Proroga del termine per l’esercizio di delega legislativa”. Tale nota di attuazione è stata trasmessa dal Ministero della difesa.

Gli ordini del giorno accolti dal Governo e/o approvati dall’Assemblea riferiti all'A.C. 3953, e pertanto segnalati ai Dicasteri per il seguito di competenza, sono in totale 21, in ordine ai quali è stata finora trasmessa 1 nota di attuazione.


Le nostre segnalazioni:

Nel periodo 1°-31 gennaio 2017 sono state segnalate dal Servizio per il controllo parlamentare 30 mozioni**:

- ROSATO, LUPI ed altri n. 1/01456 e MONCHIERO ed altri n. 1/01462, concernenti iniziative in relazione alla crisi del sistema bancario, al Ministero dell'economia e delle finanze;

- PALAZZOTTO ed altri n. 1/01465 (Testo risultante dalla votazione per parti separate), ALTIERI ed altri n. 1/01466 (Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), Andrea MAESTRI ed altri n. 1/01467 (Nuova formulazione - Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), SANTERINI ed altri n. 1/01468 (Nuova formulazione - Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), DIENI ed altri n. 1/01469 (Testo risultante dalla votazione per parti separate), BRUNETTA ed altri n. 1/01470 (Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), RAMPELLI ed altri n. 1/01471 (Testo risultante dalla votazione per parti separate), Francesco Saverio ROMANO ed altri n. 1/01472 (Testo modificato nel corso della seduta), ROSATO, LUPI ed altri n. 1/01473, MONCHIERO ed altri n. 1/01474 (Testo modificato nel corso della seduta), concernenti iniziative in materia di gestione dei flussi migratori, anche alla luce di recenti circolari del Ministero dell’interno, al Ministero dell'interno;

- MANTERO ed altri n. 1/01463 (Testo modificato nel corso della seduta), RONDINI, PETRENGA ed altri n. 1/01475 (Testo modificato nel corso della seduta), D’INCECCO ed altri n. 1/01476 (Testo modificato nel corso della seduta), PALESE ed altri n. 1/01477 (Testo modificato nel corso della seduta), NICCHI ed altri n. 1/01478 (Testo modificato nel corso della seduta), VARGIU ed altri n. 1/01479 (Testo modificato nel corso della seduta), BINETTI ed altri n. 1/01480, GULLO ed altri n. 1/01483 (Testo modificato nel corso della seduta), CALABRO’ e BOSCO n. 1/01484, BRIGNONE ed altri n. 1/01485 (Testo modificato nel corso della seduta), GIGLI ed altri n. 1/01486 (Testo modificato nel corso della seduta), Francesco Saverio ROMANO ed altri n. 1/01487, concernenti iniziative in relazione al fenomeno della resistenza agli antibiotici, al Ministero della salute;

- CAPEZZONE ed altri n. 1/01482 (Testo modificato nel corso della seduta), PIZZOLANTE e BOSCO n. 1/01489, CIVATI ed altri n 1/01490 (Testo modificato nel corso della seduta), POLVERINI e OCCHIUTO n. 1/01491 (Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), ROSATO ed altri n. 1/01492 (Testo modificato nel corso della seduta), RIZZETTO ed altri n. 1/01493 (Testo modificato nel corso della seduta come risultante dalla votazione per parti separate), concernenti iniziative in relazione ai quesiti referendari in materia di jobs act, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Sono state infine segnalate dal Servizio per il controllo parlamentare 10 risoluzioni:




Note annunciate al 31 gennaio 2017
in attuazione di atti di indirizzo


Presidenza del Consiglio dei ministri


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

1/01344

Mozione

Rampelli

Assemblea

21/12/2016


XI


Iniziative a favore delle popolazioni e dei territori colpiti dal sisma del 24 agosto 2016, nonché per la prevenzione dei rischi derivanti dai terremoti

1/01358

Mozione

Terzoni

1/01359

Mozione

Zaratti

1/01360

Mozione

Rosato

1/01361

Mozione

Saltamartini

1/01362

Mozione

Palese

1/01366

Mozione

Brignone

1/01367

Mozione

Brunetta

6/00260

Risoluzione

Baldelli






Le mozioni RAMPELLI ed altri n. 1/01344, TERZONI ed altri n. 1/01358, ZARATTI ed altri n. 1/01359, ROSATO ed altri n. 1/01360, SALTAMARTINI ed altri n. 1/01361, PALESE ed altri n. 1/01362, BRIGNONE ed altri n. 1/01366, BRUNETTA ed altri n. 1/01367 e la risoluzione BALDELLI ed altri n. 6/00260, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 28 settembre 2016, impegnavano l'esecutivo ad assumere una pluralità di iniziative a favore dei territori e delle popolazioni colpiti dal sisma del 24 agosto 2016, nonché volte a prevenire i rischi derivanti dai terremoti.

In merito a tali impegni la Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso, con riferimento ai profili di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la seguente nota:

“Si fa presente che le Direzioni Generali del Ministero dell'ambiente, interpellate in merito allo stato di attuazione degli impegni assunti dal Governo hanno comunicato che, analizzando le predette mozioni, non ravvisano specifici profili di propria competenza.

Si coglie comunque l'occasione per evidenziare alcuni aspetti legati all'applicazione delle Direttive Habitat e Uccelli, con particolare riferimento alle procedure di Valutazione di Incidenza (VIncA), che possono contribuire, anche nelle fattispecie oggetto delle predette mozioni, ad evitare di incorrere in eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che sul tema è già aperto un EU Pilot 6730/14.

In particolare, si ricorda che il programma d'azione comunitario in materia ambientale prevede disposizioni riguardanti la conservazione della natura e delle risorse naturali, e scopi fondamentali della Direttiva Habitat riguardano la salvaguardia, la protezione ed il miglioramento della qualità dell'ambiente, compresa la conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche ed il mantenimento della biodiversità, tenendo conto al tempo stesso delle esigenze economiche, sociali, culturali e regionali, al fine di contribuire all'obiettivo generale di uno sviluppo sostenibile. Inoltre, la tutela di detta biodiversità può, in taluni casi, richiedere il mantenimento e la promozione di attività umane.

In questo senso, l'art. 6, comma 3, della Direttiva 92/43/CEE Habitat prevede la procedura di Valutazione di Incidenza fondata su diversi principi, tra cui il carattere preliminare, la sua non derogabilità, le verifiche sulle soluzioni alternative, gli effetti cumulo diretti, indiretti e potenziali.

Tanto premesso, per quanto concerne la situazione di emergenza originata dagli eventi sismici oggetto delle mozioni in argomento, si fa presente che l'aspetto preliminare della Valutazione di Incidenza per le zone ricomprese nei siti Natura 2000, non risulta applicabile nella fase contingente, immediatamente collegata alle attività poste in essere per attuare i soccorsi relativi alle persone e alle cose, ivi inclusa la ragguardevole quantità degli interventi di somma urgenza, come quelli indispensabili alla rimozione di macerie, alle demolizioni, al ripristino della percorribilità viaria urbana ed extra urbana, alla messa in sicurezza di edifici privati, pubblici, ed ecclesiastici, nonché quelli necessari alle verifiche sulle minacce da costoni instabili, all'utilizzo di aree per discariche di inerti, soprattutto nelle alle aree rurali.

Ciò non esclude che al termine della fase di interventi contingenti saranno svolte le verifiche finalizzate ad accertare sia l'eventuale trasformazione che gli eventi naturali sismici e climatici hanno generato nei confronti degli habitat e delle specie antecedentemente individuate, sia l'eventuale incidenza delle attività dell'uomo e delle iniziative di messa in sicurezza della popolazione più immediate, come quelle inerenti gli alloggi temporanei, i raccordi viari e le relative opere di urbanizzazione.

Il rispetto dell'inderogabile art. 6, comma 3, in materia di Valutazione di incidenza, dovrà invece essere applicato per gli atti di pianificazione territoriale definitivi, riguardanti l'individuazione delle aree destinate alla ricostruzione, e quindi alle verifiche con la destinazione d'uso già loro attribuita nei diversi strumenti urbanistici vigenti, come Piani Regolatori, Piani Particolareggiati, Piani di lottizzazione convenzionata, Piani per insediamenti produttivi, Piani di recupero, o alla necessità di presentare e valutare eventuali varianti. In tale fase, contestualmente all'esame in ambito urbanistico, per le scelte che interesseranno anche i siti Natura 2000, tra gli obiettivi principali si dovrà tenere presente anche la tutela degli habitat e delle specie, al fine di evitare un incremento dell'eventuale diminuzione o degrado degli stessi. Riguardo ad una programmazione correttamente formulata, sarà possibile escludere o limitare a dove strettamente applicabile, il ricorso a misure di compensazione, di cui all'art. 6, comma 4.

Per una pianificazione territoriale così impostata, sarà fondamentale l'apporto delle Autorità regionali alle quali il D.P.R. 357/97 e ss. mm. e ii., art. 5, comma 5, affida la gestione territoriale della rete Natura 2000, che comporta l'attività tecnico scientifica e l'espletamento di procedimenti inerenti la Direttiva Habitat, nei casi in cui la Valutazione di Incidenza (VInc.A) non sia inclusa in procedure statali di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) o di Valutazioni Ambientali Strategiche (VAS).

La formulazione di una pianificazione territoriale coerente con le forme di tutela stabilite per la conservazione del patrimonio ambientale, non disgiunto da quello paesaggistico, rappresenta una importante opportunità per tracciare un percorso virtuoso e condiviso, sul piano culturale, ambientale, sociale ed economico, nell'ottica di uno sviluppo durevole e per il mantenimento e la promozione di attività umane, come auspicato dalla Direttiva Habitat.

Per quanto concerne invece il contrasto al dissesto idrogeologico che interessa gran parte del territorio nazionale, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha deciso di affrontare in maniera strutturale le problematiche relative al rischio idrogeologico in Italia, avviando il Piano Operativo Nazionale degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2015-2020, definito dalle proposte presentate dalle Regioni attraverso l'utilizzo del sistema ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo).

Inoltre, al fine di assicurare l'avvio degli interventi più urgenti di contrasto al rischio idrogeologico nelle aree soggette a frequenti esondazioni, con D.P.C.M. 15 settembre 2015 è stato individuato, nell'ambito del Piano Operativo Nazionale, un Piano Stralcio costituito da un insieme di interventi di mitigazione del rischio riguardanti le aree metropolitane e le aree urbane con alto livello di popolazione esposta a rischio di alluvione.

Il citato Piano Stralcio si compone di una sezione attuativa, nella quale sono riportati gli interventi immediatamente finanziabili, e di una sezione programmatica per la quale è ancora in corso l'attività istruttoria degli interventi, che potrà essere successivamente finanziata con risorse che si renderanno a tal fine disponibili.

Si rappresenta, infine, che questo Ministero ha presentato un Piano per la riduzione del rischio da frana ed erosione costiera, ancora in corso di definizione”.

Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

6/00248

Risoluzione

Rosato

Assemblea

13/1/2017


I, III, IV, VI, X, XI, XIV

Impegni da assumere in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016

La risoluzione Rosato ed altri n. 6/00248, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 27 giugno 2016, impegnava l'esecutivo, in occasione del Consiglio europeo del 28 e del 29 giugno 2016: a sollecitare un rapido chiarimento delle implicazioni del referendum britannico, con l'avvio della procedura prevista dall'articolo 50 del TUE; a confermare, in questo contesto, il tradizionale impegno europeista dell'Italia; a continuare ad impegnarsi attivamente nel cambiare l'Europa contribuendo a renderla più umana, più giusta, più vicina ai cittadini, più coesa e fortemente radicata nei principi di sussidiarietà e proporzionalità; a contribuire attivamente al rafforzamento della solidarietà e della coesione all'interno dell'Unione in un momento molto difficile; a concordare, sulla scia delle proposte italiane, un Migration compact europeo con l'impegno a reperire nuove risorse e diverse fonti di finanziamento comunitarie, tali da rendere operativi ed efficaci gli accordi di cooperazione rafforzata e di partenariato con i Paesi terzi e africani, in particolare con quelli di origine e di maggiore transito di flussi migratori e di rifugiati; a proseguire e a potenziare il ruolo dell'Italia nelle sedi europee quale interlocutore propositivo e propulsivo affinché il processo di integrazione europeo sia contraddistinto da nuove politiche improntate alla crescita, agli investimenti e all'occupazione, tali da imprimere una rinnovata funzione guida dell'Unione europea nella competizione con altri attori globali sulla scena internazionale; a farsi promotore – anche in vista dei 60 anni dal Trattato di Roma – di una grande Conferenza per mettere al centro proposte in favore di una nuova governance europea, soprattutto istituzionale e costituzionale; a promuovere iniziative a livello europeo finalizzate al rafforzamento degli obiettivi di rilancio della crescita e dell'occupazione; a favorire l'adozione di azioni e strumenti incisivi di sostegno all'occupazione, anche mediante forme di assicurazione europea contro la disoccupazione ciclica; a sostenere e adottare ogni iniziativa utile per il completamento del mercato unico, e in particolare per il mercato interno dell'innovazione; a sostenere una politica commerciale dell'Unione europea attenta alla crescita, all'occupazione ed alla difesa degli elevati standard europei nel settore ambientale, sociale e della sicurezza dei prodotti e degli alimenti, che sia coerente con i valori fondamentali dell'azione esterna dell'Unione europea e che venga condotta in un quadro di trasparente informazione dell'opinione pubblica e di coinvolgimento dei Parlamenti nazionali; ad esprimere la forte aspettativa che la Roadmap approvata dall'ECOFIN sul completamento dell'Unione bancaria non venga interpretata come un rinvio sine die dell'adozione della proposta della Commissione sullo schema per una garanzia comune dei depositi bancari, ma come una conferma del principio che iniziative per la riduzione e per la condivisione del rischio bancario debbano procedere in parallelo; a ribadire con forza la centralità della Libia ai fini della stabilità dell'Unione europea e la necessità di sostenere con convinzione il Governo di accordo nazionale (GAN), assistendolo nei propri sforzi contro il terrorismo e il traffico di esseri umani, pur nel rispetto delle sue prerogative sovrane e della necessità di garantire la ownership libica dei processi; a fare quanto possibile per dare attuazione a quanto concordato nella dichiarazione congiunta Unione europea-NATO firmata a Varsavia, e, in particolare, per sviluppare la collaborazione tra le due organizzazioni nei settori di maggiore rilevanza per il nostro Paese, quali la sicurezza marittima, la risposta alle minacce ibride e la cybersecurity.

In merito a tali impegni il Sottosegretario di Stato per le politiche e gli affari europei ha trasmesso la seguente nota:

“Quanto all'impegno relativo “a sollecitare un rapido chiarimento delle implicazioni del referendum britannico, con l'avvio della procedura prevista dall'articolo 50 del TUE”, sin dai primi giorni all'indomani del referendum britannico sulla Brexit , il Governo ha assunto una posizione chiara, insistendo sulla necessità di non allungare i tempi nell'attivazione della procedura di recesso (ex art. 50 TUE) da parte del Regno Unito. In linea con quanto chiesto dall'Italia, la Primo Ministro britannica ha annunciato il 2 ottobre scorso che intende presentare la notifica di recesso entro la fine di marzo 2017.

Quanto agli impegni relativi a “confermare, in questo contesto, il tradizionale impegno europeista dell'Italia”; “a continuare ad impegnarsi attivamente nel cambiare l'Europa contribuendo a renderla più umana, più giusta, più vicina ai cittadini, più coesa e fortemente radicata nei principi di sussidiarietà e proporzionalità” e “contribuire attivamente al rafforzamento della solidarietà e della coesione all'interno dell'Unione in un momento molto difficile”, il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma offre al nostro Paese l'opportunità di contribuire in maniera significativa al rilancio dell'Unione Europea dopo il referendum britannico. Il Vertice che si terrà a Roma il 25 marzo 2017 dovrà inviare un messaggio dai forti contenuti ideali, che riaffermi l'attualità del progetto europeo così come concepito dai Padri Fondatori e l'imprescindibilità di una UE forte quale unica possibile risposta alle “dinamiche di crisi” che affliggono il continente europeo e la scena internazionale: un'Unione che non si concentri soltanto su regole burocratiche e austerità ma che sappia marcare un cambio di passo in materia di crescita e occupazione, soprattutto giovanile, gestione del fenomeno migratorio e strumenti comuni per garantire la sicurezza interna ed esterna.

Quanto all'impegno relativo a “concordare, sulla scia delle proposte italiane, un Migration compact europeo con l'impegno a reperire nuove risorse e diverse fonti di finanziamento comunitarie, tali da rendere operativi ed efficaci gli accordi di cooperazione rafforzata e di partenariato con i paesi terzi e africani, in particolare con quelli di origine e di maggiore transito di flussi migratori e di rifugiati” sul tema delle migrazioni, il Consiglio Europeo ha approvato un testo di conclusioni che segna un passo avanti significativo, facendo propria l'impostazione proposta dell'Italia nel Migration Compact. Il testo, che il nostro Paese ha contribuito a rafforzare in sede negoziale, ha disposizioni precise e il mandato di esecuzione per i primi “Compact” è previsto per la fine di quest'anno su mandato dell'Alta Rappresentante Mogherini. È stato inoltre indicato l'obiettivo di aumentare i rimpatri e le riammissioni dei migrati economici nei Pesi terzi come riferimento della cooperazione con i Paesi terzi. Vi è l'impegno ad utilizzare tutti gli strumenti economico-finanziari possibili a sostegno di questo approccio, includendo l'iniziativa della BEI. Inoltre, viene formalizzato un monitoraggio costante da parte di Commissione e Consiglio sull'attuazione della strategia, di fatto istituzionalizzandola. Questo approccio comune sulle migrazioni è stato raggiunto grazie ad uno sforzo costante promosso dall'Italia, volto ad attuare un'azione esterna congiunta attraverso strumenti di immediato, medio e lungo termine.

E’ attualmente in fase di attuazione l'approccio “compact” con i cinque Paesi prioritari in Africa. I risultati sono al momento positivi in quanto evidenziano la disponibilità dei partner africani a cooperare anche sugli aspetti più delicati legati al tema migratorio, in primis riammissione e rimpatri. Il Consiglio Europeo dello scorso 20 e 21 ottobre ha ribadito la centralità dell'Africa nell'attuazione del nuovo quadro di partenariato della UE con i Paesi terzi nell'ambito dell'Agenda Europea sulla migrazione. A tal proposito, l'Italia opererà con determinazione affinché tale impegno sia seguito da azioni concrete, in primis in tema di finanziamento. In questo senso, i primi 500 milioni per l'attuazione dei compact con gli iniziali cinque Paesi africani (Senegal, Mali, Niger, Nigeria ed Etiopia) sono stati già aggiunti al Trust Fund per l'Africa.

Per quanto concerne il controllo della frontiera esterna UE, Il Regolamento istitutivo della Guardia di frontiera e costiera europea, che prende il posto di FRONTEX conservandone l'appellativo, è entrato in vigore lo scorso 6 ottobre. Il Regolamento impone che entro due mesi dall'adozione (7 dicembre 2016), l'Agenzia dovrà raggiungere la piena capacità di reazione rapida, sviluppo che presuppone la costituzione della riserva di almeno 1.500 uomini messi a disposizione dagli Stati membri (dei quali 125 dall'Italia e 20 dalla Rep. Ceca). Il Regolamento impone altresì che entro tre mesi (7 gennaio 2017) la nuova Agenzia sia pronta ad attuare anche le sue nuove competenze in materia di rimpatri.

Quanto all'impegno “a proseguire e a potenziare il ruolo dell'Italia nelle sedi europee quale interlocutore propositivo e propulsivo affinché il processo di integrazione europeo sia contraddistinto da nuove politiche improntate alla crescita, agli investimenti e all'occupazione, tali da imprimere una rinnovata funzione guida della Unione europea nella competizione con altri attori globali sulla scena internazionale”, anche in occasione del Consiglio europeo del giugno scorso il Governo ha tenuto una linea ambiziosa che contraddistingue ormai la posizione italiana come attore fondamentale in questa fase delicata e di transizione per l'Unione Europea. Anche grazie all'azione propositiva e propulsiva di questo Governo, fin dal Semestre di Presidenza del Consiglio dell'UE, crescita e investimenti sono sempre più al centro del dibattito europeo. In linea con quanto portato avanti sinora nelle dovute sedi istituzionali europee, il Governo ha ribadito queste priorità sia nel corso dell'ultimo Consiglio Europeo che in varie altre occasioni di incontro con i propri partner europei, come il vertice italo-franco-tedesco di Ventotene. In tale contesto, il Presidente del Consiglio ha ribadito come non ci sia la necessità di individuare nuovi progetti per la crescita, ma di porre un focus più attento su settori qualitativamente più rilevanti, con particolare attenzione ai settori ad alta intensità tecnologica come: Industria 4.0, innovazione, rinnovabili, attuazione dell'Agenda Digitale, 5G. Il rilancio del Piano Junker ha la necessità di ispirarsi ad un'impostazione più strategica orientandosi verso quei settori capaci di trainare un intero sistema produttivo. A tal proposito la possibile individuazione di aree in Europa volte ad attrarre tali settori sul modello della “Silicon Valley” con fiscalità agevolata per le aziende, rientra nella strategia proposta.

Quanto all'impegno relativo al “farsi promotore - anche in vista dei 60 anni dal Trattato di Roma - di una grande Conferenza per mettere al centro proposte in favore di una nuova governance europea, soprattutto istituzionale e costituzionale”, in questi mesi il Governo sta portando avanti con convinzione un programma ambizioso di eventi (nazionali ed europei) in vista del sessantesimo anniversario che cadrà il 25 marzo 2017. Sul piano interno di coordinamento delle Amministrazioni interessate, presso il Dipartimento per le Politiche Europee è stato istituito un tavolo con il compito di coordinare le iniziative che si stanno susseguendo in vista della ricorrenza. Sul piano esterno, il Governo ha già avviato una collaborazione con le Istituzioni europee, compreso il Trio di Presidenza e la Presidenza maltese sotto la quale cadrà l'anniversario, per preparare con la dovuta cura una grande Conferenza che, riunendo rappresentanti della società civile e delle Istituzioni europee e nazionali, permetta di riconfermare l'importanza del progetto europeo, ricordare gli indiscussi successi dell'integrazione e delineare la strada da intraprendere.

Quanto all'impegno relativo “a promuovere iniziative a livello europeo finalizzate al rafforzamento degli obiettivi di rilancio della crescita e dell'occupazione”, “a favorire l'adozione di azioni e strumenti incisivi di sostegno all'occupazione, anche mediante forme di assicurazione europea contro la disoccupazione ciclica”, “a sostenere e adottare ogni iniziativa utile per il completamento del mercato unico, e in particolare per il mercato interno dell'innovazione”, nelle Conclusioni adottate dai 28, ricordando che un'attuazione e un'applicazione migliori della normativa vigente contribuiranno ulteriormente a far fruttare i vantaggi delle ambizioni riposte dall'Europa nel mercato unico, si è deciso che il Consiglio riferirà ogni anno al Consiglio europeo di giugno sui progressi conseguiti nell'approfondimento del mercato unico.

Le Conclusioni adottate a giugno ricordano che realizzare un mercato unico più approfondito ed equo sarà fondamentale per creare nuovi posti di lavoro, promuovere la produttività e assicurare un contesto propizio agli investimenti e all'innovazione. Quest'obiettivo richiede una rinnovata attenzione in tutta Europa. Il Consiglio europeo di giugno ha chiesto che le diverse strategie, anche in materia di energia, e i diversi piani d'azione per il mercato unico proposti dalla Commissione siano completati e attuati entro il 2018.

Nel corso del vertice, il Consiglio europeo ha adottato un'agenda ambiziosa richiedendo progressi rapidi e decisi relativi a mercato unico digitale; servizi transfrontalieri; investimenti nell'economia reale proseguendo con l'agenda dell'unione dei mercati dei capitali; miglioramento della regolamentazione.

Quanto all'impegno relativo “a sostenere una politica commerciale dell'Unione europea attenta alla crescita, all'occupazione ed alla difesa degli elevati standard europei nel settore ambientale, sociale e della sicurezza dei prodotti e degli alimenti, che sia coerente con i valori fondamentali dell'azione esterna dell'Unione europea e che venga condotta in un quadro di trasparente informazione dell'opinione pubblica e di coinvolgimento dei parlamenti nazionali”, il presidente della Commissione europea ha aggiornato il Consiglio europeo circa i negoziati commerciali in corso. Al riguardo, il Consiglio europeo ha ribadito le sue precedenti conclusioni sul commercio e sul settore siderurgico. In questo contesto il Consiglio europeo ha chiesto il rapido completamento dei lavori sugli strumenti di difesa commerciale.

Quanto all'impegno relativo “ad esprimere la forte aspettativa che la Roadmap approvata dall’ECOFIN sul completamento dell'Unione bancaria non venga interpretata come un rinvio sine die dell'adozione della proposta della Commissione sullo schema per una garanzia comune dei depositi bancari, ma come una conferma del principio che iniziative per la riduzione e per la condivisione del rischio bancario debbano procedere in parallelo”, il Governo italiano ha espresso in tutte le dovute sedi l'importanza dell'adozione della proposta della Commissione sullo schema europeo di assicurazione dei depositi, sottolineando che la condivisione dei rischi è tanto più importante e necessaria proprio nel momento in cui questi rischi (significativi) sono presenti. Alla luce di questa considerazione, la posizione italiana continua ad essere quella di auspicare un avanzamento parallelo di riduzione e di condivisione dei rischi bancari. Il Governo è consapevole del fatto che i rallentamenti del negoziato sono determinati da questioni di natura strettamente tecnica (valutazioni patrimoniali dei bilanci bancari, c.d. “stress test”) ma anche da condizionamenti economici e politici, come i prossimi appuntamenti elettorali in alcuni Paesi.

Quanto all'impegno relativo “a ribadire con forza la centralità della Libia ai fini della stabilità dell'Unione europea la necessità di sostenere con convinzione il Governo di accordo nazionale (GAN), assistendolo nei propri sforzi contro il terrorismo e il traffico di esseri umani, pur nel rispetto delle sue prerogative sovrane e della necessità di garantire la ownership libica dei processi”, nelle proprie Conclusioni, il Consiglio europeo ha ribadito di essere pronto a sostenere il governo di intesa nazionale e ha invitato tutti i gruppi in Libia a collaborare con esso, quale unico governo legittimo del paese per ripristinare la stabilità, combattere il terrorismo e far fronte alla migrazione nel Mediterraneo centrale. In tale contesto, il Consiglio europeo ha quindi accolto con favore l'adozione della risoluzione 2292 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e il ruolo ampliato dell'operazione SOPHIA nel far rispettare l'embargo sulle armi nei confronti della Libia e formare la guardia costiera libica.

Per quanto concerne gli sviluppi di una Difesa europea, essa - a maggior ragione in esito alla Brexit - è al centro della Strategia Globale dell'Unione Europea, che si propone di dare nuova sostanza al concetto dell'approccio globale alla sicurezza, sia esterna che interna. In questa nuova fase di rilancio delle iniziative europee, cui forse potrebbe dare qualche impulso aggiuntivo l'incognita rappresentata dalla prossima Amministrazione statunitense, è importante il passaggio rappresentato dal Consiglio Affari Esteri (formato Difesa) del 14 novembre 2016, che ha posto sostanziali premesse per le determinazioni che assumerà il Consiglio Europeo di dicembre. Si è trattato di un progresso ancora limitato, ma di alto valore politico. Le azioni concrete individuate riguardano il rafforzamento delle capacità civili; l'irrobustimento delle strutture dedicate alla pianificazione e condotta delle missioni di natura civile, o di “capacity building” militare; un maggior coordinamento tra gli Stati membri in materia di pianificazione della difesa e sviluppo delle capacità militari. Restano in prospettiva, per resistenze nazionali, le iniziative di sviluppo della capacità di pianificazione operativa delle missioni militari, mentre è demandato ad un passaggio successivo tutto il fondamentale ambito dell'impiego delle risorse comuni per incentivare la cooperazione tra gli Stati membri e, per questa strada, aumentare il potenziale militare europeo. Si tratta, infatti, di materia rientrante tra le prerogative della Commissione europea, i cui orientamenti si stanno ancora definendo e sono attesi per la fine dell'anno.

Infine, per quanto concerne le relazioni NATO-Unione europea, di cui il Consiglio europeo, tenutosi alla presenza del Segretario Generale della NATO, ha chiesto un ulteriore rafforzamento, si segnala la firma della storica Dichiarazione congiunta al Summit NATO di Varsavia dell' 8-9 luglio, che prevede una collaborazione tra le due organizzazioni in quattro settori (minacce ibride; difesa cibernetica; esercitazioni parallele; attività marittime) di massima rilevanza per il nostro Paese. Alla riunione dei Ministri della Difesa della NATO del 26-27 ottobre, a cui ha partecipato anche l'AR/VP Mogherini, è stato dato ulteriore impulso a tale processo. L'incontro ha fatto registrare una forte convergenza sul carattere sempre più necessario ed urgente della cooperazione tra le due Organizzazioni. Il Governo si sta ora impegnando affinché si riesca ad ottenere una concreta attuazione della Dichiarazione entro l'anno, oltre a quanto già fatto in ambito NATO per il settore marittimo, dove l'Alleanza Atlantica ha deciso di affidare alla nuova Operazione di sicurezza marittima “Sea Guardian” il compito di assistenza alla citata Missione europea NAVFORMED Sophia nel settore logistico e dello scambio di informazione”.

Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

6/00251

Risoluzione

Brunetta

Assemblea

13/1/2017


I, III, V, VI, X, XIV


Impegni da assumere in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016


La risoluzione Brunetta ed altri n. 6/00251, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 27 giugno 2016, impegnava il Governo, in occasione del Consiglio europeo del 28 e del 29 giugno 2016: 1) nell'ambito delle misure per favorire occupazione, crescita e competitività:

    a) ad adottare ogni iniziativa per riequilibrare i fondamentali macroeconomici compresi gli eccessi di surplus della bilancia commerciale di alcuni Stati membri;

    b) ad aderire alla proposta annunciata dal presidente francese Hollande il 19 luglio 2015, in occasione delle celebrazioni per i 90 anni di Jacques Delors, che punta a ridare una dimensione politica all'eurozona, con un Governo e un Parlamento comuni, e ad accrescere la legittimazione democratica dell'Unione europea;

    c) ad assumere ogni opportuna iniziativa tesa a progredire nell'unione politica dell'area euro di pari passo con le unioni bancaria, economica e di bilancio;

    d) a promuovere e sostenere ogni iniziativa a livello europeo volta ad integrare la proposta di Hollande con un grande piano di investimenti, un New deal europeo, di dimensioni adeguate, approfittando dei bassi tassi di interesse e utilizzando la garanzia della Banca europea degli investimenti (Bei);

    e) a valutare la possibilità di determinare l'implementazione simultanea, in tutti i Paesi dell'eurozona, dei cosiddetti “Contractual agreements”, vale a dire accordi bilaterali tra i singoli Stati e la Commissione europea, per cui le risorse necessarie per l'avvio di riforme, volte a favorire competitività del “sistema Paese” non rientrano nel calcolo del rapporto deficit/pil ai fini del rispetto del vincolo del 3 per cento, bensì nell'alveo dei cosiddetti “fattori rilevanti” per quanto riguarda i piani di rientro definiti dalla Commissione europea per gli Stati che superano la soglia del 60 per cento nel rapporto debito/pil;

    f) a rafforzare la posizione negoziale dell'Italia, in particolare attraverso iniziative tese ad aggregare gli interessi dell'area euro mediterranea dell'Unione;

   2) in merito all'esito del referendum svoltosi nel Regno Unito:

    a) a stimolare la riflessione delle istituzioni europee in merito al risultato dello scorso 23 giugno 2016, al fine di promuovere iniziative volte a cambiare politiche che hanno dimostrato il loro fallimento in termini di crescita economica e, di conseguenza, in termini di benessere sociale, partendo dagli interventi di cui al punto 1);

    b) a promuovere in seno all'Unione europea un confronto immediato e molto concreto, salvaguardando gli interessi dell'Italia, evitando di accettare posizioni non discusse in Parlamento;

   3) nell'ambito delle misure per affrontare la crisi migratoria e dei rifugiati, ad adottare ogni iniziativa volta a promuovere un'azione incisiva a livello europeo per fronteggiare il fenomeno migratorio, sollecitando con forza un impegno fattivo e responsabile degli Stati dell'Unione europea in linea con il Migration Compact, volto a:

    a) sollecitare un intervento decisivo dell'Unione europea per potenziare i controlli alle frontiere esterne, che fornisca adeguato sostegno agli Stati membri in prima linea, attraverso l'intensificazione dei controlli di frontiera sia in mare che a terra nel Mediterraneo meridionale, sul Mar Egeo e lungo la “rotta balcanica”, anche con la creazione di una Guardia costiera e di frontiera europea;

    b) colmare le lacune nella gestione delle frontiere esterne, con particolare riferimento alle carenze nel funzionamento degli hotspot, per garantire l'identificazione, la registrazione e il rilevamento delle impronte digitali in maniera sistematica e completa, adottando misure per contrastare il rifiuto di registrazione;

    c) potenziare il sistema dei rimpatri, assicurando la ricollocazione e il rimpatrio dei migranti, e la costituzione di hotspot nei Paesi di provenienza, definendo un approccio comune europeo per la gestione del flusso dei rifugiati e dei migranti economici;

    d) offrire concretezza ed efficacia al piano d'azione Unione europea-Turchia, affinché la Turchia implementi effettivamente gli obiettivi del Piano, e valutare tutte le possibilità esistenti per assicurare: la registrazione dei migranti; una maggiore capacità di intercettazione da parte della guardia costiera turca; l'accesso dei profughi sotto protezione temporanea ai servizi pubblici, inclusi l'educazione, la sanità e l'inserimento nel mercato del lavoro; la collaborazione con Bulgaria e Grecia al fine di prevenire la migrazione irregolare lungo i confini comuni terrestri; una maggiore cooperazione per quanto riguarda la riammissione dei migranti irregolari provenienti dalla Turchia. A tal fine, valutare la possibilità di introdurre meccanismi in grado di vincolare lo stanziamento di fondi alla garanzia che la stessa Turchia rispetti i diritti umani e i termini del patto;

    e) stipulare accordi economici bilaterali da parte dell'Europa con i paesi di origine e di transito per interrompere i flussi migratori e per il rimpatrio dei clandestini, anche attraverso lo sviluppo di una politica di cooperazione volta a sostenere lo sviluppo economico e l'occupazione in questi territori;

    f) fornire aiuti economici ai Paesi di origine e di transito legati ad un'efficace lotta alla migrazione clandestina e alle organizzazioni criminali che la sostengono;

    g) contribuire a migliorare le condizioni nei campi profughi, al fine di ridurre l'elevato numero di rifugiati che tentano di sbarcare in Europa alla ricerca di condizioni di vita migliori;

    h) assicurare la ricezione da parte degli Stati membri delle minoranze religiose perseguitate;

    i) continuare a perseguire un piano di accoglienza dei profughi in tutti i paesi europei in modo proporzionato in base alle loro dimensioni, popolazione e Pil;

    j) rivedere le clausole del Regolamento di “Dublino III” per coinvolgere tutti gli Stati dell'Unione europea nella gestione dei richiedenti asilo e dei migranti che varcano i confini europei, in particolare nelle attività di accoglienza e di identificazione, superando l'attuale principio del “Paese di primo approdo”;

    k) garantire un sistema che regoli la concessione del diritto di asilo secondo standard e procedure comuni in tutti i Paesi e il coordinamento nella raccolta delle domande dei richiedenti, per permettere agli aventi diritto di raggiungere i Paesi di accoglienza in modo sicuro, prevenendo ogni abuso del sistema con la presentazione di domande di asilo multiple da parte di una sola persona;

    l) neutralizzare i mezzi degli “scafisti”, implementando le azioni volte alla distruzione e al sequestro di tutte le infrastrutture logistiche di trafficanti di esseri umani;

    m) avviare, non appena le condizioni lo consentiranno, la fase dell'operazione EUNAVFOR MED, che autorizza l'ispezione e il sequestro e la distruzione delle imbarcazioni, anche sul territorio libico, sospettate di essere utilizzate per il traffico illecito dei migranti o per la tratta di esseri umani, valutando attentamente, se ciò non fosse possibile, l'utilità del proseguimento a tempo indeterminato della attuale Fase 2.

In merito a tali impegni il Sottosegretario di Stato per le politiche e gli affari europei ha trasmesso la seguente nota:

“Quanto agli impegni al punto 1) relativo alle misure per favorire occupazione, crescita e competitività:

Nella giornata del 28 giugno, il Consiglio europeo ha dedicato una sessione al tema “Occupazione, crescita e competitività”.

L'Italia ha sostenuto la necessità di dare risposte concrete ai cittadini europei, a partire dai sensibili ambiti della crescita e dell'occupazione. A tale scopo ha ribadito l'importanza di proseguire i lavori per il completamento dell'Unione economica e monetaria, secondo lo schema tracciato dal Rapporto dei Cinque Presidenti, nella convinzione che la convergenza economica faciliti notevolmente il buon funzionamento del mercato unico, e il pieno dispiegamento del proprio potenziale di sviluppo. In questa prospettiva, resta prioritaria la piena realizzazione dell'Unione Bancaria, che, al di là della dimensione tecnica, ha un impatto rilevante sul sistema economico e quindi sulla vita dei cittadini europei, in quanto un sistema bancario solido e capace di reagire alle crisi è elemento indispensabile per la stabilità finanziaria ed una crescita di lungo periodo. Al Consiglio europeo, i Capi di Stato e di Governo hanno dichiarato la propria soddisfazione per il non facile compromesso raggiunto al Consiglio ECOFIN del 17 giugno 2016, che, come richiesto dall'Italia, rinvia al Comitato di Basilea gli approfondimenti sulla ponderazione del debito sovrano e fissa un percorso preciso per arrivare al “backstop” comune per il Meccanismo di risoluzione. Certo, l'Italia sperava in passi avanti più decisi verso l'istituzione dello Schema europeo di garanzia dei depositi (EDIS), il “pilastro” mancante di un'Unione Bancaria davvero funzionante e credibile, ma il negoziato resta aperto e, considerata la distanza delle posizioni iniziali e la forte opposizione di alcuni partner importanti, si tratta di un risultato di per sé positivo.

Con il medesimo spirito, l'Italia ha ribadito l'esigenza di dare impulso alle politiche di approfondimento del mercato unico, nelle sue diverse dimensioni, realizzando in tempi rapidi iniziative concrete che diano risultati tangibili per cittadini e imprese. Esso è il principale strumento a nostra disposizione per rafforzare la crescita e la competitività delle nostre imprese e per elevare gli standard di protezione dei diritti dei consumatori.

L'Italia ha continuato a sostenere con convinzione l'utilità del Piano Juncker, di cui risulta al momento il principale beneficiario. Non a caso l'impegno profuso nella sua attuazione è stato riconosciuto anche dalla Commissione - che nella sua comunicazione del 1 giugno ha lodato il dinamismo italiano ed il ruolo particolarmente positivo giocato della Cassa depositi e prestiti. Il Governo ha pertanto sostenuto la proposta di estendere la durata e le risorse del piano, ricordando al contempo l'esigenza che i fondi siano indirizzati verso progetti a più elevata rischiosità rispetto ai progetti normalmente finanziati dalla BEI. Il Piano Juncker e la clausola degli investimenti prevista dal Patto di Stabilità e Crescita sono misure che il Governo considera passi importanti nella giusta direzione.

Quanto agli impegni al punto 2) in merito all'esito del referendum svoltosi nel Regno Unito:

Il Consiglio europeo del 28 e 29 giugno ha dedicato due momenti distinti (a 28 Stati membri e poi a 27 Stati Membri) al tema centrale del “Brexit”, sul quale ha poi adottato una dichiarazione a 27 Stati membri. Esso ha infatti rappresentato il momento per un primo scambio di vedute tra Capi di Stato e di Governo all'indomani del referendum.

Come poi ribadito durante il vertice di Ventotene, il Presidente del Consiglio ha sottolineato l'importanza di iniziative concrete basate su valori fondanti per dare nuovo slancio al consolidamento e al sentimento di coesione all'interno dell'Unione Europea. Alla luce del risultato del referendum britannico, il Governo ribadisce la necessità di rivedere le modalità attraverso le quali le istituzioni europee comunicano il proprio operato. In linea con gli atti d'indirizzo approvati dalla Camera dei Deputati il 27 giugno, anche in questa occasione il Governo si è fatto portatore dell'esigenza di migliorare la capacità delle istituzioni europee di comunicare ai cittadini l'Europa e il proprio operato, andando al di là del mero linguaggio fattuale.

Anche in occasione del Consiglio europeo di giugno, l'Italia ha svolto il ruolo di attore fondamentale in questa fase delicata e di transizione per l'Unione Europea. Grazie all'azione propositiva e in rispetto delle dinamiche delle istituzioni europee, questo Governo ha più volte portato sul tavolo delle trattative proposte volte non solo a salvaguardare gli interessi dell'Italia in Europa, ma a favorire azioni congiunte che potessero dare uno slancio agli interessi di tutti gli Stati membri.

Quanto agli impegni al punto 3) nell'ambito delle misure per affrontare la crisi migratoria e dei rifugiati, finalizzati ad adottare ogni iniziativa volta a promuovere un'azione incisiva a livello europeo per fronteggiare il fenomeno migratorio, sollecitando con forza un impegno fattivo e responsabile degli Stati dell'Unione europea in linea con il Migration Compact:

Grazie al contributo italiano, il Consiglio Europeo ha approvato un testo di conclusioni che identifica un passo avanti significativo sul tema delle migrazioni, facendo propria l'impostazione avanzata dal governo italiano sul Migration Compact.

Il testo, che il nostro Paese ha contribuito a rafforzare nel processo negoziale propedeutico alla sua adozione, contiene indicazioni operative precise. Viene dato mandato all'Alto Rappresentante, in qualità di Vice Presidente della Commissione, di applicare il nuovo approccio con l'obiettivo di concludere i primi Compact con i paesi prioritari entro la fine di quest'anno. Si indica l'obiettivo di aumentare i rimpatri e le riammissioni dei migranti economici come riferimento della cooperazione con i Paesi terzi. Vi è l'impegno a mobilitare tutti gli strumenti di finanziamento possibili a sostegno di questo approccio, invitando il Consiglio ad esaminare rapidamente le proposte presentate in questo ambito dalla Commissione, incluso il Piano di Investimenti Esterno, e l'iniziativa della BEI. Viene, inoltre, assicurato un monitoraggio costante da parte di Consiglio e Commissione sull'attuazione della strategia, su cui il Consiglio Europeo dovrà essere tenuto aggiornato. In sintesi, viene istituzionalizzata in maniera coerente l'azione esterna che l'Unione dovrà dispiegare per intervenire sull'origine del fenomeno strutturale delle migrazioni, attraverso strumenti di immediato e lungo periodo.

È attualmente in fase di attuazione l'approccio “compact” con i cinque Paesi prioritari in Africa. I risultati sono al momento positivi in quanto evidenziano la disponibilità dei partner africani a cooperare anche sugli aspetti più delicati legati al tema migratorio, in primis riammissione e rimpatri.

Come sottolineato dal Presidente Renzi in conferenza stampa, questo risultato di un approccio comune sulle migrazioni è stato raggiunto attraverso uno sforzo costante promosso dall'Italia, che ha consentito, a piccoli passi, di far approvare dal Consiglio Europeo un approccio comune dell'UE che fino a poco più di un anno fa solo il nostro Paese sosteneva. Un risultato su cui ora occorre continuare a costruire per rendere operativa la strategia e assicurare che essa sia dotata di tutti gli strumenti previsti, inclusi gli aspetti finanziari”.


Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

6/00255

Risoluzione

Artini

Assemblea

13/1/2017


I, III, IV, V, X, XIV


Impegni da assumere in vista del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2016


La risoluzione Artini ed altri n. 6/00255, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 27 giugno 2016, impegnava il Governo, in occasione del Consiglio europeo del 28 e del 29 giugno 2016: per quanto riguarda la situazione del Regno Unito, a proporre una riforma dell'attuale modello di governance dell'Unione europea, ora incentrato sugli accordi intergovernativi e sull'attribuzione quasi esclusiva del diritto di iniziativa legislativa all'organo esecutivo ovvero la Commissione europea; a valutare la predisposizione di un programma di sostegno per i lavoratori europei, con particolare attenzione ai nostri connazionali nel Regno Unito, che dovessero essere costretti a rientrare permanentemente nei loro Paesi di origine a causa di misure adottate dal governo britannico conseguentemente all'uscita del Regno Unito dall'Unione europea.

   Per quanto riguarda la crisi migratoria, la risoluzione in oggetto impegnava l'esecutivo: ad assumere iniziative per utilizzare, potenziare ed estendere il mandato, le risorse e le capacità dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea, al fine di ottenere il miglior coordinamento ed efficacia dell'azione di controllo e sorveglianza; a promuovere con forza l'istituzione di “uffici per le migrazioni” in paesi di transito quali Sudan, Ciad, Niger, Tunisia, Egitto e Libano; a proporre l'avvio di programmi di lingua e prima formazione, nonché di programmi di formazione professionale obbligatoria, finanziati con fondi appositi dall'Unione europea, per tutti i migranti accolti come rifugiati sul territorio comunitario, volta a favorirne una integrazione qualificata nel tessuto sociale europeo; a chiedere nelle sedi europee che venga assicurata la disponibilità del Governo turco a consentire l'ingresso in Turchia dei profughi siriani in fuga dal conflitto e ad accoglierli in appositi campi dove possano ricevere adeguati aiuti umanitari.

Per quanto concerne i rapporti con la Nato, la risoluzione impegnava l'esecutivo: a ribadire con forza l'esigenza di proseguire nello sviluppo di una chiara e forte politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea;  a promuovere lo sviluppo di una struttura di difesa europea, sostenuta da adeguati strumenti normativi e tecnici, adatti anche a far fronte alle minacce di tipo ibrido, che consenta all'Unione europea di rafforzare la propria politica estera e di sicurezza.

In merito a tali impegni il Sottosegretario di Stato per le politiche e gli affari europei ha trasmesso la seguente nota:

“Quanto gli impegni relativi alla situazione del Regno Unito, e in vista delle celebrazioni del 25 marzo 2017 per i sessant'anni dei Trattati di Roma, l'Italia intende rilanciare il progetto europeo con un messaggio dai forti contenuti ideali in vista di riforme che dovrebbero rendere l'Unione più attenta alle esigenze dei propri cittadini e, in particolare, maggiormente orientata alla crescita, capace di gestire efficacemente il fenomeno migratorio e con strumenti comuni per garantire ancora meglio la sicurezza esterna ed interna.

Relativamente ai connazionali nel Regno Unito, il Governo italiano è intervenuto più volte con il Governo britannico per assicurare che il risultato del referendum britannico non abbia nessuna conseguenza sui cittadini UE fino all'effettivo recesso del Regno Unito dall'UE. Inoltre, una volta consumata l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione, il Governo italiano intende assicurare ai connazionali che siano già residenti nel Regno Unito la garanzia dei diritti acquisiti a condizioni di reciprocità con quelli britannici in Italia. In questo senso si sono espressi il Presidente del Consiglio italiano e la Primo Ministro britannica in occasione dell'incontro di Roma del 27 luglio scorso.

Quanto agli impegni relativi alla crisi migratoria, grazie al contributo italiano il Consiglio Europeo ha approvato un testo di Conclusioni che identifica un passo avanti significativo sul tema delle migrazioni, facendo propria l'impostazione avanzata dal Governo italiano sul Migration Compact. Il testo, che il nostro Paese ha contribuito a rafforzare nel processo negoziale di preparazione, contiene indicazioni operative precise. Viene dato mandato all'Alto Rappresentante, in qualità di Vice Presidente della Commissione, di applicare il nuovo approccio con l'obiettivo di concludere i primi Compact con i paesi prioritari entro la fine di quest'anno. Si indica l'obiettivo di aumentare i rimpatri e le riammissioni dei migranti economici come riferimento della cooperazione con i paesi terzi. Vi è l'impegno a mobilitare tutti gli strumenti di finanziamento possibili a sostegno di questo approccio, invitando il Consiglio ad esaminare rapidamente le proposte presentate in questo ambito dalla Commissione, incluso il Piano di Investimenti Esterno, e l'iniziativa della BEI. Viene, inoltre, assicurato un monitoraggio costante da parte di Consiglio e Commissione sull'attuazione della strategia, su cui il Consiglio Europeo dovrà essere tenuto aggiornato. In sintesi, viene istituzionalizzata in maniera coerente l'azione esterna che l'Unione dovrà dispiegare per intervenire sull'origine del fenomeno strutturale delle migrazioni, attraverso strumenti di immediato e lungo periodo.

E’ attualmente in fase di attuazione l'approccio “compact” con i cinque Paesi prioritari in Africa. I risultati sono al momento positivi in quanto evidenziano la disponibilità dei partner africani a cooperare anche sugli aspetti più delicati legati al tema migratorio, in primis riammissione e rimpatri.

Per quanto concerne il controllo della frontiera esterna UE, il Regolamento istitutivo della Guardia di frontiera e costiera europea, che prende il posto di FRONTEX conservandone l'appellativo, è entrato in vigore lo scorso 6 ottobre. Il Regolamento impone che entro due mesi dall'adozione (7 dicembre 2016), l'Agenzia dovrà raggiungere la piena capacità di reazione rapida, sviluppo che presuppone la costituzione della riserva di almeno 1.500 uomini messi a disposizione dagli Stati membri (dei quali 125 dall'Italia e 20 dalla Rep. Ceca). Il Regolamento impone altresì che entro tre mesi (7 gennaio 2017) la nuova Agenzia sia pronta ad attuare anche le sue nuove competenze in materia di rimpatri. Come sottolineato dal Presidente Renzi in conferenza stampa, questo risultato di un approccio comune sulle migrazioni è stato raggiunto attraverso uno sforzo costante promosso dall'Italia, che ha consentito, a piccoli passi, di far approvare dal Consiglio Europeo un approccio comune dell'UE che fino a poco più di un anno fa solo il nostro Paese sosteneva. Un risultato su cui ora occorre continuare a costruire per rendere operativa la strategia e assicurare che essa sia dotata di tutti gli strumenti previsti, inclusi gli aspetti finanziari.

Per quanto concerne gli sviluppi di una Difesa europea, essa - a maggior ragione in esito alla Brexit - è al centro della Strategia Globale dell'Unione Europea, che si propone di dare nuova sostanza al concetto dell'approccio globale alla sicurezza, sia esterna che interna. In questa nuova fase di rilancio delle iniziative europee, cui forse potrebbe dare qualche impulso aggiuntivo l'incognita rappresentata dalla prossima Amministrazione statunitense, è importante il passaggio rappresentato dal Consiglio Affari Esteri (formato Difesa) del 14 novembre 2016, che ha posto sostanziali premesse per le determinazioni che assumerà il Consiglio Europeo di dicembre. Si è trattato di un progresso ancora limitato, ma di alto valore politico. Le azioni concrete individuate riguardano il rafforzamento delle capacità civili; l'irrobustimento delle strutture dedicate alla pianificazione e condotta delle missioni di natura civile, o di “capacity building” militare: un maggior coordinamento tra gli Stati membri in materia di pianificazione della difesa e sviluppo delle capacità militari. Restano in prospettiva, per resistenze nazionali, le iniziative di sviluppo della capacità di pianificazione operativa delle missioni militari, mentre è demandato ad un passaggio successivo tutto il fondamentale ambito dell'impiego delle risorse comuni per incentivare la cooperazione tra gli Stati membri e, per questa strada, aumentare il potenziale militare europeo. Si tratta, infatti, di materia rientrante tra le prerogative della Commissione europea, i cui orientamenti si stanno ancora definendo e sono attesi per la fine dell'anno.

Quanto poi agli impegni relativi ai rapporti con la Nato, il Governo italiano si sta impegnando per sviluppare una cooperazione NATO-UE. Un primo risultato si è avuto con la storica firma di una Dichiarazione congiunta NATO-UE in occasione del Vertice NATO di Varsavia dell'8-9 luglio, tra il Segretario Generale della NATO, il Presidente della Commissione europea ed il Presidente del Parlamento UE. Essa prevede quattro settori di cooperazione tra le due Organizzazioni (minacce ibride; difesa cibernetica, esercitazioni; attività marittime), le quali stanno ora provvedendo ad una rapida attuazione degli impegni presi, auspicabilmente entro dicembre.

Inoltre, il Governo sta promuovendo in seno all'Alleanza Atlantica le proposte italiane per lo sviluppo di una politica estera e di sicurezza europea, contribuendo ad assicurare standard di trasparenza sul processo nei confronti degli Alleati “non-UE”. Alla Ministeriale Difesa della NATO di ottobre, a cui ha partecipato anche l'AR/VP Mogherini, si sono cominciati a raccogliere i primi frutti del lavoro svolto, essendosi registrata una forte convergenza sul carattere sempre più necessario ed urgente della collaborazione fra le due Organizzazioni.

L'obiettivo perseguito è stato innanzitutto quello di convincere la NATO e gli Alleati “non- UE” che il progetto di difesa europea non intende sovrapporsi alla Alleanza, né creare inutili duplicazioni, quanto piuttosto rafforzare le capacità della NATO e sviluppare un necessario approccio strategico condiviso alle crisi, con ruoli complementari”.


Ministero della difesa



Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/3953/6

Ordine del giorno

Frusone

Assemblea

20/1/2017


IV


Informativa al Parlamento circa le intese intercorse con le autorità irachene in merito al dispiegamento di un contingente italiano a protezione del cantiere e del personale italiano che opera al consolidamento della diga di Mosul e in merito allo status riconosciuto a tale contingente


L'ordine del giorno Frusone n. 9/3953/6, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 6 luglio 2016, impegnava l'esecutivo ad informare il Parlamento circa le intese intercorse con le autorità irachene circa il dispiegamento del contingente italiano a protezione del cantiere e del personale italiano che opera al consolidamento della diga di Mosul e sullo status riconosciuto a tale contingente.

In merito a tale impegno il Ministero della difesa ha trasmesso la seguente nota:

“Il Governo italiano, ed il Ministero della difesa in particolare, sulla base degli accordi assunti in sede internazionale, tempestivamente riferiti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato, nella seduta dell'8 giugno 2016, ha avviato a suo tempo - in pieno coordinamento con la Coalizione internazionale e le Autorità governative irachene - lo schieramento del dispositivo di sicurezza realizzato dalle nostre Forze armate a protezione del cantiere e del personale italiano che opera al consolidamento della diga di Mosul.

Lo schieramento in questa zona si è reso necessario, pertanto, per corrispondere ad una richiesta della leadership della Coalizione internazionale, dovuta alla notevolissima importanza strategica che la diga di Mosul riveste. Un ipotetico crollo, infatti, o peggio ancora una sua eventuale caduta nelle mani dei terroristi, avrebbe delle conseguenze disastrose sull'intera regione.

Il contingente nazionale (circa 500 unità) è articolato su unità di manovra, su una componente logistica e su assetti specialistici, ed è schierato in una Forward operating Base costruita ad hoc a spese della ditta TREVI.

Il nostro contributo, come sopra sinteticamente descritto, opera come dispositivo integrato nella struttura di sicurezza già posta in essere dalle Autorità governative irachene, e consentirà lo svolgimento dei lavori in sicurezza contribuendo, in tal modo, a prevenire una crisi di dimensioni tali da incidere negativamente sulla stabilità politica e sociale del Paese, a vantaggio del DAESH e dei gruppi terroristici ad esso affiliati.

Per quanto concerne gli accordi con le diverse componenti che garantiscono sul posto la sorveglianza e vigilanza, a seguito di numerosi incontri tenutisi sia con le Autorità militari insistenti presso il sedime della Difesa, sia con il Comando della Coalizione internazionale in Erbil (CJOC), sono state definite intese che definiscono compiti e responsabilità dei vari attori coinvolti nella difesa dell'area.

Per quanto concerne lo status del personale italiano, si rappresenta che tramite scambio di Note verbali, il Governo Iracheno ha autorizzato l'ingresso, il trasporto delle armi e lo stanziamento del contingente italiano nel territorio della Repubblica dell'Iraq e ha garantito il riconoscimento dello status diplomatico ai militari italiani dispiegati a protezione dei lavori di manutenzione presso la diga di Mosul”.



Ministero dell'interno



Tipo atto e

Numero

Primo

firmatario

Sede

esame

Data

annuncio

Comm.

Comp.

Oggetto

9/3262/5

Ordine del giorno

Kronbichler

Assemblea

13/1/2017


I


Opportunità di una revisione del sistema organizzativo del Dipartimento dei Vigili del fuoco


L'ordine del giorno Kronbichler ed altri n. 9/3262/5, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 4 agosto 2015, impegnava l'esecutivo: ad una revisione su tutto il territorio nazionale del sistema organizzativo e della dislocazione delle sedi del Dipartimento dei Vigili del fuoco, in grado di garantire il mantenimento dei livelli minimi di sicurezza; a raccomandare ai Vigili del fuoco l'immediata soluzione delle emergenze relative alla Toscana, in particolare dei problemi delle sedi di Calenzano, Barberino del Mugello ed Empoli, e a prevedere, in tempi che tengano conto delle crescente frequenza di eventi calamitosi, se necessario anche in concorso con l'amministrazione locale, l'insediamento di un Comando a San Casciano Val di Pesa.

In merito a tale impegno il Ministero dell'interno ha trasmesso la seguente nota:

“Al fine di ottimizzare le risorse esistenti e razionalizzare il funzionamento delle strutture, questo Ministero ha predisposto, a legislazione vigente e con riduzione di spesa, un progetto di riordino delle strutture centrali e territoriali del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Il progetto, partendo dalle esigenze del territorio, ha ridefinito la mappatura delle sedi (centrali e distaccate), riclassificandole in base ad indicatori riconducibili al rischio territoriale, alla popolazione, all'estensione territoriale, allo sviluppo industriale e commerciale.

L'analisi, effettuata sulla base di dati oggettivi, ha consentito di bilanciare nel miglior modo possibile la distribuzione del personale nei vari Comandi provinciali, garantendo le esigenze di sicurezza e tutela di tutti i territori.

Con decreto del Ministro dell'Interno del 30 aprile 2015, n. 103, adottato di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze e con il Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, sono state rimodulate, anche sulla base delle intervenute variazioni legislative, le dotazioni organiche di cui alla tabella A allegata al decreto 13 ottobre2005, n. 217.

Con successivo decreto del Ministro dell'Interno del 31 luglio 2015 è stata effettuata la ripartizione delle dotazione organiche del personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e la revisione complessiva dei distaccamenti, dei reparti e nuclei speciali e dei presidi antincendio presso gli Organi costituzionali.

Infine, con decreto del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco del 3 agosto 2015 si è provveduto, ferma restando la dotazione organica complessiva dei Comandi provinciali dei Vigili del Fuoco, alla ripartizione della dotazione organica del personale operativo non specialista, appartenente al ruolo dei Vigili del Fuoco e al ruolo dei capi squadra e dei capi reparto, tra i distaccamenti permanenti dei medesimi Comandi.

Si rappresenta, inoltre, che il dispositivo di soccorso dei Vigili del Fuoco viene articolato nei territori non in maniera rigida, in quanto può essere temporaneamente rimodulato dai Comandanti provinciali, responsabili dell'organizzazione dei servizi di soccorso pubblico, in presenza di motivate esigenze territoriali.

In merito alle località richiamate nell'Ordine del giorno in oggetto, si evidenzia quanto segue.

Il distaccamento dei Vigili del Fuoco di Calenzano e quello di Barberino del Mugello sono tuttora classificati “Sede distaccata riclassificata (SDR) senza organico”.

Nel progetto “Soccorso Italia in venti minuti” nel Comune di San Casciano in Val di Pesa, era stata ipotizzata l'attivazione di un presidio permanente e l'Amministrazione locale, nel 2014, segnalava a questo Ministero l'intenzione di sostenere l'istituzione di un distaccamento dei Vigili del Fuoco in quel territorio. Tuttavia, pur in considerazione del processo di razionalizzazione della spesa pubblica intrapreso negli ultimi anni, è in corso di verifica l'ipotesi d'istituzione di un distaccamento volontario.

Relativamente alle problematiche segnalate con riferimento al distaccamento permanente di Empoli, si precisa che la nuova ripartizione della dotazione organica ha rimodulato la presenza delle figure di Capo Reparto, assegnando tuttavia un maggior numero di Vigili permanenti”.

Elenco dei deputati primi firmatari degli atti cui sono riferite le note di attuazione annunciate al 31 gennaio 2017



Primo firmatario

Tipo di Atto

Numero

Pag.

On.

Artini

Risoluzione

6/00255

42

On.

Baldelli

Risoluzione

6/00260

29

On.

Brignone

Mozione

1/01366

29

On.

Brunetta

Mozione

1/01367

29

On.

Brunetta

Risoluzione

6/00251

38

On.

Frusone

Ordine del giorno

9/3953/6

46

On.

Kronbichler

Ordine del giorno

9/3262/5

48

On.

Palese

Mozione

1/01362

29

On.

Rampelli

Mozione

1/01344

29

On.

Rosato

Mozione

1/01360

29

On.

Rosato

Risoluzione

6/00248

32

On.

Saltamartini

Mozione

1/01361

29

On.

Terzoni

Mozione

1/01358

29

On.

Zaratti

Mozione

1/01359

29



















Sezione III

RELAZIONI AL PARLAMENTO E ALTRI ADEMPIMENTI DA OBBLIGO DI LEGGE

























La sezione tratta della trasmissione al Parlamento da parte del Governo e di altri soggetti (regioni, autorità amministrative indipendenti, ecc.) delle relazioni previste dalle norme vigenti che sono pervenute nel periodo in esame. Conclude la sezione l’indicazione delle nuove relazioni ove introdotte da disposizioni pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel periodo considerato.

L’attività di monitoraggio delle relazioni al Parlamento


Nell'ambito della propria competenza per la verifica dell'adempimento da parte del Governo degli obblighi di legge nei confronti del Parlamento, il Servizio per il controllo parlamentare effettua il monitoraggio delle relazioni che la Presidenza del Consiglio dei ministri e i diversi Dicasteri devono trasmettere periodicamente al Parlamento in conformità di quanto stabilito dalle vigenti disposizioni legislative; nella prassi, tale verifica è stata estesa anche ad altri soggetti non governativi.

A tale fine, il Servizio cura una banca dati che viene aggiornata sia attraverso la registrazione delle relazioni di volta in volta trasmesse ed annunciate nel corso delle sedute dell’Assemblea, riscontrabili nell’Allegato A al resoconto della relativa seduta, sia mediante l’individuazione degli obblighi previsti da norme di nuova introduzione, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale. L’aggiornamento si completa con l’accertamento delle relazioni per le quali l’obbligo di trasmissione sia venuto meno a seguito dell’abrogazione della norma istitutiva, ovvero sia da ritenersi - per le più diverse ragioni - superato o, comunque, non più attuale o rilevante alla luce della situazione di fatto (ad esempio, una relazione che abbia ad oggetto programmi o interventi ormai completati o esauriti senza che la norma che prevede la relazione stessa sia stata esplicitamente abrogata). Ciò nell’ottica di contribuire, da una parte ad una focalizzazione degli obblighi residui e, dall'altra ad un superamento di tutto il superfluo, per favorire il processo di semplificazione normativa.

Nella presente Sezione si dà dunque conto delle risultanze dell’attività di monitoraggio circoscritta alla sola indicazione delle relazioni trasmesse nel periodo considerato dalla pubblicazione, nonché degli eventuali obblighi di nuova introduzione.

Al fine di definire un quadro complessivo degli adempimenti vigenti quanto più corretto ed esaustivo, il Servizio per il controllo parlamentare intrattiene costanti contatti con i competenti uffici interni alle amministrazioni (governative e non) anche attraverso la predisposizione e l’invio di schede informative contenenti l’elenco delle relazioni a carico di ciascun presentatore. Per ogni relazione, vengono indicati la norma istitutiva dell’obbligo, l’argomento, la frequenza della trasmissione (con la data entro la quale si aspetta il prossimo invio), nonché le informazioni sull’ultima relazione inviata. In una distinta sezione di ogni scheda vengono, inoltre, elencate le relazioni la cui trasmissione risulti in ritardo rispetto alla scadenza prevista e di cui pertanto si sollecita la trasmissione al Parlamento.

Tali schede vengono contestualmente inviate anche alle Commissioni parlamentari competenti per materia, con l’intento di fornire uno strumento di agevole consultazione che consenta da un lato ad ogni Ministero di essere al corrente dell’esito delle verifiche effettuate dal Servizio per il controllo parlamentare e, dall’altro, di informare i parlamentari dello stato di adempimento degli obblighi.

In evidenza a gennaio 2017


Nell'ambito delle relazioni annunciate nel mese di gennaio 2017 si segnala in primo luogo, sia in quanto costituisce il primo adempimento dell'obbligo, sia in quanto interviene in ritardo rispetto al previsto termine di trasmissione, la relazione trasmessa dalla Ministra per i rapporti con il Parlamento concernente l'attività svolta sulla base dei poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, con dati relativi al periodo compreso tra il 3 ottobre 2014 e il 30 giugno 2016 (Doc. CCXLIX, n. 1).

La relazione in oggetto è prevista dall'articolo 3-bis del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, recante “Norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni”. Detto provvedimento è intervenuto sulla disciplina della cosiddetta golden share, riformulando l’ambito oggettivo e soggettivo, la tipologia, le condizioni e le procedure di esercizio dei poteri speciali dello Stato sulle società operanti nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché in taluni ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, con l'obiettivo di rendere compatibile la disciplina nazionale previgente con la normativa europea.

L'articolo 3-bis del decreto-legge n. 21 del 2012 dispone che, entro il 30 giugno di ogni anno (a decorrere dall’anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto stesso), il Presidente del Consiglio dei Ministri trasmetta alle Camere una relazione sull’attività svolta sulla base dei poteri speciali conferiti al Governo sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, con particolare riferimento ai casi specifici e agli interessi pubblici che ne hanno motivato l’esercizio.

Il documento in esame, suddiviso in nove Capi, riferisce, in particolare, sull’attività svolta sulla base dei poteri attribuiti e sui risultati conseguiti dall’avvio formale delle attività, avvenuto il 3 ottobre 20142, fino al 30 giugno 2016.

Il Capo I ricostruisce il contesto normativo e istituzionale di riferimento e dà conto in particolare degli atti normativi finalizzati all'attuazione del decreto-legge n. 213 4.

Il Capo II descrive le azioni intraprese e le finalità a esse sottese, sottolineando come l’afflusso di capitali stranieri costituisca un fattore moltiplicatore per la competitività delle imprese italiane nei mercati internazionali, in un contesto d'incertezza sull’andamento della domanda interna. Per tale ragione, l’esercizio dei poteri speciali ha mirato a salvaguardare le dinamiche di mercato, foriere di efficienza produttiva e allocativa, assicurando al contempo continuità alla protezione degli assetti strategici nazionali rispetto a manovre acquisitive finalizzate a sottrarre all'Italia tecnologie e know-how industriale e commerciale.

La relazione sottolinea che l’azione del Governo è stata condotta mediante le attività di analisi e verifica del Comitato di coordinamento in una logica di supporto informativo, ai fini della valutazione dell’adozione o meno degli strumenti interdittivi disciplinati dal decreto-legge n. 21 del 2012. Essa è stata indirizzata in particolare a verificare: 1) le partecipazioni al capitale sociale di società nazionali, con particolare riguardo ai mutamenti nei rapporti di governance e nelle politiche aziendali suscettibili di arrecare pregiudizio agli interessi nazionali; 2) le acquisizioni da parte di compagini societarie estere, tali da implicare possibili forme di condizionamento o destabilizzazione della normale gestione aziendale; 3) i trasferimenti oltre confine dei centri decisionali di imprese italiane, nonché le delocalizzazioni totali o parziali della produzione; 4) gli investimenti esteri verso i segmenti delle infrastrutture (energia, trasporti e telecomunicazioni); 5) le joint venture finalizzate ad attuare investimenti congiunti all’estero in settori ad alta tecnologia, in particolare nei settori dell’energia e delle comunicazioni, suscettibili di comportare la perdita di know-how a beneficio del socio straniero agevolandolo nell’accesso ai mercati.

La relazione evidenzia come il Governo abbia dato piena attuazione alla nuova disciplina in tutti i settori di intervento, affrontando e decidendo tutti i casi sottoposti al suo esame che hanno riguardato non solo società pubbliche ma anche private, che svolgano attività ritenute di rilevanza strategica. Una tabella contenuta nel suddetto Capo II enumera singolarmente tutti i casi esaminati5.

Il Capo III illustra mediante appositi grafici dati numerici relativi agli specifici settori di intervento.

Il Capo IV riassume gli elementi fondanti e gli esiti di ciascuna procedura, mentre il Capo V riferisce in merito a due casi esaminati l'uno del 2013 e l'altro nel 2014, prima che fosse costituito il Comitato di coordinamento interministeriale.

Il Capo VI riassume le finalità sottese all'azione del Governo. Al riguardo, la relazione rileva che le realtà aziendali nei settori della difesa e della sicurezza si presentano abbastanza consistenti e variegate, possedendo (indipendentemente dalla loro dimensione) know-how ed esclusive che costituiscono dei patrimoni di inestimabile valore economico e sociale.

Il documento osserva che, per garantire appieno l’autonomia e la neutralità di tali settori, occorre preservarli dalle azioni della concorrenza e favorire, nel contempo, un costante flusso di investimenti e capitali. In merito si evidenzia che, sul piano normativo, il quadro dei poteri speciali appare abbastanza articolato e completo; tuttavia, il meccanismo previsto dal legislatore attraverso il decreto legge n. 21 del 2012 spesso opera in maniera tardiva, solo a seguito di decisioni già programmate o assunte dalle aziende, che però incidono profondamente sulla difesa e sulla sicurezza nazionale, risultando perciò sensibili e di importanza strategica.

La relazione auspica quindi che - mediante una forte e coesa strategia interministeriale coordinata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, da realizzare tramite un meccanismo che operi in un’ottica unitaria e in aderenza alle politiche governative - possano essere indirizzate e accompagnate le scelte più importanti della vita delle aziende interessate dalla normativa di cui al decreto-legge n. 21. In tal modo, l’applicazione dei poteri speciali dovrebbe collocarsi solo a valle del suddetto modello organizzativo, divenendo una conseguenza di carattere formale degli indirizzi e delle decisioni già preventivamente pianificati.

Il Capo VII è suddiviso in due lettere. La lettera a) riporta le valutazioni svolte circa la compatibilità delle disposizioni del decreto-legge n. 21 del 2012 sull’esercizio dei poteri speciali con quelle contenute nella legge n. 185 del 1990 sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento.

Detto approfondimento è stato svolto in relazione ai casi, notificati dalla società Finmeccanica S.p.a., relativi alla concessione di licenze a favore di società controllate esterne all’Unione Europea per l’uso di know-how aziendale e per la produzione e vendita di componenti di armamento. Secondo la relazione, le suddette previsioni normative, tutelando differenti interessi giuridici, non presentano elementi di sovrapposizione e contrasto reciproco.

La lettera b) riferisce in merito alla Procedura d’infrazione 2009/2255, aperta con riferimento alla normativa in materia di poteri speciali del Governo nei confronti di determinate imprese, per la salvaguardia di interessi nazionali, stabilita dalla disciplina allora prevista dal decreto-legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474, e successive modificazioni, in quanto ritenuta lesiva della libertà di stabilimento e della libera circolazione dei capitali garantite dal Trattato UE. A seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 21, la Commissione europea nel 2012 ha ufficialmente sospeso il deposito del ricorso dinanzi alla Corte di giustizia. In seguito, con riferimento alla nuova normativa, sono stati forniti chiarimenti su questioni oggetto di specifiche richieste informali della Commissione europea (Direzione Mercato interno) sulle quali è ancora in corso attività istruttoria. Ad oggi la procedura d’infrazione ancora non è stata formalmente archiviata, pur non destando, secondo quanto riferito, particolare preoccupazione.

Il Capo VIII è suddiviso in due numeri. Al numero 1 si osserva che, al fine di facilitare la condivisione dei documenti fra i componenti del Comitato di coordinamento, è stata avviata la creazione di una piattaforma informatica relativa a un sistema di gestione documentale e archiviazione digitale. Al numero 2 il documento formula proposte volte a potenziare il nucleo specializzato dedicato al monitoraggio dei “settori rilevanti” per anticipare e istruire i singoli casi, rafforzando a tal fine le strutture tecniche che si occupano della materia, anche attraverso personale specializzato proveniente dalle amministrazioni con competenze nei diversi settori interessati. Tale nucleo dovrebbe coordinare l'istruttoria relativa alle scelte del Governo in materia di privatizzazioni, crisi industriali e politiche infrastrutturali, che possono implicare l'esercizio della Golden Power.

Il Capo IX, infine, nella prima parte segnala la difficoltà di operare su un piano esclusivamente nazionale e i limiti determinati dalla mancanza di una politica industriale comune, evidenziando criticità in merito all'interpretazione delle norme comunitarie sulle concentrazioni.

Il documento si sofferma quindi sull’evoluzione del fenomeno delle acquisizioni di quote di controllo di imprese italiane da parte di società estere, riportando al riguardo dati contenuti in una indagine Mediobanca – Unioncamere, dai quali emerge che nel periodo 2004-2013 la quota di medie imprese italiane sotto controllo estero è cresciuta dal 28,5 al 36,2 per cento. Per le industrie manifatturiere, nello stesso periodo, la percentuale è salita dal 14,3 al 26,7 per cento. Il fenomeno è proseguito nel periodo 2014-2016, coinvolgendo molte medie e grandi imprese italiane. In proposito si ricordano le vicende relative a importanti gruppi italiani, segnalando come non si registri una capacità di acquisizione comparabile di aziende estere da parte di investitori italiani. Conclusivamente sono illustrati alcuni recenti sviluppi di ordinamenti statuali operanti in ambito comunitario nei quali sono state assunte iniziative volte a garantire il controllo societario da parte di soci appartenenti all'Unione europea.

Per quanto attiene alla previsione di nuovi obblighi, si segnala che la legge 21 dicembre 2016, n. 2466, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012”, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dall'attuazione della legge stessa. Il comma 2 prevede che il Ministro dell'interno provveda, ai sensi dell’articolo 17, comma 12, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, al monitoraggio di tali oneri e riferisca in merito al Ministro dell’economia e delle finanze. Nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, la norma dispone che il Ministro dell’economia e delle finanze, sentito il Ministro dell’interno, provveda con proprio decreto alla riduzione, nella misura necessaria alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall’attività di monitoraggio, delle dotazioni finanziarie destinate alle spese di missione e di formazione nell’ambito del programma “Contrasto al crimine, tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica” e, comunque, della missione “Ordine pubblico e sicurezza” dello stato di previsione del Ministero dell’interno. La norma precisa che si intendono corrispondentemente ridotti, per il medesimo anno, di un ammontare pari all’importo dello scostamento, i limiti di cui all’articolo 6, commi 12 e 13, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

Il comma 3 dell'articolo 3 stabilisce, infine, che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all’adozione delle misure di cui al comma 2.

Obblighi di relazione di analogo tenore sono stati introdotti, rispettivamente, dall'articolo 3, comma 3, della legge 21 dicembre 2016, n. 2477, concernente “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l’8 luglio 2013”, dall'articolo 3, comma 2, della legge 21 dicembre 2016, n. 2498, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014”, dall'articolo 3, comma 3, della legge 21 dicembre 2016, n. 2509, recante “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012”, dall'articolo 3, comma 3, della legge 21 dicembre 2016, n. 25210, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015”, e dall'articolo 3, comma 3, della legge 21 dicembre 2016, n. 25811, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall’altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009”.

Si fa presente che gli obblighi di relazione testé segnalati non riproducono quanto previsto, in via generale, dai commi 12, 12-bis, 12-ter e 12 quater dell'articolo 17 della legge n. 196 del 2009, come novellati dall'articolo 3, comma 1, lettera f), della legge 4 agosto 2016, n. 163, bensì il comma 12 dell'articolo 17 della citata legge n. 196 come formulato12 anteriormente alla modifica richiamata. Di contro, la legge 5 gennaio 2017, n. 113, recante “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, fatto a Parigi il 24 febbraio 2015, e del Protocollo addizionale, con Allegato, fatto a Venezia l'8 marzo 2016, con annesso Regolamento dei contratti adottato a Torino il 7 giugno 2016”, pubblicata anch'essa nel mese di gennaio, all'articolo 3, comma 3, dispone che qualora gli oneri quantificati dal comma 2 del medesimo articolo 3 siano in procinto di scostarsi rispetto alle previsioni, si provveda ai sensi dell'articolo 17, commi 12-bis, 12-ter e 12-quater, della legge n. 196, così richiamando espressamente la nuova disciplina generale.

In merito alla conclusione di obblighi vigenti, si segnala la trasmissione, da parte del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, della relazione sull'attività svolta dalla Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo - ARCUS Spa nell'anno 2015 (Doc. CCX, n. 4), in ottemperanza di quanto previsto dall'articolo 10, comma 8, della legge 8 ottobre 1997, n. 352 (Disposizioni sui beni culturali). L'articolo richiamato, al comma 1, autorizza il Ministro per i beni e le attività culturali a costituire, con atto unilaterale, una società per azioni, denominata “Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo - ARCUS Spa”, avente ad oggetto la promozione e il sostegno finanziario, tecnico-economico e organizzativo di progetti e altre iniziative di investimento per la realizzazione di interventi di restauro e recupero dei beni culturali e di altri interventi a favore delle attività culturali e dello spettacolo, nel rispetto delle funzioni costituzionali delle regioni e degli enti locali; il medesimo articolo 10, al comma 8, dispone che il Ministro presenti ogni anno al Parlamento una relazione sull'attività svolta dalla Società.

Il comma 322 dell’articolo unico della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), ha disposto la fusione per incorporazione dell'ARCUS S.p.A., nella società “ALES - Arte Lavoro e Servizi S.p.A”, in deroga agli articoli 2501 e seguenti del codice civile, con effetto (comma 324) a far data dal quindicesimo giorno successivo all’iscrizione del nuovo statuto della società ALES nel registro delle imprese. La società ARCUS è pertanto venuta meno, con contestuale cessazione dei suoi organi amministrativi e di controllo dalla carica, il 19 marzo 201614.

La relazione ricostruisce in premessa le vicende costitutive dell'ARCUS e ne descrive compiti e finalità, fornendo informazioni in merito al capitale sociale ed al bilancio di esercizio 2015; dà quindi conto dell'avvenuta incorporazione dell'ARCUS nella società in house del Mibact ALES S.p.A.

Per quanto riguarda l'attività aziendale, si segnala la stipula, in data 2 febbraio 2015, della convenzione tra Arcus e MiBACT avente ad oggetto la gestione e la promozione dell'attività cosiddetta di mecenatismo in favore dei beni e delle attività culturali in base al progetto strategico denominato “Art Bonus”. La relazione riferisce che l'anno 2015 è stato caratterizzato da attività di monitoraggio nonché dalla stipula di convenzioni relative ad interventi precedentemente programmati: di tali stipule ed interventi, per ciascun trimestre dell'anno, si indicano le finalità, i destinatari e gli importi. La relazione indica inoltre, sempre con riferimento ad ogni trimestre, gli eventi di presentazione e le inaugurazioni di progetti completati.

Alla relazione sono allegati: la normativa di riferimento; l'atto costitutivo di Arcus Spa; il nuovo statuto di Arcus Spa; l'atto di indirizzo 2010 (Programmazione biennio 2011-2012); i decreti interministeriali citati nel documento.


Relazioni al Parlamento annunciate nel periodo
1° - 31 gennaio 2017


Relazioni governative



Presidenza del Consiglio dei ministri

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.L. 21/2012,

art. 3-bis, co. 1


Attività svolta sulla base dei poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni

(Trasmessa dalla Ministra per i rapporti con il Parlamento)

(Dati relativi al periodo dal

3 ottobre 2014 al 30 giugno 2016,

Doc. CCXLIX, n. 1)

(PRIMA RELAZIONE)

I Affari costituzionali

IV Difesa

V Bilancio

VI Finanze

IX Trasporti

X Attività produttive

11/1/2017

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che la relazione sia trasmessa entro il 30 giugno di ogni anno a decorrere dall'anno successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 21 del 2012, ossia entro il 30 giugno 2013.

L. 241/1990,

art. 27, co. 5

Trasparenza dell'attività della Pubblica Amministrazione

(Predisposta dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi e trasmessa dalla Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri)*

(Dati relativi al 2015,

Doc. LXXVIII, n. 4)

I Affari costituzionali

13/1/2017

*Il comma 5 dell'articolo 27 prevede che la relazione sia redatta e presentata alle Camere dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ai sensi del comma 1 del medesimo articolo 27.

L. 234/2012,

art. 13, co. 1

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea

(Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri)

(Dati relativi all'anno 2017,

Doc. LXXXVII-bis, n. 5)

XIV Politiche dell'Unione europea

Tutte le altre Commissioni permanenti per le parti di competenza

Comitato per la legislazione

18/1/2017

L. 234/2012,

art. 14, co. 1

Elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso con l'Unione europea

(Trasmessa dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri)

(Dati riferiti al quarto trimestre del 2016,

Doc. LXXIII-bis n. 16)

Tutte le Commissioni Permanenti

Commissione parlamentare per le questioni regionali

24/1/2017

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che la relazione sia trasmessa ogni tre mesi alle Camere dal Presidente del Consiglio dei ministri o dal Ministro per gli affari europei, sulla base delle informazioni ricevute dalle amministrazioni competenti.



Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 368/1989,

art. 2, co. 1,

lett. d)

Valutazioni del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE)

(Dati relativi al 2015 con proiezione per il triennio 2016-2018,

Doc. CXLIX, n. 4)

III Affari esteri

4/1/2017

D.L. 8/2008,

art. 2, co. 11-bis

Situazione, risultati raggiunti e prospettive degli interventi a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione previsti dall’articolo 2 del decreto-legge n. 8 del 2008

(Dati relativi al 2015,

Doc. LXXXII, n. 4)

III Affari esteri

IV Difesa

4/1/2017

L. 231/2003,

art. 14, co. 1

Partecipazione italiana alle operazioni internazionali in corso

(Predisposta congiuntamente al Ministero della difesa)

(Dati relativi al primo semestre 2016,

Doc. LXX, n. 8)

III Affari esteri

IV Difesa

4/1/2017

*L’articolo 14 della legge 11 agosto 2003, n. 231, è stato abrogato, a decorrere dal 31 dicembre 2016, dall’articolo 3, comma 2, della legge 21 luglio 2016, n. 145, recante “Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali”.

Il decreto-legge 16 maggio 2016, n. 67, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2016, n. 131, ha disposto la proroga della partecipazione italiana alle missioni internazionali in corso al 31 dicembre 2016.

L. 401/1990,

art. 3, co. 1,

lett. g)

Attività svolta per la riforma degli Istituti italiani di cultura e interventi per la promozione della cultura e della lingua italiane all'estero

(Dati relativi al 2015,

Doc. LXXX, n. 4)

III Affari esteri

VII Cultura

4/1/2017

L. 948/1982,

art. 3, co. quarto

Attività svolta dagli enti a carattere internazionalistico sottoposti alla vigilanza del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale

(Dati relativi al 2015,

Doc. CLXXII, n. 4)

III Affari esteri

4/1/2017




Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 388/2000,

art. 114, co. 19

Stato di avanzamento delle attività riguardanti la bonifica ed il recupero ambientale dell'area ex industriale di Bagnoli

(Dati aggiornati al 31 dicembre 2016,

Doc. CXXIX, n. 3)

VIII Ambiente

23/1/2017





Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 352/1997,

art. 10, co. 8

Attività svolta dalla Società per lo sviluppo dell'arte, della cultura e dello spettacolo - ARCUS Spa*

(Dati relativi al 2015,

Doc. CCX, n. 4)

(CONCLUSA)

VII Cultura

4/1/2017

*Il comma 322 dell’articolo unico della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016), ha disposto la fusione per incorporazione della Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo - ARCUS Spa, nella società “ALES - Arte Lavoro e Servizi S.p.A”, in deroga agli articoli 2501 e seguenti del codice civile. Ai sensi del comma 324 ha effetto a far data dal quindicesimo giorno successivo all’iscrizione del nuovo statuto della società ALES nel registro delle imprese. La società ARCUS è pertanto venuta meno, con contestuale cessazione dei suoi organi amministrativi e di controllo dalla carica, in data 19 marzo 2016.



Ministero dell'economia e delle finanze

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 48/2012,

art. 3, co. 3*

Applicazione della clausola di salvaguardia prevista per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione della legge n. 48 del 2012, recante “Ratifica ed esecuzione dello Statuto dell'Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), fatto a Bonn il 26 gennaio 2009”

(Dati relativi all'anno finanziario 2016)

III Affari esteri

V Bilancio

18/1/2017

*Il comma 3 dell'articolo 3 della legge 5 aprile 2012, n. 48, prevede che qualora si verifichino, o siano in procinto di verificarsi, scostamenti rispetto alle previsioni di spesa quantificati al comma 1 del medesimo articolo 3, il Ministro dell'economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e all'adozione delle misure necessarie per la copertura finanziaria del maggior onere.

D.Lgs. 153/1999,

art. 10, co. 3,

lett. k-bis


Attività svolta dalle Fondazioni bancarie

(Dati relativi al 2015,

Doc. CLXXXI, n. 2)*

VI Finanze

31/1/2017

*La relazione è stata predisposta utilizzando i dati, patrimoniali, economici ed istituzionali, relativi agli esercizi 2014-2015, comunicati dalle Fondazioni.





Ministero delle infrastrutture e dei trasporti

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.Lgs. 162/2007,

art. 7, co. 4

Attività svolta dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie*

(Dati relativi al 2015, corredati dalla relazione sull’attività svolta dalla medesima Agenzia,

Doc. CLXXX, n. 4)

IX Trasporti

27/1/2017

*La relazione, predisposta dalla Direzione generale per il trasporto ferroviario del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è stata trasmessa in allegato al Rapporto annuale sulla sicurezza delle ferrovie, redatto dall'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.


Ministero dell'interno

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.Lgs. 159/2011,

art. 109, co. 1,

prima parte

Attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA)

(Dati relativi al primo semestre 2016,

Doc. LXXIV, n. 8)

I Affari costituzionali

II Giustizia

4/1/2017

L. 121/1981,

art. 113, co. unico;


D.Lgs. 286/1998,

art. 3, co. 1;


D.Lgs 159/2011,

art. 109, co. 1,

secondo periodo;


D.L. 93/2013,

art. 3, co. 3*

Relazione sull'attività delle Forze di polizia, sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata

(Dati relativi al 2015,

Doc. XXXVIII, n. 4)

I Affari costituzionali

II Giustizia

13/1/2017

*Il Doc. XXXVIII, n. 4, come di prassi, compendia in un unico testo più rapporti redatti in ottemperanza delle disposizioni di legge che pongono a carico del Ministero dell'interno l'obbligo di riferire al Parlamento: sull'attività delle Forze di polizia e sullo stato della sicurezza pubblica nel territorio nazionale (articolo 113 della legge n. 121 del 1981); sul fenomeno della criminalità organizzata (articolo 109, comma 1, secondo periodo, del decreto legislativo n. 159 del 2011); sui risultati raggiunti in materia di immigrazione e controllo delle frontiere (articolo 3, comma 1, del decreto legislativo n. 286 del 1998).

La relazione comprende inoltre un'analisi criminologica della violenza di genere, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto-legge n. 93 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2013, che ne costituisce un'autonoma sezione.

L. 278/2005,

art. 1, co. 3*

Relazione della Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi sull'impiego delle risorse di cui all'articolo 1, comma 1, della legge n. 278 del 2005

(Predisposta dalla Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi)

(Dati relativi al 2016)

XII Affari sociali

30/1/2017

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che la relazione venga predisposta dalla Federazione nazionale delle istituzioni pro ciechi e trasmessa alle Camere dal Governo.


Ministero della salute

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

L. 284/1997,

art. 2, co. 7

Stato di attuazione delle politiche concernenti la prevenzione della cecità e l’educazione e la riabilitazione visiva

(Dati relativi al 2015,

Doc. CXXXIII, n. 4)

XII Affari sociali

18/1/2017






Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.Lgs. 165/2001,

art. 53, co. 16

Dati raccolti attraverso l'Anagrafe delle prestazioni e degli incarichi conferiti ai pubblici dipendenti e a consulenti e collaboratori esterni

(Dati relativi al 2015,

Doc. CLI, n. 4)

I Affari costituzionali

XI Lavoro

25/1/2017




Ministero dello sviluppo economico

Fonte istitutiva

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.L. 73/2014

art. 2, co. 2*

Attività svolta dal Commissario di cui all'articolo 86 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, entità dei lavori ancora da eseguire e rendicontazione contabile delle spese sostenute in relazione all'incarico ricevuto

(Trasmessa dal medesimo Commissario)

(Dati aggiornati al 31 dicembre 2016,

Doc. CCXIX, n. 6)**

VIII Ambiente

25/1/2017

*La disposizione istitutiva dell'obbligo prevede che il Commissario “ad acta” di cui all'articolo 86 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, nominato con decreto del Ministro delle attività produttive 21 febbraio 2003, per la realizzazione degli interventi di ricostruzione nei comuni di Campania, Basilicata, Puglia e Calabria colpiti dagli eventi sismici del 1980-1981, invii al Parlamento, all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture (le cui funzioni, a seguito della soppressione disposta dall'articolo 19, comma 1, del decreto-legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 del 2014, sono state trasferite all'Autorità nazionale anticorruzione) e al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con periodicità semestrale e al termine dell'incarico commissariale, un rapporto contenente la relazione sulle attività svolte e sull'entità dei lavori ancora da eseguire, nonché la rendicontazione contabile delle spese sostenute in relazione all'incarico ricevuto.

L'articolo 9, comma 1, del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, ha modificato l'articolo 49, comma 1, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, e successive modificazioni, prorogando al 31 dicembre 2017 l'incarico del Commissario "ad acta".

**In base a quanto preannunciato nella prima relazione alle Camere, annunciata l'8 ottobre 2014, le scadenze per l’adempimento dell’obbligo sono da intendersi al 31 marzo ed al 30 settembre.


Relazioni non governative


Fonte istitutiva

Presentatore

Argomento

Commissione competente

per materia

Data annuncio

D.L. 133/2013,

art. 4, co. 6-bis


Banca d'Italia

Operazioni riguardanti le quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia

(Dati riferiti al 2016,

Doc. CCXXXIII, n. 2)

VI Finanze

9/1/2017

D.Lgs. 152/2006,

art. 172, co. 3-bis

Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico

Adempimento degli obblighi posti a carico delle regioni, degli enti di governo dell'ambito e degli enti locali in materia di servizio idrico integrato

(Dati riferiti al secondo semestre 2016,

Doc. CCXXXII, n. 3)

VIII Ambiente

10/1/2017




Nuove relazioni previste da fonti normative (*)


Relazioni governative


Fonte

Ministero competente

Oggetto

L. 246/2016,

art. 3, co. 3

Ministero dell'economia e delle finanze

Cause dello scostamento rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 246 del 2016, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012”, e misure adottate per farvi fronte

*La legge 21 dicembre 2016, n. 246, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 3 gennaio 2017, n. 2. Detta legge, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dalla sua attuazione: nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il comma 3 stabilisce che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per farvi fronte.

L. 247/2016,

art. 3, co. 3

Ministero dell'economia e delle finanze

Cause dello scostamento rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 247 del 2016, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Capo Verde in materia di cooperazione di polizia, fatto a Praia l’8 luglio 2013”, e misure adottate per farvi fronte

*La legge 21 dicembre 2016, n. 247, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 4 gennaio 2017, n. 3. Detta legge, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dalla sua attuazione: nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il comma 3 stabilisce che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per farvi fronte.






(*) Si tratta di relazioni previste da nuove norme pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale nel periodo preso in considerazione dal presente Bollettino.



L. 249/2016,

art. 3, co. 2

Ministero dell'economia e delle finanze

Cause dello scostamento rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 249 del 2016, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014 ”, e misure adottate per farvi fronte

*La legge 21 dicembre 2016, n. 249, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 5 gennaio 2017, n. 4. Detta legge, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dalla sua attuazione: nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il comma 2 stabilisce che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per farvi fronte.

L. 250/2016,

art. 3, co. 3

Ministero dell'economia e delle finanze

Cause dello scostamento rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 250 del 2016, recante “Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Azerbaijan sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 6 novembre 2012”, e misure adottate per farvi fronte

*La legge 21 dicembre 2016, n. 250, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 9 gennaio 2017, n. 6. Detta legge, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dalla sua attuazione: nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il comma 3 stabilisce che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per farvi fronte.



L. 252/2016,

art. 3, co. 3

Ministero dell'economia e delle finanze

Cause dello scostamento rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 252 del 2016, recante “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Regno hascemita di Giordania sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 aprile 2015”, e misure adottate per farvi fronte

*La legge 21 dicembre 2016, n. 252, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 10 gennaio 2017, n. 7. Detta legge, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dalla sua attuazione: nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il comma 3 stabilisce che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per farvi fronte.

L. 258/2016,

art. 3, co. 3

Ministero dell'economia e delle finanze

Cause dello scostamento rispetto alle previsioni di spesa di cui all'articolo 3, comma 1, della legge n. 258 del 2016, recante Ratifica ed esecuzione dell’Accordo interinale in vista di un accordo di partenariato economico tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la parte Africa centrale, dall’altra, con Allegati, fatto a Yaoundé il 15 gennaio 2009 e a Bruxelles il 22 gennaio 2009”, e misure adottate per farvi fronte

*La legge 21 dicembre 2016, n. 258, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 17 gennaio 2017, n. 13. Detta legge, all'articolo 3, comma 1, quantifica gli oneri derivanti dalla sua attuazione: nel caso in cui si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni di cui al comma 1, il comma 3 stabilisce che il Ministro dell’economia e delle finanze riferisca senza ritardo alle Camere con apposita relazione in merito alle cause degli scostamenti e alle misure adottate per farvi fronte.






1Il quale si è sostituito agli organi di amministrazione del CRA, ossia al presidente Giuseppe Alonzo, che era stato nominato per quattro anni con D.P.R. del 13 marzo 2012, e al consiglio di amministrazione, composto altresì da Salvatore Tudisca, Francesco Adornato, Rita Clementi, nominati con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali dell'11 luglio 2012, e Gianni Salvadori, designato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome e nominato con decreto ministeriale del 13 novembre 2014.

**Le risoluzioni e le mozioni vengono segnalate ai fini dell'attuazione subito dopo la loro approvazione da parte dell'Assemblea o delle Commissioni.

2Nel Capo V della relazione sono tuttavia riferiti dati e notizie relativi a due casi esaminati prima di tale data, in considerazione della particolare delicatezza e rilievo delle questioni ad essi connesse. Si tratta dell'operazione di acquisizione del ramo d’azienda “Avio – settore propulsione e trasmissione di potenza” (GE Avio S.r.l.) della società Avio S.p.a., da parte della società General Electric Company, e della operazione di acquisizione di azioni della Piaggio Aero Industries S.p.a. da parte delle società Mubadala Development Company PJSK (Emirati Arabi Uniti) e Tata Limited (Gran Bretagna). Entrambe le operazioni sono state autorizzate, con prescrizioni, rispettivamente con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 giugno 2013 e con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 aprile 2014.

3In particolare con decreto del Presidente della Repubblica 19 febbraio 2014, n. 35, in materia di poteri speciali nei settori della difesa e della sicurezza nazionale e con il decreto del Presidente della Repubblica 25 marzo 2014, n. 86, relativo ai poteri speciali nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, sono stati definiti gli ambiti soggettivi ed oggettivi, la tipologia, le condizioni e le procedure per l’esercizio dei poteri speciali nei due diversi settori. In particolare, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 giugno 2014, n. 108, per il settore della difesa e sicurezza nazionale sono stati specificamente individuati gli attivi di rilevanza strategica, mentre il decreto del Presidente della Repubblica 25 marzo 2014, n. 85 per i settori energetici, dei trasporti e delle comunicazioni, ha completato il quadro organizzativo e regolamentare del settore.

4Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 agosto 2014 ha regolato l’architettura funzionale e organizzativa del procedimento, prevedendo la costituzione di un Comitato di coordinamento interministeriale e individuando il Dipartimento per il coordinamento amministrativo quale ufficio della Presidenza del Consiglio dei ministri responsabile dell’istruttoria, dell’organizzazione interministeriale e delle procedure da porre in essere per l’esercizio dei poteri speciali, nonché del supporto giuridico e amministrativo al Comitato di coordinamento medesimo. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 dicembre 2014 ha quindi istituito il suddetto Comitato, presieduto dal vice Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri a ciò delegato e composto dai responsabili degli uffici dei Ministeri competenti per materia e delle strutture interessate della Presidenza del Consiglio dei ministri in relazione alla specificità dell’operazione. Il Comitato opera quale organo di confluenza dei pareri delle Amministrazioni coinvolte per la definizione dell’istruttoria tecnica ai fini della proposta di esercizio o non esercizio dei poteri speciali.

5La tabella distingue le operazioni per le quali è stata acclarata la mancanza di presupposti per l’esercizio del potere di veto e non sono stati ravvisati estremi per effettuare raccomandazioni specifiche (in tali casi, previe conformi delibere del Consiglio dei ministri, è stato autorizzato il decorso dei termini temporali di 15 giorni dalla notifica previsti dalla legge) da quelli in cui invece, ritenendo sussistenti ragioni per procedere all’esercizio dei poteri speciali, sono state previste specifiche raccomandazioni e/o prescrizioni mediante appositi decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. La tabella dà inoltre conto delle operazioni notificate poste in essere all’interno di un medesimo gruppo (di norma ritenute escluse dall’esercizio dei poteri speciali, fatto salvo l’accertamento di elementi fondanti circa la minaccia di un grave pregiudizio per gli interessi pubblici) per le quali è stata adottata la procedura semplificata prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 agosto 2014.

6La legge 21 dicembre 2016, n. 246, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 3 gennaio 2017, n. 2.

7La legge 21 dicembre 2016, n. 247, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 4 gennaio 2017, n. 3.

8La legge 21 dicembre 2016, n. 249, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 5 gennaio 2017, n. 4.

9La legge 21 dicembre 2016, n. 250, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 9 gennaio 2017, n. 6.

10La legge 21 dicembre 2016, n. 252, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 10 gennaio 2017, n. 7.

11La legge 21 dicembre 2016, n. 258, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 17 gennaio 2017, n. 13, S.O.

12Il testo del comma 12 precedente alla modifica recitava: “La clausola di salvaguardia di cui al comma 1 deve essere effettiva e automatica. Essa deve indicare le misure di riduzione delle spese o di aumenti di entrata, con esclusione del ricorso ai fondi di riserva, nel caso si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle previsioni indicate dalle leggi al fine della copertura finanziaria. In tal caso, sulla base di apposito monitoraggio, il Ministro dell'economia e delle finanze adotta, sentito il Ministro competente, le misure indicate nella clausola di salvaguardia e riferisce alle Camere con apposita relazione. La relazione espone le cause che hanno determinato gli scostamenti, anche ai fini della revisione dei dati e dei metodi utilizzati per la quantificazione degli oneri autorizzati dalle predette leggi”.

L'articolo 3, comma 1, lettera f), della legge n. 163 del 2016 ha sostituito integralmente il comma 12 dell'articolo 17 della legge n. 196 del 2009, aggiungendo altresì i commi 12-bis, 12-ter e 12-quater. Il nuovo testo del comma 12 prevede ora che il Ministero dell’economia e delle finanze, sulla base delle informazioni trasmesse dai Ministeri competenti, provveda al monitoraggio degli oneri derivanti dalle leggi che indicano le previsioni di spesa, al fine di prevenire l’eventuale verificarsi di scostamenti dell’andamento dei medesimi oneri rispetto alle previsioni.

Il comma 12-bis stabilisce che, qualora siano in procinto di verificarsi scostamenti, il Ministro dell’economia e delle finanze provveda con proprio decreto, sentito il Ministro competente, alla riduzione degli stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Ministero competente, nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dalla lettera a) del comma 5 dell’articolo 21 delle legge n. 196, norma che individua le spese inderogabili non suscettibili di rimodulazione. Qualora i suddetti stanziamenti non siano sufficienti alla copertura finanziaria del maggior onere risultante dall’attività di monitoraggio si provvede, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, mediante riduzione degli stanziamenti iscritti negli stati di previsione della spesa, nel rispetto dei vincoli di spesa derivanti dalla sopra ricordata lettera a) del comma 5 dell’articolo 21. Gli schemi dei relativi decreti sono trasmessi alle Camere per l’espressione del parere delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, da rendere entro il termine di sette giorni dalla data della trasmissione. In particolare, il comma 12-bis dispone che gli schemi di decreto siano corredati da un'apposita relazione in cui vengano illustrate le cause che hanno determinato gli scostamenti, anche ai fini della revisione dei dati e dei metodi utilizzati per la quantificazione degli oneri previsti dalle predette leggi. Qualora le Commissioni non si esprimano entro il termine sopraindicato, i decreti possono essere adottati in via definitiva.

Secondo il disposto del comma 12-ter, nel caso di scostamenti non compensabili nel corso dell’esercizio con le misure di cui al comma 12-bis, si procede ai sensi del comma 13, ossia mediante idonee iniziative legislative volte ad assicurare il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Per gli esercizi successivi a quello in corso, il comma 12-quater stabilisce che si provveda alla compensazione degli effetti che eccedono le previsioni con la legge di bilancio, ai sensi dell’articolo 21, comma 1-ter, lettera f), adottando prioritariamente misure di carattere normativo correttive della maggiore spesa.

13La legge 5 gennaio 2017, n. 1, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 12 gennaio 2017, n. 9.

14Il Doc. CCX, n. 4 riferisce il merito all'attività dell'Arcus nel 2015: teoricamente l'obbligo a riferire sussisterebbe fino al 19 marzo 2016.