Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Cassa depositi e prestiti: principali linee di intervento
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 111
Data: 03/04/2014
Descrittori:
CASSA DEPOSITI E PRESTITI ( CDP )     
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

 

 

Documentazione e ricerche

Cassa depositi e prestiti:
principali linee di intervento

 

 

 

 

 

 

 

 

n. 111

 

 

 

3 aprile 2014

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Bilancio

( 066760-2233 – * st_bilancio@camera.it

 

 

 

 

 

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File: BI0151.doc


INDICE

Schede di lettura

1. Composizione azionaria e vigilanza su Cassa depositi e prestiti. Evoluzione del ruolo della Società. 3

2. La raccolta postale. 5

§      2.1 La gestione separata. 6

3. Principali linee di intervento della Società. 8

§      3.1 Gli interventi di sostegno al tessuto economico imprenditoriale. 10

-       3.1.1 Sostegno all’internazionalizzazione delle imprese: il Plafond Export-Banca  10

-       3.1.2 Sostegno indiretto alle imprese: I “Plafond PMI-Investimenti”, il “Plafond PMI-MID” e il “Plafond PMI-Reti” 11

-       3.1.3 Sostegno indiretto alle micro, piccole e medie imprese per investimenti in beni strumentali 13

-       3.1.4 Sostegno alle piccole e medie imprese attraverso l’acquisto di titoli di credito cartolarizzati 14

-       3.1.5 Prestazione di garanzia sui pagamenti della P.A. verso le imprese. 14

-       3.1.6 Partecipazione di CDP in SGR Fondo Italiano di Investimento S.p.A. 16

-       3.1.7 Assunzione di partecipazioni strategiche. 17

-       3.1.8 Assunzione di altre partecipazioni azionarie. 18

§      3.2 Ulteriori interventi di sostegno all’economia. 20

-       3.2.1 Il “Pacchetto casa” 20

-       3.2.2 Interventi di sostegno alla ricostruzione per calamità naturali 21

§      3.3. Le risorse finanziarie mobilitate per gli interventi di supporto all’economia dal 2009  24

 


Schede di lettura

 


1. Composizione azionaria e vigilanza su Cassa depositi e prestiti.
Evoluzione del ruolo della Società

Cassa depositi e prestiti (CDP) è una società per azioni[1] a controllo pubblico statale: il Ministero dell'Economia e delle Finanze detiene l'80,1% del capitale, il 18,4% è posseduto da 61 Fondazioni di origine bancaria, il restante 1,5% in azioni proprie. L’attuale compagine azionaria è il risultato di un recente riassetto, realizzatosi in attuazione dell’articolo 36, comma 3-octies del D.L. n. 179/2012[2].

Cassa depositi e prestiti gestisce una parte consistente del risparmio nazionale, il risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti postali), che rappresenta la sua principale fonte di raccolta.

Dall’anno 2008, le potenzialità di utilizzo del risparmio postale, che avviene in un regime di gestione separata ai fini contabili e amministrativi, sono state  ampliate: dai soli investimenti pubblici, storica forma di impiego di CDP, ai programmi a sostegno dell’economia.

In questo ambito, CDP, quale operatore finanziario di lungo termine, ha rapidamente acquisito un ruolo centrale, in particolare nel supporto alle imprese di piccola e media dimensione, articolando la sua offerta in strumenti di debito e di equity[3].

Cassa depositi, in considerazione delle funzioni svolte, non è ricompresa nel perimetro delle pubbliche amministrazioni, ai fini della definizione dei parametri di finanza pubblica rilevanti in sede europea.

Controlli e vigilanza su Cassa depositi e prestiti

A CDP S.p.A. si applicano le disposizioni del Titolo V del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (D.Lgs. n. 385/1993) previste per gli intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui all'articolo 107, tenuto conto delle caratteristiche del soggetto vigilato e la speciale disciplina della gestione separata (articolo 5, comma 6, D.L. n. 269).

A seguito di comunicazione ufficiale da parte di Banca d’Italia, dal 2006 la CDP S.p.A. è stata qualificata, in virtù dell’attività di finanziamento da essa svolta, come ente creditizio e pertanto assoggettato al regime di riserva obbligatoria previsto per gli enti creditizi dal regolamento n. 1745/2003 della BCE del 12 settembre 2003.

Le passività di CDP S.p.A. attualmente assimilabili a quelle soggette a riserva obbligatoria sono i libretti di risparmio postale, i buoni fruttiferi postali e i depositi passivi a favore di controparti bancarie di paesi UE non appartenenti all’unione monetaria che si vengono a costituire in forza degli accordi di garanzia per il contenimento del rischio di controparte derivante da transazioni in strumenti derivati (cd. Credit Support Annex). 

Attualmente Cassa depositi e prestiti è però sottratta a taluni altri profili di vigilanza bancaria. Al fine di valutare la propria adeguatezza patrimoniale, secondo informazioni ricevute dalla Società, risulta che CDP effettua da anni (31 dicembre 2005) le simulazioni dei ratios patrimoniali che deriverebbero dall’applicazione della vigilanza prudenziale prevista per le banche.

Non essendo stato per il momento richiesto l’assoggettamento di CDP a tale forma di vigilanza, né la sottoscrizione da parte dei vertici societari dell’attestazione prevista dalla normativa di vigilanza per le banche, nei report sui requisiti patrimoniali di CDP permangono simulazioni di carattere gestionale, anche se effettuate sulla base delle disposizioni normative vigenti.

Cassa depositi è inoltre soggetta al controllo della Corte dei conti esercitato sugli enti ai quali lo Stato contribuisce con apporto al patrimonio in capitale ovvero mediante concessione di garanzie finanziaria, ai sensi dell’articolo 12 della legge n. 259/1958 (articolo 5, comma 17 del D.L. n. 269/2003).

Cassa, inoltre, è soggetta, per la gestione separata, alla Commissione di vigilanza prevista dall’articolo 3, R.D. 453/1913[4].

Il Ministro dell’economia, sulla base di apposita relazione presentata dalla CDP S.p.A., deve riferire annualmente al Parlamento sulle attività svolte e sui risultati conseguiti dalla CDP S.p.A. (articolo 5, commi 9 e 17, D.L. n. 269/2003)[5].


2. La raccolta postale

In base alla normativa vigente[6], la raccolta del risparmio postale è affidata a CDP che si avvale di Poste italiane S.p.a., società allo stato totalmente partecipata dal Ministero dell’economia e finanze. Quest’ultima cura la distribuzione dei prodotti del risparmio postale.

Per risparmio postale si intende la raccolta di Fondi con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato. La raccolta di Fondi avviene sotto forma di buoni postali fruttiferi e di libretti di risparmio postale.

I Fondi sono garantiti dallo Stato proprio in virtù del carattere di servizio di interesse economico generale e sono in gestione “gestione separata” ai fini contabili e amministrativi[7](cfr. infra la gestione separata).

L’emissione dei prodotti del risparmio postale nonché l’effettuazione dei altre operazioni finanziarie assistite da garanzia statale permette dunque a Cassa depositi il reperimento delle principali risorse necessarie per lo svolgimento delle sue attività istituzionali.

 

La tabella che segue indica l’evoluzione dello stock  del risparmio postale negli anni 2009-2013.

miliardi di euro

 

2009

var.
%

2010

var.
%

2011

var.
%

2012

var.
%

2013

var.
%

Stock di risparmio postale

190,8

-

207,3

8,6

218,4

5,1

233,6

7,0

242,0

3,6

 

Disponibilità c/c tesoreria

113,3

-

122,5

8,1

122,0

-0,4

132,7

8,8

-

-

 

Secondo i dati esposti in tabella e desunti dai Bilanci della Cassa depositi e prestiti e dai comunicati stampa della Società[8], lo stock di risparmio postale nell’anno 2013 è ammontato complessivamente a 242 miliardi di euro circa, in aumento del 3,6 percento rispetto all’anno 2012.

 

Per l’anno 2013, la raccolta netta postale di CDP, cioè l’importo della raccolta postale costituito dalla differenza tra sottoscrizioni/versamenti e rimborsi/prelevamenti, è ammontato a 3,6 miliardi di euro.  La raccolta netta, nell’anno 2012 era pari a 9,6 miliardi di euro circa, nel 2011 a 6,9 miliardi, nel 2010 a 13,9 e nel 2009 a 12,6 miliardi.

L’andamento della raccolta postale netta di CDP appare dunque aver mostrato un andamento positivo in un contesto macroeconomico recessivo[9].

 

Le disponibilità liquide della CDP S.p.A. sono depositate nel conto corrente fruttifero n. 29814, denominato “Cassa depositi e prestiti SPA – Gestione Separata”, aperto presso la Tesoreria centrale dello Stato[10].  Le disponibilità liquide di Tesoreria registrate alla fine dell’anno finanziario rappresentano quella parte di risorse in gestione separata che la Cassa depositi non impiega per le sue finalità istituzionali.

Al 31 dicembre 2012, il suddetto conto corrente risultava dotato di 132,7 milioni di euro (rispetto ai 122,7 milioni del 2011).

La relazione finanziaria relativa all’anno 2012 di CDP, evidenzia che il buffer costituito dal conto corrente di Tesoreria si attesta a fine 2012 su livelli ampiamente superiori ai limiti stabiliti nella Risk Policy, registrando un aumento rispetto a fine 2011.

2.1 La gestione separata

Le operazioni compiute da CDP attraverso l’utilizzo dei fondi della raccolta postale, e degli altri fondi provenienti dall'emissione di titoli, dall'assunzione di finanziamenti e da altre operazioni finanziarie assistiti dalla garanzia dello Stato[11] sono in cd. gestione separata ai fini contabili ed organizzativi, uniformata a criteri di trasparenza e di salvaguardia dell'equilibrio economico e sottoposta i poteri di indirizzo del Ministero dell’economia e finanze, che interviene a tal fine con propri decreti di natura non regolamentare (comma 8 dell’articolo 5).

 

Il MEF, in particolare, per l’attività della gestione separata, determina i criteri per la definizione delle condizioni generali ed economiche dei libretti  e dei buoni fruttiferi postali, dei titoli, dei finanziamenti e delle altre operazioni finanziarie assistiti dalla garanzia dello Stato; i criteri di definizione delle condizioni generali ed economiche degli impieghi; le norme su trasparenza, pubblicità, contratti e comunicazioni periodiche. I predetti criteri sono stati fissati nel Decreto del Ministro dell’economia e finanze del 6 ottobre 2004[12].

 

Al MEF spetta altresì di determinare, via via, i criteri generali per la individuazione delle operazioni compiute da CDP e promosse dai soggetti pubblici con l’utilizzo delle risorse della gestione separata (articolo 5, comma 11, lettere da a ad e) del D.L. n. 269).

Inoltre, sempre con un decreto di natura non regolamentate spetta al MEF determinare, con riferimento a ciascun esercizio finanziario, le esposizioni assunte o previste da Cassa depositi, attraverso l’utilizzo delle risorse in gestione separata, che possono essere garantite dallo Stato, anche a livello pluriennale. La garanzia dello Stato può essere rilasciata a prima domanda, con rinuncia all'azione di regresso su CDP S.p.A., deve essere onerosa e compatibile con la normativa dell'Unione europea sulle garanzie onerose concesse dallo Stato (articolo 1, comma 4, della legge di stabilità 2014, che ha introdotto la lettera e -bis) nel comma 11 dell’articolo 5 del D.L. n. 269).

Tale norma è funzionale a CDP, chiamata a svolgere operazioni di interesse strategico del paese per il cui compimento è necessaria una garanzia statale.


3. Principali linee di intervento della Società

Come già accennato, dall’anno 2008, le potenzialità di utilizzo del risparmio postale sono state ampliate: dai soli investimenti pubblici, storica forma di impiego di CDP, ai programmi a sostegno dell’economia.

 

Il tradizionale ambito operativo di CDP delineato nell’articolo 5 del D.L. n. 269/2003, che ne ha disposto la trasformazione in società per azioni[13], ha dunque subito una considerevole estensione, grazie anche ad ulteriori interventi legislativi che hanno integrato il predetto articolo 5 e hanno determinato modifiche allo statuto sociale della società.

 

 Cassa depositi, per missione tradizionale, opera come soggetto finanziatore, sotto qualsiasi forma, di Stato, Regioni, enti locali, enti pubblici e organismi di diritto pubblico, mediante l’utilizzo dei fondi della raccolta del risparmio postale, assistiti dalla garanzia dello Stato, e dei fondi provenienti altre operazioni finanziarie che possono essere assistiti da garanzia dello Stato (art. 5, co. 7, lett. a), primo periodo)[14];

 

In base al decreto-legge n. 185/2008, Cassa è stata autorizzata ad utilizzare i fondi provenienti dalla raccolta del risparmio postale anche per il compimento di ogni altra operazione di interesse pubblico prevista dallo statuto sociale della CDP S.p.A. nei confronti dei suddetti soggetti istituzionali - Stato, regioni, enti locali, enti pubblici ed organismi di diritto pubblico - o promossa dai medesimi soggetti, tenuto conto della sostenibilità economico-finanziaria di ciascuna operazione[15].

 

La finalità delle operazioni di interesse pubblico che possono essere compiute da CDP è stata in primo luogo individuata dal legislatore nel sostegno al tessuto economico produttivo nazionale, anche per ciò che concerne l’internazionalizzazione delle imprese[16] (cfr. infra paragrafo seguente).

 

La concessione di finanziamenti, ivi compreso l’acquisto di crediti di impresa, il rilascio di garanzie, l’assunzione di capitale di rischio e di debito, la sottoscrizione di quote di fondi comuni d’investimento nei confronti dei soggetti pubblici o promosse dai medesimi, costituiscono, in sintesi, gli strumenti operativi di CDP per le attività da essa svolte attraverso l’utilizzo dei fondi della raccolta postale.

 

Tali attività  sono in regime cd. di gestione separata ai fini contabili ed organizzativi e assoggettate a poteri di indirizzo del MEF che, con D.M. non regolamentari, predetermina i criteri per lo svolgimento delle predette attività (cfr. art. 3 dello Statuto). Le esposizioni assunte o previste da Cassa depositi, attraverso l’utilizzo delle risorse in gestione separata, possono essere a loro volta garantite dallo Stato, anche a livello pluriennale.

 

Si ricorda, infine, che CDP opera comunque tradizionalmente anche come finanziatore di opere ed impianti, reti e dotazioni infrastrutturali per fornitura di servizi pubblici e per le bonifiche, attraverso l’utilizzo di risorse reperite mediante operazioni finanziarie “ordinarie”, cioè attraverso fondi  provenienti dall'emissione di titoli, dall'assunzione di finanziamenti e da altre operazioni finanziarie, senza garanzia dello Stato e con preclusione della raccolta di fondi a vista (articolo 5, comma 7, lettera b) del D.L. n. 269/2003 come modificata dall’art.1, comma 45 della legge di stabilità 2014).Tali attività appartengono alla gestione ordinaria.

3.1 Gli interventi di sostegno al tessuto economico imprenditoriale

3.1.1 Sostegno all’internazionalizzazione delle imprese: il Plafond Export-Banca

L'articolo 8 del D.L. n. 78/2009 ha disposto che il Ministro dell'economia e finanze, con propri decreti, autorizzi e disciplini le attività di Cassa depositi e prestiti per dar vita, a condizioni di mercato, al sistema integrato "export banca".

A questo fine, Cassa può compiere, con l'utilizzo dei fondi in gestione separata, operazioni di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese quando sono assistite da garanzia o assicurazione della SACE S.p.a. (nel frattempo divenuta società totalmente partecipata da CDP, che l’ha acquistata ai sensi del D.L. n. 95/2012), o di altro istituto assicurativo le cui obbligazioni sono garantite da uno Stato (specificazione introdotta con l’articolo 1, co. 47 della legge di stabilità 2014).

Il sistema integrato export banca ha preso avvio con il D.M. del Ministero dell'economia e finanze del 22 gennaio 2010, attuativo dell’art. 8, che ha autorizzato CDP a fornire alle banche italiane ovvero alle succursali di banche estere comunitarie ed extracomunitarie operanti in Italia la provvista per interventi a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese nazionali.

 

Il sistema integrato export banca ha preso avvio con il D.M. del Ministero dell'economia e finanze del 22 gennaio 2010, che ha autorizzato CDP a fornire alle banche italiane ovvero alle succursali di banche estere comunitarie ed extracomunitarie operanti in Italia la provvista per interventi a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese nazionali.

 

La Cassa ha quindi stipulato, il 6 aprile 2011, una prima convenzione con l'ABI per il credito all'esportazione alle imprese italiane e alle loro controllate. L'accordo è stato rinnovato il 3 luglio 2013, con una nuova Convenzione tra CDP, SACE, ABI e SIMEST[17].

 

Il plafond complessivamente messo a disposizione da Cassa depositi per l'export banca ammonta a 6 miliardi di euro, dei quali 4 miliardi relativi alla prima convenzione del 2011 e 2 miliardi messi a disposizione con la seconda convenzione.

3.1.2 Sostegno indiretto alle imprese: I “Plafond PMI-Investimenti”, il “Plafond PMI-MID” e il “Plafond PMI-Reti”

L’articolo 3, comma 4-bis, del D.L. n. 5/2009 ha stabilito che le operazioni effettuate da Cassa attraverso l'utilizzo dei fondi della raccolta del risparmio postale possono assumere qualsiasi forma, quale la concessione di finanziamenti, il rilascio di garanzie, l’assunzione di capitale di rischio o di debito, e possono essere realizzate per finalità di sostegno dell’economia anche a favore

delle piccole e medie imprese, nonché, in virtù della novella operata dalla legge di stabilità 2014, anche a favore delle grandi imprese (articolo 1, comma 42 della legge n. 147/2013).

 

Le predette operazioni possono essere effettuate in via diretta ovvero attraverso l’intermediazione di soggetti autorizzati all’esercizio del credito, ad eccezione delle operazioni a favore delle imprese (piccole, medie e grandi), che possono essere effettuate esclusivamente attraverso l’intermediazione di soggetti autorizzati all’esercizio del credito nonché attraverso la sottoscrizione di fondi comuni di investimento gestiti da una società di gestione collettiva del risparmio.

 

Cassa ha pertanto messo a disposizione dei plafond a valere sulle risorse provenienti dalla gestione separata.

Sulla base di specifici accordi con il sistema bancario italiano i plafond messi a disposizione da cassa dal 2009 a 2013 sono stati utilizzati dagli istituti di credito per finanziare spese di investimento delle PMI, o per coprire esigenze di incremento del loro capitale circolante; ovvero sono stati finalizzati per operazioni di acquisto da parte delle Banche di crediti vantati dalle PMI nei confronti della Pubblica Amministrazione.

 

Le risorse complessivamente messe a disposizione, attraverso appositi plafond, dal 2009 ad oggi, ammontano a 20,5 miliardi di euro.

In particolare, tra il 2009 ed il 2012 CDP ha messo a disposizione risorse per complessivi 18 miliardi di euro, ai quali si sono aggiunti 2,5 miliardi messi a disposizione nel 2014.

 

In particolare, nel 2009 è stato approntato un primo plafond  per le operazioni di sostegno alle PMI, ulteriormente incrementato nel corso del 2010, fino all’importo di 8 miliardi di euro (cd. Plafond PM I-Investimenti 2009).

Tale prima provvista è stata finalizzata ed interamente utilizzata[18] per operazioni di sostegno in senso proprio delle PMI, dovendo essere utilizzata dagli istituti di credito per finanziare spese di investimento delle PMI, ovvero per coprire esigenze di incremento del loro capitale circolante. Tale plafond non è stato dunque finalizzato ad operazioni sui crediti da queste vantati nei confronti delle PP.AA..

 

A marzo 2012[19], sulla base di una nuova convenzione con ABI, Cassa depositi e prestiti ha messo a disposizione un nuovo plafond di 10 miliardi di euro, dei quali:

§       8 miliardi sono stati destinati al finanziamento di investimenti e ad esigenze di incremento del capitale circolante per il comparto imprenditoriale (Plafond PMI - Investimenti), dei quali 3 miliardi utilizzabili e dunque contrattualizzabili dalle banche destinatarie[20] fino al 31 dicembre 2013;

§       2 miliardi di euro sono stati destinati alle banche per operazioni di acquisto, ovvero altre operazioni consentite sui crediti certificati vantati dalle PMI nei confronti della Pubblica Amministrazione per somministrazioni, forniture e appalti, ai sensi dell’art. 9, comma 3-bis del D.L. n. 185/2008 (Plafond PMI - Crediti vs. PA)[21].

Successivamente, i 2 miliardi in questione, che come detto erano originariamente dedicati a favorire il pagamento dei debiti della PA verso le imprese, sono stati trasferiti a gennaio 2014 al Plafond “PMI - Investimenti” [22].Le motivazione addotta da Cassa a tale trasferimento risiede nel fatto che le misure straordinarie adottate dal Governo per favorire il pagamento dei crediti delle imprese da parte della PA hanno di fatto disincentivato lo strumento creato ad hoc da CDP, che ha dunque ritenuto di destinare anche queste risorse al primario obiettivo del sostegno degli investimenti delle PMI.

 

Dei 18 miliardi complessivamente stanziati nel 2009-2010 e nel 2012, ne risultano erogati (alla data di gennaio 2014) circa 13,5 miliardi di euro in favore di oltre 80.000 imprese.

A gennaio del 2014, si è esteso il perimetro di operatività del predetto Plafond “PMI - Investimenti” anche alle imprese di più grande dimensione adottando la definizione di PMI utilizzata dalla BEI (imprese fini a 250 dipendenti, a prescindere dal fatturato e dall’attivo di bilancio).

 

A gennaio 2014 si è destinato un ulteriore plafond alla liquidità per le imprese “mid-cap”, cioè le aziende con un numero di dipendenti tra  250 e 3.000 unità, che hanno pesantemente risentito della crisi finanziaria e del credit crunch, un nuovo plafond PMI – “MID” dotandolo di  2 miliardi di euro.

 

CDP ha poi costituito, sempre nei primi mesi dell’anno in corso, un nuovo Plafond PMI –“Reti”, cui vengono destinati 500 milioni di euro di nuove risorse, per agevolare la crescita dimensionale delle PMI che sottoscrivano un contratto di rete per il perseguimento di un programma comune. Le risorse finanzieranno le spese di investimento e le esigenze di incremento del capitale circolante connesse alla realizzazione del “programma di rete d’impresa”.

 

3.1.3 Sostegno indiretto alle micro, piccole e medie imprese per investimenti in beni strumentali

Cassa depositi, inoltre, interviene a sostegno delle PMI prestando specifica provvista al sistema bancario per l’ottenimento da parte delle micro, piccole e medie imprese di finanziamenti a tasso agevolato per investimenti, anche tramite leasing, di macchinari, impianti, attrezzature ad uso produttivo, nonché all’acquisto di beni strumentali d'impresa, hardware, software ed tecnologie digitali (articolo 2, D.L. n. 69/2013).

Il meccanismo prevede che Cassa depositi e prestiti attraverso l’utilizzo delle risorse in gestione separata[23]  costituisca un plafond destinato alle banche e agli intermediari finanziari autorizzati all'esercizio dell'attività di leasing finanziario (purché garantiti da banche) perché questi forniscano, fino al 31 dicembre 2016, finanziamenti alle imprese per i predetti investimenti[24].

Gli istituti finanziatori aderiscono a tal fine alla convenzione stipulata tra il Ministero dello sviluppo economico (sentito il Ministero dell'economia e delle finanze), CDP S.p.A. e ABI.

L'importo massimo  del plafond da parte di CDP è fissato dal D.L. n. 69/2013 in 2,5 miliardi di euro incrementabili, sulla base delle risorse disponibili ovvero che si renderanno disponibili con successivi provvedimenti legislativi, fino a 5 miliardi secondo gli esiti del monitoraggio sull'andamento dei finanziamenti effettuato dalla CDP e comunicato trimestralmente al Ministero dello sviluppo economico ed al Ministero dell'economia e delle finanze.

 

A gennaio 2014 è stato messo a disposizione il Plafond “Beni Strumentali”, da 2,5 miliardi di euro dedicato esclusivamente al finanziamento, attraverso il sistema bancario, dell’acquisto di beni strumentali da parte delle Piccole e medie imprese. La Convenzione CDP-MISE-ABI è stata stipulata il 14 febbraio 2014.

Le PMI finanziate attraverso le risorse della provvista potranno avere accesso ad un contributo che copra parte degli interessi sui finanziamenti bancari per gli investimenti realizzati, erogato direttamente dal Ministero dello sviluppo economico.

Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per cinque anni[25].

La linea di provvista risulta allo stato attiva e su essa le PMI, a partire dal prossimo 31 marzo, potranno richiedere finanziamenti agli Istituti aderenti, affiancati da una contribuzione pubblica, erogata direttamente dal Ministero dello sviluppo economico.

 

3.1.4 Sostegno alle piccole e medie imprese attraverso l’acquisto di titoli di credito cartolarizzati

In virtù di recenti interventi contenuti nella legge di stabilità 2014, Cassa può acquistare titoli cartolarizzati aventi ad oggetto crediti verso piccole e medie imprese, ciò al fine di accrescere il volume del credito delle stesse.

Gli acquisti di tali titoli, se effettuati a valere sulla raccolta postale o su altri fondi assistiti dalla garanzia dello Stato, possono a loro volta essere garantiti dallo Stato stesso, secondo criteri da stabilirsi con decreto del Ministero dell’economia e finanze, il quale non è stato ancora adottato.

Agli oneri derivanti dalle eventuali escussioni di garanzie, si provvede a valere sulle disponibilità del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, istituito dall’articolo 2, comma 100, della legge n. 662 del 1996[26].

 

3.1.5 Prestazione di garanzia sui pagamenti della P.A. verso le imprese

Cassa depositi può inoltre, in virtù della legge di stabilità 2014, prestare garanzia sui finanziamenti relativi agli interventi di incremento dell'efficienza energetica delle infrastrutture pubbliche, compresi quelli relativi alla illuminazione pubblica, realizzati attraverso il ricorso a forme di partenariato tra pubblico e privato o a società private appositamente costituite, in particolare per garantire il pagamento dei corrispettivi dovuti dall'amministrazione pubblica per la realizzazione degli interventi e per la fornitura dei servizi[27].

La finalità della misura appare pertanto quella di sostenere il settore pubblico per garantire il pagamento dei propri debiti commerciali con le imprese private.

 

In caso di escussione della garanzia, sarà l'Agenzia delle entrate, che entro il 30 settembre di ciascun anno, sulla base dei dati comunicati dalla Cassa, provvede a trattenere le relative somme, per i comuni interessati, all'atto del pagamento agli stessi dell'imposta municipale propria e, per le province, all'atto del riversamento alle medesime dell'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, esclusi i ciclomotori.

Si demanda ad un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, la definizione delle modalità attuative della misura e, in particolare, i criteri, le tipologie e le caratteristiche degli interventi, le modalità di selezione nonché di concessione, di gestione e di escussione della medesima garanzia, l'importo massimo utilizzabile e le modalità di comunicazione dei dati da parte della Cassa depostiti e prestiti Spa all'Agenzia delle entrate[28].Tale decreto ministeriale attuativo non è stato adottato.

 

Come già detto, CDP è stata già coinvolta nelle attività finalizzate a far fronte  al ritardo dei pagamenti alle imprese da parte delle pubbliche amministrazioni, mettendo a disposizione, nell’anno 2012, un importo di 2 miliardi di euro destinati alle banche per operazioni di acquisto, ovvero per altre operazioni consentite sui crediti commerciali certificati delle PMI verso la PA (Plafond PMI - Crediti vs. PA).

Tale ammontare di risorse è stato però trasferito, nel gennaio 2014, al Plafond “PMI - Investimenti”. Ciò, in ragione della maggiore efficacia delle misure straordinarie adottate dal Governo per favorire il pagamento dei crediti delle imprese da parte della PA con il D.L. n. 35/2013 e il D.L. n. 102/2013.

I decreti legge in questione, nondimeno, hanno visto il coinvolgimento di Cassa depositi, in quanto la Società è stata preposta dai medesimi a gestire la concessione delle anticipazioni di liquidità agli enti locali per i pagamenti dei debiti pregressi certi, liquidi ed esigibili da questi maturati, a valere sulle risorse per il 2013 ed il 2014 della apposita Sezione enti locali del Fondo statale per le anticipazioni liquidità di cui all’articolo 1, comma 10 del D.L. n. 35/2013[29].

In particolare, l’articolo 1, comma 11 del D.L n. 35/2013, al fine di garantire l’immediata operatività della citata “Sezione enti locali” del Fondo anticipazioni, ha disposto il trasferimento delle disponibilità della Sezione su un apposito conto corrente acceso presso la Tesoreria centrale dello Stato, intestato al Ministero dell’economia, affidandone la gestione a Cassa depositi e prestiti S.p.A., la quale è stata autorizzata ad effettuare, operazioni di prelevamento e versamento sul medesimo conto.

Per regolamentare i rapporti tra Ministero dell’economia e C.D.P. relativamente alla gestione del conto, è stata prevista  la stipula di un apposito addendum alla Convenzione tra CDP e MEF del 23 dicembre 2009, stipulato in data 12 aprile 2013 ed integrato ai sensi del D.L. n. 102/2013. L’addendum definisce i criteri e le modalità per la gestione della Sezione da parte di Cassa, nonché i criteri e le modalità per l’accesso da parte degli enti locali alle risorse della Sezione, secondo un contratto-tipo di anticipazione approvato dal Direttore generale del Tesoro (DT del 12 aprile 2013).

 

Si ricorda che anche gli istituti bancari sono stati coinvolti anch’essi ai fini di dare soluzione alla problematica dei ritardi dei pagamenti della P.A., con misure che però, allo stato, non prevedono un intervento da parte di Cassa, neppure sotto forma di provvista finanziaria o di  garanzia dell’operazione[30].

 

3.1.6 Partecipazione di CDP in SGR Fondo Italiano di Investimento S.p.A.

Per quanto riguarda la partecipazione di CDP in società di gestione del risparmio volte alla costituzione di Fondi mobiliari chiusi destinati al sostegno, diretto ed indiretto, delle piccole e medie imprese, si ricorda che Cassa partecipa, alla SGR Fondo Italiano di Investimento S.p.A.

La società è stata costituita nell'anno 2010 con il Ministero dell'economia e finanze, l'ABI, Confindustria e Istituti Bancari quali Banca MPS S.p.A., Banca Intesa San Paolo S.p.A., Istituto centrale delle Banche popolari e Banca Unicredit S.p.a. Ciascuno di tali soggetti partecipa alla SGR con il 12,5 percento del capitale.

L'obiettivo della società è creare nel medio termine una fascia più ampia di aziende di media dimensione, per stimolare e sostenere la capitalizzazione, l’aggregazione e la maggiore competitività anche sui mercati internazionali.

Gli interventi sono effettuati essenzialmente attraverso investimenti nel capitale di rischio (private equity), di società di piccole e medie dimensioni operanti nei settori dell'industria, commercio e servizi[31].

Secondo i dati risultanti dal Rendiconto del Fondo al 31 dicembre 2013 il totale degli investimenti diretti sino ad oggi deliberati è pari a 37, per un ammontare complessivo di risorse pari a 358 milioni di Euro (di cui 331,1 milioni di Euro già investiti), mentre il totale degli impegni deliberati per i fondi ammonta a 425 milioni (di cui 350,0 milioni di Euro già sottoscritti), distribuiti su 21 veicoli di investimento.

L’ammontare di impegni complessivamente deliberati è pari a circa 785 milioni, circa il 75% del capitale gestito dal Fondo Italiano, disponibile per investimenti.

In termini quantitativi, la relazione afferma che  l’intervento del Fondo Italiano ha permesso, in aggiunta rispetto a quanto investito direttamente, l’attivazione di ulteriori risorse per oltre 1,4 miliardi, oggi disponibili per lo sviluppo del sistema delle imprese italiane di medie e piccole dimensioni.

3.1.7 Assunzione di partecipazioni strategiche

Nell’anno 2011, con un ulteriore intervento legislativo[32], il perimetro di operatività di Cassa è stato esteso all’assunzione di partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale in termini di strategicità del settore operativo, di livelli occupazionali, di fatturato o di ricadute sul sistema economico-produttivo del Paese, che risultino in una stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico e che siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività, sulla base di requisiti fissati con decreto non regolamentare del Ministro dell’economia e finanze.

Le partecipazioni possono essere acquisite anche attraverso veicoli societari o fondi di investimento partecipati da CDP. Qualora l’acquisizione delle partecipazioni da parte della CDP avvenga utilizzando risorse provenienti dalla raccolta postale, esse devono essere contabilizzate nella “gestione separata” della Società.

 

Il Decreto del Ministro dell’economia e finanze 3 maggio 2011 ha fissato i criteri per la individuazione delle società di rilevante interesse nazionale, qualificando come tali quelle operanti nei settori della difesa, della sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti, delle comunicazioni, dell’energia, delle assicurazioni, dell’intermediazione finanziaria, della ricerca e dell’innovazione ad alto contenuto tecnologico e dei pubblici servizi. Al di fuori dei predetti settori, ha individuato come società di rilevante interesse nazionale quelle in possesso dei seguenti requisiti:

§       fatturato netto non inferiore a 300 milioni di euro;

§       numero medio di dipendenti non inferiore a 250 nell’ultimo esercizio[33].

In ogni caso, la società deve presentare significative prospettive di sviluppo. La valutazione del requisito spetta ai competenti organi di CDP unitamente  alla valutazione degli altri requisiti e alla luce delle previsioni statutarie in merito alla situazione di equilibrio economico finanziario della società e alle sue prospettive di redditività. I requisiti predetti debbono essere presenti al momento in cui viene deliberata l’operazione dai competenti organi di CDP.

Lo strumento operativo di CDP è il Fondo Strategico Italiano Spa (FSI), una holding di partecipazioni creata ai sensi del predetto Decreto Ministeriale 3 maggio 2011.

Azionista di controllo è il Gruppo CDP (80%), azionista di minoranza è  Banca d’Italia (20%). Il capitale di FSI è aperto ad altri investitori istituzionali, italiani o esteri.[34]

FSI è un operatore istituzionale che acquisisce quote prevalentemente di minoranza in imprese di “rilevante interesse nazionale” in situazione di equilibrio economico, finanziario e patrimoniale e che  abbiano adeguate prospettive di redditività e di sviluppo, idonee a generare valore per gli investitori. E’ un investitore di lungo termine che persegue ritorni del proprio investimento a parametri di mercato in coerenza con il concetto dell'investitore non gestore. La sua attività si è focalizzata nel settore degli investimenti di capitale di rischio per la crescita tramite aumenti di capitale nelle aziende italiane di dimensioni medio grandi.

Secondo i dati risultanti dal sito web di FSI, la società ha allo stato investito e impegnato risorse per complessivi circa 2,55 miliardi di euro in 8 società, di cui 7 in portafoglio e 1 con contratto sottoscritto in corso di perfezionamento.

La tabella che segue indica le risorse investite e gli ambiti di investimento.

 

portafoglio FSI

3.1.8 Assunzione di altre partecipazioni azionarie

Come in precedenza accennato, l’assunzione di partecipazioni azionarie è attività rientrante nella missione istituzionale della società (comma 8, articolo 5 del D.L. n. 269/2003). All’atto della sua trasformazione in società per azioni, a CDP sono state pertanto trasferite, da parte del MEF beni e partecipazioni societarie dello Stato, e assegnate alla gestione separata (articolo 5, comma 3, lett. b)), facendosi peraltro salva la possibilità di successivi trasferimenti e conferimenti, con decreto del Ministro dell’economia e finanze soggetto al controllo preventivo della Corte dei Conti e trasmesso alle competenti commissioni parlamentari.

 

Al momento della trasformazione di Cassa in S.p.A., ai sensi dell’articolo 9 del D.M. 5 dicembre 2003 (vedi nota 1), il MEF ha trasferito a CDP partecipazioni azionarie in ENEL, ENI e Poste italiane. Successivi decreti ministeriali hanno riorganizzato tali rapporti di partecipazioni azionarie tra MEF e CDP.

In particolare, si ricorda il D.M. 30 novembre 2010, in base al quale nell’anno 2010 CDP ha ceduto al MEF le proprie partecipazioni in ENEL (17,36%), in Poste Italiane (35%), nonché in STMicroelectronics Holding N.V. (50%) e, a titolo di corrispettivo, il MEF ha ceduto a CDP le proprie partecipazioni in ENI S.p.a (16,38%)[35].

Si ricorda, inoltre, che il D.L. n. 95/2012, ha attribuito a Cassa Depositi e Prestiti il diritto di opzione per l'acquisto del 100% delle partecipazioni azionarie detenute dallo Stato in Fintecna S.p.A. e Sace S.p.A. e del 76% delle partecipazioni in Simest S.p.A. L’importo trasferito allo Stato da CDP, a titolo di corrispettivo per la cessione delle predette partecipazioni è stato pari a 8,8 miliardi di euro versati in varie tranches.

 

Il Decreto del MEF del 18 giugno 2004 ha stabilito i criteri per la gestione da parte di CDP delle partecipazioni societarie dello Stato ad essa trasferite. 

Nel provvedimento, si dispone che deve essere preventivamente concordato con il MEF- Dipartimento del tesoro qualsiasi atto di disposizione ed i trasferimento avente ad oggetto, in tutto o in parte, le partecipazioni trasferite ed i relativi diritti di voto (ivi inclusi la permuta, la vendita, la donazione, la dazione in pagamento, la costituzione in usufrutto con attribuzione del diritto di voto all’usufruttuario, la dazione in pegno con attribuzione al creditore pignoratizio del diritto di voto, il conferimento in società, i trasferimenti a qualunque titolo di diritti di opzione e prelazione).

Relativamente alle operazioni di gestione diverse da quelle sopra indicate, la CDP deve consultare il MEF  e ad attenersi alle indicazioni motivate dello stesso, ove difformi dalla proposta formulata. I predetti criteri si applicano anche in relazione alle azioni e agli altri strumenti finanziari acquisiti a qualsiasi titolo da CDP in quanto titolare delle partecipazioni trasferite.

 

La tabella seguente dà indicazione del portafoglio di partecipazioni attualmente posseduto da Cassa depositi e prestiti.

 

 

 

3.2 Ulteriori interventi di sostegno all’economia

3.2.1 Il “Pacchetto casa”

Cassa depositi e prestiti, in virtù di recenti interventi legislativi, interviene con specifici strumenti a supporto del settore residenziale, in particolare:

§       può acquistare obbligazioni bancarie garantite (OBG) emesse a fronte di portafogli di mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali e/o titoli  cartolarizzati aventi ad oggetto crediti derivanti da mutui garantiti da ipoteca su immobili residenziali (ABS), (comma 8-bis dell’articolo 5, introdotto dall’articolo 6 del D.L. n. 102/2013);

§       può fornire agli istituti di credito italiani, nonché delle succursali di banche estere comunitarie ed extracomunitarie operanti in Italia e autorizzate all’esercizio dell’attività, provvista di liquidità per erogare nuovi finanziamenti espressamente destinati a mutui, garantiti da ipoteca, su immobili residenziali, da destinare all'acquisto dell'abitazione principale (con preferenza per le classi energetiche elevate) e ad interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico, con priorità per le giovani coppie e le famiglie numerose[36] (comma 7-bis dell’articolo 5, introdotto dall’articolo 6 del D.L. n. 102/2013).

 

Nell’ambito di tali nuovi programmi, Cassa depositi e prestiti è intervenuta per complessivi 5 miliardi di euro di cui:

§       3 miliardi di euro, con il Plafond “Acquisto OBG/ABS” destinato all’acquisto di Obbligazioni Bancarie Garantite (OBG) o altri titoli emessi a fronte di mutui residenziali (ABS), finalizzato a favorire la concessione da parte del sistema bancario (attraverso il netto ricavo derivante dalla vendita di tali titoli) di credito alle famiglie;

§       2 miliardi di euro, con il Plafond Casa (Convenzione con ABI del 20 novembre 2013) finalizzato a dare provvista agli istituti di credito per favorire l’accesso ai mutui da parte di soggetti privati, per l’acquisto e la ristrutturazione con efficientamento energetico di immobili residenziali anche diversi dalla abitazione principale. Da aprile 2014 inizieranno le erogazioni a valere sul plafond.

 

3.2.2 Interventi di sostegno alla ricostruzione per calamità naturali

L’attività di Cassa depositi consistente nel fornire disponibilità liquide agli istituti bancari è consentita anche da altre norme, per finalità di finanziamento di sostegno al tessuto sociale e produttivo di territori colpiti da calamità naturali.

Tra esse, si richiama l’articolo 3, comma 3 del D.L. n. 39/2009 (legge n. 77/2009), il quale prevede che le banche operanti nei territori colpiti dal sisma nella regione Abruzzo dell’aprile 2009, possano contrarre finanziamenti con Cassa depositi nell’ambito di un plafond predefinito e messo a disposizione dalla predetta Società, per la concessione di finanziamenti assistiti da garanzia dello Stato ai privati per la costruzione, ricostruzione e riparazione dell’abitazione principale distrutta dal sisma.

Successivi analoghi interventi legislativi[37] hanno poi previsto che CDP metta a disposizione delle banche ulteriori plafond finalizzati a finanziamenti bancari agevolati per la ricostruzione e al sostegno alle attività produttive dei territori colpiti da calamità, quali il sisma del maggio 2012 in Emilia Romagna.

 

Negli ultimi anni CDP ha stanziato risorse per un totale di oltre 14,09 miliardi di euro, che vengono distribuiti grazie alla collaborazione con il sistema creditizio nazionale:

§       2 miliardi di euro sono stati messi a disposizione per favorire la ricostruzione delle abitazioni distrutte o lesionate a seguito del sisma in Abruzzo del 2009. Alla data del dicembre 2012 l’intero plafond è stato erogato.

§       12 miliardi di euro sono stati stanziati per favorire la ricostruzione dei territori di Emilia – Romagna, Veneto e Lombardia colpiti dal sisma del maggio 2012 e per sostenere la ripresa delle attività economiche della zona[38].

 

Le risorse sono suddivise in due distinti plafond da 6 miliardi di euro ciascuno:

1)    "Moratoria Sisma 2012": provvista di scopo agli istituti di credito per la dilazione del pagamento di tributi, contributi previdenziali e assistenziali e premi per l’assicurazione obbligatoria, dovuti da maggio 2012 al 15 novembre 2013. Beneficiano della misura sia i danneggiati diretti che i danneggiati economici. Materialmente sono stati erogati 600 milioni e l’utilizzo del plafond si è chiuso;

2)    "Ricostruzione Sisma 2012": provvista agli istituti di credito per la concessione di finanziamenti agevolati ai soggetti danneggiati dal sisma per interventi di riparazione, ripristino e ricostruzione di immobili adibiti ad uso residenziale e ad uso produttivo (inclusi gli impianti e i macchinari). Alla data del dicembre 2013 a valere sul plafond (che funziona sino a completamento) è stato erogato l’importo di 97 milioni.

 


La tabella che segue, predisposta da Cassa depositi e prestiti, illustra gli interventi di sostegno sopra descritti e ne indica dettagliatamente il livello di attuazione.

Si segnala che la predetta Tabella tiene conti degli specifici interventi di CDP relativi al Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca (FRI)[39] e al cd. Fondo Kyoto[40].

 

 

 

 

 


3.3. Le risorse finanziarie mobilitate per gli interventi di supporto all’economia dal 2009

Le risorse complessivamente mobilitate da CDP dal 2009 ad oggi per i diversi interventi di sostegno all’economia sono state pari a circa 56,7 miliardi di euro (di cui 46,6 miliardi stanziati con il piano industriale 2011 e 2013 ed ulteriori 10 miliardi stanziati con il piano industriale 2013-2015.

 

In particolare, per quanto concerne gli impieghi di tali risorse, il comunicato stampa di Cassa depositi del 29 gennaio 2014 informa che nel corso dell’anno 2013 CDP ha impiegato 8,3 miliardi di euro per gli interventi a sostegno dell’economia, relativi in particolare al Fondo Strategico Italiano (2,5 miliardi di euro),  ai finanziamenti a valere sui plafond dedicati alle PMI (3,2 miliardi di euro) e  a valere sul sistema export-banca con SACE a supporto delle esportazioni e dell’internazionalizzazione delle imprese (1,8 miliardi di euro).

Ciò a fronte degli altri impieghi, il cui ammontare complessivo è di 8,4 miliardi, quali :

§       gli interventi a favore degli enti pubblici, per cui le risorse messe a disposizione da CDP per mutui e per la valorizzazione di immobili pubblici, sono state quasi 6 miliardi di euro (rispetto ai 3,3 miliardi del 2012). In tale importo, secondo informazioni ricevute per le vie brevi dalla società, sono incluse anche le anticipazioni di liquidità agli enti locali per il pagamento dei debiti della P.A., concesse a valere sulla Sezione anticipazioni liquidità del Fondo di cui all’articolo 1, comma 10 del D.L. n. 35/2013, gestita da CDP;

§       i finanziamenti per le infrastrutture, per i quali gli impieghi sono risultati pari a circa 2,2 miliardi di euro, con operazioni di project finance per grandi infrastrutture nel settore autostradale e con il finanziamento diretto dei piani di investimento delle multiutilities locali.

 

 

La Tabella alla pagina seguente, predisposta da Cassa depositi, indica le risorse complessivamente mobilitate attraverso i diversi strumenti di supporto dell’economia, descritti nei precedenti paragrafi.


 

 

 


Infine, la tabella che segue indica i risultati complessivi d’esercizio della Società, negli 2011-2013 :

 

 

(in mld euro)

 

2011

var.
%

2012

var.
%

2013

var.
%

Attivo

273,6

9,8

305,4

11,6

n.d

n.d

liquidità

128,6

0,6

139,1

8,1

n.d

n.d

crediti

98,6

7,2

100,5

1,9

103,3

2,8

partecipazioni titoli azionari

19,8

6,3

30,6

54,2

32,5

6,6

raccolta postale

218,4

5,3

233,6

7

242

3,6

patrimonio netto

14,5

5,4

16,8

16,4

18

8

utile

1,6

-41,2

2,8

77

2,9

3,6

 

 

 

Da essi può notarsi che nell’anno 2013, i crediti verso clientela e banche risultano in aumento di poco meno del 3% rispetto all’anno precedente, in un mercato italiano che registra in generale una flessione di circa il 6%.

Le partecipazioni salgono di circa 2 miliardi di euro, superando così i 32 miliardi di euro. Il patrimonio netto ammonta ad oltre 18 miliardi di euro con una crescita di circa l’8%.

Il 2013 dovrebbe chiudersi poi con un utile netto di 2,9 miliardi di euro di cui circa 500 milioni per plusvalenze su partecipazioni di natura non ricorrente[41].

 



[1]     Il D.L. n. 269/2003 (legge n. 326/2003), all’articolo 5 ha disposto la trasformazione di Cassa depositi e prestiti in società per azioni, in ragione alla tipologia di funzioni svolte e della maggiore agilità dello strumento privatistico rispetto alla forma pubblica, nonché dei mercati di riferimento. La trasformazione di Cassa ha avuto effetto dal 12 dicembre 2003, data di pubblicazione in G.U. del D.M. 5 dicembre 2003, che ha disciplinato:

§       le funzioni, le attività e le passività della Cassa trasferite al Ministero dell'economia e delle finanze, con indicazione di quelle assegnate alla cd. “gestione separata” della CDP S.p.a.;

§       i beni e le partecipazioni societarie dello Stato, anche indirette, trasferite alla CDP S.p.a. e assegnate alla “gestione separata”, anche in deroga alla normativa vigente. Il medesimo decreto ha demandato a successivi D.M. la possibilità di ulteriori trasferimenti e conferimenti;

§       gli impegni accessori assunti dallo Stato;

§       il capitale sociale della CDP S.p.a. (fissato dal D.M. in 3,5 miliardi di euro).

[2]     Cfr. D.L. n. 179/2012 (articolo 36, commi da 3-bis a 3-decies) che è intervenuto sull’assetto azionario di Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., individuando i meccanismi per la conversione delle azioni privilegiate in azioni ordinarie.

      Si ricorda che il Consiglio di amministrazione di CDP è composto da nove membri, il quale, per l’amministrazione della cd. gestione separata, è integrato dai rappresentanti del MEF e delle autonomie territoriali . Gli amministratori durano in carica per un periodo non superiore a tre esercizi e sono rieleggibili. Il Collegio Sindacale viene nominato dall’Assemblea dei soci. Si compone di cinque sindaci effettivi e di due sindaci supplenti. I sindaci restano in carica per tre esercizi e sono rieleggibili.

[3]     Interventi attinenti all’acquisizione di azioni ovvero alla sottoscrizione di nuove emissioni azionarie, vale a dire investimenti nel capitale di rischio di società per azioni.

[4]     La commissione deve essere composta di quattro senatori e di quattro deputati, di tre consiglieri di Stato e di un consigliere della Corte dei conti. Per la composizione attuale, si rinvia al seguente indirizzo: http://www.cassaddpp.it/chi-siamo/organizzazione-e-governance/la-commissione-di-vigilanza.html

[5]     Cfr. Doc. n. CCXX,”Relazione sulle attività svolte e sui risultati conseguiti dal Cassa depositi e prestiti S.P.A.”. L’ultima Relazione è stata presentata alle camere dal Ministro dell’Economia e Finanze ed è relativa all’anno 2011.

[6]     Cfr. articolo 2, comma 2 del D.L. n. 487/1993.

[7]     Cfr. articolo 5, commi 8 e 11 del D.L. n. 269/2003.

[8]     Cfr. Comunicato stampa CDP del 29 gennaio 2014, n. 6.

[9]     Si osservi al riguardo che Cassa depositi e prestiti inoltre gestisce il rimborso di quei titoli del risparmio postale, la cui accensione è precedente alla trasformazione di CDP in S.p.a e che sono rimasti direttamente in capo al MEF. I dati della Raccolta postale netta comprensiva anche dei rimborsi dei titoli in capo al MEF (CDP+MEF) per il 2013 non sono ancora disponibili. Per il 2012,  essa è stata pari effettivamente a 1,1 miliardi di euro, in positivo rispetto al risultato del 2011 (-5,0 miliardi), ma inferiore rispetto al 2010 (+2,6 miliardi) e al 2009 (+5,5 miliardi).

[10]    Sulle giacenze del conto corrente è corrisposto un interesse semestrale ad un tasso variabile pari alla media aritmetica semplice tra il rendimento lordo dei buoni ordinari del Tesoro a sei mesi e l’andamento (media aritmetica) dell’indice mensile Rendistato (cfr. art.6, co.2, D.M. 5 dicembre 2003).

Tutti i pagamenti disposti dalla CDP sono, di norma, eseguiti con bonifici che, in base alla nuova normativa possono essere accreditati, oltre che su conti correnti bancari, anche su conti della Tesoreria dello Stato o su capitoli di entrata del bilancio dello Stato.

[11]    Secondo informazioni ricevute per le vie brevi da CDP, circa il 95 percento delle risorse in gestione separata sono costituite dalle risorse della raccolta postale.

In gestione separata, vi sono altresì talune risorse relative ad emissioni obbligazionarie "Euro Medium Term Notes" (EMTN), che costituiscono anch’esse uno strumento di raccolta a medio lungo termine riservato a investitori istituzionali.

[12]    D.M. Economia e Finanze 6 ottobre 2004, recante Determinazioni ai sensi dell'art. 5, comma 11, lettere a), b) e c), del D.L. n. 269/2003 ed esercizio del potere di indirizzo della gestione separata della Cassa depositi e prestiti, a norma dell'art. 5, comma 9, del citato D.L..

[13]    La trasformazione di CDP in società per azioni è stata disposta dall’articolo 5 del D.L n. 269/2003 ed ha avuto effetto dal 12 dicembre 2003, data di pubblicazione in G.U. del D.M. 5 dicembre 2003, che, in attuazione del comma 3 del citato articolo 5 ha disciplinato:  le funzioni, le attività e le passività della Cassa trasferite al Ministero dell'economia e delle finanze, con indicazione di quelle assegnate alla cd. “gestione separata” della CDP S.p.a. (cfr. infra nota 3); i beni e le partecipazioni societarie dello Stato, anche indirette, trasferite alla CDP S.p.a. e assegnate alla “gestione separata”. Il medesimo decreto ha demandato a successivi D.M. la possibilità di ulteriori trasferimenti e conferimenti; gli impegni accessori assunti dallo Stato;  il capitale sociale di CDP S.p.a. (fissato in 3,5 miliardi).

[14]    L’organo amministrativo di CDP delibera le operazioni di raccolta Fondi con obbligo di rimborso sotto qualsiasi forma. A tali operazioni non si applicano (fermo restando la possibilità di impiego di risorse non assistite da garanzia statale ai sensi dell’articolo 4, comma 7, lettera a)), il divieto di  raccolta del risparmio pubblico previsto dal T.U.B (D.Lgs. n. 385/1993), né i limiti quantitativi alla raccolta previsti dalla normativa vigente, né gli articoli da 2410 a 2420 cc., relativi alle obbligazioni emesse da società per azioni.

[15]    Cfr. art. 5, co. 7, lett. a), secondo periodo, introdotto dall’art. 22, co. 1, D.L. n. 185/2008.

[16]    Cfr. articolo 3, comma 4-bis, del D.L. n. 5/2009  e l’articolo 3 dello Statuto sociale di CDP. Gli interventi di interesse pubblico possono essere effettuati in via diretta (se di importo pari o superiore a 25 milioni di euro) o attraverso l’intermediazione di enti creditizi, ad eccezione degli interventi di sostegno finanziario alle imprese, per le quali, come si dirà meglio oltre nel testo, è previsto l’intervento solo con intermediazione o mediante la sottoscrizione di fondi comuni di investimento gestiti da una società di gestione collettiva del risparmio, il cui oggetto sociale realizza uno o più fini istituzionali di CDP. Le operazioni destinate alle operazioni “promosse” dai predetti soggetti o destinate a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese (quando le operazioni sono assistite da garanzia o assicurazione SACE S.p.A. di altro istituto assicurativo le cui obbligazioni sono garantite da uno Stato) possono essere a favore di soggetti  pubblici o privata, con esclusione delle persone fisiche, che devono avere soggettività giuridica.

[17]    Con la nuova Convenzione sottoscritta il 3 luglio 2013, CDP si rende disponibile a fornire provvista vincolata per la quota di finanziamento garantita al 100% da SACE per le operazioni di credito all’esportazione, di internazionalizzazione e per le operazioni che attengano a settori di interesse strategico per l’economia italiana sotto il profilo dell’internazionalizzazione.

      L’intervento di CDP potrà essere indiretto ed in tal caso CDP fornisce alla Banca la provvista di scopo necessaria a quest’ultima per effettuare il finanziamento al Debitore Finale, a condizione che la provvista richiesta non sia inferiore a 1 milione di euro; ovvero potrà essere diretto, nel senso che CDP finanzia direttamente il Debitore Finale, anche in cofinanziamento con altra Banca (o Banche), a condizione in ogni caso che la quota di finanziamento sia superiore a 25 milioni di euro.

[18]    A luglio 2012, le risorse del Plafond PMI I-Investimenti 2009 risultavano interamente utilizzate (dunque contrattualizzate dalle banche).

[19]    La Convenzione è stata stipulata il 1 marzo 2012 (cd. “Quarta convenzione”) ed è disponibile al seguente indirizzo:

http://portalecdp.cassaddpp.it/cdp/OperatoriFinanziari/SostegnoallePMI/NuovoPlafondPMI/PMI-CreditivsPA/QuartaConvenzioneCDP-ABI/index.htm

[20]    Si veda, più approfonditamente, la seguente pagina web dedicata di CDP:

http://portalecdp.cassaddpp.it/cdp/OperatoriFinanziari/SostegnoallePMI/NuovoPlafondPMI/PMI-Investimenti/index.htm

[21]    La finalità è stata dunque quella di immettere liquidità nel sistema bancario e riattivare la dinamica delle spese di investimento, attraverso la previsione di un obbligo di pagamento dei crediti da parte dalla PA debitrice entro 12 mesi dalla relativa data di certificazione.

[22]    Cfr. comunicato stampa di CDP del 29 gennaio 2014, disponibile al seguente link:

http://www.cassaddpp.it/media/comunicati-stampa/cdp-al-via-il-pacchetto-imprese-ulteriori-5-miliardi-per-le-iniziative-a-sostegno-degli-investimenti-delle-imprese.html.

[23]    Per l’intervento della Cassa depositi e prestiti sono richiamate le disposizioni di cui al citato 3, comma 4-bis, del D.L. n. 5/2009.

[24]    I finanziamenti bancari dovranno avere  durata non superiore a cinque anni e saranno erogati fino ad un massimo di 2 milioni di euro per impresa, anche frazionato in più iniziative. Si prevede, inoltre, la possibilità che il finanziamento copra l'intero costo dell'investimento. La concessione dei finanziamenti può essere assistita dalla garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, nella misura massima 80% dell'ammontare del finanziamento.

[25]    Le PMI, insieme al contributo e al finanziamento, possono anche attingere al “Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese” fino all’80% dell’ammontare del finanziamento. Per accedere al contributo occorre avere una delibera di finanziamento bancario o di leasing non superiore a cinque anni di importo tra i 20mila e i 2 milioni di euro. Il finanziamento può coprire fino al 100% degli investimenti. Le domande di finanziamento e di contributo possono essere presentate alle banche o intermediari finanziari dal 31 marzo 2014.

[26]    Articolo 8-quater, introdotto dall’articolo 1, comma 47 della legge n. 147/2013.

[27]    Articolo 8-quater, introdotto dall’articolo 1, comma 52 della legge n. 147/2013.

[28]    Le somme trattenute sono assegnate alla Cassa depositi e prestiti Spa.

[29]    Si ricorda che le risorse stanziate sulla predetta Sezione per l’anno 2013 sono state pari a circa 3.376 milioni di euro, dei quali risultano materialmente erogati 3.196 milioni (aggiornamento del 28 marzo 2014). Per l’anno 2014, le risorse della Sezione ammontano a circa 2.189 milioni di euro.

[30]    Si tratta dell’articolo 11, commi da 12-ter a 12-septies del D.L. n. 76/2013 (come modificati dall’art. 1, co. 62 della legge di stabilità 2014) che prevede la concessione di garanzia statale sui debiti commerciali di parte corrente certi liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2012 dalle amministrazioni pubbliche diverse dallo Stato  (regioni, enti locali, enti del SSN ed enti pubblici nazionali) comunicati/certificati dalle medesime amministrazioni tramite piattaforma elettronica ai sensi del D.L. n. 35/2013.

I creditori possono cedere i crediti assistiti da garanzia statale ad una banca o ad un intermediario finanziario, anche sulla base di apposite convenzioni quadro. Le P.A. debitrici possono poi richiedere la ristrutturazione del proprio debito ceduto (così pagando le banche divenute titolari del credito in un lasso di tempo maggiore) e tale ristrutturazione non fa venir meno la garanzia statale.

L’attuazione di tale misura è stata demandata ad un decreto del Ministero dell’economia e finanze atto ad individuare le risorse da destinare all’apposito Fondo per la copertura degli oneri determinati dal rilascio della garanzia dello Stato, mai adottato.

[31]    Per quanto attiene agli investimenti diretti, il Fondo investe in imprese con un fatturato indicativo tra i 10 e i 250 milioni, in prevalenza in posizioni di minoranza, per rispettare ruolo e responsabilità dell’imprenditore. Il Fondo effettua altresì operazioni di investimento indiretto - "fondo di fondi" - in strumenti finanziari non quotati rappresentativi di quote di fondi di private equity (OICR) o di società finanziarie ex artt. 106 e 107 TUB (anche di nuova costituzione) con vocazione in prevalenza territoriale.

[32]    Articolo 5, co. 8-bis, come introdotto dall’articolo 7 del D.L. n. 34/2011

[33]    Nei casi di fatturato e numero di dipendenti inferiore a quello indicato, ma comunque nei limiti del 20 percento dei suddetti valori, l’attività della società deve risultare rilevante in termini di indotto e di benefici del sistema economico produttivo del Paese anche in termini di presenza sul territorio di stabilimenti produttivi.

[34]    FSI dispone di un capitale sottoscritto e versato pari a 4,4 miliardi di euro. L’obiettivo è raccogliere fino 7 miliardi di euro.

FSI ha Inoltre sottoscritto una joint venture paritetica per un valore massimo di 2 miliardi di euro con Qatar Holding per investimenti in settori del “Made in Italy” (Marchi, Arredo & Design, Alimentare e Turismo), a cui entrambi i soci contribuiscono ciascuno fino a 1 miliardo di euro.

[35]    Nell’anno 2010, prima dello scambio di partecipazioni azionarie CDP risultava titolare del 17,36% del capitale sociale in ENEL; del 35% del capitale sociale di poste Italiane;  del 50%  del capitale sociale in STMicroelectronics N.V.. CDP possedeva, inoltre,  una partecipazione azionaria, pari al 29,9%, nel capitale di Terna S.p.A., acquistata da ENEL il 15 settembre 2005.

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva autorizzato tale ultima acquisizione (Provv. n. 14542 del 4 agosto 2005), subordinandola alla cessione, a decorrere dal 1° luglio 2007 ed entro il 1° luglio 2009, della partecipazione detenuta da CDP in ENEL. il termine per la cessione è stato poi prorogato dall’AGCM di 12 mesi.

La necessità di procedere a tale dismissione ha generato l’opportunità di addivenire ad una permuta di azioni tra MEF e CDP.

Si è pertanto convenuto che il MEF trasferisse a CDP di una partecipazione in ENI di valore corrispondente a quello delle partecipazioni detenute dalla stessa CDP in ENEL, Poste e STH.

Il MEF è così divenuto azionista unico di Poste italiane e azionista di controllo per il 50% in STMicroelectronics Holding N.V. (50%). Al MEF è residuato il 3,93% di partecipazione in ENI.

[36]    Si è prevista, a tal fine, la stipula di una apposita convenzione tra CDP e ABI.

[37]    Articolo 11, comma 7 del D.L. n. 174/2012 e articolo 3-bis del D.L. n. 95/2012.

[38]    Si consideri che anche per i particolari eventi calamitosi del novembre 2013 in Sardegna, CDP, ai sensi del D.L. n. 151/2013 ha stanziato un apposito “Plafond Moratoria Sardegna”, a sostegno della popolazione sarda danneggiata dall’alluvione. Il Plafond dell’importo di 90 milioni di euro è stato destinato alla concessione di finanziamenti agevolati finalizzati al pagamento di tributi sospesi, inclusi quelli derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, con scadenza nel periodo compreso tra il 18 novembre 2013 e il 20 dicembre 2013. Il D.L. n. 151/2013 è però decaduto e alla data della sua decadenza, secondo informazioni ricevute per le vie brevi da CDP, risultavano impiegati 100 mila euro.

[39]    Per tale intervento, si rinvia all’apposita pagina web dedicata di CDP

http://portalecdp.cassaddpp.it/cdp/OperatoriFinanziari/FondoRotativoImpreseFRI/index.htm

[40]    Per tale intervento, si rinvia all’apposita pagina web dedicata di CDP http://www.cassaddpp.it/territorio/ambiente.html

[41]    I risultati preliminari 2013 disponibili sono stati diffusi con Comunicato del 29 gennaio 2014.