Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |
---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento bilancio |
Titolo: | Indicatori economici e finanziari - I risultati del 2016 |
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 292 |
Data: | 15/03/2017 |
Organi della Camera: | V-Bilancio, Tesoro e programmazione |
Camera dei
deputati
XVII LEGISLATURA
Documentazione e
ricerche
Indicatori economici e finanziari
I risultati del
2016
n. 292
15 marzo 2017
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Bilancio ( 066760-9932 – * st_bilancio@camera.it |
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BI0002u.docx
SEZIONE I: ANDAMENTI MACROECONOMICI
Conto
economico delle risorse e degli impieghi
§ Conto economico delle risorse e degli impieghi
§ Conto economico delle risorse e degli impieghi
– Consuntivo 2007-2016
Gli
indicatori del mercato del lavoro
§ Gli indicatori del mercato del lavoro
§ Occupazione – Consuntivo 2007-2016
§ Disoccupazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017
Gli
indicatori dell’Inflazione
§ Gli indicatori dell’inflazione
§ Inflazione – Consuntivo 2007-2016
§ Inflazione – Confronti internazionali Dati di
consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017
SEZIONE
II: ANDAMENTI FINANZIARI
Tassi
ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio
§ Tassi ufficiali – Anni 2006-2017
§ Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2006-2016
§ Quotazioni dell’euro espresse nelle principali
valute - Anni 2006-2016
§ Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2007-2016
§ Bilancia dei pagamenti – Previsioni
SEZIONE
III: ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA
§ Il conto economico consolidato delle pubbliche
amministrazioni
§ Conto economico delle amministrazioni pubbliche
in valori assoluti – Consuntivo 2007-2016
§ Conto economico delle amministrazioni pubbliche
in % del PIL – Consuntivo 2007-2016
Indebitamento
netto delle P.A.
§ Il debito delle pubbliche amministrazioni
§ Debito delle P.A. – Dati di consuntivo
2007-2016
§ Debito delle P.A. – Previsioni
§ Debito delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017
Legenda
Con
la dizione “Area Euro” si intende
l’area costituita, a partire dal 1° gennaio 1999, dagli Stati membri dell’Unione europea che hanno adottato l’euro. Ne fanno
parte Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia,
Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Grecia (dal 1° gennaio 2001), Slovenia
(dal 1° gennaio 2007), Cipro e Malta (dal 1° gennaio 2008) e Slovacchia (dal 1°
gennaio 2009). Il 1° gennaio 2011 è entrata a farne parte l’Estonia, il 1°
gennaio 2014 la Lettonia e il 1° gennaio 2015 la Lituania.
Con la dizione “UE
– 28”, si intende l’insieme dei 28 Stati membri della Unione europea. Oltre
a quelli dell’Area euro, ne fanno parte la Danimarca, il Regno Unito e la
Svezia e, a partire dal 1° maggio 2004, la Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria.
Dal 1° gennaio 2007, ne fanno parte la Bulgaria e la Romania, dal 1° luglio
2013, ne fa parte la Croazia.
Fonti:
Per l’Italia:
§
Dati di consuntivo:
- ISTAT,
PIL e indebitamento AP – Anni 2014-2016 (1° marzo 2017)
- ISTAT,
Anni 2013-2015 – Conti economici nazionali (23 settembre 2016)
- ISTAT,
Sintesi dei conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – anni
1995-2015 (24 maggio 2016)
- ISTAT,
Prezzi al consumo (16 gennaio 2017)
- ISTAT,
Mercato del lavoro (10 marzo 2017)
- Banca
d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2016)
- Banca
d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico (gennaio 2017)
- BCE,
“Economic Bullettin” (n. 1 - febbraio
2017)
§
Dati di previsione:
- Governo:
Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (settembre 2016)
-
REF.IRS:
Congiuntura Ref (26 gennaio 2017)
- Prometeia:
Rapporto di previsione (dicembre 2016)
e Aggiornamento del Rapporto di previsione (15
febbraio 2017)
- CER: Rapporto 3/2016
(dicembre 2016)
- Confindustria:
Rapporto “Scenari economici”, n. 28 (dicembre
2016)
- Banca
d’Italia: Proiezioni macroeconomiche per l’Italia (dicembre 2016)
- ISTAT:
Le prospettive per l’economia italiana nel 2016-2017 (21 novembre 2016)
Per i confronti internazionali:
- Commissione
UE: European Economic Forecast – Winter 2017 (febbraio 2017)
- OCSE: Economic
outlook n. 100 (novembre 2016); per il PIL, Interim Economic Outlook (7 marzo 2017). Per l’Italia, Italy 2017 OECD Economic Survey (15 febbraio 2017).
- FMI: World Economic Outlook
(ottobre 2016) e WEO Update (gennaio
2017).
Il
Conto economico delle risorse e degli
impieghi riassume la situazione
macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta,
rappresentata dalle risorse (prodotto interno lordo ed importazioni
dall’estero) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie,
delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (I.S.P.) ed
investimenti fissi lordi, cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli
oggetti di valore, nonché le esportazioni verso l’estero).
Risorse
Il PIL (Prodotto interno lordo) corrisponde
alla produzione totale di beni e servizi
dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’IVA e delle
imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti
delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti
(incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai
prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati
(SIFIM).
Quando gli importi
sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di
mercato o PIL nominale.
Per determinare il
PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia
depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi
costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006,
al PIL calcolato sulla base degli indici a catena[1].
Le
importazioni sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi,
introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti
i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio
del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i
servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a
unità residenti.
Le
importazioni di beni possono essere valutate:
§ al
valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera
del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto
internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione;
§ al
valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni,
le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese
esportatore e la frontiera del paese importatore.
Nel
conto economico delle risorse e degli impieghi sono valutate al valore “fob”.
Impieghi
I
consumi finali nazionali
rappresentano il valore dei beni e
servizi impiegati per il soddisfacimento
diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi. Si dividono in:
§ consumi delle famiglie residenti;
§ consumi delle pubbliche amministrazioni[2] e
delle istituzioni sociali private senza
scopo di lucro al servizio delle famiglie.
Gli
investimenti fissi lordi sono
costituti dalle acquisizioni, al netto
delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, cui
si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il
capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a
essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.
Sono
fissi in quanto non comprendono le
variazioni delle scorte e degli oggetti di valore. Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.
Le
esportazioni sono costituite dai
trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non
residenti.
Le esportazioni di
beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a
titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere
destinati al resto del Mondo.
Le esportazioni di
servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati
da unità residenti a unità non residenti.
Le
esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera
del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto
internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.
Le
esportazioni nette risultano dalla
differenza tra le esportazioni e le importazioni.
Si
ricorda che a partire da settembre 2014, è stato adottato dagli Stati membri
dell'Unione europea il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali - Sec2010 - in sostituzione del Sec95, ai
sensi del Regolamento Ue n.
549/2013 pubblicato il 26
giugno 2013.
Il Sec2010 definisce
i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo. Fissa in
maniera sistematica e dettagliata il modo in cui si misurano le grandezze che
descrivono il funzionamento di una economia, in accordo con le linee guida
internazionali stabilite nel Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite(2008 SNA).
Rispetto alla
precedente versione del 1995 (in vigore dal 1999), il Sec2010 presenta alcune
importanti differenze riguardo sia l'ambito di applicazione sia i concetti. Il
nuovo sistema riflette, infatti, gli sviluppi e i progressi metodologici
conseguiti nella misurazione delle economie moderne che si sono consolidati a
livello internazionale e, allo stesso tempo, viene incontro alle esigenze degli
utilizzatori, migliorando in alcuni casi la tempestività nella diffusione dei
risultati.
(valori assoluti - miliardi di euro)
Conto
risorse e impieghi |
ISTAT
|
|
|||||||||
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
|
PIL (*) |
1.609,6 |
1.632,2 |
1.572,9 |
1.604,5 |
1.637,5 |
1.613,3 |
1.604,6 |
1.621,8 |
1.645,4 |
1.672,4 |
|
Importazioni |
447,2 |
453,0 |
363,8 |
435,7 |
467,9 |
445,2 |
426,9 |
429,0 |
446,0 |
443,6 |
|
Consumi finali nazionali |
1.258,2 |
1.289,5 |
1.278,2 |
1.306,6 |
1.328,1 |
1.309,2 |
1.296,3 |
1.299,3 |
1.312,7 |
1.330,1 |
|
- spesa delle
famiglie residenti e I.S.P. |
953,4 |
972,4 |
953,7 |
978,9 |
1.007,2 |
993,7 |
980,9 |
986,0 |
1.001,0 |
1.014,1 |
|
- spesa delle P.A. |
304,8 |
317,1 |
324,4 |
327,6 |
320,9 |
315,4 |
315,4 |
313,3 |
311,6 |
316,0 |
|
Investimenti fissi lordi |
347,2 |
346,7 |
314,4 |
320,0 |
321,8 |
296,2 |
276,7 |
271,5 |
276,5 |
284,3 |
|
- costruzioni |
186,4 |
186,8 |
171,7 |
169,6 |
170,2 |
156,2 |
143,8 |
134,4 |
133,8 |
135,2 |
|
- macchinari,
attrezzature (**) |
98,2 |
94,9 |
82,8 |
90,6 |
91,1 |
84,1 |
79,2 |
80,6 |
83,0 |
85,7 |
|
Esportazioni |
441,5 |
440,1 |
353,5 |
404,1 |
442,2 |
461,2 |
463,1 |
475,3 |
493,9 |
501,5 |
|
Valori concatenati – anno di
riferimento 2010 (miliardi di euro) |
|||||||||||
PIL (*) |
1.687,1 |
1.669,4 |
1.577,9 |
1.604,5 |
1.613,8 |
1.568,3 |
1.541,2 |
1.542,9 |
1.555,0 |
1.568,7 |
|
Importazioni |
461,9 |
445,0 |
387,7 |
435,7 |
438,0 |
402,8 |
393,2 |
406,0 |
433,7 |
446,2 |
|
Consumi finali nazionali |
1.315,0 |
1.307,3 |
1.293,1 |
1.306,6 |
1.300,5 |
1.257,2 |
1.232,8 |
1.233,1 |
1.245,6 |
1.260,4 |
|
- spesa delle famiglie
residenti e I.S.P. |
993,4 |
982,7 |
967,3 |
978,9 |
978,8 |
940,2 |
917,1 |
919,4 |
933,9 |
946,5 |
|
- spesa delle P.A. |
321,5 |
324,6 |
325,8 |
327,6 |
321,7 |
317,3 |
316,3 |
314,0 |
311,7 |
313,7 |
|
Investimenti fissi lordi |
368,6 |
357,3 |
321,8 |
320,0 |
313,8 |
284,7 |
265,8 |
259,8 |
263,9 |
271,7 |
|
- costruzioni |
201,6 |
194,7 |
175,9 |
169,6 |
163,4 |
148,2 |
136,3 |
127,3 |
126,8 |
128,2 |
|
- macchinari,
attrezzature (**) |
99,7 |
94,5 |
83,0 |
90,6 |
90,0 |
80,6 |
76,0 |
76,7 |
78,6 |
81,7 |
|
Esportazioni |
455,2 |
441,2 |
361,5 |
404,1 |
425,1 |
435,0 |
438,0 |
449,9 |
469,5 |
481,0 |
|
(*)
Dati non corretti per il numero dei
giorni lavorativi.
(**) Apparecchiature ICT, altri impianti e
macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.
Fonte: ISTAT, PIL e indebitamento delle AP – Anni
2014-2016 (1marzo 2017). Per gli anni
precedenti, banca dati Istat.
Conto economico delle risorse e degli impieghi –
Consuntivo 2007-2016
(variazioni %)
Conto
risorse e impieghi |
ISTAT |
|||||||||
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
PIL (*) |
1,5 |
-1,1 |
-5,5 |
1,7 |
0,6 |
-2,8 |
-1,7 |
0,1 |
0,8 |
0,9 |
Importazioni |
5,4 |
-3,7 |
-12,9 |
12,4 |
0,5 |
-8,1 |
-2,4 |
3,2 |
6,8 |
2,9 |
Consumi finali nazionali |
1,0 |
-0,6 |
-1,1 |
1,0 |
-0,5 |
-3,3 |
-1,9 |
0,0 |
1,0 |
1,2 |
- spesa delle
famiglie residenti e I.S.P. |
1,2 |
-1,1 |
-1,6 |
1,2 |
0,0 |
-3,9 |
-2,5 |
0,3 |
1,6 |
1,4 |
- spesa delle P.A. |
0,4 |
1,0 |
0,4 |
0,6 |
-1,8 |
-1,4 |
-0,3 |
-0,7 |
-0,7 |
0,6 |
Investimenti fissi lordi |
1,6 |
-3,1 |
-9,9 |
-0,5 |
-1,9 |
-9,3 |
-6,6 |
-2,3 |
1,6 |
2,9 |
- costruzioni |
0,4 |
-3,5 |
-9,6 |
-3,6 |
-3,7 |
-9,3 |
-8,0 |
-6,6 |
-0,4 |
1,1 |
- macchinari,
attrezzature (**) |
3,3 |
-5,3 |
-12,2 |
9,1 |
-0,7 |
-10,4 |
-5,7 |
0,8 |
2,5 |
3,9 |
Esportazioni |
6,2 |
-3,1 |
-18,1 |
11,8 |
5,2 |
2,3 |
0,7 |
2,7 |
4,4 |
2,4 |
(*)
Dati non corretti per il numero
dei giorni lavorativi.
(**) Apparecchiature ICT, altri impianti e
macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.
Fonte: ISTAT, PIL e indebitamento delle AP – Anni 2014-2016 (1marzo 2017). Per gli anni precedenti,
banca dati Istat.
Conto economico delle risorse e
degli impieghi – Previsioni
(variazioni % a prezzi costanti)
Conto
risorse e impieghi |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
ISTAT |
Confindustria |
Banca d’Italia |
||||||||
Nota aggiornamento DEF 2016
settembre
2016 |
gennaio 2017 |
febbraio 2017 |
dicembre 2016 |
Novembre 2016 |
dicembre 2016 |
dicembre 2016 |
|||||||||
|
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
PIL |
0,8 |
0,6 |
1,2 |
1,3 |
1,0 |
0,9 |
0,7 |
0,8 |
1,0 |
1,0 |
0,9 |
0,8 |
1,0 |
0,9 |
1,1 |
Importazioni |
2,3 |
2,2 |
3,2 |
3,8 |
3,6 |
3,3 |
3,3 |
2,5 |
2,8 |
3,0 |
3,8 |
3,0 |
3,1 |
4,5 |
3,5 |
Consumi finali nazionali |
1,0 |
0,3 |
0,7 |
1,0 |
0,7 |
0,4 |
- |
- |
0,8 |
0,5 |
- |
- |
|
- |
- |
- spesa famiglie e I.S.P. |
1,2 |
0,4 |
1,0 |
1,2 |
- |
- |
0,6 |
0,8 |
- |
- |
1,1 |
- |
|
1,0 |
1,0 |
- spesa delle P.A. |
0,4 |
0,0 |
-0,3 |
0,2 |
- |
- |
0,2 |
0,2 |
- |
- |
0,3 |
- |
|
- |
- |
Investimenti fissi lordi |
1,9 |
1,5 |
2,6 |
2,8 |
2,4 |
2,2 |
- |
- |
2,5 |
3,4 |
2,7 |
2,1 |
2,4 |
2,3 |
2,1 |
- costruzioni |
0,6 |
1,0 |
2,2 |
2,0 |
1,3 |
1,4 |
0,1 |
0,6 |
1,4 |
1,9 |
- |
1,5 |
1,8 |
- |
- |
- macchinari, attrezzature e vari |
0,6 |
1,8 |
3,1 |
3,6 |
- |
- |
2,1 |
1,0 |
3,6 |
4,8 |
- |
- |
|
- |
- |
Esportazioni |
1,3 |
2,5 |
3,3 |
3,5 |
3,5 |
3,7 |
3,4 |
3,2 |
2,6 |
2,8 |
2,7 |
2,4 |
2,7 |
3,7 |
3,9 |
Conto economico delle risorse e degli impieghi – Anni
2006-2019
2016-2019
obiettivi Governo
(variazioni % a
prezzi costanti)
(variazioni % a prezzi costanti)
PIL |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
febbraio 2017 |
marzo 2017 |
gennaio 2017 |
|||||||||||||
|
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016* |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
Italia |
1,5 |
-1,1 |
-5,5 |
1,7 |
0,6 |
-2,8 |
-1,7 |
0,1 |
0,7 |
0,9 |
0,9 |
1,1 |
1,0 |
1,0 |
0,7 |
0,8 |
Francia |
2,4 |
0,2 |
-2,9 |
2,0 |
2,1 |
0,2 |
0,6 |
0,6 |
1,3 |
1,2 |
1,4 |
1,7 |
1,4 |
1,4 |
1,3 |
1,6 |
Germania |
3,3 |
1,1 |
-5,6 |
4,1 |
3,7 |
0,5 |
0,5 |
1,6 |
1,7 |
1,8 |
1,6 |
1,8 |
1,8 |
1,7 |
1,5 |
1,5 |
Spagna |
3,8 |
1,1 |
-3,6 |
0,0 |
-1,0 |
-2,9 |
-1,7 |
1,4 |
3,2 |
3,0 |
2,3 |
2,1 |
- |
- |
2,3 |
2,1 |
AREA EURO |
3,0 |
0,4 |
-4,5 |
2,1 |
1,5 |
-0,9 |
-0,3 |
1,2 |
2,0 |
1,7 |
1,6 |
1,8 |
1,6 |
1,6 |
1,6 |
1,6 |
Regno Unito |
2,6 |
-0,6 |
-4,3 |
1,9 |
1,5 |
1,3 |
1,9 |
3,1 |
2,2 |
2,0 |
1,5 |
1,2 |
1,6 |
1,0 |
1,5 |
1,4 |
UE – 28 |
3,0 |
0,4 |
-4,4 |
2,1 |
1,7 |
-0,5 |
0,2 |
1,6 |
2,2 |
1,9 |
1,8 |
1,8 |
- |
- |
- |
|
Usa |
1,8 |
-0,3 |
-2,8 |
2,5 |
1,6 |
2,2 |
1,7 |
2,4 |
2,6 |
1,6 |
2,3 |
2,2 |
2,4 |
2,8 |
2,3 |
2,5 |
Giappone |
2,2 |
-1,0 |
-5,5 |
4,7 |
-0,5 |
1,7 |
1,4 |
0,0 |
0,5 |
0,9 |
1,0 |
0,5 |
1,2 |
0,8 |
0,8 |
0,5 |
* Stime 2016, Eurostat,
Newsrelease euroindicators, 7 marzo 2017. Per Usa e Giappone, dati Ocse,
marzo 2017.
Fonte: Dati di consuntivo 2007-2015 dei paesi
europei: Commissione UE, Statistical
Annex of European Economy – Autumn 2016 (novembre 2016).
I consuntivi 2007-2015 di USA e
Giappone sono tratti da FMI, World
Economic Outlook Database (ottobre
2016).
Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Anni 2006-2018
(variazioni % a prezzi costanti)
Fonte: Per le previsioni 2017-2018,
per i Paesi europei: dati Commissione UE, per Usa: dati FMI.
Occupati[3]
Nella rilevazione
sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che
nella settimana di riferimento:
§
hanno
svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un
corrispettivo monetario o in natura;
§
hanno
svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella
quale collaborano abitualmente;
§
sono
assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).
I dipendenti assenti dal lavoro sono
considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante
l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli
indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo
di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che
sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.
Persone in cerca di occupazione
Comprendono le
persone non occupate tra 15 e 74 anni che:
§
hanno
effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che
precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività
autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;
oppure
§
inizieranno
un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a
lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive
all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
Unità di lavoro standard (o
Equivalente tempo pieno)
Rappresenta la
quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la
quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da
lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del
lavoratore.
Questo indicatore non
è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero
di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero
che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa.
Esso quantifica dunque
in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al
processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese ed è
l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.
Tasso di attività
Rapporto tra le forze
di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) di età compresa
tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.
Tasso di occupazione
Rapporto
tra le persone occupate di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione
della stessa classe di età.
Tasso di disoccupazione
Rapporto tra le
persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e
persone in cerca di occupazione).
Lavoro |
ISTAT |
|||||||||
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
Numero occupati (migliaia di unità) |
22.894 |
23.090 |
22.699 |
22.527 |
22.598 |
22.566 |
22.191 |
22.279 |
22.465 |
22.758 |
Numero occupati – variazione
% |
0,6 |
0,9 |
-1,7 |
-0,8 |
0,3 |
-0,1 |
-1,7 |
0,4 |
0,8 |
1,3 |
Totale
Unità di lavoro standard |
25.125 |
25.023 |
24.336 |
24.130 |
24.162 |
23.830 |
23.250 |
23.298 |
23.536 |
23.859 |
Unità di lavoro
standard - variazione % |
1,0 |
-0,4 |
-2,7 |
-0,8 |
0,1 |
-1,4 |
-2,4 |
0,2 |
1,0 |
|
Tasso di attività |
62,4 |
62,9 |
62,3 |
62,0 |
62,1 |
63,5 |
63,4 |
63,9 |
64,0 |
64,9 |
Tasso di occupazione |
58,6 |
58,6 |
57,4 |
56,8 |
56,8 |
56,6 |
55,5 |
55,7 |
56,3 |
57,2 |
Tasso di
disoccupazione |
6,1 |
6,7 |
7,7 |
8,4 |
8,4 |
10,7 |
12,1 |
12,7 |
11,9 |
11,7 |
Fonte: ISTAT, Il mercato del lavoro (10 marzo 2017). Per
le ULA, PIL e indebitamento delle AP – Anni 2014-2016 (1 marzo 2017). Per gli
anni precedenti, banca dati Istat.
Lavoro |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
ISTAT |
Confindustria |
Banca
d’Italia |
||||||||
Nota
aggiornamento DEF 2016 |
gennaio 2017 |
febbraio 2017 |
dicembre 2016 |
novembre 2016 |
dicembre2016 |
dicembre 2016 |
|||||||||
|
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
Occupazione – Var. % |
0,9 |
0,4 |
0,6 |
0,8 |
0,3 |
0,3 |
0,3 |
0,2 |
0,7 |
0,9 |
0,6 |
0,6 |
0,7 |
0,9 |
0,6 |
Tasso
di attività |
- |
- |
- |
- |
64,8 |
64,9 |
- |
- |
63,9 |
64,0 |
- |
- |
|
- |
- |
Tasso
di occupazione |
57,2 |
57,6 |
57,9 |
58,3 |
57,2 |
57,5 |
58,9- |
59,1 |
- |
- |
- |
- |
|
- |
- |
Tasso
di disoccupazione |
11,5 |
11,1 |
10,6 |
10,2 |
11,4 |
11,1 |
11,4 |
11,3 |
11,3 |
10,8 |
11,3 |
11,0 |
10,5 |
11,3 |
11,1 |
(in % della forza lavoro)
DISOCCUPAZIONE |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
Commissione UE e FMI |
febbraio 2017 |
novembre 2016 |
ottobre 2016 |
|||||||||||||
|
2006 |
2007 |
2008 |
2016 |
2016 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
Italia |
6,8 |
6,1 |
6,7 |
7,7 |
8,4 |
8,4 |
10,7 |
12,1 |
12,7 |
11,9 |
11,7 |
11,6 |
11,5* |
11,1* |
11,5 |
11,2 |
Francia |
8,8 |
8,0 |
7,4 |
9,1 |
9,3 |
9,2 |
9,8 |
10,3 |
10,3 |
10,4 |
10,0 |
9,9 |
9,9 |
9,7 |
9,8 |
9,6 |
Germania |
10,1 |
8,5 |
7,4 |
7,6 |
7,0 |
5,8 |
5,4 |
5,2 |
5,0 |
4,6 |
4,4 |
4,1 |
4,2 |
4,2 |
4,3 |
4,5 |
Spagna |
8,5 |
8,2 |
11,3 |
17,9 |
19,9 |
21,4 |
24,8 |
26,1 |
24,5 |
22,1 |
19,5 |
17,7 |
19,6 |
17,7 |
19,4 |
18,0 |
AREA EURO |
8,4 |
7,5 |
7,6 |
9,6 |
10,2 |
10,2 |
11,4 |
12,0 |
11,6 |
10,9 |
10,0 |
9,5 |
10,0 |
9,5 |
10,0 |
9,7 |
Regno Unito |
5,4 |
5,3 |
5,6 |
7,6 |
7,8 |
8,1 |
7,9 |
7,6 |
6,1 |
5,3 |
4,9 |
5,2 |
4,9 |
5,0 |
5,0 |
5,2 |
UE-28 |
8,2 |
7,2 |
7,0 |
9,0 |
9,6 |
9,7 |
10,5 |
10,9 |
10,2 |
9,4 |
8,5 |
8,1 |
- |
- |
- |
- |
Usa |
4,6 |
4,6 |
5,8 |
9,3 |
9,6 |
8,9 |
8,1 |
7,4 |
6,2 |
5,3 |
4,9 |
4,6 |
4,9 |
4,7 |
4,9 |
4,8 |
Giappone |
4,1 |
3,8 |
4,0 |
5,1 |
5,1 |
4,6 |
4,3 |
4,0 |
3,6 |
3,4 |
3,1 |
3,1 |
3,1 |
3,0 |
3,2 |
3,2 |
* Per l’Italia, Italy 2017 OECD
Economic Survey (15 febbraio
2017).
Fonte: Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi
europei: Commissione UE, Statistical
Annex of European Economy – Autumn 2016 (novembre 2016).
I consuntivi 2006-2015 di USA e
Giappone sono tratti da FMI, World
Economic Outlook Database (ottobre 2016).
Disoccupazione – Confronti
internazionali - Anni 2006-2017
(in %
delle forze lavoro)
Fonte: Per le previsioni 2016-2017,
per i Paesi europei: dati Commissione UE. Per Usa: dati FMI.
L'inflazione al consumo è un processo di aumento del
livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al
consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un
indice dei prezzi al consumo.
Un
indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura le
variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere,
rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno. In
particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:
per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e
impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).
§ L’indice dei prezzi
al consumo per l'intera collettività (NIC) misura l'inflazione
a livello dell'intero sistema economico italiano.
§ L’indice
dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI)
si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un
lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare
periodicamente i valori monetari (ad es. gli affitti o gli assegni dovuti al
coniuge separato).
Questi due indici vengono calcolati
anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi.
§ L'indice armonizzato dei prezzi al consumo
(IPCA) è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione
comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per
verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea,
ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.
I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla
stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.
L’indice NIC e l’indice FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è
diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della
popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera
popolazione italiana, che conta oltre 57 milioni di persone; per il FOI è
l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.
L’indice
armonizzato dei prezzi al consumo ha in comune con l’indice NIC la
popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il
paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i
concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.
Un'ulteriore
differenziazione riguarda il concetto
di prezzo considerato. L’indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività e quello per le famiglie di operai e impiegati considerano il
prezzo pieno di vendita; l’indice
armonizzato dei prezzi al consumo si riferisce invece al prezzo
effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali,
mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto,
per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla
quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle
riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).
Un
ulteriore indice del livello generale dei prezzi è il deflatore del PIL, che consente di evidenziare,
nell’ambito
della variazione del PIL nominale, la componente riconducibile alla variazione
dei prezzi dei beni e servizi. Esso viene calcolato come rapporto tra il valore
dei beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in
un anno precedente assunto come termine di riferimento. Si differenzia dagli
indici dei prezzi al consumo in quanto: a) non considera i beni prodotti
all’estero; b) non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla
produzione corrente.
Più in generale, il deflatore è un indicatore implicito dei prezzi
che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il medesimo
aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni,
esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra
in termini reali (a moneta costante).
Il
tasso di inflazione programmata rappresenta
il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione come valore di
riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene indicato in relazione
all’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed
impiegati (FOI), esclusi i tabacchi. Il tasso di inflazione programmata
rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti
salariali nella contrattazione nazionale (sono peraltro previsti meccanismi
successivi di adeguamento degli aumenti di salario nel caso in cui si registri,
per un periodo significativo, un’inflazione effettiva superiore a quella
programmata).
Inflazione |
ISTAT |
|||||||||
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
Indice
prezzi al consumo (NIC) |
1,8 |
3,3 |
0,8 |
1,5 |
2,8 |
3,0 |
1,2 |
0,2 |
0,1 |
-0,1 |
Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) |
2,0 |
3,5 |
0,8 |
1,6 |
2,9 |
3,3 |
1,2 |
0,2 |
0,1 |
-0,1 |
Deflatore
del PIL |
2,4 |
2,5 |
2,1 |
0,3 |
1,5 |
1,4 |
1,2 |
1,0 |
0,7 |
0,8 |
Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di
operai e impiegati (esclusi i tabacchi) (FOI) |
1,7 |
3,2 |
0,7 |
1,6 |
2,7 |
3,0 |
1,1 |
0,2 |
-0,1 |
-0,1 |
INFLAZIONE |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
ISTAT |
Confindustria |
Banca d’Italia |
||||||||
Nota aggiornamento DEF 2016 |
gennaio 2017 |
febbraio 2017 |
dicembre 2016 |
novembre 2016 |
dicembre 2016 |
dicembre 2016 |
|||||||||
|
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
Inflazione
programmata (*) |
0,2 |
0,9 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
|
- |
|
Indice prezzi al consumo (NIC) |
- |
- |
- |
- |
1,0 |
1,3 |
1,3 |
1,5 |
0,5 |
1,7 |
- |
0,7 |
1,4 |
- |
|
Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) al netto
energetici |
0,5 |
1,0 |
1,2 |
1,4 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
|
0,9 |
1,2 |
Deflatore
del PIL |
1,0 |
1,3 |
1,6 |
1,6 |
0,4 |
0,5 |
- |
- |
0,8 |
1,6 |
- |
- |
|
- |
|
Deflatore
dei consumi |
0,1 |
1,7 |
1,7 |
1,6 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
0,8 |
- |
|
- |
|
(*) Il
dato relativo all’inflazione programmata è sempre fissato nel documento di
programmazione (DEF o Nota di aggiornamento del DEF).
Inflazione |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
febbraio 2017 |
novembre 2016 |
ottobre 2016 |
|||||||||||||
|
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
Italia |
2,2 |
2,0 |
3,5 |
0,8 |
1,6 |
2,9 |
3,3 |
1,2 |
0,2 |
0,1 |
-0,1 |
1,4 |
-0,1* |
0,8* |
-0,1 |
0,5 |
Francia |
1,9 |
1,6 |
3,2 |
0,1 |
1,7 |
2,3 |
2,2 |
1,0 |
0,6 |
0,1 |
0,3 |
1,5 |
0,3 |
1,2 |
0,3 |
1,0 |
Germania |
1,8 |
2,3 |
2,8 |
0,2 |
1,1 |
2,5 |
2,1 |
1,6 |
0,8 |
0,1 |
0,4 |
1,9 |
0,3 |
1,4 |
0,4 |
1,5 |
Spagna |
3,6 |
2,8 |
4,1 |
-0,2 |
2,0 |
3,0 |
2,4 |
1,5 |
-0,2 |
-0,6 |
-0,3 |
1,9 |
-0,3 |
1,5 |
-0,3 |
1,0 |
AREA EURO |
2,2 |
2,1 |
3,3 |
0,3 |
1,6 |
2,7 |
2,5 |
1,3 |
0,4 |
0,0 |
0,2 |
1,7 |
0,2 |
1,2 |
0,3 |
1,1 |
Regno Unito |
2,3 |
2,3 |
3,6 |
2,2 |
3,3 |
4,5 |
2,8 |
2,6 |
1,5 |
0,0 |
0,7 |
2,5 |
0,6 |
2,4 |
0,7 |
2,5 |
UE – 28 |
2,3 |
2,4 |
3,7 |
1,0 |
2,1 |
3,1 |
2,6 |
1,5 |
0,5 |
0,0 |
0,3 |
1,8 |
- |
- |
- |
- |
Usa |
3,2 |
2,9 |
3,8 |
-0,3 |
1,6 |
3,1 |
2,1 |
1,5 |
1,6 |
0,1 |
1,3 |
2,4 |
1,2 |
1,9 |
1,2 |
2,3 |
Giappone |
0,2 |
0,1 |
1,4 |
-1,3 |
-0,7 |
-0,3 |
-0,1 |
0,3 |
2,8 |
0,8 |
-0,1 |
0,4 |
-0,3 |
0,3 |
-0,2 |
0,5 |
N.B.: Indice dei prezzi al consumo.
Per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP).
*
Per l’Italia, Italy 2017 OECD Economic
Survey (15 febbraio 2017).
Fonte: Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi
europei: Commissione UE, Statistical
Annex of European Economy – Autumn 2016 (novembre 2016).
I consuntivi
2006-2015 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook (ottobre 2016).
Inflazione – Confronti internazionali – Anni
2006-2017
2016-2017
Previsioni FMI
Fonte: per
i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (Commissione
Europea), per USA: indice dei prezzi al consumo (FMI).
Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio
Tassi ufficiali
L’attuazione
della politica monetaria dell’Eurosistema è affidata al Comitato esecutivo
della Banca Centrale europea (BCE) secondo le decisioni e gli indirizzi stabiliti
dal Consiglio direttivo. Per il raggiungimento degli obiettivi di politica
monetaria l’Eurosistema ha a disposizione un insieme di strumenti di politica
monetaria:
§ la
conduzione di operazioni di mercato aperto, le quali possono essere divise in diverse
tipologie: operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operations) che consistono in operazioni regolari
di immissione di liquidità, con frequenza o cadenza settimanale; operazioni di
rifinanziamento più a lungo termine, operazioni di regolazione puntuale (fine-tuning) e operazioni di tipo
strutturale;
§ le
operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, che consentono di porre
un limite superiore e inferiore alle fluttuazioni dei tassi di interesse overnight (cioè relativi ad operazioni
con scadenza a ventiquattro ore e regolamento nel giorno stesso) del mercato,
mediante l’immissione o assorbimento di liquidità. In tal caso, si possono
avere operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility), con le quali gli enti creditizi
ottengono liquidità overnight dalle
banche centrali nazionali, a fronte di attività idonee stanziate a garanzia,
ovvero operazioni utilizzabili dagli enti creditizi per costituire depositi overnight presso le banche centrali
nazionali dell’Eurosistema;
§ la
riserva obbligatoria, cioè l’obbligo per gli istituti di credito di detenere
riserve obbligatorie sui conti presso l’Eurosistema (tali riserve obbligatorie
si trovano su conti accesi presso le Banche centrali nazionali).Ogni ente
creditizio deve detenere una determinata percentuale di alcuni depositi
effettuati dalla propria clientela (e di altre passività delle banche) in un
conto deposito costituito presso le Banche centrali nazionali di competenza, in
media per un periodo di mantenimento delle riserve della durata approssimativa
di un mese. L’Eurosistema corrisponde un tasso di interesse a breve termine su
questi conti.
I tassi ufficiali delle operazioni
dell’Eurosistema, fissati dal Consiglio direttivo della BCE, sono:
il tasso di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento
principali (main refinancing operations rate);
il tasso di interesse per i depositi presso la Banca centrale
(deposit
facility rate);
il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento
marginale (marginal lending facility rate).
Il tasso di partecipazione alle operazioni di
rifinanziamento principali - che forniscono la maggior parte della
liquidità necessaria al sistema - segnala al mercato l’orientamento di politica
monetaria, in quanto indica le condizioni alle quali la BCE è disposta a
effettuare transazioni con il mercato.
Gli altri due tassi, invece,
si riferiscono ad operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e i
loro tassi costituiscono, di regola, il limite massimo e minimo per il tasso di
interesse overnight.
Tassi
di interesse o rendimenti sui Titoli di Stato
I Titoli di Stato
sono i Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Essi comprendono attualmente
i prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie
di titoli emessi sul mercato interno:
BOT, BTP e alcune tipologie di Certificati del Tesoro (CCT).
I Buoni ordinari del Tesoro (BOT) sono Titoli di Stato privi
di cedole[4], emessi con scadenza
compresa tra 1 e 12 mesi.
I Buoni del Tesoro poliennali (BTP) sono titoli di debito
emessi dallo Stato a tasso fisso. Hanno scadenza compresa tra 2 e 30 anni e il
pagamento degli interessi, chiamato “stacco cedola”, avviene con cadenza
semestrale.
I
Buoni del tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i) sono
titoli di Stato che forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento
del livello dei prezzi: sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole
pagate semestralmente sono rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area
euro, misurata dall’Eurostat attraverso l’Indice Armonizzato dei Prezzi al
Consumo (IAPC) con esclusione del tabacco.
I Certificati di credito del Tesoro (CCT), a medio e a lungo
termine, sono soggetti a indicizzazione finanziaria delle cedole. Le cedole
semestrali successive alla prima sono attualmente indicizzate al rendimento dei
BOT a 6 mesi relativo all’asta della fine del mese precedente il periodo di
decorrenza della cedola stessa, maggiorato di uno spread;
Vi sono poi, quali titoli obbligazionari emessi dal Tesoro, i
Certificati del Tesoro zero-coupon
(CTZ) con scadenza a 18 e a 24 mesi, privi di cedole.
Sono
inoltre emessi Certificati di credito del Tesoro a tasso fisso, utilizzati
principalmente per il ripianamento di debiti pregressi del settore pubblico.
La Banca d’Italia collabora con il Ministero dell’Economia e
delle Finanze (MEF) nella gestione del debito pubblico. Sono responsabilità
della Banca d'Italia l’organizzazione e la conduzione – per conto del MEF –
delle attività di collocamento/riacquisto dei titoli di Stato e di servizio
finanziario del debito.
La
Banca d’Italia, inoltre, fornisce assistenza nella definizione della politica
di emissione, formulando ipotesi di copertura del fabbisogno mediante
collocamento di titoli. Quest’ultima attività è strettamente collegata con le
previsioni sull’andamento della liquidità del sistema bancario utilizzate dalla
Banca Centrale Europea per la definizione degli interventi di mercato aperto.
La Banca d’Italia, infine, effettua elaborazioni finanziarie connesse con i
titoli del debito pubblico.
Rendimenti dei Titoli di Stato guida. I valori mensili
sono medie semplici di quelli giornalieri. I dati, ad esclusione di quelli del
totale dei BTP, si riferiscono ai titoli scambiati sul mercato telematico dei
titoli di Stato (M.T.S.). Per ogni categoria, il titolo guida è l'ultimo titolo
emesso da quando diventa il più scambiato. I dati relativi al totale dei BTP si
riferiscono al campione dei titoli con vita residua superiore all'anno
scambiati alla Borsa valori italiana (M.O.T.).
Tassi di cambio
Il tasso di cambio
bilaterale fra le due monete si può definire come il rapporto al quale la
valuta nazionale si scambia con quella straniera. Il tasso di cambio nominale
bilaterale è dunque definito come il prezzo di una valuta nei termini di
un’altra moneta.
Il
tasso di cambio può essere pertanto espresso in due modi alternativi, secondo
la quotazione incerto per certo (cioè considerando una quantità di valuta
nazionale per una unità di valuta estera), ovvero secondo la quotazione certo
per incerto (cioè considerando una quantità di valuta estera per una unità di
valuta nazionale). La quotazione certo per incerto è quella usata per l’euro
(ad esempio, per il cambio euro/dollaro (dollari per euro).
(Valori di fine
periodo – in %)
Periodo |
Area
Euro |
Regno Unito
|
Stati Uniti
|
Giappone
|
Dicembre
2006 |
3,50 |
5,00 |
5,25 |
0,25 |
Dicembre
2007 |
4,00 |
5,50 |
4,25 |
0,50 |
Dicembre
2008 |
2,50 |
2,00 |
tra
0 e 0,25 |
0,10 |
Dicembre
2009 |
1,00 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
0,10 |
Dicembre
2010 |
1,00 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra
0 e 0,10 |
Dicembre
2011 |
1,00 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2012 |
0,75 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2013 |
0,25 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2014 |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2015 |
0,05 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra 0 e 0,10 |
2016 |
|
|
|
|
Gennaio |
0,05 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Febbraio |
0,05 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Marzo |
0,00 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Aprile |
0,00 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Maggio |
0,00 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Giugno |
0,00 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Luglio |
0,00 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Agosto |
0,00 |
0,25 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Settembre |
0,00 |
0,25 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Ottobre |
0,00 |
0,25 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Novembre |
0,00 |
0,25 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Dicembre |
0,00 |
0,25 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
2017 |
|
|
|
|
Gennaio |
0,05 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Febbraio |
0,05 |
0,50 |
tra 0,25 e 0,50 |
tra -0,1 e 0 |
Area Euro: tasso di interesse sulle
operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate; Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di interesse a breve termine (uncollateralized overnight call rate).
Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale,
Bollettino Economico (e rispettivi
siti istituzionali delle Banche centrali).
(Valori medi nel
periodo)
PERIODO |
RENDIMENTI LORDI |
||||
BTP
|
CCT
|
||||
3 anni
|
5 anni
|
10 anni |
Totale
|
||
2006 |
3,553 |
3,707 |
4,045 |
3,858 |
3,305 |
2007 |
4,214 |
4,276 |
4,488 |
4,405 |
4,226 |
2008 |
4,133 |
4,296 |
4,688 |
4,463 |
4,541 |
2009 |
2,376 |
3,166 |
4,311 |
3,536 |
1,715 |
2010 |
2,175 |
2,899 |
4,034 |
3,353 |
1,729 |
2011 |
4,188 |
4,684 |
5,428 |
4,890 |
4,291 |
2012 |
3,633 |
4,530 |
5,507 |
4,636 |
5,112 |
2013 |
2,207 |
3,108 |
4,315 |
3,355 |
2,535 |
2014 |
0,956 |
1,568 |
2,893 |
2,082 |
1,356 |
2015 |
0,338 |
0,763 |
1,714 |
1,186 |
0,713 |
2016 |
0,082 |
0,467 |
1,487 |
0,908 |
0,529 |
Gennaio
|
0,068 |
0,541 |
1,534 |
0,968 |
0,489 |
Febbraio
|
0,100 |
0,518 |
1,559 |
1,010 |
0,578 |
Marzo
|
0,014 |
0,320 |
1,375 |
0,843 |
0,499 |
Aprile
|
0,079 |
0,485 |
1,442 |
0,872 |
0,542 |
Maggio
|
0,080 |
0,486 |
1,526 |
0,922 |
0,599 |
Giugno
|
0,095 |
0,443 |
1,453 |
0,891 |
0,612 |
Luglio
|
0,001 |
0,309 |
1,227 |
0,727 |
0,466 |
Agosto
|
-0,026 |
0,241 |
1,176 |
0,661 |
0,363 |
Settembre
|
0,004 |
0,276 |
1,266 |
0,725 |
0,365 |
Ottobre
|
0,079 |
0,447 |
1,450 |
0,855 |
0,397 |
Novembre
|
0,336 |
0,843 |
1,943 |
1,258 |
0,735 |
Dicembre
|
0,152 |
0,693 |
1,886 |
1,165 |
0,699 |
Fonte: Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino
Statistico “Mercato finanziario” n. 2 (13
gennaio 2017).
(Valori
medi nel periodo)
Periodo
|
Dollaro
USA
|
Yen
giapponese
|
Yuan
cinese
|
Sterlina
britannica |
Franco
svizzero
|
2006
|
1,256 |
146,02 |
10,010 |
0,682 |
1,573 |
2007
|
1,371 |
161,25 |
10,418 |
0,684 |
1,643 |
2008
|
1,471 |
152,45 |
10,224 |
0,796 |
1,587 |
2009
|
1,395 |
130,34 |
9,528 |
0,891 |
1,510 |
2010
|
1,326 |
116,24 |
8,971 |
0,858 |
1,380 |
2011
|
1,392 |
110,96 |
8,996 |
0,868 |
1,233 |
2012
|
1,285 |
102,49 |
8,105 |
0,811 |
1,205 |
2013
|
1,328 |
129,66 |
8,165 |
0,849 |
1,231 |
2014
|
1,329 |
140,31 |
8,186 |
0,806 |
1,215 |
2015
|
1,110 |
134,31 |
6,973 |
0,726 |
1,068 |
2016
|
1,107 |
120,20 |
7,352 |
0,819 |
1,090 |
Gennaio
|
1,086 |
128,32 |
7,139 |
0,755 |
1,094 |
Febbraio
|
1,109 |
127,35 |
7,266 |
0,776 |
1,102 |
Marzo
|
1,110 |
125,39 |
7,222 |
0,780 |
1,092 |
Aprile
|
1,134 |
124,29 |
7,346 |
0,792 |
1,093 |
Maggio
|
1,131 |
123,21 |
7,386 |
0,778 |
1,106 |
Giugno
|
1,123 |
118,45 |
7,402 |
0,790 |
1,089 |
Luglio
|
1,107 |
115,25 |
7,391 |
0,841 |
1,087 |
Agosto
|
1,121 |
113,49 |
7,454 |
0,855 |
1,088 |
Settembre
|
1,121 |
114,22 |
7,482 |
0,852 |
1,092 |
Ottobre
|
1,103 |
114,47 |
7,420 |
0,894 |
1,089 |
Novembre
|
1,080 |
116,93 |
7,388 |
0,869 |
1,076 |
Dicembre
|
1,054 |
122,39 |
7,298 |
0,844 |
1,075 |
Fonte:
Banca d’Italia, Relazione Annuale, 31
maggio 2016.
Fonte:
BCE Economic bullettin, febbraio 2017.
Quotazioni dell’euro rispetto alle principali valute
(Valori medi mensili)
2013 2006 2009 2010 2011 2014 2015 2007 2008 2012 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 x
Bilancia dei
pagamenti
La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche intervenute in
un dato periodo tra i residenti e i non
residenti di un’economia. Le transazioni economiche consistono nel
passaggio di proprietà di risorse sia reali (beni, servizi, redditi) che
finanziarie.
Il segmento della
bilancia dei pagamenti che misura le importazioni e le esportazioni di merci, è
la bilancia commerciale.
(Valori assoluti - milioni di euro - e in %
del PIL)
Bilancia dei pagamenti
|
Banca d’Italia |
|||||||||
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
Saldo corrente
|
-37.714 |
-45.224 |
-30.173 |
-54.516 |
-50.385 |
-6.939 |
15.449 |
30.497 |
26.650 |
45.871 |
% del PIL
|
-2,3 |
-2,8 |
-1,9 |
-3,4 |
-3,1 |
-0,4 |
0,9 |
1,9 |
1,6 |
2,9 |
Saldo conto capitale
|
2.261 |
-184 |
-89 |
-556 |
1.032 |
3.959 |
181 |
3.386 |
2.638 |
1.534 |
% del PIL
|
0,1 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,1 |
0,2 |
0,0 |
0,2 |
0,2 |
0,1 |
Saldo finanziario
|
26.212 |
31.416 |
37.335 |
86.749 |
-70.099 |
-12.070 |
12.753 |
43.819 |
25.605 |
56.448 |
% del PIL
|
1,6 |
1,9 |
2,4 |
5,4 |
-4,3 |
-0,7 |
0,8 |
2,7 |
1,6 |
3,6 |
Errori ed omissioni
|
9.241 |
13.992 |
-7.073 |
-31.678 |
-20.746 |
-9.091 |
-2.877 |
9.953 |
-3.683 |
9.043 |
(Valori in % del PIL)
Bilancia
dei pagamenti |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
|||||||
Nota aggiornamento DEF 2016 |
gennaio 2017 |
dicembre 2016 |
dicembre 2016 |
dicembre 2016 |
||||||||
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
|
Saldo
corrente |
2,4 |
2,5 |
2,6 |
2,6 |
2,2- |
1,7 |
- |
|
- |
- |
- |
- |
Saldo
corrente e capitale |
- |
- |
- |
- |
- |
|
2,2 |
2,1 |
2,2 |
2,1 |
- |
- |
Il
Conto economico consolidato delle
pubbliche amministrazioni espone le entrate e le spese del settore
istituzionale delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito del sistema di
contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza
economica, secondo i criteri definiti dal Sistema europeo dei conti (SEC2010).
Nel conto economico
consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di
incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri settori
istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali
ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro
(concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).
Il conto consolidato
delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli
obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti
annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di
programmazione economico-finanziaria).
Le amministrazioni
pubbliche inserite nel conto economico consolidato sono individuate annualmente
in un elenco pubblicato dall’ISTAT.
Le spese (o uscite)
si dividono in:
§ spese correnti (o
uscite correnti), destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi
delle amministrazioni pubbliche, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini
non direttamente produttivi;
§ spese in conto capitale (o
uscite in conto capitale), che incidono direttamente o indirettamente sulla
formazione di capitale.
Le
principali spese correnti sono:
§ le spese per redditi da lavoro dipendente, cioè il
costo sostenuto dalle amministrazioni pubbliche a titolo di remunerazione
dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che
intellettuali;
§ le spese per consumi intermedi, che corrispondono al
valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo produttivo e nelle attività delle pubbliche
amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato
come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure
esauriti nel processo produttivo;
Si segnala in proposito una differenza
tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza
pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi
intermedi secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso
stretto), anche le prestazioni sociali in natura.
§ le spese per prestazioni sociali in denaro e in natura,
costituite dai trasferimenti in denaro e in natura alle famiglie da parte delle
pubbliche amministrazioni finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri
derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte,
invalidità, disoccupazione…). Le prestazioni sociali in natura, sono
individuate nel conto economico consolidato pubblicato dall’ISTAT secondo la
definizione ad esse data dal SEC 2010 di “acquisto di beni e servizi prodotti
da produttori market”;
§ le spese per interessi passivi, relativi
principalmente agli interessi da corrispondere su titoli del debito pubblico.
Fra le ulteriori spese correnti si
ricordano l’acquisto di beni e servizi corrispondenti a prestazioni sociali
(prestazioni sociali in natura), gli ammortamenti, le imposte indirette, i
contributi alla produzione gli aiuti internazionali e gli ulteriori
trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie
e alle imprese).
Le
spese in conto capitale (o uscite in
conto capitale) sono costituite principalmente dagli investimenti fissi lordi, costituti dalle acquisizioni, al netto
delle cessioni, di capitale fisso effettuate dalle pubbliche amministrazioni.
Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali destinati a essere
utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno. Fra le ulteriori
spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti
(soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale
(anch’essi soprattutto in favore di imprese).
Le
spese (o uscite) complessive corrispondono alla somma delle
spese correnti e delle spese in conto capitale.
Anche le entrate sono
suddivise in entrate correnti e entrate in conto capitale.
Le entrate correnti sono costituite principalmente da:
§ entrate tributarie,
suddivise in:
- entrate derivanti da imposte dirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione
immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il
possesso di un patrimonio;
- entrate derivanti da imposte indirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione
mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo
o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale;
§ contributi sociali,
suddivisi in:
- contributi sociali effettivi, che comprendono i versamenti
effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a
beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o
anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le
prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori
e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità,
invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e
malattie professionali e per gli assegni familiari;
- contributi sociali figurativi, definiti, in base al
SEC2010, come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente –
cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di
lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto.
Comprendono le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre
amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare
al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo,
i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure
e infortuni.
Le
entrate in conto capitale sono le
entrate derivanti da imposte in conto capitale, da cofinanziamenti dell’Unione
europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.
Le
imposte in conto capitale: si tratta
delle imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul
valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti
per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Comprendono:
a) le imposte sui trasferimenti in conto
capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione
delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);
b) le imposte straordinarie sulle attività o sul
patrimonio netto (quali i condoni).
Le
entrate complessive corrispondono
alla somma delle entrate correnti e delle entrate in conto capitale.
La pressione fiscale indica l’incidenza
percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette,
indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e
figurativi).
Il
dato fornito è al lordo delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre
amministrazioni pubbliche.
Il saldo corrente è il saldo (avanzo o
disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti.
Il saldo primario è il saldo (avanzo o
disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate complessive ed uscite
complessive al netto della spesa per interessi passivi. Rappresenta uno dei
principali indicatori per valutare la sostenibilità delle finanza pubbliche.
Può essere scomposto in saldo corrente primario (differenza tra entrate
correnti e uscite correnti al netto degli interessi passivi) e saldo in conto capitale
(differenza tra entrate in conto capitale e uscite in conto capitale).
L’indebitamento netto è il saldo
conclusivo del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni,
risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive;
se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. È il parametro
di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.
(milioni di euro)
Conto
delle P.A. |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
Entrate correnti |
724.156 |
732.825 |
706.248 |
726.211 |
737.087 |
765.737 |
763.260 |
769.739 |
780.391 |
781.480 |
- entrate tributarie (imposte dir. e indir.) |
464.804 |
461.295 |
433.841 |
450.396 |
457.926 |
486.506 |
480.733 |
486.664 |
492.838 |
490.649 |
- contributi
sociali (effettivi
e figurativi) |
203.068 |
212.926 |
212.133 |
213.702 |
216.294 |
215.837 |
215.289 |
214.346 |
219.060 |
221.440 |
Entrate in c/capitale (1) |
4.400 |
3.903 |
15.532 |
6.162 |
10.694 |
5.921 |
9.317 |
7.007 |
5.468 |
7.472 |
Entrate complessive |
728.556 |
736.728 |
721.780 |
732.373 |
747.781 |
771.658 |
772.577 |
776.746 |
785.859 |
788.952 |
Uscite correnti |
680.309 |
709.527 |
722.875 |
733.825 |
742.836 |
754.997 |
761.235 |
765.354 |
761.866 |
772.026 |
- uscite correnti al netto interessi |
421.874 |
420.718 |
434.241 |
664.989 |
666.420 |
671.431 |
683.667 |
691.003 |
693.821 |
705.657 |
di cui |
164.330 |
170.271 |
171.676 |
172.548 |
169.615 |
166.142 |
164.784 |
163.468 |
161.998 |
164.084 |
- Consumi intermedi |
78.282 |
82.594 |
85.610 |
87.356 |
87.166 |
87.023 |
89.579 |
88.890 |
90.092 |
91.066 |
- Prestazioni sociali in denaro |
264.407 |
277.270 |
291.627 |
298.695 |
304.478 |
311.442 |
319.688 |
326.863 |
332.792 |
337.514 |
- Prestazioni sociali in natura (2) |
42.507 |
43.372 |
45.565 |
46.281 |
44.608 |
43.345 |
43.552 |
44.210 |
43.770 |
44.511 |
- interessi passivi |
76.660 |
80.461 |
69.457 |
68.836 |
76.416 |
83.566 |
77.568 |
74.351 |
68.045 |
66.369 |
Uscite in c/capitale |
72.818 |
71.137 |
81.786 |
66.669 |
65.726 |
63.877 |
57.834 |
60.195 |
68.249 |
57.635 |
Uscite complessive |
753.127 |
780.664 |
804.661 |
800.494 |
808.562 |
818.874 |
819.069 |
825.549 |
830.115 |
829.660 |
Saldo
corrente della P.A. |
43.847 |
23.298 |
-16.627 |
-7.614 |
-5.749 |
10.740 |
2.025 |
4.385 |
||
Saldo
primario
della
P.A. |
52.089 |
36.525 |
-13.424 |
715 |
15.635 |
36.350 |
31.076 |
25.548 |
23.789 |
25.661 |
Indebitamento netto della
P.A. |
-24.571 |
-43.936 |
-82.881 |
-68.121 |
-60.781 |
-47.216 |
-46.492 |
-48.803 |
-44.256 |
-40.708 |
(1) La
contrazione delle entrate in c/capitale nel 2012 è ascrivibile, principalmente,
alla riduzione delle imposte in conto capitale, dovuta al venir meno dei
versamenti una tantum dell’imposta
sostitutiva sul riallineamento dei valori contabili ai principi internazionali
IAS, che avevano sostenuto il gettito nel 2011.
(2) Acquisto di beni e servizi prodotti da
produttori market.
Fonte:
ISTAT, PIL e indebitamento delle AP – Anni 2014-2016 (1marzo 2017). Per gli anni precedenti, banca dati Istat.
Conto
delle P.A. |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
Entrate correnti |
45,0 |
44,9 |
44,9 |
45,3 |
45,0 |
47,5 |
47,6 |
47,5 |
47,4 |
|
- entrate
tributarie (imposte
dir. e indir.) |
28,9 |
28,3 |
27,6 |
28,1 |
28,0 |
30,2 |
30,0 |
30,0 |
30,0 |
29,3 |
- contributi
sociali (effettivi
e figurativi) |
12,6 |
13,0 |
13,5 |
13,3 |
13,2 |
13,4 |
13,4 |
13,2 |
13,3 |
13,2 |
Entrate in c/capitale |
0,3 |
0,2 |
1,0 |
0,4 |
0,7 |
0,4 |
0,6 |
0,4 |
0,3 |
0,4 |
Entrate complessive |
45,3 |
45,1 |
45,9 |
45,6 |
45,7 |
47,8 |
48,1 |
47,9 |
47,8 |
|
Uscite correnti |
42,3 |
43,5 |
46,0 |
45,7 |
45,4 |
46,8 |
47,4 |
47,2 |
46,3 |
46,2 |
- uscite correnti al netto interessi |
26,2 |
25,8 |
27,6 |
41,4 |
40,7 |
41,6 |
42,6 |
42,6 |
42,2 |
42,2 |
di cui: |
10,2 |
10,4 |
10,9 |
10,8 |
10,4 |
10,3 |
10,3 |
10,1 |
9,8 |
9,8 |
- Consumi intermedi |
4,9 |
5,1 |
5,4 |
5,4 |
5,3 |
5,4 |
5,6 |
5,5 |
5,5 |
5,4 |
- Prestazioni sociali in denaro |
16,4 |
17,0 |
18,5 |
18,6 |
18,6 |
19,3 |
19,9 |
20,2 |
20,2 |
20,2 |
- Prestazioni sociali in natura |
2,6 |
2,7 |
2,9 |
2,9 |
2,7 |
2,7 |
2,7 |
2,7 |
2,7 |
2,7 |
- interessi
passivi |
4,8 |
4,9 |
4,4 |
4,3 |
4,7 |
5,2 |
4,8 |
4,6 |
4,1 |
4,0 |
Uscite in c/capitale |
4,5 |
4,4 |
5,2 |
4,2 |
4,0 |
4,0 |
3,6 |
3,7 |
4,1 |
3,4 |
Uscite complessive |
46,8 |
47,8 |
51,2 |
49,9 |
49,4 |
50,8 |
51,0 |
50,9 |
50,4 |
49,6 |
Pressione fiscale |
41,5 |
41,3 |
41,8 |
41,6 |
41,6 |
43,6 |
43,6 |
43,3 |
43,3 |
42,9 |
Saldo
corrente
della
P.A.
|
2,7 |
1,4 |
-1,1 |
-0,5 |
-0,4 |
0,7 |
0,1 |
0,3 |
1,1 |
0,6 |
Saldo
primario della
P.A. |
3,2 |
2,2 |
-0,9 |
0,0 |
1,0 |
2,3 |
1,9 |
1,6 |
1,4 |
1,5 |
Indebitamento
netto della P.A. |
-1,5 |
-2,7 |
-5,3 |
-4,2 |
-3,7 |
-2,9 |
-2,9 |
-3,0 |
-2,7 |
-2,4 |
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT (Comunicato del 1 marzo
2017).
Conto
economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni
(%
del PIL)
Conto
della P.A. |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
|||||||
Nota aggiornamento
DEF 2016 |
gennaio 2017 |
febbraio 2017 |
dicembre 2016 |
dicembre 2016 |
||||||||
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
|
Entrate correnti |
46,6 |
46,7 |
46,7 |
46,6 |
- |
|
- |
|
46,3 |
46,9 |
- |
- |
- entrate tributarie (imposte dir. e
indir.) |
29,5 |
29,7 |
29,6 |
29,4 |
- |
|
- |
|
29,1 |
29,8 |
- |
- |
- contributi sociali (effettivi e
figurativi) |
13,1 |
13,1 |
13,1 |
13,3 |
- |
|
- |
|
13,1 |
13,1 |
- |
- |
Entrate in c/capitale |
0,2 |
0,2 |
0,2 |
0,2 |
- |
|
- |
|
0,5 |
0,2 |
- |
- |
Entrate complessive |
47,0 |
47,0 |
46,9 |
46,9 |
46,9 |
46,9 |
- |
|
46,8 |
47,2 |
46,7 |
- |
Uscite correnti |
46,0 |
45,2 |
44,3 |
43,7 |
- |
|
- |
|
45,4 |
44,4 |
- |
- |
- uscite correnti al netto interessi |
42,0 |
41,4 |
40,7 |
40,3 |
- |
|
- |
|
41,7 |
41,0 |
- |
- |
- Redditi da lavoro dipendente |
9,7 |
9,6 |
9,3 |
9,0 |
- |
|
- |
|
9,6 |
9,3 |
- |
- |
- Consumi intermedi (*) |
8,0 |
7,9 |
7,6 |
7,6 |
- |
|
- |
|
8,0 |
7,7 |
- |
- |
- Prestazioni sociali in denaro |
20,3 |
20,2 |
20,2 |
20,0 |
- |
|
- |
|
20,3 |
20,3 |
- |
- |
- interessi passivi |
4,0 |
3,7 |
3,6 |
3,4 |
3,7 |
3,7 |
- |
|
3,6 |
3,4 |
- |
- |
Uscite in c/capitale |
3,5 |
3,5 |
3,4 |
3,2 |
- |
|
- |
|
3,6 |
3,8 |
- |
- |
Uscite complessive |
49,5 |
48,7 |
47,7 |
46,9 |
49,4 |
49,4 |
- |
|
49,0 |
48,2 |
49,0 |
- |
Pressione fiscale |
42,6 |
42,8 |
42,7 |
42,7 |
42,5 |
|
42,6 |
42,6 |
42,3 |
42,9 |
42,4 |
- |
Saldo
corrente
della
P.A.
|
0,6 |
1,6 |
2,4 |
2,9 |
0,7 |
0,8 |
- |
|
0,9 |
2,5 |
- |
- |
Saldo
primario della
P.A. |
1,5 |
2,1 |
2,8 |
3,4 |
1,2 |
1,0 |
- |
|
1,4 |
2,3 |
1,3 |
1,1 |
Indebitamento
netto della P.A. |
-2,4 |
-1,6 |
-0,8 |
+0,0 |
-2,5 |
-2,6 |
-2,5 |
-2,4 |
-2,2 |
-1,0 |
-2,5 |
-2,6 |
(*) Nei
consumi intermedi sono comprese anche le prestazioni sociali in natura.
Conto
economico delle amministrazioni pubbliche – 2006-2019
(% del PIL)
(% del PIL)
Indebitamento netto |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
febbraio 2017 |
novembre 2016 |
ottobre 2016 |
|||||||||||||
|
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
Italia |
-3,6 |
-1,5 |
-2,7 |
-5,3 |
-4,2 |
-3,5 |
-2,9 |
-2,7 |
-3,0 |
-2,6 |
-2,3 |
-2,4 |
-2,4* |
-2,3* |
-2,5 |
-2,2 |
Francia |
-2,3 |
-2,5 |
-3,2 |
-7,2 |
-6,8 |
-5,1 |
-4,8 |
-4,0 |
-4,0 |
-3,5 |
-3,3 |
-2,9 |
-3,3 |
-3,0 |
-3,3 |
-3,0 |
Germania |
-1,7 |
+0,2 |
-0,2 |
-3,2 |
-4,2 |
-1,0 |
0,0 |
-0,2 |
+0,3 |
+0,7 |
+0,5 |
+0,4 |
+0,5 |
+0,5 |
+0,1 |
+0,1 |
Spagna |
+2,2 |
+2,0 |
-4,4 |
-11,0 |
-9,4 |
-9,6 |
-10,5 |
-7,0 |
-6,0 |
-5,1 |
-4,7 |
-3,5 |
-4,6 |
-3,6 |
- |
- |
AREA EURO |
-1,5 |
-0,6 |
-2,2 |
-6,3 |
-6,2 |
-4,2 |
-3,6 |
-3,0 |
-2,6 |
-2,1 |
-1,7 |
-1,4 |
-1,8 |
-1,5 |
-2,0 |
-1,7 |
Regno Unito |
-2,9 |
-3,0 |
-5,0 |
-10,7 |
-9,6 |
-7,7 |
-8,3 |
-5,7 |
-5,7 |
-4,3 |
-3,4 |
-2,8 |
-3,3 |
-3,1 |
-3,3 |
-2,7 |
UE – 28 |
-1,6 |
-0,9 |
-2,4 |
-6,7 |
-6,4 |
-4,5 |
-4,3 |
-3,3 |
-3,0 |
-2,4 |
-1,9 |
-1,7 |
- |
- |
- |
- |
Usa |
-2,4 |
-3,2 |
-7,0 |
-13,1 |
-10,9 |
-9,6 |
-7,9 |
-4,4 |
-4,2 |
-3,5 |
-4,8 |
-5,1 |
-5,0 |
-4,9 |
-4,1 |
-3,7 |
Giappone |
-3,6 |
-2,1 |
-4,1 |
-10,4 |
-9,3 |
-9,8 |
-8,8 |
-8,6 |
-6,2 |
-5,2 |
-3,7 |
-4,0 |
-5,2 |
-5,2 |
-5,2 |
-5,1 |
N.B. Indebitamento
(-), accreditamento (+).
*
Per l’Italia, Italy 2017 OECD
Economic Survey (15 febbraio
2017).
Fonte: Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi
europei: Commissione UE, Statistical
Annex of European Economy – Autumn 2016 (novembre 2016).
I consuntivi 2006-2015 di USA e
Giappone sono tratti da FMI, World
Economic Outlook Database (ottobre 2016).
Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. –
Confronti internazionali - Anni 2006-2017
(% del PIL)
N.B. Indebitamento (-), accreditamento (+).
Fonte: per i paesi
europei: Commissione Europea. Per
USA, dati FMI
Il debito
delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in
coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea. Esso risulta dall’insieme
delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è
consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse
nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore. L’aggregato include i
seguenti strumenti finanziari:
a) le monete e i depositi; questi comprendono
le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a
soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la
raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime[5];
b) i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli
strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni
locali;
c) i prestiti erogati in favore di enti
appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a
carico di queste ultime[6].
(valori assoluti - in milioni di euro - e in
% del PIL)
Debito delle P.A. |
Banca d’Italia |
|||||||||
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
|
Debito della P.A. |
1.605.126 |
1.670.993 |
1.769.254 |
1.851.194 |
1.907.466 |
1.989.878 |
2.070.013 |
2.137.113 |
2.172.670 |
2.217.695 |
% del
PIL |
99,8 |
102,4 |
112,5 |
115,4 |
116,5 |
123,3 |
129,0 |
131,7 |
132,3 |
132,6 |
Fonte:
ISTAT, PIL
e indebitamento delle AP – Anni 2014-2016 (1marzo
2017). Per gli anni precedenti, banca dati Istat.
(valori in % del PIL)
Debito delle P.A. |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
|||||||
Nota aggiornamento
DEF 2016 |
gennaio 2017 |
dicembre 2016 |
dicembre 2016 |
settembre 2016 |
||||||||
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
2017 |
2018 |
|
Debito della P.A. (*) |
132,4 |
130,9 |
128,0 |
123,8 |
132,7 |
133,4 |
133,4 |
133,7 |
132,3 |
130,2 |
133,4 |
133,7 |
(% del PIL)
Debito delle P.A. |
CONSUNTIVI |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
febbraio 2017 |
novembre 2016 |
ottobre 2016 |
|||||||||||||
|
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
2016 |
2017 |
Italia |
102,6 |
99,8 |
102,4 |
112,5 |
115,4 |
116,5 |
123,3 |
129,0 |
131,9 |
132,3 |
132,8 |
133,3 |
132,8* |
132,7* |
133,2 |
133,4 |
Francia |
64,4 |
64,4 |
68,1 |
79,0 |
81,7 |
85,2 |
89,5 |
92,3 |
95,3 |
96,2 |
96,4 |
96,7 |
97,9 |
99,4 |
97,1 |
97,8 |
Germania |
66,3 |
63,5 |
64,9 |
72,4 |
81,0 |
78,2 |
79,9 |
77,5 |
74,9 |
71,2 |
68,2 |
65,5 |
68,0 |
65,0 |
68,2 |
65,9 |
Spagna |
38,9 |
35,5 |
39,4 |
52,7 |
60,1 |
69,5 |
85,7 |
95,4 |
100,4 |
99,8 |
99,7 |
100,0 |
101,3 |
102,1 |
- |
- |
AREA EURO |
67,3 |
64,9 |
68,5 |
78,3 |
84,1 |
86,7 |
91,4 |
93,7 |
94,4 |
92,6 |
91,5 |
90,4 |
92,2 |
91,4 |
91,7 |
91,0 |
Regno unito |
42,4 |
43,5 |
51,7 |
65,7 |
76,6 |
81,8 |
85,1 |
86,2 |
88,1 |
89,1 |
88,6 |
88,1 |
89,3 |
89,6 |
89,0 |
88,8 |
UE – 28 |
60,4 |
57,8 |
60,9 |
73,0 |
78,6 |
81,6 |
85,3 |
87,4 |
88,5 |
86,8 |
85,1 |
84,8 |
- |
- |
- |
- |
USA |
63,6 |
64,0 |
72,8 |
86,0 |
94,7 |
99,0 |
102,5 |
104,6 |
104,6 |
105,2 |
107,3 |
108,5 |
- |
- |
108,2 |
108,4 |
Giappone |
186,0 |
183,0 |
191,8 |
210,2 |
215,8 |
231,6 |
238,0 |
244,5 |
249,1 |
248,0 |
248,8 |
250,6 |
- |
- |
250,4 |
253,0 |
* Per l’Italia, Italy 2017 OECD
Economic Survey (15 febbraio
2017).
Fonte: Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi
europei: Commissione UE, Statistical
Annex of European Economy – Autumn 2016 (novembre 2016).
I consuntivi 2006-2015 di USA e
Giappone sono tratti da FMI, World
Economic Outlook Database (ottobre 2016).
Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Anni
2006-2017
(% del PIL)
Fonte: per i paesi
europei: Commissione Europea. Per
USA, dati FMI
[1] In
Italia, nel sistema adottato fino al marzo 2006, le valutazioni reali degli
aggregati economici sono state ottenute attraverso un sistema a base fissa,
prendendo come riferimento l'anno base 1995. La procedura maggiormente usata è
stato il ricorso alla deflazione con opportuni indici di prezzo, specifici per
ciascun aggregato.
Dal marzo 2006 sono utilizzati, in accordo
con gli standard definiti dai
regolamenti comunitari, gli indici a catena, prendendo a riferimento in ciascun
anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di
introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga
solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi,
l’anno corrente e l'anno base, ma che incorpori l'andamento complessivo
presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.
Il principale vantaggio della metodologia
del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si
rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire
la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici. Il
principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività
quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso;
l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in
valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure
in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si
ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di
ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così
come accade con le valutazioni a prezzi correnti.
[2] La
spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni comprende le seguenti voci
del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni: consumi
intermedi, redditi da lavoro dipendente e prestazioni sociali in natura.
[3] Si
segnala che la definizione di occupati utilizzata nella rilevazione sulle forze
di lavoro differisce da quella utilizzata nella contabilità nazionale, che
include tutte le persone (a prescindere dalla residenza) che prestano la
propria attività lavorativa presso unità produttive residenti nel Paese.
[4] La
cedola in un’obbligazione rappresenta gli interessi che vengono periodicamente
pagati al portatore del titolo in misura percentuale rispetto al valore
dell’obbligazione.
[5] Questa componente comprende la quota dei
buoni postali attribuita al Ministero dell’Economia e delle finanze e i conti
correnti postali intestati a soggetti privati.
[6] Questa categoria include anche i proventi di alcune operazioni di cartolarizzazione, individuate in base ai criteri statistici stabiliti dall’Eurostat; tali operazioni sono state classificate come accensione di prestito anziché come cessione di attività.