Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Studi - Dipartimento bilancio
Titolo: Indicatori economici e finanziari - La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2016
Riferimenti:
DOC LVII, N. 4-BIS     
Serie: Documentazione e ricerche    Numero: 257
Data: 10/10/2016
Descrittori:
DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA   ECONOMIA
FINANZA PUBBLICA   INDICI STATISTICI
Organi della Camera: V-Bilancio, Tesoro e programmazione


 

 

Camera dei deputati

XVII LEGISLATURA

 

Documentazione e ricerche

 

 

 

 

Indicatori economici e finanziari

 

Nota di aggiornamento del DEF 2016

 

 

 

n. 257

 

 

10 ottobre 2016

 

 


Servizio responsabile:

Servizio Studi – Dipartimento Bilancio

( 066760-9932 – * st_bilancio@camera.it   CD_bilancio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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File: BI0002r.docx

 


 

 

I N D I C E

 

SEZIONE I: ANDAMENTI MACROECONOMICI

Conto economico delle risorse e degli impieghi

§  Conto economico delle risorse e degli impieghi 2

§  Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2006-2015. 4

§  Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Dati di Consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017. 8

Gli indicatori del mercato del lavoro

§  Gli indicatori del mercato del lavoro.. 10

§  Occupazione – Consuntivo 2006-2015. 11

§  Occupazione – Previsioni 11

§  Disoccupazione – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017. 12

Gli indicatori dell’Inflazione

§  Gli indicatori dell’inflazione.. 14

§  Inflazione – Consuntivo 2006-2015. 15

§  Inflazione – Previsioni 15

§  Inflazione – Confronti internazionali Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017. 16

SEZIONE II: ANDAMENTI FINANZIARI

Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio

§  Tassi ufficiali – Anni 2004-2016. 22

§  Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2004-2016. 23

§  Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2004-2016. 24

Bilancia dei pagamenti

§  Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2006-2015. 26

§  Bilancia dei pagamenti – Previsioni 26

SEZIONE III: ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA

Conto economico delle P.A.

§  Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni 28

§  Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2006-2015. 30

§  Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2006-2015. 31

Indebitamento netto delle P.A.

§  Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016- 2017. 34

Debito delle P.A.

§  Il debito delle pubbliche amministrazioni 36

§  Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2006-2015. 36

§  Debito delle P.A. – Previsioni 36

§  Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-2017. 37

 


Legenda

 

Con la dizione “Area Euro” si intende l’area costituita, a partire dal 1° gennaio 1999, dagli Stati membri dell’Unione europea che hanno adottato l’euro. Ne fanno parte Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna, Grecia (dal 1° gennaio 2001), Slovenia (dal 1° gennaio 2007), Cipro e Malta (dal 1° gennaio 2008) e Slovacchia (dal 1° gennaio 2009). Il 1° gennaio 2011 è entrata a farne parte l’Estonia, il 1° gennaio 2014 la Lettonia e il 1° gennaio 2015 la Lituania.

Con la dizione “UE – 28”, si intende l’insieme dei 28 Stati membri della Unione europea. Oltre a quelli dell’Area euro, ne fanno parte la Danimarca, il Regno Unito e la Svezia e, a partire dal 1° maggio 2004, la Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria. Dal 1° gennaio 2007, ne fanno parte la Bulgaria e la Romania, dal 1° luglio 2013, ne fa parte la Croazia.

 

Fonti:

Per l’Italia:

§  Dati di consuntivo:

-     ISTAT, Anni 2013-2015 – Conti economici nazionali (23 settembre 2016)

-     ISTAT, Sintesi dei conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – anni 1995-2015 (24 maggio 2016)

-     ISTAT, Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il Trattato di Maastricht – anni 2012-2015 (21 aprile 2016)

-     ISTAT, Conti economici nazionali - anni 2013-2015 (23 settembre 2016)

-     ISTAT, Prezzi al consumo (15 gennaio 2016)

-     ISTAT, Mercato del lavoro (10 marzo 2016)

-     Banca d’Italia, Relazione annuale (31 maggio 2016)

-     Banca d’Italia: Bollettino economico (luglio 2016)

-     Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Mercato finanziario” n. 47 (16 settembre 2016)

-     BCE, “Economic Bullettin” (settembre 2016)

§  Dati di previsione:

-     Governo: Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 (settembre 2016)

-     REF.IRS: Congiuntura Ref - Previsioni (18 luglio 2016)

-     Prometeia: Rapporto di previsione (settembre 2016)

-     CER: Rapporto 2/2016 (agosto 2016)

-     Banca d’Italia: Proiezioni macroeconomiche per l’Italia (giugno 2016);

Per i confronti internazionali:

-    Commissione UE: European Economic Forecast – Spring 2016 (maggio 2016)

-    OCSE: Economic outlook n. 99 – Preliminary version (giugno 2016); per il PIL, Interim Economic outlook (settembre 2016)

-    FMI: World Economic Outlook (ottobre 2016).


SEZIONE I

 

ANDAMENTI MACROECONOMICI

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi

Il Conto economico delle risorse e degli impieghi riassume la situazione macroeconomica del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata dalle risorse (prodotto interno lordo ed importazioni dall’estero) e la domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (I.S.P.) ed investimenti fissi lordi, cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore, nonché le esportazioni verso l’estero).

 

Risorse

Il PIL (Prodotto interno lordo) corrisponde alla produzione totale di beni e servizi dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’IVA e delle imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria indirettamente misurati (SIFIM).

Quando gli importi sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di mercato o PIL nominale.

Per determinare il PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006, al PIL calcolato sulla base degli indici a catena[1].

Le importazioni sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi, introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a unità residenti.

Le importazioni di beni possono essere valutate:

§  al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione;

§  al valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob” dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del paese esportatore e la frontiera del paese importatore.

Nel conto economico delle risorse e degli impieghi sono valutate al valore “fob”.

 

Impieghi

I consumi finali nazionali rappresentano il valore dei beni e servizi impiegati per il soddisfacimento diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi. Si dividono in:

§  consumi delle famiglie residenti;

§  consumi delle pubbliche amministrazioni[2] e delle istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie.

Gli investimenti fissi lordi sono costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, cui si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.

Sono fissi in quanto non comprendono le variazioni delle scorte e degli oggetti di valore. Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.

Le esportazioni sono costituite dai trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non residenti.

Le esportazioni di beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere destinati al resto del Mondo.

Le esportazioni di servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità residenti a unità non residenti.

Le esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board) che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore. Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.

Le esportazioni nette risultano dalla differenza tra le esportazioni e le importazioni.

 

Si ricorda che a partire da settembre 2014, è stato adottato dagli Stati membri dell'Unione europea il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali - Sec2010 - in sostituzione del Sec95, ai sensi del Regolamento Ue n. 549/2013 pubblicato il 26 giugno 2013.

Il Sec2010 definisce i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo. Fissa in maniera sistematica e dettagliata il modo in cui si misurano le grandezze che descrivono il funzionamento di una economia, in accordo con le linee guida internazionali stabilite nel Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite(2008 SNA).

Rispetto alla precedente versione del 1995 (in vigore dal 1999), il Sec2010 presenta alcune importanti differenze riguardo sia l'ambito di applicazione sia i concetti. Il nuovo sistema riflette, infatti, gli sviluppi e i progressi metodologici conseguiti nella misurazione delle economie moderne che si sono consolidati a livello internazionale e, allo stesso tempo, viene incontro alle esigenze degli utilizzatori, migliorando in alcuni casi la tempestività nella diffusione dei risultati.

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2006-2015

(valori assoluti - miliardi di euro)

Conto risorse e impieghi

ISTAT

 

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

 

Valori a prezzi correnti (miliardi di euro)

PIL (*)

1.548,5

1.609,6

1.632,2

1.572,9

1.604,5

1.637,5

1.613,3

1.604,5

1.620,4

1.642,4

 

Importazioni

419,1

447,2

453,0

363,8

435,7

467,9

445,2

426,9

429,0

442,4

 

Consumi finali nazionali

1.222,4

1.258,2

1.289,5

1.278,2

1.306,6

1.328,1

1.309,2

1.296,4

1.300,1

1.312,8

 

- spesa delle famiglie residenti e I.S.P.

921,5

953,4

972,4

953,7

978,9

1.007,2

993,7

980,9

987,2

1.001,8

 

- spesa delle P.A.

300,9

304,8

317,1

324,4

327,6

320,9

315,4

315,4

312,9

311,0

 

Investimenti fissi lordi

332,7

347,2

346,7

314,4

320,0

321,8

296,2

276,7

269,3

273,4

 

- costruzioni

179,0

186,4

186,8

171,7

169,6

170,2

156,2

143,9

134,7

133,8

 

- macchinari, attrezzature (**)

93,8

98,2

94,9

82,8

90,6

91,1

84,1

79,2

79,2

81,1

 

Esportazioni

406,1

441,5

440,1

353,5

404,1

442,2

461,2

463,1

475,3

493,7

 

Valori concatenati – anno di riferimento 2010 (miliardi di euro)

PIL (*)

1.662,6

1.687,1

1.669,4

1.577,9

1.604,5

1.613,8

1.568,3

1.541,2

1.542,6

1.553,9

 

Importazioni

438,3

461,9

445,0

387,7

435,7

438,0

402,8

393,2

406,2

430,7

 

Consumi finali nazionali

1.302,5

1.315,0

1.307,3

1.293,1

1.306,6

1.300,5

1.257,2

1.232,8

1.234,4

1.246,8

 

- spesa delle famiglie residenti e I.S.P.

982,0

993,4

982,7

967,3

978,9

978,8

940,2

917,1

921,1

935,0

 

- spesa delle P.A.

320,3

321,5

324,6

325,8

327,6

321,7

317,3

316,3

313,6

311,8

 

Investimenti fissi lordi

362,8

368,6

357,3

321,8

320,0

313,8

284,7

265,8

257,8

261,1

 

- costruzioni

200,9

201,6

194,7

175,9

169,6

163,4

148,2

136,3

127,4

126,8

 

- macchinari, attrezzature (**)

96,5

99,7

94,5

83,0

90,6

90,0

80,6

76,0

75,5

77,1

 

Esportazioni

428,8

455,2

441,2

361,5

404,1

425,1

435,0

438,0

450,6

469,8

 

(*)      Dati non corretti per il numero dei giorni lavorativi.

(**)    Apparecchiature ICT, altri impianti e macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.

Fonte: ISTAT, Anni 2013-2015 – Conti economici nazionali (23 settembre 2016). Per gli anni precedenti, banca dati Istat.

Il Comunicato del 23 settembre incorpora la revisione dei conti nazionali relativa al triennio 2013-2015, effettuata per tenere conto delle informazioni acquisite dall'Istat dopo la stima pubblicata a marzo. In particolare le stime dell'anno 2014 incorporano la prima volta i dati definitivi del registro statistico Frame-SBS, relativi ai risultati economici di tutte le imprese attive, e quelli completi relativi a occupazione regolare e non regolare.


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Consuntivo 2006-2015

(variazioni %)

 

Conto risorse e impieghi

ISTAT

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

PIL (*)

2,0

1,5

-1,1

-5,5

1,7

0,6

-2,8

-1,7

0,1

0,7

Importazioni

7,8

5,4

-3,7

-12,9

12,4

0,5

-8,1

-2,4

3,3

6,0

Consumi finali nazionali

1,0

1,0

-0,6

-1,1

1,0

-0,5

-3,3

-1,9

0,1

1,0

- spesa delle famiglie residenti e I.S.P.

1,4

1,2

-1,1

-1,6

1,2

0,0

-3,9

-2,5

0,4

1,5

- spesa delle P.A.

-0,4

0,4

1,0

0,4

0,6

-1,8

-1,4

-0,3

-0,9

-0,6

Investimenti fissi lordi

3,2

1,6

-3,1

-9,9

-0,5

-1,9

-9,3

-6,6

-3,0

1,3

- costruzioni

2,1

0,4

-3,5

-9,6

-3,6

-3,7

-9,3

-8,0

-6,6

-0,4

- macchinari, attrezzature (**)

6,5

3,3

-5,3

-12,2

9,1

-0,7

-10,4

-5,7

-0,7

2,1

Esportazioni

8,2

6,2

-3,1

-18,1

11,8

5,2

2,3

0,7

2,9

4,3

(*)            Dati non corretti per il numero dei giorni lavorativi.

(**)          Apparecchiature ICT, altri impianti e macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.

Fonte: ISTAT, Anni 2013-2015 – Conti economici nazionali (23 settembre 2016). Per gli anni precedenti, banca dati Istat.


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Previsioni

(variazioni % a prezzi costanti)

 

Conto risorse e impieghi

Governo

REF.IRS

CER

Banca d’Italia

Prometeia

Confindustria

 

Nota aggiornamento DEF 2016 settembre 2016

luglio 2016

agosto 2016

giugno 2016

settembre 2016

settembre 2016

 

2016

2017

2018

2019

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

PIL

0,8

0,6

1,2

1,3

0,6

0,9

0,8

0,7

1,1

1,2

0,7

0,8

0,7

0,5

Importazioni

2,3

2,2

3,2

3,8

0,5

3,4

1,1

2,2

4,1

4,8

2,6

2,9

2,4

2,9

Consumi finali nazionali

1,0

0,3

0,7

1,0

1,0

0,6

0,7

0,4

-

-

-

-

-

-

- spesa famiglie e I.S.P.

1,2

0,4

1,0

1,2

-

-

-

-

1,5

1,4

1,1

0,7

-

-

- spesa delle P.A.

0,4

0,0

-0,3

0,2

-

-

-

-

-

-

0,4

-0,4

-

-

Investimenti fissi lordi

1,9

1,5

2,6

2,8

1,2

2,0

0,6

1,6

2,9

2,7

 

 

1,8

1,3

- costruzioni

0,6

1,0

2,2

2,0

1,1

1,4

0,2

0,2

-

-

0,7

1,3

0,7

0,6

- macchinari, attrezzature e vari

0,6

1,8

3,1

3,6

1,3

2,5

0,8

2,9

-

-

2,7

2,1

-

-

Esportazioni

1,3

2,5

3,3

3,5

0,0

2,8

1,5

2,6

2,3

4,2

1,7

2,8

1,4

1,5

 


Conto economico delle risorse e degli impieghi – Anni 2006-2019


2016-2019 obiettivi Governo

 
(variazioni % a prezzi costanti)

 

 


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali -
Dati di Consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-201
7

(variazioni % a prezzi costanti)

PIL

CONSUNTIVO

Commissione UE
spring forecast

OCSE
Interim

FMI
WEO

EUROSTAT e FMI

maggio 2016

settembre 2016

ottobre 2016

 

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Italia

2,0

1,5

-1,1

-5,5

1,7

0,6

-2,8

-1,7

-0,3

0,8

1,1

1,3

0,8

0,8

0,8

0,9

Francia

2,4

2,4

0,2

-2,9

2,0

2,1

0,2

0,7

0,2

1,2

1,3

1,7

1,3

1,3

1,3

1,3

Germania

3,7

3,3

1,1

-5,6

4,1

3,7

0,4

0,3

1,6

1,7

1,6

1,6

1,8

1,5

1,7

1,4

Spagna

4,2

3,8

1,1

-3,6

0,0

-1,0

-2,6

-1,7

1,4

3,2

2,6

2,5

2,8*

2,3*

3,1

2,2

AREA EURO

3,2

2,9

0,4

-4,4

2,1

1,6

-0,9

-0,3

0,9

1,6

1,6

1,7

1,5

1,4

1,7

1,5

Regno Unito

2,7

2,6

-0,5

-4,2

1,5

2,0

1,2

2,2

2,9

2,3

1,8

1,9

1,8

1,0

1,8

1,1

UE – 28

3,3

3,1

0,5

-4,4

2,1

1,8

-0,5

0,2

1,4

2,0

1,8

1,9

-

-

-

-

Usa

2,7

1,8

-0,3

-2,8

2,5

1,6

2,2

1,7

2,4

2,6

2,3

2,2

1,4

2,1

1,6

2,2

Giappone

1,7

2,2

-1,0

-5,5

4,7

-0,5

1,7

1,4

0,0

0,5

0,8

0,4

0,6

0,7

0,5

0,6

* Previsioni di giugno

Fonte:  Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi europei: Commissione UE, Statistical Annex of European Economy – Spring 2016 (maggio 2016).     

I consuntivi 2006-2015 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2016).

 

 

     


Prodotto interno lordo – Confronti internazionali - Anni 2006-2017

2016-2017 Previsioni FMI

 

 

(variazioni % a prezzi costanti)

 

Fonte: Per le previsioni 2016-2017, per i Paesi europei: dati Commissione UE. Per Usa: dati FMI.

 


Gli indicatori del mercato del lavoro

Occupati[3]

Nella rilevazione sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:

§  hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;

§  hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;

§  sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).

I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

Persone in cerca di occupazione

Comprendono le persone non occupate tra 15 e 74 anni che:

§  hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;

oppure

§  inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.

Unità di lavoro standard (o Equivalente tempo pieno)

Rappresenta la quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del lavoratore.

Questo indicatore non è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa.

Esso quantifica dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese ed è l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.

Tasso di attività

Rapporto tra le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.

Tasso di occupazione

Rapporto tra le persone occupate di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.

Tasso di disoccupazione

Rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione).


Occupazione – Consuntivo 2006-2015

 

Lavoro

ISTAT

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Numero occupati (migliaia di unità)

22.758

22.894

23.090

22.699

22.527

22.598

22.566

22.191

22.279

22.465

Numero occupati variazione %

1,6

0,6

0,9

-1,7

-0,8

0,3

-0,1

-1,7

0,4

0,8

Totale Unità di lavoro standard

24.881

25.125

25.023

24.336

24.130

24.162

23.830

23.250

23.296

23.487

Unità di lavoro standard - variazione %

1,7

1,0

-0,4

-2,7

-0,8

0,1

-1,4

-2,4

0,2

0,8

Tasso di attività

62,6

62,4

62,9

62,3

62,0

62,1

63,5

63,4

63,9

64,0

Tasso di occupazione

58,3

58,6

58,6

57,4

56,8

56,8

56,6

55,5

55,7

56,3

Tasso di disoccupazione

6,8

6,1

6,7

7,7

8,4

8,4

10,7

12,1

12,7

11,9

Fonte: ISTAT, Il mercato del lavoro (10 marzo 2016). Per le ULA, Conti economici nazionali – Anni 2013-2015 (23 settembre 2016). Per gli anni precedenti, banca dati Istat.

 

Occupazione – Previsioni

 

Lavoro

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Banca d’Italia

Nota aggiornamento DEF 2016
settembre 2016

luglio 2016

settembre 2016

agosto 2016

Settembre2016

giugno 2016

 

2016

2017

2018

2019

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Occupazione – Var. %
(unità di lavoro standard)

0,9

0,4

0,6

0,8

1,3

0,2

0,3

0,8

0,1

0,2

1,0

0,5

0,7

0,7

Tasso di attività

-

-

-

-

64,3

64,4

-

-

63,2

63,2

-

-

-

-

Tasso di occupazione

57,2

57,6

57,9

58,3

56,7

57,0

-

-

-

-

-

-

-

-

Tasso di disoccupazione

11,5

11,1

10,6

10,2

11,4

11,2

11,5

11,1

11,8

11,6

11,5

11,2

11,4

11,1

 

 


Disoccupazione – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-201
7

(in % della forza lavoro)

 

DISOCCUPAZIONE

CONSUNTIVO

Commissione UE
spring forecast

OCSE

FMI
WEO

Commissione UE e FMI

maggio 2016

giugno 2016

ottobre 2016

 

2006

2007

2008

2016

2016

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Italia

6,8

6,1

6,7

7,7

8,4

8,4

10,7

12,1

12,7

11,9

11,4

11,2

11,3

10,8

11,5

11,2

Francia

8,8

8,0

7,4

9,1

9,3

9,2

9,8

10,3

10,3

10,4

10,2

10,1

9,8

9,7

9,8

9,6

Germania

10,1

8,5

7,4

7,6

7,0

5,8

5,4

5,2

5,0

4,6

4,6

4,7

4,4

4,6

4,3

4,5

Spagna

8,5

8,2

11,3

17,9

19,9

21,4

24,8

26,1

24,5

22,1

20,0

18,1

19,8

18,4

19,4

18,0

AREA EURO

8,4

7,5

7,6

9,5

10,0

10,1

11,3

12,0

11,6

10,9

10,3

9,9

10,2

9,8

10,0

9,7

Regno Unito

5,4

5,3

5,6

7,6

7,8

8,1

7,9

7,6

6,1

5,3

5,0

4,9

5,1

5,2

5,0

5,2

UE-28

8,2

7,2

7,0

9,0

9,6

9,7

10,5

10,9

10,2

9,4

8,9

8,5

-

-

-

-

Usa

4,6

4,6

5,8

9,3

9,6

8,9

8,1

7,4

6,2

5,3

4,8

4,5

5,0

4,7

4,9

4,8

Giappone

4,1

3,8

4,0

5,1

5,1

4,6

4,3

4,0

3,6

3,4

3,4

3,3

3,2

3,1

3,2

3,2

Fonte:  Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi europei: Commissione UE, Statistical Annex of European Economy – Spring 2016 (maggio 2016).     

I consuntivi 2006-2015 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2016).

 

 

                                  

 
Disoccupazione – Confronti internazionali - Anni 2006-2017
(in % delle forze lavoro)


 

 


Fonte: Per le previsioni 2016-2017, per i Paesi europei: dati Commissione UE. Per Usa: dati FMI.

 


Gli indicatori dell’inflazione

L'inflazione al consumo è un processo di aumento del livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo.

Un indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura le variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere, rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno. In particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo: per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).

§  L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) misura l'inflazione a livello dell'intero sistema economico italiano.

§  L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente (non agricolo). È l'indice usato per adeguare periodicamente i valori monetari (ad es. gli affitti o gli assegni dovuti al coniuge separato).

Questi due indici vengono calcolati anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi.

§  L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea, ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.

I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.

L’indice NIC e l’indice FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera popolazione italiana, che conta oltre 57 milioni di persone; per il FOI è l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha in comune con l’indice NIC la popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.

Un'ulteriore differenziazione riguarda il concetto di prezzo considerato. L’indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività e quello per le famiglie di operai e impiegati considerano il prezzo pieno di vendita; l’indice armonizzato dei prezzi al consumo si riferisce invece al prezzo effettivamente pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket); l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di prezzo (saldi e promozioni).

 

Un ulteriore indice del livello generale dei prezzi è il deflatore del PIL, che consente di evidenziare, nell’ambito della variazione del PIL nominale, la componente riconducibile alla variazione dei prezzi dei beni e servizi. Esso viene calcolato come rapporto tra il valore dei beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in un anno precedente assunto come termine di riferimento. Si differenzia dagli indici dei prezzi al consumo in quanto: a) non considera i beni prodotti all’estero; b) non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla produzione corrente.

Più in generale, il deflatore è un indicatore implicito dei prezzi che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il medesimo aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni, esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra in termini reali (a moneta costante).

 

Il tasso di inflazione programmata rappresenta il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione come valore di riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene indicato in relazione all’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI), esclusi i tabacchi. Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione nazionale (sono peraltro previsti meccanismi successivi di adeguamento degli aumenti di salario nel caso in cui si registri, per un periodo significativo, un’inflazione effettiva superiore a quella programmata).

Inflazione – Consuntivo 2006-2015

 

Inflazione

ISTAT

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Indice prezzi al consumo (NIC)

2,1

1,8

3,3

0,8

1,5

2,8

3,0

1,2

0,2

0,1

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA)

2,2

2,0

3,5

0,8

1,6

2,9

3,3

1,2

0,2

0,1

Deflatore del PIL

1,8

2,4

2,5

2,1

0,3

1,5

1,4

1,4

0,9

0,8

Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (esclusi i tabacchi) (FOI)

2,0

1,7

3,2

0,7

1,6

2,7

3,0

1,1

0,2

-0,1

 

 

 

Inflazione – Previsioni

 

INFLAZIONE

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Banca d’Italia

Nota aggiornamento DEF 2016
settembre 2016

luglio 2016

settembre 2016

agosto 2016

settembre 2016

agosto 2016

 

2016

2017

2018

2019

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Inflazione programmata (*)

0,2

0,9

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

Indice prezzi al consumo (NIC)

-

-

-

-

0,0

0,9

-0,1

1,1

-0,4

0,7

0,0

0,6

-

-

Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) al netto energetici

0,5

1,0

1,2

1,4

-

-

-

-

-

-

-

-

0,7

1,0

Deflatore del PIL

1,0

1,3

1,6

1,6

0,7

0,4

-

-

0,7

0,9

-

-

-

-

Deflatore dei consumi

0,1

1,7

1,7

1,6

-

-

-

-

-

-

-

-

-

-

 (*)    Il dato relativo all’inflazione programmata è sempre fissato nel documento di programmazione (DEF o Nota di aggiornamento del DEF).


Inflazione – Confronti internazionali
Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-201
7

 

Inflazione

CONSUNTIVO

Commissione UE
Spring forecast

OCSE

FMI

WEO

EUROSTAT e FMI

maggio 2016

giugno 2016

ottobre 2016

 

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Italia

2,2

2,0

3,5

0,8

1,6

2,9

3,3

1,2

0,2

0,1

0,2

1,4

0,2

0,9

-0,1

0,5

Francia

1,9

1,6

3,2

0,1

1,7

2,3

2,2

1,0

0,6

0,1

0,1

1,0

0,1

0,8

0,3

1,0

Germania

1,8

2,3

2,8

0,2

1,1

2,5

2,1

1,6

0,8

0,1

0,3

1,5

0,3

1,5

0,4

1,5

Spagna

3,6

2,8

4,1

-0,2

2,0

3,0

2,4

1,5

-0,2

-0,6

-0,1

1,4

-0,5

1,0

-0,3

1,0

AREA EURO

2,2

2,1

3,3

0,3

1,6

2,7

2,5

1,3

0,4

0,0

0,2

1,4

0,2

1,2

0,3

1,1

Regno Unito

2,3

2,3

3,6

2,2

3,3

4,5

2,8

2,6

1,5

0,0

0,8

1,6

0,4

1,6

0,7

2,5

UE – 28

2,3

2,4

3,7

1,0

2,1

3,1

2,6

1,5

0,5

0,0

0,3

1,5

-

-

-

-

Usa

3,2

2,9

3,8

-0,3

1,6

3,1

2,1

1,5

1,6

0,1

1,2

2,2

1,1

2,0

1,2

2,3

Giappone

0,2

0,1

1,4

-1,3

-0,7

-0,3

-0,1

0,3

2,8

0,8

0,0

1,5

0,1

2,1

-0,2

0,5

N.B.: Indice dei prezzi al consumo. Per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP).

Fonte:  Per i dati di consuntivo 2006-2015, EUROSTAT (aprile 2016).

I consuntivi 2006-2015 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (aprile 2016).

 


Inflazione – Confronti internazionali – Anni 2006-2017

 


2016-2017 Previsioni FMI

 
 

 


Fonte: per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (Commissione Europea), per USA: indice dei prezzi al consumo (FMI).

 


SEZIONE II

 

ANDAMENTI FINANZIARI

 

 

                                                                                                                                      

 


Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio

Tassi ufficiali

L’attuazione della politica monetaria dell’Eurosistema è affidata al Comitato esecutivo della Banca Centrale europea (BCE) secondo le decisioni e gli indirizzi stabiliti dal Consiglio direttivo. Per il raggiungimento degli obiettivi di politica monetaria l’Eurosistema ha a disposizione un insieme di strumenti di politica monetaria:

§  la conduzione di operazioni di mercato aperto, le quali possono essere divise in diverse tipologie: operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operations) che consistono in operazioni regolari di immissione di liquidità, con frequenza o cadenza settimanale; operazioni di rifinanziamento più a lungo termine, operazioni di regolazione puntuale (fine-tuning) e operazioni di tipo strutturale;

§  le operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, che consentono di porre un limite superiore e inferiore alle fluttuazioni dei tassi di interesse overnight (cioè relativi ad operazioni con scadenza a ventiquattro ore e regolamento nel giorno stesso) del mercato, mediante l’immissione o assorbimento di liquidità. In tal caso, si possono avere operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility), con le quali gli enti creditizi ottengono liquidità overnight dalle banche centrali nazionali, a fronte di attività idonee stanziate a garanzia, ovvero operazioni utilizzabili dagli enti creditizi per costituire depositi overnight presso le banche centrali nazionali dell’Eurosistema;

§  la riserva obbligatoria, cioè l’obbligo per gli istituti di credito di detenere riserve obbligatorie sui conti presso l’Eurosistema (tali riserve obbligatorie si trovano su conti accesi presso le Banche centrali nazionali).Ogni ente creditizio deve detenere una determinata percentuale di alcuni depositi effettuati dalla propria clientela (e di altre passività delle banche) in un conto deposito costituito presso le Banche centrali nazionali di competenza, in media per un periodo di mantenimento delle riserve della durata approssimativa di un mese. L’Eurosistema corrisponde un tasso di interesse a breve termine su questi conti.

I tassi ufficiali delle operazioni dell’Eurosistema, fissati dal Consiglio direttivo della BCE, sono:

§  il tasso di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operations rate);

§  il tasso di interesse per i depositi presso la Banca centrale (deposit facility rate);

§  il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility rate).

Il tasso di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento principali - che forniscono la maggior parte della liquidità necessaria al sistema - segnala al mercato l’orientamento di politica monetaria, in quanto indica le condizioni alle quali la BCE è disposta a effettuare transazioni con il mercato.

Gli altri due tassi, invece, si riferiscono ad operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e i loro tassi costituiscono, di regola, il limite massimo e minimo per il tasso di interesse overnight.

 

Tassi di interesse o rendimenti sui Titoli di Stato

I Titoli di Stato sono i Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Essi comprendono attualmente i prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT, BTP e alcune tipologie di Certificati del Tesoro (CCT).

I Buoni ordinari del Tesoro (BOT) sono Titoli di Stato privi di cedole[4], emessi con scadenza compresa tra 1 e 12 mesi.

I Buoni del Tesoro poliennali (BTP) sono titoli di debito emessi dallo Stato a tasso fisso. Hanno scadenza compresa tra 2 e 30 anni e il pagamento degli interessi, chiamato “stacco cedola”, avviene con cadenza semestrale.

I Buoni del tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i) sono titoli di Stato che forniscono all’investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi: sia il capitale rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente sono rivalutati sulla base dell’inflazione dell’area euro, misurata dall’Eurostat attraverso l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) con esclusione del tabacco.

I Certificati di credito del Tesoro (CCT), a medio e a lungo termine, sono soggetti a indicizzazione finanziaria delle cedole. Le cedole semestrali successive alla prima sono attualmente indicizzate al rendimento dei BOT a 6 mesi relativo all’asta della fine del mese precedente il periodo di decorrenza della cedola stessa, maggiorato di uno spread;

Vi sono poi, quali titoli obbligazionari emessi dal Tesoro, i Certificati del Tesoro zero-coupon (CTZ) con scadenza a 18 e a 24 mesi, privi di cedole.

Sono inoltre emessi Certificati di credito del Tesoro a tasso fisso, utilizzati principalmente per il ripianamento di debiti pregressi del settore pubblico.

La Banca d’Italia collabora con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nella gestione del debito pubblico. Sono responsabilità della Banca d'Italia l’organizzazione e la conduzione – per conto del MEF – delle attività di collocamento/riacquisto dei titoli di Stato e di servizio finanziario del debito.

La Banca d’Italia, inoltre, fornisce assistenza nella definizione della politica di emissione, formulando ipotesi di copertura del fabbisogno mediante collocamento di titoli. Quest’ultima attività è strettamente collegata con le previsioni sull’andamento della liquidità del sistema bancario utilizzate dalla Banca Centrale Europea per la definizione degli interventi di mercato aperto. La Banca d’Italia, infine, effettua elaborazioni finanziarie connesse con i titoli del debito pubblico.

 

Rendimenti dei Titoli di Stato guida. I valori mensili sono medie semplici di quelli giornalieri. I dati, ad esclusione di quelli del totale dei BTP, si riferiscono ai titoli scambiati sul mercato telematico dei titoli di Stato (M.T.S.). Per ogni categoria, il titolo guida è l'ultimo titolo emesso da quando diventa il più scambiato. I dati relativi al totale dei BTP si riferiscono al campione dei titoli con vita residua superiore all'anno scambiati alla Borsa valori italiana (M.O.T.).

 

Tassi di cambio

Il tasso di cambio bilaterale fra le due monete si può definire come il rapporto al quale la valuta nazionale si scambia con quella straniera. Il tasso di cambio nominale bilaterale è dunque definito come il prezzo di una valuta nei termini di un’altra moneta.

Il tasso di cambio può essere pertanto espresso in due modi alternativi, secondo la quotazione incerto per certo (cioè considerando una quantità di valuta nazionale per una unità di valuta estera), ovvero secondo la quotazione certo per incerto (cioè considerando una quantità di valuta estera per una unità di valuta nazionale). La quotazione certo per incerto è quella usata per l’euro (ad esempio, per il cambio euro/dollaro (dollari per euro).


Tassi ufficiali – Anni 2004-2016

(Valori di fine periodo – in %)

Periodo

Area Euro

Regno Unito

Stati Uniti

Giappone

Dicembre 2004

2,00

4,75

2,25

0

Dicembre 2005

2,25

4,50

4,25

0

Dicembre 2006

3,50

5,00

5,25

0,25

Dicembre 2007

4,00

5,50

4,25

0,50

Dicembre 2008

2,50

2,00

tra 0 e 0,25

0,10

Dicembre 2009

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

0,10

Dicembre 2010

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2011

1,00

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2012

0,75

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2013

0,25

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2014

0,05

0,50

tra 0 e 0,25

tra 0 e 0,10

Dicembre 2015

0,05

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra 0 e 0,10

2016

 

 

 

 

Gennaio

0,05

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Febbraio

0,05

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Marzo

0,00
(dal 16 marzo)

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Aprile

0,00

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Maggio

0,00

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Giugno

0,00

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Luglio

0,00

0,50

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Agosto

0,00

0,25

(dal 4 agosto)

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Settembre

0,00

0,25

tra 0,25 e 0,50

tra -0,1 e 0

Area Euro: tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate; Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di interesse a breve termine (uncollateralized  overnight call rate).

                                                                                                                       

Fonte: Banca d’Italia, Relazione annuale, Bollettino Economico ( e rispettivi siti istituzionali delle Banche centrali.

 


Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2004-2016

(Valori medi nel periodo)

 

 

PERIODO

RENDIMENTI LORDI

BTP

CCT

3 anni

5 anni

10 anni

Totale

2004

2,794

3,337

4,258

3,588

2,193

2005

2,573

2,898

3,553

3,160

2,305

2006

3,553

3,707

4,045

3,858

3,305

2007

4,214

4,276

4,488

4,405

4,226

2008

4,133

4,296

4,688

4,463

4,541

2009

2,376

3,166

4,311

3,536

1,715

2010

2,175

2,899

4,034

3,353

1,729

2011

4,188

4,684

5,428

4,890

4,291

2012

3,633

4,530

5,507

4,636

5,112

2013

2,207

3,108

4,315

3,355

2,535

2014

0,956

1,568

2,893

2,082

1,356

2015

0,338

0,763

1,714

1,186

0,713

2016

 

 

 

 

 

Gennaio

0,068

0,541

1,534

0,968

0,489

Febbraio

0,100

0,518

1,559

1,010

0,578

Marzo

0,014

0,320

1,375

0,843

0,499

Aprile

0,079

0,485

1,442

0,872

0,542

Maggio

0,080

0,486

1,526

0,922

0,599

Giugno

0,095

0,443

1,453

0,891

0,612

Luglio

0,001

0,309

1,227

0,727

0,466

Agosto

-0,026

0,241

1,176

0,661

0,363

Fonte:  Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Mercato finanziario” n. 47 (16 settembre 2016).

 

 


Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute - Anni 2004-2016

(Valori medi nel periodo)

Periodo

Dollaro USA

Yen giapponese

Yuan cinese

Sterlina britannica

Franco svizzero

2004

1,244

134,44

10,297

0,679

1,544

2005

1,244

136,85

10,195

0,684

1,548

2006

1,256

146,02

10,010

0,682

1,573

2007

1,371

161,25

10,418

0,684

1,643

2008

1,471

152,45

10,224

0,796

1,587

2009

1,395

130,34

9,528

0,891

1,510

2010

1,326

116,24

8,971

0,858

1,380

2011

1,392

110,96

8,996

0,868

1,233

2012

1,285

102,49

8,105

0,811

1,205

2013

1,328

129,66

8,165

0,849

1,231

2014

1,329

140,31

8,186

0,806

1,215

2015

1,110

134,31

6,973

0,726

1,068

2016

 

 

 

 

 

Gennaio

1,086

128,32

7,139

0,755

1,094

Febbraio

1,109

127,35

7,266

0,776

1,102

Marzo

1,110

125,39

7,222

0,780

1,092

Aprile

1,134

124,29

7,346

0,792

1,093

Maggio

1,131

123,21

7,386

0,778

1,106

Giugno

1,123

118,45

7,402

0,790

1,089

Luglio

1,107

115,25

7,391

0,841

1,087

Agosto

1,121

113,49

7,454

0,855

1,088

Fonte:  Banca d’Italia, Relazione Annuale, 31 maggio 2016.

Fonte:  BCE Economic bullettin, settembre 2016.


Quotazioni dell’euro rispetto alle principali valute

(Valori medi mensili)

2013

 

2006

 

2009

 

2010

 

2011

 

2014

 

2015

 

2007

 

2008

 

2012

 

2006

 

2007

 

2008

 

2009

 

2010

 

2011

 

2012

 

2013

 

2014

 

2015

 

x

 


Bilancia dei pagamenti

La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche intervenute in un dato periodo tra i residenti e i non residenti di un’economia. Le transazioni economiche consistono nel passaggio di proprietà di risorse sia reali (beni, servizi, redditi) che finanziarie.

Il segmento della bilancia dei pagamenti che misura le importazioni e le esportazioni di merci, è la bilancia commerciale.

 

Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2006-2015

(Valori assoluti - milioni di euro - e in % del PIL)

Bilancia dei pagamenti

Banca d’Italia

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Saldo corrente

-38.346

-37.714

-45.224

-30.173

-54.516

-50.385

-6.939

15.202

30.893

35.964

% del PIL

-2,5

-2,3

-2,8

-1,9

-3,4

-3,1

-0,4

0,9

1,9

2,2

Saldo conto capitale

1.826

2.261

-184

-89

-556

1.032

3.959

181

3.386

2.638

% del PIL

0,1

0,1

0,0

0,0

0,0

0,1

0,2

0,0

0,2

0,2

Saldo finanziario

25.404

26.212

31.416

37.335

86.749

-70.099

-12.070

12.753

50.252

33.087

% del PIL

1,6

1,6

1,9

2,4

5,4

-4,3

-0,7

0,8

3,1

2,0

Errori ed omissioni

11.116

9.241

13.992

-7.073

-31.678

-20.746

-9.091

-2.629

15.972

-5.515

Fonte:  Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino Statistico “Bilancia dei pagamenti e posizione patrimoniale sull’estero”, n. 49 (19 settembre 2016).

 

Bilancia dei pagamenti – Previsioni

(Valori in % del PIL)

Bilancia dei pagamenti

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota aggiornamento DEF 2016
settembre 2016

aprile 2016

settembre 2016

agosto 2016

settembre 2016

2016

2017

2018

2019

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Saldo corrente

2,4

2,5

2,6

2,6

2,8

2,9

2,9

2,5

2,5

2,6

-

-

Saldo corrente e capitale

-

-

-

-

-

-

3,0

2,6

2,6

2,7

-

-

 


SEZIONE III

 

ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA


Il conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni

Il Conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni espone le entrate e le spese del settore istituzionale delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito del sistema di contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza economica, secondo i criteri definiti dal Sistema europeo dei conti (SEC2010).

Nel conto economico consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri settori istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro (concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).

Il conto consolidato delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di programmazione economico-finanziaria).

Le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato sono individuate annualmente in un elenco pubblicato dall’ISTAT.

Le spese (o uscite) si dividono in:

§  spese correnti (o uscite correnti), destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari servizi delle amministrazioni pubbliche, nonché alla redistribuzione dei redditi per fini non direttamente produttivi;

§  spese in conto capitale (o uscite in conto capitale), che incidono direttamente o indirettamente sulla formazione di capitale.

Le principali spese correnti sono:

§  le spese per redditi da lavoro dipendente, cioè il costo sostenuto dalle amministrazioni pubbliche a titolo di remunerazione dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che intellettuali;

§  le spese per consumi intermedi, che corrispondono al valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo produttivo e nelle attività delle pubbliche amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure esauriti nel processo produttivo;

Si segnala in proposito una differenza tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi intermedi secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso stretto), anche le prestazioni sociali in natura.

§  le spese per prestazioni sociali in denaro e in natura, costituite dai trasferimenti in denaro e in natura alle famiglie da parte delle pubbliche amministrazioni finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte, invalidità, disoccupazione…). Le prestazioni sociali in natura, sono individuate nel conto economico consolidato pubblicato dall’ISTAT secondo la definizione ad esse data dal SEC 2010 di “acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market”;

§  le spese per interessi passivi, relativi principalmente agli interessi da corrispondere su titoli del debito pubblico.

Fra le ulteriori spese correnti si ricordano l’acquisto di beni e servizi corrispondenti a prestazioni sociali (prestazioni sociali in natura), gli ammortamenti, le imposte indirette, i contributi alla produzione gli aiuti internazionali e gli ulteriori trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie e alle imprese).

Le spese in conto capitale (o uscite in conto capitale) sono costituite principalmente dagli investimenti fissi lordi, costituti dalle acquisizioni, al netto delle cessioni, di capitale fisso effettuate dalle pubbliche amministrazioni . Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali destinati a essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno. Fra le ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti (soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale (anch’essi soprattutto in favore di imprese).

Le spese (o uscite) complessive corrispondono alla somma delle spese correnti e delle spese in conto capitale.

Anche le entrate sono suddivise in entrate correnti e entrate in conto capitale.


Le entrate correnti sono costituite principalmente da:

§  entrate tributarie, suddivise in:

-      entrate derivanti da imposte dirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il possesso di un patrimonio;

-      entrate derivanti da imposte indirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale;

§  contributi sociali, suddivisi in:

-      contributi sociali effettivi, che comprendono i versamenti effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità, invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattie professionali e per gli assegni familiari;

-      contributi sociali figurativi, definiti, in base al SEC2010, come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente – cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto. Comprendono le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le spese per cure e infortuni.

Le entrate in conto capitale sono le entrate derivanti da imposte in conto capitale, da cofinanziamenti dell’Unione europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.

Le imposte in conto capitale: si tratta delle imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Comprendono:

a)  le imposte sui trasferimenti in conto capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);

b)  le imposte straordinarie sulle attività o sul patrimonio netto (quali i condoni).

Le entrate complessive corrispondono alla somma delle entrate correnti e delle entrate in conto capitale.

 

La pressione fiscale indica l’incidenza percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette, indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e figurativi).

Il dato fornito è al lordo delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre amministrazioni pubbliche.

 

Il saldo corrente è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti.

 

Il saldo primario è il saldo (avanzo o disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate complessive ed uscite complessive al netto della spesa per interessi passivi. Rappresenta uno dei principali indicatori per valutare la sostenibilità delle finanza pubbliche. Può essere scomposto in saldo corrente primario (differenza tra entrate correnti e uscite correnti al netto degli interessi passivi) e saldo in conto capitale (differenza tra entrate in conto capitale e uscite in conto capitale).

 

L’indebitamento netto è il saldo conclusivo del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni, risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive; se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. È il parametro di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.


Conto economico delle amministrazioni pubbliche in valori assoluti – Consuntivo 2006-2015

(milioni di euro)

 

Conto delle P.A.

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Entrate correnti

677.616

724.156

732.825

706.248

726.211

737.087

765.737

763.152

769.681

779.352

- entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

438.392

464.804

461.295

433.841

450.396

457.926

485.870

479.595

486.138

491.680

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

184.337

203.068

212.926

212.133

213.702

216.294

215.837

215.289

214.340

218.535

Entrate in c/capitale (1)

4.367

4.400

3.903

15.532

6.162

10.694

5.921

9.317

7.002

5.497

Entrate complessive

681.983

728.556

736.728

721.780

732.373

747.781

771.658

772.469

776.683

784.849

Uscite correnti

652.822

680.309

709.527

722.875

733.825

742.836

754.997

761.236

765.039

759.824

- uscite correnti al netto interessi

426.341

421.874

420.718

434.241

664.989

666.420

671.431

683.668

690.702

691.608

di cui
- Redditi da lavoro dipendente

163.797

164.330

170.271

171.676

172.548

169.615

166.142

164.784

163.525

161.453

- Consumi intermedi

75.114

78.282

82.594

 85.610

 87.356

 87.166

87.023

89.579

88.401

89.248

- Prestazioni sociali in denaro

252.104

264.407

277.270

291.627

298.695

304.478

311.442

319.688

326.863

332.985

- Prestazioni sociali in natura (2)

41.873

42.507

43.372

 45.565

 46.281

 44.608

43.345

43.552

44.235

44.145

- interessi passivi

68.869

76.660

80.461

 69.457

 68.836

 76.416

83.566

77.568

74.337

68.216

Uscite in c/capitale

84.710

72.818

71.137

 81.786

 66.669

65.726

63.877

54.451

60.126

67.956

Uscite complessive

737.532

753.127

780.664

804.661

800.494

808.562

818.874

815.687

825.165

827.780

Saldo corrente della P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

24.794

43.847

23.298

-16.627

-7.614

-5.749

10.740

1.916

4.642

19.528

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

13.320

52.089

36.525

-13.424

 715

15.635

36.350

34.350

25.855

25.285

Indebitamento netto della P.A.

-55.549

-24.571

-43.936

-82.881

-68.121

-60.781

-47.216

-43.218

-48.482

-42.931

 

(1)     La contrazione delle entrate in c/capitale nel 2012 è ascrivibile, principalmente, alla riduzione delle imposte in conto capitale, dovuta al venir meno dei versamenti una tantum dell’imposta sostitutiva sul riallineamento dei valori contabili ai principi internazionali IAS, che avevano sostenuto il gettito nel 2011.

(2)     Acquisto di beni e servizi prodotti da produttori market.

-     Fonte: ISTAT, Sintesi dei conti ed aggregati economici delle Amministrazioni pubbliche – anni 1995-2015 (24 maggio 2016)


Conto economico delle amministrazioni pubbliche in % del PIL – Consuntivo 2006-2015

Conto delle P.A.

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Entrate correnti

43,8

45,0

44,9

44,9

45,3

45,0

47,5

47,6

47,5

47,5

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

28,3

28,9

28,3

27,6

28,1

28,0

30,1

29,9

30,0

29,9

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

11,9

12,6

13,0

13,5

13,3

13,2

13,4

13,4

13,2

13,3

Entrate in c/capitale

0,3

0,3

0,2

1,0

0,4

0,7

0,4

0,6

0,4

0,3

Entrate complessive

44,0

45,3

45,1

45,9

45,6

45,7

47,8

48,1

47,9

47,8

Uscite correnti

42,2

42,3

43,5

46,0

45,7

45,4

46,8

47,4

47,2

46,3

- uscite correnti al netto interessi

27,5

26,2

25,8

27,6

41,4

40,7

41,6

42,6

42,6

42,1

di cui:
- Redditi da lavoro dipendente

10,6

10,2

10,4

10,9

10,8

10,4

10,3

10,3

10,1

9,8

- Consumi intermedi

4,9

4,9

5,1

5,4

5,4

5,3

5,4

5,6

5,5

5,4

- Prestazioni sociali in denaro

16,3

16,4

17,0

18,5

18,6

18,6

19,3

19,9

20,2

20,3

- Prestazioni sociali in natura

2,7

2,6

2,7

2,9

2,9

2,7

2,7

2,7

2,7

2,7

 - interessi passivi

4,4

4,8

4,9

4,4

4,3

4,7

5,2

4,8

4,6

4,2

Uscite in c/capitale

5,5

4,5

4,4

5,2

4,2

4,0

4,0

3,4

3,7

4,1

Uscite complessive

47,6

46,8

47,8

51,2

49,9

49,4

50,8

50,8

50,9

50,4

Pressione fiscale

40,2

41,5

41,3

41,8

41,6

41,6

43,6

43,6

43,4

43,4

Saldo corrente della P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

1,6

2,7

1,4

-1,1

-0,5

-0,4

0,7

0,1

0,3

1,2

Saldo primario della P.A.
(indebitamento netto – spesa per interessi)

0,9

3,2

2,2

-0,9

0,0

1,0

2,3

2,1

1,6

1,5

Indebitamento netto della P.A.

-3,6

-1,5

-2,7

-5,3

-4,2

-3,7

-2,9

-2,7

-3,0

-2,6

 

Fonte:  Elaborazioni su dati ISTAT (Comunicato del 24 maggio 2016).

 


Conto economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni

(% del PIL)

 

Conto della P.A.

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota aggiornamento DEF 2016
settembre 2016

luglio 2016

settembre 2016

agosto 2016

settembre 2016

2016

2017

2018

2019

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Entrate correnti

46,6

46,7

46,7

46,6

-

-

-

-

-

-

-

-

 - entrate tributarie (imposte dir. e indir.)

29,5

29,7

29,6

29,4

-

-

-

-

-

-

-

-

 - contributi sociali (effettivi e figurativi)

13,1

13,1

13,1

13,3

-

-

-

-

-

-

-

-

Entrate in c/capitale

0,2

0,2

0,2

0,2

-

-

-

-

-

-

-

-

Entrate complessive

47,0

47,0

46,9

46,9

47,6

46,9

-

-

-

-

47,3

46,7

Uscite correnti

46,0

45,2

44,3

43,7

-

-

-

-

-

-

-

-

 - uscite correnti al netto interessi

42,0

41,4

40,7

40,3

-

-

-

-

-

-

-

-

- Redditi da lavoro dipendente

9,7

9,6

9,3

9,0

-

-

-

-

-

-

-

-

- Consumi intermedi (*)

8,0

7,9

7,6

7,6

-

-

-

-

-

-

-

-

- Prestazioni sociali in denaro

20,3

20,2

20,2

20,0

-

-

-

-

-

-

-

-

- interessi passivi

4,0

3,7

3,6

3,4

3,9

3,8

3,9

3,8

3,9

3,5

-

-

Uscite in c/capitale

3,5

3,5

3,4

3,2

-

-

-

-

-

-

-

-

Uscite complessive

49,5

48,7

47,7

46,9

50,1

49,3

-

-

-

-

49,8

49,0

Pressione fiscale

42,6

42,8

42,7

42,7

43,0

42,4

43,1

42,8

-

-

42,8

42,4

Saldo corrente della P.A.
(entrate correnti – spese correnti)

0,6

1,6

2,4

2,9

2,7

2,4

-

-

0,8

1,8

-

-

Saldo primario della P.A.
(indebitamento – spesa per interessi)

1,5

2,1

2,8

3,4

1,5

1,3

1,5

1,3

1,6

2,0

1,5

1,6

Indebitamento netto della P.A.

-2,4

-1,6

-0,8

+0,0

-2,5

-2,4

-2,4

-2,4

-2,3

-1,4

-2,5

-2,3

 (*) Nei consumi intermedi sono comprese anche le prestazioni sociali in natura.

 


Conto economico delle amministrazioni pubbliche – 2006-2019

(% del PIL)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016- 201
7

(% del PIL)

Indebitamento netto
delle P.A.

CONSUNTIVO

Commissione UE
Spring forecast

OCSE

FMI

EUROSTAT e FMI

maggio 2016

giugno 2016

ottobre 2016

 

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Italia

-3,6

-1,5

-2,7

-5,3

-4,2

-3,5

-2,9

-2,9

-3,0

-2,6

-2,4

-1,9

-2,3

-2,0

-2,5

-2,2

Francia

-2,3

-2,5

-3,2

-7,2

-6,8

-5,1

-4,8

-4,0

-4,0

-3,5

-3,4

-3,2

-3,4

-3,0

-3,3

-3,0

Germania

-1,7

+0,2

-0,2

-3,2

-4,2

-1,0

-0,1

-0,1

+0,3

+0,7

+0,2

+0,1

+0,3

+0,4

+0,1

+0,1

Spagna

+2,2

+2,0

-4,4

-11,0

-9,4

-9,6

-10,4

-6,9

-5,9

-5,1

-3,9

-3,1

-3,7

-2,7

-

-

AREA EURO

-1,5

-0,6

-2,2

-6,3

-6,2

-4,2

-3,7

-3,0

-2,6

-1,9

-1,9

-1,6

-1,8

-1,4

-2,0

-1,7

Regno Unito

-2,9

-3,0

-5,0

-10,7

-9,6

-7,7

-8,3

-5,6

-5,6

-4,4

-3,4

-2,4

-3,8

-2,7

-3,3

-2,7

UE – 28

-1,6

-0,9

-2,4

-6,7

-6,4

-4,5

-4,3

-3,3

-3,0

-2,4

-2,1

-1,8

-

-

-

-

Usa

-2,4

-3,2

-7,0

-13,1

-10,9

-9,6

-7,9

-4,4

-4,2

-3,5

-4,4

-4,4

-4,3

-3,7

-4,1

-3,7

Giappone

-3,6

-2,1

-4,1

-10,4

-9,3

-9,8

-8,8

-8,6

-6,2

-5,2

-4,5

-4,2

-5,1

-4,0

-5,2

-5,1

N.B.      Indebitamento (-), accreditamento (+).

Fonte:  Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi europei: Commissione UE, Statistical Annex of European Economy – Spring 2016 (maggio 2016).     

I consuntivi 2006-2015 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2016).

 


Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2006-2017
(% del PIL)


 

 


N.B.      Indebitamento (-), accreditamento (+).

 

Fonte: per i paesi europei: Commissione Europea. Per USA, dati FMI

 

 


Il debito delle pubbliche amministrazioni

Il debito delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea. Esso risulta dall’insieme delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore. L’aggregato include i seguenti strumenti finanziari:

a)  le monete e i depositi; questi comprendono le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime[5];

b)  i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni locali;

c)  i prestiti erogati in favore di enti appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a carico di queste ultime[6].

 

Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2006-2015

(valori assoluti - in milioni di euro - e in % del PIL)

Debito delle P.A.

Banca d’Italia

 

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

Debito della P.A.

1.587.781

1.605.126

1.670.993

1.769.254

1.851.194

1.907.466

1.989.408

2.069.847

2.136.204

2.171.671

% del PIL

102,5

99,7

102,3

112,4

115,3

116,4

123,3

129,0

132,5

132,7

Fonte:  ISTAT, Notifica dell’indebitamento netto e del debito delle amministrazioni pubbliche secondo il Trattato di Maastricht – anni 2012-2015 (21 aprile 2016)

 

Debito delle P.A. – Previsioni

(valori in % del PIL)

 

Debito delle P.A.

Governo

REF.IRS

Prometeia

CER

Confindustria

Nota aggiornamento DEF 2016
settembre 2016

luglio 2016

settembre 2016

agosto 2016

settembre 2016

2016

2017

2018

2019

2016

2017

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Debito della P.A. (*)

132,4

130,9

128,0

123,8

132,5

132,0

133,3

133,9

133,3

132,6

133,3

134,0

(*) al lordo dei sostegni alla Grecia e del programma ESM.

 
Debito delle P.A. – Confronti internazionali -
Dati di consuntivo 2006-2015 e previsioni 2016-201
7

(% del PIL)

 

Debito delle P.A.

CONSUNTIVI

Commissione UE
Spring forecast

OCSE

FMI

EUROSTAT e FMI

maggio 2016

giugno 2016

ottobre 2016

 

2006

2007

2008

2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2016

2017

2016

2017

Italia

102,6

99,8

102,4

112,5

115,4

116,5

123,3

129,0

132,5

132,7

132,7

131,8

132,8

131,9

133,2

133,4

Francia

64,4

64,4

68,1

79,0

81,7

85,2

89,6

92,4

95,4

95,8

96,4

97,0

96,9

97,4

97,1

97,8

Germania

66,3

63,5

64,9

72,4

81,0

78,2

79,6

77,2

74,7

71,2

68,6

66,3

67,7

65,1

68,2

65,9

Spagna

38,9

35,5

39,4

52,7

60,1

69,5

85,4

93,7

99,3

99,2

100,3

99,6

100,3

100,1

-

-

AREA EURO

67,3

64,9

68,5

78,3

84,1

86,7

91,3

93,4

94,4

92,9

92,2

91,1

92,4

91,3

91,7

91,0

Regno unito

42,4

43,5

51,7

65,7

76,6

81,8

85,3

86,2

88,2

89,2

89,7

89,1

89,9

89,4

89,0

88,8

UE – 28

60,4

57,8

60,9

73,0

78,6

81,6

85,2

87,3

88,5

86,8

86,4

85,5

-

-

-

-

USA

63,6

64,0

72,8

86,0

94,7

99,0

102,5

104,6

104,6

105,2

107,5

107,5

-

-

108,2

108,4

Giappone

186,0

183,0

191,8

210,2

215,8

231,6

238,0

244,5

249,1

248,0

247,5

248,1

-

-

250,4

253,0

 

Fonte:  Dati di consuntivo 2006-2015 dei paesi europei: Commissione UE, Statistical Annex of European Economy – Spring 2016 (maggio 2016).

I consuntivi 2006-2015 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2016).

 

 


Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Anni 2006-2017

(% del PIL)

2016-2017 Previsioni FMI

 

 

 


Fonte: per i paesi europei: Commissione Europea. Per USA, dati FMI


 



[1]     In Italia, nel sistema adottato fino al marzo 2006, le valutazioni reali degli aggregati economici sono state ottenute attraverso un sistema a base fissa, prendendo come riferimento l'anno base 1995. La procedura maggiormente usata è stato il ricorso alla deflazione con opportuni indici di prezzo, specifici per ciascun aggregato.

      Dal marzo 2006 sono utilizzati, in accordo con gli standard definiti dai regolamenti comunitari, gli indici a catena, prendendo a riferimento in ciascun anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi, l’anno corrente e l'anno base, ma che incorpori l'andamento complessivo presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.

      Il principale vantaggio della metodologia del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici. Il principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso; l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così come accade con le valutazioni a prezzi correnti.

[2]     La spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni comprende le seguenti voci del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni: consumi intermedi, redditi da lavoro dipendente e prestazioni sociali in natura.

[3]     Si segnala che la definizione di occupati utilizzata nella rilevazione sulle forze di lavoro differisce da quella utilizzata nella contabilità nazionale, che include tutte le persone (a prescindere dalla residenza) che prestano la propria attività lavorativa presso unità produttive residenti nel Paese.

[4]     La cedola in un’obbligazione rappresenta gli interessi che vengono periodicamente pagati al portatore del titolo in misura percentuale rispetto al valore dell’obbligazione.

[5]     Questa componente comprende la quota dei buoni postali attribuita al Ministero dell’Economia e delle finanze e i conti correnti postali intestati a soggetti privati.

[6]     Questa categoria include anche i proventi di alcune operazioni di cartolarizzazione, individuate in base ai criteri statistici stabiliti dall’Eurostat; tali operazioni sono state classificate come accensione di prestito anziché come cessione di attività.