Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||||
---|---|---|---|---|---|
Autore: | Servizio Studi - Dipartimento bilancio | ||||
Titolo: | Indicatori economici e finanziari - Le previsioni economiche d'autunno della Commissione UE e dell'OCSE | ||||
Serie: | Documentazione e ricerche Numero: 203 | ||||
Data: | 10/11/2015 | ||||
Descrittori: |
| ||||
Organi della Camera: | V-Bilancio, Tesoro e programmazione |
Camera dei
deputati
XVII LEGISLATURA
Documentazione e
ricerche
Indicatori economici e finanziari
Le previsioni
economiche d’autunno della Commissione UE e dell’OCSE
n. 203
10 novembre 2015
Servizio responsabile: |
Servizio Studi – Dipartimento Bilancio ( 066760-9932 – * st_bilancio@camera.it CD_bilancio |
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BI0002m.docx
SEZIONE I: ANDAMENTI
MACROECONOMICI
Conto economico delle risorse e degli impieghi
§
Conto economico delle risorse e degli impieghi
§
Conto economico delle risorse e degli impieghi –
Consuntivo 2005-2014
§
Conto economico delle risorse e degli impieghi –
Previsioni
Gli indicatori del mercato del lavoro
§
Gli indicatori del mercato del lavoro
§
Occupazione – Consuntivo 2005-2014
§
Disoccupazione – Confronti internazionali - Dati di
consuntivo 2005-2014 e previsioni 2015-2016
Gli indicatori dell’Inflazione
§
Gli indicatori dell’inflazione
§
Inflazione – Consuntivo 2005-2014
§
Inflazione – Confronti internazionali Dati di
consuntivo 2005-2014 e previsioni 2015-2016
SEZIONE II: ANDAMENTI FINANZIARI
Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio
§
Tassi ufficiali – Anni 2004-2015
§
Rendimenti dei titoli di Stato – Anni 2004-2015
§
Quotazioni dell’euro espresse nelle principali valute
- Anni 2004-2014
§
Bilancia dei pagamenti – Consuntivo 2005-2014
§
Bilancia dei pagamenti – Previsioni
SEZIONE III: ANDAMENTI DI FINANZA PUBBLICA
§
Il conto economico consolidato delle pubbliche
amministrazioni
§
Conto economico delle amministrazioni pubbliche in
valori assoluti – Consuntivo 2005-2014
§
Conto economico delle amministrazioni pubbliche in %
del PIL – Consuntivo 2005-2014
Indebitamento netto delle P.A.
§
Il debito delle pubbliche amministrazioni
§
Debito delle P.A. – Dati di consuntivo 2005-2014
§
Debito delle P.A. – Previsioni
§
Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Dati
di consuntivo 2005-2014 e previsioni 2015-2016
Legenda
Con la dizione “Area Euro” si intende l’area costituita, a partire dal 1° gennaio
1999, dagli Stati membri dell’Unione
europea che hanno adottato l’euro. Ne fanno parte Austria, Belgio, Finlandia,
Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna,
Grecia (dal 1° gennaio 2001), Slovenia (dal 1° gennaio 2007), Cipro e Malta
(dal 1° gennaio 2008) e Slovacchia (dal 1° gennaio 2009). Il 1° gennaio 2011 è
entrata a farne parte l’Estonia, il 1° gennaio 2014 la Lettonia e il 1° gennaio
2015 la Lituania.
Con la dizione “UE – 28”, si intende l’insieme dei 28
Stati membri della Unione europea. Oltre a quelli dell’Area euro, ne fanno
parte la Danimarca, il Regno Unito e la Svezia e, a partire dal 1° maggio 2004,
la Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria. Dal 1° gennaio 2007, ne fanno parte la
Bulgaria e la Romania, dal 1° luglio 2013, ne fa parte la Croazia.
Fonti:
Per
l’Italia:
§ Dati di consuntivo:
- ISTAT,
Conti economici nazionali - anni 2012-2014 (23
settembre 2015)
- ISTAT,
PIL e indebitamento AP – anni 2012-2014 (2
marzo 2015)
- ISTAT,
I nuovi conti economici nazionali
secondo il SEC 2010 – anni 2009-2013 (22 settembre 2014)
- ISTAT,
Indice dei prezzi al consumo – anno 2014 (3
febbraio 2015)
- ISTAT,
Occupati e disoccupati – Anno 2014 (2 marzo
2015)
- ISTAT,
Occupati e disoccupati (dati 2004-2013) (31
ottobre 2014)
- Banca
d’Italia, Relazione annuale (31 maggio
2015)
- Banca
d’Italia, Supplementi al Bollettino Statistico (ottobre 2015)
- BCE,
“Economic Bullettin” (ottobre 2015)
§ Dati di previsione:
-
Governo: Nota di aggiornamento del Documento
di economia e finanza 2015 (settembre 2015)
-
ISTAT: Le prospettive per l’economia
italiana nel 2015-2017 (5 novembre 2015)
-
REF.IRS:
Congiuntura Ref - Previsioni (ottobre 2015)
- Prometeia: Rapporto di previsione (ottobre 2015)
- CER: Anticipazioni (6 agosto 2015)
- Confindustria:
Rapporto “Scenari economici”, n. 24 (settembre
2015)
- Banca
d’Italia: Bollettino economico (luglio
2015)
Per i
confronti internazionali:
- Commissione
UE: European Economic Forecast – Autumn 2015 (5 novembre 2015)
- OCSE: Economic
outlook n. 97 (giugno 2015); per il PIL, Interim Economic outlook (9 novembre 2015)
- FMI: World Economic Outlook (ottobre 2015)
Il
Conto economico delle risorse e degli
impieghi riassume la situazione macroeconomica
del Paese, mettendo in evidenza l’equilibrio tra l’offerta, rappresentata
dalle risorse (prodotto interno lordo ed importazioni dall’estero) e la
domanda, data dagli impieghi (consumi finali delle famiglie, delle
amministrazioni pubbliche e delle istituzioni sociali private (I.S.P.) ed
investimenti fissi lordi, cui vanno aggiunte le variazioni delle scorte e degli
oggetti di valore, nonché le esportazioni verso l’estero).
Risorse
Il PIL (Prodotto interno lordo) corrisponde
alla produzione totale di beni e servizi
dell’economia, diminuita dei consumi intermedi e aumentata dell’IVA e delle
imposte indirette sulle importazioni. È altresì pari alla somma dei valori
aggiunti delle varie branche di attività economica, aumentata delle imposte sui
prodotti (incluse l’IVA e le imposte sulle importazioni), al netto dei
contributi ai prodotti e dei servizi di intermediazione finanziaria
indirettamente misurati (SIFIM).
Quando gli importi
sono espressi in termini di valori correnti ci si riferisce al PIL ai prezzi di
mercato o PIL nominale.
Per determinare il
PIL reale, al fine di disporre di un indicatore sulla crescita dell’economia
depurato dall’inflazione, è necessario fare riferimento al PIL a prezzi
costanti o, in base alla nuova metodologia adottata dall’ISTAT nel marzo 2006,
al PIL calcolato sulla base degli indici a catena[1].
Le
importazioni sono costituite dagli acquisti all’estero di beni e di servizi,
introdotti nel territorio nazionale. Le importazioni di beni comprendono tutti
i beni (nuovi o usati) che, a titolo oneroso o gratuito, entrano nel territorio
del paese dal resto del Mondo. Le importazioni di servizi includono tutti i
servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati da unità non residenti a
unità residenti.
Le
importazioni di beni possono essere valutate:
§ al
valore “fob” (free on board)
che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore.
Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto
internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.
§ al
valore “cif” (cost, insurance, freight) che comprende: il valore “fob”
dei beni, le spese di trasporto e le attività assicurative tra la frontiera del
paese esportatore e la frontiera del paese importatore.
Nel
conto economico delle risorse e degli impieghi sono valutate al valore “fob”.
Impieghi
I
consumi finali nazionali
rappresentano il valore dei beni e
servizi impiegati per il soddisfacimento
diretto dei bisogni umani, individuali e collettivi. Si dividono in:
§ consumi delle famiglie residenti;
§ consumi delle pubbliche amministrazioni[2] e
delle istituzioni sociali private senza
scopo di lucro al servizio delle famiglie.
Gli
investimenti fissi lordi sono
costituti dalle acquisizioni, al netto
delle cessioni, di capitale fisso effettuate dai produttori residenti, cui
si aggiungono gli incrementi di valore dei beni materiali non prodotti. Il
capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali prodotti destinati a
essere utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno.
Sono
fissi in quanto non comprendono le
variazioni delle scorte e degli oggetti di valore. Sono lordi in quanto includono gli ammortamenti.
Le
esportazioni sono costituite dai
trasferimenti di beni e di servizi da operatori residenti a operatori non
residenti.
Le esportazioni di
beni includono tutti i beni (nazionali o nazionalizzati, nuovi o usati) che, a
titolo oneroso o gratuito, escono dal territorio economico del paese per essere
destinati al resto del Mondo.
Le esportazioni di
servizi comprendono tutti i servizi (trasporto, assicurazione, altri) prestati
da unità residenti a unità non residenti.
Le
esportazioni di beni sono valutate al valore “fob” (free on board)
che corrisponde al prezzo di mercato alla frontiera del paese esportatore.
Questo prezzo comprende: il prezzo ex fabrica, i margini commerciali, le spese di trasporto
internazionale, gli eventuali diritti all’esportazione.
Le
esportazioni nette risultano dalla
differenza tra le esportazioni e le importazioni.
Si
ricorda che a partire da settembre 2014, è stato adottato dagli Stati membri
dell'Unione europea il nuovo sistema europeo dei conti nazionali e regionali - Sec2010 - in sostituzione del Sec95, ai
sensi del Regolamento Ue n.
549/2013 pubblicato il 26
giugno 2013.
Il Sec2010 definisce
i principi e i metodi di Contabilità nazionale a livello europeo. Fissa in
maniera sistematica e dettagliata il modo in cui si misurano le grandezze che
descrivono il funzionamento di una economia, in accordo con le linee guida
internazionali stabilite nel Sistema dei conti nazionali delle Nazioni Unite(2008 SNA).
Rispetto alla
precedente versione del 1995 (in vigore dal 1999), il Sec2010 presenta alcune
importanti differenze riguardo sia l'ambito di applicazione sia i concetti. Il
nuovo sistema riflette, infatti, gli sviluppi e i progressi metodologici
conseguiti nella misurazione delle economie moderne che si sono consolidati a
livello internazionale e, allo stesso tempo, viene incontro alle esigenze degli
utilizzatori, migliorando in alcuni casi la tempestività nella diffusione dei
risultati.
(valori assoluti - miliardi di euro)
Conto
risorse e impieghi |
ISTAT
|
|
|||||||||
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
|
PIL (*) |
1.490,4 |
1.549,2 |
1.610,3 |
1.632,9 |
1.573,7 |
1.605,7 |
1.638,9 |
1.614,7 |
1.606,9 |
1.613,9 |
|
Importazioni |
368,9 |
419,1 |
447,2 |
453,0 |
363,8 |
435,7 |
467,9 |
445,2 |
426,6 |
428,4 |
|
Consumi finali nazionali |
1.177,7 |
1.223,1 |
1.259,0 |
1.290,3 |
1.278,9 |
1.307,8 |
1.329,5 |
1.310,6 |
1.295,0 |
1.301,6 |
|
- spesa delle
famiglie residenti e I.S.P. |
886,1 |
922,2 |
954,2 |
973,2 |
954,5 |
980,1 |
1.008,6 |
995,1 |
979,6 |
986,3 |
|
- spesa delle P.A. |
291,6 |
300,9 |
304,8 |
317,1 |
324,4 |
327,6 |
320,9 |
315,4 |
315,3 |
315,3 |
|
Investimenti fissi lordi |
315,2 |
332,7 |
347,2 |
346,7 |
314,4 |
320,0 |
321,8 |
296,2 |
277,8 |
268,1 |
|
- costruzioni |
170,8 |
179,0 |
186,4 |
186,8 |
171,7 |
169,6 |
170,2 |
156,2 |
145,4 |
137,9 |
|
- macchinari,
attrezzature (**) |
93,7 |
93,8 |
98,2 |
94,9 |
82,8 |
90,6 |
91,1 |
84,1 |
79,7 |
77,0 |
|
Esportazioni |
367,2 |
406,1 |
441,5 |
440,1 |
353,5 |
404,1 |
442,2 |
461,2 |
464,0 |
477,2 |
|
Valori concatenati – anno di
riferimento 2010 (miliardi di euro) |
|||||||||||
PIL (*) |
1.630,7 |
1.663,4 |
1.688,0 |
1.670,2 |
1.578,7 |
1.605,7 |
1.615,1 |
1.569,6 |
1.542,2 |
1.535,3 |
|
Importazioni |
406,6 |
438,3 |
461,9 |
445,0 |
387,7 |
435,7 |
438,0 |
402,8 |
392,7 |
403,9 |
|
Consumi finali nazionali |
1.290,4 |
1.303,3 |
1.315,8 |
1.308,1 |
1.293,9 |
1.307,8 |
1.301,9 |
1.258,6 |
1.231,9 |
1.233,6 |
|
- spesa delle
famiglie residenti e I.S.P. |
968,8 |
982,8 |
994,2 |
983,5 |
968,1 |
980,1 |
980,2 |
941,5 |
916,0 |
919,7 |
|
- spesa delle P.A. |
321,5 |
320,3 |
321,5 |
324,6 |
325,8 |
327,6 |
320,9 |
315,4 |
315,3 |
315,3 |
|
Investimenti fissi lordi |
351,6 |
362,8 |
368,6 |
357,3 |
321,8 |
320,0 |
321,8 |
296,2 |
277,8 |
268,1 |
|
- costruzioni |
196,8 |
200,9 |
201,6 |
194,7 |
175,9 |
169,6 |
170,2 |
156,2 |
145,4 |
137,9 |
|
- macchinari,
attrezzature (**) |
90,6 |
96,5 |
99,7 |
94,5 |
83,0 |
90,6 |
91,1 |
84,1 |
79,7 |
77,0 |
|
Esportazioni |
396,2 |
428,8 |
455,2 |
441,2 |
361,5 |
404,1 |
442,2 |
461,2 |
464,0 |
477,2 |
|
(*) Dati non corretti per il numero dei giorni
lavorativi.
(**) Apparecchiature ICT, altri impianti e
macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.
Fonte:
ISTAT, anni 2012-2014 – Conti economici nazionali (23 settembre 2015). Per gli anni precedenti, banca dati Istat.
Conto economico delle risorse e degli impieghi –
Consuntivo 2005-2014
(variazioni %)
Conto
risorse e impieghi |
ISTAT |
|||||||||
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
PIL (*) |
0,9 |
2,0 |
1,5 |
-1,0 |
-5,5 |
1,7 |
0,6 |
-2,8 |
-1,7 |
-0,4 |
Importazioni |
3,0 |
7,8 |
5,4 |
-3,7 |
-12,9 |
12,4 |
0,5 |
-8,1 |
-2,5 |
2,9 |
Consumi finali nazionali |
1,1 |
1,0 |
1,0 |
-0,6 |
-1,1 |
1,1 |
-0,5 |
-3,3 |
-2,1 |
0,1 |
- spesa delle
famiglie residenti e I.S.P. |
1,3 |
1,4 |
1,2 |
-1,1 |
-1,6 |
1,2 |
0,0 |
-3,9 |
-2,7 |
0,4 |
- spesa delle P.A. |
0,6 |
-0,4 |
0,4 |
1,0 |
0,4 |
0,6 |
-1,8 |
-1,4 |
-0,3 |
-0,7 |
Investimenti fissi lordi |
1,7 |
3,2 |
1,6 |
-3,1 |
-9,9 |
-0,5 |
-1,9 |
-9,3 |
-6,6 |
-3,5 |
- costruzioni |
1,0 |
2,1 |
0,4 |
-3,5 |
-9,6 |
-3,6 |
-3,7 |
-9,3 |
-7,4 |
-5,0 |
- macchinari,
attrezzature (**) |
3,2 |
6,5 |
3,3 |
-5,3 |
-12,2 |
9,2 |
-0,7 |
-10,4 |
-4,5 |
-3,2 |
Esportazioni |
3,4 |
8,2 |
6,2 |
-3,1 |
-18,1 |
11,8 |
5,2 |
2,3 |
0,8 |
3,1 |
(*) Dati non corretti per il numero dei giorni
lavorativi.
(**) Apparecchiature ICT, altri impianti e
macchinari, armamenti e risorse biologiche coltivate.
Fonte: elaborazioni
su dati ISTAT.
(variazioni % a prezzi costanti)
Conto
risorse e impieghi |
Governo |
ISTAT |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
Banca d’Italia |
||||||||||
Nota aggiornamento DEF 2015 settembre
2015 |
Novembre2015 |
ottobre 2015 |
ottobre 2015 |
agosto 2015 |
settembre 2015 |
luglio 2015 |
|||||||||||
|
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
PIL |
0,9 |
1,3 |
1,3 |
1,3 |
1,2 |
0,9 |
1,4 |
0,8 |
1,2 |
0,8 |
1,2 |
0,8 |
1,2 |
1,0 |
1,5 |
0,7 |
1,5 |
Importazioni |
5,3 |
3,8 |
4,1 |
3,8 |
3,6 |
5,1 |
4,0 |
4,6 |
4,2 |
5,8 |
3,8 |
2,1 |
4,0 |
- |
- |
- |
- |
Consumi finali nazionali |
0,6 |
1,0 |
0,8 |
0,8 |
0,9 |
- |
- |
0,6 |
1,0 |
0,5 |
0,7 |
0,2 |
0,7 |
- |
- |
- |
- |
- spesa famiglie e I.S.P. |
0,8 |
1,1 |
1,1 |
1,0 |
1,1 |
0,8 |
1,2 |
- |
- |
0,7 |
1,2 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- spesa delle P.A. |
-0,2 |
0,9 |
-0,1 |
0,0 |
0,2 |
-0,1 |
0,3 |
- |
- |
-0,3 |
-0,6 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Investimenti fissi lordi |
1,2 |
2,0 |
3,1 |
2,7 |
1,8 |
1,1 |
2,6 |
0,8 |
3,3 |
0,5 |
2,4 |
1,1 |
2,2 |
1,2 |
2,7 |
2,2 |
2,6 |
- costruzioni |
3,4 |
3,2 |
4,2 |
3,6 |
2,2 |
- |
- |
-1,2 |
1,9 |
-1,5 |
1,2 |
-0,5 |
1,6 |
-1,4 |
1,5 |
- |
- |
- macchinari, attrezzature e vari |
-1,1 |
0,9 |
2,0 |
1,8 |
1,4 |
- |
- |
2,8 |
4,7 |
- |
- |
2,6 |
2,8 |
- |
- |
- |
- |
Esportazioni |
4,1 |
3,8 |
3,9 |
4,0 |
3,8 |
4,2 |
3,8 |
4,1 |
3,3 |
4,6 |
3,3 |
4,1 |
4,2 |
- |
- |
- |
- |
Conto economico delle risorse e degli impieghi – Anni
2005-2019
2015-2019
obiettivi Governo
(variazioni % a
prezzi costanti)
(variazioni % a prezzi costanti)
PIL |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
novembre 2015 |
novembre 2015 |
ottobre 2015 |
|||||||||||||
|
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Italia |
0,9 |
2,0 |
1,5 |
-1,0 |
-5,5 |
1,7 |
0,6 |
-2,8 |
-1,7 |
-0,4 |
0,9 |
1,5 |
0,8 |
1,4 |
0,8 |
1,3 |
Francia |
1,6 |
2,4 |
2,4 |
0,2 |
-2,9 |
2,0 |
2,1 |
0,2 |
0,7 |
0,2 |
1,1 |
1,4 |
1,1 |
1,3 |
1,2 |
1,5 |
Germania |
0,7 |
3,7 |
3,3 |
1,1 |
-5,6 |
4,1 |
3,7 |
0,4 |
0,3 |
1,6 |
1,7 |
1,9 |
1,5 |
1,8 |
1,5 |
1,6 |
Spagna |
3,7 |
4,2 |
3,8 |
1,1 |
-3,6 |
0,0 |
-1,0 |
-2,6 |
-1,7 |
1,4 |
3,1 |
2,7 |
3,2 |
2,7 |
3,1 |
2,5 |
AREA EURO |
1,7 |
3,2 |
3,1 |
0,5 |
-4,5 |
2,1 |
1,6 |
-0,9 |
-0,3 |
0,9 |
1,6 |
1,8 |
1,5 |
1,8 |
1,5 |
1,6 |
Regno Unito |
3,0 |
2,7 |
2,6 |
-0,5 |
-4,2 |
1,5 |
2,0 |
1,2 |
2,2 |
2,9 |
2,5 |
2,4 |
2,4 |
2,4 |
2,5 |
2,2 |
UE – 28 |
2,1 |
3,3 |
3,1 |
0,5 |
-4,4 |
2,1 |
1,8 |
-0,5 |
0,2 |
1,4 |
1,9 |
2,0 |
- |
- |
1,9 |
1,9 |
Usa |
3,3 |
2,7 |
1,8 |
-0,3 |
-2,8 |
2,5 |
1,6 |
2,2 |
1,5 |
2,4 |
2,6 |
2,8 |
2,4 |
2,5 |
2,6 |
2,8 |
Giappone |
1,3 |
1,7 |
2,2 |
-1,0 |
-5,5 |
4,7 |
-0,5 |
1,7 |
1,6 |
-0,1 |
0,7 |
1,1 |
0,6 |
1,0 |
0,6 |
1,0 |
Fonte: Dati di consuntivo 2005-2014 paesi
europei: Eurostat, Commissione UE (maggio2015).
Consuntivi 2005-2014 USA e Giappone:
FMI, World Economic Outlook Database (settembre 2015)
Prodotto interno lordo – Confronti internazionali -
Anni 2005-2016
2015-2016
Previsioni
(variazioni % a prezzi costanti)
Fonte: Per i paesi le previsioni
2015-2016, dati FMI.
Occupati[3]
Nella rilevazione
sulle forze di lavoro, comprendono le persone residenti di 15 anni e più che
nella settimana di riferimento:
§
hanno
svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un
corrispettivo monetario o in natura;
§
hanno
svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella
quale collaborano abitualmente;
§
sono
assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia).
I dipendenti assenti dal lavoro sono
considerati occupati se l’assenza non supera i tre mesi oppure se durante
l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione. Gli
indipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se durante il periodo
di assenza, mantengono l’attività; fanno eccezione i coadiuvanti familiari, che
sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.
Persone in cerca di occupazione
Comprendono le
persone non occupate tra 15 e 74 anni che:
§
hanno
effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nei 30 giorni che
precedono l’intervista e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività
autonoma) entro le due settimane successive all’intervista;
oppure
§
inizieranno
un lavoro entro tre mesi dalla data dell’intervista e sono disponibili a
lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive
all’intervista, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
Unità di lavoro standard (o
Equivalente tempo pieno)
Rappresenta la
quantità di lavoro prestato nell’anno da un occupato a tempo pieno oppure la
quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da
lavoratori che svolgono un doppio lavoro, a prescindere dalla residenza del
lavoratore.
Questo indicatore non
è più legato alla singola persona fisica, ma risulta ragguagliato a un numero
di ore annue corrispondenti a un’occupazione esercitata a tempo pieno, numero
che può diversificarsi in funzione della differente attività lavorativa.
Esso quantifica
dunque in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al
processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese ed è
l’indice utilizzato per l’occupazione nelle stime di contabilità nazionale.
Tasso di attività
Rapporto tra le forze
di lavoro (persone occupate e persone in cerca di occupazione) di età compresa
tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione della stessa classe di età.
Tasso di occupazione
Rapporto
tra le persone occupate di età compresa tra i 15 ed i 64 anni e la popolazione
della stessa classe di età.
Tasso di disoccupazione
Rapporto tra le
persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (persone occupate e
persone in cerca di occupazione).
Lavoro |
ISTAT |
|||||||||
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
Numero occupati |
22.407 |
22.758 |
22.894 |
23.090 |
22.699 |
22.527 |
22.598 |
22.566 |
22.191 |
22.279 |
Numero occupati – variazione
% |
0,2 |
1,6 |
0,6 |
0,9 |
-1,7 |
-0,8 |
0,3 |
-0,1 |
-1,7 |
0,4 |
Totale
Unità di lavoro standard |
24.463 |
24.881 |
25.125 |
25.023 |
24.336 |
24.130 |
24.162 |
23.830 |
23.246 |
23.295 |
Unità di lavoro
standard - variazione % |
0,1 |
1,7 |
1,0 |
-0,4 |
-2,7 |
-0,8 |
0,1 |
-1,4 |
-2,5 |
0,2 |
Tasso di attività |
62,4 |
62,6 |
62,4 |
62,9 |
62,3 |
62,0 |
62,1 |
63,5 |
63,4 |
63,9 |
Tasso di occupazione |
57,5 |
58,3 |
58,6 |
58,6 |
57,4 |
56,8 |
56,8 |
56,6 |
55,5 |
55,7 |
Tasso di
disoccupazione |
7,7 |
6,8 |
6,1 |
6,7 |
7,7 |
8,4 |
8,4 |
10,7 |
12,1 |
12,7 |
Fonte:
ISTAT, Occupati e disoccupati – Media 2014 (2 marzo 2015). Per le ULA, Conti
economici nazionali – Anni 2012-2014. Per gli anni precedenti, banca dati Istat.
Lavoro |
Governo |
ISTAT |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
Banca d’Italia |
||||||||||
Nota aggiornamento DEF 2015 |
novembre 2015 |
ottobre 2015 |
ottobre 2015 |
agosto 2015 |
Settembre2015 |
luglio 2015 |
|||||||||||
|
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Occupazione – Var. % |
0,6 |
0,9 |
0,5 |
0,5 |
0,5 |
0,6 |
0,9 |
0,5 |
0,4 |
0,7 |
0,6 |
0,5 |
1,0 |
0,7 |
1,0 |
0,7 |
0,8 |
Tasso
di attività |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
65,4 |
65,5 |
- |
- |
63,4 |
63,3 |
- |
- |
- |
- |
Tasso
di occupazione |
56,1 |
56,4 |
56,7 |
57,0 |
57,2 |
- |
- |
56,3 |
56,5 |
57,5 |
57,9 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Tasso
di disoccupazione |
12,2 |
11,9 |
11,5 |
11,2 |
10,9 |
12,1 |
11,5 |
12,2 |
11,9 |
12,1 |
11,4 |
12,3 |
11,4 |
12,2 |
11,8 |
12,2 |
11,9 |
(in % della forza lavoro)
DISOCCUPAZIONE |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
Commissione UE e FMI |
ottobre 2015 |
giugno 2015 |
ottobre 2015 |
|||||||||||||
|
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Italia |
7,7 |
6,8 |
6,1 |
6,7 |
7,7 |
8,4 |
8,4 |
10,7 |
12,1 |
12,7 |
12,2 |
11,8 |
12,7 |
12,1 |
12,2 |
11,9 |
Francia |
8,9 |
8,8 |
8,0 |
7,4 |
9,1 |
9,3 |
9,2 |
9,8 |
10,3 |
10,3 |
10,4 |
10,4 |
10,1 |
10,0 |
10,2 |
10,9 |
Germania |
11,2 |
10,1 |
8,5 |
7,4 |
7,6 |
7,0 |
5,8 |
5,4 |
5,2 |
5,0 |
4,7 |
4,9 |
4,7 |
4,5 |
4,7 |
4,7 |
Spagna |
9,2 |
8,5 |
8,2 |
11,3 |
17,9 |
19,9 |
21,4 |
24,8 |
26,1 |
24,5 |
22,3 |
20,5 |
22,3 |
20,3 |
21,8 |
19,9 |
AREA EURO |
9,1 |
8,4 |
7,5 |
7,6 |
9,6 |
10,2 |
10,2 |
11,4 |
12,0 |
11,6 |
11,0 |
10,6 |
11,1 |
10,5 |
11,1 |
10,5 |
Regno Unito |
4,8 |
5,4 |
5,3 |
5,6 |
7,6 |
7,8 |
8,1 |
7,9 |
7,6 |
6,1 |
5,4 |
5,4 |
5,4 |
5,1 |
5,6 |
5,5 |
UE-28 |
9,0 |
8,2 |
7,2 |
7,0 |
9,0 |
9,6 |
9,7 |
10,5 |
10,9 |
10,2 |
9,5 |
9,2 |
- |
- |
- |
- |
Usa |
5,1 |
4,6 |
4,6 |
5,8 |
9,3 |
9,6 |
8,9 |
8,1 |
7,4 |
6,2 |
5,3 |
4,8 |
5,5 |
5,2 |
5,3 |
4,9 |
Giappone |
4,4 |
4,1 |
3,8 |
4,0 |
5,1 |
5,0 |
4,6 |
4,3 |
4,0 |
3,6 |
3,4 |
3,3 |
3,5 |
3,3 |
3,5 |
3,5 |
Fonte: Per i dati di consuntivo 2005-2014 dei
paesi europei, EUROSTAT (febbraio
2015).
I consuntivi 2005-2014 di USA e
Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2015).
Disoccupazione – Confronti
internazionali - Anni 2005-2016
(in %
delle forze lavoro)
Fonte: per i paesi europei: Commissione
UE. Per USA, dati FMI.
L'inflazione al consumo è un processo di aumento del
livello generale dei prezzi dell'insieme dei beni e servizi destinati al
consumo delle famiglie. Generalmente, si misura attraverso la costruzione di un
indice dei prezzi al consumo.
Un
indice dei prezzi al consumo è uno strumento statistico che misura le
variazioni nel tempo dei prezzi di un insieme di beni e servizi, chiamato paniere,
rappresentativo dei consumi delle famiglie in uno specifico anno. In
particolare, l'Istat produce tre diversi indici dei prezzi al consumo:
per l'intera collettività nazionale (NIC), per le famiglie di operai e
impiegati (FOI) e l'indice armonizzato europeo (IPCA).
§ L’indice dei prezzi
al consumo per l'intera collettività (NIC) misura l'inflazione
a livello dell'intero sistema economico italiano.
§ L’indice
dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI)
si riferisce ai consumi dell'insieme delle famiglie che fanno capo a un
lavoratore dipendente (non agricolo). E' l'indice usato per adeguare
periodicamente i valori monetari (ad es. gli affitti o gli assegni dovuti al
coniuge separato).
Questi due indici vengono calcolati
anche nella versione che esclude il consumo dei tabacchi.
§ L'indice armonizzato dei prezzi al consumo
(IPCA) è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione
comparabile a livello europeo. Infatti viene assunto come indicatore per
verificare la convergenza delle economie dei paesi membri dell'Unione Europea,
ai fini dell'accesso e della permanenza nell'Unione monetaria.
I tre indici si basano su un'unica rilevazione e sulla
stessa metodologia di calcolo, condivisa a livello internazionale.
L’indice NIC e l’indice FOI si basano sullo stesso paniere, ma il peso attribuito a ogni bene o servizio è
diverso, a seconda dell'importanza che questi rivestono nei consumi della
popolazione di riferimento. Per il NIC la popolazione di riferimento è l'intera
popolazione italiana, che conta oltre 57 milioni di persone; per il FOI è
l'insieme di famiglie che fanno capo a un operaio o un impiegato.
L’indice
armonizzato dei prezzi al consumo ha in comune con l’indice NIC la
popolazione di riferimento, ma si differenzia dagli altri due indici perché il
paniere esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i
concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita.
Un'ulteriore
differenziazione riguarda il concetto
di prezzo considerato. L’indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività e quello per le famiglie di operai e impiegati considerano il
prezzo pieno di vendita; l’indice
armonizzato dei prezzi al consumo si riferisce invece al prezzo effettivamente
pagato dal consumatore. Ad esempio, nel caso dei medicinali, mentre per gli
indici nazionali viene considerato il prezzo pieno del prodotto, per quello
armonizzato europeo il prezzo di riferimento è rappresentato dalla quota
effettivamente a carico del consumatore (il ticket);
l’indice armonizzato europeo tiene inoltre conto delle riduzioni temporanee di
prezzo (saldi e promozioni).
Un
ulteriore indice del livello generale dei prezzi è il deflatore del PIL, che consente di evidenziare,
nell’ambito della
variazione del PIL nominale, la componente riconducibile alla variazione dei
prezzi dei beni e servizi. Esso viene calcolato come rapporto tra il valore dei
beni e servizi nell’anno considerato e il valore che gli stessi avevano in un
anno precedente assunto come termine di riferimento. Si differenzia dagli
indici dei prezzi al consumo in quanto: a) non considera i beni prodotti
all’estero; b) non fa riferimento ad un paniere costante di beni, ma alla
produzione corrente.
Più in generale, il deflatore è un indicatore implicito dei prezzi
che viene calcolato mediante il rapporto tra due grandezze concernenti il
medesimo aggregato economico (produzione, consumi, investimenti, importazioni,
esportazioni…) misurate l’una in termini nominali (a moneta corrente) e l’altra
in termini reali (a moneta costante).
Il
tasso di inflazione programmata rappresenta
il tasso di inflazione fissato nel Documento di programmazione come valore di
riferimento per l’anno successivo. Tale tasso viene indicato in relazione all’indice
generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI),
esclusi i tabacchi. Il tasso di inflazione programmata rappresenta il parametro
di riferimento per la definizione degli aumenti salariali nella contrattazione
nazionale (sono peraltro previsti meccanismi successivi di adeguamento degli
aumenti di salario nel caso in cui si registri, per un periodo significativo,
un’inflazione effettiva superiore a quella programmata).
Inflazione |
ISTAT |
|||||||||
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
Indice
prezzi al consumo (NIC) |
1,9 |
2,1 |
1,8 |
3,3 |
0,8 |
1,5 |
2,8 |
3,0 |
1,2 |
0,2 |
Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) |
2,2 |
2,2 |
2,0 |
3,5 |
0,8 |
1,6 |
2,9 |
3,3 |
1,3 |
0,2 |
Deflatore
del PIL |
2,1 |
1,8 |
2,4 |
2,5 |
2,1 |
0,3 |
1,5 |
1,4 |
1,4 |
0,9 |
Indice generale dei prezzi al consumo per famiglie di
operai e impiegati (esclusi i tabacchi) (FOI) |
1,7 |
2,0 |
1,7 |
3,2 |
0,7 |
1,6 |
2,7 |
3,0 |
1,1 |
0,2 |
INFLAZIONE |
Governo |
ISTAT |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
Banca d’Italia |
||||||||||
Nota aggiornamento DEF 2015 |
novembre2015 |
ottobre 2015 |
ottobre 2015 |
agosto 2015 |
settembre 2015 |
luglio 2015 |
|||||||||||
|
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Inflazione
programmata (*) |
0,3 |
1,0 |
1,5 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Indice prezzi al consumo (NIC) |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
0,1 |
0,8 |
0,1 |
0,9 |
0,2 |
1,3 |
0,2 |
0,7 |
- |
- |
Indice armonizzato prezzi al consumo (IPCA) al netto
energetici |
0,6 |
1,1 |
1,3 |
1,5 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
0,7 |
1,0 |
Deflatore
del PIL |
0,3 |
1,5 |
1,7 |
1,7 |
1,6 |
0,7 |
0,9 |
0,4 |
0,8 |
- |
- |
0,2 |
1,7 |
- |
- |
- |
- |
Deflatore
dei consumi |
0,3 |
1,5 |
1,7 |
1,7 |
1,6 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
(*) Il
dato relativo all’inflazione programmata è sempre fissato nel documento di
programmazione (DEF o Nota di aggiornamento del DEF).
Inflazione |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
novembre 2015 |
giugno 2015 |
ottobre 2015 |
|||||||||||||
|
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Italia |
2,2 |
2,2 |
2,0 |
3,5 |
0,8 |
1,6 |
2,9 |
3,3 |
1,3 |
0,2 |
0,2 |
1,0 |
0,2 |
1,3 |
0,2 |
0,7 |
Francia |
1,9 |
1,9 |
1,6 |
3,2 |
0,1 |
1,7 |
2,3 |
2,2 |
1,0 |
0,6 |
0,1 |
0,9 |
0,1 |
1,1 |
0,1 |
1,0 |
Germania |
1,9 |
1,8 |
2,3 |
2,8 |
0,2 |
1,2 |
2,5 |
2,1 |
1,6 |
0,8 |
0,2 |
1,0 |
0,2 |
1,8 |
0,2 |
1,2 |
Spagna |
3,4 |
3,6 |
2,8 |
4,1 |
-0,2 |
2,0 |
3,1 |
2,4 |
1,5 |
-0,2 |
-0,5 |
0,7 |
-0,6 |
0,7 |
-0,3 |
0,9 |
AREA EURO |
2,2 |
2,2 |
2,2 |
3,3 |
0,3 |
1,6 |
2,7 |
2,5 |
1,3 |
0,4 |
0,1 |
1,0 |
0,0 |
1,3 |
0,2 |
1,0 |
Regno Unito |
2,1 |
2,3 |
2,3 |
3,6 |
2,2 |
3,3 |
4,5 |
2,8 |
2,6 |
1,5 |
0,1 |
1,5 |
0,0 |
1,7 |
0,1 |
1,5 |
UE – 28 |
2,3 |
2,3 |
2,4 |
3,7 |
1,0 |
2,1 |
3,1 |
2,6 |
1,5 |
0,6 |
0,0 |
1,1 |
- |
- |
0,1 |
1,1 |
Usa |
3,4 |
3,2 |
2,9 |
3,8 |
-0,3 |
1,6 |
3,1 |
2,1 |
1,5 |
1,6 |
0,2 |
2,1 |
0,0 |
1,8 |
0,1 |
1,1 |
Giappone |
-0,3 |
0,2 |
0,1 |
1,4 |
-1,3 |
-0,7 |
-0,3 |
0,0 |
0,4 |
2,7 |
0,8 |
0,7 |
0,7 |
1,1 |
0,7 |
0,4 |
N.B.: Indice dei prezzi al consumo.
Per i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP).
Fonte: Per i dati di consuntivo 2005-2014 dei
paesi europei, EUROSTAT (aprile 2015).
I consuntivi 2005-2014 di USA e
Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2015).
Inflazione – Confronti internazionali – Anni 2005-2016
2015-2016 Previsioni
Fonte: per
i paesi della UE: indice armonizzato dei prezzi al consumo (Commissione
Europea), per USA: indice dei prezzi al consumo (FMI).
Tassi ufficiali, tassi di interesse, tasso di cambio
Tassi ufficiali
L’attuazione
della politica monetaria dell’Eurosistema è affidata
al Comitato esecutivo della Banca Centrale europea (BCE) secondo le decisioni e
gli indirizzi stabiliti dal Consiglio direttivo. Per il raggiungimento degli
obiettivi di politica monetaria l’Eurosistema ha a
disposizione un insieme di strumenti di politica monetaria:
§ la
conduzione di operazioni di mercato aperto, le quali possono essere divise in
diverse tipologie: operazioni di rifinanziamento principali (main refinancing operations) che consistono in operazioni regolari di
immissione di liquidità, con frequenza o cadenza settimanale; operazioni di
rifinanziamento più a lungo termine, operazioni di regolazione puntuale (fine-tuning) e
operazioni di tipo strutturale;
§ le
operazioni attivabili su iniziativa delle controparti, che consentono di porre
un limite superiore e inferiore alle fluttuazioni dei tassi di interesse overnight (cioè relativi ad operazioni
con scadenza a ventiquattro ore e regolamento nel giorno stesso) del mercato,
mediante l’immissione o assorbimento di liquidità. In tal caso, si possono
avere operazioni di rifinanziamento marginale (marginal lending facility),
con le quali gli enti creditizi ottengono liquidità overnight dalle banche centrali nazionali, a fronte di attività
idonee stanziate a garanzia, ovvero operazioni utilizzabili dagli enti
creditizi per costituire depositi overnight
presso le banche centrali nazionali dell’Eurosistema;
§ la
riserva obbligatoria, cioè l’obbligo per gli istituti di credito di detenere
riserve obbligatorie sui conti presso l’Eurosistema
(tali riserve obbligatorie si trovano su conti accesi presso le Banche centrali
nazionali).Ogni ente creditizio deve detenere una determinata percentuale di
alcuni depositi effettuati dalla propria clientela (e di altre passività delle
banche) in un conto deposito costituito presso le Banche centrali nazionali di
competenza, in media per un periodo di mantenimento delle riserve della durata
approssimativa di un mese. L’Eurosistema corrisponde
un tasso di interesse a breve termine su questi conti.
I tassi ufficiali delle operazioni dell’Eurosistema, fissati dal Consiglio direttivo della BCE,
sono:
il tasso di partecipazione alle operazioni di rifinanziamento
principali (main refinancing
operations rate);
il tasso di interesse per i depositi presso la Banca centrale
(deposit facility rate);
il tasso di interesse per le operazioni di rifinanziamento
marginale (marginal lending
facility rate).
Il tasso di partecipazione alle operazioni di
rifinanziamento principali - che forniscono la maggior parte della
liquidità necessaria al sistema - segnala al mercato l’orientamento di politica
monetaria, in quanto indica le condizioni alle quali la BCE è disposta a
effettuare transazioni con il mercato.
Gli altri due tassi, invece,
si riferiscono ad operazioni attivabili su iniziativa delle controparti e i
loro tassi costituiscono, di regola, il limite massimo e minimo per il tasso di
interesse overnight.
Tassi
di interesse o rendimenti sui Titoli di Stato
I Titoli di Stato
sono i Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Essi comprendono attualmente
i prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie
di titoli emessi sul mercato interno:
BOT, BTP e alcune tipologie di Certificati del Tesoro (CCT).
I Buoni ordinari del Tesoro (BOT) sono Titoli di Stato privi
di cedole[4], emessi con scadenza
compresa tra 1 e 12 mesi.
I Buoni del Tesoro poliennali (BTP) sono titoli di debito
emessi dallo Stato a tasso fisso. Hanno scadenza compresa tra 2 e 30 anni e il
pagamento degli interessi, chiamato “stacco cedola”, avviene con cadenza
semestrale.
I
Buoni del tesoro poliennali indicizzati all’inflazione europea (BTP€i) sono titoli di Stato che forniscono all’investitore
una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi: sia il capitale
rimborsato a scadenza sia le cedole pagate semestralmente sono rivalutati sulla
base dell’inflazione dell’area euro, misurata dall’Eurostat
attraverso l’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo (IAPC) con esclusione del
tabacco.
I Certificati di credito del Tesoro (CCT), a medio e a lungo
termine, sono soggetti a indicizzazione finanziaria delle cedole. Le cedole
semestrali successive alla prima sono attualmente indicizzate al rendimento dei
BOT a 6 mesi relativo all’asta della fine del mese precedente il periodo di
decorrenza della cedola stessa, maggiorato di uno spread;
Vi sono poi, quali titoli obbligazionari emessi dal Tesoro, i
Certificati del Tesoro zero-coupon
(CTZ) con scadenza a 18 e a 24 mesi, privi di cedole.
Sono
inoltre emessi Certificati di credito del Tesoro a tasso fisso, utilizzati
principalmente per il ripianamento di debiti pregressi del settore pubblico.
La Banca d’Italia collabora con il Ministero dell’Economia e
delle Finanze (MEF) nella gestione del debito pubblico. Sono responsabilità
della Banca d'Italia l’organizzazione e la conduzione – per conto del MEF –
delle attività di collocamento/riacquisto dei titoli di Stato e di servizio
finanziario del debito.
La
Banca d’Italia, inoltre, fornisce assistenza nella definizione della politica
di emissione, formulando ipotesi di copertura del fabbisogno mediante
collocamento di titoli. Quest’ultima attività è strettamente collegata con le
previsioni sull’andamento della liquidità del sistema bancario utilizzate dalla
Banca Centrale Europea per la definizione degli interventi di mercato aperto.
La Banca d’Italia, infine, effettua elaborazioni finanziarie connesse con i
titoli del debito pubblico.
Rendimenti dei Titoli di Stato guida. I valori mensili
sono medie semplici di quelli giornalieri. I dati, ad esclusione di quelli del
totale dei BTP, si riferiscono ai titoli scambiati sul mercato telematico dei
titoli di Stato (M.T.S.). Per ogni categoria, il titolo guida è l'ultimo titolo
emesso da quando diventa il più scambiato. I dati relativi al totale dei BTP si
riferiscono al campione dei titoli con vita residua superiore all'anno
scambiati alla Borsa valori italiana (M.O.T.).
Tassi di cambio
Il tasso di cambio
bilaterale fra le due monete si può definire come il rapporto al quale la
valuta nazionale si scambia con quella straniera. Il tasso di cambio nominale
bilaterale è dunque definito come il prezzo di una valuta nei termini di
un’altra moneta.
Il
tasso di cambio può essere pertanto espresso in due modi alternativi, secondo
la quotazione incerto per certo (cioè considerando una quantità di valuta
nazionale per una unità di valuta estera), ovvero secondo la quotazione certo
per incerto (cioè considerando una quantità di valuta estera per una unità di
valuta nazionale). La quotazione certo per incerto è quella usata per l’euro
(ad esempio, per il cambio euro/dollaro (dollari per euro).
(Valori di fine
periodo – in %)
Periodo |
Area
Euro |
Regno Unito
|
Stati Uniti
|
Giappone
|
Dicembre
2004 |
2,00 |
4,75 |
2,25 |
0 |
Dicembre
2005 |
2,25 |
4,50 |
4,25 |
0 |
Dicembre
2006 |
3,50 |
5,00 |
5,25 |
0,25 |
Dicembre
2007 |
4,00 |
5,50 |
4,25 |
0,50 |
Dicembre
2008 |
2,50 |
2,00 |
tra
0 e 0,25 |
0,10 |
Dicembre
2009 |
1,00 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
0,10 |
Dicembre
2010 |
1,00 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra
0 e 0,10 |
Dicembre
2011 |
1,00 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2012 |
0,75 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2013 |
0,25 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Dicembre
2014 |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
2015 |
|
|
|
|
Gennaio |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Febbraio |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Marzo |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Aprile |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Maggio |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Giugno |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Luglio |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Agosto |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Settembre |
0,05 |
0,50 |
tra 0 e 0,25 |
tra 0 e 0,10 |
Area Euro: tasso di interesse sulle
operazioni di rifinanziamento principali; Regno Unito: base rate; Stati Uniti: tasso obiettivo sui Federal funds; Giappone: tasso di interesse a breve termine (uncollateralized overnight call rate).
Fonte: Banca d’Italia, Relazione
annuale e rispettivi
siti istituzionali delle Banche centrali.
(Valori medi nel
periodo)
PERIODO |
RENDIMENTI LORDI |
||||
BTP
|
CCT
|
||||
3 anni
|
5 anni
|
10 anni |
Totale
|
||
2004 |
2,794 |
3,337 |
4,258 |
3,588 |
2,193 |
2005 |
2,573 |
2,898 |
3,553 |
3,160 |
2,305 |
2006 |
3,553 |
3,707 |
4,045 |
3,858 |
3,305 |
2007 |
4,214 |
4,276 |
4,488 |
4,405 |
4,226 |
2008 |
4,133 |
4,296 |
4,688 |
4,463 |
4,541 |
2009 |
2,376 |
3,166 |
4,311 |
3,536 |
1,715 |
2010 |
2,175 |
2,899 |
4,034 |
3,353 |
1,729 |
2011 |
4,188 |
4,684 |
5,428 |
4,890 |
4,291 |
2012 |
3,633 |
4,530 |
5,507 |
4,636 |
5,112 |
2013 |
2,207 |
3,108 |
4,315 |
3,355 |
2,535 |
2014 |
0,956 |
1,568 |
2,893 |
2,082 |
1,356 |
2015 |
|
|
|
|
|
Gennaio
|
0,584 |
0,887 |
1,702 |
1,329 |
0,925 |
Febbraio
|
0,425 |
0,776 |
1,557 |
1,151 |
0,764 |
Marzo
|
0,275 |
0,550 |
1,294 |
0,900 |
0,574 |
Aprile |
0,266 |
0,560 |
1,357 |
0,937 |
0,747 |
Maggio |
0,357 |
0,820 |
1,812 |
1,256 |
0,772 |
Giugno |
0,545 |
1,142 |
2,199 |
1,568 |
0,816 |
Luglio |
0,464 |
1,019 |
2,042 |
1,433 |
0,817 |
Agosto |
0,304 |
0,823 |
1,839 |
1,266 |
0,656 |
settembre |
0,309 |
0,806 |
1,920 |
1,279 |
0,662 |
Fonte: Banca d’Italia, Supplemento al Bollettino
Statistico “Mercato finanziario” n. 52 (14
ottobre 2015).
(Valori
medi nel periodo)
Periodo
|
Dollaro
USA
|
Yen
giapponese
|
Yuan
cinese
|
Sterlina
britannica |
Franco
svizzero
|
2004
|
1,244 |
134,44 |
10,297 |
0,679 |
1,544 |
2005
|
1,244 |
136,85 |
10,195 |
0,684 |
1,548 |
2006
|
1,256 |
146,02 |
10,010 |
0,682 |
1,573 |
2007
|
1,371 |
161,25 |
10,418 |
0,684 |
1,643 |
2008
|
1,471 |
152,45 |
10,224 |
0,796 |
1,587 |
2009
|
1,395 |
130,34 |
9,528 |
0,891 |
1,510 |
2010
|
1,326 |
116,24 |
8,971 |
0,858 |
1,380 |
2011
|
1,392 |
110,96 |
8,996 |
0,868 |
1,233 |
2012
|
1,285 |
102,49 |
8,105 |
0,811 |
1,205 |
2013
|
1,328 |
129,66 |
8,165 |
0,849 |
1,231 |
2014
|
1,329 |
140,31 |
8,186 |
0,806 |
1,215 |
2015
|
|
|
|
|
|
Gennaio
|
1,162 |
137,47 |
7,227 |
0,767 |
1,094 |
Febbraio
|
1,135 |
134,68 |
7,096 |
0,741 |
1,062 |
Marzo
|
1,084 |
130,41 |
6,762 |
0,724 |
1,061 |
Aprile |
1,078 |
128,93 |
6,686 |
0,721 |
1,038 |
Maggio |
1,115 |
134,75 |
6,916 |
0,721 |
1,039 |
Giugno |
1,121 |
138,74 |
6,959 |
0,721 |
1,045 |
Luglio |
1,100 |
135,68 |
6,827 |
0,707 |
1,049 |
Agosto |
1,114 |
137,12 |
7,063 |
0,714 |
1,078 |
Settembre |
1.122 |
134,85 |
7.146 |
0,731 |
1.091 |
Fonte:
BCE Economic bulletin, issue 7/2015 2015.
Quotazioni dell’euro rispetto alle principali valute
(Valori medi mensili)
2005 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2015 2014 2009 2005 2006 2008 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2007 2006 x
Bilancia dei
pagamenti
La bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche intervenute in
un dato periodo tra i residenti e i non
residenti di un’economia. Le transazioni economiche consistono nel
passaggio di proprietà di risorse sia reali (beni, servizi, redditi) che
finanziarie.
Il segmento della
bilancia dei pagamenti che misura le importazioni e le esportazioni di merci, è
la bilancia commerciale.
(Valori assoluti - milioni di euro - e in %
del PIL)
Bilancia dei pagamenti
|
Banca d’Italia |
|||||||||
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
Saldo corrente
|
-23.647 |
-38.346 |
-37.714 |
-45.224 |
-30.173 |
-54.516 |
-50.385 |
-6.939 |
14.967 |
30.940 |
% del PIL
|
-1,6 |
-2,5 |
-2,3 |
-2,8 |
-1,9 |
-3,4 |
-3,1 |
-0,4 |
0,9 |
1,9 |
Saldo conto
capitale
|
1.347 |
1.826 |
2.261 |
-184 |
-89 |
-556 |
1.032 |
3.959 |
161 |
3.355 |
% del PIL
|
0,1 |
0,1 |
0,1 |
0,0 |
0,0 |
0,0 |
0,1 |
0,2 |
0,0 |
0,2 |
Saldo finanziario
|
20.898 |
25.404 |
26.212 |
31.416 |
37.335 |
86.749 |
-70.099 |
-14.806 |
11.333 |
50.208 |
% del PIL
|
1,4 |
1,6 |
1,6 |
1,9 |
2,4 |
5,4 |
-4,3 |
-0,9 |
0,7 |
3,1 |
Errori ed omissioni
|
1.402 |
11.116 |
9.241 |
13.992 |
-7.073 |
-31.678 |
-20.746 |
-11.826 |
-3.795 |
15.912 |
(Valori in % del PIL)
Bilancia
dei pagamenti |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
||||||||
Nota aggiornamento DEF 2015 |
ottobre 2015 |
ottobre 2015 |
agosto 2015 |
settembre 2015 |
|||||||||
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
|
Saldo
corrente |
1,8 |
1,9 |
1,8 |
1,9 |
2,0 |
1,9 |
2,0 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Saldo
corrente e capitale |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
2,2 |
2,2 |
- |
- |
- |
- |
Il
Conto economico consolidato delle
pubbliche amministrazioni espone le entrate e le spese del settore
istituzionale delle amministrazioni pubbliche, nell’ambito del sistema di
contabilità nazionale. Esso viene predisposto in termini di competenza
economica, secondo i criteri definiti dal Sistema europeo dei conti (SEC2010).
Nel conto economico
consolidato delle P.A. sono registrate solo le operazioni finali in grado di
incidere sulla situazione economica o patrimoniale degli altri settori
istituzionali, mentre sono escluse tutte le operazioni finanziarie con le quali
ad una passività di un settore corrisponde una attività di un altro
(concessione di mutui, partecipazioni e conferimenti, riscossione di crediti).
Il conto consolidato
delle P.A. è il quadro contabile di riferimento per la programmazione degli
obiettivi di finanza pubblica, sia a livello comunitario (negli aggiornamenti
annuali del programma di stabilità) sia a livello nazionale (nel documento di
programmazione economico-finanziaria).
Le amministrazioni
pubbliche inserite nel conto economico consolidato sono individuate annualmente
in un elenco pubblicato dall’ISTAT.
Le spese (o uscite)
si dividono in:
§ spese correnti (o
uscite correnti), destinate alla produzione ed al funzionamento dei vari
servizi delle amministrazioni pubbliche, nonché alla redistribuzione dei redditi
per fini non direttamente produttivi;
§ spese in conto capitale (o
uscite in conto capitale), che incidono direttamente o indirettamente sulla
formazione di capitale.
Le
principali spese correnti sono:
§ le spese per redditi da lavoro dipendente, cioè il
costo sostenuto dalle amministrazioni pubbliche a titolo di remunerazione
dell'attività prestata alle proprie dipendenze dai lavoratori sia manuali che
intellettuali;
§ le spese per consumi intermedi, che corrispondono al
valore dei beni e dei servizi consumati quali input nel processo produttivo e nelle attività delle pubbliche
amministrazioni, con esclusione del capitale fisso (il cui consumo è registrato
come ammortamento). I beni e i servizi possono essere trasformati oppure
esauriti nel processo produttivo;
Si segnala in proposito una differenza
tra i dati forniti dall’ISTAT ed i dati contenuti nei documenti di finanza
pubblica del Governo; questi ultimi comprendono infatti, oltre ai consumi intermedi
secondo la definizione riportata (cd. consumi intermedi in senso stretto),
anche le prestazioni sociali in natura.
§ le spese per prestazioni sociali in denaro e in natura,
costituite dai trasferimenti in denaro e in natura alle famiglie da parte delle
pubbliche amministrazioni finalizzati a sollevare queste ultime dagli oneri
derivanti da determinati rischi o bisogni (quali malattia, vecchiaia, morte,
invalidità, disoccupazione…). Le prestazioni sociali in natura, sono
individuate nel conto economico consolidato pubblicato dall’ISTAT secondo la
definizione ad esse data dal SEC 2010 di “acquisto di beni e servizi prodotti
da produttori market”;
§ le spese per interessi passivi, relativi
principalmente agli interessi da corrispondere su titoli del debito pubblico.
Fra le ulteriori spese correnti si
ricordano l’acquisto di beni e servizi corrispondenti a prestazioni sociali
(prestazioni sociali in natura), gli ammortamenti, le imposte indirette, i
contributi alla produzione gli aiuti internazionali e gli ulteriori
trasferimenti correnti (all’UE, alle istituzioni sociali private, alle famiglie
e alle imprese).
Le
spese in conto capitale (o uscite in
conto capitale) sono costituite principalmente dagli investimenti fissi lordi, costituti dalle acquisizioni, al netto
delle cessioni, di capitale fisso effettuate dalle pubbliche amministrazioni .
Il capitale fisso consiste di beni materiali e immateriali destinati a essere
utilizzati nei processi produttivi per un periodo superiore a un anno. Fra le
ulteriori spese in conto capitale si ricordano i contributi agli investimenti
(soprattutto in favore di imprese) e altri trasferimenti in conto capitale
(anch’essi soprattutto in favore di imprese).
Le
spese (o uscite) complessive corrispondono alla somma
delle spese correnti e delle spese in conto capitale.
Anche le entrate sono
suddivise in entrate correnti e entrate in conto capitale.
Le entrate correnti sono costituite principalmente da:
§ entrate tributarie,
suddivise in:
- entrate derivanti da imposte dirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione
immediata di capacità contributiva, quale la percezione di un reddito o il
possesso di un patrimonio;
- entrate derivanti da imposte indirette, il cui presupposto è costituito da una manifestazione
mediata di capacità contributiva, rilevata, ad esempio, al momento del consumo
o dello scambio di un bene o del trasferimento di un’attività patrimoniale;
§ contributi sociali,
suddivisi in:
- contributi sociali effettivi, che comprendono i versamenti
effettuati agli organismi della sicurezza sociale dai datori di lavoro, a
beneficio dei loro dipendenti, e dai lavoratori dipendenti o non dipendenti o
anche da persone non occupate, a proprio beneficio al fine di garantirsi le
prestazioni sociali. Tali versamenti comprendono tutti i contributi obbligatori
e volontari, relativi all'assicurazione contro i rischi di malattia, maternità,
invalidità, vecchiaia e superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e
malattie professionali e per gli assegni familiari;
- contributi sociali figurativi, definiti, in base al
SEC2010, come la contropartita delle prestazioni sociali erogate direttamente –
cioè senza passare per gli organismi della sicurezza sociale - dai datori di
lavoro pubblici ai loro dipendenti, ex dipendenti ed aventi diritto.
Comprendono le pensioni provvisorie corrisposte dallo Stato e da altre
amministrazioni pubbliche ai propri dipendenti in quiescenza (da contabilizzare
al netto delle ritenute pensionistiche), le aggiunte di famiglia, l’equo
indennizzo, i sussidi al personale, le rendite, le indennità temporanee e le
spese per cure e infortuni.
Le
entrate in conto capitale sono le
entrate derivanti da imposte in conto capitale, da cofinanziamenti dell’Unione
europea e da trasferimenti in conto capitale delle imprese e delle famiglie.
Le
imposte in conto capitale: si tratta
delle imposte percepite a intervalli irregolari, e solo saltuariamente, sul
valore delle attività o del patrimonio netto o sul valore dei beni trasferiti
per effetto di lasciti, donazioni o altri trasferimenti. Comprendono:
a) le imposte sui trasferimenti in conto
capitale, quali le imposte sulle successioni e sulle donazioni, con esclusione
delle imposte sulle vendite di beni (che non costituiscono trasferimenti);
b) le imposte straordinarie sulle attività o sul
patrimonio netto (quali i condoni).
Le
entrate complessive corrispondono
alla somma delle entrate correnti e delle entrate in conto capitale.
La pressione fiscale indica l’incidenza
percentuale sul PIL del complesso delle entrate tributarie (imposte dirette,
indirette e in conto capitale) e contributive (contributi sociali effettivi e
figurativi).
Il
dato fornito è al lordo delle imposte dirette pagate allo Stato dalle altre
amministrazioni pubbliche.
Il saldo corrente è il saldo (avanzo o
disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate correnti e spese correnti.
Il saldo primario è il saldo (avanzo o
disavanzo) risultante dalla differenza tra entrate complessive ed uscite
complessive al netto della spesa per interessi passivi. Rappresenta uno dei
principali indicatori per valutare la sostenibilità delle finanza pubbliche.
Può essere scomposto in saldo corrente primario (differenza tra entrate
correnti e uscite correnti al netto degli interessi passivi) e saldo in conto
capitale (differenza tra entrate in conto capitale e uscite in conto capitale).
L’indebitamento netto è il saldo
conclusivo del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni,
risultante dalla differenza tra le spese complessive e le entrate complessive;
se le entrate superano le spese, si ha “accreditamento netto”. È il parametro
di riferimento per il rispetto dei vincoli sul disavanzo (o deficit) previsti a livello europeo.
(milioni di euro)
Conto
delle P.A. |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
Entrate correnti |
642.341 |
687.749 |
733.830 |
743.291 |
717.436 |
726.211 |
737.087 |
765.810 |
763.150 |
770.563 |
- entrate tributarie (imposte dir. e indir.) |
398.530 |
438.392 |
464.804 |
461.295 |
433.841 |
450.396 |
457.926 |
485.870 |
479.562 |
484.986 |
- contributi
sociali (effettivi
e figurativi) |
181.957 |
184.337 |
203.068 |
212.926 |
212.133 |
213.702 |
216.294 |
215.837 |
215.288 |
216.404 |
Entrate in c/capitale (1) |
6.274 |
4.367 |
4.400 |
3.903 |
15.532 |
6.162 |
10.694 |
5.948 |
9.302 |
7.025 |
Entrate complessive |
648.615 |
692.116 |
738.230 |
747.194 |
732.968 |
732.373 |
747.781 |
771.758 |
772.452 |
777.588 |
Uscite correnti |
641.841 |
662.955 |
689.983 |
719.993 |
734.063 |
733.825 |
742.836 |
755.517 |
761.981 |
768.236 |
- uscite correnti al netto interessi |
574.666 |
594.086 |
613.323 |
639.532 |
664.606 |
664.989 |
666.420 |
671.431 |
684.102 |
693.193 |
di cui |
156.645 |
163.797 |
164.330 |
170.271 |
171.676 |
172.548 |
169.615 |
166.142 |
164.910 |
163.814 |
- Consumi intermedi |
76.396 |
75.114 |
78.282 |
82.594 |
85.610 |
87.356 |
87.166 |
87.023 |
89.877 |
90.413 |
- Prestazioni sociali in denaro |
242.245 |
252.104 |
264.407 |
277.270 |
291.627 |
298.695 |
304.478 |
311.442 |
319.688 |
328.304 |
- Prestazioni sociali in natura (2) |
40.785 |
41.873 |
42.507 |
43.372 |
45.565 |
46.281 |
44.608 |
43.345 |
43.459 |
43.740 |
- interessi passivi |
67.175 |
68.869 |
76.660 |
80.461 |
69.457 |
68.836 |
76.416 |
84.086 |
77.879 |
75.043 |
Uscite in c/capitale |
68.946 |
84.710 |
72.818 |
71.137 |
81.786 |
66.669 |
61.899 |
64.343 |
57.778 |
58.390 |
Uscite complessive |
710.787 |
747.665 |
762.801 |
791.130 |
815.849 |
800.494 |
804.735 |
819.860 |
819.759 |
826.626 |
Saldo
corrente della P.A. |
500 |
24.794 |
43.847 |
23.298 |
-7.614 |
-5.749 |
10.274 |
1.204 |
2.718 |
-7.614 |
Saldo
primario
della
P.A. |
5.003 |
13.320 |
52.089 |
36.525 |
715 |
19.262 |
35.776 |
30.487 |
25.942 |
715 |
Indebitamento netto della
P.A. |
-62.172 |
-55.549 |
-24.571 |
-43.936 |
-68.121 |
-57.154 |
-48.310 |
-47.455 |
-49.015 |
-68.121 |
(1) La
contrazione delle entrate in c/capitale nel 2012 è ascrivibile, principalmente,
alla riduzione delle imposte in conto capitale, dovuta al venir meno dei
versamenti una tantum dell’imposta
sostitutiva sul riallineamento dei valori contabili ai principi internazionali
IAS, che avevano sostenuto il gettito nel 2011.
(2) Acquisto di beni e servizi prodotti da
produttori market.
Fonte:
ISTAT, Conti economici nazionali – anni 2012-2014 (23 settembre 2015); Sintesi dei conti ed aggregati economici delle
Amministrazioni Pubbliche (3 ottobre 2014).
Conto
delle P.A. |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
Entrate correnti |
43,1 |
44,4 |
45,6 |
45,5 |
45,6 |
45,2 |
45,0 |
47,4 |
47,5 |
47,7 |
- entrate
tributarie (imposte
dir. e indir.) |
26,7 |
28,3 |
28,9 |
28,2 |
27,6 |
28,0 |
27,9 |
30,1 |
29,8 |
30,1 |
- contributi
sociali (effettivi
e figurativi) |
12,2 |
11,9 |
12,6 |
13,0 |
13,5 |
13,3 |
13,2 |
13,4 |
13,4 |
13,4 |
Entrate in c/capitale |
0,4 |
0,3 |
0,3 |
0,2 |
1,0 |
0,4 |
0,7 |
0,4 |
0,6 |
0,4 |
Entrate complessive |
43,5 |
44,7 |
45,8 |
45,8 |
46,6 |
45,6 |
45,6 |
47,8 |
48,1 |
48,2 |
Uscite correnti |
43,1 |
42,8 |
42,8 |
44,1 |
46,6 |
45,7 |
45,3 |
46,8 |
47,4 |
47,6 |
- uscite correnti al netto interessi |
38,6 |
38,3 |
38,1 |
39,2 |
42,2 |
41,4 |
40,7 |
41,6 |
42,6 |
43,0 |
di cui: |
10,5 |
10,6 |
10,2 |
10,4 |
10,9 |
10,7 |
10,3 |
10,3 |
10,3 |
10,2 |
- Consumi intermedi |
5,1 |
4,8 |
4,9 |
5,1 |
5,4 |
5,4 |
5,3 |
5,4 |
5,6 |
5,6 |
- Prestazioni sociali in denaro |
16,3 |
16,3 |
16,4 |
17,0 |
18,5 |
18,6 |
18,6 |
19,3 |
19,9 |
20,3 |
- Prestazioni sociali in natura |
2,7 |
2,7 |
2,6 |
2,7 |
2,9 |
2,9 |
2,7 |
2,7 |
2,7 |
2,7 |
- interessi
passivi |
4,5 |
4,4 |
4,8 |
4,9 |
4,4 |
4,3 |
4,7 |
5,2 |
4,8 |
4,6 |
Uscite in c/capitale |
4,6 |
5,5 |
4,5 |
4,4 |
5,2 |
4,2 |
3,8 |
4,0 |
3,6 |
3,6 |
Uscite complessive |
47,7 |
48,3 |
47,4 |
48,4 |
51,8 |
49,9 |
49,1 |
50,8 |
51,0 |
51,2 |
Pressione fiscale |
- |
- |
- |
- |
41,8 |
41,6 |
41,6 |
43,6 |
43,5 |
43,6 |
Saldo
corrente
della
P.A.
|
0,0 |
1,6 |
2,7 |
1,4 |
-1,1 |
-0,5 |
-0,4 |
0,6 |
0,1 |
0,2 |
Saldo
primario della
P.A. |
0,3 |
0,9 |
3,2 |
2,2 |
-0,9 |
0,0 |
1,2 |
2,2 |
1,9 |
1,6 |
Indebitamento
netto della P.A. |
-4,2 |
-3,6 |
-1,5 |
-2,7 |
-5,3 |
-4,2 |
-3,5 |
-3,0 |
-2,9 |
-3,0 |
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT.
Conto
economico delle amministrazioni pubbliche – Previsioni
(%
del PIL)
Conto
della P.A. |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
||||||||
Nota aggiornamento DEF
2015 |
ottobre 2015 |
ottobre 2015 |
agosto 2015 |
settembre 2015 |
|||||||||
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
|
Entrate correnti |
47,8 |
48,2 |
48,3 |
48,3 |
47,9 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- entrate tributarie (imposte dir. e
indir.) |
30,4 |
31,0 |
31,3 |
31,2 |
30,9 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- contributi sociali (effettivi e
figurativi) |
13,3 |
12,1 |
13,0 |
13,1 |
13,1 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Entrate in c/capitale |
0,4 |
0,4 |
0,4 |
0,3 |
0,4 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Entrate complessive |
48,2 |
48,6 |
48,7 |
48,6 |
48,2 |
48,3 |
47,7 |
- |
- |
- |
- |
48,1 |
47,8 |
Uscite correnti |
46,9 |
46,2 |
45,3 |
44,6 |
44,1 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- uscite correnti al netto interessi |
42,6 |
42,0 |
41,2 |
40,5 |
40,1 |
- |
- |
43,4 |
43,0 |
- |
- |
- |
- |
- Redditi da lavoro dipendente |
10,1 |
9,9 |
9,6 |
9,3 |
9,0 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- Consumi intermedi (*) |
7,9 |
7,8 |
7,7 |
7,6 |
7,5 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- Prestazioni sociali in denaro |
20,5 |
20,3 |
20,2 |
20,1 |
19,9 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- interessi passivi |
4,2 |
4,2 |
4,1 |
4,0 |
4,0 |
4,2 |
4,1 |
4,2 |
4,1 |
4,2 |
3,9 |
- |
- |
Uscite in c/capitale |
3,9 |
3,7 |
3,4 |
3,3 |
3,1 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
Uscite complessive |
50,9 |
50,0 |
48,6 |
47,8 |
47,2 |
51,0 |
50,1 |
- |
- |
- |
- |
50,9 |
50,0 |
Pressione fiscale |
43,7 |
44,2 |
44,3 |
44,3 |
44,0 |
43,7 |
43,0 |
43,6 |
43,2 |
- |
- |
43,6 |
43,3 |
Saldo
corrente
della
P.A.
|
0,9 |
2,0 |
3,1 |
3,7 |
3,9 |
- |
- |
0,6 |
0,7 |
0,4 |
1,5 |
- |
- |
Saldo
primario della
P.A. |
1,7 |
2,9 |
4,1 |
4,8 |
5,0 |
1,5 |
1,6 |
1,3 |
1,3 |
1,5 |
2,2 |
1,5 |
2,2 |
Indebitamento
netto della P.A. |
-2,6 |
-1,4 |
0,0 |
+0,7 |
+1,0 |
-2,7 |
-2,5 |
-2,9 |
-2,8 |
-2,7 |
-1,8 |
-2,8 |
-2,1 |
(*) Nei
consumi intermedi sono comprese anche le prestazioni sociali in natura.
Conto
economico delle amministrazioni pubbliche – 2005-2019
(% del PIL)
(% del PIL)
Indebitamento netto |
CONSUNTIVO |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
maggio 2015 |
giugno 2015 |
ottobre 2015 |
|||||||||||||
|
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Italia |
-4,2 |
-3,6 |
-1,5 |
-2,7 |
-5,3 |
-4,2 |
-3,5 |
-3,0 |
-2,9 |
-3,0 |
-2,6 |
-2,3 |
-2,6 |
-2,0 |
-2,7 |
-2,0 |
Francia |
-3,2 |
-2,3 |
-2,5 |
-3,2 |
-7,2 |
-6,8 |
-5,1 |
-4,8 |
-4,1 |
-3,9 |
-3,8 |
-3,4 |
-3,8 |
-4,2 |
-3,8 |
-3,4 |
Germania |
-3,3 |
-1,5 |
+0,3 |
0,0 |
-3,0 |
-4,1 |
-1,0 |
-0,1 |
-0,1 |
+0,3 |
+0,9 |
+0,5 |
+0,5 |
+1,1 |
+0,5 |
+0,3 |
Spagna |
+1,2 |
+2,2 |
+2,0 |
-4,4 |
-11,0 |
-9,4 |
-9,5 |
-10,4 |
-6,9 |
-5,9 |
-4,7 |
-3,6 |
-4,4 |
-3,0 |
-4,4 |
-3,2- |
AREA EURO |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
-4,2 |
-3,7 |
-3,0 |
-2,6 |
-2,0 |
-1,8 |
-2,1 |
-1,4 |
-2,0 |
-1,7 |
Regno Unito |
-3,5 |
-2,9 |
-3,0 |
-5,1 |
-10,8 |
-9,7 |
-7,7 |
-8,3 |
-5,7 |
-5,7 |
-4,4 |
-3,0 |
-4,0 |
-2,5 |
-4,2 |
-2,8 |
UE – 28 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
-4,5 |
-4,3 |
-3,3 |
-3,0 |
-2,5 |
-2,0 |
- |
- |
-2,5 |
-2,0 |
Usa |
-3,4 |
-2,4 |
-3,2 |
-7,0 |
-13,1 |
-10,9 |
-9,6 |
-7,9 |
-4,7 |
-4,1 |
-4,0 |
-3,5 |
-4,0 |
-3,6 |
-3,8 |
-3,6 |
Giappone |
-4,8 |
-3,6 |
-2,1 |
-4,1 |
-10,4 |
-9,3 |
-9,8 |
-8,8 |
-8,5 |
-7,3 |
-6,6 |
-5,7 |
-6,8 |
-5,8 |
-5,9 |
-4,5 |
N.B. Indebitamento
(-), accreditamento (+).
Fonte: Per i dati di consuntivo 2005-2014 dei
paesi europei, Eurostat (aprile 2015).
I
consuntivi 2005-2014 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2015).
Indebitamento o accreditamento netto delle P.A. –
Confronti internazionali - Anni 2005-2016
(% del PIL)
N.B. Indebitamento (-), accreditamento (+).
Fonte: per i paesi
europei: Commissione Europea. Per
USA, dati FMI
Il debito
delle amministrazioni pubbliche è calcolato dalla Banca d’Italia in
coerenza con i criteri definiti dall’Unione europea. Esso risulta dall’insieme
delle passività finanziarie del settore delle amministrazioni pubbliche; è
consolidato tra e nei sottosettori, ossia esclude le passività incluse
nell’attivo degli enti appartenenti allo stesso settore. L’aggregato include i
seguenti strumenti finanziari:
a) le monete e i depositi; questi comprendono
le monete in circolazione, i depositi presso la tesoreria statale intestati a
soggetti non appartenenti al settore delle amministrazioni pubbliche e la
raccolta postale inclusa nel passivo di queste ultime[5];
b) i titoli diversi dalle azioni (esclusi gli
strumenti finanziari derivati) emessi dallo Stato e dalle amministrazioni
locali;
c) i prestiti erogati in favore di enti
appartenenti alle Amministrazioni pubbliche o il cui onere di rimborso sia a
carico di queste ultime[6].
(valori assoluti - in milioni di euro - e in
% del PIL)
Debito delle P.A. |
Banca d’Italia |
|||||||||
|
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
Debito della P.A. |
1.518.556 |
1.587.781 |
1.605.126 |
1.670.993 |
1.769.254 |
1.851.194 |
1.907.468 |
1.988.900 |
2.068.722 |
2.134.906 |
% del
PIL |
101,9 |
102,5 |
99,7 |
102,3 |
112,4 |
115,3 |
116,4 |
123,1 |
128,5 |
132,1 |
(valori in % del PIL)
Debito delle P.A. |
Governo |
REF.IRS |
Prometeia |
CER |
Confindustria |
||||||||
Nota aggiornamento
DEF 2015 |
ottobre 2015 |
ottobre 2015 |
agosto 2015 |
settembre 2015 |
|||||||||
2015 |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
|
Debito della P.A. (*) |
132,8 |
130,3 |
126,1 |
121,7 |
117,4 |
134,2 |
134,4 |
132,9 |
132,7 |
135,9 |
136,3 |
133,0 |
132,6 |
(% del PIL)
Debito delle P.A. |
CONSUNTIVI |
Commissione UE |
OCSE |
FMI |
||||||||||||
EUROSTAT e FMI |
novembre 2015 |
giugno 2015 |
ottobre 2015 |
|||||||||||||
|
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
2015 |
2016 |
Italia |
101,9 |
102,5 |
99,7 |
102,3 |
112,5 |
115,3 |
116,4 |
123,1 |
128,5 |
132,1 |
133,0 |
132,2 |
133,2 |
132,0 |
133,1 |
132,3 |
Francia |
67,2 |
64,4 |
64,4 |
68,1 |
79,0 |
81,7 |
85,2 |
89,6 |
92,3 |
95,6 |
96,5 |
97,1 |
97,0 |
97,9 |
97,1 |
98,0 |
Germania |
67,1 |
66,5 |
63,7 |
65,1 |
72,6 |
80,5 |
78,4 |
79,7 |
77,4 |
74,9 |
71,4 |
68,5 |
71,0 |
67,2 |
70,7 |
68,2 |
Spagna |
42,3 |
38,9 |
35,5 |
39,4 |
52,7 |
60,1 |
69,5 |
85,4 |
93,7 |
99,3 |
100,8 |
101,3 |
98,9 |
99,1 |
98,6 |
98,8 |
AREA EURO |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
86,7 |
91,3 |
93,4 |
94,5 |
94,0 |
92,9 |
94,1 |
92,7 |
93,7 |
92,8 |
Regno unito |
41,6 |
42,5 |
43,6 |
51,8 |
65,8 |
76,4 |
81,8 |
85,3 |
86,2 |
88,2 |
88,3 |
88,0 |
91,3 |
91,1 |
88,9 |
88,0 |
UE – 28 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
81,6 |
85,2 |
87,3 |
88,6 |
87,8 |
87,1 |
- |
- |
87,7 |
86,9 |
USA |
64,9 |
63,6 |
64,0 |
72,8 |
86,0 |
94,8 |
99,1 |
102,4 |
103,4 |
104,8 |
105,3 |
104,4 |
111,4 |
111,1 |
104,9 |
106,0 |
Giappone |
186,4 |
186,0 |
183,0 |
191,8 |
210,2 |
216,0 |
229,8 |
236,8 |
242,6 |
246,4 |
247,4 |
247,4 |
229,2 |
231,7 |
245,9 |
247,8 |
Fonte: Per i dati di consuntivo 2005-2014 dei
paesi europei, Eurostat (aprile 2015).
I
consuntivi 2005-2014 di USA e Giappone sono tratti da FMI, World Economic Outlook Database (ottobre 2015).
Debito delle P.A. – Confronti internazionali - Anni
2005-2016
2015-2016
Previsioni
(% del PIL)
Fonte: per i paesi
europei: Commissione Europea. Per
USA, dati FMI
[1] In
Italia, nel sistema adottato fino al marzo 2006, le valutazioni reali degli
aggregati economici sono state ottenute attraverso un sistema a base fissa,
prendendo come riferimento l'anno base 1995. La procedura maggiormente usata è
stato il ricorso alla deflazione con opportuni indici di prezzo, specifici per
ciascun aggregato.
Dal marzo 2006 sono utilizzati, in accordo
con gli standard definiti dai
regolamenti comunitari, gli indici a catena, prendendo a riferimento in ciascun
anno i prezzi dell’anno precedente. Il nuovo metodo risponde all’esigenza di
introdurre un indicatore delle variazioni di prezzo o di volume che non tenga
solo conto dei valori assunti dalle variabili considerate in due tempi precisi,
l’anno corrente e l'anno base, ma che incorpori l'andamento complessivo
presentato dal fenomeno nell'intervallo temporale esaminato.
Il principale vantaggio della metodologia
del concatenamento è che viene utilizzato un sistema di ponderazione che si
rinnova annualmente in virtù delle dinamiche del mercato, in modo da garantire
la migliore rappresentazione della crescita reale degli aggregati economici. Il
principale svantaggio è invece la perdita della proprietà dell’additività
quando le serie sono concatenate rispetto ad un anno di riferimento fisso;
l’additività viene mantenuta solo quando vengono presentati gli aggregati in
valori ai prezzi dell’anno precedente. L’additività è la proprietà delle misure
in volume per cui dalla somma delle componenti deflazionate di un aggregato si
ottiene l’aggregato totale a sua volta deflazionato; essa consente dunque di
ottenere il valore totale di un aggregato dalla somma dei suoi componenti, così
come accade con le valutazioni a prezzi correnti.
[2] La
spesa per consumi delle pubbliche amministrazioni comprende le seguenti voci
del conto economico consolidato delle pubbliche amministrazioni: consumi
intermedi, redditi da lavoro dipendente e prestazioni sociali in natura.
[3] Si
segnala che la definizione di occupati utilizzata nella rilevazione sulle forze
di lavoro differisce da quella utilizzata nella contabilità nazionale, che
include tutte le persone (a prescindere dalla residenza) che prestano la
propria attività lavorativa presso unità produttive residenti nel Paese.
[4] La
cedola in un’obbligazione rappresenta gli interessi che vengono periodicamente
pagati al portatore del titolo in misura percentuale rispetto al valore
dell’obbligazione.
[5] Questa componente comprende la quota dei
buoni postali attribuita al Ministero dell’Economia e delle finanze e i conti
correnti postali intestati a soggetti privati.
[6] Questa categoria include anche i proventi di alcune operazioni di cartolarizzazione, individuate in base ai criteri statistici stabiliti dall’Eurostat; tali operazioni sono state classificate come accensione di prestito anziché come cessione di attività.