Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
(Versione per stampa)
| |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||||
Titolo: | I sistemi sanitari in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna e le relative modalità di finanziamento | ||||||
Serie: | Appunti Numero: 54 | ||||||
Data: | 27/06/2013 | ||||||
Descrittori: |
|
Camera dei deputati
XVII Legislatura
BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA
A P P U N T I |
Appunto 22/2013 27 giugno 2013
I sistemi sanitari in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna e le
relative modalità di finanziamento
Francia
1. Il sistema sanitario nazionale
Al tempo
stesso il sistema sanitario francese è considerato tra i più efficienti in termini di somministrazione e organizzazione
delle cure sanitarie.
L’assistenza sanitaria è pubblica ed è garantito l’accesso alle cure a tutti i cittadini. Quasi
tutta la popolazione francese è coperta da un’assicurazione sanitaria.
Tra i
diversi elementi di valutazione sulla qualità del sistema sanitario
francese[1]
si segnala in particolare che:
-
-
la situazione francese è peraltro positiva in termini di
vaccinazioni (ad esempio, è vaccinato il 98% dei bambini) - anche se con
percentuali più basse (89%) per quanto riguarda le vaccinazioni contro le
malattie esantematiche (morbillo, orecchioni e rosolia) - , ed è positiva anche
rispetto all’attuazione nel paese dei programmi di screening preventivo;
-
la percentuale di ospedalizzazione in day-hospital rispetto ai ricoveri ospedalieri è una delle più alte
dell’Unione europea (circa 9.600 ogni 100.000 abitanti) e anche la durata media
di un soggiorno ospedaliero è di norma relativamente bassa;
-
il consumo di medicine è, nel complesso, particolarmente
alto;
-
2. L’organizzazione e il finanziamento dei
regimi di Assurance Maladie
Diversamente dalla maggior parte
degli altri paesi europei, il sistema
sanitario francese è finanziato principalmente dagli
oneri sociali e dai contributi per la sicurezza sociale
basati sulle retribuzioni dei lavoratori, oltre che da imposte e tasse destinate a tal fine.
Il
sistema comprende due settori:
·
le
cure sanitarie, prestate nelle
strutture ospedaliere (pubbliche o private) o fuori dell’ambito ospedaliero
(cd. soins de ville), che vengono
prescritte e messe in atto dai professionisti della sanità;
·
i regimi di sicurezza sociale (Assurance Maladie - AM), comprensivi
delle istituzioni che si occupano della sicurezza sociale e delle altre
assicurazioni facoltative di assistenza sanitaria.
Le cure e i farmaci sono offerti dagli istituti sanitari, dai professionisti
della sanità (medici e paramedici)
e dalle farmacie.
L’organizzazione e il coordinamento
delle attività sanitarie[2]
sono affidate a diverse autorità amministrative con competenze in materia di
sanità ai diversi livelli – nazionale, regionale e dipartimentale (ministeri,
strutture centrali, collettività territoriali, organismi di assurance maladie).
Sono previsti tre grandi regimi di sicurezza sociale
obbligatori per il “rischio malattia” (Assurance
Maladie – AM), il regime generale, il
regime agricolo e il
regime dei lavoratori
autonomi, ai quali si aggiungono anche alcuni regimi
“speciali” [3].
L’Assurance Maladie rimborsa i soggiorni in ospedale e le “soins de ville” (consulti, visite, terapie mediche, farmaci, analisi biologiche, esami)[4], oltre a versare le “indennità” giornaliere a compensazione della perdita di salario dovuta all’interruzione dell’attività lavorativa.
Le entrate principali dell’Assurance Maladie provengono in particolare:
· dagli oneri e contributi sociali (44%):
·
dalla contribution sociale generalisée (CSG) e dalle imposte e tasse destinate al
finanziamento delle spese sanitarie (40%)[5];
·
dal contributo della Caisse nationale de solidarité pour l'autonomie
(7,2%);
· da altri contributi finanziari (7,8%)[6].
Dal 1996 il Governo presenta ogni
anno al Parlamento un progetto di
legge per il finanziamento delle spese per la sicurezza sociale (Loi
de financement de la sécurité sociale - LFSS), che fissa l’obiettivo delle
spese sanitarie per l’anno successivo (Objectif
national de dépenses d'assurance maladie – ONDAM).
Per la sola Assurance maladie, le somme stanziate sono ripartite per “regime”,
soprattutto fra i tre principali regimi riguardanti i lavoratori dipendenti e
le loro famiglie (l’80% della popolazione), gli agricoltori e i lavoratori
autonomi (artigiani, commercianti, liberi professionisti). Esiste poi una
ripartizione tra le regioni e un’altra secondo la natura delle spese (onorari
dei medici generici o degli specialisti, prescrizioni mediche, ospedali
pubblici, cliniche private, infermieri a libera prestazione, trasporto
sanitario, etc.).
La sedicesima legge di finanziamento della sicurezza sociale per il
2013 (LFSS 2013) è stata approvata il 17 dicembre 2012 (Loi n. 2012-1404) ed ha fissato per il 2013 (art. 76) un
ONDAM di 175,4 miliardi di euro, con l’impegno a contenere il tasso di
progressione delle spese sanitarie durante l’anno entro un + 2,7%, rispetto ad
un’evoluzione tendenziale del + 4,1%, pur preservando il livello di rimborso
delle spese sanitarie[7].
Germania
1. La struttura del sistema sanitario
Il primo
esempio di legislazione organica in materia di assistenza sanitaria è stato
introdotto in Germania nel 1883 quando, su iniziativa del Cancelliere Bismarck,
venne istituita l’assicurazione obbligatoria con la costituzione di casse
sociali alimentate per due terzi dagli operai e per un terzo dagli
imprenditori, i quali erano tenuti a versare un’indennità all’operaio malato. Due
anni più tardi, nel 1885, venne approvata anche la legge che istitutiva
un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, completamente a carico dei
datori di lavoro. Nonostante le diverse riforme che nel corso del tempo hanno
interessato il sistema sanitario nazionale, soprattutto ai fini del
contenimento della spesa, i principi di base del modello bismarckiano si sono
sostanzialmente mantenuti.
Il sistema
si basa su un complesso apparato
decisionale articolato fra lo Stato federale (organi legislativi e Ministero
federale della salute), i Länder e le associazioni regionali dei
medici. Pur non svolgendo un ruolo preponderante né come finanziatore né come
proprietario di strutture sanitarie, lo Stato governa il sistema definendo le
regole e i limiti entro i quali mutue e associazioni di medici possono operare.
Spettano invece ai Länder la
programmazione delle dotazioni infrastrutturali e tecnologiche e la
manutenzione delle strutture sanitarie pubbliche e private. Le Associazioni
regionali dei medici, infine, gestiscono in pratica l’attività ambulatoriale.
L’assicurazione
obbligatoria per legge (Gesetzliche
Krankenversicherung – GKV) è un principio cardine del sistema sanitario
tedesco. Dal punto di vista normativo la materia è interamente disciplinata nel
Libro V del Codice della legislazione sociale (Sozialgesetzbuch V),
introdotto dalla legge del 20 dicembre 1988 e in vigore dal 1° gennaio
Hanno
l’obbligo di assicurarsi presso una cassa mutua pubblica i lavoratori
dipendenti e gli impiegati che guadagnino oltre 450 euro al mese e il cui
reddito annuale lordo non superi una determinata soglia (c.d Jahresarbeitsentgeltgrenze – JAEG) che
viene adeguata di anno in anno. Per il 2013 tale limite superiore è di 4.350
euro al mese ovvero di 52.200 euro all’anno. Coloro che invece, pur svolgendo
un’attività remunerativa, ricevono stipendi più elevati, sono liberi di non
stipulare un’assicurazione sanitaria pubblica. Tuttavia, ai sensi del § 193, comma 3
della legge sul contratto assicurativo (Gesetz
über den Versicherungsvertrag – VVG) tutti coloro che risiedono in
Germania, che non siano già assicurati con una cassa mutua pubblica o non siano
soggetti a farlo, sono obbligati a stipulare un’assicurazione per le spese
sanitarie (Krankheitskostenversicherung)
che preveda almeno rimborsi per trattamenti ambulatoriali e ospedalieri. In
questi casi la legge riconosce inoltre la libertà di iscriversi volontariamente
ad una cassa mutua pubblica oppure di stipulare una polizza con
un’assicurazione privata.
Attualmente,
circa il 90% della popolazione tedesca è
iscritto al regime di assicurazione sanitaria previsto dalla legge. In
questa percentuale rientrano sia i lavoratori dipendenti soggetti all’obbligo
di farlo (75% della popolazione), sia quelli che decidono volontariamente di
sottoscrivere un’assicurazione con una cassa mutua pubblica (15% circa). La
maggioranza della popolazione restante, per lo più persone con redditi molto
elevati, si rivolgono ad un’assicurazione privata (Private Krankenversicherungen – PKV).
I
lavoratori dipendenti soggetti all’obbligo di assicurazione sanitaria possono
scegliere fra diversi tipi di casse mutue pubbliche: locali (Ortskrankenkassen), autonome (Ersatzkassen), aziendali (Betriebskrankenkassen) o corporative (Innungskrankenkassen). Le differenze riguardo
l'importo dei contributi da versare e le prestazioni offerte sono esigue. Le
prestazioni di base sono infatti fissate per legge.
La
funzione dell’assicurazione sanitaria obbligatoria, così come definita dalla
legge, consiste nel mantenere o ristabilire la salute degli assicurati o nel
migliorare il loro stato di salute. Tutti gli assicurati hanno di norma diritto
al medesimo livello di prestazioni che, ai sensi del § 12 SGB V, devono
essere sufficienti,
adeguate ed economiche e non possono oltrepassare la misura del necessario. Per
poter usufruire di prestazioni non comprese fra quelle offerte dalla GKV, si può anche stipulare una polizza
assicurativa complementare privata. Per tutta una serie di prestazioni gli
assicurati sopra i 18 anni devono sostenere una parte delle spese. Possono
usufruire delle prestazioni anche i coniugi e i figli degli assicurati, laddove
il loro reddito sia esiguo o inesistente Con la legge sulla modernizzazione
dell’assicurazione sanitaria obbligatoria (Gesetz zur Modernisierung der
Gesetzlichen Krankenversicherung), in vigore da gennaio 2004, è stato
ad esempio introdotto per le visite mediche il pagamento di un “ticket
ambulatoriale” (Praxisgebühr).
Tuttavia, chi
dimostri di aver già pagato nell’anno in corso per spese supplementari e ticket
più del 2% del proprio reddito lordo anno può fare richiesta alla cassa
malattia di essere esonerato da altri pagamenti aggiuntivi (Zuzahlungen) per il resto dell’anno. In
tal caso riceverà una tessera d’esonero da esibire presso il medico, in
ospedale e in farmacia. I malati cronici che usufruiscono di cure continuative
devono sostenere spese supplementari solo fino ad un massimo dell’1% del loro
reddito annuo. Sono poi previste particolari agevolazioni per i beneficiari di
assegni sociali, per i pensionati e per i disabili, nonché per i destinatari di
aiuti integrativi per il sostentamento o di sussidi di disoccupazione.
2. Il finanziamento della spesa sanitaria
All’inizio
di aprile 2013 l’Ufficio statistico federale (Destatis) ha reso noto i dati relativi alla spesa sanitaria in
Germania con riferimento al 2011. Complessivamente sono stati spesi 293,8 miliardi di euro - 5,5 miliardi, 1,9%
in più rispetto all’anno precedente - che ammontano a circa 3.590 euro per abitante (nel 2010 erano 3.530). Le spese per
la sanità rappresentano l’11,3% del prodotto
interno lordo.
La maggior
parte della spesa è da ascrivere all’assicurazione sanitaria obbligatoria per
legge. Le spese delle casse mutue pubbliche hanno raggiunto nel 2011 la somma
di 168,5 miliardi di euro, ovvero 2,6 miliardi (1,6%) in più rispetto al 2010.
Il 9% della spesa sanitaria complessiva (27,7 miliardi di euro) è invece
rappresentato dall’assicurazione sanitaria privata.
Quasi la metà delle spese per beni e servizi nel settore
sanitario è stata realizzata in strutture ambulatoriali. A ciò si contrappone
una forte flessione (1,1 miliardi di euro ovvero 2,7% in meno) delle spese
farmaceutiche, che nel 2011 hanno totalizzato 39,8 miliardi di euro. Il calo è
dovuto principalmente alle misure di limitazione delle spese sanitarie nel
settore farmaceutico che sono state applicate all’inizio del 2011 con l’entrata
in vigore della legge sulla nuova regolamentazione del mercato dei farmaci
nell’ambito dell’assicurazione sanitaria pubblica (Gesetz zur Neuordnung des
Arzneimittelmarktes in der gesetzlichen Krankenversicherung - AMNOG).
Nel settore ospedaliero sono stati spesi 107,4 miliardi di euro, cioè 3,2% in
più rispetto al 2010.
La norma
generale di cui al §
3 SGB V (finanziamento in solido - solidarische
Finanzierung) prevede che le prestazioni e le altre spese delle casse mutue
pubbliche siano finanziate dai contributi (Beiträge) versati dai lavoratori
dipendenti e dai loro datori di lavoro. Il
calcolo dei contributi che l’assicurato è tenuto a versare è effettuato sulla
base del reddito individuale e non tenendo conto - a differenza di quanto
avviene per le polizze assicurative private - di altri parametri come la
situazione familiare, il sesso, l’età o la frequenza delle malattie. A partire
dal 2005, inoltre, con l’approvazione di disposizioni che miravano
all’alleggerimento finanziario dei datori di lavoro, si è molto indebolito il
principio dualistico della ripartizione dei contributi sociali tra datori di
lavoro e lavoratori dipendenti: l’introduzione all’epoca di un contributo
speciale (Sonderbeitrag) di 0,9% a
carico dei lavoratori ha di fatto abrogato la parità contributiva ai fini
dell’assistenza sanitaria obbligatoria.
Le
disposizioni relative più specificamente al finanziamento del sistema sanitario
sono contenute nel capitolo 8 del SGB V. In particolare, il § 221, comma 1,
prevede una partecipazione dello Stato
federale, come saldo forfetario, alle spese delle casse mutue pubbliche per
le prestrazioni extra-assicurative: si tratta di una somma annuale di 11,5 miliardi di euro per il 2013 e di 14 miliardi di euro a partire dal 2014,
versata in quote mensili al Fondo sanitario nazionale. Dal 2015 poi, ai sensi
del § 221b,
lo Stato federale erogherà al Fondo anche dei contributi ai fini della compensazione sociale (Sozialausgleich). L’ammontare di tali
contributi sarà stabilito con legge nel 2014.
Con la
legge sul rafforzamento della concorrenza nel settore dell’assicurazione
sanitaria obbigatoria (Gesetz zur Stärkung des
Wettbewerbs in der gesetzlichen Krankenversicherung) è stato infatti istituito, a partire dal 1°
gennaio 2009, un Fondo sanitario nazionale (Gesundheitsfond) destinato
a finanziare le spese dell’assistenza sanitaria obbligatoria per legge. Il Fondo, così come prescrive il § 271, è
amministrato dall'Ente federale delle assicurazioni (Bundesversicherungsamt), ed è alimentato da contributi assicurativi
fissati per legge e dal gettito fiscale. Le casse mutue pubbliche, che in un
primo momento verseranno al Fondo i contributi pagati dai propri assicurati,
riceveranno poi dallo stesso Fondo delle somme per coprire sia le spese
relative alle prestazioni sanitarie, sia quelle per la gestione amministrativa.
Con le nuove disposizioni, inoltre, le diverse aliquote contributive delle
casse mutue pubbliche sono state sostituite da un’aliquota unificata (einheitlicher Beitragssatz) stabilita
dal Governo federale. Dal gennaio 2011, con l’entrata in vigore della legge per
il finanziamento duraturo e socialmente equilibrato dell’assicurazione
sanitaria pubblica (Gesetz zur nachhaltigen und
sozial ausgewogenen Finanzierung der Gesetzlichen Krankenversicherung)
del
Le casse mutue pubbliche, che non riescono a coprire le spese con i mezzi
loro assegnati dal Fondo sanitario, devono richiedere agli assicurati il
versamento di un contributo supplementare (kassenindividueller
Zusatzbeitrag) di cui al § 242, comma 1.
Tale contributo, che è indipendente dal reddito dell’assicurato, non riguarda
il datore di lavoro. Al lavoratore assicurato è però riconosciuto uno speciale
diritto di disdetta (Sonderkündigungsrecht) con la possibilità di cambiare cassa
mutua, scegliendone un’altra che non richieda il versamento di contributi
supplementari.
Regno Unito
Il servizio sanitario nazionale del
Regno Unito (National Health Service
- NHS) provvede all’assistenza sanitaria
gratuita nei confronti della generalità della popolazione, in conformità ai
principi che ne hanno ispirato l’istituzione nel 1948 e che, in forma
aggiornata, sono ora enunciati dalla Constitution
del NHS, adottata nel 2011.
La vocazione universale del sistema
sanitario britannico si riflette nella sua articolata struttura e nella fonte del suo finanziamento.
Il NHS conta complessivamente più di
1,7 milioni di dipendenti, tra cui, nell’ambito del personale qualificato,
circa 40.000 medici di base (general
practictioners), 370.000 infermieri e circa 125.000 addetti negli ospedali
e negli altri istituti di cura.
Il finanziamento del NHS è di fonte pubblica e attinge alla fiscalità
generale (nel quadro di una spesa
sanitaria complessiva pari, nel 2011, al 9,4% del PIL), provvedendovi il Department of Health previa autorizzazione
parlamentare; nell’esercizio 2012/13 il NHS ha ricevuto fondi statali per circa
109 miliardi di sterline. Al finanziamento del sistema sanitario concorrono i
corrispettivi versati dai pazienti a copertura parziale del costo di talune prestazioni.
La struttura del NHS e le modalità
del suo finanziamento sono state oggetto, nel corso degli ultimi decenni, di
diversi interventi di riforma, di cui si ci si limita a richiamare in questa
sede gli aspetti di maggiore interesse.
L’impianto amministrativo del
sistema sanitario ha subito rilevanti modifiche, in primo luogo, alla fine
degli anni Ottanta dal Governo conservatore allora in carica, allo scopo di
eliminare, attraverso l’adozione di criteri di gestione manageriale, le
disfunzioni attribuite agli elevati costi di funzionamento e ad un
insufficiente meccanismo di incentivazione degli operatori sanitari. Successivamente,
all’inizio degli anni Novanta, sono state adottate misure per un più accentuato
decentramento e, soprattutto, per introdurre nel sistema sanitario criteri di gestione mutuati dal settore
imprenditoriale, operando una distinzione tra fornitori pubblici (providers)
e fornitori accreditati, sia pubblici che privati (producers), i quali,
nella veste di contraenti, avrebbero dovuto negoziare l’acquisto di beni e
servizi da destinare all’assistenza sanitaria dei cittadini, nel rispetto di criteri
di economicità ed efficienza.
Un’inversione di questa linea di
tendenza si è avuta con l’Esecutivo laburista di Tony Blair, che attraverso lo Health Act 1999
fissò i criteri di fondo per una nuova revisione strutturale del NHS. In
particolare, furono poste limitazioni alla concorrenza tra i soggetti
prestatori dell’assistenza sanitaria, al fine di evitare l’instaurarsi di un
sistema di mercato ritenuto suscettibile di rivelarsi adeguato ad un rigido contenimento
della spesa più che ad una effettiva qualità dei servizi.
Per altro verso, fu previsto un
coinvolgimento più attivo degli enti locali nella fase di programmazione,
escludendo pertanto ogni intervento centralizzato nell’impiego delle risorse, le
quali venivano affidate alla diretta responsabilità dei soggetti pubblici
preposti all’assistenza sanitaria primaria (Primary
Care Trusts – PCT), secondo
priorità da questi definite in autonomia seppure nel rispetto di linee guida
stabilite da autorità sanitarie sovraordinate (Strategic Health Authorities – SHA).
Sotto il profilo del decentramento, va inoltre ricordato, più in generale, il conferimento
della responsabilità dei servizi sanitari agli organi di governo dell’Irlanda
del Nord, della Scozia e del Galles, in attuazione della legislazione che, a
partire dal
Più di recente, il NHS è stato inciso
dalla riforma introdotta dall’attuale
Governo di coalizione con lo Health and
Social Care Act 2012, che ne ha innovato l’assetto complessivo con
l’obiettivo di contenerne i crescenti costi amministrativi e di recuperare la
sua efficacia, in una prospettiva volta a porre in risalto aspetti quali il coinvolgimento del personale sanitario,
la partecipazione dei cittadini e la
legittimazione democratica del sistema.
La legge è stata preceduta nel 2010
da un “Libro
bianco” che ha anticipato le linee di fondo e gli obiettivi dell’annunciato
intervento di “modernizzazione” del sistema sanitario nazionale: la riorganizzazione della spesa e delle strutture
amministrativo-sanitarie e l’introduzione al loro interno di competenze
manageriali; l’applicazione di meccanismi di mercato all’offerta sanitaria; la
posizione centrale attribuita al paziente-consumatore nella “filiera” della
salute; la formulazione di nuovi doveri e la creazione di nuovi istituti di
controllo in funzione di garanzia del sistema così rinnovato.
In altri
termini, il principale obiettivo
perseguito dal legislatore è stato quello di adottare uno schema non più pubblicistico e centralizzato nell’organizzazione
della rete di committenza e di produzione dei servizi del sistema sanitario
nazionale, mantenendone, nel contempo, la tradizionale vocazione universalistica.
Muovendo da queste premesse, la
legge del
Al loro posto sono stati creati i Clinical Commissioning Groups (CCG),
che hanno assunto i compiti dei precedenti organismi in un quadro di maggiore coinvolgimento degli enti locali
e delle comunità interessate (rappresentate negli Health and Wellness Boards di cui la stessa legge ha previsto
l’istituzione in ambito locale), e, soprattutto, del personale medico (clinicians), dei quali il legislatore ha
inteso rendere determinante il concorso nella definizione dei servizi sanitari da
prestare e dei correlati impegni di spesa.
Con tale soluzione il legislatore ha
inteso perseguire, oltre alla razionalizzazione della spesa (conseguente al
ruolo di “filtro” esercitato dai medici di base rispetto al ricorso ai servizi
ospedalieri o all’assistenza specialistica), la maggiore democraticità del
sistema, poiché viene affidato alla
medicina di base - ossia al livello di assistenza più prossimo al cittadino
- il potere di modulare, in un dato ambito territoriale, l’offerta di servizi sanitari secondo criteri tecnico-professionali (clinically led
commissioning) e rivolti
all’interesse del paziente.
Compito dei CCG di nuova
istituzione, in particolare, è quello di provvedere alla programmazione
socio-sanitaria e di operare le scelte in ordine alle modalità con cui
assicurare l’assistenza sanitaria nei distretti di competenza, nel quadro di un
sistema competitivo introdotto dal
legislatore per la prestazione dei relativi servizi. I servizi del NHS possono
infatti essere erogati da un soggetto ad esso esterno, purché la prestazione di
essi sia conforme a standard di costo, di qualità e di sicurezza stabiliti a
livello nazionale. A ciò provvedono, rispettivamente, per il controllo qualitativo dei servizi
Nell’assumere le decisioni di loro
competenza, conformi a criteri di efficienza ed economicità (“value for money”), i CCG sono assistiti
a livello nazionale dal neo-istituito NHS
Commissioning Board, il quale opera per promuovere il rispetto dei principi
costitutivi del NHS – con particolare riguardo al coinvolgimento dei pazienti ed
al superamento delle ineguaglianze – nonché il costante miglioramento
qualitativo dei servizi, l’innovazione e la ricerca. Rientra, inoltre, nella
sfera di responsabilità di tale organismo la vigilanza sull’efficienza
complessiva della rete dei CCG, assicurando che ciascuno di essi, nella
composizione e nelle modalità gestionali, operi secondo criteri di trasparenza
finanziaria e senza dare luogo a conflitti di interesse.
Il NHS Commissioning Board è inoltre competente per la prestazione dei
servizi sanitari di natura specialistica previsti dalle legge (prescribed
services) e, come tali, sottratti alla valutazione dei CCG.
Nella sua nuova articolazione, il
sistema sanitario nazionale è destinatario di un finanziamento determinato dal Segretario di Stato ed erogato al NHS Commissioning Board, il quale a sua
volta lo ripartisce all’indirizzo dei CGG. In relazione a tale conferimento al Board, il cui Chief Executive è responsabile nei confronti sia del Department for Health che del
Parlamento, è stabilita dall’autorità ministeriale una soglia massima di spesa
per la copertura dei costi amministrativi del sistema sanitario.
Nel periodo di esercizio 2013/14, lo
stanziamento per la
spesa sanitaria riferito alla sola regione inglese (NHS England) ammonta complessivamente a 96,6 miliardi di sterline, con
la seguente ripartizione: 63,4 miliardi sono destinati alla gestione da parte
dei CCG; 1,3 miliardi alla copertura dei costi amministrativi di tali
organismi; 25,4 miliardi alla spesa sanitaria regionale per prestazioni
ospedaliere e specialistiche; i fondi restanti per i servizi socio-assistenziali
erogati in ambito locale.
Spagna
Il Sistema Nacional de Salud (SNS) riunisce l’insieme delle prestazioni sanitarie pubbliche
spagnole ed è stato istituito nel 1986 dalla Ley 14/1986
de 25 de abril, General de Sanidad,
tuttora vigente.
Ai sensi dell’art. 44 della legge,
tutte le strutture e i servizi pubblici al servizio della salute formano il
SNS, che comprende sia i servizi sanitari dell’Amministrazione dello Stato, sia
quelli delle Comunità autonome. Nel SNS rientrano tutte le funzioni e le
prestazioni sanitarie che ricadono nella responsabilità dei poteri pubblici per
l’attuazione del diritto alla protezione della salute (legge 14/1986, art. 45).
Sono caratteristiche fondamentali
del SNS (art. 46):
·
l’estensione
dei suoi servizi a tutta la popolazione;
·
l’organizzazione
adeguata al fine di prestare un’attenzione integrale alla salute, comprensiva
della promozione della salute, della prevenzione della malattia così come della
cura e della riabilitazione;
·
il
coordinamento e l’integrazione di tutte le risorse sanitarie pubbliche in un
unico dispositivo;
·
il
finanziamento degli obblighi derivanti dalla legge è effettuato mediante
risorse delle pubbliche amministrazioni, contributi e tasse per la prestazione
di determinati servizi;
·
la prestazione
di un’attenzione integrale della salute con alti livelli di qualità debitamente
valutati e controllati.
Gli artt. 78-83 sono specificamente dedicati al
finanziamento. In particolare il finanziamento dell’assistenza è realizzato a
carico di:
·
contributi
sociali;
·
trasferimenti
dello Stato, che comprendono:
·
la
partecipazione nella contribuzione al sostentamento della Sicurezza sociale;
·
la
compensazione per l’estensione dell’assistenza sanitaria della Sicurezza
sociale alle persone senza risorse economiche;
·
la
compensazione per l’integrazione degli enti locali nel SNS;
·
tasse per la
prestazione di determinati servizi;
·
contributi
delle Comunità autonome e degli enti locali;
·
tributi
statali ceduti (art. 79).
Lo stratificarsi della legislazione
regionale, sommato al considerevole lasso di tempo trascorso dall’approvazione
della legge quadro sulla sanità, ha suggerito al legislatore l’adozione di una
nuova normativa che, pur lasciando in vigore la massima parte della legge del
1986, disciplinasse i principi fondamentali del SNS:
In particolare l’art. 10 (Financiación) stabilisce che le prestazioni stabilite
dalla legge sono una responsabilità finanziaria delle Comunità autonome in
conformità con gli accordi di trasferimento e con il sistema di finanziamento
autonomico. La sufficienza per il finanziamento delle prestazioni e delle
garanzie previste dalla legge è determinata in base alle risorse assegnate alle
Comunità autonome nel rispetto del principio di lealtà istituzionale.
Si tenga infine presente che
Sulle pagine web dedicate al SNS,
ospitate sul sito del Ministero della sanità, servizi sociali e uguaglianza, è
possibile reperire numerose informazioni ed ampia documentazione.
In particolare è possibile accedere
alle seguenti risorse:
-
Sistema
Nacional de Salud. SNS. España 2012
Il dossier riporta una dettagliata descrizione del
SNS. Il capitolo 4 (pp. 41-44) è dedicato alla spesa sanitaria (gasto sanitario). Secondo questi dati,
la spesa sanitaria totale del 2010 è stata di 100.740,8 milioni di euro, di cui 74.732,3 milioni di euro
rappresentano la spesa sanitaria pubblica, corrispondenti rispettivamente al
9,6% e al 7,1% del PIL.
Questi dati pongono
-
Indicadores
Clave del Sistema Nacional de Salud
-
Flujos
financieros del sistema sanitario español
SERVIZIO BIBLIOTECA
- Ufficio Legislazione Straniera
tel.
06/6760. 2278 – 3242 ; mail: LS_segreteria@camera.it
[2] Sull’organizzazione del sistema sanitario in
Francia e le sue istituzioni si segnalano, tra gli altri: la scheda di sintesi
sul sito della GlaxoSmithKline-GSK, Avenir
de la santé. L’organisation du système de santé en France (giugno
2009); la scheda di sintesi sul sito della Fédération
Hospitalière de France – FHF, Les
institutions du système de santé français.
[3] Su una spesa sanitaria
complessiva di circa 220 miliardi di euro all’anno, la parte assicurata dai
regimi di assurance maladie
obbligatori è rappresentata dall’Objectif
national de dépenses d’assurance maladie (ONDAM), l’ammontare del quale è
stato nel 2011 di 167,1 miliardi di euro, ripartiti tra spese per le soins de ville (46,3% dell’ONDAM), spese
ospedaliere (43,6%) e spese medico-sociali (9,5%) (cfr. Rapporto dell’Inspection générale des Affaires sociales –
IGAS e dell’Inspection générale des
Finances, Propositions
pour la maîtrise de l’ONDAM 2013-2017, giugno 2012).
[4] L’Assurance
Maladie copre in media, il 93% delle spese di ospedalizzazione e il 75%
delle soins de ville.
[5]
[6] Fonte: Fédération Hospitalière
de France – FHF, Les
institutions du système de santé français, sez. "L’Assurance Maladie", par. "Les recettes de l’Assurance Maladie".
[7] Sulle prospettive di contenimento
dell’ONDAM per gli anni futuri si segnala il Rapporto pubblicato il