Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: I provvedimenti in materia di tutela ambientale e sviluppo sostenibile adottati negli ultimi 5 anni in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna
Serie: Appunti    Numero: 53
Data: 05/06/2013
Descrittori:
AMBIENTE   FRANCIA
GERMANIA   GRAN BRETAGNA
SPAGNA     

Camera dei deputati

XVII Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

 

Appunto 21/2013                                                                                          5 giugno 2013

I provvedimenti in materia di tutela ambientale e sviluppo sostenibile adottati negli ultimi 5 anni

in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna

 

 

Francia

A partire dal 2009 sono stati emanati in Francia diversi provvedimenti significativi in materia ambientale.

 

A.    Provvedimenti adottati nel corso della XIII legislatura (giugno 2007-giugno 2012)

Nell’agosto 2009 è stato innanzitutto approvato un provvedimento che ha comportato ampie riforme in questa materia. Si tratta della Loi n. 2009-967 du 3 août 2009 de programmation relative à la mise en oevre du Grenelle de l’Environnement), la cosiddetta Loi Grenelle I, che ha tradotto in legge i programmi elaborati dal Governo nell’ambito del progetto Grenelle de l’Environnement. Il progetto era stato lanciato dal Presidente della Repubblica Sarkozy nel maggio 2007, per avviare nuove azioni per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Il progetto ha visto il coinvolgimento di rappresentanti dell’amministrazione pubblica e della società civile che, riuniti in gruppi di lavoro, hanno elaborato, tra l’ottobre e il dicembre 2007, una serie di proposte in materia (Cfr. http://www.developpement-durable.gouv.fr/-Le-Grenelle-de-l-environnement-de-.html).

La legge n. 2009-967 contiene disposizioni relative alla lotta ai cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità e alla riduzione dei consumi di energia, acqua ed altre risorse naturali in tutti i settori (edilizia e trasporti in primis), nonché misure atte a preservare i servizi resi dagli ecosistemi. In particolare, per reintegrare la biodiversità, la legge prevede la riduzione delle emissioni di gas serra e il miglioramento dell’efficienza energetica. Il provvedimento enuncia anche i principi per la messa a punto di una futura governance adeguata ad un tale mutamento ecologico, che ponga la pratica della “concertazione” a monte dell’attuazione dei progetti, che consideri le collettività territoriali nelle loro particolarità e specificità, che sia ispirata a principi di massima trasparenza.

A completamento delle disposizioni appena menzionate, nel gennaio 2009, il Governo ha presentato un secondo progetto di legge in materia. Il provvedimento derivante dal progetto è la legge relativa all’attuazione e “territorializzazione” dell’impegno nazionale per l’ambiente del 12 luglio 2010 (Loi n. 2010-788 portant engagement national pour l'environnement), la cosiddetta Loi Grenelle II. La nuova legge declina, settore per settore, tutti gli obiettivi individuati dalla prima legge “Grenelle” e stabilisce misure legate alla lotta al riscaldamento globale (nei settori: edilizia, urbanistica, gestione dell’energia, dell’acqua e delle altre risorse naturali, trasporti), allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, alla prevenzione dei rischi e alla protezione della salute, all’attuazione di una gestione eco-sostenibile dei rifiuti. In particolare, per reintegrare la biodiversità, la legge prevede misure per la riduzione delle emissioni di gas serra e il miglioramento dell’efficienza energetica.

Per ciò che riguarda, invece, i servizi pubblici relativi alle fonti energetiche, è stata approvata il 7 dicembre 2010 la Loi n. 2010-1488 du 7 décembre 2010 portant nouvelle organisation du marché de l'électricité, che ha riorganizzato il mercato dell’energia elettrica sulla base di un nuovo equilibrio tra regolamentazione del mercato e stimolo alla concorrenza. Secondo la nuova legge, i fornitori di elettricità diversi dalla società Electricité de France (EDF) potranno acquistare elettricità di base da EDF che dovrà cedere l’elettricità ai suoi concorrenti per un prezzo e quantità prestabiliti. La legge assicura il mantenimento di tariffe regolamentate solo per i piccoli consumatori e le piccole imprese ed estende le competenze dell’Autorità che regola i mercati dell’energia, la Commission de régulation de l’énergie (CRE), anche alla gestione dell’accesso all’elettricità nucleare di base e all’elaborazione delle tariffe di vendita.

Nel 2012 è stata poi approvata dal Parlamento francese la Loi n. 2012-77 du 24 janvier 2012 relative à Voies navigables de France che costituisce una tappa importante per il rilancio del trasporto fluviale. Il provvedimento, di origine governativa, mira a modernizzare l’organizzazione del servizio pubblico di gestione delle vie navigabili, in modo tale da raggiungere uno degli obiettivi fissati nell’ambito del Grenelle de l’Environnement: prevedere un aumento del trasporto diverso da quello stradale e ferroviario dal 14 al 25% entro il 2022. Per raggiungere tale obiettivo il Governo ha inteso in particolare incentivare il sistema dei trasporti ferroviario e fluviale. La legge prevede inoltre la riorganizzazione dell’ente pubblico Voies navigables de France (VNF), che coordinerà le attività sia dei suoi 400 dipendenti, sia di 4.500 agenti dei servizi di navigazione dello Stato (Cfr. in particolare per i compiti del VNF: artt. L4311-1-1 e ss. del Code des transports).

 

B.    Provvedimenti adottati nel corso della XIV legislatura (giugno 2012-)

Sempre nel 2012, ma per impulso del nuovo Presidente della Repubblica Hollande – eletto nel maggio 2012 – e del nuovo Primo ministro Ayrault, è stata approvata la Loi n. 2012-1460 du 27 décembre 2012 relative à la mise en œuvre du principe de participation du public défini à l'article 7 de la Charte de l'environnement. La legge mira a dare attuazione al principio a valore costituzionale definito all’art. 7 della Charte de l’Environnement del 2004 (alla carta è stato conferito valore di testo fondamentale con la legge costituzionale n. 2005-205 del 1° marzo 2005). L’art. 7 della “Carta dell’ambiente” stabilisce che “ ogni persona ha il diritto, nelle condizioni e i limiti definiti dalla legge, di accedere alle informazioni relative all’ambiente possedute dalle autorità pubbliche e di partecipare all’elaborazione delle decisioni pubbliche aventi un’incidenza sull’ambiente”. La legge n. 2012-1460 dispone, nello specifico, l’applicazione del principio riguardante la partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche in merito a provvedimenti che abbiano un’incidenza sull’ambiente. Il testo legislativo reca, in particolare, la modifica dell’art. L 120-1 del Code de l’environnement, in cui sono definite le modalità per organizzare le consultazioni pubbliche su tali provvedimenti. La legge dispone inoltre che il Governo possa disciplinare, mediante ordinanze, alcune questioni sulle procedure per l’organizzazione di queste consultazioni pubbliche; i casi di eccezione; l’applicazione del nuovo meccanismo ad alcune specifiche collettività territoriali francesi (Cfr. art. 12, Loi n.2012-1460).

Nel 2013 è stato poi approvato un provvedimento recante misure volte a rafforzare la prevenzione contro i rischi per l’ambiente e la salute. Si tratta della Loi n. 2013-316 du 16 avril 2013 relative à l'indépendance de l'expertise en matière de santé et d'environnement et à la protection des lanceurs d'alerte. La legge stabilisce, in particolare, che ogni persona fisica o giuridica ha il diritto di rendere pubblica, in buona fede, qualsiasi informazione riguardante un fatto, un dato, o un’azione, la cui non divulgazione può determinare un rischio grave per la salute dei cittadini o per l’ambiente. Il provvedimento dispone inoltre, modificando il Code du travail, che un dipendente ha il diritto di comunicare al datore di lavoro la presenza di un simile rischio, causato dall’utilizzo di determinati prodotti o procedimenti di produzione. È inoltre disposto che il lavoratore che denuncia un tale rischio beneficia di una protezione contro eventuali forme di discriminazione nei suoi confronti (Cfr. artt. L4133-1 e ss, Code du travail). La legge reca inoltre l’istituzione della Commission nationale de la déontologie et des alerts en matière de santé publique et d’environnement, che ha diversi compiti tra cui quelli di: ricevere le segnalazioni di allarme (alertes) su determinati rischi ambientali o sanitari; informare i ministri competenti riguardo a tali segnalazioni; emanare raccomandazioni generali sui principi deontologici inerenti l’expertise scientifica e tecnica nel campo della sanità e dell’ambiente; emettere pareri, su richiesta, sui codici deontologici di organismi dediti ad un’attività di expertise o di ricerca in ambito sanitario o ambientale.

A livello di iniziative governative non legislative, il Primo ministro Ayrault ed il “Ministro dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e dell’energia” Batho hanno promosso tra la fine del 2012 e la primavera del 2013 diverse iniziative per incentivare uno sviluppo sostenibile.

Si sottolinea in particolare che, il 14 e il 15 settembre 2012 è stata convocata la “conferenza ambientale”, i cui lavori sono stati aperti dal Presidente Hollande, e che ha riunito esponenti del Governo, del Parlamento e della società civile. In occasione dell’evento, il Presidente Hollande ha annunciato l’obiettivo di “fare della Francia la nazione dell’eccellenza ambientale”. La Conferenza ha affrontato in particolare cinque tematiche, in diverse tavole rotonde: la questione della transizione energetica; la riconquista della biodiversità; la prevenzione contro i rischi di danni ambientali e alla salute dei cittadini; i sistemi di fiscalità di vantaggio per incentivare la transizione energetica, il miglioramento della governance ambientale. Al termine dei lavori, il Governo ha elaborato una serie di azioni per realizzare la “transizione ecologica”, riguardante le cinque tematiche affrontate (Cfr. ulteriori informazioni sulla Conferenza ambientale sul sito del Ministero dell’ecologia, ecc.: http://www.developpement-durable.gouv.fr/Conference-environnementale-14-15.html; cfr. inoltre informazioni specifiche sulla feuille de route pour la transition écologique: http://www.developpement-durable.gouv.fr/Conference environnementale,32077.html).

Il 22 maggio 2013 il Ministro Batho ha presentato in Consiglio dei ministri una comunicazione relativa alla preparazione di una prossima conferenza sul tema: la “conferenza ambientale per la transizione ecologica”, che si svolgerà il 20 e il 21 settembre 2013. La conferenza, oltre ad esaminare i risultati raggiunti fino a quel momento sulla materia, sarà l’occasione per trattare cinque nuovi argomenti: i programmi di riciclo e valorizzazione dei rifiuti; i nuovi settori di occupazione nell’ambito della transizione energetica; la politica dell’acqua; la protezione della biodiversità marina; l’educazione al rispetto dell’ambiente e per lo sviluppo sostenibile (Cfr. la sintesi della comunicazione del Ministro sul tema: http://www.developpement-durable.gouv.fr/Suivi-et-preparation-de-la.html).

Lo stesso 22 maggio il Ministro ha inoltre annunciato la pubblicazione dei primi “indicatori macro-economici sull’economia verde”. Si tratta di indicatori, promossi dal Primo ministro Ayrault, per valutare il modo in cui le nuove politiche ambientali contribuiscono a migliorare la crescita economica e ad aumentare l’occupazione. Gli indicatori si riferiscono alle cosiddette “eco-attività”: quelle attività o quei servizi che hanno per obiettivo la protezione dell’ambiente o la gestione delle risorse naturali (Cfr. il primo tableau de bord des indicateurs de l’économie verte: http://www.developpement-durable.gouv.fr/IMG/pdf/Tableau_de_bord_des_indicateurs_de_l_economie_verte-2.pdf).

Il 25 maggio 2013, il Governo ha poi promosso la “giornata di consultazione dei cittadini sulla transizione energetica”. La consultazione è stata organizzata in 11 regioni francesi e in 3 “territori d’Oltremare”, coinvolgendo oltre 1.000 persone. I cittadini invitati a partecipare all’iniziativa sono stati prescelti mediante sorteggio, con lo scopo di coinvolgere persone non esperte di questioni energetiche. Gli obiettivi che il Governo ha inteso raggiungere con questa consultazione pubblica sono quattro: recepire le opinioni di coloro che subiscono le scelte energetiche dei governi passati e futuri; ottenere un arricchimento del dibattito politico sul tema dell’energia attraverso i pareri diretti dei cittadini; valutare l’impatto di alcune misure che si intendono adottare a livello regionale e nazionale; realizzare un rapporto finale sulla giornata di consultazione. Le principali questioni dibattute nel corso della journée citoyenne du 25 may e le proposte elaborate in tale occasione sono state rese disponibili su un apposito sito: le site internet du débat national sur la transition énergetique. A conclusione di questa ampia consultazione pubblica, il Governo ha poi annunciato che presenterà nell’autunno 2013 un progetto di legge in materia di transizione energetica: le projet de loi de programmation énergétique (Cfr. ulteriori informazioni sulla giornata del 25 maggio 2013 sul sito del Ministero dell’ambiente: http://www.transition-energetique.gouv.fr/participer/journee-citoyenne-du-25-mai).

Il Governo ha infine comunicato che il 25 giugno 2013 si terranno gli “Stati generali per la modernizzazione del diritto ambientale”, in cui saranno discusse le proposte per semplificare e migliorare la normativa in materia ambientale (Cfr. maggiori informazioni su questi Stati generali: http://www.developpement-durable.gouv.fr/Quel-est-l-objectif).

 

 

Germania

Anche in Germania, a partire dal 2009, sono stati approvati diversi provvedimenti in materia ambientale. In primo luogo è stata approvata la legge per la nuova regolamentazione del diritto della protezione della natura e della cura del paesaggio (Gesetz zur Neuregelung des Rechts des Naturschutzes und der Landschaftspflege), del 29 luglio 2009, che riscrive integralmente la legge federale sulla protezione della natura (Bundesnaturschutzgesetz) e contiene misure volte alla protezione generale delle specie e alla tutela di specie animali e vegetali; inoltre viene introdotta una nuova sezione riguardante la tutela delle aree costiere, delle acque marine, nonché dei vegetali ed animali all’interno di un’area di 12 miglia marine.

È stata poi varata la legge per la nuova regolamentazione del diritto delle acque (Gesetz zur Ordnung des Wasserrechts), del 31 luglio 2009, che semplifica il sistema delle autorizzazioni per i progetti di gestione delle acque ed inserisce nuove disposizioni in relazione alla gestione delle acque superficiali, con particolare riguardo alla portata minima, all’utilizzo dell’energia idrica e alle corsie idriche d’emergenza. La legge per la regolamentazione della protezione dalle radiazioni non ionizzanti (Gesetz zur Regelung des Schutzes vor nichtionisierender Strahlung - NISG), del 29 luglio 2009, contiene le norme elaborate nell’ambito del progetto UGB (il progetto di codice ambientale federale); misure particolarmente restrittive sono previste per i minorenni, che d’ora in poi non potranno più sottoporsi alle sedute abbronzanti nei centri estetici. Una disposizione relativa all’incentivazione delle energie rinnovabili è contenuta nella già citata Legge per la lotta all’evasione fiscale: i rimborsi per l’erogazione di energia da impianti modulari, in funzione prima dell’entrata in vigore della legge sulle energie rinnovabili (1° gennaio 2009), vengono aumentati in modo da consentire un loro ulteriore utilizzo economicamente conveniente.

Nel 2009, è stata inoltre approvata la legge per il riordino della legislazione federale nel settore di competenza del Ministero federale per l’ambiente, per la protezione della natura e per la sicurezza atomica (Gesetz zur Bereinigung des Bundesrechts in Geschäftsbereich des Bundesministerium für Umwelt, Naturschutz und Reaktorsicherheit (Rechtsbereinigungsgesetz Umwelt RGU), dell’11 agosto 2009, che rientra nella più generale iniziativa di smantellamento burocratico (Initiative Bürkratieabbau) inaugurata nel 2003, che prevede l’eliminazione completa di 14 provvedimenti normativi (leggi e regolamenti), nonché l’eliminazione parziale di altre sei leggi.

Nello specifico settore dell’energia, nel 2010 è stata approvata la legge di attuazione della direttiva sull’efficienza energetica e sui servizi energetici (Gesetz zur Umsetzung der Richtlinie des Europäischen Parlaments und des Rates über Endenergieeffizienz und Energiedienstleistungen) del il 4 novembre 2010, con la quale è stata data attuazione alla Direttiva 2006/32/CE, che, tra l’altro, impegna gli Stati membri a conseguire un obiettivo di risparmio energetico pari al 9% tra il 2008 e il 2016 e ad adottare misure efficaci sotto il profilo costi-benefici, praticabili e ragionevoli, intese a contribuire al conseguimento di detto obiettivo. In base alla nuova legge, le imprese energetiche devono, almeno una volta all’anno, fornire informazioni ai loro clienti finali sui fornitori di servizi energetici, sull'Energy Audit e sulle misure di risparmio energetico adottate.

La legge sulla tassazione del combustibile nucleare (Kernbrennstoffsteuergesetz - KernbrStG) dell’8 dicembre 2010, introduce, per il periodo 2011-2016, l’imposta sul consumo del combustibile nucleare (uranio e plutonio), utilizzato per la produzione industriale di energia elettrica. In virtù delle nuove disposizioni, gli operatori delle centrali nucleari sono tenuti a pagare la nuova tassa per ogni grammo di combustibile nucleare che utilizzano e inoltre le imprese dovranno versare un contributo obbligatorio destinato allo sviluppo di energie rinnovabili. Sempre dell’8 dicembre 2010 è la legge di istituzione del Fondo speciale per l’energia e il clima (Gesetz zur Errichtung eines Sondervermögensn “Energie- und Klimafonds” - EKFG), che istituisce un fondo speciale, amministrato del Ministero federale delle Finanze. finanziato, oltre che dalla tassa sul combustibile nucleare, anche attraverso una parte consistente degli utili addizionali derivanti dalla proroga della scadenza delle centrali termonucleari già esistenti.

Nel 2011 sono stati approvati quattro significativi provvedimenti in materia di tutela ambientale: la Legge di adeguamento dei fondamenti giuridici per lo sviluppo del sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione dei gas a effetto serra (Gesetz zur Anpassung der Rechtsgrundlagen für die Fortentwicklung des Emissionshandels), del 21 luglio 2011; la Legge per la promozione della tutela del clima nell’ambito dello sviluppo urbanistico (Gesetz zur Förderung des Klimaschutzes bei der Entwicklung in den Städten und Gemeinden), del 22 luglio 2011; la Tredicesima legge di modifica della legge sull’utilizzo pacifico dell’energia nucleare e sulla protezione dai suoi rischi (Dreizehntes Gesetz zur Änderung des Atomgesetzes), del 31 luglio 2011; la Legge di attuazione della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e di modifica della Legge federale sulla tutela ambientale e della Legge sul ciclo dei rifiuti (Gesetz zur Umsetzung der Meeresstrategie-Rahmenrichtlinie sowie zur Änderung des Bundeswasserstraßengesetzes und des Kreislaufwirtschafts- und Abfallgesetzes), del 6 ottobre 2011.

La prima legge attua nell’ordinamento interno la Direttiva 2003/87/CE, del 13 ottobre 2003 (successivamente modificata dalle Direttive 2008/101/CE e 2009/29/CE), che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità.

La seconda legge ha introdotto la cosiddetta clausola sul clima (Klimaschutzklausel) che amplia le possibilità di utilizzo delle energie rinnovabili e della produzione combinata di calore ed energia (Kraft-Wärme-Kopplung), ed ha previsto, inoltre, una speciale regolamentazione per lo sfruttamento dell’energia eolica, una semplificazione delle norme riguardanti l’utilizzo di impianti fotovoltaici, a fianco o sopra gli edifici, ed un aumento dei poteri di azione dei comuni.

Con la terza legge il Governo federale ha stabilito che l’energia nucleare debba essere ancora utilizzata come tecnologia-ponte per un periodo di transizione fino a che non possa essere sostituita in modo sicuro ed affidabile da fonti rinnovabili e, pertanto, ha deciso di porre termine, gradualmente, all’utilizzo dell’energia nucleare per la produzione industriale di elettricità.

La quarta legge ha attuato nell’ordinamento tedesco sia la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (Direttiva 2008/56/CE), sia la direttiva sulla valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (Direttiva 2001/42/CE).

All’inizio del 2012 è stata approvata la Legge di modifica della normativa sui ricorsi in materia ambientale (Gesetz zur Änderung des Umwelt-Rechtsbehelfsgesetzes und anderer umweltrechtlicher Vorschriften - UmwRGuaÄndG) del 21 gennaio 2013, che attua la Direttiva 2011/92/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 dicembre 2011 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. Inoltre, è stata approvata la Legge sulla nuova regolamentazione dell’etichettatura energetica (Gesetz zur Neuordnung des Energieverbrauchskennzeichnungsrechts) del 10 maggio 2012, che attua la Direttiva 2010/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, concernente l’indicazione del consumo di energia e di altre risorse dei prodotti connessi all’energia, mediante l’etichettatura ed informazioni uniformi relative ai prodotti. Infine, è stata approvata la Legge di modifica del quadro normativo sull’energia elettrica derivante da radiazione solare e di modifica della normativa sulle energie rinnovabili (Gesetz zur Änderung des Rechtsrahmens für Strom aus solarer Strahlungsenergie und weiteren Änderungen im Recht der erneuerbaren Energien) del 23 agosto 2012.

Infine, nel 2013 sono state approvate due leggi in materia ambientale: la Legge di modifica della legge sull'energia (Gesetz zur Änderung des Energiewirtschaftsgesetzes - EnWGÄndG), del 21 febbraio 2013, che prevede incentivi fiscali per il risanamento energetico degli edifici residenziali costruiti prima del 1995, e la Legge di attuazione della Direttiva sulle emissioni industriali (Gesetz zur Umsetzung der Richtlinie über Industrieemissionen - IndEmissRLUG), dell’8 aprile 2013, che attua la Direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento).

 

Regno Unito

Nel Regno Unito la tutela dell’ambiente e la valorizzazione delle fonti di energia rinnovabile costituiscono le coordinate di un provvedimento adottato nel 2009: il Green Energy (Definition and Promotion) Act 2009. La legge, d’iniziativa parlamentare, intende semplificare la normativa vigente in materia di efficienza energetica e promuovere l’impiego delle energie rinnovabili con la duplice finalità, ambientale e sociale, di agevolare il ricorso alle risorse energetiche alternative e, nel contempo, di ridurre le difficoltà delle persone meno abbienti di poter assicurare un adeguato livello di riscaldamento all’interno delle proprie abitazioni (fuel poverty). In questa prospettiva il testo normativo introduce, in primo luogo, la nozione di “energia verde”, definita come l’elettricità o il calore generati, nel limite di 5 megawatt, da fonti rinnovabili o comunque idonee a produrre bassi livelli di emissione nell’atmosfera; attraverso tale definizione, la legge integra il quadro normativo concernente le energie alternative, devolvendo alla normativa secondaria le modifiche della legislazione urbanistica necessarie a consentire l’installazione di impianti di microgenerazione sia nelle aree residenziali che sui fondi a destinazione agricola.

Inoltre, il Parlamento britannico ha approvato norme in materia di tutela dell’ambiente marino e delle aree costiere (Marine and Coastal Access Act 2009), che introducono nuovi criteri di pianificazione e di autorizzazione delle attività economiche diretti a preservare tale ambiente naturale.

Durante i primi mesi del 2010, il Governo laburista inglese, allora in carica, ha approvato poi alcune leggi attinenti ai temi dell’energia e della tutela del patrimonio ambientale. Tra queste, l’Energy Act 2010, correlandosi agli indirizzi adottati dal Governo in ordine alla programmata riduzione delle emissioni di CO2 nella misura del 18% entro il 2020, introduce un quadro di incentivi finanziari per lo sviluppo commerciale delle attività di raccolta e stoccaggio geologico di CO2 e prevede forme di sostegno per i casi di disagio sociale determinati da penuria energetica, fenomeno di cui si prospetta la riduzione anche mediante l’introduzione di sussidi e tariffe agevolate per il riscaldamento domestico. Infine la legge persegue il rafforzamento dei poteri pubblici di regolazione energetica, affinché il corretto funzionamento del relativo mercato possa giovare ai consumatori e assicurare la disponibilità di risorse di energia sicure e conformi al principio di sostenibilità ambientale.

La tutela ambientale, con specifico riferimento alla gestione delle acque, è oggetto del Flood and Water Management Act 2010. Preceduta da una pluriennale istruttoria scandita dalla pubblicazione di diversi documenti di consultazione, la legge conferisce rinnovati poteri alle autorità di settore in vista della predisposizione ed attuazione di piani strategici di intervento relativamente ai fenomeni delle alluvioni e al rischio di erosione delle zone costiere.

Con l’Energy Act 2011, in conformità agli impegni programmatici assunti dalla Coalizione di governo, sono state introdotte una serie di misure il cui denominatore comune è la promozione dell’efficienza energetica, nel quadro dei vincoli posti dai criteri di sostenibilità ambientale. L’obiettivo della transizione del Regno Unito ad un sistema energetico sicuro, economico e a basso impatto ambientale è perseguito dalla legge con disposizioni riferite a tre principali ambiti di intervento: l’incentivazione degli interventi diretti all’efficienza energetica; la promozione della sicurezza e dell’affidabilità delle fonti di energia; la promozione degli investimenti privati riferiti alle fonti energetiche a basso impatto emissivo di CO2. In particolare è prevista l’operatività di un sistema di certificazione energetica degli edifici, in base al quale le caratteristiche di ciascun immobile devono essere obbligatoriamente indicate nei contratti di compravendita e di locazione, e gli impegni assunti dal venditore o locatore si trasferiscono in capo all’acquirente o al conduttore dell’immobile medesimo.

In quest’ambito l’azione pubblica, come delineata dalla recente legislazione, si avvale di due principali strumenti, il Green Deal e l’Energy Companies Obligation (ECO). Con il primo, si persegue il risanamento immobiliare finalizzato ad ottenere il risparmio energetico con il supporto finanziario delle società fornitrici verso i consumatori (privati od imprese) nella forma della deduzione dei costi degli interventi di risanamento e nella tariffazione periodica dei consumi (a condizione che i risparmi attesi siano non inferiori ai consumi tariffati). Il secondo strumento (ECO) è costituito da un sussidio erogato dalle società fornitrici per l’efficienza energetica delle abitazioni dei consumatori a basso reddito o che, per le caratteristiche strutturali degli edifici, richiedono interventi di risanamento più onerosi.

In merito a questi programmi e agli obiettivi generali di risparmio energetico in tal modo perseguiti il Parlamento ha rivendicato il proprio ruolo di controllo, rilevando, recentemente, la carenza da parte del Governo di dati ed informazioni idonei a monitorare e valutare i progressi compiuti; a questi profili è dedicata la relazione pubblicata nel maggio 2013 dallo Energy and Climate Change Committee della Camera dei Comuni (The Green Deal: watching brief).

 

 

Spagna

Tra i provvedimenti normativi degli ultimi anni approvati in Spagna in materia ambientale, si segnala l’importante Ley 41/2010, del dicembre 2010, sulla protezione dell’ambiente marino, che ha recepito nell’ordinamento spagnolo la direttiva comunitaria 2008/56/CE, nota come “direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino”, con la quale è stato introdotto l’obbligo per gli Stati membri di conseguire un buono stato ecologico delle acque marine europee, attraverso l’elaborazione di strategie volte a preservare la biodiversità e la vitalità di oceani e mari, nel quadro di uno sviluppo sostenibile. Con l’approvazione della legge 41/2010, il legislatore ha anche voluto radunare in un unico testo le disposizioni esistenti in Spagna in materia di protezione dell’ambiente marino, finora sparse in diverse leggi statali.

La legge spagnola individua, in particolare, tre specifici obiettivi strategici delle “strategie per l’ambiente marino”: proteggere e preservare l’ambiente marino, compresa la sua biodiversità, evitare il suo deterioramento e recuperare gli ecosistemi marini nelle zone in cui sono stati trattati negativamente; prevenire e ridurre gli smaltimenti in ambiente marino, al fine di eliminare progressivamente l’inquinamento del mare, e vigilare affinché non vi siano impatti o rischi gravi per la biodiversità marina, gli ecosistemi marini, la salute umana o gli utilizzi consentiti del mare; garantire che le attività e gli utilizzi dell’ambiente marino siano compatibili con la preservazione della sua biodiversità. La legge, in conformità a quanto disposto dalla direttiva 2008/56/CE, suddivide l’ambiente marino spagnolo in due regioni marine: Oceano Atlantico nordorientale, suddiviso in due sottoregioni (Golfo di Biscaglia e coste iberiche, Zona macaronesica delle isole Canarie), e Mar Mediterraneo.

Nel luglio 2011 è stata poi approvata la Ley 22/2011, sui rifiuti ed i suoli contaminati, recependo nell’ordinamento interno la direttiva comunitaria 2008/98/CE, che ha stabilito un quadro giuridico organico, a livello europeo, in tema di gestione dei rifiuti. La nuova legge orienta la politica dei rifiuti verso i principi della massimizzazione nello sfruttamento delle risorse, da un lato, e della minimizzazione dell’impatto ambientale, dall’altro lato, attraverso l’introduzione di misure di prevenzione, riutilizzazione e riciclo dei rifiuti e la promozione dell’innovazione scientifica e tecnologica che permetta di ridurre l’emissione di gas nocivi nell’atmosfera.

Lo scopo della legge è prevedere, nella gestione dei rifiuti, misure che ne prevengano la produzione e ne riducano gli impatti negativi sulla salute umana e l’ambiente interessato, migliorando al contempo l’efficacia nell’uso delle risorse, essa inoltre stabilisce la definizione del regime giuridico dei terreni inquinati. Per quanto riguarda i principi della politica dei rifiuti e le competenze di carattere amministrativo, si istituisce una nuova Commissione di coordinamento in materia di rifiuti (Comisión de coordinación en materia de residuos), ascritta al Ministero dell’ambiente, qualificata come organo di cooperazione tecnica e collaborazione tra le distinte amministrazioni e composta da rappresentanti dei diversi Ministeri competenti per materia, delle Comunità autonome e degli enti locali. Nel campo degli strumenti della politica dei rifiuti, è prevista l’elaborazione di piani e programmi per la gestione dei rifiuti, sia a livello nazionale sia ai livelli regionale e locale, e si dà particolare risalto, in consonanza con le disposizioni contenute nella direttiva 2008/98/CE, ai programmi di prevenzione della formazione dei rifiuti, che devono essere redatti dalle pubbliche amministrazioni competenti.

Nel maggio 2012, con il Real Decreto-ley 17/2012, recante misure urgenti in materia ambientale, il Governo spagnolo ha voluto coniugare la salvaguardia dell’ambiente con il sostegno all’economia in difficoltà, avviando un’opera di semplificazione burocratica in favore sia dei cittadini sia degli uffici della pubblica amministrazione, in modo da favorire uno sviluppo sostenibile e, al contempo, rendere anche la normativa in materia ambientale effettivamente “sostenibile”.

In primo luogo, è stata modificata la legge 42/2007 sul patrimonio naturale e la biodiversità, stabilendo che debbano essere coordinati in un unico strumento integrato tutte le attività relative alle diverse tipologie di aree protette che si trovano in un medesimo territorio e prevedendo piani o altri strumenti di gestione che garantiscano la compatibilità tra gli obiettivi di tutela ambientale della zona e le necessità di sviluppo dei nuclei urbani ivi presenti. Allo stesso modo, sono state apportate alcune modifiche alla citata legge 22/2011 sui rifiuti e i suoli inquinati, al fine di semplificare e ridurre alcune incombenze burocratiche, stabilendo, ad esempio, che i poteri sanzionatori degli enti locali in materia di smaltimento dei rifiuti possono essere esercitati solamente in relazione ai rifiuti la cui raccolta e gestione spetti direttamente all’ente locale coinvolto.

Un’ampia parte del decreto legge riguarda, poi, la gestione dell’acqua, che deve restare ancorata al principio fondamentale dell’unità di gestione di ciascun bacino, anche in presenza di bacini idrografici interregionali, suddivisi tra più Comunità autonome. In attuazione della direttiva 2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, vengono inoltre regolamentate le masse di acqua che si trovano sotto terra e il loro buono stato, al fine di reagire con tempestività in caso di problemi alle falde acquifere sotterranee.

L’ultima parte del decreto-legge 17/2012 concerne, infine, il sistema delle quote di emissioni di anidride carbonica (CO2), stabilito dall’Unione europea, e introduce modifiche alla legge 24/1988 sul mercato dei valori, al fine di favorire la partecipazione competitiva delle imprese spagnole alle aste dei diritti di emissione che si svolgono a livello comunitario.

Il decreto-legge 17/2012 è stato convalidato dal Congresso dei deputati, nel testo del Governo, nella seduta del 17 maggio 2012. Nella stessa seduta è stato deliberato di trasformare il decreto-legge in un disegno di legge con procedimento d’urgenza, secondo un procedimento tipico dell’ordinamento spagnolo, al fine di poter introdurre modifiche al testo del Governo.

Tale disegno di legge è stato poi approvato nel dicembre 2012, divenendo la Ley 11/2012, recante misure urgenti in materia ambientale, che ha confermato l’impianto complessivo del decreto-legge 17/2012, modificandolo in qualche punto.

Tale legge ha agito ancora sul versante della semplificazione amministrativa, eliminando i meccanismi che per la loro complessità risultavano inefficaci, in base al principio che una protezione efficace esige la fissazione di regole chiare che tutelino l’ambiente e promuovano lo sviluppo compatibile. Alcune forme di protezione sono unificate in una sola tipologia, inoltre si garantisce la compatibilità della tutela ambientale con la necessità di sviluppo proprie dei nuclei urbani, attraverso la pianificazione degli spazi naturali. Altre disposizioni riguardano la tutela dell’acqua, interessata da una gestione maggiormente efficace e coordinata.

Tra le novità introdotte dalla nuova legge, si segnala, per quanto concerne i rifiuti, l’avvio obbligatorio dei sistemi di deposito, devoluzione e ritorno (SDDR). Tale sistema è basato sul “vuoto a rendere”, per cui al momento dell’acquisto i consumatori pagano una cauzione per il contenitore (vetro, plastica, metallo) dell’articolo acquistato, l’importo del deposito è poi restituito al momento della devoluzione del contenitore presso il negozio in cui è stato comprato o in altri aderenti al sistema. Il Governo può pertanto pretendere dall’amministrazione competente l’avvio obbligatorio di tali sistemi in alcuni casi, quali i rifiuti di difficile valorizzazione o eliminazione ed i rifiuti pericolosi. Inoltre è modificato il regime giuridico e istituzionale dei sistemi collettivi di responsabilità estesa del produttore, di cui potranno far parte, oltre ai produttori, ulteriori soggetti, quali i distributori e altri agenti economici.

 

 

 

 

 

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