Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||||
Titolo: | I provvedimenti in materia di tutela ambientale e sviluppo sostenibile adottati negli ultimi 5 anni in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna | ||||||
Serie: | Appunti Numero: 53 | ||||||
Data: | 05/06/2013 | ||||||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVII Legislatura
BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA
A P P U N T I |
Appunto 21/2013 5 giugno 2013
I provvedimenti in materia di tutela ambientale e sviluppo
sostenibile adottati negli ultimi 5 anni
in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna
Francia
A partire dal 2009 sono stati emanati in Francia
diversi provvedimenti significativi in materia ambientale.
A. Provvedimenti adottati nel corso della XIII legislatura
(giugno 2007-giugno 2012)
Nell’agosto 2009 è stato innanzitutto approvato un provvedimento che ha
comportato ampie riforme in questa materia. Si tratta della Loi
n. 2009-967 du 3 août 2009 de programmation relative à la mise en oevre du
Grenelle de l’Environnement), la cosiddetta Loi Grenelle I, che ha
tradotto in legge i programmi elaborati dal Governo nell’ambito del progetto Grenelle
de l’Environnement. Il progetto era stato lanciato dal Presidente della
Repubblica Sarkozy nel maggio 2007,
per avviare nuove azioni per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Il progetto ha visto il coinvolgimento di
rappresentanti dell’amministrazione pubblica e della società civile che,
riuniti in gruppi di lavoro, hanno elaborato, tra l’ottobre e il dicembre 2007,
una serie di proposte in materia (Cfr. http://www.developpement-durable.gouv.fr/-Le-Grenelle-de-l-environnement-de-.html).
La legge n. 2009-967 contiene disposizioni relative
alla lotta ai cambiamenti climatici, alla tutela della biodiversità e alla
riduzione dei consumi di energia, acqua ed altre risorse naturali in tutti i
settori (edilizia e trasporti in primis),
nonché misure atte a preservare i servizi resi dagli ecosistemi. In
particolare, per reintegrare la biodiversità, la legge prevede la riduzione
delle emissioni di gas serra e il miglioramento dell’efficienza energetica. Il provvedimento enuncia anche i principi
per la messa a punto di una futura governance
adeguata ad un tale mutamento
ecologico, che ponga la pratica della “concertazione” a monte dell’attuazione
dei progetti, che consideri le collettività territoriali nelle loro
particolarità e specificità, che sia ispirata a principi di massima
trasparenza.
A completamento delle disposizioni
appena menzionate, nel gennaio 2009, il Governo ha presentato un secondo
progetto di legge in materia. Il provvedimento derivante dal progetto è la
legge relativa all’attuazione e “territorializzazione” dell’impegno nazionale
per l’ambiente del
Per ciò che riguarda, invece, i
servizi pubblici relativi alle fonti energetiche, è stata approvata il
Nel 2012 è
stata poi approvata dal Parlamento francese
B. Provvedimenti adottati nel corso della XIV legislatura
(giugno 2012-)
Sempre nel 2012, ma per impulso del nuovo Presidente della Repubblica Hollande
– eletto nel maggio 2012 – e del nuovo Primo ministro Ayrault, è stata
approvata
Nel 2013
è stato poi approvato un provvedimento recante misure volte a rafforzare la
prevenzione contro i rischi per l’ambiente e la salute. Si tratta della Loi n. 2013-316
du 16 avril 2013 relative à l'indépendance de l'expertise en matière de santé
et d'environnement et à la protection des lanceurs d'alerte. La legge
stabilisce, in particolare, che ogni persona fisica o giuridica ha il diritto
di rendere pubblica, in buona fede, qualsiasi informazione riguardante un
fatto, un dato, o un’azione, la cui non divulgazione può determinare un
rischio grave per la salute dei cittadini o per l’ambiente. Il
provvedimento dispone inoltre, modificando il Code du travail, che un dipendente ha il diritto di comunicare al
datore di lavoro la presenza di un simile rischio, causato dall’utilizzo di
determinati prodotti o procedimenti di produzione. È inoltre disposto che il
lavoratore che denuncia un tale rischio beneficia di una protezione contro
eventuali forme di discriminazione nei suoi confronti (Cfr. artt.
L4133-1 e ss, Code du travail).
La legge reca inoltre l’istituzione della Commission
nationale de la déontologie et des alerts en matière de santé publique et
d’environnement, che ha diversi compiti tra cui quelli di: ricevere le
segnalazioni di allarme (alertes) su
determinati rischi ambientali o sanitari; informare i ministri competenti
riguardo a tali segnalazioni; emanare raccomandazioni generali sui principi
deontologici inerenti l’expertise
scientifica e tecnica nel campo della sanità e dell’ambiente; emettere pareri,
su richiesta, sui codici deontologici di organismi dediti ad un’attività di expertise o di ricerca in ambito
sanitario o ambientale.
A livello
di iniziative governative non legislative, il Primo ministro Ayrault ed il “Ministro
dell’ecologia, dello sviluppo sostenibile e dell’energia” Batho hanno
promosso tra la fine del 2012 e la primavera del 2013 diverse iniziative per
incentivare uno sviluppo sostenibile.
Si
sottolinea in particolare che, il 14 e il
Il
Lo stesso 22
maggio il Ministro ha inoltre annunciato la pubblicazione dei primi “indicatori
macro-economici sull’economia verde”. Si tratta di indicatori, promossi
dal Primo ministro Ayrault, per valutare il modo in cui le nuove politiche
ambientali contribuiscono a migliorare la crescita economica e ad aumentare
l’occupazione. Gli indicatori si riferiscono alle cosiddette “eco-attività”:
quelle attività o quei servizi che hanno per obiettivo la protezione
dell’ambiente o la gestione delle risorse naturali (Cfr. il primo tableau de bord des indicateurs de l’économie
verte: http://www.developpement-durable.gouv.fr/IMG/pdf/Tableau_de_bord_des_indicateurs_de_l_economie_verte-2.pdf).
Il
Il Governo ha infine comunicato
che il
Germania
Anche in Germania, a partire dal 2009,
sono stati approvati diversi provvedimenti in materia ambientale. In primo
luogo è stata approvata la legge per la
nuova regolamentazione del diritto della protezione della natura e della
cura del paesaggio (Gesetz
zur Neuregelung des Rechts des Naturschutzes und der Landschaftspflege),
del
È stata poi varata la legge per la nuova
regolamentazione del diritto delle acque (Gesetz zur Ordnung
des Wasserrechts), del
Nel 2009,
è stata inoltre approvata la legge per il riordino della legislazione federale
nel settore di competenza del Ministero federale per l’ambiente, per la
protezione della natura e per la sicurezza atomica (Gesetz zur
Bereinigung des Bundesrechts in Geschäftsbereich des Bundesministerium für
Umwelt, Naturschutz und Reaktorsicherheit (Rechtsbereinigungsgesetz Umwelt
RGU), dell’
Nello specifico settore
dell’energia, nel 2010 è stata
approvata la legge di attuazione della
direttiva sull’efficienza energetica e sui servizi energetici (Gesetz zur Umsetzung der Richtlinie des Europäischen Parlaments und des
Rates über Endenergieeffizienz und Energiedienstleistungen) del il
La legge sulla
tassazione del combustibile nucleare
(Kernbrennstoffsteuergesetz
- KernbrStG) dell’
Nel 2011 sono stati approvati quattro significativi provvedimenti in
materia di tutela ambientale:
La prima legge attua
nell’ordinamento interno
La seconda legge ha introdotto la cosiddetta clausola sul
clima (Klimaschutzklausel) che amplia
le possibilità di utilizzo delle energie rinnovabili e della produzione combinata di calore ed energia
(Kraft-Wärme-Kopplung), ed ha previsto,
inoltre, una speciale regolamentazione per lo sfruttamento dell’energia eolica,
una semplificazione delle norme riguardanti l’utilizzo di impianti
fotovoltaici, a fianco o sopra gli edifici, ed un aumento dei poteri di azione
dei comuni.
Con la terza legge il Governo
federale ha stabilito che l’energia
nucleare debba essere ancora utilizzata come tecnologia-ponte per un
periodo di transizione fino a che non possa essere sostituita in modo sicuro ed
affidabile da fonti rinnovabili e, pertanto, ha deciso di porre termine,
gradualmente, all’utilizzo dell’energia nucleare per la produzione industriale
di elettricità.
La quarta
legge ha attuato nell’ordinamento tedesco sia la direttiva quadro sulla strategia
per l’ambiente marino (Direttiva 2008/56/CE), sia la direttiva sulla
valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente
(Direttiva 2001/42/CE).
All’inizio del 2012 è stata approvata
Infine, nel 2013 sono state approvate due leggi in materia ambientale:
Regno Unito
Nel Regno Unito la tutela
dell’ambiente e la valorizzazione delle fonti
di energia rinnovabile
costituiscono le coordinate di un provvedimento adottato nel 2009: il Green Energy (Definition
and Promotion) Act 2009. La legge, d’iniziativa parlamentare, intende
semplificare la normativa vigente in materia di efficienza energetica e
promuovere l’impiego delle energie rinnovabili con la duplice finalità,
ambientale e sociale, di agevolare il ricorso alle risorse energetiche
alternative e, nel contempo, di ridurre le difficoltà delle persone meno
abbienti di poter assicurare un adeguato livello di riscaldamento all’interno
delle proprie abitazioni (fuel poverty).
In questa prospettiva il testo normativo introduce, in primo luogo, la nozione
di “energia verde”, definita come
l’elettricità o il calore generati, nel limite di 5 megawatt, da fonti
rinnovabili o comunque idonee a produrre bassi livelli di emissione
nell’atmosfera; attraverso tale definizione, la legge integra il quadro
normativo concernente le energie alternative, devolvendo alla normativa
secondaria le modifiche della legislazione urbanistica necessarie a consentire
l’installazione di impianti di microgenerazione sia nelle aree residenziali che sui fondi a destinazione agricola.
Inoltre, il Parlamento britannico ha
approvato norme in materia di tutela dell’ambiente marino e delle aree costiere
(Marine and Coastal
Access Act 2009), che introducono nuovi criteri di pianificazione e di
autorizzazione delle attività economiche diretti a preservare tale ambiente
naturale.
Durante i primi mesi del 2010, il Governo laburista inglese,
allora in carica, ha approvato poi alcune leggi attinenti ai temi dell’energia e della tutela del patrimonio ambientale.
Tra queste, l’Energy Act 2010,
correlandosi agli indirizzi adottati dal Governo in ordine alla programmata
riduzione delle emissioni di CO2 nella misura del 18% entro il 2020, introduce
un quadro di incentivi finanziari per lo sviluppo commerciale delle attività di
raccolta e stoccaggio geologico di CO2 e prevede forme di sostegno per i casi
di disagio sociale determinati da penuria energetica, fenomeno di cui si
prospetta la riduzione anche mediante l’introduzione di sussidi e tariffe
agevolate per il riscaldamento domestico. Infine la legge persegue il rafforzamento
dei poteri pubblici di regolazione energetica, affinché il corretto
funzionamento del relativo mercato possa giovare ai consumatori e assicurare la
disponibilità di risorse di energia sicure e conformi al principio di
sostenibilità ambientale.
La tutela ambientale, con specifico
riferimento alla gestione delle acque, è oggetto del Flood
and Water Management Act 2010. Preceduta da una pluriennale istruttoria
scandita dalla pubblicazione di diversi documenti di consultazione, la legge
conferisce rinnovati poteri alle autorità di settore in vista della
predisposizione ed attuazione di piani strategici di intervento relativamente
ai fenomeni delle alluvioni e al rischio di erosione delle zone costiere.
Con l’Energy
Act 2011, in conformità agli impegni programmatici assunti dalla
Coalizione di governo, sono state introdotte una serie di misure il cui
denominatore comune è la promozione dell’efficienza energetica, nel quadro dei
vincoli posti dai criteri di sostenibilità ambientale. L’obiettivo della
transizione del Regno Unito ad un sistema energetico sicuro, economico e a
basso impatto ambientale è perseguito dalla legge con disposizioni riferite a
tre principali ambiti di intervento: l’incentivazione degli interventi diretti
all’efficienza energetica; la promozione della sicurezza e dell’affidabilità
delle fonti di energia; la promozione degli investimenti privati riferiti alle
fonti energetiche a basso impatto emissivo di CO2. In particolare è prevista
l’operatività di un sistema di certificazione energetica degli edifici, in base
al quale le caratteristiche di ciascun immobile devono essere obbligatoriamente
indicate nei contratti di compravendita e di locazione, e gli impegni assunti
dal venditore o locatore si trasferiscono in capo all’acquirente o al
conduttore dell’immobile medesimo.
In quest’ambito l’azione pubblica,
come delineata dalla recente legislazione, si avvale di due principali
strumenti, il Green Deal e l’Energy
Companies Obligation (ECO). Con il primo, si persegue il risanamento
immobiliare finalizzato ad ottenere il risparmio energetico con il supporto
finanziario delle società fornitrici verso i consumatori (privati od imprese)
nella forma della deduzione dei costi degli interventi di risanamento e nella
tariffazione periodica dei consumi (a condizione che i risparmi attesi siano
non inferiori ai consumi tariffati). Il secondo strumento (ECO) è costituito da
un sussidio erogato dalle società fornitrici per l’efficienza energetica delle
abitazioni dei consumatori a basso reddito o che, per le caratteristiche
strutturali degli edifici, richiedono interventi di risanamento più onerosi.
In merito a questi programmi e agli
obiettivi generali di risparmio energetico in tal modo perseguiti il Parlamento
ha rivendicato il proprio ruolo di controllo, rilevando, recentemente, la
carenza da parte del Governo di dati ed informazioni idonei a monitorare e
valutare i progressi compiuti; a questi profili è dedicata la relazione
pubblicata nel maggio 2013 dallo Energy
and Climate Change Committee della Camera dei Comuni (The
Green Deal: watching brief).
Spagna
Tra i provvedimenti normativi degli
ultimi anni approvati in Spagna in materia ambientale, si segnala l’importante Ley 41/2010,
del dicembre 2010, sulla protezione dell’ambiente marino, che ha
recepito nell’ordinamento spagnolo la direttiva
comunitaria 2008/56/CE, nota come “direttiva
quadro sulla strategia per l’ambiente marino”, con la quale è stato
introdotto l’obbligo per gli Stati membri di conseguire un buono stato
ecologico delle acque marine europee, attraverso l’elaborazione di strategie
volte a preservare la biodiversità e la vitalità di oceani e mari, nel quadro
di uno sviluppo sostenibile. Con
l’approvazione della legge 41/2010, il legislatore ha anche voluto radunare in
un unico testo le disposizioni esistenti in Spagna in materia di protezione
dell’ambiente marino, finora sparse in diverse leggi statali.
La legge spagnola individua, in particolare, tre specifici obiettivi strategici delle “strategie per l’ambiente marino”: proteggere e preservare l’ambiente marino, compresa la sua biodiversità, evitare il suo deterioramento e recuperare gli ecosistemi marini nelle zone in cui sono stati trattati negativamente; prevenire e ridurre gli smaltimenti in ambiente marino, al fine di eliminare progressivamente l’inquinamento del mare, e vigilare affinché non vi siano impatti o rischi gravi per la biodiversità marina, gli ecosistemi marini, la salute umana o gli utilizzi consentiti del mare; garantire che le attività e gli utilizzi dell’ambiente marino siano compatibili con la preservazione della sua biodiversità. La legge, in conformità a quanto disposto dalla direttiva 2008/56/CE, suddivide l’ambiente marino spagnolo in due regioni marine: Oceano Atlantico nordorientale, suddiviso in due sottoregioni (Golfo di Biscaglia e coste iberiche, Zona macaronesica delle isole Canarie), e Mar Mediterraneo.
Nel luglio 2011 è stata poi approvata
Lo scopo della legge è prevedere, nella gestione dei rifiuti, misure che ne prevengano la produzione e ne riducano gli impatti negativi sulla salute umana e l’ambiente interessato, migliorando al contempo l’efficacia nell’uso delle risorse, essa inoltre stabilisce la definizione del regime giuridico dei terreni inquinati. Per quanto riguarda i principi della politica dei rifiuti e le competenze di carattere amministrativo, si istituisce una nuova Commissione di coordinamento in materia di rifiuti (Comisión de coordinación en materia de residuos), ascritta al Ministero dell’ambiente, qualificata come organo di cooperazione tecnica e collaborazione tra le distinte amministrazioni e composta da rappresentanti dei diversi Ministeri competenti per materia, delle Comunità autonome e degli enti locali. Nel campo degli strumenti della politica dei rifiuti, è prevista l’elaborazione di piani e programmi per la gestione dei rifiuti, sia a livello nazionale sia ai livelli regionale e locale, e si dà particolare risalto, in consonanza con le disposizioni contenute nella direttiva 2008/98/CE, ai programmi di prevenzione della formazione dei rifiuti, che devono essere redatti dalle pubbliche amministrazioni competenti.
Nel maggio 2012, con il Real Decreto-ley 17/2012, recante misure urgenti in materia ambientale, il Governo spagnolo ha voluto coniugare la salvaguardia dell’ambiente con il sostegno all’economia in difficoltà, avviando un’opera di semplificazione burocratica in favore sia dei cittadini sia degli uffici della pubblica amministrazione, in modo da favorire uno sviluppo sostenibile e, al contempo, rendere anche la normativa in materia ambientale effettivamente “sostenibile”.
In primo luogo, è stata modificata
la legge
42/2007 sul patrimonio naturale
e la biodiversità, stabilendo che
debbano essere coordinati in un unico strumento integrato tutte le attività
relative alle diverse tipologie di aree protette che si trovano in un medesimo
territorio e prevedendo piani o altri strumenti di gestione che garantiscano la
compatibilità tra gli obiettivi di tutela ambientale della zona e le necessità
di sviluppo dei nuclei urbani ivi presenti. Allo stesso modo, sono state
apportate alcune modifiche alla citata legge 22/2011 sui rifiuti e i suoli
inquinati, al fine di semplificare e ridurre alcune incombenze burocratiche,
stabilendo, ad esempio, che i poteri sanzionatori degli enti locali in materia
di smaltimento dei rifiuti possono essere esercitati solamente in relazione ai
rifiuti la cui raccolta e gestione spetti direttamente all’ente locale
coinvolto.
Un’ampia parte del decreto legge
riguarda, poi, la gestione dell’acqua,
che deve restare ancorata al principio fondamentale dell’unità di gestione di
ciascun bacino, anche in presenza di bacini idrografici interregionali,
suddivisi tra più Comunità autonome. In attuazione della direttiva
2000/60/CE, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di
acque, vengono inoltre regolamentate le masse di acqua che si trovano sotto
terra e il loro buono stato, al fine di reagire con tempestività in caso di
problemi alle falde acquifere sotterranee.
L’ultima parte del decreto-legge
17/2012 concerne, infine, il sistema delle quote di emissioni di anidride carbonica (CO2), stabilito
dall’Unione europea, e introduce modifiche alla legge 24/1988 sul mercato dei
valori, al fine di favorire la partecipazione competitiva delle imprese
spagnole alle aste dei diritti di emissione che si svolgono a livello
comunitario.
Il decreto-legge 17/2012 è stato
convalidato dal Congresso dei deputati, nel testo del Governo, nella seduta del
17 maggio 2012. Nella stessa seduta è stato deliberato di trasformare il
decreto-legge in un disegno di legge con procedimento d’urgenza, secondo un
procedimento tipico dell’ordinamento spagnolo, al fine di poter introdurre
modifiche al testo del Governo.
Tale disegno di legge è stato poi
approvato nel dicembre 2012,
divenendo
Tale legge ha agito ancora sul
versante della semplificazione amministrativa, eliminando i meccanismi che per
la loro complessità risultavano inefficaci, in base al principio che una
protezione efficace esige la fissazione di regole chiare che tutelino
l’ambiente e promuovano lo sviluppo compatibile. Alcune forme di protezione
sono unificate in una sola tipologia, inoltre si garantisce la compatibilità
della tutela ambientale con la necessità di sviluppo proprie dei nuclei urbani,
attraverso la pianificazione degli spazi naturali. Altre disposizioni
riguardano la tutela dell’acqua, interessata da una gestione maggiormente
efficace e coordinata.
Tra le novità introdotte dalla nuova
legge, si segnala, per quanto concerne i rifiuti,
l’avvio obbligatorio dei sistemi di deposito, devoluzione e ritorno (SDDR).
Tale sistema è basato sul “vuoto a
rendere”, per cui al momento dell’acquisto i consumatori pagano una
cauzione per il contenitore (vetro, plastica, metallo) dell’articolo
acquistato, l’importo del deposito è poi restituito al momento della
devoluzione del contenitore presso il negozio in cui è stato comprato o in
altri aderenti al sistema. Il Governo può pertanto pretendere
dall’amministrazione competente l’avvio obbligatorio di tali sistemi in alcuni
casi, quali i rifiuti di difficile valorizzazione o eliminazione ed i rifiuti
pericolosi. Inoltre è modificato il regime giuridico e istituzionale dei
sistemi collettivi di responsabilità estesa del produttore, di cui potranno far
parte, oltre ai produttori, ulteriori soggetti, quali i distributori e altri
agenti economici.
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