Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Dati statistici sulla presenza delle donne nei Parlamenti e nei Governi di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia e analisi dell'esistenza di misure normative volte a favorire la presenza femminile nelle cariche politiche elettive
Serie: Appunti    Numero: 51
Data: 21/05/2013
Descrittori:
DANIMARCA   DONNE
FINLANDIA   GOVERNO
NORVEGIA   PARLAMENTO
SVEZIA     

Camera dei deputati

XVII Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

 

Appunto 18/2013                                                                                21 maggio 2013

Dati statistici sulla presenza delle donne nei Parlamenti e nei Governi di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia e analisi dell’esistenza di misure normative volte a favorire la presenza femminile nelle cariche politiche elettive

 

 

I) Dati statistici

 

I dati statistici relativi alla rappresentanza femminile nei Parlamenti dei 27 Stati dell’Unione europea (UE) e di altri paesi europei sono reperibili sul sito della Commissione europea, al seguente indirizzo internet: http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/database/010_en.xls (febbraio-marzo 2013).

Dai dati emerge che la Finlandia e la Svezia sono i paesi che registrano in Europa la maggiore presenza femminile in Parlamento (43%). Anche la Danimarca e la Norvegia (paese non appartenente all’UE) rilevano un’elevata presenza delle donne in Parlamento (40%). In Italia si registra, nella Camera dei deputati, una presenza femminile del 28%.

Si veda di seguito la tabella relativa ai dati sulla presenza femminile e maschile nei Parlamenti (monocamerali) dei quattro paesi considerati:

 

Paesi

Donne

Uomini

Totale seggi in Parlamento

Presenza femminile (%)

Presenza

maschile

(%)

Danimarca

72

107

179

40%

60%

Finlandia

86

114

200

43%

57%

Svezia

151

198

349

43%

57%

Norvegia

67

102

169

40%

60%

 

 

I dati statistici relativi alla rappresentanza femminile nei Governi dei 27 Stati dell’UE e di altri paesi europei sono reperibili sul sito della Commissione europea, al seguente indirizzo internet: http://ec.europa.eu/justice/gender-equality/files/database/005_en.xls (febbraio-marzo 2013).

Dai dati risulta che i paesi che registrano la più alta presenza femminile nei Governi nazionali sono la Svezia (54%), seguita dalla Norvegia e dall’Islanda (50%), quindi dalla Francia (49%), poi dalla Danimarca (48%) e dalla Finlandia (47%).

Si veda di seguito la tabella relativa ai dati sulla presenza femminile e maschile nei Governi dei quattro paesi considerati (i dati si riferiscono ai soli senior ministers membri dei Governi):

 

Paesi

Donne

Uomini

Totale Senior ministers nel Governo

Presenza femminile (%)

Presenza

maschile

(%)

Danimarca

11

12

23

48%

52%

Finlandia

9

10

19

47%

53%

Svezia

13

11

24

54%

46%

Norvegia

10

10

20

50%

50%

 

 

 

II) Analisi dell’esistenza nelle legislazioni nazionali di Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia di misure normative volte a favorire la presenza femminile nelle cariche politiche elettive

 

 

Danimarca

 

In Danimarca non sono vigenti disposizioni normative che sanciscano l’obbligo della presenza di determinate quote in favore del sesso femminile (le cosiddette “quote rosa”) nelle elezioni per la rappresentanza parlamentare o per le assemblee a livello locale. Il Parliamentary Election Act of Denmark (Act. No. 271 del 13 maggio 1987, e successive modificazioni) non prevede infatti norme specifiche in materia.

Neanche i partiti politici prevedono nei loro regolamenti interni meccanismi volti a favorire la presenza delle donne nelle candidature elettorali. In passato, alcuni partiti (come ad es. il Socialist People’s party, il Social Democratic Party) hanno adottato sistemi per favorire tale presenza (cfr. “Quota project. Global Database of Quotas for Women”: http://www.quotaproject.org/uid/countryview.cfm?ul=en&country=63).

Il Gender Equality (Consolidation) Act (Consolidation Act. No. 553 del 2 luglio 2002) dispone, invece, l’obbligo di una rappresentanza paritaria di uomini e donne in alcuni organi pubblici istituiti a livello ministeriale, come ad esempio: commissioni pubbliche (public committees), consigli direttivi (boards) nella pubblica amministrazione, ecc. (cfr. Part. 4, sez. 8-13, del Gender Equality (Consolidation) Act).

 

Finlandia

 

Anche in Finlandia non esiste una normativa che preveda quote riservate alle candidate donne ai fini dell’elezione diretta di organi rappresentativi: non vi sono, infatti, disposizioni in tal senso all’interno dell’Election Act 714/1998. È tuttavia, in qualche misura, condizionata la predisposizione delle liste per questo tipo di elezioni, in relazione alla eventuale successiva costituzione indiretta di organi collegiali composti da membri democraticamente eletti, che dovrà essere effettuata promuovendo la parità di genere. Con riferimento a tali organi infatti, la legge sulla parità fra i sessi (Act on Equality between Women and Men) dell’8 agosto 1986, n. 609, prevede che almeno il 40% dei componenti di tutti gli organi collegiali pubblici indirettamente costituiti a livello nazionale o locale debba appartenere allo stesso sesso (art. 4a).

 

Norvegia

 

In Norvegia, ugualmente, non sono vigenti disposizioni normative che sanciscano l’obbligo della presenza di determinate quote in favore del sesso femminile nelle candidature per le elezioni per la rappresentanza parlamentare o per le assemblee a livello locale. L’Election Act (Act. No. 57 del 28 giugno 2002 concernente le elezioni parlamentari e del governo locale, più volte modificato) non prevede infatti disposizioni in tal senso. Anche nel Manuale elettorale (aggiornato al luglio 2011) è specificato che la legislazione elettorale del paese non prevede un sistema di quote per favorire la presenza delle donne in Parlamento o nelle assemblee rappresentative locali.

Diversi partiti politici norvegesi prevedono, tuttavia, nei loro regolamenti interni, disposizioni volte a favorire la presenza delle donne in Parlamento e nelle assemblee elettive a livello locale (cfr. “Quota project. Global Database of Quotas for Women”: http://www.quotaproject.org/uid/countryview.cfm?ul=en&country=165).

Il Local Government Act del 2005 stabilisce, inoltre, che siano eletti componenti di entrambi i sessi all’interno di determinati organi pubblici a livello municipale e di contea: ad esempio all’interno di “consigli esecutivi” (executive board), “commissioni di contea” (county committe). (Cfr. Local Government Act, Sez. 36-38).

L’Act relating to Gender Equality (1978), più volte modificato, stabilisce poi che, siano obbligatoriamente nominate o elette all’interno di commissioni pubbliche, consigli direttivi di pubbliche amministrazioni, o altri organi pubblici, persone di entrambi i sessi. (cfr. Act relating to Gender Equality, sez. 21).

 

Svezia

In Svezia anche non esistono previsioni normative che sanciscano l’obbligo della presenza di determinate quote in favore di un sesso nelle elezioni per la rappresentanza nel Parlamento monocamerale (Riksdagen) o per le assemblee a livello locale.

I partiti politici svedesi hanno però favorito, a partire dagli anni ’70, la presenza delle donne nelle assemblee elettive mediante l’adozione di regole interne che prevedono alcuni meccanismi, quali ad esempio l’alternanza nelle candidature elettorali di un candidato di un sesso e di uno dell’altro sesso, oppure la presenza di donne nelle liste in una certa percentuale.

 

 

 

 

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