Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione
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Autore: | Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera | ||||||
Titolo: | Il congedo parentale in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia | ||||||
Serie: | Appunti Numero: 49 | ||||||
Data: | 21/05/2013 | ||||||
Descrittori: |
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Camera dei deputati
XVII Legislatura
BIBLIOTECA –
LEGISLAZIONE STRANIERA
A P P U N T I |
Appunto 16/2013
21 maggio 2013
Il congedo parentale in Danimarca,
Finlandia,
Norvegia e Svezia*
Danimarca
In Danimarca, che ha recepito la direttiva comunitaria n. 2010/18/UE
in materia di congedi parentali con la legge n. 217 del 5 marzo 2013 (Lov om
ændring af lov om ligebehandling af mænd og kvinder med hensyn til
beskæftigelse m.v.), sono previsti: un congedo di
maternità, distinto in Graviditetsorlov
di cui può usufruire la donna in stato interessante prima di partorire e in Barselsorlov riservato alla madre dopo
il parto; un congedo di paternità (Fædreorlov)
riconosciuto al padre dopo la nascita del figlio; un congedo parentale (Forældreorlov) disponibile per entrambi
i genitori.
La durata del congedo di maternità
è complessivamente di 18 settimane: quattro prima del parto e 14 settimane dopo la nascita
del bambino. Le prime due settimane successive al parto sono obbligatorie. La
lavoratrice, sia essa impiegata a tempo pieno o a tempo parziale, percepisce il
100% del suo salario, ma con un tetto
massimo di 788 corone danesi (circa 106 euro) lorde al giorno, o di 3.940
corone (circa 530 euro) a settimana. Non è previsto un congedo addizionale in
caso di parti gemellari poiché il diritto al congedo di maternità (e anche di
paternità e parentale) è connesso all’evento della nascita e non al numero di
bambini nati.
Il
congedo di paternità, riconosciuto
al partner della madre del bambino (anche se dello stesso sesso), è di due settimane, da usufruire
durante le prime 14 settimane di vita del bambino. Per la retribuzione valgono
le stesse regole previste per il congedo di maternità.
Ad entrambi i genitori è
riconosciuta la possibilità di usufruire di un congedo parentale di 32 settimane fino al compimento della 48a
settimana di vita del bambino. Ciascun genitore può utilizzare tutte le 32
settimane, ma in totale il congedo parentale, per famiglia, non può eccedere
tale durata. I genitori possono prolungare le 32 settimane a 40 settimane
(tutti i lavoratori) o a 46 settimane (solo gli impiegati). Il livello di
benefici economici si riduce nel corso del periodo di prolungamento in modo da
eguagliare in totale la retribuzione dovuta per le 32 settimane analogamente a
quanto previsto per il congedo di maternità. È inoltre possibile tornare a
lavorare part-time, ricevendo un
salario ridotto durante l’estensione del periodo di congedo: ad esempio, previo
accordo con il datore di lavoro, un genitore può scegliere di lavorare a mezzo
tempo e prolungare così il periodo di congedo da
Nella primavera del 2008 è stato
introdotto un nuovo modello di congedo parentale per i dipendenti pubblici. Se
entrambi i genitori lavorano nel settore pubblico, essi hanno diritto ad un
congedo completamente retribuito per 6+6+6 settimane dopo il congedo di
maternità: 6 settimane sono per la madre, 6 per il padre e 6 possono essere
suddivise fra entrambi.
Infine, per quanto riguarda i
genitori adottivi, si applicano le stesse disposizioni relative al congedo
parentale previste per gli altri genitori, con l’eccezione che due delle 48
settimane devono essere usufruite insieme da entrambi i genitori.
Congedo di maternità |
18 settimane: 4 settimane precedenti alla
nascita e 14 settimane successive. Le prime due settimane dopo la nascita
sono obbligatorie. Per la retribuzione di impiegati a tempo pieno o tempo
parziale è previsto un tetto massimo di 788 corone (circa 106 euro) lorde per
giorno lavorativo o di 3.940 corone (circa 530 euro) alla settimana. |
Congedo di
paternità |
2 settimane da usufruire durante le prime
14 settimane dopo la nascita. Spetta al partner convivente, anche dello
stesso sesso. La retribuzione è analoga al congedo di maternità. |
Congedo parentale |
32 settimane fino alla 48a settimana di vita
del bambino. Ciascun genitore ha diritto a 32 settimane, ma il periodo di
congedo complessivo non può eccedere 32 settimane per famiglia. È retribuito come il congedo di maternità. Può essere
prorogato a 40 (per tutti) o a 46 settimane (solo per gli impiegati), ma con
una retribuzione ridotta in modo tale che i benefici salariali ricevuti
equivalgono complessivamente a 32 settimane a pieno salario. |
Finlandia
Il congedo di maternità retribuito
per un periodo di 9 settimane è stato introdotto in Finlandia nel 1964 e la sua
durata è stata progressivamente estesa nel corso degli anni. Alla madre del
bambino spetta attualmente un congedo di
maternità di 105 giorni lavorativi: dai 30 ai 50 giorni devono essere presi
prima di partorire e obbligatoriamente due settimane prima e due settimane dopo
il parto. La retribuzione è connessa ai redditi percepiti dalla lavoratrice:
durante i primi 56 giorni di congedo la donna è retribuita al 90% fino ad un
salario annuale di 53.072 euro. La percentuale retributiva si riduce per gli
stipendi che superano tale soglia. Dopo il periodo iniziale di congedo, la
lavoratrice riceve il 70% del salario annuale fino a 34.495 euro, con una
percentuale inferiore per i redditi più elevati. Le madri disoccupate o che guadagnano
meno di 9.842 euro all’anno percepiscono un’indennità
minima fissa di 22,96 euro per giorno lavorativo (574 euro al mese). Il diritto
al congedo di maternità è basato sulla residenza ed è riconosciuto a tutte le
donne che vivano in Finlandia, o siano assicurate in un altro Stato membro
dell’Unione europea, da un periodo di almeno 180 giorni prima della data
prevista per la nascita del figlio. La donna ha diritto al congedo retribuito
dopo che siano trascorsi 154 giorni di gravidanza. In caso di parto prematuro,
se la gravidanza è durata almeno 154 giorni e termina con più di 30 giorni di
anticipo rispetto alla data presunta, la madre ha diritto ad usufruire del
congedo retribuito dal giorno dopo il parto e per i successivi 105 giorni. Il
diritto al congedo può essere delegato al padre nel caso in cui la madre sia
ammalata e per questo impossibilitata ad accudire il bambino.
Il congedo di paternità, introdotto nel 1978, è attualmente di 18 giorni lavorativi, cui si aggiunge un
bonus di altri 24 giorni (ovvero 4 settimane) per i padri che usufruiscono
delle ultime due settimane di congedo parentale. In base alla normativa vigente
dal 2007 i giorni del bonus e le due settimane di congedo parentale sono
chiamate “il mese del padre” (in inglese the
father’s month), anche se il periodo complessivo di fatto ammonta a 6 settimane.
Il congedo di paternità è retribuito al 70% del salario annuale fino a 34.495
euro, con una percentuale retributiva inferiore per i redditi più alti. Per
quanto concerne l’utilizzo dei giorni di congedo, da
La
durata complessiva del congedo parentale è di 158 giorni lavorativi, che i genitori possono ripartirsi tra loro,
ciascuno in due parti della durata di almeno 12 giorni. Nei primi 30 giorni di
congedo, la retribuzione è del 75% dello stipendio annuale fino a 53.072 euro,
con una percentuale inferiore per i redditi più elevati. Dopo il periodo iniziale,
la percentuale retributiva si riduce al 70% del salario annuale fino a 34.495
euro. È inoltre prevista un’indennità minima come per il congedo di maternità.
Si può usufruire del congedo parentale anche part time, al 40-60% dell’orario full time, ma soltanto se entrambi i genitori ne usufruiscono in
tal modo e previo accordo con il datore di lavoro. In caso di parti gemellari,
la durata del congedo parentale è prolungata di 60 giorni per ogni bambino in
più. Sia la madre sia il padre possono usufruire del congedo prolungato, in
parte o del tutto durante il congedo di maternità o durante quello parentale.
Qualora a causa di parto prematuro il congedo di maternità sia iniziato con più
di 30 giorni di anticipo rispetto alla data presunta, il congedo parentale è prolungato
di altrettanti giorni lavorativi. Nel caso in cui la madre non possa accudire
il figlio, i benefici economici del congedo parentale sono riconosciuti al
padre, anche se i genitori non convivono, purché il padre sia responsabile
della cura del bambino. Ugualmente, in caso di morte della madre e qualora il
padre non si occupi del figlio, i benefici del congedo parentale spettano ad
un’altra persona responsabile della cura del bambino.
I genitori adottivi di un bambino di
età inferiore a sette mesi hanno diritto al congedo parentale di 234 giorni
lavorativi dopo la nascita, o di 200 giorni lavorativi se il bambino ha più di
due mesi al momento in cui è preso in cura dai genitori adottivi. Non ha
diritto al congedo il genitore adottivo di un bambino di età superiore a dodici
mesi che sia coniugato o conviva con il genitore naturale.
Infine, è previsto un congedo specifico per la cura del bambino,
c.d. home care leave (hoitovapaa/vårdledighet), che va dalla fine del congedo parentale al
compimento del terzo anno di età del bambino. Si può usufruire di tale
congedo in due parti, ciascuna della durata minima di un mese. Il genitore in
congedo percepisce un’indennità di base mensile di 327,46 euro cui si
aggiungono 98,04 euro per ogni bambino di età inferiore a tre anni e 63 euro
per ogni altro bambino in età prescolare superiore a tre anni, e un eventuale
supplemento (fino a 175,24 euro) in relazione ai mezzi della famiglia. I
genitori di bambini di età inferiore a dieci anni, possono inoltre prendere fino
a 4 giorni di congedo in caso di malattia del figlio e non sono previsti limiti
alle volte in cui se ne può usufruire nel corso di un anno. Dalla fine del
congedo parentale fino al termine del secondo anno scolastico del bambino i
genitori possono chiedere di lavorare con orario ridotto.
Congedo di maternità |
105 giorni
lavorativi: dai
30 ai 50 giorni vanno presi prima del parto. È obbligatorio usufruire di 2
settimane prima e di 2 settimane dopo la nascita del bambino. Durante i primi
56 giorni di congedo la retribuzione è del 90% del salario annuale fino a
53.072 euro, con una percentuale ridotta per i guadagni più elevati;
successivamente il beneficio economico previsto è del 70% del salario annuale
fino 34.495 euro e sempre con una percentuale inferiore per i redditi più
alti. |
Congedo di
paternità |
18 giorni
lavorativi più ulteriori 24 giorni (= 4 settimane) di bonus per i padri che usufruiscono
delle ultime due settimane di congedo parentale. La retribuzione è del 70% del salario annuale fino a 34.495
euro; la percentuale è ridotta per redditi più alti. |
Congedo parentale |
158 giorni
lavorativi per famiglia. La durata è prolungata di 60 giorni per ogni bambino in più in
caso di parti gemellari. La retribuzione è del 75% del salario annuale fino a
53.072 euro per i primi 30 giorni; successivamente la percentuale retributiva
si riduce al 70% del salario annuale fino a 34.495 euro. Può essere usufruito anche part time, ma da entrambi i genitori e previo accordo con il
datore di lavoro. |
Congedo per la cura del bambino |
Dalla fine del congedo parentale fino al compimento di tre anni del bambino. Indennità mensile di base di 327,46 euro, cui si
aggiungono 98,04 euro per ogni altro bambino di età inferiore a tre anni e
altri 63 euro per ogni bambino in età prescolare superiore a tre anni. |
Norvegia
In Norvegia, la disciplina sul congedo parentale è contenuta nel
capitolo 12 del Working
Environment Act, da ultimo emendato con l’Atto del
Entrambi i genitori (naturali o
adottivi) hanno diritto a un congedo parentale retribuito durante il primo anno
di vita del figlio che non superi un anno complessivo, considerando nel totale
i permessi presi da entrambi i genitori. In aggiunta, ogni genitore ha il
diritto a un intero anno di congedo non retribuito dopo lo scadere del periodo
in cui è previsto il congedo retribuito.
In Norvegia non esiste un’unica
espressione concordata per indicare il congedo di maternità o il congedo
parentale. Il Work Environment Act (di responsabilità
del Ministero del lavoro) utilizza l’espressione “congedo di gravidanza” per
indicare le 3 settimane di congedo prima della nascita, “congedo di nascita” per indicare le 6 settimane dopo e
“congedo parentale” per il periodo di congedo residuo. Il Ministero per i
bambini, l'uguaglianza e l’inserimento sociale, che stanzia e concede i soldi
per il congedo, si riferisce, in generale, al parental money period[1].
Dunque, in base alla normativa
vigente, possiamo distinguere:
1)
il congedo di maternità, che comprende:
- il congedo per la gravidanza, riservato alla
madre per le 3 settimane precedenti la nascita del bambino[2]:
- il congedo per la nascita, riservato alla madre
per le 6 settimane successive alla nascita del figlio; sia il congedo per la
gravidanza sia il congedo per la nascita sono finanziati dalla fiscalità
generale.
2)
il congedo di paternità prevede:
- 2 settimane di astensione dal lavoro alla nascita
del bambino (‘daddy days’); tale congedo non è retribuito dallo Stato; il
pagamento dipende dagli accordi collettivi o individuali con il datore di
lavoro, ma nella maggior parte dei casi è finanziato dal datore di lavoro;
- 12
settimane (father’s quota) entro il
primo anno di vita del bambino. La quota di congedo riservata al padre non può
essere presa nelle prime sei settimane di vita del bambino e non può essere
trasferita alla madre; se non utilizzata, va perduta; è finanziata dalla
fiscalità generale[3].
Sia il congedo di maternità sia il
congedo di paternità, dunque, fanno parte del congedo parentale, un diritto di famiglia, che ha una durata
complessiva di 47 settimane al 100% della retribuzione (il periodo di congedo
può, a scelta, essere prolungato fino a 57 settimane ad un tasso di
compensazione dell’80%); di queste, 9 settimane spettano alla madre, mentre 12
spettano al padre (father’squota)[4].
I due genitori posso dividere tra loro il periodo di congedo parentale
rimanente (26 o 36 settimane).
Le donne non lavoratrici ricevono un
assegno una tantum di € 4,642. Il
congedo parentale è finanziato dalla fiscalità generale.
Dopo le prime sei settimane di vita,
è possibile posporre parti del congedo parentale qualora sia utilizzato durante
i primi tre anni di vita del figlio e il genitore che usufruisce del congedo
retribuito sia impiegato full time
per l’interno periodo del rinvio.
Per avere diritto al congedo
parentale retribuito sia il padre sia la madre devono aver lavorato per 6 degli
ultimi 10 mesi prima della nascita del figlio. Il diritto del padre ad usufruire
del congedo in father’s quota è,
comunque, subordinato allo status di lavoratrice della madre.
Congedo di maternità retribuito |
La madre ha diritto a 3 settimane
immediatamente prima della nascita del figlio e a 6 settimane
immediatamente dopo la nascita. |
Congedo di
paternità retribuito |
Il padre ha diritto a 12 settimane dopo la
nascita del figlio; se non usate, le 12 settimane vanno perse e non possono
essere trasferite alla madre. |
Congedo parentale retribuito |
È composto da 57
settimane (remunerate all’80%
dello stipendio salario) o 47 settimane (remunerate al 100% dello
stipendio), di queste 9 spettano
alla madre, come congedo di maternità, e 12
al padre, come congedo di paternità. Il resto del congedo (36/26 settimane) può essere diviso liberamente tra i due genitori. |
Congedo di maternità non retribuito |
La madre ha diritto anche ad un intero anno di congedo non retribuito dopo lo scadere del
periodo in cui è previsto il congedo retribuito. |
Congedo di paternità non retribuito |
Il padre ha diritto ad un intero anno di congedo non retribuito dopo lo scadere del
periodo in cui è previsto il congedo retribuito Inoltre, il padre ha diritto
a prendere 2 settimane di congedo non retribuito immediatamente dopo la
nascita del figlio per assistere la moglie (molti padri vengono comunque
retribuiti durante queste due settimane dai loro datori di lavoro). |
Limitazioni |
Per avere diritto al congedo retribuito per sé e per il
marito, la madre deve aver lavorato per 6 degli ultimi 10 mesi prima della
nascita del figlio. Il Governo concede una somma di denaro una tantum alle donne non lavoratrici. |
Svezia
1) il congedo
di maternità: una donna in stato interessante ha il diritto di prendere un
congedo di maternità a tempo pieno per un periodo continuativo di minimo 7
settimane prima della data presunta del parto e di 7 settimane dopo il parto;
qualora non sia in congedo per altre ragioni, è obbligata a prendere almeno 2 settimane di congedo prima o dopo il
parto. Il congedo di maternità non deve essere preso congiuntamente al
pagamento delle prestazioni parentali. Tuttavia, una donna in stato di
gravidanza ha diritto alle indennità prenatali se svolge un’attività faticosa
incompatibile con il suo stato e se non è stata trasferita ad altra attività
meno impegnativa. Le indennità prenatali possono essere erogate per 50 giorni
al massimo negli ultimi 60 giorni che precedono la data presunta del parto. Ha
diritto alle indennità prenatali anche una donna impossibilitata a svolgere la
propria attività normale a motivo di un divieto di svolgerla in vigore per le
donne in gravidanza e sempre che non possa essere trasferita ad altra attività.
Le indennità prenatali sono all’80 per cento della retribuzione;
2) il congedo
temporaneo collegato alla nascita del figlio o all’adozione; si tratta di
10 giorni lavorativi che possono essere presi dal padre per assistere al parto,
per accudire gli altri figli durante il ricovero in ospedale della madre o per
partecipare alla cura del bambino quando la madre torna a casa[6].
Tale congedo, che può essere preso entro i primi 60 giorni di vita del figlio,
è remunerato all’80% dello stipendio.
3) congedo
parentale: complessivamente, i genitori possono usufruire di 480 giorni di
congedo parentale di cui 60 sono
riservati alla mamma (mother’s
quota) e 60 al papà (father’s quota); tali quote non possono
essere trasferite da un partner all’altro; se non vengono utilizzate da un
genitore, sono perse[7].
I restanti 360 giorni sono equamente distribuiti tra padre e madre. In questo
caso, i giorni possono essere trasferiti da un partner all’altro, ma deve
essere sottoscritto un consenso informato. Ogni genitore, inoltre, ha diritto
ad un congedo non retribuito fino al 18esimo mese del figlio (dalla nascita del
bambino, includendo ogni giorno utilizzato con i benefici previsti per il
congedo parentale retribuito).
Per quanto riguarda la retribuzione, i genitori
percepiscono l’80% del loro stipendio per 390 giorni. I restanti 90 giorni sono
retribuiti con un forfait di circa 21
euro al giorno.
In Svezia il congedo parentale è molto flessibile;
il periodo di permesso è contato in giorni (piuttosto che in settimane o in
mesi) per migliorare la flessibilità di utilizzo e per consentire ai genitori
di conciliare al meglio le proprie esigenze lavorative. I genitori possono
usufruire del congedo in un unico periodo continuativo o in diversi blocchi,
fino ad un massimo di tre periodi ogni anno. I genitori possono, inoltre,
utilizzare 30 giorni di congedo ciascuno contemporaneamente per prendersi cura
del bambino insieme. Questi due mesi possono essere usati solo durante il primo
anno di vita del figlio.
Infine, ogni genitore ha diritto, senza i benefici
del congedo parentale, ad una riduzione del suo normale orario di lavoro per la
cura del figlio fino al compimento dell’ottavo anno del bambino o fino alla
fine del primo anno scolastico se ha più di 8 anni in quel momento.
In Svezia è previsto un bonus di parità di genere
(“Gender Equality Bonus”) che offre
un incentivo economico di circa 10 euro al giorno alle famiglie che dividono
equamente il congedo parentale tra moglie e marito.
Il congedo di maternità, il congedo temporaneo e il
congedo parentale sono finanziati dalla previdenza sociale svedese e pagati
dall’Agenzia svedese per la previdenza sociale[8].
Nel 2010, il 20 per cento delle madri ha utilizzato
il congedo di maternità per una media di 39 giorni, mentre circa il 73 per
cento dei padri ha usufruito del congedo temporaneo connesso alla nascita del
figlio o all’adozione. Attualmente, quasi tutte la famiglie in Svezia
utilizzano il congedo parentale retribuito. La maggior parte dei genitori
utilizza il congedo soprattutto nei primi due anni di vita del figlio.
Congedo di maternità |
La madre ha diritto a 7 settimane prima della data presunta del parto e a 7 settimane dopo il parto; la madre è
obbligata a 2 settimane di congedo prima o dopo il parto; il
congedo di maternità non deve essere preso congiuntamente al pagamento delle
prestazioni parentali. |
Congedo temporaneo
collegato alla nascita o all’adozione |
Il padre (o altra persona vicina alla madre) può
prendere 10 giorni lavorativi
connessi alla nascita o all’adozione del figlio. L’indennità è pagata all’80% dello stipendio. |
Congedo parentale retribuito |
480 giorni (di cui 390 retribuiti all’80% dello stipendio e i
restanti 90 giorni retribuiti con un forfait
di circa 21 euro al giorno) - La madre ha diritto a 60 giorni non
trasferibili al partner. Il padre ha diritto a 60 giorni non
trasferibili al partner. Il resto del congedo può essere diviso liberamente |
Congedo di maternità non retribuito |
La madre ha diritto anche al congedo non retribuito fino al 18esimo mese del figlio (dalla nascita del figlio, includendo
ogni giorno utilizzato con i benefici previsti per congedo parentale
retribuito). |
Congedo di paternità non retribuito |
Il padre ha diritto anche al congedo non retribuito fino al 18esimo mese del figlio (dalla nascita del figlio, includendo
ogni giorno utilizzato con i benefici previsti per congedo parentale
retribuito). |
Limitazioni |
I genitori hanno diritto ad una riduzione dell’orario di
lavoro per la cura del figlio, senza i benefici del congedo parentale, fino all’8° anno di vita del bambino o
fino al termine del primo anno scolastico se maggiore di 8 anni. |
SERVIZIO BIBLIOTECA
- Ufficio Legislazione Straniera
tel. 06/6760. 2278 – 3242 ; mail: LS_segreteria@camera.it
* Per ulteriori approfondimenti si
segnala la seguente documentazione di diritto comparato disponibile in
internet: Caratteristiche chiave dei sistemi
di congedo parentale,
scheda informativa OCSE, luglio 2012: http://www.oecd.org/dataoecd/45/26/37864482.pdf;
I congedi di paternità: un confronto in
Europa, Isfol Occasional Paper n. 2, marzo 2012: http://archivio.isfol.it/DocEditor/test/File/2012/Editoria/IOP2_Congedi_di_paternit%C3%83%C2%A0.pdf;
International
Review of Leave Policies and Related Research 2010, Employment relations research series
n. 115 edited by Peter Moss, Institute of education university of London: http://www.leavenetwork.org/fileadmin/Leavenetwork/Annual_reviews/2010_annual_review.pdf;
International network on leave policies
& research - Country reports: http://www.leavenetwork.org/lp_and_r_reports/country_reports/?S=ohne%3Ftype%3D98%3Ftype%3D98.
[1] Per maggiori informazioni sulle
prestazioni di maternità e paternità in Norvegia si segnala il documento della
Commissione europea “Diritti di previdenza sociale in Norvegia” (2012) (cap.
IV): http://ec.europa.eu/employment_social/empl_portal/SSRinEU/Your%20social%20security%20rights%20in%20Norway_it.pdf.
[2] Se il bambino nasce prima della
presenta data di nascita, il periodo rimanente non può essere trasferito al
periodo dopo la nascita; dunque, è perso.
[3] Il “Daddy days” può essere trasferito a qualcun altro se il padre non
vive con la madre, poiché lo scopo
del congedo è di assistere la madre.
[4] Dal 1° luglio 2011 la quota per il
padre è passata da
[5] Il testo della legge è disponibile
in lingua inglese all’indirizzo internet http://www.government.se/content/1/c6/10/49/85/f16b785a.pdf.
[6] Tale indennità può essere presa
dal padre o, qualora il padre sia sconosciuto, da una persona vicina alla
madre.
[7] La quota non trasferibile è stata
introdotta nel 1995 e nel 2002 è stata portata a due mesi per genitore.
[8] Per maggiori informazioni sulle
prestazioni di maternità e paternità in Svezia si segnala il documento della
Commissione europea “Diritti di previdenza sociale in Svezia” (2012) (cap. IV):
http://ec.europa.eu/employment_social/empl_portal/SSRinEU/Your%20social%20security%20rights%20in%20Sweden_it.pdf
(cap. IV).