Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Il congedo parentale in Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia
Serie: Appunti    Numero: 49
Data: 21/05/2013
Descrittori:
ASSENZE DAL LAVORO   DANIMARCA
FINLANDIA   LAVORATORI MADRI E PADRI
NORVEGIA   SVEZIA

Camera dei deputati

XVII Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

Appunto 16/2013                                                                                    21 maggio 2013

Il congedo parentale in Danimarca, Finlandia,

Norvegia e Svezia*

 

 

Danimarca

 

In Danimarca, che ha recepito la direttiva comunitaria n. 2010/18/UE in materia di congedi parentali con la legge n. 217 del 5 marzo 2013 (Lov om ændring af lov om ligebehandling af mænd og kvinder med hensyn til beskæftigelse m.v.), sono previsti: un congedo di maternità, distinto in Graviditetsorlov di cui può usufruire la donna in stato interessante prima di partorire e in Barselsorlov riservato alla madre dopo il parto; un congedo di paternità (Fædreorlov) riconosciuto al padre dopo la nascita del figlio; un congedo parentale (Forældreorlov) disponibile per entrambi i genitori.

La durata del congedo di maternità è complessivamente di 18 settimane: quattro prima del parto e 14 settimane dopo la nascita del bambino. Le prime due settimane successive al parto sono obbligatorie. La lavoratrice, sia essa impiegata a tempo pieno o a tempo parziale, percepisce il 100% del suo salario, ma con un tetto massimo di 788 corone danesi (circa 106 euro) lorde al giorno, o di 3.940 corone (circa 530 euro) a settimana. Non è previsto un congedo addizionale in caso di parti gemellari poiché il diritto al congedo di maternità (e anche di paternità e parentale) è connesso all’evento della nascita e non al numero di bambini nati.

Il congedo di paternità, riconosciuto al partner della madre del bambino (anche se dello stesso sesso), è di due settimane, da usufruire durante le prime 14 settimane di vita del bambino. Per la retribuzione valgono le stesse regole previste per il congedo di maternità.

Ad entrambi i genitori è riconosciuta la possibilità di usufruire di un congedo parentale di 32 settimane fino al compimento della 48a settimana di vita del bambino. Ciascun genitore può utilizzare tutte le 32 settimane, ma in totale il congedo parentale, per famiglia, non può eccedere tale durata. I genitori possono prolungare le 32 settimane a 40 settimane (tutti i lavoratori) o a 46 settimane (solo gli impiegati). Il livello di benefici economici si riduce nel corso del periodo di prolungamento in modo da eguagliare in totale la retribuzione dovuta per le 32 settimane analogamente a quanto previsto per il congedo di maternità. È inoltre possibile tornare a lavorare part-time, ricevendo un salario ridotto durante l’estensione del periodo di congedo: ad esempio, previo accordo con il datore di lavoro, un genitore può scegliere di lavorare a mezzo tempo e prolungare così il periodo di congedo da 32 a 64 settimane.

Nella primavera del 2008 è stato introdotto un nuovo modello di congedo parentale per i dipendenti pubblici. Se entrambi i genitori lavorano nel settore pubblico, essi hanno diritto ad un congedo completamente retribuito per 6+6+6 settimane dopo il congedo di maternità: 6 settimane sono per la madre, 6 per il padre e 6 possono essere suddivise fra entrambi.

Infine, per quanto riguarda i genitori adottivi, si applicano le stesse disposizioni relative al congedo parentale previste per gli altri genitori, con l’eccezione che due delle 48 settimane devono essere usufruite insieme da entrambi i genitori.

 

 

 

Congedo di maternità

18 settimane: 4 settimane precedenti alla nascita e 14 settimane successive. Le prime due settimane dopo la nascita sono obbligatorie.

Per la retribuzione di impiegati a tempo pieno o tempo parziale è previsto un tetto massimo di 788 corone (circa 106 euro) lorde per giorno lavorativo o di 3.940 corone (circa 530 euro) alla settimana.

 

Congedo di paternità

2 settimane da usufruire durante le prime 14 settimane dopo la nascita. Spetta al partner convivente, anche dello stesso sesso.

La retribuzione è analoga al congedo di maternità.

 

 

Congedo parentale

32 settimane fino alla 48a settimana di vita del bambino. Ciascun genitore ha diritto a 32 settimane, ma il periodo di congedo complessivo non può eccedere 32 settimane per famiglia.

È retribuito come il congedo di maternità. Può essere prorogato a 40 (per tutti) o a 46 settimane (solo per gli impiegati), ma con una retribuzione ridotta in modo tale che i benefici salariali ricevuti equivalgono complessivamente a 32 settimane a pieno salario.

 

Finlandia

 

Il congedo di maternità retribuito per un periodo di 9 settimane è stato introdotto in Finlandia nel 1964 e la sua durata è stata progressivamente estesa nel corso degli anni. Alla madre del bambino spetta attualmente un congedo di maternità di 105 giorni lavorativi: dai 30 ai 50 giorni devono essere presi prima di partorire e obbligatoriamente due settimane prima e due settimane dopo il parto. La retribuzione è connessa ai redditi percepiti dalla lavoratrice: durante i primi 56 giorni di congedo la donna è retribuita al 90% fino ad un salario annuale di 53.072 euro. La percentuale retributiva si riduce per gli stipendi che superano tale soglia. Dopo il periodo iniziale di congedo, la lavoratrice riceve il 70% del salario annuale fino a 34.495 euro, con una percentuale inferiore per i redditi più elevati. Le madri disoccupate o che guadagnano meno di 9.842 euro all’anno percepiscono un’indennità minima fissa di 22,96 euro per giorno lavorativo (574 euro al mese). Il diritto al congedo di maternità è basato sulla residenza ed è riconosciuto a tutte le donne che vivano in Finlandia, o siano assicurate in un altro Stato membro dell’Unione europea, da un periodo di almeno 180 giorni prima della data prevista per la nascita del figlio. La donna ha diritto al congedo retribuito dopo che siano trascorsi 154 giorni di gravidanza. In caso di parto prematuro, se la gravidanza è durata almeno 154 giorni e termina con più di 30 giorni di anticipo rispetto alla data presunta, la madre ha diritto ad usufruire del congedo retribuito dal giorno dopo il parto e per i successivi 105 giorni. Il diritto al congedo può essere delegato al padre nel caso in cui la madre sia ammalata e per questo impossibilitata ad accudire il bambino.

Il congedo di paternità, introdotto nel 1978, è attualmente di 18 giorni lavorativi, cui si aggiunge un bonus di altri 24 giorni (ovvero 4 settimane) per i padri che usufruiscono delle ultime due settimane di congedo parentale. In base alla normativa vigente dal 2007 i giorni del bonus e le due settimane di congedo parentale sono chiamate “il mese del padre” (in inglese the father’s month), anche se il periodo complessivo di fatto ammonta a 6 settimane. Il congedo di paternità è retribuito al 70% del salario annuale fino a 34.495 euro, con una percentuale retributiva inferiore per i redditi più alti. Per quanto concerne l’utilizzo dei giorni di congedo, da 1 a 18 possono essere presi dal padre in quattro segmenti mentre la madre è in maternità o in congedo parentale, mentre i 24 giorni aggiuntivi devono essere utilizzati tutti in una volta dopo che la madre abbia terminato il suo congedo. Il c.d. “mese del padre”, inclusi i giorni di bonus, può essere usufruito entro 180 giorni dalla fine del congedo parentale. I requisiti per poter accedere al congedo di paternità sono gli stessi previsti per quello di maternità, ma il padre deve anche convivere con la madre del bambino.

La durata complessiva del congedo parentale è di 158 giorni lavorativi, che i genitori possono ripartirsi tra loro, ciascuno in due parti della durata di almeno 12 giorni. Nei primi 30 giorni di congedo, la retribuzione è del 75% dello stipendio annuale fino a 53.072 euro, con una percentuale inferiore per i redditi più elevati. Dopo il periodo iniziale, la percentuale retributiva si riduce al 70% del salario annuale fino a 34.495 euro. È inoltre prevista un’indennità minima come per il congedo di maternità. Si può usufruire del congedo parentale anche part time, al 40-60% dell’orario full time, ma soltanto se entrambi i genitori ne usufruiscono in tal modo e previo accordo con il datore di lavoro. In caso di parti gemellari, la durata del congedo parentale è prolungata di 60 giorni per ogni bambino in più. Sia la madre sia il padre possono usufruire del congedo prolungato, in parte o del tutto durante il congedo di maternità o durante quello parentale. Qualora a causa di parto prematuro il congedo di maternità sia iniziato con più di 30 giorni di anticipo rispetto alla data presunta, il congedo parentale è prolungato di altrettanti giorni lavorativi. Nel caso in cui la madre non possa accudire il figlio, i benefici economici del congedo parentale sono riconosciuti al padre, anche se i genitori non convivono, purché il padre sia responsabile della cura del bambino. Ugualmente, in caso di morte della madre e qualora il padre non si occupi del figlio, i benefici del congedo parentale spettano ad un’altra persona responsabile della cura del bambino.

I genitori adottivi di un bambino di età inferiore a sette mesi hanno diritto al congedo parentale di 234 giorni lavorativi dopo la nascita, o di 200 giorni lavorativi se il bambino ha più di due mesi al momento in cui è preso in cura dai genitori adottivi. Non ha diritto al congedo il genitore adottivo di un bambino di età superiore a dodici mesi che sia coniugato o conviva con il genitore naturale.

Infine, è previsto un congedo specifico per la cura del bambino, c.d. home care leave (hoitovapaa/vårdledighet), che va dalla fine del congedo parentale al compimento del terzo anno di età del bambino. Si può usufruire di tale congedo in due parti, ciascuna della durata minima di un mese. Il genitore in congedo percepisce un’indennità di base mensile di 327,46 euro cui si aggiungono 98,04 euro per ogni bambino di età inferiore a tre anni e 63 euro per ogni altro bambino in età prescolare superiore a tre anni, e un eventuale supplemento (fino a 175,24 euro) in relazione ai mezzi della famiglia. I genitori di bambini di età inferiore a dieci anni, possono inoltre prendere fino a 4 giorni di congedo in caso di malattia del figlio e non sono previsti limiti alle volte in cui se ne può usufruire nel corso di un anno. Dalla fine del congedo parentale fino al termine del secondo anno scolastico del bambino i genitori possono chiedere di lavorare con orario ridotto.

 

 

 

Congedo di maternità

105 giorni lavorativi: dai 30 ai 50 giorni vanno presi prima del parto. È obbligatorio usufruire di 2 settimane prima e di 2 settimane dopo la nascita del bambino.

 Durante i primi 56 giorni di congedo la retribuzione è del 90% del salario annuale fino a 53.072 euro, con una percentuale ridotta per i guadagni più elevati; successivamente il beneficio economico previsto è del 70% del salario annuale fino 34.495 euro e sempre con una percentuale inferiore per i redditi più alti.

 

 

Congedo di paternità

18 giorni lavorativi più ulteriori 24 giorni (= 4 settimane) di bonus per i padri che usufruiscono delle ultime due settimane di congedo parentale.

La retribuzione è del 70% del salario annuale fino a 34.495 euro; la percentuale è ridotta per redditi più alti.

 

 

 

 

 

Congedo parentale

158 giorni lavorativi per famiglia. La durata è prolungata di 60 giorni per ogni bambino in più in caso di parti gemellari.

La retribuzione è del 75% del salario annuale fino a 53.072 euro per i primi 30 giorni; successivamente la percentuale retributiva si riduce al 70% del salario annuale fino a 34.495 euro.

Può essere usufruito anche part time, ma da entrambi i genitori e previo accordo con il datore di lavoro.

Congedo per la cura del bambino

Dalla fine del congedo parentale fino al compimento di tre anni del bambino.

Indennità mensile di base di 327,46 euro, cui si aggiungono 98,04 euro per ogni altro bambino di età inferiore a tre anni e altri 63 euro per ogni bambino in età prescolare superiore a tre anni.

 

 

Norvegia

 

In Norvegia, la disciplina sul congedo parentale è contenuta nel capitolo 12 del Working Environment Act, da ultimo emendato con l’Atto del 14 dicembre 2012, n. 80, e nelle corrispettive disposizioni del National Insurance Act del 18 marzo 1997.

Entrambi i genitori (naturali o adottivi) hanno diritto a un congedo parentale retribuito durante il primo anno di vita del figlio che non superi un anno complessivo, considerando nel totale i permessi presi da entrambi i genitori. In aggiunta, ogni genitore ha il diritto a un intero anno di congedo non retribuito dopo lo scadere del periodo in cui è previsto il congedo retribuito.

La Norvegia è stato il primo paese al mondo ad aver previsto il congedo di paternità. La quota di congedo parentale riservata al padre (father’s quota) è stata introdotta nell’ordinamento norvegese nel 1993 al fine di incoraggiare i padri a partecipare alle cure dei propri figli durante il loro primo anno di vita; il padre non è obbligato a prendere il congedo, ma se non lo fa, la madre non può usufruirne al suo posto.

In Norvegia non esiste un’unica espressione concordata per indicare il congedo di maternità o il congedo parentale. Il Work Environment Act (di responsabilità del Ministero del lavoro) utilizza l’espressione “congedo di gravidanza” per indicare le 3 settimane di congedo prima della nascita, “congedo di nascita” per indicare le 6 settimane dopo e “congedo parentale” per il periodo di congedo residuo. Il Ministero per i bambini, l'uguaglianza e l’inserimento sociale, che stanzia e concede i soldi per il congedo, si riferisce, in generale, al parental money period[1].

Dunque, in base alla normativa vigente, possiamo distinguere:

1)    il congedo di maternità, che comprende:

- il congedo per la gravidanza, riservato alla madre per le 3 settimane precedenti la nascita del bambino[2]:

- il congedo per la nascita, riservato alla madre per le 6 settimane successive alla nascita del figlio; sia il congedo per la gravidanza sia il congedo per la nascita sono finanziati dalla fiscalità generale.

2)    il congedo di paternità prevede:

- 2 settimane di astensione dal lavoro alla nascita del bambino (daddy days’); tale congedo non è retribuito dallo Stato; il pagamento dipende dagli accordi collettivi o individuali con il datore di lavoro, ma nella maggior parte dei casi è finanziato dal datore di lavoro;

- 12 settimane (father’s quota) entro il primo anno di vita del bambino. La quota di congedo riservata al padre non può essere presa nelle prime sei settimane di vita del bambino e non può essere trasferita alla madre; se non utilizzata, va perduta; è finanziata dalla fiscalità generale[3].

Sia il congedo di maternità sia il congedo di paternità, dunque, fanno parte del congedo parentale, un diritto di famiglia, che ha una durata complessiva di 47 settimane al 100% della retribuzione (il periodo di congedo può, a scelta, essere prolungato fino a 57 settimane ad un tasso di compensazione dell’80%); di queste, 9 settimane spettano alla madre, mentre 12 spettano al padre (father’squota)[4]. I due genitori posso dividere tra loro il periodo di congedo parentale rimanente (26 o 36 settimane).

Le donne non lavoratrici ricevono un assegno una tantum di € 4,642. Il congedo parentale è finanziato dalla fiscalità generale.

Dopo le prime sei settimane di vita, è possibile posporre parti del congedo parentale qualora sia utilizzato durante i primi tre anni di vita del figlio e il genitore che usufruisce del congedo retribuito sia impiegato full time per l’interno periodo del rinvio.

Per avere diritto al congedo parentale retribuito sia il padre sia la madre devono aver lavorato per 6 degli ultimi 10 mesi prima della nascita del figlio. Il diritto del padre ad usufruire del congedo in father’s quota è, comunque, subordinato allo status di lavoratrice della madre.

 

Congedo di maternità retribuito

 

La madre ha diritto a 3 settimane immediatamente prima della nascita del figlio e a 6 settimane immediatamente dopo la nascita.

Congedo di paternità retribuito

Il padre ha diritto a 12 settimane dopo la nascita del figlio; se non usate, le 12 settimane vanno perse e non possono essere trasferite alla madre.

 

Congedo parentale retribuito

È composto da 57 settimane (remunerate all’80% dello stipendio salario) o 47 settimane (remunerate al 100% dello stipendio), di queste 9 spettano alla madre, come congedo di maternità, e 12 al padre, come congedo di paternità. Il resto del congedo (36/26 settimane) può essere diviso liberamente tra i due genitori.

Congedo di maternità non retribuito

La madre ha diritto anche ad un intero anno di congedo non retribuito dopo lo scadere del periodo in cui è previsto il congedo retribuito.

 

Congedo di paternità non retribuito

Il padre ha diritto ad un intero anno di congedo non retribuito dopo lo scadere del periodo in cui è previsto il congedo retribuito Inoltre, il padre ha diritto a prendere 2 settimane di congedo non retribuito immediatamente dopo la nascita del figlio per assistere la moglie (molti padri vengono comunque retribuiti durante queste due settimane dai loro datori di lavoro).

 

Limitazioni

Per avere diritto al congedo retribuito per sé e per il marito, la madre deve aver lavorato per 6 degli ultimi 10 mesi prima della nascita del figlio. Il Governo concede una somma di denaro una tantum alle donne non lavoratrici.

                  

 

Svezia

La Svezia è stato il primo paese al mondo a convertire il congedo di maternità in congedo parentale nel 1974, mentre nel 1995 è stato introdotto il congedo di paternità. La disciplina riguardante il congedo parentale nel suo complesso è contenuta nel Parental Leave Act[5] del 24 maggio 1995. In base alla legge, esistono i seguenti tipi di congedo parentale per lavoratrici e lavoratori dipendenti:

1) il congedo di maternità: una donna in stato interessante ha il diritto di prendere un congedo di maternità a tempo pieno per un periodo continuativo di minimo 7 settimane prima della data presunta del parto e di 7 settimane dopo il parto; qualora non sia in congedo per altre ragioni, è obbligata a prendere almeno 2 settimane di congedo prima o dopo il parto. Il congedo di maternità non deve essere preso congiuntamente al pagamento delle prestazioni parentali. Tuttavia, una donna in stato di gravidanza ha diritto alle indennità prenatali se svolge un’attività faticosa incompatibile con il suo stato e se non è stata trasferita ad altra attività meno impegnativa. Le indennità prenatali possono essere erogate per 50 giorni al massimo negli ultimi 60 giorni che precedono la data presunta del parto. Ha diritto alle indennità prenatali anche una donna impossibilitata a svolgere la propria attività normale a motivo di un divieto di svolgerla in vigore per le donne in gravidanza e sempre che non possa essere trasferita ad altra attività. Le indennità prenatali sono all’80 per cento della retribuzione;

2) il congedo temporaneo collegato alla nascita del figlio o all’adozione; si tratta di 10 giorni lavorativi che possono essere presi dal padre per assistere al parto, per accudire gli altri figli durante il ricovero in ospedale della madre o per partecipare alla cura del bambino quando la madre torna a casa[6]. Tale congedo, che può essere preso entro i primi 60 giorni di vita del figlio, è remunerato all’80% dello stipendio.

3) congedo parentale: complessivamente, i genitori possono usufruire di 480 giorni di congedo parentale di cui 60 sono riservati alla mamma (mother’s quota) e 60 al papà (father’s quota); tali quote non possono essere trasferite da un partner all’altro; se non vengono utilizzate da un genitore, sono perse[7]. I restanti 360 giorni sono equamente distribuiti tra padre e madre. In questo caso, i giorni possono essere trasferiti da un partner all’altro, ma deve essere sottoscritto un consenso informato. Ogni genitore, inoltre, ha diritto ad un congedo non retribuito fino al 18esimo mese del figlio (dalla nascita del bambino, includendo ogni giorno utilizzato con i benefici previsti per il congedo parentale retribuito).

Per quanto riguarda la retribuzione, i genitori percepiscono l’80% del loro stipendio per 390 giorni. I restanti 90 giorni sono retribuiti con un forfait di circa 21 euro al giorno.

In Svezia il congedo parentale è molto flessibile; il periodo di permesso è contato in giorni (piuttosto che in settimane o in mesi) per migliorare la flessibilità di utilizzo e per consentire ai genitori di conciliare al meglio le proprie esigenze lavorative. I genitori possono usufruire del congedo in un unico periodo continuativo o in diversi blocchi, fino ad un massimo di tre periodi ogni anno. I genitori possono, inoltre, utilizzare 30 giorni di congedo ciascuno contemporaneamente per prendersi cura del bambino insieme. Questi due mesi possono essere usati solo durante il primo anno di vita del figlio.

Infine, ogni genitore ha diritto, senza i benefici del congedo parentale, ad una riduzione del suo normale orario di lavoro per la cura del figlio fino al compimento dell’ottavo anno del bambino o fino alla fine del primo anno scolastico se ha più di 8 anni in quel momento.

In Svezia è previsto un bonus di parità di genere (“Gender Equality Bonus”) che offre un incentivo economico di circa 10 euro al giorno alle famiglie che dividono equamente il congedo parentale tra moglie e marito.

Il congedo di maternità, il congedo temporaneo e il congedo parentale sono finanziati dalla previdenza sociale svedese e pagati dall’Agenzia svedese per la previdenza sociale[8].

Nel 2010, il 20 per cento delle madri ha utilizzato il congedo di maternità per una media di 39 giorni, mentre circa il 73 per cento dei padri ha usufruito del congedo temporaneo connesso alla nascita del figlio o all’adozione. Attualmente, quasi tutte la famiglie in Svezia utilizzano il congedo parentale retribuito. La maggior parte dei genitori utilizza il congedo soprattutto nei primi due anni di vita del figlio.

 

 

Congedo di maternità

 

La madre ha diritto a 7 settimane prima della data presunta del parto e a 7 settimane dopo il parto; la madre è obbligata a 2 settimane di congedo prima o dopo il parto; il congedo di maternità non deve essere preso congiuntamente al pagamento delle prestazioni parentali.

Congedo temporaneo collegato alla nascita o all’adozione

Il padre (o altra persona vicina alla madre) può prendere 10 giorni lavorativi connessi alla nascita o all’adozione del figlio.

L’indennità è pagata all’80% dello stipendio.

 

Congedo parentale retribuito

480 giorni (di cui 390 retribuiti all’80% dello stipendio e i restanti 90 giorni retribuiti con un forfait di circa 21 euro al giorno) - La madre ha diritto a 60 giorni non trasferibili al partner. Il padre ha diritto a 60 giorni non trasferibili al partner. Il resto del congedo può essere diviso liberamente

Congedo di maternità non retribuito

La madre ha diritto anche al congedo non retribuito fino al 18esimo mese del figlio (dalla nascita del figlio, includendo ogni giorno utilizzato con i benefici previsti per congedo parentale retribuito).

 

Congedo di paternità non retribuito

Il padre ha diritto anche al congedo non retribuito fino al 18esimo mese del figlio (dalla nascita del figlio, includendo ogni giorno utilizzato con i benefici previsti per congedo parentale retribuito).

 

Limitazioni

I genitori hanno diritto ad una riduzione dell’orario di lavoro per la cura del figlio, senza i benefici del congedo parentale, fino all’8° anno di vita del bambino o fino al termine del primo anno scolastico se maggiore di 8 anni.

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZIO BIBLIOTECA - Ufficio Legislazione Straniera

tel. 06/6760. 2278 – 3242 ; mail: LS_segreteria@camera.it



* Per ulteriori approfondimenti si segnala la seguente documentazione di diritto comparato disponibile in internet: Caratteristiche chiave dei sistemi di congedo parentale, scheda informativa OCSE, luglio  2012: http://www.oecd.org/dataoecd/45/26/37864482.pdf; I congedi di paternità: un confronto in Europa, Isfol Occasional Paper n. 2, marzo 2012: http://archivio.isfol.it/DocEditor/test/File/2012/Editoria/IOP2_Congedi_di_paternit%C3%83%C2%A0.pdf; International Review of Leave Policies and Related Research 2010, Employment relations research series n. 115 edited by Peter Moss, Institute of education university of London: http://www.leavenetwork.org/fileadmin/Leavenetwork/Annual_reviews/2010_annual_review.pdf; International network on leave policies & research - Country reports: http://www.leavenetwork.org/lp_and_r_reports/country_reports/?S=ohne%3Ftype%3D98%3Ftype%3D98.

 

[1] Per maggiori informazioni sulle prestazioni di maternità e paternità in Norvegia si segnala il documento della Commissione europea “Diritti di previdenza sociale in Norvegia” (2012) (cap. IV): http://ec.europa.eu/employment_social/empl_portal/SSRinEU/Your%20social%20security%20rights%20in%20Norway_it.pdf.

[2] Se il bambino nasce prima della presenta data di nascita, il periodo rimanente non può essere trasferito al periodo dopo la nascita; dunque, è perso.

[3] Il “Daddy days” può essere trasferito a qualcun altro se il padre non vive con la madre, poiché lo scopo del congedo è di assistere la madre.

[4] Dal 1° luglio 2011 la quota per il padre è passata da 10 a 12 settimane.

[5] Il testo della legge è disponibile in lingua inglese all’indirizzo internet http://www.government.se/content/1/c6/10/49/85/f16b785a.pdf.

[6] Tale indennità può essere presa dal padre o, qualora il padre sia sconosciuto, da una persona vicina alla madre.

[7] La quota non trasferibile è stata introdotta nel 1995 e nel 2002 è stata portata a due mesi per genitore.

[8] Per maggiori informazioni sulle prestazioni di maternità e paternità in Svezia si segnala il documento della Commissione europea “Diritti di previdenza sociale in Svezia” (2012) (cap. IV): http://ec.europa.eu/employment_social/empl_portal/SSRinEU/Your%20social%20security%20rights%20in%20Sweden_it.pdf (cap. IV).