Camera dei deputati - XVII Legislatura - Dossier di documentazione (Versione per stampa)
Autore: Servizio Biblioteca - Ufficio Legislazione straniera
Titolo: Gli istituti di credito in Germania: i 'tre pilastri', gli organismi di vigilanza e la tassazione bancaria
Serie: Appunti    Numero: 43
Data: 22/04/2013
Descrittori:
BANCHE ISTITUTI E AZIENDE DI CREDITO   CONTROLLI AMMINISTRATIVI
ENTRATE TRIBUTARIE   GERMANIA

Camera dei deputati

XVII Legislatura

 

BIBLIOTECA – LEGISLAZIONE STRANIERA

 

A P P U N T I

Appunto 7/2013                                                                             22 aprile 2013

Gli istituti di credito in Germania: i “tre pilastri”, gli organismi di vigilanza e la tassazione bancaria

 

 

In base ai dati rilevati dalla Banca centrale federale (Deutsche Bundesbank) nel corso del 2011[1], il numero complessivo di istituti di credito esistenti in Germania ammonta a 2.080 unità. Prosegue quindi, sebbene con un ritmo assai più lento rispetto a un decennio fa, il processo di aggregazione (Konsolidierungsprozess) del sistema bancario tedesco che interessa soprattutto il comparto pubblico e quello cooperativo.

La struttura del sistema resta comunque caratterizzata da un numero cospicuo di banche e dalla rigida separazione dei tre “pilastri” (privato, pubblico e cooperativo), la c.d. Drei-Säulen-Struktur:

·        il settore privato è formato da 388 banche commerciali, tra cui le quattro “grandi banche” (Deutsche Bank, Commerzbank, Unicredit Bank e Postbank) e le filiali delle banche estere;

·        la categoria della banche di diritto pubblico comprende 426 casse di risparmio (Sparkassen) e 10 Landesbanken (il cui capitale è detenuto principalmente dai Governi dei Länder);

·        il pilastro cooperativo è rappresentato da 1.126 banche, compresi i due istituti centrali di categoria (la Deutsch Zentral-Genossenschaftsbank con sede a Francoforte e la Westdeutsche Genossenschafts-Zentralbank con sede a Düsseldorf).

Al quadro così delineato si aggiunge un piccolo numero di altre istituzioni finanziarie specializzate, tra le quali riveste particolare rilevanza il Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), istituto per le attività di finanziamento agevolato per la ricostruzione[2].

Le grandi banche (Groβbanken) occupano una quota minoritaria del mercato; dai dati sopra riportati si evince, infatti, che la percentuale maggiore è rappresentata dalle banche soggette al diritto pubblico - in particolare le casse di risparmio - e soprattutto dalle banche popolari e dalle casse rurali, cioè dagli istituti di credito cooperativi molto diffusi su tutto il territorio nazionale.

La disciplina generale sulle banche è contenuta nella legge sul sistema creditizio (Gesetz über das Kreditwesen – Kreditwesengesetz, KWG)[3] del 10 luglio 1961, riformulata in un nuovo testo nel settembre 1998 e da ultimo modificata dall’art. 1 della legge del 3 aprile 2013, volta a rendere applicabile il Regolamento UE n. 260/2012 che stabilisce i requisiti tecnici e commerciali per i bonifici e gli addebiti diretti in euro e che modifica il Regolamento (CE) n. 924/2009. Escluso il pilastro disciplinato dal diritto bancario privato, gli altri due sono regolati da principi mutualistici e di interesse sociale: gli istituti bancari soggetti a questa disciplina non hanno, infatti, come scopo principale il perseguimento della massimizzazione degli utili, motivo per cui i prezzi dei servizi bancari sono relativamente più bassi rispetto alla media internazionale.

L’attività delle casse di risparmio (banche di diritto pubblico) viene disciplinata, oltre che dal Kreditwesengesetz, dalle singole leggi regionali sulle casse di risparmio. Esse, inoltre, possono aprire filiali solo all’interno dei rispettivi territori comunali di insediamento (c.d. Regionalprinzip).

Agli istituti di credito cooperativo (Kreditgenossenschaften), che comprendono le banche popolari (Volksbanken) e le banche di credito cooperativo (Raiffeisenbanken), si applica, oltre al Kreditwesengesetz, anche la legge sulle cooperative (Genossenschafsgesetz) per quanto attiene, in particolare, alla disciplina degli aspetti di diritto societario. Una rilevante modifica di tale legge nel 1973 ha abolito il divieto di effettuare operazioni creditizie con non soci.

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La supervisione sul sistema bancario è affidata all’Autorità federale di vigilanza sui servizi finanziari (Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht – BaFin), istituita nel maggio 2002 e affiancata alla Banca centrale federale nelle attività di supervisione e di garanzia della stabilità del sistema finanziario e creditizio (§ 7 del Kreditwesengesetz). Alla BaFin compete, in particolare, la vigilanza sulla solvibilità degli istituti bancari, degli intermediari finanziari e delle società assicurative, nonché la tutela dei risparmiatori e degli investitori degli istituti vigilati. La suddivisione dei compiti tra BaFin e Deutsche Bundesbank prevede che quest’ultima svolga la funzione di supervisione corrente e prudenziale, che comprende in particolare l’analisi dei documenti inoltrati dagli istituti vigilati e l’effettuazione di ispezioni incentrate sull’operatività bancaria, volte a fornire un giudizio sull’adeguatezza della dotazione di capitale proprio e delle procedure di gestione dei rischi degli enti vigilati. La Bundesbank può partecipare anche alle riunioni del Consiglio di amministrazione della Bafin con un proprio rappresentante, ma senza diritto di voto. Nel 2008 la Bundesbank e la Bafin hanno firmato un protocollo d’intesa per il coordinamento delle rispettive attività.

Le casse di risparmio, che - come accennato - sono quasi tutte enti di diritto pubblico appartenenti agli enti territoriali che li hanno costituiti e/o alla federazione regionale delle casse di risparmio, sono sottoposte ad una vigilanza duplice: da un lato, in quanto banche, sono sorvegliate dall’organo di vigilanza federale sul sistema bancario; dall’altro, in quanto enti comunali, vengono controllate dall’organo regionale di sorveglianza delle casse di risparmio. L’influenza degli enti territoriali sulle casse di risparmio si esplica inoltre nel fatto che essi ne definiscono lo statuto e sono rappresentati nell’organo aziendale di sorveglianza, partecipando quindi alla nomina del consiglio di amministrazione.

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Con la legge sulla ristrutturazione bancaria del 9 dicembre 2010 è stata introdotta una forma di tassazione sulle banche (Bankenabgabe), con l’obiettivo che, in caso di gravi crisi economiche, non sia solo lo Stato a sostenere gli istituti in difficoltà. In base alle disposizioni della nuova normativa, gli istituti di credito sono tenuti a versare nelle casse federali una parte dei propri profitti: il prelievo è applicato sul risultato di bilancio e fissato in funzione delle dimensioni di ciascuna banca e dal grado di rischio assunto in base ai business attivi. La somma versata, che comunque non può eccedere il 15% dei ricavi netti, confluisce in un fondo di emergenza per la ristrutturazione (Restrukturierungsfond), cui attingere in caso di nuove crisi. Nell’opinione del Governo federale, la nuova tassa serve anche come disincentivo alle operazioni finanziarie troppo rischiose.

L’obbligo di contribuire alla costituzione del fondo riguarda tutti gli istituti di credito con sede in Germania, siano essi banche private, banche cooperative o casse di risparmio, mentre non sono soggette al prelievo le banche promozionali (Förderbanken), le assicurazioni e i fondi di investimento.

Ai sensi del § 2, secondo periodo, della legge sul fondo di ristrutturazione (Restrukturierungsfondsgesetz) gli unici istituti di crediti esclusi dalla tassazione sono quelli esenti dall’imposta sul reddito delle società ed elencati al § 5, comma 1, punto 2 del Körperschaftsteuergesetz.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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[1] Entwicklung des Bankstellennetzes im Jahr 2011, pubblicazione della Deutsche Bundesbank del 13 giugno 2012.

[2] Sui profili generali della disciplina bancaria in Germania, si segnala lo studio di C. Di Capua Il sistema bancario tedesco, Quaderni di ricerche Einaudi, n. 56 (2003); cfr. inoltre F. Brizi, Istituti bancari tedeschi: aiuti di Stato e prospettive dopo i recenti interventi della Commissione, Luiss CERADI (Centro di ricerca per il diritto di impresa), marzo 2005.

[3] Una traduzione non ufficiale in lingua inglese, aggiornata però al luglio 2009, è stata curata dalla Deutsche Bundesbank ed è disponibile sul sito internet di quest’ultima: http://www.bundesbank.de/Redaktion/EN/Downloads/Core_business_areas/Banking_supervision/PDF/banking_act.pdf?__blob=publicationFile.