CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 maggio 2011
480.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
ALLEGATO
Pag. 41

ALLEGATO 1

5-04758 Rugghia: Sulla campagna di informazione per l'assegnazione della Medaglia d'onore ai cittadini italiani militari e civili deportati nei lager nazisti.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si risponde per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, competente nella specifica materia, che ha fornito gli elementi dei quali si dà lettura.
Il «Comitato riconoscimento ex IMI» - richiamato dagli onorevoli interroganti - è stato istituito con legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, commi 1271-1276, concernente la concessione di una medaglia d'onore ai cittadini italiani, militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra ed ai familiari dei deceduti.
Premesso che detta normativa prevede che la medaglia d'onore venga concessa, anche alla memoria e, pertanto, consegnata ai familiari di quanti furono deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, si evidenziano le azioni che rendono accessibile l'informazione sul procedimento in atto presso il Dipartimento - Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, segnatamente nell'ambito del Comitato.
In primo luogo, collegandosi via Internet al sito del Governo e digitando «Comitato riconoscimento ex IMI» nel motore di ricerca, si trova la pagina dedicata all'argomento «ex IMI», nella quale è possibile consultare la normativa, stampare la modulistica da compilarsi ai fini della presentazione dell'istanza, visionare i decreti del Presidente della Repubblica di conferimento delle onorificenze in parola, nonché leggere le Relazioni informative.
Peraltro, la medaglia d'onore ha evidenza sul web non solo attraverso il sito della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma anche utilizzando i principali motori di ricerca (Google, Tiscali, Virgilio), che veicolano su siti (quello della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma anche quello dell'Associazione Nazionale Ex Internati) dove sono contenute le notizie di dettaglio in merito alla procedura per ottenere le medaglie.
Si ritiene che contribuisca, altresì, alla conoscenza del procedimento in parola, il risalto dato dai mezzi di informazione alle annuali cerimonie commemorative della Giornata della Memoria, che, il 27 gennaio di ciascun anno, si svolgono sia al Quirinale che presso le Prefetture, nel corso delle quali ha luogo anche la consegna delle medaglie d'onore.
Si fa presente che le Prefetture provvedono alla consegna delle medaglie d'onore agli insigniti delle rispettive Province, non solo in occasione della citata ricorrenza, ma anche nel corso di altre celebrazioni solenni, quali, ad esempio, la Festa della Repubblica il 2 giugno.
Gli organi di informazione nazionali e locali danno ampio risalto a tali eventi, come risulta anche dalle informazioni puntualmente trasmesse dalle Prefetture alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
Sulla base delle predette informative, il Dipartimento già da due anni redige una specifica Relazione, anch'essa pubblicizzata sulla menzionata pagina Internet del Governo.
Si evidenzia, infine, che fanno parte del Comitato per la concessione delle medaglie d'onore, rappresentanti dell'Associazione Nazionale Ex Internati (ANEI) e dell'Associazione

Pag. 42

Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall'internamento e dalla Guerra di Liberazione (ANRP), le quali annoverano un rilevante numero di associati e, attraverso proprie Sezioni sul territorio, unitamente ai Patronati, contribuiscono non solo ad inoltrare al Comitato le istanze, su incarico degli interessati, ma anche a divulgare l'informazione attinente al procedimento in parola.
Cito, altresì, l'iniziativa recentemente assunta in sede di Comitato, per fornire ai nuovi insigniti l'opportunità di comunicare il proprio recapito alle Associazioni di categoria per l'invio di copie omaggio delle riviste di settore (da considerarsi come ulteriore veicolo di informazione) e con l'enunciazione dell'intento di favorire una più capillare divulgazione dell'onorificenza attraverso la sensibilizzazione delle Associazioni di categoria in sede dello stesso Comitato.
Da ultimo, si segnala che il Dipartimento, attraverso un costante contatto con il pubblico finalizzato a fornire informazioni e chiarimenti sul procedimento di cui alla legge n. 296/2006, di fatto costituisce un ulteriore veicolo informativo.

Pag. 43

ALLEGATO 2

5-04759 Cicu: Sulle iniziative per la realizzazione a livello interforze di una struttura di coordinamento e controllo in materia di medicina veterinaria.

TESTO DELLA RISPOSTA

Il progetto di riordino della Sanità militare - nell'ambito del più ampio e complesso processo di trasformazione dello strumento militare - si inserisce nel contesto delle iniziative in corso per la razionalizzazione delle attuali strutture, al fine di attualizzarne le procedure per renderle più aderenti alle esigenze operative e alla nuova composizione organica interamente professionale.
In particolare, le tematiche relative al servizio veterinario militare in ambito interforze sono, da qualche anno, oggetto di particolare attenzione da parte del Dicastero.
Già nel 2008 è stata avviata un'attività volta ad uniformare in ambito Difesa le disposizioni inerenti alla sicurezza degli alimenti di origine animale e/o misti.
Tale iniziativa si è concretizzata nella costituzione di un gruppo di lavoro interforze che:
ha effettuato la ricognizione dei regolamenti attualmente in vigore nelle Forze armate in materia di sicurezza degli alimenti;
sta perfezionando una prima bozza di direttiva interforze sui controlli sanitari e sulla sicurezza degli alimenti.

Contestualmente - nella consapevolezza della complessità della materia e della necessità di una trattazione che tenesse conto dei sistemi di controllo e procedurali vigenti in contesti esterni alla Difesa - è stato avviato, con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e con il Ministero della Salute - Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria, Nutrizione e Sicurezza degli alimenti - un tavolo tecnico di cooperazione per individuare soluzioni riferibili ad alcune tematiche veterinarie di comune interesse, sia in campo zooiatrico che in quello della sicurezza degli alimenti.
In campo zooiatrico, grazie a tale cooperazione, è stato realizzato il «Ruolo per le Forze armate nell'ambito della Banca Dati Nazionale dei Codici Aziendali», che ha consentito alla Difesa di ottemperare a specifici disposti normativi nazionali ed europei, mantenendo una gestione in autonomia del database delle aziende zootecniche militari.
Segnalo, inoltre, che presso il Comando Operativo Interforze esiste una Sezione Veterinaria per la pianificazione e la supervisione delle attività veterinarie dei contingenti militari impiegati all'estero.
Quanto alla possibilità di realizzare una «adeguata struttura ordinativa di indirizzo [...]», faccio presente che è attualmente allo studio la realizzazione di una struttura che assicuri la direzione e il coordinamento dell'attività e dei servizi sanitari, in cui è prevista la costituzione di un elemento di organizzazione, di livello ancora da definire, per lo sviluppo ed il coordinamento delle attività in materia di medicina veterinaria militare, in sistema con le Forze Armate e con l'Arma dei Carabinieri.

Pag. 44

ALLEGATO 3

5-04760 Gidoni: Nuove questioni riguardanti il Poligono interforze del Salto di Quirra (CA).

TESTO DELLA RISPOSTA

Preliminarmente, si intende ribadire, ancora una volta, l'attenzione e la sensibilità dell'Amministrazione rispetto alle preoccupazioni e ai dubbi suscitati dalle notizie del presunto impatto delle attività svolte presso il poligono interforze del Salto di Quirra (PISQ) sull'ambiente e sulla popolazione circostante.
Ne è una tangibile conferma l'impegno assunto dal Governo di sospendere le attività addestrative e sperimentali presso il Poligono qualora, dall'analisi comparata dei dati del monitoraggio da parte della Commissione Tecnica di Esperti o da ulteriori indagini disposte anche in concorso dalla Regione Autonoma della Sardegna, dovessero emergere oggettive situazioni di rischio per gli abitanti delle aree circostanti e per il personale della Difesa.
Allo stesso tempo, la Difesa continua a prodigarsi concretamente per fare chiarezza su tale questione, facendo ricorso, già da tempo, ad una serie di iniziative. Tra queste, la campagna di monitoraggio ambientale, avviata nel 2008, per verificare la presenza non soltanto di materiale radioattivo, ma anche di altre sostanze inquinanti.
Al riguardo, il Dicastero ha quindi, costituito, con decreto 28 aprile 2008, il «Comitato misto territoriale per l'indirizzo, l'organizzazione, il coordinamento, la verifica e il confronto delle attività e dei risultati del monitoraggio ambientale condotto nelle aree adiacenti del Poligono Interforze di Salto di Quirra». La documentazione relativa ai risultati finali delle attività di monitoraggio è stata consegnata il 1o febbraio scorso alla Commissione Tecnica di Esperti: è stata esclusa l'influenza delle attività del PISQ e, in generale, di attività antropiche in tutte le matrici indagate (suoli, sedimenti marini e fluviali, acque marine, vegetali, matrici animali, prodotti alimentari, radioattività ambientale, metalli nel particolato atmosferico, nano particelle). Allo stato, i dati sono al vaglio della citata Commissione, che dovrà riferirne il 20 maggio p.v. al predetto Comitato di Indirizzo Territoriale.
Nel contempo, le ulteriori iniziative sono tese a controllare e censire con precisione tutto il materiale utilizzato presso i poligoni.
Cito, in particolare, l'istituzione di «Comitati per la tutela ambientale» e l'elaborazione di un «Disciplinare Ambientale» - adottato nel 2004 in via sperimentale e dal 2008 in maniera definitiva - che regolamenta le procedure per autorizzare le attività all'interno del poligono.
Nel concludere, si ribadisce che:
le attività operative e addestrative della Difesa sono effettuate nel pieno rispetto dell'ambiente circostante, sia fuori dai confini nazionali sia nei poligoni nazionali;
tutti i livelli di Comando della catena gerarchica sono costantemente informati sulla tematica e sono parte attiva nell'applicazione delle misure di prevenzione a tutela del personale;
l'Italia non ha mai impiegato armamento all'uranio depleto e non risulta essere dimostrato da alcuna ricerca, anche in ambito internazionale, la sussistenza di un nesso di causalità tra le patologie

Pag. 45

contratte dai militari impegnati nei teatri operativi, o in servizio presso i poligoni, e l'esposizione all'uranio impoverito.

Richiamando, quindi, quanto già espresso in risposta all'interrogazione citata dall'onorevole interrogante, non si può che attendere con fiducia l'esito dell'attività di indagine della Procura di Lanusei, nella certezza di poter avere presto accesso alle determinazioni del Comitato di Indirizzo Territoriale, che sta valutando i dati dell'indagine effettuata sulle aree del poligono.

Pag. 46

ALLEGATO 4

5-04761 Di Stanislao: Sull'attività militare autorizzata dal Ministero della difesa nel Poligono interforze del Salto di Quirra (CA).

TESTO DELLA RISPOSTA

L'allarme sociale suscitato dalle notizie riguardanti il Poligono Interforze di Salto di Quirra (PISQ), non ha lasciato e non lascia indifferente la Difesa che è impegnata, da tempo, in un'attività a tutto campo finalizzata a fare chiarezza sul presunto impatto delle attività svolte al suo interno.
Come più volte affermato, anche in Legislature precedenti, si ribadisce che l'Italia mai ha impiegato armamento all'uranio depleto e non risulta essere dimostrato da alcuna ricerca, anche in ambito internazionale, la sussistenza di un nesso di causalità tra le patologie contratte dai militari in servizio presso i poligoni e l'esposizione all'uranio impoverito.
Parimenti, non è stata accertata una correlazione tra le attività svolte presso il poligono e l'insorgenza di malattie tumorali e/o di malformazioni genetiche sia nell'uomo, sia nella specie animale.
Nel merito, con riguardo alla presunta «maggiore incidenza di certe patologie nelle aree interessate da attività militari», si deve sottolineare che tale ipotesi non è stata confermata, a suo tempo, dall'apposita Commissione istituita dall'ASL 8 di Cagliari, il cui Direttore Generale aveva indicato che le possibili cause avrebbero potuto essere, invece, ricercate proprio nel passato minerario dell'area, ove da tempi molto remoti, è presente un'ex miniera, gestita dalla Società Rumianca dal 1938 al 1965, anno della sua dismissione.
Alle medesime risultanze è pervenuta l'Università degli Studi di Siena, al termine dell'indagine sistematica sullo stato ambientale del PISQ e delle aree limitrofe - commissionata a tale Ente, nel 2002, dalla Difesa.
Ora si tratterà di attendere il responso della Commissione Tecnica di Esperti, che sta valutando gli esiti dell'attività di monitoraggio ambientale, avviata nel 2008 e condotta da società indipendenti, esterne alla Difesa, nell'auspicio di fare chiarezza sulle numerose informazioni che periodicamente riguardano la parte del territorio della Regione Sardegna interessata dalla presenza della base.
Rammento, infine, che oltre al noto finanziamento di un progetto di ricerca «ad hoc», sotto l'egida del Comitato per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (CPCM), che prevede il «follow-up delle patologie incidenti sul personale militare e civile del Poligono», si è appreso che l'ASL di Lanusei ha avviato la pianificazione per la realizzazione di alcuni mirati interventi, tra cui in particolare un tavolo di lavoro per l'indagine sugli animali, per l'intera provincia e nelle aree adiacenti il Poligono, mentre l'ASL di Cagliari intende promuovere l'avvio di uno studio epidemiologico retrospettivo (caso-controllo) che interessi la popolazione residente nei comuni circostanti il PISQ, con il coinvolgimento dell'ASL di Lanusei, il coordinamento dell'Assessorato dell'igiene e sanità della Regione Sardegna e con la supervisione dell'Istituto Superiore di Sanità.
Con riguardo, infine, al provvedimento giudiziario emesso dal GIP presso il Tribunale di Lanusei in data 12 maggio 2011, sentita anche l'Avvocatura Generale dello Stato, dalla lettura dell'atto non si intravedono perplessità relativamente al prosieguo delle operazioni militari delle Forze armate nel Poligono in questione.

Pag. 47

Si precisa, tra l'altro, che il Giudice ha nominato il Comandante del PISQ, «custode» dell'area sequestrata, ritenendolo il soggetto che possa «agevolmente far vigilare l'area» stessa e «controllare il possesso dei requisiti dei soggetti che devono svolgere attività militari, industriali e commerciali connesse all'attività militare autorizzata».
In conclusione, nell'attesa fiduciosa delle risultanze dell'attività di indagine dell'Autorità Giudiziaria, la Difesa intende continuare a mantenere un atteggiamento di piena e trasparente disponibilità, nell'interesse prioritario di pervenire a risposte precise e definitive alle incertezze che ancora permangono sulla base di dati scientificamente attendibili.