CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 11 novembre 2008
92.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale
ALLEGATO
Pag. 116

ALLEGATO 1

Bilanci consuntivi 2004-2005-2006, bilancio preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale della Cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti (Cassa geometri).

RELAZIONE

Premessa
La cassa italiana di previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti ha apportato, a partire dal 2007, alcune modifiche al proprio sistema di previdenza. In primo luogo, la Cassa ha introdotto, a partire dal 1o gennaio 2007, nel rispetto del principio del pro-rata, il criterio di calcolo contributivo per le sole pensioni di anzianità, eliminando contemporaneamente i preesistenti requisiti di incompatibilità con l'attività lavorativa. È stato inoltre deliberato il progressivo aumento dell'anzianità contributiva per l'accesso alla pensione di vecchiaia da 30 a 35 anni. La Cassa ha stabilito inoltre il graduale aumento dell'aliquota per il calcolo del contributo soggettivo, dal 10 al 12 per cento nel 2014, nonché l'innalzamento dei minimi contributivi. La cassa geometri eroga ai propri iscritti tutte le principali prestazioni previdenziali (pensioni di vecchiaia, anzianità, inabilità, invalidità, reversibilità, malattia e maternità), oltre alla previsione di provvidenze straordinarie a favore degli iscritti che si trovino in particolari condizioni di bisogno.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

La cassa nazionale di previdenza e assistenza dei geometri richiede ai propri iscritti un contributo soggettivo pari dal 1o gennaio 2008 al 10,5 per cento sul reddito dichiarato destinato a raggiungere il 12 per cento nel 2014. Per i redditi superiori a euro 130 mila annui l'aliquota contributiva è ridotta al 3,5 per cento. Entro lo stesso arco temporale il contributo soggettivo minimo che è pari, per l'anno 2007 a euro 1.750, arriverà a raggiungere il valore di euro 2.500 a decorrere dal 1o gennaio 2013. Lo stesso contributo soggettivo dovuto dai pensionati della Cassa che proseguano l'attività professionale è ridotto a un terzo. Gli iscritti sono tenuti inoltre a versare un contributo integrativo la cui percentuale di calcolo è pari al 4 per cento del volume di affari IVA. Per i neoiscritti alla Cassa i contributi di cui sopra sono ridotti a un quarto per i primi due anni di iscrizione alla cassa e alla metà per i successivi tre anni, fino al compimento del trentesimo anno di età.
Dal 1o gennaio 2007 il calcolo dei trattamenti pensionistici di anzianità viene effettuato con il metodo di calcolo contributivo, pro-rata, mentre rimangono inalterati i requisiti di anzianità contributiva e anagrafica per l'accesso a detti trattamenti. Il diritto al pensionamento di vecchiaia si matura all'età di 65 anni, indistintamente per uomini e donne in presenza di un'anzianità contributiva che dagli attuali 31 anni è destinata ad aumentare progressivamente a 35 anni a regime nel 2015. Il calcolo della pensione viene effettuato sulla base di un coefficiente di rivalutazione pari all'1,75 per cento della media dei più elevati venticinque redditi annuali professionali dichiarati dall'iscritto, sui trenta anni solari anteriori alla maturazione del diritto alla pensione. Il coefficiente di rivalutazione si riduce progressivamente per gli scaglioni di reddito oltre i 10 mila euro. La disciplina transitoria prevede altresì la possibilità, in

Pag. 117

presenza di un'anzianità contributiva pari a 30 anni, di liquidazione del trattamento con il sistema contributivo, sempre nel rispetto del pro-rata.
La misura della pensione liquidata con il sistema retributivo non potrà comunque essere di importo inferiore al minimo Inps.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nell'anno 2007 la Cassa presenta un numero di iscritti pari a 93.524 di cui 8.058 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2006, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione quasi nulli (+0.6 per cento in media annua), appena più dinamici per le femmine (4 per cento medio) che risultano comunque in numero davvero esiguo e pari a meno del 10 per cento degli iscritti. L'indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati risulta significativo per la sola componente maschile degli iscritti e mostra valori in crescita, sia pure ancora inferiori all'unità, indicando l'esistenza di flussi in entrata di nuove posizioni contributive ancora positivi. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a poco più di 44 anni, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica positiva (+10 per cento in media annua), principalmente influenzata dalla dinamica dei redditi (tasso di crescita medio annuo pari a oltre il 5 per cento) piuttosto che da quella degli iscritti. L'aliquota legale, con riferimento al solo contributo soggettivo, pari al 10 per cento per il 2007 è di molto inferiore rispetto a quella effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni da lavoro (vecchiaia e anzianità al netto di quelle ai superstiti e di invalidità), con la evidenziazione specifica di quelle di anzianità, insieme al numero del totale dei trattamenti. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dalla Cassa è pari per il 2007 a 25.661. Oltre il 62 per cento di questi trattamenti è costituito da pensioni da lavoro, che mostrano una dinamica abbastanza sostenuta nel triennio 2005-2007 (tasso medio annuo di crescita pari al 10 per cento), in particolare con riferimento all'anno 2007, in cui è entrata in vigore la riforma del regolamento previdenziale. Anche l'andamento delle pensioni di anzianità, che sono in numero estremamente ridotto, pari al 9 per cento dei trattamenti pensionistici complessivi, risulta fortemente influenzato dalle recenti modifiche normative intraprese dalla Cassa, con dei tassi di crescita pari per il 2007 a poco meno del 70 per cento. Anche il flusso annuo delle nuove liquidate subisce una forte accelerazione per il 2007.
La quota dell'insieme di pensioni da lavoro che va alle femmine è del tutto residuale, pari a meno dell'1 per cento. Mentre per quanto riguarda il complesso dei trattamenti pensionistici, comprensivi dei trattamenti ai superstiti, tale quota sale al 32 per cento del totale.
L'età media al pensionamento della categoria si colloca su livelli abbastanza elevati, caratteristici dell'attività libero professionale, pari a 66 anni in media nel 2007. Il numero medio di anni di contribuzione, sempre per l'anno 2007, è pari a 34 per la totalità dei pensionati.
Nella tabella 3 sono riportati gli importi medi relativi all'insieme delle pensioni vigenti e la spesa complessiva per pensioni. Tali importi sono, inoltre, scorporati per le pensioni da lavoro, così come già definite, per quelle di anzianità e per il complesso. Gli importi medi del complesso delle pensioni da lavoro sono pari nel 2007, per l'insieme della categoria, a poco più di 15 mila euro annui e a circa 10 mila per le femmine, con tassi di crescita annui intorno al 4 per cento per il complesso dei pensionati. Più elevati risultano gli importi medi delle sole pensioni di anzianità (poco meno di 22 mila euro annui per il totale). Molto più modesti appaiono gli importi del complesso delle pensioni (comprese invalidità e pensioni ai superstiti), pari a poco meno di 12 mila euro annui.

Pag. 118

Nella stessa tabella sono riportati gli importi relativi dei trattamenti pensionistici erogati alla componente femminile rispetto a quelli complessivamente erogati alla totalità dei pensionati, che segnalano, anche a causa di una numerosità della componente femminile decisamente scarsa, la presenza di un rilevante distacco tra gli importi medi relativi di maschi e femmine. Gli importi di pensione percepiti dalla componente femminile sono pari, nel migliore dei casi (complesso delle pensioni da lavoro), al 65 per cento di quelli percepiti dai professionisti maschi.
Per quanto riguarda l'adeguatezza degli importi delle pensioni liquidate, sono stati calcolati i relativi coefficienti di copertura rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti (sempre riportati nella tabella 3). I tassi di copertura così calcolati, risultano pari al 76 per cento per le pensioni da lavoro e pari al 59 per cento. per l'aggregato pensioni complessivo, comprensivo anche dei trattamenti di invalidità e superstiti, indicando l'esistenza di una divaricazione tra redditi degli attivi e pensione media non preoccupante.
La spesa complessiva per le pensioni ammonta nel 2007 a 299 milioni di euro e presenta un tasso medio annuo di crescita pari al 12 per cento.
In riferimento agli indicatori di equilibrio finanziario della Cassa è stato calcolato il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale per pensioni che indica come, nel periodo in esame, le entrate contributive correnti risultino pari a 1,2 volte la spesa per pensioni (tabella 3). Indicazioni interessanti provengono anche dall'esame dell'aliquota contributiva di equilibrio - data dal rapporto tra spesa per prestazioni e monte redditi - che mostra, per ciascun anno, la quota dei redditi necessaria a coprire l'attuale spesa per prestazioni previdenziali. L'aliquota contributiva di equilibrio si colloca su di un valore prossimo al 16 per cento, già superiore all'aliquota contributiva effettiva, mostrando, nel breve periodo di osservazione qui considerato, una tendenza alla crescita. Il rapporto tra numero di pensioni su iscritti, pari a 1 pensione ogni 27 iscritti nel 2007, indica l'esistenza di un buon equilibrio dell'indicatore demografico (1):

(1) Come è noto, infatti, tale aliquota può essere scomposta come prodotto tra due rapporti: quello tra il numero di pensioni e il numero di iscritti e quello tra l'importo medio delle pensioni in essere e il reddito medio degli iscritti.

Infine, sono stati calcolati i coefficienti di copertura dei flussi annui di nuove pensioni liquidate rispetto all'ultima retribuzione alla data del pensionamento (tabella 4). In base ai dati che ci sono stati forniti dalla Cassa, nel 2007 il tasso di copertura delle pensioni liquidate nello stesso anno così calcolato risulta pari al 71 per cento per l'insieme dei pensionati, in aumento nell'ultimo anno di osservazione. Tali livelli di copertura indicano una sostanziale tenuta dei redditi al pensionamento rispetto a quelli percepiti subito prima, ma non appaiono pienamente compatibili in riferimento al ridotto livello dell'aliquota contributiva che compete agli iscritti della Cassa (10,5 per cento).
Nella stessa tabella 4 sono stati riportati gli importi delle nuove pensioni liquidate. Detti importi (17 mila euro per l'insieme delle pensioni da lavoro e 15 mila euro per il complesso dei trattamenti) sono superiori rispetto a quelli dello stock delle pensioni vigenti osservati in precedenza e si mostrano leggermente in aumento nel periodo di tempo osservato.
Nella stessa tabella 4 è stato riportato anche un indicatore che misura l'effetto sulla spesa dell'entrata di nuove pensioni, il così detto effetto rimpiazzo, dato dal rapporto tra gli importi delle nuove pensioni liquidate e quelli dello stock di pensioni, con riferimento al complesso dei trattamenti. L'indicatore, nel breve periodo di tempo osservato, si mostra anch'esso in lieve aumento indicando che ogni nuova pensione liquidata dalla Cassa è di importo pari a circa 1,3 volte gli importi dei trattamenti già esistenti.

Pag. 119

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Tale riserva, secondo la normativa vigente, deve essere pari almeno a 5 annualità delle pensioni in pagamento al 1994. In prospettiva tale vincolo, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 763, della legge finanziaria per il 2007, dovrebbe essere integrato con riferimento anche alle rate di pensione correnti in pagamento.
Negli anni considerati la cassa geometri presenta un risultato economico di esercizio ancora in avanzo, pari a 109 milioni di euro nel 2006 (43 per il preventivo 2007), ma caratterizzato da un fenomeno di sensibile erosione. Il patrimonio netto si mostra in aumento e pari a 1.660 milioni di euro per l'anno 2006. La riserva legale supera notevolmente il vincolo delle 5 annualità di pensione in pagamento in riferimento al 1994 (con un valore 21 volte superiore) e risulta appena 5 volte superiore se si fa riferimento alla spesa corrente per pensioni.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio della cassa geometri (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a 1.677 milioni di euro nel 2007, in aumento per oltre 40 milioni di euro rispetto all'anno precedente (tabella 6). Il 24 per cento circa dell'intero patrimonio è costituito da immobili (399 milioni di euro nel 2007), di cui il 10 per cento è rappresentato da immobili strumentali, mentre la restante parte costituita da investimenti mobiliari ammonta, sempre per il 2007, a 1.278 milioni di euro. La quota del patrimonio mobiliare è in lieve aumento rispetto agli anni precedenti, arrivando a costituire nell'ultimo anno di osservazione l'86 per cento dell'intero patrimonio. Il rendimento netto del patrimonio complessivo appare in calo nel periodo osservato e pari a poco più del 2 per cento. Detto calo è determinato da una contemporanea e progressiva riduzione dei rendimenti di entrambe le due componenti del patrimonio registrata tra il 2004 e il 2007: il rendimento della componente immobiliare che scende dal 2,2 all'1,8 per cento nel 2007 e quello mobiliare che si riduce dal 6,5 per cento al 2,2 per cento nel 2007. Nel caso del patrimonio immobiliare il calo del rendimento realizzato è da imputare unicamente ai maggiori oneri sostenuti per i costi di ristrutturazione di un immobile di un certo rilievo. In riferimento alla gestione mobiliare il calo dei rendimenti è da imputare ad un orientamento della gestione di tipo conservativo teso a prudenzialità, attraverso la preventiva scelta di un profilo rendimento rischio che privilegi il mantenimento dei livelli patrimoniali a garanzia delle prestazioni.
La composizione degli investimenti mobiliari per il 2007 è data per circa il 10 per cento da attività liquide, per una quota inferiore all'1 per cento da titoli, per lo 0,6 per cento da azioni e per la restante parte, pari a circa il 90 per cento dell'intero investimento mobiliare è composta da partecipazioni in gestioni patrimoniali esterne.
La composizione della componente affidata a gestioni patrimoniali è data per il 42 per cento dalla partecipazione a linee d'investimento definite di tipo «monetario», composte da titoli di Stato e obbligazioni, per il 40 per cento da linee d'investimento di tipo «bilanciato», composte da titoli di Stato, obbligazioni e azioni e, per il 18 per cento, da linee d'investimento di tipo «azionario», composte esclusivamente da azioni. Nel complesso, le gestioni patrimoniali affidatarie indirizzano l'investimento per il 32 per cento in titoli di Stato, il 37 per cento in obbligazioni e il 31 per cento in azioni. I rendimenti effettivi del periodo in esame per gli investimenti affidati alle gestioni patrimoniali, pari a circa il 6 per cento

Pag. 120

netto nel 2006, risultano in diminuzione in relazione ai dati di preventivo 2007 (2,2 per cento).
La cassa dei geometri gestisce il proprio patrimonio mobiliare in un'ottica ispirata a prudenzialità al fine di mantenere inalterate, in un orizzonte temporale di medio periodo, le disponibilità patrimoniali. In particolare, gli obiettivi primariamente individuati sono:
la stabilizzazione del valore atteso del patrimonio lungo un orizzonte temporale di 15 anni;
il mantenimento del valore di mercato del patrimonio al di sopra del valore della riserva obbligatoria;
l'esposizione del valore di mercato del patrimonio a un rischio di flessioni massimo predeterminato ritenuto accettabile (-10,96 per cento ad un anno, -3,25 per cento in un triennio e -0,76 per cento in un anno).

I costi di gestione nel bilancio di previsione 2007.

I costi di gestione della cassa dei geometri (tabella 7) ammontano nel 2007 a poco meno di 29 milioni di euro di cui il 29 per cento per il personale in servizio, con una quota in aumento nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 2,7 milioni di euro, pari a poco meno del 9 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione della Cassa, nel 2007, sono pari a 243 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (71 euro se ci si riferisce al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per il 4 per cento (l'1,3 le sole spese per il personale), con una tendenza alla diminuzione nel periodo di analisi.
A fronte di questi costi risultano 136 unità di personale in servizio, di cui 7 dirigenti. Il costo unitario medio del lavoro si attesta sui 62 mila euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è superiore alla metà (57 per cento) e poco meno del 30 per cento dei dirigenti in carica è di sesso femminile.La Cassa vanta un ammontare di crediti contributivi, pari nel 2007 a 208 milioni di euro, pari a circa la metà delle entrate contributive complessive. L'ente nei tre anni in esame è riuscito a recuperarne, in parte tramite esattorie e in parte tramite azione diretta, una quota pari al 10 per cento annuo.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni si attestano sui 60 giorni per le pensioni di vecchiaia, a oltre 100 per le anzianità e a 70 per le invalidità.
Per quanto riguarda l'obbligo di comunicazione dei dati agli iscritti (2) la Cassa ha soddisfatto solo in parte gli adempimenti normativi richiesti, con un primo invio dei dati anagrafici agli iscritti avvenuto nel 2005 e poi aggiornato nel corso del 2007, mentre non ha ancora provveduto ad inviare le informazioni relative alle posizioni contributive (estratto conto contributivo).

(2) Ai sensi di quanto stabilito dalla legge n. 243 del 2004 e del successivo decreto attuativo del Ministero del Lavoro 4 febbraio 2004.

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Prima di commentare le risultanze del bilancio tecnico della Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti (Cpg) redatto con dati a tutto il 2005, va segnalato che le cifre che presenteremo non tengono conto, se non parzialmente, delle modifiche regolamentari approvate dal Comitato dei Delegati in data 24 maggio 2006. Sinteticamente tali modifiche, già descritte all'inizio di questa relazione, hanno riguardato sia i criteri di concessione e calcolo delle prestazioni e sia la misura dei contributi soggettivi a carico degli iscritti alla Cassa. La relazione sul bilancio tecnico ha deciso di tener conto esplicitamente solo delle variazioni

Pag. 121

relative alle entrate per contributi, mentre ha lasciato ad un commento di carattere qualitativo i prevedibili effetti delle misure dal lato delle prestazioni; inoltre la relazione sul bilancio tecnico contiene una serie di valutazioni che servono da un lato a dar conto della situazione, piuttosto preoccupante, della gestione pre-riforma e dall'altro dei prevedibili benefici rinvenienti dall'aumento dei contributi nella misura stabilita dai progetti di riforma. Di seguito si commentano dapprima i principali indici gestionali per il prossimo quarantennio della simulazione, che tiene conto solamente della variazione dei contributi così come riformati e in seguito si mostrerà come tale variazione regolamentare impatti sugli equilibri della gestione; purtroppo, mancando valutazioni quantitative sulle modifiche regolamentari relativamente alle prestazioni previdenziali, le elaborazioni presentate non saranno in grado di evidenziare il reale stato di salute finanziaria della Cassa nel prossimo quarantennio, descrivendo, invece, un quadro più pessimistico di quello che prevedibilmente sarebbe risultato se fosse stata presa in considerazione la riforma della Cassa nel suo complesso.
Chiarito tale punto nella tavola 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori gestionali della Cassa per il quarantennio di previsione 2006-2045, tenendo conto, è utile ripetere, solo delle modifiche relative alla misura dei contributi soggettivi a carico degli iscritti alla Cassa. Come si può notare il saldo previdenziale, differenza tra entrate per contributi e spesa per pensioni, dovrebbe divenire negativo a partire dal 2018 sotto la spinta di un andamento fortemente divergente tra la dinamica della spesa per pensioni e le entrate per contributi: alla fine del periodo di previsione, la spesa per pensioni dovrebbe quasi doppiare il flusso annuo di contributi. Il saldo corrente, che tiene conto anche dei redditi da capitale e delle spese di funzionamento dell'ente, dovrebbe resistere in territorio positivo per un ulteriore quinquennio, per poi intraprendere una dinamica di peggioramento decisamente preoccupante.
Per dettagliare l'evoluzione dei saldi precedentemente indicati nel grafico 3 è riportato il dato sulla dinamica media annua delle entrate per contributi e della spesa per pensioni nell'arco previsivo in esame. Come si può notare entrambe le poste presentano un profilo di crescita in riduzione anche se la spesa per pensioni presenta dinamiche costantemente più elevate e più resistenti verso il rallentamento: in particolare, dopo essere proseguite in parallelo nei primi 10 anni di simulazione, tra il 2015 e il 2025, mentre la crescita media annua dei contributi scende dal 4,5 per cento al 2 per cento, la crescita della spesa pensionistica decelera solo lievemente dal 6,5 per cento al 5,7 per cento, mantenendo tale ampio gap di crescita fino al 2030; dopo tale data la crescita della spesa comincia un percorso di convergenza verso le dinamiche della massa contributiva.
Date queste premesse, il patrimonio dell'ente dovrebbe continuare a crescere per quasi un ventennio per poi presentare, a partire dal 2025, una netta tendenza decrescente: il patrimonio, dopo essersi annullato intorno al 2035, a fine periodo di previsione, dovrebbe risultare negativo per oltre 10 miliardi di euro, avendo la gestione dilapidato nell'ultimo ventennio di previsione risorse patrimoniali per oltre 13 miliardi di euro. Ovviamente un quadro del genere tratteggia una situazione ben lontana dalle condizioni di equilibrio finanziario, ma, di nuovo, va ripetuto che le previsioni qui commentate non sono rappresentative delle condizioni future della Cassa post riforma del 2006, ma servono solo a commentare quanto fossero delicate le prospettive della Cassa prima dell'intervento riformatore.
A tal fine nella successiva tavola 9 è riportata per i diversi scenari contenuti nella relazione allegata al bilancio tecnico la datazione di alcuni dei punti di svolta più significativi: l'ultimo anno in cui il saldo previdenziale risulta positivo, lo stesso evento per il saldo corrente e per il

Pag. 122

patrimonio. Gli scenari considerati sono tre pre-riforma (il precedente bilancio tecnico, il bilancio tecnico con i dati al 2005, lo stesso con una ipotesi più favorevole sull'evoluzione degli iscritti) e due post-riforma contributi (bilancio tecnico al 2005 con riforma dei contributi, lo stesso commentato in precedenza, bilancio tecnico 2005 con l'aumento dei contributi concentrato nel primo anno di previsione piuttosto che dilazionato come nel caso precedente). Dall'esame dei diversi scenari sembra di poter trarre le seguenti principali osservazioni:
l'aumento della misura dei contributi richiesti permette di guadagnare sette anni di tempo senza però risolvere gli squilibri di fondo della gestione;
un miglior andamento del numero degli iscritti procura un sollievo temporale limitato (2 anni) ai conti della Cassa;
vi è stato un notevole peggioramento delle prospettive tra l'attuale bilancio tecnico e quello precedente;
un aumento più rapido dei contributi non sembra in grado di produrre effetti significativi sulla gestione.

Alcuni di questi punti ritornano nell'esame del grafico 4 in cui è riportato il rapporto tra patrimonio e spesa corrente per pensioni. Come si può notare nello scenario con riforma dei contributi la gestione conserva un grado di copertura coerente con i limiti di garanzia (5 volte la spesa per pensioni) fino a tutto il 2020; in seguito, l'ampliarsi del divario tra spesa per pensioni e entrate contributive, determina una brusca riduzione di tale grado di copertura che diviene negativo dal 2035 in poi. Se è evidente il miglioramento rispetto alla situazione senza incremento dei contributi è tuttavia parimenti evidente che la manovra sulle entrate non sembra in grado di fronteggiare da sola lo squilibrio prospettico della gestione. Purtroppo, per quanto detto, non è possibile valutare l'apporto delle misure decise dal lato del contenimento delle prestazioni (3).

(3) Va segnalato al riguardo che la relazione allegata al bilancio tecnico contiene un giudizio qualitativo sulle misure dal lato delle prestazioni piuttosto scettico sulla loro efficacia. Testualmente essa cita «Sulla scorta delle considerazioni suesposte e ricordando come appare verosimile ipotizzare che il beneficio delle modifiche sub a) - d) (relative alle prestazioni ndr) possa complessivamente essere stimato in uno slittamento dell'inizio delle situazioni negative di al massimo due anni».

Osservazioni conclusive.

La Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei geometri liberi professionisti ha realizzato negli anni più recenti alcuni interventi di riforma del proprio sistema di previdenza con efficacia dal 1o gennaio 2007, volti a migliorare il saldo della gestione previdenziale. La Cassa che si trova in una fase già matura della transizione demografica, con generazioni di pensionati sempre più numerose a fronte di iscritti ormai sostanzialmente stabili, è avviata verso un graduale peggioramento dei principali indicatori di equilibrio, essendo già caratterizzata da un grado di copertura tra entrate contributive e spesa per prestazioni appena di poco superiore all'unità.
In base alle risultanze dell'analisi della relazione allegata al bilancio tecnico, che pur non comprendendo gli effetti delle misure di riforma sulla spesa per le pensioni tiene però conto del previsto incremento dell'aliquota contributiva, la Cassa in prospettiva riesce unicamente a posticipare le problematicità in riferimento ai principali indicatori della gestione caratteristica delle entrate contributive e della spesa per prestazioni, con un saldo previdenziale che dovrebbe divenire negativo a partire dal 2018 e un patrimonio in forte decrescita dopo il 2025, che diventa negativo un decennio dopo.

Pag. 123

A fronte di tale situazione le misure di riforma intraprese non paiono ancora sufficienti ed eccessivamente diluite nel tempo, dal momento che la piena entrata a regime sia dell'incremento dell'aliquota contributiva, che della modifica dei requisiti per il pensionamento di vecchiaia avverrà a partire dal 2014. Negli anni più recenti, inoltre, la costante crescita della spesa per prestazioni pensionistiche è trainata non solo dall'incremento del numero dei trattamenti liquidati, ma anche della continua e progressiva crescita degli importi medi delle nuove pensioni liquidate, a fronte di una aliquota contributiva che permane su livelli estremamente ridotti (12 per cento a regime nel 2014).

Pag. 124 Pag. 125 Pag. 126 Pag. 127 Pag. 128 Pag. 129 Pag. 130 Pag. 131 Pag. 132 Pag. 133 Pag. 134 Pag. 135 Pag. 136 Pag. 137

ALLEGATO 2

Bilanci consuntivi 2004-2005-2006, bilancio preventivo 2007 e bilancio tecnico attuariale dell'ente nazionale di previdenza per gli addetti e impiegati in agricoltura (ENPAIA)

RELAZIONE

Premessa

L'Enpaia, oggi Fondazione con personalità giuridica di diritto privato, è l'Ente di previdenza integrativa degli impiegati e dei dirigenti dell'agricoltura che si aggiunge alla previdenza obbligatoria erogata dall'INPS. Ad essa compete la gestione dell'assicurazione contro le malattie e gli infortuni, del trattamento per l'indennità di fine rapporto, della previdenza per i dipendenti degli enti consorziali, insieme a prestiti e mutui agevolati. Dal 1998 l'Enpaia gestisce anche la previdenza obbligatoria delle nuove casse degli Agrotecnici e dei Periti Agrari che esercitano la libera professione, istituite ai sensi del decreto legislativo 103/96.
A partire dall'esercizio 2007 l'Enpaia gestisce inoltre il fondo pensionistico integrativo Agrifondo.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

L'Enpaia gestisce diversi fondi:
Il FONDO ASSICURAZIONE INFORTUNI, che prevede un'aliquota contributiva pari all'1 per cento della retribuzione lorda mensile (2 per cento per i dirigenti) ed è ripartita per metà a carico del datore di lavoro e per metà a carico del lavoratore.
L'assicurazione da diritto ai seguenti trattamenti: indennità giornaliera per invalidità assoluta temporanea; indennità per invalidità permanente assoluta o parziale; indennità in caso di morte; indennità di ricovero e cure.
Il FONDO TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO (TFR.) che prevede un'aliquota contributiva pari al 6 per cento della retribuzione lorda mensile. Attraverso questo Fondo l'Ente provvede a liquidare al termine del rapporto di lavoro il TFR per un importo accantonato, secondo le norme previste dal regolamento del Fondo, nominalmente a ciascun iscritto.
Il FONDO DI PREVIDENZA che prevede un'aliquota contributiva pari al 4 per cento (di cui l'1,50 per cento a carico del dipendente). Dell'intero contributo per il Fondo, l'1 per cento è destinato alla corresponsione di prestazioni economiche per la copertura del rischio di morte e di invalidità permanente totale ed assoluta; l'aliquota 3 per cento è destinata alla formazione dei conti individuali dei singoli assicurati.
Il Fondo di previdenza provvede all'erogazione di prestazioni economiche per i seguenti eventi: morte (pari a 20 mensilità della retribuzione); invalidità permanente (pari a 25 mensilità della retribuzione); liquidazione del conto individuale.
Detta liquidazione può avvenire con le seguenti modalità:
1) al raggiungimento del 65o anno di età è corrisposta secondo il calcolo a lui più favorevole tra quello costituito dal contributo versato per tale fine a partire dalla data dell' iniziale iscrizione al Fondo e dagli interessi composti al tasso annuo del 4 per cento; oppure quello determinato moltiplicando per il numero degli anni di effettiva contribuzione l'85 per cento della media annua risultante dall' ultimo triennio di contribuzione al Fondo;

Pag. 138

2) Prima del raggiungimento del 65o anno di età l'ammontare del conto individuale è corrisposto all'iscritto che abbia cessato il rapporto di impiego ed abbia conseguito il trattamento pensionistico di vecchiaia nell assicurazione generale obbligatoria o in forme sostitutive; oppure all' iscritto colpito da invalidità permanente totale ed assoluta; ai superstiti in caso di morte dell'iscritto.
3) Gli iscritti che abbiano raggiunto il 65o anno di età o quelli che abbiano conseguito il trattamento pensionistico in altra gestione, possono optare per la liquidazione della prestazione sotto forma di pensione. L' importo annuo iniziale della pensione è determinato dal prodotto fra l'importo del conto individuale di pertinenza dei singoli iscritti e i coefficienti di cui al presente regolamento di previdenza.

Le pensioni in godimento sono rivalutate in relazione al rendimento netto del patrimonio del Fondo e tenendo conto del tasso di interesse adottato in sede di determinazione dei coefficienti di trasformazione di cui al regolamento di previdenza.
L'Ente gestisce, inoltre, una attività di assistenza creditizia con la concessione di mutui ipotecari a tasso agevolato e piccoli finanziamenti in favore dei propri assicurati.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nell'anno 2006 la Cassa presenta un numero di iscritti (comprensivo anche di quelli delle Casse Agrotecnici e Periti Agrari) pari a 45.079 di cui 14.928 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2007, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione inferiori all'1 per cento in media annua, con una dinamica decisamente più vivace per le femmine (tasso medio annuo superiore al 3 per cento). L'indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati è molto vicino all'unità, indicando un andamento dei flussi in entrata di nuove posizioni contributive estremamente ridotto. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a poco più di 42 anni in media e a circa 38 per le femmine, in linea con il dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica quasi nulla fino al 2006 e pari a oltre il 7 per cento per il 2007. Infine l'aliquota legale, con riferimento al fondo previdenza è pari al 4 per cento, mentre non è stato possibile calcolare il valore dell'aliquota effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo.
Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo delle pensioni per le due Casse degli Agrotecnici e dei Periti Agrari gestite dall'Enpaia. Va però segnalato che per gli Enti di più recente costituzione (ex decreto 103/96) il numero delle pensioni in essere è ancora estremamente limitato e pertanto non significativo; di conseguenza nell'analisi che segue ci si limiterà ad indicarne il numero complessivo e gli importi dell'insieme dello stock di pensioni, senza analizzarne le sottocategorie, né i flussi che movimentano le pensioni in essere. Il numero di trattamenti pensionistici complessivamente erogati dalle due Casse in questione sono complessivamente pari, per il 2007, a 302 e mostrano una dinamica di crescita sostenuta (tasso di crescita 2005-2007 superiore al 30 per cento).
La stessa età media di pensionamento e il numero medio di anni di contribuzione sono scarsamente significativi, dal momento che si tratta di pensionati che hanno raggiunto appena il requisito contributivo minimo richiesto per l'accesso al pensionamento (5 anni di contribuzione).
Nella tabella 3 sono riportati gli importi medi relativi al complesso delle pensioni vigenti, insieme alla spesa complessiva per pensioni. Anche in questo caso, trattandosi di pensioni erogate in favore di neo contribuenti, i valori e i relativi indicatori di equilibrio, non sono significativi. Gli importi medi del complesso delle pensioni sono pari nel 2007, per l'insieme

Pag. 139

della categoria, a circa 1.000 euro annui. Sulla base dell'esiguo numero delle pensioni fino ad oggi liquidate non è possibile valutarne, come già detto, né l'adeguatezza degli importi rispetto alle retribuzioni medie degli iscritti, né il livello dell'aliquota di equilibrio.
La spesa complessiva per pensioni ammonta nel 2007 a 320 mila euro. Il grado di copertura delle entrate complessive rispetto alla spesa totale, che rappresenta un indicatore dell'equilibrio finanziario dell'Ente, mostra come ci si trovi nella fase iniziale di accumulo dei contributi, cui non corrisponde ancora un adeguato flusso di prestazioni, caratteristica di un ente nei suoi primi anni di vita.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri iscritti (tabella 5). Negli anni considerati l'Enpaia presenta un risultato economico di esercizio in avanzo per i primi tre anni di analisi, con un valore estremamente elevato per l'anno 2006 (pari a 35 milioni di euro) da imputare esclusivamente alla rivalutazione del patrimonio immobiliare. Nel 2007 il risultato economico risulta negativo per 1,8 milioni di euro. Il patrimonio netto risulta in aumento e pari a 88 milioni di euro per l'anno 2006.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio dell'Enpaia (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a quasi 1,2 miliardi di euro nel 2007, mostrando un trend di costante crescita nel quadriennio esaminato, con incrementi medi annui prossimi all'8 per cento (tabella 6). Esiste un certo bilanciamento tra la componente mobiliare e immobiliare anche se è netta la tendenza dell'ultimo biennio a concentrare gli investimenti in attività mobiliari: a fine 2007 il patrimonio immobiliare ammontava a 363 milioni di euro, pari a poco più del 31 per cento del portafoglio complessivo, in diminuzione sia in termini assoluti che relativi rispetto al dato del 2004; di converso la componente mobiliare (pari a quasi 800 milioni di euro nel 2007) presenta una dinamica marcatamente crescente con un tasso di crescita medio annuo nel periodo di osservazione pari a quasi il 14 per cento.
Il rendimento netto del patrimonio complessivo risulta piuttosto contenuto e pari, nella media di periodo, al 3,3 per cento; la variabilità dei rendimenti risulta anch'essa contenuta a parte una punta minima nel 2006 e una leggera tendenza decrescente. Il contenuto livello del rendimento è dovuto al peso relativamente elevato, rispetto agli altri enti previdenziali, della componente immobiliare, fisiologicamente meno redditizia rispetto alla componente mobiliare (4), mentre la tendenza decrescente è dovuta al comportamento piuttosto deludente nell'ultimo biennio degli investimenti mobiliari che, nella media di periodo garantiscono un ritorno medio del 3,3 per cento.

(4) Va comunque segnalato che la gestione immobiliare dell'Enpaia produce un ritorno netto del 2,5 per cento, risultato piuttosto soddisfacente in confronto con gli altri enti privatizzati.

Complessivamente, la composizione degli investimenti mobiliari vede un ruolo rilevante e crescente dell'investimento in titoli che, a fine 2007, assorbivano oltre il 90 per cento del portafoglio, mentre la rimanente quota risultava, pur tra ampie oscillazioni, quasi del tutto impegnata in attività liquide.
La composizione prudente del portafoglio si riflette, come detto, in un rendimento derivante dagli investimenti mobiliari, al netto di imposte e tasse, piuttosto contenuto. In effetti, se si confrontano le diverse componenti del portafoglio si nota come la gestione finanziaria dell'Enpaia produca su ciascuna attività performance

Pag. 140

superiori o simili a quelle di mercato; in particolare, risulta positivo il rendimento delle attività liquide (2,1 per cento per l'Ente a fronte dell'1,5 per cento di mercato), in linea quello del comparto obbligazionario (3,8 per cento a fronte del 3,5 per cento di mercato) e quello azionario (11 per cento a fronte del 13 per cento di mercato). L'Enpaia gestisce l'intero patrimonio mobiliare in proprio.

I costi e l'efficienza della gestione.

I costi di gestione dell'Enpaia (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 17 milioni di euro, di cui il 48 per cento per il personale in servizio, con una quota in aumento nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano a 80 milioni di euro, pari a poco meno del 5 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione della Cassa, nel 2007, sono pari a 373 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (162 euro se ci si riferisce al solo costo del personale). Più propriamente, se si adotta come riferimento il totale di spesa per prestazioni e contributi, allora le spese di gestione della Cassa incidono per l'8,4 per cento (l'3,6 le sole spese per il personale), con dinamiche di leggero aumento nell'ultimo anno.
A fronte di questi costi risultano 122 unità di personale in servizio, di cui 4 dirigenti. Il costo unitario medio del lavoro si attesta intorno ai 60 mila euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è pari al 38 per cento.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni sono pari a 60 giorni per tutti i diversi fondi gestiti dall'Enpaia. Anche nel caso delle due Casse degli Agrotecnici e dei Periti Agrari in gestione all'Enpaia ci si attesta sui 60 giorni in media necessari per la liquidazione delle prestazioni.

L'equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Nella tabella 8 e nel grafico 2 sono riportati i principali indicatori della gestione del «Fondo di previdenza per gli Impiegati in Agricoltura» Enpaia secondo le risultanze dell'ultimo bilancio tecnico attuariale, redatto con i dati a tutto il 2003. Come si può notare in una situazione di sostanziale equilibrio di lungo periodo la gestione dovrebbe provare qualche tensione nel decennio 2020-2030, quando il saldo previdenziale, differenza tra entrate per contributi e spesa per pensioni, dovrebbe risultare costantemente negativo; dopo il 2030, tuttavia, gli oneri contributivi dovrebbero tornare a superare la corrispondente spesa pensionistica riportando il saldo in questione su valori positivi sino agli oltre 12 milioni di euro di avanzo di fine periodo. Grazie a tale andamento e ad un consistente flusso di redditi da capitale, il saldo corrente della gestione dovrebbe risultare sempre positivo presentando nei primi 25 anni una sostanziale stabilità intorno ai 25 milioni di euro all'anno e a partire dal 2030 un chiaro trend crescente che lo porterebbe a fine periodo a superare la cifra di 50 milioni di euro.
Per quanto visto il patrimonio della gestione dovrebbe crescere lungo tutto l'arco previsivo considerato, passando dai 300 milioni di euro di inizio periodo a cifre prossime ai 1,4 miliardi di euro a fine periodo: in termini di spesa previdenziale ciò dovrebbe determinare una crescita del grado di copertura patrimoniale dalle 13 annualità iniziali alle 16 finali, valori entrambi decisamente superiori ai limiti di garanzia. Va solo rilevato che, coerentemente alla dinamica dei saldi descritta in precedenza, il grado di copertura patrimoniale della spesa previdenziale dovrebbe ridursi nei primi 15 anni, toccando un punto di minimo di quasi 11 annualità nel 2020, per poi presentare un chiaro trend crescente fino ai livelli di fine periodo individuati in precedenza.
Informazioni sulla dinamica della gestione si ottengono se si considera il grafico 3 dove sono riportati i tassi di crescita medi annui della massa contributiva e della spesa previdenziale. Come si può notare, l'inizio del periodo di previsione è caratterizzato da una dinamica piuttosto

Pag. 141

sostenuta della spesa pensionistica sia in senso assoluto che relativamente alla dinamica delle entrate contributive: nel primo decennio, infatti, la spesa previdenziale dovrebbe aumentare ad un ritmo medio di poco inferiore al 7 per cento annuo, contro un ritmo di incremento del 3 per cento delle entrate contributive. Dopo il 2015 tuttavia la dinamica della spesa per pensioni dovrebbe decelerare vistosamente fino a collocarsi al di sotto del tasso di crescita delle entrate contributive a partire dal 2025 e per tutto il restante periodo di previsione. Queste dinamiche spiegano l'iniziale periodo di tensione della gestione, senza che tuttavia questo comporti una perdita patrimoniale, e la successiva stabilizzazione di questa su di un sentiero di tranquillità operativa: il fatto stesso che a fine periodo la spesa previdenziale continui a crescere su tassi leggermente inferiori a quelli delle entrate contributive rendono piuttosto confidenti sulla solidità della gestione anche negli anni successivi a quelli dell'orizzonte di previsione.
Tale risultato positivo è tuttavia l'esito di esiti parzialmente diversificati delle due gestioni che compongono la gestione complessiva del fondo in questione: la gestione dei conti individuali, più propriamente previdenziale, e quella degli assegni e delle indennità spettanti nei casi di premorienza e di invalidità (5). Come si può notare dal grafico 4, infatti, le tensioni sulla gestione complessiva sono dovute unicamente agli andamenti della gestione dei conti individuali che a partire dal 2010 dovrebbe presentare un peggioramento dei propri saldi correnti, peggioramento che dovrebbe portare a valori negativi per tutto il decennio 2025-2030; dopo tale data, tuttavia, la gestione dovrebbe riuscire a presentare costantemente avanzi di bilancio, comunque piuttosto contenuti. Di converso, la gestione pre-morienza e invalidità dovrebbe presentare continui e crescenti avanzi di bilancio passando da valori positivi per 8 milioni di euro nel 2004, ad avanzi di oltre 49 milioni di euro nel 2043. Sulla base di tali risultati e di altre elaborazioni il bilancio tecnico calcola che le aliquote che consentirebbero di ottenere un equilibrio del bilancio tecnico determinerebbero un leggero incremento dell'aliquota a carico della gestione dei conti individuali (dal 3 al 3,18 per cento) e una consistente riduzione dell'aliquota a carico della gestione pre-morienza e invalidità (dall'1 allo 0,29 per cento); sulla base di tale calcolo l'equilibrio del bilancio tecnico complessivo sarebbe garantito da una aliquota contributiva del 3,47 per cento, inferiore a quella attualmente vigente del 4 per cento.

(5) Infatti le due gestioni sono finanziate tramite due distinti contributi soggettivi pari, rispettivamente, al 3 per cento e all'1 per cento delle retribuzioni imponibili.

A far tempo dal 1998 sono state autorizzate ad operare due gestioni separate per due categorie di professionisti in seno all'Enpaia: i periti agrari e gli agrotecnici. Di tali due gestioni disponiamo del bilancio tecnico redatto con i dati a tutto il 2000, appena due anni dopo la costituzione delle gestioni stesse. Proprio tale ridotta storia della Cassa unita alla ridotta dimensione delle collettività assicurate al momento delle elaborazioni ci porta a fornire solo un breve commento di sintesi sui risultati delle relative relazioni allegate ai bilanci tecnici. In particolare, sembra di poter rilevare come in entrambi i casi la gestione dei flussi previdenziali si presenti piuttosto consistente soprattutto nell'accumulo di continui saldi di gestione positivi e in una crescita del grado di copertura patrimoniale degli impegni previdenziali: in particolare, nel 2040, ultimo anno della previsione, il patrimonio riusciva a coprire 30 annualità della spesa per pensioni sia per la gestione degli agrotecnici sia per quella dei periti agrari. All'interno di questa impressione di solidità l'elaborazione, da parte della relazione tecnica, di un bilancio tecnico al 2000 mostra come la gestione dei periti agrari presenti un maggiore equilibrio prospettico rispetto a quella degli agrotecnici.

Pag. 142

Osservazioni conclusive.

L'Enpaia che gestisce tre diversi Fondi: Assicurazione Infortuni, Tfr e Previdenza, presenta dei valori che permangono sostanzialmente in equilibrio nel lungo periodo; il patrimonio della gestione dovrebbe crescere lungo tutto l'arco previsivo determinando un aumento del grado di copertura patrimoniale rispetto alle prestazioni in pagamento, particolarmente sostenuto a fine periodo di previsione. La composizione di questo risultato finale vede al suo interno periodi di maggiore tensione nella fase centrale dell'arco previsivo, determinati da una crescita sostenuta della spesa previdenziale a carico del Fondo previdenza, per poi riportarsi a fine periodo su ritmi più moderati.
Per quanto riguarda le due gestioni separate dei periti agrari e degli agrotecnici, recentemente affidate all'Enpaia, data la giovane età delle gestioni e il limitato universo di riferimento degli iscritti, è possibile unicamente segnalare una sostanziale stabilità e tenuta degli indicatori di equilibrio della gestione nel lungo periodo.

Pag. 143 Pag. 144 Pag. 145 Pag. 146 Pag. 147 Pag. 148 Pag. 149 Pag. 150 Pag. 151 Pag. 152 Pag. 153 Pag. 154

ALLEGATO 3

Bilanci consuntivi 2004-2005-2006 e bilancio preventivo 2007 del Fondo agenti spedizionieri corrieri (FASC)

RELAZIONE

Premessa

La fondazione Fasc, provvede alla previdenza integrativa degli addetti ai settori autotrasporto, spedizioni merci e delle agenzie marittime già iscritti alla gestione commercianti dell'Inps. La Fondazione assicura ai propri iscritti la liquidazione del capitale accumulato negli anni di iscrizione al Fasc mediante il versamento dei contributi soggettivi, indipendentemente dal raggiungimento di particolari requisiti anagrafici e contributivi. A partire dall'esercizio 2007 il Fasc partecipa, in qualità di socio fondatore, alla gestione del fondo pensionistico complementare PREV.I.LOG a favore dei lavoratori del settore trasporti.

Contributi, requisiti e sistema di calcolo delle pensioni.

Il Fasc eroga ai propri iscritti prestazioni sotto forma di liquidazione di capitale in coincidenza dell'uscita dell'iscritto dall'attività del settore di riferimento. Per ciascun iscritto viene aperta una posizione previdenziale individuale incrementata mensilmente da un contributo del 5 per cento sull'imponibile contributivo lordo (di cui 2,50 a carico del datore e 2,50 a carico del lavoratore). Inoltre a partire da 2007 è stata deliberata la partecipazione da parte del Fasc alla costituzione del Fondo di previdenza complementare PREV.I.LOG, autorizzato dalla Covip lo stesso anno.

La gestione tipica entrate contributive-spesa prestazioni.

Nell'anno 2006, il Fasc presenta un numero di iscritti pari a 35.860 di cui 16.130 femmine (tabella 1 e grafico 1). Negli anni tra il 2004 e il 2007, l'andamento del numero degli iscritti presenta tassi di variazione di poco inferiori al 3 per cento. L'indicatore demografico rappresentato dal rapporto tra numero di cessati su numero di assicurati è inferiore all'unità, indicando un andamento dei flussi in entrata di nuove posizioni contributive ancora positivo. L'età media degli iscritti è pari, nell'ultimo anno di osservazione, a poco più di 38 anni in media e a circa 37 per le femmine, inferiore rispetto al dato medio rilevato per il complesso dei lavoratori autonomi.
L'andamento del monte contributivo presenta una dinamica positiva fino al 2006 (pari al 6,7 per cento) mentre diventa negativa per il 2007 (-25). Infine l'aliquota legale, come detto è pari al 5 per cento complessivo (datore e lavoratore), mentre non è stato possibile calcolare il valore dell'aliquota effettiva, che indica l'effettiva incidenza media del prelievo contributivo.

La situazione economico-patrimoniale e le riserve obbligatorie.

In relazione alla situazione economico patrimoniale vengono riportati i dati relativi al risultato economico di esercizio e alla consistenza del patrimonio, al cui interno, tra le passività, viene evidenziata la riserva legale, che costituisce la garanzia al pagamento delle prestazioni per i propri

Pag. 155

iscritti (tabella 5). Negli anni considerati il Fasc presenta un risultato economico di esercizio in costante avanzo con un pari per l'anno 2007 a 13,7 milioni di euro. Il patrimonio netto risulta in aumento e pari a 502 milioni di euro per l'anno 2006.

La gestione del patrimonio mobiliare e immobiliare.

Il patrimonio del Fasc (immobiliare e mobiliare insieme) ammonta complessivamente a 491 milioni di euro nel 2007, presentando un profilo di crescita continua e pari al 5 per cento medio annuo (tabella 6). La componente immobiliare del patrimonio risulta contenuta e in progressiva riduzione risultando a fine 2007 pari a quasi il 10 per cento del patrimonio e a 56 milioni di euro, di cui la metà sono rappresentati dalla sede della Fondazione; di converso significativa e in buona crescita la componente mobiliare risultata pari a fine periodo a 435 milioni di euro, presentando un tasso di crescita medio annuo del 12,2 per cento nel periodo in esame. Il rendimento netto del patrimonio complessivo sembra denotato da una elevata stabilità su livelli medi piuttosto contenuti, pari nel quadriennio esaminato a circa il 3 per cento, riflettendo un contenuto rendimento sia della componente immobiliare, 2 per cento nella media di periodo, che della componente mobiliare, 3,2 per cento; va segnalato che se si utilizzano come benchmarks i rendimenti del portafoglio degli altri enti previdenziali, allora è soprattutto la componente mobiliare a presentare rendimenti contenuti, mentre sostanzialmente in linea risulta la redditività del patrimonio immobiliare.
Complessivamente, la composizione degli investimenti mobiliari vede un ruolo rilevante dell'investimento in altri titoli, fondi comuni e gestioni patrimoniali principalmente, (che assorbono in media quasi l'80 per cento del portafoglio), una crescita degli investimenti diretti in azioni, che a fine 2007 risultavano pari a quasi il 10 per cento del portafoglio, e una quota ridotta di investimento diretto in titoli, anche se da rilevare che di molto superiore risulta il peso della componente obbligazionaria se si tiene conto anche dell'investimento indiretto per il tramite dei fondi; il peso delle attività liquide risulta anch'esso limitato, in progressiva riduzione e prossimo all'8 per cento a fine 2007.
Il rendimento derivante dagli investimenti mobiliari nel complesso, al netto di imposte e tasse, tenendo conto anche delle plusvalenze maturate, mostra come detto un valore medio di periodo piuttosto contenuto. Tale risultato sembra dovuto principalmente ad una composizione prudenziale del portafoglio, mentre i rendimenti sulle singole attività non si discostano significativamente da quelli prevalenti nella media di mercato, anche se ne risultano sistematicamente inferiori; in particolare il rendimento delle attività liquide risulta pari all'1,3 per cento per l'Ente (a fronte dell'1,5 per cento di mercato), il comparto obbligazionario rende in media il 3,3 per cento (a fronte del 3,5 per cento di mercato).
La composizione prudenziale del portafoglio deriva da una scelta precisa del consiglio di amministrazione riguardo la gestione finanziaria, che viene fatta in proprio dall'Ente; in particolare il CDA ha individuato un portafoglio strategico rappresentato al 90 per cento da attività monetarie e obbligazionarie, e per il restante 10 per cento da strumenti alternativi e azionari; il rendimento obiettivo è fissato al 4 per cento, superiore al rendimento medio registrato nell'ultimo quadriennio, con un rischio massimo dell'1 per cento del capitale investito.

I costi e l'efficienza della gestione.

I costi di gestione del Fasc (tabella 7) ammontano nel 2006 a poco meno di 2 milioni di euro di cui il 67 per cento per il personale in servizio, con una quota in aumento nel periodo osservato. Le spese per gli organi di gestione dell'ente ammontano

Pag. 156

a 500 mila euro, pari a poco meno del 3 per cento dei costi complessivi. In termini relativi, le spese di gestione della Cassa, nel 2007, sono pari a 38 euro per ciascun assicurato e pensionato della stessa (34 euro se ci riferisce al solo costo del personale), in forte calo rispetto agli anni passati.
A fronte di tali costi risultano 20 unità di personale in servizio, di cui 2 dirigenti. Il costo unitario medio del lavoro si attesta intorno ai 62 mila euro. La presenza femminile sul personale complessivamente in servizio è pari al 55 per cento.
I crediti contributivi, pari a poco più di 2 milioni di euro costituiscono il 4 per cento delle entrate contributive complessive, con una quota leggermente in aumento nel periodo tra il 2004 e il 2007.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni sono pari in media a 150 giorni.

Osservazioni conclusive.

Il Fasc, Fondo agenti spedizionieri e corrieri, eroga ai propri iscritti esclusivamente prestazioni in forma di liquidazione di capitale, gestite con il sistema della capitalizzazione, appostando l'intero ammontare delle somme accantonate sui conti di previdenza di ciascun iscritto. Non presenta pertanto problemi di eventuale squilibrio della gestione. Si può comunque osservare un andamento degli iscritti e del monte contributivo positivo nel periodo osservato. Il patrimonio netto incrementa nel periodo di analisi del 22 per cento. I rendimenti derivanti dalla gestione del patrimonio si mostrano positivi nel periodo analizzato, sia pure su valori abbastanza ridotti.
I costi di gestione,infine, mostrano una tendenza alla riduzione per lo stesso arco temporale abbastanza accentuata.

Pag. 157 Pag. 158 Pag. 159 Pag. 160 Pag. 161