Allegato B
Seduta n. 624 del 19/4/2012

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

FUGATTI e FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 4 febbraio 2012 ha chiuso la filiale di UPS di Ravenna; il 24 marzo 2012 ha chiuso la filiale di Perugia e stessa sorte è toccata il 14 aprile 2012 alla filiale UPS a Trento nord; le consegne del territorio di queste filiali di UPS sono passate alla Sda Experss Courier;
secondo il protocollo di cessione di ramo d'azienda, datato 28 novembre 2011, tra UPS e SDA, per l'affidamento in outsourcing a SDA delle attività di logistica, trasporto e distribuzione svolte da UPS in alcuni suoi centri ubicati sul territorio nazionale, l'operazione prevede la chiusura delle unità produttive interessate [Ravenna, Perugia, Trento, Ancona, Trevignano Udinese (Udine), Bari, San Giovanni Teatino/Snabucete (Chieti), Genova, Novara, Reggio Emilia, Mogliano Veneto (Treviso)] e l'acquisizione da parte di SDA dei singoli rami di azienda, con conseguente passaggio a SDA dei dipendenti UPS impiegati presso i centri, dei contratti in essere tra UPS ed i fornitori dei servizi di pick up, consegna e distribuzione; la SDA continuerebbe a fornire servizi in outsourcing a favore di UPS sulla base di un apposito contratto operativo tra le parti, denominato operation service agreement;
il predetto protocollo precisa che i motivi della operazione di esternalizzazione

e del trasferimento dei rami d'azienda rientrano «nell'ambito di un più generale piano di ottimizzazione delle risorse e di potenziamento della propria attività di trasporto e logistica in Italia» e che «per effetto del trasferimento dei singoli rami d'azienda, il personale dipendente di UPS passerà alle dipendenze di SDA senza soluzione di continuità, con riconoscimento ad ogni effetto contrattuale e di legge dell'anzianità di servizio maturata presso UPS alla data di trasferimento»;
ciononostante molta preoccupazione aleggia tra i dipendenti UPS per via delle notizie poco rincuoranti sulla SDA;
si ricorda, infatti, che la Sda express courier è una società partecipata al 100 per cento da Poste italiane che ha chiuso il bilancio di esercizio 2009 con una perdita di 25 milioni di euro ed il 2010 con una perdita di oltre 34,4 milioni di euro;
di recente, poi, la SDA è al centro di un'inchiesta sull'utilizzo di lavoratori in nero e sulle condizioni di illegalità e irregolarità contrattuale dei lavoratori formalmente dipendenti o soci di cooperative, spesso fittizie, ed utilizzati da Sda (si veda inchiesta di Report del 20 marzo 2012 e missiva del Ministero del lavoro e delle politiche sociali prot. 37/0006304/MA003.A005 del 30 marzo 2012 relativa alla verifica ispettiva prot. nr. 877 del 9 marzo 2012);
risulta agli interroganti, inoltre, che SDA affidi la distribuzione delle merci a cosiddetti «padroncini» (piccoli trasportatori conto terzi) imponendo tariffe giornaliere di euro 130,00, quando, rispettando la normativa fiscale e contributiva, difficilmente si potrebbe scendere sotto i 190,00 euro; ciò a danno dei lavoratori e dell'erario;
ne consegue inoltre che le aziende che precedentemente gestivano la distribuzione per UPS rispettando le normative fiscali e tributarie sono costrette ad interrompere la collaborazione e licenziare dei dipendenti, in quanto impossibilitate a competere con chi, in questo caso SDA, attui quella che appare una politica di dumping a danno del mercato, della concorrenza leale, dell'erario e dei lavoratori -:
se e quali iniziative il Governo abbia adottato o intenda urgentemente intraprendere a tutela e a salvaguardia dei lavoratori di cui in premessa, la cui condizione di irregolarità ed illegalità contrattuale assume una connotazione di maggiore gravità trattandosi di azienda statale e del mercato del trasporto italiano;
se e quali provvedimenti di competenza il Governo intenda adottare nei confronti di SDA, azienda partecipata dallo Stato, considerato che le aziende concorrenti di SDA potrebbero anche intentare una causa allo Stato alla luce della perdita di fatturato per il comportamento scorretto di SDA medesima.
(5-06653)

Interrogazione a risposta scritta:

MIOTTO - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'8 novembre 2011 è deceduto il presidente dell'INAIL Marco Fabio Sartori, sostituito il 10 novembre 2011 dal commissario straordinario avvocato Gian Paolo Sassi, con scadenza 31 marzo 2012;
il Governo ha nominato un nuovo commissario straordinario nella persona del professor Massimo De Felice, docente di matematica finanziaria;
la nomina del nuovo commissario straordinario dell'INAIL è stata disposta, a quanto consta all'interrogante, senza il concorso o l'intesa del Ministero della salute, terzo Ministero vigilante dell'INAIL, introdotto nell'ordinamento, dall'articolo 7, comma 1, del decreto-legge n. 78 del 2011 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2011: la conseguente carenza istruttoria è probabilmente alla base della mancata individuazione al vertice

dell'INAIL di una personalità tecnico-scientifica, come prevista per la presidenza dell'ISPESL dall'articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 4 dicembre 2002, n. 303;
a seguito della soppressione dell'ISPESL e dell'attribuzione delle sue funzioni all'INAIL, disposta con l'articolo 7, comma 1, del decreto-legge n. 78 del 2010, l'INAIL deve provvedere a tutti gli incombenti tecnico-scientifici già in carico all'ISPESL, compresi i delicati compiti in materia di protezione dei lavoratori e della popolazione dagli inquinati chimici e fisici nonché dai rischi tecnologici e tecnici ai sensi del combinato disposto degli articoli 6 e 23 della legge 23 dicembre 1978, n. 833 dell'articolo 2 e 3 del decreto-legge 30 giugno 1982, n. 390, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 597 del 1982, nonché dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 31 luglio 1989, n. 619, avente forza di legge, dell'articolo 1 del decreto legislativo 31 luglio 1993, n. 268 e dell'articolo 71 del decreto legislativo 8 aprile 2008, n. 81;
il prolungamento del commissariamento dell'INAIL, in assenza dei provvedimenti ministeriali previsti dall'articolo 7 commi 4, 5-bis e 13 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge n. 122 del 2010, espone inoltre l'ente alla direzione della sola dirigenza amministrativa, la quale appare soverchiare la dirigenza di ricerca dell'ISPESL spingendosi ad attribuire nomine e incarichi in materie in cui non avrebbe competenza, ai sensi dell'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, con conseguenze gravi sulla ricerca ex ISPESL, in particolare sulla ricerca finalizzata sul differenziamento magneto-indotto delle cellule staminali cardiache, alla quale collabora il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier, la quale sebbene ammessa a contributo dal Ministero della salute in esito alla graduatoria 9 giugno 2011, è rimasta ancora senza finanziamento, non solo per ritardi burocratici del Ministero, ma anche per la mancata corresponsione da parte dell'INAIL del finanziamento previsto a carico dell'ISPESL. Con conseguenze gravi anche sulla efficienza e la frequenza delle verifiche dell'ISPESL sul territorio, indispensabili per garantire il livello minimo di sicurezza che lo Stato italiano garantisce fin dal 1927, data di emanazione del regio decreto n. 824 che quelle verifiche ha per la prima volta previsto -:
quale siano le motivazioni che abbiano comportato l'esclusione dalla concertazione del Ministero della salute dal decreto di nomina del commissario INAIL;
come si intendano salvaguardare le delicatissime funzioni esercitate dall'ex Ispesl ora assegnate al nuovo INAIL e se non si ritenga opportuno modificare, di conseguenza lo stato dell'Inail.
(4-15789)