Allegato B
Seduta n. 624 del 19/4/2012

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere, premesso che:
è in corso di esame alla IX Commissione trasporti della Camera dei deputati la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) (COM(2011)650 def) nell'ambito della quale sono stati individuati i corridoi europei multimodali di trasporto, tra i quali, nel corridoio Genova-Rotterdam è inserito il terzo valico dei Giovi;
la delibera CIPE n. 78 del 29 settembre 2003 ha approvato il progetto preliminare del terzo valico ferroviario dei Giovi, tratta AV/AC Milano-Genova nella quale venivano previste come prescrizioni gli accordi procedimentali per il miglioramento della permeabilità della linea storica Torino-Genova e Novi Ligure-Tortona e per la valorizzazione dell'area logistica della Valle Scrivia e dell'Alessandrino da sottoscriversi fra Rete ferroviaria italiana ed enti locali;
la delibera CIPE n. 80 del 29 marzo 2006 ha approvato il progetto definitivo per un costo di 4.962 milioni di euro e approvate le «prescrizioni», cui è condizionata l'approvazione del progetto, e le «raccomandazioni», proposte dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, cui è demandata la «vigilanza» sulle fasi realizzative dell'opera;
l'articolo 12 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha abrogato la revoca delle convenzioni fra TAV e i contraenti generali disposta con il decreto-legge n. 7 del 2007 convertito dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, trasferendone la titolarità, originariamente prevista in capo a TAV, a RFI spa;
la delibera CIPE n. 101 del 6 novembre 2009 ha aggiornato il costo dell'opera a 5.400 milioni di euro;
il comma 232 dell'articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria 2010) ha previsto la possibilità di «specifici progetti prioritari la cui realizzazione possa essere avviata per lotti costruttivi non funzionali» per i quali «con l'autorizzazione del primo lotto costruttivo il CIPE assume l'impegno programmatico di finanziare l'intera opera»;
la delibera CIPE n. 84 del 18 novembre 2010 ha autorizzato l'avvio della realizzazione dell'opera per un importo aggiornato

di 6.200 milioni di euro, al netto delle attività propedeutiche, così ripartito per lotti costruttivi:
i lavori relativi al 1o lotto costruttivo ammontano a 500 milioni di euro;
i lavori relativi al 2o lotto costruttivo ammontano a 1.100 milioni di euro;
i lavori relativi al 3o lotto costruttivo ammontano a 1.270 milioni di euro;
i lavori relativi al 4o lotto costruttivo ammontano a 1.340 milioni di euro;
i lavori relativi al 5o lotto costruttivo ammontano a 1.200 milioni di euro;
i lavori relativi al 6o lotto costruttivo ammontano a 650 milioni di euro;
il totale ammonta a 6.060 milioni di euro;
la stessa delibera ha autorizzato il primo lotto costruttivo dell'opera del valore di 500 milioni di euro, prescrivendo che prima dell'avvio dei lavori vengano trasmessi al CIPE l'atto integrativo della convenzione vigente tra RFI spa ed il contraente generale «Consorzio Collegamenti Integrati Veloci (COCIV)» ed il dossier di valutazione previsto dall'articolo 4, comma 2, del contratto di programma 2007-2011 per la gestione degli investimenti tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI spa»;
in data 11 novembre 2011, è stato sottoscritto l'atto integrativo alla convenzione del 16 marzo 1992 fra RFI e COCIV;
la delibera del CIPE n. 86 del 6 dicembre 2011 ha disposto l'assegnazione a favore di RFI di complessivi 1.100 milioni di euro per la realizzazione del secondo lotto costruttivo non funzionale;
dalla relazione presentata in IX Commissione trasporti in data 27 marzo 2012 dal commissario straordinario per la realizzazione del terzo valico dei Giovi nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 agosto 2009, ingegner Walter Lupi, emerge quanto segue:
«l'efficacia del richiamato Atto Integrativo è sospensivamente condizionata al verificarsi di taluni eventi (condizioni di efficacia) tra i quali, allo stato, resta ancora da verificarsi il rilascio da parte delle Amministrazioni competenti del rinnovo dell'Autorizzazione paesaggistica»;
«appena raggiunta l'efficacia dell'Atto Integrativo, ormai prossima, verranno immediatamente avviate le attività inerenti il primo lotto costruttivo»;
«RFI comunicherà a COCIV l'avvio dei lavori del secondo lotto costruttivo non appena saranno effettivamente disponibili le somme assegnate dalla richiamata delibera CIPE 86/2011 e non appena sarà stato raggiunto l'accordo scritto fra RFI e il Consorzio sul Prezzo Forfettario degli adeguamenti e aggiornamenti progettuali previsti nell'Atto Integrativo»;
nelle scorse settimane si sono svolte in vari comuni della Val Lemme e della Valle Scrivia in provincia di Alessandria riunioni informative, come quella organizzata dai comuni di Voltaggio, Fraconalto, Carrosio e Arquata Scrivia, e incontri promossi in particolare dai comitati che si oppongono alla realizzazione della nuova linea ferroviaria, nel corso dei quali sono state evidenziate molte problematiche di carattere ambientale e in generale afferenti all'impatto territoriale dei cantieri e dell'opera, quando sarà realizzata;
il sindaco del comune di Novi Ligure ha inviato in data 5 marzo 2012 una lettera al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e a tutte le istituzioni competenti per richiamare gli impegni contenuti nelle deliberazioni del CIPE sopracitate con particolare riferimento alle prescrizioni e raccomandazioni di cui alla delibera CIPE n. 80/2006 che al punto 1.2. prevede che alle prescrizioni citate «è condizionata l'approvazione del progetto»;
la regione Piemonte, direzione trasporti, infrastrutture, mobilità e logistica con nota 2012/DB1206 del 16 marzo 2012 inviata al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha ribadito che le prescrizioni

e le raccomandazioni, quali parti integranti della deliberazione CIPE di cui sopra «condizionano l'approvazione del progetto e quindi la realizzazione dell'opera», condividendo pertanto l'iniziativa del comune di Novi Ligure, volta a sollecitarne l'attuazione;
i sindaci dei comuni di Carrosio, Fraconalto e Voltaggio in data 22 marzo 2012 hanno a loro volta scritto una lettera alle autorità competenti per evidenziare le problematiche riguardanti la garanzia della salute dei cittadini, l'impatto sociale dei cantieri, il controllo sui materiali movimentati con la richiesta di una fiscalità agevolata per i residenti e le imprese interessate dalla realizzazione dell'opera;
il Consiglio comunale di Novi Ligure, nella seduta del 17 aprile 2012, ha infine approvato un ordine del giorno col quale, oltre a ribadire le richieste contenute nella lettera del sindaco sopra citata, chiede al Governo di istituire, oltre all'osservatorio ambientale previsto dalla delibera CIPE n. 80/2006, «un tavolo istituzionale degli enti locali e delle regioni ed un osservatorio tecnico, sotto l'egida del Governo, sull'esempio di quello attuato per la linea Torino-Lione»;
nella delibera CIPE n. 80/2006 è previsto (3.2. delle Clausole finali) «Il soggetto aggiudicatore (RFI S.p.a.) provvederà, prima dell'inizio dei lavori, a fornire assicurazioni al predetto Ministero (delle infrastrutture e dei trasporti) sull'avvenuto recepimento, nel progetto esecutivo delle prescrizioni e raccomandazioni riportate nel menzionato allegato (Allegato 1)»;
occorre tenere conto di tutti i contenuti delle prescrizioni e raccomandazioni riguardanti: viabilità, cantieri, cave e siti di riqualifica ambientale, corsi d'acqua, acque, integrazioni progettuali, ambiente, beni archeologici e architettonici, interferenze, sottolineando i riferimenti specifici alle criticità delle falde acquifere, al ritrovamento di amianto, alla costituzione di un osservatorio ambientale coordinato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e alla necessità di «elaborare lo studio di fattibilità dell'interconnessione della nuova linea Terzo Valico dei Giovi con la linea storica Torino-Genova in accordo con la richiesta formulata dalla Regione Piemonte a seguito delle richieste della Provincia di Alessandria, del Comune di Novi e del Comune di Pozzolo Formigaro»;
pertanto non risultano ad oggi realizzate le condizioni di cui alla delibera CIPE n. 80/2006 relative all'elaborazione del progetto esecutivo nel quale siano recepite le prescrizioni e raccomandazioni della delibera stessa;
da informazioni fornite da Rete ferroviaria italiana nel corso dell'audizione svoltasi in data 17 aprile 2012 presso la VIII Commissione ambiente della Camera dei deputati i cantieri sarebbero stati avviati il 2 aprile 2012 in quanto è nel frattempo avvenuto il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica ed è stato raggiunto l'accordo fra RFI e COCIV sul «Prezzo forfettario degli adeguamenti e aggiornamenti progettuali previsti nell'Atto Integrativo» -:
quale sia l'attuale orientamento del Ministro in merito all'inserimento della linea ferroviaria terzo valico dei Giovi all'interno delle reti TEN-T di cui alla proposta di regolamento europeo (COM(2011)650 def.);
se sia stato elaborato uno studio aggiornato sulle previsioni di traffico passeggeri e merci, a supporto della necessità di realizzazione dell'opera, sulla gestione della stessa e sulla sostenibilità dell'investimento secondo l'impegno programmatico indicato al punto 2 della delibera CIPE 84/2010 e i contenuti dell'atto integrativo alla convenzione del 16 marzo 1992 sottoscritto fra Rete ferroviaria italiana e COCIV in data 11 novembre 2011;
quale sia l'orientamento del Ministro in merito all'evoluzione dei costi realizzativi dell'opera attualmente previsto in 6.200 milioni di euro (costo aggiornato a vita intera), ai sensi della deliberazione CIPE n. 84/2010;

quale sia il livello di elaborazione delle integrazioni progettuali di cui al punto 6 dell'allegato 1, con particolare riferimento allo studio di fattibilità dell'interconnessione della nuova linea con la linea storica Torino-Genova;
se il «Soggetto aggiudicatore» (RFI spa) abbia già provveduto a «fornire assicurazioni» ai sensi del punto 3.2, delle clausole finali della delibera CIPE 80/2006 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti «sull'avvenuto recepimento, delle prescrizioni e raccomandazioni» contenute nell'allegato 1 della delibera stessa e se pertanto le condizioni per la cantierizzazione dell'opera si siano realizzate;
come intenda rispondere alle preoccupazioni, sollecitazioni e richieste pervenute dagli enti locali e dalla regione Piemonte in merito alle modalità attuative dell'opera e alle preoccupazioni per l'impatto ambientale della stessa, in particolare sotto il profilo del ritrovamento di amianto e dell'interferenza con le falde acquifere;
quando sia prevista la costituzione dell'Osservatorio ambientale coordinato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare previsto al punto 7.b. del già citato allegato 1;
se non si ritenga utile l'istituzione di un tavolo istituzionale con la partecipazione degli enti locali e delle regioni e di un osservatorio tecnico, sotto l'egida del Governo sull'esempio di quello attuato per la TAV Torino-Lione.
(2-01458) «Lovelli».

Interrogazione a risposta orale:

BURTONE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
è stato rinviato a data da destinarsi l'incontro previsto per il giorno 18 aprile 2012 presso la Prefettura di Matera in merito alla vertenza Intini, gruppo di costruzioni impegnato nella realizzazione di un importantissimo lotto della «Bradanica» in Basilicata il cui ente appaltante e l'Anas;
di fronte alle difficoltà del gruppo per i cui lavoratori è stata concessa la cassa integrazione straordinaria il rischio è che ora si paralizzi la realizzazione di un opera strategica per le infrastrutture comprensoriali;
l'Anas non può rimanere ferma ad assistere al blocco di un'opera dell'importo di 50 milioni di euro -:
se e quali iniziative il Ministro intenda attivare affinché si possa sbloccare in tempi rapidi il prosieguo della realizzazione del lotto La Martella-Matera della strada statale 655 Bradanica.
(3-02220)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dagli organi di stampa, a dicembre 2012 saranno cancellati numerosi collegamenti ferroviari, quali Ceva-Ormea, Cuneo-Saluzzo, Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Alba-Asti e Alba-Alessandria, notizia questa che dovrebbe essere ufficializzata dalla regione Piemonte nei prossimi giorni;
tali collegamenti saranno sostituiti con autobus;
le ragioni di tale decisione sarebbero da attribuire all'eccessivo costo per il mantenimento delle tratte ferroviarie e alla scarsa utenza;
secondo l'assessorato regionale ai trasporti, nonostante l'aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti entrato in vigore a dicembre 2011, le spese relative ai sopracitati collegamenti ferroviari non possono essere ulteriormente sostenute, soprattutto a fronte della drastica riduzione degli stanziamenti statali;
le organizzazioni sindacali locali e i rappresentanti degli enti interessati hanno manifestato

la loro contrarietà nei confronti della posizione assunta dalla regione sia per le conseguenze negative che si ripercuoterebbero sul territorio e sui cittadini, sia per le ingenti risorse investite in questi anni per i passaggi a livello automatizzati che verrebbero così vanificate;
la mobilitazione unanime dei sindaci dei territori interessati, dell'Uncem e delle associazioni dei pendolari ha posto l'accento sia sull'importanza di mantenere tali collegamenti ferroviari in quanto, oltre ad essere vettori di turismo, rappresentano il principale mezzo di trasporto per i cittadini e per il pendolarismo studentesco e lavorativo delle zone montane, collinari e montane, sia sulla scarsa conoscenza della morfologia del territorio piemontese da parte di chi avalla scelte aziendali inaccettabili e fortemente penalizzanti per il territorio stesso;
se tale decisione dovesse essere confermata si rischierebbe l'ulteriore impoverimento del territorio e un significativo impatto ambientale dovuto al conseguente aumento del traffico su gomma -:
di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quale sia l'entità dei tagli agli stanziamenti statali relativi al trasporto su rotaia destinati alla regione Piemonte,che sono ritenuti da quest'ultima una delle cause alla base della decisione espressa in premessa;
se vi sia un accordo di programma con la regione Piemonte e quali siano i relativi termini.
(5-06657)

Interrogazioni a risposta scritta:

JANNONE. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
marciapiedi alti e senza scivolo costituiscono una barriera architettonica: per chi si muove a bordo di una carrozzina bastano pochi centimetri per avere davanti una barriera, che impedisce di raggiungere la fermata dell'autobus e quindi utilizzare i mezzi pubblici. Una discriminazione che va rimossa, secondo una recente sentenza del tribunale di Roma, che ha come riferimento la legge n. 67 del 2006 «Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni». Più di due anni fa, dopo diverse segnalazioni fatte all'amministrazione comunale senza ottenere risultati, un cittadino romano aveva deciso di ricorrere ai giudici per far rispettare il suo diritto alla mobilità. Accertata la discriminazione, i magistrati hanno ora ordinato al comune della capitale di mettere a norma, entro un anno, alcuni marciapiedi del centro storico - via Cernaia, passeggiata di Ripetta, piazza Fiume, via Veneto, via dei Cerchi - per consentire l'accesso alle fermate degli autobus corrispondenti. «Nel 2009 avevamo verificato che su 460 fermate di autobus ubicate al centro, nel primo municipio, solo il 10 per cento era accessibile ai disabili - riferisce l'architetto Vittorio Ceradini -. Il 90 per cento dei marciapiedi presentava un rialzo continuo e non era dotato di scivolo. Offlimits anche la fermata di via dei Cerchi, dove si trova la sede dei vigili urbani». Alla denuncia non è seguito l'intervento dell'amministrazione comunale; da qui la decisione di Gustavo Fraticelli di rivolgersi ai giudici, dando mandato all'«Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica», di cui è copresidente;
«All'estero utilizzo gli autobus da solo - sottolinea Fraticelli -. Nel mio Paese non posso muovermi autonomamente e, per farlo, sono costretto a rivolgermi al giudice. La legge in vigore dal 2006 vieta ogni discriminazione nei confronti delle persone con disabilità ed è un utile strumento per costringere la pubblica amministrazione a eliminare le barriere architettoniche: non riconosce infatti un'eguaglianza soltanto formale, ma il diritto alle pari opportunità». Spesso tra gli ostacoli c'è anche il rimpallo di competenze tra comune, municipi, assessorati. «Può ancora capitare che nemmeno in occasione dei lavori di manutenzione dei

marciapiedi si rispettino le leggi per l'abbattimento delle barriere architettoniche», chiosa l'architetto Ceradini. E allora, i marciapiedi continuano ad essere troppo stretti per le carrozzine, obbligate a transitare sul ciglio della strada tra le auto che passano, oppure ci si «dimentica» degli scivoli di accesso, come stava accadendo durante i lavori di rifacimento di piazza San Silvestro. «A ogni collaudo occorrerebbe verificare l'accessibilità», sottolinea l'architetto. Dagli scivoli si potrebbe passare subito ai percorsi tattili per i non vedenti. Se a piazza di Spagna una targa in braille indica ai turisti non vedenti le bellezze del luogo anche se manca il percorso tattile da seguire per raggiungerla, alla fermata dell'autobus di via del Tritone, da dove si arriva alla rifatta piazza San Silvestro, è cambiata la «guida» per i non vedenti. «Al posto dei tradizionali Loges, diffusi a Roma e in tutta Italia nelle stazioni ferroviarie e della metro, agli attraversamenti pedonali, alle fermate dei mezzi pubblici, è stato installato il sistema "Vettore" - fa notare Giulio Nardone, presidente dell'Associazione disabili visivi - Questa differenza nei simboli crea enorme confusione. Inoltre, il sistema "Vettore" presuppone la presenza di un bastone parlante elettronico, che però non viene utilizzato dalla maggior parte delle persone. Le stesse informazioni, poi, possiamo averle dai segnali tattili o da un cellulare moderno»;
in occasione del rifacimento dei marciapiedi in diverse zone della capitale, non sono mancate le segnalazioni dei cittadini. Lo scorso autunno alcuni docenti hanno realizzato una mappa dettagliata dei marciapiedi senza scivoli presenti in vari quartieri della capitale, indicando il nome della strada e il numero civico all'altezza del quale corrisponde la «barriera»: si va da Ponte Mammolo a Talenti, dall'Aventino a Lungotevere, dal quartiere Flaminio al Nomentano, da Colli Albani a Ostiense. L'elenco è stato consegnato all'assessorato ai lavori pubblici. «Cerchiamo di dare il nostro contributo di cittadini all'eliminazione delle barriere architettoniche perché la città sia a misura di tutti - dice il professor Marco Molle - Vogliamo anche sensibilizzare i nostri studenti a stimolare gli amministratori in modo costruttivo». «L'Amministrazione comunale ha già realizzato una prima tranche di lavori per la costruzione di nuovi scivoli; a breve, insieme agli uffici del Dipartimento Mobilità, cominceremo altri interventi dando priorità alle segnalazioni arrivate attraverso gli uffici tecnici competenti e i cittadini», promette l'assessore ai lavori pubblici e periferie, Fabrizio Ghera. Tra i lavori già effettuati, fa sapere l'assessorato, si va da Porta Pia a piazza Sonnino, da largo Arenula a via Acaia, da piazza Galeria a Castel Sant'Angelo. Intanto, continua l'odissea di chi ha una disabilità e vuole muoversi coi mezzi pubblici, non solo a Roma, ma in molte altre grandi città italiane, i cui mezzi di trasporto, nella maggior parte dei casi, non sono adeguatamente funzionanti per favorire il trasporto dei disabili -:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro intenda adottare, al fine di incentivare la messa a norma, nonché la corretta funzione, dei mezzi di trasporto pubblico che devono, necessariamente, essere in grado di trasportare anche persone diversamente abili.
(4-15772)

GRIMOLDI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
attualmente, la gestione separata e parallela dei procedimenti di registrazione della proprietà (di competenza del pubblico registro automobilistico) e di immatricolazione dei veicoli (di competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) rende ancora necessaria una duplice istanza da parte dei cittadini, una per la registrazione e una per l'immatricolazione; una duplice acquisizione di dati da parte di due banche dati; un duplice provvedimento di autorizzazione da parte delle amministrazioni interessate per le rispettive parti di competenza; due distinti documenti,

il certificato di proprietà e la carta di circolazione, da rilasciare all'utenza;
negli altri Paesi europei non esiste un Pubblico registro automobilistico per la registrazione dei veicoli, ma esistono archivi in cui sono registrati i dati tecnici e di proprietà, così come esiste in Italia l'Archivio Nazionale Veicoli, istituito ai sensi degli articoli 225 e 226 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, che tiene nota di tutte le variazioni di proprietà, le revisioni, le informazioni sui proprietari, gli incidenti. In Italia però, i proprietari dei veicoli già registrati all'archivio nazionale, devono nuovamente fare una registrazione del mezzo presso il pubblico registro automobilistico;
in virtù della duplicazione e sovrapposizione dei compiti, sia gli uffici della motorizzazione che gli uffici del Pra ricorrono all'Archivio nazionale veicoli per ottenere i dati necessari alle attività di rispettiva competenza, con difficoltà operativo burocratiche e inevitabile aumento dei costi;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 358 del 2000, all'articolo 1 dispone che «in attesa della riforma del regime giuridico degli autoveicoli, motoveicoli e loro rimorchi e del conseguente riordino amministrativo, viene istituito lo sportello telematico dell'automobilista, allo scopo di semplificare i procedimenti relativi all'immatricolazione, alla reimmatricolazione, alla registrazione della proprietà, ai passaggi di proprietà degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei loro rimorchi;
tuttora la riforma del regime giuridico e il conseguente riordino amministrativo degli autoveicoli e motoveicoli non è avvenuta e una semplificazione delle procedure relative a immatricolazioni e atti di proprietà sembra necessaria e improcastinabile -:
se il Ministro, in un'ottica di contenimento della spesa pubblica e di semplificazione operativa burocratica, non ritenga necessario ed urgente mettere in atto ogni azione volta ad eliminare le duplicazioni normative e procedurali oggi esistenti nel campo giuridico-amministrativo della circolazione fisica e giuridica dei veicoli, anche mettendo in atto le azioni di carattere normativo necessarie per far sì che i mutamenti riguardanti l'intestazione dei veicoli, secondo quanto previsto dal codice della strada, e gli eventi giuridico-patrimoniali sui veicoli medesimi, si registrino unicamente presso l'Archivio nazionale dei veicoli di cui agli articolo 225 e 226 del codice della strada, procedendo quindi contestualmente alla soppressione del pubblico registro automobilistico e al trasferimento presso l'Archivio nazionale dei compiti e delle funzioni fino ad oggi attribuite al pubblico registro medesimo.
(4-15774)

RIGONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il giorno 18 gennaio 2012, alle ore 14 circa in località Mulino di Riccò, nel comune di Tresana, in provincia di Massa Carrara, si è sviluppato un violento incendio, preceduto da un forte boato, a causa di una fuoriuscita di gas metano da una condotta di prima specie spesso usata come continuazione delle condotte trans mediterranee, che trasportano il metano dai luoghi di estrazione fino alle case (pressione di esercizio 60 bar) della linea Cortemaggiore-La Spezia, scatenando un inferno di fuoco che ha bruciato tutto nel raggio di duecento metri; stavano operando 3 operai (2 cittadini bulgari - padre e figlio - e 1 operaio italiano) della ditta «Oreste Manna» di Eboli (Salerno), per conto della SNAM Rete Gas spa;
a seguito dell'incendio si sono registrati 11 feriti, i 3 operai e 8 civili, 3 case distrutte e 3 fortemente lesionate, più gravi danni a un fienile, una stalla, un deposito di materiale edile, diversi mezzi

agricoli e 2 autovetture distrutte, nonché la distruzione di 2 ettari di bosco e danni alla strada comunale limitrofa al cantiere in questione;
il 15 febbraio 2012 è deceduto il giovane operaio di ventuno anni Giorgio Dimitrov ed un altro operaio è attualmente ricoverato nel reparto di rianimazione a Pisa in gravissime condizioni;
l'area è stata immediatamente sottoposta a sequestro per consentire alla procura di Massa di svolgere le indagini, attualmente in corso, mentre il comune di Tresana ha assunto la deliberazione formale per costituirsi parte offesa; analogamente al comune, sia l'unione dei comuni della Lunigiana e la regione Toscana, hanno annunciato la medesima volontà; la regione Toscana ha inoltre manifestato l'intenzione di richiedere lo stato di emergenza;
l'intervento consisteva nell'opera di rifacimento di un P.I.D.I. (punto di intercettazione di derivazione importante) della condotta con diametro di 30 pollici del vecchio impianto esistente (il metanodotto in questione è stato infatti realizzato tra il 1970-1971); il comune di Tresana aveva rilasciato regolare autorizzazione tramite «permesso a costruire» rilasciato in data 5 febbraio 2011;
la popolazione residente nelle vicinanze del luogo della violenta ed impressionante esplosione è ancora sotto shock e vive nell'incertezza e nella paura, in quanto da SNAM non pervengono in forma ufficiale rassicurazioni sulla sicurezza di quel metanodotto, mentre già si registra il «rimpallo» delle responsabilità dell'accaduto tra l'impresa appaltatrice. («Oreste Manna» di Salerno) e la società proprietaria del metanodotto (SNAM Rete Gas s.p.a.); il sindaco di Tresana, dottor Oriano Valenti sta facendo pressione sulle autorità locali per conoscere le cause dell'evento, le responsabilità, ed elementi sulla sicurezza dell'impianto e per pervenire a un giusto e veloce risarcimento alle famiglie danneggiate -:
pur nel rispetto delle indagini in corso, cosa intenda fare il Governo in merito agli accadimenti illustrati in premessa visti i tempi troppo lunghi dell'inchiesta - basti pensare che «il giunto» ed altri pezzi di tubo esplosi sono stati prelevati soltanto venerdì 13 aprile 2012 per farli analizzare presso l'università di Genova - e verosimilmente il perito usufruirà della proroga di novanta giorni di cui dispone;
cosa intenda fare il Governo, per quanto di competenza, per assicurare il giusto risarcimento alle famiglie danneggiate perché al momento, soltanto una famiglia, ha ricevuto dalla SNAM un modesto anticipo di euro 20.000,00 per le spese di affitto e vestiario e la stessa famiglia ha ricevuto dalla SNAM una prima offerta di circa il 40 per cento della stima dei danni subiti quando invece la SNAM si dovrebbe far carico in maniera tangibile e concreta dei danni di tutte le famiglie sinistrate;
se risponda al vero che durante i lavori la ditta appaltatrice (Oreste Manna) avesse evidenziato la necessità di sostituire il «giunto» e, in caso affermativo, se sia noto per quale ragione non si è provveduto alla sostituzione;
se risponde al vero che la SNAM, per quanto riguarda il P.I.D.I., abbia intenzione di rifarlo completamente nuovo nello stesso posto, ampliando così l'allarme e la paura della popolazione interessata per timore di nuove devastanti esplosioni.
(4-15792)

BORGHESI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la società di gestione dell'aeroporto Catullo di Verona si trova in una situazione economico-finanziaria non brillante,

secondo quanto è stato reso noto, sia per fatti gestionali diretti (in particolare contratti con compagnie aeree low cost) sia per le perdite della società di gestione dell'aeroporto D'Annunzio di Brescia, che una sua società controllata;
in particolare al 31 dicembre 2010 la società ha registrato debiti netti per 80 milioni e mezzo di euro con un incremento, rispetto al 2007, di 23 milioni e mezzo di euro. Per lo stesso periodo le perdite sono state di 21 milioni. Il risultato gestionale dei primi sei mesi 2011 evidenzia una perdita di 8,8 milioni di euro malgrado un incremento dei passeggeri nell'ordine del 12,8 per cento per lo scalo di Verona. Si prospetta inoltre l'emersione di imposte straordinarie passibili di generare un'ulteriore sopravvenienza passiva di 7,1 milioni di euro». E ciò per effetto de «il mancato apporto di marginalità da parte del traffico generato da Ryanair, una pesante flessione del segmento charter, nell'ordine 25,6 per cento dovuta alla situazione di forte instabilità politica in Egitto e Tunisia, alla mancata ripresa dell'attività cargo sullo scalo di Brescia e all'incremento degli oneri finanziari. La situazione finanziaria continua ad essere molto pericolosa anche nel 2012: lo scalo di Montichiari perde 600 mila euro al mese (oltre 2 milioni da inizio anno), Ryanair costa fino a 4 milioni l'anno di incentivi; le perdite nel 2011 sono state quasi 20 milioni, mentre le tranche per l'aumento di capitale in corso stanno svenando gli enti locali;
le compagine azionaria vede una prevalente presenza di enti pubblici: il comune di Verona il 7 per cento: la provincia di Verona ha il 17 per cento, la camera di commercio di Verona quasi il 22 per cento: sono i soci forti insieme con la provincia di Trento che ha il 19 per cento. La fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona possiede il 4 per cento, all'incirca quanto la Camera di commercio e la Provincia di Brescia;
la società dopo essere stata assai fiorente ed appetita dagli investitori fino all'inizio del 2000 ha poi avuto numerose criticità a partire dall'apertura dello scalo di Brescia, che doveva essere specializzato nel traffico Cargo, ma che non è mai decollato, mentre anche i tentativi di utilizzarlo come scalo passeggeri sono fin qui andati a vuoto;
ciò ha anche generato, a partire dal 2009, un alto livello di litigiosità fra soci veronesi e trentini da un lato e soci bresciani (provincia e Camera di commercio di Brescia) dall'altro, come testimoniano numerosissime cronache giornalistiche. In particolare con riferimento al rilascio di una concessione quarantennale per entrambi gli scali, il cui iter risulta al momento sospeso;
come è facile intuire dai resoconti dei mezzi di informazione fin da quell'anno erano state gettate le basi per la costituzione di SEAS (South european airport system) progetto che prevede la costituzione di un unico sistema aeroportuale, coinvolgendo gli scali milanesi e gli scali di Verona e Brescia. Il progetto, a cui si lavorava da mesi, primo e ed unico in Italia, era destinato a creare un sistema in grado di competere con i maggiori sistemi aeroportuali integrati del Nord Europa, riferendosi ad una catchement area di circa 60 milioni di passeggeri e oltre un milione di tonnellate cargo annue. L'asse attraverserebbe virtualmente tutto il nord Italia, creando un link strategico e funzionale tra gli Aeroporti di Verona, Brescia e gli scali milanesi;
le analisi hanno prospettato ottime opportunità economiche e commerciali, assegnando a ciascuno scalo una propria specificità di cui si avvantaggerebbe tutto il sistema. Verona avrebbe visto la propria utenza business e turistica crescere, attraverso una strategia di diversificazione (linea, low, charter), diventando la piattaforma per il traffico passeggeri del Nord Est, e operando in sinergia con il traffico degli scali milanesi (soprattutto Linate, prossimo alla saturazione). Brescia sarebbe stata piattaforma logistica d'eccellenza sfruttando a pieno la pista di 3000 metri.

Gli scali milanesi avrebbero rafforzato le loro attuali specializzazioni (tratte a lungo raggio, cargo e utenza business);
mentre tale progetto andava verso una positiva conclusione giungeva improvvisamente ed inopinatamente lo stop di alcuni degli attori soci veronesi che avrebbero, come scrive il giornale L'Arena del 10 ottobre 2009, fermato il presidente della società Catullo intimandogli di non sottoscrivere alcun accordo nel senso prospettato;
da quel momento la situazione della società si faceva via più drammatica sul piano economico finanziario, fino a preannunciare la previsione di una nuova ingente perdita di esercizio per il 2012, dell'ordine di 18 milioni di euro;
ma ecco che l'11 aprile 2012 senza preannuncio si tiene un vertice, come al solito, in fondazione Cariverona, per salvare l'aeroporto Catullo con l'aiuto di Vito Gamberale, amministratore delegato del fondo d'investimento F2i, molto attivo nel mondo delle infrastrutture e già presente in alcune società aeroportuali come la milanese Sea. Nell'ufficio del presidente Paolo Biasi attorno alle 9 sono arrivati alla spicciolata il presidente della società aeroportuale Paolo Arena, l'ingegnere Vito Gamberale e dopo qualche minuto il sindaco Flavio Tosi. Gamberale, con il benestare del Governo e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti starebbe cercando di mettere in rete gli scali del Nord. Le banche non avrebbero intenzione di investire più nel Catullo. L'unica via di uscita sarebbe una ricapitalizzazione, alla quale però potrebbe partecipare solo il partner privato. E di questo si sarebbe discusso nella sede di Cariverona. Si tratterebbe di lanciare un aumento di capitale al quale di fatto parteciperebbe solo il partner privato mentre gli enti locali starebbero fermi o tutt'al più potrebbero vendere qualche quota;
come riporta il principale quotidiano locale: l'iniziativa ha creato imbarazzo tra i soci dell'aeroporto Catullo. Questi ultimi non sapevano che nella sede della fondazione Cariverona era previsto il vertice riservato tra il presidente Biasi, il presidente del Catullo Paolo Arena e il sindaco Flavio Tosi insieme con l'amministratore delegato del fondo d'investimenti F2i interessato a entrare nelle infrastrutture del Nord. Insomma, una sorpresa post pasquale in un clima delicatissimo per l'aeroporto. «Un'occasione perduta, insomma, per fare sinergia con tutte le istituzioni coinvolte nel destino dello scalo veronese. Peccato davvero. «Per quanto concerne l'ingresso dei privati nel capitale del Catullo», dice il presidente della provincia Miozzi, «si tratti di imprenditori o di uomini della finanza, nulla da eccepire, tuttavia serve cautela perché al Catullo non accada quanto sta succedendo nella società Serenissima». Un parallelo che sta preoccupando molto il mondo politico veronese perché nella società autostradale i soci pubblici si sono ritrovati in minoranza e il pallino è passato in mano alle banche;
una cosa sembra certa: considerata la grave situazione economico-finanziaria in cui versa la società è legittimo aspettarsi che la sua acquisizione da parte di un socio privato avverrà a condizioni molto più favorevoli di quanto non potesse avvenire in passato. Ed allora appare legittimo chiedersi se si possa ravvisare da parte di coloro che hanno contribuito ad impedire che raccordo relativo alla realizzazione del progetto SEAS (South european airport system) giungesse a compimento un qualche comportamento teso a favorire quanto ora sta avvenendo;
va rilevato al riguardo che l'ex presidente di Autostrade e attuale amministratore delegato del fondo d'investimenti F2i Vito Gamberale, risulta nel mirino delle procure di Milano e Firenze, insieme con l'ex assessore regionale alle infrastrutture della Toscana Riccardo Conti, Pd. I magistrati delle due città indagano sull'acquisto delle quote della società che gestisce gli aeroporti di Milano, la Sea, e la costruzione di una bretella autostradale in Toscana, tra Signa e Prato, mai fatta, ma per la quale la regione ha tirato fuori

quasi 30 milioni. La procura ha aperto per ora un fascicolo per turbativa d'asta a carico di ignoti. Fra gli atti c'è anche la telefonata, rivelata da l'Espresso, tra Gamberale e l'esponente del Pd, che solo indiscrezioni giudiziarie non confermate ufficialmente identificano proprio in Conti. Il manager di F2i si dice sicuro della vittoria nella gara d'appalto per la vendita della Sea, che dunque pare sia stata fatta «su misura». La vittoria, in effetti, si è poi verificata, e il Fondo ha acquisito il 29,75 per cento delle quote della società che gestisce gli aeroporti -:
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se non ritenga di intervenire, anche in forza delle competenze esercitate attraverso l'Enac, promuovendo un'inchiesta interna al fine di comprendere appieno la sequenza dei fatti che hanno determinato la situazione attuale;
se non ritenga di monitorare la situazione, nella veste di concedente, al fine di garantire che la società di gestione proceda alla ricerca di eventuali partner privati, attraverso strumenti di evidenza pubblica che salvaguardino il valore della società, nata dall'investimento di tanti soggetti pubblici, sui quali finirebbe per ricadere una eventuale attività meramente speculativa posta in essere con il supporto del sistema bancario, come già avvenuto ai medesimi soci per la società concessionaria autostradale Brescia Verona Vicenza Padova Spa.
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