Allegato B
Seduta n. 624 del 19/4/2012

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
recenti avvenimenti di cronaca hanno coinvolto due fondazioni private operanti nel campo della sanità in Lombardia;
tali Fondazioni sono qualificate come istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e sono quindi enti a rilevanza nazionale dotati di autonomia e personalità giuridica che svolgono la loro attività a livello sovra regionale;
ai sensi dell'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 10 febbraio 2000, «Regolamento recante norme per la semplificazione dei procedimenti di riconoscimento di persone giuridiche private e di approvazione delle modifiche dell'atto costitutivo e dello statuto», le associazioni, le fondazioni e le altre

istituzioni di carattere privato acquistano la personalità giuridica mediante il riconoscimento determinato dall'iscrizione nel registro delle persone giuridiche, istituito presso le prefetture;
ai sensi del decreto legislativo n. 288 del 2003, «Riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico», a norma dell'articolo 42, comma 1, della legge 16 gennaio 2003, n. 3, la vigilanza sugli IRCCS spetta al Ministero della salute, mentre alla regione competono le funzioni legislative e regolamentari connesse alle attività di assistenza e ricerca, nonché i controlli sulla qualità e congruità delle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture accreditate pubbliche e private;
tali fondazioni IRCCS private sono destinatarie di ingenti erogazioni di fondi pubblici destinati alle loro finalità istituzionali -:
se siano state intraprese dalle autorità statali competenti iniziative di vigilanza e controllo nei confronti delle fondazioni IRCCS private;
se tali iniziative siano state intraprese, e con quali esiti, nei confronti delle Fondazioni IRCCS San Raffaele del Monte Tabor e Salvatore Maugeri;
se il Governo intenda verificare e rendere note le motivazioni di eventuali mancati controlli e quali iniziative di competenza si intendano intraprendere per il prossimo futuro.
(2-01457)
«Renato Farina, Ciccioli, Corsaro, Crolla, Romele, Garagnani, Abelli, Pelino, Nastri, Lorenzin, Gottardo, Di Centa, De Corato, Laffranco, Scapagnini, Toccafondi, Roccella, Rosso, Stracquadanio, Abrignani, Porcu, Barba, Savino, Lupi, Galati, Baccini, Nizzi, Vignali, Cazzola, Palmieri, Gelmini, Mistrello Destro, Gregorio Fontana, Bertolini, Saltamartini, Torrisi, Vitali, Fitto, Beccalossi, Centemero, Dima, Valducci, Vella, Frassinetti, Di Caterina, Gioacchino Alfano, Giro, Papa, Nola, Bernardo, Delfino, Corsini».

Interrogazione a risposta orale:

MARINELLO, PAGANO, VINCENZO ANTONIO FONTANA, GERMANÀ e GAROFALO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 17 aprile 2012 i rappresentanti dell'ENI hanno incontrato le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali per illustrare lo scenario della raffinazione in Europa, in Italia, ed in particolare nell'area di Gela;
il quadro evidenziato dall'ente continua ad essere preoccupante, a fronte di una contrazione particolarmente significativa della domanda di prodotti petroliferi e del surplus di capacità di raffinazione, che hanno comportato il crollo dei margini;
in tale contesto, visto il perdurare dello scenario critico, Eni ha comunicato l'esigenza di attuare una fermata parziale e temporanea della raffineria di Gela, al fine di ridurre gli impatti negativi del conto economico della raffinazione;
la fermata sarà parziale e riguarderà i cicli di produzione a minore redditività, destinati alla raffinazione di greggi esteri e residui, mentre verranno mantenute le lavorazioni dei greggi nazionali e delle cariche circuitali. La durata della fermata sarà di 12 mesi, con conseguente riavvio degli impianti ad aprile 2013. I dipendenti interessati da questo provvedimento non saranno la totalità ma circa 500;
Eni ha confermato l'applicazione delle garanzie per i lavoratori previste nell'accordo, sottoscritto il 26 maggio 2011, per lo sviluppo, la competitività e le relazioni industriali;

Eni ha proposto di continuare il confronto con le rappresentanze sindacali per definire tutti gli aspetti legati alla fermata e alla messa in conservazione degli impianti della raffineria di Gela;
nel corso dell'incontro è stato riconfermato il riavvio della raffineria di Venezia il giorno 2 maggio 2012, come da impegni sottoscritti dopo la fermata temporanea;
la regione siciliana appare intenzionata ad approvare una deliberazione di stato di crisi dell'area industriale di Gela -:
se non ritenga necessaria, a seguito delle sollecitazioni e degli atti approvati dalla regione siciliana, una dichiarazione di area di crisi complessiva e strategica per l'area industriale di Gela;
se non ritenga opportuno convocare un tavolo di confronto tra Governo, ENI, sindacati e rappresentanti dell'indotto, al fine di individuare soluzioni condivise per lo stato di crisi evidenziato in premessa;
se, in tale ambito, non ritenga opportuno richiedere ad ENI garanzie sulla piena attuazione del piano di investimenti 2012-2015.
(3-02219)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BOBBA e NARDUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. - Per sapere - premesso che:
il servizio civile nazionale è stato istituito con la legge n. 64 del 2001 e in dieci anni di vita, secondo i dati resi noti dal Ministro interrogato, «ha coinvolto 284.596 giovani impegnati nella realizzazione di progetti in diversi settori (assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all'estero). Attraverso la partecipazione ai progetti presentati da oltre 14.000 enti pubblici e privati, il Servizio Civile ha consentito ai medesimi enti, da un lato, di porsi come punto di riferimento delle singole realtà, e, dall'altro, di ricucire legami importanti con le comunità, con particolare riferimento a quelli tra i cittadini e le istituzioni. Nel contempo, i giovani hanno potuto sperimentare e praticare con maggior consapevolezza una cittadinanza attiva, sviluppando il senso civico ed una maggiore percezione dei valori democratici;
secondo i dati di Federsolidarietà-Confcooperative, il 40 per cento dei ragazzi che hanno svolto il servizio nelle loro cooperative ha trovato un'occupazione in quelle realtà;
l'istituto del servizio civile nazionale rischia di essere interrotto proprio per mancanza di finanziamenti, infatti le risorse per il servizio civile sono passate dai 296 milioni di euro del 2007, che garantivano l'accesso a 57.000 ragazzi, ai 68,8 milioni di euro del 2012, per un totale di appena 10.000 giovani;
in una recente tavola rotonda, del 20 marzo 2012, il Ministro interrogato ha affermato: «Ritengo paradossale che questa straordinaria esperienza italiana, che è stata analizzata e posta tra le buone pratiche, in numerosi studi comparati a livello europeo, proprio per la capacità di inserire i giovani nel vivo della società italiana, possa essere messa in crisi»;
nello stesso intervento il Ministro sottolineava: «Alla luce della drastica riduzione della disponibilità finanziaria che si profilava, già dal mese di dicembre dello scorso anno, era stato richiesto, con un ordine del giorno presentato al Parlamento dal Partito Democratico, di «aprire un confronto tra i ministri e i parlamentari interessati per la revisione dell'intera normativa in materia, in modo da costruire un insieme di regole stabili, efficaci e condivise che consentissero, ad almeno 40.000 giovani, di poter beneficiare di questo importante servizio». Un secondo ordine del giorno, approvato dal Governo e presentato dalla Lega Nord, chiedeva di «porre allo studio la cessazione dell'im

posizione Irap sui contratti concernenti i giovani impegnati dal servizio civile»;
l'Acli, Associazioni cristiane dei lavoratori italiani, in un recente comunicato stampa ha indirizzato un appello ai partiti affinché rinuncino alla rata di luglio del rimborso elettorale e dirottino quei fondi, per un valore 100 milioni di euro, per finanziare la partenza di 27.000 ragazzi per il servizio civile nazionale, istituito con la legge n. 64 del 2001;
i partiti politici si apprestano a ricevere la quarta tranche per le spese elettorali sostenute nel 2008 corrispondente a 100 milioni di euro; questa tranche, se ridestinata, consentirebbe a circa 27.000 giovani di accedere ad una delle poche esperienza formative, quale è il servizio civile, offerte ai giovani dallo Stato;
il 2012 è l'anno internazionale dedicato alla cooperazione e sempre nel 2012 ricorrono in Italia, il 15 dicembre 2012, i 40 anni della nascita della legge nazionale sull'obiezione di coscienza, che ha dato avvio all'impegno civico di tanti giovani, per trasformarsi successivamente in servizio civile nazionale -:
quali iniziative, di carattere normativo e finanziario, si intendano porre in essere al fine di salvaguardare l'istituto del servizio civile del servizio civile nazionale e scongiurarne la cessazione;
se si intendano assumere iniziative normative volte a recepire la proposta delle Acli, di cui in premessa, quale misura straordinaria e una tantum per consentire nell'immediato l'accesso al servizio civile nazionale a 27.000 giovani.
(5-06652)

ALBINI, GHIZZONI e VENTURA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in data 18 aprile 2012 l'editore Andrea Riffeser Monti ha licenziato il direttore de La Nazione di Firenze Mauro Tedeschini;
secondo quanto si apprende dalla stampa il licenziamento è stato improvviso ed inatteso e non sembrano esserne state rese note le ragioni;
sempre secondo fonti stampa il comitato di redazione de La Nazione ha denunciato «pressioni di una lobby politica e bancaria» e l'Associazione stampa toscana e della FNSI hanno scritto di «gravissimi rischi di ingerenza, anche indiretta, che minano le autonomie editoriali attraverso conflitti di interesse e la sovrapposizione di poteri di condizionamento»;
se confermata questa decisione sarebbe un atto gravissimo, lesivo dell'autonomia dei giornalisti e un attacco alla libertà e all'indipendenza della stampa costituendo di fatto uno stretto connubio tra mezzi di informazione, imprenditoria e politica -:
se queste notizie risultino confermate;
quali eventuali iniziative il Governo intenda assumere a difesa del pluralismo e della libertà di informazione garantiti dall'articolo 41 della Costituzione.
(5-06658)

Interrogazioni a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO e EVANGELISTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nell'ottobre del 2011 il padre missionario italiano Fausto «Pops» Tentorio, membro del pontificio istituto per le missioni estere (PIME) è stato ucciso da un killer solitario che gli ha sparato nella città di Arakan nel North Cotabato, territorio dell'isola di Mindanao, nelle Filippine dove da tempo lavorava con i popoli indigeni della zona;
padre Tentorio era una luminosa figura di missionario che aveva lasciato il paese natale per passare metà della sua vita aiutando i popoli indigeni del North

Cotabato e dedicandosi al miglioramento sociale mediante l'educazione e la costruzione di comunità di pace a Mindanao, soprattutto nella Valle di Arakan. Inoltre, era coordinatore del programma tribale della diocesi Kidapawan, North Cotabato, era critico irriducibile delle attività di sfruttamento minerario della provincia, e aveva contribuito all'empowerment delle popolazioni indigene Manobo, attraverso misure di alfabetizzazione, di tutela della salute e di carattere produttivo per le comunità, unendosi alle lotte per la protezione del patrimonio ancestrale indigeno;
padre Tentorio aveva denunciato la presenza delle forze armate filippine nelle comunità della Valle di Arakan, le quali hanno ammesso di aver considerato il religioso come un amico dei ribelli comunisti che dava loro aiuto e conforto; il religioso era sopravissuto a minacce, provocazioni, tentativi di rapimento e uccisione nel 2003, quando appartenenti a milizie armate lo vennero a cercare. Sfuggì a tale pericolo trovando rifugio in un villaggio dove venne nascosto dalla popolazione locale che riuscì a eludere il tentativo;
le inchieste svolte sul campo hanno rivelato che padre Tentorio costituiva costantemente un bersaglio ed era stato soggetto a misure di sorveglianza da parte di individui sconosciuti alcune settimane prima della sua morte;
il National Bureau of Investigation in seguito ha arrestato Jimmy Ato, sospetto appartenente a un'organizzazione di sicari attiva nell'area, il quale ha successivamente dichiarato che il padre venne ucciso per essersi opposto a un progetto di sfruttamento idroelettrico ad Arakan;
dall'inizio della presidenza Aquino assunta nel luglio 2010, sono stati documentati 76 casi di esecuzioni extragiudiziali, ma nessuno è stato perseguito. Le uccisioni vengono fatte risalire all'operazione contro-insurrezionalista del Governo, denominata Oplan Bayanihan. Le forze di sicurezza dello Stato vengono dispiegate nelle aree rurali e anche in quelle urbane per neutralizzare i civili disarmati ritenuti simpatizzare per l'organizzazione di guerriglia New People's Army (NPA);
l'assassinio di padre Tentorio costituisce chiaramente una dimostrazione della continuazione di quella che appare agli interroganti la cultura di impunità e ingiustizia nelle Filippine -:
di quali notizie ulteriori disponga in ordine a quanto esposto in premessa;
se e quali iniziative diplomatiche il Governo ritenga di avviare nei confronti del Governo filippino, affinché si possa giungere alla fine della militarizzazione, e in particolar modo, dell'operazione Oplan Bayhaninan, e delle esecuzioni extragiudiziali nelle Filippine.
(4-15777)

SANGA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da poco meno di un mese a Cavernago, comune di 2.300 abitanti della provincia di Bergamo, è stata attivata una nuova bio-centrale da 840 kilowatt per la produzione di energia elettrica alimentata a olio vegetale grezzo;
l'impianto sorge a poche decine di metri da alcune aree residenziali che si trovano tra le vie Pascal e Volta in cui vivono numerose famiglie, preoccupate per le possibili ripercussioni dell'attività sulla propria salute;
da otto mesi un gruppo spontaneo di cittadini, organizzatosi nel comitato Effenove, si è mobilitato per contrastare la nascita della centrale attraverso raccolte di firme, sit-in e manifestazioni pubbliche e per chiedere il suo spostamento lontano dalle abitazioni;

tale comitato, il 5 aprile 2012, ha segnalato ai giornali l'improvvisa formazione, sopra l'impianto in questione, di una nuvola di fumo nero uscito dalle prese d'aria di una parete;
la nuvola ha suscitato allarme anche in alcuni paesi vicini, come Malpaga e Ghisalba ed è stata filmata da alcuni abitanti, che hanno pure allertato i vigili del fuoco;
le rassicurazioni successivamente arrivate dalla società Sdl Energia di Brembate Sopra, che gestisce l'impianto, secondo la quale «si è trattato solo di un piccolo incidente, durato in tutto 4 minuti, dovuto a una fascetta di gomma non stretta bene, ma il sistema di sicurezza ha subito bloccato l'impianto», non sono bastate a tranquillizzare le persone che, adesso, temono ancor di più l'eventualità di futuri incidenti;
quanto accaduto, al fine di prevenire futuri e potenzialmente più gravi episodi, richiede, a tutela dell'incolumità pubblica, un monitoraggio attento della situazione -:
che cosa si intenda fare, per quanto di competenza, con tempestività ed urgenza, per assicurare che, nella gestione dell'impianto, vengano assicurati il massimo rigore e l'estrema cura così da dare risposte concrete alle preoccupazioni dei cittadini;
quali iniziative si intendano assumere per accertarsi che la stessa gestione avvenga nel pieno rispetto delle prescrizioni imposte dalla normativa vigente in materia.
(4-15790)

MARINELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'articolo pubblicato dal quotidiano Il Sole 24 Ore il 14 aprile 2012, riporta che in Sicilia le imprese che si occupano di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani si trovano in condizioni finanziarie di estrema difficoltà, a causa dei ritardi che arrivano ad oltre 18 mesi dei pagamenti da parte degli ATO, ovvero i consorzi dei comuni in liquidazione, complessivamente pari a 600 milioni, equivalenti a poco più del 12 per cento dei crediti totali del livello nazionale sulla base dei 5 miliardi di euro, stimati dalla Federazione imprese di servizi Fise e da Assoambiente;
secondo quanto richiama il medesimo articolo, sarebbe in via di definizione una soluzione tecnica che necessita tuttavia, l'approvazione da parte della Presidenza del Consiglio, sebbene al momento non vi sia nulla di concreto;
la regione siciliana una situazione di difficoltà finanziaria oramai conclamata, prosegue l'articolo del Sole 24 Ore, ha tentato di risolvere il suesposto problema dei ritardi dei pagamenti degli ATO alle imprese che gestiscono la raccolta dei rifiuti, cercando un sostegno da parte del sistema bancario, attraverso un bando che prevedeva lo smobilizzo dei debiti, tuttavia il provvedimento mediante affissione pubblica è andato deserto e il tentativo di cartolarizzare il credito è stato successivamente bocciato per motivi contabili;
dal punto di vista bancario, la mancanza di credibilità degli interlocutori e in particolare degli ATO, i quali a loro volta sono creditori dei comuni, che secondo la legge regionale, n. 19 del 2005, avrebbero dovuto prevedere un apposito capitolo di bilancio regionale e che in realtà non hanno invece adempiuto, ha condizionato la scelta di sostenere finanziariamente la regione siciliana;
ulteriori profili di criticità si evidenziano, secondo quanto sostiene la Confindustria siciliana, dal livello di corruzione e dal malaffare, che condiziona pedantemente l'attività delle imprese ambientali, contribuendo ad aggravare la crisi economica causata anche dai ritardi dei pagamenti che vantano verso gli ATO come precedentemente riportato;
a giudizio della medesima associazione industriale, gli affidamenti con procedura

d'urgenza e il mancato rispetto dell'ordine cronologico di presentazione delle fatture, favorendo ingiustamente i rapporti interpersonali, condizionano pesantemente l'intero sistema gestionale del settore ambientale e delle imprese che operano in Sicilia nella raccolta dei rifiuti solidi urbani, unitamente al livello di inefficienza da parte delle istituzioni locali preposte al coordinamento;
la soluzione allo studio, riporta l'articolo del quotidiano economico suesposto, si concentra sull'investitura di un soggetto che abbia poteri sostitutivi nei confronti dei comuni e ATO inadempienti, previsto dalla normativa vigente, che individua il soggetto attuatore quale unico interlocutore, di natura privatistica, nei confronti delle banche utilizzando le dotazioni finanziaria della regione;
secondo la suddetta ipotesi, sarà la regione a curare, a titolo di anticipazione, il rimborso del prestito che le banche faranno, restando estranee alle procedure di recupero e in caso di mancato pagamento da parte dei comuni, la regione tratterrà le somme mediante compensazione amministrativa a valere sui trasferimenti da fare nei confronti delle amministrazioni comunali;
tale soluzione, secondo il dipartimento rifiuti dell'ATO siciliana, necessita di una modifica dell'ordinanza da parte della Presidenza del Consiglio, che assegna al presidente delle regione i poteri commissariali, evidenziando l'emergenza in corso non solo tecnica, ma anche finanziaria, autorizzando successivamente il soggetto attuatore ad agire proprio sul fronte economico;
il suesposto atto amministrativo, secondo quanto riporta l'articolo del Sole 24 Ore, nonostante siano stati avviati i primi contatti, stenta tuttavia a concretizzarsi con la conseguenza che la situazione complessiva delle imprese siciliane che operano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti si aggrava settimanalmente sempre più, con evidenti rischi per la sopravvivenza delle stesse aziende, con effetti drammatici sul piano occupazionale;
a giudizio dell'interrogante, nonostante i numerosi atti di sindacato ispettivo presentati nel corso della presente legislatura, che evidenziavano le condizioni di estrema criticità e d'imminente collasso, in cui si trova la regione siciliana, sia dal punto di vista finanziario e delle condizioni debitorie da parte degli ATO, che dei ritardi e delle insufficienze nell'applicazione dei piani regionali di settore da parte della stessa regione, la situazione complessiva in considerazione di quanto precedente suesposto, risulta ulteriormente peggiorata con evidenti e gravi pericoli per l'incolumità e la sicurezza pubblica -:
quali siano gli orientamenti del Governo con riferimento a quanto esposto in premessa;
se non intendano rafforzare, in considerazione dell'urgenza causata dalla situazione emergenziale in corso nella regione Sicilia, il commissariamento della medesima regione stante l'inefficienza e la gestione estremamente negativa con cui gestisce l'intero sistema di servizio delle società d'ambito territoriale.
(4-15791)