Allegato B
Seduta n. 615 del 2/4/2012

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SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 8 della legge 15 marzo 2010, n. 38, recante «Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore», riguarda la «Formazione e aggiornamento del personale medico e sanitario in materia di cure palliative e di terapia del dolore»;
il comma 1 dello stesso articolo 8 fissa in sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge stessa il termine temporale entro il quale il Ministro dell'istruzione e dell'università «individua con uno o più decreti i criteri generali per la disciplina degli ordinamenti didattici di specifici percorsi formativi in materia di cure palliative e di terapia del dolore connesso alle malattie neoplastiche e a patologie croniche e degenerative»;
il termine di cui sopra è abbondantemente scaduto ed è in assenza dei decreti attuativi che vengono a crearsi disparità tra le diverse regioni proprio nel momento in cui le strutture sanitarie preposte devono far fronte ad una domanda di cura via via crescente;
quali siano le ragioni del ritardo accumulato nell'emanazione dei provvedimenti ministeriali previsti dall'articolo 8, comma 1, della legge n. 38 del 2010; se non ritengano i Ministri interrogati urgente e necessario superare questo ritardo e procedere celermente all'emanazione degli atti conseguenti all'entrata in vigore della legge n. 38 del 2010.
(5-06539)

Interrogazione a risposta scritta:

PALAGIANO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi, nel mondo, si assiste alla diffusione di un promettente ed innovativo dispositivo in campo ostetrico-ginecologico per la gestione di parti complicati dall'esaurimento o dalla riduzione dell'azione contrattile del muscolo uterino, durante il periodo espulsivo (nota col termine d'inerzia uterina), o nei quali si pongano condizioni che richiedono un più veloce espletamento del parto (sofferenza fetale, emorragie, e altro);

si tratta dell'Odon device, uno strumento costituito da una sorta di sacchetto di plastica con doppia intercapedine, collegato ad un applicatore del medesimo materiale, che avvolge in maniera delicata la testa del feto, allocata nel canale del parto, aiutandola a scivolare più agevolmente lungo le pareti vaginali;
lo strumento, approvato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ne ha sviluppato l'aspetto medico, ha potenzialità molto promettenti: costi minimi di realizzazione per la tipologia dei materiali (cellophan e plastica), semplicità d'uso, sicurezza, assenza di controindicazioni o effetti collaterali sia per la donna che per il bambino;
ad oggi, sono stati eseguiti studi di simulazione su manichini con ottimi risultati e lo strumento è già in uso in un ospedale di Buenos Aires;
l'Odon device è stato presentato in Italia dai maggiori rappresentanti dell'Oms il 19 dicembre 2011, durante il Congresso mondiale sulla salute materna e neonatale;
i primi studi di validazione clinica e delle possibili applicazioni dovevano partire in Italia già da febbraio 2012, sempre in collaborazione con l'Oms;
qualora la sperimentazione fosse coronata da successo, l'introduzione dell'Odon device sarebbe un vero passo avanti nel mondo ginecologico/ostetrico, poiché favorirebbe, in maniera traumatica, un più rapido espletamento del parto, riducendo i rischi connessi all'emergenza ed ai suoi metodi, spesso dolorosi e traumatizzanti, ancorché efficaci per feto e madre;
l'Odon device, inoltre, potrebbe ridurre del 5-6 per cento numero dei tagli cesarei in fase avanzata di travaglio;
in Italia il taglio cesareo è, comunque, in continuo aumento: si è passati dall'11 per cento del 1980 al 38 per cento del 2008 - fino a picchi del 60 per cento in Campania - mentre tutti i Paesi europei, tranne il Portogallo, hanno tassi al di sotto del 30 per cento che scendono al 15 per cento in Olanda e Slovenia. L'introduzione dell'Odon device potrebbe essere, quindi, un'opportunità importante per il nostro Paese;
l'introduzione di questo dispositivo potrebbe, infatti, disincentivare il ricorso alla cosiddetta «medicina difensiva», quella cioè che porta il medico ad optare per la scelta meno rischiosa, ma non necessariamente migliore per la salute dei cittadini. In particolare, al primo sospetto di distocia del parto, l'ostetrico-ginecologo oggi preferisce sottoporre la paziente a taglio cesareo anziché tentare vie alternative, come l'applicazione del forcipe o della ventosa, più esposte a controversie legali;
diverse ricerche scientifiche hanno dimostrato che il taglio cesareo comporta un incremento della morbilità e della mortalità materne legate soprattutto ad infezioni, complicanze tromboemboliche e rischi anestesiologici, oltre ad un aumento di problemi respiratori del feto. Alcuni studi riportano un tasso di mortalità materna, a seguito di taglio cesareo, da 2 a 4 volte superiore rispetto al parto vaginale;
inoltre, l'introduzione dell'Odon device potrebbe sostituire, in parte, l'uso di forcipe e ventosa - attualmente impiegati in Italia, rispettivamente nell'1 e 5 per cento dei casi - nonostante non possa, a differenza di questi due strumenti, agevolare la rotazione della parte già incanalata o ridurne i diametri;
dopo la preliminare fase di sperimentazione, qualora associata a esiti incoraggianti, sarà necessario attendere ancora diversi mesi, se non qualche anno, per il pieno ingresso dell'Odon device negli ospedali italiani, poiché dopo i test di validazione e sicurezza, occorrerà un'adeguata commercializzazione e industrializzazione -:
se sia a conoscenza di quanto esposto in premessa, e se sia stato dato avvio alla sperimentazione in Italia dell'Odon device, così come prospettato lo scorso dicembre, affinché, in caso di validazione positiva, le

donne italiane possano fruire di tale importante e rivoluzionario strumento, a tutela della propria salute e di quella del nascituro.
(4-15563)