Allegato B
Seduta n. 615 del 2/4/2012
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il sistema di istruzione pubblica italiano è stato privato di circa 90.000 insegnanti negli ultimi tre anni (circolare ministeriale n. 38 del 2 aprile 2009 che tagliava 42.100 cattedre; circolare ministeriale n. 37 del 13 aprile 2010 che tagliava 25.600 cattedre e circolare ministeriale n. 21 del 14 marzo 2011 che tagliava 19.700 cattedre) in applicazione dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008 recante «norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale utilizzo delle risorse umane della scuola» e dei decreti attuativi ad esso correlati i cui effetti sono tuttora in atto;
la scelta di sottrarre drasticamente risorse umane alla scuola ha determinato la riduzione degli organici molto al di sotto dei minimi termini, causando, oltre ad un impoverimento generalizzato dell'offerta formativa del sistema di istruzione italiano di ogni ordine e grado, dall'infanzia alla secondaria di secondo grado;
per effetto di tali misure, in quest'anno scolastico 2011-2012 sono stati determinati, in tutt'Italia, 10.443 docenti in esubero tra scuola primaria, medie e superiori. Si tratta di insegnanti di ruolo che stanno assistendo alla vertiginosa contrazione delle ore di lezione delle proprie discipline di insegnamento;
tale riduzione produrrà effetti ancora più drastici in termini di esuberi, quando i nuovi quadri orari della riforma «Gelmini» delle scuole secondarie superiori andranno a regime;
se si aggiungono le misure relative all'aumento dell'età pensionabile, in vigore dal 1o gennaio di quest'anno, il quadro complessivo è destinato ad assumere proporzioni estremamente allarmanti;
si tratta di docenti di ruolo, in sovrannumero, che hanno perso la propria cattedra, pertanto, qualora non si adottino misure a tutela di tale personale, questi docenti rischiano nel giro del prossimo biennio di essere messi in mobilità e licenziati;
le soluzioni sino ad ora adottate per arginare il fenomeno di precarizzazione del personale di ruolo appaiono del tutto inadeguate se non addirittura mortificanti per la professionalità dei docenti nonché dequalificanti per il sistema di istruzione italiano;
ci si riferisce in particolare alla nota 272 del 14 marzo 2011, alla nota 1348 del 21 aprile 2010 e alla nota 4968 dell'11 maggio 2010, anticipatrici del decreto di riordino delle classi di concorso, che ricorrono a criteri di determinazione di atipicità degli insegnamenti poco rispettosi della didattica delle discipline interessate;
ha inoltre suscitato preoccupazione l'intenzione palesata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in più circostanze di istituire dei corsi destinati alla riconversione professionale del personale docente in esubero, nell'ambito del sostegno agli alunni diversamente abili, perché l'assolvimento di un compito così delicato, quale l'integrazione e la garanzia del diritto allo studio degli alunni meno fortunati, necessita di professionalità specifiche e non improvvisate -:
se il Ministro interpellato non ritenga urgente assumere iniziative per dare una soluzione definitiva al problema degli esuberi del personale docente, rideterminando gli organici in base alle reali esigenze della scuola, e cioè sulla base dei seguenti criteri: attenendosi scrupolosamente ai limiti del numero degli alunni per classe imposto dalle norme sulla sicurezza e agibilità dei plessi scolastici;
evitando la riconduzione forzata a 18 ore negli istituti di istruzione superiore qualora essa costituisca un ostacolo alla continuità didattica; ripristinando le compresenze nella scuola primaria e rinunciando alla revisione delle classi di concorso per l'insegnamento nelle scuole superiori.
(2-01436)
«Di Giuseppe, Zazzera, Donadi».
Interrogazione a risposta orale:
CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
numerose amministrazioni locali venete, sollecitando l'interrogante, hanno manifestato la loro profonda preoccupazione per il futuro delle scuole d'infanzia paritarie a seguito della costante riduzione delle risorse ad esse destinate;
nel Veneto sarebbero circa 1183 le scuole paritarie gestite da parrocchie, congregazioni religiose, associazioni di genitori e da altre istituzioni aderenti alla Federazione italiana scuole materne; in particolare, nella sola provincia di Treviso, le scuole d'infanzia paritarie garantiscono i loro servizi a circa l'80 per cento della popolazione scolarizzabile;
gli oneri di trasporto, frequenza e mensa sono a carico delle famiglie per la parte non coperta dei contributi statali, per cui una significativa riduzione di tali risorse comporterebbe un insostenibile aggravio, soprattutto in un momento come questo di grave crisi economica;
la presenza delle scuole paritarie costituisce di fatto una rilevante economia di spesa per le pubbliche amministrazioni del territorio, sollevando gli enti locali dall'onere della realizzazione e gestione di nuove strutture scolastiche, nonché un considerevole risparmio per lo Stato;
senza un'oculata revisione della costante riduzione delle risorse destinate a tali istituti registrata in questi anni, si prospetterebbe uno scenario allarmante con la chiusura delle scuole paritarie e la conseguente perdita di lavoro da parte di numerose persone, ad oggi impiegate, e l'immediato impoverimento culturale e sociale del territorio medesimo;
data la rilevanza della situazione fin qui esposta, risulta prioritario intervenire con urgenza per porre rimedio alla costante riduzione del sostegno economico concesso dallo Stato in favore delle scuole d'infanzia paritarie -:
quali urgenti iniziative anche normative intenda assumere al fine di sopperire alla drastica diminuzione del contributo statale erogato alle scuole d'infanzia paritarie registrata in questi anni, garantendo quanto disciplinato dalla normativa vigente in materia di parità scolastica e di diritto allo studio e all'istruzione, nonché di libertà di scelta educativa delle famiglie;
quale sia l'entità dei tagli previsti relativamente ai contributi statali destinati alle scuole d'infanzia paritarie, sia a livello statale sia per quanto riguarda la regione Veneto.
(3-02183)
Interrogazioni a risposta in Commissione:
SIRAGUSA, CAUSI, SAMPERI, ANTONINO RUSSO, CARDINALE e BERRETTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento ha approvato con legge 22 dicembre 2011, n. 214 (cosiddetto decreto «salva Italia») una serie di norme che hanno apportato sostanziali e significative modifiche al sistema pensionistico;
il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, con circolare n. 2 dell'8 marzo 2012, ha confermato i «limiti massimi» per la permanenza in servizio nelle pubbliche amministrazioni;
all'interno del sistema scolastico nazionale si sta verificando l'assurda situazione di dirigenti, docenti e personale Ata che, pur in età anagrafica ben al di sotto del limite dei 66 anni previsto dal decreto-legge
n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133, vengono collocati in pensione pur contro la loro ferma manifesta e formale richiesta di permanenza in servizio;
appare di tutta evidenza che la decisione assunta dall'amministrazione comporta un aggravio di spesa sul versante previdenziale e impone alla medesima amministrazione di dover sostenere un ulteriore aggravio di spese per la necessaria copertura dei posti di dirigenza che si renderanno vacanti all'interno delle singole istituzioni;
nell'ambito specifico della Sicilia l'effetto combinato del collocamento obbligatorio (cioè disposto d'ufficio dall'amministrazione) di circa 300 dirigenti con la decisione assunta dall'assessorato regionale alla pubblica istruzione di predisporre un ridimensionamento della rete scolastica sulla base dei parametri previsti dalla legge regionale n. 6 del 24 febbraio 2000 (riconoscimento dell'autonomia scolastica con almeno 500 alunni) comporterà l'assenza della figura del dirigente e del direttore SGA in circa 200 istituti;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, in data 12 febbraio 2012, ha preso formalmente atto di quanto deliberato dalla regione siciliana nell'ambito delle sue potestà istituzionali;
in tale situazione, i circa 200 istituti scolastici di cui sopra, saranno affidati in reggenza a dirigenti e direttori SGA di altre istituzioni con un grave danno alla funzionalità del sistema scolastico siciliano -:
se il Ministro sia a conoscenza della vicenda di cui in premessa e in tal caso per quale motivo abbia concesso la propria intesa al piano di dimensionamento scolastico della regione Sicilia;
se non intenda, al fine di porvi rimedio, assumere un'iniziativa normativa che consenta di derogare ai limiti citati - in via del tutto eccezionale e limitatamente all'anno scolastico 2012-2013 - l'assegnazione di un posto organico di dirigente scolastico e direttore SGA alle istituzioni scolastiche previste dal piano di dimensionamento della rete scolastica della Sicilia.
(5-06536)
DE BIASI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in Italia la formazione universitaria degli assistenti sociali è articolata in corsi triennali classe L.39 «servizio sociale» e magistrali classe 87M «servizio sociale e politiche sociali» attivati negli atenei in facoltà o dipartimenti diversificati sul territorio nazionale;
i parametri per l'attivazione dei corsi negli ultimi anni hanno subito modifiche che, allo stato attuale, rendono sempre più difficile, laddove non impossibile, l'apertura dei corsi di laurea in servizio sociale, in quanto negli atenei gli insegnamenti delle materie d'indirizzo sono garantiti nella quasi totalità da docenti a contratto che, secondo le disposizioni vigenti, non sono computabili nel numero dei docenti necessari per l'apertura dei corsi;
gli atenei, in assenza di docenti incardinati di discipline di servizio sociale, si trovano nell'impossibilità di garantire l'apertura dei corsi in servizio sociale per l'anno accademico 2012/2013;
occorre garantire la continuità della formazione alla professione di assistente sociale, regolamentata dallo Stato come professione intellettuale con la legge n. 84 del 23 marzo 1993 -:
se, nelle more della riorganizzazione dell'ordinamento delle professioni intellettuali in via di definizione presso il Ministero della giustizia in applicazione dell'articolo 3, comma 5, della legge n. 148 del 2011 - attraverso l'istituzione del corso di laurea magistrale a ciclo unico in servizio sociale e la copertura degli insegnamenti d'indirizzo di servizio sociale con personale docente incardinato - il Ministro interrogato intenda assumere ogni iniziativa di competenza per evitare
l'interruzione dei cicli formativi della professione di assistente sociale, disponendo, in deroga, che i docenti a contratto delle discipline di servizio sociale, siano computati alla stregua dei docenti incardinati per l'attivazione dei corsi triennali classe L.39 «servizio sociale» e magistrali classe 87M «servizio sociale e politiche sociali» per l'anno accademico 2012/2013;
con quali strategie si intenda procedere affinché per il futuro si possa evitare il perdurare di questa problematica che, di fatto, rende impossibile la formazione dei professionisti assistenti sociali che, sulla base di principi costituzionali e delle leggi dello Stato, sono ritenuti fondamentali per la tutela dei cittadini, in special modo di coloro che si trovano in situazioni di fragilità e a rischio di esclusione sociale.
(5-06537)
SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
si richiama l'interrogazione 5-04328 presentata dall'interrogante;
il 30 gennaio 2008 il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca (MIUR) ha bandito un concorso nazionale per 145 dirigenti tecnici ripartiti in due contingenti: quello della scuola dell'infanzia e primaria e quello della scuola secondaria di I e di II grado;
le prove scritte si sono concluse il 24 marzo 2011 e da allora la commissione giudicatrice risulta non aver mai pubblicato i criteri di valutazione adottati, quanti elaborati siano stati corretti e quando si prevede saranno terminate le operazioni di correzione/valutazione delle prove;
si tratta di un concorso estremamente importante poiché ai dirigenti tecnici sono stati affidati compiti di rilievo nell'ambito della valutazione del sistema scolastico -:
per quale motivo non siano stati pubblicati i criteri di valutazione adottati dalla commissione per la correzione delle prove scritte;
per quale motivo a distanza di un anno la fase di correzione non sia ancora ultimata e gli esiti non siano stati ancora resi pubblici.
(5-06538)
CAVALLOTTO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Stampa ha riportato la notizia della protesta di due studenti dell'istituto tecnico industriale (ITIS) di Susa, che avrebbero distribuito in classe volantini di protesta contro i titolari delle ditte «Martina Service e Italcoge», appaltatrici dei lavori di installazione delle reti di protezione nella zona della Val Susa, in cui si stanno attuando i lavori della TAV;
in particolare, il volantino farebbe riferimento a sospetti coinvolgimenti con lobby affaristiche e criminali dei genitori di un ragazzo che frequenta la medesima istituzione scolastica;
la cronaca giornalistica riporta inoltre la dichiarazione della professoressa Cristina Moscatelli che, su richiesta di un suo ex allievo, avrebbe svolto l'inconsueto ruolo di postina dei volantini, rendendosi suo malgrado complice di una protesta ideologica e lesiva della dignità degli studenti;
la professoressa ha quindi dichiarato: «Me li ha dati un ex allievo che conosco bene, altrimenti non li avrei mai accettati. Li stava distribuendo al mercato, mi ha chiesto di darne una cinquantina a un mio studente che si chiama Marco. Cosa che ho fatto, dopo essermi raccomandata con lui di distribuirli all'esterno dell'istituto» -:
quali iniziative intenda intraprendere per verificare, attraverso la competente gerarchia periferica, eventuali responsabilità della professoressa Cristina Moscatelli, i cui comportamenti hanno leso, ad avviso dell'interrogante, la dignità degli adolescenti (non responsabili delle scelte dei rispettivi genitori), e messo a rischio il precario equilibrio dell'ordine pubblico
che si sta vivendo in questo periodo in Val Susa a causa delle violente proteste No Tav;
nel caso di specie, se non intenda verificare la sussistenza dei presupposti per l'applicazione di provvedimenti adeguati e rigorosi.
(5-06540)
Interrogazioni a risposta scritta:
DI GIUSEPPE e ZAZZERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il precedente Governo, con la riforma dell'istruzione secondaria di II grado ad opera del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ha eliminato la disciplina di educazione musicale ed ha istituito i nuovi licei musicali a partire dall'anno scolastico 2010/2011, regolamentati da note ministeriali (nota 5358 del 25 maggio 2010 allegato E - tabella licei; nota 6747 del 15 luglio 2010) inerenti la cosiddetta fase transitoria, che vede il prorogarsi della stessa anche per l'anno scolastico 2011/2012, provocando gravi disagi agli insegnanti della classe di concorso 31/A ex A031 delle GaE;
i nuovi insegnamenti nei licei musicali prevedono titoli specifici, come ad esempio, per esecuzione e interpretazione si richiede come requisito indispensabile, oltre all'abilitazione (A031-A032 o A077) il diploma di conservatorio nello specifico strumento, ed almeno 180 giorni di servizio (strumento) nei corsi di sperimentazione musicale della secondaria superiore; per storia della musica, oltre all'abilitazione nella ex A031 è richiesta la laurea in musicologia ed il diploma di conservatorio; pertanto, quando i licei musicali andranno a regime nel 2013, la formazione delle cattedre non sarà di facile soluzione, infatti se l'organizzazione dei licei musicali dovesse rimanere bloccata, come è adesso, su un unico corso di 5 classi, nessuna cattedra andrebbe a completamento con almeno 18h settimanali;
il sistema di istruzione pubblica italiano, già privato di circa 90.000 insegnanti negli ultimi tre anni (circolare ministeriale n. 38 del 2 aprile 2009, circolare ministeriale n. 37 del 13 aprile 2010, circolare ministeriale n. 21 del 14 marzo 2011) sta andando incontro al peggioramento della situazione esistente che, per effetto di tali misure, vedrà ulteriori docenti in esubero anche in quest'anno scolastico 2011-2012;
la riforma Gelmini prevede, nelle scuola superiori, la cancellazione della disciplina di educazione musicale entro il 2013, dunque, in attesa che i licei musicali vadano a regime, risulta essenziale salvaguardare il patrimonio culturale e professionale degli insegnanti di educazione musicale che man mano andranno in esubero;
a seguito delle nuove «disposizioni in tema di mobilità e collocamento in disponibilità dei dipendenti pubblici», introdotte dal precedente Governo, questi docenti in sovrannumero, dopo aver transitato per la dotazione organica provinciale (DOP) rischiano di essere messi in mobilità e licenziati; inoltre, in considerazione delle misure dell'attuale Monti relative all'aumento dell'età pensionabile, in vigore dal 1° gennaio di quest'anno, il quadro complessivo assume proporzioni estremamente allarmanti;
i docenti della ex A031, al pari di altri colleghi, dopo aver superato concorsi, con sacrifici, per raggiungere la stabilità, ed aver accumulato elevata esperienza professionale nelle scuole di II grado, si trovano a vivere la precarietà e l'umiliazione di aver perso il loro posto e di essere stati dislocati in altre mansioni;
nel testo del profilo culturale, educativo e professionale dei licei (allegato A del regolamento sui licei) si legge: «A conclusione di ogni liceo lo studente dovrà saper fruire delle espressioni creative delle arti e dei mezzi espressivi, compresi lo spettacolo, la musica, le arti visive...»; risulta chiaro che quest'obbligo scolastico non si può più assolvere se non con la
reintroduzione dell'educazione musicale nei quadri orari dei licei, almeno nel biennio;
il ripristino dell'educazione musicale nei licei, oltre a restituire dignità ad una materia scolastica ed ai docenti che la insegnano, sarebbe praticamente a costo zero, perché gli stessi docenti, finiti nella dotazione organica provinciale (DOP), sono a tutti gli effetti docenti di ruolo -:
se il Ministro interrogato non ritenga utile valorizzare la competenza pluriennale dei docenti di musica, assicurando il posto nei nuovi licei musicali, anche attraverso lo strumento della riconversione professionale, meccanismo già usato per altre classi di concorso, implementando al contempo il numero dei licei musicali nella misura di almeno uno per ogni distretto, così da estendere l'offerta formativa agli studenti;
quali iniziative intenda intraprendere il Ministro, per dare una soluzione definitiva al problema degli esuberi del personale docente in particolare per gli appartenenti alla classe di concorso 31/A ex A031, rideterminando gli organici in base alle reali esigenze della scuola;
quali procedure di valutazione dei titoli, utili per l'accesso all'insegnamento delle nuove discipline nei licei musicali, intenda adottare il Ministro, salvaguardando i diritti acquisiti dai docenti della classe di concorso 31/A ex A031.
(4-15562)
DI BIAGIO, GRANATA e BARBARO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 14 marzo 2012 n. 31 ha decretato il numero di «posti disponibili a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di tirocinio formativo attivo per l'abilitazione all'insegnamento» nella scuola secondaria di primo e di secondo grado, per l'anno scolastico 2011-12;
l'entrata in vigore del citato decreto ministeriale, alla luce delle disposizioni tracciate, rischia di introdurre delle evidenti discriminazioni nelle possibilità di accesso al tirocinio formativo attivo - propedeutico per l'abilitazione - tra classi di concorso, alcune delle quali, di fatto, risultano escluse dal provvedimento;
nello specifico, risulta esclusa da quelle annoverate negli allegati del citato decreto, la categoria concorsuale afferente alle discipline artistiche e musicali relativa al comparto alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca i cui referenti di fatto vedrebbero slittare di un anno la possibilità di accedere ai corsi di tirocinio formativo attivo;
ulteriore criticità emergerebbe anche sul versante della distribuzione territoriale dei posti disponibili creando altre difficoltà in un comparto già vessato da profonda confusione normativa;
in data 13 marzo 2012 attraverso l'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/4940-A/98 il Governo si è di fatto impegnato a valutare l'opportunità di consentire ai docenti, considerati non abilitati de iure, di poter partecipare al tirocinio formativo attivo senza l'obbligo di sostenere le prove di accesso, che mortificano e vanificano l'esperienza maturata sul campo -:
quali iniziative si intendano predisporre al fine di prevedere l'attivazione del tirocinio formativo attivo per i docenti delle discipline artistiche e musicali, quindi afferenti alla categoria concorsuale dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica che rischiano di veder slittare la loro partecipazione al tirocinio di un ulteriore anno, rispetto a quanto sancito - per le altre discipline - dal decreto ministeriale 14 marzo 2012, n. 31;
quali iniziative intenda porre in essere per dare seguito all'impegno accolto in data 13 marzo 2012 attraverso l'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/4940-A/98.
(4-15571)