Allegato B
Seduta n. 615 del 2/4/2012
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
TOCCAFONDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come riportato da articoli di stampa il progetto della Eurocity sviluppo edilizio prevede la costruzione di un quartiere residenziale con 4 torri da 16 piani alte 61 metri più altre tre torri minori e 7 edifici; 253 mila metri cubi su un'area di 65 mila metri quadrati;
Eurocity apparteneva a una società la Im.Co., il cui debito di circa 80 milioni era stato contratto con due istituti bancari: Banca Monte dei Paschi di Siena Mps ed Intesa Sanpaolo;
a febbraio del 2010 Eurocity Sviluppo Edilizio viene rilevata da Casal Boccone per 110 milioni di euro compreso il debito che la società aveva;
Eurocity Sviluppo Edilizio era un veicolo immobiliare che aveva in portafoglio un'area da 380 mila metri cubi a Casal Boccone, in provincia di Roma;
la società, beneficiaria del finanziamento da 80 milioni dopo il passaggio di proprietà altro non diviene che un veicolo controllato al 67 per cento dalla fondazione Monte dei Paschi di Siena e al 22 per cento direttamente dalla sua banca;
come riportato da notizie di stampa all'articolo 12 del contratto in vigore tra la società e i creditori si dice che in caso di inadempienza la Banca può «intraprendere ogni azione giudiziaria ...»;
il fatto è che la banca creditrice è anche socio di maggioranza;
come era nelle previsioni la banca Monte dei Paschi non distribuirà alcun dividendo per l'anno 2011, fatto quasi storico dato che Monte dei Paschi aveva sempre distribuito un dividendo. Nell'anno 2010 il dividendo riconosciuto dalla banca senese fu pari a 0,0245 euro per le azioni ordinarie e 0,0335 per le azioni risparmio;
da quanto si apprende da notizie di stampa il Monte dei Paschi avrà una perdita di 4,69 miliardi di euro;
la Banca Monte dei Paschi di Siena ha contratto con il Ministero dell'economia e delle finanze 1,9 miliardi di euro di cosiddetti Tremonti Bond nel 2011 che la stessa banca deve ancora rimborsare -:
se intenda assumere iniziative normative per evitare situazioni nelle quali lo stesso soggetto bancario si ponga contemporaneamente come soggetto creditore e debitore, ciò anche al fine di una effettiva garanzia nei confronti dei clienti e in particolare nel caso in cui la Banca si sia avvalsa dei Tremonti bond.
(4-15560)
TOCCAFONDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la legge italiana predispone norme nazionali relative alla sepoltura dei bambini ma tali norme sono ancora da applicare in molti ospedali italiani;
i regolamenti cimiteriali, pur con alcune variazioni locali, dovrebbero basarsi sul decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, che, all'articolo 7, stabilisce che:
«1) Per i nati morti, ferme restando le disposizioni dell'articolo 74 del regio decreto 9 luglio 1939, n. 1238, sull'ordinamento dello stato civile, si seguono le disposizioni stabilite dagli articoli precedenti.
2) Per la sepoltura dei prodotti abortivi di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane complete e dei feti che abbiano presumibilmente compiuto 28 settimane di età intrauterina e che all'ufficiale di stato civile non siano stati dichiarati
come nati morti, i permessi di trasporto e di seppellimento sono rilasciati dall'unità sanitaria locale.
3) A richiesta dei genitori, nel cimitero possono essere raccolti con la stessa procedura anche prodotti del concepimento di presunta età inferiore alle 20 settimane.
4) Nei casi previsti dai commi 2 e 3, i parenti o chi per essi sono tenuti a presentare, entro 24 ore dall'espulsione od estrazione del feto, domanda di seppellimento alla unità sanitaria locale accompagnata da certificato medico che indichi la presunta età di gestazione ed il peso del feto.»;
la comunità scientifica ha constatato che i genitori non sono preparati alta morte del loro figlio prima della nascita, e dunque si trovano spesso frastornati e confusi dopo questo evento, al punto da necessitare di sostegno ed informazioni esaurienti di tutte le procedure possibili;
molti genitori, superata la prima fase di shock, ripercorrono i momenti successivi alla diagnosi e sentono che il loro lutto è incompleto: molti di loro esprimono rammarico per non sapere dove si trovi il corpo del loro bambino, molti altri desiderano svolgere riti funebri, molti altri scoprono amaramente e in ritardo che avrebbero potuto, per legge, dare una destinazione diversa alle spoglie del loro bambino;
la legislazione internazionale (si veda la recente legge francese del dicembre 2008 sul diritto della donna ad iscrivere all'anagrafe il feto morto in qualunque periodo della gravidanza, dargli un nome ed ottenere il congedo di maternità n. 2008-798 du 20 aout 2008 modifiant le décret n. 74-449 du 15 mai 1974 relatif au livret de famille) si sta adeguando a questa esigenza;
il percorso genitoriale è irreversibile, e una volta che si instaura non è possibile per quel genitore regredire ad uno stato psichico precedente, di non genitorialità. La perdita di un bambino durante la gravidanza o dopo il parto è un evento che interrompe bruscamente questo percorso, violando le fantasie e i progetti dei genitori, già proiettati nell'intimo alla presenza tangibile del figlio atteso; se con l'evento morte si spezza il legame fisico con quel bambino, non si dissolve il legame psichico costruito con il figlio, che resta dolorosamente saldo, indipendentemente dall'età gestazionale in cui avviene la morte. Questo dato è ormai noto a livello internazionale, tanto che la Royal College of Obstetrics and Gynecologists ha formalizzato delle linee guida sul supporto psicologico alle donne e le coppie colpite da aborto precoce, noto fattore di rischio per depressione, ansia e infertilità (RCOG Green Guidelines n. 25 ottobre 2006);
la perdita di un figlio durante la gravidanza e dopo il parto è da considerare un grave evento di vita, e provoca una tipica reazione da lutto;
la perdita di un bimbo in utero dunque è sovrapponibile agli altri tipi di lutto, e come tale dovrebbe essere affrontata;
per molti genitori colpiti dalla morte del proprio figlio durante la gravidanza o dopo il parto il rito funebre e la sepoltura assumono una valenza centrale nel processo di elaborazione del lutto: offrire degna sepoltura implica il riconoscimento non solo della dignità di quel bambino, ma anche della dignità di quel genitore, chiamato a salutare suo figlio ancora prima di averlo conosciuto;
in alcuni casi, l'assenza di un luogo fisico inibisce l'elaborazione del lutto che dunque, si arresta, complicandosi con lo sviluppo di patologie psichiatriche come ansia depressione e disturbi alimentari;
attraverso le attività di sostegno al lutto perinatale e alla gravidanza a rischio, molte associazioni, hanno constatato, numerose situazioni di disinformazione, ignoranza ed inosservanza delle leggi sulla sepoltura dei bambini piccoli (20-28 settimane) e piccolissimi (sotto le 20 settimane),
che quotidianamente avvengono negli ospedali italiani e che lasciano i genitori ancora più frastornati, soli e sconvolti dopo la perdita dei loro figli;
passi importanti in merito sono stati fatti dalla regione Lombardia, dalla regione Campania, che hanno individuato delle linee di indirizzo per dare sepoltura ai feti di meno di 20 settimane, e dai comuni di Roma, Firenze, Caserta e Cremona, che hanno istituito cimiteri per i «bambini mai nati», casi, questi, che purtroppo però sono da considerare isolati rispetto alla complessità della realtà italiana -:
se intenda assumere iniziative di competenza, anche normative, per rimediare alla situazione descritta in premessa, e in particolare se non intenda intraprendere iniziative che possano garantire informazioni adeguate alla donna che ha avuto un aborto spontaneo in merito alla possibilità di inumare il corpo del bambino, come previsto dalla legge italiana.
(4-15561)
DI PIETRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 22 dicembre 2011 vincola la concessione di agevolazioni fiscali e di benefici assistenziali all'ISEE le cui modalità di determinazione e i campi di applicazione saranno oggetto di revisione - sentite le commissioni parlamentari competenti - da parte del Presidente del Consiglio dei ministri entro il 31 maggio 2012;
nel calcolo della futura situazione economica il patrimonio di ogni singolo componente del nucleo familiare andrà ad incidere maggiormente facendo perdere le agevolazioni a chi supererà una certa soglia;
i ragazzi non vedenti con un genitore impiegato ed una casa di proprietà qualora decidessero di lavorare - a seguito delle norme introdotte dal sopra ricordato decreto-legge - perderebbero l'indennità di accompagnamento;
ogni cosa che un non vedente intraprende ha un costo che raddoppia quando si muove al di fuori delle mura domestiche per la costante presenza di un accompagnatore;
l'attuale momento di crisi economica del Paese non può ricadere su una fascia di cittadini che già vive l'emarginazione -:
quali iniziative, anche normative, il Governo intenda assumere al fine di garantire ai non vedenti, stante la loro particolare condizione ed anche in riferimento alle disposizioni di cui al citato articolo 5, la concessione di benefici fiscali e assistenziali al fine di consentire loro una vita lavorativa normale.
(4-15566)
DI PIETRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il presidente della regione Michele Iorio, in qualità di commissario per la gestione dell'emergenza sisma, è indagato per abuso d'ufficio e indebita percezione di soldi ai danni dello Stato;
secondo il sostituto Fabio Papa, titolare dell'indagine, Iorio avrebbe «abusivamente ampliato» - senza che ve ne fosse alcuna necessità - l'area dei Comuni terremotati;
le risorse destinate a rimettere in piedi abitazioni pericolanti e a riedificare quelle distrutte hanno pagato anche le ristrutturazioni di appartamenti privati in paesi distanti fino a cento chilometri dall'epicentro del sisma, dove non è stato minimamente avvertito;
alcuni paesi - meno conosciuti e con bassa densità di popolazione e quindi di voti - non rientrano nella lista dei comuni del cosiddetto «cratere sismico» nonostante presentino chiari segni della forza dirompente del terremoto del 2002;
il comune di Toro (Campobasso) - come riporta Agenparl - non solo non rientra nella lista dei 14 comuni del cosiddetto «cratere sismico» ma, non viene menzionato neanche nella lista dei 37 comuni che riportano danni ad abitazioni ed edifici storici stilata dalla soprintendenza ai beni culturali e dalla protezione civile, sebbene annoveri tra le strutture inagibili la chiesa madre, la canonica, l'oratorio, il municipio, le scuole, la maggior parte delle costruzioni del centro storico tra cui farmacie, circoli, edicole, bar con conseguente chiusura delle strade su cui si affacciano gli edifici stessi;
sono passati dieci anni dal terremoto e la ricostruzione delle case sembra sia ferma al 30 per cento mentre le persone sfrattate dalla scossa sismica - con l'esclusione di San Giuliano di Puglia - per il 70 per cento sono ancora senza casa, costretti a sistemazioni provvisorie;
l'ente attuatore della ricostruzione a San Giuliano era la protezione civile mentre negli altri comuni del cratere era il commissario;
la gestione dell'emergenza sarà prorogata solo nei comuni della provincia di Campobasso che hanno in piedi progetti di classe «A», dunque quelli destinati alla cosiddetta ricostruzione «pesante» -:
se non ritenga opportuno verificare, ad oggi, la situazione dei danni relativi al sisma del 2002 così da individuare, al di là dei progetti in corso, le reali necessità in termini di ricostruzione delle aree colpite evitando, al contempo, un inutile quanto immorale sperpero di denaro pubblico.
(4-15567)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
un rapporto del Servizio sismico nazionale (marzo 2004) menziona l'esistenza in prossimità del bacino idrico di Campotosto a cavallo delle province di L'Aquila e Teramo - su cui insistono tre dighe, di un pericolo tellurico. Infatti a pagina 16 si legge: «La faglia lambisce una delle tre dighe a gravità ordinaria (diga Rio Fucino, alta 44 metri) del lago (224 milioni di metri cubi d'invaso), la cui rottura in caso di fagliazione comporterebbe un'ondata di piena lungo il corso drenante l'invaso, le cui conseguenze devono essere attentamente valutate e mitigate»;
in una lettera datata 5 luglio 2006 (protocollo 135454) a firma Ernino D'Agostino, allora presidente della provincia di Teramo ed indirizzata a varie autorità, tra cui il Dipartimento nazionale di Protezione Civile, la regione Abruzzo, la prefettura di Teramo, il Registro nazionale dighe e l'Enel, si legge che: «A quanto è dato di conoscere il Servizio sismico nazionale ha già informato la Regione Abruzzo circa la pericolosità della faglia prossima alla diga di Rio Fucino. Il pericolo connesso ad un cedimento della diga avrebbe ripercussioni esclusivamente sul territorio della provincia di Teramo ed in particolare lungo la vallata del fiume Vomano su cui si attestano numerosi abitati. Si invitano le Autorità di Protezione Civile sia Nazionale che Regionale ad intraprendere, ciascuno per le proprie competenze, le dovute iniziative»;
nessuno sa quello che potrebbe accadere nel caso si localizzasse proprio sotto la diga l'epicentro di un forte sisma. Non esiste, per quel che è dato sapere, una simulazione di rischio sia dell'impatto sia delle conseguenze di un'eventuale rottura. Le simulazioni tecniche spetterebbero all'Enel, ma quando l'ente rilevò l'impianto,
intorno agli anni sessanta, non era a conoscenza della presenza della faglia -:
se e quali iniziative siano state intraprese in merito alla presenza faglia sotto l'impianto di cui in premessa ed in particolare se esista nel caso si localizzasse proprio sotto la diga l'epicentro di un forte sisma, una simulazione di rischio sia dell'impatto sia delle conseguenze di un'eventuale rottura.
(4-15577)