Allegato B
Seduta n. 612 del 27/3/2012

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Apposizione di firma ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

La mozione Allasia ed altri n. 1-00961, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 23 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dall'onorevole Comaroli. Conseguentemente l'ordine delle firme deve intendersi così modificato «Allasia, Cavallotto, Buonanno, Fogliato, Pastore, Simonetti, Dozzo, Lanzarin, Alessandri, Dussin, Togni, Crosio, Di Vizia, Montagnoli, Lussana, Fugatti, Fedriga, Bitonci, Bonino, Bragantini, Callegari, Caparini, Chiappori, Comaroli, Consiglio, D'Amico, Dal Lago, Fabi, Fava, Follegot, Gidoni, Goisis, Grimoldi, Isidori, Maggioni, Maroni, Martini, Meroni, Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pini, Polledri, Rainieri, Reguzzoni, Rondini, Rivolta, Stefani, Stucchi, Torazzi, Vanalli, Volpi».

Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Borghesi e altri n. 1-00938, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Paladini.

La mozione Cambursano e Brugger n. 1-00939, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Paladini.

La mozione Donadi e altri n. 1-00954, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Giulietti.

La mozione Laura Molteni e altri n. 1-00967, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.

Apposizione di firme a risoluzioni.

La risoluzione in Commissione Marchioni e altri n. 7-00815, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Brandolini, Marchignoli, Marchi, Albonetti, Motta.

La risoluzione in Commissione Callegari e altri n. 7-00824, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.

Apposizione di firme ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in Commissione Fadda n. 5-06490, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 marzo 2012, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Maurizio Turco, Farina Coscioni.

Cambio di presentatore di interrogazione a risposta in Commissione.

L'interrogazione a risposta in Commissione n. 5-06390, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 marzo 2012, è da intendersi presentata dall'On. Mosca, già cofirmatario della stessa.

Pubblicazione di testi riformulati.

Si pubblica il testo riformulato della mozione Boccia n. 1-00902, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 598 del 6 marzo 2012.

La Camera,
premesso che:
l'8 dicembre 2011, la Banca centrale europea ha lanciato due rifinanziamenti straordinari (LTRO, long term refinancing operation) a favore delle banche della durata di 36 mesi, allo scopo di garantire l'accesso alle liquidità agli istituti di credito, ampliando altresì la gamma di titoli che le banche possono fornire come collaterale, ossia come garanzia in cambio di liquidità, includendovi fra l'altro le Abs (asset-backed securities), i titoli garantiti da attivi come i mutui;
le due aste di rifinanziamento della Banca Centrale europea a favore delle banche si sono tenute rispettivamente il 21 dicembre 2011 con scadenza il 29 gennaio 2015, e il 29 febbraio 2012, con scadenza il 26 febbraio 2015, hanno lo scopo di garantire l'accesso alle liquidità agli istituti di credito, ampliando altresì la gamma di titoli che le banche possono fornire come collaterale, ossia come garanzia in cambio di liquidità, includendovi fra l'altro le Abs (asset-backed securities), i titoli garantiti da attivi come i mutui;
l'auspicio è che le banche utilizzino tale ingente liquidità pari a 1.000 miliardi di euro al tasso agevolato dell'1 per cento nel sostegno all'economia reale, ossia alle famiglie e alle imprese;
si rileva che nella prima asta la Banca centrale europea ha erogato 489,19 miliardi di euro a favore delle banche commerciali che operano nell'area euro, mentre nell'asta di febbraio 2012 sono stati assegnati 529,53 miliardi di euro, ammontari che hanno oltrepassato le attese medie; gli istituti che hanno fatto richiesta sono stati, rispettivamente 523 e 800, incoraggiati dal Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi e dalle banche centrali nazionali ad approfittare dell'offerta «senza alcun timore di suscitare sospetto», per evitare il credit crunch in atto e riparare i bilanci e i mercati, abbreviando i tempi della ripresa;
risulta, inoltre, che l'aumento delle richieste è dovuto non solo dalla partecipazione delle banche, comprese anche quelle medio-piccole, ma pure di soggetti non propriamente bancari. A tal proposito basta verificare i numeri della prima asta, dove la partecipazione delle controparti che aderiscono ad operazioni di finanziamento è stata di 523, quando di solito le controparti sono circa 200, annoverando tra loro soggetti che non avevano mai usufruito dei programmi della Banca centrale europea;
come, ad esempio, la casa automobilistica francese Peugeot, che controlla anche la Citroen, che ha avanzato una richiesta, attraverso la sua divisione bancaria Banque psa, di prestito collateralizzato alla Banca centrale europea, presentando a tal fine una garanzia superiore a 1 miliardo di euro per poter partecipare all'asta del 29 febbraio 2012;
le medesime finalità le hanno espresse Volkswagen, Bmw e Siemens, anch'esse dotate di licenze bancarie per il credito al consumo, ovvero per i servizi finanziari che offrono ai clienti che comprano i loro prodotti;
si segnala, inoltre, che la Renault ha confermato la partecipazione all'asta del 29 febbraio 2012 e ha acquisito un finanziamento di 350 milioni di euro circa attraverso la sua finanziaria Rci banque, un'operazione dettata, per stessa ammissione della società, non per bisogno di liquidità ma per approfittare di tassi vantaggiosi;
si tratta di operazioni consentite, in quanto si tratta istituzioni finanziarie che devono rispondere a requisiti minimi di

riserva attraverso i quali si garantiscono il diritto a partecipare alle operazioni di finanziamento, ma discutibili in una situazione economica come quella attuale;
la competitività dell'asta LTRO è tale da renderla una fonte alternativa di finanziamento a tassi estremamente vantaggiosi, visto che poi alcune aziende useranno come collaterale prestiti al consumo; va, tuttavia, ricordato che il credito che queste aziende ottengono a tasso d'interesse bassissimo non si traduce in maggiore liquidità nel sistema, quindi in credito ad aziende e famiglie, ma in un «carry-trade industriale» a unico beneficio dell'azienda stessa, la quale ottiene finanziamenti per potenziare non solo nuovo credito al consumo verso nuovi clienti a tassi certamente più alti dell'1 per cento che paga alla Banca centrale europea, ma anche operazioni di ristrutturazione, potenziamento, fusione o partnership;
il fatto che operatori dell'economia reale e non del credito intervengano direttamente nel campo del rischio di operazioni di rifinanziamento porterà con sé l'ulteriore espansione della categoria di collaterale offerta e accettata dalla Banca centrale europea, abbassandone quindi lo standard e alimentando il rischio al rialzo della pressione inflazionistica nell'eurozona;
la competitività dell'asta Ltro (long term refinancing operation) rappresenta uno strumento importante per la Banca centrale europea per la lotta contro la crisi economica;
la Banca centrale europea ha sempre dichiarato che tali risorse erano vincolate ad una precisa finalizzazione: dare credito all'economia reale in modo da permettere alle banche di avere più liquidità ad un costo basso da mettere a disposizione di imprese e famiglie,


impegna il Governo:


ad attivarsi nelle competenti sedi decisionali dell'Unione europea al fine di evitare che le aste della Banca centrale europea vadano a sostenere le società finanziarie dei gruppi industriali, riservando tali aste esclusivamente agli istituti di credito;
ad attivarsi affinché l'erogazione dei prestiti che gli istituti bancari ricevono dalla Banca centrale europea al tasso agevolato dell'1 per cento siano subordinati alla loro effettiva destinazione al sostegno dell'economia reale in particolare famiglie e piccole e medie imprese.
(1-00902)
«Boccia, Corsaro, Galletti, Della Vedova, Bernardo, Fluvi, Ventucci, Baretta, Ciccanti, Tabacci, Beccalossi».

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Moroni n. 4-15445, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 609 del 22 marzo 2012.

MORONI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il professor Paolo Zamboni, direttore del centro malattie vascolari dell'università di Ferrara, ed il suo gruppo di ricerca hanno avviato studi nel campo della eziopatogenesi e trattamento della sclerosi multipla (SM) concentrandosi in particolare sull'associazione con l'insufficienza venosa cerebro-spinale (CCSVI);
il Consiglio superiore di sanità (CSS), su richiesta del Ministro interrogato, si è espresso il 25 febbraio 2011 su «Insufficienza venosa cerebro-spinale cronica (CCSVI) e sclerosi multipla (SM)»; detto parere del Consiglio superiore di sanità è stato successivamente trasmesso con circolare del Ministro agli assessori regionali alla sanità in data 4 marzo 2011, «affinché se ne tenga conto nella predisposizione delle connesse attività di studio e assistenza»; con tale parere il Consiglio superiore di sanità ritiene: a) che la insufficienza venosa cerebrospinale non possa essere riconosciuta come entità nosologica; b) che, ad oggi, non sia dimostrata la sua correlazione epidemiologica con la sclerosi multipla e, pertanto, l'intervento

di correzione vascolare non può essere indicato nei pazienti affetti da tale patologia; c) che sia necessaria, invece, un'indicazione clinica chiara e netta, indipendentemente dalla presenza o meno di sclerosi multipla, per l'erogazione di misure atte a diagnosticare, monitorare e correggere anomalie dell'apparato vascolare venoso, qualora indicato, a causa di condizioni patologiche ad esse sicuramente riferibili; altresì, ritiene necessario che eventuali procedure di correzione di patologia venosa in pazienti con sclerosi multipla siano effettuate solo ed esclusivamente nell'ambito di studi clinici controllati e randomizzati, approvati da comitati etici;
il Consiglio superiore di sanità ritiene opportuno che sia contrastata ogni finalità puramente speculativa ed economica e che debba essere fatto tutto il possibile per proteggere i pazienti da facili entusiasmi, da speculazioni economiche e dai rischi connessi al trattamento stesso;
il Comitato scientifico della Fondazione italiana sclerosi multipla (FISM) - chiamato a pronunciarsi sul protocollo dello studio Brave Dreams del professor Zamboni - si è espresso con parere negativo sul finanziamento di questo progetto a valle del recepimento delle valutazioni di 4 referee nazionali e internazionali esperti nelle aree della neurologia, sonologia, chirurgia vascolare e neuro-riabilitazione. Il Comitato scientifico della FISM ritiene in sintesi che: a) non c'è evidenza scientifica sul nesso causale tra insufficienza venosa cerebro-spinale e sclerosi multipla tale da giustificare uno studio interventistico; b) non è giustificato condurre una sperimentazione clinica su un gran numero di persone senza aver condotto preliminarmente, come da prassi scientifica, sperimentazioni con un numero più limitato di soggetti; c) non è giustificato sottoporre un gran numero di persone ai possibili rischi di esposizione alle radiazioni di procedure invasive, come la flebografia, o al rischio di altri eventi avversi legati al trattamento di venoplastica;
nonostante la mancanza di evidenze scientifiche la regione Emilia-Romagna avrebbe già da tempo attivato un'azione di fattivo sostegno (assegnazione di euro 2.742.404,63 a titolo di finanziamento a copertura delle spese per la realizzazione della sperimentazione Brave Dreams) all'attività di ricerca del professor Paolo Zamboni, in particolare per rendere rapidamente possibili le ulteriori ricerche cliniche necessarie a valutare l'efficacia clinica del trattamento da quest'ultimo proposto -:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministero della salute intenda perseguire per dare concrete risposte ad una comunità di oltre 61 mila malati di sclerosi multipla ad oggi disorientata tra potenziali speranze e il venir meno delle certezze sui più corretti piani terapeutici da adottare;
quali iniziative il Ministero della salute intenda perseguire per l'appropriato utilizzo delle risorse del Sistema sanitario nazionale a fini di ricerca e di supporto a sperimentazioni che non hanno alcuna evidenza scientifica, nonché di verifica che tali risorse non siano distolte da altri capitali di spesa sanitaria ben più importanti;
quali iniziative di competenza il Ministero della salute intenda attuare per garantire in modo uniforme ed adeguato l'accesso alle cure, ai farmaci ed alla riabilitazione per le persone con sclerosi multipla su tutto il territorio nazionale. (4-15445)

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Ghiglia n. 4-15482, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 611 del 26 marzo 2012.

GHIGLIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta da notizie di stampa (cfr. pagina 21 de Il Secolo XIX, 14 gennaio 2012) che il 23 dicembre 2011 il giudice per le indagini preliminari dottor Maurizio

D'Abrusco ha respinto la richiesta di archiviazione a favore dell'ex direttore del penitenziario di Aosta Salvatore Mazzeo ed attuale direttore della casa circondariale Marassi di Genova ed altri sei agenti di polizia penitenziaria ed anzi, lo stesso Gip ha disposto non solo la riapertura delle indagini per calunnia a carico di Mazzeo e di 6 suoi collaboratori, ma anche rispetto ad altri gravi reati ipotizzati quali l'omissione e l'abuso d'ufficio, il falso ideologico e la simulazione di reato, dando ragione a Carmelo Passafiume e Massimiliano Massacesi dirigenti del sindacato O.S.A.P.P. ed appartenenti alla Polizia Penitenziaria, che insieme ad altri 4 colleghi si erano opposti ad una archiviazione a favore di Mazzeo e di altre sei persone oggi indagate;
la vicenda trae origine dal pestaggio di un giovane recluso, per il quale fatto i vertici dell'O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale autonoma polizia penitenziaria) furono indagati per calunnia in concorso con un detenuto, e che la stessa magistratura inquirente appurò essere una vera e propria «bufala» tanto da avanzare più di un sospetto sull'operato del Mazzeo e di altri appartenenti alla polizia penitenziaria con funzioni di grande responsabilità;
conseguentemente al proscioglimento dei vertici Valdostani dell'Organizzazione Sindacale autonoma polizia penitenziaria sembrerebbe essere seguito un atteggiamento particolarmente severo del direttore della casa circondariale Aosta dottor Domenico Minervini e del provveditore regionale dottor Aldo Fabozzi consistente tra l'altro in provvedimenti disciplinari e note di richiamo;
per converso, a carico dei presunti calunniatori dell'Organizzazione Sindacale autonoma polizia penitenziaria, che risulta all'interrogante mantengano giudizi di ottimo, nessun provvedimento sarebbe stato posto in essere, quale rimuovere gli stessi dagli uffici e posizioni di responsabilità dalle quali potrebbero eventualmente influenzare le indagini a loro carico né alcuna iniziativa a carattere disciplinare -:
se non intenda promuovere un'indagine amministrativa al fine di verificare eventuali responsabilità dell'amministrazione. (4-15482)

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Paolini n. 4-15485, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 611 del 26 marzo 2012.

PAOLINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel luglio 2010 l'interrogante apprendeva da un articolo di un consigliere comunale, che nel comune di Fano, città in cui risiede, il servizio legale del medesimo sarebbe gestito con criteri discutibili e con spese eccessive, con cause addirittura «pagate anche se vinte» tanto da indurre il consigliere ad ipotizzare la sussistenza di fatti di interesse della Corte dei conti;
a seguito di tali notizie l'interrogante chiedeva all'amministrazione delucidazioni e dati, sia pubblicamente, sulla stampa, che in modo scritto, ai sensi della legge n. 241 del 1990, anche in relazione ad un caso, accertato, di mancata costituzione in giudizio del comune e di conseguente omessa chiamata in manleva dell'assicurazione, in un caso di risarcimento per danni da caduta per una buca sul selciato costato complessivamente 308.000 euro, danno che, a causa della improvvida gestione dell'evento, resterà con quasi certezza a carico della collettività;
veniva risposto all'interrogante negativamente sul presupposto della insussistenza di titolo legittimante a conoscere tali dati né in qualità di cittadino né in qualità di parlamentare;
successivamente, avendo appreso della sussistenza di convenzioni con 3 legali esterni del valore di circa 70.000 euro all'anno l'una, chiedeva, sempre prima sulla stampa e, poi, per iscritto, di

conoscerne il contenuto e come fossero stati individuati i tre professionisti in questione. Ancora una volta gli veniva risposto negativamente, anche sul presupposto che le predette convenzioni sarebbero qualificabili come atti di diritto privato e pertanto non soggette alla disciplina della legge n. 241 del 1990;
ancora successivamente, avendo appreso che, almeno in un caso, in materia penale, sarebbero stati riconosciuti, con determine dirigenziali, compensi ulteriori rispetto a quello sopra indicato, chiedeva di prendere visione del relativo registro per capire, anche alla luce delle notizie stampa sopra riportate, quali eventuali «eccezioni» prevedessero le citate «scritture private» non ostensibili e per capire, ad esempio, se le cause iniziate in sua vigenza, ma continuate dopo la scadenza, debbano o no ritenersi già pagate fino alla fine ovvero saranno, da un certo momento in poi, parcellate in base alle vigenti tariffe;
l'amministrazione non assentiva all'accesso diretto al registro determine, ma in sostituzione, inviava, a mezzo e-mail, un suo elenco relativo agli anni 2009, 2010, e, parzialmente, 2011, elenco tuttavia rivelatosi non integrale, come si può rilevare «ictu oculi», dai «salti» nella numerazione progressiva;
da ulteriori riscontri l'interrogante ha potuto verificare come, in più di un caso, tra le determine non incluse nell'elenco trasmesso ne figurassero diverse relative proprio al conferimento di incarichi legali, che tra l'altro erano l'oggetto specifico delle richieste di chiarimenti sempre alla luce delle notizie stampa sopra citate e mai smentite con dati e documenti precisi e verificabili;
nel frattempo l'interrogante continuava a chiedere chiarimenti e dati complessivi sull'entità del contenzioso e sui suoi costi, anche sottolineando il fatto che se come dichiarato a parole dalla amministrazione senza però mai fornire dati e cifre i costi erano inferiori al passato, sarebbe stato interesse della stessa rendere nota nel dettaglio l'entità del vantato risparmio;
neppure dal sito istituzionale accessibile al pubblico è dato attingere dati completi sulla citata documentazione;
il predetto comune è stato già oggetto, da parte del Servizio ispettivo della ragioneria generale dello Stato, di ispezione amministrativo contabile di cui alla nota prot. 32883 del 17 marzo 2008, che si è conclusa con ben 24 contestazioni, del cui prosieguo l'interrogante non ha conoscenza;
in questo contesto di perdurante mancanza di trasparenza e informazioni su atti e provvedimenti che determinano ingenti spese pubbliche, il sottoscritto deputato ritiene di avere titolo, nella qualità, ed ai sensi dell'articolo 67 Costituzione, ad accedere e/o prendere visione e/o ricevere copia in formato digitale e senza omissioni, delle delibere e determine, essendo atti non segreti che, peraltro, altre amministrazioni rendono facilmente accessibili mediante pubblicazione integrale sui siti istituzionali anche al di là del ristretto periodo di pubblicazione obbligatoria al cosiddetto albo pretorio -:
se intenda adottare iniziative, anche normative, al fine di chiarire se spetti o meno a un deputato richiedere o visionare elenco completo e senza omissioni nelle cifre delle determine dirigenziali di comuni e province, anche decorso il termine di affissione all'albo pretorio ove non reperibili, in modo integrale e completo, sul sito internet istituzionale e se e quali atti e provvedimenti debbano essere inseriti obbligatoriamente o solo facoltativamente in predetto sito. (4-15485)

Ritiro di documenti di indirizzo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
mozione Palagiano n. 1-00384 del 7 giugno 2010;

mozione Binetti n. 1-00874 del 21 febbraio 2012;
mozione Martini n. 1-00897 del 29 febbraio 2012;
mozione Livia Turco n. 1-00900 del 1o marzo 2012;
mozione Palumbo n. 1-00904 dell'8 marzo 2012;
mozione Stagno D'Alcontres n. 1-00917 del 12 marzo 2012;
mozione D'Anna n. 1-00919 del 12 marzo 2012;
mozione Corsaro n. 1-00937 del 19 marzo 2012;
mozione Tabacci n. 1-00942 del 19 marzo 2012;

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta orale Veltroni n. 3-02071 del 31 gennaio 2012;
interrogazione a risposta scritta Berruti n. 4-14734 del 2 febbraio 2012;
interrogazione a risposta scritta Frassinetti n. 4-15314 del 14 marzo 2012;
interrogazione a risposta scritta Moffa n. 4-15327 del 14 marzo 2012;
interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-15418 del 22 marzo 2012.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta orale Garagnani n. 3-02024 del 19 gennaio 2012 in interrogazione a risposta scritta n. 4-15487.