Allegato B
Seduta n. 612 del 27/3/2012

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta immediata:

MORONI e DELLA VEDOVA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Termini Imerese è una realtà territoriale che ha tra i più alti tassi di disoccupazione giovanile europea e, oggi, risulta pesantemente segnata dalla chiusura dello stabilimento Fiat;
in tale realtà era stata assunta un'iniziativa imprenditoriale che aveva occupato oltre 200 giovani sotto i 35 anni, il 50 per cento dei quali donne, ossia la produzione della serie televisiva «Agrodolce»;
dopo la prima stagione di successo - 230 puntate andate in onda tra il settembre 2008 e il luglio 2009 - la Rai ha deciso di non proseguire la produzione, cofinanziata per circa la metà dell'importo dalla Regione siciliana; il costo della produzione Rai era pari a poco più di 12 milioni di euro per la prima serie, a fronte degli oltre 37 milioni di euro impegnati per le tre serie dalla Regione siciliana;
la realizzazione della serie era stata affidata a Einstein fiction, società del gruppo Einstein, che nel 2004 - quando venne contattata dai vertici Rai e, in particolare, dal direttore di Rai educational, Giovanni Minoli - vantava una lunga e prestigiosa esperienza nelle produzioni televisive seriali;
unitamente alla chiusura della serie si può rilevare anche il fallimento del progetto della realizzazione del nuovo centro di produzione di Termini Imerese, per il quale il medesimo gruppo Einstein, con il progetto degli stabilimenti realizzati da

Massimiliano Fuksas, era stato scelto da Governo, Regione siciliana e Fiat come uno dei cinque soggetti individuati per la riconversione dell'area di Termini Imerese;
si è, quindi, perduta un'occasione di lavoro assai importante in un'area già colpita da una gravissima crisi occupazionale, che vedeva, tra l'altro, il coinvolgimento di una consistente forza lavoro femminile, e, nello stesso tempo, si è posta nel nulla una delle iniziative che avrebbero dovuto compensare la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, venendo sostanzialmente meno a un impegno nei confronti del territorio, cosa che appare agli interroganti assolutamente inaccettabile;
da quanto risulta agli interroganti, peraltro, la perdita occupazionale è anche connessa ai difficili rapporti tra la società medesima e la Rai, cui si aggiungono anche la sussistenza di mancati pagamenti di fatture scadute da parte della Rai e gli extra-costi sostenuti dalla società per oltre 11 milioni di euro -:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di salvaguardare i livelli occupazionali a Termini Imerese e di assicurare che i programmi di riconversione delle aree dello stabilimento Fiat possano essere attuati secondo le intese già assunte, promuovendo ogni possibile intervento per evitare il disimpegno del gruppo Einstein nell'area.
(3-02179)

Interrogazione a risposta scritta:

FAVA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa la crisi della compagnia portuale di Livorno potrebbe non avere l'epilogo che un po' tutti s'immaginano sia già stato scritto: una parte (e dunque il pieno controllo azionario) della Tdt in Darsena Toscana ceduta al pool di imprenditori genovesi guidati da Luigi Negri, che finora nel principale terminal contenitori del porto sono stati soci - ma con eguali partecipazioni - prima di Contship e poi, dopo la battaglia per estromettere i partner tedeschi, di Negri & Co;
un gruppo di imprenditori livornesi è al lavoro per confezionare una proposta in grado di evitare in extremis che il risanamento dei conti della compagnia di via San Giovanni sia pagato cedendo a qualcuno, al di fuori degli equilibri locali, lo scettro del potere sulle banchine, su uno dei primi 25 terminal container del Mediterraneo;
al centro di questo tentativo sarebbe la disponibilità di operatori di tutto rilievo nell'imprenditoria privata livornese a «dare una mano»: il tam tam sulle banchine insiste a indicare un nucleo-chiave con Toto Neri, Piero Neri e Enio Lorenzini (invece non è chiaro se anche altri imprenditori abbiano manifestato analoga disponibilità, magari in forme più soft);
a quanto è dato sapere, per adesso la cordata sarebbe ancora a un grado di maturazione tale da non aver formalizzato offerte specifiche o canalizzato la propria attenzione su questo o quel business in mano ai portuali;
appare difficile dire se questo pool di imprenditoria privata labronica intenda puntare al terminal Tdt (i genovesi hanno una prelazione ma non l'esclusiva) o se, diversamente, si voglia guardare altrove: per dirne una, alla Ltm delle «autostrade del mare» (che sono ormai diventate il traffico numero uno dello scalo);
dalle attività indicate si intuiscono anche le mosse e contromosse in vista di due cose: a) la privatizzazione della Porto di Livorno 2000, la società (77 per cento Authority 23 per cento camera di commercio) presieduta da Roberto Piccini che gestisce il porto passeggeri; b) un progetto Darsena Europa che l'Authority ha ora ridisegnato con impegni finanziari meno

consistenti, e dunque realizzabile anche senza per forza rincorrere emiri o imprenditori cinesi -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione e intenda seguire lo sviluppo della trattativa al fine di tutelare sia i posti di lavoro sia la specificità di un porto che ha un ruolo importante nel Mediterraneo.
(4-15501)