Allegato B
Seduta n. 612 del 27/3/2012

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata:

TASSONE, GALLETTI, MEREU, COMPAGNON, BONCIANI, CICCANTI, NARO e VOLONTÈ. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'entrata in vigore, dal 1o gennaio 2012, degli adeguamenti tariffari previsti dallo schema dalla convenzione unica, si registra un significativo incremento dei pedaggi autostradali delle società concessionarie;
nel dettaglio gli aumenti interesseranno la quasi totalità delle tratte a pedaggio presenti nel territorio nazionale e saranno pari a: Ativa + 6,66 per cento; Autostrade per l'Italia + 3,51 per cento; Autostrada del Brennero + 1,22 per cento; Autovie Venete + 12,93 per cento; Brescia-Padova + 7,45 per cento; Centro Padane + 5,62 per cento; Autocamionale della Cisa + 8,17 per cento; Autostrada dei Fiori + 5,22 per cento; Milano Serravalle Milano Tangenziali + 1,85 per cento; Tangenziale di Napoli + 3,49 per cento; Rav + 14,17 per cento; Salt + 5,68 per cento; Sat + 4,82 per cento; Autostrade Meridionali (Sam) + 0,31 per cento; Satap tronco A4 (Novara Est-Milano + 6,80 per cento; Torino-Novara Est + 6,32 per cento); Satap tronco A21 + 9,70 Satap tronco; Sav + 11,75 Satap tronco; Sitaf (Barriera di Bruere + 4,15 per cento; Barriera di Avigliana + 5,62 per cento; Barriera di Salbertrand + 5,12 per cento); Torino-Savona + 1,47 per cento; Strada dei Parchi + 8,06 per cento;
l'Anas ha fatto presente che l'istruttoria che ha portato agli aumenti ha tenuto conto, oltre che dell'incidenza dell'inflazione, per ciascuna società concessionaria anche della relativa situazione giuridica, con particolare riferimento al rispetto degli impegni assunti, nonché agli investimenti realizzati ed alle attività di manutenzione effettuate sulla rete, precisando che nel 2010 le società concessionarie hanno realizzato investimenti per

oltre 2 miliardi di euro, con un incremento di quasi l'11 per cento in un anno;
al di là degli aspetti puramente tecnici, appare quantomeno poco chiaro un aumento così diffuso ed elevato dei coefficienti di calcolo, in particolare sulle tratte tangenziali e sulle bretelle di raccordo alle grandi città;
a seconda dei tratti e delle varie società che gestiscono le autostrade, infatti, si assiste ad un aumento al di fuori di ogni criterio logico che si ripercuote sui bilanci dei cittadini, soprattutto dei numerosissimi, già vessati dall'incremento del costo del carburante e delle assicurazioni, che giornalmente utilizzano le autostrade e le bretelle autostradali per raggiungere i luoghi di lavoro, di studio o di interesse generale presenti nelle città;
in considerazione di quanto sopra esposto, appare opportuno un intervento volto a definire un controllo più chiaro sulle modalità da adottare per il calcolo degli incrementi delle tariffe di pedaggio, che, pur tenendo conto dei motivati adeguamenti o dalla necessità di fronteggiare la crisi, non possono non seguire una logica anche in funzione di un reale calmieramento che vada incontro ai bisogni dei cittadini, che vedono sempre più come un lusso l'utilizzo dell'auto per svolgere le proprie attività quotidiane -:
se il Ministro interrogato non ritenga, stante il rilevato incremento delle tariffe di pedaggio sulle tratte autostradali delle società concessionarie, di adottare iniziative volte a rivedere il meccanismo di adeguamento tariffario, tali da consentire un calmieramento delle tariffe.
(3-02180)

Interrogazione a risposta orale:

DIONISI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da qualche tempo l'erogazione del servizio di postalizzazione dei tagliandi relativi al rinnovo patente, del cambio di residenza sulla stessa e del servizio di annotazione della decurtazione dei punti è sospeso a causa dell'insufficienza delle risorse finanziarie;
recentemente a seguito dei continui e giustificati reclami da parte degli utenti rispetto alla non erogazione del servizio, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha inviato una circolare a tutti gli organi preposti al fine di garantire al cittadino ogni forma di collaborazione possibile nell'attesa del ripristino del servizio;
nello specifico sulla variazione di punteggio patente, in riferimento all'impossibilità di spedire presso l'indirizzo di residenza del titolare la comunicazione, si dispone che, in deroga a quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, del decreto ministeriale 29 luglio 2003, l'iscrizione ai corsi di recupero sarà consentita a mezzo esibizione della documentazione necessaria stampabile attraverso i sistemi tecnologici senza oneri a carico dell'utente;
al contrario, invece, rispetto al servizio del rinnovo patente ed annotazione del cambio di residenza, non esistendo documentazione alternativa rispetto alla nuova emissione del tagliando di fatto emesso dal sistema informatico CED, il rinnovo dovrà essere rilasciato su richiesta dell'utente con le spese di diritti e tariffe postali a carico dello stesso;
auspicando in tempi ristrettissimi la risoluzione della problematica, risulta comunque quantomeno di dubbia utilità, a fronte di un disagio notevole arrecato all'utenza a causa dell'incapacità dell'amministrazione di garantire la normale erogazione del servizio, caricare ulteriormente gli utenti, in particolare chi soggiorna all'estero, di oneri aggiuntivi che graverebbero ancor di più sul bilancio familiare, anche in considerazione del periodo storico che si sta attraversando -:
quali urgenti iniziative intenda adottare per ripristinare nel più breve tempo

possibile il servizio di postalizzazione dei tagliandi CED sul rinnovo della patente.
(3-02172)

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOTO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Corte dei conti, nella relazione che è seguita al controllo effettuato sulla gestione finanziaria della società Ferrovie dello Stato italiano Spa per gli esercizi 2009 e 2010, afferma al capitolo terzo, paragrafo 3, relativo al servizio universale del trasporto ferroviario merci, che esiste un mercato concorrenziale per il trasporto merci sostanzialmente solo nel Nord Italia, mentre al Sud il servizio è gestito esclusivamente da ferrovie dello stato. Tale servizio, che è in perdita, continua ad essere sovvenzionato attraverso i proventi delle attività a mercato, poiché dovrebbe garantire un servizio di natura universale;
la magistratura contabile, nella stessa relazione, dichiara: «In questo contesto, la produzione di servizi in perdita, "sovvenzionati" attraverso i proventi delle attività cosiddette a mercato - peraltro, in diminuzione per effetto della concorrenza - è ritenuta ingiustificata dal punto di vista industriale. È necessario pertanto definire con precisione quale sia il perimetro dei servizi di trazione merci ritenuti "di natura universale", espletati in funzione di contratti di servizio certi, e di durata congrua»;
l'interrogante, in relazione alle attività di Trenitalia Spa - divisione Cargo, Gruppo Ferrovie dello Stato, ha presentato due interrogazioni a risposta in Commissione, rispettivamente la n. 5-04121 e la n. 5-04554, alle quali rispondeva il Sottosegretario Giachino nei febbraio 2011 e nel luglio 2011. Nelle risposte alla seconda interrogazione si confermava l'elargizione di un contributo pari a 128 milioni di euro da parte dello Stato in favore di Trenitalia - divisione Cargo, affermandosi altresì che non si trattava di trasferimenti pubblici a «fondo perduto», ma di pagamenti - che, peraltro, risultano inferiori al costo delle prestazioni fornite - per effettuare attività di trasporto ferroviario in aree a scarsa domanda, dove nessun'altra impresa ferroviaria considera conveniente investire;
entrambe le risposte lasciarono l'interrogante insoddisfatto, a fronte delle generiche informazioni fornite;
la stessa Corte dei conti, nella relazione citata, chiede maggiore chiarezza e trasparenza nelle procedure e nel conferimento delle risorse per il servizio, affermando che «L'Autorità dei Trasporti dovrà fungere da organismo di regolazione del settore, anche attraverso l'emanazione di direttive per assicurare la trasparenza, la disaggregazione e la separazione contabile e gestionale delle imprese regolate, anche in modo da distinguere costi e ricavi riguardanti le attività di servizio pubblico»;
il Ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, interrogato in merito alla posizione dell'Italia relativamente all'istituzione di uno spazio ferroviario unico europeo durante il Consiglio europeo sui trasporti, le telecomunicazioni e l'energia, tenutosi il 12 dicembre 2011 a Bruxelles, ha espresso un orientamento «assolutamente favorevole», confermando per il nostro Paese la scelta di voler imboccare la strada delle liberalizzazioni nel settore dei trasporti ferroviari;
lo stesso Presidente del Consiglio Mario Monti, il 15 marzo 2012, nel corso di una audizione dinanzi alle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera sul cosiddetto «decreto liberalizzazioni», pur sottolineando la necessità di non creare squilibri nel settore e di «evitare che chi entra sulla rete (operatore nazionale o estero) possa scremare i benefici delle rotte di qualità ad alta redditività, lasciando all'operatore ex monopolista tutti gli oneri che derivano dal servire i cosiddetti "rami secchi"», ha ribadito l'importanza

di incentivare la concorrenza nel settore del trasporto ferroviario merci;
sembrerebbe che la stessa cifra - circa 130 milioni di euro - sia stata confermata dalla direzione generale del trasporto ferroviario anche per l'anno 2012 come contributo in favore di Trenitalia-divisione Cargo -:
se il conferimento di tale contributo in favore di Trenitalia-divisione Cargo sia previsto anche per l'anno 2012 e a quanto ammonti;
se Trenitalia Spa - divisione cargo nell'attività in regime di «servizio universale», ossia «non a mercato», fornisce al Ministero dei trasporti un chiaro rendiconto dei servizi effettuati;
se tale rendiconto sia preceduto da un piano preventivo coerente con il servizio effettivamente svolto;
in quale misura siano state coperte le spese per i servizi effettuati negli anni 2007, 2008, 2009, 2010, 2011.
(5-06499)

Interrogazione a risposta scritta:

FAENZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica che sta investendo il nostro Paese è particolarmente avvertita dalle famiglie, che si trovano in difficoltà per il pagamento delle locazioni relative agli immobili in cui abitano, a causa della perdita del lavoro o per un improvviso peggioramento delle condizioni di reddito, dovute all'aumento della pressione fiscale e alla spinta inflazionistica, che determina in questa fase economica un'erosione dei salari e degli stipendi;
l'emergenza abitativa, rappresenta un fenomeno sfavorevole che si sta manifestando in tutta Italia ed è particolarmente percepito nella città di Grosseto, dove nonostante i contributi regionali previsti per i nuclei familiari in grave difficoltà per le mutate condizioni di reddito, a causa della crisi economica in corso, il comune, non essendo in grado di soddisfare l'elevato numero di richieste delle famiglie in difficoltà, si sta adoperando per il reperimento di ulteriori risorse per fronteggiare il problema sociale ed economico, anche dal punto di vista degli sfratti per morosità;
l'articolo 29, comma 16, del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, recante «proroga di termini previsti da disposizioni legislative. Differimento di termini relativi all'esercizio di deleghe legislative», convertito, con modificazioni dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, cosiddetto decreto-legge mille proroghe, ha prorogato al 31 dicembre 2012 il termine per l'esecuzione dei provvedimenti di rilascio per finita locazione di immobili ad uso abitativo prevista dall'articolo 1, comma 1, del decreto-legge n. 158 del 2008, come da ultimo modificato dall'articolo 2, comma 12-sexies, del 29 dicembre 2010, n. 225;
la suesposta disposizione di proroga che riguarda particolari categorie sociali disagiate, residenti nei comuni capoluoghi di provincia, nei comuni confinanti con popolazione superiore a diecimila abitanti e nei comuni ad alta tensione abitativa, sebbene sia valutata positivamente dall'interrogante, tuttavia non rappresenta, una soluzione definitiva dell'emergenza abitativa in questa particolare e delicata fase economica e sociale del Paese;
occorre affrontare, a giudizio dell'interrogante, il disagio abitativo attraverso interventi legislativi in grado di risolvere i nodi strutturali del settore -:
quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati nell'ambito delle rispettive competenze, al fine di fronteggiare il fenomeno sociale ed economico esposto in premessa, negativo e penalizzante, affrontando in particolare il nodo degli sfratti per morosità;
se non ritengano opportuno assumere, compatibilmente con le risorse finanziarie

a disposizione e con i vincoli di bilancio, un'iniziativa normativa ad hoc volta ad istituire un fondo straordinario per le famiglie a rischio di sfratto per morosità, il cui fenomeno sfavorevole è avvertito nel Paese e, come esposto in premessa, è particolarmente sentito nella città di Grosseto.
(4-15495)