Allegato B
Seduta n. 612 del 27/3/2012

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DIFESA

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:

GIDONI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'incidente verificatosi al largo dello Stato indiano del Kerala il 15 febbraio 2012, all'origine delle attuali tensioni italo-indiane relativamente alla sorte dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, tratti in arresto e tuttora trattenuti in stato di detenzione in India, trova comunque la sua causa ultima nel fatto che le attività dei nuclei militari di protezione interessano anche zone attigue alle coste dell'Unione indiana;
al momento in cui il Parlamento autorizzò l'impiego dei nuclei militari di protezione a bordo delle navi i cui armatori ne avessero fatto richiesta, la misura venne giustificata facendo riferimento alla minaccia rappresentata dalla pirateria somala;

una cosa è reagire all'attività illegale di pirati provenienti da territori a debole statualità, come la Somalia, altro è operare a ridosso delle coste di una potenza nucleare, con la prospettiva di utilizzare eventualmente la forza contro i cittadini di quest'ultima, se impegnati in azioni vietate dal diritto internazionale -:
quali siano i limiti geografici di impiego dei nuclei militari di protezione e chi risponda in Italia del loro operato.
(5-06496)

Interrogazioni a risposta scritta:

GARAGNANI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
tra gli impegni assunti dinanzi all'Unione europea figura anche la cessione del patrimonio immobiliare di proprietà pubblica ritenuto non più funzionale agli scopi istituzionali per i quali essi erano stati realizzati, categoria nella quale indubbiamente rientrano anche numerosi immobili attualmente nella disponibilità del Ministero della difesa;
ai sensi dell'articolo 6 del regolamento del Ministero della difesa pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 20 luglio 2010, n. 167 si erano definite le procedure per l'alienazione degli alloggi di servizio non più funzionali ai fini istituzionali delle forze armate, ai sensi dell'articolo 2, comma 628, legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per l'anno 2008);
a seguito di detto regolamento con decreto del Ministero della difesa del 26 marzo 2011, si è proceduto all'individuazione di numerosi alloggi da sottoporre a procedura di alienazione e di cui è titolare il medesimo Ministero della difesa;
questo processo si è tuttavia interrotto per asserite ragioni procedurali -:
quali siano le ragioni per le quali non si è dato corso alla vendita degli immobili già inseriti nel citato decreto ministeriale e se si intenda procedere alla individuazione di altri immobili da sottoporre ad alienazione;
in caso positivo con quali tempi e con quali modalità;
se si intenda consentire a coloro che attualmente occupano gli immobili eventualmente oggetto di alienazione l'acquisto in prelazione dei medesimi ed in caso positivo, se si intenda estendere detta facoltà anche ai cosiddetti occupanti «sine titulo».
(4-15487)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI. BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul sito www.Forzearmate.org è pubblicato un articolo tratto da www.metronews.it dal titolo Afghanistan, parla un militare. «Appalti e lavori non sicuri. Stare qui è una trappola» in cui si legge «Roma, 26 marzo 2012 - Afghanistan. "Oramai la missione è divisa in due: Herat, con i ristoranti, le massaggiatrici, bar palestre e feste private. E le Fob (Forward Operative Base, ndr) vere: Bakwa, Baia Morgab, e Gulistan per l'appunto, dove non arriva neanche la nafta per i generatori, dove abbiamo l'acqua razionata. E dove non c'è sicurezza"». A parlare è un militare da Baia Morgab, uno degli avamposti più rischiosi dell'Afghanistan. Operativo da venti anni, è uno dei più profondi conoscitori della gestione logistica delle nostre basi all'estero. Il suo compito è realizzare basi militari, quindi conosce fatti e misfatti di quanto sta accadendo. «Sono stati spesi milioni di euro per lavori di messa in sicurezza mai realizzati. Qui a Baia ad esempio, mancano i main gate, i bunker. E i soldi per realizzarli sono stati spesi». E su Gulistan, dove è avvenuto l'attentato in cui ha perso la vita il bersagliere Silvestri: «È una delle zone più pericolose, e meno sicure». «Proprio sabato mattina hanno tirato verso la fob delle granate e gli elicotteri si sono alzati

solo un'ora dopo». Uno scenario complicato e farraginoso, quello che ci viene descritto. Dove molti «buchi organizzativi» dipendono anche dalle modalità di gestione degli appalti. «A Bakwa stanno facendo le gare per le forniture dei vetri antiproiettile, dopo che da anni vengono pagate le commesse di ordinaria manutenzione, e nelle voci di spesa sono compresi anche i vetri blindati, che ovviamente non ci sono. Sulla carta vengono spesi milioni di euro, ma di fatto i lavori mancano». È anche una questione di sicurezza: «Ad esempio il Cai, l'organismo che gestisce i soldi, ha messo a gara un sistema di videosorveglianza ad Herat interfacciato con l'aeroporto, e per farlo ha mandato all'esterno le mappe della base, con tutte le caratteristiche del campo. Sono state inviate per mail a tutte le ditte afgane» Un mese fa i servizi segreti avevano lanciato un allarme nella relazione consegnata al Parlamento, in cui si parlava di «cornice di sicurezza estremamente precaria» ed elevato livello della minaccia» per i militari italiani in Afghanistan. «Ecco, ci sentiamo carne da macello, la situazione è più critica di quanto viene raccontato in Italia e, lo dico andando incontro ai miei interessi, da lì dobbiamo andare via.» -:
se i fatti narrati nell'articolo in premessa corrispondano al vero e quali immediate azioni intenda intraprendere in merito.
(4-15502)