XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 28 settembre 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La VI Commissione,
premesso che:
le liti in cui sono parti i concessionari dei giochi e l'amministrazione finanziaria dello Stato, aventi ad oggetto violazioni degli obblighi inerenti alle concessioni e pendenti alla data odierna davanti alla Corte dei conti hanno ad oggetto importi rilevantissimi pari complessivamente a circa 90 miliardi di euro;
un'indagine condotta nel 2007 sul settore dei giochi pubblici da una commissione ministeriale guidata dall'allora sottosegretario per l'economia e le finanze Alfiero Grandi e dal generale della Guardia di finanza Castore Palmerini aveva evidenziato un'enorme truffa ai danni dello Stato, per una cifra ammontante a 88 miliardi di euro;
nel luglio 2006, la Corte dei conti aveva delegato le attività investigative in merito al nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di finanza di Roma;
oltre al danno erariale, durante l'indagine è emersa la possibile infiltrazione di soggetti appartenenti alla criminalità organizzata in seno ad una delle società concessionarie, mentre risultano pendenti in proposito alcuni procedimenti di carattere penale affidati a diversi pubblici ministeri;
inoltre, la procura della Corte dei conti ha citato in giudizio dieci concessionari ed i controllori inadempienti dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), contestando violazioni degli obblighi del concessionario, che non aveva provveduto a collegare gli apparecchi per il gioco d'azzardo per permetterne il controllo in tempo reale, come previsto dalla legge e che non aveva versato all'erario ingenti somme relative al prelievo erariale dovuto sui proventi dei citati apparecchi di gioco;
la mancata connessione delle slot machine ha determinato, infatti, oltre al venir meno delle garanzie del dichiarato «gioco legale», a causa del consistente volume di «giocate» sfuggite al computo delle imposte, un ingente danno erariale;
in particolare l'erario non incamerava il prelievo erariale unico (PREU), il cui pagamento sarebbe stato evaso, o eluso con modalità di pagamento forfettarie, da parte delle società concessionarie; l'articolo 39, comma 13, del decreto-legge n. 269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 326 del 2003, prevede, infatti, che agli apparecchi di gioco, collegati in rete, si applichi un prelievo erariale unico;
nel caso in cui gli apparecchi non trasmettano i dati del contatore di gioco viene applicato un PREU forfettario: tale PREU forfettario non è peraltro previsto da alcuna norma, e la determinazione della base imponibile presenta alcuni elementi di criticità, in ragione del fatto che essa viene calcolata sulla media delle giocate degli apparecchi in rete;
il settore dei giochi e delle scommesse ha realizzato un fatturato di circa 61 miliardi di euro nel 2010 è stato, fatturato che potrebbe raggiungere, nel 2011, i 70 miliardi di euro;
tale andamento del gettito riflette evidentemente la disperazione e la paura dei cittadini del nostro Paese, mentre è preoccupante l'aggravamento del fenomeno delle ludopatie;
diventa urgente un intervento organico in materia di giochi che consentirebbe di acquisire risorse da chi può e deve metterle a disposizione,


impegna il Governo


a prendere le opportune iniziative, anche normative volte a:
a) consentire una definizione dei contenziosi esistenti in materia di concessioni

attualmente in corso, definizione che potrebbe consentire il reperimento di nuove risorse non gravando sui cittadini;
b) inserire il mancato collegamento degli apparecchi di gioco alla rete telematica tra i casi di evasione tributaria per i quali l'articolo 5 del decreto legislativo n. 74 del 2000 prevede la pena della reclusione da uno a tre anni;
c) inibire la possibilità di concorrere all'assegnazione o al rinnovo delle concessioni in materia di giochi e scommesse alle società che abbiano in corso un contenzioso per inadempienze contrattuali nei confronti di amministrazioni pubbliche, ovvero nei cui confronti sussistano iscrizioni a ruolo, relative a tributi o contributi, definitive scadute e non versate.
(7-00695)
«Barbato, Messina, Cambursano, Borghesi».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:

PILI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 22 ottobre 2008 nel comune di Capoterra in provincia di Cagliari hanno perso la vita quattro persone in seguito ad una gravissima alluvione conseguente ad un temporale violentissimo;
il Presidente del Consiglio dei ministri in data 31 ottobre 2008 ha emanato un proprio decreto con il quale, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, è stato dichiarato, sino al 31 ottobre 2009, lo stato di emergenza in Sardegna nel territorio della provincia di Cagliari per gli eventi alluvionali del 22 ottobre 2008;
il Presidente del Consiglio dei ministri con propria ordinanza del n. 3711 del 31 ottobre 2008 ha nominato il presidente della regione autonoma della Sardegna commissario delegato per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi alluvionali predetti;
l'articolo 1, comma 3, lettera b), della predetta ordinanza che dispone che il commissario delegato provvede al ripristino, in condizioni di sicurezza, delle infrastrutture pubbliche danneggiate, agli interventi urgenti di manutenzione straordinaria della viabilità e degli alvei dei corsi d'acqua e alle opere di prevenzione dei rischi idrogeologici ed idraulici;
a distanza di quasi due anni dall'evento calamitoso con nota prot. n. 1774 del 10 agosto 2010 integrata con nota n. 1971 del 16 settembre 2010, l'assessore regionale dei lavori pubblici evidenziava la necessità di attuare gli interventi relativi alle aree oggetto degli eventi alluvionali con sollecitudine ed urgenza in considerazione che «... al momento nelle aree colpite dai citati eventi calamitosi permangono situazioni di rischio e pericolosità che, in occasione di eventi eccezionali anche di minore entità rispetto a quelli verificatisi nel 2008, potrebbero pregiudicare la pubblica incolumità...» e richiede l'emanazione di apposita ordinanza commissariale che oltre a programmare gli interventi di cui sopra, integrando la precedente ordinanza commissariale n. 20 del 17 dicembre 2009, consenta di derogare alla vigente normativa, secondo quanto previsto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3711 articolo 8 e dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3734 articolo 6;
a distanza di quasi tre anni dall'evento calamitoso la giunta regionale della Sardegna con deliberazione n. 34/20 del 18 agosto 2011 relativamente all'intervento «Sistemazione idraulica del rio San Gerolamo - Masone Ollastu e interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate nella località Poggio dei Pini ed altre frazioni nel comune di Capoterra

(Cagliari)» modificava nuovamente i tempi e le stesse soluzioni progettuali;
a marzo 2011 la regione, assessorato ai lavori pubblici, ha presentato l'istanza di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale relativa all'intervento «Sistemazione idraulica del rio San Gerolamo - Masone Ollastu e interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate nella località Poggio dei Pini ed altre frazioni nel comune di Capoterra (Cagliari)», ascrivibile alla categoria di cui al punto 7 lettera m) «Opere di regolazione del corso dei fiumi e dei torrenti, canalizzazione ed interventi di bonifica ed altri simili destinati ad incidere sul regime delle acque, compresi quelli di estrazione di materiali litoidi dal demanio fluviale e lacuale», dell'allegato B1 alla delibera di giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008;
gli interventi, il cui costo complessivo è stimato in 65.234.771 di euro, sono parzialmente finanziati con risorse P.O.R. F.E.S.R. 2007-2013, regionali e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
le soluzioni progettuali in esame derivano anche dalle indicazioni contenute nello Studio «Analisi dell'assetto fisico del rio San Gerolamo - Masone Ollastu a seguito dell'evento di piena del 22 ottobre 2008: rivisitazione e integrazione dello studio denominato piano stralcio delle fasce fluviali, per la verifica della delimitazione delle fasce fluviali e per l'individuazione delle prime necessarie azioni (opere, vincoli e direttive), per il conseguimento di un assetto del corso d'acqua compatibile con la sicurezza idraulica del territorio e la salvaguardia delle componenti naturali e ambientali» predisposto, su incarico dell'amministrazione regionale, a seguito dell'eccezionale evento alluvionale che il 22 ottobre 2008 ha colpito il territorio della provincia di Cagliari, e, in particolare, il comune di Capoterra;
gli interventi, prevedono:
1. Tronco SG02 - da località C. Musiu a località San Gerolamo:
1.1. ampliamento del manufatto di attraversamento esistente mediante la realizzazione, in destra idraulica, di nuove campate che comportano l'arretramento della spalla dall'alveo inciso; l'obiettivo è di incrementare la sezione di deflusso in corrispondenza della struttura;
1.2. realizzazione di opere di difesa spondali, in massi, allineate con le spalle dell'attraversamento, al fine di contrastare fenomeni erosivi localizzati e permettere il regolare deflusso delle portate di piena del corso d'acqua;

2. Tronco SG03 - da località San Gerolamo al ponte della strada comunale n. 52 per Capoterra:
2.1. realizzazione di un nuovo attraversamento, a tre campate, con luce netta complessiva di 80 metri;

3. Tronco SG04-1 - dal ponte della strada comunale n. 52 per Capoterra al ponte per Poggio dei Pini:
3.1. realizzazione di un nuovo manufatto di attraversamento, a tre campate di 40 metri, ripercorrendo, sostanzialmente il sedime stradale esistente;
3.2. sistemazione dell'alveo lungo entrambe le sponde, mediante opere di difesa longitudinali, a tutela della nuova viabilità e per regimare le confluenze dei rii laterali, in destra idraulica;
3.3. disalveo del materiale inerte di sovralluvionamento, proveniente dall'asta principale e dai rii secondari del bacino montano;

4. Tronco SG04-2 - messa in sicurezza dei corsi d'acqua secondari nell'area urbanizzata di Poggio dei Pini:
4.1. lungo i tratti a monte delle aree urbanizzate, interventi di regolarizzazione del profilo di fondo e opere di controllo/intercettazione del trasporto solido;
4.2. nei tratti in corrispondenza delle aree urbanizzate, rifacimento dei manufatti di attraversamento inadeguati;

4.3. riconfigurazione dell'alveo, mediante la rimozione di depositi e di materiale vegetale, la sistemazione del profilo di fondo, la realizzazione di opere trasversali e di rivestimento delle sponde;

5. Tronco SG06 - dalla diga in terra dell'invaso di Poggio dei Pini alla traversa del lago minore:
5.1. demolizione completa del ponticello, a valle del lago, crollato in seguito all'evento dell'ottobre 2008; la viabilità sarà comunque garantita con la realizzazione di un nuovo attraversamento, già previsto nella pianificazione comunale, ubicato a valle della soglia rocciosa;
5.2. ripristino della traversa in muratura, parzialmente crollata a seguito dell'evento del 2008, escludendo, tuttavia, il rifacimento del rialzo in calcestruzzo, realizzato successivamente alla prima costruzione dell'opera;
5.3. disalveo del materiale litoide, accumulato a monte della traversa, e ricalibratura dell'alveo nell'intero tratto;

6. Tronco SG07 - dalla traversa del lago minore all'area sportiva di Poggio dei Pini:
6.1. realizzazione, in destra idraulica e lungo tutto lo sviluppo del tratto, di difese spondali, in massi di cava, al fine di preservare, da fenomeni erosivi laterali, gli insediamenti sportivi e la viabilità esistente;

7. Tronco SG09 e tronco SG10 - da località Isca Su Loi (zona serre) a mare:
7.1. lungo l'intera lunghezza del tratto del rio San Gerolamo e della parte terminale di confluenza del rio Masone Ollastu, realizzazione di un nuovo canale, avente nuovo tracciato planimetrico, sezione incisa doppia trapezia, e un'ampia fascia golenale, delimitata da argini continui; il profilo di fondo, non prevede salti di fondo per garantire una pendenza costante lungo il tratto; le sponde del canale saranno protette al piede con massi di cava, mentre, per favorire la manutenzione in alveo (sfalcio della vegetazione, rimozione depositi inerti), non si prevede il rivestimento del fondo canale, che, tuttavia, per il mantenimento e il vincolo della sezione trasversale è provvisto di soglie in gabbioni, a passo costante; gli argini golenali, di altezza media pari a 1,5 metri sul piano campagna, hanno pendenza dei paramenti variabile, in funzione della loro localizzazione rispetto all'asse dei corsi d'acqua e dei rilevati stradali, mentre il corpo arginale è costituito con materiale selezionato, di risulta degli scavi, e nucleo di irrigidimento, costituito da elementi in gabbioni metallici riempiti di pietrame ed avvolto in un telo di geotessile;
7.2. alla foce, a chiusura del tratto canalizzato, messa in opera di una soglia con taglione profondo antierosione e antisifonamento;
7.3. adeguamento della rete dei sottoservizi, in particolare per garantire la riprofilatura del fondo alveo, in corrispondenza delle soglie esistenti;
7.4. rifacimento dei due attraversamenti della strada statale n. 195, al fine di garantire i requisiti minimi di compatibilità idraulica; nello specifico, il ponte sul rio San Gerolamo avrà lunghezza complessiva pari a circa 120 metri, articolato su 3 campate, mentre quello sul rio Masone Ollastu sarà a campata unica, di circa 40 metri; sarà, inoltre, opportunamente adeguato il tracciato plano-altimetrico delle rampe d'accesso e degli svincoli di collegamento con la viabilità secondaria e con il nuovo sistema di presidio idraulico;

il 22 aprile 2011, entro il termine di 45 giorni dalla presentazione dell'istanza, sono pervenute osservazioni, accompagnate da consulenze tecniche, che sono state comunicate dal servizio sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali (S.A.V.I.) al proponente che, a giugno 2011, ha trasmesso le proprie controdeduzioni, con allegate due distinte relazioni tecniche;

il servizio S.A.V.I., a conclusione dell'istruttoria, ha rilevato le seguenti criticità con riferimento agli aspetti tecnico-ambientali:
1. le osservazioni trasmesse dai privati e le controdeduzioni prodotte dal servizio interventi sul territorio non escludono la possibilità di realizzare soluzioni progettuali alternative che garantiscano lo stesso livello di mitigazione del rischio, e, pertanto, risulta necessario un confronto tra dette alternative e altre eventualmente percorribili, anche sotto il profilo degli impatti a carico delle diverse matrici ambientali, che solo la predisposizione di uno studio d'impatto ambientale e un livello di progettazione più di dettaglio possono garantire;

2. in particolare per qualunque soluzione progettuale è necessario approfondire, anche col supporto dell'analisi costi-benefici, predisposta ai sensi dell'allegato A2 alla delibera di giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008:
2.1. le interferenze con la viabilità principale e secondaria, attraverso una maggior definizione degli interventi sulla stessa;
2.2. la gestione delle «terre e rocce da scavo», stimate in 240.000 metri cubi, per gli interventi di sistemazione idraulica nel tratto vallivo del rio San Gerolamo - Masone Ollastu;
2.3. le modalità di rimozione e la gestione del materiale accumulatosi lungo gli alvei, a seguito dell'evento alluvionale dell'ottobre 2008, stimato in circa 200.000 metri cubi, per il solo rio San Gerolamo;
2.4. la necessità di predisporre, a scala di bacino idrografico, un piano di manutenzione del sistema rio San Gerolamo - Masone Ollastu, con specifico riferimento alla gestione dei sedimenti e della vegetazione;
2.5. la fase di cantierizzazione, al fine di valutare gli impatti cumulativi, tenuto conto della durata dei lavori e che le opere previste insistono su aree densamente urbanizzate;
2.6. le interferenze, sotto il profilo idraulico, della manutenzione delle opere e degli impatti cumulativi con l'intervento «Sistemazione e rinaturalizzazione delle difese litoranee, bonifica e sistemazione della fascia costiera - Progetto definitivo - esecutivo delle opere marittime di difesa del litorale», proposto dal comune di Capoterra e di prossima realizzazione;
il Servizio S.A.V.I. ha concluso l'istruttoria con la proposta di sottoporre alla procedura di valutazione di impatto ambientale l'intervento denominato «Sistemazione idraulica del rio San Gerolamo - Masone Ollastu e interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate nella località Poggio dei Pini ed altre frazioni nel comune di Capoterra (Cagliari)», in quanto soltanto lo studio di impatto ambientale (S.I.A.), ed un livello di progettazione adeguato, consente di individuare e valutare più approfonditamente l'entità degli impatti potenziali, l'analisi di alternative progettuali orientate in maniera tale da minimizzare gli stessi, nonché indicare le opportune misure di mitigazione/compensazione;
lo studio di impatto ambientale (S.I.A.), che, nel rispetto della normativa, dovrà - secondo il S.A.V.I - contemplare l'esame dell'opzione zero, di soluzioni alternative e contenere un'analisi costi-benefici che non si limiti ad analizzare gli aspetti finanziari, ma quantifichi anche gli oneri ed i vantaggi economici, ambientali e sociali, dovrà nello specifico esaminare in maniera puntuale tutte le problematiche sopra evidenziate e dovrà essere corredato della relazione paesaggistica. In conformità a quanto previsto dalla delibera di giunta regionale n. 24/23 del 23 aprile 2008;
la giunta regionale in data 18 agosto 2011 ha, dunque, deciso di sottoporre all'ulteriore procedura di valutazione di impatto ambientale l'intervento denominato «Sistemazione idraulica del rio San

Gerolamo - Masone Ollastu e interventi di ricostruzione delle opere pubbliche danneggiate nella località Poggio dei Pini ed altre frazioni nel comune di Capoterra (Cagliari)», proposto dall'assessorato dei lavori pubblici - servizio interventi sul territorio;
tale decisione provoca non poco sconcerto per la contraddittorietà delle affermazioni relative ai rischi per l'incolumità ancora in essere per le persone, come rilevato dallo stesso assessorato dei lavori pubblici della regione Sardegna, e dall'altra con un livello di «definizione» procedurale e progettuale degli interventi che rendono biasimevoli i continui rinvii a cui per l'ennesima volta si va incontro;
i rilievi posti alla base delle valutazioni tecniche renderebbero all'interrogante evidente l'inconsistenza progettuale da una parte e, dall'altra, la scarsa se non inesistente azione di coordinamento tra i vari uffici regionali;
appare sconcertante che dopo tre anni si debba ancora vagliare l'impatto ambientale degli interventi proposti con la predisposizione di uno «studio di impatto ambientale (S.I.A.), ed un livello di progettazione adeguato»;
nell'ambito degli interventi di messa in sicurezza e sistemazione idraulica della zona si opera con poteri commissariali governativi dunque nell'ambito della competenza statale;
risulta incomprensibile che risorse statali ed europee destinate ad una simile emergenza risultino inutilizzate a distanza di tre anni e che l'iter progettuale e autorizzativo risulti di fatto ancora nemmeno avviato;
i rischi che le popolazioni corrono con l'approssimarsi della stagione autunnale e invernale sono di tale gravità che dovrebbero suggerire non ulteriori ritardi ma procedure straordinarie per recuperare il tempo perso e i gravi ritardi accumulati -:
se non ritenga il Governo di intervenire sia per la verifica dell'utilizzo dei poteri commissariali sia per quanto riguarda l'utilizzo delle risorse finanziarie che sino ad oggi risultano inutilizzate;
se non intendano inviare in Sardegna con somma urgenza la protezione civile nazionale a verificare l'iter relativo alla realizzazione delle opere previste dal piano di sistemazione idraulica della zona;
se non intendano effettuare apposite verifiche lungo i corsi d'acqua oggetto dell'intervento di sistemazione al fine di verificare lo stato dei luoghi ed i rischi che ancora sussistono nonostante anni di commissariamento;
se non ritengano di dover avocare allo Stato l'intera procedura commissariale o affiancare quella regionale al fine di non risultare responsabile di una delega affidata ad altro soggetto istituzionale senza che la stessa sia stata esercitata nel modo corretto.
(5-05424)

Interrogazione a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
ormai è ampiamente acclarata, anche con il conforto di immagini registrate, la presenza, insieme a una nutrita e variegata delegazione, dell'ex editore de L'Avanti, Valter Lavitola, durante le visite di Stato in centro America, a Panama il 29 e 30 giugno 2010; dalla scaletta dell'aereo presidenziale, infatti, si può notare che i primi a scendere sono il Presidente del Consiglio e Lavitola;
da quanto si apprende da organi di stampa, emerge, inoltre, che anche un mese prima c'era stato un altro viaggio di Stato, guidato, almeno ufficialmente, dal titolare della Farnesina Frattini, insignito, in quell'occasione, di una delle massime onorificenze della Repubblica panamense; anche in questo caso, con il soccorso di immagini fotografiche, è possibile notare

la presenza del citato Lavitola, che si comporta come chi è di casa in quei luoghi, e in confidenza e convivialità con il Ministro degli esteri italiano; la conferma del ruolo di primissimo piano di Lavitola viene evidenziata il mese dopo, come sopra evidenziato appunto, quando è nelle primissime file nel corso della firma di un trattato commerciale con Panama -:
a che titolo il citato Lavitola abbia usufruito dei voli appannaggio della Presidenza del Consiglio e abbia accompagnato sia il Presidente del Consiglio sia il Ministro degli affari esteri in viaggi ufficiali a Panama;
in quali altri casi il Lavitola abbia partecipato a missioni ufficiali o abbia usufruito di voli di Stato;
quale sia stato il ruolo di Lavitola in queste missioni diplomatiche;
se corrisponda al vero il fatto che Lavitola sia stato determinante per far ottenere appalti alle imprese italiane nel settore della sicurezza e perché abbia trattato a nome dello Stato italiano senza averne titolo.
(4-13378)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
come ormai consuetudine sulle strade che attraversano gli Alburni (Salerno) anche le piogge che presentano carattere di moderata intensità e durata sono in grado di produrre guasti al sistema viario e disagi rilevanti all'utenza locale;
il maltempo dei giorni 18-19 settembre 2011 ha causato una frana sulla strada statale 166 «degli Alburni» che è stata chiusa al traffico nel tratto compreso tra i comuni di Corleto Monforte e San Rufo; sul posto si sono portate le squadre di pronto intervento dell'Anas e i tecnici del Genio civile di Salerno e della regione Campania stanno eseguendo le verifiche sui costoni rocciosi, in particolare quello insistente nel tratto dal chilometro 55 e 150 al chilometro 55 e 300, per programmare le attività di messa in sicurezza. Al momento il traffico viene deviato sulla a viabilità comunale;
l'assessore ai lavori pubblici e protezione civile della regione Campania, Edoardo Cosenza, ha dichiarato che il rischio idrogeologico sulla statale 166 è noto, e che nell'accordo di programma quadro sottoscritto mesi fa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono stati previsti circa 3 milioni di euro per la messa in sicurezza del costoni rocciosi della statale 166; tuttavia, secondo l'assessore «...si tratta di una problematica grave che non può certo risolversi con azioni tampone, servono azioni radicali...»;
la situazione è stata aggravata dagli incendi estivi e probabilmente da tagli arborei poco attenti al rischio idrogeologico dei suoli;
la recente manovra finanziaria ha ridotto drasticamente il finanziamento dell'accordo di programma per la difesa suolo -:
quali provvedimenti intendano adottare i Ministri interrogati al fine di individuare le risorse necessarie per la definitiva messa in sicurezza della strada statale 166 degli Alburni.
(2-01215)
«Mario Pepe (Misto-R-A), Brugger».

Interrogazione a risposta in Commissione:

SANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sulla Città di Grosseto continua a incombere il grande pericolo di esondazione del fiume Ombrone verso la città stessa, fenomeno già verificatosi nel 1944 e nel 1966;
di recente il pericolo è stato di nuovo sfiorato, dal 2004 in poi con cadenza pressoché annuale ed oggi si prospetta, per vari motivi dovuti all'espansione del capoluogo della Maremma anche verso il fiume, una situazione peggiore rispetto a quella del 1966;
il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, con una lettera del 29 agosto 2011 inviata al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti, ha richiesto con urgenza: «la riclassificazione del fiume Ombrone e la messa in sicurezza della Città con opere a monte del fiume e all'altezza degli affluenti più grandi», in quanto, attualmente, l'Ombrone permane nell'elenco dei fiumi di III categoria con grave limitazione per l'ottenimento di finanziamenti specifici ed appropriati alla natura e all'importanza del fiume;
il fiume Ombrone, con un corso molto articolato di 161 chilometri e con un bacino idrografico di 3494 chilometri quadrati, è il più grande fiume della Toscana meridionale ed ha la maggiore portata di sedimenti in sospensione dei fiumi toscani;
inoltre il regime pluviometrico del bacino del fiume Ombrone è caratterizzato da una marcata stagionalità, per cui si alternano periodi con abbondanti precipitazioni caratterizzati da deflussi di piena con portate di alcune migliaia di metri cubi al secondo, a periodi estremamente siccitosi con portate di magra al di sotto dei cinque metri cubi al secondo;
questa elevata variabilità di regime tra due condizioni estreme è stata già causa in passato delle alluvioni del '44 e del '66 ed ora è amplificata da una non corretta gestione agro-forestale del comprensorio del bacino e dalla forte carenza o inadeguatezza di opere di presidio idraulico a difesa di infrastrutture, centri produttivi ed abitati;
in relazione a ciò, merita ricordare che l'Ombrone esonda naturalmente sui territori limitrofi al corso d'acqua nelle sezioni di monte rispetto alla parte terminale arginata e tale dinamismo è da salvaguardare cercando, dove possibile, di mitigare gli effetti delle erosioni localizzate con l'inserimento di fasce di vegetazione longitudinali senza costruire in tali aree nuovi corpi arginali;
alla luce di quanto sopra detto, sono quindi necessari interventi «strutturali» finalizzati ad abbassare la vulnerabilità idraulica degli insediamenti lungo il corso del fiume Ombrone, da abbinare ad una corretta pianificazione e gestione del territori;
in particolare, la realizzazione di invasi per l'accumulo della risorsa idrica e per la laminazione delle piene, da effettuare negli affluenti principali (Orcia, Farma, Merse, Arbia, e altro) dove il trasporto solido è sotto controllo. Gli stessi invasi possono alimentare l'Ombrone nei periodi di secca oltre ad essere sfruttati per esigenze idropotabili -:
se il Ministro intenda assumere le iniziative, anche normative, urgenti e ormai improcrastinabili per la riclassificazione del fiume Ombrone in II categoria, in modo da consentire l'attivazione dei finanziamenti necessari per gli interventi urgenti per la messa in sicurezza del fiume al fine di eliminare il rischio delle esondazioni, con particolare riferimento alla città di Grosseto.
(5-05423)

Interrogazione a risposta scritta:

MARINELLO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
i cittadini residenti nella contrada Fufficicchia-Santa Maria nel comune di

Sciacca (Agrigento), da oltre un anno segnalano alla autorità competenti la diffusione di un odore nauseabondo; in alcune giornate l'aria è talmente irrespirabile da costringere alla chiusura di ogni apertura delle abitazioni;
i cittadini hanno altresì segnalato alle autorità che gli odori provengono da un impianto per la produzione di ammendante compostato misto da rifiuti umidi urbani, gestito dalla SOGEIR ATO AG1, la società di raccolta e trattamento dei rifiuti che fa capo a 17 comuni della zona; l'impianto, realizzato con un finanziamento di 3 milioni di euro dell'Unione europea è stato inaugurato il 30 novembre del 2009 e quindi dovrebbe essere di concezione moderna;
nonostante le segnalazioni l'attività dell'impianto prosegue indisturbata, mentre si amplia la zona interessata dagli odori nauseabondi; un incontro tra il sindaco e i dirigenti della SOGEIR non ha dato esito;
SOGEIR si proclama il miglior A.T.O. della Sicilia per quel che riguarda il tasso di riciclaggio; tuttavia non è la prima volta che la citata società è oggetto delle lamentele dei cittadini per fumi ed odori; in particolare, in relazione alla discarica degli RSU in contrada Saraceno-Salinella nel comune di Sciacca, da anni i proprietari dei terreni vicini lamentano fumi e odori in tutte le ore ed in particolare nel periodo estivo a causa dei pericolosi gas prodotti dall'impianto che vengono a «vista» sprigionati dalla discarica; il 17 settembre 2009, i carabinieri del Noe di Palermo hanno effettuato un sopralluogo presso la discarica che si è concluso con il deferimento alla procura della Repubblica di Sciacca dell'amministratore unico della SOGEIR gestione impianti smaltimento spa, per la violazione del decreto legislativo n. 152 del 2006;
il trattamento della frazione umida al fine di creare compost per l'agricoltura sottostà a precise regole, per evitare la diffusione di odori nauseabondi che possono effetti fisici sulla popolazione circostante, comprovati dalla letteratura scientifica; in particolare il materiale dovrebbe essere tenuto 90 giorni in vasche a tenuta stagna, insufflate periodicamente con aria; il decreto legislativo n. 99 del 1992, prevede la competenza delle regioni in materia di distanze di rispetto dai centri abitati, dagli insediamenti sparsi, dalle strade, dai pozzi di captazione delle acque potabili, dai corsi d'acqua superficiali -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno acquisire elementi, per il tramite dell'osservatorio nazionale sui rifiuti in merito a quanto descritto in premessa con specifico riferimento alla verifica dei livelli di qualità dei servizi offerti.
(4-13377)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MANCUSO e NASTRI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il termine «ricetto» definisce una struttura fortificata in uso in Italia Settentrionale, Piemonte, Lombardia, e altre aree, nel Medioevo;
tra i meglio conservati si segnalano: Ghemme (Novara), Carpignano Sesia (Novara), Candelo (Biella);
i ricetti costituiscono oggi gemme artistiche di alto valore artistico e storico a livello nazionale;
molti ricetti sono oggi abbandonati e mancanti di qualsiasi intervento di manutenzione e conservazione;
dati recenti dicono che importanti ammontari dei fondi a disposizione delle soprintendenze e destinati alla conservazione del patrimonio culturale italiano rimangono inutilizzati -:
se il Governo intenda destinare ai «ricetti» quote dei fondi al fine di attivare

attività di manutenzione e conservazione degli stessi;
se il Governo intenda promuovere l'introduzione dei «ricetti» italiani nell'elenco dei beni patrimonio dell'UNESCO.
(5-05421)

Interrogazione a risposta scritta:

SAMPERI, BURTONE e BERRETTA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la sezione dell'archivio di Stato di Caltagirone da oltre mezzo secolo, ricopre l'importante funzione di raccolta e custodia di preziosi documenti pubblici e privati, atti notarili, carte topografiche di straordinario interesse che testimoniano la storia e la cultura di Caltagirone e del calatino dai secoli XVI al XX;
tali documenti sono oggetto di studio da parte di cultori di storia patria e di studenti universitari alle prese con le loro tesi di laurea;
i locali in cui si trova l'archivio sono di proprietà del comune di Caltagirone che non percepisce dallo Stato alcun onere di affitto, ma solo il corrispettivo della tassa dei rifiuti solidi urbani;
il personale è costituito da un solo dipendente, mentre i funzionari sono autorizzati ad assicurare la loro presenza per due o tre volte a settimana facendo carico allo Stato unicamente dell'indennità di trasferta -:
se il Ministro intenda salvaguardare le sezioni dell'archivio di Stato che, come quella di Caltagirone, incidono solo in parte infinitesimale sul bilancio statale ma in buona parte sugli sforzi degli enti locali e che intendono mantenere un importante patrimonio culturale, nonostante i continui tagli che subiscono da parte del Governo.
(4-13353)

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DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

SANI. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la stampa locale ha riportato la notizia circa la soppressione della compagnia dei carabinieri di Arcidosso, in provincia di Grosseto, prevedendone la trasformazione in tenenza;
la compagnia di Arcidosso opera su un territorio esteso e composto da molti comuni - Castel del Piano, Santa Fiora, Seggiano, Roccalbegna, Cinigiano, Campagnatico e Civitella Paganico - e quindi, nel caso di un declassamento, l'Amiata grossetana vedrebbe ridimensionato un indispensabile presidio di sicurezza e un servizio di pronto intervento;
da quanto è dato sapere, nella compagnia di Arcidosso operano circa 40 carabinieri, impegnati a garantire la sicurezza di quella comunità, e la trasformazione in Tenenza comporterebbe una drastica riduzione dell'organico;
tali notizie stanno generando preoccupazione e apprensione, oltre che tra la popolazione, tra i sindaci dei comuni interessati che, pur essendosi attivati per acquisire maggiori informazioni, ad oggi, non sono riusciti ad ottenere notizie certe sull'effettivo destino della compagnia di Arcidosso;
stando alle stesse notizie, il territorio interessato dalla compagnia in questione, passerebbe sotto le competenze della compagnia Carabinieri di Pitigliano, che si trova a circa 60 chilometri da Arcidosso: verrebbe così a crearsi un territorio di competenza molto vasto per una sola compagnia con il rischio di un impoverimento della qualità del servizio fin qui garantito -:
se le notizie cui si fa riferimento siano fondate e, qualora lo fossero, sulla base di quali indicazioni siano state determinate

e quali iniziative il Governo intenda assumere per scongiurare la soppressione della compagnia carabinieri di Arcidosso e il ridimensionamento del servizio svolto a garanzia della sicurezza dei cittadini sui territori interessati.
(5-05418)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sul sito internet www.palermotoday.it/cronaca/sardegna-muore-sergente-palermo-salvatore-scalici.html è pubblicato, con data 23 settembre 2011, un articolo dal titolo «Drammatica esercitazione in mare, muore un sergente palermitano»;
nello scritto viene testualmente riportato che «[...] Un militare palermitano, Salvatore Scalici di 34 anni, è morto durante un esercitazione in mare nei pressi di Nuoro. Scalici era sergente del 9° reggimento d'assalto paracadutisti incursori "Col Moschin", reparto di forze speciali dell'esercito. Secondo quanto trapelato pare che il sergente si fosse immerso con le bombole nel mare di Dorgali. Ma qualcosa non è andata per il verso giusto e i compagni non lo hanno visto più riaffiorare. Subito sono state avviate le ricerche e il corpo di Scalici è stato recuperato qualche ora dopo. Le cause della morte sono da accertare, anche se il malore appare l'ipotesi più avvalorata. Già da oggi inizierà la raccolta di testimonianze per cercare di capire di più su questa tragica esercitazione.» -:
quali siano le informazioni in possesso del Ministro interrogato sul fatto esposto in premessa e se siano noti gli esiti della autopsia;
quali siano i protocolli di selezione per l'idoneità al particolare e gravoso servizio presso il reparto di forze speciali «Col Moschin»;
di quali apparecchiature e strumentazioni sia dotato il personale che svolge l'incarico di paracadutista incursore;
chi sia il responsabile dell'attività addestrativa e se siano state eseguite preventivamente tutte le procedure di sicurezza nel teatro addestrativo in cui ha perso la vita il sergente Salvatore Scalici.
(4-13365)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
una nota dell'agenzia Adnkronos del 24 settembre 2011 ha diffuso la notizia «AFGHANISTAN: PDM, VITTIME ANNUNCIATE ORA SI FACCIA CHIAREZZA DIFESA SOSPENDA USO LINCE EQUIPAGGIATI CON "RALLE MOTORIZZATE BLINDATE" Roma, 24 set. (Adnkronos) - "Ieri La Russa ha dichiarato che non c'è nulla da chiarire perché si è trattato di un incidente. Noi invece riteniamo che siano molte le cose da chiarire. Non è la prima volta che un mezzo Lince si ribalta e causa la morte del militare in ralla". È quanto si legge in una nota del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm), sull'incidente ieri in Afghanistan, che ha causato la morte di tre militari italiani. "Quello di ieri - spiega la nota del Pdm - è solo l'ultimo dei tanti incidenti stradali in cui è rimasto coinvolto il mezzo (veicolo blindato Lince, ndr) considerato il fiore all'occhiello della produzione industriale italiana in dotazione alle Forze armate che operano all'estero. Per questo motivo adesso chiediamo che sia fatta chiarezza sulle dinamiche dell'incidente e sulle eventuali responsabilità di chi ha permesso l'installazione di un sistema d'arma 'pesante' che impone limitazioni all'esercizio del mezzo". "Ci auguriamo - conclude il Pdm - che questo tragico incidente porti i vertici della Difesa a disporre la sospensione dell'uso dei mezzi Lince equipaggiati con le 'ralle motorizzate blindate' e quindi ad evitare altre tragiche morti. Se questi mezzi non li ferma la

Difesa allora che lo faccia la magistratura". (Sin/Zn/Adnkronos) 24-SET-11 13:46 NNNN» -:
quali immediate iniziative intenda intraprendere, per quanto di competenza, il Ministro interrogato per accertare le cause e le eventuali responsabilità dell'incidente in cui hanno trovato la morte i tre militari italiani e se intenda disporre l'immediata sospensione dell'impiego dei mezzi VBL Lince dotati di «ralla motorizzata balistica» blindata;
quali siano gli interventi di natura assistenziale e previdenziale che intenda garantire ai familiari delle vittime.
(4-13366)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
dal Policlinico militare di Roma dipende un dipartimento di lungodegenza ubicato nella città di Anzio;
risulta, altresì, che all'interno di tale dipartimento, situato in un comprensorio di quattordici ettari, possano essere localizzati un anfiteatro e i reperti della villa imperiale dell'Imperatore Nerone che dalla costa si estende all'interno della struttura -:
quali siano i criteri per l'accesso alle struttura di lungodegenza, quale sia il ruolo di provenienza dei ricoverati o dei familiari aventi diritto, e se questo accesso risulti adeguatamente ispirato a norme di trasparenza o, per converso, non favorisca il personale ufficiali ed i relativi familiari;
quanti siano attualmente i ricoverati, quale sia il numero del personale dedicato all'assistenza, del personale impiegato in attività amministrative, diviso per categoria e livello di specializzazione;
se presso la struttura di cui in premessa sia presente un esubero di personale civile e se ne sia previsto il reimpiego in altri enti;
se siano presenti all'interno della struttura personale «assistenti socio familiari» a seguito del paziente, esterno ai ruoli dell'amministrazione della Difesa, e, ove presenti, quali siano le modalità di autorizzazione all'accesso e se sia accertato e garantito il rispetto delle norme di tutela assicurativa e previdenziale;
quale sia il numero, ed i carichi di lavoro dei servizi offerti dal poliambulatorio, dalle strutture laboratoristiche e degli altri servizi ivi localizzati;
quale sia lo stato di manutenzione della struttura e se sia attestato e garantito il rispetto delle norme della sicurezza antincendio e della sicurezza dei lavoratori, anche in considerazione dell'estensione di insediamento di predetta struttura;
se sia presente personale convenzionato e con quali carichi di lavoro;
se il capo dipartimento sia destinato in base a criteri legati all'esperienza e alla specializzazione in geriatria e se siano presenti ulteriori specialisti nel settore delle lungodegenza;
se la notizia concernente la localizzazione nel dipartimento di un anfiteatro e dei reperti della villa imperiale di Nerone sia vera e se siano state effettuate indagini da parte dei competenti organismi per valutarne l'importanza del patrimonio storico culturale;
quali siano i costi complessivi per il mantenimento della struttura e del relativo personale e a quanto ammontino le spese per le attività di manutenzione del bene e dei relativi servizi nell'ultimo decennio;
se nella circostanza non si ravvisi l'opportunità di modificare l'ordinamento delle struttura in unità di degenza socio assistenziale a gestione tecnico-infermieristica in modalità tali da soddisfare le emergenti necessità assistenziali e riabilitative, anche legate alle attività in teatro operativo;

quali urgenti iniziative intenda il Ministro interrogato assumere in merito.
(4-13367)

TESTO AGGIORNATO AL 29 SETTEMBRE 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

V Commissione:

POLLEDRI e BITONCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con la risoluzione 8-00138, approvata all'unanimità dalla V Commissione della Camera, con il parere favorevole del Governo, nella seduta del 21 luglio 2011, è stata fatta richiesta al Governo di adottare un decreto che dovrà attribuire al Ministro dell'economia e delle finanze un potere di opposizione successiva, da esercitarsi in relazione ad ogni operazione avente ad oggetto società attive nei settori di rilievo strategico qualificati di interesse nazionale, in modo da assicurare il carattere indistintamente applicabile di tale misura;
con l'ordine del giorno 9/4612/14 alla manovra di stabilizzazione finanziaria di cui al decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, accolto dal Governo alla Camera, nella seduta del 14 settembre 2011, il Governo si è impegnato ad adottare iniziative volte ad attribuire al Ministro dell'economia e delle finanze un potere di opposizione successiva, da esercitarsi in relazione ad ogni operazione avente ad oggetto società operanti in settori strategici, in modo da assicurare il carattere indistintamente applicabile di tale misura, e a garantire, in particolare, la tutela degli interessi nazionali nel settore dell'energia -:
se si intenda provvedere all'emanazione del decreto di cui in premessa; se siano state adottate iniziative volte all'attribuzione al Ministro interrogato di un potere di opposizione successiva in relazione ad operazioni aventi ad oggetto società operanti nei settori di rilievo strategico e se non si ritenga di assumere iniziative normative urgenti al fine di prevedere che qualsiasi cessione delle partecipazioni nel capitale delle società di interesse nazionale e qualsiasi assegnazione o cambiamento della destinazione delle infrastrutture essenziali per lo svolgimento delle attività strategiche debba essere notificata previamente al Ministero dell'economia e delle finanze, il quale abbia il diritto di opporsi a tali operazioni qualora ritenga che esse rechino pregiudizio agli interessi nazionali relativi ai settori strategici.
(5-05419)

TOCCAFONDI, RUBINATO, BARETTA e OCCHIUTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la riduzione della spesa pubblica è elemento essenziale del risanamento economico del Paese, e confermando le priorità contenute nei documenti di programmazione economica e finanziaria, risulta essenziale scongiurare un aumento della spesa delle famiglie che la riduzione del fondo per le scuole non statali renderebbe certo;
nell'ambito delle manovre finanziarie per il 2009, 2010, 2011 il capitolo dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca relativo all'istituzione scolastica non statale veniva reintegrato attraverso emendamenti del Governo e grazie ad atti della maggioranza che chiedevano tale misura di reintegro per 245 milioni di euro;
l'articolo 1, comma 40, della legge di stabilità per il 2011 prevede che le risorse destinate all'istruzione scolastica non statale, pari a 245 milioni di euro, siano assegnate, unitamente a risorse destinate ad altre finalità di spesa, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri;
con ordini di accreditamento del 27 luglio 2011 è stata assegnata agli uffici scolastici regionali una somma complessiva

pari a 83.958.864 euro a valere sul capitolo 1477 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'erogazione dei contributi alle scuole paritarie per il periodo settembre-dicembre 2011;
per quanto concerne il completamento dell'erogazione dei contributi per l'anno scolastico 2011-2012, si fa presente che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 18 maggio 2011, attuativo di quanto previsto dall'articolo 1, comma 40, della legge di stabilità per il 2011, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio 2011;
l'articolo 1, comma 1, del predetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dispone l'utilizzo, per l'anno 2011, della somma di 245.000.000 di euro per il sostegno alle scuole non statali attraverso il rifinanziamento del programma di interventi di cui all'articolo 2, comma 47, della legge 22 dicembre 2008, n. 203;
la somma in questione è già stata assegnata al capitolo 1299 dello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di nuova istituzione, ed è iniziata la procedura prevista dal citato articolo 2, comma 47, della legge n. 203 del 2008, ai sensi della quale alla distribuzione alle regioni delle risorse finanziarie si provvede mediante decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro per i rapporti con le regioni e il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano;
sullo schema di decreto è già stato acquisito il concerto del Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale e si è in attesa del parere del Ministro per l'economia e le finanze;
la mancanza di tale concerto crea non pochi problemi alle scuole paritarie non statali, in particolare quelle dell'infanzia, che si trovano in difficoltà economica per il ritardo nella percezione di quanto dovuto -:
in quali tempi il Ministro dell'economia e delle finanze preveda di procedere al concerto sul richiamato schema di decreto e quali siano i tempi previsti per l'erogazione dei fondi reintegrati dalla legge di stabilità, pari a 245 milioni di euro.
(5-05420)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

LULLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 2, comma 4, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, riduce da 5.000 a 2.500 euro la soglia massima per l'utilizzo del contante e dei titoli al portatore;
il comma 4-bis del citato articolo 2 abroga i commi 18 e 19 dell'articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, in materia di prevenzione del riciclaggio, i quali prevedevano limiti speciali al trasferimento di contante per il tramite dei cosiddetti money transfer;
in particolare i commi 18 e 19 dell'articolo 49 del citato decreto legislativo n. 231 del 2007 prevedevano per tali soggetti il divieto di trasferimento di fondi per importi pari o superiori a 2.000 euro; il trasferimento di denaro contante per importi compresi tra i 2.000 e i 5,000 euro era invece consentito solo previa consegna all'intermediario da parte del soggetto che ordinava l'operazione di idonea documentazione attestante la congruità dell'operazione rispetto al profilo economico dell'ordinante;
si può ritenere che, con l'abrogazione dei commi 18 e 19 dell'articolo 49 del decreto legislativo n. 231 del 2007, anche per i money transfer sarà applicabile l'unica soglia di 2.500 euro prevista dal comma 4, senza obbligo di documentazione, escludendo quindi ogni possibilità di trasferimenti in denaro contante per importi superiori al limite di 2.500 euro;

tuttavia l'abrogazione dei citati commi 18 e 19 non rende di fatto esplicita l'applicazione dell'articolo 2, comma 4, anche ai trasferimenti di contante per il tramite dei cosiddetti money transfer -:
quale sia la corretta interpretazione delle disposizioni sopra richiamate, in considerazione dei possibili riflessi negativi in termini di contrasto all'evasione e al riciclaggio, con riguardo al trasferimento di contante per il tramite dei cosiddetti money transfer.
(5-05414)

LULLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, ha aggiunto, recependo la direttiva 2008/48/CE sul credito al consumo, l'articolo 40-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB) di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993, il quale prescrive che, in deroga alle disposizioni civilistiche che prevedono una durata ventennale dell'efficacia dell'iscrizione, l'ipoteca iscritta a garanzia di mutui stipulati (o accollati a seguito di frazionamento), ancorché annotata su titoli cambiari, si estingue automaticamente alla data di estinzione dell'obbligazione garantita;
in virtù dell'attuale norma, il creditore rilascia al debitore quietanza attestante la data di estinzione dell'obbligazione e trasmette al conservatore la relativa comunicazione entro trenta giorni dalla stessa data, senza alcun onere per il debitore;
in presenza di ipoteca perenta, di cui all'articolo 2847 del codice civile, per il decorso del ventennio, alcune banche escludono la cancellazione semplificata e senza oneri, invitando gli interessati a produrre un'autentica notarile;
l'articolo 2878 del codice civile prevede tra le cause di estinzione dell'ipoteca anche il mancato rinnovo dell'iscrizione entro il termine di venti anni indicato dall'articolo 2847 del codice civile, ma, secondo questa interpretazione, l'estinzione dell'ipoteca non produrrebbe la cancellazione della stessa e renderebbe inapplicabile il disposto dell'articolo 40-bis rendendo di fatto necessaria l'autentica notarile -:
se il Governo non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza per chiarire la portata della norma secondo la quale l'estinzione dell'ipoteca perenta per decorso termine ventennale, produrrebbe la cancellazione della stessa escludendo la necessità dell'autentica notarile come previsto dell'articolo 40-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia (TUB) di cui al decreto legislativo n. 385 del 1993.
(5-05416)

VELO, META, LOVELLI, FIANO e TULLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'ANAS spa, società pubblica, rientra nell'elenco delle società appartenenti alla pubblica amministrazione;
le recenti manovre finanziarie hanno introdotto stringenti vincoli di bilancio, al fine di contenere i costi gestionali delle società rientranti nella pubblica amministrazione, allo scopo di ridurre la spesa pubblica;
l'ANAS, trasformata in società per azioni, pur avendo mantenuto la facoltà di ricorrere al patrocinio legale dell' Avvocatura dello Stato, si è dotata di un elenco speciale di avvocati interno, formato da dipendenti della stessa società, riconoscendo ai medesimi l'applicazione delle tariffe professionali vigenti nella libera professione;
il presidente dell'ANAS spa, come è noto agli interroganti, conferisce il patrocinio legale, nelle vertenze in corso in cui è coinvolta la società, agli avvocati interni, inseriti nel suddetto elenco, con il riconoscimento di onorari, a carico della stessa

ANAS, e quindi dello Stato, che raggiungono, anche individualmente, come avvenuto a luglio 2011, a due avvocati interni, parcelle di 180.000 euro, cifra che risulta di gran lunga superiore alla retribuzione annua riconosciuta ai medesimi, come dipendenti ANAS;
l'attività viene svolta, dagli avvocati interni, durante il normale orario d'ufficio, con le strumentazioni della società, e remunerate, con onorari propri della libera professione;
si tratta di onorari che superano di gran lunga, persino il limite massimo dell'incentivo riconosciuto contrattualmente ai dirigenti, che non può comunque superare il 30 per cento della retribuzione annua dei dirigenti ANAS, determinando in tal modo, ad avviso degli interroganti, una forte sperequazione interna e un aggravio sensibile per il bilancio dell'ANAS e dello Stato -:
se i Ministri interrogati, siano a conoscenza dei fatti suesposti e se e quali iniziative, ognuno per la propria competenza di azionista e di organo vigilante, intendano attuare per porre fine a tali comportamenti;
se intendano fornire l'elenco delle liquidazioni degli onorari sinora riconosciuti dall'ANAS agli avvocati interni, dipendenti ANAS, inseriti nell'elenco speciale e se e quali iniziative intendano assumere nei confronti dei responsabili di atti che, ove confermato, si configurano, ad avviso degli interroganti, in netto contrasto con la linea di contenimento della spesa pubblica.
(5-05426)

Interrogazioni a risposta scritta:

MARTELLA, BARETTA, MURER e VIOLA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il gruppo dirigente di Alenia Aeronautica ha presentato nei giorni scorsi un progetto di riassetto del gruppo;
tale piano, secondo quanto riportato dalla stampa, prevede la fusione per incorporazione di Aermacchi in Alenia Aeronautica e la chiusura dei siti di Venezia, Roma e Casoria e la cassa integrazione a zero ore per 1.200 lavoratori che dovrebbero essere accompagnati alla pensione;
tra le principali ripercussioni vi è quella della chiusura dello stabilimento di Tessera (Venezia) con il trasferimento delle attività (di sviluppo del progetto Superjet International, di manutenzione e ammodernamento degli aerei Awacs, di manutenzione degli aerei Atr e di montaggio degli elicotteri del consorzio europeo di cui fa parte la società Augusta Westland) nel sito di Capodichino e la perdita di circa 400 di posti di lavoro tra operai, impiegati e tecnici;
sarebbe piuttosto auspicabile un forte impegno per realizzazione di un importante polo aeronautico a Tessera, tenuto conto anche delle sinergie industriali possibili con altre aziende di Porto Marghera -:
se il Governo sia a conoscenza della succitata situazione, e quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati in proposito;
quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze e prerogative, il Governo intenda adottare per scongiurare lo smantellamento del succitato stabilimento e le conseguenti ricadute negative per un territorio veneziano che già sta vivendo numerosi fronti di crisi occupazionale.
(4-13357)

PALADINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica globale con i suoi effetti sulla stabilità finanziaria impone scelte di risanamento, in primis la lotta serrata all'enorme evasione fiscale che reca enormi danni alla nostra collettività;
il mancato recupero di fondi sottratti dall'evasione alle casse dello Stato favorisce

il deficit e quindi la creazione di debito pubblico compromettendo altresì la crescita economica;
persone fisiche o aziende che risultano fallite in realtà continuano ad operare con coperture di comodo; nel 2010 la Guardia di finanza ha scoperto redditi non dichiarati al fisco per 49,245 miliardi di euro;
nel 2010 gli evasori che pur svolgendo attività economiche non avevano mai presentato le dichiarazioni dei redditi, scoperti dalla Guardia di finanza sono stati 8.850 (+18 per cento rispetto al 2009), per un totale di 20,263 miliardi di euro (+47 per cento rispetto al 2009);
10,533 sono stati i miliardi di euro individuati dai casi di evasione fiscale internazionale (a fronte dei 5,8 miliardi del 2009), mediante occultamenti della residenza di persone fisiche e società, triangolazioni con Paesi off-shore e omesse dichiarazioni di capitali detenuti all'estero;
i controlli devono crescere non solo in capillarità ma anche in qualità ed efficacia utilizzando strumenti e procedure all'avanguardia nelle indagini finanziarie cercando di colpire laddove si annida davvero l'evasione;
bisogna puntare all'integrazione delle banche dati dell'Agenzia delle entrate e alla partecipazione dei comuni all'attività di prevenzione e contrasto dell'evasione;
dell'enorme massa di capitali evasi solo una piccola parte viene effettivamente individuata e perseguita dall'Agenzia delle entrate la quale a seguito dell'avvio delle procedure esecutive per il recupero dei crediti risulterebbe essere abile ad effettivamente recuperare solo una altrettanto relativa quota dell'evasione emersa -:
quante procedure di riscossione dal 2005 al 2010 del credito vantato nei confronti del contribuente e promosse dall'Agenzia delle entrate corrispondano ad effettivi recuperi dei crediti di imposta;
se, siano allo studio da parte del Ministero metodiche volte ad ottimizzare il lavoro dell'Agenzia delle entrate anche attraverso il coinvolgimento dei comuni.
(4-13360)

ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da molti anni le imprese del Piemonte che sono state costrette a delocalizzare le proprie attività produttive a seguito di eventi alluvionali attendono la liquidazione dei fondi a suo tempo stabiliti;
con l'approvazione del cosiddetto decreto «mille proroghe» del febbraio 2011 è stato ufficialmente rifinanziato il fondo previsto che consento lo sblocco dei finanziamenti per la ricollocazione delle aziende (legge 228 del 1997 - legge 51 del 2006;
dalla approvazione di tale decreto-legge sono nuovamente trascorsi quasi otto mesi e nulla di concreto risulta alle aziende interessate -:
quali siano i modi ed i tempi in cui concretamente si intenda provvedere alla effettiva liquidazione delle provvidenze previste;
se non si ritenga di seguire questa vicenda con particolare urgenza ed attenzione tenuto conto dei molti anni trascorsi dagli eventi e della infinita pazienza - ma soprattutto dell'importanza degli investimenti effettuati - dimostrata dalle imprese che attendono l'applicazione delle normative.
(4-13371)

PISICCHIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come è stato denunciato da movimenti di tutela dei cittadini e associazioni politiche come «i popolari glocalizzati», con il decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, contenente «ulteriori disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo

sviluppo» si dispone che la somma per i libretti di deposito bancari al portatore non deve superare i duemila e cinquecento euro;
a seguito di tale disposizione dal 1o ottobre 2011 le banche sono obbligate a trasmettere al Ministero dell'economia e delle finanze l'elenco dei clienti che hanno sui libretti di deposito un importo superiore ai duemila e cinquecento euro, prevedendo una sanzione a carico del cliente oscillante dal 10 al 20 per cento riferito al saldo del libretto;
il popolo dei piccoli risparmiatori che utilizza i libretti di deposito al portatore, com'è noto, è rappresentato in massima parte da pensionati e persone anziane, peraltro non sempre adeguatamente informate sui mutamenti di regolazione in materia fiscale. È in massima parte questa la platea dei risparmiatori cui viene rivolto un provvedimento che decurtando in forma coattiva risparmi accumulati con sudore e rinunce, arreca un ulteriore danno economico oltre quelli che la congiuntura sfavorevole già di per sé comporta -:
quali urgenti iniziative, anche dal punto di vista dell'approntamento di un adeguato apparato informativo, il Ministro interrogato intenda adottare per almeno in parte lenire i gravi disagi cui va incontro la categoria dei risparmiatori anziani, che rischia di pagare un ingiusto costo aggiuntivo a causa dei recenti provvedimenti contenuti nella manovra finanziaria.
(4-13372)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DE ANGELIS. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ove il cittadino sia stato iscritto nel registro degli indagati e la sua posizione sia stata archiviata, vi è il rischio che la relativa segnalazione alle banche dati delle forze di polizia venga mantenuta anche a distanza di anni, determinando effetti pregiudizievoli all'interessato -:
quali strumenti possieda il cittadino per ottenerne la cancellazione e se vi siano delle scadenze per la permanenza di tali dati nelle banche dati.
(5-05411)

DE ANGELIS. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
attraverso la procedura di riabilitazione, chi ha subìto una condanna e abbia già scontato la sanzione principale, può essere reintegrato nella situazione giuridica antecedente la condanna stessa. Si annullano le pene accessorie e gli effetti penali della condanna;
ai fini amministrativi (ai sensi e per gli effetti del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445) al cittadino viene spesso richiesto di autocertificare di non avere riportato in passato qualsivoglia condanna penale -:
se il dichiarante sia tenuto a confermare l'esistenza di una precedente condanna penale anche quando in relazione alla stessa è sopravvenuta la riabilitazione e, in caso affermativo, se ciò non vanifichi proprio detto istituto ed i suoi effetti.
(5-05412)

Interrogazioni a risposta scritta:

MURER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 3 della legge n. 193 del 22 giugno 2000, recante «Norme per favorire l'attività lavorativa dei detenuti», prevede la concessione di sgravi fiscali per le imprese che assumono lavoratori detenuti o che svolgono attività di formazione nei confronti dei carcerati;

modalità ed entità degli sgravi fiscali, secondo l'articolo 4 della legge n. 193 del 2000, «sono determinate annualmente (...) con apposito decreto del Ministro della giustizia da emanare (...) entro il 31 maggio di ogni anno»;
come denunciano i presidenti delle cooperative sociali «Il Cerchio» di Venezia e «Altra Città» di Padova in un comunicato pubblicato da «Ristretti orizzonti» - rivista e sito Internet promossi dall'associazione «Granello di Senape» il 5 settembre 2011, le cooperative sociali del Triveneto che danno lavoro ai detenuti hanno ricevuto un'e-mail firmata dal provveditore dell'amministrazione penitenziaria per il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e il Trentino-Alto Adige;
nell'e-mail veniva reso noto che per non superare il budget annuo assegnato dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria al provveditorato regionale per il Triveneto, ogni cooperativa potrà richiedere per il periodo agosto-dicembre, per sgravi fiscali, un importo complessivo non superiore a una cifra determinata e indicata per ciascuna impresa sociale;
per le cooperative che offrono lavoro ai carcerati al fine di un loro reinserimento sociale, gli sgravi fiscali previsti dalla legge n. 193 del 2000 rappresentano un'importante boccata di ossigeno;
secondo il comunicato pubblicato da «Ristretti orizzonti», le cooperative si vedranno presto costrette a licenziare un'importante quota di lavoratori detenuti dato che, con il credito indicato nell'e-mail del 5 settembre dal provveditorato del Triveneto, le «imprese sociali» potranno operare al massimo fino a ottobre;
il comunicato afferma inoltre che a gennaio 2011 le direzioni degli istituti penitenziari avevano assicurato alle cooperative sociali che non ci sarebbero state contrazioni del credito;
l'e-mail del provveditorato dell'amministrazione penitenziaria per il Triveneto, quindi, oltre ad avere un'azione retroattiva - visto che il periodo cui fa riferimento riguarda anche il mese di agosto - smentirebbe le affermazioni delle direzioni degli istituti penitenziari;
le carceri italiane e venete stanno vivendo periodi bui e drammatici: le condizioni di vita sono estreme per il sovraffollamento e per le condizioni igienico-sanitarie e i suicidi sono all'ordine del giorno;
per i detenuti gli unici agganci con il mondo esterno sono rappresentati proprio dalle cooperative sociali che insegnano loro un'occupazione e li inseriscono gradualmente nella realtà lavorativa, accompagnandoli anche nei mesi successivi alla cessazione dello stato di detenzione;
tagliare risorse a questo settore proprio in un periodo così difficile per gli istituti penitenziari denota a giudizio degli interroganti totale cecità, mancanza di sensibilità e di lungimiranza -:
se il Ministro interrogato sia conoscenza dei fatti segnalati;
se intenda verificare la reale situazione relativa agli sgravi fiscali rivolti alle imprese e alle cooperative sociali che offrono lavoro e formazione ai detenuti;
se intenda adoperarsi al fine di ristabilire sgravi fiscali tali da permettere alle imprese e alle cooperative sociali di portare a compimento i progetti di formazione e di inserimento lavorativo senza essere costrette a licenziare lavoratori detenuti.
(4-13352)

ANGELA NAPOLI e LO PRESTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con decreto del 12 luglio 2006, l'allora direttore generale degli affari civili del Ministero di giustizia, dottor Alfonso Papa, nominava notaio in Leonforte (distretti notarili riuniti di Enna e Nicosia) la dottoressa Claudia Licciardello, notaio, che a tutt'oggi, esercita le funzioni notarili presso la sede di Randazzo (Catania);

tale decreto di nomina presenta aspetti di illegittimità e di probabile rilievo penale, considerato che la dottoressa Licciardello, ritenuta non idonea in prima istanza dalla commissione del concorso indetto con D.D. 10 dicembre 1999, era stata riammessa ad una nuova correzione da parte del T.A.R. Sicilia e poi dal T.A.R. Lazio con sentenza interlocutoria n. 6359/2003 e poi con sentenza n. 126/2004 del 05/09 novembre 2003;
tuttavia, il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 2002/2004, del 4 maggio 2004 sospendeva l'efficacia della predetta sentenza n. 126/2004 «nella parte relativa all'accoglimento del ricorso della dottoressa Licciardello e, in particolare, relativamente al riesame della prova scritta della medesima e alla conseguente ammissione alla prova orale»;
il Consiglio di Stato poi, con sentenza n. 1971/2007 del 12 dicembre 2006, confermava l'ordinanza resa in sede cautelare, annullando in via definitiva la sentenza n. 126/2004 del T.A.R. Lazio, e gli atti conseguenti, in base alla quale la dottoressa Licciardello era stata nominata notaio;
sulla base dei fatti illustrati, tale soggetto avrebbe esercitato, per quanto appare all'interrogante, per parecchi anni illegittimamente la funzione notarile, rogando atti pubblici che potrebbero essere affetti da nullità (valendo solo quali mere scritture private) su questioni pure delicatissime, riguardo le quali il nostro ordinamento richiede la forma pubblica a pena di nullità, quali ad es. i testamenti pubblici, gli atti costitutivi di società di capitali, di associazioni riconosciute, che potrebbero comportare la nullità di trascrizioni e iscrizioni ipotecarie seguite a tali atti pubblici viziati, con eventuale gravissimo danno - se non irreparabile in alcuni casi - sia per le parti private, sia per i soggetti mutuanti che, in particolare, si troverebbero nella situazione di non avere alcuna copertura ipotecaria a garanzia dei mutui da loro erogati -:
come sia possibile che sia stata nominata notaio, in data 12 luglio 2006 la dottoressa Licciardello quando in data 4 maggio 2004 il Consiglio di Stato aveva annullato in sede cautelare la sentenza del T.A.R. Lazio n. 126/2004 in base alla quale la candidata era stata ammessa alla ricorrezione da parte della commissione di concorso;
come sia possibile che sia stato firmato un decreto di nomina a notaio in pendenza di una ordinanza cautelare del Consiglio di Stato che annullava tutto, poi confermata nel merito solo pochi mesi dopo tale decreto di nomina;
come sia possibile che il dottor Papa abbia proceduto, applicando l'articolo 13 del decreto legislativo n. 166 del 2006, alla nomina a notaio della dottoressa Licciardello, alla luce della considerazione che i posti messi a concorso (200) erano esauriti (già considerato l'aumento del 12 per cento), avendo la dottoressa Racioppi (ultima concorrente in graduatoria del concorso indetto con D.D. 10 dicembre 1999), con decreto emesso in data 27 maggio 2004, dal predecessore del dottor Papa, dottor Mele, occupato l'ultimo posto della graduatoria (225o);
come sia possibile che, a fronte di una sentenza del Consiglio di Stato che annulla tutto, la dottoressa Licciardello tutt'ora svolga la professione notarile -:
quali sono gli orientamenti del Ministro interrogato sui fatti riferiti in premessa;
se il Ministro sia intenzionato a conformarsi alla decisione definitiva del Consiglio di Stato e ad eseguirla, provvedendo alla revoca immediata della nomina a notaio del soggetto illegittimamente nominato;
se il Ministro ritenga sussista una diretta responsabilità sugli eventuali gravi danni derivati alle parti interessate agli atti illegittimamente rogati dal soggetto di cui si è trattato in premessa, e come intenda intervenire al riguardo.
(4-13379)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

MELIS e TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in riferimento ai corsi di formazione professionale per il conseguimento della CQC (carta di qualificazione del conducente) per trasporto di cose e persone, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con circolare protocollo n. 85349/08.03 del 22 ottobre 2010, ha chiarito che la direttiva europea 2003/59/CE relativa allo svolgimento dell'attività professionale di autotrasporto nell'ambito dei Paesi dell'Unione europea lascia ai Paesi membri due opzioni in ordine al conseguimento della CQC: conseguimento attraverso la frequenza di un corso di formazione iniziale, ordinario o accelerato, al termine del quale deve essere sostenuto un esame; accesso diretto all'esame;
il Ministero a quanto consta compiendo una scelta pressoché unica in Europa, ha scelto di praticare la prima opzione (corso di formazione obbligatorio);
ciò crea una situazione di forte disparità tra i camionisti italiani e quelli degli altri paesi, sottoponendo i primi a un costo supplementare che si aggira mediamente sui 2.500 euro, oltre al tempo necessario (il corso più richiesto è quello da 140 ore, con costi medi appunto sui 2.500 euro interamente a carico degli iscritti al corso);
d'altra parte la scelta per il corso di formazione obbligatorio ha contribuito, forse più della stessa crisi economica, ad una caduta verticale della domanda per patenti professionali, determinando una forte e preoccupante perdita di posti di lavoro in tutto il settore dell'autotrasporto e dell'indotto (le stesse autoscuole, che non si avvantaggiano della formazione obbligatoria per via dei costi elevati) -:
quali siano le ragioni per cui il Ministero abbia scelto il percorso «lungo» e perché abbia ritenuto di differenziarsi in ciò dagli altri Paesi europei;
se non ritenga il Ministro di dover revisionare questa scelta, reintroducendo nel settore l'accesso diretto all'esame, adeguando così la situazione italiana a quella degli altri Paesi dell'Unione europea; o in subordine sospendendo temporaneamente l'obbligatorietà della frequenza dei corsi;
se, in caso di persistenza nell'obbligatorietà dei corsi, il Ministro non ritenga almeno che lo Stato possa partecipare alle spese oggi ad esclusivo carico degli utenti.
(3-01856)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARIANI, BRAGA, MARGIOTTA, GINEFRA, GRASSI, REALACCI, LOSACCO, BELLANOVA, VICO, CAPANO e SERVODIO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è in corso un contenzioso relativo al bando di gara d'appalto bandito per le «opere di completamento della Galleria alternativa alla Galleria Pavoncelli dell'acquedotto Sele-Calore detta Pavoncelli bis» pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Unione europea e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 4 giugno 2011;
il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensione del bando di gara d'appalto bandito il 12 marzo 2010 avanzata dalla società Italiana per Condotte d'Acqua spa, che aveva motivato la richiesta sulla base di presunti diritti rivenienti dal precedente bando di gara, di cui era risultata aggiudicataria, e che aveva determinato un importante conflitto culminato con un lodo arbitrale;
la Galleria Pavoncelli rappresenta un nodo strategico di collegamento dell'acquedotto Pugliese nel raccordo tra Puglia e Campania fondamentale per l'adduzione

d'acqua a favore di tutta la Puglia centrale per 1,4 milioni di persone che in mancanza di quest'opera rimarrebbero a secco;
sono 30 anni che si cerca di costruire la Pavoncelli bis, un nuovo tunnel che sostituisca quello che dai primi del 900 porta in Puglia l'acqua dell'Irpinia e che è stato danneggiato dal terremoto;
data la evidente strategicità dell'opera, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha nominato un commissario straordinario inserendo l'opera nella lista della legge obiettivo dopo il fallimento di due precedenti gare d'appalto che hanno portato l'Acquedotto Pugliese a pagare danni per 21 milioni di euro;
nonostante l'urgenza della definizione dell'appalto e la nomina e l'impegno del commissario straordinario, l'opera a tutt'oggi non è stata ancora iniziata a causa dei contenziosi che comporterebbero una ulteriore spesa da parte del sistema pubblico (circa 40 milioni di euro) senza in alcun modo produrre la esecuzione della galleria ma anzi compromettendo definitivamente la possibilità di avviare i lavori;
la situazione di stallo e il paventato spreco di risorse pubbliche, a fronte dell'ultimo arbitrato in corso ed oggetto di impugnativa, hanno avuto ampio risalto sulla stampa regionale negli ultimi sei mesi e nell'opinione pubblica;
l'assessorato alle opere pubbliche della regione Puglia ed il commissario straordinario hanno segnalato la gravità della situazione alle istituzioni competenti a seguito del deposito del lodo arbitrale nell'aprile 2011 che vedeva pesantemente soccombente l'amministrazione pubblica;
tale vicenda ancora una volta rende evidente che l'utilizzo distorto dell'arbitrato invece di accelerare la realizzazione delle opere rimediando alle lentezze della giustizia civile, danneggia gravemente l'interesse pubblico primario di coniugare il corretto ed efficiente uso delle risorse pubbliche con la efficace e tempestiva realizzazione di opere necessarie per il benessere della comunità;
l'arbitrato vede come presidente del collegio il consigliere di Stato Sergio Santoro, componente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che attualmente ricopre la carica di presidente reggente e come componente del collegio gli avvocati Tedeschini (componente della Camera arbitrale dei contratti pubblici) di Roma e Luigi Volpe di Bari;
il lodo arbitrale ha riconosciuto alle società Condotte, DEC e Faver 38,3 milioni di euro, in più sono state liquidati 3 milioni tra spese legali e consulenze;
risulta che l'Avvocatura dello Stato ritenga che i compensi pretesi dai tre arbitri che si sono autoliquidati una parcella di 1.978.000 euro debbano essere drasticamente ridotti in quanto non congruenti con la normativa vigente;
l'Avvocatura dello Stato ha impugnato il lodo con una memoria di 196 pagine nella quale si chiede tra l'altro di sospenderne l'esecutività;
anche l'assessore alle opere pubbliche della regione Puglia ha parlato di quantità industriali di contraddizioni contenute nel lodo;
sarebbe opportuno comprendere le iniziative assunte dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture a fronte delle notizie concernenti la vicenda, considerato quanto stabilito dall'articolo 6 del Codice dei contratti pubblici che contiene stringenti disposizioni in tema di incompatibilità -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze sia a conoscenza della circostanza esposta e quali iniziative intende assumere alla luce della disciplina sulla riduzione dei compensi;
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti intenda coltivare l'impugnativa;

quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda definitivamente assumere per porre fine ad un così evidente spreco di risorse pubbliche a vantaggio di pochi a danno di investimenti già unanimemente definiti insufficienti per l'ammodernamento delle infrastrutture strategiche fondamentali per lo sviluppo del Paese come quelli destinati all'acquedotto pugliese, il cui ammodernamento ed efficientamento deve procedere per il benessere di milioni di cittadini senza gravare in modo sproporzionato sul sistema tariffario.
(5-05425)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIOVANELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la linea ferroviaria ad alta velocità in Italia copre diverse tratte, tra le quali Milano-Roma-Milano, Milano-Napoli-Milano, Torino-Roma-Torino, Bologna-Firenze-Bologna, Roma-Napoli-Roma, Firenze/Bologna-Malpensa Aeroporto, tutte città che riguardano la «fascia tirrenica» della penisola italiana;
stando a quanto riporta l'agenzia di stampa AgenParl la scorsa settimana è stata diffusa una nota congiunta delle Cna della regione Abruzzo e della regione Marche, in cui si lamentava una «ventilata esclusione delle regioni del medio Adriatico dagli investimenti per l'alta velocità ferroviaria»;
Trenitalia, interpellata dalla stessa agenzia di stampa, ha spiegato che «su quella fascia ferroviaria viaggiano treni di mercato. Quindi, se non vengono stanziati ulteriori investimenti per l'alta velocità, è perché il mercato non lo richiede»;
l'alta velocità parte da Bologna, e le Marche, l'Abruzzo, e la Puglia ne sono tagliate fuori, con conseguenze gravissime per la mobilità delle persone e delle merci;
inoltre, l'assessore ai trasporti della regione Marche, in un'intervista all'AgenParl ha denunciato un taglio del 75 per cento dei fondi per le linee ferroviarie regionali -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione denunciata dalle Cna;
se ed in che modo si intenda intervenire affinché Trenitalia provveda ad un potenziamento della linea ferroviaria che riguarda la fascia adriatica dell'Italia e che non penalizzi la mobilità ordinaria di pendolari e studenti all'interno della regione Marche.
(4-13350)

DI PIETRO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'aeroporto di Taranto-Grottaglie, o aeroporto «Marcello Arlotta», dal 1999, ovvero da quando venne utilizzato per la chiusura di altri scali pugliesi per la guerra del Kosovo, risulta sostanzialmente chiuso al traffico civile;
sono anni che comitati di cittadini, imprenditori e operatori turistici chiedono con forza la riapertura dello scalo in questione, affinché siano realizzati collegamenti regolari con le città di Roma e Milano;
in particolare, il «Movimento Aeroporto di Taranto», da sempre sollecita un interessamento a trecentosessanta gradi di tutte le realtà istituzionali competenti che intendano adoperarsi per la completa riattivazione dello scalo di Taranto e lo sfruttamento commerciale dello stesso, per gli indubbi benefici che ne conseguirebbero in termini di sviluppo economico ed occupazionale;
per quanto risulta all'interrogante, Aeroporti di Puglia spa (ADP), società concessionaria fino al 2043 di tutti gli aeroporti pugliesi, sembrerebbe dimostrare un'ingiustificabile ritrosia nel promuovere lo sviluppo e la piena funzionalità

dell'aeroporto di Taranto e comunque ad assumere ogni qual tipo di decisione in tal senso;
lo «Studio per lo sviluppo della rete aeroportuale nazionale» elaborato da One Works, KPMG e Nomisma per il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e l'Enac (Ente nazionale per l'aviazione civile) stima che l'aeroporto di Taranto ricopra un bacino di utenza territoriale che si estende per ben 12.800 chilometri quadrati e che risulti raggiungibile in soli 90 minuti da più di 3 milioni di passeggeri potenziali;
l'aeroporto in questione è registrato come aeroporto civile nazionale e comunitario;
tale aeroporto, peraltro, vanta la presenza della pista aerea più lunga della Puglia, con i suoi 3,2 chilometri di lunghezza, risultando particolarmente idonea ad accogliere l'atterraggio di velivoli di grandi dimensioni -:
se e quali iniziative per quanto di competenza, intenda assumere il Governo alla luce di quanto descritto in premessa, al fine di garantire in tempi celeri, la completa riapertura dell'aeroporto Taranto-Grottaglie, o aeroporto «Marcello Arlotta», al traffico civile e commerciale alla stessa stregua di quanto accade negli altri aeroporti della regione Puglia.
(4-13351)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
alla luce delle oggettive difficoltà da parte di numerosi operatori del settore ad adeguarsi a quanto disposto dalla direttiva 2010/48/UE, con la quale s'impone l'uso di ponti sollevatori o fosse di ispezione nelle operazioni di revisione effettuate in forza della legge n. 870 del 1986, se non si ritenga possibile in alternativa l'utilizzo di sistemi di visione indiretta, o in subordine se non si intenda prorogare al 31 dicembre 2013 il termine di decorrenza per l'utilizzo dei detti ponti sollevatori e/o delle fosse d'ispezione.
(4-13354)

BITONCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nonostante i numerosi interventi normativi attuati in materia assicurativa e finalizzati principalmente, attraverso la creazione di strumenti atti a favorire la liberalizzazione, ad una riduzione dei costi dei premi assicurativi delle polizze di responsabilità civile, oggi giorno questi ultimi sono ancora molto elevati ed anzi, hanno evidenziato elevati rincari negli ultimi anni;
in Italia è stimato che vi siano circa 3 milioni di autoveicoli privi di regolare polizza di responsabilità civile e che, secondo le società assicurative, questa è una delle principali motivazioni che induce gli stessi appartenenti al settore ad applicare prezzi e tariffe più elevate;
l'elevato numero di autoveicoli non assicurati ha delle ripercussioni, oltre che sui costi dei premi assicurativi per gli utenti finali, anche sulla tutela delle persone vittime di incidenti provocati da persone non assicurate e, conseguentemente, sui bilanci della pubblica amministrazione, gravati sia dal mancato introito derivante dal fenomeno elusivo che dai maggiori costi sociali provati proprio dagli incidenti causati dai mezzi non coperti da polizza assicurativa;
la provincia di Padova ha recentemente predisposto una mozione allo scopo di sensibilizzare il Governo e i diversi livelli delle amministrazioni pubbliche alla predisposizione di una banca dati delle persone assicurate, così da avere una situazione aggiornata sulla copertura assicurativa dei mezzi in circolazione e iscritti nei registri automobilistici, e un sistema di monitoraggio, sul modello del Telepass, in

grado di verificare in tempo reale la regolarità del contrassegno assicurativo -:
quali orientamenti intenda esprimere sulla questione esposta e se non ritenga opportuno, in ragione della importanza della stessa, assumere iniziative nell'ambito delle proprie competenze allo scopo di pervenire entro breve ad una soluzione della problematica descritta in premessa.
(4-13355)

META. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 24 luglio 2011 è avvenuto un incendio alla sala controllo e alla cabina elettrica, ove si dispongono i comandi per la circolazione dei treni e gli incroci in servizio alla stazione di Roma Tiburtina, importante nodo ferroviario sia per i treni a lunga percorrenza che per il trasporto dei pendolari. Si tratta di decine di migliaia di persone, lavoratrici e lavoratori, studenti, cittadini che si spostano da e per Roma, che stanno subendo disagi indicibili;
malgrado le assicurazioni fornite dal sindaco di Roma, «ci vorrà almeno un mese» aveva detto poco dopo l'incendio e gli impegni assunti dall'assessore ai trasporti della regione Lazio che aveva proposto di far giungere tutti i treni della Fr 2 a Roma Termini, proposta che ha registrato il disaccordo dell'azienda di trasporto perché avrebbe congestionato la stazione di Roma Termini, sono trascorsi due mesi senza che siano stati attivati i necessari e doverosi accorgimenti tanto che i disagi dei pendolari proseguono e provocano reazioni sempre più estese come dimostrano i seguenti episodi che riguardano principalmente i servizi di collegamento nel tratto Roma-Tivoli dirottati non su Roma Termini ma su Roma Prenestina. Dalla stazione di Prenestina l'ATAC ha predisposto un servizio navetta su strada fino a Roma Tiburtina con un tempo medio di percorrenza di 30 minuti, e punte di 50 minuti, provocando spesso ritardi sul lavoro. La situazione è veramente grave e disarmante. Ciò accade sia se si prende la navetta da Roma Prenestina che porta gli utenti alla stazione Tiburtina, sia se si scende alle fermate Palmiro Togliatti o Serenissima per poi raggiungere con mezzi Atac (stracolmi di persone che vanno al lavoro e di studenti che vanno a scuola) la stazione della metropolitana a Ponte Mammolo o Monti Tiburtini, sia se dalla stazione Prenestina si raggiunge a piedi la via Prenestina per prendere il tram che porta a Termini, scelta questa che può comportare un tempo di percorrenza dai 40 ai 50 minuti per raggiungere Termini;
si citano alcuni esempi concreti, resi noti dal Comitato utenti Roma-Tivoli: un utente ha dichiarato che ha provato tutte le alternative per recarsi al lavoro, l'ultima il 22 settembre, salendo sul treno n. 24011 delle 7,21 da Bagni di Tivoli pervenuto con 50 minuti di ritardo, disceso a Palmiro Togliatti è salito sul bus ATAC, proseguendo poi in metro da Ponte Mammolo fino a Termini. Infine è salito su un altro autobus ed è giunto al lavoro con un ritardo di oltre 90 minuti. «Tutte le mattine - ha dichiarato - si arriva tardi, e inutili sono valsi tutti i tentativi di percorsi diversi e/o alternativi. Non si riesce mai ad arrivare in orario». Il treno diretto n. 2371 proveniente da Sulmona con destinazione Termini ferma a Bagni di Tivoli alle 8.23 ed è già affollato di viaggiatori tanto che molti utenti rimangono sulla banchina. Quando il convoglio giunge a Lunghezza si verificano liti giornaliere tra i viaggiatori che non riescono a salire e il personale ferroviario. Infatti in data 20 settembre nella prima carrozza è scaturita una rissa e sono dovuti intervenire i carabinieri già presenti in stazione. Si tratta di un convoglio usato sia dai viaggiatori del treno n. 24015, Mandela Sambuci-Roma ora soppresso, sia dai viaggiatori del treno n. 24017 delle 8.43 da Bagni di Tivoli con arrivo a Prenestina. Inoltre, nella fascia oraria 7.41-8.23, non ci sono treni da Bagni di Tivoli verso Roma né è stata accolta la proposta del Comitato utenti di far giungere a Termini il treno n. 24013 delle 7.41, riducendo così i tempi

di percorrenza per raggiungere il centro e facendo sì che i trasbordi di migliaia di viaggiatori siano inferiori;
il protrarsi di questi ed altri numerosi episodi sta allontanando gli utenti del trasporto pubblico locale provocando il ritorno all'uso dell'automobile che come conseguenza ha il congestionamento ulteriore di strade quali la Tiburtina, la Collatina, la Prenestina e l'autostrada A24;
in sostanza da due mesi decine di migliaia di persone stanno subendo una vera e propria odissea -:
se sia a conoscenza dei fatti suesposti e se e come intenda intervenire per il ripristino dell'operatività della stazione Tiburtina, per ridurre i disagi dei cittadini e per migliorare il servizio di trasporto delle persone, diritto costituzionalmente tutelato.
(4-13364)

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

EVANGELISTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
durante tutta l'estate si sono verificati, nella nota e frequentata Marina di Torre del Lago in Toscana, una serie di episodi di violenza nei pressi di locali maggiormente frequentati della cosiddetta «Friendly Versilia», episodi che gli imprenditori, raccolti nell'omonimo consorzio, hanno puntualmente segnalato alle forze dell'ordine, in ultimo in un incontro che hanno richiesto ed ottenuto con urgenza in prefettura a Lucca ai primi di settembre;
a seguito di un grave episodio di criminalità nella notte tra il 17 e il 18 settembre, il questore di Lucca ha deciso di chiudere per 15 giorni i locali Mamamia e Stupida mentre il comune ha deciso di emettere un'ordinanza di chiusura alle 2 di tutti gli esercizi;
la comunità Lgbt (lesbica, gay, bisessuale e transessuale), che a Torre del Lago ha uno degli epicentri della sua vita estiva, è insorta avverso tale decisione in quanto ritenuta troppo repressiva, inutile e dannosa e che rischia di aggirare il problema senza risolverlo e soprattutto non colpendo chi commette reati ma tutti gli altri;
da tempo, infatti, i gestori dei locali della Marina di Torre del Lago hanno segnalato la difficoltà di mantenere l'ordine pubblico (che non deve significare proibire le danze, spegnere la musica e fermare la somministrazione di bevande) e offerto la piena disponibilità a collaborare per eliminare il problema, senza però ottenere alcuna risposta concreta;
a pagare il prezzo di queste chiusure sono infatti tutti coloro che chiedono il diritto di divertirsi serenamente a Torre del Lago. Insieme a loro sono fortemente penalizzati i gestori dei locali che hanno dato vita a una meta turistica che attira turisti da tutto il mondo;
la chiusura dei locali, quale misura di prevenzione di illeciti che avverrebbero nella zona, ha avuto come risultato quello di scoraggiare l'aggregazione delle persone;
il problema non appare certamente riconducibile alla movida gay e ai locali del lungomare (che sono invece il bersaglio), quanto piuttosto a una vera e propria guerra tra bande dei locali «cartelli della droga»;
a riprova di questo, nella notte tra il 24 ed il 25 settembre, a locali chiusi per le ordinanze del questore e del sindaco e con pochissimi avventori sulla Marina, un giornalista e un cameramen di una tv locale sono stati assaliti da otto extracomunitari, riportando ferite e vedendo distrutta la loro telecamera;
i cinque locali più in voga sulla Marina di Torre del Lago asseriscono di aver ricevuto durante l'estate ben sessanta

controlli da parte degli organi di polizia, a fronte di una sola retata a danno dei numerosi venditori abusivi presenti in zona e degli spacciatori;
nell'ordinanza di chiusura dei locali Mamamia e Stupida del questore di Lucca si legge che v'è un «rapporto causa-effetto tra gli eventi criminosi» ed i locali, che la «modalità di esercizio dell'intrattenimento danzante [...] viene utilizzata anche allo scopo di eludere la responsabilità dei gestori per gli episodi illeciti che si verificano nelle immediate adiacenze» dei locali ed inoltre che i suddetti locali «possano considerarsi di particolare interesse per pregiudicati, spacciatori e tossicodipendenti» -:
se sia a conoscenza delle problematiche esposte in premessa;
se condivida quanto asserito dal questore nell'ordinanza di sospensione delle licenze dei locali Mamamia e Stupida e se tali affermazioni siano suffragate da prove;
se non ritenga necessario nell'immediato rafforzare la presenza delle forze dell'ordine per un più efficace controllo del territorio;
se non ritenga di favorire l'apertura presso il Ministero dell'interno di un tavolo che porti a una soluzione condivisa e razionale rispetto a quanto da tempo accade in Versilia e per un intervento rapido potrebbe portare a una soluzione che punisca i delinquenti e che garantisca a turisti (e non) il diritto al divertimento, con le importanti ricadute economiche sulla Versilia.
(4-13349)

PALADINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale 16 aprile 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie Generale n. 174 del 29 luglio 2009, reca «Riconoscimento dell'equipollenza dei titoli conseguiti al termine dei corsi di formazione generale professionale e di perfezionamento frequentati dagli arruolati e dai sottoufficiali e quelli rilasciati dagli Istituti professionali, anche ai fini dell'ammissione agli esami di Stato conclusivi dei corsi di istruzione secondaria di secondo grado»;
in funzione di tale decreto al personale in servizio presso l'Esercito italiano, la Marina militare, l'Aeronautica, i Carabinieri e della Guardia di finanza, alla luce del corso di formazione professionale e perfezionamento frequentato presso le amministrazioni di appartenenza, sono stati riconosciuti titoli di istruzione secondaria equipollenti secondo la tabella allegata al predetto decreto ministeriale;
siffatta previsione determina nei confronti del prefato personale un vantaggio atteso che, stante il titolo di studio attribuito, potrà accedere a concorsi interni che prevedono dei titoli di studio specifici;
il beneficio in argomento non è stato parimenti esteso al personale in servizio presso la polizia di Stato sebbene quest'ultimo prima di essere immesso nei ruoli deve frequentare il relativo corso di formazione professionale al cui termine viene sottoposto ad esame finale;
appare palese la discriminazione che posta in essere tra gli appartenenti alle forze dell'ordine stante la mancata concessione del beneficio in argomento al personale della polizia di Stato e delle altre forze di polizia ad ordinamento civile;
vari interventi e sollecitazioni sono stati esercitati nei confronti dei competenti uffici del Ministero dall'organizzazione sindacale UGL - polizia di Stato a dire della quale la questione oggetto della presente trattazione assume notevole rilevanza ai fini della possibilità per il personale della polizia di Stato di accedere ai concorsi interni e pubblici che prevedono quale requisito essenziale il possesso di un titolo di studio specifico;
la predetta sigla sindacale sostiene che, laddove la concessione in argomento non avvenga in tempi brevi si configurerà un danno per perdita di chance nei confronti

dei poliziotti e che, pertanto, intende adire i giudici amministrativi -:
quali urgenti iniziative il Ministro intenda assumere rispetto alle citate problematiche e, in particolare, di dare atto delle ragioni per cui non siano stati ancora riconosciuti i benefici citati in premessa anche appartenenti della polizia di Stato.
(4-13359)

PALADINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226, ha stabilito che «a decorrere dal 1o gennaio 2006 e fino al 31 dicembre 2020, in deroga a quanto previsto dall'articolo 18, comma 1, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, per il reclutamento del personale nelle carriere iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare e del Corpo militare della Croce Rossa, i posti messi annualmente a concorso, determinati sulla base di una programmandone quinquennale scorrevole predisposta annualmente da ciascuna delle amministrazioni interessate e trasmessa entro il 30 settembre al Ministero della difesa, sono riservati ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale, di cui al capo II della presente legge, in servizio o in congedo, in possesso dei requisiti previsti dai rispettivi ordinamenti per l'accesso alle predette carriere»;
il Ministero dell'interno, con decreto ministeriale 30 ottobre 2006, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 94 del 12 dicembre 2006 - 4a Serie speciale ha indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per il reclutamento di 1507 allievi agenti della polizia di Stato riservato ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale, in servizio o in congedo determinando una prima aliquota, pari a 976 candidati, che sarebbero stati immediatamente immessi nei ruoli ed una seconda aliquota di 531 candidati vincitori, la cui assunzione sarebbe stata condizionata all'espletamento della ferma quadriennale nelle Forze armate;
il citato dicastero, con successivo decreto del 21 novembre 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - 4a Serie speciale - «Concorsi ed esami» del 28 novembre 2008, n. 93, ha indetto una nuova procedura concorsuale per l'assunzione di 907 allievi agenti con le modalità di cui sopra, nuovamente determinandosi ad individuare una prima aliquota (pari a 499 candidati) da immettere immediatamente nei ruoli della polizia di Stato ed una seconda aliquota (di 408 vincitori) il cui incorporamento nei predetti ruoli è condizionato all'espletamento della ferma quadriennale nelle Forze armate;
con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 ottobre 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 dicembre 2009, n. 288, il Ministero dell'interno è stato autorizzato ad assumere, a tempo indeterminato, personale per rimpinguare i ruoli della polizia di Stato;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 novembre 2009, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 2010, n. 37, il suddetto dicastero è stato autorizzato ad ulteriori assunzioni, a tempo indeterminato, per l'amministrazione della pubblica sicurezza;
con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 settembre 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 novembre 2010, n. 264, è stata autorizzata l'assunzione di personale per le esigenze dell'Arma dei carabinieri e della polizia di Stato;
vi sono 939 vincitori di concorso pubblico, idonei al servizio di polizia ed attualmente in servizio nella loro qualità di volontari in ferma prefissata quadriennale nelle Forze armate;
dai dati sopraesposti emerge con chiarezza che il Ministero dell'interno potrebbe rimpinguare i ruoli della polizia di Stato mediante l'immediato impiego dei

939 volontari in ferma prefissata quadriennale che risultano essere in possesso di tutti i requisiti per l'accesso ai predetti ruoli stante le valutazioni culturali, di efficienza fisica, psico-fisica ed attitudinale effettuate dalle competenti Commissioni nominate con decreti del Capo della polizia - direttore generale della pubblica sicurezza -:
quali iniziative il Ministro interrogato abbia assunto od intenda assumere in conformità ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri indicati in premessa.
(4-13361)

PALADINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il personale della pubblica sicurezza, in servizio a Lampedusa per l'emergenza immigrazione, vive una situazione igienico-sanitaria quanto mai rischiosa in quanto avvicina e sostiene gli immigrati ancor prima che questi vengano sottoposti a visita medica;
varie sono le patologie ricorrenti fra gli operatori; fra queste, casi di varicella e morbillo con forti febbri, qualche caso di positività alla tubercolina, casi di parassitosi e pediculosi;
il personale viene inviato, prima di partire per Lampedusa, al servizio sanitario pubblico per la profilassi sanitaria dove si richiedono varie vaccinazioni; vengono così somministrate le vaccinazioni antitetanica, antimeningococcicca, antiepatite A+B; al momento non viene effettuata l'antitubercolare né, a quanto risulta, l'antivaricella e la vaccinazione per il morbillo/rosalia;
per il personale operante sono necessarie sia la prevenzione che un'adeguata informazione, affinché l'adozione di corretti comportamenti possa eludere una probabile contaminazione;
appare utile sottoporsi ad un'adeguata profilassi sanitaria effettuando tutte le vaccinazioni specifiche per le patologie più diffuse presso le popolazioni di migranti -:
se, i Ministriinterrogati non ritengano urgente attivare presso il personale di pubblica sicurezza specifiche misure di prevenzione, in special modo per le patologie più diffuse, per quelle emergenti e per l'evenienza tubercolosi;
se sia stata fornita un'adeguata informazione al personale interessato in merito al livello di rischio connesso all'esposizione;
se, si possa estendere la prevenzione a tutti gli operatori impegnati in così delicati compiti sia che operino presso uffici e centri sia che siano dediti solo occasionalmente ad accompagnamento o vigilanza.
(4-13362)

MARINELLO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la situazione economica del Paese è particolarmente grave e ha portato il Governo ad un intervento incisivo con l'ultima manovra che ha colpito tutte le categorie compresi coloro che si occupano della sicurezza sul nostro territorio;
anche il Corpo dei vigili del fuoco risulta colpita duramente dai tagli apportati dall'ultimo intervento dello Stato in materia di finanza pubblica tanto da rendere non sempre agevole lo svolgimento del loro compito essenziale di assicurare il soccorso;
i tagli effettuati dal decreto-legge n. 138 del 2011 incidono sulla manutenzione dei mezzi e delle sedi di servizio, sull'acquisto carburanti e delle attrezzature e quindi sull'efficienza del soccorso prestato;
si è cercato di supplire con i vigili del fuoco discontinui alle carenze di organico creando effettivamente un incremento dei costi di addestramento e formazione -:
come il Governo intenda intervenire per evitare la creazione di nuovo precariato,

per equiparare vigili del fuoco e altre forze di polizia dal punto di vista del trattamento economico e pensionistico, per provvedere al pagamento degli arretrati dovuti ai vigili del fuoco per le calamità (L'Aquila, Veneto, Messina) e per rilanciare in maniera organica le politiche sulla sicurezza a livello nazionale.
(4-13363)

SCILIPOTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la famiglia Sairu, abitante in Terra Segada, località del comune di Carbonia (provincia di Carbonia-Iglesias), è proprietaria di un casolare di 360 metri quadrati circa e di un appezzamento di terreno di 113 ettari. La casa e il terreno hanno un valore reale di circa 1 milione e mezzo di euro; per motivi legati a problemi economici, la casa e il terreno sono finiti all'asta e aggiudicati per un controvalore di 153.000 euro; sembrerebbe che, per procedere allo sfratto, siano stati utilizzati oltre 200 poliziotti, 2 elicotteri e altri mezzi; detti uomini e mezzi avrebbero circondato 10 chilometri quadrati del territorio, impedendo a chiunque, giornalisti compresi, di avvicinarsi, e contemporaneamente impedendo l'esercizio del normale diritto di cronaca;
sembrerebbe comunque insolita, se assodata, l'eventuale enorme presenza di uomini e mezzi, vista la continua propaganda di assenza di mezzi economici che impediscono alle forze dell'ordine l'acquisto del carburante per le auto e la presenza di sufficienti uomini per operare nei casi gravi contro la malavita organizzata;
si vuole tuttavia sottolineare che la famiglia in questione ha numerosi problemi, non ultimo quello di trovare una eventuale sistemazione, che ricadrà a carico dello Stato;
sembra che ci sia anche una indagine della Guardia finanza su presunti interessi usurari praticati da istituti di credito a danno della famiglia Sairu -:
se quanto riportato in premessa corrisponda al vero;
se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato ritenga di dover mettere tempestivamente in atto, al fine di garantire la tutela dei diritti alla casa di abitazione, anche in presenza di una proposta di legge a titolo «impignorabilità della prima casa», che propone la modifica dei corrispondenti articoli del codice civile, di procedura civile e in leggi inerenti, a tutela di chi, sottoposto a pignoramento della prima ed unica casa, si ritrovasse, assieme alla propria famiglia, dall'oggi al domani, vittima di ulteriori difficoltà che potrebbero pericolosamente aggravare lo stato di vita civile e decorosa, già pesantemente compromesso da situazioni economiche di varia natura.
(4-13370)

MURER. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco rappresenta un insostituibile punto di riferimento per la popolazione e per le istituzioni; esso è un elemento fondamentale dello Stato per gli interventi in caso di calamità o altre necessità e su di esso si incentra e ruota l'intero sistema di soccorso tecnico urgente del Paese, a garanzia di sicurezza di tutti i cittadini;
ai vigili del fuoco non viene corrisposto un trattamento pari a quello degli altri corpi dello Stato, preposti alle medesime funzioni; essi, infatti, rischiano la vita come i colleghi delle forze di polizia, ma con una retribuzione e un quadro dei diritti inferiore; non hanno le maggiorazioni, ai fini pensionistici, previste per le forze armate e di polizia; c'è un sistema di avanzamenti professionali congelato da anni unitamente ad una sempre maggiore carenza di organico;
la pianta organica attuale conta 32.000 unità; essa però è comprensiva del personale tecnico ed amministrativo che non partecipa alle operazioni di soccorso: solamente 26.000 sono, infatti, gli operatori preposti al soccorso, suddivisi in 4 turni,

per coprire il servizio delle 48 ore; entro la fine del 2011, se si procederà con l'attuale normativa che blocca il, seppur parziale, ripristino del turn over, ci saranno 5 mila uomini in meno. Un organico nettamente sotto la media europea che prevede un vigile del fuoco professionista ogni 1.500 abitanti (la media italiana è di 1/2.500);
per tamponare la carenza di personale, si fa ricorso ai cosiddetti vigili volontari, che rappresentano una forma di precariato sostanziale, con circa 4 mila arruolati l'anno e una spesa annuale di 100 milioni di euro;
l'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, ha bloccato automatismi stipendiali e avanzamenti di carriera si applica a tutto il pubblico impiego, compreso il personale del comparto sicurezza e difesa e quello di vigili del fuoco e soccorso pubblico;
i sindacati del Corpo dei vigili del fuoco lamentano, oltre alla carenza di organico e al blocco delle retribuzioni, anche un cronico ritardo nel pagamento degli straordinari e delle indennità aggiuntive per gli interventi straordinari compiuti su luoghi del disastro come il terremoto dell'Aquila, l'alluvione veneta, i crolli in provincia di Messina -:
se e come il Ministro interrogato intenda procedere per porre il Corpo nazionale dei vigili del fuoco in piena efficienza, al fine di migliorare la risposta in termini di sicurezza dei cittadini;
come intenda intervenire, a fronte della grave situazione denunciata in premessa, per rispondere alle legittime aspettative dei vigili del fuoco, garantendo loro risorse umane necessarie ed economiche per lo svolgimento del ruolo ad essi affidato a protezione della incolumità di tutti; se il Governo intenda promuovere una revisione della normativa sugli automatismi salariali e di quella sui volontari, al fine di indirizzare le risorse per assunzioni stabili e non per il precariato; se, e come, il Governo intenda attivarsi in merito alle problematiche elencate in premessa.
(4-13373)

LARATTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 28 giugno 2011 il prefetto di Cosenza proponeva lo scioglimento del consiglio comunale di San Sosti, comune della provincia di Cosenza, a causa della dichiarata decadenza del sindaco Michele Sirimarco, eletto nelle consultazioni del 6-7 giugno 2011;
il tribunale di Castrovillari, infatti, aveva già decretato, in data 12 marzo 2010, la decadenza del sindaco di San Sosti per la sussistenza di una causa di incompatibilità;
ma in seguito al pronunciamento del tribunale, si sono verificate contrastanti vicende legate alla regolarità delle nomina del vicesindaco chiamato a svolgere le funzioni del sindaco decaduto, con diversi pronunciamenti delle autorità giurisdizionali competenti, che hanno provocato ritardi gravi e causato danni notevoli alla vita democratica a al funzionamento delle istituzioni locali;
in ogni caso, in seguito alla sentenza della Corte di cassazione si configuravano i presupposti per procedere alla nomina di un Commissario prefettizio, per come richiesto dal prefetto di Cosenza;
da oltre un anno e mezzo, la città di San Sosti vive una vicenda intricata e paradossale, che sta provocando danni molto gravi alla vita democratica e al regolare svolgimento delle attività amministrative del comune, con profondi guasti al tessuto economico e sociale, tali da condizionare negativamente tutte le possibilità di crescita, di sviluppo e di investimenti per quella realtà -:
per quali motivi il Governo, nello specifico il Ministero dell'interno, non abbia ancora proceduto ad attivare e definire

gli atti di competenza per come richiesto dal prefetto di Cosenza in data 28 giugno 2011;
se sussistano motivazioni specifiche che impediscono l'accoglimento della proposta della prefettura di Cosenza a distanza di ormai di oltre mesi.
(4-13375)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DE CAMILLIS. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 1 dell'articolo 19 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011 dispone che i commissari straordinari di ANSAS avviano un programma straordinario di reclutamento da concludere entro il 31 agosto 2012, realizzato nel limite della dotazione organica, nonché entro il limite dell'80 per cento delle proprie entrate correnti complessive;
la decorrenza giuridica ed economica delle assunzioni è fissata al 1o settembre 2012, data nella quale il personale comandato presso l'ANSAS rientra in servizio nelle istituzioni scolastiche;
dalla stessa data l'ANSAS è soppresso ed è ripristinato l'INDIRE, che assume la natura di ente di ricerca con autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale, amministrativa e regolamentare, si articola in 3 nuclei territoriali e si raccorda con le regioni;
si ricorda che l'ANSAS fu istituita con legge finanziaria per il 2007, al fine di assumere i compiti di aggiornamento, ricerca e documentazione espletati dagli istituti regionali di ricerca educativa (IRRE) e dall'istituto nazionale di documentazione e ricerca educativa (INDIRE), contestualmente soppressi;
con tale norma si precisa che, a fronte di attuali 306 unità comandate presso l'ANSAS, potranno essere assunte, al fine del rispetto del limite percentuale sopra indicato, 144 unità;
considerata l'elevata professionalità acquisita dal personale ANSAS/INDIRE, e considerato inoltre che in alcune regioni non ci sono strutture alternative con tali competenze e quindi in grado di erogare attività di ricerca e formazione per i docenti, sarebbe opportuno conservare l'operatività dei nuclei regionali anche inserendoli nelle strutture delle direzioni regionali scolastiche, ovvero valutare un miglior collocamento degli attuali nuclei ANSAS al fine di comportare un risparmio di spesa di gestione e la possibilità di mantenere effettivamente il raccordo con le regioni -:
se intendano adottare ogni opportuna iniziativa normativa al fine di allocare gli attuali nuclei ANSAS con il personale ivi comandato, attualmente in servizio, presso gli uffici scolastici regionali, stabilizzandoli secondo la vigente normativa della pubblica amministrazione.
(5-05409)

DE PASQUALE e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la situazione dell'edilizia scolastica nel nostro Paese è talmente grave che oltre il 50 per cento dei 42 mila edifici in cui vivono milioni di studenti e di operatori scolastici non sarebbe a norma e diecimila di essi dovrebbero addirittura essere abbattuti;
alle circostanziate interrogazioni di esponenti del Partito democratico (a titolo di esempio si cita Mariani 5-02369, sullo stato dei tre programmi stralcio del piano straordinario di messa in sicurezza degli edifici adottato con la legge finanziaria per

il 2003 e Ghizzoni 5-03592 sul piano straordinario di interventi per 358 milioni approvato dal CIPE nel maggio 2010 a valere sui 1.000 milioni di euro provenienti dai FAS, come deliberati dal CIPE medesimo nel marzo del 2009), sono finora giunte risposte secondo gli interroganti lacunose e che non chiariscono il complessivo quadro di riferimento e lo stato di attuazione delle misure previste dalla legislazione vigente;
a ciò si aggiunge il silenzio imbarazzante che finora ha avvolto l'effettivo funzionamento dell'anagrafe dell'edilizia scolastica, che dovrebbe essere lo strumento principe di ogni iniziativa programmatoria, ma che a distanza di un quindicennio dal suo avvio non è ancora pienamente realizzata;
per fare chiarezza sull'insieme dei problemi accennati, non è finora risultata sufficiente l'attività di sindacato ispettivo ed è quindi sembrato indispensabile proporre alla Camera dei deputati (Doc. XXII, n. 23) un'accurata indagine parlamentare da realizzare con la costituzione di una apposita Commissione d'inchiesta, in grado di mettere a nudo le difficoltà di programmazione dei finanziamenti da stanziare, la capacità di spesa dei soggetti coinvolti, il monitoraggio sui risultati ottenuti;
in attesa di tale accurata indagine si intende comunque sollecitare i Ministri responsabili a chiarire almeno lo stato di attuazione del primo programma stralcio che riguarda la spesa di 358,422 milioni avviato dal CIPE con la deliberazione del 13 maggio 2010, n. 32, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 215 del 14 settembre 2010 (- s.o. n. 216); la suddetta delibera prevede, fra l'altro che:
a) il finanziamento sarà erogato secondo modalità temporali compatibili con i vincoli di finanza pubblica correlati all'utilizzo delle risorse FAS;
b) gli enti proprietari degli edifici scolastici debbano sottoscrivere un'apposita convenzione con il Ministero delle infrastrutture;
c) entro sessanta giorni dalla stipula della medesima Convenzione (articolo 6) dovrà essere erogato il primo acconto del 45 per cento sul relativo finanziamento;
analogamente, sempre in attesa di tale accurata indagine, la cui realizzazione dovrebbe interessare anche il Ministro interrogato stante la difficoltà di comunicazione su tali materie segnalata anche dalla delibera del CIPE n. 15 del 13 maggio 2010, si ricorda che con la circolare congiunta Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca-Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 15 giugno 2010 (n. prot. AOODGAI/7667), nell'ambito della programmazione 2007-2013 del Fondo europeo di sviluppo regionale, è stato divulgato l'avviso per la presentazione dei piani di intervento finalizzati alla riqualificazione degli edifici scolastici pubblici in relazione all'efficienza energetica, alla messa a norma degli impianti, all'abbattimento delle barriere architettoniche, alla dotazione di impianti sportivi e al miglioramento dell'attrattività degli spazi scolastici (226 milioni), quattro regioni avrebbero dovuto essere beneficiarie del Programma, secondo il seguente schema orientativo:

Regioni Percentuale allocata FESR Asse II Finanziamento per regione (euro)
Calabria (14,29%) 31.438.000
Campania (29,57%) 65.054.000
Puglia (24,14 %) 53.108.000
Sicilia (32,00%) 70.400.000;

tale progetto, nel novembre 2010, è stato successivamente inserito nel cosiddetto Piano per il sud, di esso non fa invece menzione il documento di economia e finanza 2011-14, che pure si intrattiene largamente sui Fondi strutturali europei -:
quante Convenzioni risultino finora stipulate, regione per regione rispetto al I piano stralcio;

a quanto ammontino a tutt'oggi gli acconti (45 per cento dell'importo complessivo di ciascun intervento) erogati ai sensi dell'articolo 6 entro i 60 giorni dall'avvenuta stipula delle medesime convenzioni per I piano stralcio;
quale sia lo stato di operatività dell'anagrafe per l'edilizia scolastica e quando l'accesso ai dati in essa contenuti potrà essere consentito alle regioni, agli enti locali e alle commissioni parlamentari competenti;
se non si intenda rendere disponibile sul sito dei Ministeri interessati la presentazione aggiornata dello stato di avanzamento del finanziamento e della realizzazione dei singoli progetti che costituiscono il primo programma stralcio;
se non si intenda richiedere alle regioni e agli enti locali, ai sensi dell'articolo 4 della legge n. 23 del 1996, di predisporre il piano di interventi da realizzare con i 426 milioni del Fondo delle infrastrutture che devono ancora essere impiegati;
quando saranno disponibili i 226 milioni della Programmazione 2007-2013 del Fondo europeo di sviluppo regionale e se la relativa erogazione potrà realizzarsi entro l'anno 2013;
quali siano gli stanziamenti finora destinati all'edilizia scolastica in attuazione dell'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, così come modificato dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 221, che prevede la vendita dei beni confiscati alla criminalità.
(5-05413)

DE TORRE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la normativa sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità, rafforzata dalla Convenzione ONU ratificata con legge n. 18 del 2009, richiede un costante monitoraggio sulla qualità della stessa;
di conseguenza il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dal 1992, data dell'entrata in vigore della legge n. 104 del 1992, ha sempre provveduto a pubblicare annualmente una relazione comprendente anche i dati numerici sul numero degli alunni certificati, dei posti dei docenti per il sostegno, del numero delle classi frequentate da alunni con disabilità, del numero complessivo di alunni presenti in tali classi e del numero di alunni con disabilità presenti nelle stesse classi;
negli ultimi due anni, però, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca non ha più pubblicato tali dati, permettendo così che i mezzi di comunicazione di massa fornissero dati non sempre provenienti da fonti certe, creando una grande confusione presso l'opinione pubblica e sollevando le legittime lamentele delle associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie -:
quali siano i dati aggiornati globali nazionali, regionali e distinti per grado di scuole, infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, relativi al numero degli alunni certificati, dei posti dei docenti per il sostegno, del numero delle classi frequentate da alunni con disabilità, del numero complessivo di alunni presenti in tali classi e del numero di alunni con disabilità presenti nelle stesse classi;
quante siano le classi con alunni con disabilità composte da 21 studenti e quante da 22, in difformità da quanto previsto dagli articoli 5, comma 2, e 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009; quante classi siano composte tra i 23 e i 25 alunni; quante hanno più di 25 e sino a 30 alunni; quante hanno più di 30 alunni;
quale sia il numero di classi che hanno 2 alunni con disabilità, quante siano le classi con 3 alunni, quante con 4, quante con più di 4.
(5-05415)

Interrogazioni a risposta scritta:

STUCCHI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il prezzo dei pasti consumati presso la mensa scolastica dell'Istituto comprensivo A. Lorenzetti del comune di Sovicille (Siena) - scuola dell'infanzia, primaria, secondaria I grado - secondo dati pubblici facilmente reperibili, risulta superiore alla media regionale e a quanto pagato nelle mense degli istituti scolastici di tutti i comuni limitrofi;
il prezzo della mensa è stato aumentato successivamente alla formale iscrizione degli alunni al nuovo anno scolastico;
non sussiste alcun divieto da parte della AUSL7 e nel regolamento interno dell'Istituto di portare e consumare pasti provenienti dall'esterno;
sembra che i bambini dell'istituto Lorenzetti siano, invece, stati obbligati a fruire del pasto offerto dalla mensa;
in un periodo di crisi le famiglie si trovano in precarie condizioni economiche, e qualunque aumento di spesa grava sul loro fragile bilancio -:
se il Ministro intenda verificare i fatti con sollecitudine, e qualora risultassero veri, quali iniziative intenda intraprendere affinché vengano rispettate le norme vigenti, a tutela della famiglie coinvolte e dei minori che frequentano l'istituto Lorenzetti.
(4-13358)

MARIO PEPE (Misto-R-A). - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
come ormai consuetudine sulle strade che attraversano gli Alburni (Salerno) anche le piogge che presentano carattere di moderata intensità e durata sono in grado di produrre guasti al sistema viario e disagi rilevanti all'utenza locale; quest'anno in particolare la situazione è stata aggravata dagli incendi estivi;
il maltempo dei giorni 18-19 settembre ha causato una frana sulla strada statale 166 «degli Alburni» che è stata chiusa al traffico nel tratto compreso tra i comuni di Corleto Monforte e San Rufo; nonostante sia stata riaperta al traffico automobilistico, la strada non consente il passaggio degli autobus, soprattutto quelli scolastici, che dagli Alburni devono raggiungere il Vallo di Diano;
questo comporta gravi disagi agli studenti, che sono costretti ad alzarsi con circa 2 ore di anticipo rispetto ai normali orari, in quanto i mezzi di trasporto pubblico sono costretti ad effettuare ampie deviazioni sulle strade comunali o provinciali;
l'assessore ai lavori pubblici e protezione civile della regione Campania, Edoardo Cosenza, ha dichiarato che il rischio idrogeologico e della tutela del territorio e del mare sulla statale 166 è noto, e che nell'Accordo di programma quadro sottoscritto mesi fa con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sono stati previsti circa 3 milioni di euro per la messa in sicurezza del costoni rocciosi della statale 166; tuttavia, secondo l'assessore «...si tratta di una problematica grave che non può certo risolversi con azioni tampone, servono azioni radicali...»;
ciò potrebbe comportare il perdurare dei disagi per gli studenti che vivono in tutta l'area degli Alburni, violando il diritto allo studio, riconosciuto costituzionalmente -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per alleviare il perdurare dei disagi degli studenti degli Alburni con riferimento ai fatti esposti in premessa, e se non ritenga opportuno istituire delle sezioni distaccate sino a che la situazione viaria non sia riportata alla normalità.
(4-13374)

MARIO PEPE (Misto-R-A). - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in aggiunta alle numerose segnalazioni di criticità più volte inoltrate negli ultimi anni riguardo alla problematica gestione dell'Accademia nazionale di danza si ha notizia di un irrituale esame ad personam, non previsto dall'ordinamento dell'Accademia, sostenuto al di fuori delle normali procedure;
domenica 13 luglio 2010, un'allieva del 3o anno avrebbe sostenuto l'esame di composizione del triennio contemporaneo, alla presenza di una commissione straordinaria, nominata seduta stante dal direttore dell'Accademia, Margherita Parrilla, della quale avrebbe fatto parte il maestro Ismael Ivo, di passaggio a Roma per motivi artistici;
nell'impossibilità di prelevare il verbale di esame stante la chiusura domenicale degli uffici dell'Istituto, il voto è stato concordato con l'impegno del direttore a verbalizzarlo successivamente; per lo stesso motivo il maestro Ismael Ivo non ha firmato il verbale riservandosi di farlo in una sua successiva venuta a Roma;
l'inusuale procedura è stata oggetto, dei giorni immediatamente successivi, di una comunicazione della docente preposta al corso di composizione, professoressa Fuciarelli, inviata per conoscenza anche al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, direzione generale AFAM; la docente lamenta l'inusuale procedura e la sua esclusione dalla commissione d'esame, chiedendo la verifica della validità dell'esame;
nel corso di apposita audizione tenutasi il 24 gennaio 2011; la docente preposta avanza l'ipotesi di falso in atto pubblico e lamenta la sua illegittima esclusione dalla commissione d'esame; precisa che non è la prima volta che viene convocata una commissione ad hoc per l'esame di un solo studente e chiede l'accesso agli atti della procedura;
alle citate richieste il direttore dell'Accademia risponde con uno sconcertante documento in cui adombra a carico della docente, comportamenti «vessatori» nei confronti degli studenti per i quali è stata convocata una commissione d'esame ad hoc; con comunicazione del 18 febbraio 2011 il direttore contesta formalmente un addebito per «comportamenti vessatori» nei confronti della docente, la quale è obbligata a difendere la sua onorabilità tramite azione giudiziaria;
in sostanza il direttore sembrerebbe ignorare le corrette osservazioni sui difetti della procedura adottata e sembrerebbe stornare le proprie responsabilità tramite accuse all'onorabilità ed alla capacità didattica della docente;
gli atti sono stati inviati al Ministero a disdoro dell'istituzione, il maestro coreografo Ismael Ivo, che ha ricoperto anche rilevanti ruoli di direttore artistico in diversi Paesi si trova coinvolto suo malgrado in una vicenda imbarazzante, a causa, quanto meno, dell'approssimazione dimostrata, ad avviso dell'interrogante, dal direttore dell'Accademia -:
al di là dell'accertamento delle responsabilità nella vicenda descritta, se non ritenga che il caso in esame possa costituire l'occasione per un ripensamento in ordine al ruolo di direttore ad vitam dell'Accademia nazionale di danza dell'attuale direttore Margherita Parrilla.
(4-13380)

...

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

CICCIOLI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'azienda Poltrona Frau di Tolentino (Macerata), azienda italiana di grande prestigio,

nota in tutto il mondo, che da più di un secolo produce arredamento di pregio e che dà lavoro a circa 500 persone tra operai ed impiegati, oltre all'indotto - vuole delocalizzare la parte della cucitura, ora svolta da aziende terziste (24 in provincia di Macerata);
il risparmio previsto con questa operazione sarebbe di 400mila euro il primo anno e 700mila euro annui a regime, per un monte ore che corrisponde a circa 17 operai, risparmio che avrebbe un impatto minimale a fronte dei 100 milioni di indebitamento dell'azienda;
stessa sorte sta accadendo ad un'altra azienda del gruppo, l'azienda Cassina di Meda, dove, a causa della delocalizzazione in Romania della cucitura, sono a rischio 45 dipendenti, vicenda che ha suscitato scioperi e proteste che hanno visto in prima linea insieme agli operai sindacati ed amministrazione comunale;
la prospettata delocalizzazione di alcuni settori dell'azienda di Tolentino (Poltrone Frau) fa sorgere il timore di futuri tagli occupazionali;
in più è da rilevare che l'amministratore delegato di Poltrona Frau nel 2010 ha percepito 1.567.000 di euro di cui circa 800 mila di bonus, una cifra, quest'ultima, ben superiore al risparmio previsto, e ha provveduto a diminuire la forza lavoro, aumentando il numero dei dirigenti da 29, nel 2008, a 36 nel 2010;
il fatturato dell'azienda è stabile, dovuto essenzialmente all'aumento dei prezzi dei listini, in quanto la produzione è calata del 10/15 per cento annuo;
la delocalizzazione in Romania della produzione, comporterà, nonostante le trasferte di personale qualificato, una diminuzione della qualità del prodotto finito e di puntualità di consegne -:
se non ritengano opportuno assumere le iniziative di competenza, per scongiurare la ventilata delocalizzazione di alcuni settori della prestigiosa azienda Poltrone Frau di Tolentino (Macerata) che creerebbe ulteriore diminuzione di personale sia all'interno dell'azienda che nell'indotto terzista (più di 24 aziende) che lavora per l'azienda stessa, scongiurando altresì la possibile diminuzione di prestigio del prodotto che da più di un secolo è il fiore all'occhiello della produzione made in Italy nel mondo, come garanzia di qualità.
(3-01857)

Interrogazioni a risposta scritta:

BITONCI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 10 marzo 2011 tredici lavoratori di Finmek S.p.a. sono stati oggetto di un trasferimento di ramo d'azienda dando origine alla SESI e che già diversi mesi prima della cessione questi lavoratori sono stati impegnati in un affitto di nolo a caldo da parte dell'acquirente, al fine di dimostrare la reale efficienza del ramo aziendale, dando l'opportunità al commissario straordinario di Finmek di fatturare le ore di lavoro e di impiego dei macchinari;
in data 14 giugno 2011 i lavoratori ricevono i cedolini relativi alle spettanze di fine rapporto (ferie residue, tredicesima, e altro) e al TFR maturato durante il periodo di amministrazione straordinaria, a cui tuttavia non è seguito nessun pagamento;
dall'accordo sindacale firmato per la cessione di ramo pare evidente l'impegno assunto da parte del commissario a liquidare tali spettanze in concomitanza del pagamento della cessione da parte dell'acquirente, così che l'operazione di vendita pare definirsi tale questa avvenga ad un valore inferiore alla somma delle spettanze dei lavoratori ceduti -:
se non ritenga opportuno assumere iniziative nell'ambito delle proprie competenze al fine di verificare la correttezza

della operazioni societarie sopra descritte anche al fine di salvaguardare i dipendenti interessati dalla situazione esposta.
(4-13356)

TIDEI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la società S.E.Port S.r.l. servizi ecologici portuali - nata nel 1996 ed operante nel porto di Civitavecchia dall'agosto 1998 agisce in regime di monopolio nella gestione dei rifiuti all'interno del perimetro del porto di Civitavecchia, comprendendo anche i servizi a bordo delle navi;
al capitale sociale della S.E.Port S.r.l. partecipa l'autorità portuale dei porti di Roma, Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta;
il 6 agosto 2008 è stato nominato presidente della società il signor Gino Lorenti Garcia e il 27 luglio 2010 il signor Umberto De Angelis è stato nominato direttore generale facente funzione;
dal 1o febbraio 2011 la società sta applicando un contratto di solidarietà a rotazione su 54 dei 55 dipendenti (escludendo il direttore generale) comportante una riduzione dell'orario di lavoro e quindi delle retribuzioni - salari e stipendi - del 33 per cento. Il contratto ha una durata di dodici mesi con interruzione nel periodo maggio-ottobre;
il contratto di solidarietà è stato stipulato con le organizzazioni sindacali FP CGIL, FIT CISL, UIL TRASPORTI con vizio di forma, come sostenuto dallo stesso consiglio di amministrazione della società. L'organizzazione sindacale UGL non ha firmato l'accordo ed ha provveduto a motivare la sua scelta in quanto «occorre ristabilire le regole sindacali, per non mettere a rischio la certezza dell'occupazione per tutti i lavoratori. A ciò si aggiunga che si tratta di un'impresa in piena crisi e gestita con criteri a dir poco clientelari e con un piano industriale inesistente» - Stefano Cantarini, segretario provinciale UGL, sulla testata giornalistica BIGnotizie.it martedì 1o febbraio 2011;
negli ultimi giorni sui giornali locali è apparso un comunicato stampa del segretario provinciale UGL, Stefano Cantarini, il quale afferma che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha comunicato con nota telematica certificata (pec) del 22 agosto 2011 ore 12.30 quanto segue: «In riferimento alla sua richiesta di accesso agli atti (attivazione del contratto di solidarietà Soc. S.E.Port di Civitavecchia) pervenuta mediante e-mail in data 1o agosto 2011, si chiede cortesemente di fornire notizie più dettagliate (data, verbale di accordo, n. protocollo, documento di riconoscimento) in merito al contratto di solidarietà di cui trattasi, poiché agli atti dell'Ufficio non risulta alcuna verifica espletata» -:
se effettivamente sia pervenuta al Ministero, da parte della società S.E.Port S.r.l. la domanda redatta in tre copie di cui una in bollo, sottoscritta da un rappresentante legale della società, su apposito modello CIGS/SOLID-1, posto che, a seguito a tale domanda, il Ministero, per legge, nei trenta giorni successivi, ha provveduto ad emanare decreto di autorizzazione, utile alla società per la presentazione all'INPS del rimborso dei contributi.
(4-13368)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ZUCCHI, OLIVERIO, SERVODIO, CENNI, BRANDOLINI, AGOSTINI, SANI, MARCO CARRA, TRAPPOLINO, MARIO PEPE (PD), CUOMO e FIORIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nella Gazzetta Ufficiale n. 220 - serie generale - del 21 settembre 2011, è stato pubblicato il decreto del Ministro dell'economia

e delle finanze 14 settembre 2011, emanato ai sensi dell'articolo 7, comma 2-quater, del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, concernente disposizioni in materia di riconoscimento della ruralità degli immobili;
con il citato decreto ministeriale sono stabilite le modalità di presentazione, presso l'Agenzia del territorio, della documentazione concernente l'attribuzione delle categorie A/6, classe «R», e D/10 ai fabbricati rurali;
la predetta documentazione comprende la domanda di variazione per l'attribuzione delle categorie A/6, classe «R», e D/10 ai fabbricati rurali e l'autocertificazione necessaria ai fini del riconoscimento della ruralità, documenti redatti in conformità ai modelli allegati al citato decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 14 settembre 2011;
tali atti devono essere presentati all'ufficio provinciale dell'Agenzia del territorio territorialmente competente entro la data del 30 settembre 2011;
a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale 14 settembre 2011 l'Agenzia del territorio ha emanato la circolare n. 6/T del 22 settembre 2011 con la quale ha commentato il contenuto del provvedimento;
la comunicazione presenta valore cogente ai fini dispositivi ed applicativi;
il decreto ministeriale 14 settembre 2011, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2011, impartisce disposizioni amministrative che devono essere eseguite entro il 30 settembre 2011;
la modulistica allegata al citato comunicato della Agenzia del territorio è ritenuta dai tecnici complessa ed inadeguata e persino fuorviante;
nelle ultime settimane si sono tenute preventive riunioni di lavoro in sede di Agenzia del territorio e fra le organizzazioni professionali agricole nelle quali sono state manifestate reiterate preoccupazioni e forti perplessità sull'insieme delle soluzioni amministrative che si andavano precisando a partire anche da un giudizio non soddisfatto della soluzione legislativa adottata;
l'insieme dei rilievi critici e delle preoccupazioni si sono manifestati in modo formale con richieste, lettere e comunicati;
sono previste centinaia di migliaia di domande di regolarizzazione su tutto il territorio nazionale;
va altresì tenuto conto delle disposizioni di tutela contenute nello statuto dei diritti del contribuente;
la situazione che si sta determinando potrebbe generare in un fallimento applicativo della norma di cui si tratta -:
alla luce di quanto sopra richiamato se il Ministro intenda, e in che modo, intervenire assumendo le necessarie urgenti iniziative normative per prorogare, immediatamente di almeno 6 mesi la data della presentazione della domanda di cui al comunicato citato.
(5-05422)

ZUCCHI, OLIVERIO, SERVODIO, CENNI, BRANDOLINI, AGOSTINI, SANI, MARCO CARRA, TRAPPOLINO, MARIO PEPE (PD), CUOMO e FIORIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nel corso della sua prima audizione presso la Commissione agricoltura della Camera dei deputati, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali nell'illustrare le linee di indirizzo del suo dicastero, aveva annunciato l'intenzione, prioritaria nella sua azione, di valutare l'effettivo funzionamento degli enti vigilati dal Ministero secondo criteri di efficienza ed economicità e, in un'operazione di trasparenza, di disporre e rendere pubblici, in breve tempo, i dati necessari per

procedere ad azioni di accorpamento o all'eventuale soppressione di alcuni di questi;
le recenti nomine effettuate per i consigli di amministrazione degli enti vigilati dal Mipaaf sono in larghissima parte contrassegnate da un'unica appartenenza politica, quella del partito del Ministro e dalla medesima provenienza geografica (la Sicilia), regione in cui Romano è stato eletto deputato;
a distanza di cinque mesi dalle dichiarazioni del Ministro in commissione agricoltura, non sono ancora pervenuti né qualsivoglia progetto di riordino, né alcuna analisi o dato preliminare per procedere alla riorganizzazione degli enti vigilati;
solo attraverso notizie di stampa è stato possibile apprendere che nel mese di agosto si è proceduto alla nomina del presidente di Agecontrol, alla trasformazione del SIN da Srl a Spa e alla nomina del presidente nella nuova società, nonché alla nomina dell'amministratore delegato in ISA, del commissario liquidatore di Buonitalia, oltre che del presidente dell'Oiga (Osservatorio imprenditori giovanile in agricoltura), nella pressoché totale assenza di informazione e di programmazione -:
come il Ministro intenda giustificare quella che agli interroganti appare una completa incoerenza riscontrabile tra le proprie dichiarazioni di intenti e gli effettivi atti compiuti, sia nei contenuti che nelle modalità ovvero se la rilevante quantità di nomine agli organismi di vertice degli enti vigilati e le modifiche societarie intervenute recentemente - avvenute in totale mancanza di preventive ufficiali informazioni, durante la pausa dei lavori parlamentari di agosto - ad avviso degli interroganti senza alcun progetto di fondo, senza alcun criterio fissato a monte, senza alcun confronto, debba essere considerata, agli occhi del Ministro, la realizzazione di quel progetto di efficientamento del sistema proposto come priorità solo qualche mese or sono.
(5-05427)

ZUCCHI, OLIVERIO, SERVODIO, CENNI, BRANDOLINI, AGOSTINI, SANI, MARCO CARRA, TRAPPOLINO, MARIO PEPE (PD), CUOMO e FIORIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) è un ente nazionale di ricerca e sperimentazione nel settore agricolo, agroindustriale, ittico e forestale;
l'articolo 4, comma 2, del decreto legislativo n. 454 del 1999, recante norme per la riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura, stabilisce che il presidente del CRA venga scelto tra personalità di «alta qualificazione scientifica e professionale nei settori in cui opera l'ente»;
la stessa indicazione sulla professionalità che debba ricoprire il presidente del CRA viene espressamente richiesta nell'articolo 8, comma 1, dello statuto dell'ente;
in base al disposto dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, prima di procedere alla nomina o alla designazione di presidenti di istituti ed enti pubblici, il Presidente del Consiglio o i singoli Ministri interessati devono richiedere il parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia;
la proposta di nomina del professor Domenico Sudano a presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) è stata conseguentemente sottoposta al parere della XIII Commissione Agricoltura della Camera e in data 22 settembre 2011 la Commissione ha espresso parere favorevole, con il voto contrario dei deputati del PD;
la proposta di nomina, motivata in base all'esperienza amministrativa e alla capacità manageriale del candidato, si pone

in palese contrasto con la disposizione normativa contenuta nel succitato articolo 4, comma 2, che richiede particolari requisiti soggettivi per i candidati alla carica;
dal curriculum del presidente designato, infatti, non si evince alcuna particolare competenza scientifica e professionale in materia agricola, agroindustriale, ittica e forestale -:
quali siano i motivi che hanno determinato il Ministro interrogato alla designazione del professor Sudano a presidente del CRA e cioè del maggior ente nel settore della ricerca, oggi strategica per l'intero comparto agricolo, e come pensa di superare il palese contrasto con il disposto della legge in materia di «Riorganizzazione del settore della Ricerca in Agricoltura»;
se non ritenga opportuno non dare seguito alla procedura conseguente alla proposta formulata, stante quella che agli interroganti appare una sostanziale violazione del disposto di legge, e presentarne una differente, rispettosa delle norme vigenti e riferita a persona in possesso dei requisiti previsti per ricoprire un incarico così delicato e strategico per il settore primario.
(5-05428)

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SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:

BUCCHINO. - Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in merito all'assistenza sanitaria sono numerosi e ricorrenti i reclami e le segnalazioni che pervengono ai deputati eletti nella circoscrizione estero di cittadini italiani residenti all'estero che rientrano temporaneamente in Italia e di cittadini italiani residenti in Italia che si recano all'estero, in Paesi extracomunitari, per turismo o per lavoro, anche per lunghi periodi di tempo;
l'Italia nel corso degli anni ha stipulato una serie di accordi sanitari bilaterali e internazionali che hanno lo scopo di tutelare, dal punto di vista della salute, i cittadini che si spostano da un Paese all'altro sia permanentemente che temporaneamente;
nell'ambito dell'Unione europea un'assistenza sanitaria completa ed altamente specializzata viene assicurata, di norma, ai lavoratori ed ai pensionati che si trasferiscono, permanentemente o temporaneamente, in un altro Paese dell'Unione e ai loro familiari;
purtroppo invece nell'ambito dei rapporti con i Paesi extracomunitari, l'Italia ha stipulato convenzioni bilaterali per l'assistenza sanitaria quasi tutte parziali e limitate con riferimento ai soggetti aventi diritto ed alle prestazioni erogabili, solo con i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Brasile, Capoverde, Città del Vaticano, Croazia, ex Jugoslavia, Principato di Monaco, San Marino e Tunisia (sono scoperti Paesi come il Canada, gli Stati Uniti, il Venezuela, tutti i Paesi di nuova emigrazione in Africa e in Asia);
ne consegue che i cittadini italiani che trasferiscono (o hanno trasferito) la residenza in uno Stato con il quale non è in vigore alcuna convenzione con l'Italia perdono il diritto all'assistenza sanitaria italiana all'atto della cancellazione dall'anagrafe comunale e della iscrizione all'anagrafe italiani residenti all'estero (AIRE) fatta eccezione per i lavoratori di diritto italiano in distacco; né il mantenimento della cittadinanza italiana, né l'iscrizione all'AIRE, né il diritto di voto per le elezioni politiche in Italia, aprono un diritto per gli italiani residenti all'estero all'assistenza sanitaria in Italia o all'estero; mentre invece i cittadini italiani che si sono trasferiti in uno Stato con il

quale è in vigore una convenzione parziale sono tutelati in misura molto limitata;
inoltre si verifica spesso che l'assistenza fornita dai Paesi di residenza è insufficiente o in taluni casi inesistente; cosicché il cittadino italiano il quale abbia acquisito la residenza in uno di questi Paesi si trova nella situazione drammatica di non poter usufruire di alcuna assistenza sanitaria né in Italia né all'estero;
tuttavia ai sensi del decreto ministeriale 1° febbraio 1996 ai cittadini con lo stato di emigrato (il cui riconoscimento non è sempre agevole) ed ai titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani, che rientrino temporaneamente in Italia, sono riconosciute, a titolo gratuito, le prestazioni ospedaliere urgenti per un periodo massimo di 90 giorni per ogni anno solare, qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per le suddette prestazioni sanitarie; alcune regioni garantiscono una assistenza sanitaria più ampia rispetto a quella riconosciuta dal decreto ministeriale 1° febbraio 1996 nei confronti dei cittadini emigrati dalla propria regione e che rientrano temporaneamente -:
se i Ministri interrogati intendano in primo luogo tutelare la salute dei cittadini italiani ampliando il numero dei Paesi convenzionati in materia di assistenza sanitaria visto che gli accordi sanitari bilaterali sono circoscritti ad un gruppo limitato di Stati dal quale sono esclusi importanti Paesi di emigrazione come gli Stati Uniti, il Canada, il Venezuela, l'Uruguay e quasi tutti i Paesi africani ed asiatici;
se non si ritenga urgente e necessario stipulare nuove convenzioni bilaterali per l'assistenza sanitaria e comunque rivedere quelle attualmente vigenti per ampliarne sia il campo di applicazione soggettivo che quello oggettivo e comunque aggiornarne i contenuti alla luce dei nuovi fenomeni migratori dall'Italia che interessano studenti, ricercatori, artigiani, liberi professionisti e altre figure del mondo del lavoro;
se non si ritenga opportuno altresì rendere più completa l'assistenza sanitaria a favore degli emigrati italiani che rientrano in Italia per soggiorni provvisori estendendo da 90 a 180 giorni il periodo di temporanea copertura o garantendo oltre alle cure ospedaliere urgenti anche il diritto di accesso completo ai servizi di assistenza sanitaria della località in Italia in cui si trovano temporaneamente;
se non possa essere prevista per i cittadini italiani indigenti residenti all'estero una polizza assicurativa sanitaria a carico dello Stato italiano che copra cure e ricoveri nei Paesi di residenza dove non è prevista la copertura sanitaria pubblica e gratuita o dove la copertura pubblica sia inadeguata;
se considerata l'importanza della materia, i Ministri interrogati intendano assumere iniziative insieme alle altre amministrazioni coinvolte per dare impulso all'iter di ratifica degli accordi internazionali per l'assistenza sanitaria.
(4-13348)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
la società Vinyls Italia, in amministrazione straordinaria, il 27 aprile 2010 ha avviato con un gara internazionale la vendita per l'acquisizione del ciclo PVC, polimero del cloruro di vinile, il più importante della serie ottenuta da monomeri vinilici ed una delle materie plastiche di

maggior consumo al mondo, che rappresenta il cuore della chimica italiana, il segmento più pregiato del comparto dopo varie controverse e contraddittorie vicissitudini oggetto, tra l'altro, di numerose interrogazioni fin dal 17 maggio 2010;
nel corso di un incontro svoltosi presso il Ministero dello sviluppo economico, l'8 settembre 2011 i commissari straordinari di Vinyls Italia hanno presentato alle segreterie nazionali dei sindacati dei lavoratori, le manifestazioni di interesse pervenute per gli stabilimenti di Porto Marghera e Porto Torres in risposta al bando pubblicato il 1o agosto 2011;
delle quattro offerte ricevute, due riguardano lo smontaggio e l'asportazione degli impianti di CVM e di PVC presenti in entrambi i siti;
delle rimanenti due offerte, una prevede la produzione di oli vegetali, l'altra di energia da fonti rinnovabili; attualmente le valutazioni si concentrano su queste ultime due ipotesi;
l'offerta presentata per Marghera è quella ritenuta meritevole di maggiore attenzione in quanto proviene dall'oleificio Medio Piave S.p.A. di Treviso, interessato a produrre oli vegetali da semi oleosi, garantendo l'assorbimento di tutti i dipendenti dello stabilimento Vinyls di Porto Marghera;
l'offerta presentata per Porto Torres, che proviene da SGI PV1, società costituita ad hoc e controllata al 100 per cento dalla Sardinia Green Island, riguarda la produzione di energie rinnovabili a Porto Torres;
il Ministero dello sviluppo economico ha annunciato nuovi incontri nei prossimi giorni con istituzioni locali, sindacati e imprese per analizzare in dettaglio tali offerte, appare tuttavia evidente che nessuna offerta riguarda la filiera del PVC;
tutti i Paesi industrializzati ospitano impianti di produzione di PVC, in Italia si contano circa 1.200 imprese trasformatrici che occupano oltre 24.000 addetti;
l'impiego del PVC nella produzione industriale può considerarsi pervasivo, moltissimi sono infatti i comparti che lo utilizzano: l'edilizia per produrre telai di porte e finestre, persiane avvolgibili, sedili per stadi; il settore degli imballaggi per tappi, contenitori per prodotti non alimentari come cosmetici e detersivi; il settore medicale per le sacche di plasma, blister per farmaci, e altro; il settore dell'auto per tappetini, intelaiature dei finestrini, e altro; e inoltre i settori dell'informatica, della telefonia, dell'abbigliamento, degli elettrodomestici, dei trasporti; con il PVC si producono anche le carte di credito;
se il PVC dovesse essere interamente importato, le imprese italiane subirebbero un aggravio dei costi di produzione e si assisterebbe a un ulteriore aumento del deficit della bilancia commerciale del nostro Paese;
inoltre, la distanza tra produttori e utilizzatori creerebbe maggiori difficoltà per l'introduzione di innovazioni di prodotto da parte delle imprese trasformatrici;
il consumo annuo di PVC in Italia è di circa 1 milione di tonnellate e, se venissero realizzati gli investimenti previsti negli accordi di programma di Porto Marghera e della Sardegna, la produzione italiana coprirebbe il 40 per cento circa del fabbisogno nazionale;
la dismissione del ciclo del cloro determina inoltre una minore integrazione nel sito e quindi un indebolimento dell'impianto di cracking di Marghera;
poiché il ciclo del cloro assorbe significative quantità di etilene, in mancanza di tali produzioni, l'equilibrio del cracking è destinato a peggiorare, pregiudicandone la sopravvivenza nel medio periodo, con gravi ripercussioni anche sui poli chimici di Ferrara, Mantova e Ravenna approvvigionati via pipe-line da Marghera;

inoltre, il venir meno nel «condominio industriale» di importanti operatori comporta una riduzione della domanda dei servizi comuni e un conseguente incremento dei prezzi relativi, che significa, in sostanza, una perdita di competitività per l'intera area industriale;
la possibilità che vengano realizzati i progetti per la produzione di oli vegetali a Marghera e energia da fonti rinnovabili a Porto Torres è auspicabile a patto che non si pregiudichi in ciascun sito la possibilità di riavviare le produzioni di CVM e di PVC;
il PVC assume un'importanza strategica per la competitività dell'intero sistema industriale, in particolare nell'attuale momento di estrema difficoltà che il Paese sta attraversando e per il fatto che Eni è proprietaria della parte a monte dell'intera filiera (produzioni di cloro e di dicloretano) -:
quali impegni intenda assumere il Ministro, per facilitare la ricerca di un nuovo acquirente interessato a consolidare l'intera filiera di produzione del PVC sia a Marghera che in Sardegna;
quali iniziative di competenza intenda assumere in alternativa, ed in particolare se ritenga necessario impegnare l'Eni a riavviare gli impianti di proprietà di Vinyls per cederli successivamente a un gruppo industriale interessato a tale investimento.
(2-01214)
«Vico, Lulli, Martella, Zunino, Scarpetti, Bellanova, Fluvi, Marco Carra, Misiani, Bordo, Naccarato, Gatti, Murer, Cenni, Albini, Mariani, Gianni Farina, Rampi, Bossa, Sbrollini, Narducci, Servodio, Sposetti, Strizzolo, Nannicini, Tenaglia, Siragusa, Sani, Pizzetti, Baretta, Tullo, Touadi, Melis, Duilio, Fadda, Froner, Mastromauro, Schirru, Tempestini, Pes».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ZAZZERA, PIFFARI e GINEFRA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel dossier Mare mostrum di Goletta verde presentato ad agosto 2011 a Gallipoli, il capitolo dedicato alla Puglia riporta un quadro al dir poco allarmante sullo stato dell'abusivismo edilizio;
«la Puglia, con i suoi splendidi 865 km di costa, si colloca al quarto posto nella classifica nazionale per reati accertati, con 1.7 violazioni per ogni km di litorale. 1.505 le infrazioni accertate (nel 2010) ovvero il 12,7 per cento del totale nazionale, 1.636 le persone arrestate o denunciate e 658 i sequestri effettuati nel territorio regionale» (la Repubblica di Bari del 3 agosto 2011);
la Puglia è quarta anche nella classifica dell'abusivismo sul demanio: «le infrazioni accertate a tal riguardo ammontano a 412 solo nel 2010 e hanno comportato 270 sequestri e 535 persone denunciate o arrestate»;
sempre Goletta verde ha denunciato che «solo nel comune di Patù (Lecce) sono state sequestrate ventidue villette pronte a essere vendute a persone non residenti, lussuose abitazioni a un passo dal mare del capo di Santa Maria di Leuca sotto splendidi uliveti, costruite però in violazione della normativa urbanistica e grazie al coinvolgimento dei tecnici comunali per il rilascio dei permessi» (la Repubblica di Bari del 3 agosto 2011);
il fenomeno del «mattone selvaggio» è particolarmente evidente nel comune di Santa Cesarea Terme, e precisamente a Torre Porto Miggiano, luogo di incantevole e rara bellezza;
in quest'area, proprio a ridosso del parco naturale Otranto-Santa Maria di Leuca incombe il rischio della costruzione

un complesso turistico-alberghiero che distruggerà ben 30 ettari di macchia mediterranea;
il progetto prevede la realizzazione di 536 unità abitative suddivise in 66 sezioni, con piscine, ristoranti, negozi e impianti sportivi;
questa immensa colata di cemento ricoprirà l'area denominata «comparto 13 del comune di Santa Cesarea Terme» classificata di notevole interesse pubblico e sottoposta a tutela (articolo 36 del decreto legislativo n. 42 del 2004) in quanto «presenta ancora intatta la sua originaria bellezza e forma degradando repentinamente verso il mare, un altopiano roccioso a guisa di anfiteatro circoscritto da una pineta di origine artificiale, impiantata nel 1933, la quale tende sempre ad espandersi con i nuovi rimboschimenti; inoltre per le sue macchie verdi ed essenze locali costruisce un quadro naturale di grande suggestività, nonché, per i resti di antichi monumenti, un complesso di cose immobili avente valore estetico e tradizionale»;
il piano di lottizzazione del comparto 13 inoltre non sarebbe mai stato attuato né sottoposto al piano urbanistico territoriale tematico (PUTT/p) della regione, che peraltro, ha rafforzato i vincoli sulla specifica area;
la soprintendenza ha annullato l'autorizzazione paesaggistica alla realizzazione della struttura, commettendo però un errore essenziale nell'indicazione della zona soggetta a tutela che ha consentito alla società Ites Srl di presentare ricorso. Il giudice, rilevando l'errore, ha concesso un termine alla soprintendenza per presentare nuova e corretta documentazione;
ma la soprintendenza non ha provveduto al riesame della pratica nei termini stabiliti, così il Tar si è visto costretto ad accogliere il ricorso presentato dalla Ites Srl, autorizzando la realizzazione della mega struttura turistica;
la pronuncia del tribunale ha scatenato proteste e manifestazioni: il Comitato per la tutela di Porto Miggiano, le associazioni Save Salento e il Forum Ambiente e Salute e tante altre associazioni ambientaliste hanno organizzato manifestazioni, sit-in e divulgato appelli. La petizione popolare contro questo «inaudito sfregio alla natura» presenta già migliaia di firme, e la cifra è destinata a crescere visto che anche i turisti, ai quali peraltro è destinata la struttura, non fanno mancare il loro sostegno;
nonostante cittadini ed associazioni manifestino il netto dissenso alla realizzazione di questo impianto la cui regolarità è ancora tutta da accertare, i cantieri rischiano di aprire a breve con gravi danni all'ambiente e al paesaggio costiero, nel silenzio assoluto delle istituzioni -:
se quanto descritto corrisponda al vero;
quali iniziative urgenti di competenza i Ministri intendano adottare al fine di preservare il valore naturalistico e paesaggistico dell'area della Puglia citata in premessa tutelata dal decreto legislativo n. 42 del 2004 e di interesse pubblico (decreto ministeriale 4 luglio del 2004).
(5-05410)

MELIS e PES. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa apparse il 25 settembre 2011 e relative ad una riunione convocata a Cagliari dalla direzione regionale di Poste italiane per discutere con le organizzazioni sindacali la riorganizzazione dei servizi in Sardegna, risulterebbe l'imminente chiusura in quella regione di 21 uffici postali. Cinque in provincia di Cagliari: Gesico, Gesturi, Gergei, Siddi e Turri. Uno in quella di Olbia-Tempio: Bortigiadas. Quattro nell'Oristanese: Magomadas, Siamaggiore, Palmas Arborea e Siapiccia. E ben 11 in provincia di Sassari: Anela, Bulzi, Campanedda, Cossoine,

Erula, Giave, Mara, Padria, Putifigari, Tergu e Romana. Alcuni di questi, come Romana, sono uffici di una certa importanza con più di un impiegato e punti di riferimento di territori abbastanza vasti, con buona parte dell'utenza disseminata nelle campagne. Con questa decisione, presentata come riorganizzazione, le Poste italiane cancellano uno degli elementi fondamentali del servizio, visto che la capillarità degli uffici sul territorio è stata sempre un punto di forza della rete postale;
la popolazione dei comuni citati è in prevalenza costituita da anziani, con notevole numero di pensionati titolari di piccole pensioni di norma ritirate personalmente presso l'ufficio postale. Sicché è evidente il disagio che comporterebbe per questa utenza, di norma non motorizzata, doversi spostare in centri più grandi delle rispettive province, talvolta serviti da collegamenti di mezzi pubblici frammentari e comunque da un sistema stradale (per non parlare di quello ferroviario) certamente non comodo;
la chiusura degli uffici postali si inserisce in una politica di privazione di servizi e uffici pubblici che colpisce molte delle zone interne della Sardegna e costituisce fattore non secondario del loro crescente degrado;
infine le organizzazioni sindacali, conosciuto il piano di Poste italiane, hanno stabilito di opporvisi con adeguate iniziative, proclamando per primo uno sciopero per il prossimo 3 ottobre e l'astensione dalle prestazioni straordinarie e dai servizi non contemplati dal contratto dal 3 al 30 ottobre -:
se non ritenga il Ministro di dover assumere ogni iniziativa di competenza nei confronti di Poste italiane per la revoca del provvedimento o per lo meno per l'apertura di una fase di studio e discussione nella quale siano coinvolti, oltre ai sindacati, le rappresentanze istituzionali di quei comuni e province.
(5-05417)

Interrogazioni a risposta scritta:

MURER, MARTELLA, VIOLA e BARETTA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 1o marzo 2003, Telecom Italia cede un ramo della sua azienda - la logistica - alla Tnt logistics spa, un'azienda del gruppo TNT controllato dalla olandese TPG, che vende, a sua volta, il 23 agosto 2006, ad Apollo management, società di investimenti con sede a New York, diventando Ceva logistics srl;
la funzione logistica di Telecom era originariamente articolata in 4 strutture (rete, clienti residenziali, data.com, fonia business), con sei centri di raccolta, centodieci micro magazzini e una rete di negozi sociali; nel febbraio 2002, la Telecom procede ad un accorpamento parziale di queste strutture e individua il ramo d'azienda da cedere; alla Tnt vengono ceduti 338 lavoratori;
la cessione del ramo d'azienda, fin dall'inizio, è apparsa come rispondente più all'obiettivo di una mera riduzione del personale che all'esigenza di razionalizzazione del processo produttivo; infatti essa ha riguardato settori diversi che non avevano autonomia funzionale e solo un segmento dell'intera attività logistica;
avvio dell'esternalizzazione, a conferma di quanto sopra espresso, sono stati fortemente e sistematicamente ridimensionati personale e struttura; sono stati chiusi i magazzini di Mestre, Firenze, Milano, Napoli e Termini Imerese; sono state aperte procedure di mobilità nel 2004 (74 lavoratori), nel 2005 (64 lavoratori), nel 2006 (20 lavoratori), di Cigs nel maggio del 2009 (29 lavoratori), di mobilità e contratti di solidarietà nel dicembre del 2010, di una nuova procedura di mobilità e solidarietà nel maggio del 2011, fino al recente licenziamento di tutti i lavoratori della logistica operativa; in totale, dall'avvio dell'esternalizzazione, hanno perso il lavoro circa 200 persone tutte quelle che

nel 2003, con la cessione del ramo d'azienda, la Telecom aveva passato alla società Tnt;
tale circostanza sembra confermare il timore che portava a dire che la cessione di ramo si sarebbe trasformata in quello che all'interrogante appare un mero aggiramento delle leggi sui licenziamenti collettivi. E sembra confermare anche che la scelta di TNT (un'azienda che aveva tra le proprie mission le operazioni di outsourcing), era anche determinata dal fatto che questa azienda si prestava ad affiancare Telecom in tale operazione di «smaltimento» dei lavoratori;
dal 2000 al 2006, Telecom Italia ha ceduto 15 rami d'azienda con circa 2700 lavoratori. Le attività esternalizzate sono riconducibili a svariate funzioni: gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare; fatturazione bollette telefoniche; gestione autoparco; amministrazione del personale; manutenzione hardware e software; gestione delle polizze sinistri; gestione protocollo, posta ed archivi cartacei; manutenzioni e servizi ambientali; gestione servizi di sicurezza; gestione servizi radio marittimi; in tutti questi rami ci sono stati licenziamenti di personale;
a seguito dell'ultima procura di licenziamento della Ceva logistics, che riguarda 38 lavoratori, il diciannove settembre 2011, si è aperto un tavolo di trattativa sindacale, nel corso del quale si è evidenziato che tale, nuova, crisi nasce dalla volontà di Telecom di cessare la commessa per attività logistica a partire dal primo febbraio 2012;
per quanto risulta agli interroganti, alcuni lavoratori «esternalizzati» hanno presentato ricorso e numerose pronunce giurisdizionali hanno riconosciuto l'illegittimità della cessione del ramo «logistica» da Telecom a TNT, stabilendo l'obbligo di reintegro dei lavoratori in Telecom;
a conferma di ciò la Corte di Cassazione, con sentenza dell'otto aprile 2011, concludendo un contenzioso posto da una lavoratrice esternalizzata ha ritenuto «insussistente il trasferimento del ramo d'azienda» «essendo preclusa l'esternalizzazione come forma incontrollata di espulsione di frazioni non coordinate fra loro, di semplici reparti o uffici, di articolazioni non autonome»;
se il Ministro interrogato sia al corrente di quanto illustrato in premessa; in caso affermativo, quali iniziative concrete di competenza intenda assumere a tutela dei lavoratori secondo quanto già riconosciuto dagli organi giudiziari competenti; quale sia ad oggi la situazione occupazionale in Telecom Italia, relativamente anche alle esternalizzazioni realizzate, e con quale impatto sull'occupazione; quali azioni concrete siano state approntate da parte del Governo al fine di ridurre l'impatto sociale dei pesanti tagli decisi da tale azienda, che vanno ad aggravare un quadro generale dell'occupazione già seriamente compromesso dalla crisi economica.
(4-13369)

ROSATO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la direttiva 2006/123/CE dispone all'articolo 12 che «Qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, gli Stati membri applicano una procedura di selezione tra i candidati potenziali, che presenti garanzie di imparzialità e di trasparenza e preveda, in particolare, un'adeguata pubblicità dell'avvio della procedura e del suo svolgimento e completamento»;
l'articolo 1 del decreto-legge 5 ottobre 1993 n. 400, convertito dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, prevede che «I canoni annui relativi alle concessioni di beni demaniali marittimi, specchi acquei e pertinenze demaniali marittime, regolarmente assentite ai sensi degli articoli 36 e 38

del codice della navigazione (...) sono aggiornati, (...) con riferimento alle misure dei canoni normali dovuti nel 1989 ai sensi delle disposizioni attuative del decreto-legge 4 marzo 1989, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 maggio 1989, n. 160, purché il titolo concessorio non contenga la determinazione definitiva del canone»;
l'articolo 10 della legge 16 marzo 2001, n. 88, ha modificato il secondo comma dell'articolo 1 del decreto-legge di cui sopra disponendo che le concessioni (...), indipendentemente dalla natura o dal tipo degli impianti previsti per lo svolgimento delle attività, hanno durata di sei anni. Alla scadenza si rinnovano automaticamente per altri sei anni e così successivamente ad ogni scadenza, fatto salvo il secondo comma dell'articolo 42 del codice della navigazione»;
l'articolo 37 del codice della navigazione dispone che «Nel caso di più domande di concessione, è preferito il richiedente che offra maggiori garanzie di proficua utilizzazione della concessione e si proponga di avvalersi di questa per un uso che, a giudizio dell'amministrazione, risponda ad un più rilevante interesse pubblico»;
nel gennaio 2009 la Commissione europea ha trasmesso al Governo italiano una nota di «messa in mora nell'ambito della procedura di infrazione n. 2008/4908» volta a verificare la compatibilità dell'articolo 37 del codice della navigazione con i principi di cui all'articolo 43 Trattato CE e dell'articolo 12 di cui alla direttiva servizi n. 2006/123/CE;
ad agosto 2009 con una nota la Commissione europea ha chiesto anche la verifica della compatibilità della normativa di cui all'articolo 1, comma 2, decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, convertito dalla legge 4 dicembre 1993, n. 494, e successivamente modificato dall'articolo 10 della legge 16 marzo 2001, n. 88;
la procedura di infrazione riguarda due aspetti del regime concessorio afferente ai beni demaniali marittimi ovvero il diritto preferenziale di insistenza di cui all'articolo 37 codice della navigazione e il rinnovo automatico della concessione alla scadenza sessennale, in quanto a parere della Commissione europea detti due aspetti contrastano con i principi di libertà di stabilimento delle imprese comunitarie (articolo 43 Trattato CE) e di imparzialità, trasparenza e pubblicità delle procedure di selezione dei concessionari (articolo 12, direttiva 2006/123/CE);
la disciplina concessoria non pare contrastare con la previsione normativa comunitaria in quanto la normativa nazionale prevede che chiunque intenda occupare, per qualsiasi uso o motivo, un'area appartenente al demanio marittimo deve presentare domanda alla regione ed è previsto dalle norme procedimentali che il responsabile del procedimento ne ordina la pubblicazione all'albo pretorio del comune e degli uffici marittimi interessati;
risulta poi che in caso di più domande venga data preferenza a quella che soddisfi maggiormente l'esigenza di tutela del paesaggio e dell'ambiente nonché gli interessi pubblici connessi alla valorizzazione turistica ed economica della regione;
l'articolo 12, comma 2, della direttiva 2006/123/CE prevede che «l'autorizzazione è rilasciata per una durata limitata adeguata e non può prevedere la procedura di rinnovo automatico né accordare altri vantaggi al prestatore uscente o a persone che con tale prestatore abbiano particolari legami»;
a detta delle associazioni che rappresentano gli stabilimenti balneari e il settore del turismo, per una corretta adesione della normativa italiana a quella comunitaria sarebbe stato sufficiente eliminare la previsione del rinnovo automatico di cui all'articolo 10 della legge 16 marzo 2001 n. 88 con la conseguente

reviviscenza del diritto di insistenza di cui all'articolo 37 codice della navigazione;
si comprende la necessità di adeguare le disposizioni sulle concessioni alla direttiva comunitaria, ma la legge deve tutelare anche agli operatori turistici, che sono piccoli e medi imprenditori, di fronte alla possibilità di essere sovrastati dalle multinazionali;
la direttiva comunitaria mette in discussione i rinnovi degli atti concessori emessi precedentemente alla direttiva, nonostante questi avessero stipulato dei contratti con lo Stato italiano che servivano a garantire e giustificare gli investimenti e gli impegni finanziari presi con le banche, proprio in virtù di quanto previsto in quei contratti di concessione demaniale; la particolarità di queste attività in Italia riguarda il numero rilevante di operatori rispetto al resto d'Europa (circa 35mila piccole e medie imprese) con un indotto di 300mila lavoratori;
il turismo balneare è il più richiesto, rappresenta la punta di diamante dell'intero comparto e svolge un'importante funzione di traino per molti altri settori dell'economia, ma è seriamente messo a rischio dalla messa all'asta delle concessioni demaniali;
le diverse associazioni segnalano come mettere all'asta le concessioni demaniali, per giunta senza prevedere alcun diritto di prelazione significherebbe distruggere i sacrifici economici sostenuti dai titolari degli stabilimenti balneari per attrezzare al meglio le spiagge e scoraggiare gli imprenditori intenzionati a investire nel settore;
il Governo ha promosso una proroga delle scadenze di tutte le concessioni fino al 2015, un tempo comunque troppo breve per giustificare qualsiasi esposizione bancaria, mentre, si segnala, che la regione autonoma Friuli Venezia Giulia ha deciso di anticipare i termini della scadenza di tali concessioni, procedendo ad una deroga solo al 2013 (e non al 2015 come da legge nazionale) -:
se il Governo intenda adottare delle misure a tutela di uno dei settori economici di punta del nostro Paese, garantendo un equilibrio tra l'esigenza di apertura del mercato rispondente ai principi della direttiva e l'indispensabile tutela degli investimenti privati fatti dalle piccole e media imprese italiane in ragione di una concessione che adesso scoprono essere prorogata al solo 2015 o 2013 nel caso della regione autonoma Friuli Venezia Giulia;
se non ritenga di dover assumere iniziative per uniformare le scadenze delle concessioni sull'intero territorio nazionale, in ragione anche di una possibile revisione della norma che la recepisce;
se non ritenga di dover promuovere una proroga delle concessioni per un periodo di tempo più lungo, rispetto al 2015, a tutela degli impegni presi dagli imprenditori con le banche che non riuscirebbero ad assolvere con una proroga così breve.
(4-13376)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Peluffo e altri n. 1-00719, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 settembre 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marco Carra.

Apposizione di firme ad interpellanze.

L'interpellanza urgente Bersani e altri n. 2-01210, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 settembre 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mogherini Rebesani.

L'interpellanza urgente Bobba e altri n. 2-01213, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 settembre 2011, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Touadi, Giorgio Merlo, Gianni Farina.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in Commissione Rigoni e Fadda n. 5-04821, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 maggio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Froner.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Girlanda n. 4-11720 del 27 aprile 2011;
interrogazione a risposta in Commissione Vico n. 5-05333 del 15 settembre 2011.