XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 14 settembre 2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
si fa riferimento alla decisione, votata a maggioranza dal consiglio comunale di San Giovanni in Persiceto (Bologna), di istituire «un registro delle dichiarazioni di fine vita»;
l'interpellante fa presente in particolare che, a fronte della recente proposta di legge votata dal Parlamento, sulla delicata materia che definisce alcuni concetti essenziali concernenti il rispetto della vita umana e la tutela della medesima oltre che diritti e doveri dei medici, un ente locale non può sostituirsi alla volontà del Parlamento neppure in modo surrettizio, in nome di concezioni a giudizio dell'interpellante pseudo-umanitarie, dettate spesso da logiche politiche che nulla o poco hanno a che fare con la tutela della vita umana ed il rispetto delle persone -:
quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla questione posta dal caso citato in premessa e da quelli analoghi verificatisi in questi mesi in Italia, e quali iniziative di competenza intenda assumere per fare chiarezza su questa delicata materia, senza inutili indulgenze che creano solamente confusione nell'opinione pubblica o alimentano false aspettative che il comune, in quanto tale, non può esaudire, stante la competenza esclusiva dello Stato questo settore.
(2-01197) «Garagnani».

Interrogazione a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano la Repubblica del 12 settembre 2011 scrive che sembrerebbe che il latitante Valter Lavitola percepisse il 5 per cento come percentuale sulle transazioni tra molte società di proprietà pubblica per le commesse ricevute a Panama;
il Fatto Quotidiano dell'otto settembre scorso ha svelato che tre aziende del gruppo Finmeccanica (Agusta Westland, Selex Sistemi e Telespazio) si sono aggiudicate una commessa da oltre 230 milioni di dollari (165 milioni di euro) con il Governo di Panama avvalendosi delle consulenze del latitante Valter Lavitola;
subito dopo il Governo italiano ha deciso di donare al Paese centroamericano ben sei navi da guerra, sei pattugliatori in forze alla Guardia costiera italiana del valore stimato di cinquanta milioni di euro;
come segnalato dal giornale online Linkiesta, la cessione dei sei pattugliatori è stata infatti inserita in due successivi decreti per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero. A febbraio di quest'anno è passato il primo pacchetto di quattro navi. E in agosto, un mese fa, è arrivato il decreto per le altre due. Queste ultime erano state promesse in permuta al gruppo pubblico Fincantieri come parziale pagamento di una commessa per complessivi 125 milioni;
risulterebbe che il Governo si fosse a suo tempo impegnato a pagare in merce una parte del prezzo per due imbarcazioni costruite dai cantieri navali di Stato. Così non è accaduto. Resta da capire quale sia il legame tra le missioni militari all'estero e i buoni rapporti di Lavitola. Nei documenti dell'inchiesta in corso presso la procura di Napoli, risulterebbe anche una telefonata tra il Lavitola e l'ammiraglio di squadra Alessandro Picchio, consigliere

militare di Berlusconi. Sempre da quei documenti risulterebbe che il Lavitola chiami l'ammiraglio Picchio proprio per avere notizie sul provvedimento per le due navi da spedire a Panama;
in tempi di grave crisi per il bilancio pubblico, anche le spese per le missioni militari vengono tagliate per 120 milioni ma si trovano le disponibilità per inviare 6 navi a Panama per un controvalore di 50 milioni di euro -:
se e quali siano i rapporti esistenti tra il latitante Lavitola, Finmeccanica e le società che lavorano nel suo gruppo e tra il latitante Lavitola e l'ammiraglio Picchio.
(5-05325)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Corriere della Sera, nella sua edizione del 13 settembre 2011 ha riferito che «l'organizzazione Human Rights Watch ha messo le mani, a Tripoli, sull'archivio segreto dell'intelligence libica che - ha rivelato il responsabile del settore emergenze Peter Bouckaert -, contiene moltissimi documenti su quanto accadde il 27 giugno 1980» -:
se non si ritenga utile e necessario per l'accertamento dei fatti relativi alla vicenda del DC-9 Itavia che esplodendo ha provocato la morte di 81 persone tra passeggeri ed equipaggio, accertare se effettivamente materiale relativo al caso sia entrato in possesso dell'organizzazione Human Rights Watch;
quali iniziative si siano adottate o si adotteranno per acquisire almeno copia di detta preziosa documentazione.
(4-13195)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi avrebbe definito ridicola la sentenza del tribunale di Palermo che condanna i Ministeri delle infrastrutture e dei trasporti e della difesa a risarcire con oltre cento milioni di euro i parenti delle vittime della strage di Ustica;
sempre il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato che la sentenza del tribunale di Palermo sarà impugnata in corte d'appello -:
se quanto sopra esposto e riferito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi trovi conferma;
se, per quanto consti al Governo, le opinioni del sottosegretario Giovanardi trovino riscontro in elementi di fatto;
se il sottosegretario Giovanardi esprima le proprie opinioni a nome del Governo o a titolo personale;
se, in questo secondo caso, ritenga opportuno e conforme all'incarico ricoperto la reiterata espressione di opinioni in senso contrario a quanto stabilito dall'autorità giudiziaria, e quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo.
(4-13204)

...

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

PES. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 8 febbraio 2011 è stata sequestrata dalla pirateria somala la petroliera

di origini italiana Savina Caylyn appartenente alla società armatrice «Fratelli D'Amato» di Torre del Greco;
il sequestro si è verificato a 670 miglia ad est di Socotra, l'isola yemenita di fronte alla punta del Corno d'Africa;
a bordo si trovano 22 uomini: 17 indiani e 5 italiani;
nessuna trattativa ha avuto al momento esito positivo;
da oltre due mesi le famiglie dei marittimi non hanno notizie dei loro cari;
il mediatore dei pirati che parla italiano in una conversazione telefonica ha fatto sapere che il direttore di macchina sta male così come altri uomini dell'equipaggio;
il Governo italiano in un comunicato del 25 agosto ha fatto sapere che «il Governo italiano non può contemplare la possibilità di una trattativa diretta con i pirati e tanto meno di pagare riscatti per la liberazione degli ostaggi, lo vieta la legge - a cominciare da quella riflessa nelle risoluzioni ONU - che esclude qualsiasi forma di favoreggiamento delle attività di pirateria da parte degli Stati»;
i pirati hanno detto in diverse occasioni che non rilasceranno né la nave né l'equipaggio se non saranno pagati 14 milioni di dollari;
la società armatrice Fratelli D'Amato, per tramite del suo intermediario inglese, ha offerto 7,5 milioni di dollari per il riscatto, una cifra quindi molto più bassa rispetto a quella richiesta dai sequestratori;
la trattativa si è interrotta un paio di mesi fa per la grande distanza tra richiesta e offerta;
in data 7 settembre 2011 i familiari dei sequestrati hanno manifestato davanti a Montecitorio perché il Governo, insieme all'armatore, attivi tutte le procedure per il rilascio degli ostaggi in modo pacifico, senza dispendio di vite umane;
il Ministro interrogato ha rinnovato in un comunicato «l'assicurazione ai familiari dei marittimi sequestrati che le Forze armate seguono la vicenda con attenzione» e che «se finora non abbiamo optato per azioni di forza è perché non vogliamo esporli a rischi»;
il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, incontrando la moglie del comandante della petroliera, ha garantito il personale impegno per giungere a una risoluzione della vicenda;
il 18 dicembre 2008, in sede di discussione di mozioni sulla pirateria, è stato approvato al Senato un ordine del giorno, con cui il Governo si impegna: «ad assumere ogni possibile iniziativa in seno alle Nazioni Unite affinché la Comunità internazionale adotti urgentemente gli atti necessari a porre fine a crimini di pirateria marittima; a sottolineare nelle sedi internazionali competenti l'esigenza che siano adottate regole di ingaggio adeguate all'implementazione delle misure di contrasto alla pirateria, come previsto dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU; ad adoperarsi per ripristinare il pieno utilizzo delle vie del mare in particolare nell'area del Corno d'Africa per le persone, il traffico commerciale e per le missioni di assistenza umanitaria; a promuovere in tutte le sedi competenti ogni possibile azione tesa a favorire il coordinamento fra le forze operanti nelle missioni di contrasto alla pirateria nelle aree indicate; ad adottare sollecitamente provvedimenti diretti a consentire all'Italia di prendere parte alla missione navale della Unione europea denominata "Atlanta"; a concorrere a definire urgentemente in sede internazionale le competenze per il giudizio nei confronti dei responsabili degli atti di pirateria, con l'obiettivo di individuare uno specifico foro internazionale ad hoc»;
la natura criminale della pirateria è sancita dalle leggi e dalla prassi del diritto internazionale;
secondo i dati forniti dall'International Maritime Bureau (divisione specializzata

della Camera di commercio internazionale, con sede a Londra, che ha il compito di monitorizzare il fenomeno della pirateria) gli atti di pirateria sono in costante aumento -:
di quali informazioni disponga il Governo in merito alle condizioni dei cittadini italiani sequestrati sulle navi Savina Caylyn;
quali iniziative il Governo italiano stia intraprendendo o intenda intraprendere per porre fine alla vicenda e giungere finalmente alla liberazione degli ostaggi.
(5-05314)

Interrogazioni a risposta scritta:

SCHIRRU. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Concorso ONU denominato Young Professional Programme rappresenta un'ottima opportunità di lavoro presso le Nazioni Unite, per i giovani sotto i 32 anni;
solo per quest'anno i giovani italiani potranno godere di una quota riservata di 40 pre-selezionati che saranno ammessi a fare la prova di esame a dicembre;
per accedere al Young Professional Programme i candidati hanno a disposizione il sito dell'ONU denominato careers.un.org, unico ed esclusivo canale di accesso per inoltrare la domanda di ammissione;
sul sito in questione - come segnalato da molti candidati - il processo di registrazione delle domande risulta però mal funzionante e non completamente operativo, ancora pochi giorni dalla chiusura del concorso;
il termine ultimo per la presentazione delle domande era il 10 Settembre 2011 ormai trascorso;
il supporto tecnico del sito, sollecitato da più parti, alla data odierna non ha fornito alcuna risposta sulle cause del malfunzionamento;
gli uffici ONU in Italia e a Bruxelles non hanno rilasciato informazioni a riguardo e neppure ne sono arrivate dal Ministero degli affari Esteri, «sponsor» del concorso in diversi incontri in alcune città italiane;
tale disservizio ha già danneggiato il nostro Paese e non solo quanti, interessati a cogliere questa ottima opportunità di lavoro, ne sono stati esclusi -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione esposta e se non ritenga urgente avanzare una richiesta di proroga dei termini per dare l'opportunità a tutti i giovani candidati di poter partecipare alla selezione.
(4-13191)

BRAGA, MARANTELLI, NARDUCCI e CODURELLI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Cantone Ticino rappresenta da decenni un importante sbocco occupazionale per i cittadini italiani residenti nei comuni della fascia di confine; infatti, degli oltre 60 mila cittadini italiani occupati con il permesso di frontaliere nei cantoni di frontiera Ticino, Vallese e Grigioni, più di 51 mila sono impiegati nel Cantone Ticino. La maggior parte di essi proviene dalle province di Como, circa 18 mila, e Varese, circa 26 mila. I lavoratori frontalieri hanno dunque dato un grande contributo allo sviluppo dell'economie cantonali e a quelle dei comuni italiani compresi nella «storica» fascia di demarcazione di 20 chilometri dalla linea di confine;
in forza dell'Accordo bilaterale tra la Confederazione svizzera e la Comunità europea e gli Stati membri, tra cui l'Italia, sulla libera circolazione delle persone entrato in vigore il 1o giugno 2002, i cittadini di una parte contraente che soggiornano legalmente sul territorio di un'altra parte contraente non sono soggetti ad alcuna discriminazione fondata sulla nazionalità (articolo 2 «Non discriminazione») e godono del diritto alla parità di trattamento con i cittadini nazionali per quanto riguarda

l'accesso a una attività economica e il suo esercizio, nonché le condizioni di vita, di occupazione e di lavoro (articolo 7 «Altri diritti»);
in particolare, secondo quanto disposto all'Allegato I del suddetto Accordo, articolo 9 «Parità di trattamento», comma 1 «il lavoratore dipendente cittadino di una parte contraente non può ricevere sul territorio dell'altra parte contraente, a motivo della propria cittadinanza, un trattamento diverso da quello riservato ai lavoratori dipendenti nazionali per quanto riguarda le condizioni di impiego e di lavoro, in particolare in materia di retribuzione, licenziamento, reintegrazione professionale o ricollocamento se disoccupato»;
da alcuni mesi, per effetto delle condizioni di cambio franco/euro sfavorevole, alcune aziende del Canton Ticino, facendo proprio un orientamento sostenuto dall'Associazione industriali ticinesi (AITI), stanno sottoponendo ai lavoratori frontalieri la sottoscrizione di accordi che prevedono un trattamento salariale discriminatorio, imponendo il pagamento dei salari in funzione delle fluttuazioni del cambio euro/franco, determinandone una condizione discriminatoria e di evidente svantaggio per i lavoratori frontalieri, spesso portati ad accettare per non incorrere nella perdita del posto di lavoro;
tali comportamenti appaiono in netto contrasto con i contenuti dell'Accordo bilaterale sulla libera circolazione sopra citato, configurando comportamenti discriminatori nei confronti dei lavoratori frontalieri -:
quali iniziative intenda assumere il Governo italiano per tutelare i propri cittadini nonché lavoratori frontalieri riguardo a quella che agli interroganti appare una discriminazione messa in atto da alcune aziende ticinesi, sostenute dall'Associazione industriali ticinesi (AITI) in materia di trattamento salariale in funzione del cambio euro/franco.
(4-13197)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riferisce un dettagliato articolo pubblicato sull'autorevole rivista «Environmental Health» dei ricercatori Fabrizio Bianchi e Liliana Cori, dell'unità di epidemiologia ambientale dell'Istituto di fisiologia clinica del CNR, e Carla Guerriero e John Cairns, del department of health research services che fa capo alla London school of hygiene and tropical medicine, risulterebbe che la bonifica integrale delle aree industriali inquinate di Augusta-Priolo di Gela in Sicilia, potrebbe evitare la morte prematura di una cinquantina di persone ogni anno, e il ricovero ospedaliero di circa trecento persone ammalate di cancro, e di altre tremila per altre cause, che detta bonifica, risulterebbe vantaggiosa anche dal punto di vista economico, visto che consentirebbe il risparmio di almeno 10 miliardi di euro, 3,6 miliardi a Priolo, e 6,6 miliardi a Gela, assumendo che i benefici per la salute umana saranno osservati solo venti anni dopo l'operazione di bonifica e che si spalmerebbero nell'arco di trent'anni;
gli scarichi industriali nelle aree di Augusta-Priolo-Melilli e di Gela inquinano l'ambiente con diverse sostanze tossiche e cancerogene che causano effetti sanitari che sono stati misurati: rispetto ai comuni vicini, infatti, ad Augusta-Priolo si registra un aumento da 4 a 6 volte dell'incidenza dei tumori al colon retto, al polmone e della pleura, nonché di malattie respiratorie acute;
mentre a Gela si registra un aumento dell'incidenza dei tumori in genere, e in particolare dei tumori al colon retto delle donne e alla laringe degli uomini;

una situazione di evidente pericolo, testimoniata tra l'altro dal fatto che nel 1998 con la legge nazionale n. 426, Priolo-Gargallo e Gela sono stati inclusi nell'elenco dei primi quindici siti di interesse nazionale da bonificare;
il citato studio dei professori Bianchi, Cori, Guerriero e Cairns, ha dimostrato l'aumento delle patologie nell'area e che la bonifica comporterebbe enormi benefici: salvare la vita a quasi mille persone, evitare il ricovero in ospedale di decine di migliaia di altre persone nei venti anni successivi al disinquinamento; si è infatti calcolato che la bonifica comporterebbe un risparmio economico di 3.592 milioni in trent'anni a Priolo e addirittura 6.639 milioni a Gela -:
se, tutto, ciò premesso, non si ritenga non solo opportuno e necessario utilizzare le risorse allocate e portare a compimento la prima fase di bonifica, ma mettere in campo nuove risorse per disinquinare totalmente l'area, evitando così decessi prematuri e dando, nel contempo, un'occasione di lavoro qualificato restituendo al tempo stesso un territorio al momento morto, ad attività produttive.
(4-13193)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
il 3 marzo 2011 l'ufficio stampa del Ministero per i beni e le attività culturali emetteva un comunicato intitolato: «Il Ministro Bondi propone Eugenio Corti medaglia d'oro della cultura e dell'arte»;
così testualmente si esprimeva: «Il Ministro per i beni e le attività culturali, Sandro Bondi, ha avviato le procedure per il conferimento del diploma di prima classe di benemerito della cultura e dell'arte con medaglia d'oro allo scrittore Eugenio Corti». «Ho ben presente - scrive il Ministro Bondi nella lettera con cui comunica la decisione al narratore - ed ho sempre tenuto in altissima considerazione la sua produzione letteraria, dagli esordi fino alla pubblicazione della trilogia del Cavallo Rosso, romanzo che narra l'Italia della seconda guerra mondiale e quella della sua rinascita, fino al periodo buio della minaccia terrorista alle istituzioni democratiche. Ed ancora, le opere successive, i saggi e gli articoli che hanno alimentato, con feconda intelligenza, il dibattito delle idee del Novecento «Eugenio Corti, nato a Besana in Brianza il 21 gennaio 1921, è autore de I più non ritornano del 1947, I poveri cristi del 1951 ripubblicato nel 1994 con il titolo Gli ultimi soldati del re, della tragedia Processo e morte di Stalin del 1962, della trilogia Il cavallo rosso del 1983, de La terra dell'indio del 1988, de L'isola del paradiso del 2000, di Catone l'antico del 2005 e de Il Medioevo e altri racconti del 2008»;
Eugenio Corti è stato quest'anno celebrato in tutta la Lombardia per il suo 90o compleanno e il 5 ottobre aprirà alla Camera dei deputati una mostra a lui dedicata, intitolata «Eugenio Corti Dalla Brianza al Mondo»;
il consiglio regionale della Lombardia, la provincia di Monza e Brianza e numerosi consigli comunali della Lombardia hanno appoggiato la candidatura di Eugenio Corti per il premio Nobel della letteratura già formalmente presentata da insigni docenti di letteratura italiana in Italia e all'estero;
il primo firmatario del presente atto ha avuto notizia dal senatore Ministro Bondi, al momento delle sue dimissioni, che la pratica si era conclusa positivamente;
il primo firmatario del presente atto in data 15 luglio 2011 ha scritto una lettera al Ministro Galan e al Sottosegretario

Giro dove si ponevano con urgenza le stesse domande -:
per quale ragione da marzo in poi non si sia avuta più alcuna notizia al riguardo;
se il Ministro intenda chiarire lo stato della questione e se siano sopravvenuti ostacoli di natura imprevedibile;
se non intenda al più presto attivarsi per il conferimento dell'onorificenza entro la data del 5 ottobre così da rendere il dovuto onore allo scrittore che illustra con la sua opera l'amore per la propria terra nel 150o anniversario dell'unità del nostro Paese.
(2-01198)
«Renato Farina, Lupi, Aprea, Corsaro, Di Centa, Pianetta, Palmieri, Frassinetti, Centemero, Toccafondi, Vignali, Cazzola, Carlucci, Rivolta, Vella, Porcu».

Interrogazione a risposta orale:

CICCIOLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Colle dell'Infinito di Recanati (MC), ispiratore di uno dei canti più famosi di Giacomo Leopardi, dal 1952 è stato sottoposto a tutela paesaggistica;
nel 1997 il consiglio comunale di Recanati, dell'allora Giunta Ottaviani (PD), ha approvato una variante del piano regolatore che prevedeva la ristrutturazione e l'aumento di cubatura di due case coloniche, a ridosso del colle (quelle coinvolte da tale provvedimento sono in tutto 5);
a seguito di suddetta deliberazione nel 2000 due privati decisero di richiedere la concessione edilizia per la ristrutturazione e ampliamento delle rispettive proprietà. A tale situazione, il Sindaco Corvatta (PDL), successore di Ottaviani, in un caso riuscì ad arrivare ad una mediazione proponendo una volumetria di pari valore in un'altra area, ma nel secondo caso il privato presentò un ricorso straordinario al Capo dello Stato;
a tutela del Colle di Recanati si levarono le proteste dei Conti Leopardi eredi del poeta, del «Centro nazionale» di studi leopardiani, di Italia Nostra e del Fai, che si costituirono in giudizio a difesa del vincolo;
nell'attesa della decisione sul ricorso, seguirono una serie di ricorsi ed impugnazioni fino al 2004 quando il Tar emette una sentenza per cui viene ripristinato il vincolo di divieto assoluto di costruzione sul colle e ristrutturazioni vincolate nell'area che forma il celebre panorama;
tuttavia nel 2005 viene accolto il ricorso al Capo dello Stato per cui, con tale disposizione, il suddetto vincolo venne nuovamente cancellato;
l'amministrazione comunale odierna, Giunta Fiordomo (PD), ha dato incarico all'architetto Salvatore Dierna (già incaricato nella precedente amministrazione) di provvedere ad un piano particolareggiato che ponga limiti edificatori restrittivi da inserire come variante del piano regolatore al fine di salvaguardare in modo definitivo la zona del Colle dell'Infinito e nei prossimi giorni sarà in discussione in consiglio comunale;
con l'approvazione del nuovo PRG, si auspica che venga definitivamente sancito il divieto di qualsiasi futuro progetto edilizio nella zona, tuttavia rimangono invariate le disposizioni della variante al PRG del 1997 della Giunta Ottaviani che coinvolgono le 5 proprietà ai piedi del colle e per le quali le due successive amministrazioni comunali hanno tentato di mediare proponendo altre soluzioni (perequazione, ristrutturazione dell'immobile scongiurando aumenti di cubatura, modifiche di destinazione, e altro) -:
se non ritenga opportuno intervenire ripristinando il vincolo totale diretto e indiretto su tutta la zona del Colle dell'Infinito, luogo suggestivo e di grande prestigio culturale, storico-ambientale, rimasto

immutato rispetto all'epoca in cui ispirava le odi di Giacomo Leopardi, evitando qualsiasi tipo di future speculazioni edilizie, in capo a quei 5 immobili, salvaguardati da una disgraziata decisione del 1997 che ha lasciato ai proprietari (presenti e futuri) «campo libero» su possibili ristrutturazioni, aumenti di cubatura e modifiche di struttura e di destinazione (è stato presentato un progetto di trasformazione dell'immobile in bed&breakfast o agriturismo).
(3-01815)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
«A.M. News» è il Bollettino periodico d'informazione interna dell'Aeronautica militare edito a cura dello SMA 5o reparto;
sul n. 31, anno III, come già avvenuto in modo analogo sui numeri precedenti, sono pubblicati annunci pubblicitari di offerte per la vendita di prodotti riservati al personale militare -:
quale sia la ragione di tali pubblicazioni e quali siano gli importi corrisposti dalle aziende venditrici per l'acquisto degli spazi pubblicitari sul Bollettino di cui in premessa.
(4-13187)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
ad un appartenente all'Arma dei carabinieri, in servizio presso la regione Lombardia, veniva notificata una nota dal comando generale dell'Arma, per l'apertura di un procedimento per il recupero delle somme indebitamente corrisposte per un ammontare a euro 2.649,95. Tale provvedimento veniva attivato, in quanto lo stesso aveva indebitamente fruito di alcuni periodi di congedo straordinario a titolo parentale, in quanto, al momento della concessione delle licenze, la moglie del predetto militare aveva già interamente fruito del congedo parentale di 6 mesi previsto dall'articolo 34 della legge n. 151 del 2001. Pertanto, il ricorrente, si rivolgeva al tribunale amministrativo competente per territorio (Lombardia) che con sentenza depositata il 16 giugno 2011, lo accoglieva, condannando il Ministero della difesa al pagamento della somma quantificata in euro 2.000 -:
se non ritenga di dover segnalare alla magistratura contabile quello che agli interroganti appare un vero e proprio danno erariale cagionato dal responsabile del procedimento di recupero delle somme poi annullato dal tribunale amministrativo regionale e quali siano i provvedimenti che intenderà adottare.
(4-13190)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:
VI Commissione:

FOGLIARDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 3, ai commi 8 e 9, del decreto legislativo n. 23 del 2011, introduce specifici effetti in capo al locatore e all'inquilino a causa della mancata registrazione del contratto di locazione ad uso abitativo entro i termini previsti; inoltre la normativa, meglio conosciuta con il termine «cedolare secca» non risolve molti aspetti applicativi, che nemmeno la circolare 26/E dell'Agenzia delle entrate chiarisce;

non è chiaro, in caso di tardiva registrazione, che effetti ci siano sul contratto di locazione e se tali effetti siano solo di natura civilistica;
non è chiaro se nell'anno 2012 sia obbligatorio inviare nuovamente le raccomandate agli inquilini per i quali già dal 2011 si era optato per l'opzione della cedolare secca, oltre che presentare all'Agenzia delle entrate il modello 69 (sarebbe un doppione di tutta la procedura);
la raccomandata per l'opzione deve essere spedita da ogni singolo locatore ad ogni singolo conduttore, anche se si tratta di famigliari residenti nello stesso nucleo: si sono verificati dei casi in cui la missiva del locatore è stata rispedita al mittente, in quanto non ritirata dall'inquilino, ed in questi casi non è chiaro come debba comportarsi il locatore;
in caso di comproprietà dell'immobile, se solo un locatore non opta e gli altri intendono optare per tale regime, l'imposta di registro viene pagata in proporzione alle percentuali di possesso dei proprietari, ma l'adeguamento Istat non può essere applicato nemmeno dai locatori che non hanno effettuato l'opzione;
secondo le nuove disposizioni, chi stipula un nuovo contratto di locazione non ha più l'obbligo di presentare la denuncia di pubblica sicurezza al comune, ma molti comuni non ne sono a conoscenza, in quanto al momento non è arrivata nessuna circolare in merito, per cui in caso di accertamento il proprietario può essere sanzionato e conseguentemente gli organi della polizia municipale consigliano di continuare a presentare denuncia entro le 48 ore;
poiché, prima della stipula del nuovo contratto di locazione, deve essere comunicata preventivamente all'inquilino, tramite raccomandata, la volontà di optare per la cedolare secca, non è chiaro a quale indirizzo del conduttore si dovrebbe inviare tale comunicazione, in quanto costui non ha ancora la residenza presso la nuova abitazione, ma non abita più presso la vecchia abitazione dove risulta ufficialmente risiedere: infatti, se, ad esempio, a decorrenza contratto 1o agosto 2011, l'inquilino lascia la vecchia abitazione in data 31 luglio 2011 e va a risiedere nella nuova abitazione in data 1o agosto 2011, poiché il locatore ha 30 giorni di tempo per la registrazione del nuovo contratto, non può richiedere la residenza presso la nuova abitazione finché non viene presentato al comune il nuovo contratto registrato -:
se non ritenga opportuno sollecitare l'Agenzia delle entrate ad adottare una nuova circolare che faccia chiarezza sui punti sopra menzionati, in particolare al fine di chiarire se la regolarizzazione della registrazione tramite il ravvedimento operoso possa avere effetti sananti anche sulla «sorte» del contratto di locazione.
(5-05321)

Interrogazione a risposta in Commissione:

NICOLA MOLTENI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 15 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, come modificato dall'articolo 1, comma 4, del decreto-legge n. 125 del 2010, convertito dalla legge n. 163 del 2010, prevede l'applicazione del pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta di Anas s.p.a, a far data dal maggio 2011, previa adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che dovrà definire le tratte ed i raccordi autostradali in gestione diretta Anas da pedaggiare;
tale misura si rende indispensabile sia per garantire liquidità finanziaria all'Anas stessa e permettere un'adeguata manutenzione delle strade sia per assicurare una parità di trattamento tra gli utenti di autostrade, visto che esistono

1.300 chilometri di autostrade attualmente non pedaggiati, localizzati per la maggior parte nelle zone del Centro-sud;
tra le autostrade già pedaggiate rientra anche la A9 - Autostrada Milano-Linate-Chiasso, che ad oggi è sottoposta a importanti lavori di ampliamento per la realizzazione della terza corsia;
nonostante i disagi e le forti limitazioni per i lavori in corso, che peraltro dureranno per tutto il 2012 e inizio 2013, gli automobilisti pagano la tariffa di pedaggio integrale, di 1,90 euro per il tratto Milano-Como e di 4,5 euro fino a Milano centro;
tale situazione è intollerabile a fronte di situazioni ricorrenti di interi tratti autostradali a percorrenza libera senza pedaggio;
il termine del 30 aprile 2011 è scaduto e non risulta ancora emanato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che rende applicabili i pedaggi su tutte le autostrade, ai fini dell'attuazione delle sopracitate norme;
da notizie di stampa si apprende che il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha già firmato il decreto, mentre manca ancora la firma del Ministro dell'economia e delle finanze -:
se il Ministro dell'economia e delle finanze intenda firmare immediatamente il decreto di cui all'articolo 15 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, e successive modificazioni, che prevede l'applicazione del pedaggio su tutte le autostrade e sui raccordi autostradali in gestione diretta di Anas S.p.a.;
se non si ritenga opportuno applicare un dimezzamento della tariffa di pedaggiamento, o comunque agevolazioni tariffarie per i cittadini residenti e per le imprese presenti sul territorio, che utilizzano in maniera ricorrente la A9, fino alla conclusione dei lavori in corso sulla medesima autostrada.
(5-05318)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella scorsa settimana un articolo de il Fatto Quotidiano ha descritto la situazione del parco auto dirigenziale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che, se confermata, risulterebbe in evidente contraddizione con i tempi in cui vive il paese e in cui si chiedono sacrifici ai cittadini anche a fronte delle scarsissime risorse economiche a disposizione per la gestione delle nostre carceri -:
fermo restando che nessuno chiede ai dirigenti del dipartimento di rinunciare alla necessaria protezione di una autovettura blindata chiediamo di conoscere la reale consistenza numerica delle auto assegnate al personale dirigente del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, le spese sostenute negli ultimi 18 mesi dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e dalla struttura commissariale prevista con il piano carceri.
(5-05310)

TESTO AGGIORNATO AL 20 SETTEMBRE 2011

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
Ferrovie della Calabria è una azienda di trasporto pubblico locale le cui quote sociali sono detenute dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti fin dal 2001 con lo scopo di conseguirne il risanamento finanziario e strutturale;
con accordo di programma stipulato fra la Presidenza del Consiglio dei ministri e la regione Calabria nel 2001, il Governo

si è impegnato a versare alla predetta società la somma annua di circa 40 milioni di euro a titolo di corrispettivo per l'esercizio delle relazioni di traffico ferroviario e automobilistico a suo tempo già concesse;
il predetto accordo di programma prevedeva, inoltre, che il detto corrispettivo di esercizio fosse annualmente aggiornato sulla base delle risultanze istruttorie di apposito comitato di coordinamento per consentire il mantenimento dei livelli di servizio pattuiti;
in aggiunta, il Governo era impegnato anche a provvedere alle esigenze di messa in sicurezza e adeguamento funzionale delle tratte ferroviarie in esercizio alla data di costituzione della società;
con l'insediamento del Governo tutti gli interventi finanziari in conto capitale, già disposti, sono stati revocati, cancellando le relative appostazioni sul bilancio ministeriale;
in conseguenza si è determinata una grave situazione di obsolescenza dell'infrastruttura di rete, che, manifestando significative carenze di sicurezza è stata oggetto di reiterati provvedimenti di limitazione alla regolarità dell'esercizio emessi dal competente ufficio ministeriale;
in aperta violazione dell'accordo di programma, il Governo ha interrotto la corresponsione delle pattuite integrazioni del corrispettivo di esercizio, pur regolarmente quantificate e deliberate dal competente comitato di coordinamento;
la mancata corresponsione delle dette integrazioni di corrispettivo ha costretto l'azienda a fare fronte alle esigenze di cassa mediante ricorso al credito con ulteriori oneri che hanno ulteriormente appesantito la gestione ordinaria;
l'asserita vistosa reiterata inadempienza ministeriale, se rispondente al vero, per la sua incidenza sul servizio di trasporto pubblico locale e sull'equilibrio aziendale potrebbe determinare ulteriori responsabilità dell'azionista;
il Ministero di recente avrebbe approvato il nuovo piano industriale aziendale che prevede la dismissione di circa la metà della rete e dei servizi ferroviari e la rinuncia totale all'esercizio del servizio automobilistico;
tale determinazione sarebbe stata motivata da sopravvenuto dissesto finanziario;
Ferrovie della Calabria esercisce trasporto locale in Calabria fin dalla prima metà degli anni 50 del secolo scorso e costituisce un patrimonio irrinunciabile della regione;
l'asserita situazione di dissesto finanziario determina gravissime conseguenze di ordine trasportistico e occupazionale, mettendo a repentaglio oltre mille posti di lavoro diretti e altri numerosi nell'indotto -:
quale sia la reale situazione finanziaria dell'azienda;
quale sia l'ammontare del credito nei confronti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e della regione Calabria e se questa sia la sola causa del dissesto finanziario;
con quali motivazioni il Ministero non abbia adempiuto all'obbligo di corrispondere l'aggiornamento dei corrispettivi previsti dall'accordo di programma in virtù del quale detiene le quote sociali dell'azienda;
con quali atti e provvedimenti l'azienda abbia messo in mora le amministrazioni sopra richiamate per ottenere ottemperanza;
quali finanziamenti statali in conto capitale siano stati erogati alle altre aziende di trasporto pubblico locale le cui quote sociali sono detenute dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti dal 2006 alla data odierna;
quali iniziative intenda adottare allo scopo di porre fine ad una situazione di grave incertezza gestionale e di forte tensione sociale.
(2-01193) «Tassone».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
l'aeroporto «Marco Polo» di Venezia e l'aeroporto «Antonio Canova» di Treviso costituiscono un consolidato sistema aeroportuale, quest'ultimo con particolare vocazione per il traffico low-cost, soprattutto per l'est Europa, l'aviazione privata e d'affari, stabilmente al terzo posto per livelli di traffico dopo Roma e Milano;
i due scali operano in stretta sinergia gestionale (Save Spa gestore dello scalo di Venezia detiene il 45 per cento del pacchetto azionario di AerTre, gestore di Treviso) e di pianificazione delle rotte aeree;
il rapporto sulle strategie di programmazione per gli aeroporti italiani trasmesso dall'ENAC al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti a luglio del 2010 ha individuato tale sistema aeroportuale fra quelli di principale interesse strategico nazionale e ha previsto un incremento di passeggeri in transito dagli attuali 8,5 milioni anno a 20 milioni anno entro il 2030;
è previsto in tempi brevi, secondo l'accordo interministeriale di ottobre 2004, il passaggio dell'aeroporto di Treviso all'aviazione civile e quindi il conseguente trasferimento delle competenze per quanto riguarda la fornitura dei servizi del traffico aereo dall'Aeronautica militare ad Enav Spa;
fino al 2001 entrambi gli aeroporti si trovavano entro un'unica zona di controllo di avvicinamento (CTR) entro cui il servizio di controllo al traffico in partenza e arrivo da e per tali aeroporti, oltre che dall'aeroporto militare di Istrana, era fornito di fatto dall'Aeronautica militare di quest'ultima base. Successivamente tale area è stata suddivisa in due zone denominate CTR Treviso gestito dall'Aeronautica militare e CTR Venezia gestito dall'Enav Spa di Venezia;
buona parte delle rotte in partenza e in arrivo da e per Venezia passano inevitabilmente attraverso la zona di Treviso, così come molte delle rotte in partenza e in arrivo da e per Treviso interessano la zona di Venezia, essendo questi due aeroporti distanti appena 20 chilometri in linea d'aria;
in considerazione di questo gli aeromobili sono quasi sempre costretti a percorrere rotte più lunghe e quindi ad un consumo maggiore di carburante, che si traduce in maggiori di costi per le compagnie aeree già in difficoltà per la difficile congiuntura economica, e ad una maggiore emissione di inquinanti nell'atmosfera;
il sistema attuale di gestione separata dei due spazi aerei potrebbe non essere più in grado di affrontare il notevole incremento di traffico aereo che qui si prevede per i prossimi anni costituendo un gravoso «collo di bottiglia», con quello che ne consegue per i ritardi e la perdita di competitività del sistema trasporti nazionale;
l'Italia ha aderito al progetto europeo «single Sky» che ha fra gli obbiettivi principali l'incremento dell'efficienza e della capacità dei sistemi di controllo del traffico aereo;
Enav Spa ha investito ingenti risorse nell'aeroporto di Venezia dove è stata di recente inaugurata una nuova struttura all'avanguardia comprendente una nuova torre di controllo oltre all'implementazione di apparati tecnologici di ultima generazione;
Enav Spa da oltre un anno opera e gestisce il traffico nella zona di controllo di avvicinamento di Garda (ex Aeronautica militare) che serve gli aeroporti di Verona Villafranca, anche questo prossimo al passaggio all'aviazione civile, di Montichiari e l'aeroporto militare di Ghedi, dove sono posizionati 3 gruppi di volo operativi dell'Aeronautica militare;
la tecnologia presente nel sito di Venezia consente al sistema radar di utilizzare i dati provenienti dal radar militare di Istrana, inoltre i controllori del traffico aereo dell'Enav Spa di Venezia

possono essere opportunamente addestrati in brevissimo tempo per gestire anche traffico aereo militare operativo, così come è avvenuto per Verona Villafranca nei primi mesi del 2010;
l'aeroporto di Treviso S.Angelo rimarrà chiuso per lavori fino a dicembre di quest'anno e gran parte del traffico normalmente ivi programmato è stato riposizionato a Venezia. Le nuove procedure predisposte per l'occasione e più in generale i sistemi tecnologici già attualmente in uso consentono al controllo di avvicinamento di Venezia di gestire il traffico globale dei due aeroporti veneti -:
se intenda assumere tutte le iniziative ritenute più idonee, in qualità di autorità di vigilanza e controllo sul sistema trasporti nazionale, presso Enav Spa e il Ministero della difesa al fine di voler concordare una riunificazione delle due zone di controllo di avvicinamento sotto la gestione unica dell'Enav Spa di Venezia, ciò per consentire una gestione più spedita ed economica delle rotte aeree, un notevole risparmio economico per i vettori e di tempo per gli utilizzatori nonché un risparmio per lo Stato, considerato l'attuale sdoppiamento di compiti e quindi di personale, unificazione che, si sottolinea, potrebbe avvenire con costi e in tempi minimi a fronte di un notevole risparmio per il bilancio del Ministero della difesa ed un significativo aumento dell'efficienza e delle capacità di traffico dei due scali del nord-est.
(2-01194) «Tassone».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ZAZZERA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Repubblica dell'11 settembre 2011 riporta la notizia della soppressione dei treni espressi economici sulla tratta Lecce-Roma;
si tratta dei treni low cost che sino ad oggi hanno garantito la quotidiana circolazione dei pendolari in orario notturno;
il servizio sarà attivo fino al 4 ottobre, dopodiché il tragitto verso la capitale sarà disponibile solo la domenica alle 20.48;
chi avrà l'esigenza di recarsi a Roma durante la settimana, dovrà per forza utilizzare l'Intercity o il Frecciargento, con un aggravio dei costi fino al 70 per cento;
sono inoltre in corso di cancellazione le fermate di Molfetta, Bisceglie e Trani, ed i pendolari saranno costretti ad andare a Bari o a Barletta per raggiungere Roma;
il citato quotidiano rileva che la modifica della tratta è il frutto dei tagli apportati dalla nuova strategia dei servizi di mercato, cioè «quelli (come riporta la nota delle Ferrovie dello Stato) - che non sono contribuiti da alcuna istituzione pubblica e il cui equilibrio economico si sostiene dalla sola vendita di biglietti e abbonamenti» (La Repubblica dell'11 settembre 2011);
la nuova programmazione dei treni penalizzerà fortemente la Puglia ed i pugliesi che dovranno accollarsi un carico economico che la sola politica dei tagli non può giustificare;
ad avviso dell'interrogante si tratta di una discriminazione ai limiti della violazione del diritto alla circolazione dei pendolari del Mezzogiorno, già fortemente colpiti dalla crisi economica ed occupazionale che ha investito il Paese -:
se il Governo, anche in qualità di azionista, ritenga opportuno avviare un'azione nei confronti delle Ferrovie dello Stato volta a rivedere la nuova strategia dei servizi di mercato così come descritta in premessa, al fine di evitare la riduzione della tratta più economica Lecce-Roma.
(5-05312)

GIDONI e BITONCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con modifica legislativa (legge n. 106 del 2011, articolo 4, comma 15) si è provveduto ad innalzare ad euro 40.000,00 il limite per il conferimento fiduciario degli incarichi professionali nell'ambito dei lavori pubblici;
tuttavia, nonostante l'intenzione chiara del legislatore di innalzare la soglia per tutti i conferimenti fiduciari degli incarichi professionali, sembra che manchi un coordinamento tra le norme regolamentari;
infatti, sorge il dubbio se la nuova soglia degli affidamenti diretti si applichi anche ai servizi di ingegneria e architettura, poiché il comma 10 dell'articolo 267 del decreto del Presidente della repubblica n. 207 del 2010, che regola l'applicazione delle procedure in economia a queste particolari attività, ha mantenuto il limite dei 20 mila euro, essendo intervenuta, proprio con la legge n. 106 del 2011, una modifica alla norma che ha soppresso nella stessa disposizione del regolamento, nel riferimento al comma 11 dell'articolo 125 del codice, il rinvio al secondo periodo (che è proprio quello dell'affidamento diretto);
allo stato attuale l'articolo 267 del regolamento si presenta, nella sua seconda parte, con le modifiche apportate all'articolo 125, mentre la prima parte conserva ancora il limite di 20.000,00 euro;
tale discrasia crea problemi alle pubbliche amministrazioni che, volendo applicare il nuovo limite fiduciario, riscontrano tale incongruenza -:
quale sia l'interpretazione del Ministero circa l'argomento illustrato nella premessa.
(5-05317)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIANNI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il ritardo nella realizzazione dello svincolo autostradale di Priolo Sud, i cui lavori sarebbero a carico del dipartimento regionale della Protezione civile, è diventato insopportabile;
dopo vari rinvii, l'ultimo impegno era che l'apertura dello svincolo al traffico sarebbe avvenuta entro il passato mese di aprile;
l'adeguamento della carreggiata sul versante dell'autostrada è stato ultimato ma la messa in sicurezza degli innesti sulla provinciale Floridia-Priolo non sono ancora iniziati;
anche questo ritardo, che nega di fatto un diritto ai cittadini di potere usufruire di un servizio migliore, è la dimostrazione evidente dei ritardi e della noncuranza con la quale si procede, in questo territorio, alla realizzazione di opere infrastrutturali che sarebbero indispensabili per favorire lo sviluppo e la mobilità in tali aree -:
se intenda, per quanto di competenza, accertare tutte le eventuali responsabilità nei ritardi sulla realizzazione dello svincolo autostradale di Priolo Sud al fine di arrivare ad una rapida e definitiva conclusione dell'opera viaria in questione.
(4-13184)

ARACRI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da oltre 3 anni, la società Trenitalia del gruppo Ferrovie dello Stato ha avviato un progetto per la informatizzazione dei turni di lavoro dei macchinisti e capitreno, denominato «progetto IVU»;
Trenitalia aveva comunicato che l'adozione del sistema IVU sarebbe avvenuta

dal cambio orario del dicembre 2010 e che il sistema doveva portare alla dismissione dei due programmi precedentemente in uso denominati «GENTE» e «VESTE»;
infatti, già nel marzo del 2010, l'amministratore delegato di Trenitalia pose alle sue dirette dipendenze lo staff di implementazione del sistema IVU con la disposizione organizzativa n. 971 e una presentazione Trenitalia del luglio dello stesso anno afferma che IVU avrebbe visto il «Go Live totale intero progetto» ad aprile 2011;
tuttavia, il progetto IVU ha più volte mancato di mantenere le scadenze e non si è realizzata la piena adozione alle date rese pubbliche dalla stessa Trenitalia;
ad oggi IVU non è ancora stato reso operativo -:
quali fossero i costi e i tempi di realizzazione del «progetto IVU» al momento della approvazione del suo progetto;
quali siano i costi sostenuti fino ad adesso e i motivi della mancata entrata in servizio del sistema;
quali siano costi e i tempi a oggi previsti per la messa in servizio a pieno regime del sistema;
in che modo siano regolati contrattualmente gli aggiornamenti e le implementazioni;
quali siano i vantaggi derivanti dall'utilizzo del sistema;
quali modifiche si abbiano con l'introduzione del sistema IVU dal punto di vista dello straordinario obbligatorio, della produzione di treni e nella gestione di macchinisti e capitreno;
se Trenitalia abbia analizzato le ricadute della programmazione IVU sui turni, l'efficienza, i costi e i prezzi dei servizi ferroviari nel trasporto locale e quali siano queste ricadute;
come Trenitalia assicuri la compatibilità tra i vincoli di programmazione di IVU e quanto disposto dal decreto legislativo n. 422 del 1997 in materia di regionalizzazione dei servizi ferroviari;
quali siano stati i risultati dell'adozione sperimentale del sistema IVU in Sardegna.
(4-13188)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 5 settembre dell'anno 2010 a Pollica-Acciaroli viene barbaramente ucciso da ignoti con 9 colpi di pistola il sindaco Angelo Vassallo;
in questi mesi passati si è avuta la possibilità di visionare la caserma dei carabinieri di Pollica, il cui stato non è assolutamente dei migliori. Il solaio della caserma infatti è molto vecchio: i ferri interni alla struttura di cemento e che ne fuoriescono in parte sono arrugginiti e non aderenti al cemento per cui il solaio potrebbe crollare interamente dopo una fase di piogge intense come ha costatato anche il tecnico del comune di San Mauro Cilento e dopo l'intervento dei pompieri. Ad una verifica statica è inoltre crollato un pezzo del solaio dell'alloggio del maresciallo capo;
il nuovo sindaco del comune di Pollica-Acciaroli, Stefano Pisani, avrebbe ventilato l'ipotesi di spostare la caserma ad Acciaroli in una struttura della ASL, che nell'inverno non viene utilizzata e purché questo non si traduca in ridimensionamento del servizio sanitario: ove tale ipotesi fosse percorribile ovviamente lo spostamento comporterebbe il necessario rafforzamento della struttura: cancelli, inferriate alle finestre, oltre al cablaggio e altro che non crediamo possano gravare però sulle poche disponibilità finanziarie del

comune di Pollica-Acciaroli. Altra strada percorribile sarebbe quella di utilizzare i molti e disponibili locali insistenti sul porto, ferme restando le medesime problematiche già sopra evidenziate. In ambedue le ipotesi mancherebbero gli alloggi per il maresciallo e i suoi uomini, da cercarsi altrove;
risulterebbe che il Ministero non trasferisca alla prefettura i fondi necessari a pagare il fitto della caserma inagibile, cosicché la proprietà dello stabile da 8 mesi non percepisce le somme dovute;
in questi mesi pur nelle difficoltà il lavoro, il controllo del territorio svolto in loco dalle forze dell'ordine è stato apprezzabile se consideriamo le suddette difficoltà oggettive, e gli uomini dell'arma hanno lavorato propiziando una riunione di tutte le strutture turistiche locali per attuare una più efficace attività di coordinamento e segnalazione -:
quali azioni e quali iniziative si intendano adottare per risolvere questi problemi in un luogo simbolo come è diventato Pollica-Acciaroli dopo l'assassinio del sindaco Vassallo.
(5-05311)

FIANO, META, MORASSUT, ARGENTIN, POMPILI e CONCIA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di lunedì 12 settembre viene pubblicata sul sito internet del Corride della Sera la notizia che, nell'occasione della ricorrenza della marcia su Roma, 28 ottobre, è prevista l'inaugurazione della prima sede italiana del movimento neonazista e xenofobo Blood and Honour, fondato nel 1987 in Inghilterra e ispirato alla gioventù hitleriana;
il movimento Blood and Honour è stato messo al bando dal Governo della Germania federale ed è stato coinvolto in fatti di violenza in Gran Bretagna e in Sud America;
si viene a sapere che ad ospitare la sede italiana del movimento neonazista dovrebbe essere «Casa d'Italia Colleverde», creata da Casa Pound, movimento della destra radicale italiano, nel 2007 con l'occupazione di un ex edificio scolastico in via Monte Bianco nel comune di Guidonia, alle porte di Roma;
l'apertura di una sede italiana di un movimento xenofobo, antisemita e di ispirazione nazista costituisce un affronto alla storia di Roma, medaglia d'oro della Resistenza al fascismo e al nazismo -:
se il Ministro sia a conoscenza dell'apertura della sede italiana di Blood and Honour;
se il Ministro non ritenga di impedire le attività xenofobe e neonaziste da parte di un movimento giudicato «fuori legge» dal Governo tedesco;
se siano state avviate indagini in relazione a quanto rappresentato in premessa;
cosa intenda fare il Governo per prevenire eventuali disordini e tensioni sociali che potrebbero verificarsi all'apertura di sedi di gruppi neonazisti.
(5-05323)

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, ha previsto che «per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, anche di qualifica dirigenziale, ivi compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi ordinamenti delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, [...] non può superare, in ogni caso, il trattamento in godimento nell'anno 2010»; e che, in particolare, «i meccanismi di adeguamento retributivo [...] non si applicano per gli anni 2011, 2012 e 2013 [...] e non danno comunque luogo a successivi recuperi»;

il blocco degli automatismi stipendiali e dei salti di carriera si applica a tutto il pubblico impiego, compreso il personale del comparto sicurezza e difesa e quello di vigili del fuoco e soccorso pubblico;
il Ministro dell'interno e il Ministro della difesa si sono impegnati per uno sblocco degli scatti stipendiali e di carriera per i comparti di cui sopra ma ad oggi, come segnalato dalle stesse organizzazioni sindacali, questi impegni sono rimasti disattesi; in sede di approvazione della nuova manovra finanziaria correttiva il Governo non ha convocato tutte le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari, come denunciato e richiesto dalle stesse, per instaurare un tavolo di confronto sulla questione dei tagli lineari che si stanno effettuando anche a scapito di settori così delicati e sulla questione dei blocchi nella corresponsione delle indennità relative all'anzianità di servizio e agli avanzamenti di carriera -:
per quali ragioni i Ministri interrogati ritardino nella convocazione di tutte le organizzazioni sindacali per un'immediata instaurazione di un tavolo di confronto per discutere delle varie problematiche esposte a più riprese dagli operatori del settore al fine di trovarne le corrette e concrete soluzioni;
se il Governo intenda dare seguito alle promesse effettuate, anche per iscritto, promuovendo una revisione della normativa sugli automatismi salariali addivenendo allo sblocco degli scatti di carriera ora interrotti dal decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122;
per quali motivi i Ministri non abbiano rivendicato nelle sedi competenti il principio di specificità dei vari Corpi dello Stato di riferimento, con il risultato di indebolire le relative amministrazioni e di aggravare le condizioni in cui si trovano ad operare i lavoratori dei comparti interessati;
se i Ministri non ritengano che possa essere stata violata l'equità di trattamento dal momento che, a seguito del blocco degli scatti stipendiali, soggetti giuridici dello stesso comparto con uguale anzianità di servizio si troveranno ad avere trattamenti economici diversi.
(4-13192)

TESTO AGGIORNATO AL 20 SETTEMBRE 2011

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanze:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
si fa riferimento ai testi di storia adottati nei licei Galvani, Minghetti e Sabin di Bologna, dove a parte la preferenza data ad una concezione storiografica di sinistra, sono del tutto trascurati, soprattutto per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, gli anni che vanno dal 1945 al 1948, nei quali la violenza di sinistra insanguinò tutta la realtà regionale, mentre si enfatizza il ruolo della resistenza e dell'allora Pci, tacendone i misfatti, con una dimenticanza, che all'interrogante appare voluta, del ruolo dei cattolici e della componente liberale;
più in generale, l'interpellante rileva la persistente anomalia della politicizzazione della scuola, con particolare riferimento all'insegnamento spesso fazioso della storia contemporanea nelle scuole di ogni ordine e grado;
l'interpellante nella consapevolezza che lo Stato non può imporre una sua visione storiografica nelle scuole, intende comunque puntualizzare come sia necessario che il medesimo si faccia garante dell'insegnamento della storia contemporanea, chiarendo, a tutti gli effetti, che il docente durante l'orario curriculare non è un agitatore politico, ma un educatore che deve far crescere la formazione critica e nello stesso tempo aperta dei giovani, evitando di assumere la veste di trasmettitore di idee politiche faziose. Tutto questo, a parere dell'interpellante è più che

mai necessario in quanto i libri di testo costituiscono oggi solamente una base che il docente può interpretare con un'assoluta autonomia di giudizio, rendendo con ciò maggiormente evidente la sua responsabilità -:
se il Ministro intenda assumere iniziative, anche mediante l'invio di un'apposita circolare ai direttori scolastici regionali, che pur facendo salva la libertà d'insegnamento dei docenti, vincolino al rispetto dell'obiettività storica e del processo formativo delle giovani generazioni.
(2-01195) «Garagnani».

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
in coincidenza con l'apertura dell'anno scolastico nelle varie regioni, si intendono sottoporre all'attenzione del Governo alcune anomalie verificatesi nel passato anno scolastico nella regione Emilia Romagna, per evitare il ripetersi delle medesime;
in particolare il sottoscritto fa riferimento innanzitutto alla necessità di difendere nelle scuole di ogni ordine e grado caratterizzate, soprattutto nelle realtà periferiche, ad esempio nella provincia di Bologna ed in altre, da processi di integrazione non sempre facili, la tradizione culturale cristiana nel curriculum disciplinare, evitando confusi «multiculturalismi» che pongono sullo stesso piano tradizioni diverse e tendono a delegittimare la tradizione culturale cristiana che ha permeato la nostra civiltà;
in secondo luogo si fa presente l'anomalia creatasi in alcune scuole del bolognese e delle altre province dell'Emilia Romagna di fissare l'insegnamento della religione cattolica nella prima o nell'ultima ora dell'orario scolastico, disincentivando cosi l'insegnamento del medesimo anche se l'interpellante riconosce l'intervento positivo della dirigenza scolastica regionale;
lo studente che a Bologna e nelle città dell'Emilia Romagna ha scelto volontariamente l'ora di religione ha il diritto di vedersi insegnata la materia alla quale ha indirizzato il suo consenso, stante la peculiarità della medesima e la necessità di rispettare la volontà della famiglia e degli studenti -:
se il Ministro intenda assicurare una estrema vigilanza sulle «modalità di insegnamento della religione cattolica apostolica romana» che non può essere confusa come vorrebbero alcuni dirigenti o collegi di docenti con storia delle religioni;
sulla base anche di precedenti atti ispettivi, se il Governo, attraverso i suoi organi periferici, intenda svolgere un'attenta opera di vigilanza sulla continua politicizzazione presente nelle scuole dell'Emilia Romagna, che non può essere confusa con la libertà di insegnamento del docente, libertà di insegnamento che non significa libertà di propaganda politica.
(2-01196) «Garagnani».

Interrogazione a risposta orale:

DELFINO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nonostante le rassicurazioni dell'assessore regionale all'istruzione, circa la sicurezza degli edifici scolastici piemontesi, i dirigenti delle scuole elementari di Montà d'Alba e Paesana hanno ricevuto la multa per alcune irregolarità riscontrate dopo i sopralluoghi delle Asl e dei Vigili del fuoco;
diversa la posizione delle organizzazioni sindacali locali che da tempo lamentano l'insufficiente livello di sicurezza degli edifici scolastici della provincia di Cuneo, dei quali solo il 44 per cento ha ottenuto il certificato di agibilità statica e il 43 per cento è in regola con le norme antincendio;
i dirigenti scolastici, pur avendo la responsabilità della sicurezza, non avrebbero

risorse a disposizione da investire in tal senso, ma solo la possibilità di sollecitare le amministrazioni ad intervenire;
nonostante una parte dei finanziamenti sia messa a disposizione dalla Fondazione Crc e dal Fondo regionale per gli interventi urgenti, le risorse utili per i numerosi interventi necessari nei diversi istituti scolastici risultano insufficienti;
i continui tagli alle risorse destinate alla scuola non hanno fatto altro che aumentare criticità già significative, con gravi ripercussioni sulla sicurezza degli edifici scolastici e con il conseguente affanno degli amministratori locali che non possono sopperire agli interventi necessari;
controllare che gli edifici siano sicuri e rispondenti a tutte le norme di sicurezza previste non può essere considerato come un intervento suppletivo bensì un dovere da parte delle istituzioni, per scongiurare il ripetersi di eventi tragici troppe volte già verificatisi;
non è assolutamente condivisibile l'opinione di chi afferma che i controlli effettuati dai vigili del fuoco e dalle Asl non tengono conto della situazione oggettiva, al contrario andrebbero sostenuti e assecondati come atto di responsabilità sociale, denunciando altresì la carenza di risorse destinate a tal fine -:
in che modo e con quali iniziative di competenza intenda attivarsi al fine di permettere alle amministrazioni locali di poter rispettare gli standard di sicurezza degli edifici scolastici imposti dalla normativa vigente, ma spesso non percorribili per insufficienza di risorse destinate a tal fine.
(3-01814)

Interrogazione a risposta in Commissione:

GRIMOLDI, GOISIS e BITONCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'applicazione della circolare 272/11, avente ad oggetto «Attuali classi di concorso su cui confluiscono le discipline relative al primo e secondo anno di corso degli istituti di II grado interessati al riordino», presenta caratteri di incongruenza, anche in considerazione dell'ordinanza del TAR n. 02894/2011 dalla quale risulta che «appaiono sussistere profili di fumus boni juris con riguardo, in particolare, all'inidoneità dello strumento utilizzato per riorganizzare le classi di concorso per cui è causa ed in relazione alle finalità indicate dalla norma di legge (articolo 64 comma 3, decreto-legge n. 112 del 2008)»;
la sopra citata ordinanza evidenzia altresì emergere del «periculum di un pregiudizio grave ed irreparabile» nei confronti dei docenti della classe A052;
nel merito si evidenzia che gli organici relativi alle classi di concorso A051 e A052, sono stati formulati in applicazione della sopra citata ordinanza ministeriale, attraverso l'incrocio delle graduatorie dei titolari degli insegnamenti atipici delle classi di concorso A051 e A052 con grave danno per i docenti della classe A052, sia di ruolo (come dimostrano chiaramente i dati relativi ai perdenti posto in tutta Italia), sia precari, che dopo molti anni di incarichi annuali si troveranno senza lavoro, non avendo la possibilità di far valere il loro punteggio anche nelle altre classi di concorso (A051, A050, A043) per le quali sono regolarmente abilitati -:
se, alla luce di quanto espresso in premessa, non ritenga opportuno rivedere gli organici in questione, anche al fine di riservare l'insegnamento delle «materie letterarie, latino e greco» al liceo classico «esclusivamente» ai docenti della classe A052, come peraltro previsto dalla normativa vigente.
(5-05316)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIANNI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con precedente atto di sindacato ispettivo (4-12584), in attesa di risposta,

l'interrogante denunciava il taglio del personale ATA, per l'anno scolastico 2011-2012, nella provincia di Siracusa;
oggi, in mancanza di qualsiasi intervento da parte delle parti istituzionali coinvolte, i 161 assistenti tecnico-amministrativi licenziati hanno iniziato una serie di manifestazioni di protesta affinché sia affronti seriamente la loro situazione;
le conseguenze di tale decisione non solo graverà sui lavoratori coinvolti e le loro famiglie ma su tutta la struttura scolastica dove ci saranno parti di istituti non custodite, ulteriori carichi di lavoro per il personale che resta in servizio nelle segreterie, laboratori chiusi;
questi ultimi licenziamenti si aggiungono agli altri «tagli» di personale che erano stati avviati a partire dal 2009 -:
quali iniziative intenda intraprendere affinché in relazione ai «tagli» effettuati di personale ATA nella provincia di Siracusa per l'anno scolastico 2011-2012, si possa verificare una riconsiderazione della scelta operata, tenuto conto che quanto accaduto, non solo aggraverà i problemi occupazionali di una provincia come quella di Siracusa, ma lederà sostanzialmente il diritto allo studio dei giovani del territorio che si troveranno a non potere usufruire di tutti i servizi che prima, grazie al personale licenziato, erano a loro disposizione;
se e come si intenda, in ogni caso, in collaborazione con le istituzioni locali, intervenire a garanzia del reddito per le persone licenziate.
(4-13183)

DE BIASI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la scuola elementare «G.L. Radice» di via Paravia in Milano, sede dell'omonimo circolo didattico è stata oggetto di numerose polemiche riportate dalla stampa in quanto considerata «scuola ghetto» perché frequentata per l'85 per cento da bambini classificati come stranieri, mentre il 74 per cento sono nati in Italia;
la situazione della scuola è derivata dall'insistenza su un quartiere di edilizia popolare abitato prevalentemente da famiglie di origine straniera;
presso la scuola, proprio per queste caratteristiche sono attivi diversi progetti educativi e forti sono le collaborazioni con le associazioni di volontariato di quartiere, riunite nel laboratorio di quartiere San Siro;
alla regolare chiusura delle iscrizioni risultava una classe prima con 17 iscritti, quindi regolarmente autorizzabile a norma di legge, mentre qualche giorno fa e solo da indiscrezioni della stampa i genitori avrebbero saputo della soppressione della classe prima disposta dalla direzione scolastica regionale;
in seguito a questa informazione i genitori sono ricorsi alla magistratura con un ricorso di cui si attende l'esito il 14 settembre 2011;
l'amministrazione comunale precedente l'attuale non è mai intervenuta per una revisione dei bacini di utenza e degli accorpamenti tra plessi, mentre l'amministrazione attuale, competente per legge, ha dichiarato la propria intenzione e volontà di operare in tal senso;
comunque nessun ente preposto alla programmazione dell'offerta formativa, né la regione né la provincia né lo stesso comune di Milano hanno mai chiesto all'autorità scolastica in modo formale la chiusura della scuola di via Paravia -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
per quale motivo non sia ancora intervenuto lasciando precipitare una situazione per cui ancora una volta sarà la magistratura a doversi pronunciare in mancanza di una corretta programmazione tra autorità scolastiche e autonomie locali, così come costituzionalmente definito;

per quale motivo non sia stata applicata neppure la circolare che fissa al 30 per cento la percentuale di bambini stranieri per autorizzare le classi spostando bambini italiani dai plessi vicini;
se non ritenga comunque opportuno sospendere ogni decisione, e quindi permettere l'apertura regolare dell'anno scolastico per i bambini della prima di via Paravia in attesa dell'esito del ricorso;
come intenda operare nel futuro rispetto ad un fenomeno in crescita che riguarda bambini e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, che hanno frequentato la scuola dell'infanzia nel nostro Paese e parlano perfettamente la nostra lingua.
(4-13185)

MELIS e PES. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che
come riferito da codesto Ministero nella nota n. AOODPPR/REG:UF./n. 2008 del 10 agosto 2011, e allegate tabelle, riguardo le nuove formazioni di docenti «il 50 per cento dell'ammontare complessivo degli aspiranti inclusi nelle graduatorie a esaurimento, il restante 50 per cento resta appannaggio dei TFA (tirocinio formativo attivo), pur al netto degli esuberi provinciali»;
il Ministero spiega così, e con ulteriori specificazioni, che dal 2012, nonostante la persistenza di graduatorie ad esaurimento di docenti precari su tutto il territorio nazionale, il 50 per cento delle disponibilità delle docenze sarà riservato a nuovi insegnanti, neolaureati o comunque neo-abilitati attraverso i nuovi corsi universitari; che inoltre questi docenti verranno formati non solo nella misura del 50 per cento l'immissione in ruolo loro riservata annualmente, ma in una misura superiore del 40 per cento;
a fronte di questa innovazione normativa permane la situazione precaria di coloro (decine di migliaia di insegnanti) che, avendo frequentato a suo tempo le SSIS (scuole di specializzazione postuniversitarie della durata di 2 anni e 3 per il conseguimento del titolo abilitante al sostegno: esattamente uguali ai nuovi corsi TFA) e/o vinto i concorsi, vedranno adesso un allungamento del doppio del tempo previsto per l'immissione in ruolo, il che lede un diritto acquisito superando le prove concorsuali;
ciò appare illogico, giacché la sostanziale identità dei due percorsi (quello imperniato sulle SSIS e il nuovo, incentrato sui corsi TFA) suggerirebbe di inserire i neodocenti nelle medesime graduatorie provinciali ad esaurimento esistenti, naturalmente con il punteggio spettante loro da tabelle ministeriali;
pur comprendendosi l'intento del Ministero di immettere nei ruoli personale più giovane e neolaureato, la persistenza di una tale palese disparità si profila ad avviso degli interroganti come incostituzionale, prefigurando interventi in via giudiziale in favore dei danneggiati -:
se non ritenga il Ministro che la norma vigente, creando una corsia preferenziale a vantaggio dei neolaureati e/o dei nuovi formati, costituisca una condizione di disparità, danneggiando gravemente insegnanti già valutati tramite i corsi SSIS (che - si ricorda - erano validi come prova concorsuale);
quali determinazioni il Ministro intenda adottare per correggere una tale evidente discriminazione.
(4-13196)

SCHIRRU. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i docenti abilitati ed abilitandi in strumento musicale A077, COBASLID (arte e disegno), scienze della formazione primaria, corsi speciali abilitanti SSIS Lazio di cui ai decreti ministeriali nn. 21/05 e 85/05, iscritti negli anni accademici 2008-2009, 2009-2010, 2010-2011, non possono, in base alla normativa vigente,

essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, unico canale di reclutamento per accedere all'insegnamento;
in Sardegna, a causa di tale normativa, sono esclusi dalle suddette graduatorie circa 450 abilitati e abilitandi in Scienze della formazione primaria e circa 100 abilitati al conservatorio in strumento musicale. A livello nazionale gli esclusi sono oltre 20.000 e la situazione di questa categoria di docenti è resa ancora più difficile dalla grave congiuntura economica, della quale la Sardegna risente particolarmente;
l'università di Cagliari in data 30 giugno 2011, ha previsto nel manifesto di studi, su disposizione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di avviare un nuovo corso abilitante a numero chiuso, destinato a formare un centinaio di nuovi docenti che rischia di non avere nessun futuro;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca continua ad emettere bandi universitari, per l'abilitazione in scienze della formazione primaria e frumento musicale, senza offrire concrete possibilità di inserimento nel mondo della scuola, con il devastante effetto di incrementare la percentuale di disoccupati e inoccupati ed in contraddizione con lo spirito della norma volte ad esaurire il problema del precariato;
durante il dibattito in Assemblea del 21 giugno 2011 è stato approvato l'ordine del giorno n. 9/4357-A/63, a firma Russo e di altri parlamentari, con il quale si impegna, in sostanza, il Governo a rendere effettivo il valore legale del titolo acquisito dai docenti abilitati e abilitandi in scienze della formazione primaria, in strumento musicale A077, COBASLID (arte e disegno), corsi speciali abilitanti SSIS Lazio di cui ai decreti ministeriali nn. 21/05 e 85/05, ai fini dell'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento;
è stato approvato l'ordine del giorno n. 9/4357-A/155, a firma Pagano e altri deputati del PDL, con il quale si impegna il Governo a chiudere la fase transitoria e a consentire l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti che hanno conseguito l'abilitazione all'insegnamento con il «vecchio» sistema di formazione dei docenti in vigore fino al 2010;
tutti i capigruppo della VII Commissione hanno sottoscritto la proposta di legge n. 4442 presentata dall'onorevole Russo ed altri (di tutti gli schieramenti) recante modifiche all'articolo 5-bis del decreto-legge 1o settembre 2008, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, concernente le graduatorie ad esaurimento per l'assunzione dei docenti, nonché disposizioni in materia di giurisdizione sulle relative controversie;
la proposta di legge nasce dall'esigenza di risolvere la questione dei mancanti inserimenti nelle graduatorie ad esaurimento, valide per il 2011-2013 di personale docente già abilitato e super specializzato con i precedenti corsi universitari nazionali autorizzati, in attesa della predisposizione di un nuovo sistema di reclutamento definitivo;
al fine di sanare un evidente elemento di disparità di trattamento tra personale che nell'anno accademico 2008/2009/2010 in seguito alla frequenza dei corsi universitari a numero programmato autorizzati dallo stesso Ministero, anche presso le facoltà di scienze della formazione primaria, le accademie e i conservatori, ha conseguito la relativa abilitazione, si pone l'esigenza come già avvenuto nel passato di favorire, entro l'anno scolastico 2011/2012, l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti iscritti -:
se il Ministro sia a conoscenza della controversa situazione nella quale si trovano i docenti abilitati ed abilitandi esposta in premessa;
se, in attesa dell'attuazione di un nuovo e definitivo sistema di reclutamento, non ritenga opportuno in tempi brevi risolvere il problema, dando la possibilità

di inclusione nelle graduatorie ad esaurimento anche ai docenti attualmente esclusi, entro l'anno scolastico 2011-2012.
(4-13200)

...

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 20 aprile 2011 è stato firmato l'accordo Stato-regioni per il finanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga di competenza per gli anni 2011-2012. Con tale intesa veniva prorogato per gli anni sopra citati l'accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga già in vigore per il 2009-2010;
dalla nota ufficiale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 20 aprile 2011 si evinceva che «il Governo conferma lo stanziamento previsto dalla legge di stabilità di 1 miliardo di euro per gli interventi a sostegno del reddito a cui si aggiungono 600 milioni di residui del biennio 2009-2010»;
l'intesa Stato-regioni 2011-2012 sugli ammortizzatori sociali in deroga e sulle politiche attive, al paragrafo quadro finanziario, comma 15, reca «Governo e Regioni riconfermano, fino al 31 dicembre 2012 e nel rispetto degli equilibri di finanza pubblica, l'Accordo del 12 febbraio 2009 sulle modalità di finanziamento dell'intervento a sostegno del reddito degli ammortizzatori in deroga, fuorché per le quote delle politiche passive che vengono definite, nella misura del 60 per cento a carico dello Stato e del 40 per cento a carico delle Regioni (al netto dell'intera contribuzione figurativa). La regola del 60-40 si applica a tutte le mensilità di sostegno del reddito erogate - con accordi regionali - dal mese successivo alla sottoscrizione della presente intesa»;
il Meridione d'Italia sta soffrendo, in particolar modo, degli effetti devastanti di una crisi economica, che ha colpito fortemente il nostro Paese, costringendo molti lavoratori a fuoriuscire dal circuito del mercato del lavoro, e di fatto li ha ricollocati, purtroppo, nel limbo dell'inattività;
nella sola regione Puglia si contano circa 25 mila lavoratori che attualmente usufruiscono dei trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria e mobilità in deroga. Va segnalato che in questo bacino di lavoratori circa 20.750 sono solo quelli collocati in regime di cassa integrazione in deroga;
tra i settori che pagano il prezzo più alto della congiuntura economica negativa in Puglia si ritrovano, principalmente, il comparto dell'arredamento, del legno, il metallurgico, il tessile abbigliamento e calzaturiero. A conferma della grave situazione economico-lavorativa determinatasi in Puglia vi sono i dati scorporati dai vari istituti di ricerca che monitorano il mercato occupazionale e che parlano di un aumento esponenziale del ricorso alla cassa integrazione in deroga nel biennio 2009-2011. Nel 2009, infatti, le ore di cassa integrazione in deroga autorizzate sono state più di 700 mila, nel 2010, invece, hanno sfiorato i 7 milioni con un aumento in percentuale del 829,26 per cento;
in queste settimane dagli organi di stampa è emerso che la regione Puglia aveva preventivato e chiesto al Governo almeno 200 milioni di euro per far fronte ai costi della cassa integrazione guadagni straordinaria, ma sembrerebbe che nel riparto effettuato dal Governo solo 100 milioni di euro siano stati attribuiti alla Puglia;
a parere dell'interrogante l'assenza di adeguate risorse, utili a sostenere il percorso lavorativo di migliaia di persone in difficoltà, avrebbe una diretta e pesantissima ricaduta sulla regione Puglia e la

condannerebbe ad una vera e propria moria economico-occupazionale -:
se il Ministro non ritenga utile comunicare su quali basi sarebbe stato compiuto il riparto delle risorse da destinare alla Puglia e quali motivazioni avrebbero portato il Governo a ridurre le risorse economiche utili alla cassa integrazione in deroga proprio in un territorio, quale la Puglia, che nel corso di questi ultimi anni è stato teatro di un vero e proprio crollo economico-occupazionale.
(5-05315)

DELFINO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i dati emersi dal documento unitario, redatto dalle principali organizzazioni sindacali sulla situazione produttiva e occupazionale della provincia di Cuneo, evidenziano le enormi difficoltà che stanno affrontando i diversi settori produttivi;
nel 2010, quasi 100 mila persone hanno lasciato il lavoro e circa 5 mila sono state licenziate;
a maggio 2011, le ore totali di cassa integrazione erano pari ad oltre 4 milioni, di cui quasi 2 milioni di Cassa integrazione straordinaria;
i lavoratori attualmente iscritti alle liste di mobilità sono oltre 4 mila, a cui vanno aggiunti gli oltre mille lavoratori cancellati dalle liste per decorrenza dei termini e senza ricollocazione;
altrettanto allarmante è la costante crescita dell'indice di disoccupazione giovanile;
la previsione relativa al numero delle persone in cerca di occupazione, per quanto riguarda la provincia di Cuneo, conferma che nel 2011 e 2012 la disoccupazione continuerà ad aumentare e che tale tendenza non migliorerà in modo significativo neanche nel 2013;
secondo le organizzazioni sindacali della provincia è necessario intervenire tempestivamente mediante il rilancio delle iniziative a difesa dell'occupazione e dello sviluppo delle imprese in crisi attraverso il rafforzamento del sistema produttivo, nonché con azioni di contrasto al precariato, prevedendo una normativa più efficiente che delinei l'apprendistato come principale forma di assunzione, atta ad agevolare l'inserimento lavorativo dei giovani;
le stesse ritengono, inoltre, necessario un intervento con misure di sostegno al reddito di lavoratori e pensionati, anche mediante il coinvolgimento delle fondazioni bancarie provinciali, mirato al progetto economico di un fondo «anti-povertà», nonché riattivando gli accordi con gli istituti di credito per il blocco dei mutui destinato alle famiglie in forte disagio economico;
nonostante la grave crisi economica in atto, è necessario intervenire tempestivamente con misure adeguate che rilancino e rafforzino l'intero sistema produttivo, attualmente al collasso -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere ai fini della tutela e del rilancio dell'occupazione e delle attività produttive, data la grave crisi occupazionale presente nella provincia di Cuneo, così come nel resto del Paese.
(5-05319)

PES. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i collegamenti tra l'isola de La Maddalena e Palau sono gestiti da 3 compagnie: Saremar s.p.a., Enermar Trasporti srl e Delcomar compagnia di navigazione;
l'Enermar Trasporti srl è una società di navigazione che da dieci anni opera nella tratta marittima La Maddalena-Palau e viceversa, svolgendo - senza ricevere finanziamenti regionali - un importante e fondamentale ruolo di servizio pubblico per la continuità territoriale tra l'isola de La Maddalena e l'isola maggiore;

l'Enermar è subentrata nell'ottobre del 2002 ad un'altra compagnia marittima in fallimento, acquisendola e assorbendo il personale della stessa;
nel corso degli anni ha aumentato i livelli occupazionali (da trenta dipendenti a 83), incrementato il servizio di trasporto pubblico (32 corse giornaliere Palau-La Maddalena e viceversa);
la compagnia pubblica Saremar s.p.a. nell'ottobre del 2006 diminuisce il numero di corse giornaliere da 28 a 21, sopprimendo le corse di primaria importanza dalle ore 04.30 alle ore 07.00 e dalle 19.00 alle 00.15, svolgendo il proprio servizio solo nella fascia oraria «commerciale» dalle ore 07.00 alle 19.00;
la fascia notturna viene così ricoperta dalla Enermar Trasporti srl;
con determinazioni della regione autonoma Sardegna n. 523 del 1° giugno 2007 e n. 831 del 1° agosto 2007 vengono assegnate alla compagnia Delcomar, otto corse complessive di andata e ritorno;
il TAR, con sentenza n. 153 del 2011 annulla la determinazione del 30 settembre 2010 con la quale venivano prorogati al 31 marzo 2011 i contratti di servizio ed i provvedimenti di autorizzazione in essere relativi ai servizi di collegamento marittimo di trasporto di persone e veicoli con le isole minori della Sardegna (tratte: Portovesme-Carloforte, Calasetta-Carloforte e Porto Torres-Isola dell'Asinara; La Maddalena-Palau);
con provvedimento del 28 aprile 2011 la regione Sardegna esclude l'Enermar Trasporti dalla procedura di gara per l'affidamento dell'appalto relativo al servizio pubblico notturno di collegamento marittimo per il trasporto di persone e veicoli con le isole minori della Sardegna (lotto 2: La Maddalena-Palau);
il TAR, con sentenza n. 284 del 2011 annulla il predetto provvedimento, accogliendo quindi le richieste della Enermar Trasporti srl;
dal 17 febbraio 2011 ad oggi gli 83 lavoratori Enermar sono in sit-in permanente in attesa della risoluzione della vertenza da parte della regione autonoma Sardegna;
il sindaco de La Maddalena auspica la risoluzione tempestiva di una vertenza che, oltre a danneggiare i lavoratori, preoccupa non poco gli abitanti delle due isole minori sarde -:
quali iniziative di competenza si intendano assumere in relazione alla situazione descritta in premessa, con particolare riferimento alla tutela dei livelli occupazionali.
(5-05322)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
il signor Marco Maggioli, di Fano, da dieci anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica, secondo quanto da lui stesso denunciato con un esposto alla procura della Repubblica di Pesaro, sarebbe stato rimosso dal suo incarico di coordinatore per la sicurezza nei cantieri perché «disabile in sedia a rotelle»;
il signor Maggioli ha inoltre inoltrato copia del suo ricorso alla Commissione Onu per i diritti dei disabili, alla Conferenza internazionale del lavoro, al Consiglio nazionale sulla disabilità, al Consiglio d'Europa, ai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della giustizia, alla Federazione italiana per il superamento dell'handicap e a numerosi enti locali della regione Marche;
i fatti in questione risalgono all'inizio dell'estate e sono supportati da testimonianze dirette; il 1o giugno 2011 una grande società del fotovoltaico aveva affidato al signor Maggioli il compito di coordinare il lavoro di sicurezza in un

cantiere della sua città, il suo nominativo era stato scelto proprio per la sua notorietà di docente e professionista del settore da oltre 20 anni;
il signor Maggioli ha subito predisposto le procedure lavorative necessarie; il 22 giugno tuttavia si era dovuto recare presso l'ospedale Niguarda di Milano per un controllo programmato. Per il breve periodo di assenza aveva incaricato un suo stretto collaboratore di provvedere alle verifiche nel cantiere, secondo quanto previsto dalle norme. Mentre il signor Maggioli si trovava in ospedale, due ispettori dell'Asur Marche «impongono al committente dei lavori di revocargli l'incarico ovvero di non rinnovarlo attraverso un nuovo committente», perché «non poteva esercitarlo in quanto disabile e su una sedia a rotelle»;
mentre tutte le istituzioni pubbliche e private si adoperano a livello mondiale per l'inserimento dei disabili nella società e per permettere a loro di vivere nelle stesse condizioni degli altri, i due ispettori hanno tenuto una condotta discriminatoria e ingiusta, obbligando addirittura un datore di lavoro a revocare un incarico, peraltro retribuito, ad un professionista libero, secondo le leggi vigenti, di esercitare il ruolo di consulente anche su una sedia a rotelle; il signor Maggioli infatti, pur essendo inabile al cento per cento e con necessità di accompagnamento, è in possesso dei requisiti tecnico-professionali stabiliti dalla legge per svolgere il suo lavoro. Inoltre, proprio per curare al meglio il compito affidatogli, aveva di recente acquistato un mezzo dotato di sistema per il carico/scarico della carrozzina, in modo da muoversi con più rapidità nel cantiere edile -:
se quanto sopra esposto corrisponda a verità;
in caso affermativo, quali iniziative urgenti, nell'ambito delle rispettive prerogative, intendano promuovere o adottare per impedire che pubblici ufficiali possano ancora ritenere che un disabile non sia capace di esercitare il proprio lavoro.
(4-13198)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 12 settembre 2011 in località Arpino, in provincia di Frosinone è esplosa una fabbrica di prodotti pirotecnici a conduzione familiare, provocando la morte di sei persone;
come è stato affermato in maniera autorevole ai più alti livelli istituzionali: «l'incolumità e la salute dei lavoratori costituiscono valori primari per la società e la loro tutela è interesse non solo del singolo lavoratore, ma di tutta la collettività... eppure nonostante i progressi che hanno contribuito a contenere il grave fenomeno, con tingano purtroppo a registrarsi ogni giorno infortuni, troppo spesso mortali, anche a causa di inammissibili superficialità e gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori»;
per cui la necessità primaria è quella di «perseguire con impegno una politica sistematica e continua di prevenzione e promozione della salute nei luoghi di lavoro ispirata a una cultura della legalità e della sicurezza basata su una costante e forte vigilanza sul rispetto delle norme e delle condizioni di lavoro» -:
se risulti che siano state osservate o disattese le normative sulla sicurezza;
quanti analoghi incidenti a quello di Arpino si siano verificati negli anni 2006, 2007, 2008, 2009, 2010;
quante vittime abbiano provocato questi incidenti;
quali di questi incidenti siano stati provocati da negligenza o inosservanza delle norme di sicurezza e a quando risalga l'ultimo controllo nella ditta di Arpino.
(4-13201)

PARI OPPORTUNITÀ

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro per le pari opportunità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della gioventù, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la signora Rita Masini ha raccontato al sito superabile.it che il 6 settembre 2011 Luca, il figlio sedicenne, affetto da sindrome di down, è stato fatto scendere da due attrazioni di Gardaland;
le due attrazioni non presentavano pericolosità per il ragazzo, e sono state negate unicamente perché i responsabili delle strutture, come dice la signora Masini, «lo hanno visto in faccia»;
la prima attrazione, chiamata Ikarus, e consiste in una giostra che gira su se stessa compiendo movimenti in verticale;
non è la prima volta che Luca accede a una simile attrazione, presente per esempio all'«Acquafan» di Riccione, senza che nessuno abbia mai opposto un divieto;
Luca non è stato respinto solo dalla struttura Ikarus di Gardaland; analogo divieto si è ripetuto per quel che riguarda la monorotaia, sempre a Gardaland;
i due rifiuti sono stati vissuti come una grave umiliazione da Luca. «Mio figlio - racconta la signora Rita - è molto intelligente, quando lo hanno fatto scendere ci è rimasto malissimo e soprattutto non ne ha compreso le ragioni, non ha compreso perché la giostra veniva negata solo a lui, non è giusto»;
il divieto in vigore al parco di Gardaland appare un caso unico al mondo, perché non risulta che in nessun altro parco giochi in Italia o all'estero vieti le sue attrattive alle persone con sindrome di Down, piuttosto vengono spiegati gli eventuali rischi ai genitori, che scelgono di assumersi la responsabilità di far salire i figli sulla giostra;
quanto accade a Gardaland appare un'applicazione discutibile del codice penale in fatto di responsabilità del parco giochi, che, secondo gli interroganti, viola la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili e tutta la normativa antidiscriminazione;
l'episodio, l'ennesimo di una serie, già denunciati in altrettante interrogazioni, si configura ad avviso degli interroganti come un caso di ingiustificata discriminazione -:
quali urgenti iniziative, nell'ambito delle rispettive prerogative e facoltà, intendano promuovere, sollecitare, adottare a fronte di questi ripetuti e odiosi episodi.
(4-13194)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi, in vista delle operazioni di vendemmia, sta crescendo la preoccupazione dei produttori vitivinicoli piemontesi per la ricomparsa della malattia, nota come «flavescenza dorata», che colpisce le viti facendo appassire tralci e grappoli;
la malattia sarebbe particolarmente aggressiva soprattutto nelle aree a coltura mista, dove ai vigneti si alternano zone boschive o terreni incolti, con un possibile calo della produzione di circa il 20 per cento;
per il monitoraggio della diffusione, nel territorio doglianese e monregalese, è

stato istituito un comitato intercomunale che sta effettuando, insieme ai tecnici dell'osservatorio fitopatologico regionale, diversi sopralluoghi;
la principale preoccupazione dei produttori deriva dalla mancanza di risposte certe, circa la causa scatenante e la recrudescenza della malattia registrata quest'anno;
nonostante l'uso di agenti chimici per contrastare la diffusione dell'insetto vettore della malattia, il patrimonio vitivinicolo piemontese sta subendo gravi ripercussioni, anche per gli atteggiamenti contrastanti dei produttori, parte dei quali ha deciso di non estirpare le piante malate ma di sottoporle soltanto ai trattamenti chimici;
data l'aggressività della malattia, secondo le organizzazioni agricole, sarebbe necessario un monitoraggio più attento e diffuso soprattutto nelle aree in cui sono presenti terreni incolti, ma le risorse sono insufficienti e per questa ragione in alcuni paesi si sono organizzati monitoraggi volontari, sotto la supervisione della regione;
se la stima fatta sul calo della produzione per la virulenza della malattia in alcune zone, dovesse essere confermata, il settore vitivinicolo piemontese potrebbe subire pesanti ripercussioni economiche; per questo motivo è necessario intervenire per trovare soluzioni concrete e definitive -:
quali urgenti iniziative di competenza intenda avviare per far fronte alla preoccupante diffusione della flavescenza dorata, che sta causando la perdita di numerosi ettari di vigneti in diverse parti del territorio piemontese, anche assumendo iniziative dirette allo stanziamento di risorse utili ai fini della ricerca della causa scatenante della malattia che si manifesta, ormai, da molti anni.
(5-05320)

...

SALUTE

Interrogazione a risposta orale:

BINETTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è ormai evidente che le recenti nascite sono sempre più caratterizzate da un numero ridotto di bambini «imperfetti», cioè segnati da malattie genetiche; nella maggior parte dei casi vengono censurati dai media, tenuti dalle famiglie al riparo di una società che non li accetta, ma soprattutto abortiti;
il registro sulle malformazioni congenite dell'Emilia Romagna - tra le poche fonti italiane consultabili - rivela che il tasso di aborto dei feti con sindrome di Down è oltre il 60 per cento del totale (e sopra il 70 se si considerano solo le donne italiane); oltre il 50 per cento delle bambine con sindrome di Turner (bassa statura e bassa fertilità) sono abortite;
dal registro europeo Eurocat, addirittura si vede che per i casi di schisi orofacciale - una lesione del labbro o del palato, quindi una condizione lieve e operabile - il tasso di aborti è oltre il 10 per cento. In Francia il 96 per cento dei feti Down è abortito;
si è in presenza di una «prevenzione secondaria» che rischia di aumentare progressivamente perché la ricerca dell'imperfezione e l'eliminazione del paziente «imperfetto» diventano una comune norma sociale che tutti conoscono;
la scomparsa degli individui con disabilità genetica dal panorama sociale è dovuta anche all'incapacità della società di accettare culturalmente il diverso e al pudore delle famiglie, che tengono tra le mura domestiche il figlio malato; manca tra famiglie e società una alleanza virtuosa che consenta di sostenere i bambini prima e gli adolescenti dopo, attraverso una rete di servizi efficace e sufficientemente rafforzata col passare degli anni,

fino a garantire alle famiglie che dopo di loro ci sarà una società sensibile e responsabile;
purtroppo, il calo numerico ottenuto per selezione prenatale o per emarginazione sociale ha come diretta conseguenza quella di bloccare la ricerca di terapie; il paradosso è che oggi la falsa cura di questo problema si identifica con una prevenzione assoluta, che non consente più a questi bambini di nascere, e nasceranno sempre meno bambini, mano a mano che si svilupperanno kit diagnostici per malattie genetiche;
studi scientifici mostrano che paradossalmente i malati, se le condizioni esterne non sono di rifiuto, danno alla loro vita un punteggio di qualità più alto che altri loro coetanei. È il caso degli adolescenti con spina bifida («Quality of Life Research» 2006) o di quelli con grave disabilità fisica («Quality of Life Research» 2005). Anche la qualità di vita dei soggetti Down è molto maggiore di quanto i media mostrino, secondo quanto scrive l'importante rivista «Social Science and Medicine» (settembre 2001) -:
se sia a conoscenza di quanto citato in premessa e sia in grado di fornire un'attendibile rilevazione di dati sugli aborti avvenuti per «imperfezione del feto»;
se non ritenga opportuno sostenere con adeguate iniziative, anche economiche, la ricerca di terapie in grado di curare le malattie genetiche, correggendo i deficit specifici, ma soprattutto in che modo intenda aiutare, anche attraverso un'adeguata rete di informazione, le donne che non riescono da sole a far fronte a maternità «non perfette»;
quali siano le misure previste per queste mamme e atte a garantire un adeguato sostegno economico ad integrazione dei costi reali sostenuti per il mantenimento di questi bambini da un punto di vista sanitario, ma anche sociale e psico-pedagogico.
(3-01813)

Interrogazione a risposta in Commissione:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 11, comma 9, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, prevede che a decorrere dall'anno 2011, per l'erogazione a carico del Servizio sanitario nazionale (SSN) dei medicinali equivalenti collocati in classe A ai fini della rimborsabilità, l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA), sulla base di una ricognizione dei prezzi vigenti nei Paesi dell'Unione europea (UE), fissa un prezzo massimo di rimborso per confezione, a parità di principio attivo, di dosaggio, di forma farmaceutica, di modalità di rilascio e di unità posologiche;
l'articolo sopra citato prevede, inoltre, che la dispensazione da parte dei farmacisti di medicinali aventi le medesime caratteristiche e prezzo di vendita al pubblico più alto di quello di rimborso è possibile previa corresponsione da parte dell'assistito della differenza tra il prezzo di vendita e quello di rimborso;
in data 8 aprile 2011 l'AIFA ha pubblicato l'elenco dei farmaci compresi nella lista di trasparenza AIFA di febbraio 2011 con i relativi prezzi di riferimento, che sono stati ridotti sulla base dal confronto con i prezzi vigenti in altri Paesi europei;
dall'elenco di cui sopra risulta una riduzione dei prezzi di circa 4.200 farmaci equivalenti di classe A, in una forbice che oscilla tra il 10 per cento e il 40 per cento, con decorrenza 15 aprile 2011;
sono inclusi nella fascia A sia medicinali impiegati per patologie acute, cioè affezioni a rapida evoluzione, sia farmaci che risultano indispensabili per il trattamento di patologie croniche ed invalidanti che esigono terapie sine die vitali di lunga durata;

il regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 28 maggio 1999, n. 329, individua le malattie croniche e invalidanti che hanno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo per le correlate prestazioni sanitarie incluse nei livelli essenziali di assistenza;
in applicazione delle previsioni di cui alla legge n. 220 del 2010 (legge di stabilità per il 2011), il paziente, pur se affetto da patologie croniche e/o invalidanti, riceve il rimborso da parte del Servizio sanitario nazionale dell'intero prezzo del farmaco, solo se trattasi di un medicinale cosiddetto equivalente e solo se le aziende produttrici abbiano allineato i prezzi agli importi deliberati dall'AIFA;
per ovviare a questo aggravio di costi posti a carico dei cittadini, alcune regioni hanno previsto, nelle more dell'adeguamento dei prezzi da parte delle case farmaceutiche produttrici, che il rimborso del sovrapprezzo sia posto a carico del servizio sanitario regionale, ma si tratta di misure eccezionali applicate solo per brevi periodi di tempo;
a dimostrazione di quanto sopra esposto si riporta l'episodio di una ragazza di 25 anni, residente in Lombardia, affetta dalla nascita da ipoplasia del corpo calloso nonché da epilessia e invalida al 100 per cento, che da qualche giorno è costretta a pagare 1,76 euro per l'acquisto del farmaco antiepilettico Tegretol;
il caso segnalato è rappresentativo delle situazioni in cui attualmente versano molti cittadini affetti da patologie croniche e/o invalidanti;
la legge di stabilità per l'anno 2011, quindi, sembra aver introdotto una misura che, soprattutto per i pazienti affetti da malattie croniche e/o invalidanti, rischia di tradursi nel tempo in costi di importo significativo;
il pagamento della differenza tra il prezzo stabilito dalle case farmaceutiche o tra quello del farmaco coperto da brevetto e l'importo del rimborso riconosciuto dal SSN, soprattutto per i pazienti affetti da patologie croniche o invalidanti, essendo per loro farmaci vitali, appare in contrasto con il dovere dello Stato di tutelare il diritto alla salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività -:
quali iniziative di competenza abbia adottato o intenda adottare per verificare l'allineamento ai prezzi deliberati dall'AIFA da parte delle aziende produttrici;
quali misure di controllo abbia adottato o intenda adottare per scongiurare il rischio che alcune aziende farmaceutiche non procedano all'allineamento dei prezzi dei farmaci agli importi deliberati dall'AIFA.
(5-05324)

Interrogazioni a risposta scritta:

PEDOTO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel prossimo mese di ottobre 2011 si celebrerà la giornata mondiale dell'osteoporosi;
nel nostro Paese una donna su due non sa di soffrire di osteoporosi e novantamila donne over 60 subiscono una frattura del femore e hanno una probabilità 5 volte superiore di subirne un'altra;
le speranze per la cura di questa grave patologia sono affidate alla ricerca scientifica;
da recenti notizie di cronaca si è appreso che l'azienda farmaceutica francese Servier, che produce un farmaco per la cura dell'osteoporosi, è nell'occhio del ciclone poiché l'Emea, l'agenzia del farmaco europea, ritiene che l'azienda farmaceutica francese abbia deliberatamente «nascosto alle autorità alcuni casi di effetti secondari gravi» che certamente avrebbero compromesso la commercializzazione del farmaco Protelos;
in Italia il farmaco «sotto accusa» è usato da almeno 100 mila pazienti per la cura dell'osteoporosi -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa;

se non ritenga di dover avviare una indagine al fine di tutelare la salute delle migliaia di pazienti che in Italia ricorrono a tale farmaco per la cura dell'osteoporosi e contestualmente attivare il Ministero della salute per dare una rapida comunicazione a medici e pazienti che debbono essere avvisati al più presto dei rischi collaterali che derivano dall'assunzione del Protelos, anche attraverso gli ambulatori dei medici di famiglia, i consultori e i presidi extra ospedalieri.
(4-13189)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'azienda farmaceutica francese «Servier», secondo un dossier elaborato dall'Agenzia europea del farmaco, pur a conoscenza dei gravi e dannosi effetti collaterali, scoperti durante le sperimentazioni, ne avrebbe nascosto i risultati per poter mettere in commercio, senza ritardi e senza problemi, un medicinale;
in particolare, l'Agenzia europea del farmaco accusa l'azienda «Servier» di «aver nascosto alle autorità alcuni casi di effetti secondari gravi», che potevano mettere in discussione la commercializzazione del «Protelos»;
detto farmaco viene commercializzato anche in Italia, e viene utilizzato per la cura dell'osteoporosi, i medici lo prescrivono per prevenire fratture all'anca e alla colonna vertebrale;
il principio attivo alla base del «Protelos» è costituito dal ranelato di stronzio, presente anche in un prodotto con marchio diverso, venduto in farmacia, l'«Osseor»;
nel nostro Paese, ogni anno, sono vendute circa 625 mila confezioni di «Protelos» e 739 mila confezioni di «Osseor», e si stima che lo usino circa 100 mila donne;
già nel 2007 l'Agenzia europea del farmaco aveva effettuato un approfondimento sulle reazioni avverse al ranelato di stronzio, dal momento che dalla messa in commercio del 2004 si erano registrati casi di sindrome di Dress, una grave forma di rush cutaneo di origine allergica;
secondo il professor Salvatore Minisola, ordinario di medicina interna all'università della Sapienza di Roma e presidente della Società italiana dell'osteoporosi, «i rischi legati a questo prodotto si conoscevano, ma una cosa sono gli effetti collaterali, un'altra è se ci si è resi conto dell'esistenza di problemi prima del lancio e si sono taciuti. Sarebbe un fatto molto grave, che deve finire davanti a un tribunale. Nascondere danni durante la sperimentazione per commercializzare senza problemi un medicinale è una pratica che purtroppo ha precedenti. È successa la stessa cosa per certi antinfiammatori non steoidei»;
la ditta «Servier» in passato si è resa protagonista di un altro grave, simile precedente, il caso del «Mediator», un medicinale antifame che, si calcola, avrebbe provocato tra 500 e 2 mila morti ed è stato ritirato dal mercato nel 2009;
secondo uno studio dell'Agenzia europea del farmaco il ranelato di stronzio in tre anni di commercio, tra il 2004 e il 2007, avrebbe provocato almeno sedici gravi casi di sindrome di Dress, di cui due hanno portato alla morte;
l'Agenzia europea del farmaco è arrivata alla conclusione che «medici e pazienti devono essere avvertiti del rischio» -:
se quanto sopra evidenziato corrisponda a verità;
in caso affermativo, quali iniziative siano state adottate, o si intendano adottare in relazione a quanto sopra esposto, e in particolare se non si ritenga di accogliere le raccomandazioni dell'Agenzia europea del farmaco.
(4-13199)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

MATTESINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
«La Perla» è una cooperativa edilizia con sede in Arezzo;
nell'anno 2009 è iniziata una verifica fiscale da parte della Guardia di finanza di Arezzo sulla gestione della cooperativa «la Perla»;
tale verifica si è poi trasformata in indagine di polizia giudiziaria a seguito della denuncia di alcuni soci, per tentata estorsione, nei confronti degli amministratori;
tale cooperativa visto l'enorme disavanzo accumulato, per mezzo della Confcooperative di Firenze nel giugno del 2010 ha richiesto al Ministero dello sviluppo economico la messa in liquidazione coatta amministrativa;
Il Ministero dello sviluppo economico in data 5 maggio 2010 ha nominato due ispettori del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per esaminare i documenti e valutare, considerata la delicatezza della situazione e la necessità di tutelare prioritariamente i soci, se fosse preferibile il commissariamento o la liquidazione coatta amministrativa: le case realizzate sono le uniche abitazioni per le famiglie dei soci i quali ormai vi abitano da anni;
gli ispettori nominati avevano 120 giorni per redigere la loro relazione, ma inspiegabilmente, prima della scadenza del termine e più precisamente in data 6 agosto 2010 con decreto ministeriale n. 309 del 2010, pubblicato in data 30 settembre 2010, a firma del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stata disposta la liquidazione coatta amministrativa della cooperativa «La Perla»; con contestuale nomina dei tre liquidatori;
i liquidatori nominati dottor Giovanni Lisi, dottor Stefano Parati e l'avvocato Roberto Mantovano hanno deciso di revocare la prenotazione ai soci che non hanno ancora stipulato il contratto, pur avendo pagato interamente l'immobile dove vivono ormai da anni: queste famiglie allo stato attuale vivono pertanto «abusivamente» nella casa che hanno già pagato oltre 300mila euro -:
per quale motivo sia stato firmato un provvedimento di messa in liquidazione coatta, quando ancora era in atto un'ispezione richiesta peraltro dallo stesso Ministero proprio ad individuare la soluzione più idonea a tutelare i soci;
quali tipi di controlli il Ministero dello sviluppo economico abbia predisposto sulle cooperative edilizie affinché, vista anche la profonda crisi economica in cui versa il Paese, non si ripetano più.
(5-05313)

Interrogazioni a risposta scritta:

FUGATTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da diversi giorni alcune zone del comune di Pieve Tesino stanno vivendo una situazione di grave disagio, essendo completamente isolate dai collegamenti telefonici fissi e vedendo pertanto negati i propri diritti alla garanzia del servizio universale, affidato alla Telecom Italia secondo l'articolo 58, comma 3 del decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259;
in particolare, per il rifugio Monte Lefre in località Pradellano, questo disservizio telefonico rende impossibile ricevere prenotazioni telefoniche e via fax e non consente di accettare operazioni di pagamento con bancomat dai propri clienti, creando una situazione di grave disagio per la clientela e notevoli danni economici per l'esercizio in questione;
negli ultimi giorni, che sono quelli di grande affluenza per la propria attività, il guasto telefonico consente agli esterni di

comporre il numero del rifugio Monte Lefre e di ricevere il segnale di non risposta, mentre gli apparecchi telefonici del suddetto rifugio non squillano, rendendo presumibile che sia chiuso o inattivo e ciò comporta l'impossibilità di ricevere prenotazioni o anche disdette;
la compagnia telefonica Telecom Italia, recependo le delibere dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 179/03/CSP e n. 254/04/CSP, in materia di qualità e carte dei servizi di TLC ha pubblicato, per la propria clientela, La Carta dei servizi di Telecom Italia, in cui si impegna a fornire un servizio telefonico, con chiamata gratuita a cui poter «segnalare i guasti per una tempestiva riparazione» e per poter «trovare tempestiva soluzione ad eventuali problemi»;
nonostante i numerosi tentativi per segnalare il guasto alla Telecom, al numero gratuito risponde il call center e solo negli orari d'ufficio e anche quando ha risposto un operatore, questi si è limitato a prendere nota del guasto, senza che ne sia seguita una «tempestiva soluzione» al problema;
nella suddetta Carta dei servizi si legge anche l'impegno della compagnia a «riparare i guasti segnalati agli sportelli telefonici entro il secondo giorno non festivo successivo a quello in cui è pervenuta la segnalazione, fatta eccezione per i guasti di particolare complessità che verranno comunque tempestivamente riparati e in caso di ritardo verrà riconosciuto all'utente, su richiesta, un indennizzo pari al 50 per cento del canone mensile corrisposto per ogni giorno lavorativo di ritardo»;
quanto sopra riportato è l'ennesimo disservizio da parte della compagnia telefonica Telecom Italia in Trentino, che non fornisce il servizio adeguato nell'erogazione del servizio universale e nella riparazione dei danni ad essa imputabili -:
quali azioni il Ministro ritenga opportuno mettere in atto, per quanto di sua competenza e con apposite iniziative normative, per monitorare costantemente il rispetto degli impegni assunti con la Carta dei servizi dalla compagnia telefonica Telecom Italia, in particolare nella provincia di Trento, dove si registrano con inaudita frequenza disservizi telefonici analoghi a quelli espressi in premessa imputabili alla compagnia medesima e dove, troppo spesso, i cittadini utenti vedono negato il proprio diritto alla garanzia del servizio universale.
(4-13186)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con l'entrata in vigore della legge n. 40 del 2007, la rescissione dai contratti per adesione con compagnie telefoniche e reti televisive non dovrebbe comportare spese non giustificate da costi dell'operatore;
ad utenti Fastweb che hanno rescisso il contratto con detta compagnia, viene richiesto il pagamento di somme fatturate sotto la voce «Unatantum», contestando l'omessa restituzione degli apparati in comodato d'uso per la gestione dei servizi, in base ad un dettagliato listino pubblicato anche sul sito internet della società (http://www.disdette.com/fastweb): 110 euro per HAG e MODEM, 85 euro per la Videostation, 60 euro per il KIT Wi-Fi e Access Point Wi-Fi, 40 euro per il nuovo HAG, 20 euro per il telefono cordless, 15 euro per la scheda Wi-Fi per il PC, 10 euro per la tastiera per la navigazione;
il contratto con Fastweb, infatti, prevede la rescissione a mezzo raccomandata e la restituzione degli apparati - entro 30 giorni dalla data della sospensione del servizio - alla stessa, senza che peraltro sia indicato l'indirizzo ove la restituzione va effettuata;
trascorsi i trenta giorni dalla sospensione del servizio ai recedenti viene recapitata da parte di Fastweb, per posta ordinaria e senza alcun specifico riferimento, una lettera-tipo nella quale si legge: «Gentile cliente, la informiamo che

non avendo restituito entro 30 giorni dalla data di disattivazione gli apparati Fastweb in suo possesso, come previsto dalle condizioni generali di contratto, abbiamo provveduto a fatturarle l'importo dovuto per la ritardata consegna. Permanendo il suo obbligo di riconsegnare gli apparati di nostra proprietà, la invitiamo a trasmettere, a mezzo posta, il materiale al seguente indirizzo: RPierre Digital c/o Coop. Solidarietà e Lavoro - via Piave 178 - Olgiate Olona (VA) (...)»;
avendo ricevuto da Fastweb l'indispensabile comunicazione per potere assolvere l'obbligazione, i receduti sono finalmente posti nella condizione di provvedere, ma a loro carico è emessa - pur senza alcuna colpa - fattura per la ritardata consegna degli apparati;
appare evidente, inoltre, che anche nel caso in cui i receduti avessero inviato gli apparati alla sede legale e amministrativa di Fastweb (via Caracciolo 51 - Milano), avrebbero sbagliato, poiché gli stessi andavo restituiti alla summenzionata RPierre Digital;
non ottenendo il pagamento della detta fattura, avente come causale «contributo Unatantum», Fastweb cede il credito a Ge.Ri gestione rischi srl (via Lago di Nemi 25 - 20142 Milano);
in seguito, detta società di gestione rischi, provvede ad inviare ai receduti una lettera di «Costituzione in mora... per fatture... relative alla fornitura di servizi di telecomunicazioni...» nelle quali gli oneri inizialmente pretesi da Fastweb sono aggravati degli oneri per ritardato pagamento;
alla richiesta di chiarimenti presso il numero fornito da Fastweb per il supporto gentilmente offerto, viene consigliato ai receduti di pagare e poi fare un reclamo -:
quali iniziative anche normative intenda assumere per la tutela dei diritti del consumatore che, come nella vicenda qui rappresentata, risultano - a tacere d'altro - del tutto mortificati.
(4-13202)

DI PIETRO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la sopravvivenza delle emittenti locali nel passaggio delle trasmissioni dal sistema analogico al digitale terrestre rappresenta un'esigenza cruciale per il nostro Paese;
le associazioni di categoria delle tv locali da tempo denunciano l'esproprio subito in modo che appare di dubbia legittimità e, soprattutto, a fronte di un indennizzo gravemente irrisorio, dei canali dal 61 al 69;
le frequenze in questione, come noto, saranno assegnate attraverso la procedura dell'asta pubblica, alle compagnie telefoniche per garantire alla loro fornitura di servizi in mobilità una maggiore capacità e velocità di trasmissione;
detta procedura (segnatamente l'asta per l'assegnazione delle frequenze in banda 800, 1800, 2000 e 2600) è per altro già in corso e, sino ad oggi, ha già superato il tetto dei 3 miliardi di euro;
ovviamente, ad avviso delle associazioni di categoria delle tv locali, non può essere contestata la circostanza che l'assegnazione agli operatori telefonici avvenga attraverso il ricorso ad un'asta pubblica. Ciò che dette associazioni ritengono inammissibile è che tale operazione avvenga ad esclusivo carico delle emittenti locali, mentre a Mediaset e Rai non venga chiesto alcun tipo di sacrificio;
le associazioni di categoria delle tv locali hanno peraltro denunciato, inoltre, i criteri con i quali l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha attribuito la numerazione dei canali digitali;
l'articolo 32 del Testo Unico dei servizi media audiovisivi (decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, come modificato dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, dalla legge 6 giugno 2008, n. 101, dalla legge 24 dicembre 2007 n. 244 (legge finanziaria

2008) e dal decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 44) prevede espressamente al comma 2:
«Fermo il diritto di ciascun utente di riordinare i canali offerti sulla televisione digitale nonché la possibilità per gli operatori di offerta televisiva a pagamento di introdurre ulteriori e aggiuntivi servizi di guida ai programmi e di ordinamento canali, l'Autorità, al fine di assicurare condizioni eque, trasparenti e non discriminatorie, adotta un apposito piano di numerazione automatica dei canali della televisione digitale terrestre, in chiaro e a pagamento, e stabilisce con proprio regolamento le modalità di attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi di media audiovisivi autorizzati alla diffusione di contenuti audiovisivi in tecnica digitale terrestre, sulla base dei seguenti principi e criteri direttivi in ordine di priorità:
a) garanzia della semplicità d'uso del sistema di ordinamento automatico dei canali;
b) rispetto delle abitudini e preferenze degli utenti, con particolare riferimento ai canali generalisti nazionali e alle emittenti locali;
l'AGCOM, diversamente da quanto previsto dalla legge, secondo quanto denunciato dalle associazioni di categoria delle tv locali, ha previsto l'assegnazione alle emittenti locali della numerazione a partire dal numero 10, essendo i primi nove tasti riservati alla emittenza nazionale, sulla base di graduatorie che fanno riferimento a criteri (quali il fatturato, il numero dei giornalisti assunti o altro) che nulla hanno a chiedere con le finalità previste dal citato testo unico dei servizi media audiovisivi: testo unico che fa, invece, riferimento al principio della preferenza degli utenti e quindi all'audience delle emittenti televisive;
alla luce di tutto ciò dette associazioni hanno presento ricorso al Tar del Lazio che ha annullato gli atti emanati dall'AGCOM relativi al piano di numerazione dei canali della televisione digitale terrestre ed in particolare la delibera con cui l'Autorità garante delle comunicazioni fissava la numerazione, la cosiddetta LCN (logical channel number). Una pronuncia immediatamente esecutiva, cui però la stessa AGCOM ha immediatamente replicato con un ricorso d'urgenza al Consiglio di Stato per ottenere - quanto meno nell'immediato - la sospensiva della decisione del tribunale amministrativo di primo grado;
successivamente, il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospendere l'esecuzione di quanto stabilito dal Tar del Lazio ovvero l'annullamento della delibera n. 366 del 2010 che, come si è detto, assegnava in automatico i numeri LCN sui tasti dei telecomandi dei televisori, lasciando al momento la questione aperta;
l'annosa questione descritta dalla presente interrogazione rischia di infliggere l'ennesimo colpo al pluralismo televisivo nel nuovo scenario tecnologico digitale, ma anche all'informazione territoriale;
particolarmente criticabile appare, inoltre, come attraverso un diverso tipo di procedura, ovvero un bando in modalità beauty contest, emanato dal Ministero dello sviluppo economico, sei frequenze verranno, di fatto, assegnate praticamente a costo zero sia a Rai che a Mediaset;
l'applicazione dell'asta pubblica per l'assegnazione delle predette 6 frequenze potrebbe invece produrre un introito stimato da 1 a 2 miliardi di euro, qualora le condizioni di gara mirino ad assicurare la massima valorizzazione economica delle frequenze da assegnare;
martedì 6 settembre 2011 è scaduto il termine per la presentazione delle domande di partecipazione alla procedura per l'assegnazione dei diritti d'uso di 6 frequenze televisive in digitale terrestre (5 in DVB-T e 1 in DVB -H), di cui alla delibera n. 497/10/CONS dell'Agcom e i soli 10 richiedenti corrispondono a Canale Italia srl, Telecom Italia Media Broadcasting srl. Elettronica Industriale spa

(gruppo Mediaset), Sky Italia Network Service srl. Prima Tv spa, Europa Way srl, 3lettronica Industriale spa (gruppo 3 Italia), Rai-Radiotelevisione Italiana spa, Tivuitalia spa, Dbox srl -:
se e quali iniziative per quanto di competenze, urgenti il Governo intenda assumere alla luce di quanto descritto in premessa affinché la riduzione delle frequenze televisive non avvenga ad esclusivo carico delle emittenti locali;
quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per incrementare l'entità delle misure compensative finalizzate a promuovere un uso più efficiente dello spettro destinato alla diffusione di trasmissioni in ambito locale;
quali iniziative di competenza intenda assumere al fine della puntuale applicazione nell'ambito del nostro ordinamento giuridico dell'articolo 32 del testo unico dei servizi media audiovisivi, affinché l'attribuzione dei numeri ai fornitori di servizi di media audiovisivi avvenga in ossequio ai principi di garanzia della semplicità d'uso del sistema di ordinamento automatico dei canali, nonché del rispetto delle abitudini e delle preferenze degli utenti;
se e quali iniziative il Governo intenda assumere affinché venga revocato il citato bando in modalità beauty contest attraverso il quale sei frequenze verranno con assoluta probabilità assegnate a costo zero alla Rai e a Mediaset;
se il Governo intenda assumere iniziative normative affinché siano stabilite le condizioni economiche di assegnazione tramite gara delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in ambito nazionale.
(4-13203)

...

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in commissione Contento n. 5-05285, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 settembre 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Calearo Ciman.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Zacchera n. 4-12871 del 28 luglio 2011.

...

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta orale Compagnon n. 3-01811 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 516 del 12 settembre 2011. Alla Pagina 24207, prima colonna, alla riga ventiseiesima, deve leggersi: «agosto) contro 1,56 euro al litro registrato» e non «agosto) contro 11,56 euro al litro registrato», come stampato.

Interrogazione a risposta scritta Di Biagio n. 4-13152 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 516 del 12 settembre 2011. Alla Pagina 24200, seconda colonna, alla riga trentesima, deve leggersi: «investigativo del comando di Cosenza.», e non «investigativo del comando di Potenza», come stampato.