XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 8 settembre 2011

TESTO AGGIORNATO AL 5 OTTOBRE 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

L'VIII Commissione,
premesso che:
lo scorso 5 agosto 2011 un violento nubifragio ha colpito i territori dei comuni di Brenta, Casalzuigno, Cittiglio, Cuveglio, Cuvio, Duno, Laveno Mombello e Rancio Valcuvia;
in un arco di 40 minuti si sono verificate precipitazioni per 80/100 millimetri e i rovesci temporaleschi sono stati accompagnati da forti raffiche di vento fino a 100 chilometri orari;
sui territori dei citati comuni si sono verificati eventi alluvionali diffusi che hanno interessato la rete viaria e ferroviaria, i reticoli fognari e i reticoli di scolo idrico dei versanti pedemontani, creando danni a infrastrutture pubbliche e a numerose proprietà private;
fra le conseguenze di tali disastri si è registrato il danneggiamento di opere di regimazione delle acque di scolo, l'impraticabilità temporanea delle strade, intasamenti di condotte fognarie, allagamenti di proprietà private, ingenti danni alle attività produttive e commerciali, l'interruzione della linea ferroviaria, caduta di tantissimi alberi anche secolari, danni alle automobili private;
i comuni stanno procedendo alla quantificazione dei danni subiti; il solo comune di Lavano ha finora stimato in circa 1,5 milioni di euro i danni subiti alle opere pubbliche e ai privati;
le ferrovie Nord hanno stimato in
800 mila euro i danni sull'infrastruttura ferroviaria causati da una frana;
in considerazione della grave emergenza descritta i sindaci dei comuni coinvolti hanno inviato un'istanza alle sedi competenti di regione Lombardia, direzione generale della protezione civile, prefettura di Varese e provincia di Varese, per ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza,


impegna il Governo:


a procedere alla dichiarazione dello stato di emergenza, ai sensi dell'articolo 5, della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
a concedere il diritto al differimento dei termini per gli adempimenti e i versamenti dei tributi e dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, attraverso un apposito decreto, come previsto dall'articolo 5, comma 5-ter, della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
ad assegnare, compatibilmente ai vincoli di finanza pubblica, le risorse finanziarie occorrenti per far fronte al risarcimento dei danni subiti alle infrastrutture pubbliche e alle proprietà private;
ad assumere le necessarie iniziative per prevedere che le eventuali risorse provenienti dalla regione e quelle proprie dei comuni e le relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute dai comuni medesimi per far fronte ai danni provocati dalle eccezionali avversità atmosferiche del 5 agosto 2011, non rilevino ai fini della verifica del patto di stabilità interno;
ad inserire i territori colpiti dalle avversità atmosferiche del 5 agosto 2011 tra quelli beneficiari dei fondi per la prevenzione del rischio idrogeologico di cui all'articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009 (legge finanziaria 2010).
(7-00686) «Guido Dussin, Reguzzoni, Lanzarin, Togni, Alessandri, Marantelli».

TESTO AGGIORNATO AL 13 SETTEMBRE 2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico per sapere - premesso che:
Alenia Aeronautica Spa ha una tradizionale presenza di impianti industriali nel sud del Paese con migliaia di lavoratori impiegati a Foggia, Grottaglie (Taranto), Pomigliano, Nola e Casoria (Napoli) e Napoli Capodichino;
la storia stessa di questa azienda vanto nazionale è intimamente connessa alla storicità di un territorio peraltro integrato ad altre eccellenze aeronautiche accademiche e a centri di ricerca aerospaziali di indiscusso valore internazionale;
le attività di Alenia Aeronautica sono organizzate secondo lo schema dei centri di eccellenza, ossia siti in possesso di specifiche capacità produttive e di tecnologie specialistiche, collegati tra loro per ottimizzare i flussi di produzione e le relative economie;
sommando l'intera estensione dei dodici stabilimenti della società (compresi quelli delle società controllate Alenia Aeronavali, Alenia Aermacchi, Alenia Composite, Alenia Improvement, Alenia SIA), dislocati in cinque regioni d'Italia, si ottiene una superficie di più di 210 ettari, 49 dei quali coperti, con una forza lavoro complessiva di circa 13.907 persone, il 40 per cento delle quali ingegneri e tecnici altamente qualificati;
negli stabilimenti dell'area Sud di Alenia Aeronautica e delle sue controllate lavorano oggi circa 6.323 addetti, di cui circa 5.300 negli stabilimenti di Pomigliano, Nola, Casoria, Capodichino, Foggia, oltre ad un totale di 840 addetti circa a Monteiasi/Grottaglie (Taranto), presso lo stabilimento della Alenia Composite;
la tradizione aeronautica campana affonda le sue radici negli anni venti con la nascita di diverse iniziative industriali e lo sviluppo di vari modelli di velivoli;
nei tempi più recenti, l'area campana ha avuto un ruolo industriale di primo piano nel panorama aerospaziale nazionale sin dalla costituzione dell'Aeritalia, avvenuta alla fine degli anni sessanta, con il conferimento alla neonata azienda degli stabilimenti della ex Aerfer del gruppo IRI-Finmeccanica (oltre a quelli della Salmoiraghi e della divisione aviazione della Fiat);
a quell'epoca presso gli stabilimenti campani (Pomigliano d'Arco e Napoli-Capodichino) venivano effettuate le lavorazioni sui velivoli DC-9, DC-10, Atlantic 1 e AM-3C;
il centro di eccellenza di Pomigliano, che ha un'estensione complessiva di 320.000 metri quadri (di cui circa 150.000 coperti) e impiega circa 2.600 addetti, è il più grande stabilimento di Alenia Aeronautica nel Sud Italia;
in questo sito si svolgono essenzialmente due tipologie di produzioni: assemblaggio di aerostrutture primarie e assemblaggio di fusoliere complete (inclusi i sistemi);
le principali tecnologie presenti nello stabilimento, relative al metal bonding (incollaggio fra parti in metallo) ed al laboratorio test strutture e sistemi hanno ricevuto, da parte dei principali costruttori aeronautici mondiali (Airbus, Boeing), la «qualifica» per le relative lavorazioni industriali;
i programmi aeronautici nei quali lo stabilimento di Pomigliano è impegnato sono: il velivolo da trasporto regionale ATR (nelle versioni 42 e 72), l'aereo da

trasporto commerciale Boeing 767, importanti lavorazioni in composito per il Boeing 787 in particolare, si eseguono le seguenti lavorazioni: C-27J-fusoliera completa e allestita; ATR 42/72-pannelli, fusoliera completa e allestita; Sky-X-semi-ali; Boeing 767-deriva, flaps, slats, wing tips; Boeing 767 T/T-smoke barrier; B717-winglets (ricambi); Boeing 787-frame e share tie in materiale composito; C-130J-pannelli;
lo stabilimento di Nola ha avviato la sua attività nel 1995 con la produzione di aerostrutture per i programmi di Boeing e Airbus, sia per gli altri stabilimenti della società. La superficie totale dello stabilimento è pari a 525.000 metri quadri (di cui circa 110.000 coperti) e impiega oltre 900 addetti altamente specializzati;
a Nola si producono parti lavorate a macchina, fabbricazione di lamiere metalliche ed assemblaggio di pannelli con un elevato livello di integrazione ed automazione industriale;
il centro di Nola, infatti, è stato progettato agli inizi degli anni Novanta assumendo come modello il concetto di world class manufacturing al fine di realizzare aerostrutture con il migliore livello possibile in termini di tempi, costi e qualità;
l'impianto è una computerized integrated manufacturing con il controllo del processo produttivo in larga parte gestito da un unico sistema computerizzato i cui componenti sono altamente integrati fra loro;
i programmi aeronautici per i quali lavora lo stabilimento di Nola sono: velivoli ATR, Falcon 2000, Airbus A321, A340, A380, Boeing 767, 777, 787 oltre ai programmi da difesa di Alenia Aeronautica quali AMX (ricambi), Tornado (ricambi), Eurofighter Typhoon, C-27J;
in particolare vengono eseguite lavorazioni sui seguenti programmi:
a) AMX-ordinate di forza; Tornado-parti strutturali dell'ala; Eurofighter Typhoon-parti strutturali dell'ala e della fusoliera, pylons; C-27J/C-130J-lamiere e parti strutturali di fusoliera; A321/A340-ordinate, longheroni, lamiere di fusoliera, sezioni di fusoliera, parti alari, cono di coda; A380-ordinate, longheroni, lamiere di fusoliera, sezioni di fusoliera; Boeing 767-pannelli e parti strutturali per superfici mobili; Boeing 777-intercostali di titanio, longheroni, lamiere di fusoliera; Boeing 787-side frames di fusoliera ed altre parti strutturali in titanio; ATR42/72-lamiere di fusoliera, longheroni e intercostali;
b) lo stabilimento Alenia Aeronautica di Casoria copre una superficie totale di 105.000 metri quadri (39.000 metri quadri coperti) e impiega circa 460 addetti e si eseguono lavorazioni di parti ricavate da lamiere in lega di alluminio, acciaio e titanio sino a 4 metri di lunghezza e parti ricavate da estruso lunghe fino a 11 metri di lunghezza per i velivoli: ATR 42/72; C-27J; Airbus A321; A340; A380; Boeing 767, 777, 787; Lockheed C-130J; Falcon 2000; Eurofighter Typhoon (parti di lamierato di fusoliera e di ala), Tornado, AMX;
lo stabilimento di Capodichino Napoli (ex stabilimento Alenia Aeronavali) è stato assorbito da Alenia Aeronautica nel luglio 2008 in base ad un piano di riassetto della società Aeronavali;
attualmente le risorse del sito di Capodichino sono circa 450 e il piano di riassetto ha previsto che fossero destinate al sito di Capodichino parte delle lavorazioni sul C-27J (sezione centro-posteriore di fusoliera), il centro di logistica integrata, oltre al un nuovo programma per il ricondizionamento di diciotto G.222 destinati alle Forze Armate Usa per l'Afghanistan; tale programma avviato a novembre 2008 durerà almeno per 18 mesi;
lo stabilimento di Foggia è il centro di eccellenza di Alenia Aeronautica per la produzione di strutture in materiale composito e in fibre di carbonio;
nel sito industriale, che si estende su una superficie totale di metri quadri

329.869 (di cui 54.670 metri quadri coperti) e impiega circa 900 addetti (di cui circa 230 solo per il programma 787), vengono svolte attività relative alla ricerca, progettazione e produzione di parti in fibra di carbonio per velivoli civili e militari quali: Boeing 767-timone, alettoni spoilers, elevatori; Boeing 777-flap outboard; ATR 42/72-parti in composito di timone, elevatori e stabilizzatori, fabbricazione ed assemblaggio della deriva; AMX-timone, elevatori, spoilers, alettoni, sportelli; Eurofighter Typhoon-pannelli alari, pannelli di fusoliera; C-27J-radome, tailcone; A380-beams; Boeing 787-stabilizzatore orizzontale in fibra di carbonio e miscellanea di fusoliera;
l'individuazione del sito di Monteiasi/Grottaglie nasce da analisi tecniche, basate sull'esigenza di soddisfare pienamente i particolari vincoli produttivi determinati dall'innovativo programma relativo al Boeing 787. Si tratta, in particolare, della disponibilità di ampi spazi in grado di ospitare un unico fabbricato e della necessità che l'intero insediamento industriale confini con un'area aeroportuale dotata di servizi e infrastrutture (la pista dell'aeroporto è stata allungata da 1.700 metri a 3.500 metri) adeguati all'operatività di aerei di grandi dimensioni (la versione cargo del 747 appositamente sviluppata per il trasporto dei componenti del 787) per la spedizione dei componenti del 787 a Charleston (South Carolina);
in Alenia Composite, con un processo produttivo innovativo, in gran parte automatizzato e sfruttando brevetti esclusivi e equipaggiamenti unici in Europa e nel mondo - tanto da far definire il nostro stabilimento «best in class» a livello mondiale nella produzione di compositi aeronautici - l'impiego della tecnologia one piece barrel vede per la prima volta impiegati i compositi a tutta la struttura primaria di un aereo commerciale;
in particolare vengono realizzate la sezione centro posteriore n. 46 (nelle tre versioni da 10 a oltre 15 metri) e la sezione n. 44 (8,5 metri nella versione base). La prima serie di componenti di fusoliera è stata consegnata alla Boeing il 22 marzo 2007;
gli investimenti fissi nonché per ricerca e sviluppo previsti in Italia dal programma Boeing 787, ammontano a circa un miliardo di euro e con rilevanti benefici occupazionali nelle regioni Campania e Puglia;
circa l'80 per cento dell'indotto sarà destinato a piccole e medie imprese meridionali attive nelle due regioni e che costituiscono uno degli asset industriali privilegiati nelle politiche regionali;
l'impianto di Grottaglie occupa, attualmente, circa 800 addetti;
è in atto un avviato processo di fusione tra Alenia Aeronautica Spa e Alenia Aermacchi Spa;
solo gli impianti al Sud concorrono da più di 40 anni a ridurre l'enorme debito pubblico italiano giacché producono unicamente per l'esportazione negli Stati Uniti e nel resto del mondo;
gli stabilimenti del Nord, Aermacchi compresa, hanno sempre venduto all'Aeronautica militare italiana e le uniche lavorazioni per Airbus sono le nacelles dei motori degli Airbus che sono state industrializzate e prodotte proprio a Pomigliano fino alla fine degli anni novanta e poi cedute prima ad Alenia Torino e poi all'Aermacchi in calo di commesse (cosa che appare singolare o paradossale);
prodotti come l'ATR, interamente progettati e realizzati al Sud, per quanto attiene l'intera fusoliera allestita e gli impennaggi, ovvero il «core» del velivolo, hanno consentito alla società ATR di diventare leader mondiale nel settore con punte del 75 per cento del mercato mondiale dei turboelica;
l'ATR è la piattaforma del prossimo velivolo «verde», ovvero del nuovo Turboprop (co-finanziato dalla regione Campania) può dare lavoro a migliaia di unità nel Sud, se si inverte la rotta e si riporta proprio nel Mezzogiorno quella progettazione

dei sistemi, che è stata trasferita a Torino richiamando quelli che sono stati gli artefici del successo dell'ATR: tutti uomini del Sud;
il C27J, anch'esso riprogettato al Sud, è il primo velivolo straniero acquistato dall'US Army;
lo stabilimento di Grottaglie ha tecnologie uniche in Europa: stabilimenti con tale livello tecnologico possono essere paragonati solo ad aziende negli USA o in Giappone;
non si comprende la logica per la quale l'azienda più piccola, meno nota e di minori prospettive industriali Alenia Aermacchi debba guidare il processo di fusione rispetto alla capofila Alenia Aeronautica;
nelle ultime settimane ordini di servizio interni ed indiscrezioni giornalistiche confermano la eventualità di trasferire la sede legale di Alenia da Pomigliano (Napoli) a Venegono superiore (Varese) -:
se rispondano al vero tali notizie;
se ed in quale sede sia deciso il trasferimento di sede legale;
se il Governo, il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero dello sviluppo economico sono stati informati di tali decisioni;
se risponda a precise logiche industriali e quali o più banalmente ad indicazioni politiche;
se non ritenga il Governo di intervenire per evitare di colpire senza ragioni il Mezzogiorno privandolo di un ulteriore centro decisionale peraltro garantito dalla vocazione territoriale di eccellenza e per evitare di impoverirlo ulteriormente sottraendo alle regioni del Sud anche gli introiti derivanti dalle imposte.
(2-01189)
«Paolo Russo, Landolfi, Cesaro, Nicolucci, Iapicca, D'Anna, Milo, Laboccetta, Mussolini, De Camillis, De Luca, Gioacchino Alfano, De Angelis, Baccini, Di Caterina, Dima, Fucci, Dell'Elce, Porcu, Pelino, Iannarilli, Mario Pepe (Misto-R-A), Antonino Foti, Versace, Zinzi, Petrenga, Muro, Nunzio Francesco Testa, Pionati, Galati, Castiello, Taddei, Stasi, Biava, Abrignani, Pisacane, Ruvolo, Iannaccone, Formichella, Paglia, Scalera, Malgieri, Pittelli, Palumbo, Buonfiglio, Cirielli, Fallica, De Girolamo, Graziano, Saltamartini, Nicolais».

Interrogazione a risposta scritta:

SCILIPOTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in alternativa a tutte le soluzioni sin ora ipotizzate e proposte per il rilancio dell'economia italiana ne esiste unasemplice ed indolore, in grado di riallineare i dati economici del nostro paese, senza gravare sulle famiglie e sulle imprese, già spremute oltre ogni limite e in percentuale di molto superiore alla media degli altri paesi europei;
si impone per il Governo di uscire allo scoperto per denunziare la verità sull'insostenibile debito pubblico che ha sconvolto le sorti economiche e che condiziona in negativo la ripresa del Paese, nel pieno della peggiore emergenza monetaria;
lo SNARP il Sindacato nazionale antiusura, per voce del suo presidente professore Francesco Petrino, e altre associazioni, già, negli anni scorsi, hanno sollecitato prima il Presidente del Consiglio Prodi e poi il Presidente del Consiglio Berlusconi sulla opportunità di un provvedimento legislativo finalizzato alla restituzione allo Stato della proprietà delle azioni di controllo della Banca d'Italia, l'Istituto centrale che - se pure in totale autonomia - ha l'obbligo di operare per delega dello Stato italiano;
nel bilancio della Banca d'Italia, il circolante monetario è riportato integralmente

nello stato passivo, non come debito nei confronti dello Stato da cui è delegata alle attività monetarie, ma come debito verso la BCE, che addebita invece solo i costi di carta, stampa e trasporto;
in virtù di tale modalità contabile, la Banca d'Italia, alla conclusione di ogni esercizio, realizza attività di signoraggio primario e secondario per molti miliardi di euro, che vengono suddivisi sotto forma di utili tra i suoi azionisti, in prevalenza istituti di credito speculativi, meglio elencati: Gruppo Intesa-San Paolo (44,43 per cento), Gruppo Unicredito-Banca di Roma (22,12 per cento), Banca Carige (3,96 per cento), Bnl (2,83 per cento), Monte dei Paschi di Siena (2,50 per cento), Cassa di Risparmio di Firenze (1,85 per cento), che insieme a varie banche minori e all'INPS col 5 per cento detengono l'intero capitale sociale della Banca d'Italia pari ad euro 154.937,07, corrispondenti a 300 milioni di vecchie lire;
risulta pertanto evidente che a far data dal 1992, il gruppo di banche speculative private, sostituitesi agli istituti di diritto pubblico, che avevano investito in azioni della Banca d'Italia solo 285 milioni di vecchie lire, a far data dal 1993 hanno probabilmente lucrato ingenti dividendi per signoraggio primario per la loro posizione di azionisti, insieme ad incalcolabili utili per signoraggio secondario sulle somme investite a credito, che hanno determinato l'ingente indebitamento dello Stato, costretto a comprare la moneta di sua proprietà a tassi quadruplicati rispetto al tasso ufficiale di sconto e al tasso ufficiale di riferimento e la condizione di usurati per imprese e cittadini;
gli italiani hanno il diritto di essere informati che dopo la costituzione dell'Unità d'Italia, l'emissione della moneta fino ad allora demandata a vari istituti è stata delegata a un unico Istituto centrale denominato Banca d'Italia s.p.a. partecipate dagli istituti di diritto pubblico, le famose tre BIN, da fondazioni, da Casse di risparmio - enti morali e da INPS;
già alla data di costituzione della Banca d'Italia per gli istituti di emissione esisteva l'obbligo della riserva aurea istituita nel lontano 1694 dalla Banca d'Inghilterra, opportuna per garantire la convertibilità della moneta emessa con oro corrispondente al suo valore di mercato e per evitare l'abuso di emissioni monetarie non correlate all'andamento dell'economia;
il 15 agosto 1971, per salvare l'economia americana, il presidente Nixon, con la dichiarazione unilaterale di inconvertibilità del dollaro in oro, poneva fine al regime dei cambi fissi instaurato dagli accordi Bretton Woods nel 1944, finalizzato al ripristino delle condizioni di convertibilità delle monete e alla creazione di un sistema di compensazione multilaterale delle bilance dei pagamenti al termine della guerra;
per la successiva mancanza di ogni forma di controllo sulle emissioni monetarie che venivano decise autonomamente dalle rispettive banche centrali, negli anni successivi al 1971 è iniziata la pericolosa instabilità monetaria, che per il nostro Paese ha avuto per conseguenza la graduale crescita verticale dell'ingente debito pubblico;
seguendo l'esempio degli Stati Uniti, a partire da ottobre 1971 la Banca d'Italia ha continuato ad emettere moneta, con la sostanziale differenza però, che la stampa delle banconote è proseguita senza la garanzia della convertibilità aurea e unicamente a vantaggio della sola Banca d'Italia, la quale, da delegata alla emissione per conto dello Stato, è inconcepibilmente divenuta proprietaria della moneta emessa, che via via ha prestato ai Governi succedutisi, con la conseguenza che il debito pubblico ha raggiunto l'insostenibile esposizione probabilmente superiore a 1.800 miliardi di euro;
per le sua finalità istituzionali, la Banca d'Italia avrebbe dovuto e dovrebbe operare per delega dello Stato e per conto di esso Stato alla emissione di banconote, e a far data dal 2000 per la sua partecipazione alla BCE, alla distribuzione della moneta, cosi che il signoraggio primario,

costituito dalla differenza tra il valore attribuito alle banconote emesse e i costi di produzione (carta, stampa e trasposto) sin dal 1993 sarebbe dovuto essere accreditato allo Stato delegante e non alle banche partecipanti al capitale, alle quali competeva solo ed unicamente l'utile derivante dal signoraggio secondario derivante dai prestiti effettuati dalla Banca d'Italia agli istituti di credito;
tale assunto è stato anche confermato dalla sentenza emessa nel 2005 dal giudice di pace di Lecce a seguito della C.T.U. che ha statuito il principio secondo cui la proprietà della moneta non è da attribuirsi né alla Banca d'Italia e né tantomeno della Banca centrale europea, ma al popolo sovrano, così affermando che la proprietà della moneta è degli italiani;
nella medesima sentenza, il giudice leccese ha accertato che le banche azioniste di Bankitalia, nel solo quinquennio che va dal 1998 al 2004, potrebbero aver lucrato signoraggio primario per oltre 5.023 miliardi di euro, importo che se fosse stato incamerato dallo Stato avrebbe consentito agli italiani un alleggerimento del carico fiscale dal 45 per cento al 20 per cento;
tenuto conto che le banche azioniste nel decennio trascorso hanno indebitamente locupletato signoraggio primario nell'ordine di oltre 10.000 miliardi di euro, e che tale somma ove restituita alla disponibilità dello Stato, unico reale soggetto avente diritto, permetterebbe l'immediata soluzione di tutti i problemi economici che attanagliano il Paese, sarebbe opportuno che il Governo e per esso il Ministro dell'economia e delle finanze ad assumere un'immediata iniziativa normativa urgente per imporre alle banche azioniste della Banca d'Italia la tempestiva restituzione delle somme percepite a dividendo, derivanti da signoraggio primario di competenza dello Stato, poiché indebitamente percepite negli ultimi dieci anni;
contestualmente, di emettere altresì un secondo decreto legislativo per imporre alla Banca d'Italia, a partire dall'esercizio 2011, di iscrivere a debito verso lo Stato italiano - nello stato passivo del proprio bilancio - l'importo del circolante monetario integrato anno dopo anno con le emissioni integrative che pervengono dalla BCE, insieme all'obbligo di dettagliare analiticamente l'andamento trimestrale del signoraggio per consentire al Ministro dell'economia e delle finanze di essere informato di ogni evoluzione sul suo reale andamento; benché ovvio, si ribadisce che l'attuazione del provvedimento proposto ha la finalità di alleggerire immediatamente l'impossibile pressione fiscale e di rilanciare l'economia con interventi mirati garantiti dallo Stato beneficiario del signoraggio monetario primario e la graduale riduzione del debito pubblico -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di superare lo stallo economico, probabilmente dovuto a quanto esposto in premessa, con aggravio del debito pubblico, e garantire ai cittadini italiani una manovra finanziaria in linea con le peculiarità economiche odierne.
(4-13145)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la figura di Giacomo Leopardi, poeta e letterato italiano, rappresenta un vanto del nostro Paese;
la valorizzazione della grande personalità, della sua opera, della conoscenza del grande poeta rappresenta un obbligo «nazionale» davanti al mondo;
il Centro Razionale di Studi leopardiani (CNSL) è l'Associazione con sede in Recanati città natale che ha lo scopo primario di svolgere questa funzione;

il CNSL è partecipato e finanziato in gran parte da enti pubblici;
il Ministeroper i beni e le attività culturali secondo lo statuto, nomina i membri del consiglio di amministrazione, ed un membro del collegio dei revisori;
l'articolo 1 dello statuto affida al medesimo Ministero la vigilanza sul centro;
il sindaco di Recanati con nota protocollo 41034 del 14 dicembre 2009 e protocollo 25811 del 6 luglio 2011 ha lamentato e documentato gravi irregolarità nella gestione di tipo procedurale e di ordine finanziario e di gestione delle risorse;
le note inviate dal sindaco sono suffragate da relazione di due membri del collegio sindacale che denunciano gravi carenze contabili;
vi è un rischio che la cattiva gestione del centro, se venisse confermata, inciderebbe negativamente sulla immagine dell'Italia considerato il valore planetario della figura di Giacomo Leopardi -:
se il Ministro intenda far valere le proprie prerogative e a seguito delle richiamate note del sindaco abbia disposto una ispezione o se intenda farlo e se fossero state eseguite le verifiche quale esito abbiano avuto.
(5-05296)

TESTO AGGIORNATO AL 12 SETTEMBRE 2011

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DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

PES. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 2 marzo 1994, esplode nei cieli di Capo Ferrato (Cagliari) l'elicottero A-109 della Guardia di finanza, nome in codice Volpe 132 decollato da Elmas; a bordo si trovano il maresciallo Gianfranco Deriu e il brigadiere Fabrizio Sedda;
in data 15 maggio 1994, la commissione tecnico formale nominata dalle autorità militari archivia il caso con la motivazione di incidente;
in data 9 giugno 1994, la procura di Cagliari chiede all'Aeronautica una copia della relazione della commissione militare, ma sul documento viene apposto il segreto militare;
in data 6 luglio 1994, i sette uomini dell'equipaggio della nave Lucina vengono sgozzati nel porto algerino di Djendjen: la tesi ufficiale, quella di un massacro organizzato dagli estremisti islamici, non ha mai convinto;
dalla nave spariscono 600 tonnellate di carico;
secondo alcuni testimoni si tratta della nave che si trovava a Feraxi, a nord di Capo Ferrato (Cagliari) nel momento in cui tre testimoni hanno visto esplodere Volpe 132: nasce il sospetto che Volpe 132 sia stato abbattuto;
in data 7 aprile 2011 la procura di Cagliari chiede per la terza volta l'archiviazione dell'inchiesta dal momento che le ipotesi di reato per le quale si procede sono prescritte;
il pubblico ministero scrive che è impossibile ipotizzare reati più gravi perché la perizia disposta nel 2005 sui frammenti dell'elicottero non è stata fatta dai RIS;
pochi giorni dopo la scomparsa di Volpe 132 sparisce dalla zona industriale di Oristano un elicottero A-109, nome in codice Augusta, ritrovato - in seguito ad una soffiata - il mese successivo in un deposito di Quartu;
si è ipotizzato, come riporta un articolo di stampa (La Nuova Sardegna 5 settembre 2011) che la scomparsa dell'elicottero A-109 della Finanza sia legata al furto dell'elicottero Augusta da Oristano,

ovvero che la sparizione del secondo servisse per depistare le indagini su Volpe 132;
si è anche supposto che si volesse utilizzare parte della strumentazione dell'elicottero di Oristano per intossicare le indagini su Volpe 132, facendo spostare le ricerche lontano da Capo Ferrato dove tre testimoni hanno visto esplodere in cielo l'elicottero della Finanza;
dell'elicottero A-109 sparito dal capannone di Oristano, era gestito dalla società Wind Air srl, la cui identità è sempre stata ambigua così come ambigua è sempre stata l'identità del rappresentante legale Costantino Polo che, stando ai documenti camerali ufficiali ha tre date e tre luoghi di nascita diversi, nonché residenze molto dubbie;
l'articolo di stampa sopracitato riferisce che intorno a questa vicenda vi è una novità che potrebbe avvalorare che la Wind Air srl sia una società di copertura dei servizi segreti;
la novità emerge dall'analisi di alcuni documenti dell'Agenzia del demanio, dai quali risulterebbe che tra gli immobili del patrimonio indisponibile dello Stato vi sia un'unità in via della tribuna di Campitelli al numero 23 il cui codice della scheda e il codice cespite corrisponde con lo stabile dove aveva sede legale la società Wind Air srl;
a fianco a questo immobile, da quanto riferisce l'articolo di stampa sopra ricordato, vi è un altro immobile del quale vengono indicati il valore catastale e l'amministrazione che lo gestisce (il Ministero dell'interno), dati che non vengono invece indicati per l'unità di via della tribuna di Campitelli al numero 23, per il quale si specifica solo l'uso governativo;
ad avvolgere ulteriormente nel mistero la società Wind Air srl vi è lo spostamento della sede a Nuoro, in un indirizzo inesistente -:
se siano a conoscenza di quanto riportato in premessa;
se non ritengano opportuno fare chiarezza sulla vicenda;
come si concili il fatto che la vicenda sia coperta da segreto militare con versione ufficiale relativa all'incidente che afferma è che si è trattato di incidente.
(5-05297)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano la Repubblica del giorno 2 settembre 2011, ha pubblicato una inchiesta «incubi e raptus di follia quei traumi che l'Esercito nega», a cui è legato un ulteriore approfondimento nell'inchiesta «Follia da guerra» nella versione del quotidiano on-line;
la sindrome post traumatica da stress è la malattia mentale - a carattere cronico permanentemente che segue eventi stressanti significativi per la persona e che secondo quanto riportato nell'inchiesta sopracitata colpisce i soldati al rientro dai teatri di guerra nella misura per gli Stati Uniti tra il 20 e il 40 per cento dei reduci, in Olanda e Norvegia attorno al 5 per cento, nel Regno Unito attorno al 3-4 per cento mentre in Italia le Forze Armate, anche secondo quanto dichiarato dal Generale Michele Gigantino, ammettono l'esistenza di due/tre casi all'anno, di fatto lo zero per cento;
considerata la notevole differenza di casistica dichiarata tra il personale militare dei diversi paesi, si dubita sulla veridicità del dato dichiarato considerato che le altre Forze Armate appartenenti alla NATO adottano criteri similari di selezione, arruolamento ed stesse modalità impiego in teatro operativo ed in contingenti multinazionali;
a parere degli interroganti, si può presumere che le diagnosi adottate dalle autorità sanitaria militari siano volte ad adottare diagnosi clinicamente e prognosticamente

più lievi tali da permettere provvedimenti medico legali di permanenza in servizio, in particolare per il personale volontario, maggiormente impiegato in teatro operativo, rispetto alla diagnosi da sindrome post traumatica da stress (DPST) che, nei fatti, porterebbe alla perdita permanente e assoluta dell'idoneità al servizio militare incondizionato e della possibilità di stabilizzazione occupazionale nell'ambito delle Forze Armate e di Polizia -:
quali siano i criteri clinici e medico legati per pervenire alla diagnosi di sindrome post traumatica da stress per pervenire alla diagnosi da parte delle autorità sanitarie militari ed il relativo esito;
quale sia la frequenza di tutte le altre diagnosi in ambito psichiatrico con particolare riferimento al personale impiegato in teatro operativo, divise per Forze armata;
se siano previste strutture di counseling come nelle forze armate di altri Paesi della NATO;
se siano previsti per il personale riscontro affetto da patologia psichica dei protocolli terapeutici e riabilitativi specifici nella circostanza e quali siano;
quali urgenti iniziative intenda assumere in merito il Ministro interrogato.
(4-13143)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con il foglio prot. MD-E24244 18414 del 5 settembre 2011 il comandante del 1o Reggimento Bersaglieri, colonnello Cosimo Orlando, su invito del generale Antonio Vittiglio, ha chiesto al caporal maggiore capo Antonio Mandarino di fornire chiarimenti su alcune frasi contenute nell'atto di ricorso gerarchico con il quale aveva a suo tempo impugnato una sanzione disciplinare di corpo ritenendola ingiusta, e gli ha altresì comunicato l'avvio di un nuovo procedimento disciplinare. Il medesimo ricorso gerarchico non era stato comunque accolto;
nella nota di richiesta di chiarimenti e di comunicazione di avvio del procedimento disciplinare di corpo si richiedono chiarimenti in merito alle specifiche affermazioni rese dal caporal maggiore capo nell'atto di ricorso: «il provvedimento impugnato, inoltre, è viziato anche sotto il profilo dello sviamento di potere avendo l'Amministrazione posto in essere un atto ed esercitato la potestà disciplinare per fini diversi da quelli per i quali la legge gli ha in astratto attribuito tale potere, al solo scopo di sostenere, in ipotesi, che il fatto contestato sia verosimilmente accaduto, ovvero rendere credibile la descrizione dei fatti così come enunciata nella relazione redatta dal Comandante di Compagnia, capitano Gianfilippo Cambera il 27 aprile 2011»;
«il Comandante del Corpo ha, evidentemente, acquisito agli atti del procedimento solo le errate convinzioni/dichiarazioni degli altri militari coinvolti, apparentemente rese per giustificare i comportamenti di altri»;
posto che il diritto di difesa è indefettibile, anche nei procedimenti finalizzati a irrogare ai militari sanzioni disciplinari, e si esplica in tutte le sue forme normativamente consentite nell'ambito del princìpio sancito dall'articolo 24 della Costituzione, agli interroganti appare certamente fuori luogo, illegittima se non addirittura illecita, l'azione posta in essere dai due alti ufficiali;
apprendere dell'esistenza di simili comportamenti discutibili sul piano della legalità e della funzione di comando che dovrebbe caratterizzare ogni ufficiale delle Forze armate, ancor più se trattasi di ufficiale superiore e generale lascia profondamente sconcertati gli interroganti -:
quali immediati provvedimenti intenda adottare in relazione a quanto descritto in premessa;

se ritenga opportuno informare la competente autorità giudiziaria dei fatti in premessa.
(4-13147)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

GARAGNANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
si fa riferimento alle difficoltà riscontrate negli uffici della questura di Bologna in sede di rinnovo del permesso di soggiorno degli immigrati extracomunitari, per effetto della presentazione delle dichiarazioni dei redditi non sempre rispondenti al vero o palesemente false;
il sottoscritto interrogante rileva che, secondo informazioni ricevute dagli addetti, l'Agenzia centrale delle entrate avrebbe rifiutato la collaborazione richiesta dalla questura per appurare la veridicità delle dichiarazioni -:
se intenda fare le opportune verifiche ed adottare i provvedimenti conseguenti.
(3-01810)

Interrogazione a risposta scritta:

DI BIAGIO e PROIETTI COSIMI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell'alta tecnologia e tra i primi dieci player mondiali nell'Aerospazio, difesa e sicurezza: riferimento internazionale indiscusso nel settore dei sistemi di difesa e vanto per l'industria e l'economia italiana;
il Ministero interrogato detiene il 30,2 per cento del capitale del Gruppo, mentre la quota restante è detenuta dal pubblico e da investitori istituzionali italiani e stranieri;
malgrado il suindicato profilo societario ed il ruolo di prestigio operativo sul fronte nazionale ed internazionale, il gruppo Finmeccanica da mesi sembra essere lo scenario entro il quale si avvicendano presunte dinamiche truffaldine, interessi personalistici e indebite pressioni politiche oggetto di articolate inchieste giudiziarie e inchieste giornalistiche che vedono coinvolti segnatamente il presidente del gruppo Pier Francesco Guarguaglini e la sua consorte Marina Grossi, amministratore delegato della Selex Sistemi Integrati, società del gruppo Finmeccanica, lasciando emergere ad avviso dell'interrogante, una gestione familistica di uno dei maggiori gruppi italiani;
all'inizio del 2011 il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma per false fatturazioni e frode fiscale, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti assegnati dall'Enav a Selex Sistemi Integrati, società Finmeccanica guidata da Marina Grossi, già indagata dal novembre 2010 per i medesimi reati a cui si aggiunge il reato di corruzione;
stando a quanto ipotizzato dall'accusa, Guarguaglini avrebbe consentito la definizione di una sorta di «contabilità parallela e illegale» per la Selex sistemi integrati, tale da consentire la nascita di fondi neri, realizzati mediante un articolato sistema di false fatturazioni e discutibili o finti appalti e subappalti, dai quali si attingevano risorse per remunerare consulenze ed operazioni altrimenti non dichiarabili nel bilancio aziendale;
stando ai dati emersi dall'inchiesta avviata dalla procura di Napoli sulla presunta estorsione ai danni del premier, e resi noti anche dai media italiani, sembrerebbe esserci anche un coinvolgimento del presidente Guarguaglini in virtù di presunti affari vantati da Walter Lavitola, altro indagato nella medesima inchiesta, come consulente del gruppo;
nello specifico, nell'ambito degli accertamenti fiscali e contabili condotti dalla

suindicata inchiesta, e dalle conversazioni intercettate, come sottolinea il giudice di indagine preliminare «è emerso uno stretto collegamento tra il Lavitola e alcune società del gruppo Finmeccanica operanti prevalentemente all'estero, quali, ad esempio, Augusta, Selex e Telespazio Brasile. Nell'operare per conto delle predette società, l'indagato intrattiene un livello di relazioni molto alto, nell'esercizio delle quali pone in essere non meglio precisati movimenti di danaro da impiegare verso terzi»;
nell'ambito della medesima indagine, il Gruppo Finmeccanica risulta essere coinvolto per quanto riguarda l'assegnazione di un contratto di consulenza ad un ex modella colombiana, Debbie Castaneda, che stando alle intercettazioni condotte sarebbe una delle persone molto vicine del premier;
ferme restando le risultanze a cui approderà la suindicata inchiesta, a parere degli interroganti emerge in maniera chiara e drammatica la semplicità e la superficialità, nonché l'indiscutibile sensibilità alle pressioni dei palazzi, con cui uno dei primari gruppi di Stato, riferimento dell'industria italiana oltre confine, assegna esosi contratti di consulenza a profili di dubbia competenza e in assenza di reali e conclamate capacità e professionalità: una tendenza particolarmente consolidatasi - dati alla mano - durante la presidenza Guarguaglini;
in data 4 aprile 2011, malgrado la suindicata inchiesta giudiziaria, nonché i molteplici reati imputati, il Ministero interrogato ha provveduto a confermare - senza alcuna riserva e per la quarta volta - l'incarico di presidente del Gruppo Finmeccanica a Guarguaglini;
a tali criticità di natura amministrativa e manageriale vanno inevitabilmente ricollegate, secondo l'interrogante, anche le attuali performance finanziarie del Gruppo che al mese di giugno 2011 contava debiti per oltre 5 miliardi di euro, a cui si aggiunge una considerevole débâcle del titolo in borsa con perdite di circa il 46 per cento, a partire dal gennaio 2011 proprio in concomitanza del coinvolgimento di Guarguaglini nella già citata inchiesta sugli appalti Enav -:
se intenda evidenziare le ragioni che hanno condotto alla riconferma dell'incarico del presidente del gruppo Finmeccanica a Pier Francesco Guarguaglini operata nell'aprile del 2011, malgrado la mole di accuse nonché di reati imputati allo stesso ed ampiamente evidenziati in premessa;
se e quali iniziative intenda predisporre al fine di salvaguardare l'immagine del gruppo Finmeccanica oggetto di inchieste e presunti scandali e corruzioni anche attraverso la sollecitazione di un turnover del corpo manageriale direttamente coinvolto nelle inchieste indicate in premessa;
se si intenda rendere pubbliche le difficoltà finanziarie del gruppo e segnatamente della società Selex Sistemi Integrati, che presumibilmente rischiano di influenzare la capacità produttiva nonché quella occupazionale della stessa e se tali difficoltà risultino direttamente legate alle presunte ambigue manovre operate dall'amministratore delegato Marina Grossi e dai manager del gruppo, attualmente ancora in carica;
se si intenda intervenire, attraverso adeguate iniziative di natura amministrativa, normativa e politica, al fine di scongiurare una gestione familistica ed affaristica di una azienda di Stato da parte dei manager, segnatamente quando sussistono veri o presunti comportamenti ambigui, personalistici e di dubbia legalità in capo agli stessi.
(4-13150)

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 24 agosto 2011, lo strappo di un cavo dell'alta tensione per l'alimentazione dei locomotori ha generato un principio d'incendio che ha coinvolto un treno interregionale in manovra presso lo scalo di San Bovo, nei pressi della zona abitata di San Marziano a Novi Ligure (Alessandria);
l'incidente, sventato grazie al tempestivo intervento del Corpo dei vigili del fuoco, ha riportato all'attenzione della cittadinanza la preoccupazione riguardo al cattivo stato di manutenzione della linea e di conseguenza sull'alto rischio per l'incolumità dei residenti della zona e dei passeggeri che vi transitano quotidianamente diretti verso il territorio lombardo;
in seguito al recente principio di incendio del convoglio ferroviario, i residenti della zona, preoccupati per la propria incolumità, hanno avviato una petizione popolare finalizzata ad incrementare la pressione sull'ente ferroviario affinché siano realizzati al più presto una serie di lavori per la messa in sicurezza dei binari e di manutenzione ordinaria della linea, da tempo ormai sospesa;
lo scalo ferroviario di San Bovo era già stato oggetto di una comunicazione urgente datata 15 gennaio 2010, da parte del sindaco di Novi Ligure, Lorenzo Robbiano, a Rfi per ottenere delucidazioni riguardo alle misure di sicurezza adottate nella zona poiché nel parco ferroviario di Novi San Bovo nelle ore notturne sostavano carri cisterna contenenti gas GPL, materiale altamente infiammabile che il 29 giugno del 2009 scatenò la strage ferroviaria di Viareggio;
l'attenzione sullo scalo ferroviario in questione era stata nuovamente richiamata attraverso un'interrogazione parlamentare a mia firma, presentata l'11 febbraio 2011 al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, nella quale l'esecutivo veniva sollecitato ad adottare provvedimenti per il miglioramento della sicurezza nel trasporto ferroviario di sostanze pericolose tramite convogli in transito o in sosta nei pressi di centri abitati;
lo stesso scalo ferroviario è stato individuato con direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 7 luglio 2009 tra quelli «funzionali alla operatività del trasporto merci sulla rete ferroviaria italiana» e pertanto suscettibili di valorizzazione dal punto di vista logistico e del trasporto merci anche se da allora non è stato messo in atto alcun intervento specifico da parte di RFI;
inoltre, nonostante le molteplici sollecitazioni dei residenti della zona e dell'amministrazione comunale, nessun intervento di manutenzione ordinaria e delimitazione dei binari rispetto al centro abitato risulta ad oggi essere ancora stata posta in essere da RFI -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione di rischio descritta in premessa;
quale sia il reale stato di sicurezza e di manutenzione della linea oggetto dell'interrogazione;
quali interventi il Ministro interrogato intenda assumere per garantire l'effettiva incolumità dei passeggeri in transito e dei residenti della zona di San Bovo a Novi Ligure, nonché per valorizzare lo scalo ferroviario dal punto di vista logistico e del trasporto merci in condizione di piena sicurezza per il territorio interessato.
(5-05295)

Interrogazione a risposta scritta:

FRONER e GNECCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in queste ultime settimane si sono verificati disservizi ferroviari, a seguito

della soppressione di diversi treni regionali interessanti tratte del territorio del Trentino Alto Adige. Nella sola settimana di ferragosto, sono stati soppressi: 9 treni il 17 agosto (sei treni sostituiti con autobus), 11 treni e 2 corse di autobus il 18 agosto, 5 treni e 4 corse di autobus il 19 agosto;
questi disservizi si protraggono dal mese di luglio, con fasi alterne e si riporta come esempio la giornata di martedì 5 luglio, che ha comportato la soppressione del 35 per cento dei treni sulla linea Valsugana (Trento - Borgo - Bassano);
le motivazioni addotte dai responsabili Ferrovie dello Stato del trasporto regionale rimandano ad esigenze organizzative, alla difficoltà, soprattutto durante il periodo di ferie estive programmate, di garantire i servizi regolari, quando si verificano contemporaneamente un elevato numero di eventi non prevedibili, quali gli infortuni e le malattie, che ha di fatto saltare la programmazione dei servizi e in tali condizioni operative, non è stato sempre possibile, al verificarsi dell'evento non prevedibile (infortunio o malattia), sostituire in tempi brevi il personale assente;
per contro le amministrazioni provinciali di Trento e Bolzano che hanno sottoscritto il contratto di servizio con la Società Trenitalia, non ritengono di poter ascrivere a cause di forza maggiore, le motivazioni espresse dai responsabili Ferrovie dello Stato e pertanto chiedono il rispetto degli obblighi contrattuali definiti nel contratto di servizio;
per i disservizi sopra segnalati, è stato anche presentato un esposto alla procura della Repubblica di Bolzano dall'associazione dei consumatori di Bolzano (CTCU) e da parte delle organizzazioni sindacali (si veda articolo sul quotidiano Alto Adige del 30 agosto - pagina 14) si lamenta comunque una carenza strutturale di organici ed un eccessivo ricorso alle prestazioni straordinarie -:
se non ritenga il Governo di intervenire in quanto azionista nei confronti della società Trenitalia, al fine di garantire il diritto alla mobilità dei cittadini, anche durante il periodo estivo.
(4-13144)

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nove sigle sindacali (FNS CISL, F.P. CGIL VVF, UIL PA VVF, USB PI VVF, CONFSAL, CONAPO, APVVF, SINDIR-UGL VVF, DIRSTAT VVF) si sono riunite in una vertenza comune per sollecitare i responsabili del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e i vertici dell'amministrazione regionale, al fine di trovare soluzioni per assicurare la regolare operatività e porre fine all'emergenza che riguarda il Comando dei vigili del Fuoco di Alessandria;
il Comando dei vigili del fuoco di Alessandria, composto da una sede centrale e cinque distaccamenti permanenti sul territorio, presenta una serie di problematiche rendono sempre più difficile lo svolgimento delle regolari funzioni di tutela della sicurezza pubblica e di monitoraggio delle situazioni di rischio presenti nell'alessandrino (tra cui: 22 corsi d'acqua, 23 industrie a rischio rilevante, 1 insediamento nucleare, 5 scali ferroviari e 3 autostrade);
in particolare uno dei maggiori punti criticità risulta essere la grave carenza di organico: rispetto al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 97 (piante organiche ministeriali), presso il comando di Alessandria mancano 30 capi reparto e 12 capi squadra. La situazione è assai drammatica anche per i funzionari amministrativi e quelli tecnici. Presso il comando alessandrino sono infatti impiegati solo 2 funzionari, anziché 10, come concordato tra il dipartimento dei vigili del fuoco e le organizzazioni sindacali in data 26 novembre 2008;

le difficoltà registrate ad Alessandria riguardano anche la situazione finanziaria: per l'anno 2011 al comando è stato assegnato il 20 per cento delle risorse, rispetto a quanto speso dallo stesso lo scorso anno;
la carenza di organico e la mancanza di risorse economiche rendono sempre più difficile lo svolgimento della regolare attività di prevenzione dei rischi sul territorio ed il soccorso tecnico urgente, con conseguenti ed inevitabili carenze di risposte verso la popolazione e la pubblica sicurezza -:
se sia a conoscenza della grave situazione esposta in premessa e quali iniziative intenda assumere per fare fronte alle molteplici criticità riscontrate presso il Comando dei vigili del fuoco di Alessandria.
(5-05291)

Interrogazioni a risposta scritta:

CHIAPPORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con atto camera 4-02252 nel corso della XVI legislatura l'interrogante presentò interrogazione (senza avere risposta) nella quale si segnalava che il cittadino senegalese Mamadou Sow nato a Dakar il 10 dicembre 1967 godeva di permesso di soggiorno in Italia pur essendo stato più volte condannato da tribunali italiani avendo commesso diversi reati penali;
si segnalò come questa persona svolgesse attività truffaldine nei confronti di aziende italiane (esempio Gold Art Ceramiche di Pavullo nel Frignano Modena);
attualmente si ha notizia di altre aziende che avevano intrecciato attività di partenariato commerciale e che sono state truffate;
una di queste aziende italiane, la SIS trading international con sede a Mantova ha denunciato l'ennesima truffa effettuata ai suoi danni dal Sow alle autorità giudiziarie senegalesi nel 2004;
risulta all'interrogante che il tribunale sezione penale di Dakar il 10 ottobre 2010 ha condannato il Sow al risarcimento del danno economico e a 6 mesi di reclusione riconoscendolo colpevole dei delitti dalla stesso perpetrati, (come appare da notifica della sentenza n. 584 du jugement n. 28/07 du parquet depositata il 6 luglio 2011) -:
se la questura di Genova, sede del rilascio del permesso di soggiorno, sia a conoscenza sia delle attività criminose del signor Mamadou Sow, delle ripetute condanne emanate da diversi tribunali italiani per reati commessi in Italia nonché, per reati di truffa effettuati nei confronti di cittadini e società italiane;
se non ritenga necessario impedire a tale soggetto di circolare liberamente sul territorio italiano per procacciarsi le condizioni per le sue continue attività criminose;
se la questura di Genova a fronte di quanto sopra descritto ritenga ancora esistere i requisiti penali e morali previsti nel testo unico sulla immigrazione di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998 per mantenere in essere il permesso di soggiorno a suo tempo rilasciato;
se non si ritenga necessario dare disposizioni anche all'ambasciata e consolato italiano a Dakar affinché i cittadini italiani che intrecciano attività con il Senegal abbiano segnalazioni preventive per evitare di entrare in contatto con questi truffatori.
(4-13148)

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante in data 14 dicembre 2010 ha già presentato sul merito una interrogazione nella quale si segnalava la grave situazione di mancanza di rispetto

per il regolamento e le leggi di tutela del ruolo delle minoranze nel consiglio comunale di Ponsacco (PI);
in particolare in tale consiglio comunale, in alcune occasioni, non sono state rispettate le dovute tempistiche sia di preavviso nell'indizione del consiglio comunale sia nella tempestività della consegna degli atti;
in tale contesto di ulteriori gravi illegittimità, i consiglieri di opposizione Ruggiero e Giobbi avanzavano al prefetto di Pisa, in data 6 aprile 2011, un esposto nel quale si segnalava il rifiuto del sindaco a rispondere ad una interrogazione consiliare su questioni di significativa delicatezza urbanistica derivante da una sentenza del TAR della Toscana di condanna dell'amministrazione comunale;
a tale esposto la prefettura di Pisa rispondeva il 20 giugno 2011 considerando secondo l'interrogante incredibilmente «esaustive» le «argomentazioni prodotte dal sindaco» con nota del 31 maggio 2011 contenente elementi che l'interrogante giudica lontani dal vero in quanto si asserisce di avere risposto all'interrogazione di cui sopra in data 4 aprile 2011 sostenendo una inesistente richiesta, dei consiglieri Ruggiero e Giobbi, di chiusura stragiudiziale della causa in corso -:
quali siano i motivi per i quali la prefettura di Pisa inaudita altera parte abbia potuto considerare esaustiva una nota palesemente difforme dalla realtà dei fatti;
quali siano le disposizioni ministeriali in materia di verifica di illegittimità normative reiterate in sede di consiglio comunale da parte dei sindaci in materia di tutela dei diritti delle minoranze;
se siano state avviate indagini con riferimento ai fatti ritenuti in premessa.
(4-13149)

TESTO AGGIORNATO AL 7 FEBBRAIO 2012

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

RIGONI e GRASSI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
secondo le disposizioni vigenti la conferma nel ruolo avviene dopo aver superato l'anno di formazione che fra l'altro prevede la frequenza di un corso di formazione (di circa 40 ore) organizzato dall'amministrazione, l'elaborazione di una relazione finale relativa alle attività svolte e agli argomenti trattati nel corso di formazione, concordata con il «tutor», la discussione con il «comitato di valutazione» interno (composto da 2 a 4 docenti e presieduto dal dirigente scolastico) sulla relazione finale e sulle attività svolte;
risultano non infrequenti i casi di docenti nominati a tempo indeterminato dopo aver svolto decine anni di servizio precario e che sono molto prossimi al pensionamento -:
se ritenga possibile che l'amministrazione scolastica promuova, per evidenti motivi di serietà e di opportunità, una modifica della suddetta normativa, da adottare con gli opportuni strumenti giuridici, al fine di evitare il ripetersi di situazioni umilianti e secondo l'interrogante grottesche che vedono insegnanti con decine di anni di esperienze lavorative sottoposti a verifiche costose inutili e puramente formali e ad una formazione professionale in servizio, da realizzarsi anche on line, in un periodo collocato alle soglie del loro pensionamento.
(5-05292)

ANTONINO RUSSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale n. 74 del 10 agosto 2011 ha previsto l'immissione in ruolo su tutto il territorio nazionale di 10.000 unità di personale docente da effettuarsi dalle graduatorie compilate per il biennio 2009-2011;

la sentenza n. 41 del 2011 della Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1, comma 4-ter, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134 convertito con modificazioni dalla legge 24 novembre 2009, n. 167, laddove aveva previsto l'inserimento in coda nelle tre province aggiuntive scelte dal personale docente inserito nelle graduatorie valide per il biennio 2009-2011;
la sentenza n. 2486 del 2011 del Consiglio di Stato ha preso atto del contrasto delle tesi dell'amministrazione appellante con la citata decisione della Corte costituzionale e, per l'effetto, ha confermato in via definitiva la sentenza TAR Lazio n. 10809 del 2008 del 27 novembre 2008, che ha riconosciuto il diritto al trasferimento del personale docente all'atto dell'aggiornamento delle graduatorie, con conseguente obbligo conformativo del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di consentire l'inserimento a «pettine» nelle graduatorie secondo il punteggio posseduto dai ricorrenti a pieno titolo anche in riferimento alla stipula dei contratti TI e TD eventualmente derivanti da tale inserimento per il biennio 2009-2011, decisioni sulla scorta delle quali la controversia appare già decisa nel merito;
nella nota del 15 marzo 2011 del commissario ad acta nominato dal TAR Lazio, dottor Luciano Cannerozzi De Grazia, si ricordava ai dirigenti dell'amministrazione centrale e periferica del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca che l'inserimento a pettine dei ricorrenti che avevano ottenuto dal tribunale un'ordinanza di ottemperanza dell'ordinanza cautelare doveva e deve intendersi disposto, con decorrenza dalla data di prima pubblicazione delle graduatorie definitive valide per il biennio 2009/2011, senza alcuna riserva, pleno iure, a tutti gli effetti quindi giuridici ed eventualmente economici, e come tali utili ai fini della individuazione dei docenti destinatari delle proposte di stipula dei contratti, a tempo determinato o indeterminato con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;
nella nota del commissario ad acta del 4 aprile 2011 si chiariva come la nota del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 2287 del 2011 veniva con la presente dichiarata nulla e tamquam non esset ai fini della eventuale decisione di non ottemperare alle disposizioni commissariali e si invitava pertanto ancora una volta a procedere alla corretta esecuzione del giudicato cautelare mediante l'attuazione del provvedimento commissariale nei termini previsti;
nella nota del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 3071 del 7 aprile 2011 inviata ai direttori degli uffici scolastici regionali dal direttore generale, L. Chiappetta, facendo seguito alla nota n. 2287 del 2011, alla luce della nota di risposta del commissario ad acta del 4 aprile 2011, si riteneva doversi procedere alle modifiche delle graduatorie nei termini previsti dalla medesima;
nel telegramma inviato dall'ambito territoriale per la provincia di Vicenza ad una docente inserita, in seguito a ricorso, a pettine e pleno iure nelle graduatorie ad esaurimento 2009-2011 del medesimo ambito territoriale provinciale, veniva annunciato, contestualmente alla convocazione per le imminenti immissioni in ruolo retrodatate, l'accantonamento del posto in attesa della sentenza di merito, e l'avviso pubblicato in data 18 agosto 2011 sul sito dell'ambito territoriale provinciale del Verbano Cusio Ossola contenente le medesime indicazioni di cui al telegramma dell'Ambito territoriale provinciale Vicenza e il riepilogo del contingente nomine retroattive 2010/2011 grad. pettine I e II grado, pubblicato sempre in data 18 agosto 2011 dall'Ambito territoriale provinciale di Asti, da cui si evinceva l'accantonamento dei posti destinati ai docenti ricorrenti per l'inserimento a pettine, ad avviso dell'interrogante in chiara elusione degli ordini commissariali;
sono in corso le indagini dei procuratori della Corte dei conti, sezione giurisdizionale del Piemonte e dell'Umbria,

nelle vertenze rispettivamente n. V2011/00867 del 7 luglio 2011 e n. 621/V2011/FRA del 20 maggio 2011, in merito alla presunta responsabilità erariale dei dirigenti dell'amministrazione centrale e periferica relativamente alle assunzioni già disposte da graduatorie dichiarate illegittime per il biennio 2009-2011, indagini che ora interessano anche le disposizioni impartite dai direttori scolastici regionali in merito ai posti accantonati;
nella nota del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 6705/bis del 31 agosto 2011 si afferma che i posti sono stati accantonati in attesa della decisione del Consiglio di Stato, senza nulla riferire in merito alla giurisprudenza richiamata e alla difforme procedura di reclutamento messa in atto dagli uffici dell'amministrazione periferica in assenza di una chiara direttiva del capo dipartimento delle risorse umane o della direzione generale -:
quali provvedimenti amministrativi intenda mettere in atto per assegnare ai legittimi aspiranti i posti accantonati e quali provvedimenti disciplinari di propria competenza il Ministro interrogato intenda disporre nei confronti dei dirigenti degli uffici scolastici regionali che hanno disposto tali accantonamenti, nel rispetto del giudicato formatosi e per evitare un nuovo danno erariale alle casse dello Stato, da imputare proprio ai dirigenti responsabili.
(5-05293)

FEDRIGA, GOISIS, LAURA MOLTENI e RIVOLTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie diffuse dal quotidiano «Il Giornale.it» in data 6 settembre 2010, in occasione della festa milanese del Partito democratico è stato presentata un fumetto, disegnato da Altan, il cui «obiettivo pedagogico» è di raccontare ai bambini della scuola dell'infanzia tutte le tipologie di famiglia;
la favoletta in parola, ripercorre le avventure di Piccolo Uovo tra le coppie omosessuali, la famiglia monogenitoriale, le coppie miste, le coppie eterosessuali: due pinguini omosessuali che giocano a palla con due baby pinguini; due mamme gatte omosessuali insieme al loro gattino; un ippopotamo single con il figlio; un cagnolino nero e una cagnolina bianca; i conigli eterosessuali;
secondo quanto rivelato dal predetto quotidiano la giunta del comune di Milano sarebbe orientata a favorire l'adozione del predetto «fumetto» nelle scuole materne gestite dal comune di Milano;
la maggior parte degli esperti di psicologia dell'età evolutiva ritiene che il periodo dai «tre ai sei anni» sia caratterizzato dal «processo di identificazione» con i genitori (eterosessuali), caratteristica principale da cui dipende in larga misura la strutturazione della personalità del bambino, in questa fase;
la predetta «identificazione», che inizia verso i tre anni si estende per generalizzazione ad altre figure che sostituiscono i genitori nelle cure dei bambini;
l'importanza del rapporto con i genitori assicura al bambino una vita affettiva e una strutturazione morale adeguata;
in questa fase, il bambino inizia anche ad acquisire coscienza della propria «identità sessuale», fattore importante «nell'evoluzione dell'idea di sé». Oggi è generalmente accettato il principio che «l'identificazione sessuale del bambino» avvenga attraverso processi di riconoscimenti, di confronti, di somiglianze, come pure di imitazione e di assunzione di ruoli. Attraverso il rapporto con i genitori, il bambino arriva a quella che viene considerata la più importante discriminazione fra «noi maschi» e «loro femmine» o viceversa. Dall'interazione con entrambi i genitori (eterosessuali) i bambini apprendono il loro ruolo come complementare con quello diverso;
la decisione di sollecitare le scuole dell'infanzia comunali a porsi come strutture di rielaborazione critica e di «produzione di nuove forme culturali integrative»

per spiegare il carattere «non univoco» del termine «famiglia» appare abnorme, poiché in questa fase i bambini non hanno raggiunto un'adeguata «maturità concettuale». Gli studi di Piaget indicano che nell'ultima fase dell'infanzia i bambini si formano i princìpi che costituiscono la base del pensiero democratico, esercitando la cosiddetta «morale autonoma», cioè dettata da se stesso;
occorre evitare che le «scuole dell'infanzia comunali» in parola si trasformino in «strutture del potere politico della giunta comunale di centro-sinistra», in quanto ad avviso degli interroganti sarebbero volte, in senso funzionale, ad una sorta di possibile manipolazione ideologica di bambini dai tre ai sei anni;
la famiglia tradizionale continua a costituire un importante «filtro» delle influenze che provengono dai mezzi di comunicazione di massa -:
quali iniziative intenda intraprendere per tutelare il processo di «evoluzione dell'idea del sé» che i bambini in parola sviluppano in conformità con quella presente nella forma familiare di appartenenza, generalmente rispecchiante la tipologia di famiglia tradizionale.
(5-05294)

SIRAGUSA e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con nota del 29 luglio 2011, protocollo n. AOODGPER.6356 il direttore generale dell'ufficio II del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Luciano Chiappetta, facendo seguito all'autorizzazione concessa dal Ministero dell'economia e delle finanze con nota n. 18739 del 27 luglio 2011, ha comunicato l'accoglimento delle istanze di permanenza servizio per il solo anno scolastico 2011/2012 di 414 dirigenti scolastici;
la permanenza in servizio dirigenti scolastici, che hanno compiuto i 65 anni di età e completato i 40 anni di servizio, è una misura straordinaria volta a tutelare il corretto funzionamento del sistema scolastico e a porre rimedio alla carenza dirigenti ed all'uso sempre più diffuso dell'istituto della reggenza. Una situazione grave dovuta anche al ritardo con cui si è emanato il bando di concorso per il reclutamento dei dirigenti scolastici;
a seguito di tale provvedimento, l'ufficio scolastico regionale per la Liguria con decreto del 2 agosto 2011, protocollo n. 4574/C2, ha confermato il trattenimento in servizio, per l'anno scolastico 2011-2012, di dieci dirigenti scolastici della Liguria;
nell'elenco del decreto di cui sopra compare, tra i dirigenti scolastici trattenuti in servizio, il professor Giorgio Rembado, presidente dell'associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola che, peraltro, risulta essere stato già distaccato negli anni precedenti presso Dirscuola soc. coop ex articolo 26, 8o comma, legge 23 dicembre 1998, n. 448;
al professor Rembado risulta affidato l'incarico di dirigente scolastico dell'I.I.S. «Einaudi-Casaregis-Galilei» - di Genova a decorrere dal 1o settembre 2011;
sul sito web dell'I.I.S. «Einaudi-Casaregis-Galilei» non risulta tuttavia che il nuovo dirigente scolastico dell'istituto sia il professor Rembado - compare infatti un altro nominativo;
risulta invece all'interrogante che il professore, dopo essere stato trattenuto in servizio, sia stato distaccato presso il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca; di tale procedura appare all'interrogante, se confermata, tanto più che il soggetto in questione è un dirigente sindacale già distaccato ai sensi dell'articolo 26, 8o comma, legge 23 dicembre 1998, n. 448 e quindi da anni ormai lontano dell'effettivo servizio -:
quanti dirigenti scolastici effettivamente siano stati mantenuti in servizio, quanti di loro presso le scuole e quanti invece distaccati presso l'amministrazione;

se risponda al vero quanto illustrato in premessa circa la permanenza in servizio e il successivo distaccamento presso il Ministero del professor Rembado.
(5-05298)

Interrogazione a risposta scritta:

LARATTA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in Calabria la situazione più in generale delle scuole è anche quest'anno assai critica. Ovunque si registrano disservizi e confusione;
nella provincia di Cosenza si registra un numero insufficiente di immissioni in ruolo del persona ausiliario, tecnico, amministrativo. Il fatto viene confermato dai dirigenti scolastici di diversi istituti che lamentano la mancanza di personale, senza il quale è a forte rischio perfino l'avvio dell'anno scolastico in diversi plessi;
si lamenta, in sostanza, l'assenza di collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi, senza i quali le scuole finirebbero in piena confusione;
inoltre, le organizzazioni sindacali denunciano una forte disparità nei confronti della provincia di Cosenza in merito all'assegnazione del personale scolastico per l'imminente anno scolastico -:
se il Ministro sia a conoscenza della grave situazione in cui versano le istituzioni scolastiche calabresi e, in particolare, quelle cosentine;
se intenda avviare con urgenza una verifica che porti ad una rapida soluzione del problema con l'immediata assegnazione del personale mancante;
se intenda assumere ogni iniziativa di competenza per evitare che l'avvio dell'anno scolastico avvenga nel caos e per alcune istituzioni scolastiche non si realizzi affatto.
(4-13142)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

DI PIETRO, DI STANISLAO, PALADINI, ANIELLO FORMISANO e MURA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
agli inizi del 2010 l'azienda Golden Lady, leader nel settore della calzetteria femminile, comunicò la decisione di trasferire la produzione all'estero. Ciò non avvenne per ragioni legate alla crisi economica che, di fatto, non interessa in alcun modo l'azienda, ma per la semplice decisione di delocalizzare in Paesi a basso costo di manodopera al fine di incrementare i profitti;
le iniziative di mobilitazione per le lavoratrici dello stabilimento faentino, in provincia di Ravenna, sono cominciate, circa un anno fa, quando la «Golden Lady Company», proprietaria del sito, ha annunciato la chiusura dello stabilimento per delocalizzare tutta la produzione in Serbia, lasciando così senza sicurezza occupazionale ben 346 persone e le loro famiglie;
la «Golden Lady», nonostante gli accordi siglati al Ministero per ben due volte (accordo del 25 febbraio 2010 e accordo del 18 febbraio 2011), non ha ancora prospettato soluzioni certe e concrete sulla riconversione del sito di Faenza e sulla ricollocazione delle lavoratrici OMSA. Per le 242 dipendenti, attualmente ancora al lavoro, la Cassa integrazione straordinaria terminerà il 14 marzo 2012;
intanto, l'azienda ha comunicato l'intenzione di procedere anche alla cessazione delle attività nello stabilimento di Gissi, in provincia di Chieti, che oggi conta circa 383 dipendenti. Ad oggi, nonostante le mille rassicurazioni, non c'è alcun impegno concreto nel trovare un'alternativa di lavoro alla produzione di calze da donna;

uno ad uno gli stabilimenti italiani chiudono e le produzioni si trasferiscono dove più conviene per realizzare profitti. Il sacrificio sull'altare della competitività basato sul costo del lavoro si paga a Faenza, si paga a Gissi con licenziamenti di molte centinaia di lavoratrici e lavoratori;
vi sono diverse migliaia di lavoratori e di lavoratrici che in questi mesi non sanno quando e come questa condizione potrà cessare e se, quando cesserà, si potrà riprendere un qualche tipo di lavoro;
il gruppo Italia dei Valori ha già presentato sull'argomento un interrogazione a risposta scritta, n. 4-10971, il 22 Febbraio 2011, senza aver ricevuto alcuna risposta in merito -:
alla luce di quanto sta accadendo, quali iniziative intendono assumere i Ministri interrogati per riuscire a dare garanzie concrete di ricollocazione e stabilizzazione lavorative alle centinaia di donne e uomini impiegati presso lo stabilimento Golden Lady di Gissi che ancora attendono di sapere quale potrà essere il loro futuro.
(4-13146)

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Zazzera n. 4-12458 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 492 del 28 giugno 2011. Alla pagina 22868, seconda colonna, dalla riga ottava deve leggersi: «San Vito al Tagliamento (Pordenone) ha» e non: «San Michele al Tagliamento (Venezia) ha», come stampato.

Interpellanza urgente Vassallo e altri n. 2-01186 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 514 del 7 settembre 2011. Alla pagina 24137, seconda colonna, dalla riga quarantanovesima alla riga cinquantesima deve leggersi: «legge, con modificazioni dalla legge 31 marzo 2005, n. 43, ha peraltro inteso» e non «legge, con modificazioni dalla legge 31 febbraio 2005, n. 43, ha peraltro inteso», come stampato.