XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 15 giugno 2011

TESTO AGGIORNATO AL 20 GIUGNO 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La III Commissione,
premesso che:
è svolto ai sensi dell'articolo 124, comma 1, del regolamento, dal Comitato permanente sugli obiettivi di Sviluppo del Millennio, l'esame istruttorio della Relazione sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale per l'anno 2009 (doc. LV. n. 4-bis), predisposta dal Ministero dell'economia e delle finanze e trasmessa al Parlamento il 25 maggio 2011 unitamente alla Relazione del Ministero degli affari esteri sull'attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo, per l'anno 2009 (doc. LV, n. 4);
si richiama l'audizione del direttore generale del Tesoro, professor Vittorio Grilli, svolta il 27 luglio 2010 nell'ambito dell'esame della medesima Relazione riferita all'anno 2008, avviato nella seduta della III Commissione del 29 giugno 2010;
in quella sede è stata formulate dal Governo la richiesta (in vista della presentazione della Relazione per l'anno 2009) di un'indicazione chiara e trasparente dei singoli impegni finanziari a favore di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, nonché di un approfondimento sui profili programmatici e valutativi circa il ruolo dell'Italia all'interno di tali organismi;
la relazione per il 2009 non è stata in alcun modo modificata o integrata nella sua struttura rispetto a quelle presentate in passato, non recando alcun prospetto tabellare, né elemento di natura strategica o programmatica e manifestando scarsa leggibilità sia per il lettore inesperto che per quello esperto;
anche per l'anno cui essa è riferita, il 2009, la relazione appare lacunosa nell'analisi non recando alcun riferimento agli effetti della crisi finanziaria che allora proruppero in modo clamoroso;
va tenuto presente il contesto di progressiva e drastica riduzione delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo e nella consapevolezza di dovere assicurare priorità al canale multilaterale, tuttavia nel quadro di in una strategia diversificata che deve contemplare anche il canale bilaterale, come avviene nei maggiori Paesi europei;
è essenziale la positiva sinergia tra Ministero degli affari esteri e Ministero dell'economia e delle finanze nella definizione e attuazione di una strategia di cooperazione allo sviluppo caratterizzata da efficacia, efficienza e prevedibilità degli stanziamenti;
va tenuto in considerazione il contesto di perdurante crisi finanziaria globale, il consolidarsi di nuovi attori internazionali e il mutamento degli equilibri in atto nell'area mediterranea e mediorientale che richiederebbero una lettura rinnovata del ruolo dell'Italia nelle organizzazioni multilaterali e un aggiornamento della strategia di impegni per lo sviluppo;
è inaccettabile l'ormai strutturale ritardo, pari a un biennio, con cui la Relazione viene trasmessa al Parlamento e che pone l'istituzione parlamentare nell'impossibilità di svolgere un esame accurato e serio, con inevitabili negative ripercussioni sulla percezione dei cittadini circa lo sfasamento dell'istituzione parlamentare rispetto all'attualità e all'evolvere dello scenario internazionale;
la partecipazione finanziaria al capitale di banche e fondi di sviluppo rappresenta uno degli strumenti attraverso i quali l'Italia partecipa alla politica internazionale e cui si deve guardare anche ai fini dell'internazionalizzazione e della crescita di competitività del sistema Paese, dipendendo anche da tale partecipazione il peso economico e politico dell'Italia sulla scena internazionale,


impegna il Governo:


a presentare entro l'anno in corso, e prima della presentazione della legge di stabilità, la relazione annuale sull'attività di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il 2010, allegata alla relazione del Ministero degli affari esteri, secondo quanto dispongono l'articolo 3, comma 6, lettera c), e l'articolo 4, comma 2, della legge n. 49 del 1987;
a corredare tale relazione di tabelle relative ai singoli impegni finanziari assunti dall'Italia, sia per il 2010 che per il 2009, nonché di un approfondimento di natura strategica e programmatica sulla partecipazione dell'Italia alle banche e ai fondi di sviluppo a carattere multilaterale per il triennio 2011-2013, anche con riferimento alla presenza italiana ai livelli di management presso tali organismi.
(7-00607)«Tempestini, Pianetta, Barbi».

La X Commissione,
come ripetutamente esposto nelle aule e nelle commissioni parlamentari dal gruppo della Lega Nord Padania, la globalizzazione si manifesta sempre più come una guerra senza regole per il controllo dei mercati mondiali, in particolare quello più importante, quello europeo;
dietro il paramento dei formali accordi del WTO, si è messo in moto il più imponente fenomeno di sistematica concorrenza sleale della storia del commercio, il dumping si manifesta sotto forma di mancanza di reciprocità di regole ambientali, sociali, finanziarie, fiscali e burocratiche;
questa guerra che ha già portato alla strategia dell'acquisizione dei marchi e della delocalizzazione della produzione nei paesi dove si lavora in assenza delle minime regole di un Paese civile, tra l'altro con la silente complicità delle autorità europee, si arricchisce ora di una nuova fase, l'acquisizione da parte di gruppi del Far East, e di speculatori finanziari delle reti distributive dei paesi europei;
dovere di un Governo è salvaguardare i diritti dei suoi cittadini, in particolare il diritto al lavoro sancito espressamente nella costituzione italiana,


impegna il Governo:


ad assumere da subito un'iniziativa normativa volta al sostegno dei gruppi di grande distribuzione nazionali finalizzata al mantenimento degli sbocchi commerciali interni per i nostri produttori sia industriali che agricoli;
a considerare i suddetti gruppi tra le aziende strategiche di interesse nazionale previste dal Ministero dell'economia e delle finanze e dare al più presto attivazione al fondo di investimento previsto nella cosiddetta legge «Parmalat» (decreto-legge n. 34 del 2011, convertito dalla legge n. 75 del 2011).
(7-00606) «Torazzi».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

LIBÈ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
un'eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta nei giorni scorsi su una vasta area della Pedemontana parmense, provocando ingentissimi danni ambientali, materiali e sfortunatamente pure la morte di un cittadino;
il devastante nubifragio abbattutosi in poche ore sull'area ha scaricato innumerevoli millimetri di acqua provocando smottamenti, allagamenti ed esondazioni di numerosi torrenti, coinvolgendo nume

rosi comuni compresi tra i quali Collecchio, Fornovo, Felino e Sala Baganza;
le prime stime parlano di circa 70-100 millimetri di pioggia torrenziale in poco più di 2 ore con l'interessamento di tutti i torrenti e i corsi d'acqua collegati al lato destro del Taro che esondando hanno paralizzato e allagato più di 400 edifici tra pubblici e civili in tutta l'area, numerose sedi di attività produttive e reso impraticabile buona parte del sistema infrastrutturale viario della provincia con conseguenze gravissime per la viabilità locale;
dalle prime stime dei danni provocati dall'evento calamitoso effettuate dal personale tecnico della protezione civile e dei vigili del fuoco locali intervenuti per fronteggiare la prima fase dell'emergenza è emersa chiaramente la necessità di un sostegno da parte delle istituzioni regionali e nazionali ed un ingente impiego di risorse finanziarie da destinare al recupero e alla messa in sicurezza delle zone colpite, con particolare attenzione ai danni alle reti idriche e viarie da ripristinare con la massima velocità e al risarcimento dei danni delle popolazioni colpite e soprattutto delle numerose attività economiche e commerciali andate distrutte;
alla luce di quanto sopra descritto è necessario un intervento quanto più rapido possibile del governo nazionale di sostegno alle istituzioni locali e alle popolazioni della fascia pedemontana parmense per favorire la messa in atto di una serie di attività finalizzate al ripristino delle normali condizione idrogeologiche dell'area interessata dal nubifragio e al recupero dei danni materiali registrati a causa delle intemperie -:
se non intenda in tempi ristrettissimi riconoscere lo stato di calamità naturale delle zone della provincia di Parma interessate dalla recente alluvione, sostenere la richiesta di fondi avanzata dagli enti territoriali per far fronte all'emergenza, e adottare i conseguenti piani di recupero e messa in sicurezza del territorio e a porre in essere quanto necessario per il risarcimento per le popolazioni e le imprese colpite e danneggiate dall'evento calamitoso.
(3-01699)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

RAINIERI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
durante i giorni 15 e 16 giugno 2011, si è abbattuto un devastante nubifragio nel parmense, che tra l'altro ha provocato anche una vittima a Talignano di Fornovo;
dai primi rilevamenti eseguiti nelle stesse giornate dalle autorità locali, sono stati individuati circa 400 fabbricati allagati, comprendenti civili abitazioni e unità produttive, numerose strade interrotte e 2 ponti danneggiati a Talignano e alla Corte di Giarola;
l'evento calamitoso è stato eccezionalmente violento, con precipitazioni di rara intensità: oltre 150 millimetri di pioggia cumulata in 9 ore, paragonabile alla media dei tre mesi primaverili;
le precipitazioni hanno colpito in modo particolare la provincia di Parma e, nello specifico, i comuni di Busseto, Fidenza, Fontanellato, Fontevivo, Noceto, Polesine, Roccabianca, San Secondo, Sissa, Soragna e Zibello, provocando diverse interruzioni e danneggiamenti alle infrastrutture pubbliche essenziali;
dagli ulteriori e successivi sopralluoghi effettuati dalle competenti autorità della regione Emilia Romagna, sono stati riscontrati danni per rotture di argini, tracimazioni di canali e rii e per rigurgiti dalle reti fognarie;
le avversità hanno segnato in maniera molto grave anche gli insediamenti produttivi e le coltivazioni agricole con gravi danni alle colture in atto;
ad oggi sono in corso interventi di somma urgenza, attivati sia dall'agenzia regionale di protezione civile, sia dalla

provincia, dai Comuni e dal Consorzio di bonifica parmense per un importo stimato di circa 500 mila euro;
una valutazione orientativa delle necessità finanziarie per la gestione della prima emergenza e la rimozione dei pericoli incombenti ammonta a 8 milioni di euro;
in questa fase di emergenza, il competente direttore dell'Agenzia regionale di protezione civile anche in coordinamento con la altre istituzioni locali e regionali interessate, ha assicurato il concorso regionale agli interventi di sommo intervento, allo scopo attivando il Centro operativo regionale dell'Agenzia di protezione civile, il volontariato di protezione civile e l'impiego delle attrezzature specialistiche della colonna mobile regionale;
da ultimo, il presidente della Regione Emilia Romagna, ha firmato la richiesta al Presidente del Consiglio dei ministri di «dichiarazione dello stato di emergenza per fronteggiare i danni provocati nel parmense dagli eccezionali nubifragi che si sono verificati il 15 e 16 giugno»;
l'entità dei danni in questione rende indispensabile uno stanziamento di risorse da parte del Governo soprattutto per venire incontro ai territori devastati dalle precipitazioni e per risarcire sia i cittadini che hanno subito danni alle proprie strutture, sia gli operatori che hanno avuto danni alle attività produttive, con particolare riguardo alle imprese agricole che saranno private dal reddito immediato e futuro per la distruzione delle colture proprie del periodo -:
quali iniziative immediate il Governo intenda adottare per concorrere a venire incontro ai territori ed ai cittadini che hanno subito danni a causa delle avversità metereologiche eccezionali avvenute tra il 15 ed il 16 giugno 2011 nel parmense e se in tale ambito non intenda stanziare adeguate risorse per permettere una pronta ripresa delle attività colpite ed il ripristino in sicurezza delle opere danneggiate.
(5-04896)

SANI e MARIANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
a seguito di una grave crisi ambientale nei corso degli anni '90, che ha avuto il suo periodo più acuto nella primavera del 1993, la laguna di Orbetello è stata dichiarata «area ad elevato rischio di crisi ambientale»;
successivamente, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha chiesto al «Ministro per il coordinamento della protezione civile», l'adozione di un'ordinanza che consentisse l'attuazione di interventi urgenti ed in conseguenza di ciò è stata emanata la prima ordinanza per la nomina del Commissario delegato al risanamento della laguna;
con una serie di ordinanze e di decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, che si sono succeduti nel tempo, la situazione di emergenza nonché la gestione commissariale si sono protratte sino ad oggi;
l'ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 gennaio 2011 ha prorogato lo stato di emergenza per gli interventi di bonifica da realizzare nel sito d'interesse nazionale comprendente la laguna di Orbetello fino al 31 dicembre 2011;
l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 maggio 2011, (disposizioni urgenti della protezione civile, n. 3937), dispone che il commissario delegato per il risanamento ambientale della laguna di Orbetello deve provvedere all'espletamento delle seguenti iniziative:
a) completamento dell'impianto di trattamento delle biomasse algali per la loro valorizzazione mediante la produzione di terreni artificiali ed energetica in località Patanella, rivisto ed integrato sulla base delle indicazioni contenute nella deliberazione n. 17 del 18 maggio 2010 dell'Assemblea dei comuni della Comunità di

ambito Toscana Sud, ed adeguamento ambientale dell'impianto provvisorio;
b) realizzazione delle opere di collegamento necessarie per innescare il naturale apporto di acqua di mare in laguna, se del caso anche mediante il ripristino del fiume Albegna;
c) promozione di tutte le attività necessarie a favorire la celere individuazione del soggetto pubblico cui trasferire, entro e non oltre il 31 dicembre 2011, i rapporti giuridici pendenti, le competenze, le opere e gli interventi relativi -al sito di interesse nazionale comprendente la laguna di Orbetello;
la stessa ordinanza dispone inoltre che agli oneri per l'espletamento delle suddette iniziative, valutati in euro 12.680.000,00, il commissario delegato provvede nell'ambito delle risorse presenti sulla contabilità speciale intestata al medesimo;
la laguna di Orbetello costituisce un sistema ambientale assai delicato e vulnerabile, che abbisogna di una serie continuativa di interventi manutentivi e gestionali tali da conservare e migliorare progressivamente l'attuale stato di equilibrio ambientale;
ad oggi, secondo quanto riportato dalla stampa locale e dichiarato dal commissario per la laguna, Rolando Di Vincenzo, tali interventi manutentivi non sono stati ancora avviati a causa di nuove disposizioni introdotte dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 gennaio 2011;
tale ritardo, come recentemente denunciato dal sindaco di Orbetello, Monica Paffetti, rischia di compromettere una situazione ambientale già molto critica -:
se i ritardi denunciati dal commissario corrispondano al vero e a cosa siano imputabili e quali iniziative urgenti si intendano assumere al fine di rimuovere gli eventuali ostacoli che ad oggi impediscono gli interventi di manutenzione citati in premessa e di scongiurare una nuova e grave emergenza ambientale per la laguna di Orbetello.
(5-04909)

Interrogazioni a risposta scritta:

PIFFARI e CIMADORO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 24 aprile 2010 l'assemblea elettiva della Federazione italiana sport invernali (FISI) ha confermato alla carica di Presidente della stessa Giovanni Morzenti;
la SAI (Associazione sci accademico italiano - Roma) il 20 dicembre 2010, dopo un esame della documentazione relativa alla succitata assemblea, in qualità di ente ricorrente, ha presentato alla Commissione giustizia di II grado una dettagliata memoria in cui oltre a denunciare irregolarità nella verifica del diritto di voto si chiede l'annullamento dell'esito della stessa assemblea elettiva;
nel mese di gennaio 2011 la Commissione giustizia di II grado ha rigettato la richiesta avanzata dal ricorso della Sai di annullare l'assemblea Fisi di aprile 2010;
la decisione della Commissione di giustizia e disciplina di II grado è stata impugnata da SAI che ha deciso di ricorrere presso l'Alta corte di giustizia del CONI;
le notizie riportate da numerosi articoli pubblicati dai principali quotidiani nazionali (La Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Il Giorno, e altro) nonché da ripetute dichiarazioni e comunicati puntualmente ripresi dalle principali agenzie stampa nazionali (ad esempio Adnkronos) non solo non lasciano dubbi ad avviso degli interroganti sull'avversione del Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, nei confronti del presidente Fisi, Gianni Morzenti, ma, a giudizio dell'interrogante, comportano il rischio di trascendere la normale e legittima attività federale configurando

sempre ad avviso degli interroganti un insostenibile «conflitto di interessi» in capo al Ministro Frattini;
la presa di posizione del Ministro degli affari esteri, ad esempio, a favore della candidatura alla presidenza della FISI di Carmelo Ghilardi, ha oltrepassato, a giudizio dell'interrogante, il legittimo diritto proprio dei membri della Federazione proprio in virtù dell'influenza, non solo mediatica, derivante dall'incarico istituzionale ricoperto dal Ministro;
come riportato sul sito «dagospia» e confermato dal Corriere della Sera del 19 gennaio 2011, il conflitto d'interesse in essere tra l'attuale presidenza Fisi e Franco Frattini, non dipenderebbe solo dall'incarico istituzionale ricoperto dal Ministro ma specialmente dal legame di parentela del Ministro con l'ex presidente Fisi, Gaetano Coppi, suocero di Frattini e durante la cui gestione il bilancio federale ha registrato un buco di 5 milioni di euro;
a suscitare sospetti su possibili motivi d'interesse personale dietro alla così forte interferenza del Ministro degli affari esteri sulla presidenza della Fisi è opportuno rilevare che, in ben 2 occasioni (31 luglio 2008 e 3 giugno 2009) durante la presidenza di Franco Frattini alla Commissione Attività Formativa della Fisi, dal 31 luglio 2008 all'8 giugno 2009, l'attuale Ministro degli affari esteri ha subito la bocciatura da parte del Consiglio federale della candidatura a direttore per l'attività formativa di Ferruccio Tommasi, che aveva ricoperto tale incarico precedentemente, costringendo Franco Frattini a dimettersi dalla presidenza della Commissione -:
se e come il Governo intenda intervenire, in relazione ai fatti descritti in premessa che coinvolgono un Ministro della Repubblica, per garantire il più equo e sereno espletamento di tutte le funzioni e le prerogative proprie degli organi di vigilanza e controllo preposte e competenti a sindacare sulle federazioni sportive e sul Coni, scongiurando qualsiasi forma di condizionamento esterno lesivo dell'autonomia di tali enti.
(4-12337)

SBROLLINI, BARETTA, MARTELLA, RUBINATO, NACCARATO, DAL MORO, FOGLIARDI, GIORGIO CONTE, VIOLA, FEDERICO TESTA e MURER. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
lo scorso autunno (novembre 2010) il Veneto come altre regioni è stato teatro di un'alluvione consistente che ha provocato danni materiali a case e imprese, e purtroppo anche vittime;
il Governo all'indomani del terribile fatto, ha promesso alla popolazione veneta colpita, e alle istituzioni locali di intervenire stanziando una somma di 300 milioni di euro per i risarcimenti dei danni subiti dalla popolazione;
la somma è già limitata considerata la portata del fenomeno, sia per intensità che per estensione;
si è appreso di una nuova ordinanza firmata il 25 maggio dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che determina una nuova ripartizione dei finanziamenti, prevedendo che il fondo originario di 300 milioni di euro verrà spezzato in due parti:
a) metà agli alluvionati;
b) metà alle opere pubbliche;
viene abbassato a 500 euro il limite dei danni per accedere ai rimborsi, e viene introdotto un tetto massimo di 30 mila euro per i privati e le imprese;
da subito, enti locali e i cittadini si sono impegnati per riportare le città e i paesi ad un livello di «funzionalità ottimale» grazie al lavoro di volontari che hanno pulito l'intero tessuto urbano in poche ore. E oggi i comuni sono in prima linea per ripristinare opere, strade e ponti danneggiati;
questo nuovo riparto dei fondi a disposizione è un duro colpo agli imprenditori e ai commerciati, atto che proba- bilmente

porterà al fallimento di decine di aziende nei nostri territori -:
quali siano le motivazioni che hanno spinto l'esecutivo a determinare la nuova ripartizione del fondo stanziato per l'alluvione Veneto;
se il Presidente del Consiglio dei ministri intenda far visita ai territori colpiti per illustrare ad enti locali e cittadini il progetto di risarcimento ridefinito nell'ordinanza del 25 maggio 2011;
se ci siano le condizioni, politiche per rispettare la promessa fatta ad una intera regione, ovvero lo stanziamento della somma di 300 milioni per risarcire i danni e permettere ai molti colpiti dalla calamità di sperare in un ritorno alla normalità in tempi certi.
(4-12338)

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 7 aprile 2000, n. 103, agli articoli 153 e seguenti, prevede che possano essere assunti come lavoratori contrattisti nelle sedi diplomatiche italiane persone che siano residenti da almeno 2 anni nel Paese ove abbia sede la rappresentanza;
ad avviso dell'interrogante dovrebbe essere presa in considerazione l'opportunità di una revisione di tale requisito, nel senso di non richiederne specificatamente il possesso ai fini della partecipazione ai bandi per il personale contrattista, perché la qualità e le caratteristiche del personale da assumere prescindono dalla residenza biennale nel Paese specifico -:
come e se in questo senso intenda procedere il Ministro interrogato.
(4-12317)

GRIMOLDI, CAVALLOTTO, NICOLA MOLTENI e CROSIO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 29 maggio ed il 30 maggio 2011, a Briosco, nella provincia di Monza e Brianza, è avvenuta una sottrazione di minore ai danni della signora Tolomeo Marzia;
nel mese di marzo 2011, il tribunale di Milano, con provvedimento 2627/10 Reg. Gen., disponeva l'affido della minore alla madre e le modalità di visita del padre, Abdeijelil Hassen, nato in Tunisia il 14 aprile 1976, con divieto assoluto di espatrio;
la bambina, Martina, è stata presumibilmente sottratta durante il periodo di visita del padre, che, la sera di domenica 29 maggio 2011, ha chiamato da un'utenza estera dicendo di aver portato la minore in Tunisia per far visita ai suoi genitori e che sarebbe tornato il 1o giugno 2011;
ad oggi non si hanno ulteriori notizie;
i fatti sopraesposti sono stati oggetto di denuncia ai Carabinieri di Giussano (MB) in data 30 maggio 2011 (protocollo verbale MICS84 2011 VD 900855);
la vicenda è stata seguita anche da numerosi media nazionali quali il Corriere della Sera, Il Giorno, Il Messaggero, TG5, TGCOM, Rai 2, Rai 3 -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti suddetti e come intenda intervenire in merito.
(4-12332)

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
alcuni componenti della comunità italiana a Santo Domingo hanno segnalato la presenza di lunghe file di connazionali e cittadini dominicani in attesa per le pratiche consolari nelle immediate vicinanze dell'ufficio consolare presso l'ambasciata italiana a Santo Domingo sia prima dell'apertura degli sportelli che durante gli orari di ufficio;

vengono inoltre segnalati atteggiamenti a volte poco educati da parte del personale locale attivato per la sicurezza degli uffici e si evidenzia che sui cinque sportelli previsti nel consolato spesso uno solo sia effettivamente operante -:
se si sia considerata l'opportunità di costruire almeno una tettoia esterna agli uffici con sedie a disposizione delle persone anziane in attesa;
se si sia presa in considerazione l'ipotesi di ridurre l'attesa agli sportelli con una ottimizzazione dei tempi, nel senso di separare le code per le pratiche più semplici e brevi da quelle che richiedono tempi più lunghi;
se sia sufficiente il personale assegnato alla sede per il disbrigo delle pratiche consolari;
quali elementi si intendano fornire in relazione in merito al servizio prenotazioni pratiche peraltro oggetto anni fa di un atto di sindacato ispettivo dell'interrogante circa l'allora cattivo funzionamento del call-center dedicato.
(4-12334)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
qest'anno la parata militare del 2 giugno è stata accompagnata da una polemica che ha preso piede in vari blog in internet e in diversi social network;
la campagna Sbilanciamoci! in un comunicato ufficiale dei rappresentati afferma «il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, dando i numeri della parata militare ha omesso quello più importante: quanto costa al contribuente l'inutile sfilata delle armi? A noi risulta che il costo globale si aggiri sui 10 milioni di euro, che sommati ai 2 milioni che sono il costo di un altro inutile fiore all'occhiello del Ministro La Russa, la mini-naja, fanno circa 12 milioni di euro»;
tali affermazioni hanno ragionevolmente creato una polemica, considerando altresì che la campagna Sbilanciamoci! da sempre si batte per la riduzione delle spese militari e insieme a Rete italiana per il disarmo ha avviato forme di pressione sul Governo perché rinunci all'acquisto dei cacciabombardieri JSF-F35;
alla parata ha partecipato anche una corposa rappresentanza dei ragazzi della mini-naja, che sono stati ospitati in seguito per incontrare il ministro della difesa;
ci si trova dinanzi a proteste provenienti da tutte le Forze armate che lamentano una scarsità di risorse e di diritti che ostacola il pieno svolgimento dei loro compiti -:
se il Governo intenda chiarire i dubbi e rispondere alle domande lanciate sul web relative ai costi della parata militare del 2 giugno e spiegare in che modo si affianchino ai continui tagli all'esercizio e al personale.
(4-12324)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
è notizia recente quella diffusa dalla Mezza Luna Rossa afgana relativa alle pesanti violenze fra le truppe regolari afgane e i miliziani talebani che proseguono da diverso tempo nell'area di Faryab, nel nordovest del Paese, e che hanno costretto almeno dodicimila persone nell'ultimo mese ad abbandonare le proprie abitazioni;
il responsabile della Luna Rossa afgana Haji Khan Mirza ricorda che gli sfollati sono in larga parte originari di alcuni villaggi del distretto di Qaysar ed afferma che «gli sfollati interni hanno trovato rifugio presso amici o parenti o si sono accampati all'aperto in condizioni miserabili. Hanno avuto difficoltà di accesso all'acqua e ai servizi igienici»;

Abdul Samad rappresentante degli sfollati, ha dichiarato che bisogna «far fronte a troppi problemi. Fa molto caldo e abbiamo paura possano scoppiare epidemie» -:
se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra e se si sia attivato, per quanto di competenza, al fine di arginare tale emergenza.
(4-12325)

ZACCHERA, TORRISI e SCELLI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha inteso partecipare alle operazioni di pacificazione in Libia sotto la guida delle Nazioni Unite e della Nato, denominata Unified Protector;
in particolare la «Nave Garibaldi», la «Nave Etna», la «Nave Libeccio», la «Nave Bettica», la «Nave Doria» ed, in riferimento all'emergenza immigrazione, la «Nave San Marco» sono da oltre tre mesi in zona di operazione, quasi senza soluzione di continuità;
non risulta che per la partecipazione alle suddette attività belliche vi siano dei riconoscimenti economici al personale militare, alla stessa stregua di quello impegnato in Afghanistan o Iraq;
si è appreso da fonti di stampa che ancora di recente delle navi della Nato sono state bombardate dalle coste libiche;
il Co.Ce.R. Marina, nell'attesa di un chiarimento per il tramite del suo Capo di Stato maggiore, ha evidenziato la situazione di elevato stress che vivono gli equipaggi e che si riflette nelle famiglie dei marinai che devono far fronte alla assenza prolungata del militare, sentimenti riportati anche da varie agenzie di stampa e mezzi di comunicazione -:
se sia intenzione del Governo riconoscere al personale militare impegnato nelle operazioni libiche (e nello specifico per le navi fin dalla partenza dai porti), l'attività come missione internazionale, alla stessa stregua di quanto avviene per le altre missioni internazionali in atto, anche perché, obbiettivamente, la situazione nel Mediterraneo davanti alle coste libiche è analoga ad altre azioni e missioni in corso nel mondo per la nostra Marina militare;
se il Governo ritenga opportuno assumere iniziative normative urgenti per la missione in questione;
se il Governo intenda chiarire i tempi, i modi e il tipo di impegno delle navi italiane, in considerazione del fatto che lo scenario di pace comporta di fatto la prontezza operativa per azioni belliche.
(4-12327)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 4 giugno 2011 un'agenzia ANSA riporta la notizia che l'ufficiale dei carabinieri - il tenente colonnello Cristiano Congiu, 50 anni, di Roma - è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco in Afghanistan, dove era in servizio presso l'ambasciata italiana a Kabul come esperto antidroga;
le fonti dell'Arma precisano che si è trattato di un fatto di criminalità comune, da non mettere in relazione alla sua attività;
sempre nella stessa giornata si rende noto che da una prima ricostruzione, Congiu - ufficiale della Dcsa, la Direzione centrale dei servizi antidroga, a Kabul dal 2007 - si trovava in una località della valle del Panjshir, nell'Afghanistan nord orientale, insieme a due suoi conoscenti di vecchia data, entrambi civili: un afgano (che aveva anche frequentato l'Accademia militare di Modena, 6 o 7 anni fa) e una donna americana. Durante questo loro viaggio - stando alle informazioni apprese da fonti dell'Arma - hanno incrociato un gruppo di afgani. Uno di questi, un giovane, per motivi ancora imprecisati avrebbe afferrato la donna, sbattendola violentemente contro un muro. Il tenente colonnello Congiu ha interpretato questo atto come un'aggressione nei loro confronti e ha fatto fuoco con la sua pistola, ferendo lievemente al fianco il ragazzo. Gli

altri afgani sono scappati e lo stesso militare dell'Arma ha prestato le prime cure al giovane: stava per caricarlo in auto e trasportarlo in ospedale, quando i compagni del ragazzo ferito sono tornati, questa volta insieme ad altri uomini armati. Questi, da lontano, hanno sparato tre colpi di kalashnikov, uno dei quali ha centrato alla testa Congiu, che è morto sul colpo. La donna americana e l'afgano sono riusciti a raggiungere la loro vettura e a scappare. Al primo posto di polizia afgano, a circa un chilometro, hanno denunciato l'episodio. Le forze di sicurezza locali si sono recate sul posto ed hanno recuperato il corpo dell'ufficiale. Durante successive ricerche è stato individuato il ragazzo ferito, che è stato arrestato;
un'ulteriore agenzia afferma che un cittadino americano che si trovava nella provincia centrale afgana del Panjshir per turismo è stato ucciso a bastonate durante una dura lite con alcuni abitanti del distretto di Khanj. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Pajhwok. Atta Mohammad Amiri, responsabile del consiglio provinciale, ha indicato all'agenzia che l'americano stava visitando la Valle di Mokni insieme ad una donna che, in un confuso incidente con un afgano che guidava un carretto tirato da un asino, è caduta e ha rischiato di finire in una scarpata. Mentre il carrettiere cercava di salvare la donna, ha ancora detto Amiri, il cittadino americano ha estratto un'arma e lo ha ferito. A questo punto un gruppo di abitanti della zona che avevano assistito all'incidente, ha sostenuto un testimone oculare, Mohammad Musa, hanno assalito l'uomo uccidendolo a colpi di bastone e di pietre. Il capo della polizia provinciale, generale Qasim Jangalbagh, non ha rivelato l'identità della vittima, limitandosi a segnalare che non si trattava di un militare e che cinque persone sono state arrestate con l'accusa di omicidio;
un articolo pubblicato sul sito internet peacereporter.net riporta la testimonianza resa Mohtaudin, 24 anni, ricoverato e operato d'urgenza venerdì 3 giugno 2011 all'ospedale di Emergency di Anabah, nella valle del Panjshir, per lesioni di arma da fuoco al fegato e a un rene, che gli è stato asportato. È lui il giovane afgano a cui Cristiano Congiu ha sparato. Numerosi altri testimoni hanno raccontato che l'italiano e la cittadina statunitense erano andati a visitare le miniere di smeraldi della zona di Khinch, nel Panjshir;
il ragazzo dichiara: «Io ed un mio amico stavamo salendo dal bazar alla montagna con un asino carico di cibo. Il sentiero era stretto e dalla montagna al bazar stavano scendendo il carabiniere italiano e una donna. Quando ci siamo incrociati l'asino ha urtato la donna e ho tentato di spostare l'asino. Immediatamente l'italiano ha tirato fuori la pistola. Quando ho visto l'arma pensavo stesse scherzando... Invece mi ha sparato, il mio compagno è scappato ed è andato al bazar ad avvisare gli abitanti dell'accaduto. Dopo un po' di tempo sono tornate altre persone che prima hanno picchiato con bastoni e pietre l'italiano, poi gli hanno sparato e se ne sono andati» -:
se il Governo sia a conoscenza della testimonianza del giovane afgano al quale il tenente Congiu ha sparato e se non ritenga di dover spiegare l'incongruenza tra le dichiarazioni ufficiali rese pubbliche dall'Arma e le testimonianze pervenute dal Panjshir;
se il Governo non intenda chiarire cosa ci facesse un carabiniere italiano, armato, in compagnia di una cittadina statunitense in visita alle miniere di smeraldi della zona di Khinch, a oltre cinque ore di macchina da Kabul.
(4-12336)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

DI BIAGIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la normativa italiana in materia di imposta sul valore aggiunto (IVA) nel decreto

del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 non prevede l'imposta erariale o l'addizionale regionale tra le voci che possono costituire valore aggiunto e dunque essere soggette a IVA;
la Corte di cassazione, nella sentenza n. 3671 del 29 aprile 1997, ha stabilito che il prelievo fiscale non può essere a sua volta, in tutto o in parte, base imponibile per un nuovo prelievo di natura analoga;
la Corte costituzionale - sentenza n. 238/2009 - ha ribadito tale risultato, tenendo conto della direttiva 2006/112/CE, che all'articolo 13, periodo 1, prevede che «Gli Stati, le regioni, le province, i comuni e gli altri enti di diritto pubblico non sono considerati soggetti passivi per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità, anche quando, in relazione a tali attività od operazioni, percepiscono diritti, canoni, contributi o retribuzioni»;
quanto evidenziato è annoverato anche tra le affermazioni della Corte di giustizia europea, sia nella causa 288/07 del 16 settembre 2008, sia nella sentenza del 15 maggio 1990, causa 4/89;
la normativa vigente, così come la prassi giurisprudenziale, si trova tuttavia in contrasto con quanto si riscontra nelle fatture che i diversi gestori di luce e gas recapitano nelle case dei consumatori, dove figura una sorta di anatocismo contributivo, giacché la base imponibile su cui è calcolata l'IVA comprende a sua volta sia le imposte erariali di consumo, sia le addizionali;
questo dato, messo più volte in evidenza dalle associazioni dei consumatori e dalle associazioni sindacali, può essere facilmente registrato da un qualsiasi cittadino consultando le voci di spesa delle proprie bollette di luce e gas;
i consumatori si trovano pertanto a pagare una ingiusta e illegittima «tassa sulla tassa» a meno che non vogliano tentare la via del ricorso e della richiesta di rimborso, che tanto spesso caratterizza le dinamiche di «tutela» dei diritti dei cittadini italiani -:
se sia a conoscenza di quanto evidenziato in premessa e quali iniziative anche normative di competenza intenda assumere per assicurare la giusta applicazione della normativa vigente per l'imposta sul valore aggiunto, a tutela dei consumatori, per quanto riguarda gli oneri ingiustamente addebitati in bolletta dalle società erogatrici dei servizi di cui in premessa, su imposte erariali e addizionali, per i clienti domestici.
(4-12328)

DI BIAGIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la liberalizzazione del mercato energetico iniziata a seguito del decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto «decreto Bersani») convertito, con modificazioni, dalla legge n. 248 del 4 agosto 2006, ha consentito l'ingresso di società di libero mercato nel panorama dei gestori di luce e gas, tra le quali la società «Enel Energia»;
la trasmissione «mi manda RaiTre» ha condotto un approfondimento, andato in onda venerdì 10 giugno 2011 sulla pratica dei cosiddetti «contratti selvaggi» messa in atto dalla società menzionata;
nonostante una precedente condanna dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (prov. n. 8829 del 4 settembre 2008) per «condotte commerciali sleali» e commercio aggressivo, continuano a ripetersi le medesime segnalazioni da parte dei clienti, acquisiti spesso in maniera fraudolenta anche sfruttando il nome «Enel», millantando una nuova tariffa del precedente gestore a mercato vincolato, richiedendo firme a seguito della lettura del contatore;
in molti casi i neo-clienti, anche quando legati ad altro gestore, si sono visti recapitare nella cassetta della posta contratti con palese falsificazione della firma, dei dati personali, dei documenti, fino al

caso estremo di contratti sottoscritti in data successiva al decesso dell'ipotetico acquirente;
a fronte di raccomandate con richiesta di annullamento del contratto, denunce con disconoscimento delle palesemente false firme, richieste di chiarimento presso i referenti dei call center, i consumatori si trovano di fronte al silenzio quasi totale della società Enel Energia, ricevendo piuttosto chiamate e lettere con richiesta di recupero crediti, lettere di avvocati, messaggi di minaccia, pur senza aver mai sottoscritto di proprio pugno alcun contratto;
i clienti acquisiti per l'erogazione del gas, hanno poi ricevuto risposte che menzionavano la impossibilità viste le leggi vigenti, di annullare il contratto e tornare al servizio di maggior tutela;
le testimonianze dei consumatori manifestano una mancanza di vigilanza e di trasparenza sulla gestione delle nuove acquisizioni, dei dati personali nonché violazioni della privacy dei consumatori;
a fronte di quanto evidenziato i cittadini sono costretti ex post a intraprendere lunghi iter burocratici di ricorso e richiesta di annullamento del contratto -:
se sia a conoscenza di quanto evidenziato in premessa;
se non ci sia una lacuna normativa sui contratti di gestione del gas, per quanto attiene la possibilità di rientrare in qualsiasi momento nel servizio di tutela e cosa, eventualmente, intenda predisporre per colmarla;
quali misure intenda adottare, nei limiti di attuabilità della normativa sulla tutela del consumatore per il settore in questione, per garantire l'effettiva tutela dei consumatori di fronte a simili fenomeni di condotte commerciali selvagge e sleali.
(4-12329)

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GIUSTIZIA

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi, durante le indagini legate all'operazione «Tsunami», che ha coinvolto il clan degli zingari di Cassano Jonio (Cosenza), è stato scoperto il progetto mirante ad uccidere Vincenzo Luberto, magistrato della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e valoroso titolare di numerose inchieste contro importanti clan della 'ndrangheta dell'Alto Ionio cosentino;
oltre al preoccupante e grave atto è emersa la «drammatica situazione» nella quale versa la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, competente per ben 4 province calabresi (Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia), a causa della carenza di uomini e mezzi;
il procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, ha parlato di «condizioni di estremo disagio in cui si trova ad operare la Procura di Catanzaro»;
sul fronte dei Magistrati la direzione distrettuale antimafia conta sei pubblici ministeri nel mentre ne necessiterebbero il doppio; sul versante amministrativo, a fronte di 110 computer, lo scorso anno ne sono stati sostituiti soltanto 5; per l'informatizzazione dell'archivio, i tecnici, solo due per Calabria e Sicilia, hanno impiegato ben 8 mesi;
inoltre, la procura di Catanzaro è l'unica in Italia a non aver avuto alcun tipo di accesso ai fondi strutturali dell'Unione europea, per motivi non del tutto chiari;
allarme viene lanciato anche dal procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo: «manca la carta per le fotocopie ed incontriamo gravi difficoltà nel rilasciare copie di atti all'utente che ha pagato i diritti; i fondi per l'acquisto del

toner coprono appena il 50 per cento del fabbisogno, la dotazione della benzina è di 20 buoni per due autovetture, una delle quali, blindata, e destinata a Magistrato sottoposto a misure di protezione, le sezioni di PG non hanno computer, carta, toner e materiale di consumo e la Procura, che aveva fin ora sopperito al problema, non è più in condizioni di intervenire»;
sempre nella Procura di Vibo Valentia nell'ultimo anno è arrivato un solo computer nuovo e manca la manutenzione di quelli vecchi ed ormai usurati;
anche le case circondariali di Vibo Valentia e di Reggio Calabria, così come tutte le altre calabresi, non hanno più soldi e non riescono a trasferire i detenuti in udienza, con il rischio di far saltare migliaia di processi, proprio in una regione dove la 'ndrangheta imperversa, minaccia ed impera -:
quali urgenti iniziative di competenza intenda attuare per sopperire alle condizioni di estremo disagio che regnano presso la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, la Procura della Repubblica di Vibo Valentia, le case circondariali di Vibo Valentia e di Reggio Calabria e le altre di quella regione.
(2-01129) «Angela Napoli».

Interrogazioni a risposta scritta:

VITALI e FRANZOSO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il consiglio dell'ordine degli avvocati della camera penale di Taranto ha proclamato uno sciopero fino al 31 luglio 2011 di tutti gli iscritti per protestare contro il mancato funzionamento degli impianti di climatizzazione nel palazzo di giustizia di via Marche;
in questi giorni di gran caldo, le aule giudiziarie diventano vere e proprie fornaci rendendo impossibile un sereno svolgimento delle udienze, sia civili sia penali;
le carenze strutturali delle aule giudiziarie rendono insostenibili le condizioni di lavoro per via degli impianti di condizionamento insufficienti rispetto alla volumetria degli ambienti che non riescono a fronteggiare il caldo torrido d'estate e il freddo invernale -:
se il Ministro sia a conoscenza delle indecorose condizioni in cui sono costretti a lavorare i magistrati, gli avvocati e tutti i loro collaboratori insieme ai cittadini che, ciascuno per le proprie ragioni, sono chiamati a frequentare le aule di giustizia e quali iniziative di competenza intenda assumere in proposito.
(4-12323)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante il 23 maggio 2011 è tornata a visitare il carcere palermitano dell'Ucciardone accompagnata da Donatella Corleo e Sergio Rovasio;
nella visita la delegazione è stata guidata dal dottor Marcello Veneziano, direttore che sarà a breve sostituito dalla dottoressa Rita Barbera essendo egli stato nominato provveditore regionale della Sicilia;
rispetto alle visite precedenti, oggetto delle interrogazioni n. 4-08438 e 4-02624, la situazione è leggermente cambiata seppure persistano gravissime illegalità sotto il profilo del rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone ivi ristrette;
i fatti per i quali si registra un miglioramento riguardano sia l'apertura della ristrutturata ottava sezione sia la diminuzione della popolazione detenuta seguita ad uno sfollamento; lavori in corso riguardano la seconda sezione che, a detta del dottor Veneziano, dovrebbe essere consegnata nel prossimo mese di ottobre; per la sesta sezione, c'è un progetto di ristrutturazione che però è in attesa di finanziamento;

per quanto riguarda la situazione degli agenti di polizia penitenziaria permane una forte carenza essendo gli effettivi in numero di 350 rispetto ai 530 previsti dalla pianta organica; ciò determina la distribuzione su tre turni di lavoro anziché quattro provocando un forte stress negli agenti in servizio;
i detenuti presenti all'atto della visita erano 583 di cui, 315 con sentenza definitiva, 147 in attesa di primo giudizio, 69 appellanti e 52 ricorrenti;
nell'ottavo reparto, quello ristrutturato, sono ristretti 122 detenuti che vivono in celle finalmente dotate di bagno con doccia;
nella settima sezione i detenuti sono 222 e dato del sovraffollamento è sconcertante avendo potuto verificare che in stanze di circa 15 metri quadri sono ristretti ben 7 detenuti, i quali dispongono pertanto di poco più di 2 metri quadri testa; gli ambienti sono fatiscenti e dal punto di vista igienico indecenti: celle dalle mura scrostate e sporche che cadono a pezzi, gabinetti indecenti, docce comuni che, a causa dell'umidità, sembrano delle grotte di colore verde e nero per il muschio alle pareti e nel soffitto, sudicie e piene di ruggine agli impianti; la presenza di zanzare è notevole, i detenuti le raccolgono via via nei bicchieri e di notte sono costretti a dormire completamente coperti per evitare quello che definiscono un vero e proprio «massacro»; a tutto ciò si aggiunge l'indisponibilità degli attrezzi e dei detersivi per pulire le celle che solo i detenuti che hanno denaro sufficiente nel conto corrente, possono acquistare a caro prezzo allo spaccio interno;
su 583 detenuti, solo 70 lavorano, pari al 12 per cento: immutata rispetto alle visite precedenti è rimasta la pressoché totale assenza di attività; quasi tutti i detenuti, infatti, passano 20 ore in cella, avendo accesso a 2 ore d'aria la mattina e a 2 il pomeriggio, ma essendo privati del tempo che in altri istituti viene destinato alla «socialità»;
tutti i detenuti lamentano i prezzi troppo alti dello spaccio interno;
dal punto di vista medico-sanitario la situazione è peggiorata soprattutto per quel che riguarda la disponibilità di farmaci: anche il Brufen (di cui si parla nelle interrogazioni precedenti), cioè «la medicina che cura tutto», dal mal di pancia al mal di testa, è divenuto «raro» il che ha fatto vivere ad alcuni detenuti momenti di grande sofferenza quando hanno affrontato un mal di denti o di testa acuti;
nonostante le ristrutturazioni, il muretto divisorio continua ad essere presente nelle sale colloqui, rendendo particolarmente squallidi gli incontri dei detenuti con i familiari, in particolare quando si tratta di minori; alle finestre di molte celle ci sono ancora le cosiddette «gelosie», vietate dal regolamento penitenziario perché impediscono sia alla luce e all'aria di entrare che di poter guardare all'esterno; non è un caso che un detenuto della settima sezione abbia usato l'espressione «qui siamo trattati come animali»;
oltre alla settima, e alla nuova sezione, la delegazione ha visitato il reparto «protetti»: anche lì, si è constatato lo stato di degrado strutturale e la generale situazione di precarietà igienica; nella prima cella visitata erano ristretti due uomini visibilmente in stato di grave sofferenza psichica, probabilmente sotto l'effetto di psicofarmaci: uno dei due tremava;
altra forte carenza che permane e che riguarda tutto l'Istituto, è quella riguardante le figure professionali di sostegno psicologi, educatori e perfino gli assistenti sociali.sono pochissimi; alcuni detenuti affermano di non aver mai visto l'educatore;
quanto segnalato in precedenza è peraltro confermato da una recente presa di posizione dei sindacati SAPPE-FNS.CISL-UGL.PP-FP.CGIL-polizia penitenziaria-Palermo Ucciardone, che l'interrogante ritiene di dover riportare integralmente: «Alla Direzione della Casa Circondariale

Palermo "Ucciardone" - Al Provveditorato Amministrazione Penitenziaria Palermo
prot. 01/11 unitaria
Palermo li 8 giugno 2011
Oggetto: Urgente disinfestazione CC Ucciardone, Chiusura immediata della 7a e 3a sezione, per carenze igienico sanitarie: muffe Stachybotrys Chartarum, umidità e muri screpolati, vetuste condizioni strutturali e notevole carenza di personale di polizia varie qualifiche. Con la presente si intende segnalare, ancora una volta, ma non solo, le gravi problematiche che affliggono l'Istituto Penitenziario dell'Ucciardone.
In atto, la situazione dell'istituto non permette di assolvere il mandato istituzionale cui è demandato il Corpo di Polizia Penitenziaria.
Ciò a causa della penuria di personale, di stanziamenti economici insufficienti, nonché del sovraffollamento detentivo che ormai da tempo ha superato ogni soglia di civile e razionale tollerabilità.
A causa di quanto esternato, il personale di Polizia Penitenziaria è costretto sempre più a operare in situazioni di oggettiva difficoltà e con scarsissimi livelli di sicurezza. Per citare alcuni esempi, ormai, è prassi consolidata sorvegliare più sezioni e cancelli contemporaneamente, come alla 9a sezione, oppure disposti su più piani vedasi 7a, 3a e 8a (un solo agente per effettuare i controlli, deve spostarsi da un piano ad un altro). Per tamponare la carenza di agenti, in palese violazione degli accordi sindacali siglati a livello nazionale, si fa ricorso ai cosiddetti doppi turni.
Nonostante da tempo le OO.SS scriventi abbiano più volte scritto e denunciato tale situazione nessun miglioramento ne è derivato. Il carcere dell'Ucciardone rischia di esplodere da un momento all'altro e nessuno adotta i provvedimenti necessari. Si continua a disattendere gli accordi sindacali siglati e a calpestare i diritti umani di centinaia di detenuti e degli operatori Penitenziari. In tutto l'istituto gravano condizioni igienico sanitarie e strutturali da terzo mondo, non possono più sottacere alla situazione igienica critica e non possono far altro che chiedere una Disinfestazione Generale Urgente in tutto l'istituto penitenziario dell'Ucciardone perché i Poliziotti Penitenziari sono stanchi di recarsi a lavoro e poi ritornare a casa pieni di morsi di zanzare oppure mentre si recano di sentinella ed ovunque lungo i viali dell'Ucciardone vedono camminare le blatte, e molto spesso si vedono pure grossi ratti.
Nei Corridoi ed all'interno delle camere detentive cadono calcinacci per le fatiscenti condizioni dei muri a causa dell'umidità e muffe. Gli impianti idrici e fognanti sono vecchi, fuori norma ed arrugginiti, con continue e mai interrotte perdite sia di acqua corrente che reflue, con conseguenti malsane esalazioni che inquinano l'interno degli stabili. Pochissimi sono i sovrintendenti e gli ispettori, ed in assenza, vengono sostituiti da personale non di ruolo che assumono funzioni superiori senza averne alcuna corresponsione economica.
Per i motivi espressi, nelle more di interventi risolutivi, questa organizzazione sindacale chiede che l'Amministrazione Penitenziaria proceda una disinfestazione generale in tutto l'istituto penitenziario Urgente dell'Ucciardone alla chiusura immediata della 7a e 3a, il rientro di tutto il personale di varie qualifiche distaccato a vario titolo presso altre sedi, escludendo però i colleghi che hanno motivi gravi familiari oppure di opportunità.» -:
se siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
se intendano rispondere a questa e alle interrogazioni presentate in precedenza;
in che tempi avverrà in Sicilia il passaggio della sanità penitenziaria al SSN e quali siano i motivi del ritardo;
quali iniziative intenda mettere in atto per riportare la popolazione detenuta nel carcere dell'Ucciardone nel limite dei posti regolamentari disponibili e consentire

la piena applicazione dell'ordinamento penitenziario oltre che il rispetto di quanto stabilito dalla Corte europea dei diritti dell'uomo;
se non ritenga finalmente di dover completare, senza ulteriori ritardi e rinvii, la pianta organica del personale di polizia penitenziaria, colmando le gravissime lacune esistenti che creano un enorme stress fisico e psicologico degli agenti in servizio costretti a turni massacranti oltre che al mancato riconoscimento degli effettivi ruoli professionali ricoperti;
in che tempi intenda intervenire per assicurare le attività trattamentali, in primo luogo il lavoro, che consentano ai detenuti di intraprendere un percorso riabilitativo;
in che tempi verrà assicurata ai detenuti un'adeguata assistenza psicologica e quando verranno adeguati gli organici del personale di ogni ordine e grado;
cosa intenda fare per affrontare l'emergenza igienico-sanitaria dell'istituto e per ristrutturare gli edifici fatiscenti, compresa la caserma degli agenti;
a quando risalga l'ultima relazione della ASL in merito ai requisiti igienico-sanitari di tutti gli ambienti del carcere dell'Ucciardone e cosa vi sia scritto in tale relazione;
a quando risale l'ultima morte verificatasi nell'istituto, a quando l'ultimo suicidio, in che modo si siano verificati, quale fosse l'età e la nazionalità delle persone decedute;
quante siano dall'inizio dell'anno le morti verificatesi nell'istituto palermitano, quante per cause naturali e quante per suicidio; quanti siano stati i tentati suicidi, quanti gli atti autolesionismo;
se intenda dotare i detenuti delle attrezzature e dei detersivi per pulire le celle e se intenda vigilare sui prezzi praticati all'interno dello spaccio;
quando si abbatterà il muretto divisorio delle sale colloqui e quando verrà attrezzata un'adeguata area verde per i colloqui all'aperto dei detenuti con i minori e con gli altri familiari.
(4-12333)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BORDO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel 1982 veniva inaugurata la galleria di Monte Saraceno, lunga circa 2.200 metri sulla strada statale 89, per agevolare e velocizzare il collegamento tra Foggia-Manfredonia e Mattinata-Vieste, centri turistici del Gargano;
a distanza di circa 30 anni dalla sua apertura, l'ANAS spa ha ritenuto opportuno predisporre un programma di manutenzione straordinaria dell'infrastruttura che prevede il rifacimento e la messa a norma dell'impianto di ventilazione ed illuminazione, l'adeguamento e l'implementazione della dotazione necessaria per la sicurezza dei mezzi e delle persone, il rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale;
il programma ha un costo stimato di 4,9 milioni di euro ed è inserito nel piano di investimenti 2011-2014, come comunicato al sindaco di mattinata, Roberto Prencipe, da uno dei dirigenti regionali della società, Roberto Sciancalepore, nel corso dell'incontro svoltosi presso la prefettura di Foggia il 15 febbraio 2011;
il programma di manutenzione straordinaria non può essere attuato a causa del mancato stanziamento dei fondi necessari -:
se ed in quali termini il Governo intenda procedere per assicurare, nel più breve tempo possibile, l'attuazione del programma di manutenzione straordinaria della galleria di Monte Saraceno,

anche a garanzia del miglioramento degli standard di sicurezza stradale su un'arteria che oggi presenta il più elevato indice di incidentalità mortale nella provincia di Foggia.
(5-04900)

TRAPPOLINO, BOCCI, SERENI e VERINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la concentrazione, nella medesima area, di tre zone destinate ad attività produttive ricadenti su tre diverse amministrazioni comunali (Orvieto, Allerona e Castel Viscardo) e l'incremento negli ultimi anni del traffico veicolare ricadente oggi sui quartieri più popolati del comune di Orvieto, hanno orientato queste municipalità a cercare nuove soluzioni di viabilità rispetto al problematico dato ad oggi esistente. In particolare, questo risulta essere condizionato dalla stratificazione di infrastrutture fondamentali che attraversano la pianura fluviale del Paglia (alta velocità e A1) e che hanno determinato la concentrazione delle zone produttive in un'areale distante dall'accesso all'arteria autostradale;
una soluzione praticabile, a servizio delle zone produttive sopra menzionate e adeguata a liberare da pesanti flussi di traffico le zone abitate poste alle pendici della rupe di Orvieto, rappresentata dalla realizzazione di un nuovo castello autostradale sull'A1. Sul nuovo svincolo esiste, da parte delle amministrazioni a vario titolo coinvolte, un piena uniformità di intenti, sanciti anche dal concreto impegno finanziario di provincia di Terni e regione dell'Umbria per quel che attiene all'allacciamento con la viabilità provinciale del nuovo casello, oltre che da una previsione urbanistica inserita all'interno del piano regolatore generale di pertinenza;
da parte della società Autostrade, l'impegno volto alla realizzazione del nuovo casello è stato sostanziato dall'individuazione di un finanziamento destinato alla realizzazione della stazione automatizzata e degli svincoli, il cui progetto è stato approvato anche dall'Anas;
il ritardo con cui si sta procedendo alla realizzazione di quest'opera, per la quale sono state impegnate gran parte delle risorse necessarie e che rappresenta una infrastruttura strategica dello sviluppo dell'area orvietana, rischia di vanificare - per via dell'inevitabile lievitazione dei costi - gli sforzi e gli impegni finanziari delle diverse amministrazioni, di pregiudicare gli investimenti e, i piani di sviluppo delle imprese presenti e di caricare sui cittadini i disagi di imponenti flussi di traffico che attraversano i centri abitati -:
se il Ministro intenda assumere presso Anas e Società autostrade informazioni in merito e se intenda attivarsi svolgendo il suo ruolo di indirizzo al fine di giungere in tempi brevi all'avvio dei lavori necessari alla realizzazione del nuovo svincolo.
(5-04904)

MONAI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i servizi adibiti al trasporto pubblico non di linea di persone per conto terzi (che contano oltre 80.000 imprese attive nel settore) sono assoggettati alla legge 15 gennaio 1992, n. 21, e con il decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, la disciplina del settore ha subito sostanziali modifiche;
in particolare le modifiche dettate dal comma 1-quater dell'articolo 29 del decreto-legge n. 207 del 2008, sono state ritenute in contrasto con l'ordinamento vigente per diversi profili di criticità sia sotto il profilo costituzionale che comunitario;
il decreto-legge n. 5 del 10 febbraio 2009, all'articolo 7-bis, ha previsto la sospensione dell'efficacia di disposizioni in materia di trasporto di persone mediante

autoservizi non di linea così prescrivendo: «1. Nelle more della ridefinizione della disciplina dettata dalla legge 15 gennaio 1992, n. 21, in materia di trasporto di persone mediante autoservizi non di linea, da effettuare nel rispetto delle competenze attribuite dal quadro costituzionale e ordinamentale alle regioni ed agli enti locali, l'efficacia dell'articolo 29, comma 1-quater, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, è sospesa fino al 30 giugno 2009»;
col decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, all'articolo 23, comma 2, il predetto termine di sospensione è stato prorogato al 31 dicembre 2009; lo stesso termine è stato poi ulteriormente prorogato al 31 marzo 2010 dall'articolo 5, comma 3, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25;
in prossimità della scadenza della proroga il decreto-legge 25 marzo 2010 n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73, all'articolo 2, comma 3, ha dettato una norma che si incardina su quanto previsto dall'articolo 7-bis del decreto-legge n. 5 del 2009 «Ai fini della rideterminazione dei principi fondamentali della disciplina di cui alla legge 15 gennaio 1992, n. 21, secondo quanto previsto dall'articolo 7-bis, comma 1, del decreto-legge 10 febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, ed allo scopo di assicurare omogeneità di applicazione di tale disciplina in ambito nazionale, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, previa intesa con la Conferenza Unificata di cui al decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono adottate, entro e non oltre il termine di sessanta giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore del presente decreto, urgenti disposizioni attuative, tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio di taxi e del servizio di noleggio con conducente o, comunque, non rispondenti ai principi ordinamentali che regolano la materia. Con il suddetto decreto sono, altresì, definiti gli indirizzi generali per l'attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, dei titoli autorizzativi»;
nel decreto-legge n. 78 del 2010, all'articolo 51, comma 7, viene prevista una ulteriore proroga relativa a quanto previsto dall'articolo 2, comma 3, del decreto-legge n. 40 del 2010;
ancora una volta, con il decreto-legge n. 225 del 2010 detto termine viene ulteriormente prorogato al 31 marzo 2011; nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale n 74;
tali numerose modifiche, sospensioni e proroghe hanno determinato una situazione di incertezza applicativa nelle amministrazioni pubbliche locali (comuni, provincie e regioni), nelle forze dell'ordine, nonché in enti pubblici e privati per la dubbia interpretazione in merito all'applicazione della legge 15 gennaio 1992, n. 21, che potrebbe far ritenere che la sospensione normativa fino al 31 dicembre 2011 interessi ormai solo i decreti attuativi e non anche la vigenza dell'articolo 1-quater dell'articolo 28 del decreto-legge n. 207 del 2008;
un caso emblematico di queste distorsioni interpretative è il bando di gara pubblicato in data 28 aprile 2011 nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea dalla RAI - Radio televisione Italiana, avente quale denominazione «fornitura di noleggio autovetture con conducente» per un importo a base d'asta pari a 16.230.000,00. Nel capitolato tecnico si fa esplicito riferimento a norme in merito al libero mercato, dettate dai trattati comunitari ed al contempo ad elementi restrittivi e territorialmente vincolanti, contenuti nel comma 1-quater dell'articolo 29 del decreto-legge n. 207 del 2008 che, ricordato, dovrebbe invece dirsi sospeso nella propria efficacia dall'articolo 7-bis del decreto-legge n. 5 del 2009 sino a quando il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto

con il Ministro dello sviluppo economico e previa intesa con la Conferenza unificata di cui al decreto-legge n. 281 del 1997, adotterà disposizioni attuative tese ad impedire pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente (ex articolo 2, comma, 3 decreto-legge n. 40 del 2010 convertito in legge n. 73 del 2010);
altro caso da segnalare è la frequenza di fermi amministrativi di autovetture adibite al servizio di noleggio con conducente attuato dalle forze dell'ordine in applicazione del comma 1-quater dell'articolo 29 del decreto-legge n. 207 del 2008;
infine, vanno denunciate le numerose sospensioni o revoche di titoli autorizzativi attuati dalle amministrazioni locali in applicazione del suddetto comma 1-quater;
la giungla normativa che si è prodotta comporta dispendio di tempo e di denaro per le amministrazioni locali per gli accertamenti e le contestazioni; per gli imprenditori per difendersi avanti ai giudici e alle prefetture a causa di contestazioni amministrative, quando non anche di avvisi di garanzia; per le forze dell'ordine che sono così distolte da altre ben più utili attività di accertamento e prevenzione di reali illeciti -:
se i Ministri interroganti siano a conoscenza dei citati problemi applicativi e quali iniziative abbiano assunto o intendano assumere per garantire univocità di applicazione della normativa de quo e per fugare i dubbi interpretativi insorti nella pubblica amministrazione e tra i privati.
(5-04908)

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il degrado della stazione ferroviaria di Brennero-Colle Isarco costituisce un biglietto da visita a dir poco imbarazzante per l'Italia;
la stazione ferroviaria è in uno stato di profondo degrado da molto tempo ormai e la situazione peggiora;
la sala d'aspetto dislocata tra il primo ed il secondo binario è maleodorante e in cattivo stato, i cestini vengono svuotati saltuariamente, per non parlare delle superfici vetrate che, ad avviso dell'interrogante, non sono mai state pulite;
è stato installato un ascensore per consentire agli utenti che non sono in grado di servirsi delle scale d'accesso ai treni, ma non è mai stato messo in funzione;
la situazione inaccettabile riguarda i servizi igienici, poiché per accedervi l'utente deve recarsi nel vicino bar per farsi consegnare la chiave, ma questo esercizio nei giorni festivi è chiuso ed i passeggeri sono costretti a utilizzare la zona circostante per soddisfare i propri bisogni fisiologici, con tutte le conseguenze del caso;
l'insieme del fabbricato con tutto quello che lo circonda dà un'immagine indecorosa all'Italia e pesa in maniera inaccettabile sugli utenti -:
se il Ministro intenda assumere le iniziative di competenza affinché tale critica situazione venga a cessare al più presto.
(4-12316)

LISI, SBAI, LABOCCETTA, PITTELLI, FRANZOSO e SCELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si fa riferimento ai fatti ben noti, del mese di maggio 2011, sull'Eurostar Roma-Lecce, oggetto di altre interrogazioni;
sono continui i ritardi, su tutti i treni, che giornalmente vanno al Sud;
il 5 giugno 2011 i viaggiatori dell'Intercity Bolzano-Lecce sono stati vittime di un'altra «odissea» senza fine;
dal racconto di un viaggiatore salito a Modena, Dario Licchetta di Ortelle, si sa

che il treno il cui arrivo era previsto alle 22,20 è giunto alla stazione di Lecce alle 00,55 (circa 3 ore di ritardo) dopo un percorso ad ostacoli;
l'aria condizionata non era funzionante e due disabili sono stati agganciati insieme con una sola cintura, all'altezza di Tuturano;
il treno si è fermato in aperta campagna a causa di un guasto al locomotore (ma questo si è saputo soltanto all'arrivo a Lecce). Dopo un'ora e mezza è arrivata una motrice da Brindisi per trasportare l'Intercity lì, dove un treno proveniente da Torino era in attesa da 70 minuti e dove i passeggeri hanno dovuto trasportare i loro bagagli per poi finalmente ripartire alla volta di Lecce. Naturalmente all'arrivo nessun dipendente di Trenitalia era presente in stazione;
altri disagi si sono verificati nella stessa giornata sul treno Venezia-Lecce arrivato con un'ora e venti minuti di ritardo a causa di una motrice guasta sostituita in partenza e poi nuovamente fuori uso a Foggia -:
quali iniziative si intendono assumere per garantire agli utenti un servizio migliore e in quali tempi si ritenga possibile raggiungere tale obiettivo.
(4-12318)

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ZUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
mercoledì 2 febbraio 2011 l'interrogante presentava interrogazione al Ministro dell'interno per chiedere una valutazione sull'operato del commissario prefettizio insediato nel comune di Borgarello provincia di Pavia, a seguito di dimissioni dell'allora sindaco, su un parere positivo espresso dal commissario prefettizio in sede di conferenza di servizi, alla realizzazione di una struttura commerciale di grandi dimensioni;
a parere dell'interrogante, il ruolo del commissario prefettizio in quella circostanza è parso in contrasto con i compiti e le funzioni che la legge gli assegna, cioè la gestione amministrativa ordinaria;
a tale interrogazione non si è ancora data risposta;
a seguito dell'avvenuta approvazione del progetto di centro commerciale in fase di conferenza dei servizi con parere favorevole della regione Lombardia e del comune di Borgarello (rappresentato in quell'occasione dal commissario prefettizio) e parere contrario della provincia di Pavia, i comuni limitrofi di Pavia e San Genesio ed Uniti hanno promosso ricorso al TAR;
in data 6 maggio 2011 (in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale e per l'elezione del nuovo sindaco) il commissario prefettizio deliberava di conferire incarico ad un avvocato per costituirsi contro il sopra menzionato ricorso;
il 13 maggio (ultimo giorno di campagna elettorale) venivano pubblicate le delibere di affidamento incarico e relativo disciplinare all'avvocato;
il 16 maggio ultimo giorno di elezioni, giorno nel quale viene eletto il nuovo sindaco (che nel programma esplicita la propria contrarietà alla realizzazione del centro commerciale in oggetto), viene protocollato il mandato (a firma del commissario) all'avvocato per resistere ai ricorsi dei due comuni sopracitati;
il 19 maggio (con il nuovo sindaco insediato a Borgarello contrario alla realizzazione del centro commerciale) l'avvocato incaricato si costituisce per respingere i ricorsi dei due comuni di Pavia e San Genesio ed Uniti;
la grottesca situazione che impone alla nuova amministrazione comunale, contraria alla realizzazione del centro

commerciale di difendere i processi autorizzativi realizzati dal commissario prefettizio riguardanti anche incarichi all'avvocato di costituirsi contro i ricorsi dei comuni limitrofi, merita indubbiamente una riflessione;
il comportamento del commissario prefettizio appare all'interrogante quantomeno censurabile per i tempi nei quali sono state intraprese iniziative che hanno finito con il condizionare anche l'azione della nuova amministrazione comunale e del suo sindaco -:
se e in che modo intenda intervenire per verificarle il corretto comportamento del commissario prefettizio.
(5-04902)

IANNUZZI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
non sono ancora stati adottati i provvedimenti di autorizzazione formale e definitiva all'immissione nell'albo dei segretari comunali e provinciali dei vincitori del concorso COA3, bandito fin dal 2007 ed esaurito in tutte le sue diverse fasi, fra l'altro i vincitori hanno sostenuto anche il prescritto periodo di praticantato presso diverse sedi comunali;
la mancata adozione di tali atti determina l'impossibilità per numerosi comuni di nominare i segretari titolari, con conseguente grave pregiudizio per il buon andamento e la corretta amministrazione;
infatti l'impossibilità di provvedere a queste nomine determina una crisi pesante nella funzionalità di molti enti locali. In tanti comuni soprattutto quelli di più ridotte dimensioni la situazione è particolarmente complessa e critica per la crescente difficoltà di curare con tempestività ed efficienza i molteplici adempimenti a carico degli enti -:
quando e con quali provvedimenti il Governo intenda finalmente autorizzare con massima celerità l'iscrizione nell'albo dei segretari comunali e provinciali dei vincitori del concorso COA3, già da tempo espletato e concluso in ogni sua fase.
(5-04910)

Interrogazioni a risposta scritta:

PICIERNO e GRAZIANO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come si apprende dalle notizie stampa, l'ex sindaco di Casal di Principe (Caserta) Renato Natale è stato nuovamente vittima di minacce anonime;
Renato Natale si è sempre distinto in questi anni per l'impegno in favore della legalità e il contrasto alla presenza capillare e soffocante della camorra nel comune reso tristemente famoso dalle cronache di Gomorra e dalla presenza di ville e rifugi dei latitanti del clan dei Casalesi;
oggi l'ex sindaco ricopre l'incarico di commissario del circolo PD Casal di Principe e si occupa da molti anni, in qualità di presidente dell'associazione Jerry Essan Masslo, di integrazione e lotta al razzismo;
una lettera anonima recapitata a mano lo intima di smettere di occuparsi di lavori pubblici e aggiunge: «Non siamo ancora morti, state molto attenti. Avete figli, fratelli, mogli. Vi ammazziamo. Capito?»;
l'episodio, oltre a destare allarme e preoccupazione nel destinatario, ha suscitato moti di solidarietà e vicinanza di tutte le persone perbene che conoscono e appoggiano da anni il suo impegno politico e civile;
Renato Natale, che ha denunciato il fatto ai carabinieri di Casal di Principe, sottolinea come da anni egli non si occupi di amministrazione, né tantomeno di appalti; resta dunque da chiarire non soltanto chi sia l'autore della missiva, ma anche a quali fatti faccia riferimento la minaccia;
Natale, infatti, non ha mai smesso di interessarsi delle vicende politiche della città e di denunciare con coraggio ogni

scorrettezza o illegalità riscontrata, con grande dedizione e senso del dovere civico -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto riportato e quali iniziative di competenza intenda intraprendere affinché sia fatta piena luce sull'episodio e venga mantenuta alta l'attenzione, in modo che a Renato Natale sia garantita la piena sicurezza e la serenità per continuare nel proprio impegno politico e civile.
(4-12319)

HOLZMANN. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il partito altoatesino «Südtiroler freiheit», che fa riferimento ai consiglieri provinciali Eva Klotz e Sven Knoll, ha affisso manifesti in tutto il territorio della provincia di Bolzano per ricordare la cosiddetta «notte dei fuochi» quando negli anni sessanta vennero fatti esplodere svariati ordigni esplosivi sulle linee elettriche dell'alta tensione;
la tesi politica sostenuta da Eva Klotz e dai suoi sodali è che i carabinieri si sarebbero resi protagonisti di atroci torture nei confronti delle persone arrestate;
sul manifesto affisso in questi giorni viene riproposta la medesima tesi con un cappello dell'Arma che gronda di sangue, posto in primo piano;
tale iniziativa è gravemente lesiva nei confronti dell'Arma dei carabinieri ma più in generale dello Stato italiano che vengono diffamati ed indicati rispettivamente quali esecutori e mandanti di reati;
le varie indagini, attivate a suo tempo per verificare i fatti, non portarono all'accertamento di alcuna responsabilità -:
quali decisioni verranno prese per contrastare questa operazione gravemente diffamatoria ed ingiusta;
quali iniziative si intendano assumere per tutelare il buon nome dell'Arma dei carabinieri e dello Stato.
(4-12320)

ZACCHERA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in occasione delle consultazioni elettorali gli scrutatori dei seggi vengono scelti sulla base di apposite liste per tempo predisposte;
non vi sono particolari criteri di scelta che tengano conto delle condizioni economiche degli scrutatori per cui spesso vengono scelte e inserite nelle liste persone che per un uno o due giorni non possono svolgere il loro lavoro dipendente od autonomo, mentre disoccupati, cassaintegrati o lavoratori in mobilità non possono approfittare dell'occasione per recuperare un peraltro limitato rimborso spese, ma comunque utile per chi si ritrova economicamente in difficoltà -:
se non si ritenga opportuno assumere iniziative normative finalizzate a tener conto di quanto sopra nella scelta degli scrutatori da parte delle diverse commissioni elettorali.
(4-12321)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CODURELLI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dal prossimo settembre l'ufficio scolastico provinciale di Lecco non ha autorizzato la prosecuzione di due classi già avviate (terzo e quarto anno, corrispondenti alla prima e seconda liceo classico) dell'istituto Greppi di Monticello Brianza, impedendo di fatto a 29 ragazzi di continuare il loro percorso di studi, senza preavviso per le famiglie e ben oltre la data dell'iscrizione;
tale decisione crea non pochi problemi agli studenti e alle famiglie, costretti a trasferirsi nell'unico liceo classico statale della provincia, il Manzoni di Lecco, che

per molti studenti sarebbe troppo lontano e che pare comunque avere posti limitati;
inoltre vi sono grosse difficoltà nel cambiare professori e programma, e non di poco conto dal punto di vista dei giovani che ogni giorno con fatica e impegno adempiono ai propri compiti di studenti: essi dovranno, infatti, affrontare degli esami integrativi in quanto i programmi dei due licei non risultano sovrapponibili, essendo l'istituto Greppi un corso tradizionale e, invece, il Manzoni un corso sperimentale, dove si prediligono materie come l'arte e la fisica, nuove per gli studenti del liceo Greppi;
per l'attuale prima liceo il passaggio in seconda presso altro istituto risulterebbe particolarmente complicato, in quanto verrebbe meno l'essenziale unitarietà del triennio che richiede una certa continuità di metodi e di contenuti, in previsione di un percorso che prepari al conseguimento della maturità classica;
sarebbe messa in discussione nel territorio casatese la presenza di un indirizzo di studi che qualifica l'offerta formativa, indirizzo su cui hanno puntato gli enti locali e la scuola autonoma, in quanto rispondenti alle esigenze formative del territorio anche se per un numero limitato di alunni; si tratta di un indirizzo che peraltro rimane presente nell'istituto Greppi con le classi del primo e del secondo anno (quarta e quinta ginnasio) cui non è più garantita una continuità nel triennio -:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario verificare le reali motivazioni che hanno indotto a non autorizzare la prima e la seconda liceo classico dell'istituto Greppi di Monticello Brianza e se non ritenga doveroso adoperarsi al fine di garantire agli studenti interessati il diritto allo studio e la continuità didattica.
(5-04899)

NICOLAIS e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
si fa riferimento al regime di limitazioni alle assunzioni a tempo indeterminato operante nel comparto degli enti di ricerca, e in particolare alle assunzioni effettuabili nel 2010 a valere sulle cessazioni avvenute nell'anno 2009;
l'articolo 1, comma 643, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato legge finanziaria 2007» prevede che per gli anni 2008 e 2009 gli enti di ricerca pubblici possono procedere ad assunzioni di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato entro il limite dell'80 per cento delle proprie entrate correnti complessive, come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno precedente, purché entro il limite delle risorse relative alla cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato complessivamente intervenute nel precedente anno;
l'articolo 66 comma 14 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, prevede che per il triennio 2010-2012 gli enti di ricerca possono procedere, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nei limiti di cui all'articolo 1, comma 643 di cui alla legge 27 dicembre 2006, n. 296. In ogni caso il numero delle unità di personale da assumere in ciascuno dei predetti anni non può eccedere le unità cessate nell'anno precedente;
il decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, «Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti» al comma 2 dell'articolo 35, prevede la soppressione del secondo periodo del comma 14 dell'articolo

66 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008;
l'articolo 9, comma 9, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, prevede che, all'articolo 66, comma 14, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modificazioni: le parole «triennio 2010-2012» sono sostituite dalle parole «anno 2010»; dopo il primo periodo sono aggiunti i seguenti: «Per il triennio 2011-2013 gli enti di ricerca possono procedere, per ciascun anno, previo effettivo svolgimento delle procedure di mobilità, ad assunzioni di personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato entro il limite dell'80 per cento delle proprie entrate correnti complessive, come risultanti dal bilancio consuntivo dell'anno precedente, purché entro il limite del 20 per cento delle risorse relative alla cessazione dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato intervenute nell'anno precedente. La predetta facoltà assunzionale è fissata nella misura del 50 per cento per l'anno 2014 e del 100 per cento a decorrere dall'anno 2015»;
come ribadito dalla nota circolare del dipartimento della funzione pubblica U.P.P.A. servizio programmazione assunzioni e reclutamento, n. 3851 del 27 gennaio 2009, le procedure assunzionali devono essere precedute da apposita autorizzazione (con adozione di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri), come deducibile dall'articolo 12, comma 3 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, che estende a decorrere dal 2008 le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 536, primo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, anche agli enti di ricerca. Quindi le assunzioni sono autorizzate secondo le modalità previste dall'articolo 35, comma 4, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e successive modificazioni previa richiesta delle amministrazioni. Dal 2009, mutuando il principio previsto dall'articolo 66, comma 10, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 6 agosto 2008, n. 133, gli enti di ricerca devono corredare la richiesta con analitica dimostrazione delle cessazioni avvenute nell'anno precedente e delle conseguenti economie e dall'individuazione delle unità da assumere e dei correlati oneri, asseverate dai relativi organi di controllo;
inoltre, come ricordato nella nota circolare del dipartimento della funzione pubblica U.P.P.A. servizio programmazione assunzioni e reclutamento n. 11786 dell'11 febbraio 2011, al fine di adottare le procedure di autorizzazione ad assumere è preliminarmente necessario che il Ministero dell'istruzione, dell'università e delle ricerca provveda all'adempimento di cui all'articolo 35, comma 3, del decreto-legge n. 207 del 2009 convertito dalla legge n. 14 del 2009. E tale adempimento non risultava ancora effettuato alla data di pubblicazione di suddetta circolare. In particolare, tale disposizione prevedeva che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, adottasse entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge n. 207 del 2009, le modalità applicative delle disposizioni di cui al comma 14 dell'articolo 66 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, intese a chiarire che, al fine garantire omogeneità di computo delle retribuzioni del personale cessato e di quello neo assunto, nella definizione delle economie delle cessazioni non si tiene conto del maturato economico;
nelle more dell'adozione del decreto interministeriale di cui sopra gli enti di ricerca per la determinazione dell'ammontare complessivo delle risorse derivanti dalle cessazioni dell'anno 2009 hanno operato

secondo i criteri indicati nella circolare dipartimento della funzione pubblica del 27 gennaio 2009, n. 3851 -:
quali siano le ragioni per cui le disposizioni che dovrebbero regolamentare la procedura autorizzativa ricordata in premessa non siano state ancora emanate.
(5-04901)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CODURELLI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con l'atto di sindacato ispettivo n. 5-00751 l'interrogante chiedeva al Ministero del lavoro e delle politiche sociali quali iniziative avesse intenzione di assumere per garantire alla categoria professionale delle pescatrici autonome delle acque interne il diritto fondamentale come quello dell'indennità di maternità che deve spettare a tutte le donne che lavorano, indipendentemente dalla natura e della qualificazione del loro rapporto di lavoro e della loro condizione professionale;
la categoria delle pescatrici autonome in acque interne, infatti, annovera poche lavoratrici, in ragione della peculiare attività svolta, e ancora oggi, ad esse non è riconosciuto il diritto all'indennità di maternità;
il sottosegretario Viespoli nel rispondere, il 18 marzo del 2009, all'atto di sindacato ispettivo succitato dichiarava che la categoria delle pescatrici autonome non rientrava nell'ambito del decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151, recante Testo unico delle norme in materia di tutela e sostegno per la maternità e della paternità e che il regime previdenziale delle pescatrici autonome, dettato dalla legge 13 marzo 1958, n. 250, non prevede una specifica voce contributiva per la maternità mentre riconosce alle lavoratrici medesime il diritto all'assegno per il nucleo familiare, all'assicurazione per l'invalidità vecchiaia e superstiti, all'indennità di malattia e tubercolosi, alle prestazioni in caso di infortuni e malattie professionali. Inoltre per le esercenti attività di pesca marittima e delle acque interne non è previsto alcun obbligo di versamento di contributi per la maternità e pertanto non risulta attualmente possibile riconoscere alle lavoratrici di che trattasi il diritto all'indennità in parola. Nel concludere l'esponente del Governo rassicurava l'interrogante che avrebbe interessato gli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nonché dell'Inps in merito alla situazione sollecitata definita un'anomalia, per acquisire informazioni in ordine alla rilevanza numerica di tale categoria professionale ed alla incidenza economica che il riconoscimento, dell'indennità di maternità avrebbe comportato;
il 25 maggio 2010 si è concluso in commissione lavoro l'esame del progetto di legge «Norme in materia di previdenza e di tutela della maternità per gli atleti non professionisti», provvedimento che estende un diritto fondamentale degli atleti non professionisti, fino ad ora esclusi da tale beneficio;
ad oggi, a distanza di oltre due anni non sono seguite novità dopo le assicurazioni date nella risposta all'interrogazione n. 5-00751 in merito alle promesse di sanare tale anomalia esistente sul diritto di tutela della maternità -:
quali siano stati gli ostacoli che non hanno permesso ancora ad oggi di superare tale anomalia e cosa intenda fare al fine di riconoscere un diritto ponendo fine a una situazione che vede le pescatrici autonome come l'unica categoria professionale che oggi non usufruisce della tutela della maternità.
(5-04897)

GNECCHI, CODURELLI e CENNI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nonostante più volte sollecitata, a oggi non è ancora pervenuta risposta al

l'atto di sindacato ispettivo n. 4-09373 del 10 novembre 2010, inerente alla copertura previdenziale di lavoratori chiamati a svolgere funzioni di assessore regionale su chiamata esterna;
la problematica è nota e penalizza fortemente coloro che vengono chiamati a ricoprire una carica pubblica e che si ritrovano alla fine del mandato, senza copertura previdenziale loro malgrado;
nel frattempo emergono anche altre situazioni di elezione o nomina per funzioni pubbliche previste da leggi regionali specifiche, che creano seri e gravi problemi previdenziali agli interessati;
in proposito si intende riportare il caso della dottoressa Mery Mengarelli, eletta il 17 marzo 2003 dal consiglio regionale delle Marche, garante per l'infanzia e l'adolescenza, ai sensi della legge regionale n. 18 del 2002. L'incarico è terminato il 17 luglio 2008;
la regione Marche nei 5 anni di mandato non ha ritenuto di versare alcun contributo previdenziale a favore della Mengarelli e solo nel 2006 ha richiesto l'applicabilità della contribuzione figurativa, che già allora non veniva riconosciuta applicabile;
l'INPDAP nel porre il quesito al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sosteneva con la nota n. 20836 del 13 febbraio 2007: «stante la funzione tutoria indipendente cui è preposto il Garante per l'infanzia, si esprime avviso secondo cui tale figura potrebbe essere assimilata a quella delle Autorità Nazionali Indipendenti. Tale equiparazione - prosegue l'INPDAP - consentirebbe di garantire una tutela ai fini previdenziali al Garante di cui trattasi, mediante l'applicazione dell'articolo 39 della legge 488/1999 e la configurazione del compenso spettante di imponibile contributivo. A tale riguardo - precisa l'INPDAP - si rammenta che l'articolo 39 della legge 488/99 precisa che "a decorrere dal 1o gennaio 2000 il trattamento economico comunque corrisposto sotto qualsiasi forma ai componenti delle autorità indipendenti e ai componenti degli organismi i cui trattamenti sono equiparati o riferiti a quelli dei componenti delle autorità indipendenti, già iscritti all'atto della nomina ad enti gestori di forme obbligatorie, costituisce base contributiva e pensionabile..."»;
questo parere dell'INPDAP non sembra essere recepito dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che a tre anni dal quesito, sosterrebbe invece che serve una norma specifica, che, trattandosi di competenza statale, non può essere adottata dalla regione Marche, anche se è la stessa regione ad aver istituito il garante per l'infanzia -:
se non ritengano i Ministri interrogati, per risolvere le problematiche denunciate in premessa, di assumere ogni iniziativa, anche normativa, per assicurare la copertura previdenziale, per i lavoratori chiamati a svolgere funzioni pubbliche tramite chiamata esterna.
(5-04907)

Interrogazioni a risposta scritta:

CODURELLI e GNECCHI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
molti pensionati continuano a vedersi trattenute sulle rate di pensione somme, seppur modestissime, a favore dell'ONPI, Opera nazionale pensionati d'Italia, nonostante questo ente non esista più da 33 anni;
la soppressione e la liquidazione dell'ONPI, infatti, è stata disposta con un decreto risalente all'agosto 1978;
l'INPS a tutt'oggi trattiene obbligatoriamente e mensilmente una somma pari a 0,01 euro su ogni rata di pensione, ma la maggior parte dei pensionati ignora totalmente la natura e la logica di questo prelievo forzoso. Nonostante si tratti di una somma irrisoria, nel suo totale frutta

all'istituto una considerevole cifra, pari ad oltre 2 milioni e mezzo di euro l'anno;
pur essendo vero che l'INPS, in base alla legge n. 641 del 1978, trasferisce il totale di queste trattenute, già destinate all'ONPI, al Ministero del tesoro ai fini della ripartizione tra le regioni, è altrettanto plausibile supporre che le regioni possano inserire questi fondi tra i propri flussi in entrata senza riservarli strettamente agli scopi che suffragavano la trattenuta originaria, o quanto meno, senza documentarne la destinazione effettiva. Ciò posto, non è azzardato supporre che, venendo meno la necessaria trasparenza, il contributo ex ONPI sia investito in altri capitoli di spesa, non esclusa quella improduttiva -:
se non ritenga di fare chiarezza riguardo questa situazione, al fine di capire per quale ragione ai pensionati vengano effettuate tali trattenute a beneficio di un ente che non esiste più da decenni e conoscere con chiarezza cosa è stato finanziato con tali somme in questi anni.
(4-12315)

STRIZZOLO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi, il gruppo che gestisce i centri commerciali «Conforama» ha comunicato la messa in mobilità di 50 dipendenti, sui circa 150 in forza presso l'unità ubicata nel comune di Bagnarla Arsa, in provincia di Udine;
tale scelta ha creato grande preoccupazione fra tutti i dipendenti del gruppo le cui quote di maggioranza sono state recentemente acquisite dal «Gruppo Steinhoff International», presente in 22 Paesi, con centri commerciali dislocati tra Europa, Sud Africa, Australia e India, con 21 marchi commerciati e un totale di circa 55 mila dipendenti in servizio;
le amministrazioni comunali di Bagnarla Arsa e di Palmanova (il centro commerciale oggetto del ridimensionamento di personale si trova a ridosso dei bastioni della città fortezza di Palmanova) con i rispettivi sindaci Cristiano Tiussi e Francesco Martines, nel ribadire la contrarietà e la preoccupazione per le decisioni assunte, si stanno attivando per sostenere la necessità di un tavolo di concertazione finalizzato a far rientrare la messa in mobilità di un numero di dipendenti cosi rilevante in un territorio già penalizzato da altre situazioni di crisi occupazionali;
anche le rappresentanze sindacali si sono mobilitate per promuovere un serio confronto tra la direzione aziendale e i lavoratori con l'intento di definire azioni di tutela economica e sociale per i lavoratori colpiti dal provvedimento di messa in mobilità -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di tale situazione di crisi;
se i Ministri interrogati siano informati dei programmi di ristrutturazione e di revisione delle dislocazioni dei centri commerciali nel territorio italiano e delle relative conseguenze sotto il profilo occupazionale del gruppo «Conforama»;
quali iniziative intendano promuovere per tutelare i lavoratori interessati dal provvedimento di messa in mobilità assunto verso i dipendenti del centro di Bagnarla Arsa o di possibile intervento anche presso altri centri gestiti da «Conforama».
(4-12330)

BORGHESI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
alcuni dipendenti delle ferrovie della Sardegna (una volta gestite dalle Ferrovie dello Stato e oggi da ARST «Azienda regionale Trasporti Sardegna») per oltre 15 anni sono stati assunti con la qualifica

di «avventizio a tempo indeterminato». Ci sono voluti poi 10 anni di processi per sancire che era sbagliata e che avevano diritto ad un posto cosiddetto «di ruolo»;
ora le Ferrovie della Sardegna non esistono più, tutto è transitato in ARST (azienda regionale trasporti Sardegna) con socio unico la regione. I dirigenti però sono gli stessi. Codesta azienda quest'anno punta al pareggio di bilancio, mentre negli anni passati ha chiuso in attivo. La società non fornisce nessuna pianta organica. Nonostante abbia un patrimonio immobiliare rilevante ereditato dalle ferrovie a gestione ministeriale, per recuperare soldi sta dichiarando lo stato di crisi. Eventualmente, ad avviso dell'interrogante, sussiste il rischio che l'azienda metta in mobilità in deroga 150/200 dipendenti, per poi eventualmente assumerne altrettanti più giovani e probabilmente meno retribuiti;
i dipendenti di fatto sono tutti capistazione, dirigono autonomamente la circolazione della tranvia e dei treni di Sassari e Cagliari e la loro qualifica non ha nulla a che vedere con questa mansione. Quindi di fatto i capistazione, mentre la ARST li riconosce come coadiutori del capostazione. Questo consente all'azienda di «risparmiare» centinaia di euro al mese su ogni lavoratore;
alcuni dipendenti hanno scritto al presidente del consiglio di amministrazione per fargli presente la situazione. Attraverso i sindacati avevano avuto tutti (sono circa 40 sparsi nelle varie sedi) l'assicurazione che le cose si sarebbero risolte ed invece sono peggiorate;
gli stessi hanno presentato ricorso;
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti;
se non ritenga opportuno, per quanto di competenza, monitorare le azioni poste in essere dall'azienda ARST di cui sopra nei confronti dei dipendenti.
(4-12335)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BORDO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il territorio della provincia di Foggia è tra i principali bacini produttivi di ortofrutta d'Italia e d'Europa;
a causa dell'allarmismo dovuto ai decessi provocati dall'EHEC in Germania e della conseguente psicosi ingenerata nei consumatori, si è sensibilmente ridotta la quota produttiva destinata all'export, quantificata nella misura media del 15 per cento e pari a circa 2 milioni di euro;
l'attuale crisi aggrava gli effetti negativi già determinati dalle alluvioni abbattutesi sugli agri più produttivi e di maggiore pregio nel 2009 e nel marzo di quest'anno in Capitanata, nonché dalla generale riduzione dei prezzi delle materie prime agricole -:
quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere per:
a) fronteggiare - anche con il sostegno e il coinvolgimento dell'Unione europea e della regione Puglia - l'emergenza economica ed occupazionale provocata dall'EHEC;
b) promuovere e valorizzare le produzioni ortofrutticole tipiche e di qualità allo scopo di supportare le attività aziendali di commercializzazione;
c) indennizzare le imprese agricole per i danni subiti.
(5-04898)

OLIVERIO, ZUCCHI, AGOSTINI, BRANDOLINI, MARCO CARRA, CENNI, CUOMO, DAL MORO, FIORIO, MARROCU, MARIO PEPE (PD), SANI, SERVODIO e TRAPPOLINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
con la legge n. 4 del 2011 «Disposizioni in materia di etichettatura e di

qualità dei prodotti alimentari» l'Italia è il primo Paese in Europa ad avere etichette chiare e trasparenti a tutela dei prodotti tipici e tradizionali e a vantaggio dei consumatori che saranno informati sulla qualità del prodotto che acquistano;
come già segnalato in fase di approvazione della legge rimangono, tuttavia, ancora da approfondire, alcuni aspetti fondamentali, tra i quali il principale è rappresentato dal fatto che si tratta di un provvedimento applicato solo in Italia e non a livello europeo; la nuova disciplina, infatti, risulta avanzata rispetto all'orientamento europeo;
in sede europea è in discussione la proposta di Regolamento relativo alla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori (COM(2008)40), presentata dalla Commissione il 30 gennaio 2008; nello scorso mese di dicembre in sede di Consiglio europeo occupazione, politiche sociali, sanità e consumatori è stato raggiunto un accordo politico sulla proposta di regolamento rendendo obbligatoria solo l'etichettatura per gli indicatori nutrizionali, dei valori energetici e delle quantità di certi elementi (grassi, acidi grassi saturi, proteine, zucchero e sale);
l'obbligo d'indicare in etichetta il luogo di provenienza per i prodotti agricoli, per i prodotti mono-ingrediente e per carne e pesce, ove utilizzati come unico ingrediente nei prodotti trasformati, che era stato introdotto dal Parlamento europeo dopo il lungo e complesso lavoro della commissione agricoltura, è stato sostituito da un sistema di etichettatura su base volontaria, ad eccezione del caso in cui si induca in errore il consumatore; i Ministri europei poi per gli altri prodotti rimandano ad una relazione della Commissione, da presentare al Parlamento entro tre anni, per valutare l'opportunità di introdurre sistemi di etichettatura obbligatoria;
lo scorso 25 gennaio 2011, i commissari alla salute, John Dalli e all'agricoltura, Dacian Ciolos hanno inviato una lettera al Ministro delle politiche agricole in relazione alla legge italiana sull'etichettatura nella quale definiscono «inopportuna» l'approvazione della normativa nazionale, in quanto «aggiunge tensione e complessità» ai negoziati in corso sulla direttiva riguardante le informazioni ai consumatori, sulla quale il Consiglio «adotterà formalmente una posizione comune», dopo il parere del Parlamento europeo del 16 giugno 2010;
il 21 febbraio 2011, il Consiglio agricoltura e pesca dell'Unione europea ha adottato in prima lettura la sua posizione sulla bozza di regolamento relativo alla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori (COM(2008)40). L'Italia ha votato contro la proposta e sulla posizione del Consiglio, il 22 febbraio 2011, la Commissione ha presentato una comunicazione in cui si afferma che: il testo approvato dal Consiglio contiene elementi che si discostano dalla proposta della Commissione; che non tiene conto del parere in prima lettura del Parlamento europeo e, di conseguenza, degli emendamenti del Parlamento che la Commissione aveva indicato di poter accettare;
la posizione del Consiglio è stata trasmessa al Parlamento europeo per la seconda lettura e il 19 aprile 2011 la Commissione ambiente ha votato la relazione dell'onorevole Renate Sommer relativa alla proposta di regolamento sulle indicazioni alimentari ai consumatori;
il testo approvato dalla Commissione ambiente prevede, tra l'altro, l'obbligo di assicurare una maggiore leggibilità dei caratteri; di indicare, anche per gli alimenti venduti nei ristoranti, nelle bancarelle e nelle mense, la lista completa degli allergeni, al momento presente solo sui prodotti preconfezionati; di specificare la data di congelamento di carne non lavorata, pollame e pesce, nonché l'origine di tutti i singoli ingredienti del prodotto (carne, pollame, latticini, frutta e verdura) e di alcuni cibi trattati. Sono esclusi i prodotti non imballati;
la Commissione ambiente del Parlamento europeo ha approvato la relazione legislativa con 57 voti a favore, 4 contrari

e un'astensione per dare al relatore Renate Sommer (PPE, DE) un forte mandato per negoziare con i governi nazionali un accordo in seconda lettura prima del voto in plenaria al Parlamento europeo;
il dialogo a tre con Commissione e Consiglio è iniziato il 10 maggio e la votazione finale in plenaria è prevista nei prossimi mesi;
è fondamentale che quanto è stato approvato, che trova il consenso della stragrande maggioranza dei cittadini, sia confermato dal Parlamento europeo in seduta plenaria e fatto proprio dal Consiglio;
secondo quanto dichiarato anche dalla Coldiretti «si tratta di un pronunciamento che riconosce l'importanza della legge sulla etichettatura approvata all'unanimità dal Parlamento italiano che di fatto ha anticipato e sollecitato la norma comunitaria»;
una volta che la legislazione sarà adottata da Parlamento e Consiglio, l'industria alimentare avrà 3 anni per adattarsi alle nuove regole e 2 ulteriori anni, quindi 5 in totale, per rispettare i nuovi obblighi in materia di informazioni nutrizionali;
l'emergenza derivante dall'epidemia da escherichia coli ha evidenziato la necessità di una normativa stringente, anche a livello europeo, riguardante l'etichettatura che garantisca la massima trasparenza per i consumatori in merito all'origine e provenienza dei prodotti -:
se siano in corso sforzi negoziali, e quali, per assicurare che il testo della proposta di regolamento UE relativo alla fornitura di informazioni alimentari ai consumatori (COM(2008)40), così come è stato approvato dalla Commissione ambiente del Parlamento europeo e che, di fatto, consentirà l'applicazione della normativa italiana sull'etichettatura e il suo inserimento e coordinamento nella disciplina comunitaria in materia di etichettatura di origine, possa essere definitivamente approvato in seduta plenaria dal Parlamento europeo e, successivamente, dal Consiglio.
(5-04903)

Interrogazione a risposta scritta:

OLIVERIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi giorni disboscamenti selvaggi stanno nuovamente divorando il patrimonio naturalistico della Sila. Centinaia di austeri faggi, possenti abeti e secolari pini vengono tagliati ogni giorno clandestinamente per alimentare il florido mercato del legno;
la tecnica utilizzata per nascondere la silenziosa barbaria è ben collaudata: le ceppaie vengono sepolte sotto mucchi composti di terra e arbusti per non lasciare tracce;
Il Corpo forestale dello Stato ha inviato nei mesi scorsi due rapporti distinti alle procure di Cosenza e Rossano per segnalare quanto è accaduto nei territori di Spezzano Sila e Longobucco. Vaste porzioni di bosco sono state tagliate desertificando ettari ed ettari di montagna, in particolare nel comune di Longobucco il disboscamento è stato causa nel settembre 2009 di un dissesto idrogeologico, i cui danni sono stati quantificati in migliaia di milioni di euro per la comunità locale;
gli uomini del colonnello Francesco Curcio del Corpo forestale dello Stato hanno accertato solo in questi ultimi mesi il taglio complessivo di seimila e seicento alberi. Un numero particolarmente significativo che ha spinto il Corpo forestale ad incrementare tutti i controlli;
gli agenti, negli scorsi giorni, hanno anche sequestrato un'area di quindici ettari e denunciato un imprenditore che avrebbe promosso l'azione distruttiva in un bosco di proprietà dell'Arssa posto sul territorio di Aprigliano;

al disboscamento abusivo sarebbero pure riconducibili intimidazioni e minacce lanciate dalla criminalità organizzata - che dal mercato del legname illegale e clandestino ne ricava ingenti profitti - contro lo stesso comandante del Corpo forestale e gli amministratori locali impegnati nel reprimere il fenomeno del «taglio selvaggio»;
tutto questo sta provocando gravissimi danni al paesaggio e alla biodiversità. A ciò si aggiungono i danni provocate dalle transumanze. Centinaia di capi di bestiame percorrono ogni anno, tra maggio e ottobre, antichi sentieri, risalendo dall'area ionica sino all'altopiano silano;
il passaggio degli animali non sempre è indolore, perché vengono invase proprietà private e distrutte grandi coltivazioni. Diverse, in questi anni, sono state le denunce presentate dai proprietari dei fondi di Macchialonga, Casolesi, Colle dei Neri e del lago di Ariamacina, per segnalare i devastanti effetti delle transumanze effettuate contro qualsiasi criterio di civiltà in contrasto con le disposizioni normative che regolano il fenomeno;
le montagne sono il regno dei silenzi. Un «regno» dove funziona la giustizia privata e non quella repubblicana; dove le «questioni» vengono regolate bruciando e sparando nel nome di «codici» non scritti da sempre cari alla mafia rurale. Per le forze dell'ordine è complicato orientarsi tra i sentieri silani anche perché mai è stata fatta una mappatura della criminalità che governa quest'area della Calabria;
domenica 8 maggio 2011 su Rai Tre alle ore 21,30 il popolare programma della Gabanelli «Reporter» a firma di Emilio Casalini ha dedicato un servizio alle grandi centrali a biomasse legnose d'Italia della Calabria e in particolare della Sila, nel quale si è sottolineato come in questa regione il legno diventa la preda più ambita, dove i boschi sono svenduti per pochi euro, dove aumentano i tagli illegali e di conseguenza il dissesto idrogeologico, dove piante secolari, patrimonio dell'intera umanità sono destinate all'abbattimento e che quando la Guardia forestale impedisce tali abusi gli si spara pure contro -:
se i Ministri interrogati, non ritengano necessario alla luce dei recenti accadimenti, intensificare attraverso gli organi competenti, le attività d'indagine e repressione dei fenomeni illegali in relazione al taglio abusivo di bosco in Sila, affinché gli atti intimidatori e le minacce messe finora in campo non abbiano più a ripetersi;
se i Ministri interrogati, intendano predisporre un piano straordinario di controllo del territorio forestale calabrese - la cui superficie raggiunge i 612.000 ettari e che presenta caratteristiche paesaggistiche straordinarie inglobando anche al suo interno i parchi naturali tra i più grandi d'Italia - attraverso ad esempio l'attivazione di possibili punti stabili di videosorveglianza, posto che anche le Nazioni Unite hanno dedicato l'anno 2011 proprio alla tutela delle foreste, in quanto costituenti una grande eredità economica e di sviluppo per l'intera umanità.
(4-12322)

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SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

BARANI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in Italia ogni anno muoiono circa 60.000 persone per fibrillazione ventricolare: 1 su 1.000 abitanti. Un numero enorme che corrisponde al 10 per cento dei decessi che si verificano annualmente nel nostro Paese. La percentuale di sopravvivenza all'arresto cardiaco è inferiore al 2 per cento, poiché i sistemi tradizionali di soccorso molto spesso non arrivano in tempo per eseguire con successo l'unica

terapia in grado di ristabilire la normale attività cardiaca, ovvero la defibrillazione elettrica precoce, ovvero applicata in tempi brevi;
l'articolo 2, comma 46, della legge 23 dicembre 2009 n. 191 recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale (legge finanziaria 2010)», ha autorizzato la spesa di 4 milioni di euro per l'anno 2010 e di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012 per favorire la diffusione di defibrillatori semiautomatici e automatici esterni;
il Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con la Conferenza unificata, il 18 marzo 2011 ha emanato un apposito decreto con cui individua i siti che dovranno dotarsi di un defibrillatore semiautomatico, ovvero luoghi in cui si svolge attività sportiva, anche dilettantistica, e ricreativa e dove vi è comunque un'alta concentrazione ed affluenza di persone, e quindi anche mezzi di trasporto; tali ausili, come previsto dal suddetto decreto, potranno essere utilizzati da personale non sanitario adeguatamente formato da appositi corsi gestiti dalle regioni;
sebbene si debba riconoscere il notevole sforzo del Governo che, nonostante la grave crisi economica-finanziaria mondiale che coinvolge anche il nostro Paese, ha reperito i fondi stanziati nella legge finanziaria per il 2010, va però puntualizzato che essi risultano insufficienti: infatti, considerando che bisognerebbe prevedere un defibrillatore ogni 1000 abitanti, su una popolazione di riferimento di 60.045.068 occorrerebbero circa 60.000 defibrillatori a fronte di una spesa di circa 60 milioni di euro (1000 euro è il costo di un defibrillatore) -:
se non ritenga opportuno assumere le necessarie iniziative dirette a prevedere un incremento dei fondi ivi finanziati nell'ambito dei prossimi interventi normativi di natura economica.
(5-04905)

PEDOTO e MIOTTO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il Ministro interrogato in data 5 maggio 2011 ha approvato le linee guida per le banche di sangue cordonale presenti in Italia che fissano i requisiti minimi organizzativi e gli standard qualitativi;
la conservazione del sangue cordonale ai fini solidaristici viene considerata un interesse primario del servizio sanitario pubblico ma secondo recenti notizie riportate dalla stampa su ventimila sacche congelate solo tremila risultano di buona qualità;
la notizia, se confermata potrebbe ingenerare allarmismi nelle famiglie che intendono donare il cordone anche se il centro nazionale trapianti precisa che non è in discussione la sicurezza del materiale biologico presente nelle nostre banche;
evidentemente i requisiti di qualità del nostro Paese hanno come conseguenza la diminuzione di quantità di sangue immediatamente utilizzabile;
se da una parte tutto questo andrà a beneficio della sicurezza molte donne però potrebbero essere indotte a non donare il sangue cordonale ritenendo - erroneamente - inutile il loro atto di generosità;
una recente audizione del «Comitato italo-francese per il buon uso del sangue cordonale» presso la Commissione sanità del Parlamento europeo chiarisce che a differenza delle banche private le banche pubbliche italiane eseguono una selezione rigorosissima basata su parametri precisi e imprescindibili che porta ad un bancaggio del 30 per cento delle sacche ma la probabilità di impiego di queste è di proporzioni altissime ed è a costo zero per donatori e pazienti -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire, anche con la pubblicazione di dati aggiornati anche se non definitivi, al fine di fare chiarezza ed evitare che notizie fuorvianti possano vanificare

quanto fin qui ottenuto grazie alle campagne di sensibilizzazione in materia di donazione del sangue cordonale.
(5-04906)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

COMPAGNON. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13 della direttiva 2002/58/CE, relativa al trattamento dei dati personali e alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche stabilisce che: «Gli Stati membri adottano le misure appropriate per garantire che, gratuitamente, le comunicazioni indesiderate a scopo di commercializzazione diretta non siano permesse se manca il consenso degli abbonati interessati oppure se gli abbonati esprimono il desiderio di non ricevere questo tipo di chiamate»;
il decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 178, istituisce il registro pubblico delle opposizioni, introducendo il corretto equilibrio tra le esigenze degli abbonati che hanno scelto di non ricevere più telefonate commerciali e le esigenze delle imprese che, in uno scenario di maggior ordine e trasparenza, possono utilizzare gli strumenti del marketing telefonico;
dal 1o febbraio 2011 l'abbonato (cittadino, persona giuridica, ente o associazione) può, al fine di non essere contattato dagli operatori di tele-marketing, iscriversi nel registro pubblico delle opposizioni ovvero non iscriversi, facendo valere il principio del «silenzio-assenso»;
la gestione del registro è stata affidata dal Ministero dello sviluppo economico - dipartimento per le comunicazioni alla Fondazione Ugo Bordoni attraverso un contratto di servizio che ne sottolinea la natura di ente terzo, indipendente, impegnato in attività di pubblico interesse;
ad oggi, la situazione non sembra essere risolta, dal momento che molti abbonati, nonostante iscritti al registro, lamentano di ricevere ancora un discreto numero di telefonate commerciali da numeri riservati -:
quali iniziative intenda adottare al fine di rendere il registro pubblico delle opposizioni un effettivo sistema in grado di tutelare concretamente la vita privata dei cittadini, preservandola da inaccettabili turbative della loro privacy.
(3-01700)

Interrogazioni a risposta scritta:

BRAGA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
a partire dai primi giorni di giugno si è registrato in tutto il territorio nazionale un grave e prolungato disservizio postale, causato da ripetuti problemi di funzionamento del sistema informatico SDP, che ha coinvolto in maniera diffusa anche numerosi sportelli postali della provincia di Como;
gli uffici postali che hanno registrato i maggiori disservizi sono quelli che hanno già compiuto il passaggio alla nuova piattaforma informatica, evidentemente inadeguata o non ancora sufficientemente implementata per sostenere la trasmissione dei dati al sistema centralizzato, ma numerosi disagi si sono verificati anche negli altri uffici, dotati ancora del precedente sistema informatico, sui quali si sono riversate le proteste di una clientela esasperata che ha spesso determinato il collasso gestionale sia delle strutture che degli operatori;
la gravità del disservizio è confermata dalle parole del commissario dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che ha parlato di una situazione inaccettabile: «Non è accettabile che tali problemi perdurino e non è accettabile che non vi sia una chiara disamina degli

avvenimenti individuando le specifiche responsabilità. Nell'era della tecnologia e della comunicazione simili incredibili episodi minano non solo la capacità di garantire un pubblico servizio, ma anche la credibilità di chi dovrebbe garantirlo». Sempre secondo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni tale situazione sarebbe da imputare anche alla mancanza di un'autentica autorità indipendente di controllo che vigili, come accade negli altri Paesi europei, sul servizio di Poste Italiane, che è una società interamente pubblica e che detiene un monopolio di fatto su un servizio universale, rispetto al quale la vigilanza, a tutela dei consumatori, dovrebbe essere totale;
di fronte ai ripetuti disagi si è assistito nei giorni scorsi, ad avviso dell'interrogante, all'assenza di una chiara presa di posizione da parte del Governo, che andasse in direzione di una doverosa tutela dei cittadini e delle imprese che hanno dovuto subire i prolungati disservizi del servizio postale;
nei giorni scorsi Poste Italiane, a seguito di un tavolo di concertazione con le associazioni dei consumatori, ha comunicato la disponibilità a riconoscere rimborsi economici ai clienti che hanno subito danni documentabili a seguito dei disservizi informatici verificatisi -:
quali iniziative abbia assunto il Ministro al fine di fare chiarezza sulle reali cause dei disservizi registrati e per garantire una corretta tutela dei clienti del servizio postale, anche in termini di risarcimento dei danni subiti.
(4-12326)

NACCARATO e MIOTTO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 10 giugno 2011, nel corso di un incontro nella prefettura di Padova, coordinato dal viceprefetto vicario, i dirigenti di Emerson Network Power Srl - multinazionale statunitense con sede in via Leonardo Da Vinci n. 8 a Piove di Sacco (Padova) specializzata nella produzione di condizionatori - hanno comunicato alle Rsu dello stabilimento padovano e all'assessore provinciale con delega al Lavoro l'intenzione dell'azienda di attivare la procedura di mobilità (ai sensi della legge n. 223 del 1991) per 67 lavoratori;
nel corso del 2009 i dirigenti di Emerson Network Power Srl avevano comunicato l'intenzione della multinazionale di delocalizzare una parte significativa della produzione a Novo Mesto (Slovacchia) trasferimento che avrebbe comportato il licenziamento della totalità dei dipendenti;
in seguito alla mobilitazione dei lavoratori e all'intervento dei rappresentanti istituzionali e politici del territorio si era giunti a un accordo, ratificato dal prefetto di Padova, e alla predisposizione di un piano industriale basato su interventi di rientro della produzione, con la previsione - in un quadro economico di ripresa del mercato e al termine di un periodo di cassa integrazione biennale - di limitare gli esuberi a soli 4 dipendenti;
l'intenzione di proseguire nell'attivazione della procedura di mobilità per 67 lavoratori dimostra come la direzione di Emerson Network Power Srl non abbia rispettato il sopra citato piano;
da notizie pubblicate dagli organi della stampa locale emerge che nel 2010 Emerson Network Power Srl ha chiuso il bilancio aziendale con un utile netto quantificabile in circa 10 milioni di euro;
recentemente la direzione di Emerson Network Power Srl ha respinto la richiesta formulata dalle rappresentanze sindacali circa l'utilizzo di ammortizzatori sociali alternativi al licenziamento - quali contratti di solidarietà e cassa integrazione - precisando la propria indisponibilità all'adozione di qualunque misura alternativa alla mobilità;
lo stato di agitazione dei lavoratori della Emerson Network Power Srl è l'ennesimo segnale della grave e perdurante situazione di crisi economico-finanziaria delle imprese del Veneto, nonché il sintomo

della progressiva deindustrializzazione delle aree produttive più significative nella provincia di Padova -:
se sia al corrente dei fatti esposti in premessa;
quali iniziative di competenza il Ministro intenda porre in essere per evitare che la crisi aziendale nello stabilimento padovano di Emerson Network Power Srl si concluda con la procedura di mobilità per 67 lavoratori;
quali linee programmatiche nel breve, medio e lungo periodo il Ministro intenda adottare al fine di rilanciare l'attività complessiva dei siti produttivi strategici per il Veneto, e in particolare per la provincia di Padova;
se e in che tempi il Ministro intenda supportare le trattative tra lavoratori, sindacati e rappresentanti delle istituzioni locali e i dirigenti della multinazionale statunitense.
(4-12331)

...

Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Zampa e altri n. 1-00654, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 giugno 2011, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Motta, Cenni.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Bocciardo e altri n. 2-01126, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 giugno 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Palmieri.

Apposizione di firme a interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Siragusa n. 5-03987, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 dicembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato De Pasquale.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci e altri n. 4-12304, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 giugno 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Vizia.

L'interrogazione a risposta scritta Stucchi n. 4-12308, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 giugno 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della interpellanza urgente Nannicini n. 2-01127, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 485 del 14 giugno 2011.

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'industria dei giochi e scommesse legali, presente nel nostro Paese, è in continua crescita con una raccolta nel 2009 di 54,4 miliardi di euro e nel 2010 di 61,4 miliardi di euro;
nell'anno 2010 la quota riservata ai giocatori è risultata essere pari a 44 miliardi di euro (il 71,6 percento della raccolta) con più di 8,7 miliardi di euro incassati sia dall'erario che dai concessionari;
in particolare, in Italia gli apparecchi d'intrattenimento conosciuti come slot machine ed oggi denominati new slot, sono, secondo i dati dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS), 383.302, di cui 341.105 in normale esercizio (dati AAMS al 31 maggio 2011), e

producono una raccolta di 32 miliardi di euro, più della metà della raccolta complessiva;
l'interrogazione a firma dell'onorevole Alberto Fluvi presentata il 7 luglio 2009 sul contrasto all'evasione fiscale nel settore slot machine sottolineava come il Governo non avesse ancora dato corso al sistema della riforma del prelievo sui concessionari come richiesto da alcune risoluzioni parlamentari;
nel rispondere alla citata interrogazione, il Sottosegretario Alberto Giorgetti sottolineava l'esistenza di una percentuale del 23,3 per cento di apparecchi irregolari, di cui il 10,16 per cento del tutto illegali, facendo presente, la necessità di rafforzare l'attività d'intervento in alcune province italiane;
nella relazione del Presidente della commissione antimafia, onorevole Giuseppe Pisanu, del 17 novembre 2010, si stimava una raccolta del gioco lecito e illecito di 100 miliardi di euro e quindi, per sottrazione, il gioco illegale era circa il 40 per cento dell'intero fatturato. Tale stato di cose, oltre a sottrarre alle casse dello Stato circa 55 miliardi di euro, favorisce la criminalità organizzata, incrementando usura e riciclaggio del denaro sporco;
nel primo semestre del 2011 si è assistito ad un aumento dei casi di scommesse sportive «illegittime» presso i centri di raccolta scommesse, giocate mediante l'utilizzo di piattaforme estere e senza le prescritte autorizzazioni previste dalla normativa nazionale; inoltre, è esplosa in questi giorni il caso «calcioscommesse» legato a partite truccate, che sembrerebbe coinvolgere alcuni giocatori di varie società del calcio italiano;
in momenti di crisi economica, dove anche e soprattutto le classi meno abbienti vedono nel gioco un'aleatoria via d'uscita ai loro problemi, si assiste all'incremento dei casi di dipendenza dal gioco, gravi dal punto di vista psicologico ed economico e tali da danneggiare intere famiglie;
secondo il rapporto Italia 2011 dell'Eurispes, lo 0,7 per cento del campione degli italiani intervistato manifesta segni di dipendenza dal gioco dichiarando di giocare tutti i giorni ed alcune volte perdendo anche somme consistenti;
la legge 13 dicembre 2010, n. 220, legge di stabilità 2011, all'articolo 1, comma 70, prevede l'emanazione di un decreto interdirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e del Ministero della salute, d'intesa con la Conferenza unificata, per l'adozione di una serie d'interventi volti a prevenire e contrastare fenomeni di ludopatia conseguenti al gioco compulsivo;
sempre la legge di stabilità 2011, all'articolo 1, comma 78, ha di fatto reso obbligatoria la «tracciabilità» della catena societaria di ogni singolo operatore, dettando un elenco analitico dei requisiti (6 tipologie) che i concessionari dei giochi che accettano di sottoscrivere le convenzioni debbono possedere e dei relativi obblighi (26 tipologie) cui gli stessi sono tenuti ad adempiere; il comma 79 prevede inoltre che i soggetti già concessionari possano sottoscrivere l'atto d'integrazione della convenzione, per adeguare i contenuti ai principi di cui al comma 78;
il decreto direttoriale dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato n. 2011/1118/1/Giochi/ADI del 5 aprile 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2011, stabilisce l'avvio, dal 1o luglio 2011, del censimento degli operatori new slot, così come previsto dalla legge di stabilità 2011, al fine di aumentare il livello di sicurezza del comparto dei giochi pubblici;
tale decreto istituisce, a decorrere dal 1o gennaio 2011, l'elenco unico a livello nazionale dei soggetti che svolgono attività funzionali alla raccolta del gioco mediante apparecchi da intrattenimento con vincite in denaro di cui all'articolo 1, comma 553, della legge n. 266 del 2005 come sostituito dall'articolo 1, comma 82, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, legge di stabilità 2011;

il citato elenco funge da banca dati del settore dei giochi d'intrattenimento e costituisce titolo abilitativo per i soggetti che svolgono le attività in materia di apparecchi da intrattenimento, in relazione alle attività esercitate;
all'interno dell'elenco è prevista, tra l'altro, una sottosezione dedicata all'iscrizione dei titolari di esercizi presso i quali sono installati apparecchi e videoterminali -:
in quali province italiane la percentuale degli apparecchi «new slot» irregolari e clandestini sia la più alta, anche al fine di individuare, eventualmente, i concessionari di riferimento;
quali iniziative intenda intraprendere affinché venga garantita la correttezza e la trasparenza dell'operatività delle società concessionarie, nonché la riscossione delle sanzioni e delle penali inflitte ai concessionari a seguito dei controlli;
se vi sia un costante controllo dei livelli di servizio e del rispetto delle convenzioni per le concessioni relative alla conduzione operativa della rete per la gestione telematica del gioco, allo scopo di salvaguardare le conseguenti entrate erariali;
quali siano i tempi per l'emanazione del decreto interdirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze-AAMS e del Ministero della salute volto a prevedere una serie di interventi al fine di prevenire e contrastare fenomeni di ludopatia conseguenti al gioco compulsivo;
quali siano i concessionari o le piattaforme internazionali delle scommesse sportive dove sono state effettuate le puntate di eventi modificati e «truccati» nel calcio italiano;
quali iniziative intenda intraprendere, anche in sede di Unione europea, affinché le piattaforme internazionali garantiscano affidabilità e trasparenza;
quali nuovi e stringenti controlli si intendano affidare all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ed alla Guardia di finanza, al fine di prevenire e contrastare i contatti della malavita organizza con questi settori;
quali iniziative intenda intraprendere affinché l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e la Guardia di finanza vigilino correttamente sul rispetto degli obblighi imposti dalla legislazione nazionale che prevedono tra l'altro il collegamento delle macchine da gioco alla piattaforma dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
(2-01127)
«Nannicini, Boccia, Ventura, Albini, Barbi, Baretta, Boffa, Capodicasa, Cenni, Colaninno, Dal Moro, D'Antoni, Duilio, Fogliardi, Graziano, Ginoble, Lolli, Luongo, Lulli, Cesare Marini, Mastromauro, Misiani, Mosca, Oliverio, Portas, Rossa, Rossomando, Rubinato, Tullo, Vico».

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza urgente Patarino 2-01124 del 14 giugno 2011.