XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 28 marzo 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
gli eccezionali eventi del maltempo che hanno colpito l'intero territorio marchigiano, hanno provocato vittime e danni ingentissimi alle strutture civili stimati in 462 milioni di euro, senza considerare quelli all'agricoltura che sono in corso di definizione in quanto rientranti nelle «calamità naturali», ma che si prevede raddoppino la stima;
secondo quanto riportato dalle fonti di stampa, la direttiva concernente gli indirizzi applicativi della Presidenza del Consiglio dei ministri relativi al cosiddetto «milleproroghe», ovvero all'attuazione del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, stabilirebbe che le regioni colpite da calamità avranno l'obbligo (non quindi la facoltà) di reperire i fondi necessari per gli interventi di emergenza e ricostruzione, attraverso una rigida sequenza di misure fiscali, ricadenti tutte sulla stessa comunità regionale;
in particolare, sarebbe posto a carico della regione l'onere:
a) di reperire le risorse all'interno del proprio bilancio;
b) qualora il bilancio non sia sufficiente, di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali e delle aliquote fino al limite massimo consentito;
c) qualora le risorse al punto b) non siano sufficienti, di elevare ulteriormente l'imposta regionale sulla benzina sino ad un massimo di 5 centesimi per litro in più rispetto al massimo consentito;
per quanto riguarda il punto a) delle misure previste nella direttiva, è evidente l'impossibilità di reperire risorse all'interno del bilancio regionale in conseguenza dei tagli sui trasferimenti da parte dello Stato operati dal decreto-legge n. 78 del 2010 stimati in 179 milioni di euro rispetto ai 220 erogati nell'anno precedente;
per quanto riguarda l'Irap si evidenzia che l'aliquota è già elevata al 4,73 per cento; a fronte della misura massima prevista del 4,82 per cento, un ulteriore innalzamento dell'aliquota graverebbe in modo insostenibile sulle imprese marchigiane già sofferenti per la crisi economica e duramente danneggiate dagli eventi alluvionali;
per quanto concerne l'addizionale regionale all'IRPEF, la regione Marche ha già utilizzato la leva fiscale per i redditi medio alti, per cui un innalzamento dell'aliquota al limite massimo consentito dell'1,4 per cento peserebbe in grandissima parte sui redditi dei ceti sociali meno abbienti;
dalle notizie diffuse dagli organi di stampa emergerebbe che, secondo la direttiva della Presidenza del Consiglio dei ministri, solo dopo che saranno attuate dalla regione tutte queste misure, sarà possibile attivare il Fondo nazionale di protezione civile;
tale criterio non è condivisibile in quanto impone alla regione di adottare obbligatoriamente tutte le misure suddette per poter accedere al Fondo nazionale di protezione civile;
tale impostazione, se confermata, risulterebbe profondamente ingiusta verso comunità duramente colpite da eventi calamitosi, in quanto farebbe venire meno principi di solidarietà, comune responsabilità ed equità di trattamento;
l'interpretazione del decreto-legge n. 225 del 2010, come definita dalla direttiva del Consiglio dei ministri, evidenzia profili di dubbia legittimità costituzionale;
è interesse preminente della regione rispondere con immediatezza alle esigenze delle popolazioni colpite rimborsando prioritariamente alle amministrazioni locali le spese di somma urgenza

sostenute nella fase di prima emergenza e intervenendo a favore delle aziende per consentire l'immediata ripresa delle attività produttive;
con risoluzione unitaria del consiglio regionale delle Marche del 22 marzo 2011, il governo della regione Marche è stato impegnato:
1) a ricercare e a concertare nella Conferenza Stato-regioni una azione unitaria e solidale, nei confronti della regione Marche e delle regioni colpite dal maltempo come Abruzzo e Basilicata per una richiesta articolata e motivata al Governo affinché vi sia per un intervento di totale sostegno economico e finanziario;
2) ad assumere tutte le iniziative opportune e necessarie affinché il Governo:
a) escluda dal patto di stabilità le spese causate dai fenomeni alluvionali riguardanti: la messa a norma degli edifici pubblici, con particolare riguardo alle scuole e gli interventi di messa in sicurezza della viabilità e della tutela del territorio necessari a seguito degli eventi calamitosi;
b) renda possibile effettuare i pagamenti relativi alle opere realizzate e finanziate da altri enti,


impegna il Governo


a rivedere l'applicazione della disposizione recata dal decreto-legge n. 225 del 2010 (così come sollecitano anche tutte le istituzioni locali, le categorie economiche e le forze sociali) affinché vengano rese subito disponibili le risorse necessarie sia per gli interventi emergenziali, sia per quelli destinati a consentire la prosecuzione delle attività da parte delle aziende, la messa in sicurezza del territorio, il rilancio delle funzioni vitali della comunità, così come avvenuto per il Veneto, Liguria e Campania e per gli altri territori purtroppo recentemente colpiti da fenomeni analoghi, almeno fino all'entrata in vigore dei decreti attuativi del federalismo e dell'individuazione, auspicabile, di meccanismi finanziari compensativi del quadro complessivo contabile, e a consentire alla regione Marche di poter liberare risorse con proprie strategie di bilancio.
(1-00607)
«Cesa, Franceschini, Della Vedova, Di Pietro, Tabacci, Ciccanti, Galletti, Adornato, Binetti, Bosi, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Mereu, Mondello, Naro, Occhiuto, Pezzotta, Poli, Rao, Ria, Ruggeri, Scanderebech, Nunzio Francesco Testa, Agostini, Giovanelli, Merloni, Vannucci, Favia, Lanzillotta».

Risoluzioni in Commissione:

La IV Commissione,
premesso che:
il Trattato sull'Unione europea, al titolo V reca le disposizioni in materia di politica estera e di sicurezza comune. In particolare l'articolo 24, comma 3, stabilisce che gli stati membri sostengono attivamente e senza riserve la politica estera e di sicurezza dell'Unione in uno spirito di lealtà e di solidarietà reciproca;
tramite la politica estera e di sicurezza comune (PESC) e la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) l'Unione agisce per affrontare le sfide e le minacce evidenziate nella strategia europea in materia di sicurezza, contribuendo in tal modo a migliorare la sicurezza dei cittadini europei;
la risoluzione del Parlamento europeo del 10 marzo 2010 sull'attuazione della strategia europea di sicurezza e la politica di sicurezza e di difesa comune (2009/2198(INI)) rileva, tra l'altro, che un «libro bianco», che consente di dare origine

a un ampio dibattito pubblico, permetterebbe di rafforzare la visibilità della PSDC e la cooperazione in materia di sicurezza e di difesa, definendo più precisamente gli obiettivi e gli interessi in materia di sicurezza e di difesa dell'Unione in relazione agli strumenti e alle risorse disponibili, e di conseguenza potrebbe rendere più efficace e più concreta l'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza nonché la pianificazione e la condotta delle operazioni di gestione delle crisi dell'Unione;
l'Italia è stata in prima fila in tutte le iniziative europee attraverso cui si è cercato di costruire l'Europa della difesa: Letter of intent (Loi), Organizzazione congiunta di cooperazione in materia di armamenti (Occar), Agenzia europea della difesa (Eda), Consiglio europeo (in particolare, le posizioni comuni), Commissione europea (in particolare il Defence Package), ma anche in tutte le revisioni dei trattati europei che, seppur parzialmente, hanno aperto la strada ad una possibile Europa della difesa;
attualmente dopo la firma degli accordi tra Francia e Regno Unito nel campo della difesa e della sicurezza, avvenuta a Londra il 2 novembre 2010, restano forti le preoccupazioni per le conseguenze sul processo di integrazione europea nel campo della difesa. Questo accordo e le conseguenze che potrebbe scaturire richiedono la messa a punto di una nuova strategia italiana nel campo della difesa europea;
l'anno in corso sarà decisivo e strategico nel processo di integrazione del mercato europeo della difesa;
le disposizioni previste dal provvedimento «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea» approvato dalla Camera dei deputati in data 23 marzo 2011, prevedono,in primo luogo, che «il Governo informa tempestivamente i competenti organi parlamentari di iniziative o questioni relative alla politica estera e di difesa comune presentate al Consiglio dell'Unione europea o in corso di esame da parte dello stesso, dando specifico rilievo a quelle aventi implicazioni in materia di difesa»; in secondo luogo, nella relazione che il Governo deve presentare al Parlamento entro il 31 dicembre di ogni anno devono essere indicati gli orientamenti e le priorità che il Governo intende perseguire nell'anno successivo dando particolare e specifico rilievo alle prospettive e alle iniziative relative alla politica estera e di sicurezza comune. Infine, nella relazione che il Governo deve presentare al Parlamento entro il 28 febbraio di ogni anno, devono essere specificati gli sviluppi del processo di integrazione europea registrati nell'anno di riferimento, «con particolare riguardo (...) alla politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea»,


impegna il Governo:


a coordinare in materia di sicurezza e difesa, in maniera più efficace le proprie strategie e i propri strumenti nazionali con quelli dell'Unione europea, al fine di garantire coerenza ed efficacia ed avere maggiore forza ed incisività per quanto riguarda la partecipazione italiana;
a valutare un maggiore coinvolgimento del Parlamento nelle scelte e nelle prerogative in materia di difesa europea.
(7-00536) «Di Stanislao».

La VII Commissione,
premesso che:
i «Giganti di Mont'e Prama» sono sculture sarde a tutto tondo, i cui 5172 frammenti sono stati rinvenuti in un terreno agricolo nel comune di Cabras (Oristano) nel 1974;
gli studiosi datano le sculture tra il VIII al IX o X secolo avanti Cristo, facendo di esse le più antiche statue a tutto tondo del bacino del mediterraneo occidentale;
i lavori di restauro, ancora in corso, mediante l'assemblaggio dei frammenti

hanno dato alla luce 25 figure umane e 13 modelli di nuraghe, oltre a diversi betili del tipo cosiddetto Oraggiana;
le statue, scolpite su pietra arenaria estratta da cave nei pressi di Oristano, rappresentano pugili (15), arcieri (7) e guerrieri (3) tutti in posizione eretta e superano i due metri d'altezza;
le statue fortemente stilizzate e geometriche sono ispirate a quello che gli studiosi chiamano lo stile dedalico che le rende un modello unico nel panorama mediterraneo e mondiale;
attualmente le statue sono esposte a Li Punti, trasformato da centro restauri in museo archeologico;
il 10 agosto del 2010 a Cabras (Or) si è costituito il comitato «Guerrieri di Mont'e Prama» con l'obiettivo di porre in essere tutte le azioni necessarie per ottenere la massima valorizzazione delle sculture raffiguranti i guerrieri di Mont'e Prama, a partire dalla scelta della sede nella quale dovranno essere esposti in maniera permanente;
il progetto museale di Mont'e Prama, elaborato dalla soprintendenza di Cagliari d'intesa con la direzione regionale, ha ottenuto una valutazione positiva dal comitato tecnico scientifico per i beni archeologici;
la proposta è stata già presentata pubblicamente a Cagliari nell'agosto scorso;
il progetto prevede la creazione di un sistema museale articolato su più poli - Cagliari, Cabras e Sassari - considerati i luoghi elettivi della valorizzazione dell'importante complesso statuario;
è fondamentale che tali reperti archeologici debbano essere esposti nei luoghi dove è avvenuto il ritrovamento, nelle zone di origine quale testimonianza indelebile delle varie fasi dell'evoluzione storica e culturale delle popolazioni e del territorio di appartenenza;
si auspica quindi che le sculture di Mont'e Prama vengano riportate ed esposte a Cabras;
tale soluzione, come evidenzia il manifesto costitutivo del comitato Guerrieri di Mont'e Prama, contribuirebbe alla crescita culturale e allo sviluppo dell'economia locale, che potrebbe essere centrata su politiche turistiche destinate a un'utenza di qualità e alla destagionalizzazione delle attività;
l'ex ministro Bondi aveva dichiarato che le eventuali esposizioni fuori dal loro contesto sarebbero dovute essere autorizzate e decise dalle autorità locali, smentendo il direttore generale per la valorizzazione del Ministero per i beni e le attività culturali Mario Resca il quale aveva ipotizzato altre sedi,


impegna il Governo:


a garantire che le statue di Mont'e Prama vengano riportate nel loro luogo originario;
a promuovere un intervento finanziario per la costruzione di un adeguato spazio espositivo da realizzarsi a Cabras.
(7-00534) «Pes, Meta».

L'VIII Commissione,
premesso che:
nel corso del regime transitorio di 2 anni dell'applicazione sperimentale delle norme tecniche per le costruzioni emanate con decreto ministeriale del 14 gennaio 2008, è emersa la necessità di riesaminare le limitazioni di impiego per uso strutturale dell'acciaio B450A. La revisione del paragrafo 7.4.2.2 avrebbe dovuto tener conto oltre che degli imprescindibili livelli di sicurezza delle costruzioni, anche delle conseguenze di ordine sociale ed economico che tali limitazioni, definite in maniera errata, stavano causando ai vari operatori economici del settore;
il Consiglio superiore dei lavori pubblici ha pertanto costituito al riguardo,

nel novembre 2009, un gruppo di lavoro che, dopo aver discusso lo stato dell'arte tecnico e normativo ed esaminate le caratteristiche meccaniche del prodotto B450A, ha fatto effettuare presso l'università di Pisa e il politecnico di Torino una serie di severe prove tecniche;
il 4 febbraio 2010 il gruppo di lavoro, sulla base dei positivi risultati ottenuti, e giunto alle seguenti conclusioni avanzate dalla totalità dei presenti alla riunione finale ed approvate dal presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e dal relatore del gruppo, il presidente della 1o sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici: «Il testo del paragrafo 7.4.2.2 che recita: Si consente l'utilizzo di acciai di tipo B450A, con diametri compresi tra 5 e 10 mm, per le reti e i tralicci; se ne consente inoltre l'uso per l'armatura trasversale unicamente se è rispettata almeno una delle seguenti condizioni: plasticizzazione impedita mediante il rispetto del criterio di gerarchia delle resistenze, elementi secondari per i quali si verifichi la compatibilità delle deformazioni con quelle della struttura, strutture poco dissipative con fattore di struttura q <1,5. Va sostituito con il seguente testo: Si consente l'utilizzo di acciai di tipo B450A, con diametri compresi tra 5 e 10 mm, oltre che per la realizzazione di reti e tralicci elettrosaldati, anche per la realizzazione di armature trasversali nel solo caso di strutture progettate in bassa duttilità CD B»;
prima di dare concreto seguito a modifiche ed aggiornamenti delle norme tecniche, del presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, superando nel frattempo taluni intralci interpretativi, ha decretato, il 13 dicembre 2010, l'istituzione di una cabina di regia, a carattere consultivo, col compito di coordinare la complessa attività di analisi dei numerosi elementi di criticità delle Norme Tecniche;
ulteriori complicazioni amministrative hanno bloccato tale iniziativa;
è comunque urgente che la modifica acquisita del paragrafo 7.4.2.2 della norma tecnica relativa all'acciaio B450A venga resa immediatamente operativa per non aggravare le già preoccupanti implicazioni economiche e sociali dovute ad un testo errato che ha creato l'arresto degli ordinativi del prodotto in questione da parte dei progettisti,


impegna il Governo:


a rendere immediatamente operativa la modifica del paragrafo 7.4.2.2 della norma tecnica relativa all'acciaio B450A, come dalle conclusioni del gruppo di lavoro del 4 febbraio 2010 approvate dal presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
(7-00535)«Togni, Polledri».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

MURGIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende in questi giorni, è a rischio l'asta per la banda larga mobile;
il motivo, da quanto si legge nella bozza di decreto di revisione del piano nazionale di ripartizione delle frequenze, pare sia l'assenza delle frequenze a 2.6 Giga herz, tra le porzioni di spettro ad oggi disponibili per l'asta;
quelle frequenze sono in mano al Ministero della difesa che è disposto a cederle solo a fronte di un corrispettivo economico;
frequenze da 2.6 Giga herz sono un tassello fondamentale per le future reti a banda larga su standard LTE;

le stesse frequenze sono necessarie per dare più risorse alle reti senza fili che servono per consentire agli utenti di navigare più veloci su reti mobili e usare servizi internet innovativi;
il motivo è lo stesso che ha fatto ritardare per mesi l'asta per il WiMax;
sempre secondo la bozza di decreto, sono stati dislocati i canali dal 61 al 69 dello spettro a 800 megaherz;
anche queste sono risorse preziosissime per estendere la copertura e la capacità della banda larga mobile;
già queste potrebbero essere una rivoluzione, a patto che vadano in porto, perché per la prima volta risorse controllate dalla tv servirebbero a sostenere la banda larga;
i principali paesi europei hanno già preso - formalmente - questa decisione -:
se il Governo non ritenga necessario far svolgere l'asta il più presto possibile, visto che si conta di ricavare 2,4 miliardi di euro (già previsti come copertura per l'attuale legge di stabilità);
quali misure ed iniziative intenda assumere il Ministero interrogato affinché, il braccio di ferro sulle frequenze da 2.6 Giga herz con il Ministero della difesa, non rischi di rendere - davvero - il colpo finale al futuro della banda larga mobile italiana.
(4-11389)

DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
dato che il mondo delinea un futuro più sostenibile, l'interazione fondamentale tra acqua, cibo ed energia è una delle sfide più formidabili che dobbiamo fronteggiare. Senza acqua non vi è dignità e possibilità di fuga dalla povertà. L'Italia si è impegnata a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del millennio, tra tutti su quello riguardante l'acqua ed i servizi igienico-sanitari molti Paesi sono in maggior ritardo;
in poco più di una generazione, il sessanta per cento della popolazione mondiale vivrà nelle città, la maggior parte nelle periferie e negli insediamenti abusivi del mondo in via di sviluppo;
l'urbanizzazione offre l'opportunità di gestire in maniera più efficiente l'accesso all'acqua potabile ed ai servizi igienici. Allo stesso tempo, i problemi sono spesso amplificati nelle città, che sempre più fanno fatica a trovare soluzioni;
negli ultimi dieci anni, il numero degli abitanti delle città che non hanno accesso ad un rubinetto in casa o nelle immediate vicinanze è aumentato di circa 114 milioni, e il numero di coloro che non hanno accesso ai servizi sanitari di base è aumentato di 134 milioni. Questo aumento del venti per cento ha avuto un impatto estremamente negativo sulla salute umana e sulla produttività economica: le persone si ammalano e non riescono a lavorare;
in molti Paesi, altresì, le ragazze sono costrette a lasciare la scuola per mancanza di strutture igienico-sanitarie, e le donne vengono molestate o aggredite durante il trasporto di acqua o mentre visitano un gabinetto pubblico. Inoltre, i membri più poveri e vulnerabili della società spesso non hanno altra scelta che comprare l'acqua dai fornitori informali a prezzi stimati dal venti al cento per cento superiori a quelli dei loro vicini più ricchi, che ricevono l'acqua nelle loro case. Ciò non è solo insostenibile, ma è inaccettabile;
la questione riguardante i problemi idrici sarà predominante in occasione della prossima conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro, nel 2012, Rio + 20;
la commissione ad alto livello sulla Global Suntainability e UN-Water sta esaminando le modalità attraverso cui si possano connettere le questioni acqua, energia e sicurezza alimentare, con l'obiettivo di ridurre la povertà e la disuguaglianza,

creando posti di lavoro e minimizzando i rischi del cambiamento climatico e dello stress ambientale -:
se e come il Governo stia portando avanti gli impegni assunti per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio e se intenda riaffermare il proprio impegno per porre fine alla difficile situazione vissuta da più di 800 milioni di persone che non hanno ancora l'acqua potabile ed i servizi igienico-sanitari di cui hanno bisogno per vivere una vita dignitosa ed in buona salute.
(4-11391)

MURGIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
è diventata una pratica oramai abusata quella delle ragazze in giovane età di far affidamento a siti o blog per cercare di dimagrire o «mantenersi in linea»;
in base ad una indagine condotta dalla Johns Hopkins Bloomberg school of public healt di Baltimora molti di questi siti, definiti «pro-ana», sono considerati pericolosi per i consigli estremi che danno;
in tali siti emergono suggerimenti - o sarebbe meglio definirli cattivi insegnamenti - come: dare di stomaco per eliminare il cibo mangiato, assumere farmaci come lassativi e diuretici, incitare all'esortazione e all'ammirazione verso chi è più capace di rifiutare il cibo;
tali siti inoltre, molto pericolosi per la salute, sono a portata di mano;
in Italia i disturbi alimentari, come anoressia e bulimia, sono la prima causa di morte per malattia delle ragazze tra i 12 e i 25 anni;
negli ultimi anni, in Italia, i disordini alimentari sono nettamente aumentati e colpiscono ogni strato sociale;
in Italia ci sono 300.000 siti web, tra blog e forum, che «incitano al disagio alimentare per mezzo di pratiche che portano all'anoressia o alla bulimia»;
l'interrogante ha firmato la petizione lanciata da Vogue Italia, il giornale per antonomasia che si occupa e promuove l'estetica, il visuale e il bello, che ha deciso di utilizzare la sua autorità e il suo bacino di utenza sul web (oltre 1 milione di utenti unici al mese), per combattere l'anoressia con l'obiettivo finale di far chiudere questi siti;
sono sempre più i casi di anoressia tra le adolescenti;
secondo i dati dell'Aba (Associazione bulimia e anoressia), di questi disturbi si ammala un italiano ogni due ore;
nell'85 per cento dei casi si tratta di donne adulte, adolescenti e bambine;
anche in Sardegna è possibile ipotizzare circa 500 casi l'anno, ma sono dati confusi e non certi;
non si riesce a contare il numero di donne ammalate di anoressia e bulimia che non trovano una collocazione all'interno del servizio sanitario nazionale;
questi disturbi vengono spesso scambiati per malattie dell'appetito;
gli ospedali, disponendo di un personale non formato, rifiutano il ricovero di queste persone;
a trent'anni dalla nascita del Servizio sanitario nazionale, si deve denunciare di cure ancora inaccessibili per la stragrande maggioranza di queste persone;
le regioni, in particolar modo la Sardegna, non hanno i fondi necessari per istituire strutture specializzate che diano sostegno a quasi 3.000.000 di italiani che risultano «dimenticati» dal sistema sanitario nazionale -:
quali siano le politiche messe in atto dal Ministero della salute per contrastare la piaga dell'anoressia che colpisce molte giovani donne;
se il Governo sia a conoscenza dei fenomeni sopra descritti e quali iniziative

normative specifiche intenda intraprendere per consentire alle forze dell'ordine di limitare l'accesso alle migliaia di siti che oggi incitano e istigano all'anoressia;
quali siano le iniziative del Ministero per le pari opportunità per affiancare le donne in questo loro disagio psicofisico;
se il Ministro della salute non ritenga opportuno promuovere delle campagne di sensibilizzazione al fine di incentivare coloro che soffrono di questa malattia;
quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda intraprendere al fine di risolvere le gravissime carenze del Servizio sanitario nazionale, nei confronti di malattie sempre più diffuse, anche in occasione dei trent'anni dalla nascita del Servizio sanitario nazionale;
se il Governo non ritenga necessario assumere iniziative per incrementare le risorse in modo da promuovere l'istituzione di strutture specializzate, affinché una patologia così diffusa possa in qualche modo essere arginata in maniera concreta.
(4-11409)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è in atto in diversi cantoni svizzeri una forte campagna politica e mediatica tesa a ridurre la percentuale di ristorno all'Italia delle somme che - in virtù di accordi bilaterali - vengono trasferiti ai comuni di origine dei lavoratori italiani frontalieri operanti in Svizzera;
se si confermassero le indiscrezioni di stampa, il calo dei trasferimenti potrebbe essere molto intenso e tale da rendere impossibile la quadratura dei bilanci di numerosi comuni, specialmente di piccole dimensioni, localizzati presso la fascia di confine con la Svizzera e dove buona parte della manodopera è appunto impegnata in Svizzera ed i ristorni fiscali rappresentano quindi una delle principali forme di finanziamento -:
quale sia effettivamente la situazione, quale sia l'evoluzione della stessa e quali iniziative intendano intraprendere i Ministeri interrogati per sollecitare la Svizzera al rispetto dei patti internazionali vigenti.
(4-11401)

TESTO AGGIORNATO AL 7 APRILE 2011

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel febbraio del 1990 la Pedemontana Veneta viene inserita nel piano regionale dei trasporti della regione Veneto;
nell'agosto del 1997 è stato firmato un accordo quadro tra la regione e il Governo riguardo alla Pedemontana. Nella Finanziaria del 1999 lo Stato ha stanziato 40 miliardi di lire per 15 anni. Nella finanziaria del 2001 viene prevista la possibilità di realizzare la Pedemontana non come autostrada ma come superstrada. Nell'accordo tra Stato e regione del 9 agosto 2001 lo Stato delega alla regione la competenza sulla realizzazione dell'opera. La delibera n. 121 del CIPE del 21 dicembre 2001 inserisce la Pedemontana Veneta tra gli interventi strategici di preminente interesse nazionale;
nel 2002 la società Pedemontana Veneta Spa composta da Autostrade per l'Italia, Autostrada Brescia-Padova, Autovie Venete, Banca Antonveneta, Unicredit e San Paolo presenta un progetto che nel dicembre 2002 viene messo a gara dalla regione. A causa di ricorsi e a causa di una procedura di infrazione dell'Unione europea i lavori non prendono il via. Il 24 ottobre 2003 viene firmata un'intesa tra il Governo e la regione Veneto e la Pedemontana viene inserita tra le infrastrutture di preminente interesse nazionale per le quali concorre l'interesse regionale. Nel dicembre del 2003 la società Pedemontana Veneta Spa presenta un nuovo progetto che comprende anche la tratta ovest; questo progetto viene poi messo a gara ma alla scadenza nessun progetto alternativo è stato presentato e quindi la società Pedemontana Veneta Spa diventa promotrice dell'infrastruttura;

la suddetta società nel 2005 diventa a maggioranza privata in seguito all'ingresso nel capitale azionario di Impregilo, del Consorzio Cps, di Fin. Opi e di Adria Infrastrutture. Nello stesso anno la regione Veneto, in quanto soggetto aggiudicatore, trasmette il progetto comprensivo della VIA (valutazione impatto ambientale) ai Ministeri e alle province competenti. Nell'agosto del 2005 l'opera riceve l'autorizzazione ministeriale con alcune prescrizioni. Nel marzo del 2006 il CIPE chiede alla regione Veneto di affidare l'opera in concessione tramite gara che verrà poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea nell'ottobre del 2006. Alla gara hanno partecipato oltre alla società Pedemontana altre due ATI. In seguito a ricorsi e controricorsi al TAR e al Consiglio di Stato la realizzazione della superstrada è stata affidata all'Ati composta dal consorzio stabile SIS società consortile per azioni (consorzio tra il gruppo spagnolo Sacyr Vallehermoso (60 per cento) e INC General Contractor SpA e SIPAL SpA, e da Itinere Infraestructuras SA;
il 15 agosto del 2009 l'ingegner Silvano Vernizzi, amministratore delegato di Veneto Strade, è stato nominato Commissario straordinario per lo stato di emergenza socio-economico-ambientale nei territori delle province di Treviso e Vicenza. Il soggetto titolare della realizzazione dei lavori è la regione Veneto e il commissario delegato per l'emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nel territorio delle province di Treviso e Vicenza;
il 9 gennaio 2010 vengono pubblicati e poi resi esecutivi i tremila espropri nelle province di Vicenza e di Treviso. Il 20 settembre 2010 il commissario straordinario ha firmato il decreto di approvazione del progetto definitivo;
i lavori prevedono i seguenti interventi: più di 90 chilometri di tracciato, per 17 caselli, che taglieranno il tratto tra le autostrade A4 e A27 da Spresiano, in provincia di Treviso, a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza;
la Pedemontana è l'unica opera pubblica i cui atti non sono accessibili, perché la regione Veneto di fatto ne sta negando la consultazione. Ritenendo, infatti, che sostanzialmente si tratta di un rapporto pattizio, è stato negato l'accesso alla convenzione economica tra l'appaltante e la società che dovrebbe realizzare l'opera impedendo di avere una visione completa ed esaustiva del progetto;
potrebbe sussistere il rischio che questa strada diventi un'occasione di lottizzazione. Il piano regionale di coordinamento adottato a marzo 2009, dice che nelle aree con raggio due chilometri dai caselli e dalle intersezioni della viabilità primaria, sono possibili i cosiddetti progetti strategici concordati con la regione. Tirando le somme, e considerando i 17 caselli previsti dal progetto, è di facile comprensione come la Pedemontana potrebbe essere causa della cementificazione di duecento e passa milioni di metri quadri;

dal punto di vista ambientale i programmi d'azione delle Comunità europee, in materia ambientale sottolineano che la migliore politica ecologica consiste nell'evitare fin dall'inizio inquinamenti ed altre perturbazioni, anziché combatterne successivamente gli effetti e affermano che in tutti i processi tecnici di programmazione e di decisione si deve tener subito conto delle eventuali ripercussioni sull'ambiente (85/337/CEE). La salvaguardia, la protezione e il miglioramento della qualità dell'ambiente, compresa la conservazione degli habitat naturali e della flora e della fauna, costituiscono un obiettivo essenziale e di interesse generale perseguito dall'Unione europea affinché gli habitat naturali cessino di degradarsi a causa del numero sempre crescente di specie selvatiche gravemente minacciate (92/43/CEE). Gli habitat e le specie minacciati dalla realizzazione della Pedemontana fanno parte del patrimonio naturale dell'Unione;
la Pedemontana Veneta rischia di trasformarsi da «opportunità per il territorio» in opera dalla quale difendersi in quanto creerà una importante ferita all'ambiente -:
avuto riguardo alle gravissime situazioni descritte in premessa, quali siano le iniziative e gli interventi che il Governo intenda predisporre per colmare la carenza di trasparenza venutasi a creare e per tutelare l'integrità dell'ecosistema dei territori interessati così come imposto dai vincoli comunitari.
(4-11397)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 21 marzo 2011 l'ex miniera di sali potassici di Pasquasia, in provincia di Ernia, è stata posta sotto sequestro quando il Corpo forestale, la Digos e i carabinieri hanno sigillato l'intero sito chiuso da 19 anni;
a far scattare i sigilli sarebbero state le analisi effettuate sul terreno e le falde acquifere, i cui risultati avrebbero accertato alti livelli di contaminazione da amianto, olii e sostanze chimiche altamente inquinanti;
da anni Pasquasia versa in uno stato di totale abbandono; in tale area sono presenti tonnellate di cemento-amianto, il materiale costituente gli impianti, e fusti di rifiuti speciali non ancora bonificati. Come se non bastasse, nelle ultime settimane dell'olio dielettrico è stato versato dai trasformatori elettrici; nel 1991 furono spesi gli ultimi miliardi per la ristrutturazione di alcuni impianti e furono fatte le ultime assunzioni;
l'attività estrattiva dell'Italkali è durata fino al 1992 quando la magistratura decretò il fermo produttivo dell'impianto perché andava ad inquinare i fiumi Salso, Morello e il Salato. Poi la miniera rimase abbandonata, e nel 1996 l'ente minerario siciliano aveva provveduto alla saldatura definitiva delle porte di accesso al sotterraneo che ora la Digos potrebbe riaprire per accertare la presenza di rifiuti speciali;
risultano ancora secretati gli atti che negli anni la procura di Caltanissetta ha acquisito -:
di quali informazioni disponga il Governo in merito alla presenza di rifiuti contaminati nell'ex miniera di sali potassici di Pasquasia.
(4-11414)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
la vigente normativa in materia di protezione del diritto d'autore fatica a

conciliarsi con le nuove realtà determinate dallo sviluppo tecnologico e dalla diffusione delle moderne forme di fruizione dei contenuti multimediali;
l'argomento è stato oggetto anche della direttiva 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione, che, al considerando n. 31, ha ribadito la necessità di un giusto equilibrio tra le pretese dei titolari dei diritti e quelle degli utenti dei materiali protetti; alla citata direttiva è seguita nel 2008 l'adozione di un libro verde da parte della Commissione europea dal titolo «Il diritto d'autore nell'economia della conoscenza», al fine di promuovere un dibattito sui migliori mezzi per assicurare la diffusione on-line delle conoscenze per la ricerca, la scienza e l'istruzione;
sono all'esame delle due Camere alcune proposte di legge di iniziativa parlamentare che, in termini diversi, mirano a modificare tale normativa (C. 185, 1506, 1575, 2427, 2525; S. 590, 1757);
alla luce di quanto già esposto, si considera necessario ed urgente un esame delle succitate proposte di legge al fine di realizzare quanto prima una organica riforma della materia che tenga conto delle esigenze poste dal progresso e della necessità di non contrastare il naturale percorso di evoluzione dei costumi degli utenti;
con delibera n. 668/10/CONS del 17 dicembre 2010, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avviato una «Consultazione pubblica su lineamenti di provvedimento concernente l'esercizio delle competenze dell'Autorità nell'attività di tutela del diritto d'autore sulle reti di comunicazione elettronica»;
la legge vigente attribuisce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni alcune circoscritte competenze in materia di tutela del diritto d'autore e, in particolare, quelle previste dall'articolo 182-bis della legge 22 aprile 1941, n. 633, introdotto dalla legge 18 agosto 2000, n. 248, e successivamente più volte modificato ed integrato;
l'allegato «B» alla menzionata delibera contiene «lineamenti di provvedimento» su cui si è avviata la consultazione pubblica;
all'interno di tali «lineamenti» sono ipotizzate, tra le altre cose, nuove modalità di contrasto alla pirateria che lascerebbero alla discrezionalità dell'Autorità la decisione in merito all'inibizione del sito web «i cui server siano localizzati al di fuori dei confini nazionali»;
la tutela costituzionale che garantisce la libertà di comunicazione e di manifestazione del pensiero impone quantomeno una riflessione sull'opportunità e la legittimità di affidare ad un ente amministrativo, e non all'autorità giudiziaria, una tale prerogativa;
anche alla luce dell'interesse che l'opinione pubblica ha dimostrato di nutrire nei confronti della questione, è opportuno che sull'intera materia vi sia una riflessione di carattere generale volta a valutare ogni singola questione nel contesto della già invocata riforma del diritto d'autore;
in quella sede, peraltro, potranno essere utilmente valutati, secondo le procedure prescritte, tutti gli eventuali apporti e le eventuali valutazioni delle autorità coinvolte -:
se il Governo non ritenga di assumere adeguate iniziative, anche di carattere normativo, al fine di pervenire rapidamente alla revisione della disciplina del diritto d'autore.
(2-01022)
«Cassinelli, Della Vedova, Abrignani, Ascierto, Baccini, Bergamini, Bernini Bovicelli, Biasotti, Castiello, Ceccacci Rubino, Ciccioli, Costa, Di Caterina, Di Centa, Distaso, Faenzi, Gregorio Fontana, Frassinetti, La Loggia, Laboccetta, Landolfi, Malgieri, Mannucci, Marinello, Muro, Nicolucci, Orsini, Paniz, Papa, Massimo Parisi, Pecorella, Pescante, Paolo Russo, Savino, Taddei, Zacchera, Scandroglio, Palmieri, Bonino, Garofalo, Concia, Calearo Ciman, Torrisi, Vitali, Chiappori, Pianetta, Rao, De Biasi».

DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
diversi articoli di stampa hanno riportato la notizia, negli ultimi giorni, dell'inchiesta che la procura di Lanusei (Ogliastra) sta conducendo in merito alla presenza di armamenti contenenti uranio impoverito nel poligono di Quirra;
nell'ambito di tale indagine è stata richiesta l'acquisizione di documenti presso lo stabilimento militare per il munizionamento terrestre (Smmt) di Baiano (Spoleto) per verificare, a quanto è dato sapere, «la documentazione sulle armi e sulle esercitazioni svolte»;
pare certo che, tra il 2004 e il 2005, una partita di munizioni di produzione israeliana, colpi anticarro del tipo DM-33, sia transitata per lo stabilimento di Baiano e sia stata smontata e lavorata dagli operai, molti dei quali hanno avuto un contatto tattile diretto con le punte di questi DM-33. Pare esclusa, comunque, qualsiasi esplosione o esercitazione con tali colpi;
i cittadini di Baiano e dei Paesi confinanti, i lavoratori dello stabilimento e le organizzazioni sindacali e il sindaco di Spoleto hanno espresso in questi giorni la loro profonda preoccupazione e chiedono di avere al più presto chiarimenti e risposte certe su quanto avvenuto al Smmt -:
se non ritenga di verificare tempestivamente quali siano le caratteristiche delle munizioni transitate nello stabilimento militare di Baiano, al fine di fare chiarezza e fornire rassicurazioni precise ai lavoratori dello stesso stabilimento e alle popolazioni limitrofe.
(5-04472)

Interrogazioni a risposta scritta:

TIDEI. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
alla precedente interrogazione parlamentare, (n. 4-10341) presentata dal sottoscritto, circa la convenzione con il comune di Roma per il stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti della capitale all'interno dell'area (CeTLI) NBC, situato tra i comuni di Civitavecchia e Allumiere non è mai stata data risposta;
secondo recenti notizie di stampa, è stata confermata la realizzazione di una «cittadella dei rifiuti» ad Allumiere, alternativa all'attuale discarica di Malagrotta - dichiarata esaurita - come prevede il protocollo di intesa firmato tra il sindaco Gianni Alemanno e il Ministro della difesa Ignazio La Russa;
nel documento, che porta la data 13 dicembre 2010, viene individuato un polo integrato per lo smaltimento, il trattamento e il recupero dei rifiuti, compresi importanti impianti di trattamento e un gassificatore nel comune di Allumiere;
Allumiere si trova in una Zps (Zona di protezione speciale) che è un'area naturale protetta e istituita in base alla direttiva 79/409/Cee;
stando all'ultimo rapporto regionale del 2010 tra gli uomini si è avuto un incremento di malattie polmonari croniche e un aumento di decesso per tutti i

tumori, in particolare per il polmonare, della pleura e del tessuto linfoematopoietico;
tra le donne è stato osservato un eccesso di persone ricoverate per tumore alla mammella;
la possibilità che l'arsenico nei rifiuti possa infiltrare le falde acquifere di un territorio, dove sono state continuamente richieste deroghe per l'arsenico stesso nell'acqua potabile che implementa l'aumento di diabete e malattie tumorali, costituisce un ulteriore valido motivo per evitare di innescare questa bomba ecologica -:
se il Governo non intenda assumere iniziative in ordine alla sottoscrizione di questo accordo che, ad avviso dell'interrogante, mina gravemente la salute psico-fisica, sociale e provoca danni irreparabili, anche a livello turistico ed economico, al comune di Allumiere e a tutto il territorio di Civitavecchia.
(4-11394)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 17 marzo 2011 il consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione n. 1973; la legge 11 dicembre 1962, n. 1746, ha esteso al personale militare che per conto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite abbia prestato o presti servizio in zone di intervento i benefici previsti dalle norme in favore dei combattenti. Le zone di intervento sono indicate con apposite determinazioni dello Stato Maggiore della difesa -:
se il Ministro intenda impartire le necessarie disposizioni affinché al personale militare impiegato nelle operazioni direttamente o indirettamente connesse l'attuazione della risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in premessa siano riconosciuti benefici previsti dalle norme in favore dei combattenti, in caso contrario quali siano le motivazioni.
(4-11408)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 13 giugno 2005, il giudice dell'udienza preliminare (GUP) di Milano, dottor Andrea Pellegrino, al termine dell'udienza preliminare dispose il rinvio a giudizio nei confronti del generale Giampaolo Ganzer, anche per taluni dei delitti espressamente previsti dall'articolo 3, comma 1, della legge 27 marzo 2001, n. 97;
l'articolo 3 citato prevede l'obbligo per l'amministrazione di appartenenza di trasferire il dipendente rinviato a giudizio, per alcuni dei delitti previsti dagli articoli 314, primo comma, 317, 318, 319, 319-ter e 320 del codice penale, ad un ufficio diverso da quello in cui prestava servizio al momento del fatto, con attribuzione di funzioni corrispondenti e, qualora in ragione della qualifica rivestita, ovvero per obiettivi motivi organizzativi, non sia possibile attuare il trasferimento di ufficio, il dipendente è posto in posizione di aspettativa o di disponibilità;
con la sentenza n. 8255/10 del 12 luglio 2010 il Tribunale ordinario di Milano, VIII Sezione penale, depositata il 27 dicembre 2010, il generale Ganzer «viene condannato alla pena di anni 14 di reclusione ed euro 65.000,00 di multa così determinata: ritenuta la continuazione, pena base per il reato più grave da individuarsi nella contestazione di cui al capo F1 (operazione Cobra) anni 7 e mesi 6 di reclusione ed euro 30.000,00 di multa, aumentata per l'aggravante dell'ingente quantitativo (articolo 80, comma secondo del decreto del Presidente della Repubblica n. 309/90) di anni 4 di reclusione ed euro 20.000,00 di multa per complessivi anni 11 e mesi 6 di reclusione ed euro 50.000,00 di multa, ulteriormente aumentata per la continuazione implicata dal reato rubricato al capo G1 (operazione Cedro Uno) di anni 2 e mesi 6 di reclusione

ed euro 15.000,00 di multa per complessivi anni 14 di reclusione ed euro 65.000,00 di multa. Nei confronti di Ganzer Giampaolo viene pronunciata declaratoria di improcedibilità con riferimento ai reati a lui ascritti ai capi C1 (limitatamente alle armi nell'ambito dell'operazione Lido), C2 e C3 (reati di peculato e falso nell'operazione Lido) D1 e D2 (operazione Shipping), F2 (reato di falso nell'operazione Cobra), G2 e G3 (reati di peculato e falso nell'operazione Cedro Uno) perché estinti per intervenuta prescrizione. Ganzer Giampaolo viene assolto dai reati a lui ascritti al capo A, perché il fatto non sussiste, e al capo C1 (importazione di hashish nell'operazione Lido), per non aver commesso il fatto. Seguono l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e l'interdizione legale durante l'espiazione della pena.» -:
se e quando l'amministrazione militare sia venuta a conoscenza del provvedimento emesso dal giudice dell'udienza preliminare di Milano nei confronti del generale Ganzer, quali siano stati i conseguenti provvedimenti adottati, a chi e con quali motivazioni;
se il generale Ganzer dalla data di rinvio a giudizio abbia ricoperto sempre il medesimo incarico e in tal caso quali siano le ragioni che abbiano impedito la corretta applicazione dell'articolo 3 in premessa;
se e quando l'amministrazione militare sia venuta a conoscenza della sentenza di condanna nei confronti del generale Ganzer, quali siano stati i conseguenti provvedimenti adottati, da chi e con quali motivazioni;
se il Ministro interrogato non ritenga di dover sollecitare l'autorità militare competente a disporre l'immediato trasferimento ad altro ufficio/incarico del generale Giampaolo Ganzer, in caso contrario quali le motivazioni.
(4-11410)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
entro il 31 marzo 2011 i proprietari di immobili oggetto di lavori di riqualificazione energetica iniziati nel 2010 e non ancora ultimati, potranno comunicare all'Agenzia delle entrate le spese sostenute nel 2010;
tra pochi giorni scadrà il termine per presentare la comunicazione per i lavori che danno diritto alla detrazione del 55 per cento, il cosidetto «bonus energia», avviati negli ultimi due anni e non ultimati entro il 31 dicembre 2010;
la comunicazione dovrà essere trasmessa, infatti, all'Agenzia delle entrate entro il prossimo 31 marzo, indicando le spese sostenute nel 2010, se i lavori non sono terminati entro il 31 dicembre scorso;
si ricorda che l'invio non va effettuato né se gli interventi sono stati avviati e conclusi nello stesso periodo d'imposta, né con riferimento ai periodi d'imposta in cui non sono state sostenute spese -:
a quanto ammonti l'importo complessivo detratto dai proprietari di immobili, il così detto «bonus energia», oggetto di lavori di riqualificazione energetica.
(4-11387)

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate del 17 gennaio 2011, è stato approvato in via definitiva il

modello di comunicazione dati Iva per il periodo d'imposta 2010 con le relative istruzioni;
è stata introdotta la novità riguardante prevalentemente le istruzioni al modello di comunicazione, adeguate a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 18 del 2010 che ha modificato le principali fonti normative di riferimento;
la comunicazione dati Iva è stata introdotta per ovviare al mancato rispetto di un obbligo comunitario, che impone di presentare la dichiarazione Iva entro due mesi dalla scadenza di ogni periodo fiscale, quindi entro il mese di febbraio;
la normativa italiana, infatti, prevede diversamente, consentendo che la dichiarazione Iva possa essere trasmessa entro il 30 settembre;
per porre rimedio alla violazione della normativa comunitaria, il legislatore italiano ha istituito pertanto l'ulteriore obbligo, a carico dei contribuenti, di presentare la comunicazione dati Iva entro il mese di febbraio;
la funzione della comunicazione Iva è quella di quantificare le risorse proprie che ogni Stato membro deve versare al bilancio comunitario. Essa non ha natura dichiarativa e non ha lo scopo di determinare l'imposta dovuta, elementi propri invece della dichiarazione Iva;
con la comunicazione dati Iva, il contribuente comunica i dati contabili riepilogativi delle operazioni effettuate nell'anno solare precedente a quello di presentazione;
l'obbligo riguarda in generale i soggetti titolari di partita IVA, tranne alcune eccezioni. Si tratta di un adempimento annuale: la comunicazione, infatti, deve essere trasmessa telematicamente ogni anno, entro il mese di febbraio. Quest'anno, pertanto, la scadenza è prevista per il 28 febbraio 2011;
sono obbligati alla presentazione della comunicazione annuale dati IVA tutti i titolari di partita IVA tenuti alla presentazione della dichiarazione annuale IVA, indipendentemente dal fatto che nel 2010 abbiano effettuato o meno operazioni imponibili ovvero fossero tenuti alla liquidazione periodica dell'imposta;
sono, invece, esonerati:
i contribuenti che per il 2010 non sono obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale IVA e cioè:
a) i soggetti titolari di partita Iva che per l'anno 2010 abbiano effettuato esclusivamente operazioni esenti;
b) i produttori agricoli che nel 2010 hanno realizzato un volume d'affari non superiore a 7.000 Euro;
c) gli esercenti attività di organizzazione di giochi e intrattenimenti che non hanno optato per l'applicazione dell'IVA nei modi ordinari;
d) le imprese individuali che hanno dato in affitto l'unica azienda e non esercitano altra attività rilevante ai fini IVA (nel 2010);
e) i soggetti passivi d'imposta, residenti in altri Stati membri della Comunità europea, nell'ipotesi prevista dall'articolo 44, comma 3, del decreto-legge n. 331 del 1993, qualora abbiano effettuato nell'anno d'imposta solo operazioni non imponibili, esenti, non soggette o comunque senza obbligo di pagamento dell'imposta;
f) i soggetti che hanno esercitato l'opzione per l'applicazione delle disposizioni recate dalla legge n. 398 del 1991 (regime speciale delle associazioni sportive dilettantistiche) esonerati da tutti gli adempimenti IVA per tutti i proventi conseguiti nell'esercizio di attività commerciali connesse agli scopi istituzionali;
g) i soggetti domiciliati o residenti fuori dalla Comunità europea, non identificati in ambito comunitario, che si sono identificati ai fini IVA in Italia per l'assolvimento degli adempimenti relativi ai servizi resi tramite mezzi elettronici a

committenti non soggetti passivi d'imposta domiciliati o residenti in Italia o in altro Stato membro;
i soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, ossia:
a) gli organi e le amministrazioni dello Stato;
b) i comuni;
c) i consorzi tra enti locali;
d) le associazioni e gli enti gestori di demani collettivi;
e) le comunità montane;
f) le province e le regioni;
g) gli enti pubblici che svolgono funzioni statali, previdenziali, assistenziali e sanitarie, comprese le aziende sanitarie locali;
i soggetti sottoposti a procedure concorsuali;
le persone fisiche che nel 2010 hanno avuto un volume d'affari minore o uguale a 25.000 euro anche se tenuti alla presentazione della dichiarazione annuale;
i contribuenti che si avvalgono del regime dei minimi;
i contribuenti che presentano la dichiarazione annuale Iva entro il 28 febbraio -:
se il decreto-legge n. 78 del 2009, prevedendo la possibilità di presentare la dichiarazione iva autonoma entro febbraio, esenti dall'obbligo di comunicazione dei dati Iva anche i soggetti obbligati alla presentazione della dichiarazione Iva unificata che intendono utilizzare in compensazione il credito Iva annuale per importi superiori a 10.000 euro;
se tali soggetti potranno utilizzare in compensazione il credito Iva già a partire dal 16 marzo, senza dover attendere il 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione iva annuale posto che se fosse vera l'ipotesi suddetta, si creerebbe una disparità di trattamento tra i soggetti che avendo un credito Iva possono trasmettere la dichiarazione Iva in via autonoma ed essere esonerati dalla comunicazione dati Iva e coloro che, invece, avendo un debito d'imposta, non possono usufruire di tale agevolazione;
quali iniziative urgenti intenda porre in essere per ovviare alle discrasie insite nelle fonti normative citate.
(4-11396)

LUSSANA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la commissione tributaria provinciale di Bergamo si trova costretta a lavorare con notevoli carenze di organico, con il rischio di pesanti ricadute in termini di possibilità di amministrare la giustizia tributaria e di intasare una giustizia che fino ad oggi è sempre stata più rapida ed efficiente rispetto alla giurisdizione ordinaria;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 11 aprile 2008, nell'ambito di un generale progetto di rielaborazione degli organici delle commissioni tributarie provinciali e regionali basato sul dato contingente del «flusso medio dei processi relativi agli anni 2006 e 2007», ma non sul dato qualitativo della litigiosità e sulla oggettiva potenzialità dei bacini di utenza, è pervenuto ad una distribuzione delle sezioni così ripartita per regioni: 1) Campania n. 107 (abitanti 5.824.000), 2) Sicilia n. 91 (abitanti 5.042.000), 3) Lazio n. 70 (abitanti 5.681.000), 4) Lombardia n. 55 (abitanti 9.826.000), - 5) Calabria n. 40 (abitanti 2.009.000), 6) Puglia n. 30 (abitanti 4.084.000), 7) Emilia Romagna n. 23 (abitanti 4.395.000), 8) Veneto n. 22 (abitanti 4.912.000), eccetera;
per effetto di tale rielaborazione è stata sancita la riduzione dell'organico della commissione provinciale di Bergamo da 12 a 3 sezioni e quindi dei componenti da 72 a 18;
tale riduzione è, per altro, progressivamente già in corso per effetto del

naturale esodo dovuto a raggiunti limiti d'età (75 anni), a dimissioni e ad altre cause;
infatti, attualmente, non essendovi state nuove immissioni, l'organico della commissione consta di 36 magistrati (età media 64 anni), di cui 7 sono presidenti, 6 sono vice presidenti e 23 rivestono la funzione di giudice;
pertanto, allo stato dell'organico, ciascuna delle residue 7 sezioni (5 sezioni sono state abolite) è costituita di cinque membri soltanto, in luogo dei sei previsti dal decreto legislativo n. 545 del 1992, anche se, alla fine del corrente anno, la Commissione consterà, per effetto di altre due automatiche decadenze dovute al limite dell'età, e salvo ulteriori defezioni per altra causa, di 34 magistrati;
la riduzione delle sezioni a 3 disposta dal decreto ministeriale citato, si rivela del tutto irrazionale e sicuramente foriera di grave pregiudizio per la giustizia tributaria della commissione provinciale di Bergamo sulla base del flusso medio di processi in un certo biennio, in quanto, privilegiando soltanto lo quantità e non anche lo qualità e complessità delle controversie sottoposte ai giudici e trascurando il dato oggettivo della potenzialità economica dei bacini di utenza, finisce per penalizzare realtà industriali e commerciali che, come quella bergamasca, risultano attualmente meno propense ad alimentare lo litigiosità di tipo bagattellare;
con riguardo alla situazione attuale risultante dall'organico ormai più che dimezzato, occorre rilevare che i giudici tributari operano a tempo parziale per la commissione, dove oltretutto non dispongono di alcun ufficio e/o strumento di lavoro - e che, eccettuati alcuni membri pensionati, gli altri dedicano prevalentemente il loro tempo ad attività lavorative diverse, quali la funzione giurisdizionale ordinaria o l'esercizio di attività professionale o impiegatizia, visto anche l'esiguo compenso percepito;
va inoltre sottolineato che per tutte le ordinanze emesse in materia di sospensione della esecuzione in base all'articolo 47 del decreto legislativo n. 546 del 1992 non è previsto alcun compenso;
a quest'ultimo proposito, è necessario rammentare che, per effetto dell'articolo 29 del decreto-legge n. 78 del 2010 convertito con modificazioni dalla legge n. 122 del 2010, gli avvisi di accertamento notificati a partire dal 1o luglio 2011, ancorché tempestivamente impugnati dal contribuente, sono esecutivi in via provvisoria nei limiti degli importi stabiliti dall'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973;
nell'attuale situazione di progressivo e già avanzato depauperamento dell'organico diverrà impossibile fronteggiare tempestivamente il nuovo afflusso di richieste di provvedimenti urgenti provocato dall'inevitabile moltiplicazione delle istanze di sospensione della esecuzione che i contribuenti saranno comprensibilmente indotti a presentare unitamente al ricorso;
in merito, basta notare a tal riguardo che la commissione tributaria provinciale di Bergamo ultimamente non è stata più in grado di smaltire in via ordinaria un numero di ricorsi quanto meno pari a quello dei ricorsi pervenuti, come testimoniato dai dati statistici relativi ai flussi dei procedimenti;
pertanto, senza la immissione di nuovi giudici, sarà ineluttabile la conseguenza che nell'immediato futuro, per effetto della progressiva riduzione del numero delle sezioni, causata dal naturale esodo dei giudici e favorita dalla previsione ministeriale, i tempi di trattazione e definizione dei procedimenti tributari diventino sempre più lunghi e prossimi a quelli smisurati della giustizia civile;
da ultimo va evidenziato che anche l'organico del personale di segreteria risulta particolarmente esiguo, appena sufficiente a far fronte, non senza difficoltà, al normale svolgimento della attività giurisdizionale che, per necessità, è stata ridotta a due udienze mensili per ogni sezione;

in base a quanto riportato è doveroso ritenere che, per un accettabile funzionamento della commissione, quale risulta organizzata in base al vigente ordinamento (decreto legislativo n. 545 del 1992), siano indispensabili almeno otto sezioni a pieno organico, ovvero composte da sei membri -:
quali utili iniziative di competenza intendano adottare per rimediare all'esiguità del personale della commissione tributaria provinciale di Bergamo, razionalmente inspiegabile in rapporto ai pletorici organici di altre commissioni provinciali dotate di analogo numero di sezioni e operanti in realtà locali sicuramente meno attive sotto il profilo industriale e commerciale.
(4-11404)

STUCCHI, PIROVANO, CONSIGLIO e VANALLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Decreto Ministeriale dell'economia e delle finanze dell'11 aprile 2008, nell'ambito di un generale progetto di rielaborazione degli organici delle commissioni tributarie provinciali e regionali, ha previsto una redistribuzione delle sezioni, per regioni, basata sul contingente del «flusso medio dei processi relativi agli anni 2006 e 2007», così ripartita:
Campania n. 107 sezioni (abitanti 5.824.000)/ Sicilia n. 91 sezioni (ab. 5.042.000)/ Lazio n. 70 sezioni (ab. 5.681.000)/ Lombardia n. 55 sezioni (ab. 9.826.000)/ Calabria n. 40 sez. (ab. 2.009.000)/ Puglia n. 30 sezioni (ab. 4.084.000)/ Emilia Romagna n. 23 sezioni (ab. 4.395.000)/ Veneto n. 22 (ab. 4.912.000)/ e altro;
per effetto di tale rielaborazione è stata sancita la riduzione delle sezioni della commissione provinciale di Bergamo da 12 a 3, nonché una massiccia riduzione dell'organico di personale, sottodotando le sezioni costituite da cinque membri soltanto, in luogo dei sei previsti dal decreto legislativo n. 545 del 1992;
tali redistribuzioni penalizzano le realtà industriali e commerciali, come quella bergamasca, che risultano meno propense ad alimentare la litigiosità «bagattellare», e non tengono conto della «qualità» e della complessità delle controversie sottoposte ai giudici, ma soltanto del dato generico della «quantità»;
i giudici tributari, che percepiscono tra l'altro esigui compensi, operano a tempo dimezzato, in quanto si dedicano prevalentemente ad attività relative alla funzione giurisdizionale ordinaria, all'esercizio di attività professionali ed impiegatizie -:
se si intenda provvedere ad una verifica di quanto esposto, al fine di poter valutare l'opportunità di prevedere una redistribuzione nella provincia di Bergamo delle sezioni delle commissioni tributarie provinciali, dotandole di un adeguato organico, al fine di evitare che i tempi di trattazione e definizione dei procedimenti tributari divengano sempre più lunghi, con gravi ripercussioni per i cittadini bergamaschi.
(4-11412)

BORGHESI, CAMBURSANO, PALADINI e ANIELLO FORMISANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
a decorrere dal 1o gennaio 2007, il trattamento di fine rapporto che matura da tale data e che i lavoratori di aziende con almeno 50 dipendenti decidono di mantenere presso il datore di lavoro e di non destinare a forme di previdenza complementare viene gestito da un apposito fondo istituito presso l'Inps;
nelle aziende con almeno 50 dipendenti, anche nel caso in cui il lavoratore non aderisca alla previdenza complementare, il datore perde di fatto la disponibilità di tali quote dovendole conferire ad un apposito fondo (cosiddetto fondo tesoreria) istituito dalla legge n. 296 del 2006 presso la tesoreria dello Stato e gestito

dall'Inps. Il fondo tesoreria eroga le prestazioni secondo le modalità previste dall'articolo 2120 del codice civile;
per ottenere il trattamento di fine rapporto il lavoratore deve presentare un'unica domanda al datore di lavoro che ne provvede alla liquidazione in misura integrale. Il datore riscatta quanto anticipato attraverso conguaglio delle quote di trattamento di fine rapporto da versare al fondo tesoreria e, in caso di incapienza, dei contributi dovuti all'Inps;
l'articolo 1, comma 758, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), ha stabilito che le risorse del Fondo (costituite dal trattamento di fine rapporto inerente alle aziende con dipendenti superiori a 50), siano destinate, nei limiti degli importi di cui all'elenco 1 (annesso alla medesima legge), al finanziamento dei relativi interventi. Tutti questi interventi riguardano spese in conto capitale;
la Corte dei conti ha depositato il 2 marzo 2011 la deliberazione n. 1/2011/G in merito all'utilizzazione del trattamento di fine rapporto da parte dell'amministrazione statale per quanto concerne il trattamento di fine rapporto gestito dall'apposito fondo istituito presso l'Inps;
la Corte dei conti aveva già denunciato, con precedente delibera n. 2/2010/G, un utilizzo improprio del trattamento di fine rapporto dei lavoratori dipendenti privati da parte delle amministrazioni statali. Il Ministero dell'interno ha provveduto a rimuovere le patologie accertate in quella sede: nel triennio 2010-2012 nessun capitolo di spesa corrente sarà più finanziato con quote di trattamento di fine rapporto, prelevato dall'apposito fondo Inps;
nel prelievo e nella gestione complessiva delle risorse del fondo trattamento di fine rapporto sono emersi, tuttavia, profili critici ulteriori e più vasti di quelli rappresentati nella precedente delibera. Essi riguardano essenzialmente il rispetto del vincolo di destinazione delle somme versate dai lavoratori e dai datori di lavoro, la corretta determinazione degli stanziamenti di bilancio e i profili economici complessivi dell'operazione;
gli accertamenti compiuti dalla Corte dei conti consentono di affermare che l'amministrazione statale non sta predisponendo alcun meccanismo di reintegrazione del fondo trattamento di fine rapporto gestito dall'Inps, in relazione alle somme già prelevate per il triennio 2007-2009 e per quelle dell'anno in corso. Anzi, il contestato meccanismo risulta confermato almeno fino allo scadere del decennio dalla sua introduzione: a fronte di somme ad oggi prelevate pari a 15,86 miliardi di euro, sono previsti introiti di analoga natura fino a raggiungere, a tale scadenza, i 30 miliardi complessivi;
secondo la Corte dei conti un simile prelievo, senza il correlato onere di ricostituzione del fondo, costituisce un'operazione di natura espropriativa senza indennizzo o comunque di prelievo fiscale indiretto nei confronti delle categorie interessate a versamenti finalizzati a scopi ben diversi dal sostegno alla finanza pubblica;
la Corte contesta, peraltro, anche il preteso andamento attivo della gestione previdenziale interessata al prelievo: infatti i dati finanziari relativi si basano sul mero andamento di cassa di alcune particolari situazioni riguardanti le aziende con più di 50 dipendenti, senza tenere alcun conto delle loro caratteristiche, delle loro dimensioni e delle situazioni inerenti alle altre tipologie di contribuzione della stessa natura. Non risultano, invece, censimenti di dati fondamentali quali la tipologia delle aziende, dei lavori, dei lavoratori, della mobilità e di altri fattori indispensabili per ipotizzare un trend economico affidabile. In tal senso non appare corretto o, comunque attendibile, estrapolare da un cosi complesso scenario situazioni nelle quali l'andamento contabile positivo dipende da semplice diacronia tra il momento del versamento dei contributi e quello della maturazione delle prestazioni;

sotto il profilo degli equilibri di bilancio, la carenza dei dati istruttori e la sottovalutazione di importanti fattori di criticità è idonea a creare squilibri nel tempo, dei quali potrebbero fare le spese i futuri contribuenti e percettori delle prestazioni;
per quanto riguarda l'aspetto contabile, si è potuto accertare l'assenza di riepiloghi consuntivi inerenti all'utilizzazione delle somme acquisite dallo Stato: a fronte della definitiva quantificazione delle entrate incamerate - infatti - non corrisponde analoga correlata elaborazione degli impieghi per i singoli obiettivi di spesa del triennio 2007-2009. A partire dal 2010, inoltre, sulla base della legislazione sopravveniente e della concreta attuazione della stessa sembra cessare l'impiego ad investimenti delle somme prelevate. Infatti - denuncia la Corte - non è stato specificato alcun capitolo di spesa alimentato dal prelievo: a seguito di tale fenomeno può concludersi che il prelievo stesso diviene un'entrata indifferenziata dello Stato senza alcun vincolo di destinazione e senza l'istituzione di correlate poste passive, destinate alla reintegrazione del fondo;
detta pratica potrebbe pregiudicare i futuri equilibri di bilancio e creare problemi di equità intergenerazionale a danno dei futuri contribuenti e percettori dei servizi;
viene ritenuto dal Governo - sempre secondo la magistratura contabile - che il saldo finanziario temporaneamente attivo possa essere acquisito al bilancio dello Stato senza ricostituire la dotazione del Fondo, mettendosi in tal modo in atto un meccanismo ai confini tra la natura espropriativa e fiscalmente indiretta -:
come il Governo intenda rispondere alle richiamate osservazioni della Corte dei conti ai sensi e per gli effetti dell'articolo 3, comma 6, della legge n. 20 del 1994;
se intenda prevedere meccanismi di ricostituzione del fondo per evitare effetti ablativi nei confronti dei lavoratori dipendenti interessati;
quale sia l'esatta quantificazione di quanto prelevato dal fondo di gestione citato e se non ritiene di dover fornire un riepilogo consuntivo dell'utilizzazione delle somme acquisite dallo Stato correlato alle risorse effettivamente introitate;
se non ritenga che le criticità e le problematiche non risolte richiamate in premessa evidenzino l'opportunità di un perfezionamento normativo della fattispecie, maggiormente in sintonia con i princìpi di tutela del vincolo di destinazione del Fondo e di una attuazione più attenta agli equilibri economici di bilancio concepiti in riferimento ad un arco poliennale, anziché come sommatoria di saldi finanziari annuali.
(4-11413)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

BOSI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i criteri di valutazione del personale dell'amministrazione giudiziaria, oltre a rappresentare una componente essenziale del rapporto di lavoro dei dipendenti, è finalizzata a valorizzare le competenze e le capacità di sviluppo professionale degli stessi, nonché a verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, nell'ambito delle relazioni sindacali;
tali criteri prevedono anche che vi sia una individuazione preventiva degli obiettivi da conseguire, delle prestazioni attese e dei relativi criteri di valutazione;
vengono altresì previste verifiche periodiche, su iniziativa del dirigente, volte a valutare il conseguimento degli obiettivi, l'andamento delle prestazioni e gli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni. Di tali verifiche potrà, peraltro, essere redatto, congiuntamente al dipendente interessato, un verbale sintetico;

infine si prevede una verifica finale, con la motivazione della valutazione dei risultati conseguiti nonché oggettività delle metodologie, trasparenza e pubblicità dei criteri usati e dei risultati e partecipazione dei valutati al procedimento, ed un contraddittorio in caso di valutazione non positiva, da realizzarsi in tempi certi e congrui, anche con l'assistenza di un rappresentante sindacale;
il decreto legislativo n. 150 del 2009 (cosiddetta Brunetta) del 27 ottobre 2009, all'articolo 3, stabilisce che: «Le amministrazioni pubbliche adottino modalità e strumenti di comunicazione che garantiscano la massima trasparenza delle informazioni concernenti le misurazioni e le valutazioni della performance» mentre all'articolo 5 dispone che «Gli obiettivi siano programmati su base triennale e definiti prima dell'inizio del rispettivo esercizio» -:
se i valutatori si siano attenuti a quanto stabilito dai criteri di valutazione del personale dell'amministrazione giudiziaria e dal decreto «Brunetta», con particolare riguardo:
a) alla preventiva individuazione degli obiettivi;
b) alla motivazione della valutazione dei risultati conseguiti;
c) alla trasparenza e alla pubblicità per i criteri di valutazione utilizzati;
d) alla partecipazione dei lavoratori al procedimento di valutazione;
se tutti i valutatori abbiano considerato l'impegno eccezionale dei lavoratori dell'amministrazione della giustizia, premessa dell'ipotesi-accordo del 30 luglio 2010;
se tutti i dirigenti amministrativi che hanno provveduto a dare la valutazione per gli anni 2008 e 2009 fossero effettivamente in servizio nella sede in cui hanno provveduto a dare il giudizio di valutazione;
se il personale valutato per gli anni 2008 e 2009 fosse effettivamente in servizio presso la sede in cui è stato valutato;
se per l'anno 2011 tutti i dirigenti responsabili degli uffici abbiano provveduto a formulare proposte di progetti-obiettivo dandone pubblicità negli uffici;
se, in particolare, tutto ciò è avvenuto da parte dei funzionari della corte di appello di Firenze.
(3-01547)

Interrogazioni a risposta scritta:

PES. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 19 febbraio del 1998 n. 51 «Norme in materia di istituzione del giudice unico di primo grado» ha riformato, nella tabella A e tabella B la geografia giudiziaria, modificando l'assetto territoriale degli uffici giudiziari;
la suddivisione delle circoscrizioni giudiziarie nelle sue linee essenziali è rimasto ad oggi sostanzialmente invariato nonostante si siano modificate nel corso degli anni alcune situazioni territoriali e locali;
la ridefinizione dei confini territoriali degli uffici giudiziari è un passo fondamentale per l'efficienza del sistema giudiziario;
la regione Sardegna nel 1998, anno della riforma, era composta da quattro province: Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano; a queste si sono aggiunte le province di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Ogliastra, Olbia-Tempio;
nella provincia di Nuoro è incardinato il tribunale ordinario di Nuoro e le sezioni distaccate del tribunale di Oristano ubicate a Macomer e Sorgono;
all'interno del circondario di Nuoro sono operativi le sedi degli uffici del Giudice di pace a Siniscola, Nuoro, Bitti, Dorgali, Orani, Gavoi, Sorgono e Macomer;

nell'ufficio giudiziario di Sorgano è operativa la sezione distaccata del tribunale di Oristano ed il giudice di pace;
ricadono nella competenza dell'ufficio giudiziario di Sorgono i paesi del Mandrolisai (in provincia di Nuoro) ed alcuni paesi della provincia di Oristano;
si tratta di un ufficio giudiziario che ha una buona funzionalità per quanto riguarda il personale di cancelleria ma che soffre il fatto che da diversi anni non è presente in sede nessun giudice;
i magistrati, dal tribunale di Oristano, si recano all'ufficio giudiziario di Sorgono nella sola giornata in cui si svolgono le udienza civili e penali;
l'ufficio giudiziario di Sorgono potrebbe essere molto importante per la provincia di Nuoro, poiché il carico di lavoro ha tutte le caratteristiche compatibili con l'esigenza di una giustizia tempestiva;
allargare le competenze territoriali del tribunale di Sorgono ai paesi della Barbagia, allevierebbe, tra l'altro, il carico di lavoro del tribunale di Nuoro -:
se non ritenga opportuno ridefinire i confini territoriali degli uffici giudiziari a fronte anche di nuove situazioni territoriali e locali che negli anni sono modificate.
(4-11392)

DI PIETRO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
risulta allo scrivente che il signor Renato Vallanzasca, persona attualmente detenuta presso la casa circondariale di Bollate (Milano) è incorso in diverse infrazioni;
il detenuto non manifesta un costante senso di responsabilità e correttezza nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria, rispetto ai quali assume un comportamento ed un linguaggio irrispettoso ed ostile;
il signor Vallanzasca, a quanto consta all'interrogante, sembra assumere un atteggiamento mirato a suggerire e/o incentivare gesti di vassallaggio da parte degli altri detenuti, con evidente pericolo per l'ordine e la sicurezza del reparto;
al detenuto Vallanzasca, sono state contestate le numerose violazioni delle prescrizioni sottese alla concessione del programma di ammissione al lavoro all'esterno ex articolo n. 21 ordinamento penitenziario -:
quali iniziative si intendano intraprendere per garantire che il signor Vallanzasca, al pari degli altri detenuti, rispetti le «Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà personale».
(4-11405)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

LORENZIN. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la stazione FR1 di Muratella, vive una situazione di gravissimo degrado, denunciata sia dagli abitanti della zona sia da chi si reca quotidianamente a prendere il treno;
nella stazione non è presente alcun servizio di biglietteria, neanche automatica, e i passeggeri sono costretti a recarsi in esercizi commerciali posti al di fuori della stazione per acquistare il titolo di viaggio;
nei sottopassaggi non è possibile effettuare alcun controllo, a causa dell'assenza

di videocamere, con grave pregiudizio per la sicurezza dei passeggeri che transitano, soprattutto in orari serali e notturni; per giunta le colonnine di richiesta del soccorso risultano fuori servizio, e su di esse è posto da tempo un cartello di manutenzione da parte delle Ferrovie dello Stato;
è stata lamentata la completa assenza del personale delle Ferrovie dello Stato, anche nelle ore di massima frequentazione della stazione;
particolarmente grave risulta l'inaccessibilità ai binari per i passeggeri disabili o a mobilità ridotta; tali passeggeri non sono messi nelle condizioni di raggiungere il secondo binario in quanto il sottopassaggio è servito soltanto da rampe di scale e privo di ascensore di collegamento;
il regolamento (CE) n. 1371/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativo ai diritti e agli obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario, stabilisce una specifica tutela delle persone disabili e con mobilità ridotta prevedendo, all'articolo 21, che le imprese ferroviarie e i gestori delle stazioni garantiscano, per le persone a mobilità ridotta, l'accessibilità delle stazioni, delle banchine, del materiale rotabile e degli altri servizi; il medesimo regolamento prevede, all'articolo 24, che in caso di partenza, transito o arrivo di una persona con disabilità o una persona a mobilità ridotta in una stazione ferroviaria dotata di personale, il gestore della stazione sia tenuto a fornire gratuitamente l'assistenza necessaria all'interessato per salire sul treno in partenza o scendere dal treno in arrivo per cui ha acquistato il biglietto -:
se sia a conoscenza della situazione di degrado in cui versa le stazione FR1 sopra citata;
quali iniziative intenda assumere nei confronti del gruppo Ferrovie dello Stato per pervenire tempestivamente al superamento delle carenze, dei disservizi e delle inadeguatezze descritte in premessa.
(5-04471)

Interrogazioni a risposta scritta:

COLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.. - Per sapere - premesso che:
il gruppo FS-Ferrovie dello Stato, con ordine di servizio n. 9 del 2011, ha proceduto, con decorrenza 1o marzo 2011, ad un aumento degli importi dei diritti di ammissione dovuti per l'accesso ai treni AV (Alta velocità), Eurostar ed Eurostar city, da parte dei dipendenti in servizio ed a riposo;
in particolare, in base al citato ordine di servizio, l'importo dei diritti di ammissione dei treni Alta velocità è stato aumentato ad euro 22,00, mentre quello dei treni Eurostar ed Eurostar city è stato aumentato sino ad euro 16,00 (e precisamente euro 16,00 per determinati periodi festivi ed euro 13,00 per i restanti giorni);
l'ordine specifica, inoltre, che nel caso in cui vengano utilizzati più treni nazionali è dovuto un diritto di ammissione per ciascun treno utilizzato;
in conseguenza di tale modifiche, a titolo di esempio, il costo della tratta Milano-Reggio Calabria è passato da euro 30,00 ad euro 44,00, e paradossalmente tale importo risulta addirittura inferiore a quello offerto dalle Ferrovie dello Stato in occasione di campagne promozionali per le medesime tratte;
nei tempi più recenti si è assistito ad un continuo e consistente aumento dell'importo dei diritti di ammissione per i dipendenti in servizio ed a riposo, che in occasione di questa ultima modifica ha registrato addirittura un aumento del 50 per cento, passando, nel giro di pochi anni, da euro 15,00 ad euro 22,00;
le organizzazioni sindacali di categoria hanno contestato l'ordine di servizio, ritenendolo atto unilaterale, violativo del disposto dell'articolo 23 del CCNL, e ne hanno chiesto la immediata revoca;

a seguito delle richieste delle organizzazioni sindacali, in data 23 marzo 2011, il gruppo FS ha comunicato che, a decorrere dal 1o aprile e fino al 30 aprile 2011, è stata disposta la sospensione dell'ordine di servizio citato, ripristinando i precedenti importi dei diritti di ammissione, e ha contestualmente convocato le parti per un incontro il giorno 4 aprile 2011, preannunciando in ogni caso la necessità di una nuova regolamentazione della materia dei titoli di viaggio -:
se i Ministri siano al corrente dell'aumento degli importi dei diritti di ammissione disposto dal gruppo Ferrovie dello Stato e se, in vista della riapertura del confronto sindacale sul tema della regolamentazione della materia dei titoli di viaggio, non ritengano opportuno intervenire, a tutela dei dipendenti in servizio ed a riposo, in modo da consentire il ripristino dei precedenti importi dei diritti di ammissione come previsti dal Contratto aziendale di gruppo FS del 16 aprile 2003.
(4-11388)

PES e META. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
Tirrenia S.p.A., società per azioni interamente posseduta da FINTECNA S.p.A., gestisce i collegamenti marittimi convenzionati tra la Sardegna e il resto della penisola;
la società attualmente è in regime di amministrazione straordinaria;
tale situazione sta causando agli utenti gravi disservizi (eliminazione di alcune rotte, ritardi di apertura delle prenotazioni, minacce di scioperi in periodi particolarmente sensibili);
tali condizioni stanno portando gli utenti a rivolgersi unicamente ad altre compagnie, le quali probabilmente, proprio per le condizioni in cui versa la Tirrenia, stanno operando una politica dei prezzi totalmente indifferente al calmiere pubblico;
le principali compagnie navali gestori dei trasporti marittimi con la Sardegna hanno infatti apportato un aumento dei prezzi in una misura pari circa al 66 per cento, effettuando, per alcune tratte, rincari pari anche al 130 per cento;
si pensi per esempio che un biglietto della compagnia Sardinia Ferries acquistato nell'aprile del 2010 per un viaggio in Sardegna (Civitavecchia-Golfo Aranci) per due adulti (passaggio ponte) con auto al seguito in partenza il 6 agosto è costato 86.60 euro contro le 265.70 che costerebbe quest'anno;
la Tirrenia per la stessa data di partenza (6 agosto), due adulti (passaggio ponte) con auto al seguito costa 157,84 per i residenti e 232,00 euro per i non residenti, mentre la Moby Lines 197,00 euro;
il rilevante aumento dei prezzi, oltre che disagi per gli stessi residenti, rischia di compromettere un forte calo di turisti e compromettere quindi la prossima stagione estiva;
gli operatori del settore ricettivo alberghiero denunciano che il caro-prezzi nel trasporto marittimo dei passeggeri è la causa di un rilevantissimo riorientamento della domanda a danno delle mete turistiche sarde;
l'aumento dei prezzi si appaleserebbe come illegittimo ove fosse causato da un orientamento concordato tra le compagnie operanti nei trasporti marittimi da e per la Sardegna, in quanto, oltre alla violazione della normativa dell'Unione europea in materia di concorrenza, si riscontrerebbe una violazione dell'articolo 2 della legge 10 ottobre 1990, n. 287 recante «Norme per la materia di tutela della concorrenza e del mercato», che vieta espressamente intese restrittive della libertà di concorrenza;
in data 22 febbraio 2011, la giunta provinciale di Cagliari ha deliberato l'avvio delle procedure di denuncia all'Autorità garante delle concorrenza e del mercato, nei confronti delle compagnie Grandi Navi Veloci, Moby Lines e Sardinia Ferries,

oltre all'impegno a porre in essere le opportune azioni al fine di attivare l'intervento della Commissione europea, qualora questa ravvisi la violazione di norme in materia concorrenza, di cui al regolamento (CE) n. 1/2003 in data 1o marzo 2011, la giunta regionale della Sardegna ha riunito in un tavolo tecnico gli assessori competenti e rappresentanti delle compagnie di navigazione Tirrenia, Moby, Grimaldi, Grandi navi veloci, Snav, Sardinia Ferries, Saremar, Delcomar ed Emermar. Non si ha notizia di alcuna determinazione assunta durante il citato incontro, né di alcuna presa di posizione ufficiale della giunta regionale, il cui assessore ai trasporti si era dimesso la settimana precedente per essere avvicendato il 28 febbraio 2011 -:
se intenda adottare iniziative volte ad ottenere una riduzione dei prezzi del trasporto marittimo rivolto a ridurre gli svantaggi che derivano, a causa dell'insularità, all'economia sarda nel suo complesso.
(4-11395)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la guardia particolare giurata attualmente è inquadrata giuridicamente come «incaricato di un pubblico servizio», benché la Corte di cassazione in molteplici sentenze ne abbia evidenziato anche la qualità di «agente di polizia giudiziaria» e di «pubblico ufficiale» sottolineando il collegamento funzionale delle attività di sicurezza privata con l'ambito delle più ampie finalità di salvaguardia dell'ordine e della sicurezza pubblica. Tale situazione porta a considerare il servizio svolto dalle guardie particolari giurate come attività integrativa di quella di polizia;
i poteri delle guardie giurate sono disciplinate da un ordinamento del 1931 che non attribuisce loro uno specifico status giuridico. Pur svolgendo un servizio di pubblica utilità inserito da poco nel testo unico di pubblica sicurezza, agli istituti di vigilanza non è riconosciuto nessun potere, nonostante i compiti che oggi lo stesso Stato gli affida. Non è consentito, per esempio, l'utilizzo dei sistemi di segnalazione visiva ed acustica di emergenza utili per contrastare e reprimere i reati contro il patrimonio;
la guardia particolare giurata, come si evince dalla definizione, al momento del rilascio dei titoli, effettua un giuramento di fedeltà al Capo dello Stato e alle sue leggi, che per logica, dovrebbe significare l'assegnazione di poteri particolari diversi dal semplice cittadino, altrimenti non avrebbe motivo di esistere un giuramento di fedeltà identico a quello che effettuano gli appartenenti alle forze dell'ordine nonché tutti coloro debbono esercitare delle pubbliche potestà. Invece, alla guardia particolare giurata viene negato qualsiasi potere costringendola, di fatto, a svolgere il proprio servizio con molteplici difficoltà, rendendo la tutela e la prevenzione dei reati molto più complessa;
a causa del crescente bisogno di sicurezza documentato dai fatti di cronaca degli ultimi armi, le aziende che operano in questo settore, se pur con fatica, si sono adeguate ai tempi odierni con sistemi di vigilanza sempre più sofisticati, elevando i propri standard di sicurezza e protezione e divenendo un tassello importante per tutto il sistema di vigilanza e di protezione;
le mutevoli e svariate condizioni di impiego delle guardie particolari giurate rendono la legislazione in materia soggetta a continue modifiche e i vuoti normativi generatisi lasciano all'interpretazione personale di prefetti e questori la soluzione dei continui quesiti sollevati dalle imprese del settore;
altra problematica di non poca importanza riguarda la tematica dell'orario

di lavoro. Il settore della vigilanza privata opera in deroga al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66 (attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro). Questa deroga, concessa in casi eccezionali di sicurezza pubblica, è divenuta una consolidata abitudine creando un danno personale di non poco rilievo ad ogni singola guardia particolare giurata che si ripercuote sul corretto espletamento della propria mansione. Gli orari a cui sono sottoposte le guardie particolari giurate creano un abbassamento fisiologico della soglia di attenzione dovuto alla stanchezza mettendo a repentaglio, in alcuni servizi, la propria incolumità e quella di chi li circonda -:
quali iniziative intenda adottare per delineare l'esatta qualificazione giuridica delle guardie particolari giurate riconoscendo alle stesse uno specifico status giuridico e tracciando, al contempo, i compiti, le mansioni e i relativi poteri e funzioni;
in che modo intenda affrontare la problematica relativa all'orario di lavoro applicato alla categoria indicata.
(4-11390)

ARACRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Castelnuovo di Porto (Rm) è ubicato un centro di accoglienza richiedenti asilo (CARA) ed emergenza nomadi e profughi allestito ai sensi del decreto-legge 30 ottobre 1995 n. 451, convertito, con modificazioni dalla legge n. 563/95;
nella città di Roma è presente una commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale istituita con decreto-legge del Presidente del consiglio n. 3703/2008;
il Ministero dell'interno, previo decreto, ha trasformato il centro di accoglienza, sito in Castelnuovo di Porto, di proprietà dell'Inail, in un centro di accoglienza per richiedenti asilo;
tramite medesimo decreto ministeriale la porzione di terreno demaniale di Ponte Galeria, ubicata nel comune di Roma e già utilizzata come centro accoglienza per richiedenti asilo, è stata convertita in centro di identificazione ed espulsione;
città di Roma accoglie il maggior numero di immigrati e rifugiati aventi diritto alla protezione internazionale;
la situazione di crisi internazionale nell'area del Maghreb e di tutto il Nord Africa ha acuito l'emergenza immigrati, il cui afflusso sulle nostre coste è aumentato in maniera esponenziale come le relative richieste di asilo politico;
ci sarà, quindi, bisogno di assicurare ai richiedenti asilo assistenza e collocazione nel rispetto della normativa internazionale vigente in materia di rifugiati;
il CARA del comune di Castelnuovo di Porto ospita attualmente circa 450 persone, per l'accoglienza e il sostentamento dei quali sono stati posti in essere interventi, oltretutto onerosi per la comunità locale. Interventi che verrebbero resi vani da uno snaturamento del CARA in quanto andrebbe ad assolvere funzioni contrastanti alle finalità per cui è stato creato. Finalità ribadite ai comuni dell'area in questione nel 2010 dalla prefettura di Roma;
la Comunità di Castelnuovo di Porto e zone limitrofe, i cui abitanti raggiungono le 8000 unità, è quindi oberata pesantemente da un rapporto coatto con un gruppo esogeno di persone e non è nelle condizioni di sostenere l'ulteriore impatto di una folta presenza ROM, popolazione con delle esigenze del tutto incompatibili con la zona e il suo contesto socio-economico;
l'insediamento di una comunità ROM rischierebbe di gravare pesantemente sull'economia dell'intero territorio interessato, in considerazione del fatto che nell'area attorno a Castelnuovo di Porto - nell'arco di 10 chilometri - già esiste un campo ROM, il River, con oltre 600 presenze

nonostante la previsione fosse di 450 ROM. Sempre in loco a via del Bonardo sono presenti altri 450 nomadi tutti caratterizzati da un alto tasso di criminalità, mentre a via della Cerquetta 99 è sito un insediamento fornito da 100 nomadi;
nell'area del comune di Castelnuovo esiste un importante insediamento di case popolari all'interno delle quali vi sono diversi elementi dediti al malaffare;
la via Tiberina, arteria principale nel territorio di Castelnuovo, è divenuto negli anni un «punto di riferimento» per organizzazioni malavitose di vario genere, in quanto «mercato a cielo aperto» di droga e crocevia per la prostituzione;
nella giornata del 22 marzo 2011, si è tenuto a Castelnuovo di Porto un consiglio comunale, aperto ai sindaci dei 17 comuni distrettuali e di altri comuni limitrofi, per discutere del trasferimento dei ROM nel CARA in questione e del fatto che prenderanno il posto dei richiedenti asilo attualmente ospitati;
i sindaci dei comuni presenti al sopracitato consiglio hanno espresso unanimemente parere negativo a tale operazione anche perché è stata decisa - dal sindaco del comune di Roma e dal commissario straordinario per l'emergenza ROM (prefetto Pecoraro) - senza un loro coinvolgimento -:
se i fatti corrispondano al vero;
quali azioni intenda porre in essere al fine di risolvere l'emergenza dei nomadi, ora stanziati nell'area del comune di Roma, senza che questo problema vada a ledere i diritti delle comunità limitrofe o che vengano stravolte le funzioni di strutture, come il CARA, destinate alla ricezione e accoglienza dei rifugiati politici e dei richiedenti asilo e fare in modo che le amministrazioni competenti possano avere un incontro con le istituzioni, deputate a gestire tali emergenze, per discutere le contromisure da prendere per la risoluzione di questa situazione di crisi e nel caso fare in modo di promuovere, attraverso gli organismi competenti, la costituzione di un tavolo istituzionale con i sindaci dell'area interessata, la prefettura, il comune di Roma e la provincia di Roma.
(4-11407)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

VESSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
ogni anno si svolgono le finali nazionali dei giochi sportivi studenteschi di I e II grado della disciplina corsa campestre che quest'anno si sono svolte lo scorso 20 marzo 2011 presso la località Nove (Vicenza);
alla manifestazione partecipano tutte le rappresentative scolastiche che ne hanno acquisito titolo, previa certificazione da parte delle C.O.R. dell'avvenuto svolgimento delle fasi regionali o dalle stesse individuate attraverso criteri autonomamente applicati;
per la prima volta, da quando tale iniziativa è in essere, le studentesse e gli studenti diversamente abili sono stati esclusi dalla manifestazione sportiva, sembrerebbe per l'assenza tra gli allegati dei moduli (modello COR e modello iscrizione) abitualmente previsti per gli studenti disabili, mentre quelli per i normodotati erano presenti;
tale decisione è in netto contrasto con le norme di legge sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità, che da sempre costituisce un punto di forza del sistema educativo italiano;
questa decisione lede la crescita individuale e sociale di questi ragazzi e deprime lo stesso valore dei giochi sportivi studenteschi, che sono un importante evento educativo in quanto non solo momento

agonistico bensì veicolo di valori e di crescita della persona -:
quali siano le motivazioni che hanno portato, per la prima volta, all'esclusione dai giochi sportivi studenteschi, nella disciplina «corsa campestre», degli studenti e delle studentesse diversamente abili.
(4-11399)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XI Commissione:

FEDRIGA, CAPARINI, MUNERATO e BONINO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge 30 luglio 2010, n. 122, di conversione del decreto-legge n. 78 del 2010, ha inserito all'articolo 12, i commi 12-septies, il 12-octies e 12-novies, recanti nuove disposizioni in materia di ricongiunzione dei periodi di contribuzione presso gestioni diverse dalla assicurazione generale obbligatoria INPS, prevedendo, con decorrenza 1o luglio 2010, la ricongiunzione a titolo oneroso nell'ipotesi di trasferimento dalle gestioni speciali al regime generale dell'INPS;
in particolare le predette disposizioni di legge trovano applicazione per:
a) la ricongiunzione dall'INPDAP al fondo pensioni lavoratori dipendenti;
b) il trasferimento della posizione assicurativa da altre gestioni (fondo elettrici e fondo telefonici) al fondo pensioni lavoratori dipendenti;
c) la ricongiunzione dal fondo volo e dal fondo ferrovie al predetto fondo pensioni;
tali norme, dunque, penalizzano i lavoratori iscritti ai fondi speciali, in quanto l'onere della ricongiunzione graverebbe sui richiedenti, e peraltro - secondo quanto dichiarato da Confindustria - potrebbero ostacolare, rendendoli più onerosi, i processi di turn-over aziendali;
il 25 febbraio 2011, in sede di approvazione del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, cosiddetto milleproroghe, il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/4086/2, con il quale si impegnava «a valutare l'opportunità di diramare direttive agli enti previdenziali affinché possano essere disposte forme di rateizzazione dell'ammontare dovuto dai lavoratori e l'opportunità di ricercare, mediante un confronto con le parti sociali interessate e con gli enti previdenziali competenti, misure in grado di affrontare e risolvere il problema attraverso una adeguata revisione delle norme in materia di totalizzazione e di allargamento dei suoi effetti -:
se e quali iniziative abbia intrapreso per risolvere la questione di cui in premessa.
(5-04474)

DAMIANO, GNECCHI, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA e SCHIRRU. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, ha introdotto significative modifiche nel sistema previdenziale che stanno comportando conseguenze pesantissime per tutti in generale e drammatiche su una vasta platea di lavoratori e lavoratrici;
le suddette modifiche risultano, inoltre, comportare anche conseguenze, che probabilmente non erano neanche state valutate, sui lavoratori messi in mobilità a seguito degli accordi, firmati antecedentemente anche dai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dello sviluppo economico, riguardanti la riduzione di personale

dipendente dalle aziende del settore telefonico, che prevedevano l'inserimento in mobilità o l'esodo incentivato;
finora lavoratori e lavoratrici avevano la possibilità dell'alternativa dell'articolo 1, primo comma, della legge 7 febbraio 1979, n. 29, che prevedeva la gratuità per tutti coloro che avevano la necessità di trasferire i contributi all'INPS per poter godere di una pensione. Fino a luglio 2010, infatti, era onerosa solo la ricongiunzione dei contributi dall'INPS agli altri fondi esonerativi, perché la prestazione pensionistica sarebbe stata calcolata in misura più favorevole, mentre la ricongiunzione verso l'INPS non risultava onerosa perché non c'era un vantaggio nella misura della pensione;
inoltre, per chi non matura il diritto a pensione presso l'INPDAP (20 anni di contribuzione), senza contribuzione INPS l'articolo 1 della legge n. 29 del 1979 non è applicabile e la legge n. 322 del 1958 è stata abrogata dal decreto-legge n. 78 del 2010;
le disposizioni previste dai commi da 12-sexies a 12-undecies dell'articolo 12 del citato decreto-legge n. 78 del 2010, infatti, hanno abrogato tutte le norme che prevedevano il trasferimento della contribuzione all'INPS gratuitamente: legge 2 aprile 1958, n. 322 (ricongiunzione delle posizioni previdenziali ai fini dell'accertamento del diritto e della determinazione del trattamento di previdenza e di quiescenza); articolo 3, comma 14, del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 562 (Fondo di previdenza per gli elettrici); articolo 28 della legge 4 dicembre 1956, n. 1450 (fondo di previdenza per i telefonici); articolo 40 della legge 22 novembre 1962, n. 1646 (personale dipendente amministrazioni statali, anche con ordinamento autonomo, personale iscritto agli istituti di previdenza ora INPDAP, personale iscritto all'istituto postelegrafonici (IPOST)); articolo 124 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092 (dipendenti civili statali, militari in servizio permanente e continuativo); articolo 21, comma 4, e l'articolo 40, comma 3, della legge 24 dicembre 1986, n. 958 (carabinieri, graduati e militari di truppa, sergenti di complemento);
in data 1o dicembre 2010 anche le organizzazioni sindacali nazionali del settore elettrico hanno richiesto con lettera raccomandata, un intervento urgente del Ministro interrogato, a tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori dipendenti dalle aziende del settore elettrico, a seguito delle modifiche introdotte dal decreto-legge n. 78 del 2010;
da quanto hanno dichiarato i rappresentanti nazionali delle organizzazioni sindacali di settore ai parlamentari della Commissione lavoro, in occasione dell'incontro con una delegazione del presidio in piazza Montecitorio del giorno 11 gennaio 2011, il Ministro non ha mai dato alcun riscontro alle istanze di cui sopra;
i lavoratori e le lavoratrici di questi settori possono dimostrare le conseguenze del citato decreto-legge, portando i conteggi previdenziali fatti dall'INPS sull'onere da sostenere per le ricongiunzioni con importi pro capite anche superiori a 100.000 euro;
in data 26 gennaio 2011 è stata discussa l'interrogazione a risposta in Commissione n. 5/04044, e nella medesima occasione il Sottosegretario Ravetto ha ricordato che «proprio in considerazione di tali effetti, come è noto a questa Commissione, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha ribadito la propria attenzione sulla gestione di cui oggi discutiamo. Infatti in questa stessa sede, nella recente seduta del 19 gennaio scorso il Ministro Sacconi ha fatto presente che è al vaglio del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dell'INPS l'esame di possibili soluzioni per consentire a diverso titolo le ricongiunzioni presso l'INPS delle posizioni previdenziali, sulla base della legislazione vigente e nel rispetto dell'invarianza degli oneri. Ciò al fine di fornire al Governo ogni utile elemento di valutazione per l'eventuale adozione di interventi

che possano attenuare gli effetti conseguenti alle modifiche introdotte dal decreto-legge n.78 del 2010» -:
quali iniziative il Ministro interrogato abbia intrapreso, a oltre due mesi dalla risposta del Governo in Commissione lavoro all'interrogazione 5/04044, al fine di trovare soluzioni adeguate per consentire a diverso titolo le ricongiunzioni presso l'INPS, che salvaguardino i diritti dei lavoratori.
(5-04475)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

AGOSTINI, ZUCCHI, SANI, MARCO CARRA, CENNI, BRANDOLINI e OLIVERIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la grave crisi libica e di tutti i paesi del nord Africa pesa in maniera eccessiva sui pescatori italiani, in una situazione sempre più difficile e pericolosa. Tra l'altro in un settore oramai da tempo strutturalmente in crisi;
l'Italia già da tempo subiva la decisione unilaterale della Libia di proclamare una zona di competenza esclusiva della pesca che include tutto il golfo della Sirte ed alcune aree tra le più pescose del Mediterraneo;
in particolare, la chiusura della pesca del tonno, con l'obbligo di firmare accordi con le compagnie libiche, o creare società miste per poter accedere a questa risorsa, aveva recentemente causato tensioni fra il nostro Paese e la Libia, e creato un notevole scompenso nel delicato mercato del tonno rosso che ora rischia di subire un vero e proprio blocco;
la situazione di crisi attuale avrà quindi effetti negativi per la pesca italiana, riducendo l'area di pesca e nel contempo rendendola ulteriormente pericolosa, sia per la presenza delle operazioni navali della coalizione, sia per la possibilità di ritorsioni della flotta libica sulle imbarcazioni di pesca italiane;
altra grande preoccupazione desta la possibilità della eventuale creazione di aree per lo scarico delle bombe non utilizzate come già avvenuto nell'adriatico durante la guerra del Kosovo che creerebbe gravi danni per l'ecosistema marino con gravi ripercussioni su tutta la pesca del Mediterraneo;
è del tutto evidente che le ripercussioni immediate le avrà la flotta peschereccia siciliana che costituisce il 23 per cento dei pescherecci italiani e offre ai mercati oltre 62 mila tonnellate di prodotto ogni anno -:
se il Ministero abbia assunto iniziative al riguardo, data la particolare situazione che si è venuta a determinare a seguito delle operazioni militari in atto sul Mediterraneo;
se si intendano assumere le necessarie iniziative per istituire un fondo di solidarietà a favore della pesca italiana, che possa intervenire in situazioni particolarmente critiche come quella sopra descritto;
se si intenda intervenire a sostegno della filiera ittica con particolare riferimento a quelle zone più esposte dall'intervento militare sul Mediterraneo;
se si intenda evitare la creazione di aree marine per lo scarico delle bombe inutilizzate.
(5-04473)

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI, DI GIUSEPPE, ROTA e PIFFARI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ha avviato, di concerto con le regioni, il programma

«frutta nelle scuole», cofinanziata dall'Unione europea ed è operativa la seconda annualità del programma;
il programma che fa capo ad una strategia nazionale, che per l'annualità 2010-2011 è stato approvato nella seduta della Conferenza Stato regioni del 29 luglio 2010, prevede la distribuzione nelle scuole di frutta distribuita fresca tal quali, monofrutto, tagliati a fette o in preparati «pronti all'uso» nonché prodotti derivanti da spremute e da processi di centrifugazione realizzati contestualmente alla somministrazione del prodotto;
l'intero progetto verte su una corretta informazione allo studente legata ai tempi della sana alimentazione, della lotta all'obesità e al sovrappeso tenendo conto della stagionalità e dell'origine dei prodotti;
oltre ai citati punti la strategia recita alla fine del punto 2: «Poter contare su prodotti provenienti dalle stesse aree o da aree prossimali alle zone di consumo ha anche una ricaduta positiva sull'ambiente, in conseguenza di trasporti più ridotti e, quindi, maggiori riduzioni di CO2, obiettivo strategico delle politiche ambientali di tutti i Governi sensibili allo sviluppo sostenibile del pianeta»;
ciò premesso il programma Frutta nelle scuole ha un significato ed una valenza forti anche nei confronti del rispetto per l'ambiente;
in questo contesto il ridotto uso di imballaggi in plastiche per la distribuzione del prodotto sarebbe auspicabile, anche come messaggio positivo verso la tutela dell'ambiente, il risparmio energetico e la corretta gestione dei rifiuti ma, risulterebbe agli interroganti che numerosi istituti scolastici abbiamo lamentato un ingente quantitativo di imballaggi usati per il programma in questione che al di là della difficoltà nello smaltirli creerebbe un distorto messaggio educativo per i giovani e le loro famiglie;
addirittura si farebbe uso di plastiche per l'imbustamento di singoli frutti con uno spreco di materiale plastico inquinante enorme se si considera che saranno, solo per quest'anno scolastico, più di un milione e trecentomila i ragazzi coinvolti -:
quali iniziative intenda assumere e direttive intenda impartire per ridurre al minimo nella distribuzione della frutta nell'ambito del programma «frutta nelle scuole» la presenza di imballaggi e il rilascio di CO2 così come citato in premessa, al fine di evitare un messaggio negativo nei confronti della popolazione studentesca sui temi della difesa dell'ambiente e la riduzione dei rifiuti.
(4-11393)

TADDEI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il Corpo forestale dello Stato, ai sensi della legge 5 aprile 1984, n. 124, recante «Disposizioni per l'assunzione della manodopera da parte del Ministero dell'agricoltura e delle foreste», si avvale di personale operaio assunto a tempo indeterminato e determinato per assicurare la gestione delle aree naturali protette e l'assolvimento degli ulteriori compiti istituzionali secondo quanto sancito dalla legge 6 febbraio 2004, n. 36, recante «Nuovo ordinamento del Corpo forestale dello Stato»;
questo personale è costituito all'attualità da un'aliquota di circa 1.400 unità a tempo indeterminato, oltre ad ulteriori unità di personale assunto a tempo determinato in virtù di specifiche autorizzazioni concesse da disposizioni legislative particolarmente dedicate ad assolvere attività stagionali legate alla gestione delle riserve naturali statali ed alla lotta agli incendi boschivi;
nel 2009 il Corpo forestale dello Stato si è avvalso di circa 180 operai assunti a tempo determinato, in virtù dell'autorizzazione concessa dall'articolo 20 della legge 18 giugno 2009, n. 69, per una spesa pari a 3 milioni di euro, mentre l'articolo 2, comma 250, della legge finanziaria per

il 2010 e il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 19 marzo 2010 di riparto delle risorse ivi recate hanno messo a disposizione 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011, 2012;
viste le specifiche disponibilità indicate nelle premesse, non si ritiene sia applicabile la disposizione di cui all'articolo 9, comma 28 del decreto-legge n. 78 del 2010 convertito dalla legge n. 122 del 2010 che ha stabilito un limite alle assunzioni di personale a tempo determinato pari al 50 per cento di quanto speso nell'anno 2009 e che in virtù di detta norma, pur avendo disponibilità finanziaria sul pertinente capitolo di bilancio per 3 milioni di euro, attualmente in parte accantonati, corrispondenti alle retribuzioni di circa 180 unità per 6 mesi - l'autorizzazione alle assunzioni dovrebbe essere così limitata a 1,5 milioni di euro;
un'interpretazione riduttiva delle norme autorizzative esistenti sarebbe estremamente penalizzante nei confronti di personale a tempo determinato che già da anni lavora con grande impegno per il Corpo forestale dello Stato -:
quali iniziative siano state intraprese per impegnare totalmente le disponibilità finanziarie esistenti a supporto di una norma di carattere speciale, finalizzata ad attività di grande interesse ambientale.
(4-11398)

MANNINO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 49 del 1993 convertito con modificazioni dalla legge n. 237 del 1993 impegna lo Stato a farsi carico delle garanzie di pagamento presentate dai soci delle cooperative che siano in un accertato stato di insolvenza. Ciò consente che siano sollevati dalla posizione debitoria i soci di cooperative agricole i quali, sottoposti a procedure esecutive per l'escussione delle garanzie fideiussorie, possono vedere riconosciuto il diritto di accesso ai benefici previsti dalla legge n. 237 del 1993, con la sospensione degli eventuali procedimenti esecutivi fino al pagamento dei debiti per opera del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali prevista dall'articolo 126 della legge n. 388 del 2000;
a tale legislazione nazionale corrisponde nel sistema legislativo della regione Sicilia la legge n. 37 del 1994, attraverso la quale la regione si fa carico delle garanzie di pagamento presentate dai soci di quelle cooperative che siano in un accertato stato di insolvenza;
entrambe le leggi, potenzialmente in conflitto con le norme comunitarie sulla libera concorrenza, hanno superato la procedura d'infrazione prevista dall'articolo 88 del trattato CE, e hanno prodotto e producono effetti sul piano nazionale e regionale;
la normativa regionale autorizza l'assessore regionale per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca a concludere «transazioni» con i creditori, nella misura del 60 per cento dei debiti garantiti, lasciando però inalterato il disposto dell'articolo 2 della legge regionale n. 37 del 1994, nella parte in cui prevede l'assunzione totale a carico del bilancio della regione delle garanzie concesse dai soci di cooperative agricole, divergendo così dalla norma nazionale soltanto sul piano del quantum;
tali disposizioni di legge sono diverse dalla normativa nazionale nella parte in cui è stato omesso di disporre che le procedure esecutive giudiziarie in danno dei soci fideiussori debbano essere sospese, creando così una evidente ed iniqua disparità di trattamento tra soggetti solo potenzialmente uguali, poiché risulta che sono pendenti dinanzi ai Tribunali siciliani procedure esecutive immobiliari che gravano sui patrimoni dei soci fideiussori di cooperative agricole, vanificando così il fine precipuo sociale per il quale la stessa legge è stata emanata;
tale discrasia normativa, che a giudizio dell'interpellante appare manifesta,

configura una evidente disparità di trattamento fra cittadini dello Stato in violazione dell'articolo 3 della Carta Costituzionale -:
se non ritenga di valutare se sussistano i presupposti per assumere un'iniziativa normativa correttiva urgente che disponga l'estensione della normativa nazionale, nella parte in cui la legge n. 237 del 1993 prevede la sospensione dei procedimenti esecutivi fino al pagamento dei debiti per opera del Ministero delle politiche agricole e forestali, anche alle situazioni siciliane previste dalla legge regionale n. 37 del 1994 per riposizionare i cittadini sul piano dell'uguaglianza e, non ultimo, per evitare anche una crisi ancor più grave dell'economia agricola siciliana già fortemente compromessa.
(4-11411)

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SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 160 del 3 ottobre 2008, relativo alle «modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 5 recante attuazione della direttiva 2003/86/CE relativa al diritto di ricongiungimento familiare», ha introdotto nuove disposizioni in materia di accesso al servizio sanitario nazionale (SSN) per gli ascendenti ultrasessantacinquenni di cittadini stranieri regolari;
i documenti richiesti per il ricongiungimento dei genitori a carico, qualora non abbiano altri figli nel Paese d'origine o di provenienza o qualora gli altri figli siano impossibilitati al loro sostentamento per documentati gravi motivi di salute, sono un'assicurazione sanitaria o altro titolo idoneo a garantire la copertura di tutti i rischi nel territorio nazionale, o l'iscrizione al servizio sanitario nazionale previo pagamento di un contributo;
l'importo del contributo sopra citato è da determinarsi con decreto del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro il 30 ottobre del 2008 e da aggiornarsi con cadenza biennale;
ad oggi, però, il predetto decreto per la determinazione del quantum, relativo al contributo per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale, non è stato ancora emanato dal Ministero competente;
tale inefficienza si è tradotta con un'iniqua e disomogenea applicazione del decreto legislativo a livello regionale, in quanto alcune regioni, data la relativa competenza in materia sanitaria, hanno provveduto autonomamente a stabilire un contributo forfettario annuale per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale, salvo conguaglio non appena definite le tariffe a livello ministeriale;
la stipula di una polizza assicurativa per un ultrasessantacinquenne, a copertura dei rischi sanitari, risulta costosissima in virtù anche del fatto che il Ministero competente non ha mai definito la cifra da versare;
sono molti i cittadini stranieri regolari nel nostro Paese che stanno subendo questa ingiusta disparità, derivata dalla scarsa attenzione del Governo nei confronti di questo provvedimento;
ad oggi, dunque, molte persone ultrasessantacinquenni a carico dei figli, in caso di ricovero in ospedale o di accertamenti clinici, non hanno diritto alla copertura del servizio sanitario nazionale e devono sostenere interamente le prestazioni ricevute, a causa di un ingiustificato ritardo normativo che si protrae ormai da oltre due anni; -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di determinare l'importo del contributo dovuto per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale necessaria per

l'assistenza sanitaria in caso di ricongiungimento di familiari ultrasessantacinquenni con i propri figli, in modo da eliminare le attuali disparità registrate a livello regionale e garantire il sacrosanto diritto alla salute.
(5-04470)

Interrogazioni a risposta scritta:

TIDEI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Asl/RmF negli anni 2003/2004 ha provveduto, con numerosi atti, a riorganizzare i fondi di posizione e di risultato dell'intera dirigenza: medica, veterinaria e sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa;
per la corretta costituzione dei fondi, la Asl ha chiesto alla regione Lazio e ottenuto un finanziamento integrativo dei fondi in oggetto, in quanto essi risultavano particolarmente carenti;
di fatto la regione Lazio ha effettuato una perequazione dei fondi della Asl/RmF rispetto alle altre aziende della regione, che peraltro risultavano di molto più capienti;
la regione Lazio con nota concordata con la suddetta Asl, il 9 marzo 2011 ha provveduto a disporre il riallineamento del fondo della dirigenza medica e veterinaria per il 2010 di ben 1.200.000 euro, a cui si dovranno decurtare per l'anno corrente altri 1.096.622,94 euro. Negli obiettivi assegnati dal Governo al commissario ad acta per la prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario, non si osserva la riorganizzazione dei fondi di posizione della dirigenza ma una razionalizzazione e contenimento della spesa per il pedonale della regione Lazio;
in diversi allegati di decreti commissariali, ad esempio il numero 49 del 31 maggio 2010, la presidente Renata Polverini pur titolando correttamente alcune azioni di intervento: «2.1 - ridefinizione e contenimento della spesa per il personale con particolare riferimento al blocco del turn over, alla rideterminazione dei fondi per la contrattazione integrativa aziendale ad alla diminuzione delle posizioni organizzative», poi intende fare la: «2.1.2 rideterminazione fondi contrattuali». Ora la materia dei fondi non è nella disponibilità dei contratti integrativi, ma ha una sua specifica costituzione, per cui l'unica azione correttiva di essi è al personale effettivamente in servizio -:
quali ragioni tecniche e giuridiche consentano al commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario nella regione Lazio di ridurre lo stipendio dei dirigenti medici della ASL/RmF in modo retroattivo dal 1o gennaio 2010, contraddicendo gli orientamenti tenuti in precedenza e se i Ministri non ritengano che sia necessario ed urgente agire, mediante il commissario ad acta, adottando ogni opportuna iniziativa utile a risolvere la grave situazione che appare fortemente lesiva dei diritti certi ed acquisiti da detti lavoratori al fine di evitare altresì conflitti sindacali e giudiziari di proporzioni importanti che possono sminuire il prestigio delle amministrazioni coinvolte e dei servizi di cura resi al cittadino.
(4-11400)

ZACCHERA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
è noto l'allarme suscitato in Italia e nel mondo dalla nube radioattiva che si sarebbe prodotta in Giappone a seguito del terremoto e dell'immane tsunami che si è scatenato come sua diretta conseguenza;
l'opinione pubblica è sconcertata dal fatto che vengono diffuse le notizie più diverse circa una potenziale contaminazione atomica senza che vengano chiaramente fornite dagli organi di stampa indicazioni precise circa gli eventuali livelli di contaminazione;
non basta dire «non ci sono pericoli» quando - a giudizio dell'interrogante - sarebbe molto meglio fornire dati chiari ed accertati al fine di rassicurare l'opinione

pubblica e non demonizzare l'energia nucleare che ha sicuramente dei rischi ma è anche diffusa in molti Paesi d'Europa ed essenziale per l'approvvigionamento elettrico italiano -:
quali iniziative siano state intraprese al fine di garantire un'informazione completa ed imparziale sulle potenziali esposizioni nucleari, diffondendo con precisione, anche in futuro, tutti i dati in possesso del Ministero.
(4-11402)

PES. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'autorità garante della concorrenza e del mercato, con provvedimento n. 11795 del 30 aprile del 2003 ha deliberato che le società Roche Diagnostics, Ortho Clinical Diagnostics, Bayer, Menarini e Abbott, con la partecipazione attiva dell'associazione di categoria assobiomedica, hanno posto in essere una intesa restrittiva della concorrenza nel mercato italiano dei test diagnostici per la rilevazione domiciliare della glicemia nel sangue;
tale intesa, in considerazione della sua gravità, è stata sanzionata per complessivi 30,5 milioni di euro;
la pronuncia dell'antitrust del 2003 oltre a condannare tutte le aziende dei presidi per aver fatto cartello, stabilisce, partendo dal presupposto che tutte le strisce sono uguali, che si deve dare un monoprodotto;
la sentenza, di fatto, affida alla CONSIP (concessionaria servizi informativi pubblici del Ministero dell'economia e delle finanze) la realizzazione della gara unica nazionale per la fornitura dei test diagnostici per la rilevazione domiciliare della glicemia nel sangue;
in data 15 febbraio 2011 si è tenuto un incontro tra la CONSIP, il Comitato per diritti della persona con diabete, le associazioni dei pazienti, la Federazione nazionale diabete giovanile (FDG);
la FDG, nella persona del suo presidente, ha manifestato la preoccupazione che attraverso la gara unica nazionale non sia garantita la qualità e l'affidabilità del prodotto e che gli strumenti non rispondano alle reali necessità dei pazienti;
la qualità di vita potrebbe essere in tal modo pregiudicata;
la FDG, da quanto si legge in un comunicato, non ritiene la CONSIP competente per valutazioni, considerazioni e azioni dal punto di vista socio-sanitario, ma esclusivamente economico;
indire un'asta monoprodotto significherebbe, tra le altre cose, cambiare a centinaia di migliaia di pazienti il riflettometro -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno prestare l'attenzione dovuta affinché la gara d'appalto relativa all'automonitoraggio della glicemia domiciliare non sia posta solo all'attenzione della CONSIP (facente capo al Ministero dell'economia e delle finanze), ma sia considerata sul piano sanitario e sia quindi considerata di rilevanza medica e funzionale ad un percorso educazionale, diagnostico e terapeutico.
(4-11406)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

MEREU. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia per il mancato recupero degli aiuti di Stato illegali concessi alla società Alcoa per le sue due fonderie di alluminio in Sardegna e in Veneto per un ammontare di 295 milioni di euro;
secondo il commissario alla concorrenza Joaquin Almunia «per compensare la distorsione della concorrenza causata

da aiuti di Stato illegali è fondamentale che l'aiuto venga recuperato dai beneficiari senza indugio»;
l'Italia aveva l'obbligo di dare attuazione immediata ed effettiva alla decisione della Commissione recuperando integralmente gli aiuti concessi alla fonderia veneta a partire dal 2006 e recuperando gli aiuti erogati alla fonderia sarda tra gennaio 2006 e gennaio 2007;
la società Alcoa aveva presentato ricorso contro la decisione della Commissione del 2009 richiedendo l'applicazione in provvedimenti provvisori. Ma l'Italia «non per questo - dice la Commissione - è esonerata dall'obbligo di recuperare gli aiuti concessi»;
nel luglio 2010 il tribunale ha respinto la domanda di provvedimenti provvisori di Alcoa, che, successivamente, si è appellata contro tale decisione;
in questo particolare momento congiunturale la restituzione degli aiuti concessi potrebbe causare ripercussioni negative con pesanti ricadute occupazionali sui territori in cui insistono gli stabilimenti dell'Alcoa, in particolare quello di Portovesme -:
se non ritenga di attivarsi presso la Commissione europea al fine di sostenere la necessità di adottare provvedimenti che, nel rispetto dei principi comunitari, non penalizzino ulteriormente la società Alcoa, che, a causa della crisi economica, potrebbe chiudere i propri stabilimento poiché non in grado di fare fronte alle richieste di recupero avanzate dalle istituzioni europee.
(3-01546)

Interrogazioni a risposta scritta:

BITONCI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Nel luglio del 2009 la compagnia aerea Myair, con sede legale in Torri di Quartesolo (Vicenza), a seguito di gravi problemi finanziari che hanno portato l'azienda stessa a non pagare tasse e tariffe aeroportuali, si è vista revocare da parte di ENAC la licenza per l'esercizio del trasporto aereo;
a seguito di ciò, ed in ragione del dichiarato fallimento dell'azienda stessa, avvenuto nell'ottobre dello stesso anno, i lavoratori impiegati dall'azienda hanno dovuto necessariamente trovare soluzioni professionali alternative, con evidenti difficoltà anche in ragione del difficile contesto socio-economico attuale;
la procedura fallimentare, ancora in fase di valutazione relativamente alla situazione debitoria nei confronti dei creditori, ha altresì evidenziato come al 31 dicembre del 2010 permanga una situazione professionale dove solo ventuno lavoratori hanno rassegnato le dimissioni, cinquantanove hanno trovato lavoro a termine, e oltre centosettanta siano in cassa integrazione guadagni;
la maggior parte dei lavoratori in cassa integrazione guadagni vive nelle aree del Nord-Italia, e la specificità delle loro mansioni, in ragione dell'esperienza maturata nel contesto aziendale del trasporto aereo, rende particolarmente problematico il loro reinserimento nel mondo del lavoro -:
se non ritengano opportuno, anche alla luce della difficile situazione occupazionale generale, avviare opera di moral suasion e di adoperarsi presso tutte le sedi competenti e secondo le modalità più opportune, per salvaguardare i livelli occupazionali delle famiglie ora interessate dalla grave situazione aziendale.
(4-11403)

DONADI, BORGHESI, PALADINI e ANIELLO FORMISANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la Overmeccanica Spa di via Torricelli, 25 Verona è un'azienda che occupa 270 dipendenti più un centinaio dell'indotto

e produce macchinari per cartiere sia di piccole dimensioni (settore Tissue) sia di grandi dimensioni (linee continue), operante nel settore dal 1961 e da allora sempre presente sul territorio veronese. Una presenza che ha da sempre rappresentato un modello di industria che ha consentito la costruzione di professionalità molto elevate, rappresentate dal bassissimo turn over di personale che, in questo caso, creerebbe non pochi problemi di competenze, costruibili solamente con molti anni di esperienza;
Overmeccanica s.p.a. è un'azienda che si colloca tra i primi 5 produttori di macchinari per cartiere al mondo, capace di competere, in qualità e tecnologia, con i due colossi mondiali del settore, la tedesca Voith e la finlandese Metso;
è una delle poche realtà italiane che operano nel settore della meccanica pesante (i macchinari sono di dimensioni notevoli), l'unica in provincia di Verona, certamente l'ultima nel veronese che possa ancora definirsi «industria»;
come le altre aziende del settore (l'unica concorrente alla pari in Italia è la Pmt di Pinerolo proprietà del gruppo Nugo Romano s.p.a.) è dotata dell'intero ciclo produttivo dalla fonderia al montaggio, per riuscire a consegnare i complessi e delicati impianti «chiavi in mano» al cliente;
la Overmeccanica nell'ultimo periodo rischia la chiusura per dissesto finanziario e come purtroppo sempre accade in questi casi, sono presentati alle organizzazioni sindacali piani non soddisfacenti come quello della tedesca Gapcon del gruppo Irle Deuz che, su 270 posti ne salverebbe 80, tra l'altro divisi in due società; una di 45 dipendenti che continuerebbe a chiamarsi Over (comprendente vendite, approvvigionamento, progettazione e montaggio), l'altra di 35 che si occuperebbe di produrre per Over, ma non solo, dalla quale Over acquisterebbe, solamente se i prezzi saranno più convenienti di quelli offerti dai terzisti o dalle altre aziende tedesche del gruppo Irle Deuz, che risultano essere più grandi e più strutturate;
gli interroganti temono che l'obiettivo, nel medio periodo, non sia quello dichiarato di salvare l'azienda ma, piuttosto, di acquisirla, disperdendo definitivamente l'ultimo patrimonio industriale di Verona. La situazione è gravissima e necessita di interventi rapidi e decisi -:
il Ministro dello sviluppo economico sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e se intenda, ove richiesto, attivarsi affinché si cerchino tutte le soluzioni finanziarie e industriali possibili al fine di mantenere in essere un patrimonio che non è solo della famiglia Robbi, gli attuali proprietari, ma di tutto il territorio veronese e nazionale.
(4-11415)

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il professor Antonio Catricalà, attuale presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha partecipato ad un'audizione presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, il 23 marzo del 2011;
l'intervento di Catricalà, iniziato con tematiche strettamente legate alla contraffazione di prodotti industriali, si è poi ampliato, vertendo anche sull'argomento della tutela dei contenuti editoriali. Il presidente ha sottolineato come questi contenuti vengano sfruttati in rete da una «molteplicità di soggetti terzi». Soprattutto da aggregatori e motori di ricerca;
questi ultimi, secondo Catricalà, «riproducono ed elaborano in vario modo i contenuti stessi, anche per fini di lucro». «Pur potendo percepire i ricavi della raccolta pubblicitaria realizzata sulle pagine dei propri siti web, gli editori non sono messi nelle condizioni di condividere il

valore ulteriore generato su Internet dalla propria attività di produzione dell'informazione»;
a parere dell'Autorità, le attuali norme sul diritto d'autore non terrebbero conto delle peculiarità tecnologiche ed economiche di internet, in quanto «non disciplinano un sistema di diritti di proprietà intellettuale nel contesto delle nuove e molteplici modalità di riproduzione e utilizzo dei contenuti da parte di soggetti terzi sul web»;
il presidente è poi tornato a parlare di contraffazione dei beni, prima di chiudere il suo intervento con una riflessione sulla pirateria a mezzo informatico. Per Catricalà bisognerebbe andare oltre «le pratiche dissuasive e repressive già sperimentate con efficacia in Francia». Bisognerebbe cioè introdurre sistemi di pagamento semplificati, dato che non tutti i siti che vendono musica accettano le cosiddette carte prepagate;
l'Autorità ha dunque consigliato di intraprendere efficaci attività promozionali che spingano gli utenti verso il download lecito dei brani. Soprattutto divulgando concetti come il basso costo relativo allo scaricamento -:
di quali elementi disponga il Governo in ordine a quanto affermato dal Presidente dell'autorità e se il Governo intenda promuovere l'introduzione nell'ordinamento di una normativa che consenta di aggiornare le norme relative al diritto d'autore alle mutate e ampliate potenzialità offerte dalla tecnologia.
(4-11416)

FUGATTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Vignola Falesina, in provincia di Trento, da anni si registrano problemi con le linee telefoniche e i collegamenti adsl, tanto che per interi giorni alcune zone rimangono completamente isolate dai collegamenti telefonici;
i disservizi hanno coinvolto gli esercizi alberghieri della zona, che non possono cosi ricevere prenotazioni né telefoniche, né via fax e neanche possono accettare operazioni di pagamento con bancomat dai propri clienti, creando una situazione di grave disagio per la clientela e notevoli danni economici per gli esercizi;
la compagnia telefonica Telecom Italia, recependo le delibere dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 179/03/CSP e n. 254/04/CSP, in materia di qualità e carte dei servizi di TLC ha pubblicato, per la propria clientela. La Carta dei Servizi di Telecom Italia, in cui si impegna a fornire un servizio telefonico, con chiamata gratuita a cui poter «segnalare i guasti per una tempestiva riparazione» e per poter «trovare tempestiva soluzione ad eventuali problemi»;
gli albergatori, vittime di questo grave disservizio, si sono rivolti agli sportelli telefonici della compagnia telefonica Telecom Italia per segnalare il guasto e chiedere i tempi della «tempestiva riparazione», ma le risposte non sono mai state chiare e definite e tuttora non si è ancora trovata una «tempestiva soluzione» al problema;
gli abitanti di Vignola Falesina corrispondono regolarmente un cospicuo canone all'azienda telefonica Telecom Italia e pretendono che la compagnia in questione risolva definitivamente il problema, con un intervento risolutivo sulla rete e non con riparazioni provvisorie che ripristinano momentaneamente il servizio;
nella suddetta Carta dei servizi si legge anche l'impegno della compagnia a «riparare i guasti segnalati agli sportelli telefonici entro il secondo giorno non festivo successivo a quello in cui è pervenuta la segnalazione, fatta eccezione per i guasti di particolare complessità che verranno comunque tempestivamente riparati e in caso di ritardo verrà riconosciuto all'utente, su richiesta, un indennizzo pari al 50 per cento del canone mensile corrisposto per ogni giorno lavorativo di ritardo»;
quanto sopra riportato è l'ennesimo disservizio da parte della compagnia telefonica

Telecom Italia in Trentino, che non fornisce il servizio adeguato nell'erogazione del servizio universale e nella riparazione dei danni ad essa imputabili -:
se il Ministro non reputi opportuno intervenire, per quanto di sua competenza e con apposite iniziative normative, per monitorare il rispetto degli impegni assunti con la carta dei servizi dalla compagnia Telecom Italia, garantendo così la tutela dei diritti dei cittadini utenti della provincia di Trento, e se e quali iniziative di competenza intenda intraprendere nel caso di mancata osservanza degli impegni stessi.
(4-11418)

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TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

MESSINA. - Al Ministro del turismo. - Per sapere - premesso che:
il primo trimestre del 2011 ha fatto registrare un grande fermento politico e sociale che ha attraversato tutto il Medio Oriente e il Maghreb. Contro i regimi autoritari dei Paesi arabi, si sono verificati significativi moti popolari che, accesisi in Algeria, si sono tumultuosamente estesi in Tunisia, con conseguente caduta e fuga del Presidente Ben Ali, in Egitto, con le inevitabili e sofferte dimissioni del Presidente Mubarak, in Bahrain, nello Yemen;
contestualmente si sono verificate rivolte anche in Libia, dove purtroppo la crisi in questo momento risulta essere molto più grave ed è in corso l'operazione «Odissey Dawn» (odissea all'alba) contro il colonnello Gheddafi, cui anche il nostro Paese sta dando sostegno. La crisi, in questa parte del Mediterraneo, sta già provocando e continuerà a provocare problemi e disagi per il nostro Paese e le prime ripercussioni sono già evidenti in Sicilia;
l'emergenza profughi e l'insicurezza generata dalla crisi libica stanno infatti generando sofferenze in tutto il settore turistico siciliano e il problema rischia di estendersi a tutto il Mezzogiorno. Gli operatori del settore, con la stagione estiva alle porte, rilevano infatti i primi cali di flussi turistici e disdette. Inoltre, considerato il carattere per lo più stagionale che il turismo ha ancora al Sud, perdere la stagione estiva significherebbe mettere in ginocchio un settore che rappresenta il 12,5 per cento del Pil regionale. Il turismo è una risorsa importante a cui la Sicilia e per il Mezzogiorno non possono rinunciare;
la Sicilia infatti sta puntando molto sullo sviluppo di questo settore e nel 2010, secondo quanto affermato dall'assessore regionale al turismo, si erano finalmente visti i primi segnali di ripresa dopo il forte calo registrato dal settore negli ultimi quattro anni;
si erano evidenziati infatti buoni risultati nella provincia di Agrigento e Trapani, un incremento in realtà come Taormina e la tenuta di Cefalù, con un complessivo aumento delle presenze di visitatori stranieri. Gli scali aerei siciliani hanno fatto segnare nel periodo gennaio-settembre 2010 un aumento dell'8,1 per cento del volume passeggeri, rispetto allo stesso periodo del 2009, superiore al dato nazionale, che è stato del 5,6. Palermo si è inoltre posizionata al decimo posto nella classifica 2010 dei Comuni capoluogo italiani più turisticamente sostenibili, condotta dall'Osservatorio nazionale spesa pubblica e turismo sostenibile che ha valutato in particolare qualità, quantità ed efficacia dei flussi di spesa pubblica destinata al turismo, con l'evoluzione dell'economia turistica e della qualità sociale e territoriale locale;
negli ultimi anni, inoltre, la Sicilia ha avuto a disposizione ingenti stanziamenti europei, che hanno portato alla creazione di nuovi posti letto, passati dai 164.085 del 2005 ai 190.618 del 2009 con un incremento del 16 per cento;
con i fondi della programmazione 2000-2006 sono stati inoltre realizzati importanti

interventi come il recupero area costiera di Acqua dei Corsari a Palermo o il restauro del castello Chiaramonte di Naro in provincia di Agrigento;
con l'attuazione del piano strategico della portualità turistica e grazie ai fondi comunitari, negli ultimi anni la Sicilia ha aumentato il numero di approdi e di posti barca, creando una rete di «hub» a vocazione extraregionale e di porti turistici più piccoli, con una distanza massima tra loro di 30 miglia, valorizzando così il turismo marino che costituisce una fetta importante dell'intero comparto turistico che, nel 2009, si è attestato sui 3,5 milioni di turisti (per lo più italiani, con un 30-35 per cento di stranieri) all'anno per un totale di 11 milioni e 397 mila notti vendute. In particolare, con i fondi della programmazione 2000/2006 sono stati realizzati diversi interventi a Palermo Sant'Erasmo (270 posti), Balestrate (700 posti), Porto Palo di Menfi (245 posti), Pantelleria (200 posti), Marina di Ragusa (1000 posti), Riposto (650 posti), S. Marina di Salma (300 posti), per un totale di 2.800 posti barca, oltre a interventi sul porto di Lampedusa e a San Nicola L'Arena, nel palermitano;
ci sono stati anche, in questi ultimi anni, ingenti investimenti privati quali ad esempio quelli dei resort di Sciacca e Ribera che possono essere un elemento di traino per lo sviluppo del segmento turistico di lusso;
la crisi libica sta dunque vanificando tutti gli investimenti e gli sforzi che la Sicilia e il suo settore turistico hanno fatto negli ultimi anni. Due nodi di problematicità risultano in particolare l'isola di Lampedusa e la provincia di Trapani. L'economia di Lampedusa è infatti principalmente basata sul turismo. L'assessore al turismo di Lampedusa ha calcolato danni per più di 4 milioni di euro al settore turistico dell'isola relativi al solo periodo di Pasqua;
si è stimato infatti che, con la cancellazione dei voli turistici programmati per le feste da parte del vettore Astreus e del tour operator Holding Turismo, si è avuta la perdita di circa 7.000 posti che, calcolando soggiorni di sei notti, sarebbero corrispondenti a 42.000 presenze. Aggiungendo inoltre gli arrivi della tratta sociale da Palermo e Catania e i passeggeri Siremar, si stima che le presenze del periodo pasquale sarebbero arrivate a circa 84.000. Considerando una spesa media di cinquanta euro al giorno per turista, si arriva a calcolare una perdita netta per l'economia isolana di quattro milioni e duecentomila euro. Probabilmente tali importi potranno essere solo parzialmente recuperati dai risarcimenti annunciati dal Governo;
la preoccupazione rimane forte anche per la stagione estiva perché secondo i dati diffusi dalla Federalberghi delle Pelagie le prenotazioni per la stagione estiva, che in questo periodo raggiungono quasi un terzo della disponibilità totale sono scese del 25 per cento, raggiungendo appena un 5-6 per cento;
altro punto caldo risulta Trapani dove, a causa delle operazioni militari, dal 20 marzo 2011 è chiuso l'aeroporto cittadino. Lo scalo è stato infatti scelto, in luogo del vicino e ugualmente sicuro scalo di Sigonella, come principale pista per il decollo dei velivoli militari verso la Libia. Conseguentemente tutti i voli civili sono stati dirottati su Palermo, con grandi disagi per i passeggeri ed un eccessiva congestione dello scalo palermitano che comporta ritardi e overbooking;
l'Airgest, società di gestione dell'aeroporto civile di Trapani, ha dichiarato che ogni giorno di chiusura significa una perdita di 50 mila euro e ciò potrebbe comportare tagli al personale che andranno a toccare sicuramente i lavoratori più deboli, ossia i circa 70 interinali, già in fase di protesta. Ma la chiusura dell'aeroporto non è solo la crisi dell'Airgest, significa soprattutto bloccare quella crescita e quell'incremento di turismo che si era riscontrato con l'apertura dello scalo civile e grazie alle presenza dei voli low cost della compagnia Ryanair. Nel 2010

infatti, grazie al traino della Ryanair, sono transitati nello scalo di Trapani 1,6 milioni di passeggeri, con tendenze ancora in crescita fino al mese scorso. Tali cifre hanno ovviamente avuto una ricaduta positiva sul turismo locale, con un incremento di presenze turistiche del 13,44 per cento nel quadriennio 2006-2009 e dato che sale addirittura a +53 per cento rispetto alle sole presenze straniere. La tendenza positiva è confermata anche confrontando la presenza di turisti italiani e stranieri nella provincia di Trapani nel 2009 rispetto al 2008, con una percentuale, rispettivamente, di +3,85 per cento e +24,53 per cento. Al momento però lo scenario è cambiato: il sindaco di Trapani è allarmato ed ha già scritto al Governo, gli operatori del settore turistico della provincia lamentano il blocco del canale di prenotazione telematico booking.com, legato alla compagnia Ryanair e che rappresenta per le strutture ricettive una grande fetta di mercato; le strutture ricettive hanno avuto le prime disdette di prenotazioni; i tour operator, con la chiusura dell'aeroporto, taglieranno probabilmente Trapani dai circuiti turistici; i commercianti temono un ridimensionamento degli affari e uno stop anche degli arrivi turistici con navi da crociera;
a sostegno di questi investimenti e contro la crisi del settore appare innanzitutto necessaria una straordinaria promozione dei territori che punti sulle bellezze del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare e che rassicuri il segmento di turismo estero dai pericoli del conflitto libico. È facile infatti che un turista straniero associ Lampedusa con la Sicilia tutta, mentre è necessario mostrare la ricchezza e la bellezza dei nostri territori e spiegare che, in Sicilia, si può fare vacanza. Tra le attrazioni turistiche che meritano di essere valorizzate a livello di promozione internazionale, solo ad esempio, si può citare, oltre alle numerose bellezze del mare con i quasi 1500 chilometri di coste, i meravigliosi paesaggi naturali dell'Etna e di Stromboli, le aree archeologiche di Siracusa e Agrigento, le città barocche della Val di Noto o la cattedrale di Monreale a Palermo;
in questo scenario di crisi, poi, il nuovo spot di promozione turistica nazionale «Magic Italy», appare alquanto inefficace e ad avviso dell'interrogante addirittura provocatorio nella scelta del Presidente Silvio Berlusconi, quale testimonial -:
per quanto sopra esposto, quali provvedimenti si stiano prendendo per sostenere ed evitare le difficoltà e i danni del settore dovute alla crisi libica e quali azioni siano invece in atto o programmate, in termini di promozione, investimenti e interventi infrastrutturali, per lo sviluppo complessivo del settore nel Mezzogiorno che ha ancora molte potenzialità non sfruttate e rappresenta un'opportunità per tutto il turismo italiano.
(4-11417)

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Apposizione di firme a risoluzioni.

La risoluzione in commissione Garagnani n. 7-00204, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

La risoluzione in commissione De Girolamo n. 7-00205, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

Apposizione di firme ad interpellanze.

L'interpellanza Garagnani n. 2-00458, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interpellanza Garagnani n. 2-00459, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della

seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interpellanza Garagnani n. 2-00460, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interpellanza Antonino Russo n. 2-01009, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 marzo 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Lo Presti.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-03915, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Migliori n. 4-03981, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Bertolini n. 4-03985, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Marinello n. 4-03986, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Migliori n. 4-03991, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Migliori n. 4-03992, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Ghiglia n. 4-04033, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Ghiglia n. 4-04034, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Migliori n. 4-04039, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta orale Mario Pepe (IR) n. 3-00652, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Tommaso Foti n. 4-04121, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Tommaso Foti n. 4-04123, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Torrisi n. 4-04129, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Dima n. 4-04136, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Cassinelli n. 4-04139, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Dima n. 4-04143, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Dima n. 4-04144, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Dima n. 4-04145, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Dima n. 4-04171, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Dima n. 4-04172, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta in commissione Contento n. 5-01773, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta in commissione Mancuso n. 5-01778, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-04201, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-04202, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-04207, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-04213, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta in commissione Bobba n. 5-04429, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 marzo 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Gnecchi.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza urgente Cassinelli n. 2-00975 del 16 febbraio 2011.