XVI LEGISLATURA
ATTI DI INDIRIZZO
Risoluzione in Commissione:
La VII Commissione,
premesso che:
il Castello di Compiano rappresenta per tutto il territorio parmense dell'Alta Val di Taro un importante riferimento storico, architettonico, culturale e sociale e costituisce un'attrazione turistica di grande valore per la comunità dell'Alta Val di Taro che proprio grazie ad esso può vantare uno dei borghi più belli d'Italia;
nelle prime ore del mattino di mercoledì 8 dicembre 2010 una parte del muro esterno della fortificazione, risalente al XII secolo, è crollato, probabilmente a causa delle piogge e del ghiaccio degli ultimi giorni. Il crollo ha interessato una porzione esterna di una cisterna, alta poco meno di sette metri e larga trenta;
l'allarme è stato lanciato da alcuni residenti del paese che sono stati svegliati dal boato del crollo;
le operazioni di messa in sicurezza dell'area, effettuate dai vigili del fuoco di Borgotaro, dai carabinieri e dalla protezione civile, sono durate sino alle nove della mattina successiva, ma la strada provinciale che collega Compiano a Bardi è restata chiusa al traffico;
il crollo delle mura di cinta del castello ha comportato anche un grave guasto alla linea elettrica che rifornisce parte del paese e alle condutture dell'acqua potabile e per motivi precauzionali è stata anche interrotta l'erogazione del gas nella zona,
impegna il Governo:
a porre in essere tutte le misure necessarie per la pronta determinazione dei danni e delle eventuali responsabilità amministrative;
a provvedere, secondo le sue competenze, all'erogazione dei fondi necessari per l'intervento di messa in sicurezza della struttura;
ad assumere iniziative per stanziare fondi adeguati per la messa in sicurezza del patrimonio architettonico della provincia di Parma, considerando i fattori e lo stato di rischio delle opere monumentali presenti.
(7-00453)
«Lusetti, Libè, Dionisi, Mondello».
TESTO AGGIORNATO AL 17 GENNAIO 2011
...
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazione a risposta in Commissione:
GHIZZONI e RUGGHIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
L'Italia ospiterà nel 2011 la manifestazione sportiva «Europei di tiro a segno a 10 metri - Brescia 1-7 marzo 2011» organizzata dall'Unione italiana tiro a segno (UITS);
secondo notizie riportate dalla stampa, l'UITS, riordinata in ente pubblico con decreto del Presidente della Repubblica 12 novembre 2009, n. 209, vigilata dal Ministero della difesa e dal Coni, si trova in serie difficoltà economiche e ha chiuso in rosso i propri bilanci;
la manifestazione sopracitata, se allestita presso le strutture della Fiera di Brescia, vedrà lievitare i costi per centinaia di migliaia di euro e la maggior parte delle risorse economiche sarà spesa, presumibilmente, per affittare ed allestire «temporaneamente» gli spazi da utilizzare per i servizi e la competizione;
risulta essere operativa nella stessa città di Brescia, una sezione del tiro a segno nazionale che opera su area militare di proprietà del Ministero della difesa e quindi potrebbe ospitare eventi sportivi come quello previsto per il prossimo marzo, come molte altre strutture del Ministero della difesa che potrebbero essere resi disponibili per l'evento in questione;
lo stesso Comitato d'onore che presiederà alla manifestazione sportiva del prossimo marzo, contrariamente a quanto deciso nelle manifestazioni degli anni precedenti, non risulta rappresentativo di tutte le realtà che concorrono alla pratica di questa disciplina sportiva e alla realizzazione della manifestazione del prossimo anno -:
se la Presidenza del Consiglio, senza nulla togliere alla necessità di garantire all'evento sportivo del mese di marzo 2011 tutta l'attenzione che merita, a partire da una più adeguata composizione del Comitato d'onore, intenda acquisire elementi in merito alla possibilità di individuare una sede alternativa che riduca i costi diretti e indiretti di allestimento del poligono, anche prendendo in considerazione l'utilizzo di aree nella disponibilità del Ministero della difesa, così da ridurre i costi dell'evento di cui in premessa.
(5-03973)
Interrogazioni a risposta scritta:
FOLLEGOT e STUCCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i recenti eventi atmosferici dal 31 ottobre al 3 novembre 2010 hanno interessato anche la regione Friuli Venezia Giulia;
gli allagamenti conseguenti hanno causato gravi danni alle infrastrutture pubbliche e ad edifici pubblici e privati;
le province interessate sono quella di Pordenone, dove moltissimi comuni sono stati colpiti, e quella di Udine seppur in un territorio più limitato;
le avversità atmosferiche che hanno colpito la regione sono state del tutto eccezionali;
i danni causati mettono a rischio la sicurezza del territorio;
vi è la necessità di realizzare interventi che garantiscano l'incolumità delle persone e di aiutare le famiglie e le imprese che hanno subito danni rilevanti -:
in quale modo si intenda intervenire per far fronte a queste urgenti necessità.
(4-10038)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi
emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese
riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3858 del 12 marzo 2010 per l'emergenza sismica della galleria Pavoncelli.
(4-10040)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività
di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3853 del 3 marzo 2010 per l'emergenza sismica nella regione Umbria del 15 dicembre 2009.
(4-10041)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze
di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese
riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3504 del 9 marzo 2006 per l'emergenza Abruzzo inquinamento fiume Aterno;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10042)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti
in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 novembre 2006 per l'emergenza Calabria situazione di crisi socio-economica-ambientale nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10043)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni
del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3721 del 19 dicembre 2008 per l'emergenza: Cogoleto inquinamento ambientale stabilimento Stoppani;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10044)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di
selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3591 del 24 maggio 2007 per l'emergenza Ecolibranda stabilimento - Comune di Serravalle Scrivia;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10045)
FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
come si può leggere anche sul sito internet del Governo, a pagina 7 della relazione annuale al Parlamento sull'uso di sostanze stupefacenti e sullo stato delle tossicodipendenze in Italia per il 2009,
presentata alle Camere il 21 giugno 2010 (Doc. XXX n. 3) è scritto, tra l'altro: «Alla data del 15 maggio i questionari compilati e pervenuti al Dipartimento per le Politiche Antidroga ammontavano a 12.323, corrispondenti al 12,7 per cento del campione selezionato per lo studio (99.400 dei quali circa 2.000 sono stati esclusi per mancato recapito del questionario)»; la percentuale del 12 per cento di risposte all'indagine postale appare assolutamente inadeguata e insufficiente a formulare alcuna ipotesi plausibile sul consumo delle droghe illegali in Italia, tanto meno l'ipotesi, ad avviso degli interroganti poco credibile, che i consumatori di sostanze stupefacenti siano calati fra il 2008 e il 2010 di un milione di unità (da 3.934.450 a 2.924.500, con un calo pari al 25,7 per cento, si veda la prima pagina della sintesi della relazione);
a pagina 116 della relazione è scritto, tra l'altro: «Da un confronto dei dati rilevati dal Ministero della Giustizia e dal Ministero della Salute relativamente ai soggetti con problemi socio-sanitari droga correlati detenuti negli istituti penitenziari, emerge che secondo le fonti del Ministero della Salute i soggetti ristretti in carcere ed assistiti per varie ragioni dai Servizi Territoriali per le Tossicodipendenze costituiscono un contingente di 17.166 detenuti e rappresentano circa il 68,2 per cento dei soggetti con problemi socio-sanitari droga correlati rilevati dal Ministero della Giustizia, con una variabilità nell'ultimo decennio compresa tra il 55 per cento e l'80 per cento»;
a pagina 209 della relazione, la tabella III.2.2 riporta le caratteristiche dei trattamenti erogati dai servizi per le tossicodipendenze per sede di erogazione dei trattamenti (servizio pubblico - struttura privata - istituto penitenziario) nel 2009;
a pagina 211 della relazione è scritto, tra l'altro: «in base alle risposte fomite dalle Regioni, solo in una su tre esiste una strategia regionale e/o locale, specifica e definita per la riduzione del numero di decessi per intossicazione acuta da uso di sostanze»; la scarsa o nulla attenzione dedicata dalla maggioranza delle regioni a una strategia complessiva di riduzione del danno appare dovuta in gran parte alla costante e profonda sfiducia nello stesso concetto di «riduzione del danno» imputabile ad avviso degli interroganti alla politica portata avanti dal Governo;
a pagina 226 è scritto: «nel periodo compreso tra l'11 luglio 1990 ed il 31 dicembre 2009 le persone segnalate ai Prefetti per detenzione per uso personale di sostanze stupefacenti ai sensi del citato articolo 75 sono state complessivamente 737.642»; ad avviso degli interroganti, l'enorme investimento di personale e mezzi finanziari, che ha permesso agli organi di repressione di segnalare ai prefetti, nel corso di 20 anni, ben 737.642 cittadini italiani, non sembra aver prodotto alcun risultato tangibile di disincentivazione dell'uso di sostanze stupefacenti;
a pagina 244 della relazione, la tabella III.4.1 riporta il prospetto dei finanziamenti delle regioni ai progetti di reinserimento sociale di consumatori ed ex consumatori problematici di droga nel corso del 2009; al riguardo, non compaiono i dati relativi alle regioni Campania e Liguria e appare agli interroganti poco credibile il dato della regione Calabria, che ha destinato ben 1.281.823 euro ai progetti di reinserimento (10,9 per cento del totale), e ancor più il dato della regione Lazio, che ha destinato ben 3.022.000 euro (25,5 per cento del totale) a tali progetti;
a pagina 295 della relazione è scritto, tra l'altro: «Tra i conducenti risultati positivi alle droghe (circa 19 per cento), la cannabis è la sostanza riscontrata con maggiore frequenza (55,5 per cento dei casi) e svolge un ruolo principale nel determinismo di incidenti stradali sia per la frequenza d'uso nella popolazione generale, sia per gli effetti conseguenti l'assunzione»;
a pagina 451 della relazione è scritto: «È tempo oramai che anche il nostro Paese si allinei con quanto avviene a livello non solo europeo ma anche internazionale,
dove già da tempo si è abbandonata la logica «dell'incaricato ideologico» indipendentemente dalle competenze tecnico scientifiche reali e dal livello professionale di responsabilità»; agli interroganti appare opportuno applicare tali princìpi innanzi tutto all'attività delle strutture amministrative e di governo, a partire dal dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri -:
con riferimento a quanto riportato a pagina 116 della relazione di cui in premessa, se lo scarto di 8.000 unità fra le rilevazioni del Ministero della salute e quelle del Ministero della giustizia debba essere interpretato nel senso che 8.000 persone con problemi sociosanitari correlati alla droga detenute nelle carceri italiane sono prive di quell'assistenza sanitaria adeguata e personalizzata assicurata, sulla carta, dalla riforma della sanità penitenziaria prevista dal decreto legislativo n. 230 del lontano 1999;
con riferimento a quanto riportato a pagina 209 della relazione (tabella III.2.2), per quale ragione i trattamenti metadonici in carcere (a cui si sono pure affiancati quelli con buprenorfina), pur registrando nel corso dell'ultimo ventennio un consistente aumento, risultino ancora la metà di quelli effettuati fuori dal carcere e se non si ritenga erronea la distinzione operata fra «servizio pubblico» e «istituto penitenziario» alla luce della ratio della riforma della sanità penitenziaria, per cui il servizio tossicodipendenze che somministra i trattamenti alle persone non detenute è lo stesso che assiste le persone in carcere;
con riferimento a quanto riportato a pagina 211 della relazione, di quali elementi disponga il Governo in relazione alle motivazioni della scarsa o nulla attenzione dedicata dalla maggioranza delle regioni a una strategia complessiva di riduzione del danno;
con riferimento a quanto riportato a pagina 226 della relazione, quali risultati abbia prodotto, in termini di disincentivazione dell'uso di sostanze stupefacenti, l'enorme investimento di personale e mezzi finanziari, che ha permesso agli organi di repressione di segnalare ai prefetti, nel corso di 20 anni, ben 737.642 cittadini italiani;
con riferimento a quanto riportato a pagina 244 della relazione (tabella III.4.1), per quale motivo non compaiano i dati relativi alle regioni Campania e Liguria;
con riferimento a quanto riportato a pagina 295 della relazione, se l'attribuzione alla cannabis del ruolo di maggior rilievo nel determinare gli incidenti stradali non sia falsata dal fatto che la maggior parte dei test antidroga a disposizione delle forze dell'ordine rileva un'intossicazione da cannabinoidi non «in atto» ma passata, rimanendo la sostanza psicoattiva nelle urine per giorni e settimane.
(4-10056)
...
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta scritta:
MECACCI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il signor Biram Dah Abeid è presidente dell'IRA - Initiative de Résurgence du mouvement Abolitionniste de Mauritanie -, e membro dell'ONG «SOS ESCLAVES Mauritania» e consigliere della Commissione nazionale dei diritti umani in Mauritania;
da quest'anno, il signor Biram Dah Abeid è iscritto al «Partito radicale nonviolento, transnazionale e transpartito»;
dal comunicato stampa pubblicato, il 13 dicembre 2010, sul sito internet www.cridem.org, si apprendono le seguenti notizie:
il 13 dicembre 2010, intorno alle ore 11 del mattino, il signor Biram Dah
Abeid insieme a 30 militanti per i diritti umani sono stati aggrediti, picchiati e arrestati dalla polizia di Nouakchott, capitale della Mauritania;
i militanti stavano manifestando per chiedere la liberazione di due ragazze, tenute in condizioni di schiavitù presso un'alta esponente del potere locale;
nei giorni precedenti al 13 dicembre, il signor Biram Dah Abeid aveva ricevuto delle minacce in seguito al fatto che azioni e manifestazioni condotte in favore dell'abolizione della schiavitù avevano conseguito ampio successo a Nouakchott;
in merito alla vicenda sopra menzionata non si conoscono altri dettagli;
come riportato dal sito internet www.peacereporter.net, si ha che:
il 18 per cento della popolazione della Mauritania è composto di schiavi ossia nel Paese vi sono circa 600.000 uomini ancora costretti in schiavitù;
dal 1981 a oggi si sono succedute numerose leggi contro la schiavitù, di cui l'ultima approvata nel 2007, ma nessuna di queste leggi è stata mai applicata poiché nessuno risulta ancora condannato -:
se il Governo sia informato dei fatti menzionati;
quali iniziative immediate sul piano diplomatico intenda adottare il Governo al fine di ottenere l'immediato rilascio di Biram Dah Abeid e degli altri difensori dei diritti umani arrestati il 13 dicembre 2010, e la liberazione delle due ragazze ridotte in schiavitù a Nouakchott;
se il Governo non ritenga opportuno avviare, nelle principali sedi internazionali a partire da quella europea, una decisa campagna contro la schiavitù in Africa partendo proprio dalla Mauritania.
(4-10034)
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta in Commissione:
BRAGA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel 2007 dopo ben 25 anni di attesa, il comune di Como autorizzò la demolizione della vecchia tinto-stamperia Ticosa di Como, un'area di 41 mila metri quadrati situata nel centro della città;
il comune di Como commissionò uno studio per l'individuazione della presenza di amianto nell'area della tinto-stamperia Ticosa, alla società Environment Italia che redasse il piano di bonifica dell'area senza evidenziare la presenta di materiale pericoloso o inquinante, benché nel primo rapporto redatto alcune parti non vennero ispezionate per una serie di impedimenti tecnici. I lavori di bonifica partirono l'11 gennaio 2007; l'abbattimento della fabbrica iniziò il 27 gennaio 2007, nonostante le polemiche e le perplessità sollevate da alcuni consiglieri comunali;
nel marzo del 2007 dai rilevamenti delle centraline dell'Arpa è emerso un livello di concentrazione di fibre d'amianto nell'atmosfera quattro volte superiore alla norma, anche se inferiore alla soglia d'allarme;
il 10 aprile del 2007 i tecnici dell'Arpa entrarono nel cantiere per eseguire i primi campionamenti sull'area, ritrovando tra le macerie anche «frazioni indesiderate» di amianto crisotilo in una guaina bituminosa macinata insieme ad altri detriti inerti. Il 25 maggio 2007 viene inviata una lettera dell'Agenzia per l'ambiente con la quale si invita il comune a emettere un'ordinanza che verrà poi firmata dal sindaco di Como il successivo 28 giugno, per far sgomberare in modo corretto «il macinato» ritrovato nell'area Ticosa;
il 29 di giugno 2007 con un clamoroso blitz gli uomini del nucleo operativo di Como e del nucleo ecologico di Milano, posero sotto sequestro gli oltre 41 mila metri quadrati della ex fabbrica dismessa. Oggetto dell'inchiesta erano la presenza di amianto tra i 4 mila metri cubi di detriti e l'assenza di procedure di smaltimento idonee;
il 4 ottobre 2007 l'area viene dissequestrata e solo nel febbraio del 2008 i detriti con l'amianto crisotilo vengono portati in una discarica ENKI in provincia di Alessandria, dopo il rifiuto dell'impianto di Casteggio incaricato in origine, di ricevere le macerie;
le due imprese incaricate delle operazioni di demolizione dell'ex tinto-stamperia di Como furono:
la ditta Binda impegnata nella triturazione dei rifiuti del cantiere e oggi sotto processo presso la procura di Como per l'irregolare smaltimento dei rifiuti derivati dalla demolizione dell'ex fabbrica;
la ditta Perego Strade impegnata nell'abbattimento dell'edificio, trasformata dopo il suo fallimento in Perego General Contractor srl e chiamata in giudizio presso la procura di Milano nel corso di un'inchiesta antimafia svoltasi in Lombardia nei mesi scorsi, per essere diventata una società organica, letteralmente commissariata dal 'ndrangheta -:
di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in relazione a quanto esposto in premessa, quali iniziative si intendano mettere in atto per assicurare la tutela della salute dei cittadini comaschi gravemente preoccupati e impauriti dalla presenza e dal cattivo smaltimento di amianto nell'area del cantiere dell'ex tinto-stamperia Ticosa situato proprio nel cuore della città di Como;
se risultino fondate le notizie secondo cui l'appalto per l'abbattimento e la rimozione dei detriti sia stato affidato ad un'impresa oggetto di indagine presso la procura distrettuale antimafia di Milano.
(5-03974)
Interrogazioni a risposta scritta:
ROSATO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
esiste da dieci anni a Trieste, nel parco del Castello di Miramare, il «Centro europeo per la salvaguardia dei colibrì», riconosciuto quale istituzione scientifica dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con proprio decreto del 2005 e patrocinato dai Ministeri omologhi della Repubblica dell'Ecuador e della Repubblica Federale di Germania;
i meriti di tale struttura sono confermati dalle maggiori autorità scientifiche, dal momento che il centro intrattiene collaborazioni e scambi di ricercatori con le università di Camerino, Udine, Bonn, Boyaca (Colombia) e Guayaquil (Ecuador), contatti che permettono la diffusione in Sudamerica, dove mancano strutture equiparabili, degli studi condotti a Trieste, dove è stato possibile ottenere la riproduzione in cattività di alcuni esemplari;
i colibrì sono responsabili dell'impollinazione dell'85 per cento delle specie vegetali dell'Amazzonia, consentendone la sopravvivenza: il loro studio è dunque un contributo importante alla salvaguardia dell'ambiente;
nel 2005 il Governo della Repubblica del Perù fece dono all'Italia di cento esemplari di colibrì, destinandone l'«affidamento illimitato e irrevocabile» al Centro europeo per la salvaguardia dei colibrì di Trieste;
nonostante i solleciti del direttore, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ha mai dato seguito alla richiesta di stipulare una convenzione che regolasse i rapporti tra il Centro e il Ministero medesimo;
nel 2008 il Centro non aveva ancora ricevuto i finanziamenti promessi nel 2005 dal Ministero dell'ambiente e della tutela
del territorio e del mare, né aveva ricevuto rimborsi sui 127.000 euro di spese fino ad allora sostenute;
accumulati oltre 30.000 euro di debiti nei confronti dei fornitori e della società Tuttogas di Udine, responsabile dell'impianto di riscaldamento delle serre, detta società inviava, il 15 novembre 2010, suoi addetti per sospendere l'erogazione di gas, fatto che avrebbe causato la morte dei colibrì, incapaci di sopravvivere in condizioni climatiche naturali;
in seguito alle richieste del direttore, il Ministero interveniva, per mezzo dell'invio di alcune guardie forestali, per dissuadere la Tuttogas dal sospendere le forniture, senza tuttavia essere in grado di offrire soluzioni nel medio-lungo periodo e anzi confermando la sospensione dei finanziamenti;
il 18 novembre però un altro gruppo di guardie forestali, del nucleo investigativo di Padova, sequestrava le serre e altri impianti del Centro, con l'accusa che essi sarebbero stati costruiti abusivamente -:
se il Ministro intenda confermare il riconoscimento di istituzione scientifica dato dal Governo al Centro europeo per la salvaguardia dei colibrì, realtà eminente nel campo della ricerca su queste specie animali, riconosciuta anche dai Governi della Repubblica dell'Ecuador e della Repubblica Federale di Germania e favorita da un accordo diplomatico con la Repubblica del Perù;
se il Ministro intenda definire in maniera chiara i rapporti intercorrenti tra il Ministero e il Centro europeo per la salvaguardia dei colibrì di Trieste, spiegando le motivazioni di un sequestro giudiziario operato a danno di un patrimonio (i colibrì) di proprietà dello Stato;
se intenda sottoscrivere una convenzione con il Centro europeo per la salvaguardia dei colibrì tale da garantirgli le risorse necessarie a proseguire serenamente le proprie attività.
(4-10030)
TIDEI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nonostante precedenti richieste formali e interrogazioni parlamentari, non si è ancora ottenuta risposta dal Governo circa l'ipotesi di individuazione della località Spizzicatore, nel comune di Allumiere (Roma) quale sito di una nuova discarica deputata ad ospitare i rifiuti di Roma in concomitanza con l'esaurimento ormai imminente della discarica di Malagrotta;
nonostante precedenti richieste formali e interrogazioni parlamentari, non si è ancora ottenuta risposta dal Governo circa l'ipotesi di realizzazione di un inceneritore nel quarto gruppo della centrale elettrica Enel di Torre Valdaliga Nord a Civitavecchia;
il piano regionale dei rifiuti approvato recentemente dalla regione Lazio, pur non prevedendo né la realizzazione di una discarica in località Spizzicatore, nel comune di Allumiere (Roma), né un inceneritore all'interno del quarto gruppo della centrale elettrica Enel di Torre Valdaliga Nord, a Civitavecchia, non chiarisce tuttavia in quale sito e con quale modalità saranno smaltiti i rifiuti del comune di Roma dopo l'esaurimento del sito di Malagrotta, lasciando dunque ancora percorribili entrambe le possibili soluzioni di discarica e inceneritore sopra esposte;
ad avvalorare l'ipotesi di realizzazione di un inceneritore nel quarto gruppo della centrale elettrica Enel di Torre Valdaliga Nord, con conseguente combustione di cdr, come si evince da numerosi articoli di stampa apparsi sia a livello regionale che nazionale, figura il passaggio della linea ferroviaria tirrenica esattamente a ridosso delle grandi cupole deposito del carbone e al fianco dei bruciatori della centrale elettrica, la quale si porrebbe come vettore di trasporto ottimale per i rifiuti della capitale;
nel territorio del comune di Civitavecchia, nel Comprensorio militare di S. Lucia,
è inoltre ubicato il Centro tecnico logistico interforze (Ce.T.L.I) NBC, ente del Ministero della difesa, unico in Italia, con compiti di studio, verifiche ed applicazioni di carattere militare nei settori nucleare, biologico e chimico;
recentemente presso il Ce.T.L.I NBC di Civitavecchia è stato effettuato uno studio tecnico finalizzato all'individuazione di tecnologie alternative per la demilitarizzazione delle armi chimiche che prevedeva la realizzazione di un inceneritore per lo smaltimento delle suddette armi, sostituendo l'attuale tecnologia basata sulla ossidazione chimica con una basata sulla ossidazione termica;
tale studio è stato confermato in data 16 febbraio 2010 dal Ministro della difesa rispondendo ad una interrogazione a risposta scritta (n. 4-03913) presentata agli atti della Camera dei deputati il 14 settembre 2009 primo firmatario Turco Maurizio del Partito Democratico permane la situazione di grave compromissione ambientale del territorio di Civitavecchia e dell'Alto Lazio e di grave esposizione delle popolazioni a patologie di natura tumorale e alle vie respiratorie certificate da ripetuti studi da parte accreditati di enti ricerca, in virtù della servitù energetica presente da oltre 50 anni per la presenza delle centrali termoelettriche di «Fiumaretta» prima, «Torre Valdaliga Nord», «Torre Valdaliga Sud» e «Alessandro Volta» poi; del porto; di insediamenti di natura industriale -:
se corrisponda al vero l'ipotesi di un sito di stoccaggio di cdr ed il suo successivo utilizzo nella centrale di Torre Valdaliga a Civitavecchia;
se corrisponda al vero l'ipotesi di individuare il comprensorio militare di S. Lucia, Centro tecnico logistico interforze (Ce.T.L.I) NBC, confinante con la citata località Spizzicatore, come sito di una nuova discarica dei rifiuti o come sito di realizzazione di un inceneritore per rifiuti e se abbia comunque fondamento l'ipotesi di una discarica nel territorio a nord di Civitavecchia compreso tra i comuni di Allumiere, Tarquinia e Civitavecchia e nell'aria denominata Spizzicatore.
(4-10054)
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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta scritta:
GIRLANDA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Soprintendenza per i beni storici ed artistici dell'Umbria ha ritenuto opportuno di procedere alla musealizzazione delle statue lignee dei santi dei cosiddetti «Ceri Grandi» di Gubbio;
tale provvedimento è stato valutato sulla base dei sopralluoghi tecnici sulle statue, che avrebbero evidenziato un «pessimo» stato di conservazione e la necessità di salvaguardare le parti originali rimaste delle sculture;
la Soprintendenza ha dunque ritenuto opportuno procedere alla realizzazione di copie delle statue originali da impiegare nella festa, in sostituzione di quelle attuali;
sulla base del piano di restauro dei Ceri e delle relative componenti, il comune di Gubbio e l'università dei Muratori e degli Scalpellini, quale capofila di tutti gli enti coinvolti attivamente nella Festa dei Ceri, al fine di dare vita ad un progetto che preveda la ricerca di artigiani/artisti eugubini specializzati nell'esecuzione di sculture lignee a tutto tondo disponibili a realizzare, a perfetta regola d'arte, le suddette statue, ha indetto un bando - scaduto il 25 novembre 2010 - attraverso il quale individuare l'esecutore della perfetta replica delle statue;
l'attività realizzativa delle nuove statue sarà successivamente eseguita in collaborazione e sotto la sorveglianza di una commissione tecnico-storica della Soprintendenza;
fino ad oggi, a seguito delle eventuali lesioni successive alla manifestazione del 15 maggio 2010, si è proceduto con operazioni di restauro delle statue lignee originali, con cadenza annuale, che da secoli sono protagoniste della manifestazione;
va tenuto conto del valore storico, tradizionale, religioso, simbolico e folcloristico attribuito dalla comunità eugubina alle statue dei santi, quale elemento indispensabile e centrale dell'intera festa dei Ceri, scelta peraltro come manifestazione simbolo della regione dell'Umbria -:
se il Ministro ritenga opportuna l'introduzione di copie delle statue originali nell'ambito di una manifestazione dall'alto valore simbolico e tradizionale.
(4-10035)
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DIFESA
Interrogazione a risposta in Commissione:
FIANO, CORSINI e FERRARI. - Al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di domenica 12 dicembre 2010 il signor Anhdy Saidou Gadiaga, operaio di 36 anni è morto nella camera di sicurezza della caserma dei carabinieri di Brescia;
tale persona era stata arrestata nella giornata di venerdì pomeriggio 10 dicembre 2010 in quanto durante un controllo di una pattuglia dei carabinieri, lo stesso Anhdy Saidou Gadiaga risultava privo di documenti;
lo stesso avrebbe dichiarato ai carabinieri che il suo permesso di soggiorno era scaduto, in quanto disoccupato, e avrebbe inoltre dichiarato che aveva deciso di rimanere in Italia in quanto malato di asma cronica;
la persona in questione presentava ai carabinieri un certificato medico rilasciato dal pronto soccorso degli ospedali civili di Brescia certificante la patologia in atto;
Anhdy Saidou Gadiaga sarebbe rimasto chiuso in una cella della caserma per 36 ore in assenza di riscaldamento, come confermerebbero i carabinieri, e sarebbe rimasto al freddo in quella cella per due notti senza cure;
in una nota inviata dal comandante della stazione dei carabinieri al consolato del Senegal si riferisce che Anhdy Saidou Gadiag sarebbe stato colto da malore alle 8 di mattina di domenica 12 dicembre nella camera di sicurezza e che la squadra di una ambulanza del 118 intervenuti sul posto avrebbe provveduto al ricovero, ma che nel giro di 40 minuti circa un arresto cardio-circolatorio avrebbe concluso la vita di Anhdy Saidou Gadiaga;
agli interroganti non appare ammissibile e legittimo che Anhdy Saidou Gadiaga sia stato trattenuto in una camera della caserma dei carabinieri priva di riscaldamento, nonostante la conclamata patologia certificata da un ospedale pubblico -:
quale sia l'esatta ricostruzione dei fatti di cui in premessa;
se risulti che il soccorso medico sia stato attivato in tempi compatibili con la gravità della patologia in atto;
quali accertamenti si intendano effettuare sui fatti in esame e quali iniziative di competenza si intendano assumere posta la dubbia legittimità delle condotte sopra ricordate.
(5-03976)
Interrogazione a risposta scritta:
MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da oltre un mese il maresciallo dell'Esercito Gelsomino Iannarone sta attuando uno sciopero della fame, astenendosi volontariamente dall'assunzione di alimenti solidi, per protestare contro il provvedimento disciplinare di stato con cui il Ministero della difesa, nella persona del generale Roggio, ne ha decretato la sospensione dal servizio per due mesi per avere mantenuto una capigliatura non decorosa per un militare;
a causa delle conseguenze fisiche dovute alla prosecuzione della protesta il maresciallo Iannarone è stato ricoverato presso l'Ospedale militare «Celio» di Roma;
il provvedimento disciplinare che è causa della estrema protesta è conseguente al procedimento penale svoltosi dinanzi al tribunale militare di Roma, in cui il militare veniva imputato del reato di cui agli articoli 173 e 47 n. 2 e 4 codice penale militare di pace, ovverosia di disobbedienza aggravata, per essersi rifiutato di obbedire all'ordine, attinente al servizio e alla disciplina militare intimatogli dal superiore gerarchico, di tagliarsi i capelli ad un'altezza consona al servizio e compatibile con l'uniforme militare. Il tribunale militare di Roma condannava il maresciallo Iannarone alla pena di mesi quattro di reclusione, ma successivamente la corte di appello militare di Roma, con sent. 94/2009 divenuta definitiva, lo assolveva dai reati contestati con la formula «perché il fatto non costituisce reato»;
appare eccessivo e contraddittorio il provvedimento disciplinare di stato della sospensione comminato al maresciallo Iannarone già assolto per il medesimo fatto dalla corte di appello militare di Roma, con sent. 94/2009 -:
se non ritenga di dover emanare apposite disposizioni volte ad evitare l'uso indiscriminato della potestà disciplinare per quei fatti già valutati in sede penale con esito favorevole a carico dell'incolpato;
quali immediate iniziative intenda avviare per ripristinare la legalità secondo gli interroganti compromessa dall'attività del direttore generale del personale militare, generale Roggio, che ha emesso il provvedimento sanzionatorio e quali per tutelare la salute e la vita del militare in premessa.
(4-10055)
TESTO AGGIORNATO AL 17 GENNAIO 2011
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazione a risposta in Commissione:
DAL LAGO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
con il diffondersi dell'influenza aviaria sono state adottate ulteriori misure di polizia veterinaria ad integrazione di quanto stabilito con ordinanza del Ministro della salute del 26 agosto 2005, per ridurre il rischio della diffusione del virus attraverso il contatto degli uccelli migratori con i volatili allevati all'aperto;
l'ordinanza del Ministro della salute del 22 ottobre 2005 ha introdotto, in particolare, in tutti gli allevamenti di volatili a rischio l'obbligo di installazione di reti di protezione per evitare il contatto con i volatili selvatici, incaricando i servizi veterinari delle ASL di verificare la corretta attuazione di quanto disposto;
soltanto nella provincia Vicenza sono state migliaia le costruzioni realizzate secondo gli obblighi di legge e controllate da parte degli organi competenti; tali strutture sono coperte verso l'alto con un tetto e protette lateralmente da reti metalliche;
nel 2009, secondo notizie di stampa, sembrerebbe che a seguito di un controllo via satellite, sia stato eseguito un confronto tra le strutture registrate al catasto e quelle rilevate dal satellite, da cui è emerso un intenso fenomeno di abusivismo nella provincia di Vicenza, riconducibile alle coperture di riparo degli allevamenti dall'aviaria;
sembrerebbe siano oltre 42.000 le segnalazioni di irregolarità in tutta la provincia di Vicenza da parte dell'agenzia delle entrate, di cui 3.600 in città, a cui potrebbero far seguito pesanti sanzioni, senza che sia tuttavia verificato l'effettivo obbligo dell'iscrizione al catasto delle suddette coperture -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione segnalata in premessa e se non ritengano opportuno che l'Agenzia delle entrate, prima di procedere all'applicazione dei provvedimenti sanzionatori, chiarisca se le coperture eseguite per riparare gli allevamenti dall'aviaria debbano essere o meno dichiarate al catasto, prevedendo eventualmente un adeguato periodo transitorio ai fini dell'adeguamento agli obblighi vigenti in materia.
(5-03969)
Interrogazione a risposta scritta:
FUGATTI, BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 3 agosto 2009 il Ministro dell'economia e delle finanze, il presidente dell'ABI e le associazioni dei rappresentanti delle imprese hanno firmato un avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso le banche con l'obiettivo di aiutare le imprese in un momento storico di grave crisi economico-finanziaria;
l'accordo, in particolare, prevedeva: la sospensione per 12 mesi, ovvero per 6 mesi del pagamento della quota capitale implicita nei canoni di operazioni di leasing rispettivamente «immobiliare» ovvero «mobiliare»; l'allungamento a 270 giorni delle scadenze del credito a breve termine per sostenere le esigenze di cassa, con riferimento alle operazioni di anticipazione su crediti certi e esigibili; il contributo al rafforzamento patrimoniale delle imprese di piccole e medie dimensioni, prevedendo un apposito finanziamento o altre forme di intervento per chi realizzava processi di rafforzamento patrimoniale;
il termine per l'accesso alla moratoria è stato successivamente prorogato al 31 gennaio 2011;
per le imprese italiane la moratoria è stato un efficace strumento per alleviare le tensioni finanziarie conseguenti alla grave crisi che ha colpito tutte le economie occidentali; secondo uno studio di Intesa San Paolo sui dati dei bilanci aziendali del 2009 il 40 per cento delle imprese italiane ha chiuso l'esercizio in perdita e il 20 per cento non è stato in grado di generare flussi di cassa; i dati al 30 settembre 2010 parlano di circa 180 mila imprese che hanno aderito alla moratoria per un ammontare complessivo di 55 miliardi di debiti sospesi;
le imprese che hanno goduto della sospensione oggi non sono nella condizione di riprendere i pagamenti senza mettere a repentaglio il loro equilibrio finanziario;
Confindustria ed ABI stanno studiando soluzioni per consentire un'uscita morbida dalla moratoria per le imprese che hanno ancora problemi di tensione finanziaria -:
se il Governo intenda farsi promotore di una proroga del termine della sospensione dei debiti, in considerazione del fatto che le imprese italiane, spesso sottocapitalizzate, non sono in grado di riprendere i pagamenti senza mettere a repentaglio il loro equilibrio finanziario.
(4-10029)
GIUSTIZIA
Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
in data 28 luglio 2010 (con modifica nella seduta del 29 luglio 2010) veniva presentato dalla prima firmataria del presente atto l'ordine del giorno 9/3638/163 in materia di «autoriciclaggio»;
al riguardo si evidenziava che la mancata introduzione nel proprio ordinamento della fattispecie criminale specifica dell'«autoriciclaggio», priva lo Stato italiano di uno strumento importante di prevenzione e repressione di una condotta cui ricorrono sempre più spesso le associazioni criminali di stampo mafioso, che occultano la provenienza illecita delle loro risorse, traendo da ingenti patrimoni le risorse per la loro attività illegale. Infatti, in base alle norme penali vigenti, l'autore o il complice del reato presupposto non è punibile per il reato di riciclaggio, mentre lo è il terzo estraneo al reato presupposto che cooperi con il reo;
è stato pertanto ulteriormente evidenziato come sia necessario prevedere che le attuali disposizioni sul riciclaggio si applichino anche nei confronti della persona che ha concorso nel reato presupposto, ad eccezione degli atti di godimento che non eccedano l'uso dei beni secondo la naturale destinazione, ovvero in caso di utilizzo del denaro dei beni o delle altre utilità provento del reato presupposto per finalità non speculative, imprenditoriali o commerciali;
all'esito della seduta del 29 luglio 2010 il Governo, per tramite del suo rappresentante ha accolto l'ordine del giorno, impegnandosi a valutare l'opportunità di adottare iniziative normative, nel termine di tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge 31 maggio 2010 n. 78, affinché sia introdotta l'autonoma fattispecie di reato concernente «autoriciclaggio», al fine di colmare una grave lacuna del nostro ordinamento e potenziare gli strumenti di contrasto al fenomeno, sempre più complesso, del riciclaggio di ingenti patrimoni e flussi finanziari mafiosi;
la legge di conversione (legge 30 luglio 2010, n. 122) del menzionato decreto-legge è entrata in vigore il 31 luglio 2010;
in data 31 ottobre 2010 è pertanto trascorso il sopra indicato termine senza che siano state adottate le menzionate iniziative normative -:
se i ministri interpellati abbiano intenzione di assumere con la massima urgenza le promesse iniziative normative finalizzate all'introduzione nell'ordinamento penale italiano della fattispecie specifica dell'«autoriciclaggio».
(2-00909)
«Garavini, D'Incecco, Grassi, Marchi, Rubinato, Arturo Mario Luigi Parisi, Recchia, Bratti, Zunino, Porta, Genovese, Giovanelli, Gnecchi, Giulietti, Boffa, Trappolino, Naccarato, Boccuzzi, Berretta, Veltroni, Andrea Orlando , Lo Moro, Piccolo, Morassut, Servodio, Bossa, Rampi, Scarpetti, Samperi, Schirru, Siragusa, Antonino Russo, Rugghia, Cesare Marini, Albonetti, Bucchino, Gianni Farina, Mazzarella, Giorgio Merlo, Pompili, Vannucci, Zampa, Zucchi».
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BRANDOLINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la sezione distaccata di Cesena del tribunale di Forlì, costituitasi al tempo della soppressione delle Preture, serve un
territorio assai ampio che si estende dal confine con la Toscana sino al mare Adriatico, caratterizzato da una rilevante densità demografica (superiore a quella della sede centrale del Tribunale);
è sufficiente un semplice raffronto fra il numero delle procedure in carico alla Sede del Tribunale di Forlì e quelle in carico alla sezione distaccata di Cesena per verificare che, con particolare riferimento alla materia Civile, il carico che grava sulla sezione distaccata di Cesena è anche superiore a quello della sede centrale del Tribunale;
a sostenere e smaltire questo notevole carico - pratiche civili al 22 novembre 2010 n. 3.167, oltre alle esecuzioni pari a 1000 circa e le pratiche di volontaria giurisdizione - sono attualmente operative 4 unità: un cancelliere C2, un cancelliere C1, 2 operatori B2 (vi sono inoltre una centralinista non vedente OP B2, un operatore assente per condizioni di salute, un operatore assente per maternità, un ausiliario);
sono, pertanto, le quattro unità operative della cancelleria civile che debbono sostenere e svolgere tutte le attività necessarie al funzionamento del settore civile, dall'assistenza ai quattro magistrati, ai compiti della cancelleria unica, ai compiti inerenti alle procedure ingiuntive, ai compiti della cancelleria della volontaria, della cancelleria delle esecuzioni, dell'ufficio copie, dell'ufficio sentenze e repertorio;
identica situazione si presenta per le cancellerie del penale il cui carico - pendenti al 7 novembre 2010 n. 799 - è sostenuto da un cancelliere C2, un cancelliere C1 di vicino pensionamento, un B3, due operatori;
lo stato dei fatti evidenzia da solo, senza bisogno di alcun commento, la gravità non più sostenibile della situazione, inoltre, appare incomprensibile portare, finalmente, i magistrati al numero necessario senza contemporaneamente aumentare in modo adeguato il personale di cancelleria;
la convenzione stipulata dal comune di Cesena con l'Associazione dei poliziotti in pensione che ha fino ad ora solo in parte alleviato la insostenibile riduzione del personale di cancelleria viene messa fortemente in discussione per le riduzioni di risorse agli enti locali operate con la manovra finanziaria;
i tentativi sino ad ora posti in essere per porre rimedio a tale situazione non hanno dato esito alcuno, né gli interventi presso il Ministero della giustizia, né le segnalazioni, le comunicazioni e le relazioni scritte ad esso rivolte: una addirittura portava un elenco di ben 19 nominativi richiedenti trasferimento od applicazione presso la sezione di Cesena - che avevano già avuto il parere favorevole al comando da parte della Amministrazione di provenienza - non ebbe alcun esito o positivo riscontro;
si possono individuare soluzioni a livello locale, quali in trasferimento un cancelliere in servizio presso il tribunale di Rimini e di un cancelliere in servizio presso il giudice di pace di Rimini, i quali si sono dichiarati disponibili - qualora non sia possibile il trasferimento stabile - ad essere applicati per almeno un anno alla sezione distaccata di Cesena: i problemi inerenti al personale ed allo smaltimento degli incombenti della cancelleria civile nella sezione medesima troverebbero almeno temporaneamente un notevole sollievo e, in tal modo, si consentirebbe di riportare ai cittadini di gran parte della provincia la fiducia di essere adeguatamente tutelati nei loro diritti da un tribunale efficiente e capace di dare adeguata risposta alla loro esigenza di giustizia -:
quali iniziative intenda adottare per assicurare un servizio adeguato alle esigenze di un vasto e dinamico territorio, quale quello che fa capo alla sezione distaccata di Cesena del tribunale di Forlì, anche attraverso soluzioni che possono trovarsi a livello locale.
(5-03968)
FIANO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'indirizzo internet http://mutuifinanziamenti.infoannunci.com è presente un annuncio registrato con il n. 17499 inserito in data 5 giugno 208 dal titolo: «Offro in Milano: finanziamenti per qualsiasi esigenza»;
l'indirizzo mail per il contatto è: syntagma2007@libero.it;
andrebbe valutato se tale annuncio rientri nei parametri di cui alla legge n. 108 del 1996 dal titolo «Disposizioni in materia di usura» -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo per evitare che gli strumenti informatici possano essere utilizzati per alimentare fenomeni criminosi come quello dell'usura e, più in generale, per disciplinare la materia.
(5-03978)
FIANO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'indirizzo internet it.kobuy.com/annunci sono presenti alcuni annunci concernenti «prestiti» di denaro da parte di soggetti la cui qualificazione appare incerta senza indicazione né delle condizioni, né degli interessi praticati per la restituzione delle somme;
si riportano, a titolo esemplificativo, alcuni di questi annunci:
a) annuncio denominato «Offerta di prestiti particolari» pubblicato il 5 dicembre 2010; tale annuncio reca il numero 14657; si propone nel testo dell'annuncio: Buongiorno voi che avete bisogno di prestiti, sono a vostra disposizione. Assegno prestiti che vanno da 500 euro a 500.000 euro e su delait di rimborso che va da 1 anno a 25 anni; è presente una e-mail di contatto con indirizzo: mensteeve@gmail.com; il luogo presumibile sede del titolare dell'annuncio è la regione Sardegna;
b) annuncio denominato «Prestiti per le necessità urgenti» pubblicato il 23 marzo 2010; tale annuncio reca il numero 7020; si propone nel testo dell'annuncio: «Questo è quello di informare il pubblico in generale che la gestione del signor Loaners Mike sta dando i prestiti a favore di una tariffa conveniente...»; è presente una e-mail di contatto con indirizzo: st.mike@live.com; il luogo presumibile sede del titolare dell'annuncio è la regione Marche in provincia di Macerata;
c) annuncio denominato «Quanto urgente il prestito è necessario», l'annuncio è pubblicato in data 9 giugno 2010; tale annuncio reca il numero 10732; si propone nel testo dell'annuncio comincia con: «Pensate di modernizzare la vostra casa; in cerca di denaro per cancellare delle bollette?»; il luogo presumibile sede del titolare dell'annuncio, signor Roongt Harsh, è la regione Piemonte, la provincia di Alessandria;
d) annuncio denominato «Mutui e prestiti» pubblicato il 15 ottobre 2010; tale annuncio reca il numero 13643; si propone nel testo dell'annuncio: mutui migliori a tassi esclusivi; è presente una e-mail di contatto con indirizzo agenzia@sfitalia.com.; il luogo presumibile sede del titolare dell'annuncio presso il centro direzionale di Napoli G1, scala C, piano 5, interno 35;
andrebbe valutato se tali annunci rientrino nei parametri di cui alla legge n. 108 del 1996 dal titolo «Disposizioni in materia di usura» -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo per evitare che gli strumenti informatici possano essere utilizzati per alimentare fenomeni criminosi come quello dell'usura e, più in generale, per disciplinare la materia.
(5-03979)
FIANO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'indirizzo internet www.annunci-qui.com sono presenti alcuni annunci concernenti «prestiti» di denaro da parte di soggetti la cui qualificazione appare incerta senza indicazione né delle condizioni, né degli interessi praticati per la restituzione delle somme;
si riportano, a titolo esemplificativo, alcuni di questi annunci:
un annuncio registrato con il numero A 56406 dal titolo: «Investimento (Agrigento)», inserito il 13 dicembre 2010; l'inserzionista ha l'indirizzo internet 195.93.102.5; il testo reca: privato dispone di un reddito finanziario molto su che metto a vostra disposizione; l'indirizzo mail per il contatto è: david.pocket@libero.it;
un annuncio registrato con il numero A 56245 dal titolo: «Offerte speciali affidabili al 100 per cento», inserito il 9 dicembre 2010; il testo reca: contattatemi se avete bisogno di un piccolo aiuto da voi per ascensore; l'indirizzo mail per il contatto è: ggaillaru@gmail.com;
è presente un annuncio registrato con il numero A 56040 dal titolo: «Riacquisto di credito», inserito il 4 dicembre 2010; il testo reca: sono al vostro servizio per voi aiutare alla difficoltà; l'indirizzo mail per il contatto è: banquirfinanceur@gmail.com;
un annuncio registrato con il numero A 55869, inserito il 30 novembre 2010; il testo reca: signore e signori pronto per l'entità di eventuali situazioni finanziarie; l'indirizzo mail per il contatto è: nadiagladwice@yahoo.fr;
andrebbe valutato se tali annunci rientrino nei parametri di cui alla legge n. 108 del 1996 dal titolo «Disposizioni in materia di usura» -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo per evitare che gli strumenti informatici possano essere utilizzati per alimentare fenomeni criminosi come quello dell'usura e, più in generale, per disciplinare la materia.
(5-03980)
FIANO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'indirizzo internet www.clickbazar.ck sono presenti alcuni annunci concernenti «prestiti» di denaro da parte di soggetti la cui qualificazione appare incerta senza indicazione né delle condizioni, né degli interessi praticati per la restituzione delle somme;
si rappresenta che tali annunci, in lingua italiana, sono pubblicati su un sito con dominio della Confederazione Elvetica;
si riportano, a titolo esemplificativo, alcuni di questi annunci:
a) annuncio denominato «Richiesta: chiedere un prestito oggi»; tale annuncio reca il numero 10609; si propone nel testo dell'annuncio: offerte finanziamenti; è presente una e-mail di contatto con indirizzo: jiminvestment@gmail.com; il luogo presumibile sede del titolare dell'annuncio è sia la città di Lugano in Svizzera che la Regione Emilia Romagna;
b) annuncio denominato «Offerta: prestiti veloci»; tale annuncio reca il numero 10974; si propone nel testo dell'annuncio: prestiti veloci, valutazioni in 24 ore, discrezione e professionalità, tassi vantaggiosi; il luogo presumibile sede del titolare dell'annuncio è la città di Lugano in Svizzera;
andrebbe valutato se tali annunci rientrino nei parametri di cui alla legge n. 108 del 1996 dal titolo «Disposizioni in materia di usura» -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo per evitare che gli strumenti informatici possano essere
utilizzati per alimentare fenomeni criminosi come quello dell'usura e, più in generale, per disciplinare la materia.
(5-03981)
FIANO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'indirizzo internet www.annuncieinserzioni.it è presente un annuncio registrato con il numero 28488, inserito il 6 maggio 2010 nella categoria finanziamenti il cui intestatario sembrerebbe essere il tale signor Raffaele, mediatore creditizio;
l'annuncio offre, tra l'altro, prestiti immediati a tutti quelli che si trovano in difficoltà economica;
tale annuncio reca anche un contatto telefonico;
andrebbe valutato se tale annuncio rientri nei parametri di cui alla legge n. 108 del 1996 dal titolo «Disposizioni in materia di usura» -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo per evitare che gli strumenti informatici possano essere utilizzati per alimentare fenomeni criminosi come quello dell'usura e, più in generale, per disciplinare la materia.
(5-03982)
FIANO. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
all'indirizzo internet www.adoos.it compare un annuncio denominato «Offerta» pubblicato il 20 giugno senza anno di riferimento;
tale annuncio reca il numero 6553713;
si propone nel testo dell'annuncio: «a chi può interessare questo è quello di informare tutti coloro che sono finanziariamente...»;
andrebbe valutato se tale annuncio rientri nei parametri di cui alla legge n. 108 del 1996 dal titolo «Disposizioni in materia di usura» -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo per evitare che gli strumenti informatici possano essere utilizzati per alimentare fenomeni criminosi come quello dell'usura e, più in generale, per disciplinare la materia.
(5-03983)
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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
BRANDOLINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la progettazione del lotto zero della secante di Cesena è stata commissionata nel 1999 e finanziata congiuntamente dal comune di Cesena e dalla provincia per favorire la realizzazione dell'opera;
l'Anas di Bologna ha approvato il progetto nel 2000;
successivamente il Ministero dell'ambiente lo ha positivamente licenziato e nel 2004 la regione ha comunicato che l'opera non presentava impatto ambientale rilevante, procedendo sostanzialmente alla sua approvazione;
nell'aggiornamento del piano quinquennale ANAS 2007-2011 fra le priorità di intervento relative alla regione Emilia Romagna la cantierabilità dell'opera è prevista entro il 2011;
il lotto zero avrà la lunghezza di circa 1,2 chilometri ed è destinato a collegare la secante di Cesena con la via Emilia all'altezza del cimitero di Diegaro; lo stesso porterà il traffico in uscita dalla secante - che attualmente sbocca sulla via comunale San Cristoforo - sulla strada
provinciale 140 San Giuseppe, sicuramente più idonea a sopportare l'importante mole di traffico veicolare e meglio collegata alla viabilità principale;
per questo lotto sono previste due corsie per ogni senso di marcia, dell'ampiezza di 3,5 metri ciascuna, completate da banchine laterali e da uno spartitraffico centrale, per un'ampiezza complessiva della piattaforma stradale di 20,10 metri;
il costo complessivo dell'opera si aggira intorno ai 24 milioni di euro;
in sede di discussione al Senato del disegno di legge recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e poliennale dello Stato (legge di stabilità 2011)» è stato accolto dal Governo un ordine del giorno della senatrice Laura Bianconi con il quale si impegna il Governo medesimo a valutare la possibilità di assumere iniziative volte a prevedere lo stanziamento necessario per la realizzazione del lotto zero della secante di Cesena -:
quali iniziative intenda adottare per assicurare le risorse necessarie alla cantierabilità dell'opera entro il 2011 così come previsto dal piano quinquennale dell'ANAS.
(5-03967)
PILI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
risulta depositato agli atti della Camera dei deputati il rapporto per l'anno 2009 dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF), sulle condizioni di sicurezza della rete ferroviaria, con specifico riferimento all'assetto idrogeologico del territorio;
il rapporto si riferisce alla sicurezza della rete ferroviaria in gestione a RFI (Rete ferroviaria italiana), quindi soltanto sulla rete ferroviaria nazionale;
tra le competenze che sono state attribuite dalla direttiva comunitaria, così come recepita dal decreto legislativo n. 162 del 2007, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie si occupa di infrastrutture, ma solo in relazione all'esercizio del trasporto ferroviario. Per questo motivo anche la tematica del dissesto idrogeologico è stata affrontata dal punto di vista dell'esercizio ferroviario;
la relazione depositata agli atti della Camera fa il punto sullo stato dei fenomeni di dissesto idrogeologico che interessano l'infrastruttura ferroviaria nazionale, ossia la rete in gestione a Rete ferroviaria italiana;
nella relazione risultano definite le varie tipologie di frane, le erosioni costiere, i fenomeni alluvionali, le subsidenze e gli sprofondamenti riguardanti il tracciato ferroviario;
fra i documenti che sono stati resi disponibili vi è la carta dei punti di criticità lungo la rete ferroviaria;
in questa analisi vengono individuati come elemento critico dell'infrastruttura ferroviaria quelli che vengono definiti come «punto singolare»;
ogni punto singolare è caratterizzato dalla presenza di quelli che vengono chiamati «oggetti» e che dovrebbero essere inseriti in un programma manutentivo, secondo gli standard adottati dal gestore dell'infrastruttura;
vengono classificati come punti singolari le frane, la caduta massi, l'erosione, le piattaforme e i rilevati cedevoli;
a questi punti singolari vengono associati degli oggetti che vengono inseriti nel programma di manutenzione. Tali oggetti possono essere, ad esempio, un tratto stradale, una paratia, piuttosto che un muro, opere paramassi e paravalanghe, scogliere o rivestimenti;
nell'ultimo dato disponibile, che risale all'inizio di quest'anno, i punti singolari lungo la rete in gestione a Rete ferroviaria italiana sono ripartiti in 205 frane, 166 fenomeni di caduta massi, 131 fenomeni di erosione fluviale o marina e 688 casi di piattaforme e rilevati cedevoli;
negli atti depositati alla Camera sono riportate in maniera esaustiva le tabelle con i dati riferiti ai punti singolari lungo tutta la rete gestita da Rete ferroviaria italiana;
per ogni punto singolare è individuato il compartimento ferroviario di giurisdizione, la linea e la tratta in cui è presente il punto singolare, la definizione dello stesso e la tipologia di monitoraggio che su di esso è eseguita;
il decreto legislativo n. 162, prevede espressamente che i gestori dell'infrastruttura elaborino propri sistemi di gestione della sicurezza, garantendo il controllo di tutti i rischi connessi alle loro attività. Tuttavia, il decreto legislativo n. 162 dice anche che il sistema di gestione della sicurezza deve tenere conto, ove appropriato e ragionevole, dei rischi generati da attività di terzi;
nell'aprile del 2009, l'Agenzia per la sicurezza ferroviaria ha previsto che, fra le altre incombenze, gli operatori, in questo caso RFI, nei casi in cui nel corso dell'esercizio rilevino situazioni che possano anche potenzialmente pregiudicare la sicurezza, devono adottare i necessari provvedimenti di urgenza, di natura cautelativa, dandone immediata notizia all'Agenzia;
l'Agenzia ha disposto che vengano adottate da parte di RFI alcune misure che consentano di tenere sotto controllo il fenomeno con la messa in sicurezza dei versanti contigui alla sede ferroviaria, completando il programma di interventi che è già stato individuato e monitorando l'efficacia delle misure adottate;
l'Agenzia ha poi ribadito la fondamentale esigenza di un incremento sostanziale dei sistemi di monitoraggio strumentale dei fenomeni di dissesto idrogeologico che, in rapporto alla diffusione e all'entità dei punti singolari, risultano essere in numero troppo esiguo;
stando ai dati attualmente disponibili risulta che, a fronte di circa mille punti singolari, ci troviamo circa una ventina di impianti di monitoraggio strumentale;
dal quadro di dettaglio emerge una situazione riguardante la regione Sardegna assolutamente più grave del resto del Paese, considerato che oltre a non aver previsto per la rete ferroviaria sarda nessun investimento la concentrazione di punti singolari appare notevolmente superiore alla media nazionale;
in particolar modo risultano in Italia 688 piattaforme e rilevati cedevoli, quasi 70 sono individuati solo in Sardegna;
sono catalogate come piattaforme e rilevati cedevoli e quindi soggetti a grave rischio gran parte dei tratti delle ferrovie della Sardegna;
nel dettaglio di competenza del compartimento Sardegna-Cagliari sono individuate le seguenti tratte a rischio piattaforma cedevole:
1. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 124;
2. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 127 A;
3. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 127 B;
4. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 127 C;
5. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 127 D;
6. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 128 A;
7. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 128 B;
8. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 128 C;
9. Abbasanta-Paulilatino piattaforma cedevole 129;
10. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 131;
11. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 132 A;
12. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 133 A;
13. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 133 B;
14. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 134 A;
15. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 134 B;
16. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 134 C;
17. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 134 D;
18. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 135 A;
19. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 135 B;
20. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 135 C;
21. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 135 D;
22. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 135 E;
23. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 135 F;
24. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 136 A;
25. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 136 B;
26. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 136 C;
27. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 136 D;
28. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 136 E;
29. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 137 A;
30. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 137 B;
31. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 137 C;
32. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 137 D;
33. Borore-Abbasanta piattaforma cedevole 137 E;
34. Elmas-S.Gilla;
35. Campeda-Macomer piattaforma cedevole 166+585;
36. Chirialza-Monti piattaforma cedevole 263 A;
37. Chirialza-Monti piattaforma cedevole 263 B;
38. Chirialza-Monti piattaforma cedevole 263 C;
39. Chirialza-Monti piattaforma cedevole 263 D;
40. Mores-Torralba piattaforma cedevole 199;
41. Oristano-S. Anna piattaforma cedevole 88;
42. Oristano-S. Anna piattaforma cedevole 91 A;
43. Oristano-S. Anna piattaforma cedevole 91 B;
44. Oristano-S. Anna piattaforma cedevole 91 C;
45. Oristano-S. Anna piattaforma cedevole 92 A;
46. Oristano-S. Anna piattaforma cedevole 92 B;
47. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 113 A;
48. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 113 B;
49. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 113 C;
50. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 113 D;
51. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 113 E;
52. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 113 F;
53. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 114;
54. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 115 A;
55. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 115 B;
56. Paulilatino-Bauladu piattaforma cedevole 123;
57. Samassi-Serramanna piattaforma cedevole;
58. Sanluri-Samassi piattaforma cedevole 39;
59. Sanluri-Samassi piattaforma cedevole 38;
60. Sanluri-Samassi piattaforma cedevole 41;
61. Uras-Pabillonis piattaforma cedevole 60;
62. Uras-Pabillonis piattaforma cedevole 61;
63. Uras-Pabillonis piattaforma cedevole 62 A;
64. Uras-Pabillonis piattaforma cedevole 62 B;
65. Uras-Pabillonis piattaforma cedevole 64 A;
66. Uras-Pabillonis piattaforma cedevole 64 B;
risultano aree a rischio cadute massi nel compartimento Sardegna i seguenti tracciati ferroviari:
1. Abbasanta-Paulilatino caduta massi km 127;
2. Bauladu-Milis caduta massi km 110;
3. Bauladu-Solarussa km 110;
4. Campeda-Macomer caduta massi km 164;
5. Giave-Bonorva caduta massi km 182;
6. Paulilatino-Bauladu caduta massi km 117;
7. Paulilatino-Bauladu caduta massi km 119;
8. Paulilatino-Bauladu caduta massi km 121;
risultano aree rischio erosione in capo al compartimento Sardegna-Cagliari le seguenti tratte ferroviarie:
1. Bauladu-Solarussa erosione 106 A;
2. Bauladu-Solarussa erosione 106 B;
3. Bauladu-Solarussa erosione 106 C;
4. Mandras-Berchidda erosione 245;
5. Mores-Torralba erosione 200 A;
6. Mores-Torralba erosione 200 B;
7. Mores-Torralba erosione 200 C;
8. Mores-Torralba erosione 200 D;
9. Mores-Torralba erosione 200 E;
10. Mores-Torralba erosione 200 F;
11. Mores-Torralba erosione 201 A;
12. Mores-Torralba erosione 201 B;
13. Mores-Torralba erosione 202;
14. Mores-Torralba erosione 203;
la Sardegna rispetto al resto del Paese risulta essere la maggiormente gravata da fenomeni di pericolo e la sicurezza delle tratte ferroviarie oggetto delle rilevazioni dei rischi risulta interessare l'intero tracciato ferroviario sardo;
in nessuno dei punti rilevati in Sardegna esiste alcun tipo di monitoraggio automatizzato come invece richiesto dall'Agenzia di sicurezza delle Ferrovie;
si registrano in Sardegna incidenti ferroviarie tra cui due recenti mortali;
in data 15 giugno 2007 lungo la tratta a scartamento ridotto Nuoro-Macomer, nel quale hanno perso la vita due passeggeri e un macchinista;
in data 27 dicembre 2009 lungo la tratta a scartamento ordinario Chilivani-Sassari, nel quale ha perso la vita un macchinista -:
se non ritenga di convocare con urgenza i vertici di RFI per disporre una urgente ricognizione dei luoghi indicati nel rapporto dell'Agenzia per la sicurezza delle Ferrovie relativamente alle ferrovie sarde;
se non ritenga di dover disporre con proprio atto la richiesta di rimodulazione del contratto di programma restituendo alla regione Sardegna tutte le risorse finanziarie spettantigli in base a tutti i parametri minimi di riparto per un ammontare di 629.876.683 euro;
se non ritenga di dover immediatamente intervenire per riassegnare alla Sardegna tutti i fondi che devono essere attribuiti in base al rinnovo del contratto di programma con RFI.
(5-03970)
Interrogazioni a risposta scritta:
NEGRO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i commi 10 e 10-bis, dell'articolo 123, del Codice della strada, come modificati, prima dal comma 5-septies, dell'articolo 10 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7 e poi dal comma 5, dell'articolo 20, della legge 29 luglio 2010, n. 120, disciplinano la procedure di accesso alla professione di insegnanti e di istruttori di autoscuole;
il comma 10, del citato articolo 123, in particolare, stabilisce che con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti siano stabiliti i criteri per l'organizzazione dei corsi di formazione per l'accesso alla professione di insegnante e di istruttore;
la suddetta disciplina ad oggi non è stata ancora attuata con l'emanazione del prescritto decreto ministeriale;
all'interno dei siti internet di molte province italiane sono pubblicati avvisi di sospensione degli esami di accesso alla professione in attesa dell'emanazione dei suddetti decreti attuativi;
per poter aprire un'autoscuola è necessario l'attestato di qualifica professionale; il blocco degli esami per l'accesso alla professione sta creando molti danni a quanti vorrebbero esercitare in proprio l'attività;
la disciplina dell'attività delle autoscuole, prima dell'entrata in vigore del suddetto decreto-legge n. 7 del 2007, era disciplinata dal decreto ministeriale 17 maggio 1995, n. 317, che nelle more dell'emanazione del regolamento attuativo, potrebbe continuare ad applicarsi -:
se e quando i Ministri in indirizzo intendano dare attuazione ai commi 10 e 10-bis, dell'articolo 123, del Codice della strada;
se non ritengano opportuno adottare un atto di indirizzo con il quale sia chiarito che, nelle more dell'emanazione del decreto ministeriale, di cui ai commi 10 e 10-bis, dell'articolo 123 del Codice della strada, continuino ad applicarsi i criteri di cui al decreto ministeriale 17 maggio 1995, n. 317.
(4-10031)
BRUGGER e ZELLER. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da domenica 12 dicembre 2010, con l'entrata in vigore del nuovo orario invernale dei treni, sono state tagliate tutte le fermate dei treni Euro City delle ferrovie tedesche DB, austriache OeBB e Le Nord nell'ambito del territorio regionale del Trentino Alto Adige;
la decisione presa il 6 dicembre 2010 dall'ufficio per la regolamentazione dei servizi ferroviari, l'organo competente del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, prevede il taglio di tutte le fermate
intermedie prima dei capolinea dei treni in arrivo da Monaco e da Innsbruck diretti a Bologna, Verona, Milano, Venezia;
questa gravissima decisione taglia fuori il Trentino Alto Adige da tutti i collegamenti internazionali;
il danno per l'utenza è enorme: non solo vengono penalizzati i tanti pendolari che si recano per lavoro a Innsbruck e a Monaco, ma vengono fortemente danneggiati anche i turisti che già in questi giorni si stanno cominciando ad indirizzare verso l'Alto Adige per i mercatini di Natale e per l'inizio dell'alta stagione;
la decisione ha stabilito che il servizio ferroviario internazionale tra Germania, Austria e Italia sulla direttrice del Brennero non costituisce tratta internazionale;
la motivazione fornita a giustificazione di questa decisione si basa sul fatto che il «servizio di trasporto passeggeri svolto dalle compagnie austriache e tedesche comprometterebbe l'equilibrio economico dei contratti di servizio pubblico in termini di redditività dell'operatore Trenitalia»;
in verità l'operatore ferroviario Trenitalia non subisce alcun danno economico in virtù dell'accordo contrattuale esistente sulla base di una tariffa del tipo gross cost, cioè un prezzo treno/chilometro, sulla base del quale gli introiti tariffari non afferiscono all'impresa cui è affidato il servizio, ma sono versati alla provincia autonoma di Bolzano che, a sua volta, provvede a compensare Trenitalia;
in sostanza, l'intervento in questione, ad avviso degli interroganti, non è altro che un'azione di tutela degli interessi di Trenitalia, che non offre lo stesso servizio agli utenti, ma non vuole che siano altre compagnie a svolgerli;
la decisione presa è, secondo gli interroganti, fortemente lesiva del principio di libera concorrenza e in aperto contrasto con i princìpi ispiratori della politica europea relativa alla mobilità transnazionale. In particolare, la politica dei trasporti ferroviari transalpini deve orientarsi alla conservazione e al potenziamento dei servizi di trasporto regionale che non devono essere sacrificati in seguito allo sviluppo dei servizi di lunga percorrenza;
in data 10 dicembre 2010 l'ufficio per la regolamentazione dei servizi ferroviari, ha adottato un provvedimento di sospensione della decisione n. 659 del 6 dicembre 2010 della durata di tre mesi;
la decisione in questione, come si legge dal comunicato stampa del Ministro interrogato di venerdì 10 dicembre 2010, è stata adottata per far in modo che: «in questi tre mesi di moratoria le imprese coinvolte trovino un accordo sulle fermate da effettuarsi» -:
se non ritenga il Governo di dover intervenire immediatamente affinché sia ritirata la decisione n. 659 del 6 dicembre 2010 che comporta gravi danni alla popolazione locale, non solo per quanto riguarda la mobilità individuale ma anche per l'economia di questi territori, garantendo, indipendentemente dal vettore ferroviario, gli esistenti collegamenti ferroviari nazionali ed internazionali.
(4-10039)
TESTO AGGIORNATO AL 25 GENNAIO 2011
...
INTERNO
Interrogazione a risposta in Commissione:
FIANO, MARANTELLI e FARINONE. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel corso di una recente trasmissione televisiva, all'interno del programma Striscia la notizia, veniva trasmesso un filmato riguardante l'Aeroporto Malpensa;
in tale filmato, l'inviato Max Laudadio, acquistato un biglietto elettronico per Roma, si reca all'aeroporto di Malpensa e,
superati i primi controlli, raggiunge l'area imbarchi. Però, anziché imbarcarsi, si sposta indisturbato verso la zona arrivi e, constatata la totale inesistenza di misure di sorveglianza, accede alle piste e si aggira tra gli aerei senza che nessuno lo fermi per chiedergli spiegazioni al riguardo. Con la stessa facilità, l'inviato lascia l'aeroporto, passando direttamente dall'uscita destinata agli arrivi;
tale filmato mostra, nella sua sconvolgente semplicità, un gravissimo e preoccupante deficit di sistemi di sorveglianza, di controllo, di filtro degli accessi e delle uscite di settori dell'aeroporto, sottoposti per legge a regime di sicurezza totale, sia secondo la normativa ordinaria, sia secondo le norme speciali, da tempo applicate in ordine al clima di pericolo determinato dalla recrudescenza del fenomeno del terrorismo internazionale -:
come sia stato possibile quanto successo a Malpensa;
su chi debbano ricadere le responsabilità per le gravi inadempienze manifestatesi in tale occasione;
se si intenda aprire un'inchiesta interna su quanto occorso;
quali provvedimenti si intendano attuare per recuperare i doverosi livelli di sicurezza all'interno dell'aeroporto di Malpensa.
(5-03972)
Interrogazioni a risposta scritta:
BOBBA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Corpo nazionale vigili del fuoco è stato soggetto negli ultimi 15 anni a tagli del turn-over, tali da ridurre per numero ogni qualifica, e attualmente si trova in condizione di cronica e pesante carenza di organico, soprattutto in personale operativo;
l'organico nazionale risulta inferiore a quanto stabilito dalle piante organiche, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 97 del 2001, di circa il 10 per cento, dato medio nazionale;
la carenza di personale, soprattutto operativo, oltre a creare pericolose conseguenze al dispositivo di soccorso tecnico urgente nazionale, pone in serio rischio individuale, il personale di soccorso, e ostacola le normali procedure di passaggio verticale di qualifica;
nella fattispecie, la qualifica di capo squadra risulta essere stata gravemente penalizzata da un biennio di assenza di procedure concorsuali atte all'approvvigionamento della stessa;
attraverso il concorso a capo squadra, con decorrenza 6 luglio 2008, stabilito con decreto ministeriale 2230/2008, l'amministrazione dell'Interno intendeva porre rimedio alla situazione citata;
con sentenza n. 11303 del 2009, il Tribunale amministrativo regionale del Lazio annullava il provvedimento di approvazione della graduatoria del concorso interno, indetto con decreto ministeriale citato, per la copertura del 40 per cento dei posti disponibili, decorrenza 2006, nella qualifica di «capo squadra» del Corpo nazionale vigili del fuoco;
a seguito di detta sentenza, si è creata una situazione di disagio, disordine ed incertezza fra tutto il personale, con il rischio di serie ripercussioni non solo sull'operatività dei comandi provinciali, ma anche sull'operatività di chi legittimamente occupa già la posizione di qualificato -:
se il Ministro intenda chiarire la posizione dei vincitori di concorso, che attualmente sono relegati ai comandi di appartenenza con la qualifica precedente, attendendo di essere trasferiti a quelli di destinazione per poter esercitare il ruolo, anche considerando che ciò permetterebbe di sbloccare i processi di mobilità del personale tutto del Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
se la sentenza del Tribunale amministrativo regionale di cui in premessa, sia
stata notifica alla direzione centrale dei vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile.
(4-10032)
GIRLANDA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno, nel maggio 2008, pubblicava un bando di gara per la fornitura di n. 2 veicoli a tre assi 6x4, cabina lunga, uso speciale «idranti per ordine pubblico»;
ad oggi non risulta all'interrogante che tale tipologia di mezzi sia mai entrata in funzione presso le nostre forze dell'ordine nel caso di vera e propria guerriglia urbana, come quella accaduta nel centro di Roma, presso gli edifici istituzionali, in data 14 dicembre 2010;
in molti Paesi europei, ed anche in nazioni di grande tradizione democratica come la Confederazione elvetica, l'uso di tali strumenti è consueto in casi di manifestazioni violente da parte di gruppi anarchici violenti e dei cosiddetti «black bloc» in quanto il fortissimo getto d'acqua irradiato dall'idrante consente di disperdere le masse di facinorosi armati, senza impiegare contatti fisici o determinare colluttazioni con le forze dell'ordine;
tale strumento possiede quindi la doppia valenza di inibire le azioni violente e distruttive e, allo stesso tempo, garantire la sicurezza degli uomini delle forze di polizia impiegati nelle azioni di contenimento dei violenti;
nel caso dei violentissimi scontri accaduti a Roma, ad esempio, per la tipologia urbanistica e viaria caratterizzata da tracciati rettilinei e chiusi, la collocazione di mezzi dotati di idranti avrebbe consentito di disperdere con molta maggiore facilità il fronte delle frange più violente senza la necessità di giungere al confronto diretto con le forze di polizia, peraltro inferiori numericamente rispetto i manifestanti;
le stessa polizia di Stato, tramite il Sap, ha diverse volte richiesto ed auspicato la dotazione e l'uso di tali mezzi -:
quanti automezzi dotati di idranti per ordine pubblico siano attualmente in forza al Ministero dell'interno;
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno dotare le forze dell'ordine, nelle principali città, di alcuni mezzi di tale tipologia, al fine di fronteggiare con maggiore efficienza situazioni di particolare violenza come quelle accadute a Roma il 14 dicembre 2010, e di consentire all'Italia di allinearsi ai principali Paesi europei in materia di ordine pubblico e tutela dei cittadini.
(4-10036)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono:
parlamentari;
consiglieri regionali;
consiglieri provinciali;
consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione; in particolare:
il sindaco o il presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente, pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
presso i comuni di Asti, Fermo, Ascoli, Ancona, Macerata e la provincia di Macerata è stata inoltrata una richiesta di accesso agli atti, per verificare le dichiarazioni dei consiglieri comunali ma, nonostante siano scaduti i termini previsti dalla legge per ricevere risposta, nessuno degli uffici ha provveduto a far avere i dati ai militanti radicali;
in taluni casi l'omessa comunicazione è stata giustificata manifestando perplessità sull'effettiva vigenza della normativa che impone il citato obbligo -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire la comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10052)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono:
parlamentari;
consiglieri regionali;
consiglieri provinciali;
consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione; in particolare:
il sindaco o il presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente, pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
presso il comune di Brescia nel 1982 esiste una deliberata attuativa emanata dalla giunta comunale che precisa le modalità di presentazione delle dichiarazioni;
nonostante sia previsto dalla delibera, i dati non vengono stampati sul bollettino del comune. Le eventuali richieste dei cittadini, vengono esaudite, ma sono fornite su dei fogli volanti;
dai dati ottenuti si evince che:
né il sindaco della città, anche deputato, né alcun membro della giunta ha depositato copia della dichiarazione dei redditi 2007-2008;
il sindaco non ha dichiarato neanche la situazione patrimoniale (beni immobili, azioni, partecipazioni societarie eccetera), mentre ha fornito, come tutta la giunta, il quadro riassuntivo Irpef 2007-2008;
su 42 consiglieri solo 1 ha dato copia integrale della dichiarazione dei redditi 2007 e 2008 e un altro del solo 2007;
25 su 42 hanno dichiarato in modo completo e per entrambi gli anni 2007-2008 la situazione patrimoniale;
6 non hanno dichiarato spese elettorali;
14 dichiarano di aver utilizzato esclusivamente mezzi messi a disposizione dal partito;
nessun consigliere ha allegato la dichiarazione di cui al terzo comma articolo 4 legge 659 del 1981, relative agli eventuali contributi ricevuti;
risulta agli interroganti che in taluni casi l'omessa comunicazione è stata giustificata manifestando perplessità sull'effettiva vigenza della normativa che impone il citato obbligo -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire le comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10053)
...
ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interpellanza:
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
l'interpellante ha presentato un formale esposto presso la procura della Repubblica di Bologna in relazione a quanto successo nei giorni scorsi nella città di Bologna durante le cosiddette occupazioni dei principali istituti scolastici cittadini messe in atto per protestare contro la legge di riforma dell'università;
le lezioni sono state interrotte e agli studenti che desideravano invece approfondire gli argomenti oggetto del normale orario curriculare è stato impedito di farlo e pertanto di godere di un proprio diritto inalienabile;
a riprova di quanto sopra si citano anche le lettere di genitori di studenti del liceo classico Minghetti e di altri istituti della città apparse sui quotidiani locali, nelle quali i medesimi protestano contro la violazione del diritto all'istruzione dei propri figli, in quanto la protesta contro provvedimenti, peraltro legittimamente votati dal Parlamento, non può ledere i diritti di quegli studenti che condividono il contenuto della legge o semplicemente desiderano frequentare le lezioni;
in realtà l'interpellante ritiene che in questi istituti si sia verificata una vera e propria interruzione di un servizio pubblico che, a suo modo di vedere, dovrebbe essere sanzionata a norma di legge, in presenza peraltro di un clima politico ideologico che a Bologna persiste da tempo e che fa della violazione delle norme che regolano l'attività scolastica, a volte con la complicità di determinati dirigenti o docenti più sensibili alle logiche politiche che alla lealtà verso lo Stato, un modo di lotta politica -:
se il Ministro interrogato intenda assumere iniziative volte a verificare eventuali responsabilità sotto il profilo disciplinare da parte del personale docente della scuola, assumendo, se del caso, i provvedimenti necessari.
(2-00908)«Garagnani».
Interrogazione a risposta in Commissione:
SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 3 dicembre 2009 è stato firmato il Contratto collettivo nazionale integrativo (CCNI) con il quale sono stati disciplinati i criteri e le procedure per la mobilità professionale da un'area inferiore ad un'area immediatamente superiore, per il personale ATA;
in data 28 gennaio 2010 è stato emesso il decreto direttoriale n. 979 con il quale si stabiliscono le procedure per la mobilità professionale. A detto decreto è allegato il contingente ammesso alla formazione di cui all'articolo 7 del Contratto collettivo nazionale integrativo (CCNI) 3 dicembre 2009, articolo 1, comma 2, sequenza contrattuale 25 luglio 2008 ex articolo 48 CCNL 2007 (passaggio a DSGA totale nazionale 900-Sicilia 48-Palermo-18);
dopo aver effettuato la prova selettiva, in data 21 luglio 2010 è stato pubblicato l'elenco definitivo per la partecipazione alle attività di formazione finalizzato alla mobilità 2009/2011(a Palermo n. 45). Hanno partecipato alla formazione e poi alla prova orale soltanto i 18 previsti dal decreto direttoriale e immessi in ruolo 8;
fino ad ora il reclutamento dei direttori dei servizi generali e amministrativi, a tempo indeterminato, è stato fatto attraverso il vecchio concorso pubblico per segretario del 1996 (graduatoria esaurita) e dalla graduatoria permanente decreto ministeriale 27 marzo 2000 n. 123 (graduatoria esaurita) -:
se non intenda intervenire affinché venga utilizzato l'elenco definitivo per la partecipazione alle attività di formazione finalizzato alla mobilità 2009/2011 sia per le immissioni in ruolo che per gli incarichi fino ad esaurimento.
(5-03975)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
...
LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta in Commissione:
MIGLIOLI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sulla stampa locale modenese nei giorni scorsi si è dato particolare risalto all'incontro avvenuto tra le organizzazioni sindacali e la dirigenza della Maserati spa, nel corso del quale, ancora una volta, la direzione dell'azienda non ha dato risposte in merito al piano industriale per i prossimi anni sul futuro dell'azienda in particolare nella sua sede di Modena;
non bastano le recenti rassicurazioni dell'amministratore delegato della FIAT sul futuro della Maserati a Modena, poiché nei piani dello stesso dottor Marchionne si profila uno sviluppo dello stabilimento non a Modena ma in altre aree del territorio nazionale. Ipotesi del resto avvalorata da voci sempre più insistenti di nuove produzioni, un modello di SUV frutto dell'accordo Chrysler-Maserati, e un modello di gran turismo concorrenziale con i modelli BMW e Mercedes, che sarebbero avviate negli stabilimenti torinesi;
il comune di Modena e la regione Emilia-Romagna, accogliendo la richiesta avanzata unitariamente dalle organizzazioni sindacali, hanno richiesto un incontro con la direzione dell'azienda, al fine di chiarire il futuro della Maserati a Modena, ritenendo che vada scongiurato il pericolo che lo stabilimento della Maserati resti una «scatola vuota», creando non solo gravi problemi occupazionali ma anche un impoverimento del tessuto economico e produttivo modenese -:
se il Ministro interrogato, accogliendo la richiesta delle istituzioni modenesi e delle organizzazioni sindacali, intenda convocare un incontro con la direzione della Maserati spa, al fine di agevolare la definizione del piano industriale e di verificare le conseguenze di questo sullo stabilimento di Modena.
(5-03966)
MARCO CARRA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la ditta RE.BO di Canneto Sull'Oglio (Mantova) si trova in una situazione di usi aziendali;
in tale azienda lavoravano 17/18 dipendenti;
dal maggio 2010 queste dipendenti non percepiscono alcun compenso, nonostante sia stato avviato l'iter per il riconoscimento della cassa integrazione straordinaria;
ad oggi, infatti, non risulta essere stato firmato alcun atto da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che decreti il riconoscimento della cassa integrazione straordinaria -:
quali siano state le ragioni che hanno impedito, sino ad oggi, di emanare il decreto di riconoscimento della cassa integrazione straordinaria per le lavoratrici della ditta RE.BO;
se si intenda procedere, urgentemente, all'emanazione del decreto sopra richiamato.
(5-03971)
Interrogazioni a risposta scritta:
BORGHESI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, di attuazione della delega conferita dall'articolo 3, comma 27, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di dismissioni del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali pubblici e di investimenti degli stessi in campo immobiliare, all'articolo 15, comma 2, detta norme sui criteri di assegnazione in locazione delle unità immobiliari ad uso abitativo e di determinazione dei canoni da parte degli enti pubblici previdenziali;
in relazione all'evoluzione normativa risultavano interessati dalle disposizioni di cui sopra i seguenti enti: INPS, INAIL, INPDAP, IPSEMA, INPDAI, ENPALS, IPOST, ENPAF ed il fondo previdenziale ed assistenziale degli spedizionieri doganali;
il decreto prevedeva che entro 5 anni gli enti previdenziali di natura pubblica (di cui alla legge n. 70 del 1975) avrebbero dovuto completare un processo di dismissione dei loro patrimoni immobiliari, stabilendo il diritto di prelazione, che poteva essere esercitato dagli stessi inquilini, se in regola con il pagamento dei canoni e degli oneri accessori;
con il decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n. 410, si è provveduto ad imprimere un'ulteriore accelerazione al procedimento di dismissione mediante lo strumento della cartolarizzazione del patrimonio immobiliare: si è, quindi, provveduto al trasferimento, con decreto ministeriale, della proprietà degli immobili degli enti previdenziali alla società SCIP S.r.l. (la cui costituzione è stata promossa direttamente dal Ministero dell'economia e delle finanze), per rendere possibile la contabilizzazione immediata dell'intero prezzo di vendita dello stock immobiliare e permettere l'emissione di obbligazioni immobiliari da collocare sul mercato;
successivamente il decreto-legge n. 41 del 2004, convertito dalla legge n. 104 del 2004, ai fini della fissazione delle modalità di determinazione del prezzo di immobili pubblici oggetto di cartolarizzazione, prendeva a riferimento i valori di mercato del mese di ottobre 2001. Per effetto di tale ultimo provvedimento, gli enti che avevano venduto, dopo il 2001 e fino al 2004, a prezzi maggiorati, venivano chiamati a risarcire i propri inquilini;
la normativa contenuta nei menzionati provvedimenti legislativi, legge n. 104 del 1996 e decreto-legge n. 41 del 2004, mirava quindi a realizzare una dismissione equa e corretta per la proprietà e per gli inquilini;
la legge n. 410 del 2001 all'articolo 3, comma 3, riconosceva in favore dei conduttori delle unità immobiliari ad uso residenziale il diritto di opzione;
con i successivi decreti ministeriali, attuativi delle operazioni di cartolarizzazione,
furono altresì disciplinate minutamente le fasi di formazione del prezzo, di comunicazione del medesimo agli inquilini che avevano esercitato l'opzione nonché di esercizio del diritto di opzione;
le procedure di dismissione di immobili pubblici consentivano una serie di tutele per gli inquilini più deboli: sotto una certa soglia di reddito si aveva diritto ad usufruire di mutui agevolati;
dal 2001 al 2009, una buona parte del patrimonio degli enti pubblici è stata cartolarizzata. Questi enti, cioè, hanno ceduto in due diverse operazioni i loro immobili a una società contenitore creata dallo Stato, la Scip srl (società cartolarizzazione immobili pubblici). La Scip ha provveduto a venderli e a ripagare gli enti con titoli emessi su questi edifici. Un'operazione gigantesca, che si è interrotta all'incirca due fa, quando lo Stato, «in considerazione dell'eccezionale crisi economica internazionale e delle condizioni del mercato immobiliare e dei mercati finanziari», ha messo in liquidazione, con la legge n. 14 del 2009, il patrimonio della srl, gestito da un fondo separato. Ciò al fine di evitare la svendita degli ultimi palazzi rimasti alla società o, peggio, evitare che Scip continuasse a esistere senza riuscire a vendere i beni rimasti;
le aste, sia quelle di Scip, sia quelle organizzate dalle fondazioni, si sono trasformate a volte in una ottima occasione per gli speculatori immobiliari di professione. Nei casi in cui venivano venduti interi lotti, o quando la base d'asta era bassa e c'erano pochi aspiranti compratori, in tanti hanno acquistato a poco e rivenduto a molto;
in questo momento, Inps, Inail, Inpdap e altri enti pubblici stanno ricevendo indietro le unità immobiliari invendute. Nel caso dell'Inail, tanto per fare un esempio, sono più di 1.800 e hanno un valore di mercato di 342,5 milioni di euro. Beni che saranno venduti all'asta, forse a partire già da questa estate;
l'Inail possiede immobili in affitto (esclusi quelli ricevuti indietro da Scip) per un valore di oltre 1,3 miliardi di euro. Solo nel 2009, la vendita di 90 unità immobiliari ha portato nelle casse dell'ente oltre 22 milioni di euro. Nel suo patrimonio, tra i palazzi usati a fini istituzionali, conta anche cliniche e diversi palazzi storici, come villa Tornabuoni Lemmi a Firenze, palazzo Foscari Contarini a Venezia, villa Giovio a Brescia;
l'Inpdap ha un patrimonio immobiliare che vale la metà, intorno ai 471 milioni di euro, ma in questa cifra è compreso anche il valore delle sedi. L'ente, che si occupa della previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica, è nato nel 1994 dall'accorpamento di Enpas, Inadel, Enpdep e delle Casse pensionistiche gestite dagli istituti di previdenza dell'ex Ministero del tesoro (Cpdel, Cps, Cpi, Cpug). Da tutti questi enti ha ereditato il suo vasto patrimonio. Più piccolo è il patrimonio dell'Inps, 173 milioni di euro. Immobili gestiti in modo poco efficiente, visto che l'utile netto fruttato dal patrimonio è -645 mila euro;
le nuove vendite hanno luogo ad un prezzo determinato dal valore di mercato dell'appartamento come se fosse libero e scontato del 30 per cento;
chi non intende acquistare ha diritto al rinnovo del contratto per altri nove anni dalla scadenza dello stesso, se il reddito familiare lordo complessivo è inferiore a 19 mila euro; in presenza di un ultrasessantacinquenne o un disabile il limite sale a 22 mila euro (articolo 3 della legge n. 410 del 2001); in tutti gli altri casi, il rinnovo può essere fatto solo per altri tre anni;
gli enti previdenziali rimasti pubblici (Inps, Inpdap, e altri) hanno ancora un consistente patrimonio rimasto invenduto, all'interno del quale abitano alcune migliaia di inquilini considerati senza titolo, e una parte di questo patrimonio è tenuto sfitto;
risulta all'interrogante che molti enti pubblici non paghino la tassa di registro relativa alle unità abitative affittate con la
conseguenza che gli inquilini non possono produrre il Mod. F23 relativo a tale pagamento, ritenuto documento necessario per esercitare il diritto al rinnovo del contratto e dunque rischiano di essere esclusi da un loro diritto;
risulta altresì che in caso di morosità molti enti abbiano delegato le operazioni di riscossione agli agenti della riscossione, con l'aggravio di oneri aggiuntivi insostenibili da parte degli inquilini;
la scelta di dismissione degli alloggi degli enti pubblici prima e di quelli privatizzati poi, insieme alla politica degli affitti che vengono portati ai livelli di quelli di mercato, sta contribuendo inevitabilmente ad aggravare l'emergenza abitativa - cambiando la natura e il ruolo di calmierazione del mercato abitativo di questo importante patrimonio - che vede in Italia oltre 430.000 famiglie in difficoltà con il pagamento dei mutui e oltre 230.000 sfratti di cui - nelle grandi città - quasi il 90 per cento per morosità;
quanto suesposto ha portato in queste settimane a una forte mobilitazione da parte degli inquilini degli enti previdenziali, con manifestazioni e assemblee pubbliche, proprio per denunciare le inaccettabili condizioni «capestro» alle quali sono sottoposti da parte dei medesimi enti;
siamo in presenza di soggetti che non sono società immobiliari private ma enti pubblici direttamente controllati dallo Stato e che non possono rifiutarsi di eseguirne eventualmente le direttive;
rispondendo ad una precedente interpellanza urgente (2-00785) il Sottosegretario Viespoli ebbe ad affermare a nome del Governo quanto segue: «In conclusione, rispetto alle richieste dell'onorevole interpellante, allo stato ritengo sia utile raccogliere l'indicazione di attivare un tavolo tecnico interistituzionale, allargato a tutti i soggetti pubblici competenti, al fine di approfondire le questioni ed i temi posti dall'interpellante, in particolare in relazione alla tutela dei diritti degli attuali conduttori degli immobili di proprietà degli enti in questione» -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
se sia stato istituito il tavolo tecnico interistituzionale e quali risultati abbia raggiunto;
se non si ritenga di assumere iniziative, anche normative, allo scopo di garantire il rinnovo contrattuale delle locazioni per tutti gli inquilini delle unità abitative di proprietà degli enti previdenziali pubblici;
se non si ritenga di assumere ogni iniziativa di competenza per la regolarizzazione degli immobili occupati senza titolo da parte di chi paga regolarmente i canoni di locazione;
se non si ritenga di impartire le direttive necessarie affinché sia l'ente stesso a procedere al recupero delle morosità;
se non si ritenga di impartire le necessarie direttive affinché gli enti provvedano a pagare regolarmente la tassa di registro con il modello F23 ed, in ogni caso, per evitare che la sua mancata produzione ricada sugli inquilini che non hanno alcuna colpa;
se non si ritenga di dover assumere iniziative, anche di concerto con le regioni, al fine di garantire l'erogazione agli inquilini di mutui a tasso agevolato per l'acquisto dell'unità occupata;
se non si ritenga di favorire l'acquisto da parte di comuni e regioni delle unità immobiliari in vendita, andando incontro alle esigenze di inquilini non in grado di esercita l'opzione per l'acquisto;
se non si ritenga di dover intervenire presso gli enti previdenziali pubblici, affinché, in caso di dismissione, siano mantenute ferme da parte degli enti previdenziali pubblici le condizioni previste.
(4-10033)
PILI e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 276 del 2003 agli articoli 21, comma 1, lettere i) e j) e all'articolo 23, comma 1, dispone quanto segue:
«articolo 21: Il contratto di somministrazione di manodopera è stipulato informa scritta e contiene i seguenti elementi:
i) assunzione dell'obbligo dell'utilizzatore di rimborsare al somministratore gli oneri retributivi e previdenziali da questa effettivamente sostenuti in favore dei prestatori di lavoro;
j) assunzione dell'obbligo dell'utilizzatore di comunicare al somministratore i trattamenti retributivi applicabili ai lavoratori comparabili»;
«articolo 23: I lavoratori dipendenti dal somministratore hanno diritto a un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quello dei dipendenti di pari livello dell'utilizzatore, a parità di mansioni svolte.»;
il trattamento economico riservato ai lavoratori somministrati è quindi parificato rispetto a quello dei colleghi direttamente assunti dall'impresa utilizzatrice (Stazione Appaltante);
l'utilizzatore (Stazione Appaltante) deve pertanto comunicare all'Agenzia per il lavoro i trattamenti economici applicabili ai lavoratori comparabili e deve vigilare affinché il somministratore retribuisca regolarmente i lavoratori somministrati, versando, altresì, i contributi dovuti agli enti previdenziali ed assicurativi;
ai sensi e per gli effetti dell'articolo 23, comma 3 del decreto legislativo n. 276 del 2003, «L'utilizzatore è obbligato in solido con il somministratore a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi e i contributi previdenziali»;
la disciplina legale che regola i rapporti tra somministratore ed utilizzatore con riferimento al trattamento economico e normativo riservato ai lavoratori somministrati, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 81 del decreto legislativo n. 163 del 2006, prevede che la stazione appaltante, anche nelle gare relative alla somministrazione di lavoro, sia libera di effettuare la scelta tra il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa o quello del prezzo più basso;
nei casi in cui venga individuato quale metodo di aggiudicazione quello del prezzo più basso, le stazioni appaltanti (utilizzatrici della manodopera) danno luogo, sempre più frequentemente, alla illegittima e deleteria prassi di fissare come prezzo a base di gara il costo del lavoro dalle stesse sostenute per lavoratori comparabili a quelli richiesti in somministrazione o, ancor peggio, non indicano alcun costo di riferimento, così nei fatti costringendo le agenzie per il lavoro, che devono per bando di gara formulare un'offerta competitiva sulla base del costo del lavoro, a scendere al di sotto dei minimi tabellari, con ovvie ed intuibili ripercussioni sulle garanzie in ordine alla giusta retribuzione ex articolo 36 Cost. e sui correlati oneri contributivi;
tale prassi, come si è detto, è illegittima perché lede il principio di giusta retribuzione ex articolo 36 Cost. così come costantemente interpretato dalla giurisprudenza di merito e di legittimità, ed altresì in contrasto con quanto disposto dagli articoli 88 e 89 del decreto legislativo n. 163 del 2006, ai sensi dei quali la Stazione appaltante è tenuta a verificare se vi siano offerte «anormalmente basse» in quanto non remunerative. Con riferimento alla somministrazione di lavoro, quindi, tale illegittima prassi delle pubbliche amministrazioni potrebbe essere agevolmente contrastata ab origine fissando all'interno del bando di gara un prezzo minimo corrispondente al costo minimo tabellare del lavoro, maggiorato di una percentuale rappresentante il margine minimo di guadagno, indispensabile affinché
l'appalto possa essere considerato remunerativo ed obbligando le stazioni appaltanti ad applicare, per tali tipologie di servizi, quale criterio di aggiudicazione quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa -:
se, alla luce di quanto testé illustrato, i Ministri interrogati non intendano intervenire al fine di garantire che le gare di appalto relative ai servizi di somministrazione di lavoro ex decreto legislativo n. 276 del 2003 vengano aggiudicate ad un prezzo che non sia inferiore al costo minimo tabellare del lavoro, permettendo inoltre, così come previsto dalla legge, che si realizzi un margine di agenzia, indispensabile per rendere «remunerativo» l'appalto.
(4-10037)
...
SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio Nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2009-013333-24; codice protocollo: EMR 701048-525; titolo protocollo: Studio di fase IV, multicentrico, in aperto, della durata di 12 settimane atto a valutare l'aderenza al trattamento in pazienti con sclerosi multipla recidivante (SMR), che transitano da un altro agente iniettabile modificante il decorso della malattia (DMD) al Rebif Nuova Formulazione (RNF) in cartuccia multidose, utilizzando RebiSmart per l'autosomministrazione (BRIDGE); data di registrazione: 3 luglio 2009; promotore: Merck Serono SPA; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10046)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2008-006226-34; codice protocollo: EFC10891-TENERE, titolo protocollo: Studio multicentrico, randomizzato, a gruppi paralleli, con valutatore in cieco, volto a confrontare l'efficacia e la sicurezza di teriflunomide e interferone beta-1a in pazienti con sclerosi multipla recidivante; data di registrazione: 4 febbraio 2009; promotore: SANOFI-AVENTIS S.P.A; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: Sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10047)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2005-001009-25; codice protocollo: DR 04-luglio-02; titolo protocollo: efficacia, sicurezza e tollerabilità dell'Atorvastatina 40 mg in pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente in trattamento con Interferone beta. (ARIANNA); data di registrazione: 1o aprile 2005; promotore: DR Dimensione Ricerca; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: Trattamento della sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10048)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2009-015007-97, codice protocollo: Defence; titolo protocollo: Valutazione della perdita assonale tramite Tomografia a Coerenza Ottica in pazienti, naive da terapia, affetti da sclerosi multipla (SM) recidivante-remittente, e in trattamento con due differenti dosaggi di Interferone beta 1o, data di registrazione: 4 agosto 2009; promotore: Azienda Ospedaliera di Parma; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: pazienti con sclerosi multipla in fase recidivante remittente precoce -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10049)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2010-019029-32; codice protocollo: CFTY720D2316; titolo protocollo: Studio multicentrico, in aperto, della durata di 4 mesi, per valutare la tollerabilità, la sicurezza e gli effetti sullo stato di salute di FTY720 in pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla; data di registrazione: 22 marzo 2010; promotore: Novartis Farma; area terapeutica: neurologia Indicazione proposta: SM (sclerosi multipla) -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10050)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2007-002627-32; codice protocollo: CFTY720D2306; titolo protocollo: Studio controllato in doppio cieco, randomizzato, multicentrico, a gruppi paralleli, per confrontare verso placebo l'efficacia e la sicurezza di FTY720 0.5 mg per via orale una volta al giorno in pazienti con sclerosi multipla primariamente progressiva; data di registrazione: 7 aprile 2008; promotore: Novartis Farma; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla progressiva primaria -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10051)
TESTO AGGIORNATO AL 17 GENNAIO 2011
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SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta in Commissione:
BRANDOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Valle del Savio pur nelle difficoltà derivate dalla crisi attuale è da sempre considerata fra le più vivaci economie dell'intera provincia di Forlì-Cesena;
il fermento imprenditoriale che in passato ha dato vita ad imprese eccellenti oggi sta orientando i propri piani di sviluppo e la propria crescita occupazionale in ambiti innovativi, fra i quali riveste particolare importanza la produzione di energie da fonti rinnovabili;
in sintonia con quanto adottato dalla Commissione europea in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili (il cosiddetto pacchetto 20-20-20), recepito dal piano energetico regionale dell'Emilia-Romagna approvato nel 2007, le stesse amministrazioni comunali, sempre più orientate alla compatibilità ambientale, hanno destinato consistenti risorse per produrre direttamente energia installando impianti fotovoltaici a terra e sui tetti degli edifici pubblici;
la regione Emilia-Romagna nel triennio 2007-2009 per l'attuazione del piano energetico regionale ha messo in campo importanti risorse, per un totale di circa 140 milioni di euro, e si appresta ad approvare il secondo piano triennale per l'energia 2011-2013;
la particolare attenzione rivolta a questi nuovi scenari economici, unita alla volontà di far nascere nella Valle del Savio una reale green economy, ha particolarmente sollecitato il sistema distributivo Enel e la rete di media potenza di Terna tanto che, oggi, quest'ultima, risulta inadeguata rispetto alle innumerevoli richieste di immissione in rete da parte sia di imprese private che di enti pubblici;
le associazioni CNA e Confartigianato, unitamente alle amministrazioni comunali di Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano al Rubicone e Verghereto, anche a seguito di approfondite valutazioni tecniche, hanno chiesto un potenziamento del trasformatore della cabina primaria di Quarto di Sarsina da 16 a 25 megavoltampere;
è, pertanto, necessario intervenire con urgenza per risolvere questa situazione
di stallo in tempi compatibili con i programmi di sviluppo delle energie alternative della Valle del Savio -:
quali iniziative si intendano porre in essere nei confronti dell'Enel in merito a quanto affermato dai comuni e dalle associazioni di categoria e, qualora tali affermazioni siano confermate, per valutare la possibilità che si potenzi il trasformatore della cabina primaria di Quarto di Sarsina, da 16 a 25 megavoltampere, a favore dello sviluppo dell'intero territorio della Valle del Savio.
(5-03977)
Interrogazione a risposta scritta:
FOLLEGOT, BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
uno dei settori che ha contribuito maggiormente allo sviluppo economico dell'Italia è stato quello dell'edilizia;
l'edilizia sta attraversando ora una delle peggiori crisi dal dopoguerra a oggi;
sono diminuiti non solo gli investimenti in opere infrastrutturali, ma vi è stato un brusco e pesante calo anche nell'immobiliare;
negli ultimi anni, nel settore delle costruzioni, sono stati persi circa 250 mila posti di lavoro e l'utilizzo degli ammortizzatori sociali è cresciuto del 300 per cento;
da sempre l'edilizia ha creato un forte indotto, coinvolgendo il mondo dell'impiantistica, dei mobili e ora anche quello della ricerca e dell'innovazione rivolte alla sostenibilità ambientale ed al risparmio energetico, costituendo così un volano per la ripresa -:
quali iniziative intenda intraprendere per rilanciare questo importante settore.
(4-10028)
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Apposizione di una firma ad una mozione.
La mozione Zamparutti e altri n. 1-00508, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Villecco Calipari.
Apposizione di una firma ad una interrogazione.
L'interrogazione a risposta scritta Grimoldi n. 4-09974, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 dicembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.
Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.
I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Bobba n. 4-05570 del 22 dicembre 2009;
interrogazione a risposta immediata in Commissione Rugghia n. 5-03959 del 14 dicembre 2010.