XVI LEGISLATURA
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
ATTI DI CONTROLLO
PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Interrogazioni a risposta scritta:
DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno della migrazione favorisce l'intera comunità se passa attraverso canali ufficiali d'ingresso e in condizioni di sicurezza comune. Tuttavia, le forme di migrazione regolare sono ancora in calo. La crescita del tasso di disoccupazione ha provocato l'aumento di forme di discriminazione. Gli Stati stanno mantenendo alta la guardia contro le politiche di polarizzazione;
è importante ricordare, in particolare in questo periodo drammatico, il ruolo fondamentale di rafforzamento dell'economia globale svolto dai migranti;
i migranti contribuiscono alla crescita economica e allo sviluppo umano; arricchiscono le società apportando diversità culturale, scambio di conoscenze e di tecnologie nonché salvaguardia dell'equilibrio demografico, contrastando il progressivo invecchiamento della popolazione;
sebbene molti considerino il fenomeno delle migrazioni un'esperienza positiva e di responsabilizzazione, molti migranti sono vittime di violazioni dei diritti umani, di xenofobia e di sfruttamento;
vi è ancora molto da fare per tutelare i diritti dei migranti, ragione per cui, nel mese di settembre 2010, il gruppo mondiale sulle migrazioni, costituito da 12 agenzie delle Nazioni Unite, dall'Organizzazione internazionale della migrazione e dalla Banca centrale, ha adottato una dichiarazione congiunta che sottolinea la necessità di proteggere i diritti umani di tutti i migranti, in particolare di quei dieci milioni che si trovano ancora in situazione irregolare;
tali migranti sono spesso vittime della violazione di norme fondamentali in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, di garanzia dei diritti della difesa, di sicurezza personale e assistenza sanitaria, essendo peraltro spesso soggetti a periodi di detenzione prolungata, a maltrattamenti, a condizioni di schiavitù, stupro o perfino omicidio;
di norma, i migranti sono tra gli individui che corrono il maggior rischio di abusi, ma anche tra coloro che hanno, verosimilmente, meno accesso ai servizi o alla giustizia. Molti Governi peggiorano le cose attraverso politiche che aggravano la discriminazione o rendono difficile per i migranti persino rivolgersi alle autorità per cercare aiuto;
più di 215 milioni di persone vivono al di fuori del loro Paese di origine, secondo le Nazioni Unite. I movimenti migratori contribuiscono ad alimentare le economie di tutto il mondo. La Banca mondiale stima che i migranti abbiano inviato, nel 2010, 440 miliardi di dollari in rimesse, 325 dei quali verso Paesi in via di sviluppo;
molti Paesi contano sulla manodopera dei migranti per colmare la carenza di forza lavoro in impieghi sottopagati, pericolosi, e scarsamente regolamentati;
il 18 dicembre 1990, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, entrata in vigore il 1o luglio 2003;
in occasione della giornata internazionale dei migranti (18 dicembre 2010) il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha affermato: «Qui in Europa il processo di ratifica della Convenzione dell'Onu sui diritti dei lavoratori immigrati e delle loro famiglie è stato deludente. Dopo 20 anni dall'adozione di questa Convenzione nessuno dei Paesi europei
più grandi e ricchi l'ha firmata o ratificata. In alcune delle democrazie più avanzate, tra le nazioni che sono giustamente orgogliose della loro lunga storia di progressi sociali, agli immigrati vengono negati i diritti umani fondamentali»;
Ban Ki-Moon esorta, altresì, tutti gli Stati a soddisfare tali requisiti al fine di ratificare la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie. Inoltre, chiede a tutte le parti coinvolte dalla Convezione di fare tutto il possibile per garantire la realizzazione dei diritti sanciti dalla stessa -:
quale sia la posizione del Governo italiano in materia di diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie, in relazione anche alla Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie;
quali iniziative concrete il Governo abbia adottato e quali intenda adottare per eliminare la condizione di irregolarità in cui si trovano molti migranti internazionali che non dovrebbe privare questi ultimi della loro umanità o dei loro diritti, in linea con il principio fondamentale della Dichiarazione universale dei diritti umani che recita: «Tutti gli esseri umani sono nati liberi e uguali in dignità e diritti».
(4-09978)
GALATI e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'uso della rete rappresenta una delle azioni più significative della nostra quotidianità. Milioni di italiani consultano la rete sia con postazioni fisse sia con dispositivi mobili per informarsi o per semplice svago. Fra questi milioni di internauti vi è la presenza di una grossa percentuale di bambini che si interfacciano con l'immenso mondo del web senza una cultura adeguata al consumo. Molto spesso i bambini sono irretiti in quei circuiti agghiaccianti che definiscono la cosiddetta pedopornografia in rete, un settore che non conosce purtroppo crisi;
nell'ultimo rapporto mensile diffuso dall'osservatorio internazionale di Telefono arcobaleno i nuovi bambini «schiavi» di cui si conoscono i volti, ma non le generalità, sono stati oltre quattromila nel 2010. Mille in più dell'anno precedente, tre quarti dei quali ha probabilmente meno di dieci anni. L'Osservatorio evidenzia che meno dell'1 per cento delle vittime è stato identificato - e quindi salvato - dato drammatico che mostra l'inaccettabile divario esistente fra l'atrocità del mercato della pedofilia on line e la scarsa efficacia delle soluzioni adottate per contrastarla;
dai dati, emersi nel rapporto, i clienti che alimentano il mercato degli oltre 45mila siti rilevati nel corso del 2010 sono per lo più europei, con l'Italia al quinto posto al mondo per consumo di pedopornografia (4,7 per cento), preceduta da USA (23 per cento), Germania (18,6 per cento), Russia (5,7 per cento) e Regno Unito (5,7 per cento). Il paese che invece «vanta» il maggior numero di provider che ospitano siti pedopornografici è la Germania (1.079), seguito da Usa (614), Olanda (467), Russia (240), Thailandia (53). I provider che ospitano siti pedopornografici segnalati nel mondo dal 1996 a oggi sono stati 322.482. Nel 2010 si è rilevato un incremento del 6 per cento e solo nel mese di novembre sono stati 2.580 -:
quali politiche e azioni di contrasto alla pedopornografia on line si intendano adottare, per annullare in maniera definitiva questo aberrante e inaccettabile fenomeno;
in che modo si pensi di tutelare i bambini dai mostri che si nascondono nella rete.
(4-09981)
DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro
dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
numerosi sono stati gli scandali che hanno coinvolto personaggi che poi sono finiti nel dimenticatoio generale, in primis quello del dossier Telecom e dell'inchiesta Porto al Sole;
in particolare, secondo quanto riporta un lancio dell'Ansa del 20 novembre 2010, «oltre al presidente dell'Autorità portuale, Francesco Nerli, e alla sua segretaria Rita Convertino, nell'ambito dell'inchiesta »Porto al sole«, condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli su disposizione della Procura di Napoli, risultano indagati anche Pietro Capogreco, ex segretario dell'Autorità portuale di Napoli, e la sua assistente Carmela De Luca» -:
se risulti che alcuni di questi personaggi, coinvolti in tali inchieste, ricoprano attualmente incarichi dirigenziali o di consulenza in Finmeccanica;
quali siano gli intendimenti del Governo in merito all'attribuzione di tali incarichi in una società strategica quale è Finmeccanica.
(4-09988)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate,
dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3531 del 7 luglio 2006 per l'emergenza: Vibo Valenti provincia - eventi alluvionali luglio 2006;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-09999)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81
gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il Governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al
controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato per l'emergenza sismica del 6 aprile 2009.
(4-10000)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3646 del 23 gennaio 2008 per l'emergenza: Eolie Isole (Isola di Stromboli) attività vulcanica;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10001)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni
adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il Governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà
di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 ottobre 2002 per l'emergenza sismica Catania - Sicilia - Attività vulcanica;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10002)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento,
alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con legge di conversione 27 dicembre 2002 n. 286 per l'emergenza sismica in Molise e Puglia del 31 ottobre 2002 - Province Campobasso e Foggia;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10003)
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia
e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:
Anno | Importo spesa globale | N. ordinanze |
2001 | 1.956.118.571,91 | 28 |
2002 | 1.109.004.356,10 | 33 |
2003 | 283.763.347,26 | 24 |
2004 | 730.730.577,28 | 30 |
2005 | 253.074.138,76 | 24 |
2006 | 2.788.111.622,26 | 34 |
2007 | 1.057.819.764,68 | 39 |
2008 | 2.730.451.115,39 | 41 |
2009 | 3.939.859.534,08 | 49 |
totale | 12.894.770.574,38 | 302 |
tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati
contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3744 del 18 dicembre 2008 per l'emergenza sismica Parma, Reggio Emilia e Modena del 23 dicembre 2008;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10004)
DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riporta un lancio dell'AgenParl del 3 dicembre 2010, il presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, a margine della presentazione del Museo del 900 a Milano sponsorizzato dalla stessa holding per 1 milione di euro, ha dichiarato: «Il 2011 sarà per Finmeccanica un altro anno duro a causa della crisi economica internazionale e verrà affrontato con grande impegno»;
il titolo Finmeccanica è passato dai 23,19 euro del 17 giugno 2007 agli 8,97 euro del 21 novembre 2010, cioè prima dell'inizio della bufera giudiziaria sui presunti fondi neri;
contestualmente alla diminuzione del titolo quotato in borsa è aumentato lo stipendio del management;
a quanto risulta all'interrogante, la situazione finanziaria di Finmeccanica, ed in particolare quella della Selex sistemi integrati, è debitoria -:
quali siano gli orientamenti del Governo, essendo azionista di riferimento di Finmeccanica, sulla débâcle del titolo in borsa e quali siano le responsabilità;
a quanto ammonti il sopra citato deficit del gruppo Finmeccanica, ed in particolare il buco di bilancio di Selex sistemi integrati;
quali siano gli orientamenti del Governo tramite i suoi rappresentanti all'interno del consiglio d'amministrazione del gruppo Finmeccanica in merito ai sopracitati bilanci e se intendano richiedere al collegio dei revisori dei conti del gruppo per accertare eventuali manchevolezze sui bilanci Selex;
se risultino già in corso procedimenti di mobilità per 1500 dipendenti del gruppo Finmeccanica;
quali siano gli intendimenti del Governo in relazione al management di Finmeccanica, tenuto conto dei risultati della gestione, ad avviso dell'interrogante pessima, del gruppo che ha prodotto danni, pagati esclusivamente dai lavoratori.
(4-10017)
DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 22 novembre 2010, a Roma, si sono incontrati le segreterie nazionale e territoriale di Fim, Fiom, Uilm e la Rsu con Alenia Aermacchi s.p.a., società del gruppo Finmeccanica;
Alenia Aermacchi, con lettera del 15 novembre 2010, ha comunicato alla rappresentanza sindacale unitaria la propria intenzione di avviare una procedura di riduzione del personale nei confronti di 98 lavoratori;
Alenia Aermacchi ha presentato il 27 ottobre 2010 alle organizzazioni sindacali un piano efficientamento del settore aeronautico relativo al periodo 2010-2012;
nel corso di detto incontro sono state illustrate le azioni gestionali, che, muovendo dall'assunto di salvaguardare e migliorare la competitività, devono essere funzionali al perseguimento ed al pieno successo delle iniziative strategico-commerciali, alla riduzione complessiva dei costi di struttura e al miglioramento dei processi aziendali in termini di affidabilità, qualità e costo del prodotto -:
la riduzione di personale appare in contrasto con la mole di consulenze che vengono affidate a pensionati, anche eccellenti, all'interno della holding di Finmeccanica -:
se, visto il grave momento di crisi economica, il Governo non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza affinché il gruppo Finmeccanica intraprenda una lotta agli sprechi a partire dalle consulenze che vengono svolte da numerosi pensionati all'interno delle società controllate;
a quanto ammontino i pensionati che svolgono attività di consulenza per il gruppo Finmeccanica, ivi comprese le società controllate, e quanto gravino sul bilancio delle stesse.
(4-10018)
PIONATI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 358 del codice penale prevede che sono incaricati di pubblico servizio tutti coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un servizio pubblico e per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest'ultima;
ad avviso dell'interrogante, possono considerarsi, in base a quanto sopra esposto, incaricati di pubblico servizio tutti coloro che concorrono nell'adempimento della funzione di contrasto all'uso di sostanze stupefacenti nella pratica sportiva, contrasto che lo Stato ha delegato al CONI, di concerto con le federazioni sportive interessate, secondo rigide regole sia nazionali che di organismi internazionali;
il presidente della commissione federale antidoping della Figc inviava persone non abilitate e non qualificate ad effettuare l'incarico ufficiale di rappresentante antidoping della Figc, con il rischio di rendere nullo il controllo, anche se positivo, a seguito di un eventuale ipotetico e possibile reclamo della società interessata ed inficiando così la pubblica funzione delegata dallo Stato al Coni e per questo è stato inibito dalla giustizia sportiva, dopo l'accertamento dei fatti;
il presidente della Federazione italiana gioco calcio, dal quale dipende direttamente la commissione federale antidoping, qualora sussistessero i presupposti sopra esposti, avrebbe avuto l'obbligo di
trasmettere tutti gli atti alla competente autorità giudiziaria per le valutazioni e gli eventuali provvedimenti di competenza, cosa che a suo tempo non è avvenuta;
lo stesso presidente aggravava questa sua eventuale ipotetica omissione di atti di ufficio, disponendo di confermare nell'incarico il presidente della predetta commissione, che aveva compiuto atti contrari ad esso inerenti, nonostante che in astratto potesse verificarsi la reiterazione della violazione della norma ed avendo lo stesso presidente federale l'obbligo di prevenire un nuovo, eventuale, possibile consumarsi dell'atto dannoso;
il presidente della FIGC disponeva, inoltre, di non confermare il vice presidente della predetta commissione, pur confermando nel contempo tutti gli altri componenti, l'unico che, pur essendo noti i fatti all'intera commissione, ha avuto il coraggio, nel rispetto della legge, di denunciare le accertate irregolarità;
tale determinazione potrebbe di fatto, se pur in modo indiretto, influenzare impropriamente l'attività di tutti i componenti della commissione che in futuro potessero trovarsi nelle stesse condizioni ed agissero nello stesso modo del vice presidente non confermato -:
se siano state avviate indagini in relazione ai fatti descritti in premessa;
di quali elementi disponga il Governo sulla, vicenda e se il Coni abbia esercitato o intenda esercitare iniziative di vigilanza.
(4-10021)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
...
AFFARI ESTERI
Interrogazione a risposta immediata:
TEMPESTINI, MARAN, AMICI, QUARTIANI, GIACHETTI, BARBI, COLOMBO, CORSINI, LOSACCO, NARDUCCI, PISTELLI e PORTA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
le notizie pubblicate da giornali nazionali e internazionali relative alle valutazioni compiute, in rapporti riservati ma ufficiali, da autorevoli rappresentanti diplomatici in Italia circa i rapporti politici, diplomatici ed economici intercorsi tra l'Italia e la Russia, risollevano la questione della scarsa trasparenza nella conduzione di alcuni dossier particolari di politica estera, che appaiono riservati alla diretta gestione della Presidenza del Consiglio dei ministri;
tali rapporti appaiono incentrati quasi esclusivamente sulla relazione personale e speciale tra il Presidente del Consiglio dei ministri e l'allora Presidente russo Putin, pur coinvolgendo interessi strategici fondamentali, inerenti la politica energetica, la sicurezza degli approvvigionamenti e interessi economici di prima grandezza per l'azienda nazionale del settore;
l'azione di politica estera, l'immagine internazionale del Paese, la sua diplomazia possono costituire un asset essenziale per l'Italia - un Paese con una forte proiezione internazionale in molti campi, da quello artistico e culturale a quello economico - a patto che i vari soggetti che concorrono a promuovere tale immagine agiscano sinergicamente e «facendo sistema»;
al contrario, l'Italia non riesce a organizzare le proprie risorse nel settore, non valorizza la professionalità della propria diplomazia, non investe in un coordinamento efficace dell'azione di politica estera e anzi sembra consentire una sorta di duplicazione dei centri di conduzione della politica estera, dal momento che la Presidenza del Consiglio dei ministri sembra riservarsi l'autonoma gestione di alcuni dossier internazionali di particolare sensibilità e rilievo, producendo inefficienze e incoerenze da una parte e riducendo, dall'altra, la trasparenza e la possibilità di controllo parlamentare;
questi profili sono appunto particolarmente ricorrenti ed evidenti nella costante attenzione del Governo nei confronti
della Russia e di alcuni altri Paesi, di rilevante importanza strategica per l'Italia, ma soprattutto di particolare complessità e delicatezza quanto al quadro generale delle relazioni internazionali;
quanto ai rapporti con Mosca, nessuno può dubitare della necessità, oggi e nel futuro, di addivenire a un salto di qualità in positivo nei rapporti tra l'Europa e la Russia, superando il passato rapporto di diffidenza e antagonismo verso una cooperazione e una partnership strategica, che addirittura rinnovi profondamente l'architettura di sicurezza europea, creando un'area di stabilità e prosperità economica;
in particolare, non può non esservi apprezzamento per i passi avanti compiuti nel vertice Nato di Lisbona, nell'auspicio di una rapida ratifica da parte del Senato americano del nuovo Trattato Start, quale presupposto per ulteriori riduzioni negli armamenti atomici e convenzionali;
in questo contesto di dialogo positivo e di riavvicinamento delle posizioni politiche, l'Italia potrebbe veramente assurgere, per i suoi legami storici e culturali, a ruolo di ponte e cerniera tra l'Europa e la Russia, promuovendo una cooperazione franca e proficua per entrambi e agendo da facilitatrice e acceleratrice del processo democratico interno allo Stato russo, sfruttando la complementarietà tra le nostre economie, caratteristica comune all'intera industria europea;
presupposto di questo risultato sarebbe una condotta diplomatica istituzionalmente attenta, di grande spessore e contenuto politico; una politica estera vista, al contrario, come pragmatica e utilitarista, eccessivamente inquinata da interessi particolari, finisce per perdere di credibilità, troppo arrendevole sulle questioni dei diritti, poco prudente sul tema della dipendenza energetica e, quindi, in sostanza di scarso spessore politico;
danneggiano, invece, la politica estera italiana, oltre all'eccessiva personalizzazione del rapporto con il Presidente russo Vladimir Putin, la scarsa trasparenza sull'agenda e i contenuti dei colloqui, più volte tenuti in viaggi definiti «non ufficiali», quindi non oggetto di valutazione parlamentare, e il moltiplicarsi di iniziative slegate da qualsiasi coordinamento con i partner, europei e non, con la conseguenza di rendere meno influente il ruolo politico italiano, considerato ispirato a una diplomazia esclusivamente «mercantile», priva di considerazioni strategiche, politiche o etiche;
la linea del Governo è stata, inoltre, segnata dalla costante difesa delle azioni più censurabili della Presidenza della Russia in Cecenia, dall'assenza di un confronto serio sull'insufficiente rispetto dei diritti umani, della libertà di stampa, dalla mancata denuncia dei comportamenti illiberali tenuti dalle autorità russe nel trattare gli oppositori politici interni, infine dalla singolare arrendevolezza alle ragioni addotte da Mosca nella questione del Kosovo, ovvero in tutta la partita energetica legata ai grandi progetti di infrastrutture strategiche per il trasporto del gas;
in particolare, si deve insistere nel rilevare come la conduzione della politica energetica e le scelte strategiche ad essa connesse non sono state mai oggetto di un dibattito parlamentare e alcuni atti politici rilevanti si sono svolti senza che il Parlamento ne fosse informato in alcun modo, come già denunciato dal gruppo del Partito democratico, in particolare nell'interpellanza urgente presentata il 13 gennaio 2009;
medesime preoccupazioni, critiche e valutazioni possono essere fatte per iniziative analoghe assunte nei confronti della Bielorussia e di altri Stati europei e centroasiatici, con profili politici interni simili a quelli rilevati per la Russia;
addirittura inquietanti appaiono ulteriori risvolti, presenti nelle indiscrezioni uscite sulla stampa nazionale e internazionale, circa vantaggi impropri e legami inopportuni con le autorità di Governo italiane, aspetti sui quali è doveroso sgombrare
rapidamente il campo informando prontamente e compiutamente il Parlamento -:
quali risposte il Governo intenda fornire ai pesanti interrogativi che si ricavano dalla lettura delle indiscrezioni pubblicate sul sito Wikileaks e riprese dalla stampa internazionale, collegate alla scarsa trasparenza della complessiva azione di politica estera condotta dall'Italia nei confronti della Russia e sulla quale il Parlamento non è mai stato sufficientemente informato.
(3-01368)
Interrogazioni a risposta scritta:
GRIMOLDI e BITONCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 28 agosto 2009 il giovane connazionale Carlo Anselmi morì tragicamente a Cuba, durante una vacanza;
la vicenda, tuttora poco chiara, nel suo approccio da parte dell'Ambasciata e del corpo consolare risulta essere sconcertante per i modi ed i tempi;
i famigliari non hanno potuto ricevere tutta l'assistenza e le informazioni necessarie in un caso come il suddetto -:
se il Ministro non intenda intervenire per far luce su questa grave vicenda e per prestare tutte le informazioni necessarie ai famigliari della vittima.
(4-09974)
MANNINO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere se e quali iniziative intenda assumere per sensibilizzare ed impegnare il Governo egiziano ad affrontare in termini di civiltà e di rispetto dei diritti umani il problema degli Eritrei rifugiati sul suolo di quello Stato.
(4-09977)
DI STANISLAO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
sono state approvate dal Parlamento europeo la risoluzione del 24 aprile 2009 e la dichiarazione scritta il 25 novembre 2010 a proposito del Campo Ashraf, dove risiedono 3.400 dissidenti iraniani, tra cui 1.000 donne, come «persone protette» ai sensi della IV convenzione di Ginevra;
sentenze delle corti del Regno Unito e dell'Unione europea a favore dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI), hanno imposto la sua cancellazione dalle liste dei gruppi terroristici nel 2008 nel Regno Unito e nel 2009 nell'Unione europea;
3.500 membri di parlamenti su entrambe le sponde dell'Atlantico hanno firmato una dichiarazione a sostegno dei residenti di Campo Ashraf, sottolineando l'imperativo di fornire e garantire la tutela dei residenti da parte delle forze delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti;
le risoluzioni 704 e 1431 del Congresso degli Stati Uniti hanno deliberato la tutela dei residenti di Ashraf e la cancellazione dell'Organizzazione dei Mojahedin del popolo iraniano dalla lista nera USA;
fonti accertate hanno confermato che familiari dei residenti di Campo Ashraf sono stati arrestati e condannati a morte dal regime iraniano;
il Governo iracheno ha attuato un disumano assedio su Ashraf, e da quando i reparti statunitensi e gli osservatori dell'ONU hanno lasciato il Campo, le pressioni sono aumentate fino a commettere violente aggressioni, impedire l'accesso a farmaci e cure mediche appropriate e lanciare una guerra psicologica contro i residenti con l'uso di 140 altoparlanti;
tali restrizioni, pressioni e violenze sono imposte contro Ashraf utilizzando il pretesto dell'inserimento dell'OMPI nella lista nera degli Stati Uniti;
la pronuncia della Corte d'appello degli Stati Uniti per il distretto di Columbia, del luglio 2010, in favore dell'OMPI, ha ordinato al dipartimento di Stato di rivedere la propria decisione di mantenerla nella «lista nera» -:
se il Governo intenda assumere iniziative diplomatiche nei confronti del Governo
degli Stati Uniti diretti a rimuovere, come hanno fatto l'Unione europea e il Regno Unito, l'OMPI dalla sua «lista nera», e garantire la protezione dei residenti di Ashraf;
se il Governo intenda assumere le misure necessarie perché l'ONU assicuri un adeguato monitoraggio della situazione del campo e il rispetto dei diritti umani dei suoi residenti secondo le convenzioni internazionali.
(4-09985)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
si moltiplicano le segnalazioni circa un progressivo deterioramento delle condizioni dei profughi che da altre nazioni africane sono fermati in Libia nel tentativo di emigrare verso l'Europa e in particolare verso l'Italia -:
se i nostri rappresentanti diplomatici in Libia abbiano la possibilità di verificare o meno quale sia esattamente la situazione;
quali iniziative l'Italia - anche congiuntamente alle altre nazioni europee - abbia comunque avviato per verificare se in Libia vengano osservati i diritti dei rifugiati e dei migranti e quali iniziative di carattere umanitario siano state concretamente realizzate.
(4-09994)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la situazione in Eritrea appare sempre più tragica;
a parte gli aspetti economici, la disoccupazione, la fame, i problemi che attanagliano la stragrande maggioranza della popolazione nel paese non vi è alcuna libertà politica;
sempre più numerosi sono gli eritrei che fuggono dal paese alla ricerca di un futuro migliore;
l'Italia ha sempre avuto con questa nazione un rapporto di amicizia particolare anche per il lungo periodo coloniale durante il quale il nostro Paese aveva dato ben diverso sviluppo a questo Paese -:
quali siano oggi le iniziative di carattere politico ed economico che l'Italia porta avanti nel tentativo di migliorare la situazione in Eritrea;
se non si ritenga di dover avviare un programma straordinario di presenza del nostro Paese in quella nazione;
se non si ritenga che una particolare iniziativa vada presa nei confronti dei profughi eritrei che spesso in modo tragicocercano di lasciare il Paese ma - giunti nei pressi del nostro territorio - vengono respinti senza che di fatto possano evidenziare la loro situazione di profughi politici.
(4-09995)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
si rinnovano in questi giorni gli appelli alla Unione europa perché si intervenga a titolo umanitario a favore dei profughi eritrei, somali, sudanesi ed etiopi che le autorità egiziane avrebbero segregato nella zona del Sinai;
alcuni di essi sarebbero stati uccisi, torturati e torturati dalle autorità egiziane;
l'Egitto fa parte delle principali organizzazioni internazionali umanitarie e si è impegnato a rispettare i diritti dell'uomo e dei migranti -:
se l'Italia si sia dichiarata preoccupata per la situazione di questi profughi e quali altre notizie siano state in merito raccolte dalle nostre autorità diplomatiche;
se siano state avviate specifiche iniziative di carattere umanitario;
quali iniziative diplomatiche l'Italia abbia avviato nei confronti delle autorità egiziane per segnalare l'insostenibilità di questa situazione.
(4-09997)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 11 dicembre 2010 l'agenzia Habeshia ha segnalato che nella giornata sarebbero stati uccisi in Egitto due diaconi cristiano-ortodossi di origine eritrea nella zona del Sinai;
nei giorni scorsi vi sono stati numerosi altri scontri in Egitto a danno della parte di popolazione di fede cristiana copta e ortodossa;
la mancanza di protezione da parte delle forze dell'ordine alle minoritarie comunità cristiane in Egitto è evidente, cosi come i divieti a poter liberamente professare la propria fede e costruire nuove chiese -:
se l'Italia abbia manifestato preoccupazione per il deteriorarsi dei rapporti interreligiosi in Egitto;
quali iniziative diplomatiche l'Italia abbia avviato nei confronti delle autorità egiziane per segnalare l'insostenibilità di questa situazione.
(4-09998)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
due giornalisti olandesi molto noti e che conoscono bene la situazione italiana, Ann Brandergen e Martin Simek, hanno recentemente pubblicato un libro sull'Italia ed in particolare sulla sua situazione politica dal titolo «Berlusconi, una leadership moderna»;
il libro ha ottenuto un buon successo editoriale ed ampio spazio di recensione sui media olandesi e in diverse TV;
gli autori hanno richiesto di poter predisporre un comunicato-stampa per comunicare del proprio libro anche in Italia e si sono quindi rivolti al nostro Istituto italiano di cultura di Amsterdam;
la persona contattata è stata la signora Silvia Terribili che si occupa di corsi di lingua e manifestazioni culturali;
come la stessa autrice Ann Brandergen ha poi dato notizia a livello nazionale olandese - sollevando un vivace caso politico - successivamente la nostra addetta si è rivolta a lei tramite mail esprimendo pesantissimi giudizi sul Presidente del Consiglio italiano, onorevole Berlusconi, cori frasi del tipo «sinceramente mi vengono i nervi per il tono frivolo con cui si parla di questo uomo-disastro» «un personaggio creato dalla TV, senza la Tv sarebbe un venditore di padelle qualsiasi» «Silvio Berlusconi è l'uomo parafulmine che fa comodo ai poteri forti, alle mafie, alle congreghe, alle massonerie, che lo tengono costantemente sotto scacco e si fanno tranquilli i propri affari...» Tutte frasi poi pubblicate sui media olandesi, con grave discredito sia del premier italiano ma soprattutto perché erano state espresse da un dipendente dello Stato -:
se quanto sopra risponda al vero e se al Ministero degli affari esteri si sia stati informati del clamore suscitato in Olanda dalla successiva pubblicazione da parte dell'autrice del libro della corrispondenza avuta con la dipendente dell'Istituto di cultura, signora Silvia Terribili;
quali iniziative abbia assunto il Ministro nei confronti della dipendente pubblica, signora Silvia Terribili, che ad avviso dell'interrogante confonde le proprie opinioni politiche personali con il suo ruolo pubblico di pubblico funzionario.
(4-10013)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
...
AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Interrogazione a risposta immediata:
PATARINO e DELLA VEDOVA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella provincia di Taranto la cittadina di Sava, di 17 mila abitanti, e parte
di Manduria (comprese le zone a mare) risultano prive di un sistema fognario;
da decenni si dibatte invano circa la realizzazione degli impianti;
attualmente una parte delle risorse è disponibile ed alcuni giorni fa, presso la regione Puglia, ha avuto luogo una conferenza di servizi per acquisire i pareri necessari;
la strada, tuttavia, appare ancora lunga ed irta di ostacoli, soprattutto a causa delle resistenze che si frappongono sul territorio da parte di alcuni enti locali;
l'intera comunità di Sava non può tollerare ulteriormente un simile degrado, assolutamente inaccettabile nel terzo millennio, anche in considerazione del fatto che il protrarsi di tale situazione può comportare il verificarsi di una pericolosissima emergenza di natura igienico-sanitaria (non sono rari gli episodi di sversamento delle acque nere in strada nei giorni di abbondanti piogge), con gravissime conseguenze sul piano sociale ed economico;
va ricordato che da tempo è sottoposta all'attenzione dei competenti organi comunitari la situazione di oltre 500 comuni italiani per il mancato trattamento delle acque reflue -:
di quali elementi disponga il Governo su quanto segnalato in premessa e se non ritenga di assumere iniziative, per quanto di competenza, anche al fine del rispetto della normativa comunitaria relativa al trattamento delle acque reflue.
(3-01373)
Interrogazione a risposta in Commissione:
MARCO CARRA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri) ha il nobile obiettivo di contrastare le attività illecite legate al ciclo dei rifiuti;
tale sistema è stato introdotto con decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il 17 dicembre 2009, in attuazione del decreto legislativo n. 152 del 2006 e del decreto-legge n. 78 del 2009;
il Sistri entrerà in piena attuazione il 1o gennaio 2011 ;
dal confronto tra l'interrogante, le associazioni di rappresentanza di tutto il mondo imprenditoriale e numerosi imprenditori è emersa una forte preoccupazione, da parte di questi ultimi, circa l'enorme complessità procedurale che si rende necessaria per adempiere correttamente e compiutamente alle norme che regolamentano il Sistri;
è opportuno evidenziare che, in caso di inadempienze dell'imprenditore, per il rispetto di quanto previsto dal Sistri, sono previste sanzioni pesanti per violazioni non imputabili alla volontà delle aziende;
numerose le criticità sollevate dagli imprenditori, che riguardano le chiavette usb, la decifrazione dei codici, un'inadeguata informazione degli operatori, la lentezza con cui avviene l'inserimento dei dati e altri aspetti ancora -:
se il Ministro intenda assumere iniziative per prorogare la piena operatività del Sistri al 1o gennaio 2012 per consentire agli imprenditori, in questo periodo transitorio, di organizzarsi ed aggiornarsi per ottemperare al meglio a queste disposizioni e per valutare eventuali proposte correttive al sistema, che potrebbero emergere in un rinnovato confronto con le associazioni di categoria (artigiani, commercianti, agricoltori, industriali, e altri).
(5-03958)
Interrogazioni a risposta scritta:
GRIMOLDI e GOISIS. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
le località di Badia Prataglia, Moggiona (comune di Poppi), Serravalle (comune
di Bibbiena), Val della Meta (comune di Chiusi della Verna) e le piccolissime frazioni all'interno dei comuni di Pratovecchio e Stia, tutte situate nella zona montana del Casentino, in provincia di Arezzo, fanno parte del parco delle foreste Casentinesi;
i cittadini di uno stesso comune sono soggetti a realtà ed obblighi diversi a seconda che risiedano o meno nelle località situate nel parco;
infatti, qualora i cittadini di un comune risiedano in tali località sono soggetti a costi maggiori per pratiche relative ad esempio all'edilizia;
tutti i vincoli imposti dal parco non hanno determinato un incremento di posti di lavoro, anzi hanno determinato la situazione opposta: nel caso di Badia Prataglia, che comprende l'80 per cento circa degli abitanti del parco, il numero di persone impegnate in attività boschive è passato da circa 500 a circa 10;
sempre a Badia Prataglia il numero di abitanti si è ridotto da 2000 a circa 700, di cui il 70 per cento ultracinquantenne, proprio a causa dei forti vincoli del parco -:
se il Ministro ritenga opportuno valutare la possibilità di una concertazione di azioni tra i paesi montani all'interno del parco al fine di avere una rappresentanza importante dei cittadini del parco e valutare la possibilità di istituire una consulta in tutti parchi nazionali, espressione diretta degli abitanti residenti all'interno dei confini del parco.
(4-09976)
GALATI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
l'ultimo rapporto, che sarà pubblicato a giorni dal Comitato glaciologico italiano definisce una situazione preoccupante per quanto riguarda i ghiacciai italiani. Già dimezzati negli ultimi ottant'anni, i ghiacciai italiani rischiano la stessa sorte in un futuro molto prossimo (una ventina di anni), e la cosa più preoccupante è che il trend di assottigliamento e fusione si sta accentuando;
un processo veloce e nefasto che non ha sviluppi negativi soltanto sul panorama alpino e di ghiacciai considerati opere d'arte naturali e patrimoni dell'umanità, ma sul bilancio energetico (si perdono miliardi di litri d'acqua, che possono trasformarsi in energia elettrica), sulla falda acquifera che è anche la risorsa primaria di molte industrie di acque minerali, sul dissesto della montagna (frane, smottamenti, slavine) e sull'equilibrio sociale e antropologico dei centri abitati alpini. In Italia esistono più di mille ghiacciai e tutti sono a rischio. La scomparsa dei ghiacciai è un problema che il nostro Paese affronta dagli anni novanta;
secondo il professor Baroni presidente del Comitato glaciologico italiano e ordinario di geomorfologia all'università di Pisa, il dato più allarmante, confermato anche dall'ultimo studio in via di pubblicazione, è che i ghiacciai non solo arretrano il fronte, ma si assottigliano perdendo milioni di metri cubi di acqua. Il dato, come un bilancio economico, viene calcolato sulle entrate e le uscite. Le entrate sono la neve precipitata, le uscite lo scioglimento;
ciò che viene denunciato dai responsabili del Comitato glaciologico è una mancanza di investimenti per cercare di monitorare al meglio questa risorsa naturale, unica e imperdibile, aumentando il numero dei volontari, per far partire attente analisi satellitari e lavorare al catasto dei ghiacciai per un continuo aggiornamento -:
quali iniziative e misure il Ministro interrogato intenda adottare al fine di preservare i ghiacciai italiani considerati vere e proprie opere d'arte naturali nonché patrimonio dell'umanità.
(4-09979)
CECCACCI RUBINO e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro degli affari esteri,
al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per il turismo. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa hanno sollevato nuovamente la questione dell'istituzione scientifica centro per la salvaguardia dei colibrì di Trieste, «istituzione», che rischia la chiusura per i mancati finanziamenti promessi e la morte sicura degli animali ricoverati, per cui è in corso una mobilitazione di cittadini, personalità del mondo scientifico, accademico e culturale e associazioni ambientaliste con una petizione che ha raccolto oltre 13.000 firme in pochi giorni;
l'Istituzione scientifica, riconosciuta dal Governo italiano con il decreto ministeriale 162-A1/2005, svolge da anni, di concerto con varie università nazionali e di altri Paesi, rilevanti attività di studio e ricerca al fine di scoprire le tecniche di riproduzione e di allevamento del colibrì, un'importante specie di uccello dell'America del Sud, la cui straordinaria funzione di impollinazione è elemento imprescindibile per il mantenimento della ricchissima biodiversità di quell'area geografica;
l'America Latina detiene la più alta concentrazione di biodiversità nel mondo, minacciata, com'è ampiamente noto, dalla deforestazione ma anche dalla progressiva estinzione delle specie di colibrì da cui dipende, dato questo meno conosciuto, la sopravvivenza delle foreste. Infatti, questi uccelli sono responsabili dell'impollinazione dell'85 per cento di tutte le piante e alberi presenti nel continente americano ed è dimostrato che senza la loro presenza le foreste dell'Amazzonia, quelle Andine e la Mata Atlantica scomparirebbero nell'arco di tre generazioni, con conseguenze apocalittiche per tutto il pianeta;
per questa ragione il Ministero dell'ambiente e del territorio e del mare italiano, nel novembre del 2005, alla guida dell'allora Ministro Altero Matteoli, stipulava un accordo bilaterale con il Ministero dell'ambiente del Perù finalizzato all'istituzione nel nostro Paese di un ente deputato alla protezione e la riproduzione dei colibrì (prot. 04837/SP). In base a tali accordi il Governo del Perù donava un centinaio di colibrì al Governo italiano;
per dare esecuzione a tali accordi il centro per la salvaguardia del colibrì di Trieste, diretto dal biologo Stefano Rimoli, provvedeva a predisporre le strutture necessarie alla ricostruzione dell'habitat tropicale, operazione non semplice considerando il clima del nostro Paese, e alla complessa alimentazione artificiale indispensabile a riprodurre questi animali, nonché a provvedere alle spese per veterinari, zoologi, nutrizionisti e a tutto quanto occorrente per la loro sopravvivenza. Spese anticipate dall'istituto in attesa dei rimborsi del Ministero dell'ambiente;
nonostante gli accordi internazionali firmati e l'approvazione scritta dello stesso progetto da parte dell'allora Ministro, nei mesi successivi, alla caduta del Governo Berlusconi, l'istituzione veniva completamente abbandonata a se stessa. I costi, sostenuti autonomamente e con non poco sforzo, non venivano né finanziati né rimborsati;
nel marzo 2008, dopo ben 3 anni dall'avvio del progetto, non avendo ancora ricevuto nessun contributo da parte del Ministero dell'ambiente, il direttore dell'istituzione, dopo innumerevoli comunicazioni all'allora Ministro, Alfonso Pecoraro Scanio, presentava denuncia presso la procura della Repubblica di Trieste (attraverso il Corpo forestale dello Stato, prot. CFS n. 138 pos 800.00 dell'11 marzo 2008) segnalando il grave rischio di non poter più garantire la sopravvivenza degli animali per la pesante situazione debitoria in cui versava la struttura. Solo dopo la denuncia e il successivo clamore mediatico il Ministero dell'ambiente, nella persona del direttore generale Aldo Cosentino, provvedeva allo stanziamento di un fondo «insufficiente» pari a 40.000,00 euro (prot. DPN-2008-0006870 del 13 marzo 2008). Analoga situazione si ripeterà nel 2009 dove (prot. DPN-2009-0014400 del 6 luglio 2009)
venivano elargiti ulteriori 40.000 euro;
la carenza dei fondi promessi e l'esiguo finanziamento successivo, insufficienti a coprire le spese sostenute per la realizzazione e il mantenimento degli habitat naturali, hanno portato ad una insostenibile situazione debitoria dell'istituto al punto da subire un'azione esecutiva che è addirittura culminato nel pignoramento degli stessi colibrì. Atto di pignoramento che, qualora fosse portato a termine, comporterebbe la morte certa degli animali (prot. dell'Asl di Trieste n. 34997), quindi, verrebbe eseguito in totale violazione della normativa internazionale a tutela degli animali protetti;
la non assegnazione di finanziamenti certi è dovuta all'assenza di una convenzione che applichi le disposizioni del Ministro Matteoli. Convenzione che permetterebbe all'Istituto di usufruire di un fondo ad esso dedicato all'interno dei capitoli di bilancio del Ministero dell'ambiente che invece, in più occasioni e contrariamente agli accordi internazionali sottoscritti, ha ribadito la sua incompetenza in merito al mantenimento di tali animali ritenuti «erroneamente» di proprietà di un ente privato posto a cura di interessi privati;
la proprietà dei colibrì diplomatici è del Governo italiano come certificano il Ministro plenipotenziario, ambasciatore d'Italia a Lima e delegato dal Governo italiano alla ratifica degli accordi internazionali relativi al «Progetto colibrì Perù», dottor Sergio Busetto, e come riportato da tutti i certificati CITES emessi dal Corpo forestale dello Stato;
l'Istituto per la salvaguardia del colibrì di Trieste si caratterizza per essere l'unico ente di ricerca riconosciuto a livello internazionale per i suoi apporti scientifici alla comprensione di questi animali - essenziali per l'impollinazione delle foreste sudamericane e quindi per tutto l'ecosistema mondiale - e per la redazione di un protocollo mondiale per il loro allevamento, alimentazione e cura. Lo stesso Governo della Colombia ha riconosciuto, in una lettera del 3 aprile 2009 inviata ai Ministri interrogati, la straordinaria e importante funzione di ricerca svolta dall'istituto che rappresenta quindi un indiscutibile prestigio per il nostro Paese -:
se i ministri interrogati non ritengano opportuno risolvere definitivamente la questione formalizzando una Convenzione che riconosca il pubblico mandato già conferito all'istituzione scientifica centro per la salvaguardia dei colibrì, affinché possa, con fondi adeguati, continuare a svolgere con la necessaria serenità, gli importanti studi su questi animali, dando così effettiva esecuzione agli impegni assunti nel 2005, dai rispettivi Ministeri dell'ambiente, dal Governo italiano e peruviano.
(4-09989)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro per il turismo. - Per sapere - premesso che:
il comune di Lipari ha costituito una società per azioni a prevalente capitale privato denominata «Lipari Porti S.p.a.» con socio di maggioranza la «Società Italiana per Condotte d'Acqua S.p.A.», titolare del 70 per cento del capitale sociale;
la suddetta «Lipari Porti S.p.A.» in data 2 dicembre 2010 ha presentato in Lipari il progetto preliminare conosciuto come «rifunzionalizzazione del sistema portuale con finalità commerciale, crocieristica e diportistica di Marina Corta, Sottomonastero, Marina Lunga e Pignataro nella rada dell'isola di Lipari», con una serie di opere a fortissimo impatto ambientale sulle rade di Marina Corta e Marina Lunga di Lipari, che delineano delle precise scelte strategiche di assetto e di sviluppo complessivo spaziale e funzionale dell'area portuale dell'intera isola per i prossimi 40-50 anni, tali da esautorare
qualsiasi ulteriore strumento di pianificazione portuale dell'isola, senza tuttavia presentare ne definire gli ambiti e le condizioni di sostenibilità ambientale nonché l'identità culturale dei luoghi;
il progetto, ad avviso degli interroganti, è assolutamente carente di relazioni e/o elaborati che definiscono:
a) le fasi attuative relative allo svolgimento ottimale delle attività portuali;
b) la valorizzazione dei contesti urbani e ambientali;
c) l'integrazione con le reti di comunicazione del territorio;
tale carenza è ancor più evidente se si considera che Lipari vede le sue strutture portuali localizzate nell'affaccio del nucleo storico sul mare, basti pensare alla scoperta del Porto Romano. Nella redazione di un progetto così complesso come quello predisposto dalla Lipari Porti non si può non tener conto di questa realtà ed è perciò fondamentale valutare quali possono essere le condizioni da individuare per garantire la tutela del patrimonio storico nella sua fruibilità estetica e funzionale e nell'organizzazione del porto, secondo i più moderni criteri di esercizio e di gestione;
tale progettazione, inoltre, consegnerebbe ad una società privata, in regime di monopolio, la realizzazione e la gestione dei porti, incluse le strutture portuali esistenti, nonché dei servizi necessari; non garantirebbe le professionalità locali e le attività connesse al diporto, ai servizi alla nautica ed alla pesca; determinerà la scomparsa di un centinaio di attività commerciali esistenti; annegherebbe nel cemento le baie di Marina Corta e Marina Lunga, distruggendo, irrimediabilmente, un panorama unico nel Mediterraneo, che è una delle più importanti risorse in grado di garantire un futuro turistico agli isolani; determinerebbe, inoltre, un aggravio di costi nei trasferimenti da e per le isole privatizzando l'area portuale di Sottomonastero;
il comune di Lipari non si è dotato ad oggi, nonostante un incarico professionale deliberato sin dal 1994, del piano regolatore portuale, elaborato prescritto dal piano territoriale paesistico delle isole Eolie agli articoli 44, «Opere Marittime costiere e portuali», e 45 per la portualità dell'isola di Lipari, per la realizzazione di nuova portualità. La redazione del piano regolatore portuale è indispensabile per rendere più sicuro ed efficiente il sistema portuale eoliano; è indispensabile, inoltre, per garantire la riqualificazione e l'espansione della portualità, nel rispetto dell'ambiente, ed è condizione essenziale per attrarre nuovi flussi turistici per migliorare le condizioni di vita dei residenti;
le isole Eolie sono inoltre inserite nella prestigiosa lista dei siti «patrimonio dell'umanità» dall'Unesco e su tale progetto si è registrata una decisa presa di posizione dell'Unesco (decisions adopted at the 31st session of the world heritage committee (Christchurch, 2007) 24. Isole Eolie (Aeolian Islands) (Italy) (N 908) - Decision 31 Com 7B.24) nella quale si parla esplicitamente di «Effettuare una valutazione approfondita e completa dell'impatto ambientale dell'allargamento proposto del porto di Lipari, tra cui l'analisi dell'impatto sulla proprietà del patrimonio mondiale da parte delle navi da crociera». La commissione richiede una vasta analisi dell'impatto ambientale connesso alla realizzazione delle strutture portuali di Lipari; in particolare, viene sollecitato uno studio dell'impatto che le navi crociera, in termini di flusso turistico e di «capacità di carico», potrebbero produrre sul sito patrimonio dell'umanità;
dal gennaio 2010 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha avviato le procedure per l'istituzione del parco nazionale delle isole Eolie e le stesse sono state individuate da oltre un decennio quale area marina protetta;
a parere degli interroganti, la realizzazione delle opere portuali (mega porto) progettato dalla Lipari Porti s.p.a. metterebbe a repentaglio - con tutte le ovvie
conseguenze - il mantenimento di Lipari nelle liste dell'UNESCO dei patrimoni dell'umanità (l'esclusione, che sarebbe deleteria in tutti i sensi, è stata già più volte minacciata per analoghe ipotesi di attentati ambientali), comportando importanti modifiche negative del profilo ambientale, dell'orografia e della stessa geografia, con rilevanti conseguenze sull'inquinamento e sul già precario tessuto occupazionale dell'isola;
in particolare, la prima e immediata conseguenza sarebbe la quasi automatica cancellazione di Lipari dall'elenco dell'UNESCO -:
se i fatti riportati in premessa corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, quali iniziative necessarie ed urgenti si intendano assumere, per quanto di competenza, per dare soluzione ai fatti esposti in premessa;
di quali informazioni aggiornate dispongano in merito al progetto di «rifunzionalizzazione del sistema portuale con finalità commerciale, crocieristica e diportistica di Marina Corta, Sottomonastero, Marina Lunga e Pignataro nella rada dell'isola di Lipari»;
come intendano intervenire per evitare gravi rischi di manomissione all'isola di Lipari, sito «patrimonio dell'umanità» per i valori vulcanologici, naturalistici e paesaggistici;
se non intendano mettere allo studio, in concertazione con le locali componenti politiche e sociali, misure alternative per sostenere ed agevolare la corretta e rispettosa fruizione turistica dell'isola e le conseguenti ricadute occupazionali.
(4-10020)
...
BENI E ATTIVITÀ CULTURALI
Interrogazione a risposta in Commissione:
ZAZZERA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il parco archeologico di Siponto a Manfredonia (Foggia), è «un'area archeologica di grande rilevanza che testimonia l'importanza raggiunta dall'antica Siponto in epoca romana (colonia dal 194 avanti Cristo), quando assunse al ruolo di uno dei principali porti della Regio II. I notevoli resti strutturali della basilica paleocristiana, con pianta a tre absidi e pavimento a mosaico, ci ricordano che proprio qui sorse una delle più antiche diocesi della regione. Gli scavi in corso riguardano le fasi tardo-antiche del sito» (Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia);
i visitatori hanno accesso gratuito all'area, salvo decidano di farsi accompagnare da una guida e possono raggiungere il sito anche mediante servizi di bus navetta organizzati dal comune, o percorsi pedonali che dal lungomare arrivano direttamente al parco archeologico;
ciononostante tale sito risulta il meno visitato in Italia, secondo quanto riportato da Federculture nella classifica del 2008. In effetti, l'articolo pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno del 29 luglio 2008 rende noto che il parco sarebbe stato visitato da sole quattro persone;
l'assessore alla cultura di Manfredonia, Paolo Cascavilla, ha denunciato l'assenza di collaborazione con la Soprintendenza, che non inviterebbe le amministrazioni comunali ai tavoli tecnici (Corriere del Mezzogiorno del 29 luglio 2008);
in particolare, l'assessore ha lamentato una «separatezza nelle azioni di valorizzazione» e soprattutto poca collaborazione da parte della Soprintendenza. Ha quindi chiesto un maggior coinvolgimento, ad esempio anche delle scuole, per «rilanciare e garantire una diversa fruizione del patrimonio monumentale e archeologico» di Manfredonia;
in un articolo pubblicato da Manfredonia città del 9 novembre 2010, la docente di archeologia medioevale dell'università di Bari, Caterina Laganara, ha denunciato che gli scavi archeologici di Siponto, di cui e responsabile, sono privi
di sorveglianza e che la vegetazione spontanea non è sufficientemente curata, al punto da ricoprire l'intera area. Sulla questione, secondo Laganara, «È un po' come tessere la tela di Penelope... Occorre prendere delle decisioni, perché non si può spendere soldi pubblici e ritrovarsi poi in una situazione alquanto deludente» -:
se i fatti descritti in premessa corrispondano al vero e, in caso affermativo, se non intenda adottare le opportune iniziative affinché la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia eserciti il compito istituzionale di valorizzazione dei luoghi di cultura, tra i quali senz'altro rientra il parco archeologico di Siponto.
(5-03965)
Interrogazioni a risposta scritta:
GRIMOLDI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Carate Brianza (provincia di Monza e Brianza) è presente una basilica romanica dei Santi Pietro e Paolo, risalente al X secolo;
tale basilica ha bisogno di urgenti interventi di manutenzione;
infatti, già da diversi anni, alcuni esperti denunciano, a vuoto, la necessità di intervenire per salvaguardare la basilica e gli affreschi che sono presenti nel battistero, sottoposti a forti infiltrazioni d'acqua;
inoltre, il continuo passaggio di tir, nonostante il divieto, lungo la strada limitrofa alla basilica, causa forti vibrazioni che rischiano di far crollare l'edificio -:
quali iniziative di competenza il Ministro intenda intraprendere affinché si tuteli la basilica romanica di Agliate dal pericolo di crollo e di infiltrazioni, che mettono seriamente in pericolo un bene così importante del nostro patrimonio storico, artistico e culturale.
(4-09973)
GRIMOLDI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
è ormai nota la volontà di organizzare un Gran Premio di Formula 1 nella città di Roma oltre a quello storico di Monza, con le conseguenze che ciò potrebbe portare in termini di sostenibilità economica di due Gran Premi nello stesso Paese;
il tracciato si snoda tra i palazzi dell'Eur, una zona di particolare pregio architettonico nell'area sud-est di Roma; il progetto prevede una forte cementificazione del territorio ed anche due torri di 15 piani;
i disagi, pertanto, sarebbero a totale carico dei cittadini residenti; i vantaggi, invece, solo per pochi speculatori edilizi;
tale zona, come si evince anche da un recente articolo del critico d'arte Vittorio Sgarbi sul settimanale Oggi, sarebbe stata adatta per una corsa di bolidi se fosse rimasta come negli anni cinquanta, ovvero un quartiere fieristico (denominato E42) con pochissime costruzioni ed ampi spazi vuoti;
dagli anni cinquanta, il quartiere si è trasformato ed è diventato un moderno centro residenziale e terziario, «con una vita cittadina attiva ed importanti testimonianze della nostra storia architettonica ed urbanistica che mai un Gran Premio dovrebbe alterare nei suoi equilibri essenziali»;
Roma, nell'immaginario collettivo, è collegata all'arte, alla cultura ed alla storia; non ne trarrebbe alcun beneficio dal posizionamento, nella sua periferia, di un Gran Premio;
altre città di fama internazionale, come Londra, Parigi, New York, Berlino non hanno mai preso in considerazione l'idea di stravolgere in questo modo il proprio territorio e le proprie caratteristiche -:
quali iniziative di competenza il Ministro intenda intraprendere affinché si
tuteli il territorio e la città di Roma e se ne preservino le caratteristiche fondamentali di arte, cultura e storia che la rendono famosa nel mondo.
(4-09982)
BENAMATI e BARBIERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'opera lirica e l'operetta rappresentano un valore culturale ma anche economico e sociale per il nostro Paese;
molti grandi teatri, fondazioni e società stanno soffrendo di una importante riduzione dei contributi legati al fondo unico per lo spettacolo (FUS);
INSCENA, società di produzione spettacoli con sede a Reggio Emilia, ha iniziato la propria attività nel 1993 come impresa di gestione della «Compagnia Operette Corrado Abbati»; riconosciuta e sovvenzionata dal Ministero per i beni e le attività culturali - direzione generale dello spettacolo e dalla regione Emilia Romagna, la società ha potuto consolidare la propria attività in tutto il territorio nazionale, attivando numerose e importanti collaborazioni con alcuni fra i più prestigiosi teatri della penisola e con quasi tutti i circuiti teatrali regionali;
è noto all'interrogante che la compagnia INSCENA che ha avuto ininterrottamente dalla sua fondazione la stessa direzione artistica, organizzativa ed amministrativa, è una fra le più importanti realtà, in ambito nazionale, a proporre una seria e qualificata attività artistica nel campo del teatro musicale;
in ormai 18 anni continuativi di attività, INSCENA ha prodotto più di 50 allestimenti, ha effettuato tutti gli anni una tournée sia invernale che estiva di circa di 130/140 recite per un totale di oltre 2000 spettacoli con una media di 50 scritturati fra ruoli artistici, tecnici ed amministrativi;
nell'anno 2010 il contributo del fondo unico per lo spettacolo assegnato ad INSCENA/Compagnia Operette Corrado Abbati è pari a euro 82.620 con la facoltà di ridurre i costi dell'attività del 40 per cento;
sembrerebbe che in dieci anni, comparando i contributi del fondo unico per lo spettacolo assegnati a codesto organismo, ci sia stata una significativa riduzione dei fondi;
nonostante questa riduzione del fondo, INSCENA nel corrente anno 2010 con un contributo di euro 82.620 ha ancora programmate 140 recite, lo stesso numero del 2005 realizzato con un contributo pari a euro 145.000 -:
quali iniziative urgenti il Ministro, in una fase di gravissima crisi economica, intenda intraprendere per salvaguardare la tradizione dell'operetta in Italia e se siano in programma ulteriori misure specifiche, anche finanziarie, tese a tutelare il teatro musicale d'operetta.
(4-09987)
...
DIFESA
Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
IV Commissione:
RUGGHIA, GHIZZONI, GAROFANI e LAGANÀ FORTUGNO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'Italia ospiterà nel 2011 la manifestazione sportiva «Europei di tiro a segno a 10 metri - Brescia 1-7 marzo 2011» organizzata dall'Unione italiana tiro a segno (UITS);
secondo notizie riportate dalla stampa, l'UITS, riordinata in ente pubblico con decreto del Presidente della Repubblica 12 novembre 2009 n. 209, vigilata dal Ministero della difesa e dal Coni, si trova in serie difficoltà economiche e ha chiuso in rosso i propri bilanci;
la manifestazione sopracitata, se allestita presso le strutture della fiera di Brescia, vedrà lievitare i costi per centinaia di migliaia di euro e la maggior parte
delle risorse economiche sarà spesa, presumibilmente, per affittare ed allestire «temporaneamente» gli spazi da utilizzare per i servizi e la competizione;
risulta essere operativa nella stessa città di Brescia, una sezione del tiro a segno nazionale che opera su area militare di proprietà del Ministero della difesa e quindi potrebbe ospitare eventi sportivi come quello previsto per il prossimo marzo, come molte altre strutture del Ministero della difesa che potrebbero essere resi disponibili per l'evento in questione;
lo stesso comitato d'onore che presiederà alla manifestazione sportiva del prossimo marzo, contrariamente a quanto deciso nelle manifestazioni degli anni precedenti, non risulta rappresentativo di tutte le realtà che concorrono alla pratica di questa disciplina sportiva e alla realizzazione della manifestazione del prossimo anno -:
se il Ministro della difesa, nella sua qualità di autorità vigilante insieme al Coni, intenda adoperarsi per evitare l'utilizzo di considerevoli risorse finanziarie che potrebbero trovare impieghi migliori, senza nulla togliere alla necessità di garantire all'evento sportivo del prossimo marzo tutta l'attenzione che merita, a partire da una più adeguata composizione del comitato d'onore.
(5-03959)
DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il giorno 16 novembre 2010 il portale www.Grnet.it (portale di informazione indipendente per il comparto sicurezza e difesa) pubblica un articolo dal titolo «Afghanistan: morire ma con la branda in ordine»;
l'articolo riporta la storia di un soldato reduce dalla missione in Afghanistan. Il caporale in questione, mentre si trovava in missione in Afghanistan, a Farah, ha subìto una punizione perché la sua branda era in disordine. La più solenne delle punizioni, la «consegna di rigore» che quasi sicuramente gli rovinerà le note caratteristiche e gli avanzamenti di carriera;
nella lettera datata 29 luglio 2010 con oggetto «illecito disciplinare avente rilevanza interna» viene inflitta al caporale la «sanzione di giorni 7 di Consegna di Rigore». Nella motivazione si fa riferimento ad un «normale controllo espletato alle tende adibite ad alloggi del personale di servizio presso la Task Force South in Farah (Afghanistan) durante il quale una di queste veniva trovata in un grave stato di disordine»;
nella lettera firmata dal comandante della task force «South» si parla, altresì, di «pessimo esempio» nei confronti dei subalterni e di «mancanza di iniziativa e scarso senso di responsabilità»;
il caporale al suo ritorno in patria ha presentato ricorso contro il provvedimento;
il portale GrNet commenta: «Facciamo davvero fatica ad immaginare quale sia il nesso tra una branda in disordine, magari lasciata in quello stato per guadagnare qualche minuto in più di sonno, e il "senso di responsabilità" del Caporale»;
la missione in Afghanistan, dopo nove anni, vede mutare profondamente lo scenario in termini politici, di sicurezza, di avversità e di raggiungimento degli obiettivi che hanno spinto l'Italia a dare il proprio contributo, mettendo a rischio, ad avviso dell'interrogante, più del dovuto e più del necessario le migliaia di militari impiegati, che devono subire quotidianamente decisioni politiche e strategiche di notevole rilevanza senza adeguate informazioni sulle motivazioni;
l'episodio va valutato alla luce della legge 11 luglio 1978, n. 382 «Norme di principio sulla disciplina militare», con particolare riferimento ai criteri definiti per i procedimenti disciplinari all'articolo 15 della citata legge;
va tenuto conto inoltre del clima nel quale i militari devono operare nei territori in Afghanistan, ove si assiste a quotidiani attacchi, attentati, kamikaze, bombe e decessi di vittime civili, bambini, donne, operatori umanitari, in costante aumento -:
se il Governo intenda verificare, controllare e monitorare lo stato nel quale operano i militari di ogni ordine e grado impegnati nei territori in Afghanistan, affinché si accerti la congruità di un provvedimento che all'interrogante appare sproporzionato e che si consuma all'interno di un contesto di guerra, tanto da apparire un atto ritorsivo, piuttosto che sanzionare un comportamento non consono da parte del militare.
(5-03960)
Interrogazione a risposta scritta:
SCHIRRU e RUGGHIA. - Al Ministro della difesa, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da gennaio 2011 gli appalti di pulizia delle basi militari di Decimomannu, Capo Frasca, Capo San Lorenzo e Perdas De Fogu saranno affidati con gare d'appalto della durata di uno o due mesi con costi ribassati anche del quaranta per cento. Per i lavoratori, infatti, si prospetta anche la decurtazione del salario (più o meno 750 euro al mese) in proporzione a una riduzione delle ore di lavoro;
secondo quanto si evince da una nota della Filcams Cgil Sardegna, la stessa ditta, la Gamba Service Spa, comunica la scadenza dell'appalto il 31 dicembre 2010 e ha chiesto dunque un incontro con i responsabili del Comando interforze di Decimomannu, del Poligono di Capo Frasca, Capo San Lorenzo e Perdas de Fogu. «Alla situazione di incertezza e precarietà in cui vivono duecento famiglie - si legge nella nota del sindacato - si aggiunge il problema del salario ridotto che verrà ulteriormente decurtato per la riduzione delle ore di lavoro»;
negli anni passati numerose aziende si sono avvicendate nel servizio, con gare trimestrali e mensili che, oltre a generare fra i lavoratori uno stato di incertezza perenne, comportavano un aggravio di costi (sopralluoghi, procedure di gara e aggiudicazioni) e l'ingresso di imprese che spesso non garantivano puntuali pagamenti di stipendi. «Ora, dopo otto mesi di continuità (da maggio a dicembre), si decide di tornare alle vecchie prassi, tagliando gli stipendi e aggravando ulteriormente la precarietà dei lavoratori», protesta il sindacato, che ha annunciato lo stato di agitazione e lanciato un appello alle amministrazioni comunali interessate, affinché sostengano la vertenza;
la Filcams Cgil ha cercato di avviare una trattativa, e proclamerà uno sciopero, la data verrà definita nei prossimi giorni, con sit-in di fronte alle aree militari interessate. «Non accettiamo i tagli agli stipendi e l'incertezza sul futuro di questi lavoratori - ha detto la segretaria generale della Filcams Simona Fanzecco -. Si tratta di una situazione paradossale perché il ministero della Difesa, con i tagli e le nuove disposizioni, mette a rischio persino questi posti di lavoro, e lo fa in un'Isola che ha pagato, con le servitù militari, un tributo altissimo allo Stato: hanno penalizzano lo sviluppo in alcune aree strategiche per la Sardegna senza generare ricadute occupazionali» -:
quali iniziative i Ministri interrogati, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, intendano porre in essere per scongiurare l'ipotesi illustrata in premessa per dare stabilità e superare l'incertezza e precarietà in cui vivono le duecento famiglie interessate da troppi anni.
(4-09986)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
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ECONOMIA E FINANZE
Interrogazioni a risposta immediata:
DE POLI, LIBÈ, GALLETTI, COMPAGNON, CICCANTI, VOLONTÈ, NARO,
DIONISI e MONDELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nei giorni seguenti i tragici eventi alluvionali che hanno colpito duramente il Veneto, il Presidente del Consiglio dei ministri fece la promessa di un «aiuto immediato e sostanzioso», annunciando 300 milioni di euro da destinare subito alle aree venete interessate dal maltempo;
la decisione arrivò dopo una riunione, presieduta da Berlusconi, cui parteciparono il Ministro dell'economia e delle finanze, Giulio Tremonti, il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, e il presidente della regione Veneto Luca Zaia, e nella quale fu spiegato che la somma, con provvedimento del Presidente del Consiglio dei ministri, sarebbe stata messa a disposizione della Protezione civile;
ad oggi gli aiuti alle zone alluvionate del Veneto sono arrivati dal territorio e dalle numerose iniziative di solidarietà messe in campo, mentre quelli promessi dal Governo sono ancora in sospeso;
appaiono del tutto fuori luogo e strumentali le preoccupazioni del Governo di vedere i soldi investiti in buoni del Tesoro o lasciati in conto corrente ed anche il presidente della regione Veneto Zaia sembra ormai non confidare più in un'erogazione a breve dei contributi promessi -:
se e quando ritenga di dare seguito all'erogazione delle risorse promesse e assicurate in più di una occasione al Veneto e ai cittadini veneti messi in ginocchio da una tragica calamità naturale.
(3-01371)
EVANGELISTI, DONADI, BORGHESI e DI PIETRO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale, nonché da alcune testimonianze raccolte dal programma televisivo Report, andato in onda su Rai Tre il 12 dicembre 2010, il Presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Silvio Berlusconi, sarebbe stato coinvolto - in prima persona - in un'importante operazione immobiliare finalizzata alla costruzione di ville e strutture residenziali nell'isola di Antigua in cambio della riduzione del debito vantato dall'Italia nei confronti dell'isola stessa;
in particolare, il Presidente del Consiglio dei ministri, che, per quanto si apprende dalla stampa nazionale, avrebbe investito nell'isola di Antigua 32 milioni di euro attraverso alcune società off shore, sarebbe intervenuto direttamente per ridurre il debito estero di Antigua di oltre 73 milioni di euro;
inoltre, secondo la ricostruzione di Report, nel 2004 la Sace, società controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, che paga in anticipo le imprese italiane quando i Governi stranieri non saldano le fatture per poi rivalersi nei confronti degli stessi Governi, avrebbe, infatti, accettato di ricevere da Antigua 11,3 milioni di euro al posto degli 84,5 pagati anticipatamente, mentre l'attività immobiliare nell'isola sarebbe iniziata nel 2005;
la Sace, in data 12 dicembre 2010, ha confermato di aver ricevuto dal Governo di Antigua e Barbuda la somma di 11,3 milioni di euro «a saldo e stralcio» dei crediti vantati con lo stesso Governo ed ha ricostruito il percorso di parziale recupero del credito in una nota inviata alla trasmissione Report, dopo aver declinato l'invito a partecipare al programma condotto dalla giornalista Milena Gabanelli;
in particolare, nella citata nota si legge testualmente: «Tra il 1983 e il 1987 Sace, allora ente pubblico, assicurava 4 finanziamenti erogati da istituti di credito per un importo complessivo di 84,5 milioni di euro per la realizzazione di infrastrutture ad opera di imprese italiane, in particolare:
a) la costruzione di un hotel a Deep Bay, per un importo di circa 60 milioni di euro;
b) la costruzione di un complesso turistico ed un centro commerciale a St. John's, per un importo di euro 14 milioni;
c) la fornitura di una rete di trasmissione elettrica, per un importo di 4,5 milioni di euro;
d) la fornitura di attrezzature destinate alla centrale elettrica di Crabbss, per un importo di euro 6 milioni. Tali finanziamenti, garantiti dal Governo di Antigua e Barbuda, andavano in sinistro, non venendo onorate le obbligazioni di pagamento previste nei relativi contratti di finanziamento. Conseguentemente, al verificarsi dei sinistri, Sace indennizzava gli importi dovuti alle banche assicurate, surrogandosi integralmente nei diritti di queste ultime nei confronti del Governo di Antigua e Barbuda, conformemente a quanto previsto dalle polizze assicurative. In virtù di tale surroga, Sace avviava le attività di recupero che tuttavia non producevano alcun esito, essendo note le difficoltà ad agire legalmente ed esecutivamente nei confronti dei Governi esteri. Nell'aprile del 1998, il Governo italiano firmava con il Governo di Antigua e Barbuda un accordo di ristrutturazione del debito in base al quale quest'ultimo avrebbe dovuto pagare in 30,5 anni, tra il 1999 e il 2028, gli importi indennizzati da Sace. Il Governo di Antigua e Barbuda, nonostante la sottoscrizione dell'accordo che prevedeva un preciso piano di rientro del debito, non effettuava alcuno dei pagamenti previsti, risultando nuovamente inadempiente. Nel 2003 il Governo italiano, nell'ambito del processo di trasformazione di Sace da ente pubblico in società per azioni, conferiva alla stessa - come capitale sociale - un portafoglio di crediti tra i quali figurava anche quello nei confronti di Antigua e Barbuda. In considerazione della nuova natura societaria, Sace si attivava al fine di dar corso ai recuperi nei confronti di tutti i Paesi debitori. In seguito a tali iniziative, nel marzo 2004 il Governo di Antigua e Barbuda si rendeva disponibile a trovare una soluzione transattiva della propria posizione debitoria nei confronti di Sace. All'esito delle valutazioni effettuate con l'ausilio di società indipendenti (White & Case per gli aspetti legali e Ferrier Hodgson per gli aspetti economici), il 23 dicembre 2004 veniva conclusa tra Sace e il Governo di Antigua e Barbuda una transazione che prevedeva a saldo e stralcio dei crediti il pagamento da parte del Governo di Antigua e Barbuda della somma di euro 11,3 milioni, da corrispondersi in due tranche, di cui il 50 per cento al momento della sottoscrizione e il restante 50 per cento entro il dicembre 2005. Le relative somme venivano regolarmente pagate a Sace»;
la Sace s.p.a. è un'agenzia di credito all'esportazione ed assume in assicurazione e/o in riassicurazione i rischi a cui sono esposte le aziende italiane nelle loro transazioni internazionali e negli investimenti all'estero ed è controllata al 100 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;
i fatti rappresentati dalla presente interrogazione appaiono di eccezionale gravità;
ad avviso degli interroganti, secondo le ricostruzioni fornite dalla stampa, non appaiono chiari i motivi per i quali il Presidente del Consiglio dei ministri avrebbe favorito la riduzione del debito nei confronti dell'Italia, di oltre 73 milioni di euro, da parte di un organismo a partecipazione pubblica, ovvero la Sace, in cambio del via libera alla costruzione di un resort di lusso e di alcune ville nell'isola caraibica di Antigua;
la denuncia segnalata da Report durante la puntata del 12 dicembre 2010 si lega imprescindibilmente ai contenuti della medesima trasmissione giornalistica andata in onda su Rai Tre il 17 ottobre 2010, in relazione alla quale il gruppo parlamentare dell'Italia dei Valori ha presentato - in data 19 ottobre 2010 - l'interpellanza urgente n. 2-00861, proprio in riferimento ad un'inchiesta relativa al caso delle ville di Nonsuch Bay ad Antigua
e del terreno di quattro acri acquistato dal Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi nel 2007 -:
di quali elementi disponga il Governo in ordine alla vicenda descritta in premessa e quali siano le motivazioni alla base della decisione della Sace di accettare il pagamento di 11,3 milioni di euro in luogo di 84,5 milioni di euro.
(3-01372)
Interrogazioni a risposta scritta:
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è stato recentemente indetto un pubblico concorso per l'assunzione di 439 allievi marescialli della Guardia di finanza, a parziale reintegro di posti vacanti;
sono previsti nuovi concorsi per lo stesso ruolo poiché vi è necessità di ulteriore copertura di posti;
le procedure concorsuali sono complesse e costose, coinvolgono migliaia di aspiranti e consistono in una lunga procedura selettiva, con questionari a risposta multipla, accertamento dell'idoneità psico-fisica, idoneità attitudinale, un esame facoltativo di lingue straniere, una prova di informatica;
al termine di esse vengono selezionati un gruppo di aspiranti dichiarati idonei ma solo una parte di essi viene assunto proprio perché contingentati sono i posti disponibili -:
se non si ritenga utile, doveroso e anche atto a garantire grande risparmio di finanze pubbliche, nel momento in cui vengano indette nuove selezioni per allievi marescialli, assumere, direttamente e senza espletare nuovi costosi e lunghi concorsi, i candidati dichiarati idonei nel recente concorso ma che non assunti per carenza di posti disponibili.
(4-09993)
BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Helios Technology, società per azioni con sede legale in via Postumia 9/b a Carmignano di Brenta (Padova) - soggetta alla direzione e al coordinamento della società Kerself Spa con sede in Prato di Correggio (Reggio Emilia) - l'11 novembre scorso, ha iniziato la cassa integrazione per 190 dei 200 dipendenti;
l'azienda è una delle più importanti realtà a livello nazionale nella produzione di celle e moduli fotovoltaici, presente sul mercato mondiale da alcuni decenni;
tra gli azionisti rilevanti di Kerself Spa al 31 giugno 2009, risultano: Finmav Spa, Franco Traverso, Banca Monte dei Paschi di Siena Capital Services per le Imprese Spa, Nobis Srl con sede, Mais Spa, Pioneer Asset Management Sa e Free Float;
a sua volta Kerself Spa controlla le seguenti società: Helios Technology Spa (di cui detiene il 70 per cento del capitale sociale). Nuova Thermosolar Srl, Dea Srl, Saem Srl, Ecoware Spa, Ircem industriale e Jet Spa;
negli ultimi tre anni, la Helios Technology, ha goduto di ottime commesse e solo negli ultimi mesi la società ha bloccato la produzione a causa di dichiarazioni della società, di mancanza di materie prime. Risulta alquanto inverosimile che la crisi aziendale dipenda direttamente dal settore Fotovoltaico dove si registra una crescita e sviluppo senza precedenti, inoltre la Helios Technology Spa e alcune delle aziende da essa partecipate, lavorano per Enti pubblici che rischiano ora, per queste difficoltà aziendali, di non riuscire a realizzare gli interventi programmati;
secondo notizie di stampa, la situazione di difficoltà sarebbe stata generata
anche da una vertenza giudiziaria finita male e che la Helios avrebbe perso un lodo di 30 milioni di dollari con la Ldk, azienda cinese fornitrice di silicio con un esposizione finanziaria di 90 milioni di euro;
secondo notizie di stampa la Helios in questi giorni è tornata a produrre, la cassa integrazione non riguarderebbe più 190 lavoratori bensì 130 -:
se i Ministri siano al corrente dei fatti fin qui esposti;
quali concrete misure i Ministri intendano adottare per evitare che la crisi della Helios Technology Spa si riversi sui dipendenti dell'azienda e sulle famiglie, con una seria crisi occupazionale.
(4-10014)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
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GIOVENTÙ
Interrogazione a risposta scritta:
MANCUSO e CARLUCCI. - Al Ministro della gioventù, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Ministero per la gioventù ha a disposizione un fondo di 216 milioni di euro, che diventeranno 300 grazie al finanziamento pubblico e privato, da destinare a misure in favore dei giovani lavoratori;
tali misure verranno messe in atto dal Ministero già a gennaio 2011;
sono previsti emolumenti di 5.000 euro per le aziende che assumeranno giovani disoccupati;
sono previsti prestiti agevolati, per un massimo di 25.000 euro, per circa 30 mila studenti senza una famiglia alle spalle;
sono previsti, inoltre, mutui agevolati per un massimo di 200 milioni di euro, destinati all'acquisto della prima casa, per le giovani coppie sposate, con o senza figli;
sono previsti finanziamenti diretti da parte del Ministero, con un tetto di 40 mila euro, per promuovere, creare, sviluppare, sostenere e incoraggiare l'imprenditoria tra i giovani di età inferiore ai 35 anni;
nessuna misura agevolativa viene prevista dal Ministero per la gioventù per i giovani professionisti;
il Governo, nel 2001, ha riconosciuto alle rappresentanze sindacali dei liberi professionisti il ruolo di «parte sociale» e come tali siedono al tavolo della concertazione;
i giovani professionisti devono, all'inizio della loro attività, affrontare ingenti spese per aprire un proprio studio e, per questo, finiscono spesso per rinunciare alla libera professione -:
se il Governo intenda inserire delle agevolazioni finanziarie, e in che ammontare, a favore dei giovani professionisti, in particolar modo per sostenerli nel difficile periodo di avviamento della libera professione.
(4-10016)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
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GIUSTIZIA
Interrogazioni a risposta in Commissione:
TENAGLIA e RIGONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il territorio della provincia di Massa Carrara presenta una orografia complessa (lunigiana e fascia costiera) e la popolazione supera i 200.000 abitanti;
sino alla fine del mese di settembre 2010 l'organico dei magistrati del tribunale di Massa, comprese le sezioni distaccate di Carrara e di Pontremoli, ammontava a 15 unità;
tale numero era già di per sé insufficiente tant'è che l'allora presidente aveva richiesto al Ministero della giustizia un incremento dell'organico dei magistrati di 4 unità;
in seguito alla «manovra Tremonti» a partire dal 30 settembre 2010 sono andati/andranno in pensione ben 5 magistrati (uno verso fine anno), compreso il presidente, con conseguente riduzione dell'organico a metà di quello necessario per un corretto svolgimento del «servizio giustizia» nella provincia di Massa Carrara;
per sopperire alla grave carenza verificatasi è stato passato al tribunale civile il magistrato che era giunto a completare l'organico della sezione penale e sono stati distaccati dal finitimo tribunale di La Spezia due magistrati in via provvisoria sino al mese di maggio 2011, applicazione non reiterabile;
anche il presidente della sezione penale, la dottoressa Failla, ora presidente facente funzioni del tribunale, si è assunta un carico di fascicoli civili;
a tale situazione si deve aggiungere la carenza di personale amministrativo la cui pianta organica originariamente di 46 unità è stata ridotta a 42, delle quali solo 36 effettivamente in servizio in tribunale;
tale falcidia di personale sembra adombrare un'ingiustificabile volontà di smantellamento della struttura tribunalizia apuana -:
quali iniziative di competenza intenda assumere per garantire ai cittadini apuani un corretto ed efficiente servizio della giustizia.
(5-03957)
CONTENTO e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano Corriere della sera del 13 dicembre 2010 veniva dato ampio risalto al mancato proscioglimento di un cittadino indagato nell'ambito di un'inchiesta penale di competenza della procura della Repubblica di Roma;
secondo l'estensore, il sostituto procuratore incaricato delle indagini avrebbe ammesso che, pur essendoci la prova dell'innocenza dell'interessato fin dal finire del 2008, non era possibile provvedere in senso favorevole all'indagato, perché ciò comportava lo stralcio del procedimento e non vi era, presso l'ufficio, una dotazione di carta sufficiente a fotocopiare i numerosi faldoni di cui era composto il fascicolo processuale;
la vicenda ha sollevato scalpore dal momento che l'opinione pubblica, a parere dell'interrogante, è stata indotta a ritenere che la prolungata sottoposizione al procedimento penale di un innocente è causata dalla mancanza di fondi o, peggio, di beni di consumo come la carta per la fotocopiatrice;
abbastanza sorprendente, poi, sempre a giudizio dell'interrogante, appare la notizia accreditata secondo la quale, ai fini del proscioglimento, risulterebbe necessario fotocopiare, attraverso lo stralcio, l'intero fascicolo processuale e non soltanto le parti strettamente necessarie a verificare la genesi dell'imputazione contestata al malcapitato e gli atti idonei a dimostrare l'innocenza del medesimo;
il fascicolo in questione risulterebbe aver «riposato», durante il passaggio da un sostituto ad un altro, per un periodo non indifferente, durante il quale, magari, la disponibilità di carta per le fotocopie poteva essere maggiore rispetto a quella odierna;
appare corretto chiarire i termini della vicenda ai fini del buon andamento degli uffici coinvolti -:
quali iniziative intenda assumere circa quanto accaduto in ordine al procedimento penale in questione, anche ricorrendo, se del caso, ad un'ispezione presso l'ufficio giudiziario interessato.
(5-03963)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
Interrogazione a risposta in Commissione:
SPOSETTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da diversi anni è atteso in provincia di Viterbo e nella regione Lazio il completamento della superstrada Orte-Viterbo-Civitavecchia;
l'intervento, che riguarda la realizzazione di un'arteria stradale che, una volta completata assicurerà il collegamento di Orte con Civitavecchia e quindi del porto con Terni, Rieti e la E 45, si configura di importanza strategica, in quanto, oltre a regolare la dotazione infrastrutturale viaria, organizzerà in maniera adeguata la distribuzione spaziale degli insediamenti produttivi e dei nodi logistici;
i documenti di programmazione e le intese istituzionali intervenute in questi anni, a partire dalla delibera Cipe 121/2001, hanno confermato la disponibilità a completare entro tempi certi l'infrastruttura stradale, al fine di garantire una maggiore crescita economico produttiva dell'area interessata all'intervento;
la giunta regionale del Lazio nel bilancio 2011 ha previsto il taglio dei 116 milioni di euro, precedentemente impegnati per il completamento della trasversale, dirottando i fondi verso altri interventi, adducendo motivazioni che rischiano di compromettere gravemente il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo prefissati;
il taglio del finanziamento ha suscitato vivaci reazioni e proteste. Le principali organizzazioni sindacali e imprenditoriali da settimane si uniscono nella mobilitazione e organizzano presidi presso le principali sedi istituzionali locali, al fine di avviare un tavolo interistituzionale finalizzato al superamento di questa nefasta previsione -:
se il Governo intenda intervenire a sostegno del completamento della suddetta opera viaria, ulteriore collegamento stradale tirreno-adriatico di particolare importanza contenuto nel programma delle infrastrutture stradali strategiche, all'interno di un progetto coerente per il potenziamento della rete infrastrutturale del viterbese.
(5-03964)
Interrogazioni a risposta scritta:
GALATI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in una recente inchiesta di Altroconsumo, denominata «Siamo uomini o pendolari?» viene evidenziata una situazione deplorevole per ciò che concerne il servizio dei treni per le maggiori tratte fruite da pendolari. S tratta di un'indagine che ha coinvolto 1407 viaggiatori di 25 tratte ferroviarie, le più interessate dal fenomeno del pendolarismo, e che ne ha attestato l'alto livello di insoddisfazione. L'80 per cento dei pendolari, secondo tali inchieste, boccia i servizi, lamentando totale mancanza di igiene, affollamento e continuo ritardo dei treni. Evidentemente non si tratta di una situazione che riguarda solo la parte meridionale dell'Italia, già perennemente colpita da mancanze strutturali, ma tutto il territorio nazionale;
sarebbe opportuno dunque definire dei controlli serrati per poter garantire ed aumentare il livello dei servizi per tutti quei cittadini che sono costretti ogni mattina ad affrontare notevoli sacrifici per poter raggiungere luoghi di lavoro o di studio -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di sanare le non dignitose situazioni nei servizi che attanagliano quotidianamente migliaia di pendolari in tutt'Italia.
(4-09980)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
già in passato l'interrogante ha sottolineato problemi relativi alla manutenzione della strada statale 33 del Sempione soprattutto per il tratto dall'uscita della A26 fino al confine svizzero e sono state fomite risposte da parte dell'ANAS;
è stato recentemente inaugurato il nuovo svincolo di Domodossola che però non è illuminato e per la sua posizione può essere oggetto di potenziali pericoli e difficoltà;
parimenti non è illuminato l'altro svincolo di Domodossola (che può essere ora considerato «Domodossola sud») là dove la strada statale 33 si riduce da 4 a 2 corsie, incrocio di particolare pericolosità ed oggetto nel tempo di numerosi incidenti stradali;
sono invece illuminati - spesso con decine e decine di punti-luce - svincoli del tutto secondari sullo stesso tratto -:
se non si ritenga prioritario provvedere all'illuminazione degli svincoli di Domodossola.
(4-09992)
ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
più volte in passato è stata sollecitata Trenitalia direttamente e per il tramite delle sue società collegate per la sistemazione della stazione ferroviaria di Verbania;
tra le opere indispensabili vi sono anche le barriere di protezione del piazzale antistante il corpo principale della stazione - oggi in parte inesistenti - e il convogliamento degli scarichi piovani;
tenuto conto che predetto piazzale è sopraelevato di circa 6 metri dal piano sottostante, l'assenza di protezioni crea situazioni di pericolo, mentre il non convogliamento degli scarichi porta regolarmente ad inondare le proprietà confinanti;
il piazzale di cui sopra è identificato a catasto terreni del comune di Verbania al foglio 43, mappale 13;
tale situazione è stata segnalata dal comune di Verbania più volte a Ferservizi spa, società che dovrebbe occuparsi della struttura, senza riscontri;
il Ministro ha già risposto mesi fa all'interrogante che i lavori di sistemazione dovevano essere celermente iniziati, ma sono trascorsi altri mesi senza alcun cenno di inizio lavori -:
quali concrete iniziative e in quali tempi si intendano mettere in atto per affrontare finalmente i problemi indicati e a chi tocchino le responsabilità per eventuali incidenti o infortuni nonché per i danni causati dalla mancanza di manutenzioni alle proprietà adiacenti.
(4-09996)
GRIMOLDI e STUCCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nelle scorse settimane numerose polemiche sono scaturite dalla volontà di alcune amministrazioni locali del nord di emettere ordinanze per obbligare gli automobilisti a dotarsi di catene o pneumatici da neve;
in un periodo certamente non florido, non si può gravare sul bilancio dei cittadini per supplire a carenze altrui;
è disponibile sul mercato un prodotto denominato «programma per asfalto antineve, antighiaccio ed antibuche» che potrebbe aiutare concretamente la viabilità di tutto il nord a fronte di costi irrisori;
si tratta di una innovazione brianzola unica al mondo, dato che sfrutta princìpi fisici e non chimici che consentono alla pavimentazione di essere antineve e ghiaccio per anni;
alcuni comuni (Leffe e Gandellino, nel bergamasco) hanno già sperimentato con successo il suddetto prodotto;
nonostante le pose risalgano al 2006, anche lo scorso inverno gli effetti antineve sono stati visibili -:
se il Ministro non intenda informare tutti gli enti locali e statali competenti relativamente a questa innovazione.
(4-10011)
GNECCHI e FRONER. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i treni che collegano Verona con Monaco di Baviera via Brennero, con due coppie prolungate rispettivamente su Milano e su Bologna sono stati attivati a dicembre 2009 da una joint venture formata dalle DB (ferrovie tedesche) e ÖBB (ferrovie austriache) e LeNord e interessano quattro regioni (Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia);
questi treni hanno sostituito treni del tutto simili, già utilizzati da Trenitalia nel modo «tradizionale», cioè con personale e locomotiva di Trenitalia nella parte italiana, carrozze italiane o estere a seconda dei casi, e cambio di trazione al confine;
in verità, Trenitalia negli ultimi anni, per propria scelta strategica, ha progressivamente abbandonato la quasi totalità delle relazioni internazionali e quello che è successo a dicembre 2009 è stato «soltanto» il tracollo di una situazione già in essere;
l'ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari (URSF) ha comunicato il 6 dicembre 2010 alla società Ferrovie LeNord che i treni DB/OEBB eurocity che partono da Monaco e da Innsbruck verso l'Italia - via Brennero, non potranno più effettuare fermate intermedie in territorio italiano e, conseguentemente, i viaggiatori non potranno salire o scendere per esempio, nelle stazioni di Bressanone, Bolzano, Trento, Rovereto, e altre ma solo nella stazione di destinazione finale del treno;
in base alla legge n. 99 del 2009, l'URSF (ufficio regolazione servizi ferroviari, istituito dal decreto legislativo n. 188 del 2003 e facente capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti) ha il compito di stabilire se un servizio di mercato sia classificabile come «internazionale» e quindi possa essere effettuato in modo «liberalizzato», secondo quanto garantito dalla direttiva 2007/58/CE, nonché di stabilire se un servizio di mercato, nazionale o internazionale, comprometta l'equilibrio economico di un servizio sussidiato (a contratto con lo Stato o le regioni) e quindi su di esso possano applicarsi limitazioni alla salita/discesa dei viaggiatori;
senza nulla togliere alle prerogative dell'ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, resta il fatto che sono i viaggiatori a subire in concreto i maggiori disagi conseguenti alla suddetta decisione dell'URSF;
solo a seguito dell'intervento dei presidenti delle province autonome di Bolzano e Trento presso il Ministro interrogato, si è ottenuto uno spostamento di tre mesi della decisione di URSF;
il problema non è da ritenersi quindi definitivamente risolto e ciò mette in particolari difficoltà le istituzioni locali dei territori interessati dai collegamenti ferroviari, in quanto trattasi di collegamenti ferroviari internazionali e quindi di esclusiva competenza statale -:
come il Ministro interrogato intenda attivarsi per garantire il diritto alla mobilità della popolazione, mantenendo l'attuale situazione per gli utenti o garantendo idonei collegamenti ferroviari internazionali con altri vettori, superando in tal modo le criticità determinate dalla comunicazione dell'URSF e a prescindere dal vettore ferroviario a cui affidare i servizi.
(4-10012)
...
INTERNO
Interrogazioni a risposta scritta:
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO
e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito della procedura di regolarizzazione di cittadini stranieri prevista dal decreto-legge n. 78 del 2009, convertito dalla legge n. 102 del 2009 - che più precisamente si connota come procedura di emersione dal lavoro nero - si sono verificati in tutta Italia fatti di tipo criminale, posti in essere da organizzazioni o singoli cittadini, per lucrare denaro ai danni di cittadini stranieri privi di permesso di soggiorno in cambio della presentazione della domanda di emersione; domanda di emersione di solito del tutto falsa, costruita a tavolino con documentazione ad hoc, oppure priva sin dall'inizio dei requisiti richiesti dalla legge;
a seguito di queste vere e proprie truffe commesse in danno di migliaia di cittadini extracomunitari, alcune procure della Repubblica, a partire da quella di Verona, hanno ipotizzato l'esistenza della fattispecie criminosa di cui all'articolo 12, comma 5, del Testo Unico sull'immigrazione, norma in base alla quale «chiunque, al fine di trarre un ingiusto profitto dalla condizione di illegalità dello straniero o nell'ambito delle attività punite a norma del presente articolo, favorisce la permanenza di questi nel territorio dello Stato in violazione delle norme del presente Testo Unico, è punito con la reclusione fino a quattro anni e con la multa fino a lire trenta milioni. Quando il fatto è commesso in concorso da due o più persone, ovvero riguarda la permanenza di cinque o più persone, la pena è aumentata da un terzo alla metà»;
nel caso di specie, i migranti sfruttati vengono considerati parti offese nei procedimenti penali instaurati o instaurandi (salvo singole evidenze diverse), in quanto vittime di grave sfruttamento;
la circolare 4 agosto 2007 emanata dall'allora Ministro dell'interno, Giuliano Amato, invita i questori a trovare soluzioni che, all'interno del testo unico sull'immigrazione, permettano la regolarizzazione della posizione anche di tutti quei cittadini stranieri vittime di grave sfruttamento nei luoghi di lavoro e/o di lavoro nero, ciò mediante la concessione del permesso di soggiorno per protezione sociale previsto dall'articolo 18 del medesimo testo unico;
le argomentazioni e le conclusioni della citata circolare sono state confermate successivamente anche dalla direttiva n. 2009/52/CE ancora non recepita dallo Stato italiano;
l'immigrazione è sicuramente una delle questioni sociali più importanti attualmente in Italia, in quanto i cittadini stranieri residenti in Italia al 1o gennaio 2009 sono 3.891.295, pari al 6,5 per cento del totale dei residenti e rappresentano il 7 per cento della forza lavoro del nostro Paese;
la realtà dell'immigrazione del nostro Paese è un fatto positivo, strutturale e duraturo se correttamente gestita perché può corrispondere alle necessità della nostra economia, delle nostre famiglie, del nostro welfare -:
se non ritenga opportuno convocare un tavolo istituzionale sul tema delle truffe commesse in danno degli immigrati nell'ambito della procedura di regolarizzazione prevista dal decreto-legge n. 78 del 2009 nonché promuovere in tempi brevi l'introduzione di una normativa che permetta a questi stranieri di denunciare la truffa subita senza il pericolo di essere espulsi dal territorio italiano;
quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di combattere ogni forma di sfruttamento del lavoro, attraverso una rigorosa applicazione della normativa vigente, in modo particolare dell'articolo 18 del decreto legislativo 286 del 1998, che prevede un permesso di soggiorno per le persone che denunciano i propri sfruttatori;
se non reputi opportuno emanare una nuova circolare e, tramite essa, invitare le questure a concedere agli immigrati truffati in occasione della procedura di
regolarizzazione prevista dal decreto-legge n. 78 del 2009 un permesso di soggiorno per attesa occupazione;
se non reputi opportuno emanare una nuova circolare e, tramite essa, invitare le questure a concedere agli immigrati truffati in occasione della procedura di regolarizzazione prevista dal decreto-legge n. 78 del 2009 un permesso di soggiorno per protezione sociale ex articolo 18 del decreto legislativo n. 286 del 1998;
se e quali iniziative intenda adottare al fine di promuovere entro tempi brevi all'interno del nostro ordinamento giuridico della direttiva 2009/52/CE.
(4-09990)
STRIZZOLO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi il quotidiano Messaggero Veneto edito a Udine, ha riportato la notizia che il giornalista udinese del settimanale L'espresso Tommaso Cerno - a seguito di minacce ricevute per una inchiesta sull'utilizzo di fondi destinati alla tutela della lingua friulana ai sensi della legge 482 del 1999 - ha presentato querela presso il comando generale della polizia postale di Roma;
secondo la denuncia presentata, le gravi minacce sono state reiterate sempre a danno del giornalista Tommaso Cerno, utilizzando le pagine di Facebook che risulterebbero collegate al comitato 482;
non risultano chiare le responsabilità e le modalità circa l'utilizzo di Facebook relativamente ai gravi episodi riguardanti le minacce rivolte a Tommaso Cerno e, sulla vicenda, si è registrata una pubblica presa di posizione dei responsabili ufficiali della pagina Facebook «Comitato 482» che hanno negato decisamente un loro coinvolgimento nei fatti richiamati;
oltre alle minacce, sempre verso il giornalista de L'espresso, anche attraverso lettere pesantemente minatorie, sarebbero stati proferiti insulti, epiteti e offese dirette a colpire la sua professionalità e i suoi orientamenti sessuali alimentando un clima di intimidazione e di intolleranza;
in questi ultimi mesi risultano aumentati in maniera preoccupante episodi di intimidazione e di minacce anche verso altri giornalisti - sia della carta stampata che radiotelevisivi - che si occupano di inchieste delicate e di rilievo della vita politica, economica e sociale del Paese;
la libertà di stampa e la libertà di svolgere inchieste sembrano - anche alla luce di questi fatti - pesantemente limitate in Italia, determinando un clima di incertezza e di crisi della democrazia;
la gravità dei fatti messi in atto contro il giornalista Tommaso Cerno evidenziano anche la crescente intolleranza e una inaccettabile omofobia verso persone che svolgono normalmente la propria professione e la propria vita privata;
gli attestati di solidarietà e di stima ricevuti dal giornalista Tommaso Cerno dal Cdr de L'espresso e dall'ordine dei giornalisti professionisti del Friuli Venezia Giulia oltre che da molte singole persone testimoniano della sensibilità e, allo stesso tempo, della preoccupazione presente nell'opinione pubblica rispetto a gravi fatti come quelli sopra richiamati -:
se il Governo non ritenga necessario richiedere alla società che gestisce il social network Facebook la rimozione dei post contenenti insulti e minacce nei confronti del giornalista Tommaso Cerno;
quali iniziative intendano assumere per garantire la sicurezza, la libertà e l'incolumità personale a tutti i giornalisti che nel nostro Paese sono impegnati in lodevoli e meritorie attività di inchiesta.
(4-10019)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il
diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono: parlamentari; consiglieri regionali; consiglieri provinciali; consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione, in particolare: il sindaco o il presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente, pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
in Basilicata si è avuto un caso di mancata applicazione della legge da parte della regione: il regolamento attuativo è stato emanato sin dal 1983, i dati relativi ai consiglieri regionali sono raccolti e pubblicati su specifici supplementi al bollettino ufficiale, contenenti le dichiarazione dei redditi in fotocopia dall'originale, ma non tutti i soggetti obbligati alle dichiarazioni risultano adempienti;
il caso più evidente è quello dei dirigenti delle comunità montane: per l'anno 2007 in ventitre non hanno prodotto le dichiarazioni e per il 2008 ventinove;
tra di essi persino i presidenti di 6 comunità montane, alcuni recidivi perché non hanno dichiarano nulla né per l'anno 2006, né per il 2007 e il 2008;
in taluni casi l'omessa comunicazione è stata giustificata manifestando perplessità sull'effettiva vigenza della normativa che impone il citato obbligo -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire
l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire le comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10022)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono: parlamentari; consiglieri regionali; consiglieri provinciali; consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione; in particolare:
il sindaco e/o il Presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente, pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
al comune di Palermo, è stata richiesta la rendicontazione delle spese elettorali, a cui non è stato dato seguito poiché si è affermato, ad avviso dell'interrogante in modo erroneo, che la legge fosse stata abrogata;
più specificamente è pubblica la situazione patrimoniale e le dichiarazioni dei redditi dei consiglieri eletti, ma per 50 consiglieri su 50, e per il sindaco, mancano completamente le dichiarazioni delle spese elettorale;
come detto, sono state ricevute le seguenti argomentazioni: la normativa sarebbe stata in vigore sino al 1998. Successivamente tale dichiarazione non è stata più depositata poiché la normativa sarebbe stata superata nel 2001 dalla cosiddetta legge Bassanini;
a seguito della risposta, è stata recapitata un'ulteriore richiesta, che si riporta testualmente:
«Palermo 6 ottobre 2010.
Egregio Presidente Campagna,
ai sensi della legge n. 441 del 1982 e degli articoli 22 e 25 della legge 7 agosto 1990 n. 241, nei primi giorni di luglio - a seguito di richiesta consegnata e protocollata il 7 giugno - ho avuto modo di accedere agli atti ma non mi è stato possibile visionare, cito dalla legge nazionale, "le dichiarazioni concernenti le ultime spese elettorali sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale ovvero l'attestazione di essersi avvalsi esclusivamente di materiali e mezzi propagandistici, messi a disposizione del partito o della formazione politica di cui fanno parte". In assenza del riscontro di tali dichiarazioni, le chiedo di farmi sapere dove posso consultare l'apposito bollettino dove dovrebbero essere pubblicati i dati concernenti, per l'appunto, le spese elettorali e/o se la norma a cui faccio riferimento, riguardante - ripeto - la pubblicazione del rendiconto delle spese per la campagna elettorale dei candidati e delle liste alle elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale, è stata superata da qualche altra norma, quando è stata superata, da quale norma e dove sia reperibile questa eventuale e nuova altra norma, dal momento che, tra l'altro, dallo Statuto comunale vigente così leggo:
http://www.comune.Palermo.it/comune/normative/statuto.htm
Titolo II
LA PARTECIPAZIONE
Capo I
INFORMAZIONE E ACCESSO
Art. 6.
(Diritto di informazione).
1. Un'informazione esauriente e imparziale sulle attività del Comune è un diritto riconosciuto e garantito a tutti i cittadini, singoli e associati. Essa è presupposto fondamentale per un'effettiva partecipazione popolare.
2. Le comunicazioni ai cittadini sono affisse, a cura del Segretario generale, all'Albo Pretorio. Onde assicurare la più ampia diffusione delle notizie relative all'attività del Comune, degli enti ed aziende da esso dipendenti, l'Amministrazione si avvale dei mezzi di comunicazione di volta in volta ritenuti più idonei. In particolare sarà pubblicato, con cadenza almeno trimestrale, il Bollettino del Comune, il quale conterrà:
le relazioni del Sindaco rese al Consiglio comunale;
la dichiarazione preventiva e il rendiconto delle spese per la campagna elettorale dei candidati e delle liste alle elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale, presentate con le modalità e nei termini stabiliti dal regolamento per la pubblicità della situazione patrimoniale dei titolari di cariche elettive;
tutti gli atti a rilevanza generale dell'Amministrazione.
Fiduciosa di una sua repentina risposta le porgo un cordiale saluto» -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate,
al fine di garantire le comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10023)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono:
parlamentari;
consiglieri regionali;
consiglieri provinciali;
consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso in caso di mancata dichiarazione, in particolare:
il sindacato o il presidente (regioni o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente, pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempimenti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
al comune di Siena, è stata richiesta la rendicontazione delle spese elettorali, a cui non è stato dato una prima risposta che si riporta testualmente:
«In esito alla richiesta di accesso pari oggetto da Lei rimessa in data 23 giugno
2010, protocollo d'entrata n. 35261, si significa che, ai sensi del combinato disposto degli articoli 11 della legge n.441 del 1982, modificata dall'articolo 26 della legge 816 del 1985 poi abrogata dall'articolo 274 del decreto legislativo 267 del 2000, questa amministrazione non può imporre il deposito della documentazione richiesta.
Distinti saluti.
Il Presidente del Consiglio Comunale».
si riporta testualmente una seconda richiesta,:
«Gentile Presidente,
Torno a richiamare la Sua attenzione sulla messa a disposizione delle informazioni patrimoniali riguardanti gli eletti del nostro Comune, certa della Sua sensibilità.
A quanto mi consta, la norma originaria, contenuta nella legge 441 del 1982, prevedeva l'applicabilità dell'obbligo di presentazione - e relativa pubblicità - della documentazione patrimoniale degli eletti, fra gli altri, ai «Consiglieri di Comuni capoluogo di Provincia o con popolazione superiore a centomila abitanti»; poi, per effetto delle modifiche di cui all'articolo 26 della legge n. 816 del 1985, i centomila abitanti sono diventati cinquantamila. La legge che ha introdotto questa estensione è stata abrogata nel 2000, come da Lei giustamente ricordato, ma è solo l'estensione dell'obbligatorietà a quei comuni - non capoluogo di provincia - la cui popolazione sia inferiore a centomila abitanti a venir meno.
Come Lei sa, il nostro obiettivo e il nostro impegno sono volti a far sì che i cittadini possano avere a disposizione tutti gli elementi di conoscenza sull'attività e sull'operato dei propri amministratori, non tanto e non solo per quanto riguarda la situazione patrimoniale: per questo ci battiamo perché sia istituita a tutti i livelli istituzionali l'Anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati.
Per l'obiettivo complessivo la strada da percorrere è ancora, purtroppo, molto lunga ma, almeno per quanto concerne le norme esistenti, conto sul fatto che Lei per primo si attivi perché siano applicate.
Colgo l'occasione per chiederLe anche di attivarsi affinché tali dati siano pubblici sull'Internet. Da questo punto di vista la norma non è così esplicita da consentire di leggere tale tipo di pubblicità come consentita o meno, ma l'ostacolo è facilmente superabile con una liberatoria da richiedere a ciascun consigliere, seguendo l'esempio di quanto sta già avvenendo alla Carriera dei Deputati dove, su proposta dei Radicali, è stata intrapresa un'iniziativa in tal senso assolutamente trasversale.
Come concordato per telefono l'incontro di mercoledì sarà occasione per approfondire questi aspetti e fornirLe ulteriori informazioni.
In attesa di un Suo riscontro. Le invio i più cordiali saluti».
Questo il tenore della seconda risposta, che ribadisce il concetto, erroneo ad avviso dell'interrogante, dell'avvenuta abrogazione della norma in oggetto: «Facendo seguito alla sua mail del 23 settembre 2010 inerente le «informazioni patrimoniali degli eletti nel nostro comune», richiamando la mia risposta in merito del 3 agosto 2010 protocollo 41900 ed i riferimenti in essa evidenziati in ordine alle disposizioni di legge che nel tempo si sono succedute, mi preme significarLe che il decreto legislativo 267 del 2000 all'articolo 274 ha abrogato la legge 816 del 1985. Al riguardo la dottrina, circa la riviviscenza o meno del precedente articolo 1 della legge 441 del 1982, conformemente alla sentenza C.d.S. sez. VI n. 254 del 15 aprile 1987, ha concluso che l'abrogazione di una norma non comporta la riviviscenza anche in parte delle norme abrogate, salvo che il legislatore non disponga espressamente in tal senso, cosa che non è avvenuta con il decreto legislativo 267 del 2000.
Per quanto sopra espresso, appare inattuabile la richiesta di una liberatoria a ciascun consigliere comunale sulla documentazione da Lei richiamata, non potendo l'Amministrazione imporre il deposito della stessa.
Rimanendo a disposizione per ulteriori chiarimenti in merito. Le porgo distinti saluti.
Il Presidente del CC»;
come si nota emerge una non chiara interpretazione della normativa che ingenera persino dubbi sulla vigenza della medesima -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire la comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10024)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono: parlamentari; consiglieri regionali; consiglieri provinciali; consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione, in particolare: il sindaco o il presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli
enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
al comune di Roma, la legge n. 441 del 1982 è stata richiamata nello Statuto ed approvata, nel dicembre 2009, anche la delibera di iniziativa popolare su anagrafe on line. Eppure, quando nell'aprile 2010 è stata fatta la richiesta di accesso agli atti non è stato consegnato nessun dato: nessun consigliere comunale aveva fatto le dichiarazioni 2009. Dopo uno sciopero della fame e a due mesi dalla richiesta, una parte dei consiglieri si è affrettato a consegnare le dichiarazioni ma solo quelle relative al 2008;
è emerso, inoltre, il fatto che nessun bollettino è stato predisposto e che nessun consigliere ha presentato le dichiarazioni per l'anno 2009 e l'anno 2010;
questi i dati emergenti dalle dichiarazioni relative all'anno 2008:
25 consiglieri su 61 non hanno depositato nessuna dichiarazione. Tra di essi il sindaco e i capigruppo di PdL, PD, Sinistra Arcobaleno, La Destra, Civica Alemanno e Civica Rutelli;
il sindaco non ha diffidato nessuno ne sono stati pubblicati sull'albo pretorio i nomi dei consiglieri inadempienti;
delle 36 dichiarazioni depositate, ben 14 sono prive sia di firma che di data quindi non hanno alcuna validità ai sensi della legge n. 441 del 1982 che prevede espressamente l'apposizione della formula «sul mio onore affermo che la dichiarazione corrisponde al vero». Eppure sono accettate dagli uffici;
le dichiarazioni «concernenti i diritti reali su beni immobili» non contengono alcuna indicazione della rendita catastale dell'immobile posseduto, né indicazioni sulle dimensioni in metri quadri o di altro tipo che ne indichino il valore. È evidente che la dicitura «proprietà 1 fabbricato - Roma» non dà alcuna informazione sulla situazione patrimoniale;
tra i dichiaranti nessuno dichiara di possedere azioni di società;
questi i dati emergenti dalle dichiarazioni sulle spese elettorali sostenute in occasione delle elezioni comunali 2008:
solo 27 consiglieri su 61 le hanno dichiarate;
il sindaco non ha depositato la dichiarazione;
i consiglieri non allegano le dichiarazioni relative agli eventuali contributi ricevuti;
risulta agli interroganti che in taluni casi l'omessa comunicazione è stata giustificata manifestando perplessità sull'effettiva vigenza della normativa che impone il citato obbligo -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire le comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10025)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono: parlamentari; consiglieri regionali; consiglieri provinciali; consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50.000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione, in particolare: il sindaco o il presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
presso la regione Calabria, in seguito alla richiesta di accesso agli atti, la stessa ha opposto il diniego alla richiesta di consultazione dei dati per la mancata attuazione contenuta in apposita normativa regionale, fatto che ha impedito la pubblicazione nel Bollettino ammettendo altresì il fatto che è un adempimento oramai improrogabile. Di fatto l'istituzione ammette che a distanza di 28 anni non esiste ancora un regolamento, così come previsto dalla normativa statale;
in taluni casi l'omessa comunicazione è stata giustificata manifestando perplessità sull'effettiva vigenza della normativa che impone il citato obbligo -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire le comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10026)
BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste la legge n. 441 del 1982 che riconosce a ciascun elettore il
diritto di consultare le dichiarazioni che eletti e nominati devono depositare presso gli uffici regionali, provinciali e comunali;
questi sono i principali effetti derivanti dall'applicazione della legge n. 441 del 1982 recante «Disposizioni per la pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti»;
i soggetti obbligati sono: parlamentari; consiglieri regionali; consiglieri provinciali; consiglieri comunali di comuni capoluogo di provincia o con popolazione superiore ai 50,000 abitanti;
su base volontaria, sono interessati anche i coniugi non separati e i figli conviventi dei consiglieri;
l'obbligo è esteso anche ai nominati: dirigenti di aziende pubbliche, ai direttori di ASL, ai membri delle comunità montane;
i soggetti indicati sono tenuti ai seguenti obblighi:
a) entro tre mesi dalla proclamazione devono depositare ai rispettivi enti di appartenenza:
1) la dichiarazione dei redditi reali sui beni immobili e mobili iscritti in pubblici registri; le azioni in società; le quote di partecipazione a società ed eventuali incarichi;
2) la copia dell'ultima dichiarazione dei redditi;
3) la dichiarazione delle spese sostenute e obbligazioni assunte per la campagna elettorale, con allegata dichiarazione degli eventuali contributi ricevuti;
b) entro un mese dalla scadenza dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi devono comunicare eventuali variazioni della situazione patrimoniale e copia della nuova dichiarazione dei redditi;
quanto alla pubblicità, le dichiarazioni sono pubblicate sul bollettino ufficiale di regioni, province e comuni (che devono predisporre un regolamento che disciplini le modalità di attuazione della legge) e tutti i cittadini elettori hanno il diritto di conoscere le dichiarazioni dei consiglieri;
sono previste sanzioni in caso di mancata dichiarazione, in particolare: il sindaco o il presidente (regione o provincia) diffida il consigliere ad adempiere entro 15 giorni; in caso di inosservanza persistente pubblica sul bollettino e sull'albo pretorio l'elenco dei diffidati inadempienti; quindi si procede all'adozione di sanzioni disciplinari (se previste dai regolamenti degli enti locali);
appellandosi a questa legge alcuni militanti radicali hanno iniziato ad inviare richieste di accesso agli atti agli enti locali. L'obiettivo è quello di ottenere i dati che le istituzioni dovrebbero pubblicare e provare a renderli pubblici, per indurre gli enti locali ad assumersi la responsabilità delle delibere che loro stessi hanno approvato, richieste rimaste inesaudite;
presso il comune di Caserta non è possibile accedere alla pubblicazione prevista dalla legge poiché l'istituzione non ha mai emanato il relativo regolamento attuativo;
infatti, «la disciplina relativa alla pubblicità della situazione patrimoniale non risulta adottata e, non avendo la disposizione trovato applicazione, non risultano agli atti gli elementi oggetto di richiesta»;
in taluni casi l'omessa comunicazione è stata giustificata manifestando perplessità sull'effettiva vigenza della normativa che impone il citato obbligo -:
se non ritenga necessario assumere iniziative anche normative per definire l'interpretazione autentica delle norme richiamate, al fine di garantire le comunicazione dei dati riportati in premessa ai cittadini che ne fanno richiesta in base alle norme vigenti nell'ordinamento giuridico, agevolando la fruizione di un loro diritto, che si fonda sul reciproco dovere dei pubblici amministratori di rendere pubblici
dati loro relativi, poiché previsto in norme di legge a ciò specificamente dedicate.
(4-10027)
TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011
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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA
Interrogazione a risposta in Commissione:
GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
a valere sul fondo per gli investimenti della ricerca di base (FIRB), il programma «Futuro in ricerca» intende promuovere sia il ricambio generazionale sia le eccellenze scientifiche emergenti negli atenei e negli enti di ricerca;
il primo bando fu pubblicato nel lontano 19 dicembre 2008: vi aderirono molti giovani ricercatori che presentarono circa 4.000 progetti. Purtroppo l'incapacità del ministero di governare questa nuova modalità di finanziamento della ricerca - che prese avvio grazie ai finanziamenti stanziati dall'articolo 2, comma 313, della legge finanziaria per il 2008 del Governo Prodi - ha determinato che i progetti selezionati per ottenere i finanziamenti siano nelle condizioni di prendere concreto avvio solo ora, a distanza di due anni dalla emanazione del bando;
nel corso del 2009 non è stato licenziato alcun bando, determinando una perniciosa sospensione dei finanziamenti in favore di progetti innovativi presentati da giovani ricercatori, anche in considerazione della contemporanea mancata erogazione delle risorse dei PRIN 2008;
il 27 settembre 2010 è stato finalmente pubblicato il secondo bando «Futuro in ricerca» (DD n. 584/ric) che introduce, rispetto a quello precedente, alcune modifiche che necessitano approfondimenti. Ad esempio all'articolo 2, commi 2 e 3, si stabilisce che i dottori di ricerca che presenteranno domande per le linee di intervento 1 e 2, dovranno avere rispettivamente almeno tre e almeno sei pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali (ISI), mentre per i giovani docenti o ricercatori già strutturati, rientranti nella linea di intervento 3, non è stabilito alcun limite minimo di pubblicazioni. Altresì, il comma 4 del medesimo articolo prevede per i dottori di ricerca già in possesso di specializzazione, conseguita precedentemente al dottorato, l'innalzamento dei limiti di età per un numero di anni pari alla durata della scuola di specializzazione;
altresì, si evidenzia che il succitato bando non considera i ricercatori a tempo determinato come personale strutturate e pertanto inseribili nella linea d'intervento 3: tale restrizione è opposta alle finalità stesse del programma «Futuro in ricerca» (promuovere il ricambio generazionale e le eccellenze scientifiche emergenti negli atenei e negli enti di ricerca) e si pone in contraddizione con la previsione del disegno di legge Gelmini sul sistema universitario, attualmente in via di conversione in legge, che istituisce la figura del ricercatore a tempo determinato in sostituzione del ricercatore di ruolo;
dai contenuti della mozione approvata dal Consiglio universitario nazionale (Cun) sul bando «Futuro in ricerca», approvata il 19 ottobre 2010, cioè successivamente alla data di pubblicazione del bando medesimo, si evince che il CUN non sia stato preventivamente consultato;
con decreto direttoriale del 26 ottobre 2010, n. 705/ric, sono stati poi modificati alcuni requisiti di ammissione al programma in oggetto ed è stato posticipato di circa un mese il termine di presentazione delle domande di finanziamento. Non senza preoccupazione, si rileva che le succitate modifiche sono avvenute anche in considerazione delle «segnalazioni pervenute per le vie brevi dalla comunità scientifica incentrate sulla necessità di attenuare l'estrema severità dei requisiti di ammissione al bando che potrebbero impedire la partecipazione al bando a numerosi giovani ricercatori comunque in possesso di eccellenti curricula universitari...», come chiaramente è indicato nelle premesse del decreto medesimo;
sostenere la ricerca e offrire ai giovani ricercatori concrete opportunità professionali, che ne favoriscano la crescita culturale, rappresenta la priorità assoluta di un Paese che intenda rafforzare la propria crescita economica, culturale e sociale -:
quali siano le motivazioni che abbiano indotto a prevedere un numero minimo di pubblicazione per i ricercatori non strutturati e ad innalzare i limiti di età per i dottorandi già in possesso di specializzazione;
quali ragioni abbiano condotto a non assimilare i ricercatori a tempo determinato nel personale strutturato;
per quali motivi il Consiglio universitario nazionale non sia stato preventivamente consultato;
se il Ministro interrogato non intenda esplicitare per quali motivi, per quali vie brevi e da chi siano pervenute le segnalazioni dalla comunità scientifica, citate nelle premesse del DD n. 705/ric, poiché tali sollecitazioni, giunte con modalità «informali», gettano un'ombra sulle ragioni che hanno portato a modificare i requisiti di ammissione.
(5-03962)
Interrogazioni a risposta scritta:
PALADINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
una sentenza della Corte Costituzionale (n. 19/2009) riconosce, al figlio convivente di persona con handicap grave (articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992), il diritto a fruire di un congedo straordinario dal lavoro per un periodo massimo di due anni in modo frazionato o continuativo ed interamente retribuito;
tale decisione garantisce lo stipendio e i contributi ma non il punteggio annuale tanto importante per gli insegnanti;
al fine di impedire danni irreversibili alla carriera scolastica si è costretti a riprendere il lavoro;
per tale motivo i benefici legati alla sentenza si annullano -:
se, alla luce di tali problematiche il Ministro non ritenga opportuno intervenire per garantire i punteggi annuali agli insegnanti finitori di un congedo straordinario dal lavoro per un periodo massimo di due anni in quanto figli conviventi di persona con handicap grave.
(4-09975)
GRIMOLDI e CAVALLOTTO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da notizie di cronaca, riportate dal quotidiano on line In Europa (http://ww5.virtualnewspaper.it/dmedia/books/101101europa/#/7/) si è appreso che nella scuola media di Valperga, nel Torinese, uno studente ha ricevuto una nota sul registro per aver indossato una maglietta promozionale della Lega Nord, poi requisita dall'insegnante;
il caso, riportato anche su facebook, è stato poi ripreso dalla stampa locale ed ha sollevato numerose polemiche -:
se il Ministro non intenda intervenire per rimarcare il diritto alla libertà di espressione e di pensiero che è stato, in questo come in tanti altri casi che si verificano quotidianamente, calpestato da chi dovrebbe invece rispettare ogni idea ed essere superpartes, anche valutando l'opportunità di disporre un'opportuna ispezione.
(4-09991)
MANCUSO, BOCCIARDO, BARANI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nei paesi OCSE c'è una media di 8,9 infermieri ogni 1000 abitanti, 4 per ogni medico;
in Italia le medie sono rispettivamente di 6 infermieri ogni mille abitanti,
circa 60.000 in meno rispetto al fabbisogno stimato, e di 0,90 infermieri per ogni medico;
questa situazione persiste da molti anni nonostante l'ingresso di numerosi infermieri extracomunitari, rappresentanti ad oggi circa il 10 per cento degli iscritti all'albo professionale;
all'ultimo esame di ingresso all'università statale di Milano, svoltosi l'8 settembre 2010, per 750 posti si sono presentati 2.269 pretendenti;
all'ospedale San Raffaele, per 70 posti, si sono presentati in 317;
nella sola Lombardia mancano 4.000 infermieri, ma i posti disponibili nelle università lombarde sono solo 2.000;
a livello nazionale occorrerebbero circa 5.000 infermieri solo per assicurare il turn-over generazionale, senza colmare il vuoto professionale -:
quali interventi intenda adottare il Governo relativamente alla questione e se intenda proporre un aumento dei posti disponibili nelle università per l'accesso ai corsi di scienze infermieristiche.
(4-10015)
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LAVORO E POLITICHE SOCIALI
Interrogazioni a risposta immediata:
REGUZZONI, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, LUSSANA, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAL LAGO, D'AMICO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
come previsto dalla legge finanziaria per il 1997 (articolo 1, comma 208, della legge 23 dicembre 1996, n. 662), i soggetti esercenti attività commerciali, qualora «esercitino contemporaneamente, anche in un'unica impresa, varie attività autonome assoggettabili a diverse forme di assicurazione obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia e i superstiti, sono iscritti nell'assicurazione prevista per l'attività alla quale gli stessi dedicano personalmente la loro opera professionale in misura prevalente. Spetta all'Istituto nazionale della previdenza sociale decidere sulla iscrizione nell'assicurazione corrispondente all'attività prevalente»;
tale disposizione di legge ha portato a non pochi casi di contenzioso giudiziario inerente l'assoggettamento a doppia contribuzione;
in particolare, gli agenti, rappresentanti e intermediari del commercio sono obbligati, per legge, al versamento contributivo sia all'Inps che all'Enasarco;
peraltro, l'1 per cento versato all'Enasarco è sostanzialmente a fondo perduto, dal momento che nella maggior parte dei casi è raro che gli iscritti riescano a maturare i requisiti minimi utili al conseguimento delle prestazioni previste;
la richiesta di uno stop alla doppia contribuzione e di un'unificazione delle due previdenze è stata già avanzata dalla categoria il 15 settembre 2010 presso la Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, durante l'audizione sulla situazione dell'Enasarco;
si ricorda, inoltre, che sulla questione è stata già approvata il 10 novembre 2009 la risoluzione n. 8-00055 della Commissione lavoro pubblico e privato -:
se non ritenga doveroso intervenire per superare le criticità del sistema pensionistico
degli agenti e rappresentanti di commercio.
(3-01369)
BALDELLI e CAZZOLA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il mondo del lavoro è in continua evoluzione e il legislatore ha il compito di modernizzare la normativa nazionale in materia, senza comprimere le tutele dei lavoratori;
lo statuto dei lavoratori è stato uno strumento fondamentale che ha contribuito a garantire i diritti fondamentali della persona sanciti nella Costituzione, anche attraverso la promozione della presenza sindacale in azienda, ma è una legge che, tuttavia, trova oggi applicazione per una parte limitata del mondo del lavoro;
ci sono nuove forme di lavoro, oltre a quello stabile e per un'intera carriera, in cui sono più frequenti le transizioni occupazionali e professionali, che richiedono un'evoluzione del sistema di tutele in grado di offrire un'adeguata protezione sociale;
le nuove forme di occupazione riguardano quasi esclusivamente le nuove generazioni di lavoratori;
occorre identificare e riconoscere un nucleo di diritti universali e indisponibili applicabili a tutti i rapporti di lavoro e una forma flessibile per garantire ulteriori tutele a seconda del lavoro e del contesto in cui questo si svolge -:
quali siano le iniziative che il Governo intende assumere per modernizzare l'attuale sistema normativo del diritto del lavoro, sollecitando le parti sociali a partecipare a questo processo affinché esprimano i loro propositi, e per dare maggiori tutele ai giovani lavoratori e definire un quadro di regole più coerente con le sfide imposte dal mercato globale al mondo dell'impresa e del lavoro.
(3-01370)
Interrogazione a risposta scritta:
PALADINI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Ministero del lavoro nel 2000 ha accolto un'importante istanza della federazione italiana della stampa obbligando gli enti pubblici a versare i contributi dei giornalisti dipendenti all'Inpgi;
tale istanza si rivela svantaggiosa dal momento che i giornalisti degli uffici stampa della Pubblica Amministrazione, prima dei 65 anni, anche se hanno raggiunto e superato i 40 anni complessivi di contribuzione (Inpdap+Inpgi) ma senza averne accreditati all'Inpdap almeno 35, non possono usufruire della pensione di anzianità;
il giornalista potrebbe andare in pensione di anzianità pro rata Inpdap-Inpgi soltanto usufruendo delle norme sulla totalizzazione (decreto legislativo n. 42 del 2006) che, appunto, prevedono l'applicazione del meno vantaggioso sistema di calcolo contributivo;
dopo la manovra economica non è più possibile che il giornalista chieda all'Inpdap l'applicazione della legge n. 322 del 1958 abrogata che consentiva la costituzione della posizione assicurativa non onerosa, presso l'Inps;
prima della manovra, di fronte al minimo dei 35 anni richiesti da Inpdap, si poteva ottenere una pensione di anzianità pro quota, vedendosi liquidate due rate di pensione una dall'Inps e una dall'Inpgi, calcolate entrambe con il sistema retributivo;
il passaggio all'iscrizione obbligatoria all'Inpgi, varata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sta arrecando purtroppo, per la posizione di Inpdap, un grave danno previdenziale -:
se il Ministro non ritenga necessaria l'adozione di iniziative atte a difendere i giornalisti della pubblica amministrazione dai danni previdenziali prodotti dall'iscrizione
obbligatoria all'Inpgi e se non si ritenga urgente intervenire soprattutto per coloro che si trovano nella condizione di una maggiore anzianità contributiva.
(4-09984)
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SALUTE
Interrogazioni a risposta scritta:
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2009-012500-11; codice protocollo: 205MS301; titolo protocollo: studio Multicentrico, Randomizzato, in Doppio Cieco, a Gruppi Paralleli, Controllato verso Farmaco Attivo per Determinare l'Efficacia e la Sicurezza della Monoterapia di Daclizumab High Yield Process (DAC HYP) rispetto ad Avonex (Interferone β-1a) nei Pazienti affetti da sclerosi multipla Recidivante-Remittente; data di registrazione: 11 febbraio 2010; promotore: Biogen Idec LtD; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla Recidivante-Remittente -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10005)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2006-003366-33; codice protocollo: 26593; titolo protocollo: Studio di fase II, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, per valutare la sicurezza, tollerabilità ed efficacia di Cladribina in compresse orali in aggiunta a Rebif New Formulation in pazienti con sclerosi multipla in fase attiva; data di registrazione: 26 settembre 2007; Promotore: Merck Serono SA; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10006)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2006-002982-38; codice protocollo: 27025; titolo protocollo: Studio di fase III, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, multicentrico, con Rebif New Formulation (44 mcg 3 volte a settimana o 44 mcg una volta a settimana) in pazienti ad alto rischio di convertire a sclerosi multipla (SM); data di registrazione: 25 settembre 2006; promotore: Merck Serono SA; area terapeutica: neurologia; indicazione
proposta: sindrome clinicamente isolata suggestiva di sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10007)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2008-000499-25; codice protocollo: 28733; titolo protocollo: Studio di fase 3b, internazionale, multicentrico, a braccio singolo, in aperto, della durata di 12 settimane teso a valutare l'idoneità di RebiSmart per l'autosomministrazione della nuova formulazione di Rebif (RNF) in cartucce multidose in pazienti con forma recidivante di SCLEROSI MULTIPLA (RMS); data di registrazione: 30 aprile 2008; promotore: Merck Serono International SA; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: Forme recidivanti di sclerosi multipla (RMS) -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10008)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2008-003706-33; codice protocollo: 28821; titolo protocollo: Studio clinico multicentrico, di fase III, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, con cladribina orale, in soggetti con un primo evento clinico a elevato rischio di conversione a MS; data di registrazione: 12 novembre 2008; promotore: Merck Serono SA; area terapeutica: Immunologia e malattie infettive; indicazione proposta: soggetti che hanno subito un primo evento clinico demielinizzante (CIS) ad alto rischio di conversione in sclerosi multipla (SM) -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10009)
FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2007-000381-20; codice protocollo: finale emendamento N. 3; titolo protocollo: Studio di estensione, di Fase IIIb, in doppio cieco, controllato verso placebo, multicentrico, a gruppi paralleli, per valutare la sicurezza e la tollerabilità di Cladribina orale in
soggetti con sclerosi multipla a ricadute e remissioni che hanno completato lo Studio 25643 (CLARITY); data di registrazione: 21 novembre 2007; promotore: Merck Serono SA; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10010)
...
SVILUPPO ECONOMICO
Interrogazione a risposta immediata:
SARDELLI, BELCASTRO, GAGLIONE, GIANNI, IANNACCONE, MANNINO, MILO, PISACANE, PORFIDIA, RAZZI, ROMANO e RUVOLO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1-quater del decreto-legge 8 luglio 2010, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 agosto 2010, n. 129, dispone che sono fatti salvi gli effetti relativi alle procedure di denuncia di inizio attività, di cui agli articoli 22 e 23 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, che risultino avviate in conformità a disposizioni regionali con soglie superiori a quelle di cui alla tabella A del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, a condizione che gli impianti siano entrati in esercizio entro centocinquanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto;
è stata più volte segnalata la necessità di esplicitare meglio gli elementi per l'applicabilità della norma, al fine di evitare effetti retroattivi su iniziative per le quali il limite dei centocinquanta giorni non dovesse essere rispettato che verrebbero a modificare sostanzialmente un diritto che si è oramai consolidato e che è stato alla base di ingenti investimenti;
in data 3 e 4 agosto 2010, nel corso dell'iter del provvedimento di conversione del decreto-legge medesimo, il Governo ha accolto tre diversi ordini del giorno, sia alla Camera dei deputati che al Senato della Repubblica, tesi ad evitare gli effetti di cui in premessa, impegnandosi direttamente a pubblicare in brevissimo tempo per il tramite del Ministero dello sviluppo economico un chiarimento di dettaglio che evitasse l'insorgere di interpretazioni estreme e negative che mettessero a rischio investimenti significativi e relativi posti di lavoro;
in data 9 novembre 2010 è stata presentata un'interrogazione a risposta immediata all'indirizzo del Ministro dello sviluppo economico al fine di significare la preoccupazione del mercato e richiedere chiarimenti sui tempi della pubblicazione del chiarimento promesso;
il Ministro, in sede di risposta, confermava la pubblicazione di una circolare esplicativa, dando un segnale forte in merito alla problematica in oggetto -:
se non ritenga, alla luce di un incremento sostanziale delle difficoltà derivanti dall'impasse che si verifica in sede di legislazione, di valutare l'opportunità di adottare ulteriori ed urgenti iniziative normative volte a chiarire definitivamente i limiti fissati dal decreto-legge n. 105 del 2010 per l'entrata in esercizio degli impianti, al fine di evitare un blocco pressoché totale degli investimenti, con ricadute pesanti in termini di occupazione, prevedendo quanto meno, visto che la scadenza del 16 gennaio 2011 è prossima, il rinvio del termine di entrata in esercizio degli impianti almeno a giugno 2011.
(3-01374)
Interrogazione a risposta in Commissione:
VIOLA, MARTELLA e VELO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
dal 30 novembre 2010 è stato dato anche in Veneto l'avvio alla televisione digitale per la quale i cittadini hanno dovuto impegnarsi nell'acquisto o di un decoder o di una televisione con decoder incorporato;
dal 3 dicembre 2010 nel Veneto orientale e in modo particolare della provincia di Venezia al confine con la regione Friuli Venezia Giulia, moltissimi cittadini, tutti quelli che avevano le antenne televisive orientate sul ripetitore del Piancavallo, non ricevono più RAI1, RAI2 e RAI3, fino ad allora visibili;
per poter vedere le reti Rai bisogna provvedere (a spese del cittadino e secondo i tempi dell'antennista) ad installare una nuova antenna orientandola sul nuovo ripetitore di Castaldia-Aviano;
in ogni caso, questa operazione non comporterà la soluzione dell'altro problema esistente e cioè vedere al TGR Veneto (attualmente in queste zone del Veneto orientale si riceve quello del Friuli Venezia Giulia), e per poterlo fare è necessario installare un'ulteriore antenna orientata su Padova (Montevenda);
tutto ciò non sarebbe accaduto con una diversa pianificazione delle frequenze che tenesse conto della particolare configurazione geografica del Veneto orientale, area di confine con il Friuli Venezia Giulia e della situazione antennistica esistente; è stato scelto (dalla Rai probabilmente) di cambiare banda di trasmissione (da banda quinta 37 a banda quarta 24) con la conseguente necessità di sostituire l'antenna e il ripetitore (da Piancavallo a Castaldia) e cambiare l'orientamento dell'antenna;
vi sono due possibili soluzioni: la prima a carico dei cittadini, l'altra a carico delle istituzioni (Regione e Rai);
per i cittadini c'è innanzitutto la necessità di una corretta informazione. Moltissimi stanno aspettando che la soluzione del problema venga dalla Rai, continuando a provare a risintonizzare il decoder. Non sarà cosi: bisogna invece ricorrere all'antennista, come detto sopra, con spese a totale carico del privato;
un'altra soluzione, sicuramente più logica e migliore, è possibile attraverso un intervento del Ministro dello sviluppo economico, del Ministro dell'economia e delle finanze (azionista di riferimento della Rai in quanto servizio pubblico) e la regione Veneto presso la stessa Rai al fine di ottenere che questa ritrasmetta dalla vecchia banda quinta e renda visibile TG Veneto con un semplice ponte tra ripetitori;
questa seconda soluzione sarebbe praticabile in tempi rapidissimi e con molteplici benefici quali:
costo zero e nessuna disagio per il cittadino, se non l'acquisto e collegamento del decoder;
ampliamento della zona di ricezione di Rai3 Veneto e miglioramento del segnale soprattutto nelle zone periferiche del territorio;
spese pressoché nulle per gli enti coinvolti (solo quelle necessarie per il ponte radio tra ripetitori);
è impensabile nell'era della comunicazione privare il cittadino, che è obbligato a pagare il canone Rai, dell'informazione pubblica né è pensabile che il passaggio al digitale terrestre per il cittadino debba comportare continui e ripetuti disagi, al contrario di quello che è stato apertamente dichiarato;
vi è stata, ad avviso degli interroganti, un'evidente cattiva gestione da parte della Rai e una colpevole disattenzione da parte delle amministrazioni competenti (i due Ministeri, la regione Veneto) che non hanno saputo affrontare correttamente il
passaggio al digitale, dimostrando scarsa attenzione per i cittadini e poca conoscenza del territorio -:
quali iniziative urgenti intenda adottare per garantire il diritto all'informazione degli utenti per ovviare immediatamente ai problemi segnalati (ricezione reti Rai e TGR Veneto) evitando naturalmente di far ricadere sui cittadini utenti del Veneto orientale ulteriori costi per la fruizioni di un servizio per il quale hanno dovuto acquistare il decoder (o una televisione nuova addirittura) e per il quale già pagano il canone.
(5-03961)
Interrogazione a risposta scritta:
MURA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
dal 27 novembre al 2 dicembre 2010 nella regione Emilia-Romagna è stato realizzato il passaggio della trasmissione dei canali televisivi dal segnale analogico a quello digitale terrestre;
tale passaggio ha creato notevoli disagi agli utenti della regione a seguito dell'oscuramento di diversi canali televisivi, tra i quali in particolare il terzo canale della televisione pubblica;
a questo disagio se ne è aggiunto uno ulteriore che ha visto in diverse zone della regione, in particolare nelle province di Piacenza e Rimini, ed in alcune zone delle province di Ferrara, Bologna e Modena, l'impossibilità di poter vedere il Tg Rai della regione Emilia Romagna. Seppure regolarmente trasmesso, il segnale del TGR dell'Emilia-Romagna risulta oscurato da quelli delle regioni limitrofe in modo che nelle suddette zone i telespettatori siano costretti ad assistere al TGR della Lombardia e del Veneto;
poiché il disagio è perdurato per molto giorni dopo lo switch off, ed in alcuni casi ancora perdura, si sono registrate le prese di posizione ufficiali del presidente della regione Emilia-Romagna Vasco Errani, e del presidente dell'Upi dell'Emilia-Romagna, Vincenzo Bernazzoli, affinché il disagio fosse risolto quanto prima;
una simile situazione arreca un disagio ai cittadini, privandoli della possibilità di fruire di un importante mezzo di informazione locale, e al tempo stesso svilisce il lavoro dei professionisti della sede regionale della Rai Emilia-Romagna -:
quali siano state le motivazioni di tale disagio e quali iniziative intenda porre in essere per risolvere al più presto il perdurante oscuramento del telegiornale regionale dell'Emilia-Romagna.
(4-09983)
...
Apposizione di una firma ad una risoluzione.
La risoluzione in Commissione Marco Carra e altri n. 7-00199, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pizzetti.
Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.
Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta orale Tempestini n. 3-01367 del 13 dicembre 2010.