Allegato B
Seduta n. 405 del 1/12/2010

TESTO AGGIORNATO AL 31 GENNAIO 2011

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'ingegner Mauro Moretti, amministratore delegato di FS spa ha recentemente dichiarato che «se i privati entrano solamente sulle linee profittevoli, le Ferrovie dello Stato, senza quei ricavi, rischiano di abbandonare dei servizi, come 154 treni a lunga percorrenza attualmente in perdita e che non hanno copertura nel contratto di servizio» e inoltre che «trovo legittimo che le aziende private entrino nelle linee più redditizie, ma anche loro si devono caricare parte di quelle meno profittevoli» sottolineando che tocca al Governo decidere sull'assegnazione delle tratte;
le cronache dei giornali in varie parti d'Italia riportano le notizie delle ripercussioni sui servizi ferroviari regionali del taglio dei finanziamenti conseguenti al decreto-legge n. 78 e alla legge di stabilità, per cui, ad esempio, si prevede che in Liguria, col nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore il 13 dicembre, vengano soppressi il 30 per cento treni regionali con l'aumento del costo dei biglietti e degli abbonamenti fra il 20 e il 30 per cento a partire dal 1o gennaio 2011;
la situazione che si sta determinando sul fronte dei servizi ferroviari per i pendolari, in generale, sul trasporto ferroviario, rischia di penalizzare pesantemente

una modalità di trasporto fondamentale anche per assicurare una mobilità ambientalmente sostenibile;
attualmente è in vigore un contratto di servizio con Trenitalia con oneri a carico del bilancio dello Stato che scadrà il 31 dicembre 2014 e il cui controllo compete al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
l'orario ferroviario che entrerà in vigore il prossimo 13 dicembre dovrà necessariamente tenere conto degli obblighi contrattuali in essere di Trenitalia con lo Stato e con le regioni -:
quale sia la posizione del Governo in merito alle dichiarazioni dell'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato relativamente alla prossima soppressione di 154 treni a lunga percorrenza;
se gli obblighi contrattuali del concessionario relativi al contratto di servizio in essere fra Stato e Trenitalia siano attualmente compiutamente assolti;
quali siano le ripercussioni del preannunciato taglio dei treni a lunga percorrenza e dei treni regionali sull'orario ferroviario in vigore dal 13 dicembre 2010;
se il Ministro interrogato intenda intervenire con urgenza per evitare pesanti penalizzazioni dei servizi per i pendolari e dei collegamenti ferroviari su tutto il territorio nazionale.
(5-03918)

Interrogazioni a risposta scritta:

ROSATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sul sito web delle Ferrovie dello Stato risultano mancare, a partire dal 12 dicembre 2010, data di introduzione dei nuovi orari, molte delle corse in partenza da Trieste verso le maggiori città italiane, in diversi casi con un rilevante aumento delle tariffe sui collegamenti mantenuti;
nello specifico, in luogo delle attuali trentatré corse giornaliere per Venezia Mestre, ne partiranno appena cinque, solo sei su quattordici in direzione Roma, quattro su undici per Milano. Risultano inoltre soppressi i collegamenti diretti con Lecce (Intercity notte delle 19.46) e con Napoli (Intercity delle 7.04);
a proposito del treno per Napoli, oltre alla scomodità per il viaggiatore di dover affrontare uno o più cambi (a Bologna alle ore 11.14 oppure a Mestre alle 8.55 e a Roma alle 13.13), si verificherebbe anche un ingiustificato ed eccessivo aumento delle tariffe: dagli attuali 62 euro per la seconda classe a 103,50 euro via Bologna o addirittura 129 euro via Mestre e Roma;
aumenti sulle tariffe nell'ordine dell'8 per cento circa sono previsti sulle tratte per Milano e del 16-17 per cento su quelle per Roma -:
se il Ministro ritenga opportune le modifiche agli orari proposte da Trenitalia SpA e intenda eventualmente agire, nell'ambito delle sue prerogative, per il ripristino di parte delle corse cancellate da Trieste in direzione Venezia Mestre, Roma e Milano, così da evitare il più possibile disagi ai passeggeri e scongiurare l'isolamento del capoluogo giuliano e del Triveneto dal resto del Paese;
se le decisioni di cui in premessa siano o meno in contraddizione con la politica di incentivo del trasporto su rotaia, e se contrastino con gli interessi nazionali di collegamento con l'Europa centro-orientale e balcanica.
(4-09825)

TADDEI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi Trenitalia ha espresso la volontà di sopprimere, nel nuovo orario del 12 dicembre 2010 i treni ES 9360 e 9363 Taranto-Roma e Roma-Taranto e gli analoghi treni Espresso 956 e 951;

la prevista sostituzione dell'ES 9360 con un convoglio intercity plus con partenza da Potenza alle ore 9.42 appare fortemente criticabile in riferimento alle necessità della domanda;
la situazione generale dei trasporti in Basilicata non offre una situazione molto positiva con annosi problemi infrastrutturali e che non esistono molte alternative al trasporto ferroviario verso la capitale, risultando quindi tale mezzo essenziale;
quanto sopra evidenziato, aggraverebbe nella sostanza, la situazione di marginalità del territorio regionale e, quindi, genererebbe ulteriori impatti negativi dal punto di vista sociale ed economico;
il contratto firmato tra regione Basilicata e Trenitalia prevede oltre ad un incremento dei servizi e degli investimenti per la qualità anche uno sviluppo dell'offerta -:
quali siano le ultime notizie di cui il Governo è a conoscenza sull'argomento;
quali iniziative intenda assumere il Governo affinché Trenitalia, concessionaria di un pubblico servizio, receda da una volontà fortemente penalizzante per i cittadini lucani e pugliesi.
(4-09829)

PILI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 30 novembre 2010 si sono verificati ulteriori e gravi disagi per il servizio ferroviario in Sardegna a causa dello sciopero a oltranza proclamato dagli addetti alle pulizie e alle manutenzioni dei treni della Geas;
nella stazione di Cagliari numerosi treni non hanno potuto lasciare il deposito in quanto era stato occupato il doppio binario;
risultano essere stati oltre 15 i treni coinvolti nello sciopero;
da ormai 4 mesi la Geas, la società che gestiva l'appalto delle pulizie prima dell'affidamento ad una nuova società del servizio, non paga gli stipendi ai lavoratori;
tutti gli accordi preannunciati per il reinserimento lavorativo dei dipendenti addetti al servizio sono stati disattesi e non risulta essere definita nessuna procedura che consenta il passaggio dei 104 lavoratori della Geas alla società subentrante;
la società «Nord Servizi» aggiudicataria dell'appalto avrebbe preannunciato l'intenzione di ridurre di 30 unità lavorative il contingente destinato al servizio -:
se non si intenda convocare le parti per definire un'intesa in grado di garantire una soluzione al problema dei lavoratori Geas, garantendo l'immediato pagamento delle mensilità arretrate;
se non si intenda convocare le parti per definire il numero delle unità lavorative garantite dall'appalto e prevedere l'assorbimento dei lavoratori che dovessero perdere il lavoro in seguito all'esito dell'appalto;
se non si intendano prevenire nuovi disagi sul trasporto ferroviario sardo già duramente penalizzato sul piano gestionale e infrastrutturale da una cronica disattenzione verso la Sardegna da parte delle società RFI e FS.
(4-09831)

ANGELA NAPOLI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
attraverso numerose interrogazioni parlamentari l'interrogante ha costantemente evidenziato la penalizzazione riservata da Trenitalia per la Calabria;
da circa due anni, infatti, i calabresi sono costretti a subire un peggioramento del servizio, non solo con l'utilizzi di carrozze ferroviarie dismesse sulle linee del centro-nord, ma anche con il taglio consistente di treni a lunga percorrenza;

il piano aziendale di Trenitalia giustifica la soppressione dei treni in Calabria sulla base dei «costi eccessivi», elemento stranamente, non considerato per i collegamenti del nord Italia;
risulta di ben ventidue il numero dei treni soppressi o assemblati su tratte nazionali, nell'ultimo anno da Trenitalia, con il conseguente isolamento della Calabria;
con l'entrata in vigore dell'orario invernale verranno cancellati altri treni, considerati improduttivi; ma è proprio la costante soppressione che porta delle improduttività, giacché i viaggiatori si ritrovano costretti a fare altre scelte per poter attuare la loro mobilità;
a tutto questo si aggiunge l'allarme creato dalla disastrosa situazione in cui versano le Ferrovie della Calabria che sta per abbattersi sui lavoratori e sui viaggiatori regionali;
è inaccettabile, a parere dell'interrogante, che il Governo continui a non confrontarsi sulle scelte operate da Trenitalia, a fronte della penalizzazione che viene inferta alla Calabria, regione che ha il dovere di sentirsi parte integrante dell'intera Italia;
è, altresì, inaccettabile, a parere dell'interrogante che il Governo affermi che la «rimodulazione del perimetro ferroviario venga fatto in base all'attuale stanziamento pubblico», il che non potrà che comportare l'ulteriore privilegio per le linee del centro-nord -:
se non ritenga urgente e necessario avviare un tavolo di concertazione tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Calabria, Trenitalia e le organizzazioni sindacali;
quali urgenti iniziative intenda attuare per far sì che la Calabria non venga ulteriormente penalizzata da Trenitalia e sui trasporti in generale.
(4-09832)

FALLICA, TERRANOVA, STAGNO D'ALCONTRES, PUGLIESE, GRIMALDI, CICU e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il commissario straordinario della SIREMAR SPA, dottor Giancarlo D'Andrea, pochi giorni dopo il proprio insediamento, ha ritenuto di fornire ai sindaci delle isole minori interessate ampie rassicurazioni in merito alla regolare continuità del servizio pubblico nel rispetto degli obblighi convenzionali, in considerazione della disponibilità ed efficienza dei mezzi operativi, della continuità di impiego dei personale marittimo ed amministrativo e dell'agibilità finanziaria consentita dalla procedura di amministrazione straordinaria;
le medesime rassicurazioni sono state peraltro reiterate e confermate dall'ultimo comunicato del 24 novembre 2010, nel quale si afferma «Contrariamente a quanto da più parti ed in varie circostanze possa essere impropriamente affermato, la SIREMAR - SICILIA REGIONALE MARITTIMA S.p.A., stante la richiamata procedura di Amministrazione Straordinaria potrà continuare ad assicurare il servizio pubblico nel rispetto degli obblighi convenzionali»;
disposizioni scritte a firma dello stesso commissario straordinario datate 23 novembre 2010 ai responsabili degli uffici, stabiliscono tra l'altro che le spese assumibili fino al 31 dicembre 2010 non dovranno superare una certa cifra, da ritenersi talmente esigua da comportare di fatto l'impossibilità di gestire professionalmente l'ufficio tecnico che ha la responsabilità della manutenzione e della sicurezza dei mezzi;
in atto buona parte dei mezzi in servizio necessiterebbero di manutenzioni che comporterebbero la sosta dei mezzi stessi, sosta che alla luce dell'attuale situazione - con diverse unità già da tempo ferme presso vari cantieri navali - non è effettuabile in quanto pregiudicherebbe il regolare svolgimento delle attuali linee già ridotte (come nei settori Eolie ed Egadi); e pertanto i battelli rimasti in servizio sono

di fatto sottoposti ad un super sfruttamento che ne incrementa le probabilità di avaria;
anche gli impegni successivi all'avvio dell'amministrazione straordinaria vengono disattesi dal commissario, giacche i creditori - anche per prestazioni successive al 17 settembre - continuano a non essere pagati; interlocutori, lo si sottolinea, vitali alla continuità che si asserisce si vuole assicurare giacché garantiscono servizi e forniture di beni essenziali per la normale conduzione della flotta;
tutto ciò sarebbe adducibile a difficoltà di ordine finanziario dovute alla mancata disponibilità degli indispensabili fidi bancari la cui cessazione è stata alla fine la causa del default che la SIREMAR ha subito; riapertura dei crediti che, in buona sostanza, avrebbe dovuto essere il vero obiettivo del commissario stesso, tenuto conto delle garanzie insite nel decreto governativo di ammissione all'amministrazione straordinaria, a firma dello stesso Presidente del Consiglio dei ministri;
allo stato attuale appare impossibile mantenere i normali standard di sicurezza per i passeggeri, il personale navigante ed i battelli stessi richiesti dagli organi competenti -:
quali iniziative di competenza si intendano assumere a fronte della gravissima situazione riportata in premessa.
(4-09833)