Allegato B
Seduta n. 405 del 1/12/2010

TESTO AGGIORNATO AL 31 GENNAIO 2011

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GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
è presente in località Ciuciano Ranza nel comune di San Gimignano (provincia di Siena) una casa di reclusione maschile; si tratta del carcere più grande dell'intera provincia;
la categoria della casa di reclusione, in relazione soprattutto alla presenza di detenuti con condanne definitive e per

reati gravi e di ergastolani appartenenti ad associazioni criminali, richiede una sorveglianza attenta e continua che rischia di essere incompatibile con l'attuale carenza di personale in servizio;
secondo quanto reso noto da organizzazioni sindacali e certificato dalla dirigenza del carcere in occasione delle ripetute visite dei parlamentari senesi alla struttura, sono attualmente presenti circa 410 detenuti (cui 120 in regime di alta sicurezza): a fronte di una capienza «tollerabile» indicata dal Dap - Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria di 217 posti;
la carenza di organico degli agenti di polizia penitenziaria risulterebbe di oltre il 40 per cento: sono attualmente effettivamente operative circa 134 unità di polizia penitenziaria (a fronte delle 233 unità previste dall'apposito decreto ministeriale del 2001). Delle 173 unità presenti 12 vengono infatti utilizzate esclusivamente per il nucleo traduzioni e piantonamenti dei detenuti, mentre 39 risultano distaccate ad altre sedi per differenti motivi;
i sindacati di polizia penitenziaria hanno recentemente sostenuto che con il prossimo piano di mobilità nazionale la struttura di San Gimignano perderà complessivamente altre 3 unità di personale (11 agenti arrivati nel 2009 rientreranno nelle sedi di provenienza e verranno sostituiti da soltanto 8 elementi);
i dati sono confermati dal provveditore regionale della Toscana del dipartimento di amministrazione penitenziaria, dottoressa Maria Pia Giuffrida, che ha visitato il carcere di Ranza il 19 novembre 2010 ed inviato una nota ufficiale (in data 24 novembre 2010) all'attenzione al direttore generale nazionale del personale e della formazione. In tale missiva si rileva testualmente come il nuovo piano di mobilità nazionale, che prevede una perdita di 2 unità in una già critica situazione, ha fatto sparire ogni aspettativa di miglioramento, seppur lieve, delle condizioni operative di quell'istituto, con intuibili ricadute sull'intera organizzazione a cui il provveditorato non può che far fronte con provvedimenti d'urgenza, quali l'invio del personale in missione, per sopperire ai soli casi di necessità. Nella lettera la dottoressa Maria Pia Giuffrida ha poi ribadito la grave carenza d'organico e la mancanza, nel dettaglio, di 12 unità di ispettori, di 16 unità di sovrintendenti e di 60 unità di agenti;
si tratta di una ulteriore e manifesta riduzione di organico che contrasta palesemente con gli impegni assunti da tempo dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che, nella persona del dirigente, dottor Massimo De Pascalis, aveva assicurato (visitando anche la struttura) l'impegno del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria per l'assunzione anticipata di 21 agenti utile a rendere più sostenibile la gestione del carcere di Ranza;
tale situazione di difficoltà è stata rappresentata e ufficializzata più volte dalla stessa dottoressa Rita Barbera, direttore supplente del carcere fino al mese di luglio 2010;
in tale contesto va infatti segnalato che l'istituto di pena in questione, da circa 4 anni, non ha un direttore stabile, ma è amministrato per mezzo di incarichi temporanei da dirigenti spesso già assegnati ad altre case di reclusione. Una ulteriore situazione di precarietà che incide notevolmente sulla corretta ed efficace gestione del penitenziario;
questa situazione complessiva costringe conseguentemente il personale a continui turni straordinari che, oltre a ripercuotersi sulla qualità della vita degli agenti e dei loro familiari, potrebbero comportare gravi rischi per la conduzione della casa di reclusione e per la sicurezza di personale e detenuti;
va sottolineato come anche l'edificio che ospita il carcere presenti, da anni, gravi e mai risolte problematiche di molteplice natura tali da compromettere il corretto svolgimento delle attività previste, oltre a non garantire la tutela dei diritti di

detenuti e personale impiegato. Tali problematiche, ad esempio, riguardano la disposizione logistica della struttura (costruita ad un livello inferiore rispetto alla strada provinciale che lo sovrasta e che la espone conseguentemente a pericoli), la stabilità (testimoniata da continui cedimenti), gli aspetti igienico-sanitari (aggravati dalla carenza cronica di acqua, il cui approvvigionamento avviene soltanto attraverso alcuni pozzi e non tramite l'allacciamento all'acquedotto), la mancanza di collegamenti pubblici tra il carcere e gli insediamenti urbani territoriali vicini;
tali problematiche sono state già state segnalate in numerose occasioni al Ministero della giustizia: con l'interrogazione a risposta scritta n. 4/00134 del 20 maggio 2008, a prima firma del deputato Franco Ceccuzzi e, successivamente, con l'interrogazione a risposta scritta n. 4/02432 del 9 marzo 2009, e con l'interrogazione a risposta in Commissione del 17 novembre 2010 entrambe (queste ultime tre) a prima firma del deputato Susanna Cenni;
se all'atto di sindacato ispettivo n. 4/00134, il Ministro della giustizia aveva risposto in forma scritta il 1o dicembre 2008, segnalando le misure messe in campo dal suo dicastero per risolvere i problemi (annunci che, a quanto consta agli interpellanti, si sono poi rivelati infondati a fronte di un peggioramento complessivo della situazione sopra esposta), le altre interrogazioni sono rimaste ancora senza risposta;
nonostante le grandi difficoltà sopra descritte il senso di responsabilità del personale ha consentito di sventare ripetuti tentativi di suicidio posti in atto dai detenuti ed altri gravi episodi con il tempestivo ed efficace intervento del personale presente;
va inoltre aggiunto che tali problematiche erano state inoltre sottoposte dettagliatamente all'attenzione del Ministro interpellato, con una lettera inviata il 30 giugno 2010 dai deputati Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi. La missiva sottolineava, inoltre, l'attenzione continua delle istituzioni locali (comune di San Gimignano e provincia di Siena), anche se risultava «evidente come, sui temi della dotazione di personale, solo il Ministero e la direzione del Dap possano fornire fattive e concrete risposte». Anche tale missiva, risulta, ad oggi, senza risposta;
a conferma dei problemi di sicurezza e di gestione dei detenuti che caratterizzano il carcere di Ranza, va aggiunto che domenica 14 ottobre 2010 si è verificato un tentativo di evasione, denunciato dalle organizzazioni sindacali di polizia penitenziaria, sventato soltanto dal coraggio, dalla prontezza e dalla professionalità degli agenti. Le stesse organizzazioni sindacali, in una nota stampa, hanno annunciato ulteriori iniziative di protesta, rimarcando ancora una volta come la «carenza d'organico e sovraffollamento dei detenuti» rappresenti «un mix esplosivo che sta generando un grave deficit operativo che inevitabilmente comprometterà la stabilità gestionale del penitenziario»;
tale situazione di criticità è stata più volte rimarcata dalle istituzioni locali e dallo stesso sindaco del Comune di San Gimignano che in una nota stampa del 15 novembre 2010, ha dichiarato come: «la sicurezza di Ranza è ormai compromessa da fattori denunciati da anni, senza che il governo e l'amministrazione penitenziaria abbiano mai preso nemmeno in considerazione gli eventuali provvedimenti. A essere in pericolo, oggi, è tutto il personale penitenziario ma anche la popolazione di San Gimignano» -:
se sia a conoscenza della reale, persistente e drammatica situazione di disagio in cui versano da anni il personale dipendente ed i detenuti del carcere di Ranza e quali iniziative urgenti intenda quindi intraprendere affinché venga attuato un intervento reale, tempestivo ed efficace, sia a livello strutturale che di organico, facendo fronte agli impegni assunti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, e destinando un dirigente non temporaneo alla struttura, onde evitare che le problematiche, richiamate in premessa, possano

compromettere l'ordine pubblico e la sicurezza della popolazione residente.
(2-00901)
«Cenni, Ceccuzzi, Ciriello, Gatti, Codurelli, Concia, Trappolino, Marco Carra, Corsini, Cuperlo, Giacomelli, Cavallaro, Meta, Gasbarra, Brandolini, Laganà Fortugno, Murer, Marchioni, Marchi, Marchignoli, Velo, Mariani, Lulli, Mattesini, De Pasquale, Pollastrini, Fontanelli, Causi, Mogherini Rebesani, Rossomando, Nannicini, Fluvi, Froner».

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con atto di sindacato ispettivo n. 4-02951 del 7 maggio 2009, l'interrogante ha denunziato l'avvenuta scarcerazione di Luciano D'Agostino, condannato in appello a 15 anni di carcere nell'ambito del processo «Prima Luce»;
la scarcerazione del D'Agostino era stata disposta a causa del mancato deposito della sentenza da parte del giudice della corte d'assise d'appello di Reggio Calabria;
la sentenza d'appello è stata emessa il 3 marzo del 2006 e le relative motivazioni sono state depositate soltanto a metà novembre 2010, ossia a distanza di ben quattro anni e sei mesi, e sono racchiuse in 137 pagine, decisamente inferiori alle 1.500 scritte dai giudici di primo grado;
ai sensi dell'articolo 544 del codice di procedura penale il termine per il deposito delle motivazioni è al massimo pari a 90 giorni dal giorno della pronuncia, prorogabili, su richiesta motivata del giudice, di altri 90 giorni -:
se non ritenga necessario ed urgente avviare un'adeguata iniziativa ispettiva presso la Corte d'assise d'appello di Reggio Calabria, al fine di accertare il perché il deposito delle motivazioni sia avvenuto a distanza di ben quattro anni e sei mesi dall'emissione della relativa sentenza ai fini della promozione dell'azione disciplinare.
(4-09836)