Allegato B
Seduta n. 398 del 19/11/2010

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la nuova situazione europea ha progressivamente inserito in Europa nuove nazioni e il riconoscimento anche a livello europeo di lingue e di idiomi precedentemente poco considerati -:
quante siano le scuole di secondo grado che in Italia abbiano inserito nei programmi di studio le lingue polacche, ungherese, ceca, romena e bulgara;
se non ritenga il Ministro di dover favorire l'insegnamento di queste lingue straniere nei programmi scolastici soprattutto là ove siano presenti comunità provenienti da queste nazioni.
(4-09570)

JANNONE e CARLUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la formazione universitaria è cambiata, riflesso di quanto accaduto negli ultimi due anni all'interno dell'economia mondiale. «Anche se in una prima fase le imprese sono state costrette a tagliare i costi, spiega Paolo Bastianello, membro del Board education di Confindustria, adesso tutti hanno capito quanto conti la formazione professionale e manageriale per saper governare la ripresa. La formazione si muove su due livelli: quella continua

del personale che deve essere il più possibile qualificato per sviluppare un prodotto sempre più evoluto. E poi c'è la formazione manageriale di coloro, piccoli e grandi imprenditori, che ormai sono chiamati a scelte strategiche sempre più delicate». Il settore formativo è ormai talmente sensibile che non si può pensare di avviare una solida ripresa economica e una nuova dimensione sociale, senza dare il giusto peso e un adeguato valore all'investimento in capitale umano, anche con modalità e contenuti diversi dal passato;
«l'Italia - spiega Mauro Meda, segretario generale di Asfor - deve ricostruire una nuova progettualità che unisca in un'unica squadra il sistema delle imprese, la pubblica amministrazione e le istituzioni formative, che Asfor rappresenta, in larga misura, per quanto riguarda la formazione manageriale». Gli addetti ai lavori suggeriscono di lavorare insieme per «costruire un progetto capace di rispondere alla sfida della conoscenza, della competitività e dell'innovazione». Un progetto che oggi assume connotati particolari: le aziende hanno dimensioni, storie ed esigenze molto diverse che non possono più essere uniformate. «Non a caso - continua Meda - le richieste vengono fatte sempre di meno sulla base di «cataloghi» e sempre di più su misura. Bisogna creare un circuito virtuoso, che tenga conto dell'innovazione richiesta dalle modifiche dello scenario mondiale: fare in modo che la domanda, privata, pubblica e dei singoli fruitori, possa raccordarsi con efficacia ed immediatezza con il sistema dell'offerta di formazione. Ecco perché le richieste di specializzazione spaziano dall'area vendite fino alla finanza con competenze sempre più trasversali»;
qualcosa di assolutamente anomalo, in tal senso, è il progetto Parimun (Partenariato attivo di ricerca imprese-università). Si tratta di un'iniziativa promossa dalla facoltà di Scienze della formazione dell'Università di Padova: l'obiettivo è quello di sperimentare nuove forme di collaborazione tra università e imprese in modo che i risultati siano immediatamente fruibili. «La prima sorpresa è stata quella di scoprire che la proposta arrivava da una facoltà umanistica - spiega Bastianello, presidente del progetto Parimun - proprio dove ci sono gli studenti accusati di essere maggiormente lontani dal mondo produttivo. L'iniziativa è semplice: dei giovani laureati hanno proposto alle imprese delle «consulenze junior» gratuite. Il mondo universitario ha chiesto agli imprenditori quali fossero alcuni loro problemi ed esigenze, l giovani laureati hanno iniziato a studiare le cause dei problemi a stretto contatto con manager ed imprenditori, fino a formulare un'ipotesi di soluzione»;
dopo una prima fase sperimentale, il progetto si è consolidato grazie anche alla collaborazione della fondazione Nord Est, al punto che adesso molti studenti hanno aderito ai vari progetti. «Questo è un esperimento all'avanguardia - continua Bastianello - da anni si rimprovera al nostro sistema di non essere in grado di far parlare il mondo universitario con quello delle imprese. Adesso ci stiamo provando cercando di indirizzare la ricerca universitaria primaria verso bisogni di innovazione e competenze da parte delle imprese. I giovani svolgono tesi di laurea o di dottorato realizzate su e a partire dai problemi concreti proposti dalle aziende su temi di formazione e di organizzazione delle risorse umane». Tema ormai ben chiaro tanto alle grandi quanto alle piccole imprese è quello che considera impensabile una ripresa senza una formazione manageriale e professionale adeguata al nuovo mondo -:
quali iniziative di competenza il Ministro intenda attuare al fine di incentivare e promuovere in tutte le diversità statali italiane, la creazione e lo sviluppo di progetti quali il «Parimun», per avvicinare i giovani laureati al mondo del lavoro.
(4-09585)