Allegato B
Seduta n. 398 del 19/11/2010

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2011

...

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI e FONTANELLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in base al decreto-legge 25 febbraio 2010 n. 2 recante «interventi urgenti concernenti enti locali e regioni», convertito dalla legge 26 marzo 2010 n. 42 «ridefinizione delle circoscrizioni dei collegi provinciali», la provincia di Perugia ha provveduto ad esprimere formalmente, con voto unanime delle tre commissioni consiliari permanenti riunite in seduta congiunta, un contributo su questa materia recante le osservazioni critiche della stessa alla proposta di modifica dei collegi elettorali elaborata in bozza dalla prefettura e queste osservazioni sono state trasmesse dal presidente della provincia al prefetto;
il coinvolgimento della provincia è stabilito dalla legge n. 122 dell'8 marzo 1951, nell'articolo 9, comma 4, che sancisce il principio di partecipazione consultiva dell'ente;
il consiglio provinciale di Perugia esprime forte perplessità e preoccupazione perché la proposta penalizza la rappresentanza di alcune aree della provincia, senza tenere in alcun conto le omogeneità territoriali e le caratteristiche economiche e sociali comuni a queste stesse aree, rispondendo, al contrario, al solo criterio del fattore numerico (inteso come solo numero degli abitanti), allontanandosi dagli stessi indirizzi contenuti nella legge n. 122 del 1951 ed indicati dal Ministero dell'interno;
la decisione finale sulla costruzione dei collegi elettorali spetta al Ministero dell'interno -:
se il Ministro dell'interno non ritenga di dover intervenire al fine di assicurare a tutti i territori della provincia di Perugia giuste ed equilibrate rappresentanze e di salvaguardare le omogeneità territoriali che da sempre costituiscono la base del tessuto sociale della provincia;
se, inoltre, considerando la vastità e la complessità del territorio provinciale di Perugia, non ritenga di poter procedere anche ad eventuali deroghe ai criteri generali, che non possono che essere puramente indicativi di fronte ad esigenze così forti o motivate e, oltre tutto, condivise dai livelli istituzionali locali del territorio provinciale.
(5-03858)

Interrogazioni a risposta scritta:

ROSATO, FIANO, ALBONETTI, BARETTA, BOBBA, BOCCI, BOSSA, BRANDOLINI, CAPODICASA, CARDINALE, CASTAGNETTI, CAVALLARO, CECCUZZI, CODURELLI, COLANINNO, DE BIASI, FARINA COSCIONI, FLUVI, GATTI, GINOBLE, GNECCHI, GRAZIANO, LAGANÀ FORTUGNO, LARATTA, LUCÀ, MARANTELLI, MARCHI, MARIANI, MARTELLA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOTTA, PELUFFO, PIZZETTI, QUARTIANI, RAMPI, REALACCI, RIGONI, RUBINATO, SCARPETTI, SCHIRRU, SERENI, SERVODIO, SIRAGUSA, STRIZZOLO, TULLO, VANNUCCI, VERINI, VICO, VIOLA, ZUCCHI e MARCO CARRA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che :
il Corpo nazionale dei vigili del fuoco sta realizzando uno straordinario sforzo per riuscire, con decrescenti risorse finanziarie a sopperire alle crescenti richieste di intervento della popolazione per le piccole e grandi emergenze che colpiscono il nostro Paese;
le ultime leggi finanziarie oltre a tagliare le risorse finanziarie del Corpo nazionale non hanno dato risposta al pressante tema della carenza di organico, che colpisce in maniera ormai indifferenziata tutti i comandi italiani;
con la legge n. 296 del 2006 approvata nel corso del mandato del Governo Prodi ha approvato una norma per consentire la stabilizzazione del personale discontinuo operante nel Corpo nazionale dei vigili del fuoco iscritti negli appositi elenchi da almeno tre anni, al fine di ottenere l'immissione in ruolo di personale già preparato e di diminuire l'utilizzo di personale precario nell'espletamento di attività ordinarie;
la stabilizzazione dei vigili volontari è subordinata all'accertamento, oltre che dei titoli, anche dei requisiti psico-fisici ed attitudinali mediante tre moduli ginnici e una prova medica;
a seguito della sola valutazione dei titoli, la commissione esaminatrice ha compilato una graduatoria di 6080 vigili del fuoco considerati precari, i quali possono accedere alle successive fasi di accertamento dei requisiti in numero doppio rispetto ai posti che l'amministrazione mette di volta in volta a disposizione per l'immissione in ruolo;
ai sensi della legge n. 296 del 2006 era prevista la convocazione alle prove motorie e mediche di tutti i 6080 iscritti alla graduatoria, ma l'approvazione del decreto-legge n. 112 del 2008, riducendo i fondi stanziati per la stabilizzazione dei precari, ha notevolmente rallentato le procedure di selezione;
sono al momento stati convocati 3240 vigili volontari e, di questi, circa 2900 sono risultati assunti e quindi indirizzati ai centri di formazione professionale dove dovranno affrontare, vista l'esperienza già maturata, un corso di soli sei mesi (tre presso le strutture didattiche dell'amministrazione e tre presso i comandi provinciali dei vigili del fuoco), anziché di dodici come normalmente richiesto dai concorsi pubblici, il che consente un netto risparmio per le casse dello Stato;
le prove di selezione degli altri vigili volontari in graduatoria risultano scoperte dal punto di vista finanziario -:
se il Ministro non ritenga di assumere ogni urgente iniziativa, anche normativa, volta a fornire copertura finanziaria alla graduatoria di stabilizzazione del personale precario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, continuando l'utilizzo della graduatoria del concorso pubblico per le esigenze ordinarie di copertura del turn over.
(4-09565)

BERNARDINI, GIULIETTI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da anni l'ex ambasciata somala, sita a Roma in Via dei Villini, risulta occupata

da decine di somali con asilo politico lasciati senza alcuna assistenza dal Governo italiano;
all'interno del predetto immobile, nella notte fra giovedì 11 e venerdì 12 novembre, agenti delle forze dell'ordine in assetto anti-sommossa hanno effettuato un'operazione antidroga. Secondo quanto riportato in un articolo scritto da Emanuele Piano e pubblicato sul sito dell'associazione Migrare, le forze dell'ordine non hanno esitato a svegliare gli occupanti dello stabile a colpi di manganello e con epiteti offensivi, anche di contenuto razzista;
nel corso dell'operazione antidroga ad un ragazzo somalo sarebbe stato rotto un dente e ad un altro il naso, e ciò sebbene nessuno degli occupanti dello stabile abbia opposto alcuna forma di resistenza nei confronti degli appartenenti alle forze dell'ordine. I testimoni parlano di porte buttate giù, di documenti e passaporti diplomatici presenti all'interno dell'ambasciata prelevati dagli agenti e di quasi duecento persone caricate sui pullman e tradotte in questura, mentre della droga, che avrebbe giustificato il blitz all'interno dello stabile sino al 2008 riconosciuto come sede diplomatica dal nostro Ministero degli affari esteri, non è stata rinvenuta alcuna traccia;
in questura è stato poi verificato che tutte le persone fermate avevano lo status di rifugiato con regolare permesso di soggiorno;
i somali sono costretti a sopravvivere nell'ex ambasciata somala in una realtà di assoluto e totale degrado. Senza acqua, né luce, dormono in materassi accatastati uno a fianco all'altro in condizioni igieniche disastrose. Si tratta di trecento persone ammassate al freddo senza riscaldamento e senza servizi sanitari. Una volta ottenuto l'asilo politico sono stati abbandonati a sé stessi, senza alcuna forma di sostegno al reddito e senza una casa e/o un luogo dignitoso dove vivere;
Emanuele Piano scrive nell'articolo citato: «[...] Abderisaq ha una ventina d'anni. Da grande vuole fare il regista ed è venuto in Italia per studiare ed avere una vita migliore, "ma nessuno ci aiuta. Vorrei studiare l'italiano, andare a scuola ed invece sono lasciato in mezzo ad una strada". Come per tutti gli altri, il viaggio verso l'Europa è stato un incubo. "Eravamo 820 somali in un solo carcere libico. I libici ci dicevano di non continuare il viaggio nella terra degli infedeli. Un giorno abbiamo deciso di tentare in massa la fuga. Abbiamo cominciato a correre verso il deserto e i poliziotti hanno cominciato a sparare...". L'obiettivo di Abderisaq, come di tutti gli altri somali arrivati in Italia, è quello di continuare il viaggio verso un altro Paese europeo. Regno Unito, Svezia, Olanda, Norvegia... purché non sia l'Italia. Ci sono però poi i controlli alla frontiera, il registro delle impronte digitali ed un governo, quello italiano, che si dice sempre disposto a riprendersi i rifugiati. Senza però specificare che quello che altrove è la norma - una casa, un assegno mensile, la scuola per imparare una nuova lingua ecc. - da noi è pura e semplice utopia. Anche Hussein ha provato a restare in Svezia. Da sotto i suoi baffetti incipienti da adolescente risuonano parole in svedese ed in uno stentato inglese. Il fisico minuto e la voce flebile sono quelli di un ragazzino che tra tre mesi compierà 17 anni. Arrivato in Italia due anni fa ha proseguito il proprio viaggio verso Stoccolma. Una casa, un assegno di 700 euro mensili e l'iscrizione ai corsi di svedese. Ma non è durata molto la felicità. Le impronte digitali lo hanno tradito. In Svezia sono venuti a prelevarlo a scuola. Non gli hanno dato nemmeno la possibilità di andare a prendere i propri documenti ed è stato messo su un aereo diretto a Roma. Oggi è rimasto senza alcun documento. Hussein però è un minorenne bugiardo. All'arrivo a Lampedusa - sotto consiglio di cattivi maestri - ha mentito sulla propria reale età. »Mi avevano detto gli altri somali che così sarei stato più libero di continuare a viaggiare in Europa. Ho detto di avere 21 anni«. Questa bugia gli è costata la mancata assegnazione ai servizi sociali per i migranti minorenni ed un trattamento da

adulto per chi adulto non è. Come lui almeno altri quattro bambini vivono nell'ex ambasciata somala [...]» -:
quali iniziative intenda adottare per verificare, in tempi certi e rapidi, se il comportamento degli agenti delle forze dell'ordine - i quali nel caso di specie non hanno esitato a fare irruzione, in tenuta anti-sommossa, di notte e con i cani, all'interno dell'ex ambasciata somala occupata da centinaia di rifugiati politici - sia stato conforme alla legge;
se il Governo non ritenga opportuno risolvere nel più breve tempo possibile la situazione di assoluto degrado in cui sono costretti a vivere i rifugiati politici somali attualmente dimoranti all'interno dei locali dell'ex ambasciata somala a Roma, offrendo loro una adeguata rete di assistenza e sostegno materiale;
quale sia attualmente lo status giuridico dell'ex ambasciata somala, sita a Roma in via dei Villini.
(4-09577)

GIRLANDA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
gli smartphone Blackberry, prodotti dall'azienda canadese Research in Motion (Rim), sfruttano la crittografia per proteggere i propri contenuti, consentendo agli utenti di spedire messaggi wireless senza che questi possano essere monitorati, appoggiandosi a server esterni, distribuiti nel mondo e appartenenti al network operation center (Noe);
tale tecnologia non ha uguali in smartphones di altre marche;
governi di Paesi quali gli Emirati Arabi Uniti, l'Arabia Saudita, l'Egitto, l'Algeria, il Libano, l'Indonesia il Bahrain e l'India hanno avviato procedure di blocco dei servizi della Rim, in quanto tale tecnologia contrasterebbe con le leggi in vigore, dal momento che i dati trasportati attraverso Blackberry possono essere esportati in modo crittografato al di fuori dei confini nazionali e gestiti da stranieri per operazioni commerciali;
tali Governi hanno chiesto all'azienda canadese di mettere a punto quanto prima un server proxy nei rispettivi Paesi, al fine di monitorare il traffico dati da parte delle agenzie di sicurezza, secondo le disposizioni normative nazionali;
la Rim ha già avviato il processo di installazione di un server locale in Arabia Saudita ed Emirati Arabi al fine di consentire alle rispettive autorità nazionali di accedere alle chiavi crittografiche del traffico dati su Blackberry;
tale precedente potrà avere effetti a cascata per molte altre realtà nazionali;
analoga situazione si presenta anche negli Stati Uniti dove, a seguito dell'approvazione del Patriot Act dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, è possibile monitorare le comunicazioni, procedendo con l'intercettazione di quelle sospette per la sicurezza nazionale, siano esse orali o elettroniche;
a tale proposito lo stesso Governo statunitense sta perfezionando una proposta di legge che obblighi i servizi online, da facebook ai software peer-to-peer, passando per le e-mail criptate inviabili via Blackberry, a consegnare al Governo le intercettazioni che possano essere necessarie per combattere la lotta al crimine e al terrorismo, consentendo la produzione delle stesse solo a seguito di richieste mirate, al fine di tutelare in ogni caso la privacy delle comunicazioni;
le forze dell'ordine hanno già da qualche tempo sottolineato i rischi connessi alle nuove possibilità comunicative offerte dalla tecnologia a criminali e terroristi -:
se i Ministri interrogati ravvedano la necessità di presentare un'istanza all'azienda canadese, informata ai princìpi che hanno mosso l'azione dei Governi succitati, che favorisca un ripensamento

dei servizi al fine di consentire intercettazioni delle comunicazioni pericolose ai fini della sicurezza nazionale;

se sia allo studio un'iniziativa normativa volta a comprendere anche questo aspetto del problema nell'insieme del percorso normativo relativo alle modalità d'uso e intercettazione delle comunicazioni.
(4-09593)

PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Morciano di Romagna (RN) insiste un immobile attualmente destinato a futura sede dell'ente «Unione della Valconca»;
tale immobile al momento è nelle disponibilità dal medesimo ente in forza di una «scrittura privata di locazione transitoria» seppur scaduta in data 30 settembre 2010;
con l'obiettivo di acquisire una nuova sede per «Unione della Valconca» il presidente dell'ente ha formalmente inoltrato al comune di Morciano di Romagna (RN) la richiesta di acquisizione di un'area denominata «ex scuole medie»;
l'ente «Unione della Val Conca» è costituito dall'insieme di 9 comuni: Gemmano, Mondaino, Monte Colombo, Montefiore Conca, Montegridolfo, Montescudo, Morciano di Romagna, Saludecio e San Clemente;
quattro di questi comuni, Gemmano, Saludecio, Montefiore Conca, Monte Colombo, hanno votato proprie delibere in consiglio comunale, dando indicazioni contrarie all'acquisto dell'area denominata «ex scuole medie» non ritenendo sostenibile la spesa pro quota prevista;
nelle motivazioni contrarie addotte dai quattro comuni si rileva la preoccupazione per lo sforamento del limite di indebitamento proprio e le pesanti ripercussioni finanziarie che questo onere comporterebbe per le esigue finanze delle amministrazioni comunali;
pare che il presidente dell'Unione intenda comunque proporre in sede di consiglio dell'Unione una delibera vincolante per l'acquisto dell'immobile, nonostante il parere contrario di quattro dei nove comuni componenti l'Unione stessa;
i rimanenti cinque comuni non si sono ancora espressi in merito all'acquisto della nuova sede;
lo statuto dell'Ente non chiarisce in maniera incontrovertibile la questione in premessa ma, ad avviso dell'interrogante, rimanda a quanto indicato nel Testo unico degli enti locali -:
se le delibere delle unioni di comuni, quando implicano spese a carico dei bilanci degli enti locali partecipanti, debbano essere assunte all'unanimità e, in caso contrario, quali strumenti siano a disposizione dei comuni dissenzienti a salvaguardia dei propri equilibri di bilancio.
(4-09596)

VILLECCO CALIPARI, MINNITI e LAGANÀ FORTUGNO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comune di Gioia Tauro dopo aver subito negli ultimi anni diversi scioglimenti per infiltrazioni mafiose ed essere stato commissariato, è recentemente uscito dalla fase di commissariamento e nel mese di aprile 2010 ha eletto un nuovo sindaco;
il Servizio di tesoreria del comune di Gioia Tauro, già scaduto durante la gestione commissariale, non ripristinato neppure dai commissari succedutisi, non è attualmente garantito al comune di Gioia Tauro che di fatto risulta rimasto privo di un tesoriere;
al momento non sono corrisposti stipendi al personale dipendente del comune: si tratta di circa 120 famiglie, per lo più monoreddito, questo perché le gare per

l'affidamento del servizio di tesoreria sono andate tutte deserte e, allo stato, non si trova ancora la disponibilità di un istituto bancario disposto ad avere rapporti con il comune di Gioia Tauro;
non risultano essere stati corrisposti i compensi neppure ai lavoratori LSU ed LPU che operano in ausilio all'ente, né l'amministrazione potrà stabilizzare i 114 lavoratori LSU/LPU, in quanto il dissesto finanziario ereditato non offre alcuna possibilità di bilancio;
la mancanza del servizio di tesoreria ha comportato l'impossibilità per l'amministrazione di gestire le risorse comunali e l'ha costretta ad effettuare tagli alle risorse per i mezzi per il trasporto disabili e per gli scuolabus destinati al trasporto scolastico privi di carburante, alle risorse per le utenze telefoniche delle scuole, per il gasolio per il riscaldamento di scuole ed asili comunali, nonché il blocco di tutti i servizi comunali (manutenzione delle strade, acquedotti e sistema fognario, mensa scolastica, veicoli della polizia municipale, utenze degli uffici comunali che tra pochi giorni rischiano di venire staccate, contributi alle famiglie disagiate);
nonostante le moltissime denunce dei lavoratori e nonostante il ricorso agli organi istituzionali portati avanti incessantemente dall'amministrazione comunale, non si è potuta ancora apprezzare nessuna iniziativa in proposito né da parte del Governo né da parte della regione in materia di regionalizzazione del patto di stabilità;
nonostante il territorio di Gioia Tauro sia destinatario di centinaia di milioni di euro per lo sviluppo dell'area portuale e per il raddoppio dell'inceneritore, il comune di Gioia Tauro, invece, a causa di un ostacolo burocratico non potrà di fatto fornire servizi alla sua cittadinanza perché nessun istituto bancario, ad oggi, sembra essere interessato a svolgere la funzione di tesoriere presso l'ente comunale -:
se non ritenga urgente e necessario adottare tutte quelle iniziative, anche di carattere straordinario, che possano, in tempi brevissimi, far ripartire la struttura amministrativa e burocratica, garantendo la gestione democratica dei servizi pubblici e la tutela dei diritti degli operatori e dei dipendenti dell'ente che contribuiscono ad assicurare ai cittadini la fruizione di tutti i servizi primari offerti dal comune.
(4-09600)