Allegato B
Seduta n. 398 del 19/11/2010

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

...

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
è notizia di questi giorni l'intervento di papa Benedetto XVI sulle autorità pachistane per impedire l'uccisione della giovane Asia Bibi, di religione cristiana, che rischia la pena di morte per presunte offese all'Islam;
già in passato il Ministro interrogato è intervenuto sullo stesso argomento prendendo una chiara e condivisibile posizione a nome dell'Italia -:
quali ulteriori iniziative si intendano intraprendere, sia a livello europeo che di organizzazioni ed istituzioni internazionali, affinché la libertà religiosa sia concretamente applicata in tutte le nazioni del mondo;
se, in quest'ottica, l'Italia non debba quindi farsi promotrice di una forte iniziativa specifica, una sorta di «Carta di libertà religiosa» da sottoporre a tutti i Governi.
(4-09549)

DI STANISLAO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
a livello nazionale, la legge n. 49 del 1987 costituisce la base giuridica e politica della cooperazione allo sviluppo italiana, in quanto parte integrante della politica estera dell'Italia, e attribuisce al Ministro degli affari esteri la responsabilità per la sua attuazione. Tuttavia, si riconosce da più parti, oramai, che questa legge non riflette più gli attuali paradigmi di cooperazione. Anche il DAC (Development assistance committee) dell'OCSE, nell'ultimo rapporto periodico sulla cooperazione italiana del 2009 (Peer Review), afferma che molti dei suoi articoli, che riguardano, in particolare, la struttura organizzativa, la gestione e le procedure, rappresentino in realtà un ostacolo allo sviluppo della cooperazione italiana e possano prevenire una risposta rapida e flessibile ai cambiamenti dei bisogni dei Paesi partner e alle nuove modalità di distribuzione dell'aiuto;
l'Italia in più di un'occasione ha tentato di riformare tale sistema: l'ultimo tentativo risale al 2007, quando il Governo propose al Parlamento una nuova riforma della legislazione in materia. Tuttavia, la fine anticipata della legislatura non permise di raggiungere un consenso sulla riforma e, sinora, non ci sono state ulteriori iniziative normative -:
se il Governo intenda ancora promuovere una riforma della legge n. 49 del 1987 affinché la cooperazione allo sviluppo italiana sia davvero efficace e possa rispondere concretamente ai bisogni e agli obiettivi attuali e futuri.
(4-09563)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in numerose parti del mondo le nostre sedi diplomatiche necessiterebbero di lavori di ristrutturazione, ammodernamento od anche solo di straordinaria manutenzione, lavori che non si possono effettuare - o vengono svolti in maniera ridotta - stante le note difficoltà economiche e di bilancio;

parimenti, però, alcuni complessi immobiliari in passato utilizzati come sedi diplomatiche ed oggi inutilizzate non risultano vendute e/o cedute a terzi facendo venir meno quindi un introito straordinario che molto opportunamente potrebbe essere destinato al miglioramento del patrimonio immobiliare effettivamente utilizzato all'estero -:
quali siano le decisioni assunte dal Ministero in merito alla cessione di comparti immobiliari inutilizzati e se siano stati avviati contatti con il Ministro dell'economia e delle finanze affinché quel Ministero non acquisisca come in passato le somme risultanti da eventuali dimissioni immobiliari senza utilizzarle sempre nel comparto della nostra presenza diplomatica all'estero.
(4-09574)

CASTAGNETTI. - Al Ministro delle affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 6 novembre 2010, Oleg Kashin, stimato giornalista russo del quotidiano moscovita Kommersant è stato brutalmente aggredito mentre rincasava;
a seguito dell'aggressione, ripresa e diffusa in un video della durata di un minuto e mezzo, il giornalista ha riportato un grave trauma cranico e fratture multiple alle mascelle, a una gamba e a diverse dita delle mani e sta uscendo solo adesso dal coma farmacologico;
Oleg Kashin si occupava di politica e i colleghi hanno ipotizzato tre scenari che avrebbero scatenato l'aggressione: uno scontro con il governatore della regione di Pskov, Andrej Turchak, attaccato in un suo articolo; gli interventi a difesa della foresta di Khimki, minacciata dal progetto di un'autostrada e, infine, Molodaja Gvardia, movimento giovanile legato a Russia Unita, il partito di Vladimir Putin;
le ultime due ipotesi potrebbero essere collegate: l'estate scorsa il quotidiano Kommersant aveva infatti pubblicato un'intervista di Kashin a uno dei difensori della foresta, e sul sito di Molodaja Gvardia era apparso un lungo articolo dal titolo: «I giornalisti-traditori devono essere puniti!». Corredato dalla foto di Kashin e, dietro di lui, una scritta che ripete: «Sarà punito». Dopo l'aggressione, tutto ciò è stato prontamente cancellato dal sito;
quest'ennesima aggressione a danno dei giornalisti ha suscitato in Russia molto scalpore considerato che quanto subito da Oleg Kashin sta purtroppo diventando la norma;
a quasi vent'anni dal crollo dell'Unione Sovietica, oggi la Russia è uno dei Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti. Dal 2000 ad oggi sono 108 i giornalisti uccisi e si contano a decine i pestaggi;
l'elenco dei giornalisti uccisi, contando a partire dal 2000, poco dopo l'ascesa al potere dell'attuale primo ministro russo Vladimir Putin, è pubblicato sul sito di Radio Radicale http://www.radioradicale.it/lista-di-giornalisti-uccisi-in-russia-negli-ultimi-anni che si riportano di seguito, integrato dai dati aggiornati al 2010 reperiti dal sito di Committee to protect journalists, a memoria di quanti hanno perso la vita in nome della libertà di stampa:
1. Antonio Russo, giornalista di Radio Radicale, ucciso in Georgia attraverso lo schiacciamento del torace, un metodo tipico dei servizi segreti sovietici. Russo era in procinto di rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti sull'atrocità della guerra in Cecenia. Il suo corpo privo di vita è stato trovato sulla strada dove si trovava la base russa di Vasiani
2.Ilyas Shurpayev, giornalista Dagestano responsabile per la copertura delle notizie del Caucaso Settentrionale su Channel One; muore strangolato con una cintura a Mosca.
3. Gaji Abashilov, responsabile della Tv di Stato del Daghestan, VGTRK, fucilato nella sua auto.

4. Magomed Yevloyev, proprietario di Ingushetiya.ru, ucciso a colpi di pistola in un'auto della polizia.
5. Khabarovsk Konstantin Brovko, giornalista della compagnia televisiva «Gubemia», ucciso a Khabarovsk.
6. Ivan Safronov, militare opinionista del quotidiano Kommersant. Morto a Mosca il 2 marzo; la causa della sua morte non è mai stata chiarita.
7. Vadim Kuznetsov, redattore capo della rivista World and home, Saint Petersburg, ucciso a San Pietroburgo.
8. Vaghif Kochetkov, del quotidiano Trud (Labor), ucciso a Tula;
9. Ilya Zimin, ha lavorato per il canale televisivo NTV Russia, ucciso a Mosca.
10. Vyacheslav Akatov, reporter speciale dello show televisivo Business Mosca, ucciso a Mosca.
11. Anton Kretenchuk, cameraman del canale TV 38 ucciso a Rostov-sol-Don;
12. Yevgeny Gerasimenko, del giornale Saratovsky Rasklad, ucciso a Saratov;
13. Vlad Kidanov, giornalista freelance, del Cheboksary;
14. Alexander Petrov, redattore capo, della rivista Right for Choice, ucciso vicino a Omsk - nella Repubblica di Altai.
15. Vyacheslav Plotnikov, reporter del canale «41 a TV Channel», Voronezh;
16. Anna Politkovskaya, del quotidiano Novaya Gazeta, Mosca;
17. Anatoly Voronin, capo del settore commercio di ITAR-TASS; Mosca.
18. Pavel Makeyev, reporter per la SocietàTNT-Pulse, Rostov sul Don;
19. Magomedzaghid Varisov, Makhachkala;
20. Alexander Pitersky, reporter di Radio Baltika, San Pietroburgo;
21. Vladimir Pashutin, del giornale Smolensky Literator, Smolensk;
22. Tamirlan Kazikhanov, capo del servizio stampa Anti-terrorismo del Centro Russian Ministry of Internal Affairs's, Dipartimento per il Distretto Federale Meridionale, Nalchik;
23. Kira Lezhneva, cronista del quotidiano Kamensky Worker nella regione di Sverdlovsk;
24. Yefim Sukhanov, ATK-Media, Archangelsk;
25. Farit Urazbayev, cameraman, Vladivostok TV/Radio Company, città di Vladivostok;
26. Adlan Khassanov, Reuters reporter, ucciso a Grozny;
27. Shangysh Mondush, corrispondente per il quotidiano Khemchiktin Syldyzy, Repubblica di Tuya;
28. Paul Klebnikov, redattore della versione russa di Forbes Magazine, Mosca;
29. Payl Peloyan, redattore della rivista Armyansky Pereulok, Mosca;
30. Zoya Ivanova, dell'emittente televisiva BGTRK, Repubblica di Buryatia;
31. Vladimir Pritchin, redattore capo del canale Nord Baikal TV/Radio Company, Repubblica di Buryatia;
32. lan Travinsky, San Pietroburgo, ucciso a Irkutsk;
33.Aleksei Sidorov, Tolyatinskoye Obozreniye. È il secondo redattore capo del giornale locale, Tolyatinskoye Obozreniye ad essere ucciso.
34. Yuri Shchekochikhin, Novaya Gazeta, Mosca. Vice redattore della Novaya Gazeta, morì pochi giorni prima del suo viaggio in programma negli Stati Uniti d'America per discutere i risultati della sua inchiesta giornalistica con i funzionari dell'FBI. Ha investigato su alcuni scandali di corruzione che hanno coinvolto alti funzionari FSB. Shchekochikhin è morto

per un «grave reazione allergica» ad una sostanza che presumibilmente è stata identificata come tallio;
35. Dmitry Shvets, della TV-21 Northwestern Broadcasting, morto a Murmansk. È stato vice direttore della stazione televisiva indipendente TV-21 Northwestern Broadcasting. È stato ucciso al di fuori del suo ufficio. Shvets' aveva detto ai colleghi di aver ricevuto molteplici minacce per la sua relazione sugli influenti politici locali.
36. Natalia Skryl, del giornale Nashe Vremya, città di Taganrog;
37. Konstantin Pogodin, Novoye, del quotidiano Delo, città di Niznij Novgorod;
38. Valeri Batuev, giornale di Moscow News, Mosca;
39. Sergei Kalinovski, Moskovskiy Komsomolets, Smolensk;
40. Vitali Sakhn-Val'da, fotoreporter, della città di Kursk;
41. Leonid Shevchenko, del giornale Pervoye Chteniye, Volgograd;
42. Valeri Ivanov, redattore capo del Tol'yattinskoye Obozrenie, nella regione Samara;
43. Sergei Zhabin, al servizio stampa del governatore della regione di Mosca;
44. Nikolai Vasiliev, di Cheboksary, Chuvashia;
45. Leonid Kuznetsov, del giornale Mescherskaya Nov', della regione di Ryazan;
46. Paavo Voutilainen, redattore principale della rivista Kareliya, Kareliya;
47. Roddy Scott, della Frontline-TV inglese;
48. Alexandr Plotnikov, del giornale Gostiny Dvor, della città di Tyumen;
49. Oleg Sedinko, fondatore della Novaja Volna TV e Radio Company, di Vladivostok;
50. Nikolai Razmolodin, direttore generale della Europroject TV e Radio Company, Ulyanovsk;
51. Igor Salikov, capo del Dipartimento di informazioni di sicurezza dei Moskovskiy Komsomolets, giornale in Penza;
52. Leonid Plotnikov, della casa editrice «Periodici di Mari-El», Yoshkar-Ola;
53. Eduard Markevich, curatore ed editore del giornale locale Novy Reft, a Sverdlovsk. Viene trovato morto, colpito alla schiena. Ha spesso criticato i funzionari locali ed aveva ricevuto minacce prima dell'assassinio.
54. Vladimir Yatsina, corrispondente di ITAR-TASS, rapito e poi ucciso da un gruppo di Wahhabis in Cecenia
55. Aleksandr Yefremov, Cecenia. Fotoreporter della Siberia occidentale del giomale Nashe Vremya, ucciso in Cecenia dai ribelli.
56. Igor Domnikov, dalla Novaya Gazeta, Mosca. Uno sconosciuto assassino lo colpisce ripetutamente alla testa con un martello, all'ingresso del suo palazzo a Mosca. L'assassino non è mai stato trovato.
57. Sergey Novikov, Radio Vesna, Smolensk. È colpito e ucciso nel vano scala del suo appartamento. Ha spesso criticato il governo di Smolensk.
58. Iskandar Khatloni, Radio Free Europe, Mosca. È ucciso di notte con un ascia nel suo appartamento di Mosca da uno sconosciuto. Khatloni lavorava sugli abusi dei diritti umani in Cecenia;
59. Sergey Ivanov, Lada-TV. È colpito cinque volte alla testa e al torace davanti al suo palazzo. È stato direttore della Lada-TV, la più grande televisione indipendente nel Togliattigrad;

60. Adam Tepsurgayev, Reuters. Cameraman ceceno, ha prodotto la maggior parte delle riprese Reuters dalla Cecenia nel 2000, tra cui gli scatti del ribelle ceceno Shamil Basayev;
61. Cynthia Elbaum. fotografo per Time magazine, Cynthia è stata uccisa nel corso di bombardamenti russi nel 1994;
62. Vladimir Zhitarenko, veterano militare corrispondente per le forze armate russe per il quotidiano Krasnaya Zvezda (Stella Rossa), è colpito da due proiettili di un cecchino al di fuori della città di Tolstoy-Yurt, nei pressi della capitale cecena di Grozny;
63. Nina Yefimova, reporter per il giornale locale Revival è stata rapita dal suo appartamento e uccisa insieme a sua madre. Diversi giomalisti a Grozny e a Mosca credono che il suo omicidio sia legato ai suoi articoli sulla criminalità in Cecenia;
64. Jochen Piest. È ucciso in un attacco suicida da un ribelle ceceno nel villaggio di Chervlyonna, a nord-est della capitale cecena;
65. Farkhad Kerimov. Autore delle riprese di Associated Press dei «ribelli» della Cecenia. Non è mai stato stabilito il motivo dell'uccisione;
66. Natalya Alyakina Free-lance corrispondente per la Germania, è uccisa da un soldato vicino alla città meridionale russa di Budyonnovsk;
67. Shamkhan Kagirov. Reporter per il quotidiano di Mosca Rossiyskaya Gazeta e il giornale locale Vozrozheniye, è colpito e ucciso in un agguato in Cecenia. Tre agenti di polizia locale che viaggiavano in automobile con lui vengono anch'essi uccisi;
68. Viktor Pimenov. Fatalmente colpito alla schiena da un cecchino posizionato sul tetto di un edificio a Grozny;
69. Nadezhda Chaikova. Il suo corpo è stato trovato sepolto nel villaggio ceceno di Geikhi bendato e recante segni di percosse. La causa della morte è un colpo d'arma da fuoco;
70. Supian Ependiyev. Muore in un affollato mercato all'aperto nel centro di Grozny, in un raid che causò l'uccisione o il ferimento di centinaia di persone. Secondo altre fonti, mori due giorni dopo;
71. Ramzan Mezhidov. Uccisi in un attacco aereo a un convoglio di rifugiati lungo la Rostov-Baku, strada da Grozny a Nazran nella vicina Inguscezia;
72. Vladimir Yatsina, corrispondente per ITAR-TASS, è rapito e ucciso da un gruppo di Wahhabis;
73. Roddy Scott. Ucciso nella repubblica russa di Inguscezia. Soldati russi hanno trovato il suo corpo nella regione di Galashki, vicino al confine con la Cecenia, a seguito di una sanguinosa battaglia tra le forze russe e un gruppo di combattenti ceceni;
74. Magomedzagid Varisov, scienziato politico e giornalista, è colpito a morte nei pressi della sua abitazione a Makhachkala. Aveva ricevuto minacce e aveva chiesto, senza ottenerla, l'aiuto della polizia locale. Sharia Jamaat ha rivendicato la responsabilità per l'uccisione;
75. Dmitry Krikoryants;
76. Yvan Scopan;
77. Sergei Krasilnikov;
78. Rory Peck;
79. Igor Belozyorov;
80. Vladimir Drobyshev;
81. Aleksandr Sidelnikov;
82. Aleksandr Smimov;
83. Yuri Soltis;
84. Dmitry Kholodov;
85. Viatcheslav Rudnev;
86. Vladislav Listyev;
87. Vadim Alferyev;

88. Felix Solovyov;
89. Viktor Pimenov;
90. Viktor Mikhailov;
91. Ramzan Khadzhiev;
92. Larisa Yudina;
93. Anatoly Levin-Utkin;
94. Supian Ependiyev;
95. Eduard Markevich;
96. Natalya Skryl;
97. Roddy Scott;
98. Adlan Khasanov;
99. Pavel Makeev;
100. Maksim Maksimov;
101. Andrei Soloviev;
102. Grigol Chikhladze;
103. Stan Storimans;
104. Anastasia Baburova, 25 anni, studentessa della scuola di giornalismo. Inseguiva il sicario di Stanislav Markelov, già avvocato di Anna Politkovskaya, difensore delle famiglie dei ceceni rapiti e torturati dalle milizie filorusse, e della famiglia di Elza Kungayev, stuprata e uccisa da militari russi, per conto della quale aveva appena promosso un ricorso contro la scarcerazione del colonnello russo Yurij Budanov, responsabile dell'episodio. Anastasia è morta per un colpo di pistola sulla faccia sparato dal sicario che aveva appena assassinato alle spalle Markelov;
105. Magomed Evloev, fondatore di un sito web molto critico nei confronti dell'amministrazione della repubblica russa d'Inguscezia (Ingushetiya.ru);
106. Serghiei Protazanov, tipografo impaginatore di un giornale locale di opposizione di Khimki, alle porte di Mosca;
107. Natalya Estemirova, Novaya Gazeta, Kaukazsky Uzel;
108. Telman (Abdullah) Alishayev, TV-Chirkei;
poco dopo l'aggressione a Kashin è intervenuto il Presidente russo Medvedev dichiarando che «Chiunque sia l'autore di questo crimine sarà punito, qualunque sia la sua posizione nella società e quanto ha realizzato. Li troveremo. Non c'è alcun dubbio»;
una lettera aperta al presidente, firmata da un numero crescente di giornalisti, ricorda che soltanto quest'anno sono stati uccisi in Russia otto reporter. E che gli omicidi rimasti insoluti, dal 2000, sono 19;
in un comunicato, Joel Simon, direttore esecutivo di Committee to Protect Journalists, un'organizzazione no profit indipendente che promuove la libertà di stampa nel mondo difendendo il diritto dei giornalisti a riportare le notizie senza paura di rappresaglie, ha dichiarato che, per quanto sia importante che il Presidente Medvedev abbia detto di voler trovare e punire i responsabili, ciò non di meno ritiene che il Governo abbia considerevoli responsabilità per quanto accaduto. Vengono infatti fatte promesse, aperte inchieste e celebrati processi, ma le condanne sono rarissime. Il Governo russo è quindi responsabile perché, non riuscendo mai a risolvere questi crimini, ha creato una cultura di impunità -:
se il Ministro interrogato non ritenga di promuovere, in ambito comunitario e internazionale, una posizione più incisiva nei confronti del Governo russo, al fine di chiarire le responsabilità di questa aggressione e, più in generale, per chiedere, con ferma convinzione, una piena tutela della libertà di stampa e dei diritti umani.
(4-09589)