XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 27 luglio 2010

TESTO AGGIORNATO AL 29 LUGLIO 2010

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a distanza di oltre un anno dal sisma in Abruzzo non risultano ancora quantificati i danni subiti dagli edifici essendo stati censiti solo i livelli di danneggiamento, peraltro con modalità sommarie che non consentono di ricavare una stima economica dei danni;
a distanza di oltre un anno dal sisma l'attività istruttoria delle pratiche non risulta ancora svolta dai comuni ma appaltata ai due consorzi RELUIS e CINEAS (che fan capo a FINTECNA) i cui costi si aggirano sui 940 euro a pratica e tempi di espletamento estremamente lunghi, con la conseguenza che ad oggi solo un'esigua percentuale dei progetti presentati è stata approvata;
nonostante il passaggio, dalla fase dell'Intervento d'emergenza coordinato alla protezione civile a quella della ricostruzione affidata al commissario, la governance della ricostruzione presenta vari problemi legati alla mancata individuazione dei compiti e dei ruoli degli enti locali e dello Stato;
in particolare, gli enti locali non sono ancora in condizioni di procedere alla predisposizione dei piani di ricostruzione con la struttura tecnica di missione che, istituita in febbraio, non è ancora operativa per mancanza di dotazione come ad esempio una sede;
le risorse finanziarie finora stanziate non risultano inoltre sufficienti neppure per pagare i costi di attività già svolte come ad esempio quelli relativi all'alloggiamento di terremotati presso strutture alberghiere sulla costa;
il 15 per cento dei documenti unici di regolarità contributiva (DURC) risultano falsi e, mancando una preselezione delle ditte abilitate, vi sono gravi rischi di infiltrazione mafiose e di inoperatività -:
quando e come si intenda procedere alla quantificazione dei danni economici degli edifici anche al fine di programmare con certezza le copertura economica necessaria alla ricostruzione elemento particolarmente rilevante in un momento di grande ristrettezza economico-finanziaria;
se e come si intenda affidare ai comuni l'attività istruttoria delle pratiche anche al fine di contenerne costi e tempi agevolando la redazione dei piani di ricostruzione;
se e come si intendano definire i rapporti tra le competenze straordinarie attribuite al commissario e le competenze ordinarie statali esclusive o concorrenti chiarendo la distinzione tra i compiti statali di commissario e vicecommissario e i compiti istituzionali specifici di presidente di regione e sindaco;
come si ritenga definire le fonti strutturali dei gettiti fiscali destinati al finanziamento della ricostruzione;
come si intenda fronteggiare, anche alla luce delle precedenti esperienze, il problema di pubblica sicurezza legato ai rischi di infiltrazione mafiose-camorristiche nella ricostruzione.
(4-08175)

BITONCI e STUCCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
venerdì 24 luglio 2010 un violentissimo fortunale si è abbattuto nel Nord Italia, ed in particolare in Veneto, dove si sono registrati i danni maggiori come

ampiamente riportato nella stampa locale e nazionale, oltre che su tutti i telegiornali nazionali;
le province maggiormente colpite dalla tempesta di acqua, grandine e vento sono state quelle di Verona, Vicenza, Venezia e Padova. In quest'ultima provincia danni ingentissimi si sono registrati a Montegrotto Terme, ad Albignasego, a Noventa, a Ponte San Nicolò, e più genericamente in tutta l'area prossimale ai colli euganei. Le raffiche di vento, che hanno superato i 120 chilometri orari, hanno devastato civili abitazioni, insediamenti produttivi ed industriali, strade, coltivazioni, edifici pubblici e privati, strutture alberghiere e termali; la grandine caduta abbondantemente ha distrutto autovetture, piantagioni, frutteti, tegole e molto altro; i danni, ancora in via di quantificazione, sono purtroppo destinati sicuramente ad attestarsi nell'ordine di svariati milioni di euro, senza contare il danno economico subito dagli albergatori della zona termale che hanno visto fioccare le disdette alle prenotazioni effettuate dai clienti, spaventati dalla furia degli elementi;
tali violenti fenomeni atmosferici diventano nel tempo via via sempre più frequenti, e risulta estremamente arduo se non impossibile, tanto per i singoli cittadini quanto per le categorie economiche colpite, fronteggiare le ingentissime spese per riparare i danni causati da tali devastanti calamità naturali -:
se e quali urgenti iniziative il Governo intenda assumere per venire incontro alla popolazione colpita dal fortunale del 24 luglio 2010;
in che modo si intendano reperire i fondi necessari al ripristino delle strutture private e pubbliche danneggiate, ed al mancato guadagno da parte dei coltivatori e degli agricoltori che non avranno la possibilità di raccogliere i frutti del proprio lavoro, a causa delle coltivazioni andate purtroppo completamente distrutte.
(4-08194)

ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
già in passato l'interrogante ha chiesto chiarimenti, anche numerosi atti ispettivi, sulla collocazione ministeriale e gerarchica della Guardia costiera, che svolge utili e diversificati compiti a tutela della navigazione, dei fruitori del mare, dei laghi e delle spiagge, non senza numerosi interventi di contenimento o soccorso di clandestini che cerchino di entrare via mare nel nostro Paese -:
se si intendano assumere iniziative, anche normative, al fine di considerare come «corpo» la Guardia costiera, definendo a chi debba gerarchicamente ed organizzativamente fare riferimento nel momento in cui svolge iniziative ed operazioni così varie e diversificate.
(4-08201)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Financial Times ha rivelato, il 24 luglio 2010, che la casa petrolifera britannica BP comincerà un'attività di ricerca petrolifera al largo della Libia, nel golfo della Sirte, già «nelle prossime settimane». Indiscrezione confermata dal portavoce del gruppo David Nicholas. L'accordo tra Tripoli e Bp vale 900 milioni di dollari ed è stato siglato nel 2007. La profondità prevista per il pozzo è di 1.700 metri. Ovvero 200 metri più in basso della piattaforma Deepwater Horizon, al largo della Louisiana. La notizia è stata ripresa il giorno successivo da molti organi di stampa italiani fra cui Il Sole24 ore e La Repubblica;

la nuova trivellazione prevista dalla British Petroleum è particolarmente critica, perché si dovrebbe effettuare a grandi profondità, sembra la più profonda al mondo, e questo è un elemento di ulteriore insicurezza in caso di incidente;
esattamente dieci giorni fa, Janez Potocnik, commissario europeo all'ambiente, ha annunciato che Bruxelles stringerà i controlli sulle esplorazioni petrolifere offshore. E il suo collega all'energia, Gunther Oettinger, gli ha fatto subito eco, suggerendo ai Governi europei di seguire l'esempio della Norvegia e di istituire una moratoria sulle perforazioni in mare, almeno fin quando non saranno chiarite le cause del disastro nel golfo del Messico;
sempre dieci giorni fa, Shokri Ghanem, capo della National Oil Corporation libica, ha chiesto alla British Petroleum di accelerare le previste attività di perforazione nel golfo della Sirte. «Noi non sospendiamo nulla - ha detto Ghanem a un'agenzia di stampa - e buona parte delle trivellazioni saranno proprio in acque profonde»;
la Convenzione di Espoo del 1991 ha stabilito le regole e princìpi di collaborazione tra gli Stati sugli impatti ambientali transnazionali, ma la Libia, al 20 maggio del 2010, non l'ha ancora ratificata. Ma è altrettanto vero che la Libia ha firmato, invece, la Convenzione di Barcellona sulla protezione del Mediterraneo;
ogni Stato ha la sua sovranità, ma ha anche il diritto di verificare che le scelte di uno non danneggino tutti gli altri. È evidente che la tecnologia esistente non è in grado di garantire il controllo degli eventi, soprattutto a quelle profondità. Se quello che è successo nel golfo del Messico avvenisse nel Mediterraneo, gli effetti sarebbero esponenzialmente più devastanti;
questo perché il sistema delle correnti marine nel Mediterraneo è molto complesso, ma in generale si può dire che le correnti di profondità si muovono verso l'Atlantico, mentre quelle più superficiali si dirigono verso oriente. Siccome il petrolio è più leggero dell'acqua e viene a galla, a meno che non venga bombardato di solventi come sta facendo la Bp in Louisiana, un eventuale incidente in Libia colpirebbe prima di tutto le coste di Israele, del Libano o della Turchia. Ma a confronto con gli oceani, il Mediterraneo è una pozzanghera. Una perdita di petrolio a grandi profondità avrebbe effetti nefasti dovunque, inclusa la Sicilia o la Sardegna;
è altrettanto importante sottolineare che proprio in seguito all'incidente nel golfo del Messico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha da poco promosso l'introduzione nel codice ambientale, del divieto a trivellare a meno di cinque miglia dalle coste, che salgono a dodici miglia nel caso delle aree marine protette, ovviamente per i permessi alla trivellazione ancora da concedere. Il che, come sanno bene al Ministero, non risolve i potenziali problemi;
il Mediterraneo, bacino di estrema fragilità biologica, ma anche di straordinaria ricchezza di biodiversità, è quotidianamente minacciato dall'eccessiva antropizzazione, dalla cementificazione delle coste, dalla pesca, soprattutto, dall'inquinamento. Il trasporto marittimo di petrolio greggio e l'aumento dell'attività estrattiva rappresentano uno dei principali e più preoccupanti rischi per il Mare Nostrum, sia per il forte rischio di incidente, con conseguente sversamento di prodotti oleosi e inquinanti in mare. Il Mar Mediterraneo, inoltre, conta già la più alta percentuale di catrame pelagico al mondo pari a 38 milligrammi per metro cubo;
per ottenere dal colonnello Gheddafi il nulla osta alla trivellazione nel golfo della Sirte, sembrerebbe che la British Petroleum abbia fatto pressioni sul Governo britannico perché favorisse il rilascio del terrorista libico Abdel al-Megrahi, condannato all'ergastolo nel 2001 per la strage di Lockerbie e detenuto in Scozia. Megrahi che poi è stato liberato il 20 agosto del 2009 per le sue gravi condizioni di salute. A tal proposito, il Senato americano

ha convocato l'amministratore delegato di Bp, Tony Hayward, per chiedere chiarimenti sulla vicenda -:
se non intendano immediatamente promuovere, sia per la posizione geografica sia per la politica che il nostro Paese svolge nel bacino del Mediterraneo, un'azione internazionale di tutela del bacino del Mediterraneo presso il Governo Libico affinché si fermi l'avvio di questa nuova trivellazione, particolarmente critica sia perché si dovrebbe effettuare a grandi profondità, elemento di ulteriore insicurezza, sia perché, in caso di incidente in un mare chiuso e con un ricambio lentissimo, avrebbe come conseguenza una sciagura senza eguali.
(4-08190)

TESTO AGGIORNATO AL 10 FEBBRAIO 2011

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

MARINELLO e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 12 febbraio 2008 è stata presentata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, da parte della «Mediterranean Wind offshore» di La Spezia, richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale per un impianto eolico offshore per un numero di 34 pali, da realizzarsi nelle acque territoriali del canale di Sicilia antistanti il comune di Butera e nelle immediate adiacenze di Licata. L'impianto occuperebbe un'area di 9,5 chilometri quadrati. Detto progetto avrebbe ricevuto già parere favorevole da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e parere contrario da parte del Ministero per i beni e le attività culturali;
l'azienda richiedente si starebbe rivolgendo al Tribunale amministrativo regionale del Lazio verso il parere contrario del Ministero per i beni e le attività culturali. Se il Tar dovesse dare ragione all'azienda, essa sarebbe libera di realizzare detto impianto;
un altro progetto per la realizzazione di un altro impianto offshore per la produzione di energia elettrica da fonte eolica, ubicato a tre miglia marine dalla costa, al largo dei comuni di Licata (Agrigento), Butera (Caltanissetta), e Gela (Caltanissetta) risulta essere stato trasmesso, ai sensi dell'articolo 23 del decreto legislativo n. 4 del 2008, da Enel Produzione s.p.a. e Moncada Energy Group s.r.l. al comune di Licata in data 7 luglio 2008 (numero di protocollo generale 27572) con allegati una copia del progetto, una copia dello studio di impatto ambientale e una copia della sintesi tecnica. Detto impianto prevede la realizzazione di 115 pali di altezza totale, dal pelo dell'acqua, di 158 metri e del diametro di base di 6 metri, occupando un'area di 54 chilometri quadrati;
in data 8 agosto 2009 è stata presentata richiesta di concessione demaniale marittima per 238.650 metri quadrati di un'area marina a due miglia dalle coste prospicienti le città di Licata, Palma di Montechiaro ed Agrigento, per 30 anni, allo scopo di realizzare una centrale per la produzione di energia alternativa (eolica offshore), costituita da 156 aerogeneratori, condotte sottomarine e cabine elettriche di trasformazione;
vasta eco ed allarme ha provocato la notizia dalla concessione della valutazione di impatto ambientale in tutte le popolazioni interessate che già da tempo si erano attivate ed avevano manifestato la loro contrarietà con delibere dei consigli comunali e delle amministrazioni dei comuni di Gela, Butera, Licata, Palma di Montechiaro ed Agrigento, la nascita di comitati spontanei e la netta presa di posizione di diverse categorie produttive;
si teme che il fine della realizzazione di queste opere non sia quello di generare energia elettrica da fonti rinnovabili e non fossili, ma quello di acquisire i tanto ambiti certificati verdi e tutta la contribuzione

pubblica allo scopo prevista; non si capirebbero diversamente progetti per 309 pali in totale e tutti in quell'area;
tra le categorie produttive maggiormente preoccupate vi è quella turistica che negli ultimi anni ha visto la città di Licata arrivare ad un volume di posti letto di 2.000 unità, che in tutto il litorale raggiungono 5.000 unità; vi sono inoltre progetti di primarie aziende turistiche per la realizzazione di altri villaggi turistici ed altri resort tali da far aumentare la ricettività di altre 3.000 unità;
ulteriori preoccupazioni sono state espresse dalla marineria locale (oltre 180 imbarcazioni iscritte solo al Circomare di Licata), che vedrebbero compromesso il loro futuro, perché non essendo barche di altura, pescano in quelle aree. Effetti nefasti, inoltre, ne deriverebbero sulla flora e sulla fauna marina, perché i fondali verrebbero sconvolti. Inoltre, è stato reiterato il decreto da parte dell'assessorato di competenza, cooperazione, commercio, artigianato e pesca, con il quale Licata viene riconosciuta quale città a prevalente economia turistica e come città d'arte e quindi i programmi di sviluppo del territorio licatese, così come anche dei comuni di Gela, Butera e di Palma di Montechiaro ed ovviamente Agrigento, mirano allo sviluppo del settore turistico in considerazione della qualità del mare e del paesaggio, oltre che dei beni artistici, storici e monumentali. Al riguardo, si ricorda che la Soprintendenza del mare, nel proprio sistema territoriale informatico, ha rilevato ben 8 siti di interesse culturale subacqueo nella zona. Il tratto di costa licatese e non solo, che è interessato dal progetto, risulta caratterizzato da una stratificazione storico-culturale riguardante le rotte di navigazione della Magna Grecia, le guerre puniche e lo sbarco dell'VIII Armata USA del generale Patton nel luglio del 1943 con ben 942 unità navali;
secondo Polibio venne combattuta in quest'area, una tra le più notevoli battaglie navali dell'antichità. Durante la prima guerra punica i cartaginesi, con 250 navi e 15.000 marinai, affrontarono i romani del console Marco Attilio Regolo, condottiero di 230 navi e ben 97.000 tra soldati e marinai. A testimonianza di ciò, risultano ritrovamenti di relitti e reperti subacquei proprio in prossimità delle aree interessate dal progetto, non ultimo il ritrovamento della straordinaria nave di 21 metri con il corredo di antico vasellame, oltre che rarissimi «Askoi» con figure rosse, che è stata definita il più importante relitto greco del mediterraneo. Infine, per ultimo e non per importanza, non si è minimamente tenuto conto che il golfo di Gela e il tratto di costa che arriva sin davanti alla valle dei templi è un'area fortemente interessata a notevoli flussi migratori di fauna aviaria. Garzette, cormorani, sgarze dal ciuffetto, tarabusini, aironi, spatole, fenicotteri ed altri uccelli ancora troverebbero la morte sulle spiagge, immolate sull'altare di un falso ambientalismo -:
se non ritenga assolutamente indispensabile riconsiderare le valutazioni della commissione per l'impatto ambientale sull'impianto eolico proposto dalla «Mediterranean wind offshore», valutando meglio i danni che deriverebbero alle popolazioni interessate, per non gravare sulle già provate economie coinvolte caratterizzate da percentuali di disoccupazione assai pesanti e da disagio sociale al limite della sopportabilità, ritirando il proprio assenso al primo parco eolico e non concedendolo agli altri due, anche per evitare possibili ripercussioni sull'ordine pubblico.
(4-08185)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
da notizia di stampa si apprende che il Ministro, a seguito delle scelte di contenimento

della spesa pubblica, intenderebbe interrompere per l'anno 2011 i finanziamenti per i Comitati nazionali di cui alla legge 1o dicembre 1997 n. 420;
il Ministro intenderebbe finanziare soltanto il Comitato per la celebrazione di Camillo Benso Conte di Cavour nell'ambito del 150o dell'Unità d'Italia;
nell'anno 2011 ricorrerà il centenario della nascita di Carlo Bo, eminente letterato italiano senatore a vita che ha caratterizzato decenni della nostra cultura;
la fondazione Carlo Bo ha presentato nei termini la richiesta di istituzione e finanziamento del Comitato;
il Comitato proposto comprende altissime personalità del nostro Paese che sono collegate alle attività del Professor Carlo Bo, magnifico rettore dell'università di Urbino (che oggi porta il suo nome) per oltre 50 anni e, alla sua attività letteraria che coinvolge Milano e Firenze nonché la nativa Liguria;
il progetto sobrio ed essenziale intende valorizzare la figura del Carlo Bo nei vari aspetti della sua prolifica attività;
nell'eventualità della soppressione dei finanziamenti non si comprenderebbe come una personalità di tale importanza non venga degnamente celebrata con la partecipazione attiva dello Stato, considerato che ha «servito» la Repubblica anche in qualità di senatore a vita;
la scelta di «totale» cancellazione di istituzione e finanziamento dei comitati appare del tutto inopportuna;
sarebbe meglio comprensibile una «riduzione» dei finanziamenti ed una «selezione», anche drastica, limitandosi alle personalità più importanti -:
se le notizie diffuse corrispondano al vero;
se vi siano atti formali in tal senso;
se il Ministro non intenda invece promuovere azioni di riduzione di finanziamento e di più stringente selezione che permetterebbero l'istituzione ed il finanziamento del centenario della nascita di Carlo Bo.
(5-03293)

TESTO AGGIORNATO AL 15 SETTEMBRE 2010

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DIFESA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
il colonnello pilota Gianmarco Bellini in forza alla Aeronautica militare italiana prendeva parte alla guerra del golfo nel 1990-91;
la sera del 17 gennaio 1991 fu comandato di partecipare alla prima ondata del primo attacco, decollò col suo tornado e, unico a poter eseguire il rifornimento, proseguì l'azione da solo fino all'obiettivo stabilito;
dopo l'attacco fu abbattuto dal nemico e fatto prigioniero per 47 giorni, in cui fu sottoposto a torture fisiche e psicologiche;
liberato il 3 marzo 1991, fu ricoverato su una nave militare USA come «prigioniero di guerra liberato» e gli venivano diagnosticate due fratture alla colonna vertebrale ed una alla mandibola;
tornato in patria il Presidente della Repubblica volle insignirlo di medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione: «Comandante di "Tornado" impegnato nella sua prima, difficile operazione bellica notturna contro obiettivi militari fortemente difesi, riusciva ad effettuare, in presenza di condizioni meteorologiche avverse, il previsto rifornimento in volo e decideva, con chiaro sprezzo del pericolo e senza esitazione, di continuare da solo la missione che gli era stata affidata. Raggiungendo l'obiettivo, subito dopo aver sganciato il carico bellico a

bassissima quota su un deposito di munizioni iracheno veniva fatto segno ad intenso fuoco contraereo. Sceso ulteriormente di quota sul deserto in piena oscurità, veniva colpito dalla violentissima reazione contraerea che rendeva ingovernabile l'aeromobile. Lanciandosi assieme ai navigatore veniva fatto prigioniero. Manteneva, in mani nemiche, un contegno fermo ed esemplare, nonostante le violenze fisiche e morali subite. Chiaro esempio di professionalità, dedizione e coraggio, degno erede di una luminosa tradizione.» - Cielo del Kuwait, 18 gennaio 1991 -:
se sia stato riconosciuto sullo stato di servizio del colonnello Gianmarco Bellini il periodo di guerra cui ha preso parte con l'operazione ONU in Iraq, denominata «LOCUSTA», dal 25 settembre 1990 al 7 marzo 1991;
conseguentemente, se le ferite riportate in combattimento riconosciute dalla commissione medica militare, siano state messe a matricola e conteggiate come tali ex articolo 93 del regolamento per la disciplina delle uniformi;
in caso contrario per quale motivo vi sia questa evidente quanto ingiusta discrasia.
(2-00798) «Gidoni, Brigandì, Luciano Dussin».

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da informazioni di stampa si è appreso che il giorno 25 luglio 2010 un militare del contingente italiano impiegato in Afghanistan si sarebbe tolto la vita utilizzando l'arma in dotazione -:
a quante missioni avesse partecipato il militare di cui in premessa e con quale incarico;
se avesse presentato domanda per prendere parte alle missioni internazionali oppure fosse stato precettato dall'autorità militare;
quali immediate iniziative intenda intraprendere il Ministro per prevenire altri casi simili e quali siano le procedure mediche utilizzate per verificare l'idoneità psico-fisica del personale destinato a prestare servizio presso il contingente italiano in Afghanistan;
quali siano le forme di assistenza che il Ministero della difesa intenderà erogare ai familiari del militare deceduto.
(4-08181)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
gli articoli 31, 32, 33 e 34 della legge n. 212 del 1983 e gli articoli 14, 16 e 17 del decreto legislativo n. 196 del 1995 disciplinano le procedure e le modalità per l'avanzamento al grado superiore del personale militare sottufficiale;
il Coir del comando squadra aerea dell'Aeronautica militare, con la delibera n. 2 del 12 gennaio 2010, ha portato all'attenzione dell'autorità militare la problematica dei sergenti appartenenti al 5o corso inseriti nell'aliquota di avanzamento fissata al 31 dicembre 2008 e non ancora promossi ancorché il procedimento di avanzamento è ad «anzianità» e non «a scelta», quindi legato alla sola verifica dei soli requisiti stabiliti dalla norma;
nella medesima delibera è stato evidenziato che nello status di militare l'avanzamento al grado superiore rappresenta una crescita in termini professionali che si traduce anche in un riconoscimento economico che, seppur minimo, risulta quanto mai utile in questo particolare momento di evidente crisi economica;
nel contempo, i paritetici corsi sergenti dell'Esercito e della Marina sono stati regolarmente promossi creando situazioni

paradossali in cui gli appartenenti al 5o corso dell'Aeronautica attualmente sono divenuti degli inferiori di grado di personale con pari o minore anzianità. In particolare, l'avanzamento del 5o corso sergenti dell'Esercito si è concluso in appena nove mesi e tra non molto verrà promosso il 6o corso -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga doveroso intervenire affinché siano completate le procedure di valutazione in atto;
quali siano le motivazioni che hanno impedito all'amministrazione della difesa di concludere il procedimento di valutazione relativo all'aliquota di avanzamento fissata al 31 dicembre 2008 e quale immediate iniziative intenda intraprendere affinché lo stesso sia concluso e in quanto tempo.
(4-08182)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, ZAMPARUTTI e STUCCHI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
presso l'aeroporto militare di Istrana, dal 17 al 19 maggio 2010, si è svolta una riunione dei comandanti dei reparti del comando delle forze da combattimento dell'Aeronautica militare;
dagli atti in possesso emerge una durata complessiva delle attività di lavoro di circa 6 ore in due giorni (escludendo buffet d'accoglienza, coffee break, foto ricordo, pranzo di Corpo, trasferimenti da e per l'albergo e ristoranti, e altro);
il personale interessato alla riunione sarebbe stato alloggiato presso l'hotel 4 stelle lusso BHR di Paese (TV) ed avrebbe cenato presso i ristoranti «Astoria» (località Crevada) e «Asolo Golf Club» (località Cavaso del Tomba);
il 18 maggio 2010 il generale Carmine Pollice, avrebbe preso parte alla riunione, in qualità di comandante della squadra aerea;
la direttiva aeronautica SMA-ORD-035 prevede l'obbligo di utilizzo di infrastrutture militari per il vitto e l'alloggio -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e per quali motivi, in un periodo di forte crisi economica come quello che sta attraversando il Paese, non siano stati utilizzati sistemi di videoconferenza di cui è ampiamente dotata la forza armata;
quali siano stati i mezzi di trasporto utilizzati dai comandanti degli enti e dei reparti dipendenti dal comando della squadra aerea per recarsi alla riunione e rientrare alla propria sede di servizio e quali siano i costi sostenuti;
quanto personale militare sia stato impiegato a supporto della predetta riunione e quali siano stati i costi complessivi sostenuti dall'amministrazione della difesa, compresi gli oneri per la retribuzione delle ore di lavoro straordinario e per l'uso di mezzi per i trasferimenti dei convenuti.
(4-08183)

TESTO AGGIORNATO AL 10 FEBBRAIO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
fino all'anno 2006, il comune di Cividale gestiva «un servizio socio-assistenziale residenziale (struttura protetta per anziani) per il tramite di un'istituzione ex articoli 113 e 114 del decreto legislativo n. 267 del 2000;
in forza di quanto della legge regionale del Friuli Venezia Giulia n. 13 del 2003, l'amministrazione comunale ha deliberato (atto n. 37/2006) la costituzione «ex novo» dell'azienda pubblica di servizi alla persona «casa per anziani» avente «fini socio-assistenziali e socio-sanitari» non discendente dalla trasformazione di

un'IPAB di cui alla legge n. 6972/1890, ma conseguente alla trasformazione di un soggetto diverso, un'istituzione, quale organismo strumentale dell'ente locale per l'esercizio dei servizi sociali;
la trasformazione risulta autorizzata dalla regione a far data dal 1o gennaio 2007;
si è posto, quindi, il problema relativo all'applicazione dell'IRAP e, in particolare, del regime agevolato previsto dalla legge n. 266 del 2005 in forza della quale le regioni che si sono avvalse delle facoltà dell'articolo 21 del decreto legislativo n. 460 del 1997 (esenzione IRAP per le ONLUS) possono estendere il regime agevolato in materia di IRAP anche alle aziende pubbliche di servizi, succedute alle IPAB;
la regione Friuli, con legge 2 del 2006, ha stabilito in tal senso;
in seguito all'interpretazione accolta dall'Agenzia delle entrate, tali benefici non potrebbero applicarsi al di fuori del caso in cui l'azienda pubblica di servizi alla persona derivi dalla trasformazione di un preesistente IPAB;
ciò comporta un'evidente disparità di trattamento tra soggetti pubblici che eseguono le stesse finalità -:
quali iniziative, anche normative, intenda assumere per porre fine a tale ingiustificata disparità di trattamento;
se rientri nella potestà legislativa regionale la facoltà di disporre per l'esenzione dell'IRAP nei casi come quello segnalato;
se non ritenga opportuno, quantomeno, verificare la possibilità, nel frattempo, di stabilire l'applicazione dell'aliquota minima a tutti i casi in cui a svolgere i servizi alla persona siano aziende pubbliche allo scopo istituite, in modo da ridurre il costo dei medesimi servizi.
(5-03296)

TESTO AGGIORNATO AL 10 FEBBRAIO 2011

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

VANNUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Corriere Adriatico in data 26 luglio 2010 dà notizia di rischio di crolli nel carcere di Fossombrone in provincia di Pesaro Urbino che interesserebbero l'ala ponente;
in considerazione di tale rischio, sarebbero stati trasferiti circa 30 detenuti;
il carcere di Fossombrone ha una sezione di massima sicurezza ed ospita 170 detenuti;
il carcere di Fossombrone, pur nelle generali difficoltà di organico, risponde in maniera fondamentale alle esigenze penitenziarie del Paese e si caratterizza per una corretta gestione ben integrata nel territorio -:
se la notizia diffusa dalla stampa corrisponda al vero;
se il Ministero sia stato informato e quali iniziative siano previste per ripristinare le funzionalità e la piena capienza della casa di reclusione di Fossombrone, anche in considerazione della carenza di posti di reclusione che si registrano nel nostro Paese.
(5-03294)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Mattino nella sua edizione del 21 gennaio 2010 pubblicava un articolo del giornalista Giuseppe Crimaldi, dal significativo titolo: «L'archivio dei fascicoli? Un angolo nel parcheggio», corredato da una significativa fotografia, che mostra montagne di incartamenti che giacciono abbandonate in un

angolo del parcheggio, e la didascalia che spiega: «Così finisce al vento il lavoro di giudici e avvocati»;
in particolare, si tratta di centinaia e centinaia di falconi abbandonati, gettati alla rinfusa come carta straccia per terra, «tutto tristemente abbandonato alle intemperie, in un angolo del parcheggio della caserma Garibaldi»;
già in passato aveva suscitato sorpresa e indignazione il servizio trasmesso dalle «Iene» su «Italia Uno», nel quale il giornalista documentava la disarmante vulnerabilità del nuovo palazzo di Giustizia, al centro direzionale: lo si vedeva sfilare un fascicolo da uno dei tanti armadietti che rimanevano aperti e incustoditi nei corridoi della Torre A, sede della giustizia civile;
nella caserma Garibaldi, sede dei giudici di pace, la situazione appare, se possibile, perfino peggiore: il gabbiotto poco distante, si legge nell'articolo, è «stracolmo di cartelline e fascicoli che arrivano al soffitto. Esplode di carte, la caserma Garibaldi. Non c'è più dove conservare la documentazione, e allora qualcuno ha pensato bene di abbandonare migliaia di incartamenti nel parcheggio, con buona pace ovviamente del diritto alla privacy delle persone finite in un processo, ma anche della raccolta di dati che potrebbero essere utili, se non indispensabili, nel caso in cui i tempi dei ricorsi portino al terzo grado di giudizio»;
nel citato articolo, si riporta anche lo sconsolato giudizio dell'avvocato Angelo Pisani: «Ecco come si amministra la giustizia qui a Napoli...Sa quanto tempo serve, adesso, per ottenere copia di una sentenza di primo grado? Siamo arrivati a sette mesi; e la legge dispone un periodo massimo di sei mesi per presentare i motivi di appello. Incredibile»;
incredibili appaiono inoltre le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli oltre duecento giudici di pace di Napoli: «in una stanza ci sono anche tre scrivanie, per altrettanti giudici, letteralmente assediati da una folla vociante di convenuti... carte ovunque. E anche in questo caso ci si chiede dove inizi e dove finisca il diritto alla riservatezza di ognuno. È un porto di mare, la caserma Garibaldi. Lo si intuisce già pochi metri dopo il sontuoso cancello d'ingresso: basta dirigersi verso l'ascensore che serve i quattro piani dell'edificio. La fila per poter salire in ufficio si snoda per oltre trenta metri» -:
se quanto riferito nell'articolo in questione corrisponda a verità;
se, essendo trascorsi sei mesi da quando l'articolo è stato pubblicato, nel frattempo la situazione sia mutata, e comunque quali interventi si sono adottati, promossi e sollecitati a fronte di quanto sopra esposto ed evidenziato;
in caso negativo, a cosa si debba questa inerzia;
se non si ritenga di doversi attivare per accertare le cause di quanto accaduto.
(4-08179)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il signor Rocco Rispoli di Locri, testimone di giustizia, per aver coraggiosamente denunziato gli usurai della pericolosa cosca Cordì della 'ndrangheta calabrese, alcuni mesi fa aveva avuto la garanzia di poter essere assunto quale dipendente presso la locale amministrazione comunale;
dopo mesi, però, il signor Rocco Rispoli il quale, grazie alle sue denunzie, congiunte con quelle del testimone Luca Rodinò, ha portato all'importante operazione «SHARKS» condotta, contro il sistema mafioso dell'usura, con ben 25 arresti contro le 'ndrine dei Cordì di Locri, non ha ancora visto esaudito l'impegno assunto dall'amministrazione comunale di Locri, a causa del parere negativo formulato dal dirigente dell'ufficio personale -:
se non ritenga necessario ed urgente assumere iniziative normative per assicurare

il supporto occupazionale a tutti quei cittadini che acquisiscono lo status di testimone di giustizia, e le cui denunzie aiutano ad assicurare una reale attività di contrasto alle varie organizzazioni.
(4-08191)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i comuni sono tenuti a collaborare con l'amministrazione della giustizia nella conservazione e cura dei locali dove essa viene svolta, ad esempio nella manutenzione degli immobili dei tribunali;
il Ministero rimborsa, poi, in parte, i fondi spesi dagli enti locali per manutenzioni ordinarie e straordinarie degli edifici;
un sempre più evidente ritardo di questi rimborsi porta i comuni a gravi difficoltà economiche ed incertezza nelle loro entrate;
occorre stabilire criteri obbiettivi ed equi circa i tempi di rimborso e le quote che il Ministero si deve accollare per questi lavori -:
se non si ritenga necessario chiarire quali debbano essere i tempi ed i termini dei rimborsi ai comuni per le spese da loro sostenute nelle manutenzioni ordinarie e straordinarie dei tribunali nonché nella fornitura degli altri servizi loro richiesti.
(4-08196)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i comuni sede di tribunale del Piemonte, tra i quali il comune di Verbania, vantano un credito nei confronti del Ministero della giustizia per lavori di sistemazione del locale tribunale nonché per le spese sostenute per la messa in sicurezza, controllo, illuminazione, riscaldamento dei locali e altro;
il credito sta aumentando di anno in anno ed attualmente ha raggiunto importi assai ingenti -:
quando e in quale misura si ritenga di poter provvedere al pagamento delle somme dovute ed arretrate.
(4-08202)

TESTO AGGIORNATO AL 10 FEBBRAIO 2011

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

TRAPPOLINO, BOCCI, SERENI, VERINI e GOZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto anticipato da fonti di informazioni nazionali e regionali, l'ENAC avrebbe trasmesso al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti il «Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano», documento messo a punto da One Works, Kpmg e Nomisma e che il Ministro Altero Matteoli ha definito, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore il «nocciolo del futuro piano nazionale degli aeroporti»;
la stampa di questi giorni riferisce che il «Rapporto» prevede la chiusura o il drastico ridimensionamento di 24 scali aeroportuali, in ragione dell'esiguo bacino di utenti o di insormontabili problematiche infrastrutturali;
tra gli scali destinati alla soppressione o al drastico ridimensionamento figura anche l'aeroporto di Sant'Egidio di Perugia, unico scalo della regione Umbria dedicato al trasporto aereo. Il carattere strategico di questa infrastruttura, ordinato secondo una logica nazionale di distribuzione di almeno uno scalo per regione, è stato più volte evidenziato dallo stesso presidente dell'ENAC Vito Riggio;
negli ultimi tempi l'aeroporto di Sant'Egidio ha incrementato notevolmente i flussi di passeggeri (124 mila nel 2009, con un incremento dell'8,2 per cento rispetto

all'anno precedente) e, secondo quanto affermato dalla regione Umbra, l'obiettivo degli enti e della società di gestione è di arrivare a quota 500 mila all'anno;
le prospettive di crescita e il ruolo strategico dello scalo aeroportuale di Perugia hanno rappresentato la cornice all'interno della quale è stata firmata, nel 2009, la «Convenzione per il potenziamento dell'aeroporto di Sant'Egidio tra regione Umbria, Enac e Presidenza del Consiglio dei ministri», per complessivi 42 milioni di euro, di cui 6 di Enac, 12 della regione Umbria e 24 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
se il «Rapporto» dell'ENAC dovesse davvero determinare in maniera incondizionata le decisioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, diventerebbe del tutto incomprensibile la firma della sopramenzionata Convenzione e ancora più incomprensibile lo sforzo finanziario per lavori di potenziamento il cui termine è previsto per il giugno 2011;
le previsioni di ridimensionamento e di chiusura dei 24 scali contenute nel «Rapporto» presentato dall'ENAC al Ministero corrispondono alla scelta di concentrare l'incremento di traffico aereo - previsto da qui al 2030 sia dalla Commissione Europea sia da Eurocontrol - nei grandi hub aeroportuali italiani, i quali saranno costretti a ricorrere a imponenti investimenti per adeguare i servizi e le strutture al nuovo carico. Se le indicazioni del «Rapporto» saranno accolte dal Ministro, l'Umbria si troverà tagliata fuori dalle opportunità offerte dal previsto aumento dei flussi di viaggiatori. Cosa particolarmente grave in considerazione della pesante debolezza in termini di infrastrutture viarie presenti in Umbria, e che rende l'intera regione di fatto marginale rispetto a questa grande occasione di sviluppo;
la chiusura o il ridimensionamento dell'aeroporto di Sant'Egidio di Perugia - vera porta di ingresso all'Umbria e infrastruttura a servizio di più vasta porzione di territorio che comprende Marche e Toscana - rappresentano quindi ipotesi funeste per una regione che ha fatto del turismo il suo secondo motore di sviluppo e che, grazie ad un sistema di offerte integrate, ha consentito a zone deboli e marginali di conservare la possibilità di produrre redditi e di tutelare tradizioni, paesaggi, produzioni agricole di qualità e risorse ambientali di grande pregio -:
se i contenuti del «Rapporto sulle strategie di programmazione per il sistema aeroportuale italiano» consegnato dall'ENAC al Ministro corrispondano alle anticipazioni fornite dalla stampa e, in particolare, se trovi riscontro l'ipotesi circa la soppressione o il drastico ridimensionamento dell'aeroporto di Sant'Egidio di Perugia;
quali siano le reali intenzioni del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti circa il futuro dell'aeroporto internazionale dell'Umbria/Perugia Sant'Egidio in considerazione sia della convenzione firmata un anno fa' da regione Umbria, Enac Presidenza del Consiglio dei ministri sia della fondamentale funzione strategica che questo scalo aeroportuale è chiamato a svolgere per garantire all'Umbria una decisiva opportunità di sviluppo.
(5-03295)

Interrogazioni a risposta scritta:

SCILIPOTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la manovra economica comporterà la riduzione dei corrispettivi per la fornitura dei servizi di trasporto pubblico locale (TPL) (ferroviario, filoferrotranviario e su gomma) derivanti dall'ex Fondo Nazionale Trasporti e successiva rivalutazioni e integrazioni, trasferiti alle regioni, per un ammontare variabile tra il 30 ed il 50 per cento;
sul lato delle tariffe, poiché i contributi coprono circa i 2/3 dei costi per la fornitura dei servizi di TPL, per mantenere invariati gli attuali livelli di servizio le tariffe potrebbero dover subire incrementi dal 60 al 100 per cento;

le conseguenze sul traffico dei centri urbani e sull'inquinamento ambientale derivanti dal maggiore ricorso al mezzo privato a causa della riduzione dei servizi di trasporto pubblico o dall'aumento delle tariffe, hanno ricadute in termini di maggiori costi sanitari, ambientali e la realizzazione di opere stradali;
le tariffe per l'utilizzo dei trasporti pubblici possono subire un incremento anche del 100 per cento, mentre l'adeguamento previsto per gli utilizzatori del mezzo privato consiste nell'aumento delle tariffe autostradali in misura limitata di due millesimi a chilometro, e ciò ha un effetto devastante nel già precario equilibrio tra utilizzo del mezzo privato e l'utilizzo, certamente più virtuoso e meno inquinante, del mezzo pubblico;
le conseguenze in termini di costi sociali, derivanti dal grave disequilibrio economico in cui cadrebbero le società di gestione dei servizi di trasporto pubblico, in gran parte private, incluso le Ferrovie dello Stato, di cui il Ministero è azionista, sono gravi;
c'è una contraddizione con quanto stabilito nel decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, ove, «per assicurare i necessari servizi di trasporto pubblico al fine della stipula dei nuovi contratti di servizio con Trenitalia S.p.A.» era stata autorizzata una spesa di 480 milioni di euro per gli anni 2009, 2010 e 2011, adeguando finalmente, dopo molti anni, l'ammontare degli stanziamenti pubblici ex Fondo Nazionale Trasporti;
c'è contraddizione con gli obiettivi di risparmio della spesa ove, con la legge n. 33 del 2009, sia stato imposto alle regioni di affidare i contratti di servizio per il trasporto ferroviario locale alla società Trenitalia S.p.A., soggetto monopolista di cui F.S. è azionista, pena la perdita dei finanziamenti del decreto-legge n. 185, quando detti contratti di servizio si sarebbero potuti affidare mediante gare ad evidenza pubblica europea, conseguendo risparmi economici nonché miglioramento della qualità dei servizi;
stante la durata minima dei contratti di anni 6 imposta dalla legge n. 33 del 2009, la prosecuzione di detti contratti per i tre anni successivi al 2011, vista la diminuzione dei trasferimenti statali alle regioni per il trasporto locale, diventa difficile;
i costi di esercizio del trasporto pubblico, ed in particolare di quello ferroviario, potrebbero essere notevolmente inferiori semplicemente mediante la revisione delle norme che ne regolano l'esercizio, con benefici sulla velocità commerciale e quindi maggiore soddisfazione da parte dell'utenza;
l'elenco delle opere infrastrutturali «essenziali, necessarie e connesse» legate all'EXPO 2015 è pari a 25 miliardi di euro, con un costo medio di 1.200 euro a visitatore, di cui 2/3 comunque italiani, e che tra queste opere ve ne siano molte di dubbia utilità, quali non meglio precisate «vie d'acqua e vie di terra», nonché altre che, benché siano da realizzarsi con finanziamenti pubblici, tecnicamente non potranno essere completate per il 2015 a causa dei tempi tecnici di realizzazione -:
se siano state valutate dal Ministro le conseguenze che potranno derivare a seguito della citata iniziativa normativa sul lato delle tariffe, in quanto, poiché i contributi coprono circa i 2/3 dei costi per la fornitura dei servizi di TPL, per mantenere invariati gli attuali livelli di servizio le tariffe potrebbero dover subire incrementi dal 60 al 100 per cento, con inammissibili ripercussioni economiche, considerato anche il difficile momento economico, su anche quanti usufruiscono dei trasporti pubblici, in particolare i pendolari e le loro famiglie;
se siano state valutate dal Ministro le conseguenze che si potranno avere sul traffico dei centri urbani e sull'inquinamento ambientale derivanti dal maggiore ricorso al mezzo privato a causa della riduzione dei servizi di trasporto pubblico o dall'aumento delle tariffe, nonché le conseguenti ricadute in termini di maggiori costi sanitari, ambientali e la realizzazione di opere stradali;

se siano state valutate dal Ministro le conseguenze in termini di costi sociali, derivanti dal grave disequilibrio economico in cui cadrebbero le società di gestione dei servizi di trasporto pubblico, in gran parte private, incluso le Ferrovie dello Stato, di cui il Suo Ministero è unico azionista;
come sarà possibile, stante la durata minima dei contratti di anni 6 imposta dalla legge n. 33 del 2009, la prosecuzione di detti contratti per i tre anni successivi al 2011, vista la diminuzione crei trasferimenti statali alle regioni per il trasporto locale;
se il Ministro sia a conoscenza del fatto che i costi di esercizio del trasporto pubblico, ed in particolare di quello ferroviario, potrebbero essere notevolmente inferiori semplicemente mediante la revisione delle norme che ne regolano l'esercizio, con benefici sulla velocità commerciale e quindi maggiore soddisfazione da parte dell'utenza;
se il Ministro sia a conoscenza del fatto che l'elenco delle opere infrastrutturali «essenziali, necessarie e connesse» legate all'EXPO 2015 sia pari a 25 miliardi di euro, con un costo medio di 1.200 euro a visitatore di cui 2/3 comunque italiani, e che tra queste opere ve ne siano molte di dubbia utilità, quali non meglio precisate «vie d'acqua e vie di terra», nonché altre che, benché siano da realizzarsi con finanziamenti pubblici, tecnicamente non potranno essere completate per il 2015 a causa dei tempi tecnici di realizzazione, e se non ritenga opportuno effettuare una verifica della effettiva utilità di tali opere, selezionando solamente quelle strettamente necessarie e inserite in un apposito piano regionale della mobilità.
(4-08184)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con l'orario invernale 2009 Trenitalia aveva soppresso ogni fermata di treni internazionali alla stazione di Verbania Fondotoce, creando una situazione di vivo disagio in questo capoluogo di provincia;
a seguito di reiterate proteste sono state reintrodotte alcune fermate di treni internazionali ma solo per il periodo estivo, fermate che verrebbero soppresse già a partire dal mese di settembre 2010 -:
se non si ritenga di dover proseguire in questo esperimento, considerato che pochi mesi certo non possono bastare per valutare l'efficacia e l'utilità di una singola fermata ferroviaria, quando essa permette di connettere un vasto bacino di utenza, non solo turistico, come quello rappresentato dalla zona del Lago Maggiore.
(4-08195)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

LARATTA e ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'imprenditore calabrese Giuseppe Maccarone di Filandari (Vibo Valentia), che da sempre si rifiuta di piegarsi alla «legge del pizzo», denuncia pubblicamente di essere rimasto da solo nella sua lunga battaglia. Da quanto si evince, sono circa 30 anni che il signor Maccarone subisce ogni genere di intimidazioni, attentati, minacce e danneggiamenti alla sua persona, a quella dei suoi congiunti, ai beni e agli immobili di sua proprietà, nonché alla sua stessa attività di commerciante in automobili nel comune di Filandari (Vibo Valentia);
il signor Maccarone non si è voluto mai piegare alle minacce, non ha mai ceduto nonostante una serie interminabile di avvertimenti e di attentati. Non ha mai voluto arrendersi, ha sempre resistito nonostante tutto. Ma ora non ce la fa più. Ed

è per questo che attraverso un appello pubblico, raccolto dagli organi di informazione regionale (vedi il Quotidiano della Calabria del 25 luglio 2010), chiede alle istituzioni di non lasciarlo più da solo, di intervenire, di scoprire i responsabili dei tanti attentati subiti, gli ultimi dei quali nel corso della scorsa settimana;
segnali chiari, forti, sempre più decisi, e poi attentati e perfino colpi di pistola contro la casa rurale della madre del signor Maccarone, la quale è prematuramente scomparsa per lo shock, proprio in seguito ad una delle tante sparatorie avvenute mentre lei era da sola in casa. Ed è per questo che ora il signor Maccarone chiede una risposta forte e decisa dallo Stato e dalle istituzioni, diversamente sarà costretto ad arrendersi;
il signor Maccarone ha presentato decine di denunce, ma finora non è successo niente, non è stato scoperto nessuno dei responsabili e dei mandanti. Nonostante ciò, non ha mai ceduto al racket, non si è mai piegato, è sempre andato avanti;
ma il signor Maccarone ha dichiarato che intende mollare. Per non pagare il pizzo è costretto a lasciare, andare via, ricominciare altrove -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti;
cosa intenda fare per tutelare e proteggere il signor Maccarone;
come intenda evitare che si lasci la Calabria sotto il peso delle minacce e degli attentati che riceve da decenni;
come intenda intervenire per assicurare ogni supporto affinché gli autori degli attentati vengano assicurati alla giustizia e perché simili atti non abbiano più a ripetersi ai danni di un cittadino onesto e coraggioso come il signor Maccarone.
(4-08197)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
sono ormai annose le denunzie che il gruppo di opposizione, coordinato da Alba Nanci, del comune di Pianopoli (Catanzaro), avanza, in particolare sui problemi di natura ambientale che coinvolgono quel territorio;
nei primi giorni del mese di luglio 2010, i carabinieri della compagnia di Lamezia Terme hanno sottoposto a sequestro un'area della lunghezza di oltre 4 chilometri costeggiante il fiume Gaggia che dai monti presilani, dopo avere attraversato anche la piana di Lamezia Terme venendo utilizzato per l'irrigazione, sfocia nel golfo di Sant'Eufemia, dove a 200 metri di profondità è stato di recente scoperto il «corallo nero»;
il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla procura della Repubblica di Lamezia Terme che ha concordato con quanto raccolto dai militari dell'Arma dei carabinieri nel corso delle attività d'indagine;
nell'ambito della stessa indagine sono stati anche emessi cinque avvisi di garanzia;
naturalmente l'inquinamento del fiume Gaggia era stato oggetto delle denunzie del gruppo consiliare di opposizione del comune di Pianopoli (Catanzaro) fatte al nucleo operativo dei carabinieri di Lamezia Terme;
nella notte tra il 25 e 26 luglio 2010, un incendio di natura dolosa ha distrutto la macchina di proprietà della famiglia di Alba Nanci, consigliere comunale di minoranza del comune di Pianopoli -:
quali urgenti iniziative si intendano assumere, affinché venga garantita la sicurezza alla consigliera Alba Nanci.
(4-08200)

TESTO AGGIORNATO AL 10 FEBBRAIO 2011

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

TOCCAFONDI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la scuola materna denominata «Madonna dei Braccini» e situata a «La Borra», località del comune di Pontedera (Pisa), necessita di una terza sezione per soddisfare le esigenze di una frazione che si è notevolmente espansa negli anni;
la scuola sopraccitata è una scuola statale, quindi di competenza del Governo nazionale;
per l'anno scolastico 2009/2010, questa terza sezione è stata in qualche modo attivata, anche attraverso il finanziamento specifico da parte della regione Toscana. La regione si è impegnata a finanziare una terza sezione anche per l'anno scolastico 2010/2011, facendo però presente che non rientra nella sue competenze e che, quindi, non può garantire un finanziamento anche per l'anno scolastico successivo;
il Governo ha recentemente autorizzato l'istituzione di una nuova sezione di scuola materna nel territorio dell'Unione dei comuni della Valdera;
era compito dell'Unione indicare in quale comune questa sezione dovesse essere istituita;
il Governo, in assenza di un pronunciamento dell'amministrazione locale, ha assegnato una nuova sezione al comune di Bientina (la prima in ordine alfabetico);
se la regione Toscana non fosse intervenuta con mezzi propri, 34 bambini residenti nel comune di Pontedera non avrebbero trovato posto nelle scuole materne;
nell'anno scolastico 2011/2012, dunque, in assenza di uno specifico intervento governativo volto a istituire una terza sezione nella scuola «Madonna dei Braccini», più di 30 famiglie del comune di Pontedera rischieranno di trovarsi senza scuola materna per i propri figli -:
quali siano i criteri demografici che regolano l'istituzione e il finanziamento di nuove sezioni di scuola materna nei comuni;
se il Govemo possa prevedere, visto che se ne presenta la necessità, l'istituzione di una nuova sezione nella frazione «La Borra» nel comune di Pontedera (Pisa).
(4-08193)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

SCILIPOTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da qualche anno nella pubblica amministrazione, a causa del succedersi dei blocchi alle assunzioni in osservanza al decreto-legge n. 78 del 2009 così come modificato dalla legge n. 102 del 2009, si verifica l'increscioso fenomeno di un rallentamento dello scorrere delle graduatorie dei concorsi già espletati a causa della pratica di colmare consistenti vuoti di organico col ricorso a contratti di lavoro interinale;
questa prassi è contraria all'articolo 97, comma terzo della Costituzione, che indica espressamente il concorso pubblico come lo strumento fondamentale di accesso al lavoro nella pubblica amministrazione, al fine di garantirne il buon andamento e l'imparzialità, nonché la legalità e l'oggettività del merito per limitare fenomeni di clientelismo.
la legge prevede infatti delle eccezioni a tale principio solo in casi d'urgenza e la Corte costituzionale continua ad affermare a tale proposito che «l'area delle eccezioni» al concorso deve essere «delimitata in modo rigoroso» (sentenza n. 215 del

2009; sentenza n. 363 del 2006). Le deroghe, cioè, sono legittime solo in presenza di «peculiari e straordinarie esigenze di interesse pubblico» idonee a giustificarle (sentenza n. 81 del 2006). In altre parole, la deroga al principio del concorso pubblico deve essere essa stessa funzionale alle esigenze di buon andamento dell'amministrazione (sentenza n. 293 del 2009; sentenza n. 9 del 2010);
anche l'INPS, che nel 2008 ha intrapreso un processo di riorganizzazione che ha portato a una distribuzione ancora più capillare di sedi sul territorio e ha comportato numerose iniziative finalizzate ad offrire servizi sempre più numerosi, integrati, puntuali e funzionali ai cittadini, ha visto un aumento delle competenze e una costante e progressiva flessione della consistenza del personale rispetto alla pianta organica risultante da diversi documenti ufficiali dell'ente stesso e della Corte dei conti;
come altri enti, dato il blocco delle assunzioni e nelle more di procedure di concorso per la selezione del personale, ha proceduto a colmare i vuoti in organico stipulando appalti di somministrazione di lavoratori interinali;
il 24 marzo 2010 l'INPS ha sottoscritto un contratto con l'agenzia TEMPOR spa per la fornitura di 900 lavoratori interinali, per 4 ore giornaliere, per 12 mesi, con mansioni di «addetto all'acquisizione dati su supporto informatico ed ai sistemi di archiviazione», profilo equivalente alla posizione B1 del Contratto collettivo nazionale del lavoro degli enti pubblici non economici, specificatamente per il ruolo dell'area funzionale B, mentre il 25 giugno 2009 ne aveva assunti altri 750, per 4 ore giornaliere, per 3 mesi, sempre con le stesse mansioni e lo stesso inquadramento (i relativi avvisi sono disponibili sul sito internet dell'INPS). Inoltre, come denunciato dalle rappresentanze sindacali di base aderenti alla C.U.B. non di rado questi lavoratori interinali sono impiegati in attività di informazione all'utenza ed in altre mansioni non riconducibili alla mera attività di acquisizione prevista dal bando dell'appalto richiamato;
sotto l'aspetto economico, risulta peraltro che il costo finale dell'appalto per le assunzioni interinali non rappresenta un risparmio per la pubblica amministrazione, essendo addirittura economicamente più conveniente - fatte le debite proporzioni - l'assunzione a tempo indeterminato di tutti gli idonei del concorso rispetto al ricorso al lavoro somministrato. Infatti, il costo finale totale per la somministrazione dei 900 lavoratori interinali è di 23.397.877,40 euro, IVA al 20 per cento inclusa; mentre quello per i 750 dell'anno precedente è stato di 4.311.489,60 euro, IVA al 20 per cento inclusa. Al contrario dall'analisi della retribuzione tabellare del contratto collettivo risulta che la retribuzione di un impiegato, a tempo pieno e non solo per 4 ore giornaliere, inquadrato nella fascia B1 dell'INPS ammonta a 18.218,00 euro l'anno, che sale a 21.254 euro considerando la tredicesima e la quattordicesima mensilità. Aggiungendo a ciò le contribuzioni previdenziali e i buoni pasto, viene fuori che per un anno di lavoro l'INPS spenderebbe 10.321.947 euro se assumesse i 319 candidati che hanno superato tutte le prove del concorso;
attualmente si sono concluse le procedure di selezione per 50 posti nei ruoli del personale amministrativo dell'area funzionale B, area economica B1, con relativa pubblicazione della graduatoria in data 15 giugno 2010;
nonostante le mansioni per cui tanto spesso l'INPS ha fatto ricorso in questi anni al lavoro interinale siano proprio quelle dell'area B, i 319 idonei al concorso 50 posti dell'area B, posizione economica B1, selezionati su un numero di 25.000 candidati attraverso regolari prove in cui hanno profuso energie e risorse economiche, non hanno potuto apprezzare un significativo scorrimento della graduatoria;
per avanzare un legittimo diritto di precedenza nelle assunzioni, per contrastare eventuali nuove assunzioni di interinali

o rinnovi dei precedenti contratti che rallentino lo scorrimento della graduatoria in contrasto con l'articolo 97 Costituzione, si è costituito un comitato di idonei (CO.V.I.C. B1) che chiede una deroga al blocco delle assunzioni, l'ampliamento dei posti messi a concorso ed esprime la netta contrarietà all'utilizzo del lavoro interinale -:
quali iniziative si intendano adottare per risolvere le problematiche esposte in premessa;
se il Governo intenda promuovere l'assunzione di personale amministrativo stabile da parte dell'INPS nell'area funzionale B, facendo ricorso ai candidati risultati idonei al concorso appena concluso e ponendo dei limiti al ricorso improprio al lavoro interinale, per garantire il buon andamento della pubblica amministrazione, nel rispetto dell'articolo 97 della Costituzione.
(4-08173)

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SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

PEDOTO, SARUBBI, GRASSI e D'INCECCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni, è in corso a Vienna la diciottesima conferenza mondiale sull'AIDS e la maggior parte dei Paesi ha inviato un proprio delegato ufficiale;
la stessa Caritas internationalis ha denunciato la necessità dell'accesso universale ai farmaci e ai programmi di appoggio, invitando i Governi a «non abbandonare le popolazioni dei Paesi poveri»;
la stessa organizzazione cattolica ha ribadito che «non bisogna ridurre i finanziamenti ma aumentarli, bisogna rendersi conto che la cura per l'Aids è un investimento per il futuro e non un problema»;
l'Italia ha disertato tale appuntamento pur se non obbligatorio;
ciò si aggiunge, quasi a testimoniare, ad avviso degli interroganti, una scarsa attenzione e sensibilità del Governo anche sul piano degli obblighi internazionali, al fatto già noto che l'Italia è ancora carente rispetto all'impegno di corrispondere la quota annuale al Fondo globale per la lotta all'Aids -:
quale sia il reale intendimento del Governo rispetto agli obiettivi nazionali e internazionali di prevenzione e lotta all'Aids e come e se intenda dare attuazione alle indicazioni citate in premessa.
(5-03292)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dalla rubrica «Diario di iniziativa radicale», tratto dal Notiziario del Mattino, a cura della redazione di Radio Radicale, l'intervento di Valter Vecellio di venerdì 23 luglio 2010 focalizza l'attenzione sulle incidenze tumorali nel quartiere Virgiliana a Mantova, dove si concentravano le abitazioni dei lavoratori del grande polo industriale della Montedison, in seguito Enichem e ora Polimeri Europa;
proprio quest'area risulta ora spopolata, a causa dell'elevato numero di tumori contratti negli anni dai lavoratori: il cibo che hanno mangiato e l'aria che anno respirato per anni hanno provocato un'epidemia, che ha coinvolto anche piante e volatili;
è in corso un processo iniziato nel marzo 2010 nei confronti della Montedison, con il quale si tenta di dimostrare la relazione tra la settantina di morti, per tumori, tra i dipendenti che hanno lavorato per la società fino agli anni Novanta

e l'esposizione a sostanze tossiche, quali amianto e benzene, senza un'adeguata protezione;
la dottoressa Gloria Costani, medico di base con esperienza trentennale, denuncia la presenza di due «città» a Mantova: una in cui il numero degli abitanti che si ammalano rispetta la media nazionale, e l'altra Mantova nella quale gli abitanti, tra il 1988 e il 1994, presentavano una quantità di sarcomi dai tessuti molli (un tumore raro) con caratteristiche da epidemia;
l'Istituto superiore della sanità ha confermato che, chi vive in un raggio di un paio di chilometri dal polo industriale, ha il 25 per cento di possibilità in più, rispetto agli altri, di contrarre malattie -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno avviare un'ampia indagine, verificando la presenza di sostanze tossiche al momento attuale nell'area considerata, al fine di tutelare con adeguati provvedimenti la salute pubblica e l'ambiente.
(4-08174)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Stampa nella sua edizione del 19 luglio 2010, riferisce che circa 300 mila veterani dall'Irak e dall'Afghanistan risultano colpiti da sintomi della cosiddetta «malattia invisibile» «Ptsd», acronimo di «disordine da stress post-traumatico» che si verifica quando un individuo subisce colpi fisici o shock emotivi che causano mutamenti nel funzionamento del cervello, comportando malanni fisici o psichici, quali la perdita dell'orientamento, reazioni aggressive, vuoti di memoria;
in molti casi il «Ptsd» si manifesta come una «forte depressione» e viene classificato «Tbi» - la ferita traumatica cerebrale - la cui genesi, secondo uno studio del Dipartimento degli affari per i veterani, è comunque sempre riconducibile a eventi simili ovvero l'esplosione ravvicinata di bombe che investono blindati progettati per resistervi ma con sobbalzi tali da provocare danni cerebrali;
l'entità del fenomeno ha spinto la Casa Bianca a rivedere i regolamenti del Pentagono che rendevano lunga e complessa la prassi per assegnare i benefici economici alle vittime di «Pdts», pari a circa 2.700 dollari al mese: se finora si chiedeva ai soldati di documentare le circostanze dell'evento traumatico, adesso i dottori daranno la prevalenza all'importanza delle manifestazioni esteriori della malattia, senza chiedere la relativa documentazione;
le malattie più frequenti e diffuse dei militari impegnati in Irak e Afghanistan risultano essere disturbi del comportamento, ansia, depressione in seguito a trauma (nel 2009 17 mila soldati hanno avuto almeno un ricovero per problemi mentali); danni cerebrali causati da forti esplosioni per lo scuotimento della scatola cranica (nel 2009 ha colpito quasi cinquemila soldati, e causa soprattutto depressione e problemi cognitivi); problemi gravi all'udito, provocati dall'esposizione a rumori continui tra gli 85 e i 150 decibel, rumori che avrebbero provocato la parziale sordità ad almeno 100 mila soldati tra il 2003 e il 2010;
a questi danni e malattie, occorre aggiungere quanto causato dall'uranio impoverito, metallo a bassa radioattività ricavato dagli scarti per l'arricchimento del combustibile nucleare. Secondo alcune associazioni di veterani, 11 mila soldati sui circa 700 mila impiegati nella prima guerra nel Golfo sarebbero deceduti per la contaminazione, soprattutto per tumori del sangue;
la cosiddetta «sindrome del Golfo» ha colpito circa l'1 per cento dei 697 mila veterani della guerra del Golfo del 1991. I sintomi sono fatica, male alla testa, vertigine, perdita della memoria, problemi alla pelle, debolezza muscolare, difetti di nascita;

una sindrome si ipotizza legata alla demolizione dei depositi di armi chimiche di Saddam Hussein;
in Irak e Afghanistan, da anni operano anche reparti militari italiani -:
quanti militari risultino colpiti da «Ptsd», sindrome da stress post-traumatico;
quanti militari risultino colpiti da «Tbi», traumatic brain injury;
quanti militari risultino colpiti da problemi all'udito in seguito alla prolungata e continua esposizione ai rumori provocati da mezzi corazzati in movimento, spari, esplosioni;
quanti militari risultino colpiti da GWS, sindrome del Golfo;
quanti militari risultino colpiti dagli effetti dell'uranio impoverito;
quali provvedimenti e iniziative si siano approntate o si intendano approntare in relazione a quanto sopra esposto.
(4-08176)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
ogni anno un numero compreso tra 500 e 700 mila pazienti contrae infezioni in ospedale; l'80 per cento di queste, riguarda ferite chirurgiche, apparato respiratorio, urinario e infezioni sistematiche;
le cause più frequenti sono da addebitare a cateteri vascolari e resistenza agli antibiotici;
i reparti più a rischio di infezione risultano essere quelli di terapia intensiva, cardiochirurgia, medicina generale;
le linee guida con regole anti-batteriche che riguardino i camici, le uniformi, parti del corpo, vestiti, accessori, lavatrici, cambiamenti, spostamenti e quant'altro, risultano praticamente disattese -:
se non si ritenga necessario e opportuno attivarsi perché i camici bianchi siano vietati, in quanto potenziali fonti di infezioni batteriche e prescrivere che infermieri e primari indossino grembiuli di plastica, usa e getta, colorati;
se non si ritenga che l'uniforme indossata dal personale debba essere cambiata a ogni turno, per contrastare in questo modo le infezioni causate da batteri insidiosi quali lo stafilococco aureus, resistente agli antibiotici; e se non si intenda prescrivere che i medici visitino i pazienti con le braccia scoperte, perché risulterebbe che una delle vie di trasmissione è costituita dai polsini delle camicie.
(4-08177)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come hanno riferito numerosi quotidiani - a Livorno, quello che sembrava essere un incubo scongiurato è tornato a manifestarsi, dal momento che una donna di 42 anni è stata ricoverata ed è risultata affetta da encefalite spongiforme, meglio conosciuta come virus della «mucca pazza»;
la diagnosi lascia poche speranze, e, ora, la donna si trova nel reparto di cure palliative in condizioni disperate;
alla paziente il morbo era già stato diagnosticato nel 2009: l'Istituto superiore di sanità aveva già confermato la «positività» al morbo di Creutzfeldt-Jackob, e aveva segnalato il caso al Ministero della salute;
si tratta del secondo caso della malattia registrato in Italia: il primo colpì una donna siciliana nel 2002 -:
se si sia in grado di stabilire come e dove la paziente abbia contratto il virus;
quali iniziative il Ministero abbia adottato o intenda adottare, promuovere e sollecitare in relazione al caso sopra evidenziato.
(4-08178)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere:
se confermi o meno le dichiarazioni che gli vengono attribuite, e che avrebbe reso ai giornalisti C. Sabelli Fioretti e G. Lauro, conduttori della trasmissione Un giorno da pecora su Radio Due, e in particolare che le cravatte dei medici e dei sanitari in genere sarebbero «un covo di batteri», e che per questo sarebbe auspicabile non fossero indossate in ospedale, e che le cravatte indossate dai medici mentre visitano i pazienti sono «grande fonte di infezione, la maggiore che esiste nel corpo di un uomo. La pericolosità di questo indumento che raramente finisce in lavatrice è stata scientificamente dimostrata dagli esperti, al punto che una direttiva britannica nel 2006 la abolisce nelle corsie londinesi...la cravatta è sempre la stessa. La cambi ogni giorno e non la lavi mai. E non puoi sterilizzarla ogni volta»;
se non si ritenga conseguentemente introdurre divieti specifici sulla falsariga delle precise norme già in vigore in altri Paesi quali la Gran Bretagna.
(4-08180)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Giornale di Sicilia, nella sua edizione del 6 luglio 2010, con un articolo della giornalista Aurora Pullara, riferiva della inquietante situazione di grandi cumuli di lastre e vasche di materiale tossico, eternit in particolare, abbandonati per strada nella città di Palermo e nel suo circondario;
in particolare, si segnala la presenza di materiale tossico e di eternit, abbandonato a Sferracavallo, a pochi metri dalla scogliera, a Partanna, nella discarica in via Spinasanta, nel villaggio di Santa Rosalia, accumuli di eternit in una discarica di via Roccella, lastre cancerogene abbandonate in via Lanza di Scalea; una vasca di eternit che fa da contenitore di immondizie abbandonata nel marciapiede di viale Lazio; rifiuti tossici in via Monti Iblei a Resuttana; una discarica abusiva in via Maccionello, a due passi dall'entrata dell'ospedale Cervello; nel quartiere Libertà, recipienti di eternit abbandonati davanti alla scuola elementare Rapisarda;
ci si trova di fronte a vere e proprie minacce alla salute dei cittadini, dal momento che si tratta di rifiuti di materiale altamente tossico le cui fibre si disperdono nell'aria e si insinuano nella catena alimentare -:

quali urgenti iniziative, anche per il tramite del commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella provincia di Palermo, si intendano promuovere, adottare e sollecitare in ordine a quanto sopra evidenziato.
(4-08186)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Repubblica nella sua edizione del 1o giugno 2010 riferisce, a proposito di abusi negli esami diagnostici dalle analisi del sangue alle ecografie, che «se nella maggior parte dei casi inducono solo uno sperpero di denaro pubblico, nel caso di quelle che usano raggi X c'è da aggiungere il rischio del cancro. Nel 2007 negli Stati Uniti si sono eseguite 72 milioni di TAC. Ogni paziente riceve una dose di raggi X equivalente a quelle di molte decine di radiografie al torace. Si calcola che queste radiazioni produrranno 15 mila morti in più all'anno per tumore» -:
a fronte di quanto sopra esposto, quante siano le TAC che si sono effettuate tra il 2005 e il 2008;

se non si ritenga di dover approntare un'adeguata e capillare campagna di prevenzione e di informazione In relazione a quanto sopra evidenziato;
se si sia in condizione di calcolare quanti decessi In più per tumore le radiazioni abbiano prodotto tra il 2005 e il 2008.
(4-08187)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano La Repubblica, nella sua edizione del 1o giugno 2010 riferisce di abusi in campo chirurgico, facendo il significativo, e clamoroso, esempio dell'artroscopia, intervento utilissimo in numerose patologie, ma che nell'artrosi del ginocchio si è rivelata inutile;
nel citato articolo si riferisce che negli anni Novanta, negli Stati Uniti, ogni anno si effettuavano circa 650 mila artroscopie al ginocchio, per «ripulirlo» dalle lesioni dell'artrosi. Ma nel 2002 si è scoperto che chi subiva l'intervento non stava meglio di chi subiva un intervento finto che lasciava solo le cicatrici esterne, di fatto un placebo;
nonostante ciò, risulterebbe che in Italia l'intervento sia ancora praticato -:
quali iniziative, nell'ambito delle proprie prerogative e facoltà, si intendano adottare in ordine a quanto sopra esposto.
(4-08188)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come riferisce il giornalista Arnaldo D'Amico su La Repubblica del 1o giugno 2010, ogni anno circa cinquemila italiani, ricoverati volte per interventi chirurgici di routine, quali calcoli alla cistifellea, ernie addominali e altro, muoiono in seguito a infezioni incurabili esplose all'improvviso;
la causa di queste infezioni mortali sono batteri comuni come stafilococchi o streptococchi, diventati resistenti agli antibiotici: «forgiati da anni di somministrazioni indiscriminata (l'Italia spende 1,2 miliardi di euro l'anno per gli antibiotici), molti batteri hanno imparato a "difendersi" dai farmaci»;
ogni volta, riferisce il giornale, «che vengono presi per malattie dove sono inefficaci (raffreddore, influenza e ogni patologia virale), a scopo "preventivo" (prima di interventi odontoiatrici) o arrivano attraverso le carni perché dati negli allevamenti per prevenire le infezioni, se ne creano a bizzeffe. Poi se ne stanno acquattati negli ospedali e nelle stesse persone dove si sono sviluppati, tenuti a bada dal sistema immunitario. Ma appena le nostre difese hanno un cedimento, come avviene in molte patologie, dilagano nel corpo e non è più possibile fermarli. Drammatico il bilancio: i "super-batteri", oltre a portarsi via cinquemila cittadini, hanno consumato 100 milloni di euro di denaro pubblico solo per le giornate di degenza in più dei mal capitati. In Gran Bretagna hanno stimato in 1,6 miliardi di euro l'anno i costi medici e sociali causati dai ceppi resistenti del solo stafilococco» -:
quale sia la stima in Italia dei costi medici e sociali causati dai ceppi resistenti del solo stafilococco;
se non si ritenga di dover seguire l'esempio di molti Paesi europei - l'ultima in ordine di tempo, la Francia - che hanno avviato programmi per la riduzione dell'abuso di antibiotici.
(4-08189)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'associazione dei consumatori Codacons ha annunciato di aver promosso una class action, per chiedere alla produttrice di sigarette Bat Italia 10,5 miliardi di risarcimento da parte di 3,5 milioni di

fumatori; la Bat è accusata di aver aggiunto al tabacco dei ventisette marchi di sigarette prodotti oltre duecento additivi con lo scopo di aumentare la dipendenza del fumatore -:
di quali informazioni disponga in ordine agli ingredienti utilizzati nelle sigarette di cui in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, si siano adottate o si intendano adottare a tutela della salute del cittadino.
(4-08192)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la cava in località Cipriano Chianese costituisce, come ha scritto il geologo dottor Giovanni Balestri, nella sua relazione alla direzione distrettuale antimafia, una bomba ecologica che sta inquinando i pozzi di Giugliano con sostanze cancerogene e gravemente dannose alla salute;
la situazione risulta essere di particolare gravità dal momento che l'acqua di quei pozzi viene utilizzata per irrigare i campi che producono frutta e verdura, e dunque quelle sostanze dannose alla salute, attraverso la catena alimentare, giungono all'uomo;
si tratta di un'indubbia situazione di emergenza, che riguarda persone, animali e l'ambiente -:
quali urgenti iniziative, nell'ambito delle rispettive prerogative e facoltà, si intendano promuovere, sollecitare e adottare.
(4-08198)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dalla rubrica «Diario di iniziativa radicale», tratto dal Notiziario del Mattino, a cura della redazione di Radio Radicale, l'intervento dI Valter Vecellio di giovedì 22 luglio 2010 focalizza l'attenzione sulle incidenze tumorali a Gela;
nel comune in provincia di Caltanissetta, ogni anno si rilevano quantità straordinarie di bambini con gravi problemi di salute;
il presidente dell'Osservatorio salute e ambiente comitato famiglie e neonati malformati, Antonio Rinciani, ha spiegato che, se in 20 anni nel comune non è nato un diabetico, nel giro di 5 mesi ne sono nati 7. Inoltre, sono frequenti patologie alla tiroide, malformazioni cardiache e palatoschisi. A Gela è addirittura riconosciuto il primato mondiale di incidenze di ipospadia, una malformazione dell'apparato urogenitale;
diversi studi scientifici parlano della stretta connessione tra le malformazioni e la presenza del mercurio. Un operatore del reparto cloro-soda dell'Eni, ora colpito da un mieloma multiplo, ha raccontato delle 150 tonnellate di mercurio che ogni giorno vengono spazzate e raccolte dai dipendenti, mercurio che cola sugli addetti finendo sugli occhi e in bocca. Mercurio che viene scaricato in mare. Scarichi autorizzati;
i malati di tumore sono tanti a Gela, tuttavia mancano i servizi per la cura di tali malattie. Il dottor Maurizio Cirignotta, presidente del movimento polo oncologico, sottolinea la mancanza della radioterapia e dell'anatomia patologica. Al massimo, il dottor Cirignotta può offrire informazioni e consigliare i luoghi a cui rivolgersi per la cura (Ragusa, Catania, e altri);
a Gela si rileva la presenza, inoltre, di arsenico e altri veleni. Un tasso di disoccupazione del 55 per cento spiega, tuttavia, il motivo per cui si preferisca la malattia alla chiusura degli stabilimenti dell'Eni;
l'Eni, ogni anno, versa 3 milioni di euro al comune: ciononostante, tali fondi

non vengono utilizzati per opere di contenimento dell'impatto ambientale. Al contrario, sono immessi nel generico fondo degli affari generali; un fondo utile per mille esigenze (ad esempio la costruzione, in passato, di una fontana) -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti in premessa;
se, ai sensi della normativa vigente sia possibile effettuare scarichi in mare di mercurio e in tal caso se si intendano adottare iniziative normative fine di proibire tali operazioni che provocano danni irreparabili alla salute pubblica e all'ambiente;
se non ritengano opportuno avviare un'ampia indagine al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente, e nel caso, richiedere, per quanto di competenza, la chiusura degli stabilimenti Eni;
quali iniziative intendano adottare affinché gli addetti dell'Eni continuino a svolgere la loro pericolosa professione, garantendo loro le adeguate protezioni.
(4-08199)

...

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Angeli e altri n. 7-00377, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 luglio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Lamorte, Vignali, Antonione.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Luciano Dussin n. 4-00783, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Luciano Dussin e altri n. 4-01038, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Chiappori n. 4-02252, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 febbraio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Caparini n. 4-02616, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Luciano Dussin n. 4-02918, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 maggio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Chiappori e Bitonci n. 4-04149, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Chiappori n. 4-05110, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Crosio n. 4-05785, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 gennaio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Crosio e Caparini n. 4-08124, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 luglio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.