XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 14 aprile 2010

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La V Commissione,
premesso che:
il legislatore ha previsto, con varie disposizioni legislative, la possibilità di destinare risorse disponibili nei bilanci degli enti previdenziali o assistenziali pubblici e, in particolare, dell'INAIL, al finanziamento degli investimenti connessi al potenziamento del sistema produttivo e delle infrastrutture;
in particolare, le disposizioni contenute nell'articolo 11, comma 4, del decreto legislativo 16 febbraio 1996, n. 104, nell'articolo 194, comma 4, del codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e nel comma 480 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, prevedono, con diverse modalità applicative, l'utilizzo di risorse disponibili nei bilanci degli enti previdenziali e assistenziali pubblici, al fine di provvedere all'acquisto di immobili da destinare a finalità di pubblico interesse, alta realizzazione di infrastrutture attraverso il ricorso alla finanza di progetto, nonché al finanziamento di specifici progetti presentati dalle regioni, dalle province autonome, dagli enti locali e dagli enti inseriti nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione;
nella XV legislatura, il Governo, rispondendo all'interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-00435 Vannucci sullo stato di attuazione della predetta normativa, aveva attribuito il mancato utilizzo di un ingente ammontare di risorse riferite al quadriennio 2002-2005 ai vincoli all'incremento delle spese delle pubbliche amministrazioni disposti dalla legge finanziaria per il 2005 e, con particolare riferimento alle disposizioni di cui all'articolo 1, comma 480, della legge n. 266 del 2005, al ritardo nell'adozione del decreto ministeriale volto a definire i progetti ammissibili al finanziamento;
successivamente, in occasione della discussione della risoluzione 7-00192 Vannucci, il Governo ha precisato che comunque le risorse di cui al citato comma 480 erano state già impegnate dall'INAIL per altre finalità, in ragione della genericità di tale disposizione e della circostanza che le attività di finanziamento di progetti non rientrano tra i fini istituzionali dell'INAIL;
preso atto dello stato di sostanziale inutilizzo delle predette risorse, nella seduta del 28 giugno 2007 la Commissione bilancio della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione 8-00065 Vannucci, che impegna il Governo ad assicurare l'effettiva disponibilità del complesso delle risorse stanziate per il quadriennio 2002-2005 oltre che ad apportare le necessarie modifiche alla disciplina prevista dal citato comma 480 al fine di consentirne l'effettiva attuazione;
di recente, con l'interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-02632 Vannucci, sono state nuovamente richieste informazioni al Governo in merito all'attuazione delle disposizioni sopra richiamate e all'ammontare delle risorse da destinare ai vari progetti, nonché in merito alle iniziative eventualmente assunte per rimuovere gli ostacoli che fino ad ora hanno impedito l'utilizzo delle stesse risorse;
il Governo, in risposta a tali richieste di informazioni, si è limitato a fornire una ricostruzione della normativa vigente e a richiamare l'esistenza di vincoli che impediscono l'utilizzo delle risorse, senza tuttavia dare alcuna indicazione in ordine alle risorse effettivamente disponibili nei bilanci degli enti previdenziali e assistenziali per il finanziamento di interventi indispensabili all'innovazione del sistema produttivo ed infrastrutturale;
ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non appare sufficiente a giustificare la sostanziale mancata applicazione delle disposizioni legislative sopra ricordate l'accento posto dal Governo sulla circostanza che l'INAIL è soggetto alla normativa prevista dal decreto legislativo

n. 104 del 1996, ai sensi della quale gli investimenti immobiliari possono essere effettuati solo in forma indiretta, e sulla circostanza che gli enti previdenziali pubblici possono effettuare nuovi investimenti o dare corso a quelle operazioni giuridicamente perfezionate, sempre in via indiretta, nel limite del 7 per cento dei fondi disponibili;
i limiti posti dalla legislazione vigente appaiono, infatti, superabili mediante opportune corrette interpretazioni e/o modifiche normative che, pur non mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, garantiscano ai soggetti interessati un flusso di finanziamenti indispensabile per riattivare gli investimenti in settori strategici del sistema produttivo del nostro Paese;
il protrarsi nel nostro Paese della situazione di crisi impone al legislatore di individuare e valorizzare ogni strumento utile a garantire un adeguato livello di finanziamento per investimenti in progetti rilevanti per lo sviluppo socioeconomico del Paese nonché per sostenere le politiche abitative estremamente necessarie,

impegna il Governo:

ad operare tempestivamente una ricognizione delle risorse attualmente disponibili nei bilanci degli enti previdenziali e assistenziali pubblici, da destinare al potenziamento delle infrastrutture e del sistema produttivo, ai sensi della legislazione vigente e a riferire al Parlamento in ordine agli esiti della ricognizione effettuata;
ad elaborare una corretta interpretazione della disciplina legislativa vigente volta ad assicurarne la piena efficacia, consentendo, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, di superare i vincoli che fino ad ora hanno impedito l'utilizzo di tale fonte di finanziamento e di concentrare le risorse disponibili su interventi qualificanti per lo sviluppo sociale ed economico del Paese, nonché a valutare l'opportunità di promuovere le eventuali modifiche legislative che si rendano necessarie.
(7-00311) «Vannucci, Baretta, Misiani».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con recente decreto ministeriale sono state aumentate le tariffe postali per la spedizione di stampe, libri e periodici;
gli incrementi di tali tariffe sono stati di importo percentualmente molto elevato;
di tali aumenti non era stata data preventiva comunicazione ai rispettivi editori che spesso avevano già provveduto alla determinazione dei prezzi degli abbonamenti 2010 senza tener conto dell'incremento molto sensibile delle spese postali -:
se non si ritenga di rivedere tali determinazioni tenendo conto sia delle difficoltà dell'editoria, sia della diversa specializzazione, valore, qualità delle diverse forme di edizioni, non potendosi parametrare nello stesso modo iniziative culturali o politiche con - ad esempio - quelle specificatamente commerciali;
quali esiti abbiano avuto i preannunciati incontri tra il Governo ed i rappresentanti delle diverse categorie editoriali.
(4-06779)

PORFIDIA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la pluralità delle fonti d'informazione è un principio basilare per il giusto funzionamento di ogni democrazia moderna.

L'attività delle imprese radiofoniche e televisive locali è fondamentale per garantire quella pluralità informativa che rende ogni giorno vivo e fecondo il rapporto tra i cittadini, le istituzioni ed il proprio territorio. Con l'attuazione della riforma federalista le emittenze locali saranno chiamate a svolgere un ruolo sempre più importante rispetto all'attuale;
il comma 1, lettera e) dell'articolo 10-sexies del decreto-legge 13 dicembre 2009, n. 194, convertito con modificazioni dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25 pubblicato sul supplemento ordinario n. 39 alla Gazzetta Ufficiale n. 48 del 27 febbraio 2010 ha soppresso le provvidenze editoria di cui all'articolo 11 della legge n. 67 del 1987, all'articolo 8 della legge n. 250 del 1990 e all'articolo 23 della legge n. 223 del 1990, che venivano annualmente riconosciute dalla Presidenza del Consiglio dei ministri a favore delle imprese radiofoniche e televisive locali;
tali provvidenze hanno contribuito, negli anni, all'affermazione del ruolo dell'emittenza locale nell'informazione sul territorio e allo sviluppo dell'occupazione nel comparto;
tale occupazione ha permesso anche la stipula, nell'ottobre 2000, tra l'associazione di categoria delle emittenti locali Aeranti-Corallo e la FNSI, sindacato dei giornalisti, del contratto collettivo nazionale di lavoro, rinnovato da ultimo nel gennaio 2010, con il quale vengono disciplinati i rapporti di lavoro giornalistico nelle imprese radiofoniche e televisive locali;
la soppressione delle provvidenze editoria interviene in un contesto di forte difficoltà economica per le emittenti locali, derivante dalla crisi del mercato pubblicitario e dall'esigenza di realizzare importanti investimenti per la transizione alle trasmissioni in tecnica digitale;
tale soppressione è intervenuta, peraltro, in modo retroattivo, a decorrere dal 1o gennaio 2009, con la conseguenza che le emittenti locali avevano svolto l'attività informativa nel corso dell'anno 2009, confidando nel riconoscimento delle provvidenze;
il Senato della Repubblica nella seduta in data 25 febbraio 2010 ha approvato l'ordine del giorno n. G10-sexies.100 che impegna il Governo, tra l'altro «a prevedere, anche al fine di garantire il pluralismo dell'informazione, l'inclusione delle imprese di radiodiffusione sonora e televisiva di carattere locale fra i soggetti beneficiari dei contributi all'editoria per l'annualità 2009 e per le annualità successive»;
sussiste infine anche un ritardo nell'emanazione dei decreti di riconoscimento delle provvidenze editoria relative agli anni 2007 e 2008 -:
come il Governo intenda operare anche al fine di garantire il pluralismo dell'informazione, per l'inclusione delle imprese di radiodiffusione sonora e televisiva di carattere locale tra i soggetti beneficiari dei contributi all'editoria per l'annualità e per le annualità successive dando così attuazione al citato ordine del giorno;
come la Presidenza del Consiglio dei ministri intenda operare per recuperare il ritardo nell'emanazione dei decreti di riconoscimento delle provvidenze editoria per le imprese radiofoniche e televisive locali, relative agli anni 2007 e 2008;
se il Governo non ritenga opportuno prendere provvedimenti per sostenere le emittenze locali al fine di garantire il massimo grado di pluralismo dell'informazione e sostenere anche economicamente l'intero settore.
(4-06781)

GIULIETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge del 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge del 27 febbraio

2004, n. 46, ha introdotto nell'ordinamento italiano una serie di agevolazioni tariffarie postali finalizzate a sostenere la copertura parziale dei costi sostenuti dalle imprese editrici di quotidiani e di periodici iscritte al registro degli operatori di comunicazione (ROC), dalle imprese editrici di libri, dalle associazioni ed organizzazioni senza fini di lucro e dalle associazioni le cui pubblicazioni periodiche abbiano avuto riconosciuto il carattere politico dai gruppi parlamentari di riferimento per le spedizioni di prodotti editoriali, nonché da parte di sindacati, di associazioni professionali di categoria e di associazioni d'arma e combattentistiche, per la spedizione dei bollettini dei propri organi direttivi;
il medesimo decreto-legge ha stabilito che l'ammontare delle predette tariffe agevolate viene determinato con apposito decreto ministeriale, anche in funzione del rispetto del limite di spesa previsto, applicando la tariffa più bassa per le spedizioni di stampe periodiche la cui tiratura per singolo numero non superi le 20.000 copie;
in attuazione di quanto previsto dal predetto decreto-legge, il decreto del Ministro delle comunicazioni del 13 novembre 2002 ha fissato la tariffa base, fino a 200 grammi, pari a 0,2830 euro e quella agevolata pari a 0,1245 euro a copia per le spedizioni effettuate dagli editori iscritti al ROC, mentre per gli editori non profit la tariffa base è stata fissata a 0,0785 euro e quella agevolata a 0,0615 euro;
con l'articolo 10 del decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, le tariffe agevolate stabilite dal decreto del Ministro delle comunicazioni del 13 novembre 2002 sono state aumentate del 7 per cento per gli importi annui relativi a ciascuna impresa beneficiaria di agevolazioni fino ad un milione di euro e del 12 per cento per gli importi annui relativi a ciascuna impresa beneficiaria di agevolazioni superiori al milione di euro;
con l'articolo 56, comma 4, della legge 23 luglio 2009, n. 99, è stato stabilito che, nelle more della liberalizzazione dei servizi postali e fino alla rideterminazione delle tariffe agevolate per la spedizione di prodotti editoriali di cui ai decreti del Ministero delle comunicazioni in data 13 novembre 2002, a decorrere dal 31 luglio 2009, il costo unitario cui si rapporta il rimborso in favore della società Poste italiane spa nei limiti dei fondi stanziati sugli appositi capitoli di bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri, «è pari a quello riveniente dalla convenzione in essere in analoga materia più favorevole al prenditore»;
per tali prodotti, pertanto, lo Stato si assume l'onere di versare alle Poste italiane spa la differenza tra costo unitario delle spedizioni e la tariffa agevolata pagata dagli editori;
in base a quanto previsto dall'articolo 56, comma 4, della legge 23 luglio 2009, n. 99, la tariffa riveniente dalla convenzione in essere in analoga materia più favorevole al prenditore che pratica la società Poste italiane spa è inferiore a 0,18 euro a copia;
con il recente decreto interministeriale del 30 marzo 2010, senza alcun preavviso, le tariffe agevolate per l'editoria, previste dal decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, sono state improvvisamente sospese senza alcun preavviso ai beneficiari;
appare all'interrogante inopportuno che alle associazioni ed organizzazioni senza fini di lucro venga ora applicata la tariffa base prevista per gli editori iscritti al ROC pari a 0,2830 euro e non più quella base finora fissata pari a 0,0785 euro -:
quali siano le motivazioni che hanno indotto il Governo a sospendere le tariffe postali agevolate per l'editoria previste da decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353;
quali siano le ragioni per le quali non abbia applicato le disposizioni previste dall'articolo 59, comma 4, della legge n. 99 del 2009, a decorrere dalla data di entrata in vigore della medesima legge;

se si intenda emanare un nuovo decreto ministeriale che, superando le previsioni del decreto interministeriale del 30 marzo 2010, garantisca ai legittimi beneficiari il riconoscimento di adeguate agevolazioni tariffarie postali e la continuità operativa di circa 8.000 testate, molte delle quali, altrimenti, destinate alla chiusura definitiva.
(4-06798)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

RENATO FARINA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, signor Hugo Chavez, ha stabilito rapporti organici di collaborazione e di sostegno reciproco con la Repubblica islamica dell'Iran;
il Presidente Hugo Chavez difende e finanzia il regime di Cuba;
il primo ministro della Federazione Russa Signor Vladimir Putin e il presidente Chavez hanno siglato vasti accordi tra i quali si prevede la fornitura al Venezuela di elicotteri e carri armati -:
quale sia la posizione italiana in merito a questi fatti, in particolare in relazione al rafforzamento militare perseguito da Chavez;
quale sia la posizione italiana in ordine allo stato della libertà di stampa e dei diritti civili in Venezuela.
(5-02752)

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la situazione economica e la necessità di contenere i costi generali dello Stato hanno costretto il Governo a significativi tagli nella finanza pubblica generalizzati sui diversi ministeri;
questi tagli hanno colpito anche il Ministero degli affari esteri e purtroppo le somme che sono destinate all'assistenza dei cittadini italiani all'estero, somme che sono andate progressivamente diminuendo negli ultimi anni;
questa riduzione di fondi colpisce particolarmente quelle persone in cattive condizioni economiche che in alcune parti del mondo non godono di adeguata protezione ed assicurazione sanitaria;
è il caso degli italiani residenti in America Latina e segnatamente in Venezuela dove di fatto l'assistenza sanitaria è minima, quando non del tutto inesistente -:
se siano state confermate polizze di assicurazione malattie per gli italiani residenti in Sudamerica e specificatamente in Venezuela che si trovino in comprovate difficoltà economiche;
quale intendimento il Ministero abbia maturato nei confronti di analoghe iniziative diffusasi in diversi Paesi sudamericani negli ultimi anni, a quanto siano ammontate le spese per le assicurazioni legate a polizze collettive e se e in che modo tali assicurazioni siano state rinnovate;
come si intenda procedere per garantire in ogni caso un minimo di assistenza ai numerosi italiani indigenti e senza cure mediche con particolare riguardo all'America del Sud, soprattutto per quegli anziani che più pesantemente devono affrontare le difficoltà economiche e sociali nei paesi di emigrazione;
se non si intendano favorire intese per permettere l'invio di medicinali dall'Italia ove la nostra comunità ne risultasse priva per carenze e contingenze locali.
(4-06778)

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la spiaggia della Pelosa nel comune di Stintino (Sassari) si affaccia sul golfo dell'Asinara, all'estremità nord-est di Capo Falcone ed è protetta dal mare aperto dai faraglioni di Capo Falcone, dall'isola Piana e dall'Asinara; questo tratto di litorale prende il nome dall'omonima torre aragonese, innalzata nel 1578, che si poggia sull'isolotto posto di fronte alla spiaggia e raggiungibile attraversando un guado naturale a piedi e superando l'altra bellissima spiaggetta de La Pelosetta;
la spiaggia della Pelosa è uno degli arenili più suggestivi e famosi d'Italia: il colore turchese, la trasparenza delle acque, la finissima sabbia bianca, la florida macchia mediterranea circostante fanno di questo tratto di litorale un unicum paesaggistico per tutta la costa sarda e un gioiello per tutto il Paese;
la peculiare bellezza di questo territorio ha contribuito a fare di Stintino una meta turistica di primo d'ordine nel panorama nazionale: nel periodo estivo sono infatti oltre 20.000 le presenze giornaliere registrate dagli operatori del settore della zona;
tuttavia il concentrarsi delle attività turistiche nella stagione estiva e l'alterazione degli ambienti litoranei dovuta al cambiamento climatico hanno comportato il progressivo smantellamento dei residui sistemi dunali, il depauperamento della flora e una progressiva erosione della spiaggia di Stintino;
a partire dal 2005 l'amministrazione comunale di Stintino e l'Ispra, già ICRAM, hanno avviato una proficua collaborazione tecnico-scientifica per salvaguardare l'inestimabile patrimonio costiero della spiaggia della Pelosa e, grazie ad un iniziale finanziamento di 300.000 euro del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'Ispra è stato incaricato di produrre uno studio per il recupero e la salvaguardia della spiaggia, attraverso la realizzazione delle prime opere di protezione delle dune costiere nel settore retrostante la spiaggia della Pelosa, l'installazione di 5 passerelle in legno, l'impianto di apposite barriere in canne e legno per consentire il deposito della sabbia;
agli studi avviati dall'Ispra stanno portando il loro contributo diverse università italiane e alcuni dei migliori centri di ricerca sulla protezione delle spiagge: l'università di Sassari, che si sta occupando della ricostruzione geomorfologica di buona parte del litorale del comune di Stintino, l'università di Cagliari, che si occuperà di determinare la capacità di carico, cioè della fruizione compatibile dal punto di vista ambientale del tratto costiero che comprende la spiaggia della Pelosa, l'università di Firenze che dovrà occuparsi della ricostruzione morfodinamica della spiaggia e l'università di Padova che studierà la petrografia, cioè l'origine delle sabbie della Pelosa per comprenderne le caratteristiche che ne determinano la peculiarità;
una delle azioni previste dall'amministrazione comunale di Stintino per completare definitivamente il progetto di recupero della spiaggia della Pelosa riguarda l'arretramento della strada costiera che attualmente taglia il sistema dunale alle spalle della spiaggia. In questo modo si potrebbe ripristinare l'ambiente naturale preesistente e frenare il processo di erosione costiera in atto -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere iniziative volte a garantire il finanziamento di questo importante progetto di salvaguardia paesaggistica non solo per la particolare bellezza del litorale di Stintino e il delicato ecosistema da preservare all'interno della sua vocazione turistica, ma anche perché

l'azione combinata dell'Ispra e dei sopraccitati centri di ricerca costituisce uno dei più avanzati esempi di studio e salvaguardia a livello nazionale e internazionale in materia di erosione del litorale per cause ambientali e antropiche.
(4-06783)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il lago di Vico, in provincia di Viterbo, specchio d'acqua di origine vulcanica e cuore di un ecosistema di fauna e flora di assoluto valore, oltre a rappresentare un prezioso patrimonio naturalistico per l'area, è anche il serbatoio idrico di due comuni viterbesi, Ronciglione e Caprarola;
la risorsa sta da tempo diventando una minaccia, a causa dell'alto indice di inquinamento e del degrado in cui versa: un rischio sanitario e ambientale che preoccupa ormai tutta la cittadinanza, ma non a sufficienza le autorità competenti, che hanno sinora fornito blande rassicurazioni senza attivarsi concretamente e senza prendere in seria considerazione né i continui allarmi scientificamente giustificati, né le proposte giunte dai comitati che si sono venuti a formare nel tempo;
secondo quanto riporta il quotidiano Terra di martedì 13 aprile 2010, nelle acque sono presenti fitofarmaci, concimi chimici, mercurio, grandi quantità di arsenico, elemento cancerogeno frutto dell'origine vulcanica del lago. Inoltre, dal 2007 si registrano periodiche e consistenti fioriture dell'alga rossa (plankthotrix rubescens), capace di creare una microcistina dannosa per la salute umana, ma anche per la flora e la fauna lacustre;
due anni fa, dopo le sollecitazioni dell'Associazione italiana medici per l'ambiente Isde di Viterbo e in seguito agli esami dell'Arpa e dell'Asl, arrivava l'ordinanza (ad oggi mai revocata) del sindaco di Ronciglione che vietava la potabilità dell'acqua: disposizione, ad avviso degli interroganti, poco lungimirante e poco efficace, considerato che si tratta di un intero ecosistema compromesso;
il referente locale dei medici per l'ambiente e autrice del dettagliato esposto ai Ministri interrogati sulla situazione del lago di Vico, Antonella Litta, spiega: «Il problema è molto più complesso. Nelle acque sono presenti sostanze non solo cancerogene, ma che agiscono come interferenti endocrini, capaci di predisporre a malattie come il diabete. Per questo abbiamo chiesto il monitoraggio sulla popolazione, una misura necessaria e a lungo termine (da qui ai prossimi 15 anni) per stabilire quanto arsenico sia stato accumulato dalle persone»;
la contaminazione, infatti, avviene non solo attraverso il consumo dell'acqua potabile, ma anche da quella per uso domestico e immessa nella catena alimentare. Le minacce sono presenti nel pescato e anche nel quotidiano pane, poiché le sostanze in questione resistono alla cottura -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della gravità della situazione del lago di Vico sopra esposta;
se e quali iniziative abbiano adottato in seguito alla conoscenza del dettagliato esposto del referente locale dei medici per l'ambiente Antonella Litta;
se e quali misure, nell'ambito delle loro competenze, intendano intraprendere per sostenere e assicurare il monitoraggio sulla popolazione, quale misura necessaria e a lungo termine, e per portare significativi cambiamenti ad una realtà di intollerabile degrado.
(4-06791)

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nella risposta all'interrogazione 4-01350 del 20 ottobre 2008 a firma onorevole Realacci, Fontanelli, Gatti, il Ministro per i beni e le attività culturali, onorevole Sandro Bondi, ha confermato di aver inserito e finanziato nella programmazione ordinaria di lavori pubblici, annualità 2007-2009, per un importo di euro 1.000.000 con previsione di un ulteriore finanziamento di pari importo per l'annualità 2008, l'intervento di ricostruzione del prezioso campanile della basilica romanica di San Piero a Grado, distrutto dall'esercito tedesco nel luglio del 1944;
il progetto di ricostruzione è stato avviato grazie ai 2 milioni di euro garantiti dal Ministero
dei beni culturali nel 2007, ma di cui è stata effettivamente poi stanziata solo la metà. I fondi
disponibili permetteranno di continuare la ricostruzione del campanile di San Piero a Grado fino ad
una altezza di circa 16 metri dei quasi 37 metri complessivi;
il Ministro, cogliendo la preoccupazione della soprintendenza ai beni ambientali, architettonici e artistici di Pisa sulla necessità di non sprecare denaro pubblico con un intervento di restauro incompiuto, aveva assicurato: «In ogni caso, tenuto conto dell'effettiva urgenza del restauro e del particolare interesse dell'opera a suo tempo distrutta, si assicura che questo Ministero valuterà con la migliore predisposizione la possibilità di assegnare sui fondi dell'esercizio finanziario 2009, l'ulteriore stanziamento per il complesso rifacimento del campanile della basilica romanica di San Piero a Grado»;
la mancata erogazione dei fondi previsti comporterebbe una chiusura del cantiere tutt'ora aperto stimata al prossimo novembre, considerando i fondi ancora disponibili;
la chiusura del cantiere lascerebbe l'opera nuovamente tronca e obbligherebbe lo smontaggio del cantiere già allestito per poi doverlo allestire nuovamente raddoppiando la spesa; di cambiare completamente le maestranze per le quali, poiché il progetto riveste carattere di peculiare complessità operativa, si è reso necessario un preliminare affinamento nell'organizzazione del cantiere e addestramento degli operai, nonché l'organizzazione nei rapporti con i tagliatori che approntano i blocchi squadrati di pietra simili a quelli originali -:
se il Ministro interrogato non intenda dare seguito alle assicurazioni già espresse nel precedente atto di sindacato ispettivo e all'effettiva previsione di spesa di un ulteriore milione di euro messa già a bilancio per l'annualità 2008 tenuto conto della particolare urgenza del restauro del campanile di San Pietro a Grado, del vantaggio economico che la prosecuzione dei lavori già appaltati darebbe nel progetto di spesa e nella tempistica dell'intervento.
(4-06780)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 4 Aprile 2010 si è celebrata la «Giornata internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine e sostegno alla mine action»;
il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha definito le mine antipersona come «Armi dall'utilizzo indiscriminato

che causano gravi mutilazioni, uccidono ed ostacolano la ricostruzione nelle aree devastate dai conflitti»;
l'Italia è stata una dei maggiori esportatori mondiali di mine fino alla messa alla bando della loro produzione nel 1994, la presidenza del gruppo EveryOne, un'organizzazione al di fuori da ogni corrente politica, che opera a livello internazionale per la tutela dei diritti umani e civili, ha sottolineato che «a dispetto degli impegni assunti, il Governo italiano ha smesso da alcuni anni di destinare fondi nelle operazioni di bonifica delle mine antiuomo e ha limitato gli aiuti destinati all'assistenza alle vittime»;
il gruppo EveryOne denuncia inoltre che l'Italia «ha proseguito nella produzione dei componenti che servono per assemblare le mine». In un comunicato l'associazione chiede che «apposite commissioni internazionali effettuino controlli presso le aziende di componenti elettronici e di produzione armamenti - per esempio, in provincia di Brescia - per limitare un traffico di morte che non si è mai fermato». «Le schede che permettono il funzionamento delle mine - afferma EveryOne riprendendo le osservazioni di padre Marcello Storgato, missionario saveriano di Brescia animatore della campagna contro mine - vengono prodotte ufficialmente per altri usi, ma sappiamo che poi finiscono all'estero, dove rientrano nella fabbricazione dei micidiali ordigni»;
una tecnica - quella della produzione di componenti e assemblaggio in diversi paesi - già in uso per aggirare alcune proibizioni in atto prima dell'entrata in vigore della messa al bando delle mine antipersona;
va ricordato che la mina Valmara 69 o V-69 di fabbricazione della ditta bresciana Valsella non è più prodotta in Italia ma tuttora numerose copie sono prodotte in altri paesi, tra cui Singapore;
in questo ambito altrettanto importante è il controllo degli investimenti nei settori delle mine anti-uomo e delle bombe a grappolo effettuati dai gruppi bancari e finanziari internazionali -:
se il Governo non intenda chiarire la posizione l'attuale posizione assunta in merito ai fondi nelle operazioni di bonifica delle mine antiuomo e gli aiuti destinati all'assistenza alle vittime.
(4-06787)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 29 marzo 2010 il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato il rapporto annuale sui lineamenti di politica del Governo in materia di controllo dell'esportazione, dell'importazione e del transito dei materiali d'armamento. In esso sono riportati i principi, i divieti ed i vincoli posti alla base delle valutazioni per il rilascio delle autorizzazioni; nonché una sintesi dei dati e delle attività svolte nel 2009 sia in ambito nazionale che internazionale;
nel rapporto della Presidenza del Consiglio ci sono decine di tabelle che indicano autorizzazioni, destinatari e committenti, proprio come previsto nella legge n. 185 del 1990;
ne manca una sola: la tabella che riporta l'elenco dettagliato delle banche attraverso cui sono state realizzate le operazioni. Quella lista manca dal 2008 ossia dall'anno di entrata in carica di questo Governo. In quella tabella c'era il nome della banca, il valore della commessa e il Paese destinatario. Incrociando questi dati con quelli del Ministero degli affari esteri si poteva capire di che tipo di arma era stato fornito;
un quadro può essere fatto utilizzando alcuni dati che vengono forniti dall'IRES Toscana che è un ente di ricerca no profit. Dal 2001 al 2008 più del 60 per cento delle operazioni di incassi per esportazione di armamenti italiani sono stati effettuati da tre gruppi bancari: BNP Paribas

per 2,3 miliardi di euro, Intesa-San Paolo, per 2,2 miliardi di euro e Unicredit per 2 miliardi di euro;
la tabella delle operazioni bancarie dovrebbe essere riportata dalla più ampia relazione al Parlamento, ma non vi sono segnali che il Ministero dell'economia e delle finanze intenda ripristinare il dettagliato elenco delle singole autorizzazioni rilasciate dalle banche ossia l'elenco di riepilogo in dettaglio suddiviso per istituti di credito che dall'entrata in carica del Governo Berlusconi è stato «sostituito» con altri elenchi sottraendo alla società civile la possibilità di controllo sulle singole operazioni effettuate dalle banche;
nel 2009 dopo rete disarmo, anche la Campagna di pressione delle «banche armate» con un comunicato stampa commentò e prese una posizione sul rapporto del Presidente del Consiglio sull'esportazione degli armamenti relativo all'anno 2008. Nel comunicato la campagna, tra l'altro, si riteneva fortemente preoccupata per il consistente incremento delle esportazioni di armamenti, constatando un ingiustificata mancanza nel rapporto della tabella riassuntiva del «Valore degli importi autorizzati» agli istituti di credito che forniscono servizi di appoggio al commercio di armi -:
se il Governo intenda spiegare i motivi che lo hanno portato ad eliminare dal rapporto annuale sui lineamenti di politica del Governo in materia di controllo dell'esportazione, dell'importazione e del transito dei materiali d'armamento la tabella che riporta l'elenco dettagliato delle banche attraverso cui sono state realizzate le operazioni e se non ritenga di doverla reinserire al fine di dare una chiara volontà di trasparenza su tutti i settori dell'esportazione di armamenti.
(4-06789)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
a maggio 2008 109 nazioni hanno firmato a Dublino la convenzione internazionale per la messa al bando delle bombe a grappolo, i micidiali ordigni che contengono al loro interno centinaia di bombe più piccole che si sparpagliano sul territorio creando molti più danni a cose e persone;
il trattato, è stato ufficialmente firmato a Oslo a dicembre dello stesso anno e impegna i firmatari a non usare in alcuna circostanza le cosiddette cluster bombs, né a produrre, acquistare, conservare o trasferire a chiunque, direttamente o indirettamente, questo tipo di armi;
l'accordo impegna altresì i Paesi firmatari all'assistenza delle vittime e alla bonifica delle aree interessate e prevedere anche la distruzione degli arsenali nel giro di otto anni, ma lascerebbe la possibilità di impiego di bombe a grappolo più piccole di nuova generazione in grado di colpire gli obiettivi con maggiore precisione e provviste di un sistema di autodistruzione;
i Paesi aderenti al trattato possono continuare a cooperare nel settore della difesa con i paesi non firmatari;
con le ultime due ratifiche del trattato da parte di Burkina Faso e Moldavia la Convenzione ONU (Convention on cluster munitions - MCM) ha raggiunto il quorum di 30 Stati ratificanti necessario per la sua entrata in vigore che avverrà il prossimo 10 agosto 2010;
il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon ha definito questo traguardo come «un passo fondamentale nell'agenda del disarmo mondiale» e che «la ratifica dimostra la repulsione nei confronti di queste armi, inaffidabili e inaccurate»;
sebbene l'Italia abbia firmato il trattato a Oslo nel dicembre 2008 non è tra i primi 30 Paesi che lo hanno ratificato;
inoltre da un documento di human right watch, l'Italia risulta tra i Paesi che hanno prodotto munizioni cluster e possono averne stoccate un ampia quantità;
non vi è alcun dato sulla quantità e la tipologia di munizioni cluster in nostro possesso;

nel 2006 un rapporto dell'associazione handicap international evidenzia che sarebbero circa 100 milioni le bombe a grappolo rimaste inesplose nel mondo delle oltre 440 milioni dal 1965. Da allora oltre 100 mila persone sono, nella quasi totalità civili, sono state uccise o mutilate dagli ordigni a grappolo e più di un quarto sono bambini che scambiano le bombe per giocattoli o lattine;
l'attuale Governo ha evidenti e oggettivi problemi a trasformare le innumerevoli dichiarazioni di intenti nelle rispettive azioni concrete -:
se il Governo non ritenga di dover esporre le motivazione che lo hanno portato a non promuovere la ratifica del trattato e a dare notizie chiare e concrete sulla quantità e la tipologia di munizioni cluster in Italia;
se il Governo non intenda avviare immediatamente tutte procedure necessarie alla ratifica della trattato.
(4-06790)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

ANTONINO RUSSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Troina, in provincia di Enna, attualmente non esiste uno sportello di assistenza ai contribuenti e l'ufficio dell'Agenzia delle entrate più vicino e territorialmente competente è quello del comune di Nicosia distante 20 chilometri circa;
Troina è sede di un importante centro sanitario (I.R.C.C.S. - Oasi Maria SS) nel quale prestano servizio centinaia di persone ed ha una popolazione di circa diecimila abitanti con una presenza considerevole di attività commerciali e di aziende agricole e artigiane, le quali avrebbero rapporti più diretti e facilitati con l'erario se potessero rivolgersi ad uno sportello nel medesimo comune;
anche i cittadini dei vicini comuni di Cerami e di Gagliano Castelferrato, distando pochi chilometri da Troina, potrebbero meglio adempiere ai propri obblighi con il fisco se fosse attivato uno sportello di assistenza al contribuente in codesto comune. Infatti, in tale comprensorio operano varie aziende agricole, commerciali e fabbriche che sarebbero agevolate dall'attivazione di un nuovo sportello ad esse più prossimo;
la strada per raggiungere il comune di Nicosia, per la sua conformazione geologica, è molto spesso in condizioni precarie e nel periodo invernale le intemperie atmosferiche ne complicano, se non addirittura non permettono, una regolare circolazione delle vetture;
l'istanza, volta a richiedere l'attivazione di uno sportello di assistenza al contribuente presso il comune di Troina, era già stata prodotta nel 1997 all'allora Ministero delle finanze - direzione regionale delle entrate per la Sicilia;
l'Agenzia delle entrate - direzione regionale della Sicilia - in data 14 ottobre 2004, in merito alla richiesta di attivazione di uno sportello di assistenza al contribuente nel comune di Troina, ha colto positivamente l'interesse e dichiarato la sua disponibilità, comunicata ai rispettivi comuni interessati (Troina e Nicosia) circa il completamento dello studio di fattibilità per le richieste avanzate;
con atto ispettivo, interrogazione a risposta scritta dell'onorevole Francesco Piro, nella XV legislatura era già stata sollecitata una soluzione positiva della questione oggi posta al Ministero dell'economia e delle finanze;
nonostante la questione abbia un interesse generale facilmente riscontrabile e le posizioni assunte da tutti i soggetti istituzionali interessati risultino essere tutte in favore dell'attivazione di un nuovo sportello nel comune di Troina, finora,

purtroppo, a distanza di quasi 14 anni, non si è ancora potuti pervenire alla conclusione di una vicenda che ha come obiettivo la realizzazione di una maggiore presenza dell'Agenzia delle entrate sul territorio e quindi, presumibilmente maggiori introiti per l'erario -:
se sia a conoscenza della situazione di disagio e di stallo innanzi segnalata;
se non ritenga di dover assumere iniziative, ormai doverosamente urgenti, volte a favorire una diversa ripartizione degli uffici sul territorio, nonché ad attivare un nuovo sportello dell'Agenzia delle entrate presso il comune di Troina, al fine di realizzare una migliore assistenza ai contribuenti, un più diretto contatto con i cittadini e una vantaggiosa efficienza nei servizi.
(4-06784)

MANCUSO, DE LUCA, GIRLANDA, CICCIOLI, CERONI e BARANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Corte costituzionale, con sentenza n. 387 del 1989, ha riconosciuto la natura risarcitoria/non reddituale delle pensioni privilegiate «tabellari» e dichiarato nel dispositivo l'illegittimità costituzionale dell'articolo 34, comma primo, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601 (Disciplina delle agevolazioni tributarie) nella parte in cui non estende l'esenzione dall'imposta sul reddito delle persone fisiche alle pensioni privilegiate ordinarie tabellari spettanti ai militari di leva;
la Corte, nella predetta sentenza, in particolare, riporta che la natura non reddituale della pensione privilegiata ordinaria militare tabellare, del resto, è concordemente riconosciuta dalla giurisprudenza, ponendosi in risalto l'indifferenza di un preesistente trattamento economico di attività, e ravvisandosi il titolo preminente di detta pensione nella menomazione sofferta nell'adempimento di un obbligo legalmente imposto in attuazione dell'articolo 52 della Costituzione;
dal ravvisato carattere non reddituale delle pensioni in esame discende la non assoggettabilità di esse, ai sensi dell'articolo 53 della Costituzione, all'imposta sul reddito delle persone fisiche alla stessa stregua di altre erogazioni di analoga natura (come le pensioni di guerra, espressamente considerate dall'articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973 e le rendite vitalizie erogate dall'INAIL alle vittime di infortuni sul lavoro, alle quali l'amministrazione finanziaria ha esteso l'esenzione);
ne consegue, perciò, la dichiarazione di illegittimità costituzionale per violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione, dell'articolo 34, comma primo, del decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973, nella parte in cui non dichiara esenti dall'Irpef le pensioni privilegiate ordinarie militari tabellari erogate ai militari che prestino servizio di leva;
pertanto, si rende giustizia in tal maniera alle pensioni privilegiate ordinarie del personale di carriera, fermo restando che il nostro ordinamento giuridico riconosce varie esenzioni ed agevolazioni ad altri tipi di analoghe pensioni, a sussidi, a cespiti della stessa natura;
tuttavia continuano a sussistere difformità di trattamento per le pensioni privilegiate ordinarie concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato di cui alla legge 29 aprile 1976, n. 177, che dovrebbero, a modifica della legislazione vigente, concorrere, ai fini dell'imponibile Irpef, nella misura del 90 per cento -:
se il Governo intenda valutare tempestivamente la possibilità di conferire carattere risarcitorio alle pensioni privilegiate ordinarie (integrate dall'aumento del decimo per l'invalidità) concesse ai dipendenti civili e militari dello Stato di cui all'articolo 1 (perequazione automatica delle pensioni) della legge 29 aprile 1976,

n. 177, e fare sì che ai fini dell'imponibile Irpef concorrano nella misura del 90 per cento annuo.
(4-06785)

MISIANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Corte costituzionale, nella sentenza n. 238 del 24 luglio 2009 ha evidenziato la natura giuridica della tariffa di igiene ambientale (TIA) di cui all'articolo 49 del decreto legislativo n. 22 del 1997 riconoscendole i connotati dei tributo, e dunque, di conseguenza, l'inapplicabilità dell'iva sulla stessa poiché si configurerebbe come una sorta di «tassa sulla tassa»;
al contrario, precedentemente alla citata sentenza, sia il decreto ministeriale n. 370 del 2000, sia il n. 127/sexiesdecies della Tabella A, parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, nonché gli orientamenti espressi dall'Agenzia delle entrate con risoluzione n. 25/E del 5 febbraio 2003, successivamente reiterata fino alla risoluzione n. 250/E del 17 giugno 2008, e sino ad oggi non modificata né smentita, avevano ribadito l'assoggettabilità ad IVA della tariffa in questione;
le associazioni dei consumatori in molte realtà hanno avviato contenziosi verso le aziende di erogazione del servizio, ovvero gli stessi comuni proprietari, per chiedere, in aderenza al pronunciamento della Consulta, il rimborso delle somme impropriamente corrisposte;
i comuni devono procedere, a fronte di un quadro normativo attualmente connotato da rilevanti profili di incertezza applicativa, all'approvazione del piano finanziario della TIA e all'approvazione delle tariffe 2010 entro e non oltre il prossimo 30 aprile 2010;
la sentenza ha ingenerato grandi aspettative nei cittadini che singolarmente o coadiuvati da associazioni di consumatori e forze politiche locali hanno interessato le aziende municipalizzate ed i comuni chiedendo la restituzione dell'Iva percepita negli ultimi anni, divenuta illegittima;
in assenza di un quadro normativo che tenga conto della pronuncia della Corte costituzionale risulta oltremodo arduo per i comuni, per la grave incertezza in cui sono costretti a districarsi, far fronte ai diversi adempimenti circa la definizione e l'applicazione delle tariffe TIA per l'anno 2010;
con la circolare informativa del 2 marzo 2010 ALACI e IFEL hanno affermato, in merito alla TIA, che «la relativa entrata, anche se riscossa dal soggetto gestore dei servizio, confluisce nella tesoreria comunale e costituisce parte delle entrate tributarie dell'ente; la remunerazione del servizio di igiene urbana (compresa l'eventuale gestione e riscossione della tariffa) deve essere versata dal Comune al gestore (a seguito di regolare fattura soggetta ad IVA) e costituisce, ovviamente, un'uscita di parte corrente per il bilancio comunale; nel deliberare le tariffe per il 2010 il Comune dovrà tenere conto del costo del servizio pagato al gestore, al lordo dell'IVA. Appare inoltre evidente che, in assenza di norme legislative esplicite, nell'ambito del regime TIA non si applicano le addizionali ex Eca»;
secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore del 12 aprile 2010 un monitoraggio condotto da Federambiente (l'associazione delle aziende attive nei servizi pubblici ambientali), che ha analizzato le scelte condotte dalle imprese che servono circa 12,5 milioni di italiani (pari al 78 per cento dei 16 milioni di cittadini che pagano la TIA), le aziende che gestiscono i servizi di igiene ambientale sembrano orientate in maggioranza a non cambiare strada: a 5,5 milioni di cittadini (il 44 per cento del totale), l'Iva sarà chiesta anche nel 2010; altri 2,3 milioni (il 18 per cento del totale) devono ancora attendere la decisione definitiva da parte dell'aziende di servizi pubblici; solo 4,7 milioni (pari al 38 per cento) vedranno sparire l'Iva. Prendendo a riferimento i comuni e non gli

abitanti, solo nel 22 per cento degli enti locali la tariffa è tornata ad essere un tributo senza applicazione dell'IVA;
alla base delle scelte delle aziende che hanno scelto di continuare ad addebitare l'IVA c'è una lettura «alternativa» della sentenza 238/2009, supportata anche da un parere affidato al costituzionalista professor Niccolò Zanon (docente all'Università Statale di Milano). La sentenza della Consulta, ha argomentato il parere del professor Zanon, non si è tradotta nella bocciatura di una norma controversa, ma nella dichiarazione di infondatezza sulla questione sollevata dal giudice; la pronuncia, quindi, non è vincolante, e in questo quadro la fatturazione con IVA non è un'opzione, ma un atto dovuto;
incerta appare la posizione dei giudici tributari: la commissione tributaria regionale della Toscana ha «promosso» l'IVA quando a gestire il servizio rifiuti sia un «soggetto societario», mentre la commissione provinciale di Modena ha bocciato imposta e fattura;
la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8313 dell'8 aprile 2010, respingendo il ricorso di una società di gestione dei rifiuti siciliana, ha stabilito che le tariffe della TIA - che la Corte, sulla scorta della sentenza della Consulta, qualifica come tributo - non possono essere fissate dalla società di gestione di rifiuti e il comune non può delegare questa funzione;
nella seduta n. 218 del 23 settembre 2009 della Camera dei deputati il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Molgora, in risposta all'atto di sindacato ispettivo n. 5/01807, aveva annunciato «specifici approfondimenti, anche attraverso diretti contatti con gli Enti locali interessati, al fine di pervenire il più rapidamente possibile ad una definizione della problematica»;
nella seduta n. 289 del 24 febbraio 2010 della Camera dei deputati il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze, onorevole Giorgetti, aveva accolto l'impegno per il Governo (contenuto nell'ordine del giorno n. 9/3210/30 dell'onorevole Piffari) a valutare l'opportunità di assumere entro breve termine le necessarie iniziative per dare risposta alla sentenza della Corte costituzionale n. 238 del 24 luglio 2009;
a questi impegni assunti dal Governo non è seguita alcuna conseguente e certa determinazione;
i termini di esercizio delle competenze comunali in materia di TIA scadono il 30 aprile 2010 -:
quali iniziative il Governo ritenga opportuno adottare per consentire il recupero, per i cittadini utenti, dell'IVA impropriamente versata, e interamente incassata dallo Stato, in ossequio alla citata sentenza n. 238/2009 della Corte costituzionale;
quali iniziative il Governo intenda adottare, direttamente o mediante l'Agenzia delle entrate, al fine di dare certezza circa il trattamento fiscale a cui assoggettare il pagamento della TIA, posto che comuni e aziende agiscono solo in quanto sostituti d'imposta;
quali iniziative intenda adottare, e con quali tempi, per fare chiarezza sulle azioni locali da attivare in ambito TIA, e segnatamente per il rimborso da corrispondere ai cittadini per effetto della richiamata sentenza della Corte costituzionale, con oneri esclusivamente a carico del bilancio pubblico statale.
(4-06792)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

RENATO FARINA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il sottoscritto interrogante ha effettuato nella mattinata del 7 aprile 2010 una visita ispettiva alla casa circondariale di Trapani;

la direzione è stata molto collaborativa;
le persone ivi ristrette hanno unanimemente riconosciuto la correttezza e l'umanità degli agenti di polizia penitenziaria;
il deputato interrogante ha potuto constatare che in intere sezioni, in particolare quelle di massima sicurezza, manca qualsiasi tipo di riscaldamento determinando condizioni gravi di umidità;
per ragioni inspiegabili è possibile effettuare la doccia per i detenuti solo tre volte a settimana;
nelle celle esistono bagni alla turca esposti a ogni occhio, negando quel minimo di privacy senza cui la dignità umana è oscurata;
esistono strutture previste per il lavoro di falegnameria e macchinari congrui in stato di abbandono;
a causa della asserita deficienza di personale non è possibile provvedere a trasferimenti di detenuti in altre strutture o per esami o cure in ospedali -:
se questo stato di cose corrisponda alle informazioni in possesso del Ministero;
se sia compatibile con gli standard minimi di condizioni vivibili di detenzione;
se e come intenda procedere al recupero degli edifici e dei macchinari in vista di un'attività lavorativa o di un apprendimento di un mestiere per i detenuti.
(5-02744)

RENATO FARINA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante il giorno 23 marzo 2010 ha effettuato una visita ispettiva nella casa circondariale di Sanremo, accompagnato dal direttore, il dottor Francesco Frontirrè;
le persone ristrette in carcere hanno espresso apprezzamento per la qualità del rapporto con gli agenti di polizia penitenziaria e la direzione dell'istituto;
è noto lo stato di sovraffollamento che determina un'emergenza in tutto il sistema di detenzione;
l'interrogante ha constatato l'esistenza di una cella, dove, in uno spazio valutabile a senso in circa 15 metri quadri vivono in condizione di penosa promiscuità otto (8) detenuti cosiddetti sex offenders anche in attesa di giudizio (tra questi ultimi un sacerdote) per i quali, non c'è bisogno di precisare, vale dunque la presunzione di non colpevolezza;
nelle numerose visite effettuate in altre carceri risulta all'interrogante non adeguatamente rispettata la normativa vigente;
questa situazione particolare non appare conforme ai principi di umanità della pena ex articolo 27 della Costituzione -:
quali siano le disposizioni specifiche, riguardo alle condizioni di detenzione di questo particolare tipo di indagati, impartite ai provveditori regionali e dai rispettivi provveditorati alle singole direzioni degli istituti di pena;
se e quali iniziative intenda assumere in ordine alla situazione generale di sovraffollamento e specificamente a quella qui segnalata.
(5-02754)

Interrogazioni a risposta scritta:

GIRLANDA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 13 gennaio 2010 il plenum del Csm ha chiesto al ministro Alfano, con una risoluzione approvata all'unanimità, di procedere alla «non più procrastinabile, revisione delle circoscrizioni giudiziarie», cioè di cambiare la dislocazione dei tribunali sul territorio;

l'intervento ritenuto ottimale da detta risoluzione consiste nella soppressione e nell'accorpamento dei piccoli tribunali, ritenuti «inevitabilmente disfunzionali perché non in grado di assicurare una tempestiva risposta di qualità alla domanda di giustizia»; ravvisando invece nella presenza di un numero minimo compreso tra i 20 e i 40 magistrati il parametro minimo di efficienza;
la commissione tecnica per la finanza pubblica aveva indicato, già nella precedente legislatura, i criteri secondo i quali poter procedere alla riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie e le tappe di tale processo;
l'adozione di tale procedimento comporterebbe squilibri non indifferenti in particolari regioni, nelle quali la realtà geografica, logistica, insediativa e demografica si troverebbe interessata a fenomeni di soppressione;
nella casistica suindicata rientra anche il caso della realtà giudiziaria dell'Umbria, nella quale resistono da diverso tempo situazioni di disservizio in termini di ridotta presenza di magistrati civili e penali, giudici di pace, nonché carenza di personale delle cancellerie e dei tribunali, in particolar modo nei casi di Gubbio, Città di Castello, Todi, Spoleto e Orvieto;
in alcune di queste sedi vi è stata recentemente una riduzione di personale a causa di pensionamenti e trasferimenti di risorse umane, senza che ne sia stato previsto il rimpiazzo;
la soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali in tali città a favore delle sedi principali di Terni e Perugia provocherebbe, in modo particolare, disfunzioni non indifferenti a danno dei cittadini direttamente interessati e dell'economia locale, in ragione della stessa configurazione geografica e sociale dell'Umbria -:
quali siano i criteri secondo i quali il Ministro della giustizia intenda apportare modifiche all'attuale disposizione del sistema giudiziario nazionale;
quale sia la tempistica e quali le modalità di tale riforma;
se, in assenza di un percorso riformatore nel breve tempo, il Ministro della giustizia preveda il rafforzamento e l'ottimizzazione del lavoro delle varie sedi distaccate dei tribunali di Terni e Perugia, in relazione alla presenza di giudici e magistrati e del personale giudiziario.
(4-06788)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'evasione dalla clinica romana del boss della 'ndrangheta, Roberto Pannunzi, mentre era sottoposto agli arresti domiciliari, ha destato grande preoccupazione e perplessità, ed ha, altresì, evidenziato alcune «crepe» esistenti nella legislazione italiana che impediscono l'espiazione della certezza della pena per molti mafiosi;
Roberto Pannunzi, broker della 'ndrangheta, arrestato in Spagna nel 2004, già detenuto nel centro clinico del carcere di Parma, con il regime della sorveglianza speciale, aveva ottenuto la detenzione domiciliare per gravi motivi di salute;
la fuga del Pannunzi dalla clinica romana, dove si trovava ricoverato, è stata scoperta dalle forze dell'ordine, dopo una quindicina di giorni dall'avvenimento, tempo sicuramente più che sufficiente per consentire al boss un suo trasferimento all'estero;
gli investigatori ritengono che Roberto Pannunzi possa essere considerato «la più alta espressione del narcotraffico» della 'ndrangheta ed interlocutore privilegiato dei produttori di cocaina colombiani; avrebbe dovuto scontare una pena definitiva di 16 anni e mezzo di reclusione e risulta, altresì, detentore di un'ulteriore condanna, in primo grado, inflittagli dal tribunale di Reggio Calabria, per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti;

il Pannunzi 11 anni fa era già evaso da una struttura sanitaria romana;
nonostante la «caratura criminale» del Pannunzi, nonché la sua capacità di fuga dalle strutture sanitarie, il boss della 'ndrangheta aveva soltanto una sorveglianza saltuaria, tanto che non sarebbe definibile la data esatta della sua ultima fuga dalla clinica romana -:
se non ritenga di avviare adeguate iniziative ispettive sui tribunali di sorveglianza di Bologna e di Roma, per verificare se le decisioni assunte sui regimi e sugli spostamenti del boss Roberto Pannunzi anche considerata una precedente fuga del Pannunzi da una clinica romana presentino profili di abnormità e quali iniziative intenda assumere in proposito;
per quali motivi la notizia della nuova evasione del pericoloso criminale sia stata resa nota a distanza di oltre un mese dall'avvenimento e quando si è venuti ufficialmente a conoscenza dell'evasione in questione;
se durante il periodo di degenza nella struttura sanitaria privata i responsabili della stessa siano mai venuti a conoscenza dello status giudiziario del boss e quante volte, durante la stessa degenza, il Pannunzi abbia ricevuto le visite di controllo da parte delle forze dell'ordine;
quali iniziative intenda assumere al fine di rendere idoneo il regime carcerario per i boss che versano in particolari condizioni di salute;
quali urgenti iniziative normative intenda proporre perché venga garantita l'espiazione della pena per tutto il tempo inflitto ai mafiosi.
(4-06793)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARIO PEPE (PD). - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'autostrada Napoli-Bari che collega il casello di Castel del lago con quello di Pomigliano d'Arco è sempre più spesso sottoposta a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che, rallentando la circolazione, provocano notevoli disagi ai viaggiatori e, soprattutto, si rivelano inefficaci rispetto all'intensità della veicolazione ed inadeguati a risolvere in maniera definitiva i problemi esistenti;
la carenza di interventi infrastrutturali che incidano concretamente sulla viabilità della provincia di Benevento, fortemente penalizzata da difficoltà strutturali, rende più che mai necessario, da parte delle autorità di Governo, promuovere un progetto volto a rafforzare e potenziare la rete autostradale preesistente -:
quali siano le cause di così tanti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla suddetta autostrada nel corso dell'anno e quale sia stata la spesa per l'anno 2009.
(5-02748)

Interrogazione a risposta scritta:

DIVELLA e FUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
sono trascorsi circa due mesi da quando si è verificata una frana a Montaguto, nell'avellinese, che ha avuto per conseguenza, tra l'altro, l'interruzione della linea ferroviaria tra Benevento e Foggia con la soppressione, a data da destinarsi, di alcuni treni dell'Alta velocità che quotidianamente collegano Roma alla Puglia;
non è accettabile che un evento del genere, per di più in una zona che da almeno cinquant'anni conosce movimenti della terra, possa causare per tempi tanto lunghi e soprattutto indeterminati il taglio in due del Paese come se si trattasse di un evento straordinario ed imprevedibile;
lascia perplessi la forte sensazione che, in questi ultimi due mesi, non sia

accaduto praticamente nulla per sanare i danni causati, anche alla viabilità ferroviaria, dalla frana di Montaguto -:
quali azioni siano state poste in essere dal momento della frana ad oggi e quali siano i tempi previsti per la soluzione del problema e se ritenga opportuno, in attesa del pieno ripristino dei collegamenti ferroviari Alta velocità tra Roma e la Puglia per il momento sospesi, promuovere soluzioni di trasporto alternative, eventualmente intervenendo anche presso i vertici di Alitalia al fine di intensificare i collegamenti tra gli scali pugliesi e la Capitale cercando di limitare i costi per i passeggeri, così da evitare che a franare, allontanandosi dal resto della Nazione, sia anche un'intera regione.
(4-06796)

TESTO AGGIORNATO AL 29 GIUGNO 2010

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

SCHIRRU, MATTESINI, RUBINATO, BRANDOLINI, LIVIA TURCO, LO MORO, SIRAGUSA, ZAMPA, DE TORRE e CARDINALE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Save the Children afferma nel secondo rapporto su «L'accoglienza dei minori in arrivo via mare» diffuso nei giorni scorsi che il drastico calo delle presenze di minori nelle comunità siciliane è fonte di preoccupazione per le centinaia di minori stranieri cui «viene negata la possibilità di un futuro» contro «il rispetto della normativa nazionale, comunitaria e internazionale in materia di divieto di respingimento, rispetto dei diritti umani e tutela delle categorie vulnerabili»;
risulterebbe dal rapporto che centinaia di minori migranti sono stati respinti in mare dopo l'entrata in vigore della normativa sui respingimenti e sono probabilmente bloccati in Libia;
nonostante il miglioramento degli standard di accoglienza in Italia dovuto al calo delle presenze, per Save the Children rimane «una sostanziale carenza nei servizi, prima tra tutte la mediazione culturale»;
l'organizzazione denuncia «le pratiche adottate dal governo italiano in materia di contrasto all'immigrazione clandestina e gli accordi stipulati con le autorità libiche», che si legge nel rapporto, rischiano di «vanificare il percorso d'integrazione dei minori». Da marzo 2009 a febbraio 2010 sono giunti in Sicilia 278 minori non accompagnati (di cui solo 4 identificati a Lampedusa), successivamente collocati in comunità sul territorio siciliano;
nell'anno precedente, da maggio 2008 a febbraio 2009, i minori non accompagnati sbarcati a Lampedusa erano stati 1.994, mentre, nello stesso periodo erano giunti sulle coste siciliane altri 260 tra bambini e ragazzi (inclusi quelli accompagnati);
nel corso dell'anno, scrive Save the Children, sono state effettuate nove operazioni di rinvio di migranti rintracciati in acque internazionali: raffrontando i dati sugli arrivi degli anni 2008 e 2009 «appare evidente che con ogni probabilità» sono centinaia i minori rimasti in Libia o che vi sono stati rinviati nel tentativo di raggiungere l'Italia;
sul fronte dell'accoglienza in comunità, l'organizzazione ha rilevato «scarsi miglioramenti» dei servizi in rapporto alla riduzione del numero dei ragazzi accolti: le comunità alloggio siciliane monitorate che attualmente ospitano minori stranieri sono 27, la maggior parte delle quali è situata nei comuni della provincia di Agrigento (15), ma anche nelle province di Catania (5), Palermo (4) e Caltanissetta (3);
nonostante si registri un miglioramento nella qualità dei servizi, principalmente legato al minore numero di minori stranieri non accompagnati rispetto all'anno precedente, permangono alcune criticità relative sia alle procedure per l'individuazione

del minore e al successivo collocamento in comunità sia alla gestione del sistema di accoglienza;
dal rapporto di monitoraggio delle comunità siciliane di Save the Children, emerge che le prassi in materia di collocamento dei minori in arrivo via mare, così come quelle relative all'accertamento dell'età siano diverse a seconda della località di sbarco. Inoltre, spiega il rapporto, «solo il 40 per cento delle comunità prevede una qualche forma di mediazione culturale o interpretariato» e il tasso di allontanamento dei minori dalle comunità «continua a rimanere alto e si assesta intorno al 50 per cento, pari a 148 minori sul totale di 278». Se rimane sostanzialmente quasi invariata l'età media (16-17 anni) e il sesso (93 per cento maschi, a fronte di un 7 per cento di femmine) dei ragazzi collocati in comunità, è interessante rilevare i cambiamenti rispetto alla composizione per nazionalità dei minori: se si considerano gli arrivi da marzo 2009, l'Egitto rimane la razionalità più rappresentata (27 per cento), seguita da Eritrea (16 per cento), Tunisia (14 per cento), Ghana (9 per cento), Nigeria (5 per cento) e Somalia (7,2 per cento);
tali proporzioni vengono però stravolte se si prende in esame solo il numero di minori arrivati via mare in Sicilia a partire da giugno 2009, a meno di un mese dall'avvio dei rinvii verso la Libia: gli eritrei rappresentano quasi la metà dei minori in arrivo (48 per cento contro il 10 per cento dell'anno precedente), mentre il dato relativo ai minori egiziani è sceso drasticamente al 6 per cento (a fronte del 27,9 per cento dell'anno prima), e infine, sono pochissimi i minori provenienti dall'area del Maghreb, che costituivano precedentemente il gruppo prevalente;
il non rispetto delle regole si può palesemente evincere, ad avviso degli interroganti, anche dai dati forniti dal Ministero dell'interno. Nel 2009 le domande d'asilo sono state 17.600 contro le 30.492 del 2008;
è chiaro che la politica dei respingimenti e la xenofobia che dilaga nel territorio, nella burocrazia e nelle istituzioni, ostacola chi avrebbe le carte in regola per avere lo status di rifugiato. I bambini che non sono arrivati in Italia non sono un numero. Sono esseri umani che fuggono dalla povertà, da conflitti interni, guerre civili o persecuzioni;
esattamente un anno fa, l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unhcr) al termine di un incontro al Viminale con il Ministro interrogato aveva già ammonito il nostro Paese, ritenendolo «responsabile per le conseguenze del respingimento» dei migranti riportati in Libia, per di più in violazione della Convenzione di Ginevra del 1951. L'Agenzia dell'Onu aveva anche ribadito che il principio del non respingimento è un principio «fondamentale, che non conosce limitazione geografica» e che «è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano». L'Agenzia dell'Onu aveva chiesto al Ministro interrogato che il Governo italiano riammettesse «sul proprio territorio» i migranti rinviati in Libia, confermando che tra loro vi sono «persone bisognose di protezione». Di qui l'appello al Governo, rimasto inascoltato, affinché sospendesse i respingimenti -:
quali siano le iniziative del Governo volte a chiarire la sorte di centinaia di bambini che sarebbero stati indiscriminatamente respinti nel tentativo di raggiungere l'Italia e poi spariti e che potrebbero essere reclusi nei lager libici o lasciati in balia di organizzazioni criminali;
quali iniziative si intendano mettere in campo per il rispetto della Convenzione di Ginevra del 1951.
(5-02749)

Interrogazione a risposta scritta:

BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il signor Mourad Bentrad, nato ad Annaba (Algeria) il 2 luglio 1967, risulta residente nel comune di Cittadella dal 1o

luglio 2002, dove vive insieme alla moglie ed a due figli minori in un appartamento in affitto;
lo stesso risulta lavoratore dipendente a tempo indeterminato con un congruo stipendio fisso presso un'impresa del settore della prefabbricazione edile;
nonostante tale sicurezza economica, per mesi il signor Mourad Bentrad non ha versato il canone di locazione pattuito, tanto da costringere il proprietario dell'abitazione ad attivare le procedure di sfratto;
in data 27 gennaio 2010 è stato esperito il primo tentativo di accesso per dare esecuzione allo sfratto presso l'abitazione del Bentrad, fallito a causa della resistenza di un gruppo di una trentina di persone provenienti da Padova ed aderenti all'area dei no global;
in data 24 febbraio 2010 il comune di Cittadella, unitamente a personale dei servizi sociali, ha proposto al signor Bentrad la sistemazione in un appartamento a fronte del pagamento di un canone mensile di locazione pari ad euro 450, comodamente sostenibile dal nucleo familiare dello stesso;
il signor Bentrad ha rifiutato tale proposta, insistendo per ottenere un alloggio di edilizia residenziale pubblica, pur risultando settimo nella graduatoria di assegnazione degli stessi ed essendo perfettamente a conoscenza del fatto che a Cittadella attualmente non vi è la disponibilità di alcun alloggio popolare, nemmeno per chi è collocato utilmente in graduatoria nei primi posti;
in data 9 aprile 2010 si è esperito un secondo tentativo di esecuzione dello sfratto, ancora una volta contrastato dalla presenza di una cinquantina di no global, con notevole spiegamento di forza pubblica - e contestuale dispendio di risorse economiche pubbliche - come riportato ampiamente dalla stampa locale;
adducendo la scusa di un impedimento fisico della moglie del Bentrad, sottoposta pochi giorni prima ad un lieve intervento chirurgico al setto nasale, l'esecuzione dello sfratto è stata rimandata al 10 maggio 2010;
nonostante questo sfavorevole quadro generale relativo all'atteggiamento mantenuto dal signor Mourad Bentrad nello svolgersi delle vicende sopra esposte, chiaramente ostile ad ogni soluzione prospettata dal comune di Cittadella che si è interessato al suo caso arrivando ad esperire addirittura precise ricerche di mercato per individuare un alloggio avente un canone di affitto accessibile al nucleo familiare in questione, il signor Bentrad ha ottenuto in data 15 febbraio 2010 la cittadinanza italiana, resa esecutiva dal giuramento prestato in data 1o aprile 2010 -:
se la condotta tenuta dal signor Bentrad sia stata valutata in sede di concessione della cittadinanza italiana, per il perfezionamento della quale sono espressamente previste dalla disciplina vigente «valutazioni discrezionali di opportunità» che diano esito favorevole, tenendo presente che la prefettura di Padova era perfettamente a conoscenza delle difficili problematiche in corso con il Bentrad, e della chiara e manifesta opposizione da parte dello stesso al raggiungimento di una equa e condivisa soluzione al problema abitativo del proprio nucleo familiare;
se si preveda nuovamente un imponente dispiegamento della forza pubblica in occasione del prossimo tentativo di dare esecuzione allo sfratto, previsto per il 10 maggio 2010, con la massiccia presenza di personale della questura, dell'Arma dei carabinieri, della polizia locale, dei reparti speciali della Digos chiamati a garantire l'ordine pubblico messo a rischio dalla presenza dei rappresentanti dei centri sociali e dei no global di Padova e Venezia - con ingente spreco di risorse economiche pubbliche.
(4-06801)

TESTO AGGIORNATO ALL'8 GIUGNO 2010

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta orale:

CAPITANIO SANTOLINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
tra i regolamenti di attuazione del riordino del sistema di istruzione, l'articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, prevede anche quello per «la razionalizzazione e l'accorpamento delle classi di concorso per una maggiore flessibilità nell'impiego dei docenti»;
il 4 febbraio scorso, il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva la riforma della scuola di istruzione secondaria di II grado, approvando i regolamenti recanti norme per il riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali;
non è, invece, chiaro se il nuovo assetto delle classi di concorso partirà dal 2010-2011 o dal successivo anno scolastico;
le classi di concorso interessate corrisponderebbero a circa 40 mila posti su circa 400 mila delle superiori e gli accorpamenti determineranno delle conseguenze gravi e preoccupanti, specie per gli insegnanti tecnico-pratici (Itp), non solo per i posti di lavoro che eventualmente si perderanno, ma per l'abbassamento della qualità dell'insegnamento derivato dall'accorpamento di diverse specializzazioni disciplinari;
molti docenti di ruolo, per effetto della riforma, potrebbero finire in sovrannumero ed essere utilizzati in altre scuole della provincia, con trasferimento d'ufficio, o restare a disposizione delle supplenze della propria scuola se non vi sono altre cattedre da coprire;
in mancanza di una definizione delle nuove classi di concorso, essendo prossima la scadenza delle domande di mobilità del personale docente, i trasferimenti e i passaggi dei docenti delle scuole superiori saranno presumibilmente effettuati dall'amministrazione scolastica ancora sulla base delle vecchie classi di concorso, senza tener conto della riforma e dei nuovi assetti che assumeranno gli istituti;
la successiva approvazione del regolamento sulle classi di concorso e la sua applicazione in sede di organico di fatto finirà con il colpire inevitabilmente anche i docenti che hanno chiesto trasferimenti, assegnazioni e utilizzazioni di modo che, se poi a settembre le cattedre sulle quali sono stati disposti i movimenti non esisteranno più, i docenti saranno dichiarati in soprannumero ed eventualmente trasferiti d'ufficio -:
quali iniziative il Ministro intende adottare, anche nelle more dei necessari provvedimenti concernenti la riconversione e la riqualificazione professionale dei docenti, per ovviare a tale situazione di grave incertezza determinata dall'impossibilità di disporre i movimenti a domanda facendo riferimento alle nuove classi di concorso;
se le nuove classi di concorso accorpate serviranno a riassorbire il personale della scuola coinvolto dalla riduzione di ore, e, quindi, di cattedre e quali interventi il Governo intenda promuovere al fine di rivedere la collocazione dei docenti di ruolo che con la riforma si ritroveranno nei prossimi tre anni in soprannumero.
(3-01014)

CUOMO e BURTONE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sulla base delle notizie apparse sugli organi di informazione in merito ai tagli di organico del personale docente nella scuola previsti per il prossimo anno e contenuti in un decreto interministeriale di prossima pubblicazione il Sud risulta notevolmente penalizzato pur in presenza di un maggior numero di studenti;

i posti da tagliare sarebbero in tutto 25.558 di cui 8.711 posti nella primaria; 3.661 posti per le scuole medie e 13.746 posti per la scuola superiore;
il taglio avverrebbe in due fasi, subito saranno fuori ben 22.018 insegnanti con i restanti 3.540 che saranno decurtati a settembre;
di questa operazione i responsabili saranno gli uffici scolastici regionali che decideranno su quali ordini di scuola intervenire;
per quanto riguarda la scuola primaria le più penalizzate saranno Campania con 1.276 posti in meno e la Sicilia con 1.251 posti in meno;
per le scuole medie saranno sempre la Campania con 894 posti tagliati e la Sicilia con 519 posti in meno, le regioni più penalizzate;
per le superiori infine i tagli saranno pari a 1.716 posti per la Campania che risulta la regione più colpita;
va sottolineato che nell'ambito della regione Campania sarà la provincia di Salerno quella a subire i maggiori tagli con oltre 700 cattedre in meno: circa 200 per le elementari un centinaio per le medie, e almeno 400 per le superiori;
a subire maggiormente saranno le classi di concorso A050 e A017, con una riduzione di circa il 16 per cento dell'attuale organico, a seguire gli ITP e le lingue;
questo avviene in un contesto politico e di governo in cui alcune forze territoriali condizionano il ministro cercando di introdurre forme di tutela discriminatorie a vantaggio dei precari del Nord sulla base di punteggi differenziati e graduatorie regionali; siamo di fronte ad un nuovo colpo mortale inflitto alla scuola pubblica già messa a dura prova nel corso degli ultimi due anni con un taglio pari a 7 miliardi di euro -:
se e quali iniziative si intendano attivare per evitare che si proceda a questi tagli soprattutto in un momento di crisi in cui la formazione è fondamentale per dare ai giovani la prospettiva di un futuro da realizzare con la conoscenza, garantita anche costituzionalmente nel nostro Paese;
se intenda promuovere azioni per la tutela dei docenti che perderanno il posto a cui si aggiungeranno questa volta anche i docenti di ruolo della scuola secondaria superiore;
se il ministro della istruzione intenda attivarsi nei confronti dell'Ufficio Scolastico regionale della Campania per evitare che i tagli penalizzino in maniera così pesante la provincia di Salerno.
(3-01015)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DE PASQUALE e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il regolamento per la razionalizzazione della rete scolastica (decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009) ha previsto, tra il resto, anche l'innalzamento dei limiti minimi e massimi per la formazione delle classi;
in prima applicazione, per il 2009-2010 è stato modificato soltanto l'innalzamento dei minimi, mentre il numero massimo verrà variato dal prossimo anno scolastico;
l'imminente disposizione ministeriale sugli organici terrà conto certamente di questa norma, con l'effetto di ridurre il numero delle classi del primo anno di corso e, conseguentemente, di risparmiare sugli organici del personale docente ed ata;
va sottolineato che mentre l'elevamento del numero minimo di alunni per classe causa numerose problematiche, ma non incide sulla qualità del servizio, di contro l'elevamento del numero massimo di alunni per classe va ad incidere negativamente sulla qualità dell'istruzione, della formazione e dell'educazione degli studenti, dal momento che nelle stesse aule ci saranno più alunni, e ogni insegnante dovrà quindi seguire più ragazzi;

nelle sezioni di scuola dell'infanzia statale il numero massimo passerà dal prossimo settembre da 25 ad almeno 26 bambini. In caso di più sezioni nella stessa scuola il numero massimo, già fissato a 28, passerà a 29 bambini;
nella scuola primaria dal prossimo settembre il numero massimo passerà da 25 a 26, elevabile ad oltre 27;
nelle prime classi della secondaria di primo grado, il numero massimo passerà da 25 a 26, elevabili anche oltre i 27 alunni;
le prime classi delle superiori saranno costituite, di norma, da almeno 27 studenti ed oltre (prima il numero era 25);
l'innalzamento del numero massimo di alunni superiore ai 25 per classe, oltre ad incidere sull'efficacia dell'azione didattica, pone un problema di rispetto delle norme di sicurezza, secondo quanto previsto dalla normativa antincendio;
infatti il ministero dell'interno, nel definire con proprio decreto le norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica (decreto ministeriale 26 agosto 1992), ha fissato, tra l'altro, la densità massima di affollamento dei locali scolastici per assicurare la sicurezza delle persone nel caso di una emergenza che richieda una veloce evacuazione dei locali;
ai sensi del detto decreto ministeriale del 26 agosto del 1992 le aule possono contenere al massimo 26 persone (cioè 25 alunni ed un insegnante). Non sono le dimensioni dell'aula a determinare l'indice, bensì la quantità massima di persone che possono defluire rapidamente all'esterno, passando, come capita normalmente, da una porta unica;
probabilmente dove le porte sono due, come capita a volte ad aule a pianterreno con un ulteriore uscita verso l'area esterna, l'indice di deflusso può cambiare;
ma se, come avviene nella generalità dei casi, la porta è una sola e gli alunni, come d'ora in poi potrà capitare più frequentemente, sono più di 25 (a cui c'è da aggiungere l'insegnante e, a volte anche il docente di sostegno), le condizioni di sicurezza saranno disattese;
inoltre molto spesso, a causa della mancanza di disponibilità economiche, le scuole non possono nominare i supplenti degli insegnanti assenti e gli studenti, privi di insegnanti, vengono suddivisi nelle altre classi, dove oltre a non fare lezione loro ed ad impedire di fatto di farla anche ai ragazzi della classe ospitante, diventano un numero enorme di alunni nella stessa classe che supera abbondantemente ogni parametro di sicurezza sopra menzionato;
per quanto attiene la sicurezza nelle istituzioni scolastiche, la responsabilità non è del Ministro dell'istruzione ma del dirigente scolastico, il quale, come prevede il decreto del Ministero dell'interno, deve mettere per iscritto il numero delle persone in situazioni fuori regola. Sotto la propria personale responsabilità... «Il massimo affollamento ipotizzabile è fissato in 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densità di affollamento, l'indicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilità del titolare dell'attività» (decreto ministero interno 26 agosto 1992 - Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica) -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro al fine di garantire la completa sicurezza di tutti gli studenti oltre che di coloro che nella scuola lavorano o vengono per i più svariati motivi, a trovarsi;
se non ritenga il signor Ministro urgente e necessario modificare le norme che prevedono l'aumento del numero massimo degli alunni per classe al fine di garantire tanto la qualità dell'istruzione, della formazione e dell'educazione dei nostri ragazzi, il nostro futuro, quanto la loro sicurezza;

se non ritenga inoltre urgente ed indispensabile provvedere all'invio a tutte le scuole del Paese delle risorse necessarie per far fronte al pagamento delle supplenze degli insegnanti assenti, sia per garantire la qualità dell'istruzione, della formazione e dell'educazione dei nostri ragazzi, il nostro futuro, sia la loro sicurezza;
quali atti intenda adottare il signor Ministro al fine di tutelare i dirigenti scolastici che dovranno da un lato dare esecuzione alle norme di cui all'articolo 64 del decreto legge n. 112 del 2008 convertito dalla legge n. 133 del 2008 e dall'altra ottemperare alla normativa antincendio di cui al decreto ministeriale del 26 agosto 1992, rispondendo personalmente della incolumità e della sicurezza all'interno delle istituzioni scolastiche.
(5-02745)

ANTONINO RUSSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Parlamento con l'articolo 5-bis del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 30 ottobre 2008, n. 169, ha previsto l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti che hanno frequentato i corsi del IX ciclo presso SSIS, COBASLID, AFAM e Scienze della formazione primaria, iscritti per l'anno accademico 2007-2008;
il decreto ministeriale 5 maggio 2008 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha determinato il numero dei posti a livello nazionale per le immatricolazioni ai corsi di laurea in Scienze della formazione primaria per l'anno accademico 2008/2009, mentre i decreti n. 211 e n. 214 del direttore dell'alta formazione artistica e musicale del 9 e del 10 ottobre 2008 hanno autorizzato le accademie e i conservatori ad attivare i bienni di formazione per la classe A77 e ABA (arte e disegno) per l'anno accademico 2008-2009;
il Senato, nell'Ordine del giorno G1.12, in sede di esame del disegno di legge n. 1835, recante «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 134, recante disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno scolastico 2009-2010», «premesso che i ristretti tempi a disposizione del Senato non consentono la modifica del provvedimento e la conseguente terza lettura da parte della Camera dei deputati, pena il rischio della mancata conversione nei termini costituzionali; considerato che il decreto-legge non esaurisce il complesso tema del precariato scolastico, fornendo una risposta essenziale nell'immediato ma insufficiente a risolvere il fenomeno nel suo complesso», ha impegnato il Governo ad affrontare tempestivamente la questione dandole definitiva soluzione con particolare riferimento all'inserimento con riserva nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti iscritti per l'anno scolastico 2008-2009 ai corsi abilitanti COBASLID, AFAM di strumento musicale (classe 77/A) e Scienze della formazione primaria;
nella nota protocollo n. AOODGPER 2641 del 10 marzo a firma del direttore generale al punto 3) si chiede, nell'ambito della pulizia delle graduatorie ad esaurimento, ai direttori generali degli uffici scolastici regionali e ai dirigenti delle sedi territoriali degli u.s.r. di verificare circa l'inserimento con riserva nella graduatoria di strumento musicale di personale non avente titolo come di seguito riportato «È stato segnalato che in alcune province, ai sensi del decreto ministeriale 42/09, sono stati iscritti con riserva, in attesa del conseguimento del titolo, aspiranti che frequentano i corsi di II livello per la formazione dei docenti di strumento musicale attivati, ai sensi del decreto ministeriale 137/07, nel 2008/2009. Al riguardo, si richiama l'attenzione sul fatto che, a norma dell'articolo 5, comma 2, lettera a), del decreto ministeriale 42/09 hanno titolo all'iscrizione con riserva i docenti che «hanno frequentato o stanno frequentando il primo corso di secondo livello finalizzato alla formazione dei docenti di strumento musicale» e non quelli che frequentano corsi successivi;

diversi docenti, iscritti all'ANIEF, hanno ricorso avverso la graduatoria definitiva al T.A.R., entro 60 giorni dalla data di pubblicazione all'albo per l'inammissibilità della domanda ovvero l'esclusione dalle procedure e che ai sensi del comma 4, articolo 12 del decreto ministeriale n. 42 del 2009, «i concorrenti che abbiano presentato ricorso avverso i provvedimenti che dichiarino l'inammissibilità della domanda di partecipazione, ovvero l'esclusione dalla procedura, nelle more della definizione del ricorso stesso, sono ammessi, condizionatamente all'esito del contenzioso e vengono iscritti con riserva nella graduatoria» -:
quali provvedimenti il Governo intenda adottare per onorare l'impegno di affrontare tempestivamente il problema con particolare riferimento all'inserimento con riserva nelle graduatorie ad esaurimento dei docenti iscritti per l'anno scolastico 2008-2009 ai corsi abilitanti COBASLID, AFIM di strumenti musicali (classe 77/A) e Scienze della formazione primaria, di cui al citato ordine del giorno e per garantire la permanenza dell'iscrizione con riserva dei docenti aventi ricorsi giurisdizionali pendenti in corso e immatricolati nell'anno accademico 2008-2009 per conseguire l'abilitazione presso i suddetti corsi universitari.
(5-02746)

CONTENTO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
all'Italia, com'è noto, appartiene circa il sessanta per cento del patrimonio artistico del mondo;
la recente riforma della scuola ha rivisto lo spazio riservato all'insegnamento della storia dell'arte e ciò appare contraddittorio con lo sviluppo di quella «cultura del bello» che appartiene alla nostra identità e che sta alla base del made in Italy;
nel caso del «vecchio» liceo classico, ad esempio, anche in virtù della sperimentazione «Brocca», si effettuavano due ore di storia dell'arte settimanali per tutti i cinque anni di corso mentre, con la riforma, sono previste due ore negli ultimi tre anni e nessuna nei primi due, dove l'insegnamento della storia dell'arte correva parallelo a quello della storia e della lingua greca e latina, al punto che risulta evidente la sfasatura cronologica tra la storia dell'arte e la letteratura italiana;
nel liceo scientifico, le due ore settimanali diventeranno di «disegno e storia dell'arte» -:
quali ragioni abbiano ispirato la decisione circa lo spazio previsto dalla riforma della scuola per l'insegnamento della storia dell'arte nei licei italiani;
se ritenga opportuno approfondire i rilievi esposti in premessa circa gli effetti negativi che potrebbero derivare dal mancato insegnamento della materia nel biennio del liceo classico in relazione all'insegnamento della storia e della lingua greca o latina nonché della letteratura italiana nel corso di studi;
quali iniziative possano essere intraprese per cercare di porre rimedio agli inconvenienti evidenziati.
(5-02747)

DE PASQUALE e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 25 marzo 2010 sono pervenute a tutte le scuole secondarie di primo grado del Paese centinaia di migliaia di copie della «Guida alla nuova scuola secondaria superiore»;
la diffusione di questa pubblicazione il giorno prima della scadenza delle iscrizioni la rende, secondo le interroganti, del tutto inutile;
questa amara verità è ammessa dallo stesso Ministero che scrive a pie' di pagina all'inizio della guida stessa: il testo di questa guida è una versione divulgativa e potrebbe subire variazioni. Per le notizie definitive si suggerisce di leggere il sito;

in sostanza, si ammette che l'operazione di inviare alle scuole 130 pagine patinate e a colori, il giorno prima della data di scadenza delle iscrizioni, è inutile: ed infatti, ci si chiede come è possibile scrivere una guida prima che siano pubblicati e vigenti i regolamenti di riordino;
a parere delle interroganti la scelta del Ministro di utilizzare, sempre secondo le interroganti in modo improprio soldi pubblici crea indignazione e sconcerto in moltissime famiglie che, a causa dei tagli devastanti operati sui finanziamenti alle istituzioni scolastiche, si vedono costrette a contribuire finanziariamente, di fatto pagando tasse occulte, per garantire ai propri figli comunque un'istruzione -:
quanto sia costata la pubblicazione, la spedizione e la distribuzione delle guide menzionate in premessa e da quale voce del bilancio statale siano stati prelevati i fondi per l'intera operazione.
(5-02750)

ANTONINO RUSSO e SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
presso l'I.T.C.G. «DUCA ABRUZZI» (PATD17000A) sito in via Fazio, 1 a Palermo, dall'anno scolastico 1997/98 è in atto la sperimentazione denominata «liceo tecnico per le attività gestionali» per le classi del biennio (articolo 278 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 - autorizzata dal ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con decreto prot. n. 05522 trasmesso il 31 luglio 1997);
tale sperimentazione - denominata, altresì, «Triennio dell'autonomia» (C.M. n. 414 del 14 ottobre 1998 - autorizzata dal ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca con decreto prot. n. 2217 del 1o giugno 1999) - prevede per le classi del triennio i seguenti indirizzi: Amministrazione e controllo; Comunicazione e Marketing; Turismo;
l'articolo 8, comma 1, del regolamento di riordino degli istituti tecnici, stabilisce che «Gli attuali istituti tecnici di ogni tipo e indirizzo confluiscono, a partire dall'anno scolastico 2010-2011, negli istituti tecnici di cui al presente regolamento secondo quanto previsto dalla tabella contenuta nell'Allegato D).Per la confluenza di percorsi sperimentali non indicati espressamente nell'Allegato D), si fa riferimento alla corrispondenza dei titoli finali prevista dai provvedimenti di autorizzazione alla sperimentazione adottati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca»;
nel decreto di autorizzazione del triennio del progetto autonomia si precisa che nell'indirizzo turistico si consegue il «diploma tecnico per il turismo», corrispondenza stabilita ai sensi dell'articolo 279 del decreto legislativo n. 297 del 1994;
nella tabella A, allegata al decreto di autorizzazione del triennio del progetto autonomia, vengono individuati 14 istituti (ITC - ITCG - ITT), nei quali, a decorrere dall'anno scolastico 99/2000, è stata autorizzata l'attivazione «dell'indirizzo per il turismo»;
nella mappa della nuova offerta formativa pubblicata sul sito del ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca (www.pubblica.istruzione.it), risultano essere confluiti nella nuova tipologia di «istituto tecnico - settore economico - indirizzo turismo» 12 su 14 dei sopraccitati istituti;
in particolare, l'ITC «Della Corte» di Cava dei Tirreni, l'ITC «Morante» di Limbiate, l'ITC «Tosi» di Busto Arsizio, l'ITC «Lunardi» di Brescia, l'ITC «Luxemburg» di Bologna, l'ITT «Mazzoti» di Treviso, l'ITC «Leon Battista Alberti» di S. Donà di Piave, l'ITCG «Fermi» di Pontedera, l'ITC «Da Passano» di La Spezia, l'ITCG «Manthone» di Pescara, l'ITC «Zanon di Udine sono individuati come nuovi «istituti tecnici - settore economico - indirizzo turismo»;
tale nuova configurazione dei sopraccitati istituti tecnici non risulta ad oggi riconosciuta soltanto all'ITCG Duca Abruzzi di Palermo e all'ITC Schiapparelli

di Milano, precisando che in tale ultimo istituto, malgrado la sperimentazione del triennio dell'autonomia - indirizzo del turismo - sia stata autorizzata nel 1999, non è mai stata attuata per scelta della scuola;
nel decreto di autorizzazione del triennio del progetto autonomia si chiarisce che per «per gli esami di Stato, relativamente alla seconda prova scritta, si farà riferimento alle discipline caratterizzanti l'indirizzo di studio, indicate nel quadro orario», e cioè tecnica e legislazione turistica e lingua straniera (stesse prove somministrate agli studenti degli istituti tecnici per il turismo);
negli atti del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca relativi all'individuazione delle materie oggetto della seconda prova scritta negli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio ordinari e sperimentali di istruzione secondaria di secondo grado - Scelta delle materie affidate ai commissari esterni delle commissioni, si specifica come identificativo del percorso di studi dell'ITCG Duca Abruzzi di Palermo il seguente indirizzo: IB47 - turistico-progetto autonomia - (servizi e terziario avanzato) titolo di studio: diploma di istruzione secondaria di secondo grado ad indirizzo tecnico di «perito per il turismo» -:
quali motivi abbiano indotto l'ufficio scolastico regionale della Sicilia e il ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca a pronunciarsi contro la confluenza dell'ITCG Duca Abruzzi di Palermo nel nuovo istituto tecnico settore economico - indirizzo turismo, riconosciuta - altresì - agli altri istituti sopraccitati che si trovano in analoga posizione e, in particolare, se tale mancata confluenza possa derivare dal ritardo nell'approvazione del piano regionale dell'offerta formativa della regione Sicilia;
se tale ritardo possa influire, in via pregiudiziale, sull'attuazione del riordino degli istituti superiori, sull'organizzazione degli istituti scolastici e sulle iscrizioni degli allievi alle classi prime.
(5-02753)

Interrogazione a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2009 il Ministro dell'istruzione, università e della ricerca scientifica, onorevole Mariastella Gelmini, e il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, hanno firmato un protocollo d'intesa per l'avvio della sperimentazione del nuovo progetto di riforma relativo agli istituiti tecnici superiori (ITS), denominato «Tecnici Superiori per Finmeccanica»;
l'intesa si prefigge la partecipazione di Finmeccanica, attraverso le proprie aziende presenti sul territorio, alla costituzione di Fondazioni che sorgeranno in Piemonte, Toscana, Campania e Puglia;
le aziende della Holding contribuiranno in termini di: «Governance, individuando propri rappresentanti nel consiglio direttivo e nel comitato scientifico delle Fondazioni; Asset, con personale interno che fornirà attività di docenza (per la metà delle ore curriculari previste) e la disponibilità ad utilizzare le proprie strutture interne (ad esempio laboratori e macchinari); Placement, selezionando i giovani partecipanti più meritevoli per l'inserimento in azienda.»;
il protocollo d'intesa in questione vede un accordo sistematico di ingresso del «privato», (Finmeccanica), nel «pubblico» (il sistema scolastico pubblico), per la formazione in loco della forza lavoro altamente qualificata necessaria all'azienda, con i finanziamenti di questo percorso ad opera del «pubblico» (ad esempio il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica - MIUR);
Finmeccanica è una delle maggiori aziende a prevalente produzione bellica e un terzo delle sue azioni è posseduta dal Ministero del Tesoro;

attualmente sul sito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, alla voce «Protocolli d'Intesa» non vi è traccia di tale accordo -:
se il Governo non intenda chiarire tale scelta e illustrare nel dettaglio le condizioni e i termini del protocollo d'intesa con l'azienda Finmeccanica.
(4-06786)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta orale:

BOSI e POLI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal 1o aprile 2010 la società Trenitalia-Cargo, che ha cambiato l'offerta di trasporto a livello nazionale e territoriale, non attuerà più il traffico diffuso, che rappresenta solo il 20 per cento del trasporto totale, ma gli sforzi organizzativi si concentreranno solo nella formazione/effettuazione di treni completi;
la conseguenza immediata è che le industrie manifatturiere e chimiche affideranno il loro trasporto sulla strada, aumentando così il numero di tir e camion in circolazione, che invaderanno le strade toscane;
il primo segnale negativo di questa decisione è la conseguente chiusura della piattaforma logistica di Trenitalia-Cargo di Pisa San Rossore. La società Toscana Pallet così non potrà più far arrivare dalla Germania i circa 80 carri al mese di semi lavorati in legno, con aumento di costi produttivi, che passeranno dagli attuali 2 euro circa ai 6/7 euro al metro cubo, senza contare i costi di inquinamento per il Paese;
nei giorni scorsi Cargo-Trenitalia - gruppo Fs ha, inoltre, comunicato ai sindacati la chiusura degli scali merci di Grosseto, Chiusi, Empoli, Arezzo e San Giovanni, dichiarando di fatto l'inizio dello smantellamento dei trasporto delle merci ferroviarie in Toscana;
il dato occupazionale della divisione cargo in Toscana, nell'ultimo periodo (gennaio/dicembre 2009) è diminuito di 134 ferrovieri passando da 599 lavoratori a 465, con una perdita di posti di lavoro di circa 22,5 per cento. Questo processo è stato gestito unilateralmente dalla società Trenitalia, attraverso processi di trasferimento volontario e soprattutto con lauti compensi economici al personale per invogliarlo a lasciare l'azienda;
il personale che lavora tutt'oggi in questi impianti, circa una trentina di persone, è senza prospettive e futuro, con l'ipotesi di poter essere collocato in un apposito fondo di sostegno o spostato anche fuori regione ad oltre 100 chilometri di distanza per trovare forse una nuova collocazione -:
quali urgenti iniziative intendano intraprendere, di concerto con le istituzioni regionali, per scongiurare la chiusura degli scali merci su ferro, nello specifico in Toscana, che determinano gravi ripercussioni sul mercato del lavoro e sull'economia nazionale per la disattivazione delle infrastrutture industriali esistenti e per il sovraccarico che si determina sulla viabilità ordinaria;
se e in quali modi intendano intervenire per evitare che i lavoratori della società Trenitalia-Cargo di tutti gli stabilimenti d'Italia abbiano a pagare le conseguenze della strategia industriale fin qui posta in essere dall'azienda in controtendenza rispetto alla programmazione dei flussi merci da tempo definita.
(3-01016)

TESTO AGGIORNATO AL 30 GIUGNO 2010

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:

CAPARINI e STUCCHI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
recentemente si è svolto un concorso interno per titoli ed esami per la copertura di 17 posti di 1o dirigente del Corpo forestale dello Stato, qualifica che compete al ruolo di comandante provinciale;
a tale concorso hanno partecipato dirigenti di riconosciuta e specchiata professionalità;
l'esito del concorso ha visto la seguente distribuzione territoriale dei candidati promossi: 9 Roma, 1 Cittaducale (Ri), 1 Sabaudia (Lt), 1 Potenza, 1 Vibo Valentia, 1 Bari, 1 L'Aquila, 1 Chieti, 1 Parma;
la legge n. 15 del 2009, recante la delega al Governo per la riforma del lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni e l'ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico, meglio nota come «riforma Brunetta», prevede, all'articolo 2, comma 1, lettera h), l'«introduzione di strumenti che assicurino una più efficace organizzazione delle procedure concorsuali su base territoriale, conformemente al principio della parità di condizioni per l'accesso ai pubblici uffici, da garantire, mediante specifiche disposizioni del bando, con riferimento al luogo di residenza dei concorrenti, quando tale requisito sia strumentale all'assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato»;
l'articolo 51 del decreto legislativo n.150 del 2009, attuativo della legge delega, intervenendo a modifica dell'articolo 35 del Testo unico sul pubblico impiego (decreto legislativo n. 165 del 2001), in materia di reclutamento del personale, ha introdotto nel nostro ordinamento il principio della territorializzazione delle procedure concorsuali, stabilendo che i bandi di concorso possono contemplare la residenza quale titolo preferenziale se tale requisito sia strumentale all'assolvimento di servizi altrimenti non attuabili o almeno non attuabili con identico risultato, senza per questo intaccare il principio della parità di condizioni di accesso agli uffici pubblici -:
se nella fattispecie sia stato assicurato il principio della territorializzazione previsto dal nostro ordinamento e quali iniziative intenda adottare al riguardo.
(4-06794)

GREGORIO FONTANA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
in data 8 aprile 2010 il direttore generale del Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (CRA), dottor Giovanni Lo Piparo diffidava il dottor Mario Motto, direttore CRA-unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo, dal partecipare al «Convegno sulla ricerca in agricoltura: quando gli orizzonti possono andare oltre il perimetro del settore - il caso del CRA Unità di ricerca per la maiscoltura», del 10 aprile 2010, organizzato da CGIL, CISL e UIL Bergamo in collaborazione con il CRA-unità di ricerca per la maiscoltura;
tale diffida fatta dal direttore generale del CRA al direttore CRA-unità di ricerca per la maiscoltura di Bergamo, basata sull'inadeguata tempistica della comunicazione del convegno e sulla particolarità del momento politico di avvicendamento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, appare a dir poco sconvolgente;
il poco avveduto comportamento del direttore generale, dottor Giovanni Lo Piparo, dimostra, con un atteggiamento che all'interrogante appare caratterizzato da

vera e propria arroganza, quanto a volte certa burocrazia centrale sia lontana dalla realtà locale;
infatti, il convegno bergamasco, che prevedeva la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, delle organizzazioni sindacali e delle associazioni imprenditoriali, poteva essere proprio l'occasione utile per un confronto per trovare necessarie sinergie e risorse per consentire al CRA bergamasco di rimanere sul nostro territorio e di rilanciare e riqualificare la sua attività;
pertanto la presenza del direttore bergamasco, dottor Mario Motto, in una posizione assolutamente istituzionale, sarebbe stata utile ed indispensabile;
il grave provvedimento con il quale la direzione generale del CRA ha diffidato, minacciando gravi sanzioni, il direttore del CRA bergamasco dal partecipare al convegno sul futuro dell'Istituto di maiscoltura bergamasco, appare all'interrogante anche lesivo dello stesso interesse dell'Istituto, cerealicolo bergamasco -:
se non si ritenga opportuno intervenire al fine di verificare se il comportamento del dottor Lo Piparo sia stato conforme non solo ai regolamenti ma anche alle nuove linee e ai criteri generali di opportunità che debbono contraddistinguere la pubblica amministrazione;
in che tempi si provvederà a nominare il nuovo consiglio di amministrazione che avrà il compito di riesaminare il piano di ristrutturazione e di valutare, con la massima serietà, l'adeguatezza, nelle loro funzioni, dei dirigenti del CRA.
(4-06800)

TESTO AGGIORNATO AL 22 APRILE 2010

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SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

PEDOTO, BOSSA, BUCCHINO, D'INCECCO, MURER, GRASSI, LENZI, MIOTTO, SARUBBI e LIVIA TURCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in Italia i registri tumori offrono una copertura solo parziale della popolazione nazionale (circa il 27 per cento) e questo ne riduce il grado di rappresentatività della realtà territoriale;
oggi, a 30 anni dalla nascita del primo registro tumori italiano, non esiste ancora una legge nazionale che istituisca formalmente i registri e permetta loro di accedere legalmente ai dati sensibili che stanno alla base della produzione delle statistiche sui tumori nel territorio nazionale, poiché in assenza di riconoscimento giuridico e apposita autorizzazione viene negata la possibilità di accedere ai dati sensibili se pur in presenza del consenso informato del paziente;
se si vuole continuare a tenere sotto sorveglianza la patologia oncologica, al fine di conoscerla e prevenirla, è necessario che il legislatore individui la procedura d'urgenza più conveniente per permettere ai registri tumori di lavorare secondo criteri uniformi e aggiornati su tutto il territorio nazionale. Perché, attualmente, i dati a disposizione o sono incompleti o, nella migliore delle ipotesi, antiquati -:
quali iniziative normative il Governo intenda assumere per arrivare nei tempi più brevi possibili all'istituzione e regolamentazione dell'attività dei registri, posto che una disciplina nazionale, oltre a permettere di poter usufruire senza ostacoli dei dati necessari per conoscere e prevenire le patologie oncologiche sul territorio nazionale e gestire in maniera armonica le campagne nazionali di prevenzione e di screening, darebbe la possibilità di meglio impiegare i soldi pubblici in nome della salute collettiva.
(5-02751)

Interrogazioni a risposta scritta:

CONTENTO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
attualmente l'intero ambito della gestione della disabilità è regolato dalla legge

n. 104 del 1992 e dalla più recente legge n. 18 del 3 marzo 2009, che a propria volta ratifica la Convenzione Onu di New York del 13 dicembre 2006;
la fonte regolamentare di riferimento risulta, invece, essere il così detto nomenclatore tariffario di cui al decreto ministeriale 332 del 27 agosto 1999;
quest'ultimo provvedimento esclude tra gli ausili erogabili dalle aziende sanitarie a favore dei portatori di handicap l'ampissima categoria degli strumenti informatici, ad eccezione della stampante braille e del sintetizzatore vocale per personal computer;
è ben vero che, a norma del comma 6 dell'articolo 1 dell'evocato decreto ministeriale n. 332 del 1999, la singola Asl può derogare all'elenco del nomenclatore ufficiale e disporre l'acquisto di speciali strumenti, ma ciò solamente a fronte di «gravissime patologie»;
si tratta, evidentemente, di una lacuna anacronistica alla luce delle mille potenzialità oggi offerte dall'informatica per l'incremento del livello della qualità di vita, non foss'altro che per la possibilità di comunicare meglio con l'ambiente esterno e con lo stesso personale medico (si pensi, ad esempio, ai soggetti affetti dal morbo di Parkinson);
la comunicazione è uno dei settori per il cui miglioramento l'Italia si è formalmente impegnata in sede internazionale mediante la sottoscrizione della Convenzione Onu e la sua ratifica ad opera della legge n. 19 del 2009;
appare, pertanto, utile ampliare la gamma di prodotti erogabili a cura delle Asl anche in casi di patologie non ancora evolute a stadi gravissimi, includendovi quanto meno i personal computer e gli accessi ad internet e non limitandosi alle sole riduzioni fiscali attualmente vigenti (detrazione del 19 per cento ai fini Irpef ed aliquota Iva al 4 per cento);
altro problema di estrema delicatezza ed urgenza è quello concernente le modalità di calcolo del reddito Isee in caso di disabilità e patologie debilitanti, atteso che, al momento, la giurisprudenza sembra negare che per ottenere i benefici di legge si debbano sommare anche le entrate dell'intero nucleo familiare (si vedano, sul punto, l'ordinanza del 16 maggio 2008 del Consiglio di Stato, la sentenza n. 4033/2008 del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia e quella n. 42 del 2007 del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia);
in assenza di un intervento interpretativo che uniformi le varie prassi e linee ermeneutiche, la questione rischia di essere demandata alla discrezionalità del singolo operatore, con conseguente ricorso al giudice amministrativo da parte dei cittadini interessati alla problematica -:
se ed in quali termini intendano intervenire sul contenuto del nomenclatore tariffario di cui al decreto ministeriale n. 332 del 27 agosto 1999, inserendo tra gli ausili dispensabili alle persone affette da gravi patologie invalidanti anche i personal computer e gli strumenti connessi (leggasi in primo luogo l'accesso alla rete di internet);
se intendano intervenire in via interpretativa per uniformare la prassi attualmente esistente in merito al calcolo del reddito Isee dei beneficiari indicati dalla legge n. 104 del 1992, evitando inutili discriminazioni e ricorsi al giudice amministrativo da parte di singoli cittadini.
(4-06777)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il supplemento Salute del quotidiano La Repubblica, nella sua edizione del 13 aprile 2010 pubblica un intervento del professor Paolo Cornaglia Ferraris, titolare della rubrica Camici & pigiami;
si fa presente come il farmaco Talidomide inibisce la formazione delle arterie,

e per questo motivo è diventato tristemente famoso (nascita di focomelici);
oggi il Talidomide si usa per la cura di mieloma e lebbra;
il brevetto è scaduto da decenni, per cui viene liberamente prodotto e venduto in Messico, al contrario di quanto accade in Italia;
un suo analogo brevetto, che nessuno ha dimostrato essere superiore al vecchio, si chiama Lenalidomide, e viene venduto al prezzo di 9,602 euro, con il nome di Revlimid;
si tratta di un farmaco utilizzato da chemioterapici in oncologia, e il suo prezzo è elevato, stante la semplicità del processo di sintesi;
risulta incomprensibile che si sostituisca un validissimo farmaco di libera vendita (generico) senza evidenze scientifiche rigorose di migliore attività;
esiste un uso non oncologico della Talidomide, che potrebbe essere sviluppato;
c'è l'ostacolo di un monopolio fatto da 9,602 euro per confezione da 25 compresse -:
per quali ragioni il «generico» non sia in libera vendita e si continui a sostenere una spesa rilevantissima per il Revlimid.
(4-06782)

ZACCHERA. - Al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la progressiva integrazione comunitaria si moltiplicano le richieste di riconoscimento dei titoli di studio da parte di cittadini italiani che li hanno ottenuti in altri Paesi europei, ma anche di cittadini comunitari che hanno frequentato scuole ed università nel loro Paese e che vogliano esercitare libere professioni in Italia;
si ha notizia di lunghi ritardi nella certificazione, autenticazione e possibilità di utilizzo di questi titoli di studio e ciò comporta molte difficoltà ai cittadini interessati;
altre volte si pone il problema della validità dei predetti titoli di studio ed in questo caso l'espletamento delle pratiche ed anche l'eventuale rigetto stesso delle domande avviene dopo lunghissimo tempo, mettendo in seria difficoltà quelle persone che ritengono di aver superato un corso di studi abilitante e che invece è poi non accettato dal Ministero competente -:
quali iniziative abbiano intrapreso i Ministri interrogati al fine di evitare abusi ed indebiti utilizzi ma anche - nei casi invece di osservanza delle normative - di conferma della validità dei titoli in Italia in termini di tempo ragionevoli e, in ogni caso, se non si ritenga di assumere iniziative volte a chiarire le normative per l'ottenimento dell'abilitazione in Italia dei titoli di studio ottenuti all'estero.
(4-06795)

PORFIDIA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende dagli organi di stampa la notte del 3 marzo 2010 Tommy Odiase e la moglie Linda, entrambi di origine nigerina, si sono recati con l'ambulanza al pronto soccorso dell'Uboldo di Cernusco sul Naviglio per far curare la figlia Rachel di 13 mesi. Con loro anche l'altra figlia di due anni e mezzo;
secondo la ricostruzione dei fatti data dai coniugi la piccola Rachel, presa da violenti attacchi di vomito è stata visitata dal medico di turno in sei minuti dalle 00.39 alle 00.45, ora alla quale la bambina è stata dimessa con il seguente referto «buone condizioni generali» e la prescrizione di tre farmaci antiemitici;
i medicinali risultano essere inutili e alle ore 2.00 la bambina, che sta sempre più male viene riportata al pronto soccorso. Il padre e la madre riportano che il personale medico avrebbe denunciato il fatto che la bambina aveva la tessera

sanitaria scaduta e quindi impossibilitata ad accedere alle cure mediche del caso;
Tommy Odiase aveva un permesso di soggiorno da residente da rinnovare ogni sei mesi che scade in caso di disoccupazione. Il nigeriano, per ottenere il rinnovo della tessera sanitaria propria e delle figlie, doveva presentare una serie di documenti che ne attestassero la posizione, fra i quali la busta paga dell'ultimo mese; licenziato solo sei settimane prima si è trovato in vero e proprio cul de sac;
fronte all'aggravarsi della piccola Rachel, il padre entra inevitabilmente in escandescenza. Una certa calma verrà riportata solo dall'intervento dei carabinieri, grazie al quale verso le ore 3.00 la bimba viene finalmente ricoverata in pediatria;
secondo i genitori, almeno fino alle ore 8.00 del mattino nessuno visita la piccola e non le viene somministrata alcuna flebo nonostante continuasse ad avere fortissimi attacchi di dissenteria e non riuscisse più a bere. La sera del giorno dopo la situazione si aggrava ulteriormente e nonostante le cure apportate alle ore 5.30 del giorno 5 viene constatato il decesso di Rachel;
il 12 maggio 2010 saranno pronti i risultati dell'autopsia che faranno chiarezza sulle cause cliniche del decesso. Nel contempo i carabinieri hanno acquisito le cartelle cliniche, gli Odiase hanno presentato una denuncia per omicidio colposo a carico dei medici e dell'ospedale, la procura di Milano ha aperto un'inchiesta con la stessa accusa contro ignoti e la commissione parlamentare sul servizio sanitario nazionale ha voluto che si aprisse un'inchiesta dei Nas;
è a questo punto determinante capire se ci sia stata una mancanza di assistenza, un ritardo ingiustificato o un eventuale errore sanitario -:
se il Ministro sia a conoscenza dell'accaduto e quali iniziative di competenza intenda assumere per fare piena luce sui fatti che hanno portato al decesso della piccola Rachel, chiarendo in particolare se la scadenza della tessera sanitaria possa aver inciso o meno sulla procedura medica.
(4-06797)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le agenzie di stampa e i quotidiani hanno ampiamente riportato il caso della piccola Rachel Odiase, di nazionalità nigeriana alla quale non sarebbero state prestate le necessarie cure sanitarie e che poco dopo è morta. Il padre, in regola con il permesso di soggiorno, aveva appena perso il lavoro e non poteva rinnovare il documento che forse avrebbe strappato la piccola alla morte;
in particolare, gli organi di stampa riferiscono che la notte del 3 marzo 2010 dopo che la piccola si era sentita male, in preda a violenti attacchi di vomito, la stessa sia stata sommariamente visitata dai medici del pronto soccorso dell'Uboldo di Cernusco sul Naviglio. Il medico di turno, dopo una visita di sei minuti, avrebbe dimesso la bambina prescrivendole tre farmaci; sul referto medico sarebbe stato scritto: «Buone condizioni generali»;
le medicine si sarebbero rivelate inutili, e alle 2 di notte il padre della piccola è tornato al pronto soccorso, chiedendo aiuto per la figlia, che sta sempre più male; il personale avrebbe risposto che «la bambina ha la tessera sanitaria scaduta, non possiamo visitarla ancora o ricoverarla»;
da notizie di stampa si apprende che di fronte al rifiuto dei medici, il padre della piccola abbia comprensibilmente e animosamente protestato, fino a quando non vengono chiamati i carabinieri, e solo il loro intervento ha risolto momentaneamente la situazione: la piccola viene ricoverata in pediatria, ma fino al mattino successivo nessuno la visita, non le viene somministrata alcuna cura, e questo nonostante la piccola avesse fortissimi attacchi di dissenteria e non riuscisse più a bere

nulla; al punto che la sera del giorno dopo la situazione diventa talmente critica, che finalmente viene collocato un monitor per tenere sotto costante controllo il battito cardiaco. Alle cinque e mezza il cuore della bambina si ferma, dopo 30 minuti di manovre di rianimazione viene constatato il decesso;
se la dinamica dei fatti sopra esposti venisse confermata, l'episodio costituirebbe, ad avviso degli interroganti, una gravissima violazione del diritto alla tutela della salute a prescindere dalle condizioni di regolarità o meno di una persona che si trova nel territorio italiano, e in particolare una violazione dei principi di cui articolo 32 della Costituzione che esplicitamente prescrive tra i diritti fondamentali della persona quello alla salute, e una inaccettabile violazione di ogni codice deontologico e di umanità;
il Ministro interrogato avrebbe commentato la vicenda sostenendo di avere «l'impressione che ci sia stata su questo caso parecchia disinformazione da parte degli organi di stampa»;
di quali elementi disponga il Ministro in relazione alla vicenda di cui in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo;
in cosa consista la «parecchia disinformazione» a cui avrebbe fatto riferimento il Ministro e su quali elementi si fondi un così duro giudizio.
(4-06799)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
da qualche tempo i titolari delle numerose aziende industriali operanti nella zona industriale sita contrada Tre Fontane territorio del comune di Paternò, grosso centro agrumicolo della provincia di Catania, lamentano che, a causa della discontinua ed insufficiente fornitura di energia elettrica da parte dell'Enel, non possono svolgere la loro attività lavorativa perché i macchinari quali confezionatrici elettroniche, celle frigorifero e quant'altro non possono funzionare correttamente a causa del disservizio sopra lamentato;
a nulla sono valse le numerosissime segnalazioni e diffide rivolte all'Enel al fine di eliminare tali inconvenienti, per cui parecchie aziende, perdurando tale stato di cose, sono in procinto di sospendere le attività lavorative in quanto non sono in grado di far fronte alle commesse ricevute, con gravi ricadute sul sistema occupazionale della zona già grandemente deficitario -:
quali iniziative che il Ministro intenda intraprendere per la soluzione di questa incresciosa vicenda.
(2-00674) «Torrisi».

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Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Nizzi e altri n. 7-00226, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mereu, Vella.

Apposizione di firme ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Tempestini e altri n. 2-00670, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 aprile 2010 deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Colombo, D'Antona.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in commissione Siragusa n. 5-02688, pubblicata nell'allegato B

ai resoconti della seduta del 30 marzo 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Cardinale.

L'interrogazione a risposta immediata in assemblea Baldelli n. 3-01009, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 aprile 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mottola.

L'interrogazione a risposta scritta De Biasi n. 4-06773, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 aprile 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Farinone.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Barbaro n. 4-06500 dell'11 marzo 2010.

Ritiro di una firma da una interrogazione.

Interrogazione a risposta scritta Laratta e altri n. 4-06272, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 febbraio 2010: è stata ritirata la firma del deputato Bordo.