XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 4 marzo 2010

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:

La Camera,
premesso che:
il sistema pensionistico italiano nel suo complesso, continuando a persistere la confusione contabile tra previdenza e assistenza, dovrà continuare ad essere gestito a «ripartizione assistita», cioè con rilevanti interventi da parte dello Stato, non sembrando realistico pensare di ridurre nel futuro tali interventi pubblici, data l'entità dello squilibrio previdenziale e assistenziale che comunque permarrà nel sistema;
le riforme finora attuate mirano ad evitare ulteriori e non sopportabili disavanzi del sistema pensionistico e la progressiva entrata a regime del sistema di calcolo contributivo introdotto con la riforma Dini del 1995 determinerà un consistente ridimensionamento delle pensioni, seppur attenuato dall'introduzione del sistema previdenziale complementare e dagli effetti dell'innalzamento dell'età pensionabile a decorrere dal 2015, ai sensi della legge n. 102 del 2009;
l'attuale tasso di variazione del prodotto interno lordo, di segno largamente negativo, incide pesantemente sui montanti contributivi al pensionamento e quindi sulle future pensioni contributive e tale effetto si accompagna a quello della riduzione dei coefficienti di trasformazione a partire dal 2010, riduzione derivante dall'allungamento dell'aspettativa di vita;
il rapporto tra la spesa pensionistica italiana e il prodotto interno lordo, in base al documento di programmazione economica e finanziaria 2010-2013, scontandosi i rilevanti effetti negativi registratisi nell'economia mondiale e le conseguenti ricadute sullo sviluppo e l'occupazione, raggiungerà il valore del 15,5 per cento già nel 2010, con diversi decenni d'anticipo rispetto a quanto previsto nel precedente documento di programmazione economica e finanziaria 2009-2013;
per quanto concerne gli enti di previdenza privati, per le «casse ex decreto legislativo n. 509 del 1994» il problema principale è rappresentato dalla sostenibilità, che comunque tenderà certamente a migliorare a seguito delle modifiche normative recentemente approvate da molte casse professionali in materia di prestazioni e contribuzione;
per le «casse ex decreto legislativo n. 103 del 1996» il problema principale è altresì rappresentato dall'adeguatezza delle prestazioni, che potrebbe trovare almeno in parte soluzione consentendo l'aumento del contributo integrativo fino al 5 per cento contributo da destinare all'incremento dei montanti individuali degli iscritti,


impegna il Governo:


ad attivare politiche volte a promuovere ed incentivare il ritardato pensionamento di lavoratori e lavoratrici, a rendere più flessibile il pensionamento in corrispondenza con le aspettative delle persone e a sviluppare la previdenza complementare;
ad intensificare i controlli dei singoli regimi assicurativi, degli andamenti economico-finanziari del sistema previdenziale obbligatorio, delle dinamiche di correlazione tra attivi e pensionati e dei flussi di finanziamento e di spesa, oltre che a perseguire la trasparenza tra quanto della spesa previdenziale è coperto da contributi e quanto abbia caratteristiche prevalentemente di matrice assistenziale;
a ricercare, con riguardo agli enti previdenziali privatizzati, soluzioni praticabili al fine di rendere più redditizi gli investimenti immobiliari e la relativa gestione nonché a fornire indicazioni sui criteri di investimento mobiliare, che siano il più possibile omogenei per le diverse

casse, in modo da incentivare l'efficienza delle gestioni e garantire la protezione del risparmio previdenziale;
ad assumere ogni iniziativa utile a garantire che l'incremento del contributo integrativo risulti allineato tra le varie casse, con utilizzo sia per le prestazioni, sia per la copertura di spese, sia per la copertura di eventuali rendimenti garantiti;
a riesaminare in materia di bilanci tecnici gli indicatori richiesti dal decreto ministeriale del 29 novembre 2007, integrandoli eventualmente con ulteriori parametri necessari per l'analisi e il confronto tra le varie casse;
a prevedere criteri il più possibile omogenei e trasparenti per la contabilizzazione delle voci di bilancio e per la determinazione dei rendimenti dei patrimoni e a definire in maniera chiara, esplicita ed obiettiva il parametro di riferimento per la sostenibilità delle gestioni previdenziali, tenuto conto che i patrimoni immobiliari di alcune casse risultano sottovalutati, oltre che a verificare gli effetti sui bilanci degli enti previdenziali pubblici delle operazioni di cartolarizzazione a partire dall'invenduto restituito agli enti stessi;
a stimolare il coordinamento e le sinergie di alcuni servizi comuni ai vari enti, sia nel settore pubblico che nel settore privato, al fine di contenerne le spese generali.
(1-00337)
«Jannone, Lo Presti, Poli, Cazzola, Franzoso, Fedriga, Motta, Santagata, Berretta, Bernardo, Carlucci».

La Camera,
premesso che:
il 23 febbraio 2010 il detenuto Orlando Zapata Tamayo è morto all'ospedale dell'Avana, dove era stato ricoverato dopo 85 giorni di sciopero della fame, Zapata, un operaio dissidente di 44 anni, aveva iniziato lo sciopero della fame il 3 dicembre scorso per protestare contro gli abusi che ha subito nel carcere di Carnaguey; faceva parte di un gruppo di 75 dissidenti detenuti a Cuba dal 2003 ed era stato condannato a 36 anni per diversi reati, fra cui «vilipendio della figura del Comandante» Fidel Castro;
la famiglia di Zapata e le associazioni per i diritti umani hanno accusato il Governo cubano della morte del dissidente, che è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva quando la sua situazione clinica era ormai irrimediabilmente compromessa. Il presidente cubano Raul Castro si è detto dispiaciuto della morte di Zapata, negando che a Cuba ci siano torture e maltrattamenti di detenuti;
appare invece certo che a Cuba ci sarebbero circa 200 prigionieri politici che le autorità cubane ritengono essere «mercenari» al soldo dagli Stati Uniti e che sono oggetto di un trattamento carcerario particolarmente duro;
dopo la morte di Zapata, la situazione dei dissidenti politici a Cuba è diventata oltremodo difficile, se non tragica. Quattro detenuti del carcere di alta sicurezza di Kilo Cinco y Medio, nella provincia di Pinar del Rio (Diosdado Gonzalez Marrero, Eduardo Diaz Freitas, Fidel Suarez Cruz e Nelson Molinet) hanno cominciato lo sciopero della fame per protestare contro le autorità ritenute responsabili della morte dell'operaio Zapata. Un altro dissidente, Elizardo Sanchez, capo di una associazione indipendente per i diritti umani, ha dichiarato in questi giorni che rifiuterà il cibo solido ed anche il giornalista-attivista Guillermo Farinas ha annunciato di aver cominciato uno sciopero della fame e della sete, nella sua abitazione di Santa Clara;
sul caso, il primo nel suo genere specifico negli ultimi 38 anni a Cuba, Washington e Bruxelles hanno lanciato un appello per la liberazione di tutti i detenuti politici cubani senza ottenere risultati pratici;

evidentemente il passaggio dei poteri tra Fidel Castro e suo fratello non ha attenuato per nulla la durezza del dispotico regime comunista, come invece era stato annunciato alla comunità internazionale da Raul Castro accendendo delle speranze che purtroppo si stanno rivelando, alla prova dei fatti, del tutto vane,


impegna il Governo


ad adoperarsi sia nell'ambito dei rapporti bilaterali, sia nelle sedi internazionali con particolare riferimento all'ONU ed all'Unione europea, affinché siano esercitate le più opportune ed efficaci pressioni possibili per ottenere la fine delle persecuzioni e dei maltrattamenti da parte del regime comunista cubano nei confronti dei dissidenti politici e dei detenuti per reati di opinione, e che il loro trattamento sia reso meno disumano e rispettoso del principio fondamentale di civiltà dell'habeas corpus.
(1-00338)
«Boniver, Reguzzoni, Pianetta, Santelli, Garagnani, Calderisi, Bertolini, Biancofiore, Picchi, Polidori, Berardi, Cazzola».

Risoluzione in Commissione:

La IX Commissione,
premesso che:
il piano generale di investimenti delle Ferrovie dello Stato S.p.A. per lo sviluppo della rete ferroviaria italiana prevede giustamente ingenti investimenti per diversi miliardi di euro, al fine di consentire il rinnovo urgente e indispensabile del materiale rotabile e le tecnologie per accrescere la sicurezza;
in questo contesto dovranno essere attivate nei prossimi mesi procedure di gara per la costruzione e l'acquisto di un rilevante numero di treni per l'Alta Velocità, che sarà la punta di assoluta eccellenza del nostro intero sistema ferroviario, anche per poter competere nello scenario europeo e mondiale;
altri ingenti investimenti sono destinati opportunamente al trasporto regionale ferroviario, così rilevante per tantissimi «pendolari», studenti e lavoratori di diverse categorie;
nel nostro Paese vi sono industrie e consorzi di grande tradizione e qualità che operano nel comparto della costruzione dei treni e carrozze, imprese localizzate in Piemonte, Toscana, Lazio, Campania come ad esempio Ansaldo-Breda, Firema Trasporti, e che hanno raggiunto livelli assai elevati e che hanno conquistato unanime apprezzamento nel mercato internazionale;
attorno a queste industrie si è sviluppato un importante indotto, che ricomprende tante imprese significative e specializzate, le quali occupano un considerevole numero di addetti;
partecipare alla elaborazione progettuale e alla realizzazione di convogli per l'Alta Velocità e per la rete ordinaria ferroviaria, con i requisiti della interoperabilità per la rete europea, è decisivo e strategico per lo sviluppo della nostra industria del settore;
rimanere estranei a questo programma così rilevante significa non competere sui mercati esteri, con conseguenti, inevitabili e pesanti rischi per la sopravvivenza dell'intera industria ferroviaria italiana;
del resto le industrie ferroviarie italiane hanno conquistato quote significative del mercato internazionale, dimostrando grande professionalità e capacità di innovazione tecnologica;
una vera e strategica politica industriale nel settore trasporti deve essere la priorità per il Governo italiano;
nella XIV legislatura venne all'unanimità approvata da codesta Commissione, in data 14 dicembre 2005, la risoluzione n. 8-00147 (Raffaldini ed altri, con il parere favorevole del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti);

occorre pertanto una iniziativa del Governo per salvaguardare il ruolo e le prospettive dell'industria ferroviaria italiana, in stretta sintonia con le scelte che Trenitalia è chiamata ad effettuare per la costruzione sia di nuovi treni regionali che per l'Alta Velocità, e per l'individuazione delle relative procedure,


impegna il Governo


nell'ambito dell'esercizio dei suoi poteri nei confronti di FS S.p.A., ad adottare ogni misura e ad assumere ogni possibile iniziativa - nel rispetto dei principi e della normativa comunitaria in materia - per salvaguardare e valorizzare la presenza, il ruolo, le prospettive di sviluppo delle industrie italiane e del relativo indotto operanti nel settore della costruzione di convogli ferroviari e di materiale rotabile, anche in vista delle imminenti e non più procrastinabili scelte legate alla progettazione, alla costruzione e all'acquisto di un numero assai elevato di treni per l'Alta Velocità, le linee regionali e la rete ordinaria ferroviaria ed all'attivazione delle relative procedure, al fine di non penalizzare e di non pregiudicare un comparto di tanto rilievo per l'intero sistema industriale italiano che invece deve essere rilanciato sia nel mercato interno che nel mercato europeo e mondiale, anche con adeguate sinergie a livello internazionale.
(7-00282)
«Meta, Iannuzzi, Taglialatela, Boffa, Bonavitacola».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:

SIRAGUSA, GHIZZONI, BERRETTA, ANTONINO RUSSO, SAMPERI, TERRANOVA, BURTONE, FALLICA, GIAMMANCO, GRANATA, STAGNO D'ALCONTRES, LO PRESTI, CAPODICASA, CARDINALE, MESSINA, GRIMOLDI, VINCENZO ANTONIO FONTANA, GAROFALO, ZAZZERA, ROMANO, DRAGO, BARBIERI, D'ANTONI e MARINELLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la preparazione del 150o anniversario dell'Unità nazionale è stata avviata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 24 aprile 2007 con il quale è stato istituito il Comitato interministeriale, al quale sono state affidate, in raccordo con le amministrazioni regionali e locali interessate, le attività di pianificazione, preparazione ed organizzazione degli interventi e delle iniziative connesse alle celebrazioni;
con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 15 giugno 2007, è stata istituita presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo una «struttura di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità nazionale», incaricata di fornire supporto al Comitato interministeriale nello svolgimento dei suoi compiti e di assicurare gli adempimenti necessari per la realizzazione del programma degli interventi connessi alle stesse celebrazioni, definito dal medesimo Comitato;
il decreto-legge 1o ottobre 2007, n. 159, recante disposizioni in merito a «Interventi urgenti in materia economico-finanziaria, per lo sviluppo e l'equità sociale», all'articolo 36, comma 1, affida al Comitato la definizione delle attività connesse alle celebrazioni, ed in particolare:
a) la realizzazione e il completamento di un programma di qualificati interventi ed opere, anche infrastrutturali, di carattere culturale e scientifico, nonché di un quadro significativo di iniziative allocate su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle città di preminente rilievo per il processo di Unità della Nazione, tali da assicurare la compiuta diffusione e

testimonianza del messaggio di identità ed unità nazionale proprio delle celebrazioni;
b) la messa a punto dei piani economici degli interventi, sia attraverso strumenti di cofinanziamento provenienti dalle realtà pubbliche e private del territorio e, in primo luogo, dai comuni e dalle regioni, che mediante il ricorso ad impegni di spesa ed obbligazioni pluriennali;
il comma 2 del citato articolo 36, come modificato dalla legge di conversione del 29 novembre 2007, n. 222, stabilisce, poi: «Per la realizzazione delle opere, degli interventi e delle iniziative connessi alle celebrazioni per il 150o anniversario dell'Unità d'Italia è autorizzata la spesa di 140 milioni di euro per l'anno 2007». Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 23 novembre 2007 si è proceduto alla dichiarazione di «grande evento» per il complesso delle iniziative e degli interventi afferenti alle celebrazioni;
gli interventi approvati sono i seguenti:
Venezia - realizzazione del nuovo palazzo del cinema e dei congressi;
Firenze - realizzazione del nuovo auditorium;
Perugia - ampliamento dell'aeroporto internazionale dell'Umbria Sant'Egidio;
Torino - nuovo parco Dora Spina - Aree Michelin primo lotto;
Torino - nuovo parco Dora Spina - Area Ingest secondo lotto;
Torino - nuovo parco Dora Spina - Area Vitali terzo lotto;
Novara - restauro ed allestimento museale del complesso «Broletto»;
Imperia - completamento del parco del Ponente Ligure - comune Ospedaletti;
Reggio Calabria - ristrutturazione museo nazionale;
Isernia - realizzazione del nuovo auditorium e delocalizzazione campo da calcio;
la regione Siciliana non ha trasmesso nei tempi stabiliti la documentazione richiesta per partecipare all'assegnazione dei fondi;
la Sicilia ha svolto un ruolo determinante nel processo di Unità della Nazione fin dai moti rivoluzionari del '20-'21 e del 1848 con il Governo di Ruggero Settimo a Palermo. La spedizione dei Mille, poi, fu fortemente sostenuta dai siciliani ed ebbe successo sulle truppe borboniche proprio grazie all'appoggio della popolazione locale che si unì a Garibaldi. Non serve sottolineare che grande fu anche il contributo economico dei siciliani per le casse del nascente Regno d'Italia;
è paradossale quindi che la Sicilia non abbia ottenuto investimenti nel proprio territorio per la celebrazione del 150o anniversario;
con ordinanza n. 3632 del 23 novembre 2007, è stato costituito il Comitato dei garanti, per le celebrazioni del grande evento «150 anni dell'Unità d'Italia», come previsto dal richiamato articolo 36, comma 3, del decreto-legge n. 159 del 2007, con il compito di verificare e monitorare il programma delle iniziative legate alle celebrazioni dell'Unità nazionale, sulla base delle informazioni trasmesse dal Comitato interministeriale, anche attraverso la condivisione della relazione quadrimestrale che il Presidente del Comitato dei ministri deve rendere al Consiglio dei ministri e della relazione annuale da presentarsi entro il 31 dicembre di ogni anno al Parlamento;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 11 settembre 2008 è stato stabilito che la Struttura di missione di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 giugno 2007, come confermata dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 giugno 2008, per quanto attiene alle attività di

supporto al Comitato interministeriale per le celebrazioni del 150o anniversario dell'Unità d'Italia e per la realizzazione del programma e degli interventi connessi al medesimo evento, opera presso il segretariato generale della Presidenza del Consiglio dei ministri alle dipendenze del segretario generale. La Struttura di missione, quanto al grande evento del «150o Anniversario dell'Unità Nazionale» è, dunque, lo strumento tecnico-operativo delle deliberazioni del Comitato interministeriale, nominato dal Consiglio dei ministri il 18 luglio 2009, e soggetto istruttorio ed attuatore degli atti di pianificazione delle infrastrutture e delle manifestazioni connesse al grande evento citato rispondendo della sua attività al Presidente del Comitato stesso e/o al Presidente delegato, Ministro per i beni e le attività culturali -:
se non si ritenga di inserire la Sicilia - in considerazione degli alti meriti nella costituzione dell'Italia unita - tra le regioni nelle quali sarà celebrato il 150o anniversario dell'Unità del nostro Paese, anche consentendo l'accesso al finanziamento e al restauro di un'opera legata ricordo dei moti rivoluzionari e garibaldini.
(5-02589)

Interrogazioni a risposta scritta:

LO MONTE, COMMERCIO, LATTERI e LOMBARDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la legge costituzionale n. 3 del 2001, ha rivoluzionato la ripartizione delle competenze legislative fra Stato e regioni individuando tre ipotesi: quella contemplata dall'articolo 117, comma 2, della Costituzione in cui lo Stato ha una competenza legislativa esclusiva su talune materie sulle quali le Regioni non hanno alcuna potestà legislativa, quella contemplata dall'articolo 117, comma 3 della Costituzione , in cui le regioni hanno una potestà legislativa concorrente ma su principi fondamentali determinati da legge statali ed una terza ed ultima ipotesi residuale, contemplata dall'articolo 117, comma 4 della Costituzione in cui confluiscono tutte le materie non espressamente riservate alla legislazione esclusiva dello Stato o alla legislazione concorrente Stato-Regioni, materie nelle quali le Regioni hanno una potestà legislativa esclusiva, nel senso che possono legiferare con l'unico vincolo del rispetto della Costituzione, dell'ordinamento comunitario e degli obblighi internazionali, essendo precluso allo Stato di individuare i princìpi fondamentali;
lo Statuto della regione siciliana, che rappresenta una fonte normativa di rango costituzionale, all'articolo 14, comma 1, lettere p) e q) stabilisce che la Regione siciliana ha potestà legislativa esclusiva in materia di ordinamento degli uffici e degli enti regionali e di stato giuridico ed economico degli impiegati e funzionari della Regione;
secondo i dettami dell'articolo 117, comma 4 della Costituzione, la puntuale previsione normativa da parte di una regione relativamente ad una materia sulla quale la stessa ha potestà legislativa esclusiva, a maggior ragione se emanata da una regione a statuto speciale, preclude l'applicazione alla stessa fattispecie di una legge nazionale;
il Consiglio dei Ministri del 1o marzo 2010 su proposta del Ministro per gli affari regionali, ha disposto l'impugnativa, con conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, di nove nomine della Giunta regionale siciliana avvenute il 29 dicembre 2009, con le quali era stato confermato, o conferito ex novo, l'incarico di direttore generale ad altrettante personalità non appartenenti agli organici regionali;
le nomine impugnate, disposte sulla base di una legge regionale che consente l'assunzione di dirigenti generali esterni nel limite del 30 per cento dei posti disponibili, a fronte di un limite del 10 per cento previsto dalla normativa statale, sono state ritenute dal Governo lesive dei princìpi contenuti negli articoli 3 e 97 della Costituzione;

l'articolo 127 della Costituzione prima della predetta riforma disciplinava le modalità di controllo da parte del Governo sulle leggi emanate dai Consigli Regionali prevedendo altresì l'obbligo di comunicazione di ogni legge approvata al commissario del Governo, il quale salvo il caso di opposizione da parte del Governo doveva vistare la legge entro 30 giorni;
nel novellato testo dell'articolo 127 il visto del commissario, preventivo alla promulgazione ed alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è stato abolito. Permane soltanto per il Governo la possibilità di «sollevare la questione di legittimità costituzionale dinnanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale allorché la legge regionale abbia ecceduto la competenza della regione;
non altrettanto è stato previsto per le leggi approvate dall'Assemblea Regionale siciliana che sono tuttora sottoposte al vaglio preventivo alla loro pubblicazione, del Commissario dello Stato. Infatti l'articolo 28 dello Statuto della regione Sicilia prevede che il controllo di legittimità dei disegni di legge approvati dall'Assemblea regionale siciliana è esercitato dal Commissario dello Stato che ne segue l'iter parlamentare sino alla avvenuta approvazione definitiva. Lo stesso commissario dello Stato può proporre ricorso alla Corte Costituzionale avverso le leggi che vengono approvate dall'Assemblea nelle materie di competenza legislativa esclusiva della regione, in caso di violazione di norme costituzionali e statutarie e di principi generali dell'ordinamento giuridico e di leggi nazionali di riforma economico-sociale o nelle materie di competenza legislativa concorrente con quella dello Stato, anche per contrasto con i principi contenuti nelle «leggi-quadro» statali;
la legge regionale sulla base del quale il Governo regionale siciliano ha adottato le nove nomine di dirigenti è stata esaminata favorevolmente dal commissario dello Stato che l'ha ritenuta perfettamente conforme alla Costituzione;
lo statuto regionale siciliano stabilisce all'articolo 21, comma 3 che il presidente, col rango di Ministro partecipa al Consiglio dei ministri, con voto deliberativo nelle materie che interessano la Regione. Più precisamente il decreto legislativo 21 gennaio 2004 , n. 35 «Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione siciliana relative alla partecipazione del Presidente della Regione alle riunioni del Consiglio dei Ministri.» all'articolo 2 stabilisce che quando il Consiglio dei Ministri deve deliberare provvedimenti di qualsiasi natura che riguardano la sfera di attribuzioni proprie e peculiari della Regione siciliana, il Presidente del Consiglio invita il Presidente della regione siciliana che ha facoltà di partecipare;
il presidente della Regione siciliana non è stato invitato alla riunione del Consiglio dei Ministri del 1o marzo nel quale è stata disposta l'impugnativa, con conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale, delle nove nomine effettuate dalla Giunta regionale siciliana -:
se, alla luce delle considerazioni svolte, non ritenga opportuno rinunciare all'impugnativa in oggetto che oltre ad apparire gravemente lesiva della corretta dialettica tra organi istituzionali è palesemente in contrasto con i princìpi costituzionali.
(4-06373)

GARAVINI e PORTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
nella recente inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulla falsa attestazione della residenza in Belgio del senatore Nicola Di Girolamo sono emersi, secondo quanto riportato dagli organi d'informazione, profili che riguardano un possibile coinvolgimento dell'attuale Ambasciatore italiano in Belgio, Sandro Maria Siggia;
secondo le stesse fonti lo stesso si sarebbe adoperato con consigli e segnalazioni per far ottenere al senatore Nicola Di Girolamo una falsa attestazione di iscrizione

nell'elenco degli italiani residenti all'estero, indispensabile per poter essere candidato e successivamente eletto;
nella stessa inchiesta e per la medesima vicenda risultano coinvolti anche personaggi in collegamento con esponenti della criminalità organizzata -:
se non ritenga necessario, al fine di tutelare il buon nome del nostro Paese all'estero, ed in particolare in Belgio dove tanti nostri connazionali sono ben inseriti nella vita sociale e civile, procedere immediatamente a richiamare in Italia l'attuale ambasciatore in Belgio, Sandro Maria Siggia, ed a provvedere ad un suo avvicendamento.
(4-06384)

SIRAGUSA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha già affrontato la questione della raccolta e gestione dei rifiuti a Palermo nell'interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-00875;
il 21 febbraio 2010 il Giornale di Sicilia ha pubblicato un articolo a firma di Marco Romano dal titolo «Un bando per assumere i cenciaioli. Delibera in aula, divampa la polemica»;
nell'articolo si legge «La riapertura della stagione delle cooperative sociali e lo spettro di nuovo precariato a libro paga pubblico spaccano il consiglio comunale. E frantumano gli equilibri all'interno delle stesse coalizioni o addirittura dei singoli gruppi. L'accordo bipartisan per l'affidamento della raccolta differenziata in una parte di città ancora da identificare a una coop sociale che assuma gli 85 cenciaioli "storici" dell'Apas non è ancora approdato all'esame d'aula, ma fa già parecchio discutere. La delibera è pronta e da lunedì sarà all'ordine del giorno...»;
in sostanza, prendendo spunto dalla raccolta differenziata, l'amministrazione comunale di Palermo sta pensando di promuovere un'altra ondata di assunzioni di precari nel momento in cui AMIA è sul punto di fallire, ha un esubero di centinaia di persone, e nei prossimi mesi la città dovrà fare i conti con le possibili tensioni sociali derivanti da una massa di precari stabilizzati in quell'azienda e alla GESIP che il comune non sa come pagare;
appare all'interrogante gravemente inopportuno che in costanza di una dichiarazione di insolvenza su Amia pronunciata dal tribunale e il suo commissariamento - la nomina dei commissari liquidatori spetta al Ministero della sviluppo economico - il comune di Palermo deliberi di sottrarre un servizio Amia, come quello della raccolta differenziata, peraltro recentemente partito in alcune zone della città con il sistema del porta a porta, che risulta finanziato con fondi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, affidandolo a Palermo Ambiente - società dell'Ato che ha già inutilmente assorbito una ingente quantità di fondi del comune - con assunzioni di personale senza bando di concorso;
c'è il rischio che tale sottrazione di servizi ad Amia e il contestuale affidamento a Palermo Ambiente possa includere, assunzione di nuovo precariato, dal momento in cui il comune e le sue partecipate hanno già in servizio un numero di personale di gran lunga superiore ai fabbisogni -:
se lo stanziamento di 55 milioni di euro finalizzato alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili di cui alla legge 244 del 2007, articolo 2, comma 551 e seguenti, sia vincolato al divieto per il comune di assumere alto personale precario;
se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere nel quadro di una razionalizzazione delle attività di raccolta e smaltimento dei rifiuti

urbani nella provincia di Palermo al fine di un concreto superamento dello stato di emergenza recentemente prorogato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 gennaio 2010.
(4-06385)

MANTINI e PEZZOTTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
alle ore 4 circa della notte di martedì 23 febbraio 2010 ignoti si sono introdotti all'interno del deposito della ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta in provincia di Monza, ormai in via di dismissione (dell'azienda originaria rimane ormai solo la parte deposito idrocarburi), e hanno azionato le pompe idrauliche di sette serbatoi causando lo sversamento di «circa 3.600 tonnellate di idrocarburi, per metà gasolio da autotrazione e riscaldamento e metà olio combustibile»;
gli idrocarburi fuoriusciti si sono incanalati nel condotto fognario e poi nel depuratore di San Rocco a Monza, che è riuscito a filtrarne circa 2.500 metri cubi, fino al suo completo danneggiamento per intasamento dovuto alla massa oleosa, mentre oltre 1.000 si sono riversati nel fiume Lambro, che attraversa le province di Milano e di Lodi per affluire poi nel Po in provincia di Pavia;
alle ore 3,30 della notte del 23 febbraio 2010 sarebbe stato effettuato l'ultimo controllo da un operaio del turno di notte dell'azienda Lombarda Petroli che ha precisato di non aver notato nulla di strano. Il disastro è stato scoperto solo alle ore 8,30 del mattino, con l'inizio del normale orario di lavoro, per cui vengono allertate l'ARPA Lombardia e Brianza Acque. Alle 10.25 il nucleo sommozzatori Milano ha segnalato alla sede regionale della Protezione civile la presenza di una macchia oleosa in località San Rocco di Monza, in corrispondenza del depuratore di acque del Fiume Lambro. Da allora in poi si sono allertate, con lentezza e ben scarso coordinamento, le altre autorità competenti e solo dopo molte ore è stata fatta intervenire la Protezione civile;
gli idrocarburi si sono dispersi nei mille canali e fossi di irrigazione che si intrecciano nel delta del Po, sfociando in mare aperto. Secondo il capo della Protezione civile, Sottosegretario Guido Bertolaso, buona parte della massa oleosa è stata bloccata dalle paratoie della diga Enel di Isola Serafini, che taglia il Po tra Piacenza e Cremona, in questo modo sono state filtrate 379 tonnellate di materiali inquinanti;
il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha disposto un'indagine interna per chiarire come mai all'inizio del 2009 la Lombarda Petroli di Villasanta ottenne un declassamento nelle categorie di industria a rischio di incidente rilevante previste dalla direttiva Seveso la 82/501/CE, la quale dispone misure e piani di interventi all'interno di siti industriali che lavorano determinate sostanze pericolose e di limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente, ottenuta sembra solo sulla base di una autocertificazione dell'azienda sulla quantità di idrocarburi stoccati nei depositi dichiarata inferiore ai 2.500 metri cubi (meno di quelli versati nel fiume Lambro);
il pubblico ministero di Monza, dottoressa Emma Gambardella, ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per disastro ambientale e inquinamento delle acque: ad agire secondo gli inquirenti qualcuno esperto che sapeva molto bene come azionare il complesso sistema di valvole e pompe idrauliche che hanno determinato la fuoriuscita della massa oleosa. Inoltre dall'interrogatorio dell'amministratore delegato e rappresentante legale della Lombarda Petroli di Villasanta, Giuseppe Tagliabue, da parte della magistratura sarebbero emerse pesanti carenze nella sicurezza e sorveglianza dell'impianto;
il sostituto procuratore Manuela Fasolato della procura di Rovigo ha aperto un fascicolo relativamente allo sversamento di idrocarburi che dal Lambro è

finito nel Po, intendendo verificare se e quanto il passaggio della macchia oleosa lungo il Po possa aver danneggiato o meno l'ecosistema fluviale e in particolare l'ultimo tratto del delta;
la Lipu ha lanciato un allarme per la sopravvivenza di anatre e gabbiani sul delta del Po e anche la Coldiretti è allarmata per la gravità del disastro ambientale che mette in pericolo un intero ecosistema agricolo perché oltre ad inquinare il fiume Lambro, il petrolio ha colpito il reticolo idrico minore, formato dai canali utilizzati essenzialmente dalle produzioni agricole;
il WWF in un comunicato ha denunciato che la marea di olio combustibile ha messo in pericolo «tutto l'ecosistema fluviale ed ora si pensa anche al delta del Po, una delle zone umide più importanti d'Italia e d'Europa per la migrazione e lo svernamento degli uccelli acquatici»;
l'Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr ha sottolineato che «la situazione idrologica attuale del Po può favorire l'attenuazione del fenomeno acuto di inquinamento, ma non necessariamente attenua il problema dell'impatto a lungo termine sull'ecosistema», infatti, «l'accumulo di idrocarburi nei sedimenti potrà rappresentare una sorgente di esposizione a sostanze tossiche per un periodo molto lungo»;
il direttore della Protezione civile emiliana, Demetrio Egidi, dichiara «continua a scendere della roba, e quanta ne sia stata scaricata dall'inizio ancora non lo sappiamo» e aggiunge: «Purtroppo c'è stata all'inizio una valutazione troppo ottimistica da parte della Lombardia», secondo il quale gli interventi andavano fatti sul Lambro ma in quella prima fase, gli emiliani non avevano voce in capitolo. Lo stesso Bertolaso accenna al fatto che «non abbiamo assolutamente sottovalutato la vicenda. E noto che la Protezione civile è materia concorrente, noi interveniamo quando ce lo chiedono gli enti locali e quindi la gestione di questa vicenda per le prime 48 ore è stata competenza delle realtà locali: prefetture, province, regioni», se ci sono stati ritardi «sarà l'autorità giudiziaria ad accertarlo» -:
quali dati ufficiali nell'ambito delle proprie competenze sia in grado ora di fornire e quali misure intenda con urgenza porre in essere per garantire effettivamente in questi casi un intervento coordinato di tutti gli enti e le amministrazioni e una pronta azione di bonifica delle aree interessate da questo grave disastro ambientale.
(4-06387)

MARTELLA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Venezia il Ministro interrogato ha inviato a tutti gli inquilini di alloggi Ater nel Comune di Venezia una lettera nella quale si spiega la possibilità di acquistare i predetti alloggi;
l'invio della lettera era mirato a destinatari ben precisi e, dunque, l'operazione di spedizione non poteva essere effettuata senza avere a disposizione un elenco dettagliato con i nominativi e gli indirizzi degli inquilini -:
se il Ministro sia entrato in possesso di tali dati avvalendosi di poteri o strumenti connessi con le sue funzioni istituzionali.
(4-06388)

BARBATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la Corte dei conti è un organo di rilevanza costituzionale e il principale organo di controllo dell'ordinamento repubblicano;
in questi giorni, su vari quotidiani nazionali del più diverso orientamento, sono comparsi ripetuti articoli che vedono coinvolto nell'inchiesta sugli appalti della Protezione civile il Presidente di sezione Mario Giulio Cesare Sancetta a quanto

pare indagato per corruzione e, sempre dalle notizie di stampa, sembra in rapporto con imprese e funzionari in odore di mafia;
il nome del suddetto magistrato è già comparso in una precedente inchiesta giudiziaria riguardante l'appalto global service all'impresa Romeo nel comune di Napoli per aver chiesto incarichi in commissioni di collaudo all'ex-Provveditore alle OO.PP. della Campania dottor Mautone per la propria segretaria alla Corte dei conti - Sezione Regionale di controllo per la Campania;
risulta all'interrogante che nella seduta del Consiglio di Presidenza della Corte del 15-16 dicembre 2009 sia stato espresso parere favorevole sulla richiesta di autorizzazione da parte del Presidente Sancetta ad accettare l'incarico di Presidente del collegio arbitrale costituito nell'ambito della controversia ANAS contro ITINERA Spa per i lavori di costruzione del tratto in variante della strada statale n. 318 di «Valfabbrica» e della strada statale n. 3 in località Licamo a Schifanoia;
risultano altresì all'interrogante atti discriminatori contro il delegato territoriale della F.P.-CGIL della Corte dei conti Sezione regionale di controllo per la Campania, da anni impegnato in battaglie di legalità e trasparenza amministrativa, oggetto addirittura di una richiesta da parte del Sancetta al segretario generale della Corte dei conti di trasferimento per incompatibilità ambientale perché «reo» di aver fatto delle critiche ad alcune proposte relative all'organizzazione del lavoro della Sezione e di aver chiesto dei chiarimenti sulla liquidazione delle ore di lavoro straordinario che vedevano un'eccessiva sperequazione a favore della segretaria del Presidente in questione favorita già nell'assegnazione di incarichi, designazione a corsi di formazione professionale, eccetera;
se è venuta meno, per palese inconsistenza, la prima richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale, s'è passati alla discriminazione del suddetto delegato sindacale a livello professionale, togliendo allo stesso le funzioni vicarie della segreteria dell'Ufficio grazie ad un provvedimento del dirigente pro-tempore fatto d'intesa col Presidente Sancetta -:
di quali elementi disponga il Governo e quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze, intenda assumere perché sia garantita l'assoluta imparzialità dei soggetti impegnati in qualità di arbitri in controversie che riguardano la pubblica amministrazione.
(4-06389)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta orale:

MOGHERINI REBESANI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 22 febbraio 2010 il Ministro degli affari esteri ha inviato ai parlamentari una pubblicazione dal titolo «Winning Italy», presentata come un'iniziativa editoriale periodica dedicata al monitoraggio dell'eccellenza italiana;
nella lettera di presentazione dell'iniziativa, lo stesso Ministro degli affari esteri auspica che tale pubblicazione possa giovarsi del contributo della rete diplomatica italiana all'estero, delle istituzioni, dell'associazionismo e della società civile;
nella stessa missiva del Ministro si indicano i recapiti dei suoi collaboratori presso il Ministero degli affari esteri come riferimenti per tale progetto editoriale;
la pubblicazione reca espliciti passaggi celebrativi di alcune iniziative imprenditoriali - selezionate, in base ad un criterio non definito, tra molte realtà italiane degne di nota - e riferimenti diretti alle promesse elettorali e agli slogan del proprio partito politico durante la campagna del 2008 -:
chi sia il soggetto editore della pubblicazione «Winning Italy» e con quali contributi finanziari venga realizzato;

da chi sia composto il comitato redazionale della pubblicazione «Winning Italy»;
che ruolo rivesta il Ministero degli affari esteri in relazione a tale progetto editoriale e, nel caso ne sia partecipe, con quale livello di responsabilità e di risorse finanziarie sia coinvolto nella progettazione, redazione e realizzazione della pubblicazione citata;
chi siano i destinatari della pubblicazione e quale sia il soggetto che ne cura la distribuzione e che sostiene i costi della relativa spedizione postale.
(3-00950)

Interrogazione a risposta in Commissione:

TEMPESTINI e NARDUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
alcune testate giornalistiche italiane - anche sulla base di importanti anticipazioni pubblicate recentemente dal New York Times - prefigurano gli elementi di una rinnovata strategia nucleare da parte del Presidente Obama, il quale annuncia una «riduzione spettacolare», consistente nello smantellamento di migliaia di testate dell'arsenale nucleare degli Stati Uniti nel mondo. Tali intenti sono parte di una più ampia revisione della politica americana sulle armi atomiche, ancora in fase di elaborazione in vista della pubblicazione del documento strategico quadriennale americano (Nuclear Posture Review);
la questione del ritiro delle armi nucleari tattiche statunitensi dall'Europa sarà argomento anche del prossimo Consiglio Nato, previsto il prossimo 22 aprile a Tallin, in Estonia, dove si discuterà della richiesta di ritirare le armi nucleari tattiche americane presenti sul territorio europeo, richiesta avanzata con lettera formale agli Usa da cinque Paesi europei (Belgio, Olanda, Germania, Lussemburgo e Norvegia). La richiesta dei suddetti Paesi aprirà anche in sede Nato un dibattito sul tema della denuclearizzazione e della dislocazione delle armi nucleari tattiche tutt'ora presenti in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Turchia;
l'istanza avanzata dai cinque Paesi europei sembra collocarsi all'interno di una prospettiva coerente con la nuova strategia anticipata da Obama e in linea con le valutazioni attribuite alla nuova amministrazione Usa, secondo cui le armi atomiche finiscono per rispondere ad un'esigenza di sicurezza e di deterrenza politica e non di reale difesa;
il processo di riduzione delle armi nucleari tattiche sul territorio europeo non può che trovare spazio nell'ambito di una ridefinizione della strategia complessiva in tema di disarmo e denuclearizzazione da concordare con gli Usa e in sede Nato -:
quale posizione intenda assumere il Governo italiano circa l'iniziativa promossa dai cinque Paesi europei, volta a richiedere agli Stati Uniti il ritiro delle armi nucleari tattiche americane ancora dislocate sul territorio europeo, considerando la rilevanza del tema anche per la presenza di tali armi atomiche sul territorio italiano e affinché l'iniziativa di riduzione delle armi nucleari stoccate su territorio europeo possa definirsi nell'ambito di una nuova visione strategica e di una prospettiva improntata alla concertazione.
(5-02595)

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

PILI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il capo del compartimento marittimo di Cagliari, ha reso nota, con la pubblicazione

su quotidiani sardi nella giornata del 2 marzo 2010, un'istanza di concessione demaniale marittima cinquantennale presentata dalla ditta TREVI ENERGY s.p.a., datata 10 giugno 2008 e assunta al protocollo l'11 giugno 2008 con il n. 32100, integrata da successiva istanza n. TE OUT 09 112 in data 9 novembre 2009, con la quale è stato chiesto di realizzare e mantenere un impianto di generazione eolica off-shore, in uno specchio acqueo ubicato nel golfo di Cagliari;
il progetto vede come richiedente: TREVI ENERGY s.p.a., con sede legale nel comune di Cesena, in via Larga n. 201;
la durata della concessione è prevista in anni 50;
lo scopo della concessione è: realizzare e mantenere un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica off-shore, ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 del decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387, della legge 24 dicembre 2007 n. 244;
la superficie è di quasi 10 milioni di metri quadrati (metri quadrati 9.556.926) di specchio acqueo delimitato dalle linee congiungenti i seguenti punti:
a) punto P49 - latitudine 39°07'50,29"N longitudine 009°07'41,44"E;
b) punto P50 - latitudine 39°08'08,60"N longitudine 009°07'55,68"E;
c) punto P51 - latitudine 39°08'26,03"N longitudine 009°08'11,71"E;
d) punto P52 - latitudine 39°08'13,19"N longitudine 009°08'35,59"E;
e) punto P53 - latitudine 39°08'31,05"N longitudine 009°08'45,71"E;
f) punto P54 - latitudine 39°08'17,23"N longitudine 009°09'10,46"E;
g) punto P55 - latitudine 39°08'34,73"N longitudine 009°09'20,38"E;
h) punto P56 - latitudine 39°08'23,21"N longitudine 009°09'49,47"E;
i) punto P57 - latitudine 39°08'04,34"N longitudine 009°09'38,80"E;
l) punto P58 - latitudine 39°07'52,66"N longitudine 009°10'02,89"E;
m) punto P59 - latitudine 39°07'13,22"N longitudine 009°09'40,60"E;
n) punto P60 - latitudine 39°06'43,45"N longitudine 009°09'07,22"E;
o) punto P61 - latitudine 39°06'27,97"N longitudine 009°08'51,24"E;
p) punto P62 - latitudine 39°05'57,48"N longitudine 009°08'17,50"E;
q) punto P63 - latitudine 39°06'12,18"N longitudine 009°07'50,63"E;
r) punto P64 - latitudine 39°06'26,73"N longitudine 009°08'05,98"E;
s) punto P65 - latitudine 39°06'39,63"N longitudine 009°07'41,40"E;
t) punto P66 - latitudine 39°06'56,09"N longitudine 009°07'57,71"E;
u) punto P67 - latitudine 39°07'23,67"N longitudine 009°07'50,89"E;
v) punto P68 - latitudine 39°07'37,77"N longitudine 009°08'05,83"E;
le coordinate relative ai punti di arrivo sulla terra ferma del cavo del pozzetto di giunzione del cavo mare-terra sono:
a) punto P37 - latitudine 39°12'38,51"N longitudine 009°05'28,75"E;
b) punto P38 - latitudine 39°12'40,29"N longitudine 009°05'27,34"E;
la potenza nominale complessiva dell'impianto è di 99 megawatt; numero turbine 33 da 3,0 megawatt ciascuna;
il diametro del rotore è tra i 90 e 120 metri; l'altezza del centro del rotore dal livello medio del mare è di metri 90; la parte sommersa della torre è tra i 16 e i 30 metri, fondazione di tipo monopalo sino a metri 30 di profondità sotto il livello medio mare;

la piattaforma di trasformazione elettrica a mare che raccoglie i cavi provenienti dai sottocampi per la trasformazione dell'energia elettrica da 30 Kv a 150 Kv è costituita da un ponte in struttura metallica di dimensione in pianta di metri 26 per metri 21, fondato su quattro pali verticali in acciaio infissi sul terreno per 25-30 metri. La quota del ponte principale è +9,60 metri sul livello medio del mare mentre la quota finale della parte più alta sarà di circa +21,50 sul livello medio del mare;
il progetto prevede il posizionamento di un cavo sottomarino della lunghezza di circa 10,2 chilometri, che dalla cabina di trasformazione a mare giunge sino nella zona di approdo, nella spiaggia di Giorgino, individuata dalle coordinate geografiche 39°12'38,51" N, 009°05'28,75" E, per poi proseguire sino al punto di coordinate geografiche 39°12'40,29" N, 009°05'27,34" E, punto dove viene eseguito il giunto terra-mare. Il cavo proseguirà costeggiando la strada comunale sino alla stazione ENEL del Porto Canale di Cagliari;
l'impianto e relative opere connesse è rappresentato da: a) turbine eoliche; b) cavi di interconnessione per le turbine; c) cavi sottomarini che trasportano l'energia dalla struttura off-shore alle strutture a terra;
la posa dei cavi viene eseguita con apposite navi. I cavi sottomarini sono fissati al fondale marino e interrati alla profondità di un metro;
il bando della capitaneria di porto invita tutti coloro che vi hanno interesse, a presentare per iscritto alla capitaneria di porto di Cagliari entro la data del 30 marzo 2010, quelle osservazioni ritenute opportune a tutela dei loro eventuali diritti, avvertendo che, trascorso il termine stabilito, non sarà accettato alcun reclamo e si darà corso alle pratiche inerenti alla concessione richiesta. Tale data costituisce anche termine per la presentazione di nuove eventuali istanze di concessione demaniale marittima per la realizzazione di analoghe strutture;
il progetto rappresenta un vero e proprio «assalto paesaggistico» allo straordinario golfo di Cagliari con gravissimo pregiudizio ambientale e naturalistico dell'intera costa;
nello stesso tratto di costa sono stati avanzati progetti che se realizzati rappresenterebbero una vera e propria muraglia eolica lunga 16 chilometri, quasi 30.000 ettari di mare occupati da quasi 300 pale davanti al golfo degli Angeli tra Cagliari e Pula;
il progetto di Cagliari segue l'«assalto» alla costa oristanese con uno schieramento di progetti che appare davvero come un'invasione senza precedenti della Sardegna e del suo mare;
ai dati pubblicati e da quelli resi noti in precedenza rileva una vera e propria corsa alla spartizione di quel tratto di mare con progetti presentati in dispregio di qualsiasi sensibilità ambientale e popolare;
è inaudito che su sedici chilometri di costa si concentrino cinque campi eolici con dimensioni impressionanti come se la Sardegna fosse diventata nuova terra di conquista;
è indispensabile fermare quella che all'interrogante appare come l'arroganza di chi progetta, sul mare della Sardegna, una devastazione paesaggistico ambientale inaudita;
si tratta di progetti che si sovrappongono con aree di mare che vengono rivendicate a suon di cartografie che delimitano spazi da concedere ad illustri sconosciuti;
in Sardegna da tempo è in atto un'imponente mobilitazione bipartisan con un solo obiettivo, tutelare la Sardegna da chi vorrebbe trasformare il mare sardo in una distesa di improponibili pale eoliche che andrebbero a rafforzare un devastante principio delle grandi industrie inquinanti: «continuo a inquinare tanto ho i crediti verdi delle pale eoliche della Sardegna»;

la devastazione ambientale è palese e l'assenza di regole lascia spazio ad una discrezionalità concessoria che tradurrebbe ogni atto in vantaggi illegittimi nei confronti dell'uno o dell'altro;
la Sardegna non ha tratti di costa disponibili per progetti eolici a mare e qualsiasi contesto sarebbe leso nella sua specificità e naturale bellezza;
la manifesta arroganza di chi, nonostante le dichiarate contrarietà di tutte le istituzioni locali, insiste su tali progetti fa pensare che questi novelli «conquistatori del vento» si illudano che la Sardegna, oltre alla terra del vento, sia anche terra di nessuno -:
se non ritengano i Ministri interrogati di assumere iniziative affinché siano revocate le procedure avviate perché ogni autorizzazione sarebbe palesemente contraria a tutte le norme di tutela e salvaguardia di compendi sottoposti a tutela paesaggistica, ambientale e naturalistica;
se il Ministro per i beni e le attività culturali non intenda intervenire con proprio vincolo sull'intera area considerata la vicinanza con le vestigia punico fenice e romane di Nora;
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga di verificare preliminarmente l'esistenza, già rilevata da tutti gli altri soggetti preposti, dei presupposti paesaggistico-ambientali che richiedano gli interventi di competenza;
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga di dover revocare il dispositivo di avvio di procedure autorizzative perché palesemente discrezionali e in contrasto con la presenza nella stessa area di altri progetti analoghi e sovrapposti;
se non ritenga il Governo, di concerto con la regione, di escludere il territorio della regione Sardegna, proprio per le caratteristiche naturalistiche e ambientali delle sue coste, da qualsiasi progetto relativo a impianti eolici off-shore.
(5-02590)

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie stampa vi è una situazione allarmante per il litorale di Capocotta, la zona di litorale romano compresa tra il mare laziale e tra Castel Porziano e Torvaianica con decine di metri di dune mangiati e portati via dal mare;
sono bastate le mareggiate di pochi giorni di maltempo a far scomparire circa 50 metri di costa; dune e vegetazione sparite e altre decine di metri di spiaggia a rischio;
l'erosione è avvenuta con imprevedibile rapidità e ora potrebbe essere a rischio una fascia ancora maggiore del litorale laziale;
il Wwf chiede un blocco totale delle attività su tutta l'area: «La spiaggia di Capocotta - spiega Vanessa Ranieri, presidente Wwf Lazio - con le sue dune è area a protezione integrale della riserva naturale statale litorale romano; insieme alla spiaggia comunale di Castel Porziano è inoltre Sito di interesse comunitario (Sic) e Zona a protezione speciale (Zps)»;
secondo Ranieri, quella di Capocotta «è un'emergenza naturalistica da preservare e gestire con la massima cura e attenzione»;
nella zona vi sono stati anni di abusi, di vegetazione sacrificata per far posto a chioschi e lettini il che ha compromesso il naturale equilibrio della zona;
secondo il Wwf è necessario operare per consentire «ai processi naturali la ricostituzione delle dune e dell'arenile. Un'azione di questo tipo deve essere adottata a causa degli abusi e per l'assenza di controlli ed adeguati interventi che hanno teso l'utilizzo della spiaggia non sostenibile»;

il Wwf ricorda che «il Comune di Roma, ente gestore della riserva, non ha un piano di gestione, come invece prevede la normativa;
è necessario tenere in considerazione l'allarme lanciato dalle associazioni al fine di scongiurare un aggravamento delle condizioni già disastrose dell'area considerata -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno verificare lo stato delle cose, in particolare l'esistenza di un abuso nella gestione delle spiagge a favore della balneazione, che avrebbe sacrificato la vegetazione;
se corrisponda al vero quanto emerso dalle dichiarazioni del Wwf, relativamente alla mancanza di un piano di gestione del litorale da parte del comune di Roma, ente gestore, in deroga alla normativa vigente e come si intenda intervenire a riguardo;
se e quali iniziative immediate il Ministro interrogato intenda intraprendere per sostenere le richieste presentate dalle associazioni al fine di salvaguardare un'area considerata a protezione speciale e Sito di importanza comunitaria (SIC).
(4-06377)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

PALADINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella strage di Nassiriya il 12 novembre 2003 persero la vita 19 cittadini italiani tra militari e civili e che a seguito del tragico evento la procura militare di Roma ebbe a rinviare a giudizio tre ufficiali, tutti per il reato previsto e punito dall'articolo 167 comma 1 e 3 del codice penale militare di pace;
con sentenza del 24 novembre 2009 la corte militare di appello di Roma ha assolto due dei tre ufficiali coinvolti in sede di rito abbreviato, mentre nel frattempo è iniziato, con rito ordinario, il giudizio nei confronti del terzo degli ufficiali in questione;
con la legge di rifinanziamento delle missioni internazionali di pace (legge 29 dicembre 2009, n. 197) è stato introdotto il comma 1-octies dell'articolo 4, con il quale, contrariamente a quanto avveniva in precedenza, viene prevista la punibilità dei reati per cui è questione solo su richiesta del Ministro;
in assenza della richiesta del Ministro, anche il procedimento a carico del terzo ufficiale coinvolto, andrà ad estinguersi alla prossima udienza del 27 febbraio 2010 non sarà possibile procedere in Cassazione avverso le decisioni pronunziate a carico degli altri due ufficiali in premessa;
in tale stato di cose ed in assenza dell'intervento ministeriale verrà impedita qualsiasi forma di risarcimento in favore dei familiari delle vittime della strage -:
se il Ministro della difesa intenda richiedere formalmente entro l'udienza del 27 febbraio 2010 avanti al tribunale militare di Roma che si proceda a carico del colonnello Di Pauli.
(4-06386)

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sono note le difficoltà dei comuni italiani nell'affrontare i problemi finanziari legati alla propria gestione;
si ritiene opportuno che in ogni modo vengano aiutati i comuni che investono proprie risorse allo scopo di operare un

recupero di entrate riducendo le aree di evasione, con speciale riguardo ai tributi di propria competenza -:
se il Governo non ritenga di dover favorire il finanziamento di iniziative che
favoriscano la lotta all'evasione dei tributi comunali e, in questo senso, se non intenda assumere iniziative, anche di carattere normativo, finalizzate ad escludere le spese dei comuni investite nella lotta all'evasione e all'elusione dei tributi comunali dai conteggi relativi ai patti di stabilità.
(4-06368)

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

CHIAPPORI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nell'aprile 1995, a seguito della segnalazione effettuata dal primario della clinica pediatrica dell'ospedale di Perugia (professore Vaccaro) circa la situazione psicologica della signora Luisa Romani e fisica del neonato T.R., il Tribunale dei minori di Perugia ha disposto il trattenimento del neonato in ospedale. Il neonato non poteva essere consegnato neanche al padre (Marco Romani) in quanto sulla base una relazione dei servizi sociali al tribunale si sarebbe evidenziata la pericolosità del padre (Marco Romani) che avrebbe somministrato al neonato T. una sostanza venefica, rilevatasi successivamente, una sostanza omeopatica;
a seguito di tali vicende il Tribunale dei minori ha disposto l'affido del neonato ai servizi sociali, ordinando agli stessi di trovare una famiglia affidataria. Analoga disposizione è stata rivolta per il fratello del neonato H.R. Tale situazione ha influito negativamente sulla psicologia dei genitori e soprattutto della madre già segnata da una depressione post partum, che nel luglio 1995 ha tentato il suicidio;
per due anni i genitori dei minori affidati non sono riusciti a visitare i figli, nonostante che a tal fine siano stati programmati appositi incontri con i servizi sociali;
nel marzo del 1997 la signora Luisa Romani ha presentato due istanze presso il Tribunale dei minori per incontrare i figli, sulle quali il citato tribunale ha espresso una valutazione del tutto negativa. Tale decisione è stata basata su una segnalazione dei servizi sociali che ritenevano la signora Luisa ancora non idonea ad avere rapporti con i propri figli, malgrado fosse stata inserita in un programma terapeutico e socio-riabilitativo stabilito dagli stessi servizi in un'apposita struttura;
con sentenza 3 del 16 luglio 2002 il Tribunale dei minori ha respinto l'opposizione proposta dai coniugi Romani avverso il decreto 22 del 29 dicembre 2000 con il quale lo stesso tribunale ha dichiarato lo stato di adottabilità per H.R., rimasto fino ad allora con la famiglia affidataria, in conseguenza di una presunta condotta omissiva dei genitori nel periodo agosto 1997-dicembre 2000;
contro il richiamato decreto di adottabilità, nell'ottobre 2002 i coniugi Romani hanno presentano ricorso alla Corte d'appello di Perugia che, con sentenza n. 4300 del 4 dicembre 2003, ha accolto il ricorso in questione, revocando lo stato di adottabilità del minore T., e disponendo ai servizi sociali di adoperarsi per il reinserimento del bimbo nella famiglia naturale, evidenziando anche rilevanti criticità circa i presupposti della decisione assunta dello stesso tribunale;
al riguardo, a seguito di ulteriori perizie, la Corte ha rilevato l'inesistenza della condotta omissiva dei genitori; l'incoerenza tra la mancanza di attenzione della signora Romani verso il figlio T., ed i divieti di contatti tra i due imposti dallo stesso Tribunale; la trascuratezza che i servizi sociali hanno posto ai disturbi della signora Romani e all'invito a dimostrare la loro capacità e sensibilità

aiutando i genitori ed i figli verso il reinserimento; il travisamento delle finalità dell'affidamento etero familiare; la capacità del signor Romani ad educare il figlio più grande;
la Corte di cassazione con sentenza del luglio 2004 ha dichiarato l'improcedibilità e l'inammissibilità di due ricorsi presentati nel gennaio e nel febbraio del 2004 dalla Procura generale di Perugia, ai sensi rispettivamente, dell'articolo 17 della legge n. 184 del 1983, e dell'articolo 373 del codice di procedura civile;
nel novembre del 2004 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia ha deciso per l'archiviazione di una denuncia-querela presentata dai coniugi Romani nei confronti delle operatrici della ASL 2 di Perugia che avrebbero dichiarato di aver commesso involontari errori di valutazione in merito alla capacita genitoriale dei coniugi Romani;
ad oggi i figli dei coniugi Romani non sono ancora tornati in famiglia e continuano di fatto ad essere affidati a terzi, nonostante la pronuncia della Corte d'appello che prescriveva il reinserimento nella sua famiglia originario il percorso -:
se non ritengano inaccettabile che, a distanza di circa 4 anni dalla sentenza della Corte d'appello di Perugia, l'intricata vicenda della famiglia Romani, più volte ripresa anche dai media, sia ancora ben lontana dall'essere conclusa e che, in sostanza, la sentenza definitiva sia tuttora disapplicata;
se il Ministro della giustizia intenda assumere le opportune iniziative ispettive presso il Tribunale dei minori al fine di un eventuale esercizio dell'azione disciplinare in ragione dell'assoluta gravità della vicenda descritta in premessa;
se, alla luce dei fatti sopra esposti, non ritengano opportuno intervenire per accertare, nei limiti delle proprie competenze, come sia stato possibile che i servizi sociali della ASL 2 di Perugia abbiano potuto agire con quello che all'interrogante appare un gravissimo livello di approssimazione;
se non intendano intervenire anche mediante iniziative normative affinché ai coniugi che si trovano in situazioni come quella descritta in premessa sia riconosciuto in via amministrativa un adeguato indennizzo per il gravissimo danno morale ed esistenziale sofferto e per le ingenti spese sopportate.
(4-06376)

GIRLANDA, LAFFRANCO, LUCIANO ROSSI, SPECIALE e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il recente terremoto de L'Aquila ha dato luogo a numerose iniziative di solidarietà e a puntuali e tempestivi interventi del Governo in favore delle infrastrutture, sia dal profilo abitativo che nei confronti di edifici che rivestono un ruolo sociale primario come gli istituti scolastici, i tribunali, gli ospedali, gli uffici pubblici governativi e degli enti locali;
il 15 dicembre 2010 un terremoto di intensità 4,2 ha colpito l'area di Perugia, ed a seguito di tale evento sismico la Protezione civile ha attivato una pronta verifica dei danni riportati agli edifici pubblici e privati, al fine di assicurare il possibile rientro nelle strutture non danneggiate;
la scossa è stata particolarmente avvertita nella casa circondariale di Capanne, dove tutti i circa 500 detenuti sono stati immediatamente evacuati dalle celle per le verifiche sull'agibilità. Alcuni dei detenuti, come riportato dagli organi di stampa, hanno applaudito il personale della polizia penitenziaria per la rapidità con la quale sono state svolte le operazioni, e a Perugia è subito giunto anche il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia, che si è complimentato con il personale per la riuscita del piano di evacuazione;
un articolo di stampa, pubblicato da un quotidiano locale del 24 febbraio 2010,

riporta notizie inesatte sulla funzionalità della struttura e non rispondenti a verità come ha potuto appurare il primo firmatario del presente atto in diverse recenti visite ex articolo 67 legge n. 354 del 1975 effettuate presso la casa circondariale e come confermatogli direttamente in tali circostanze sia dalla direttrice dottoressa Bernardina Di Mario che dal comandante della polizia penitenziaria commissario Fulvio Brillo, riscontrando invece una esemplare gestione di una struttura moderna inaugurata nel 2005 ed ispirata a criteri di efficienza e funzionalità, pur all'interno dei più generali problemi della situazione carceraria nazionale;
il fenomeno sismico di dicembre ha tuttavia determinato in alcune aree comuni una serie di danni strutturali che determinano una condizione di non agibilità stabilita con ordinanza comunale, sebbene siano nel frattempo stati predisposti lavori di intervento e ponteggi per ovviare a taluni di questi danni;
inoltre la struttura, tuttora priva di pianta organica, presenta anche una forte carenza di personale della polizia penitenziaria, riscontrata nelle visite ispettive parlamentari sopra menzionate, che pur all'interno della più generale carenza di organico sul piano nazionale, in questa sede fa rilevare una grave situazione a cui la professionalità della gestione dei funzionari dell'amministrazione non può oggettivamente sopperire, in particolare per l'esiguità del nucleo traduzioni e piantonamenti in un carcere come quello di Capanne ad alta movimentazione quotidiana di detenuti -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Ministro al fine di garantire in tempi brevi tutti i necessari interventi per il ripristino delle condizioni di piena agibilità della struttura a seguito del terremoto, provvedendo allo stesso tempo alla dotazione dell'organico di personale necessario ed indispensabile al funzionamento della casa circondariale.
(4-06382)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GHIZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i disservizi, la riduzione delle corse, delle fermate e della qualità complessiva del servizio ferroviario sulla linea Carpi-Modena, sembrano non avere fine, nonostante le ripetute denuncie degli utenti e delle amministrazioni locali;
dopo i molti problemi già segnalati anche con precedenti atti di sindacato ispettivo, la società Trenitalia ha annunciato la decisione di chiudere la locale biglietteria durante la domenica a partire dal 14 marzo: tale comunicazione è avvenuta attraverso la semplice esposizione di un cartello nella sala d'aspetto nella stazione di Carpi - classificata di prima categoria con oltre mille utenti giornalieri - e solo a seguito delle polemiche emerse sulla stampa locale;
un provvedimento che sembra anticipare ulteriori restrizioni per il futuro e che produrrà non pochi problemi agli utenti, soprattutto per le categorie più deboli, che dovranno fare i conti con la gran parte delle emettitrici spesso guaste o con la chiusura degli esercizi autorizzati alla rivendita;
a subire gli ulteriori disagi derivanti da tale scelta, saranno i molti viaggiatori stranieri che soprattutto la domenica utilizzano la ferrovia, ma anche i tanti cittadini che approfittano del giorno festivo per il tempo libero e per programmare i viaggi e fare prenotazioni;
a fronte delle proteste avanzate dal comitato degli utenti della Modena-Carpi, risulta del tutto inaccettabile il consiglio offerto agli utenti dalla locale dirigenza di Trenitalia di tener sempre un biglietto in tasca per evitare sorprese;

oltre all'inappropriatezza della scelta, appaiono censurabili anche le modalità seguite per comunicarne l'adozione, se si consideri che le stesse autorità facenti parte del tavolo di confronto sui problemi della linea Modena-Carpi, regione, provincia e comune, né tanto meno il comitato degli utenti ne sono stati avvisati preventivamente -:
quali iniziative intenda assumere al fine di verificare acquisendo le apposite informazioni da Trenitalia la complessiva qualità del servizio ferroviario sulla linea Carpi-Modena, favorendo il lavoro del tavolo di confronto con le amministrazioni locali e le rappresentanze degli utenti;
quali atti intenda adottare al fine di superare i disservizi lamentati dagli utenti e, in particolare, come si intenda ovviare ai problemi conseguenti alla annunciata chiusura domenicale della biglietteria, eventualmente consentendo la possibilità di consentire l'acquisto dei biglietti sui convogli, senza maggiorazioni o sanzioni.
(5-02594)

VANNUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con interrogazione 5-02164 annunciata nella seduta 252 del 25 novembre 2009 sollevava il caso che nell'esecuzione della Terza corsia nel tratto Cattolica-Fano a ridosso del comune di Gabicce Mare e nelle vicinanze del centro storico di Gradara si prevedesse uno svincolo a «Trombetta» che oltre ad essere molto costoso e aver un forte ed inaccettabile impatto ambientale;
con la risposta ricevuta alla interrogazione nella seduta del 20 gennaio 2010, il Ministero si limitava a fornire le informazioni ricevute da ANAS, come l'interrogante facendo rilevare nella replica, preannunciando la presente ulteriore interrogazione;
nella vicenda, ANAS rappresenta solo una parte che si confronta con il concessionario ed ovviamente assume posizioni a propria garanzia senza dover considerare appieno l'interesse generale e le posizioni delle amministrazioni interessate;
con una recente nota gli uffici del Ministero sollecitati da cittadini di Case Badioli (frazione del comune di Gabicce Mare) sono intervenuti sulla pericolosità della statale 16 a distanza di un chilometro da dove insisterebbe lo svincolo controverso chiedendo urgenti interventi di messa in sicurezza;
una diversa soluzione, come proposto nella interrogazione richiamata di disporre che il concessionario esegua uno svincolo a raso (che peraltro viene richiesto dal Ministero ad un chilometro di distanza) anziché a Trombetta farebbe risparmiare una ingente somma;
con specifico accordo con il concessionario si potrebbe prevedere che parte dei risparmi siano utilizzati per mettere in sicurezza la statale 16 nel tratto precedente e successivo allo svincolo come ritenuto indispensabile dallo stesso Ministero con la nota richiamata;
il Ministero ha un ruolo di organo di vigilanza e di indirizzo verso ANAS che dovrebbe esercitare anche in questo caso;
è opportuna una verifica specifica e «terza» del Ministero sulla vicenda anche al fine di recuperare risorse per mettere in sicurezza un maggior percorso possibile della Statale 16 -:
se il Ministro intenda disporre una specifica ed indipendente ispezione che coinvolga l'ascolto delle amministrazioni comunali di Gabicce Mare, di Gradara, della provincia di Pesaro-Urbino della regione Marche oltre che del concessionario e di ANAS prima di addivenire alle iniziative del caso che si rimane in attesa di conoscere.
(5-02599)

VANNUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la materia dei fermi di veicoli per debiti fiscali ha visto nel corso degli anni numerosi interventi del legislatore a partire dall'anno 1973 per arrivare all'articolo 3, comma 41, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203 convertito dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248 contenente «Misure di contrasto all'evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria»;
la materia ha visto numerosi interventi interpretativi e non da parte dell'Agenzia delle entrate;
sulla materia esistono numerose pronunce dei tribunali amministrativi regionali, decisioni di giudici di merito, pronunce delle Sezioni Unite della Corte di cassazione su poteri e attribuzioni riferiti alle controversie;
la materia appare quanto mai complessa e dubbi d'incostituzionalità sembrano essere stati posti da una recente ordinanza del Consiglio di Stato;
in via più generale possono essere sollevati dubbi sulla efficacia delle norme riferite all'effettivo recupero del debito;
sulla «proporzionalità» della azione di fermo rispetto al debito effettivo e sulla possibilità del recupero se si crea indirettamente l'inattività dell'interessato per il quale il veicolo è fonte di reddito;
nello specifico invece appare quanto mai impropria, proprio perché non tutela a sufficienza i cittadini, la mancanza di una procedura che attraverso il sistema telematico non consenta la possibilità di vendita dell'auto ad ignari cittadini che si trovano ad essere truffati ed a corrispondere le imposte regionali e gli oneri della motorizzazione civile;
andrebbero meglio considerate le recenti disposizioni circa il divieto di radiazione per i veicoli gravati da fermo amministrativo valutandone gli effetti sui costi ambientali per il paese -:
quali siano le risultanze e le analisi statistiche del Ministro dell'economia e delle finanze sulla efficacia dello strumento per l'effettivo recupero del credito;
se sia necessario introdurre correttivi per definire la «proporzionalità» della misura rispetto al debito medesimo;
se il Ministro delle infrastrutture dei trasporti ritenga di dover intervenire affinché sia scongiurata la possibilità «tecnica» di vendita di veicoli sottoposti a fermo e se il divieto di radiazione dei veicoli fermati possa essere evitato per scongiurare più consistenti danni ambientali conseguenti all'abbandono dei mezzi;
se i ministri interrogati, ciascuno per le proprie competenze, intendano intervenire sulla materia anche con iniziative normative per chiarire i profili di costituzionalità, precisare le attribuzioni ed poteri ed affrontare le modifiche necessarie.
(5-02600)

Interrogazione a risposta scritta:

BELLANOVA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il territorio salentino in questo ultimo anno è stato spesso scenario di gravi disagi, come i notevoli ritardi accumulati sia per le lunghe che per le brevi tratte, che i passeggeri hanno dovuto subire a causa di inefficienze del sistema ferroviario;
gli ultimi disagi, in ordine di tempo, risalgono al 23 febbraio 2010 quando i passeggeri dell'Eurostar in partenza da Lecce per Roma sono giunti a destinazione con un ritardo di ben 75 minuti. Come se non bastasse anche l'Eurostar di rientro Roma-Lecce del 24 febbraio 2010 ha avuto dei problemi seri di ordine tecnico che ha portato i passeggeri a raggiungere la destinazione con ben due ore di ritardo;
il 15 dicembre 2009 nel corso della seduta dell'ottava commissione consiliare

- politiche comunitarie - della provincia di Lecce, l'assessore ai servizi finanziari, politiche dell'Unione europea ha affermato di essere a conoscenza che «a breve saranno convocate le ferrovie della Sud Est e le Ferrovie Stato, al fine di conoscere un progetto, che risulta già pronto, con il quale si porta nel sistema ferroviario, l'alta velocità a Lecce»;
quanto dichiarato dallo stesso assessore appare in netta controtendenza rispetto alla situazione del trasporto ferroviario in Puglia e nel Salento. Infatti, mentre si parla di alta velocità, le intenzioni di Trenitalia, riferite anche dal dottor Livio Nisi rappresentante della maggioranza in seno all'UPI, sarebbero quelle di abolire lo scalo merci di Surbo;
in un Salento, già pesantemente isolato da alcune scelte compiute in questi ultimi mesi da Trenitalia, quella di abolire anche lo scalo merci andrebbe ad aggravare ulteriormente, da un punto di vista commerciale, la situazione gravissima di «gap» che si sta delineando tra il nord e il sud di questo Paese in termini di sviluppo economico e sociale -:
se il Ministro interrogato non intenda verificare con urgenza se esiste una trattativa in corso da parte del Governo con Trenitalia per portare anche nel Salento l'alta velocità con i relativi lavori di ammodernamento della rete ferroviaria e se esiste al momento un impegno effettivo di spesa per il Salento al fine di scongiurare l'isolamento di questo territorio dal resto d'Italia.
(4-06375)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

BURTONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi tempi si sono verificati una serie di atti vandalici ai danni della Misericordia di Grassano (Matera);
alcune settimane fa l'ambulanza della Misericordia era stata oggetto di un tentativo di furto con annessa denuncia contro ignoti;
una settimana fa sono stati forati i pneumatici con grave danno economico per l'associazione;
si tratta di un atto contro un servizio pubblico gestito da una associazione di volontariato di notevole utilità per il territorio e la comunità grassanese -:
se e quali iniziative il Governo intenda adottare per verificare quanto accaduto e per evitare che questi episodi abbiano a ripetersi.
(3-00949)

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIOLI, SANTAGATA, GHIZZONI e LEVI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
alcuni organi di stampa nazionali riportano valutazioni di magistrati impegnati nella lotta alla criminalità organizzata sulla qualità della presenza della camorra casalese nella provincia di Modena;
in particolare il pubblico ministero Zincani che ha recentemente coordinato un'indagine che ha portato all'arresto di dodici membri dei clan Casalesi operanti nel modenese parla di un passaggio da infiltrazioni a radicamento della criminalità organizzata nell'edilizia modenese -:
quali siano le informazioni in possesso del governo e quali azioni di contrasto intenda attivare.
(4-06371)

TOUADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 5 febbraio 2010 sul giornale locale Calabria Ora è stato pubblicato un articolo a firma dei giornalisti Massimiliano Trotta e Alessandro Trotta dal titolo «Ho sborsato seimila euro: era tutto falso»;

nell'articolo in oggetto un immigrato marocchino racconta di essere arrivato in Italia con in mano un permesso di soggiorno e un contratto di lavoro che aveva ottenuto pagando prima di partire, ma una volta giunto nel nostro Paese gli è stato detto che la sua assunzione era fittizia;
l'immigrato marocchino accortosi del raggiro subito dice di aver denunciato più di un anno fa a Castrovillari la sua condizione irregolare di extracomunitario, ma, a seguito dell'autodenuncia gli è stato ritirato il permesso di soggiorno (sostituito da uno temporaneo, oggi scaduto);
dalla testimonianza di Ahmed (è il nome immaginario del ventottenne marocchino) raccolta dai due giornalisti del quotidiano calabrese emerge che c'è un traffico di permessi di soggiorno fittizi di cui sono vittime numerosi immigrati, i quali sborsano diverse migliaia di euro convinti di ottenere quel contratto regolare di lavoro promesso da alcuni imprenditori che alla fine li assoldano in nero;
dal medesimo articolo emerge chiaramente che nella provincia di Cosenza sono numerosi gli episodi simili a quelli dell'immigrato marocchino che ha avuto il coraggio di denunciare quanto accadutogli;
lo stesso Ahmed sottolinea nell'intervista rilasciata a Calabria Ora che dalla sua denuncia non è scattata nessuna indagine -:
se il Ministro sia al corrente di questa diffusa pratica di truffa ai danni degli immigrati che giungono in Italia, in particolare in Calabria;
se il Ministro, a seguito dell'articolo comparso sul quotidiano Calabria Ora, intenda assumere maggiori informazioni presso le autorità competenti per accertare se a seguito della denuncia dell'immigrato marocchino siano state effettivamente avviate delle indagini.
(4-06374)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
da quanto emerge da una indagine a tappeto effettuata dai carabinieri dei NAS su 863 strutture di assistenza e residenze per anziani in tutta Italia, ben 238 sono risultate irregolari;
da detta indagine sono emersi episodi inquietanti e sconcertanti, come anziani con problemi psichiatrici legati con fasce e cinghie ai letti, o chiusi a chiave nelle stanze; anziani malati di Alzheimer «dimenticati», e lasciati liberi di allontanarsi dalle strutture per poi essere ritrovati morti, come accaduto nel Viterbese; anziani che a pranzo e cena mangiano cibi scaduti ed ai quali vengono somministrati medicinali non più validi;
i militari hanno rilevato 371 infrazioni, segnalando alle Autorità giudiziarie, sanitarie ed amministrative i 293 responsabili e ponendo i sigilli a 16 strutture ricettivo completamente abusive e con gravi carenze igienico sanitarie o gestionali;
sono inoltre state rilevate in varie strutture la mancanza dei requisiti minimi igienico-sanitari e di sicurezza, oltre all'impiego di personale senza alcun titolo professionale;
sono stati inoltre scoperti appartamenti senza alcuna autorizzazione «adibiti» ad improvvisate residenze in mancanza di ogni requisito;
diverse centinaia di confezioni di farmaci scaduti sono state sequestrate perché detenute in modo non corretto o illecitamente sottratte a strutture pubbliche, e sono stati posti sotto vincolo oltre 6 quintali di alimenti irregolari o in cattivo stato di conservazione -:
se si intenda potenziare l'azione della polizia di prevenzione nella materia e

quali iniziative di competenza si intendano programmare al fine di contrastare tale fenomeno.
(4-06381)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il consiglio comunale di Goito (Mantova) ha approvato, con i voti della maggioranza (il 22 febbraio 2010), il regolamento della scuola dell'infanzia comunale;
tale delibera ha suscitato, e sta suscitando, numerose polemiche per i contenuti del regolamento, al punto che il gruppo del Partito Democratico ha inteso presentare un'interpellanza urgente alla Camera (n. 2/00636);
il 25 febbraio 2010, il sindaco di Goito ha dichiarato alla stampa locale che il regolamento contestato avrebbe ricevuto l'avvallo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca -:
se il Ministro abbia avvallato il regolamento della scuola dell'infanzia del comune di Goito (Mantova) e in quali termini formali.
(5-02591)

DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con l'eliminazione del terzo maestro nei moduli della scuola primaria e di tutte le compresenze, ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 nelle classi IV D e IV E della scuola primaria G. Carducci di Firenze si sono concentrati un numero elevato di docenti che devono completare l'orario di cattedra;
gli studenti delle classi sopra menzionate hanno frequentato per i primi tre anni della scuola primaria una classe a modulo con tre insegnanti su due classi, oltre a quelli di inglese e religione. Nell'anno scolastico, 2009/10, sin dall'inizio, è stato tolto uno dei tre insegnanti e le relative discipline sono state assegnate a diversi docenti, titolari delle classi parallele IV A, IV B e IV C;
il risultato di questa «novità» introdotta dall'attuale Governo è una fortissima frammentazione della didattica (11 maestri complessivamente sulle due classi 8 che si avvicendano in ogni classe);
in particolare risulta chiaramente, dallo schema orario applicato nell'istituto, la disomogeneità oraria delle due classi con la conseguente frantumazione dell'assetto disciplinare e del modello educativo a cui sono sottoposti gli allievi. La molteplicità di docenti che si avvicendano sulle due sezioni dà la chiara impressione di avere come unico scopo quello di coprire, in qualche modo, l'orario piuttosto che quello di realizzare una coerente attività di insegnamento-apprendimento. Questo nonostante i meriti e le riconosciute qualità professionali dei docenti delle classi parallele a cui è affidato il compito di completare l'orario;
nonostante una fitta sequenza di incontri fino a Natale 2009 i genitori hanno ottenuto pochissimi ritocchi all'orario e nessuna risposta scritta;
l'articolo 4 del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito dalla legge n. 169 del 2008, sottolinea invece che le innovazioni si applicheranno a partire dall'anno scolastico 2009/10 alle prime classi della scuola primaria, ed in base a questa disposizione, le classi IV D/E a modulo avrebbero dovuto essere escluse dalla attuazione della sopra menzionata normativa;
oltre che l'articolo 4 del citato decreto-legge, tutti i testi normativi emanati da aprile a ottobre 2009 sottolineavano la necessità di non coinvolgere le classi finali del ciclo nella nuova organizzazione. Si confermava che i posti a tempo pieno o a 40 ore avrebbero dovuto rimanere gli

stessi assegnati nell'organico di diritto dell'anno scolastico 2008/2009, tranne che, eccezionalmente, in quelle situazioni in cui gli «spezzoni» orari derivati dalle compresenze del tempo pieno stesso, dall'insegnamento della lingua inglese e da quello della religione cattolica avessero permesso agevolmente la costituzione di nuove classi;
visto che il monte ore assegnato ad ogni classe per la determinazione dell'organico consisteva in 27 ore, era inevitabile dedurne che la costituzione di una nuova classe a 40 ore avrebbe costituito senza dubbio un'ulteriore ipoteca sugli orari delle altre classi;
i genitori degli studenti e delle studentesse delle sopramenzionate classi hanno rappresentato anche all'ufficio scolastico per la Toscana e al dirigente della scuola gli effetti tuttora pesanti sui propri figli/e e sulla loro formazione didattica educativa e di istruzione;
detta situazione, infatti, ostacola, invece che favorire, lo sviluppo di requisiti fondamentali quali la capacità di attenzione e di concentrazione, la riflessione personale e la rielaborazione dei dati appresi, per non parlare dell'impossibilità di effettuare le indispensabili esercitazioni collettive e individuali;
soprattutto però, e di questo i genitori sono profondamente convinti, nuoce ad una proficua, stabile e serena relazione con i docenti, visti i tempi stretti e pressanti in cui questi si avvicendano;
di fatto la mancata assegnazione di un insegnante, per il completamento dell'orario e la costituzione delle 12 ore mancanti, utilizzando ben sei insegnanti diversi (titolari delle classi a tempo pieno parallele), più due insegnanti di religione, più una docente di inglese, sembrerebbero confermarlo;
i due docenti del modulo che lavorano ancora sulle due classi, devono effettuare, inoltre, per tre giorni alla settimana, le mense e le ricreazioni,sottraendo al loro già esiguo orario di 11 ore per classe ben 6 ore. I genitori si chiedono legittimamente, quanto italiano e quanta matematica apprenderanno i loro ragazzi in questo anno di scuola;
i genitori riferiscono che il dirigente scolastico continua a ripetere che il prossimo anno imporrà la prevalenza. Ma i genitori gli hanno dimostrato che già quest'anno con l'avvicendamento di uno dei due maestri principali e l'arrivo di una nuova docente (la maestra dell'anno scorso è passata alle superiori) sarebbe stato difficile l'opzione prevalenza, che comunque non avrebbe risolto il problema delle spezzettature di ore;
va sottolineato che nella IV E è presente anche un alunno certificato portatore di problematiche notevoli e che già lo scorso anno non ha ricevuto tutte le ore di sostegno necessarie e questo, riferiscono sempre i genitori, ha pesato fortemente sul clima della classe con ripetuti episodi di violenza. La frammentazione attuale ha danneggiato ulteriormente il processo di integrazione, nonostante gli sforzi degli insegnanti -:
se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se non ritenga di acquisire elementi in ordine all'applicazione delle nuove norme sull'organizzazione scolastica da parte dell'istituto Carducci di Firenze e quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo;
se non ritenga che le classi IV D e IV E a modulo siano state coinvolte oltre misura nella nuova organizzazione e che la normativa, come rappresentato in premessa, non dovesse essere applicata alle classi successive alla prima, anche in considerazione del fatto che risulta davvero insostenibile la situazione di spezzettamento orario che non consente agli studenti e alle studentesse un proficuo apprendimento e una proficua, stabile e serena relazione con i docenti, visti i tempi stretti e pressanti in cui questi si avvicendano;
se non ritenga urgente e indispensabile, per quanto di competenza e nel

rispetto dell'autonomia scolastica, dare indicazioni, anche mediante gli uffici scolastici periferici, al fine di garantire che venga modificato per il prossimo anno scolastico 2010/2011 l'attuale caotico assetto orario ed organizzativo, ripristinando la presenza di un solo ulteriore insegnante di classe che completi l'orario, nonché al fine di prevedere che per quest'anno, per lo meno, venga riorganizzata la distribuzione oraria degli insegnanti, sia dei titolari delle classi, che di quelli «aggiunti» che vi completano l'orario, in modo da assicurare ai ragazzi delle classi IV, D ed E, lo svolgimento, con gli insegnanti «prevalenti», di un numero adeguato di ore di lezione almeno per le materie principali.
(5-02601)

Interrogazione a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2010, all'articolo 2 comma 250, ha rifinanziato, con lo stanziamento di 370 milioni, gli appalti e i contratti co.co.co. degli ex-LSU impiegati come personale amministrativo e ausiliario negli istituti scolastici;
il citato comma dell'articolo 2 della stessa legge finanziaria non distingue tra le diverse figure di ex-LSU e non indica una ripartizione dello stanziamento tra le stesse;
lo stanziamento effettivo delle risorse è rinviato ad uno specifico decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da inviarsi, con gli schemi esplicativi delle risorse che si impegnano, alle competenti commissioni parlamentari per poi procedere all'effettiva erogazione;
la legge finanziaria 2010, all'articolo 2, comma 240, individua la copertura economica per il proseguo del servizio prestato dagli ex-LSU assunti con contratto di collaborazione coordinata e continuativa per l'anno in corso;
a seguito di tale stanziamento la direzione generale per personale scolastico del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con nota protocollo AOODGPER 19534 del 28 dicembre 2009, inviata agli uffici scolastici regionali ed ai dirigenti scolastici, chiarisce la proroga dei contratti, ma non specifica quale durata dovranno avere e quali misure adottare per far fronte al mancato adeguamento contrattuale;
la direzione generale per la politica finanziaria e per il bilancio del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca con circolare n. 9537 del 14 dicembre 2009, ha previsto per il 2010 il taglio del 25 per cento dello stanziamento destinato a finanziare le prestazioni degli ex-LSU ai quali si applica il decreto ministeriale 68 del 2005, relativo ai cosiddetti «appalti storici»;
tali interventi determinano una disparità di trattamento normativo e retributivo tra lavoratori addetti a funzioni analoghe, ritardi nei pagamenti delle spettanze e incertezze quanto alla stabilità dei livelli occupazionali -:
se e come il Governo intenda intervenire per:
a) completare l'iter normativo previsto dalla legge finanziaria, articolo 2 comma 250;
b) procedere alla omogeneizzazione dei contratti di lavoro oggi applicati alle diverse categorie di ex-LSU impiegati nel settore scolastico, garantendo a tutti l'impiego per 40 ore settimanali;
c) garantire la tutela dei livelli occupazionali e la regolarità del pagamento delle spettanze.
(4-06379)

TESTO AGGIORNATO AL 29 LUGLIO 2010

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

TORAZZI e STUCCHI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la scelta della Novartis di proseguire nell'attuazione del piano di riorganizzazione del settore commerciale tiene alte le preoccupazioni espresse dai lavoratori circa la realizzazione di progressivo ridimensionamento delle attività sul territorio senese;
le tensioni, già emerse in seguito alla decisione dell'azienda farmaceutica di mettere in mobilità ventiquattro dipendenti, trovano oggi terreno fertile nella mancanza di concrete risposte sul ruolo dello stabilimento senese e sul mantenimento dell'occupazione, rendendo estremamente incerto il futuro dei dipendenti e delle loro famiglie;
dal confronto tra l'azienda e i sindacati è emersa la volontà da parte della Novartis di dare continuità agli investimenti nei siti di Siena e Rosia, ma attualmente non è stato adottato alcun piano industriale che possa far pensare ad un rilancio degli stabilimenti italiani;
l'azienda rappresenta un importante punto di riferimento per molte imprese locali, il cui sviluppo è strettamente legato a quello del polo senese. Pertanto, l'eventuale adozione delle annunciate strategie di ridimensionamento avrebbe un forte impatto sull'economia del territorio, impoverendolo di posti di lavoro;
il processo di riorganizzazione messo in atto dall'azienda non può ricadere interamente sui lavoratori che fino, ad oggi, hanno pagato i costi più alti della crisi che ha investito il Paese -:
se il Governo non intenda rendersi parte attiva nelle trattative in corso al fine di arrivare ad una soluzione, il più possibile condivisa, che tuteli l'importante realtà produttiva dello stabilimento senese e i conseguenti livelli occupazionali.
(4-06369)

DE ANGELIS. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 284 del 1977 (articolo 3, comma 5) prevede la maggiorazione di un quinto del servizio prestato dagli appartenenti alle forze di polizia che percepiscono l'indennità di istituto di cui alla legge n. 1054 del 1970, ai fini della liquidazione e della pensione;
tale maggiorazione è stata inglobata nella cosiddetta indennità pensionabile con la legge 20 marzo 1984, n. 34;
con decreto del Presidente della Repubblica 27 aprile 1984, n. 69, l'indennità di cui sopra è stata attribuita anche al personale dei ruoli tecnici del Corpo forestale dello Stato;
ad oggi al personale del Corpo forestale dello Stato che espleta attività tecnica-scientifica, tecnico-strumentale ed amministrativa non è data la possibilità di riscattare, sia ai fini pensionistici che ai fini della buonuscita, il beneficio della maggiorazione di un quinto -:
se non sia il caso di intervenire affinché tale sperequazione possa essere eliminata.
(4-06370)

LULLI, COLOMBO, VENTURA, MADIA e GATTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società Italia Solare Industrie, controllata da Energia futura e dalla società di private equity Mercatech, ha rilevato nel 2008 lo stabilimento industriale di Scandicci della Electrolux, che a partire dal 2006 era entrato in stato di crisi a causa della condizione critiche del settore della

refrigerazione in Europa (atto di sindacato ispettivo 4-00227 - risposta del Governo 16 febbraio 2009);
la nuova azienda ha dato vita a un processo di riconversione per la realizzazione di un sito produttivo specializzato nella produzione di pannelli fotovoltaici; 370 ex dipendenti della Electrolux sono stati assunti nella nuova azienda;
secondo quanto scrive la stessa Mercatech sul suo sito internet: «In seguito all'accordo raggiunto nel settembre 2008 con il Gruppo Electrolux, relativo all'acquisizione dello stabilimento industriale di Scandicci, alla sua riconversione e alla gestione delle risorse umane impiegate, Mercatech ed Energia Futura hanno recentemente dato vita a Italia Solare Industrie, società che già a partire dal 2009 avvierà nell'impianto toscano una produzione di pannelli solari, di generatori eolici e di carpenteria metallica legata al campo dell'energie alternative. Italia Solare Industrie si candida a diventare la capogruppo di un vero e proprio distretto delle energie alternative controllato e gestito da Mercatech»;
l'operazione è stata resa possibile grazie a un accordo nazionale tra le parti e con l'intervento finanziario della regione Toscana;
secondo notizie di stampa l'azienda sarebbe in forte ritardo sui tempi previsti per la produzione di pannelli fotovoltaici. Molti dei 370 assunti si troverebbero a non svolgere alcuna attività produttiva. I vertici dell'azienda starebbero pensando a «un nuovo piano industriale». Vi sarebbero problemi legati al rifornimento di silicio e soprattutto timori su possibili tagli, da parte del governo, del cosiddetto «conto energia» d'incentivazione alla produzione di energia fotovoltaica di cui al decreto ministeriale 19 febbraio 2007;
vi sarebbero forti timori in azienda, di una ripresa della cassa integrazione che coinvolgerebbe circa 190 lavoratori -:
quali informazioni il Governo possieda sulla situazione dell'impianto di Scandicci e se le notizie riportate dagli organi di informazione a proposito di un nuovo ricorso agli ammortizzatori sociali siano veritiere;
quali misure intenda adottare il Governo e se intenda davvero operare un taglio del «conto energia» di incentivo alla produzione di energia con fonte solare.
(4-06372)

NACCARATO e MIOTTO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
lunedì 1o marzo a Camposampiero, in provincia di Padova, un piccolo imprenditore edile, Oriano Vidos, si è tolto la vita a causa del fallimento della sua azienda schiacciata dalla crisi economica;
si tratta dell'ennesimo tragico suicidio di un imprenditore, travolto dalla crisi economica che sta colpendo con particolare violenza le piccole e medie imprese che sono esposte in maniera drammatica agli effetti della crisi e che non possono, se non in minima parte, ricorrere agli ammortizzatori sociali. Tra il 2008 e il 2010, infatti, in Veneto hanno deciso di togliersi la vita ben tredici piccoli imprenditori. Solo nei primi mesi del 2010 in Veneto si sono già verificati altri tre casi di suicidi legati alla crisi economica: il 3 gennaio a Noventa Padovana (Padova) un impresario edile di 39 anni, Pietro Tonin, si è ucciso; qualche giorno dopo, l'11 gennaio, il titolare del supermercato «A&O» di Castelmassa (Rovigo), Alberto Ottino di 40 anni, si è impiccato; il 22 febbraio si è tolto la vita nella sua casa di Vo' Euganeo (Padova) il titolare della società «Tri-Intonaci», Paolo Trivellin di 46 anni;
tali fatti evidenziano che la crisi economica mondiale sta causando conseguenze molto negative proprio nelle aree del Paese dove operano numerosissime piccole imprese che non riescono più ad accedere al credito bancario e non possono utilizzare gli ammortizzatori sociali;

il principale problema che determina la chiusura e il fallimento di molte piccole e medie imprese è la contrazione del credito da parte delle banche, nonostante il fatto che - per le piccole e medie imprese - i consorzi fidi garantiscano il 50 per cento del prestito. Basti pensare che, solo nella provincia di Padova, il 16,5 per cento delle imprese si è visto respingere - negli ultimi mesi una richiesta di finanziamento mentre il 14,6 per cento delle aziende ha ricevuto una richiesta di rientro dei capitali precedentemente finanziati dagli istituti di credito;
come ha rilevato pubblicamente anche il Governatore della Banca d'Italia Draghi, il credito al settore privato sta velocemente rallentando. Ad esempio, da aprile 2009 la variazione su tre mesi è divenuta negativa e, a maggio 2009, era pari a - 0,9 per cento su base annua;
di fronte alla crisi di liquidità che colpisce le piccole e medie imprese, molte organizzazioni di categoria lamentano la mancanza di misure efficaci da parte dello Stato per fronteggiare la crisi economica;
in particolare, le associazioni di categoria delle piccole e medie imprese e le altre organizzazioni imprenditoriali individuano, quali fattori scatenanti dei numerosi fallimenti aziendali e licenziamenti di lavoratori, i ritardi nei pagamenti alle imprese da parte della pubblica amministrazione (di fronte alla necessità di pagare ogni mese gli stipendi dei propri dipendenti) e la contrazione delle risorse destinate agli enti locali per promuovere piccole opere pubbliche sul territorio. Infatti, per molte piccole e medie imprese, gli appalti degli enti locali hanno rappresentato una quota consistente delle loro commesse;
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali concrete misure i Ministri interrogati intendano porre in essere per fronteggiare la crisi economica;
in particolare quali concrete misure i Ministri interrogati intendano porre in essere per le piccole e medie imprese che sono esposte in maniera drammatica agli effetti della crisi e che non possono, se non in minima parte, ricorrere agli ammortizzatori sociali;
quali interventi intendano adottare per supportare la produzione industriale agevolando, per quanto di competenza, l'erogazione dei finanziamenti necessari alle piccole e medie imprese per mantenere adeguati livelli di produzione e di occupazione degli addetti.
(4-06380)

BARBATO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la società consortile PAE MAS con sede in Palermo gestisce i servizi di handling per l'aviazione generale sull'aeroporto «Falcone e Borsellino» di Palermo per le compagnie aeree MERIDIANA ed EASYJET;
il contratto tra la società PAE MAS e la società MERIDIANA, con scadenza al 31 dicembre 2009, è stato prorogato al 18 marzo 2010;
la società consortile PAE MAS ha avviato le procedure per la mobilità di 50 dei 65 impiegati ed operai con contratto a tempo indeterminato e di 15 lavoratori stagionali;
la procedura di dismissione del personale terminerà alla data di scadenza della proroga del contratto;
la compagnia MERIDIANA non ha intenzione di prorogare il contratto di servizio con la PAE MAS ed intende invece affidare la propria assistenza a terra alla società AST AEROSERVIZI;
la AST AEROSERVIZI s.p.a. è una azienda mista pubblico-privata per il trasporto aereo e di gestione aeroportuale, il cui azionariato di maggioranza è detenuto dalla regione Sicilia;

detta società espleta i propri servizi nell'aeroporto di Lampedusa con 27 dipendenti e un bilancio di 1,2 milioni di euro l'anno;
la AST AEROSERVIZI s.p.a. fino al 2007 aveva un proprio Consiglio di amministrazione e dal 2008 ha un amministratore unico;
risulterebbe che la AST AEROSERVIZI nel mese di agosto 2009 sia stata messa in liquidazione perché da anni in perdita di esercizio;
in questi giorni la AST AEROSERVIZI s.p.a. ha dichiarato di volere iniziare ad operare presso gli scali aeroportuali di Palermo Punta Raisi-Boccadifalco, Trapani-Birgi e Catania-Fontanarossa;
i lavoratori della PAE MAS hanno incontrato il responsabile dell'Ente nazionale aviazione civile dell'aeroporto di Palermo, Rosalba Castiglia, la quale ha riferito che se il consorzio PAE MAS sarà sostituito dalla società AST AEROSERVIZI nella gestione aeroportuale, questa garantirà il maggior numero possibile di lavoratori e che allo stato vi è ancora incertezza sul futuro dei livelli occupazionali;
la AST AEROSERVIZI ha però già richiesto spazi quantificati in 300 metri quadrati, per parcheggiare i mezzi e per sistemare il proprio personale operativo, l'ufficio di scalo, gli spogliatoi per 14 unità, il magazzino per stoccare il materiale di pulizia e un locale da adibire a ricovero per le attrezzature di manutenzione dei mezzi di rampa ed ancora n. 3 banchi check-in ed inoltre la disponibilità ad assegnare, in occasione di particolari esigenze operativi banchi check-in;
in data 18 febbraio 2010 ha avuto luogo nella sede dell'Enac un vertice tra i dirigenti dell'ENAC, della PAE MAS e della AST AEROSERVIZI, un delegato del prefetto di Palermo, alcuni componenti della Commissione attività produttive all'Ars (Assemblea regionale siciliana), il sindaco di Cinisi ed i rappresentati sindacali;
da tale incontro è emerso da parte della AST AEROSERVIZI la disponibilità ad attingere al bacino del personale eventualmente in esubero dalla società PAE MAS qualora la AST AEROSERVIZI dovesse iniziare a operare nello scalo palermitano -:
quali iniziative intenda assumere per assicurare il futuro occupazionale dei 50 lavoratori della società che, nonostante le numerose richieste di garanzia, non ha ancora fornito risposte soddisfacenti.
(4-06383)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

OLIVERIO, ZUCCHI, MARCO CARRA, BRANDOLINI, FIORIO, SERVODIO, MARIO PEPE (PD), CENNI, MARROCU, AGOSTINI, TRAPPOLINO, DAL MORO, SANI e CUOMO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il settore dell'agricoltura sta attraversando uno dei momenti più difficili e delicati degli ultimi trenta anni, dovuto alle gravissime conseguenze della fase di recessione che ha colpito l'economia e la finanza mondiale e che si sono manifestate in maniera diretta e indiretta sulle imprese agroalimentari;
la difficile situazione economica e congiunturale ha fatto diminuire i consumi di latte ed ha generato una stagnazione dei mercati;
nonostante il recente accordo sul prezzo del latte della regione Lombardia per i primi sei mesi dell'anno 2010 (circa 0,33 euro per litro di latte conferito), la crisi del comparto lattiero è ancora in atto come dimostra la scarsa remuneratività del prezzo all'origine contrattualizzato rispetto

all'incremento dei costi di produzione degli allevatori (mangimi e foraggi);
in Italia, l'annosa vicenda delle quote latte conclusasi nell'aprile 2009, non ha premiato la legalità, la trasparenza ed il rispetto delle regole di quel 98,42 per cento di allevatori che, anche mettendo a rischio la propria attività d'impresa, hanno sempre rispettato le regole sulle quote latte sancite dal decreto-legge n. 49 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 119 del 2003;
il decreto-legge n. 5 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 33 del 2009, recante misure urgenti a sostegno dei settori industriali in crisi al cui interno è confluita la disciplina precedentemente contenuta nel decreto-legge n. 4 del 5 febbraio 2009, recante misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario, non ha infatti offerto soluzioni al malessere degli allevatori che hanno portato avanti la propria attività nel rispetto delle regole ma è risultata essere un estremo tentativo di sanare quelle poche centinaia di allevatori che non hanno rispettato le regole;
l'articolo 8-septies (disposizioni finanziarie) del decreto-legge n. 5 del 2009 ha previsto, al comma 1, l'istituzione di un apposito conto di tesoreria dove affluiscono le somme versate dai produttori di latte per essere destinate all'estinzione delle anticipazioni di tesoreria utilizzate in favore dell'AGEA, in relazione alla mancata riscossione dei crediti del settore agricolo, prevedendo che le eventuali residue disponibilità del predetto conto di tesoreria, eccedenti rispetto all'integrale complessiva estinzione delle anticipazioni debbano essere destinate ad interventi nel settore lattiero-caseario, rivolti alle operazioni di ristrutturazione del debito, all'accesso al credito di cui all'articolo 17 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, e a misure di accompagnamento per il settore;
lo stesso comma 1 dell'articolo 8-septies ha attribuito al Ministro interrogato la definizione, attraverso l'emanazione di un decreto, dei criteri e delle modalità per l'utilizzo delle risorse;
al fine di favorire le misure di accesso al credito, il comma 2 del suddetto articolo 8-septies ha stabilito che i produttori che hanno acquistato quote latte successivamente al periodo di applicazione del decreto-legge 28 marzo 2003, n. 49, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 2003, n. 119, possano avvalersi del Fondo di garanzia di cui all'articolo 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, come rifinanziato dall'articolo 11 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2;
lo stesso comma 2 ha previsto che, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, da adottare successivamente all'attivazione del predetto Fondo, siano stabilite, in misura non inferiore a 45 milioni di euro per l'anno 2009, le risorse da destinare al comparto agricolo per le finalità di cui allo stesso comma;
ad oggi non è stato emanato nessuno dei decreti ministeriali necessari all'attuazione dei fondi di cui sopra -:
quali siano le motivazioni della mancata adozione dei provvedimenti ministeriali attuativi richiamati in premessa;
con quale tempistica e attraverso quali modalità di attuazione intendano adottare i provvedimenti in questione;
se non ritengano opportuno, visti i recenti incrementi nei costi di foraggi e mangimi, individuare strumenti, modalità e risorse eccezionali da attivare urgentemente per il sostegno economico delle aziende lattiero-casearie in difficoltà.
(5-02592)

TESTO AGGIORNATO AL 1° LUGLIO 2010

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARCO CARRA e BRANDOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la ditta ACMA di Pozzolo (comune di Marmirolo - Mantova), che produce macchine per imbottigliamento e confezionamento, ha comunicato, attraverso la direzione aziendale, ai sindacati l'intenzione di chiudere il sito produttivo mantovano per potenziare quello centrale di Bologna;
l'intenzione dell'azienda è quella di mettere in mobilità gli 80 dipendenti;
le motivazioni che l'azienda avrebbe utilizzato per giustificare tale operazione sono riconducibili agli elevati costi che l'azienda stessa dovrebbe affrontare;
da fonti sindacali si è appreso che l'azienda «gode di buona salute» ed il prodotto venduto non sta conoscendo particolari flessioni;
i dipendenti dell'azienda sono prevalentemente lavoratori giovani e molto specializzati, difficilmente ricollocabili in altre realtà produttive;
l'ipotesi avanzata dalla ditta ACMA è assolutamente inaccettabile in quanto priverebbe del lavoro 80 dipendenti, con conseguenti ricadute negative sulle loro famiglie, considerando anche il momento particolarmente difficile che sta attraversando l'Italia dal punto di vista economico e sociale -:
se i Ministri intendano convocare le parti al fine di costituire un tavolo negoziale nazionale, che abbia l'obiettivo di scongiurare tale drammatico esito attraverso la valutazione delle eventuali criticità che l'azienda sta vivendo e la ricerca delle possibili soluzioni che abbiano come unico scopo quello di salvaguardare il sito produttivo ed il maggior numero di posti di lavoro.
(5-02593)

TULLO, ANDREA ORLANDO, ROSSA, VELO, VICO, ZUNINO, GINEFRA e ROSATO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è stata depositata nel mese di gennaio una mozione, a prima firma onorevole Ludovico Vico, sulla crisi del settore cantieristico, a seguito degli effetti della situazione economica internazionale;
in questo quadro complessivo anche il settore della nautica risente pesantemente della crisi e rischia di compromettere l'attività di molte aziende sul territorio nazionale, con la perdita di migliaia di posti di lavoro;
sulla base dei dati 2007 l'industria nautica italiana conferma la sua leadership mondiale: oltre 6 miliardi di euro di fatturato, un contributo al PIL di 5,5 miliardi di euro, un numero di addetti complessivi passati da 10.000 a 37.000 in dieci anni, a cui vanno aggiunti i valori dell'indotto che ruota intorno al turismo nautico;
gli anni della crescita del settore hanno coinciso con scelte politiche di sostegno alle imprese, misure utili e che hanno visto ripagato lo Stato se si pensa che tra il 2003 e il 2007 le casse dell'erario hanno beneficiato di oltre 540 milioni di euro di IVA;
le aziende del settore hanno fronteggiato la crisi internazionale con i propri mezzi, rinsaldando un fronte comune con i propri dipendenti e chiedendo sostegno al Governo per fronteggiare il periodo, evitando anche la dispersione di capacità, professionalità, saperi indispensabili ad agganciare un'auspicabile ma non immediata ripresa;
il passare dei mesi ha aumentato le difficoltà e in molte realtà si è ricorso alla cassa integrazione e purtroppo alcune aziende hanno chiuso o sospeso l'attività, compromettendo anche l'attività di realtà artigianali indirette;
durante i lavori del salone nautico internazionale di Genova (ottobre 2009) le associazioni di categoria hanno avanzato

proposte che il Governo si era ripromesso di valutare e di attuare, con particolare attenzione al tema degli incentivi fiscali e di adeguate misure sul credito -:
se e quali misure siano previste per il sostegno del settore nautico e se non si ritenga che gli interventi, più volte sollecitati, non possano trovare risposta nel prossimo provvedimento di incentivi all'industria.
(5-02596)

TRAPPOLINO, SERENI, VERINI, GOZI e BOCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con una lettera del 9 febbraio indirizzata alla regione Umbria (Assessorato allo Sviluppo Economico), al presidente della Provincia di Terni e al sindaco della Città di Terni, la multinazionale LYONDELLBASELL con sede a Rotterdam ha comunicato di aver avviato a livello europeo una serie di interventi di razionalizzazione relativi ai propri impianti produttivi di Polipropilene e Polietilene;
con un comunicato in data 25 febbraio 2010 LyondellBasell Industries ha annunciato pubblicamente il progetto di cessazione della produzione di polipropilene nello stabilimento di Terni giustificando tale scelta con la persistenza di una dinamica negativa - indotta dalla crisi globale - per quel che riguarda la domanda di polipropilene e che, secondo il comunicato della multinazionale, ha reso lo stabilimento di Terni non più economicamente sostenibile;
in Italia la razionalizzazione degli impianti produttivi di LyondellBasell riguarda gli stabilimenti situati nelle città di Brindisi, Ferrara e Terni. Quest'ultimo ha prodotto, nel 2009, 205mila tonnellate di polipropilene, a fronte di una capacità massima di 250mila, facendo registrare un utile pari a 10 milioni di euro. Da dieci anni, l'impianto di Terni, l'unico nel 2009 in Italia a registrare un utile, risulta essere il più produttivo d'Europa sia sotto l'aspetto economico sia della qualità delle lavorazioni;
la chiusura dello stabilimento ternano verrebbe inoltre a coincidere con quella che appare un'inversione delle tendenze negative registrate dalle quotazioni di questa commodity sui mercati internazionali. Ad oggi, infatti, il polipropilene ha recuperato circa 20 punti rispetto alle crisi del 2007 e 2008;
LyondellBasell rappresenta il fulcro dell'attuale polo chimico di Terni che, dopo essere stato protagonista dello sviluppo della chimica italiana, ha subito diversi processi di ristrutturazione. Oggi occupa, tra diretti e indiretti, oltre mille lavoratori. In particolare, la LyondellBasell rappresenta l'architrave dell'intero polo chimico ternano in quanto fornisce polipropilene, la materia prima, ad altre realtà produttive. La cessazione della produzione innescherebbe quindi un effetto domino, investendo in modo diretto e immediato altre due importanti aziende (Treofan - 180 dipendenti e Meraklon - 280 dipendenti) che dipendono dal polipropilene prodotto dalla Basell;
l'ipotesi di chiusura entro la fine dell'anno annunciata dalla LyondellBasell non crea solo un allarme di tipo occupazionale, ma rappresenta un duro colpo per la competitività della chimica italiana perché colpisce gli insediamenti chimici dislocati nel nostro Paese ridimensionandone capacità produttiva ed occupazione -:
quale iniziativa il Ministro intenda assumere per scongiurare la chiusura dello stabilimento di Terni che avrebbe ricadute nazionali in termini di capacità produttiva del settore della chimica e di occupazione; e se non ritenga ove richiesto di dover aprire un tavolo nazionale sulla situazione della LyondellBasell.
(5-02597)

OLIVERIO e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la condizione occupazionale del Crotonese versa in stato di forte tensione e preoccupazione. In un contesto economico

già debole, la fase recessiva che ha investito il Paese rischia di comportare per la Calabria, e in particolare per la provincia di Crotone, la perdita definitiva delle poche strutture produttive ancora esistenti e un'ulteriore caduta dell'occupazione;
tra le vertenze occupazionali più delicate attualmente in corso a Crotone, si segnala quella della Sasol/Gres, che ha portato, nei giorni scorsi, gli operai dell'ex stabilimento di Sasol Italy prima a promuovere manifestazioni di protesta con cartelli e striscioni sulla strada statale 106 davanti ai cancelli ed ora ad occupare stabilmente la sede dello stabilimento;
a scatenare la miccia della protesta degli operai ex Sasol della divisione chimica di Kroton Gres 2000 s.r.l., che tra dipendenti diretti ed indotto conta circa un centinaio di addetti, è la preoccupazione che si stia determinando una sorta di un effetto domino tra le aziende del comparto, dopo il fallimento dichiarato dal Tribunale de La Ceramica di Crotone S.p.A., di proprietà dello stesso imprenditore Roberto Spaggiari;
lo stabilimento Sasol Italy SpA ha sempre rappresentato un importante polo industriale della Calabria, oltre al fatto di aver contribuito ad impiegare una notevole forza lavoro;
nel 2008 la Sasol Italy, in una prospettiva di rilancio industriale dell'impianto da portare a termine entro la fine del 2009 - così come descritto e motivato nel verbale di accordo con le organizzazioni sindacali - ha iniziato un processo di riorganizzazione complessiva del gruppo e delle sue attività, prevedendo nel piano una considerevole riduzione degli organici;
nonostante gli accordi siglati dalla direzione aziendale Sasol Italy SpA e le segreterie nazionali di Filcem, Femca e Uilcem, il sito di Crotone è stato ceduto separatamente e con diverso trattamento, per quanto concerne la ricollocazione dei lavoratori, rispetto agli altri siti Sasol (Paderno Dugnano e Porto Torres) dismessi alla fine del processo riorganizzativo;
nello stabilimento crotonese che produce zeoliti e allumina precipitata, le preoccupazioni dei lavoratori si erano manifestate già nei mesi scorsi, in concomitanza con l'insorgere di contenziosi con le ditte dell'indotto, che rivendicano fatture non pagate dalla scorsa estate, e con lo svuotamento dei magazzini delle materie prime, senza che arrivassero ulteriori rifornimenti;
il blocco dell'attività produttiva per mancanza di materie prime da impiegare nel processo produttivo, e non per una crisi di sovrapproduzione, appare ingiustificato alla luce della crescita della richiesta di allumina precipitata e di zeoliti sul mercato internazionale;
tale situazione sta determinando il ritardo nel pagamento degli stipendi degli ultimi mesi, il mancato impiego delle maestranze che regolarmente si recano negli stabilimenti, e soprattutto una preoccupante incertezza per le prospettive future di mantenimento delle attività e degli attuali livelli occupazionali;
le organizzazioni sindacali territoriali hanno richiamato l'attenzione del prefetto, dottor Vincenzo Panico sulla situazione dello stabilimento della divisione chimica di «Kroton Gres 2000 srl, in un incontro tenutosi il 12 febbraio, nell'immediatezza del fallimento de «La Ceramica di Crotone spa», chiedendo di attivarsi per l'organizzazione di un tavolo di confronto al quale chiamare anche la multinazionale Sasol, in ragione del fatto che la nuova proprietà, fino ad ora, non avrebbe mantenuto la gran parte degli impegni contenuti nell'accordo di cessione del ramo d'azienda crotonese -:
quali urgenti iniziative intenda assumere al fine di verificare la situazione che si è venuta a determinare per la «Kroton Gres 2000 srl», a tal fine accertando il rispetto degli impegni assunti in occasione della cessione del ramo d'azienda crotonese;

quali atti intenda adottare al fine di individuare una sede di confronto nazionale cui prendano parte le istituzioni nazionali e locali, le parti sociali e la stessa impresa per favorire la definizione di un piano industriale credibile per consentire un reale riavvio dell'attività dello stabilimento e per impedirne la definitiva chiusura, a tal fine verificando la possibilità di un coinvolgimento della ex Sasol;
se il Ministro interrogato non ravveda la urgente necessità di inserire la provincia di Crotone tra le aree considerate in crisi.
(5-02598)

Interrogazione a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
sembra ormai certo che la multinazionale americana Lyondell - Basell Industries, leader mondiale nella tecnologia, nella produzione e commercializzazione delle poliolefine, voglia dismettere l'impianto di produzione di polipropilene di Terni;
la chimica e petrolchimica scontano l'effetto della crisi mondiale peggio di altri settori, perché rappresentano l'anello della catena delle materie prime necessarie alla trasformazione dei prodotti per il comparto manifatturiero che, a sua volta, risente in prima persona della crisi. In particolare, la multinazionale Lyondell - Basell, che negli Stati Uniti è in fase di ristrutturazione in base alla legge fallimentare americana, sta ridimensionando tutto il comparto in Europa e quindi le preoccupazioni dei lavoratori italiani, impiegati negli stabilimenti di Ferrara, Brindisi e Terni, sono assolutamente fondate;
negli ultimi mesi si è ripetuto spesso che le difficoltà finanziarie nelle quali si dibatte la divisione americana di Lyondell Basell non avrebbero avuto conseguenze dirette sulle attività europee e segnatamente su quelle di casa nostra. Ma il precipitare della situazione negli Usa, con il ricorso al «Chapter 11» (legge fallimentare americana), una sorta di amministrazione controllata all'italiana, ha mostrato con tutta evidenza la portata del problema. L'annuncio di tagli al personale del 15 per cento è stato confermato dalle affermazioni di qualche settimana fa dell'amministratore dell'azienda circa il taglio di personale e il rallentamento degli investimenti. Ma la situazione di quasi tutto il comparto chimico temano è ben peggiore perché la chiusura della Basell provocherebbe un effetto trascinamento per le altre aziende ternane che utilizzano le Poliolefine della Basell (Meraklon e Treofan);
la chiusura oggi denunciata del sito di Terni appare in contrasto con quanto riconosciuto e praticato nel marzo 2009, quando vennero adottati, con il consenso delle organizzazioni sindacali, ristrutturazioni e riduzioni di personale finalizzati alla salvaguardia dello stabilimento ternano;
una scelta di questo tipo provocherebbe circa mille esuberi tra Basell, Meraklon e Treofan, mettendo in discussione la sopravvivenza dell'intero polo chimico ternano. Infatti, lo stabilimento ternano - che produce resine di polipropilene utilizzate per applicazioni come film per confezioni, prodotti tessili, fibre e stampaggio ad iniezione - si inserisce in una realtà che consente un'attività sinergica con altri siti produttivi presenti nel polo chimico ternano (Meraklon, Treofan, Novamont, Edison);
il sito ternano, pur in una situazione di crisi industriale e finanziaria generale, ha già operato processi di razionalizzazione del personale e ottimizzazione dei costi di gestione, ottenendo utili importanti, costanti e significativi negli ultimi anni, risultando il sito più competitivo nel panorama europeo salvaguardando fette di mercato specifiche e livelli di sicurezza eccellenti;
la decisione di procedere al piano di rientro finanziario e al relativo piano industriale non sembra tenere minimamente

conto delle gravi conseguenze che questo avrà sul versante occupazionale: oltre 1.000 lavoratori, entro fine anno, rischiano infatti di perdere il posto di lavoro, e la chiusura dell'impianto di Terni avrà un effetto domino sulle altre unità produttive della zona, Treofan, Meraklon, Novamont e sulla Centrale Edison, creando nuove difficoltà economiche a tutto il territorio della Provincia, che già risente pesantemente della crisi generale in atto anche nel nostro paese;
la preoccupazione è aggravata dalla mancanza di motivazioni oggettive in quanto lo stabilimento di Terni è uno dei pochi a livello internazionale in utile e addirittura, con i suoi 9 milioni di euro nel 2009, è il più produttivo d'Europa;
lo stabilimento BASELL di Terni, inoltre, ha l'importante caratteristica di non aver avuto incidenti sul lavoro negli ultimi otto anni;
le istituzioni locali e regionali, i rappresentanti dell'Assindustria, che hanno incontrato i dirigenti dello stabilimento ternano per fare il punto sulle sorti dell'intero polo chimico, hanno deciso di avviare un tavolo con il Governo nazionale chiedendo l'intervento e l'aiuto del Governo e cercando, appunto, di intraprendere ogni strada perché la multinazionale torni a considerare Terni un punto di primo piano per la propria produzione, e preoccupazione hanno espresso anche i sindacati per i posti a rischio, compreso l'indotto e gli altri stabilimenti del polo chimico a vario titolo coinvolti -:
se non ritenga il Ministro di intervenire tempestivamente al fine di permettere l'avvio e la convocazione di un tavolo nazionale che affronti con l'azienda e con le rappresentanze di categoria e sindacali il problema del sito ternano, evitando la chiusura dello stabilimento e la conseguente, inevitabile chiusura delle altre attività ad esso collegate, con l'ulteriore depauperamento economico e lavorativo di una realtà territoriale/industriale già sottoposta a rischio di dissoluzione anche a seguito del ridimensionamento del polo dell'acciaio.
(4-06378)

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Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in commissione Vannucci e Sarubbi n. 5-02371, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 gennaio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Braga;
l'interrogazione a risposta in commissione Toto n. 5-02517, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tommaso Foti.

Ritiro di una documento del Sindacato Ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interrogazione a risposta scritta Holzmann n. 4-05990 del 3 febbraio 2010.

Trasformazione di un documento del Sindacato Ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta orale Chiappori n. 3-00040 dell'11 giugno 2008 in interrogazione a risposta scritta n. 4-06376.

...

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 2 marzo 2010, n. 292, alla pagina n. 11426, seconda colonna, si intende soppressa l'ultima riga, inoltre le pagine LVII seconda colonna, LVIII e LIX si intendono soppresse.