XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 25 febbraio 2010

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
la crisi economica ancora in corso è per l'economia italiana la più seria dal dopoguerra;
nel confronto tra la media del 2009 e quella dell'anno precedente, l'indice del fatturato dell'industria ha segnato un calo del 19 per cento, mentre quello degli ordinativi ha registrato un calo del 22,4 per cento;
secondo le stime della Banca d'Italia, nella media del quarto trimestre 2009 l'attività industriale calata rispetto al trimestre precedente, rimanendo su livelli ancora molto bassi, prossimi a quelli rilevati all'inizio degli anni '90 e inferiori di circa il 20 per cento rispetto al picco ciclico del primo trimestre del 2008;
il numero di occupati a dicembre 2009 è pari a 22 milioni 914 mila unità, inferiore dell'1,3 per cento (meno 306 mila unità) rispetto a dicembre 2008. Il tasso di occupazione è pari al 57,1 per cento, inferiore di 1,1 punti rispetto a dicembre 2008, il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2 milioni 138 mila unità e al 22,4 per cento (più 392 mila unità) rispetto a dicembre 2008. Il tasso di disoccupazione raggiunge l'8,5 per cento (più 1,5 punti percentuali rispetto a dicembre 2008). Soffrono, in particolare, i giovani per i quali il tasso di disoccupazione si è impennato di 6 punti percentuali (dal 20,5 per cento del febbraio 2008, al 26,5 per cento del novembre 2009) e per i quali sono spesso assenti sostegni al reddito (circa 300.000 disoccupati provenienti da contratti di collaborazione o simili sono senza alcun sostegno al reddito). Le previsioni per il 2010 indicano un ulteriore aumento della disoccupazione e un ulteriore calo del tasso di occupazione;
nel primo mese del 2010 sono state autorizzate 84,5 milioni di ore di cassa integrazione, un aumento del 186,6 per cento rispetto a gennaio 2009, quando la crisi già manifestava i suoi effetti sul sistema produttivo;
secondo autorevoli centri studi, la crescita nel 2010 sarà dovuta più a effetti di rimbalzo dai minimi dopo il crollo del 2009 che a un effettivo inizio di una fase di recupero. La distanza dai livelli pre-crisi rimarrà amplissima, soprattutto per l'industria;
la situazione, pertanto, evidenzia un settore industriale con un eccesso di capacità produttiva elevatissimo, una domanda di lavoro in ripiegamento e la cassa integrazione che ha continuato ad aumentare nella seconda parte del 2009, con un preoccupante incremento della cassa straordinaria;
il trend del prodotto interno lordo italiano è tale che, prima di recuperare la caduta del biennio 2008-2009 ci vorrà un periodo molto lungo, probabilmente si arriverà al 2015, ma in termini di prodotto pro-capite occorrerà aspettare il 2018;
l'Italia si caratterizza nell'Unione europea per la minore crescita, la maggiore contrazione dei consumi privati e la maggiore inflazione. Questo è accaduto non perché la crisi abbia colpito l'Italia più di altri Paesi, ma perché essa si è sovrapposta ai precedenti problemi interni e probabilmente li ha aggravati. Nell'ultimo biennio:
a) il prodotto interno lordo cumulato è diminuito del 6 per cento in Italia, del 3,8 per cento in Germania, del 2 per cento in Francia;
b) l'inflazione è cresciuta del 4,2 per cento in Italia e del 3 per cento in Germania e Francia;
c) i consumi privati (in termini reali): sono diminuiti del 2,7 per cento in Italia e aumentati dell'1 per cento in Germania e dell'1,7 per cento in Francia;

per il 2010, le previsioni stimano una crescita del prodotto interno lordo per l'Italia intorno all'1 per cento, mentre per la Germania è prevista una crescita dell'1,8 per cento e per la Francia dell'1,4 per cento. Nel 2010, l'inflazione italiana è stimata pari all'1,6 per cento, quella tedesca all'1 per cento, quella francese all'1,2 per cento;
se si registra in Italia un'anomala relazione tra prodotto interno lordo ed inflazione è perché tra le ragioni della minore crescita si ritrovano anche le cause di maggiore inflazione: la scarsa produttività e concorrenza nel settore dei servizi privati (esempio emblematico è quello delle polizze assicurative) e pubblici. È da segnalare a tal proposito la forbice tra l'andamento dei prezzi alla produzione e al consumo: i primi sono scesi dello 0,9 per cento nel 2009 ed aumenteranno dello 0,5 per cento nel 2010, a fronte di prezzi al consumo saliti dello 0,8 per cento nel 2009 e previsti all'1,5 per cento nell'anno in corso;
pesa, inoltre, l'andamento dei prezzi amministrati o regolati (dai biglietti ferroviari ai pedaggi autostradali, dal costo dell'energia al costo dei biglietti aerei): complessivamente, nel 2010, le tariffe pubbliche ed i prezzi amministrati, al netto dei prodotti energetici, aumenteranno dell'1,8 per cento contribuendo a limitare l'aumento del reddito disponibile delle famiglie allo 0,4 per cento;
le imprese segnalano, secondo la Banca d'Italia, difficoltà di accesso al credito, credito che rimane molto inferiore ai livelli storici, un problema estremamente grave per un Paese come l'Italia, fatto soprattutto di piccole e piccolissime imprese che utilizzano prevalentemente credito bancario, così che il credit crunch verificatosi a partire dagli ultimi mesi del 2008 ha colpito pesantemente anche quelle aziende che non avevano problemi di commesse;
nell'agosto 2009 la crescita sui dodici mesi dei finanziamenti concessi dalle banche al settore privato non finanziario è scesa al 2,2 per cento, mentre un anno prima il credito cresceva a tassi molto più alti, del 10 per cento circa. I prestiti erogati dai primi cinque gruppi bancari italiani, che rappresentano la metà di quelli complessivi nel nostro Paese, erano diminuiti in novembre del 3,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2008;
nonostante i ripetuti annunci che ogni giorno vengono riportati dagli organi di informazione, a tutt'oggi manca mi disegno organico di rilancio e sviluppo del sistema industriale e, per questa via, dell'economia italiana, In particolare, anche gli strumenti di incentivazione a sostegno della domanda appaiono frammentari ed estemporanei e alcuni di essi risultano esauriti, senza che alle dichiarazioni di un loro rinnovo seguano fatti concreti e senza che sia stata effettuata una circostanziata valutazione della loro reale efficacia. Al contempo, nonostante la contrarietà degli imprenditori, il Governo ha sostanzialmente vanificato, a causa del meccanismo del click-day, strumenti di provata efficacia, quali il credito d'imposta automatico per la ricerca e lo sviluppo, e ha smantellato «Industria 2015»,

impegna il Governo:

a porre in atto iniziative urgenti per attenuare gli effetti della crisi tutt'ora perdurante e, in particolare:
a) a rilanciare la domanda e i consumi attraverso una moderna forma di sostegno al reddito dei disoccupati «atipici» privi di tutele;
b) a costituire un fondo di garanzia pubblico sui finanziamenti a medio e lungo termine concessi dalle banche alle piccole e medie imprese;
c) ad accelerare i pagamenti dei debiti progressi della pubbliche amministrazione verso i fornitori a tal fine pre- vedendo

un limite temporale di 120 giorni dall'avvenuta prestazione;
contestualmente, a innalzare il potenziale di crescita del Paese, riaprendo il capitolo delle riforme strutturali in un'ottica di armonizzazione europea (welfare, scuola, università, mercati, fisco, spesa pubblica e pubbliche amministrazioni, mercato del lavoro), a partire dalla riforma del fisco, necessaria per sostenere la domanda interna e la produttività, una riforma ad invarianza di gettito, con l'obiettivo di semplificare gli adempimenti, che dovrà riallocare il carico fiscale tra soggetti e fonti di entrata e, in particolare:
a) tra chi paga e chi non paga o paga molto meno del dovuto, attraverso la fine dei condoni, il contrasto all'evasione fiscale, mediante la reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti e l'elenco clienti fornitori, l'incremento della tax compliance;
b) tra i redditi da capitale e i redditi da lavoro, impresa e attività professionali, attraverso l'introduzione di un bonus per i figli di 3000 euro all'anno e di una detrazione ad hoc per le donne lavoratrici con famigliari a carico, il superamento degli studi di settore, il potenziamento del condotto «forfettone» fiscale fino a 70.000 euro l'anno di fatturato, la riduzione al 10 per cento della ritenuta d'acconto e la piena deducibilità delle spese per la formazione obbligatoria per i professionisti;
c) tra i redditi da lavoro, impresa ed attività professionali ed i patrimoni mobiliari ed immobiliari.
(1-00333)
«Bersani, Franceschini, Ventura, Boccia, Maran, Villecco Calipari, Amici, Lenzi, Quartiani, Giachetti, Rosato».

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:

REALACCI, QUARTIANI, BRAGA, ZUCCHI, PELUFFO, MARIANI, BRATTI, MOSCA, FARINONE, MARANTELLI, MARCO CARRA, CODURELLI, FIANO, DE BIASI e PIZZETTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nelle prime ore di martedì 23 febbraio 2010 ignoti hanno aperto i collettori di collegamento di tre cisterne del deposito della raffineria in dismissione Lombarda Petroli di via Raffaello Sanzio a Villasanta (MB);
questa criminale manomissione ha causato la fuoriuscita di almeno 7000 metri cubi di gasolio e olio combustibile, che per buona parte sono finiti nel vicino fiume Lambro. Gli idrocarburi si sono riversati prima in un vascone e poi nel condotto fognario, causando il blocco del depuratore dell'alto Lambro di Monza e il conseguente sversamento nel fiume;
il fiume Lambro è un fiume lombardo tributario di sinistra del fiume Po e da anni è interessato da un'opera di recupero ambientale e disinquinamento delle proprie acque e tutelato nel suo tratto settentrionale dal Parco della Valle del Lambro fino alla sua entrata nel territorio della città di Monza;
l'area industriale della Lombarda Petroli era sottoposta, per la natura delle sostanze chimiche lavorate e stoccate, a due rigorose direttive comunitarie: la 82/501/CE, «Direttiva Seveso» e ancora alla più recente direttiva 2003/105/CE, le quali, oltre a tenere conto dei più recenti studi sulle sostanze cancerogene e pericolose per l'ambiente, dispongono misure e piani

di interventi all'interno di siti industriali che lavorano determinate sostanze pericolose e di limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente;
da fonti giornalistiche dell'Ansa si apprende che il personale della Lombarda Petroli non ha collaborato con le forze di polizia e del Corpo Forestale dello Stato dimostrando invece una certa resistenza nell'accertamento dei fatti, cosa che ha ritardato i primi interventi, peraltro richiesti primariamente dai tecnici del depuratore di Monza, accortisi che dalle fogne arrivava all'impianto una grande quantità di olio combustibile;
sempre secondo l'agenzia Ansa esattamente un anno fa la Lombarda Petroli aveva richiesto alla Regione Lombardia di uscire dall'elenco delle aziende a rischio e soggette alle sopracitate normative: dichiarando uno stoccaggio di prodotti petroliferi inferiore ai 2.500 metri cubi;
il progetto «Ecocity Villasanta Monza» prevede il recupero, la bonifica e la ridestinazione d'uso del deposito di raffinazione della predetta raffineria;
gli abitati bagnati dal Lambro sono avvolti da un forte odore di gasolio che si sprigiona dalle acque e in esse numerose sono le specie animali e vegetali dell'ecosistema imprigionate da una melma oleosa che li condannerà a sicura morte;
il petrolio riversatosi nel fiume Lambro ha colpito anche il reticolo idrografico minore e lentamente sta raggiungendo l'interno bacino idrografico della Pianura Padana -:
quali iniziative intendano intraprendere al fine garantire un intervento coordinato di tutti gli enti e le amministrazioni coinvolte, per una pronta azione di bonifica delle aree interessate da questo disastro ambientale ed il monitoraggio del bacino idrografico del fiume Po e infine verificare quali soggetti abbiano concesso alla Lombarda Petroli di uscire dalle 287 industrie soggette alla direttiva Seveso.
(5-02558)

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI e BRAGA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da numerosi organi di stampa si apprende che è intenzione dell'Amministrazione comunale Asso (Como) di adottare un piano attuativo, con contestuale variante al piano regolatore, per permettere la costruzione di un supermercato in prossimità della famosa cascata della Vallategna;
la cascata della Vallategna segna il confine fra i comuni di Asso e Canzo, ma delimita anche la fine della Brianza e l'inizio della Valassina, ed è formata dal torrente Foce, che, subito dopo la cascata, sfocia nel Lambro;
essa fa parte del patrimonio paesaggistico e culturale della Brianza e dell'intero Paese. A questo proposito si possono citare due famosi passi letterati che ne descrivono la bellezza:
«Uscendo da Canzo, ammiri la cascata della Vallategna, le cui acque balzanti a picco da erta rupe in forma di schiuma la cui bianchezza trae rilievo dalla folta verdura dei margini, spruzzano i viandanti, su a cinquanta passi di distanza e rallegrano l'estate coi colori dell'iride (...)» così scriveva nel 1858 Cesare Cantù. E Stendhal, nel diario del suo viaggio in Italia, annotava: «(...) il confine tra Brianza e Valassina è fluttuante non è un luogo definito... quella cascata, ma è scritto nel cuore e non si cancella».;
la soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio e Varese, proprio grazie all'importante valore della cascata per il paesaggio circostante e «ritenendo la zona interessata dal futuro intervento estremamente vulnerabile dal punto di vista paesaggistico-ambientale», ha messo in mora il comune di Asso dall'intraprendere qualsiasi

azione prima di aver considerato l'impatto ambientale della nuova struttura commerciale;
la sopraintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio delle citate province lombarde, con lettera datata 6 marzo 2009, ha altresì reiterato la richiesta di inviare «tutta la documentazione progettuale dell'intervento alfine di poter esprimere tempestivamente le proprie valutazioni» da parte dell'amministrazione comunale di Asso;
l'individuazione del nuovo comparto commerciale di un'area sottostante una parete verticale, peraltro di dubbia stabilità geologica, costituisce un grave pericolo per i lavoratori e per i futuri fruitori del supermercato -:
quali azioni intendano intraprendere, i Ministri interrogati, per salvaguardare il patrimonio paesaggistico e culturale della Brianza e della Valassina, in particolare la famosa cascata della Vallategna di Asso (Como) che verrebbe deturpata irrimediabilmente dalla realizzazione del supermercato in un'area paesaggisticamente così preziosa e per scongiurare il pericolo di dissesto e frane di un'area già precaria geologicamente come il territorio del comune di Asso.
(4-06281)

CASTIELLO e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 2 febbraio 2010 si è tenuto l'ultimo incontro tra la regione Campania, i sindaci delle aree costiere ed isolane, gli amministratori comunali e i rappresentanti di «MareVivo», avente ad oggetto l'inquinamento dei mari e delle coste campane;
si è reso opportuno, da parte delle autorità competenti, decretare il divieto di balneazione a circa il 60 per cento delle coste prospicienti i golfi di Napoli, Gaeta (LT) e parte di quello di Salerno;
consta personalmente a tutti gli addetti ai lavori che gli scarichi in mare non risultano opportunamente trattati (pare che siano trattati solamente al 30 per cento), che anche a distanza di ben 2 miglia dalla costa i piccoli crostacei presentano tracce di agenti inquinanti (metalli pesanti ed idrocarburi);
la regione sembra abbia fornito un generico assenso di massima almeno per i progetti più urgenti riguardanti: Cuma, Foce dei Regi Lagni, Procida, Ischia, Napoli Est, Foce del Sarno, ed aree ove risultino presenti impianti in regime di «project financing»;
tali iniziative necessitano di risorse cospicue (precedentemente distratte da tali finalità ed asservite all'«emergenza rifiuti» in Campania) per la loro effettiva messa in campo;
la regione non ha ancora assunto, al di là di vaghe promesse di intervento, alcuna iniziativa concreta tesa a contrastare tale fenomeno che rischia di sfociare in una vera e propria, quanto pericolosa emergenza finanche di ordine sanitario -:
quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di verificare la difficile situazione riscontrata e programmare una strategia di investimenti ed interventi tesi a porre definitivamente rimedio ad una situazione che rischia, già nell'immediato, di provocare un disastro ambientale e di compromettere anche la stagione turistica oramai alle porte.
(4-06285)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

RICARDO ANTONIO MERLO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 7 febbraio 2010 mentre si trovava in vacanza presso i suoi familiari

a Ciudas Ojeda, la terza città più grande dello stato di Zulia, Francesco Giunta, 22 anni, cittadino italiano è stato sequestrato da quattro uomini armati;
questo sequestro è solo l'ultimo che va a sommarsi alla lunga serie di analoghi delitti - sembra centinaia all'anno - registrati a carico di cittadini italiani residenti in Venezuela, noti anche come sequestri lampo, alcuni dei quali, purtroppo, risoltisi drammaticamente con la morte violenta del sequestrato;
i ripetuti incontri istituzionali tra autorità italiane e venezuelane, realizzati nell'ottica del rilancio delle relazioni bilaterali, non lasciano intravedere alcun sostanziale intervento risolutivo delle problematiche con le quali è chiamata a confrontarsi la collettività italiana residente in Venezuela, in particolare sotto il profilo della sicurezza -:
date le dimensioni assunte dal fenomeno dei sequestri, quali provvedimenti il Ministro interrogato stia, oggi, mettendo in atto per monitorare che le azioni delle autorità venezuelane, volte a proteggere la collettività italiana, ivi residente, siano adeguate, e che quelle dirette ad assicurare alla giustizia i responsabili dei sequestri stessi, siano svolte con la necessaria accuratezza;
se non ritenga utile dover intervenire presso le autorità venezuelane per chiedere che per la questione dei sequestri possa esserci una sorta di collaborazione tra Venezuela e Italia, eventualmente anche con la costituzione di una task force nazionale, costituita da rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine, da inviare in missione in Venezuela, con lo scopo di:
a) promuovere quegli interventi normativi (intercettazioni, pene severe per i mediatori e gli omertosi e anche eventuale blocco dei beni) che in Italia permisero di stroncare un fenomeno che per alcuni anni è stato devastante;
b) stare vicino alle famiglie vittime di questi delitti per dimostrare che l'Italia non si ricorda degli emigrati soltanto nelle cerimonie ufficiali (come ad esempio per il Columbus Day) ma è presente soprattutto nei momenti di difficoltà.
(4-06276)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

PIANETTA e COLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra lunedì e martedì 23 febbraio 2010 alcuni milioni di litri di olio combustibile e gasolio sono stati versati, a quanto risulta, dolosamente nelle acque del fiume Lambro dalle cisterne della ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, comune in provincia di Monza e Brianza;
il fiume Lambro è lungo oltre 130 chilometri, attraversa 6 delle 12 province lombarde, oltre 100 comuni, con milioni di persone che vivono e lavorano sulle sue sponde;
sono oltre 40 anni che si dibatte il problema dell'inquinamento del fiume. Sono sorte numerose associazioni che si occupano del problema, tra cui una delle più attive è l'associazione amici del Lambro che da molti anni è impegnata sul territorio a promuovere un dialogo costruttivo tra cittadini e istituzioni nel tentativo di arrivare alla bonifica delle sponde, dell'alveo e delle acque del Lambro. In questo stesso periodo di tempo, per dare un termine di paragone, il Tamigi è diventato balneabile, il Ruhr uno dei fiumi più pescosi della Germania, il Bormida è stato resuscitato;

in Lombardia tutto il lavoro fatto, tutti i risultati ottenuti soprattutto dalla messa in funzione dei depuratori della città di Milano, che avevano portato ad un significativo miglioramento dei dati di inquinamento del fiume, sono stati vanificati da milioni di litri di oli combustibili da anni dimenticati, inutilizzati, ignorati, lasciati in attesa di provocare danni, senza che chi doveva farlo si occupasse di mettere in sicurezza una zona esposta ad un rischio altissimo;
Milano si appresta ad ospitare l'Expo 2015, dedicato all'alimentazione, allo sviluppo sostenibile e all'acqua, la grande risorsa della vita;
in questo momento per decine di chilometri le sponde del Lambro sono inquinate, l'aria è irrespirabile. Il petrolio e i suoi rifiuti tossici minacciano la sopravvivenza di numerose specie di animali quali garzette, germani, aironi, cormorani, gallinelle d'acqua e tante ancora. Tutto questo rischia di vanificare l'obiettivo dell'Expo: «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» -:
se intenda concedere lo stato di calamita naturale alla Lombardia per questo disastro, in modo che si possa affrontare l'emergenza con interventi straordinari e urgenti assolutamente necessari per evitare il completo disastro soprattutto in vista di Expo 2015;
se intenda, di concerto con la Regione Lombardia, richiedere l'aiuto anche dei volontari delle associazioni, perché possano aiutare la protezione civile a svolgere il compito di controllo delle sponde, delle specie animali e per avere tutta la situazione sotto controllo nel minor tempo possibile;
se si intenda attivare, di concerto con la regione Lombardia, il contratto di fiume per il Lambro, una grande opera che vede un tavolo di 50 soggetti, tra enti pubblici e associazioni.
(4-06277)

Seduta n. 290 del 25/2/2010

TESTO AGGIORNATO AL 30 GIUGNO 2010

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

CAPARINI, FUGATTI, REGUZZONI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 3 agosto 2009 il Ministero dell'Economia e delle finanze, l'ABI e le altre Associazioni di rappresentanza delle imprese hanno sottoscritto un avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio, con l'obiettivo di dare respiro finanziario alle imprese in difficoltà nell'attuale congiuntura;
sono previste in particolare dall'accordo tre specifiche misure in favore delle piccole e medie imprese:
a) sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo;
b) sospensione per 12 ovvero per 6 mesi della quota capitale dei canoni di operazioni di leasing rispettivamente immobiliare o mobiliare;
c) allungamento a 270 giorni delle scadenze delle anticipazioni bancarie su crediti;
possono essere ammesse alle predette facilitazioni le piccole e medie imprese con adeguate prospettive economiche e in grado di provare la continuità aziendale, che a causa dell'attuale crisi economica presentino temporanee difficoltà finanziarie;
l'avviso prevede in particolare che siano ammissibili alla richiesta di sospensiva del pagamento le rate, per la parte di quota capitale, dei finanziamenti bancari a medio e lungo termine (mutui) e delle operazioni di leasing finanziario in essere alla data della firma dell'avviso; le rate devono essere in scadenza o già scadute (non pagate o pagate solo parzialmente) da non più di 180 giorni alla data di presentazione della domanda; la sospensione

della quota capitale delle rate determina la traslazione del piano di ammortamento per periodo analogo; gli interessi sul capitale sospeso sono corrisposti alle scadenze originarie;
l'obiettivo dichiarato al punto 1 dell'avviso «è favorire la continuità dell'afflusso del credito al sistema produttivo, fornendo alle piccole e medie imprese con adeguate prospettive economiche e che possano provare la continuità aziendale, liquidità sufficiente per superare la fase di maggior difficoltà ed arrivare al momento della ripresa economica nelle migliori condizioni possibili»;
al punto 4 dell'avviso si prevede che «Sono esclusi i finanziamenti e le operazioni creditizie e finanziarie con agevolazione pubblica, nella forma del contributo in conto interessi e/o in conto capitale»;
nello spirito di fornire alle piccole e medie imprese liquidità sufficiente a superare la fase di crisi, non possono essere penalizzate quelle di esse che hanno in essere finanziamenti con agevolazione pubblica con contributo in conto interessi, in quanto questi finanziamenti, se pur agevolati, prevedono comunque la restituzione periodica della quota capitale;
le imprese con finanziamenti agevolati in conto capitale possano essere escluse dalla sospensione del pagamento delle rate, in quanto già beneficiarie di contributo in conto capitale;
alle imprese con in essere operazioni creditizie con agevolazione pubblica in conto interessi che non possono, allo stato attuale, beneficiare quindi della sospensione per 12 mesi del pagamento della quota capitale delle rate del mutuo, debbano essere garantite le stesse opportunità previste per le altre imprese -:
se il Governo condivida la necessità di non escludere dalla moratoria le imprese che abbiano in essere finanziamenti con agevolazione pubblica nella forma del contributo in conto interessi e, in caso affermativo, se intenda attivarsi con l'ABI e le associazioni rappresentative delle imprese per adeguare in tal senso l'accordo.
(4-06280)

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

GINOBLE. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 8 del decreto legislativo 122 del 2005 recante «Disposizioni per la Tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti degli immobili da costruire a norma della legge 2 agosto 2004 n. 20» intitolato «Obbligo di cancellazione o frazionamento dell'ipoteca antecedente alla compravendita» recita testualmente: «il notaio non può procedere alla stipula dell'atto di compravendita se, anteriormente o contestualmente alla stipula, non si sia proceduto alla suddivisione del finanziamento in quote o al perfezionamento di un titolo per la cancellazione o frazionamento dell'ipoteca a garanzia o del pignoramento gravante sull'immobile»;
sul piano letterale, detta norma sembrerebbe porre, secondo l'interpretazione di una parte della dottrina e degli operatori di diritto, un impedimento generalizzato applicabile in tutti i casi in cui venga trasferito un immobile gravato da ipoteca o pignoramento, sia esso fabbricato o terreno e, per quanto riguarda i fabbricati, sia quelli da costruire che quelli già esistenti;
altra parte della dottrina ha ritenuto di dover contestualizzare la norma, riferendo l'impedimento alla stipula in essa richiamato, ai soli casi di cessione da parte di un'impresa costruttrice a favore di persona fisica, avente ad oggetto un immobile in corso di costruzione. Questo secondo filone interpretativo ha ritenuto di non poter prescindere, nella lettura

della norma, dall'applicazione dei presupposti soggettivi ed oggettivi che il citato decreto legislativo pone all'articolo 1. A favore di quest'ultima interpretazione milita l'argomento, che sembra decisivo, secondo il quale una diversa ricostruzione nel senso dell'applicabilità generalizzata dell'articolo 8 porrebbe problemi di eccesso di delega -:
se i Ministri interessati non ritengano necessario avviare iniziative idonee a chiarire la portata delle norme e a delineare l'esatta interpretazione da attribuire alle disposizioni in esame anche attraverso l'emanazione di una circolare interpretativa;
se, ai fini dell'applicazione della norma in esame, sia possibile ricorrere alla procedura semplificata di cancellazione ipotecaria di cui all'articolo 13 comma 8-sexies e seguenti del decreto-legge 31 gennaio 2007 n. 7 convertito dalla legge 2 aprile 2007 n. 40, laddove ne ricorrano i presupposti, o se, al contrario, sia in ogni caso necessario ricevere preventivamente o contestualmente un titolo - e quindi un atto notarile - utile alla cancellazione dell'ipoteca, al fine di offrire una più solida ed effettiva garanzia all'acquirente.
(4-06278)

FERRARI e CORSINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la casa circondariale di Brescia Canton Mombello è ospitata in una struttura obsoleta e degradata, costruita centoventi anni fa, e, nonostante il pregevole impegno della direzione del carcere e del personale di servizio, la condizione dei reclusi è al di là dei limiti minimi accettabili di dignità e di rispetto degli elementari diritti della persona;
la struttura, alla fine del 2009, ospitava 475 detenuti rispetto ai 205 previsti e che la situazione non è nel frattempo migliorata, tanto che la stessa direttrice del carcere ha dichiarato che «al personale va dato alto di attenzione e di umanità, ma le condizioni di detenzione sono difficili»;
la gestione del carcere è resa più difficile per il fatto che esso ospita detenuti di trentanove diverse nazionalità, per la maggior parte giovani, di cui solo un terzo di italiani, e che per la stragrande maggioranza si tratta di detenuti in attesa di giudizio, essendo solo 82 i reclusi condannati a pene definitive;
lunedì 15 febbraio 2010 un detenuto tunisino di venticinque anni si è suicidato impiccandosi nel bagno comune e che si tratta dell'ottavo suicidio in un carcere italiano nel 2010 -:
a che punto sia l'approntamento del piano carceri annunciato dal medesimo Ministro alla assemblea della Camera dei deputati e quali risorse siano state destinate per migliorare le condizioni della casa circondariale di Brescia, ovvero se il piano carceri preveda la costruzione di una nuova struttura che sostituisca l'obsoleta struttura di Canton Mombello.
(4-06279)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'osservatorio permanente sulle morti in carcere composto da radicali italiani, dalla redazione di ristretti orizzonti e radiocarcere, nonché dalle associazioni «Il detenuto Ignoto», «A Buon Diritto» e «Antigone», ha diramato un comunicato nel quale si rende noto che nel carcere di Fermo, il pomeriggio del 23 febbraio, si è suicidato Vincenzo Balsamo, tunisino di 40 anni;
l'uomo è stato trovato impiccato nel bagno dai compagni di cella, che hanno immediatamente lanciato l'allarme; purtroppo, nonostante il pronto intervento della polizia penitenziaria e dei sanitari delle Croce Verde, per Balsamo non c'è

stato nulla da fare: il suo cuore, che aveva cessato di battere da diversi minuti, non è più ripartito;
sulla vicenda ha aperto un fascicolo la procura della Repubblica di Fermo. Al momento l'ipotesi più accreditata è quella del gesto estremo, anche se la vittima non aveva dato alcun segno di voler tentare il suicidio, atteso che, fino a poco prima della tragedia, il detenuto aveva giocato tranquillamente a carte con gli altri reclusi, dopodiché si era appartato in bagno. I compagni di cella, non vendendolo rientrare, si sono preoccupati e, quando hanno aperto la porta, si sono trovati di fronte alla macabra scena;
il giorno prima di uccidersi, Balsamo aveva effettuato il colloquio settimanale con lo psicologo del carcere ed era apparso tranquillo. Risulta alla prima firmataria del presente atto che l'uomo fosse anche un consumatore di droga e che una settimana prima di morire fosse scappato dalla comunità dove era stato provvisoriamente trasferito;
fino al 1987 l'attività dello psicologo in carcere era rivolta esclusivamente all'osservazione e trattamento. Con la circolare del 30 gennaio 1987 di Niccolò Amato si istituisce il presidio «nuovi giunti» con l'intento di accertare e prevenire il rischio che il soggetto, soprattutto se alla prima esperienza detentiva, possa compiere atti estremi o subire violenza da parte degli altri detenuti. Gli adempimenti del presidio nuovi giunti devono essere effettuati entro le prime ventiquattro ore dell'ingresso del detenuto in istituto stesso;
nel 1992 viene istituito il presidio tossicodipendenti come elemento di raccordo tra l'istituzione carceraria e le strutture territoriali. Lo psicologo delle tossicodipendenze effettua colloqui di primo ingresso, sostegno psicologico ai detenuti in sindrome astinenziale su richiesta del detenuto tossicodipendente e/o su segnalazione altri operatori;
con questo suicidio salgono a 10 i detenuti che si sono tolti la vita da inizio dell'anno: Pierpaolo Ciullo, 39 anni; Celeste Frau, 62 anni; Antonio Tammaro, 28 anni; Giacomo Attolini, 49 anni; Eddine Abellativ, 27 anni; Mohamed El Abbouby, 25 anni; Ivano Volpi, 29 anni e un cittadino tunisino di 26 anni; Walid Aloui, 28 anni;
risulta alla prima firmataria del presente atto che nella sede del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria si sia svolto un incontro tra Sebastiano Ardita (Direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dap) e i rappresentanti della conferenza nazionale volontariato giustizia, di «Antigone» e di ristretti orizzonti per la messa a punto di iniziative di prevenzione del suicidio alle quali possano collaborare anche i volontari penitenziari più di 8.000 persone, che da sole possono garantire una presenza in quasi tutte le carceri italiane;
in alcuni istituti di pena, come il «Lorusso e Cotugno» di Torino e la casa di reclusione di Padova, i volontari sono già impegnati in «Gruppi di Ascolto» con l'intento di «intercettare» il disagio dei reclusi prima che sfoci in gesti estremi -:
di quali informazioni il Ministro interrogato disponga circa i fatti riferiti in premessa;
quali iniziative intenda intraprendere affinché siano accertate le eventuali responsabilità della direzione del carcere di Fermo in ordine alla mancanza degli opportuni controlli che avrebbero potuto impedire il tragico suicidio;
se il detenuto morto suicida, tossicodipendente, abbia usufruito del colloquio con lo psicologo delle tossicodipendenze;
quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di prevenire la triste piaga dei suicidi in carcere e, in particolare, se non intenda avvalersi dell'aiuto dei circa 8.000 volontari penitenziari da utilizzare all'interno dei vari «gruppi di ascolto» con l'intento di «intercettare» il disagio dei reclusi prima che questo sfoci in gesti estremi;

se conseguentemente, ritenga necessario assumere iniziative normative volte a modificare il regolamento sull'ordinamento penitenziario al fine di assicurare, attraverso una maggiore personalizzazione del trattamento, una «detenzione giusta», rispettosa del diritto alla vita e degli altri diritti fondamentali degli individui, se del caso istituendo in ogni carcere degli appositi presidi specializzati per prevenire il rischio-suicidi e le altre emergenze legate ai disagi psicologici;
se non ritenga opportuno ritirare le disposizioni attualmente vigenti in base alle quali il personale penitenziario non può fornire alcuna notizia o comunicazione in ordine a quanto avviene all'interno degli istituti di pena nel caso in cui non sia stato preventivamente autorizzato dal capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria.
(4-06283)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'osservatorio permanente sulle morti in carcere composto da Radicali Italiani, dalla redazione di Ristretti Orizzonti e Radiocarcere, nonché dalle associazioni «Il detenuto Ignoto», «A Buon Diritto» e «Antigone», ha diramato un comunicato nel quale si rende noto che nella casa di reclusione di Padova, la sera del 23 febbraio 2010, si è suicidato Walid Aloui, tunisino di 28 anni;
l'uomo era nel carcere di Padova da circa un mese, proveniente dal carcere di Trento. Era ristretto nella sezione «protetti», in quanto accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di Trento, fatto che sarebbe avvenuto nel novembre 2008;
i «protetti» non possono avere contatti con il resto della popolazione reclusa, perché il tipo di reato di cui sono accusati è ritenuto inaccettabile per il «codice etico» dei detenuti, quindi vivono la detenzione in condizioni di ulteriore emarginazione, senza poter accedere alle attività cosiddette «trattamentali» (scuola, lavoro, sport e altro);
risulta alla prima firmataria del presente atto che Walid fosse ristretto, assieme a due compagni, in una cella che misura 3 metri per 2 (più un piccolo bagno annesso), uno spazio al di sotto dello standard minimo di «vivibilità» previsto, che è di 3,5 metri quadrati a persona. Per situazioni analoghe lo Stato italiano è già stato condannato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ravvisa gli estremi del «trattamento inumano e degradante» quando un detenuto non ha a disposizione almeno 3,5 metri quadrati di spazio;
con questo suicidio salgono a 9 i detenuti che si sono tolti la vita da inizio dell'anno: Pierpaolo Ciullo, 39 anni; Celeste Frau, 62 anni; Antonio Tammaro, 28 anni; Giacomo Attolini, 49 anni; Eddine Abellativ, 27 anni; Mohamed El Abbouby, 25 anni; Ivano Volpi, 29 anni e un cittadino tunisino di 26 anni;
risulta alla prima firmataria del presente atto che nella sede del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) si sia svolto un incontro tra Sebastiano Ardita (direttore generale dei detenuti e del trattamento del Dap) e i rappresentanti della Conferenza nazionale volontariato giustizia, di «Antigone» e di Ristretti Orizzonti per la messa a punto di iniziative di prevenzione del suicidio alle quali possano collaborare anche i volontari penitenziari: più di 8.000 persone, che da sole possono garantire una presenza in quasi tutte le carceri italiane;
in alcuni istituti di pena, come il «Lorusso e Cotugno» di Torino e la casa di reclusione di Padova, i volontari sono già impegnati in «gruppi di ascolto» con l'intento di «intercettare» il disagio dei reclusi prima che sfoci in gesti estremi;
sulla vicenda, in un comunicato stampa del 24 febbraio 2010, il segretario nazionale della Uil-Pa Penitenziari ha dichiarato quanto segue: «È davvero finita

la tregua. A poche ore dal suicidio di Brescia, dobbiamo purtroppo contare il nono suicidio di questo 2010. È accaduto presso la Casa di reclusione di Padova. Un detenuto ventisettenne di origine tunisina alle 23.45 di ieri sera si è suicidato nella propria cella usando le lenzuola in dotazione Purtroppo a nulla sono valsi gli immediati soccorsi prestati dai due compagni di cella e dal personale di sorveglianza. Ancora una volta la UIL PA Penitenziari è costretta ad alimentare una informazione corretta e trasparente divulgando notizie che altrimenti resterebbero nelle segrete delle carceri. Abbiamo deciso di surrogare l'Amministrazione Penitenziaria in tema di comunicazione e trasparenza e ci tocca, purtroppo, dare anche di queste notizie. Non possiamo non rimettere al Capo del DAP, Ionta, ma allo stesso Ministro Alfano l'opportunità di ritirare le disposizioni in atto per le quali il personale penitenziario non può fornire alcuna notizia o comunicazione se non prima debitamente autorizzata dallo stesso Capo del DAP. Questa politica oscurantista non solo opacizza la dovuta comunicazione ma getta ombre sinistre sul sistema penitenziario alimentando quelle gogne mediatiche di cui paga un prezzo salatissimo tutto il personale. Questa morte conferma quanto da noi sostenuto da tempo immemore. Padova non è quell' Eden penitenziario di cui si favoleggia. Anche in quella struttura ci sono evidenti criticità, il più delle volte occultate o sottaciute. Solo un'abile e massiccia operazione mediatica ha reso possibile che le masse si convincessero che fare panettoni in carcere significasse essere in una oasi felice, che nei fatti non c'è. Questo suicidio è la più spietata delle denunce sulle vere condizioni della casa di reclusione di Padova, tra l'altro da noi denunciate attraverso una relazione redatta al termine di una mia visita effettuata il 18 novembre del 2008. Purtroppo le personalità che visitano gli istituti lo fanno attraverso percorsi individuati dagli amministratori del carcere. Sarebbe il caso, e lo dico soprattutto al Sottosegretario Casellati, che si visitassero le strutture in tutta la loro estensione e mettendo il naso in tutti gli ambienti. Nascondere la polvere sotto il tappeto è operazione inutile, anzi dannosa. Una cosa deve essere chiara: i tanto declamati percorsi trattamentali e risocializzanti di Padova non riguardano l'intera popolazione detenuta e sono possibili solo ed esclusivamente penalizzando il personale che è sottoposto ad incredibili carichi di lavoro ed alla quotidiana contrizione dei diritti soggettivi» -:
di quali informazioni il Ministro interrogato disponga circa i fatti riferiti in premessa;
quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di prevenire la triste piaga dei suicidi in carcere e, in particolare, se non intenda avvalersi dell'aiuto dei circa 8.000 volontari penitenziari da utilizzare all'interno dei vari «gruppi di ascolto» con l'intento di «intercettare» il disagio dei reclusi prima che questo sfoci in gesti estremi;
se non ritenga opportuno ritirare le disposizioni attualmente vigenti in base alle quali il personale penitenziario non può fornire alcuna notizia o comunicazione in ordine a quanto avviene all'interno degli istituti di pena nel caso in cui non sia stato preventivamente autorizzato dallo Stesso Capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di ricondurre le condizioni di detenzione vigenti all'interno della casa di reclusione di Padova conformi al dettato costituzionale e normativo.
(4-06284)

CASTIELLO e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 29 gennaio 2010, sulle pagine di un giornale di cronaca locale campana (Il Velino), il giudice della sezione distaccata di Afragola (Napoli) del tribunale di Napoli, dottoressa Immacolata Cozzolino ha denunciato che all'interno di quella sede si perdono i fascicoli riguardanti i processi;

sempre secondo quanto denunciato dalla dottoressa Cozzolino, nonostante le opportune denunce inoltrate all'Arma dei carabinieri ed al presidente della corte di appello di Napoli, non è cambiato nulla a tutela della custodia e salvaguardia di tale delicato materiale oggetto, sempre e reiteratamente, di furti o smarrimenti;
anche fascicoli di particolare «delicatezza» risultano essere oggetto di smarrimento;
l'assoluta gravità di quanto denunciato si estende anche al mancato aggiornamento del «casellario giudiziale» a causa, finanche, della mancata pubblicazione delle sentenze -:
quali celeri, improcrastinabili iniziative di competenza il Governo intenda adottare al fine di porre rimedio ai gravissimi fatti denunciati dal giudice Cozzolino, sì da restituire le doverose certezze agli operatori della sezione distaccata di Afragola del tribunale di Napoli ed alle migliaia di utenti di quell'ufficio giudiziario.
(4-06287)

TESTO AGGIORNATO AL 1° MARZO 2010

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

COMPAGNON. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
come evidenziato da numerosi organi di stampa, il rinnovato sistema dell'alta velocità mostra evidenti difficoltà nel rispettare gli obiettivi fissati al momento della sua inaugurazione, in particolare, circa i tempi di percorrenza promessi e spesso disattesi;
risulterebbe all'interrogante che, a parte i ritardi di oltre un'ora registrati dai Frecciarossa in occasione delle intense nevicate di metà dicembre 2009, durante i primi sei giorni del mese di febbraio 2010, solo 19 Frecciarossa su 138 sono arrivati in orario, mentre circa la metà ha registrato un ritardo di cinque minuti;
per stessa ammissione di Ferrovie dello Stato, del cambio orario fino, alla fine di gennaio, sono stati registrati ritardi per 75 ore e 42 minuti, con un coinvolgimento di 352 treni e con episodi di blocco dei sistemi di oltre 3 ore, in particolare nello scalo di Bologna;
il continuo ripetersi di ritardi ha portato anche all'apertura di un fascicolo conoscitivo da parte della Procura della Repubblica di Torino;
il Governo ha riconosciuto l'esistenza di alcune criticità per i treni Frecciarossa, quali: la non rispondenza della rete ad alta velocità rispetto agli obiettivi fissati, l'annosa problematica relativa agli scambi; i frequenti salti di tensione elettrica, la necessità di un cambiamento nella comunicazione aziendale, e altro;
atto stato attuale il sistema dell'atta velocità, seppure ampiamente pubblicizzato e considerato in fase inaugurate una «Seconda Unità d'Italia», soffre di gravi inadeguatezze - specie nel tratto di nuova percorrenza Firenze-Bologna - che rendono irrealistici i tempi di percorrenza previsti e divulgati -:
se risponda al vero che alcune pendenze progettate nel tratto di nuova percorrenza Firenze-Bologna siano sbagliate e se, a causa di tale errore tecnico, si accumulino ulteriori ritardi sulla predetta linea;
quali urgenti iniziative, per quanto di propria competenza, intenda adottare per risolvere la situazione descritta in premessa che continua a provocare continui disagi alla vita privata e professionale degli utenti che viaggiano sul Frecciarossa, finendo con il compromettere a catena l'intera circolazione ferroviaria che, in alcuni tratti, si trova a dover utilizzare le stesse infrastrutture dell'alta velocità.
(3-00937)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

PES, META, SCHIRRU, CALVISI, MELIS, FADDA, MARROCU, SORO, ARTURO MARIO LUIGI PARISI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 144 del 1999 (Misure in materia di investimenti, delega al Governo per il riordino degli incentivi all'occupazione e della normativa che disciplina l'INAIL, nonché disposizioni per il riordino degli enti previdenziali) all'articolo 36 (continuità territoriale per la Sardegna e le isole minori della Sicilia dotate di scali aeroportuali) ha riconosciuto per la prima volta ai sardi il diritto di viaggiare in aereo a tariffe agevolate;
la Commissione europea, con decisione del 23 aprile 2007, ha vietato la possibilità di applicare le tariffe agevolate ai nati in Sardegna, ma non residenti, ritenendo che «le agevolazioni per gli emigrati sono contrarie al Trattato europeo perché discriminatorie»;
con un accordo nell'ottobre del 2007 le compagnie aeree si sono impegnate ad applicare le agevolazioni tariffarie anche ai nati in Sardegna e non residenti;
negli anni 2007, 2008 e 2009 la compagnia aerea Meridiana ha continuato ad applicare le agevolazioni per gli emigrati nati in Sardegna e non residenti nell'isola;
l'Alitalia ha invece negato l'applicazione delle tariffe in regime di continuità territoriale agli emigrati sardi;
sono circa 300 mila i sardi residenti fuori dall'isola;
la continuità territoriale non è un privilegio, ma un giusto riequilibrio -:
se non ritenga necessario un confronto urgente con la Commissione europea al fine di stabilire una nuova continuità territoriale che permetta anche ai nati in Sardegna e non più residenti di usufruire di una tariffa agevolata per viaggiare in aereo, ovvero imporre ad Alitalia di firmare un accordo per continuare ad applicare le agevolazioni.
(5-02555)

TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
è di questi giorni la notizia che la divisione Passeggeri nazionale e internazionale di Trenitalia avrebbe deciso di sopprimere, a partire dal 1o marzo 2010 4 coppie di treni sulle tratte Torino-Reggio Calabria e Torino-Palermo e sulle tratte Milano-Reggio Calabria e Torino Reggio-Calabria, questi ultimi, treni predisposti per il trasporto di auto;
si tratta di treni che coprono una percorrenza di circa 1.600 chilometri e che senza un'adeguata informazione, Trenitalia sopprime perché sembrerebbe che non possano reggersi con il solo prezzo del biglietto e non facciano parte del contratto di servizio con la regione;
tale operazione non tiene assolutamente conto delle necessità degli utenti, lede il diritto di mobilità delle persone ma ancor più grave è la discriminazione che sorge tra le fasce sociali economicamente più deboli che non hanno la possibilità di usufruire di altri mezzi di trasporto perché più onerosi -:
se risponda al vero la decisione di Trenitalia di sospendere le tratte dei treni che collegano Milano e Torino con Reggio Calabria e Palermo;
se e come intenda intervenire nei confronti di Trenitalia affinché non sopprima, così come annunciato, le tratte succitate, privando di fatto i cittadini di un servizio pubblico di base.
(5-02559)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GHIZZONI, COSCIA e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 12 febbraio 2010 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dipartimento dell'istruzione, ha emanato la circolare ministeriale n. 13 avente per oggetto «Collocamenti fuori ruolo e comandi dei dirigenti scolastici e del personale docente presso: enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti; associazioni professionali ed enti cooperativi da esse promossi; università ed altri istituti di istruzione superiore. Legge 23 dicembre 1998, n. 448, articolo 26, commi 8, 9 e 10;
la citata circolare, al paragrafo 2B (assegnazioni presso associazioni professionali dei dirigenti scolastici e del personale docente ed enti cooperativi da essi promossi, ai sensi dell'articolo 26 comma 8 III periodo della Legge n. 448 del 1998) indica puntualmente quali elementi dovranno contenere le richieste di assegnazione, elencandoli dal punto a) al punto f);
non compare più tra i suddetti punti, l'indicazione dell'ordine di priorità del personale richiesto da parte dell'associazione richiedente contrariamente a quanto sempre avvenuto in passato (si confronti ad esempio la circolare ministeriale n. 25 del 2 marzo 2009, paragrafo 2B, punto d);
la soppressione di questa indicazione da parte delle associazioni professionali ed enti cooperativi da esse promossi costituisca un fatto inedito che rischia di vanificare l'autonomia progettuale delle associazioni per quanto attiene alla possibilità di articolare il proprio progetto culturale in base a criteri di priorità condivisi, alla cognizione di specifiche competenze nei profili culturali-professionali del personale richiesto per l'assegnazione, alla valutazione della migliore utilizzazione delle risorse assegnate in ordine all'efficacia del progetto stesso;
l'eventuale impoverimento della capacità di iniziativa delle associazioni professionali degli insegnanti - caratterizzate storicamente dal pluralismo, presenti anche in territori poveri di risorse culturali, impegnate al recupero della dignità professionale - manda alla scuola italiana un segnale contraddittorio rispetto alle dichiarazioni di principio che vorrebbero ripristinare un'immagine positiva della funzione docente ed elevare il profilo di un insegnamento di qualità;
si esprime viva preoccupazione per una tendenza che rischia di produrre un forte condizionamento, ai limiti dell'arbitrarietà, alla vita dell'associazionismo professionale nel suo insieme, nelle diverse sensibilità culturali che le associazioni esprimono nel pluralismo delle proposte e delle attività di ricerca e formazione -:
quali siano le ragioni che hanno ispirato la modifica richiamata, e se non si ritenga, superando la logica della discrezionalità, di rendere trasparenti e pubblici i criteri delle assegnazioni del personale dirigente e docente.
(5-02556)

GRIMOLDI, VOLPI, ALLASIA, GIDONI, COMAROLI, GIBELLI, PUGLIESE, GOISIS, STUCCHI, CONSIGLIO, FUGATTI e FORCOLIN. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nella giornata di giovedì 18 febbraio 2010 a Gorgonzola (MI), presso l'istituto tecnico commerciale, linguistico aziendale e per geometri «Argentia», si è tenuta una conferenza del consigliere regionale del Partito Democratico Giuseppe Civati, autore del libro «Regione Straniera» e nuovamente candidato alle elezioni regionali del marzo 2010, sul tema dell'immigrazione e dell'integrazione degli stranieri nella regione Lombardia;

l'incontro è avvenuto senza la presenza di alcun contraddittorio; due ore abbondanti in cui Civati è passato dal trattare tematiche sociali a considerazioni politiche contro le azioni intraprese dal Governo e, in particolare, contro la linea politica della Lega Nord;
la conferenza era rivolta soltanto agli studenti del triennio, quindi coloro che possono potenzialmente votare alle elezioni regionali;
tale incontro fa parte di un progetto e probabilmente si terranno altri incontri su questa linea;
dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni studenti si evince come la situazione fosse imbarazzante e che fosse praticamente impossibile esprimere opinioni diverse da quelle dei professori all'interno della scuola;
inoltre, sono stati evidenziati passaggi politici che nulla hanno a che fare con l'intento «formativo» dell'incontro delineato dal preside a inizio conferenza; sarebbero stati nominati politici della Lega (definiti razzisti e poco intelligenti) e commentati negativamente provvedimenti portati avanti dal Governo Berlusconi;
iniziative di questo genere sono inopportune, potendosi considerare come campagna elettorale mascherata che viene introdotta nelle scuole in modo sleale e che non garantisce ai ragazzi la possibilità di farsi un' idea oggettiva delle problematiche affrontate -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare affinché tali episodi non si ripetano;
se non ritenga pertanto opportuno richiamare il dirigente scolastico dell'istituto sopra citato affinché non promuova e autorizzi nuovamente conferenze di questo genere, peraltro senza contraddittorio.
(5-02561)

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO, MARAN, STRIZZOLO, MONAI e COMPAGNON. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'efficienza e l'autonomia delle scuole della regione Friuli Venezia Giulia sono messe seriamente in discussione dalla scarsità di risorse economiche e dalla penuria di personale, al punto da rendere difficoltoso il pieno assolvimento degli obblighi cui gli istituti sono tenuti, ossia di offrire un efficace servizio scolastico;
la legge di bilancio 2010 riduce i finanziamenti del 2009 di circa 227 milioni di euro, per quanto riguarda i trasferimenti dello Stato, in particolare circa 98 milioni di euro sul capitolo per il funzionamento e circa 129 milioni sul capitolo per il personale;
questi mancati trasferimenti sono cominciati nel periodo tra il 2002 e il 2006, quando i trasferimenti alle scuole furono ridotti del 50 per cento, e la tendenza è stata invertita nel biennio successivo, quando il Governo Prodi decise che lo Stato dovesse invece iniziare a ripianare i debiti contratti con le scuole per il pagamento delle supplenze, e complessivamente dal 2006 ad oggi i finanziamenti che sono progressivamente venuti meno per le scuole del Friuli Venezia Giulia sfiorano la quota di trenta milioni di euro;
per l'anno scolastico 2009-2010 sono venuti meno, nelle scuole di ogni ordine e grado del Friuli Venezia Giulia, 641 posti da insegnanti (184 nella scuola primaria, 268 nella scuola secondaria di primo grado, 189 nella scuola secondaria di secondo grado) e 278 per il personale ATA (47 amministrativi, 36 tecnici, 185 ausiliari e 10 DSGA), che ammontavano rispettivamente a 200 e 120 nell'anno scolastico 2007-2008;
alla luce di questi tagli, mancano le risorse sufficienti a garantire la retribuzione delle supplenze e degli insegnanti di sostegno, ad avviare le attività sportive e i servizi notturni, ed è stata imposta perfino

la diminuzione delle spese del 25 per cento sui servizi di pulizia;
la nota ministeriale del 14 dicembre 2009 precisa che le scuole non potranno aspettarsi in corso d'anno «ulteriori importi in entrata» da parte del Ministero, salvo casi eccezionali, nei quali «potranno essere attribuite altre risorse previa verifica dell'effettiva inderogabilità dell'ulteriore fabbisogno»;
analoga richiesta di chiarimenti è stata rivolta al Ministro dell'istruzione dal deputato Alessandro Maran con interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01291 del 20 aprile 2009 e, tra le altre, sono risultate particolarmente lacunose le notizie in merito ai finanziamenti relativi ai crediti dell'anno solare 2007-2008 e quelle circa la gestione delle supplenze, che il Ministro chiede di contenere, mentre conferma, al contempo, che assicurare «l'ordinato svolgimento delle attività di istruzione» è un principio inderogabile -:
se il Ministro dell'istruzione intenda riconsiderare le sue determinazioni in merito agli stanziamenti da erogare agli istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia, così da garantire loro il personale e le risorse necessarie ad assolvere ai loro compiti istituzionali, risarcendole inoltre degli stanziamenti che, anche per errori di calcolo, fossero alla base di erogazioni ridotte.
(4-06282)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DAMIANO, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA e SCHIRRU. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
si è verificato l'espletamento del concorso pubblico per esami per 293 ispettori di vigilanza dell'INPS, area funzionale C, posizione economica C1, (bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale concorsi ed esami, del 26 giugno 2007) con conseguente conclusione delle prove in data 2009;
è avvenuta l'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 17 novembre 2009, che autorizza circa 1.000 assunzioni, di cui 711 progressioni verticali, pubblicata in Gazzetta Ufficiale in data 15 febbraio 2010;
è stata pubblicata dall'INPS la graduatoria dei risultati del suddetto concorso, ripartiti in 296 vincitori ed 89 idonei;
tale richiesta implica un notevole sforzo negli impegni di spesa per lo Stato, ma tale costo, se raffrontato con le somme ogni anno recuperate all'evasione contributiva, grazie all'attività del corpo ispettivo, diventa un investimento prezioso, capace di generare ingenti entrate finanziarie, ora oggetto d'evasione;
l'attività degli ispettori di vigilanza è fondamentale nella lotta al fenomeno del lavoro nero e garantisce la tutela delle norme sulla sicurezza sul lavoro;
la forte carenza d'organico dell'Inps, in particolare di impiegati con questo specifico ruolo -:
quali siano gli intendimenti e quali iniziative voglia intraprendere il Governo per rendere più sollecito e concreto il provvedimento di assunzione, oltre che dei vincitori, altresì di tutti gli idonei della graduatoria del concorso in oggetto;
se intenda, viste le condizioni occupazionali del Paese, così come anche le esigenze finanziarie sottese alla lotta contro l'evasione contributiva e contro le diffuse condizioni illegittime di lavoro, dare un segnale di interesse sollecitando la procedura di assunzione dei legittimi vincitori di un concorso legalmente espletato.
(5-02557)

BOBBA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nel 2006 è stato bandito un concorso per 22 posti da dirigente per la copertura delle posizioni vacanti, nell'organico dirigenziale, dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della salute;
gli esami scritti di detto concorso si sono svolti nell'estate del 2007 e vi hanno partecipato circa 1.200 funzionari, appartenenti ai ruoli del Ministero del lavoro e delle politiche sociali o ai ruoli di altre pubbliche amministrazioni, come espressamente richiesto dalla normativa in materia;
l'elenco dei 218 ammessi all'orale è stato reso pubblico a fine maggio del 2009, e le prove orali sono state ultimate all'inizio di agosto del 2009;
alla fine di ottobre 2009 è stata pubblicata la graduatoria di merito tuttavia, ad oggi non è ancora dato di sapere se l'amministrazione pubblica procederà ad assumere, nel corso del prossimo anno, almeno i 22 vincitori;
dal 2006, anno di pubblicazione del bando, si sono resi vacanti un numero superiore alle 22 posizioni dirigenziali messe a concorso e l'amministrazione ha già provveduto a ricoprire circa una quarantina di posizioni dirigenziali su tutto il territorio nazionale, assumendo segretari comunali e dirigenti provenienti da altri compatti, i quali avevano presentato richiesta di mobilità, presso gli uffici competenti;
da notizie pubblicate sul sito Intranet dallo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della salute e quindi accessibili a tutti i dipendenti del Ministero medesimo, a fine 2009 si sono resi vacanti, causa pensionamento degli attuali titolari, circa 70 posizioni dirigenziali, fra amministrazione centrale ed uffici territoriali, mentre non si hanno notizie certe su quali saranno le ulteriori vacanze in organico per gli anni 2010 e 2011;
ad oggi l'organico dirigenziale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della salute è composto soprattutto da dirigenti, presumibilmente alle soglie del pensionamento nel biennio 2010-2011 e da un considerevole numero di dirigenti più giovani, provenienti dalla mobilità, cioè da comparti completamente diversi, ed in alcuni casi entrati nell'amministrazione pubblica da poca tempo;
in data 11 dicembre 2009, seduta n. 257, l'onorevole Cazzola ha presentato l'interrogazione 5-02221, sul medesimo argomento, a cui in data 4 febbraio 2010 il Sottosegretario Viespoli nel rispondere, ha precisato che la legge relativa all'istituzione del Ministero della salute «al fine di assicurare la funzionalità delle strutture delle Amministrazioni rientranti nel proprio ambito applicativo, fa salva, nelle more dell'attuazione delle misure previste dall'articolo 74 del decreto-legge 112 del 2008, nonché delle misure di cui all'articolo 1, commi 404 e seguenti della legge n. 296 del 2006, la possibilità per gli stessi di procedere ad assunzione di personale, nei limiti delle dotazioni organiche, tenendo conto delle riduzioni da effettuare e comunque nel rispetto della normativa in materia di assunzioni»;
a parere dell'interrogante la graduatoria potrebbe essere utilizzata dagli enti vigilati dai due ministeri attraverso le convenzioni previste dall'articolo 3, comma 61, della legge n. 350 del 2003 il quale stabilisce per le amministrazioni dello Stato di poter effettuare assunzioni utilizzando le graduatorie di pubblici concorsi, approvate da altre amministrazioni, previo accordo tra le stesse amministrazioni interessate;
l'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 247 al comma 7, relativamente al riordino e alla riorganizzazione degli enti pubblici introduce «la possibilità di prevedere modelli organizzativi volti a realizzare sinergie e conseguire risparmi di spesa anche attraverso gestioni unitarie, uniche o in comune di attività strumen- tali»

e a tal fine il comma 8 prevede risparmi finanziari per 3,5 miliardi di euro nell'arco del decennio 2007-2017;
relativamente alle economie previste nel decennio in corso, sarebbe opportuno porre in essere convenzioni con enti interessati, quale per esempio l'INPS, in quanto una sentenza del TAR del Lazio ha sospeso gli effetti della graduatoria del concorso a 35 posti per dirigente;
secondo la determinazione del direttore generale del personale del dicembre 2009, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha proceduto ad assumere a domanda ex segretari comunali, ad avviso dell'interrogante, contravvenendo all'articolo 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001 e riducendo, di fatto, i posti a disposizione dei vincitori della graduatoria del bando in premessa;
una lettura costituzionalmente orientata del comma 2-bis del citato articolo 30, per ovvie ragioni di economia, prevede, in presenza di una procedura espletata, di non far luogo a procedure di mobilità di cui al primo comma del medesimo articola 30 del decreto legislativo n. 165 del 2001 -:
se non si ritenga urgente e opportuno giungere, in tempi brevi, alla copertura dei posti disponibili per dirigente, con l'utilizzo della graduatoria del concorso in premessa, nei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della salute, ai sensi dell'articolo 1, comma 8 della legge n. 112 del 2009;
se non si ritenga necessario promuovere e incentivare le convenzioni di cui dall'articolo 3, comma 61, della legge n. 350 del 2003, al fine non solo di assorbire nell'organico i vincitori del concorso in premessa, ma anche per ottemperare alle previsioni di cui ai commi 7, 8 e 11 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 241.
(5-02560)

Interrogazione a risposta scritta:

DAMIANO, BELLANOVA, BERRETTA, BOBBA, BOCCUZZI, CODURELLI, GATTI, GNECCHI, MADIA, MATTESINI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, SANTAGATA e SCHIRRU. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
risulta agli interroganti che siano presenti con proprio personale circa trenta cooperative di servizi, la maggior parte delle quali non possiede però un domicilio fiscale nel territorio del comune di Fiano;
inoltre a gran parte dei lavoratori non siano garantiti i diritti fondamentali del lavoro cooperativo, in particolare i diritti partecipativi previsti dagli statuti e dai regolamenti interni alle cooperative; a molti di loro inoltre vengono negati i diritti alla giusta retribuzione e alla tutela della salute e sicurezza sul lavoro -:
se il Governo intenda accertare, attivando gli organismi di controllo di sua competenza, se:
le cooperative che operano sul territorio di Fiano Romano rispondano ai principi previsti dalla legge;
sia attuata la mutualità e siano rispettate le regole della democrazia interna nella gestione;
le cooperative vengano sottoposte alla cogente revisione, al fine di combattere il fenomeno delle cosiddette «cooperative spurie»;
siano rispettati i diritti dei soci lavoratori iscritti alle varie cooperative di lavoro come ad esempio: la partecipazione nelle assemblee dei soci, l'approvazione del Bilancio, la condivisione delle informazioni inerenti la vita sociale della cooperativa;
tutti i lavoratori delle cooperative (soci e dipendenti) possiedano un contratto regolare per la prestazione della loro opera riferito ai contratti collettivi nazionali del lavoro sottoscritti dagli enti datoriali e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentativi nelle specifiche categorie;

siano rispettate le condizioni a garanzia della sicurezza, della salute e della tutela complessiva dei lavoratori;
le committenze siano rese edotte della loro oggettiva responsabilità prevista dalla legge nei riguardi di presunte inosservanze da parte dei sub appaltatori e quali misure si intendano approntare per rendere legittimo e trasparente il rapporto tra le imprese e il relativo mercato del lavoro;
come ritenga di agire il Governo nell'accertamento di eventuali violazioni e come intenda sanare le possibili eventuali situazioni di inadempienza delle norme vigenti in materia di norme contrattuali e di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
(4-06288)

...

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

MARINELLO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il 29 gennaio 2010 si è consumata presso l'ospedale Cervello di Palermo l'ennesima tragedia legata alla malasanità: un neonato, nato il 26 gennaio all'ospedale «Cannizzaro» di Catania alla quarantesima settimana di gravidanza ed affetto da depressione respiratoria, nell'impossibilità di essere ricoverato nell'Unità di terapia intensiva neonatale del nosocomio catanese - essendo i quatto posti disponibili tutti occupati - è stato trasferito con il servizio del 118 prima all'ospedale Civico di Palermo e poi all'ospedale Cervello del capoluogo siciliano dove, il giorno dopo il suo arrivo, è morto;
il dramma si sarebbe potuto evitare se il neonato fosse stato ricoverato subito nell'Unità di terapia intensiva neonatale (UTIN) dell'ospedale in cui è nato invece che essere sottoposto ad un assurdo quanto dannoso pellegrinaggio attraverso tre ospedali che ha finito con il pregiudicare in modo irrimediabile una situazione già grave;
non si tratta, purtroppo, del primo caso di malasanità che coinvolge l'UTIN dell'ospedale Cannizzaro di Catania - la quale, è noto, non può accogliere, per carenza di posti, i bambini nati con problemi respiratori, che, quindi, devono essere trasportati altrove, e la situazione non è migliore nelle altre strutture catanesi «dedicate»;
un contesto terribile, già denunciato - nell'ottobre 2009 - nel corso dell'audizione dell'assessore regionale Massimo Russo presso commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali;
in quella sede l'assessore Russo annunciò per la fine dello scorso anno il varo di un decreto per la riorganizzazione della rete neonatale relativamente all'intero sistema regionale, recante, tra le altre, la previsione della chiusura dei punti nascita con meno di 400 parti all'anno (legato alla diminuzione delle nascite);
l'assistenza perinatale e neonatale in Sicilia presenta gravi elementi di criticità, segnalati ripetutamente dalle società scientifiche di neonatologia, pediatria ed ostetricia e ginecologia;
con legge regionale 14 aprile 2009, n. 5, la Sicilia ha varato la riforma della sanità: la legge, in linea con le direttive nazionali in materia di riordino e di contenimento della spesa sanitaria e sulla base dell'accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-Regioni, ha come obiettivi la razionalizzazione dei servizi offerti e distribuiti sul territorio dalle Asl, con l'obiettivo di raggiungere livelli di efficacia e di efficienza oltre che di sicurezza per i pazienti e per gli operatori del settore;
la difficile situazione in cui versa la regione Sicilia, impegnata nell'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario, non deve far dimenticare che occorre

trovare il necessario equilibrio tra la riduzione della spesa e il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza;
il tasso di mortalità infantile, in Italia (4,4 per mille nati vivi) risulta molto vicino alla media dell'Unione europea (4,2 per mille), ma, tra le regioni italiane, persistono differenze notevoli nella sua componente principale, ovvero la mortalità neonatale. Infatti, nel Nord Italia solo il 2,5 per mille dei neonati muore tra il primo e il 28o giorno di vita; la percentuale nel Centro Italia sale al 2,9 per mille, per giungere al 4,3 per mille nel Sud Italia. Considerando il tasso di mortalità infantile nell'intero primo anno di età, il dato medio nazionale del 4,4 per mille nati vivi evidenzia ancora una volta la disparità tra le regioni: 3,5 per mille al Nord, 3,9 per mille al Centro, 5,6 per mille al Sud Italia;
sulla base dei dati Istat elaborati dal dipartimento osservatorio epidemiologico della regione Sicilia, nell'isola il tasso di mortalità infantile è fra i più alti in Italia -:
quali tempestive iniziative intenda adottare, nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle competenze attribuite alle regioni dalla legislazione vigente, al fine di garantire uno sviluppo omogeneo sull'intero territorio nazionale dell'assistenza perinatale e neonatale, con particolare attenzione per quelle regioni - come la Sicilia - in cui l'inadeguatezza organizzativa di tale assistenza pregiudica l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e costituisce palese violazione del diritto alla vita e alla salute costituzionalmente garantito.
(4-06286)

CUOMO. - Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'ISPESL è in gestione commissariale dall'aprile 2008 per scadenza del mandato del Consiglio di amministrazione;
il decreto del Presidente della Repubblica 303 del 2002 prevede in tali casi la nomina di un commissario straordinario per la durata massima di un anno;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 aprile del 2008, previe intese con il Governo entrante, il Governo uscente abbia nominato, per sei mesi, commissario straordinario il professor Antonio Moccaldi, già Presidente del consiglio di amministrazione uscente, un sub-commissario con delega alla direzione generale nella persona del dottor Umberto Sacerdote, delega che appare insolita in un provvedimento di commissariamento;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 ottobre 2008 il commissariamento è stato prorogato per sei mesi fino al 28 aprile 2009;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'aprile 2009, avente ad oggetto provvedimenti urgenti per la protezione civile è stato ulteriormente prorogato sine die;
dagli atti ufficiali risulta che il consiglio di amministrazione e il comitato scientifico abbiano approvato il piano triennale di ricerca dell'istituto per il triennio 2008-2010, successivamente vistato dai Ministeri vigilanti (salute, economia e finanze e funzione pubblica);
risulta che il suddetto piano è stato avviato dal 2 febbraio 2010 nonostante il lungo tempo trascorso dall'approvazione tanto da avere provocato nel dicembre del 2008 le proteste dei giovani ricercatori, circa 140 unità laureate e specializzate, che da anni consentono lo svolgimento delle attività di ricerca dell'ISPESL;
risultano conclusi da circa un anno concorsi per contratti di ricerca, e non ancora firmati per la pubblicazione delle relative graduatorie, e sono stati banditi, il 2 febbraio 2010 nuovi concorsi anche con le stesse figure professionali dei concorsi già conclusi;

è stato modificato il piano approvato dal C.d.A. e dal comitato scientifico inserendo nei suddetti bandi il 90 per cento dei posti riservati a diplomati amministrativi; peraltro molto strana è tale proporzione, amministrativi/ricercatori in un ente di Ricerca qual è l'Ispesl; il sub commissario ha ritenuto le professionalità individuate dai titolari delle ricerche e approvate dal comitato scientifico non idonee, e nel modificarle ha agito in forme che appaiono di dubbia compatibilità con quanto previsto dalla legge istitutiva dell'Ispesl né dalla gestione commissariale che affida eventualmente al Commissario Straordinario i poteri del Consiglio di Amministrazione;
dai dati pubblicati, a seguito della rilevazione effettuata dal ministro per la pubblica amministrazione e dell'innovazione, risultano in servizio solo 500 unità dei ruoli dell'Ispesl, inferiore al 50 per cento del numero previsto dalla pianta organica;
risulta che nel 2005 l'Ispesl sia stato autorizzato a bandire concorsi per numero 100 posti a tempo indeterminato e che finora non abbia bandito alcun concorso nonostante le carenze di personale più volte denunciate anche dalle organizzazioni sindacali -:
risulta che i concorsi a tempo indeterminato per n. 100 posti non sono svolti per l'inspiegabile prolungarsi dei tempi;
parrebbe inoltre che per fare fronte alle carenze di personale, il sub commissario abbia conferito, direttamente e senza alcun avviso e selezione pubblica, circa 600 incarichi di collaborazione coordinata e continuativa a personale amministrativo di vari livelli - commessi, segreteria, autisti - con un aumento, in maniera ad avviso dell'interrogante ingiustificata, del precariato nell'Ispesl e se è vero che il 90 per cento di essi sono assegnati a Roma nonostante le carenze di personale nelle sedi periferiche, soprattutto nel nord Italia;
dallo scorso mese di novembre fino ad oggi, all'Ispesl, pare si continui a sottoscrivere contratti co.co.co. a diplomati, benché le normative vigenti lo vietino;
non sarebbero stati trasmessi al Ministero quindi non sarebbero pubblicati sul sito Ispesl, gli elenchi degli incarichi esterni, l'elenco dei co.co.co e i relativi compensi compresi quelli percepiti dai vertici dell'Ispesl, come richiesto dalla normativa «Brunetta» -:
se sia vero quanto riportato in premessa;
se i contratti co.co.co sottoscritti dall'Ispesl siano stati inviati al collegio dei revisori, e quali decisioni risultino assunte in merito;
quali iniziative o provvedimenti urgenti intendano adottare i ministri per rimuovere tutti i ritardi accumulati nell'attivazione delle graduatorie dei concorsi già espletati e nell'emanazione dei bandi di concorso a tempo indeterminato, determinato e co.co.pro., al fine di evitare ulteriori proteste dei lavoratori precari e offrire loro le garanzie previste dalla normativa vigente;
se intendano promuovere l'adozione dell'esercizio di auto-tutela a seguito di ispezioni per verificare la legittimità degli atti adottati;
se non ritengano assumere provvedimenti disciplinari nel caso di accertate illegittimità;
se non ritengano necessario portare avanti la proposta di accorpamento dell'Ispesl all'Inail, ed in subordine, dopo ormai anni di commissariamento, procedere alla nomina del nuovo presidente, del nuovo C.d.A. e del nuovo direttore generale, che siano in possesso dei requisiti professionali e culturali idonei al fine di rilanciare l'istituto nella trasparenza e nel rispetto delle normative vigenti.
(4-06289)

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Ciocchetti e altri n. 2-00619, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tassone.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Ghizzoni e Corsini n. 5-01640, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Siragusa.

L'interrogazione a risposta in Commissione Bocci n. 5-01800, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Benamati.

L'interrogazione a risposta in Commissione De Pasquale n. 5-02061, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Siragusa.

L'interrogazione a risposta in Commissione Vaccaro e altri n. 5-02378, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 gennaio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Siragusa.